La rivista del
Bere Bene di
Bimestrale di informazione sul mondo del beverage
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Brindisi per la restituzione al mittente previo pagamento Resi
Anno 6 - n째32 - Mar/Apr 2012
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C’è la crisi, siamo in crisi, non ci sono soldi, i clienti non spendono più come una volta: non c’è dubbio la parola crisi domina ormai da anni il quotidiano vivere e lavorare degli italiani; cosa di cui siamo abbastanza stufi a dire il vero. Ma quando finirà mai questa crisi? È questa la domanda che con sempre maggiore insistenza si pongono, anche nel settore Horeca, operatori e addetti ai lavori. Ma a ben vedere la domanda è sbagliata, posta male. Perché le crisi non finiscono, così come finisce una partita di calcio, al fischio dell’arbitro tutti negli spogliatoi. Le crisi, in special modo come quella strutturale che stiamo vivendo, non passa dal giorno alla notte, ma si evolve lentamente e, senza una reale percezione, si trasforma: insomma la crisi, come in una rivoluzione, cambia le situazioni.
In fondo la stessa etimologia della parola crisi significa “passaggio”, “cambiamento”. Ebbene è quanto sta avvenendo anche in Italia: la crisi non è finita, ma si sta evolvendo lentamente verso un nuovo stato di cose nel quale ci sono nuove regole e nuovi parametri, ai quali bisognerà velocemente adattarsi. Forse siamo già in questo nuovo stato di cose e non ce ne siamo accorti. La crisi, o meglio il cambiamento, ci ha portato in un’Italia che non cresce più (che stando a quanto ci dicono non potrà farlo per i prossimi 10 anni) dove, parlando di politica, economia e mercato, vigono nuovi parametri e nuove regole alle quali bisogna adattarsi velocemente; chi riuscirà a farlo più rapidamente potrà godere di un sicuro vantaggio competitivo. Quindi non stiamo lì ad aspettare che la crisi finisca, come aspettare che spiova per uscire di casa. Prendiamo invece atto che c’è una nuova partita da giocare con un nuovo modo di giocare: le sfide non possono attendere.
Anno 6 - Numero 32 Marzo/Aprile 2012
Rivista specializzata di:
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Iscrizione al R.O.C. n°6648 V.le Aldo Moro, 44 - 70043 Monopoli (BA) Tel. 080.9306460 - Fax 080.9373100 input@inputedizioni.it - www.inputsrl.it Testi e collaborazioni: Marianna Iodice, Angela Svezia, Maria Vittoria Petrosillo, Valeria Todisco.
Tutti i diritti di riproduzione di testi e foto, in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo è necessaria un’autorizzazione scritta dell’editore. Ai sensi dell’Art. 10 della L. 675/1996, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare un’informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’Art. 13 della suddetta legge. Reg. Trib. Bari n°49 del 10/12/2007 La rivista Drink Style è di proprietà del consorzio U.DI.AL. - Consorzio fra distributori indipendenti di bevande. La pubblicazione ha il compito di trasferire e implementare, attraverso l’informazione puntale, credibile e professionale, il sapere e la cultura del fuoricasa italiano. La rivista è edita bimestralmente e postalizzata in modo mirato verso i locali altovendenti ho.re.ca. e superhoreca, clienti dei soci del consorzio.
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La crisi non finirà, anzi è già finita
La crisi non finirà, anzi è già finita
Editoriale
a cura di Giuseppe Rotolo
Reportage
Cresce la concorrenza, la domanda non aumenta: Il fuori casa cambia volto L’offerta di somministrazione di alimenti e bevande è oramai molto (troppo?) ricca e diffusa in diversi canali. Ai classici canali Horeca e Super Horeca (ristoranti, bar, pizzerie, discoteche) si sono affiancati molti altri competitor, ristoranti di alberghi, panetterie, circoli privati, sagre, vending. Da un lato è aumentata la concorrenza, dall’altro lato il mercato opera una sorta di selezione naturale, mostrata dall’alto tasso di mortalità delle imprese. I governi italiani in questi anni hanno emanato provvedimenti di liberalizzazione che hanno reso possibile l’apertura di più locali senza limiti di vicinanza e vincoli basati su criteri di densità demografica, ma non solo: alcune leggi hanno reso possibile l’ingresso di altri “operatori” di canali diversi nel mondo della ristorazione e della somministrazione di bevande. Attenendoci ai numeri, possiamo vedere che nell’ultimo decennio gli esercizi sono cresciuti del
25%, ma sono cresciuti di molto, in parallelo, anche tutti quei punti di somministrazione facenti parte di quella che è detta “ristorazione non assistita”, tra cui circoli privati con attività di ristorazione, ristoranti negli agriturismi, ristorazione nelle stazioni di servizio, sagre. Sono entrati nel
mercato anche i ristoranti d’albergo, che con il provvedimento sul Turismo firmato dall’ex Ministro Brambilla oggi possono aprire l’offerta all’esterno, somministrare anche a chi non è cliente dell’albergo. Questa grande concorrenza, stando ai dati Fipe, genera un forte turn over e
Tutti contro tutti?
Tutti contro tutti?
Ai classici canali Horeca e Super Horeca si sono affiancati molti altri competitor, ristoranti di alberghi, panetterie, circoli privati, sagre, vending.
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Reportage
Un mercato spezzettato
una mortalità altissima delle aziende. A fronte di 15.772 attività iscritte, ben 24.629 sono quelle cessate. Una mortalità dovuta alla esagerata concorrenza, alla crisi generale dei consumi, ma anche all’improvvisazione dei neo gestori che aprono senza esperienza e formazione. Un nuovo competitor molto “rischioso” soprattutto per il canale bar è oggi il vending che, stando a Fipe, ha raggiunto quota 2,3 milioni di installazioni. La domanda da porsi a questo punto è: l’offerta è aumentata e s’è segmentata in più canali, ma la domanda a che punto sta? Purtroppo l’aumento reale dei consumi alimentari fuori casa non è particolarmente cresciuto, non abbastanza almeno per far fronte all’offerta: nel corso degli anni 2000 c’è stato un aumento del 5,4%, basso rispetto al decennio precedente.
Un mercato spezzettato Un problema altamente sentito da Fipe è quello della eterogeneità di trattamento fra punti vendita che possono somministrare alimenti e bevande: «Del mercato della ristorazione è stato fatto uno spezzatino – spiega Luciano Sbraga direttore Centro Studi Fipe invocando una regolamentazione più equa e giusta per tutti i protagonisti del mercato - non perché vi fosse poca concorrenza, anzi la densità delle imprese in rapporto alla popolazione è tra le più altre d’Europa, ma per ragioni redistributive a vantaggio di questa o di quella categoria: artigiani, agricoltori, dettaglianti, albergatori, stazioni di servizio. Il risultato è che oramai il fuori casa è un magma dove agiscono imprese sottoposte a regimi
Tabella: La ristorazione in cifre (punti di consumo) DATI FIPE Distributori Automatici
Un nuovo competitor molto “rischioso” soprattutto per il canale bar è oggi il vending che, stando a Fipe, ha raggiunto quota 2,3 milioni di installazioni.
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2.300.000
Bar
150.000
Ristoranti
100.000
Esercizi di vic. (Alimentari)
33.000
Circoli Culturali/Sportivi
30.000
Ristorazione Take Away
30.000
Ristoranti in Albergo
22.000
Pasticcerie/Gelaterie
20.000
Ambulanti
20.000
Panetterie
13.000
Ristoranti in Agriturismo
9.914
Stabilimenti Balneari
7.860
Feste e Sagre
7.034
Discoteche
3.500
Reportage
+ offerta, - domanda Dicevamo prima dello squilibrio fra domanda e offerta. Precedentemente ci siamo occupati dell’offerta, segmentata, plurima, aumentata, caotica. Ora occupiamoci invece della domanda, i consumatori, i clienti di bar e ristoranti. Il loro portafogli perde potere, avvisa sempre Fipe: gli oltre 15 milioni di persone che mangiano fuori casa (12 milioni a pranzo e 3,5 a cena) riducono la spesa alimentare. Negli ultimi cinque anni il taglio delle spese degli italiani per il fuori casa è stato di un miliardo di euro (ma pensate che per i pasti casalinghi il taglio è stato pari a ben 7 miliardi di euro). Gli italiani hanno fatto attenzione ad eliminare il superfluo, limitando così gli sprechi e orientando di nuovo la scelta sui prodotti tradizionali. La crisi sta dunque consolidando un comportamento già in atto da tempo dovuto anche a nuovi stili di vita: primi piatti e contorni vengono preferiti ai secondi. «Sono dati - ha commentato il vicepresidente Fipe, Alfredo Zini - che in qualche modo ci aspettavamo. Il segreto per gli imprenditori della ristorazione è sempre quello di adeguare l’offerta alla domanda anche quando muta così profondamente nel corso dei decenni». A tavola si preferisce la tradizione alla novità etnica (+8% le specialità gastronomiche regionali negli ultimi quattro anni). I cibi esotici generano comunque la curiosità di un italiano su quattro. Per-
siste solo in parte l’andamento salutistico, l’unico in grado da 20 anni di generare un leggero incremento di spesa (si pensi al biologico).
Nuovi modelli di consumo Come ricorderete negli anni ’80 e ’90 ha iniziato a prendere piede il pasto destrutturato e si sono moltiplicati i luoghi dove mangiare velocemente. Nel 2000, invece, c’è stata una controtendenza: molti italiani si sono riappropriati del tempo da dedicare alla
La crisi sta dunque consolidando un comportamento già in atto da tempo dovuto anche a nuovi stili di vita: primi piatti e contorni vengono preferiti ai secondi.
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+ offerta, - domanda - Nuovi modelli di consumo
amministrativi e fiscali differenti. L’asimmetria delle regole non genera buona concorrenza».
Reportage
provato il modello di offerta AYCE è stato soddisfatto della qualità dell’offerta. Il modello “mangia finché puoi” si assimila al modello di consumo low cost (prezzo basso) che oggi il consumatore cerca in ogni settore, dall’auto alla vacanza. Di questi tempi, dicono gli studiosi degli stili di vita, si pensa all’essenziale, puntando su una qualità al giusto prezzo. AYCE sembra dunque una formula capace di rispondere alle ansie suscitate dalla riduzione di reddito annunciata, e anche materialmente sofferta, da tante famiglie. “La formula - dice l’indagine - pare proprio una risposta concreta, coi consumatori assai disponibili ad approfittarne. Certo, per conquistarlo, occorre dare al cliente tutto quello che desidera, pur se ad un prezzo non più soggettivo”.
Nuovi modelli di consumo
tavola con il fenomeno dello slow-food. E oggi? C’è un ulteriore modello di consumo che, si ipotizza, prenderà sempre più piede. È il modello AYCE (ALL YOU CAN EAT). Tradotto significa “tutto quello che riesci a mangiare (a prezzo fisso)”. La ricerca presentata all’ultima edizione della fiera riminese Sapore, tenutasi a febbraio, ha spiegato questo nuovo modello di offerta e di consumo. La ricerca è stata condotta da Smart Research e coordinata dal Prof Daniele Tirelli, presidente di POPAI Italia, in collaborazione con Rimini Fiera. La proposta di offrire tutto quello che si vuole a prezzo fisso - dice la ricerca - piace molto: secondo i dati il 48% degli Italiani pensa che l’alimentazione dovrebbe adeguarsi proprio a questo modello. L’88% dei consumatori che hanno
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Reportage
Tradelab e mondo bar
Tradelab e mondo bar
Analizzare il canale bar è una strategia vincente
Il Bar deve rapidamente acquisire la capacità di attrarre i clienti con un offerta di valore che lo distingua dai concorrenti, siano essi altri bar o formule diverse di locali.
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Il canale dei Bar rappresenta una tipologia di locale assolutamente strategica nel mondo Horeca, è probabilmente fra i pubblici esercizi più performanti anche in questo periodo di crisi. Secondo gli ultimi dati delle Camere di Commercio, poi, il numero di bar cresce del 3% (dal 2010 al 2011), confermandosi un settore in espansione. Fipe oggi ne conta 150mila circa. È per questo che indagare, verificare e analizzare i particolari cambiamenti a cui è soggetto il complesso mondo dei bar è strategico per i professionisti dell’Horeca. A portare avanti questo monitoraggio è da tempo Tradelab, società di analisi e consulenza direzionale con sede a Milano. L’attività multi cliente, giunta alla quarta edizione, coinvolgerà oltre 1000 gestori e 6000 clienti nelle categorie bar diurni e traffic bar. L’analisi farà il punto sui comportamenti di acquisto, le categorie di prodotto presenti nel canale, le tipologie di forni-
tori e le attrezzature in uso. Insomma un’indagine completa utile alle aziende di Beverage e Food Service che operano nel canale bar. «La scelta di dedicare una parte importante delle nostre attività 2012 al mondo bar - dice Mauro Lamparelli, Partner & Direttore Sviluppo TradeLab - si basa sui forti cambiamenti che questa tipologia di punti di consumo sta subendo in termini di struttura e assortimento, comportamento di consumo dei clienti e riferimenti competitivi. Il bar tradizionale resta il canale away from home più importante in termini di frequentazione e presenza di brand, ma contemporaneamente deve rapidamente acquisire la capacità di attrarre i clienti con un offerta di valore che lo distingua dai concorrenti, siano essi altri bar o formule diverse di somministrazione. Il nostro obiettivo è fornire ad aziende produttrici e distributori un quadro aggiornato di questo canale per permettere loro di ottimizzare le performance di marketing, trade marketing e vendite». «I bar presenti in luoghi di traffico prosegue Lamparelli - siano indipendenti o in catena stanno crescendo in numerica e fatturato perché rispondono a due bisogni importanti del consumatore finale: trovare il prodotto ovunque si reca e, in alcuni casi, effettuare un esperienza particolare che non si limiti al puro consumo. Per questo motivo abbiamo ritenuto importante disegnare uno scenario di questo mondo approfondendone le caratteristiche principali in termini di numerica, fatturato, assortimento e ruolo a esso attribuito dal consumatore finale».
Udialito
U.DI.AL. continua a crescere
News dal mondo U.DI.AL.
In occasione del recente convegno U.DI.AL., la cui sesta edizione si è tenuta presso l’Hotel Parco dei Principi di Bari il 2 febbraio, sono stati resi pubblici i dati del 2011 del consorzio U.DI.AL.
Nonostante lo scorso anno a livello economico generale, come tutti sanno sia stato critico e ha presentato non poche difficoltà, il consorzio U.DI.AL. è ulteriormente cresciuto.
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Nonostante lo scorso anno a livello economico generale, come tutti sanno sia stato critico e ha presentato non poche difficoltà, il consorzio U.DI.AL. è ulteriormente cresciuto. Una crescita a tutti i livelli che è stata registrata sia sulla base sociale che in termini fatturato. Come si spiega questo buon andamento ottenuto peraltro in un periodo di congiuntura negativa? «I progetti e le attività che mettiamo in campo - dichiara Luigi Cetrangolo General Manager del consorzio - sono assolutamente in linea con le esigenze dei distributori di bevande: dalla definizione degli accordi quadro con le aziende di riferimento, allo studio degli assortimenti, alle attività promozionali e le operazioni di incentive,
sono tutte iniziative continue che fanno parte delle attività quotidiane del consorzio. E poi oltre al lavoro in sede, l’impegno dei R.T. (responsabili territoriali) sul territorio, tutto ciò fa si che il distributore si senta sempre tenuto in considerazione. Anche per questo motivo cresce l’interesse verso il consorzio U.DI.AL. che implementa la propria base sociale. Nel corso del 2011, a livello di gruppo, si è cresciuti di 20 unità, tutti professionisti della distribuzione Horeca. Un numero rilevante di distributori che hanno scelto la nostra compagine l’abbiamo avuto in Sicilia, dove fra l’altro dallo scorso anno abbiamo anche una sede distaccata, a Capaci (Palermo), per poter meglio operare sul territorio». Come prima riportato, il consorzio U.DI.AL., oltre che con la propria base sociale, riscontra segni positivi anche per quanto concerne le attività commerciali. Il fatturato complessivo del gruppo nel 2011 è cresciuto quasi del 6%. Un dato positivo che poi si ritrova nella crescita dei rispettivi comparti merceologici che sempre nel 2011, rispetto all’anno precedente, hanno visto crescere la Birra del 2,06%, Acqua Minerale 3,95%, Bibite, Energy e Soft Drink del 9,99%, Spirits 14,08%, Succhi + 5,06%, Vini e Spumanti + 29,79%.
Assortimenti e nuove aziende in portafoglio Fra le novità di rilievo per il 2012 una maggiore attenzione verso i prodotti del Food-service i quali, se ben inseri-
Le attività sociali e culturali Il consorzio U.DI.AL. non è costituito da soli numeri, i quali seppur importanti e confortanti non offrono appieno la cifra ed il valore complessivo del gruppo, la cui vita sociale riveste un
Udialito
U.DI.AL., alcuni dati significativi Soci 195
Fatturato complessivo di vendita anno 2011, 490 mio Euro Aziende contrattizzate 65 Attività promozionali 130 Punti vendita serviti 32192 Totali di cui 10.990 Bar 3.824 Pizzerie 3.026 Ristoranti 1.364 Pub-discoteche 5.026 Alimentari-market 584 Stabilimenti balneari 313 Alberghi 303 Palestre - circoli sportivi 259 Ospedali-mense-enti 613 Altri grossisti 5.596 Clienti serviti porta a porta. Il mercato U.DI.AL. con quote per categorie merceologiche: Birra 42,60% Acque Minerali 26,95 % Bibite, Energy e Soft Drink 14,51% Spirits 9,52% Succhi 3,95% Vini e spumanti 2,53% Crescita media di fatturato 2011 verso 2010 + 5,89 Birra + 2,06% Acqua Minerale + 3,95% Bibite, Energy e Soft Drink + 9,99% Spirits + 14,08% Succhi + 5,06% Vini e spumanti + 29,79%
News dal mondo U.DI.AL.
ti, possono rappresentare un sicuro incremento delle marginalità, oltre che contribuire ad ottimizzare i costi della logistica, costi che incidono nelle attività distributive Horeca di almeno il 10%. Sempre Cetrangolo ribadisce quanto sia strategico, per i distributori di bevande, ottimizzare il proprio assortimento con il Food-service. «Oggi, in media, il portafoglio prodotti dei distributori per almeno l’80% è composto da bevande, mentre l’altro 20% da prodotti food o prodotti di servizio per l’Horeca. Questo rapporto deve essere modificato e i prodotti food devono quantomeno costituire il 40% del portafoglio. Così si consentirebbe ai distributori di migliorare, e di molto, le proprie marginalità medie. È ampiamente risaputo infatti che le marginalità ottenibili sui prodotti food sono nettamente più vantaggiose rispetto alle bevande, specialmente rispetto a quel prodotto collocato anche nella grande distribuzione. A ciò va aggiunto che aprire ed ampliare l’assortimento a favore del food, oltre a marginalizzare meglio, crea un’ottima sinergia per quanto concerne la logistica. Stoccaggio e trasporto delle merci, i cui costi in questo modo possono essere meglio razionalizzati».
Aprire ed ampliare l’assortimento a favore del food, oltre a marginalizzare meglio, crea un’ottima sinergia per quanto concerne la logistica, i cui costi in questo modo possono essere meglio razionalizzati
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Udialito
News dal mondo U.DI.AL. I viaggi più belli hanno due segreti: Amicizia e Condivisione, concetti che si ritrovano anche in quel viaggio più complesso e difficile che rappresenta il fatto di fare oggi impresa di distribuzione
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ruolo fondamentale e catalizzante. Un valore nel quale U.DI.AL. crede fortemente, visti anche i concreti risultati, e nel quale ritiene doveroso e necessario investire. Fra le attività di riferimento svolte nel 2011 vale la pena di sottolineare la Convention Viaggio vissuta a novembre 2011, con una crociera negli Emirati Arabi a bordo della MSC Lirica. Un bellissimo viaggio vissuto da 330 persone che si sono lasciate incantare dalla straordinarietà dei luoghi che sono stati visitati e dal fascino, dall’accoglienza di una splendida nave da crociera e soprattutto per quel particolare spirito di gruppo che anima le iniziative del consorzio U.DI.AL. La targa che è stata donata al presidente Argentieri nella cerimonia conclusiva del viaggio, e quindi offerta simbolicamente a tutti coloro che sono parte del consorzio, riportava una frase che sintetizza tutta la filosofia U.DI.AL. e i suoi valori che sono alla base del suo progetto consortile: “I viaggi più belli hanno due segreti:
Amicizia e Condivisione”. Concetti che a ben vedere non si ritrovano solo nel viaggio inteso come vacanza, ma anche in quel viaggio più complesso e difficile che rappresenta il fatto di fare oggi impresa di distribuzione.
Il Convegno Fra le altre iniziative alla base del progetto U.DI.AL. vi è il convegno annuale, che approfondisce le tematiche più sentite relative al mercato Horeca. È ancora viva l’eco della sesta edizione organizzata a Bari presso l’Hotel Parco dei Principi lo scorso 2 febbraio dove i soci U.DI.AL. e i manager delle aziende partner si sono ritrovati per discutere e confrontarsi su un tema molto sentito: “Produzione e distribuzione Horeca: i nodi da sciogliere, le opportunità da cogliere”. Fra i relatori molto apprezzata la presenza del Prof. Edoardo Sabbadin dell’Università di Parma e del Dr. Egidio Ottimo partner di Tradelab di Milano.
Udialito
Giunge alla terza edizione l’operazione Gran Premio, la speciale attività messa a punto dal consorzio U.DI.AL. e finalizzata a premiare quei soci maggiormente fidelizzati con le aziende contrattizzate. Dopo il successo e gli apprezzamenti delle prime due edizioni, il Consiglio Direttivo del consorzio ha deciso di rifinanziare il progetto. Una decisione importante
che vede reinvestire a favore dei soci le risorse ottenute da una gestione sempre molto attenta e scrupolosa. Va anche detto che l’incentive Gran Premio è sostenuto da quasi tutte le aziende contrattizzate che, in questo modo, possono trarre dall’operazione una serie di vantaggi traducibili in ottime performance di vendite. Nelle immagini alcuni nuovi premi 2012.
News dal mondo U.DI.AL.
GRAN PREMIO 2012
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•prodotti food per una selezione di qualità garantita da marche leader •materiali usa e getta con un brand memorabile e d’impatto (caratterizzato da un uso elegante dei colori della bandiera italiana) e con un pack system efficace per qualificare l’aperitivo •strumenti e oggetti di visibilità e di pregio per creare un format vincente •suggerimenti e strumenti informativi per migliorare il servizio. Per altre info www.clubape.it. APÉ APERITIVO ALL’ITALIANA - LA GAMMA DEI PRODOTTI VEGETALI Olive verdi nocciolate giganti (sottoli - sottaceti - in salamoia) Olive verdi ripiene (peperoncino) Brand: Saclà Carciofini ricettati in quarti Cetriolini sottaceto Frutti di cappero Peperoncini ripieni tonno Pomodori secchi Pronto toast (vegetali) CREME SPALMABILI Pomodoro piccante (per bruschette, tartine, crostini) Pomodoro olive-capperi Brand: Cirio Carciofi Funghi Asparagi Olive nere CHIPS Patate rustiche al sale grosso Patate rustiche al rosmarino Rural chips SNACK TOSTATI Arachidi giganti XXL Pistacchi calibro 21/25 Mais tostato gigante
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Apè - Aperitivo all’italiana
Nel 1789 a Torino nasce l’aperitivo all’italiana, sinonimo di quel “bien vivre” all’italiana, richiesto, celebrato e imitato, che tutto il mondo ci invidia. Oggi l’aperitivo è un rito consolidato del fuori casa, espressione di una tradizione fatta di ospitalità, di buon bere e di buon cibo. L’aperitivo in Italia non è solo un abbinamento di prodotti food e beverage di qualità, ma un servizio accurato in un ambiente piacevole e accogliente, dove ogni particolare ha la sua importanza e richiede la giusta attenzione per contribuire appieno a creare un’atmosfera gradevole e rilassante. L’aperitivo è quindi un momento rilevante e molto qualificante del servizio al bar, intorno al quale gravitano tendenze, aspettative, curiosità e creatività che spesso determinano il successo di un locale rispetto ad un altro. Apé, aperitivo all’italiana, è un nuovo concetto proposto da Conserve Italia che si traduce in un format assolutamente innovativo per allestire un aperitivo di successo. Il format apé è un abbinamento efficace composto da:
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APERITIVO ALL’ITALIANA: IL RITO CHE RESISTE ALLE MODE E DETTA LO STILE
Lo spesometro perde la soglia dei 3mila euro per le operazioni tra soggetti iva Accogliendo le richieste degli operatori, il decreto stabilisce semplificazioni che dal 1° gennaio 2012: 1. La comunicazione delle operazioni Iva riguarda tutte le fatture emesse e ricevute come avveniva per il vecchio elenco clienti e fornitori. Il venir meno del limite di 3mila euro per le operazioni con emissione di fattura scatta dal 1° gennaio 2012. Questa decorrenza dovrebbe essere riferita alle comunicazioni trasmesse a partire da tale data, quindi anche per gli elenchi del 2011, in scadenza il prossimo 30 aprile. A tal proposito si attendono aggiornamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. 2. La soglia (3.600 euro) resta in vigore per le operazioni effettuate senza obbligo di emissione della fattura e ciò al fine di evitare che il dettagliante o l’albergo o il ristorante debbano identificare tutti i clienti che entrano nell’esercizio commerciale. Dal tenore della norma sembra che la soglia valga anche in caso di emissione della fattura a richiesta del cliente cioè in assenza di un obbligo normativo. Partita Iva inattive Il Decreto semplificazioni prevede la chiusura d’ufficio delle posizioni che
risultano inattive, previa comunicazione agli interessati, che avranno trenta giorni di tempo per fornire chiarimenti. La chiusura della posizione sarà accompagnata dall’iscrizione a ruolo della sanzione per omessa dichiarazione di cessazione (è da ritenere, nella misura minima), salvo che il contribuente, entro il suddetto termine, provveda a pagare una somma pari a un terzo del minimo. Al fine del contrasto delle frodi Iva, che l’Agenzia delle Entrate rende disponibile a chiunque, con accesso libero, la possibilità di verificare, attraverso i dati dell’anagrafe tributaria, la validità del numero di partita Iva dei soggetti nazionali e dei soggetti esteri identificati direttamente in Italia. Il servizio, oltre allo stato di attività della partita Iva, fornirà la denominazione o il nome e cognome dell’intestatario. Compensazione credito Iva In considerazione dei risultati ottenuti, nel contrasto delle compensazioni indebite dei crediti Iva, la quota di credito Iva utilizzabile liberamente scende da 10.000 a 5.000 euro nell’anno. Pertanto viene prefigurata un’ulteriore stretta, consistente nel dimezzamento della soglia oltre la quale la compensazione è effettuabile solo dal giorno 16 del mese successivo a quello di
Per sa perne di più
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Rubrica
Decreto semplificazioni e decreto liberalizzazioni: le principali novità
Decreto semplificazioni e decreto liberalizzazioni
Rubrica di informazione giuridico finanziaria a cura dello STUDIO GIORDANO
Rubrica
Decreto semplificazioni e decreto liberalizzazioni Titolo
Per sa perne di più
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presentazione della dichiarazione e utilizzando esclusivamente i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. La nuova disposizione trova applicazione con riferimento ai crediti annuali del 2011 e infrannuali del 2012. Tenuto conto che l’applicazione della nuova disposizione non è retroattiva, chi ha già compensato fino a 10mila euro non soffrirà di alcuna limitazione e, se il provvedimento non arriverà entro la fine di marzo, anche i crediti del primo trimestre saranno compensabili, dal 1° aprile, con il “vecchio” limite di 10mila euro. A tal proposito si attendono aggiornamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Studi di settore Il Decreto semplificazioni stabilisce ora che l’accertamento induttivo è effettuabile quando gli errori di compilazione del modello (o la sua omissione) comportano una “differenza superiore al 15% o comunque a 50.000 euro, tra i ricavi o compensi stimati applicando gli studi di settore sulla base dei dati corretti e quelli stimati sulla base dei dati indicati nella dichiarazione”. In sostanza con la nuova previsione si avrebbe l’innalzamento della soglia del 10%, che viene portata al 15%, con una soglia quantitativa di 50.000 euro, che però risulta alternativa (nel testo si dice 15% o 50.000 euro). Superando tale soglia, viene quindi legittimato l’accertamento induttivo, per cui il semplice errore nell’indicazione di una causa di esclusione dagli studi, così come l’omesso invio del modello, comporta la possibilità per l’amministrazione finanziaria di effet-
tuare l’accertamento induttivo “puro”. Comunicazione Black List Viene introdotto un limite d’importo al di sotto del quale le operazioni Iva effettuate con operatori stabiliti in Paesi «black list» non dovranno essere segnalate ai sensi dell’art. 1 del dl 40/2010. L’entità della soglia di esonero è ancora oggetto di valutazione: in un primo momento quantificata in 500 euro, potrebbe essere raddoppiata. Il decreto semplificazioni elimina gli adempimenti dichiarativi delle vendite e degli acquisti nei confronti di operatori con sede in Paesi a fiscalità privilegiata, se di piccolo importo. Lista evasori fiscali Chi ripetutamente viene segnalato per non aver emesso ricevuta o scontrino fiscale finirà in una sorta di black list su cui l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza potranno concentrare i propri controlli. Riscossioni Il Decreto semplificazioni concede ai contribuenti: 1. La possibilità di chiedere la rateazione dei ruoli a rata crescente anziché a rata costante, in tutti i casi e non solo nelle ipotesi di richiesta di ulteriore differimento; 2. Il divieto di iscrizione di ipoteca, in pendenza di rateazione concessa; 3. Se il contribuente non paga gli avvisi bonari derivanti dalla liquidazione delle dichiarazioni potrà sempre chiedere la rateazione del ruolo successivo.
Novità dalle Aziende
Levissima per l’ambiente Anche Levissima si prepara all’arrivo della primavera con un’ondata di freschezza, leggerezza e “responsabilità”. Grazie ai pratici formati come LaLitro e quello da 50 cl naturale, la purezza dell’acqua minerale naturale Levissima è a portata di mano in qualsiasi momento della giornata: e tutto sempre con un occhio di riguardo all’ambiente. LaLitro e Levissima Naturale 50 cl PET sono infatti le bottiglie ideali e comode per il consumo fuori casa. LaLitro è la prima bottiglia da 1L di acqua minerale naturale realizzata con il 25% di PET RICICLATO (R-PET) e lanciata dal Gruppo Sanpellegrino, per primo in Italia nel settore delle acque minerali, a seguito dell’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n.113 del 18 maggio 2010, che consente di commercializzare l’acqua minerale naturale in bottiglie
prodotte con una percentuale di PET riciclato. Levissima Naturale 50 cl PET è la bottiglia di acqua minerale naturale da 50 cl realizzata con il 22% di Pet in meno rispetto alla precedente mezzo litro naturale.
Tante le novità Montelvini Tante le novità presentate al Vinitaly (25-28 marzo) da Montelvini: nuovi vini, sempre più legati al loro territorio di origine e alle caratteristiche di tipicità. Nuovo il packaging, curato in ogni dettaglio per essere ancor più seducente e rispondere alle esigenze di un cliente attento, tanto alla forma quanto alla sostanza. «Stiamo rinnovando completamente la nostra gamma - spiega Alberto Serena, vicepresidente e responsabile commerciale dell’azienda - ponendo una particolare cura nel valorizzare le produzioni più tipiche. Il Prosecco Superiore Asolo DOCG in primis, il cui disciplinare di produzione è più restrittivo di qualsiasi altro prosecco». Tra i vini presentati alla fiera veronese il
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Prosecco Superiore Asolo DOCG, il Prosecco Brut Millesimato Treviso DOC, il Prosecco Extra Dry Treviso DOC, il Tittibello Spumante Dolce, il Cabernet Montello e Colli Asolani DOC, il Pinot Grigio Venezia DOC. Da segnalare poi Monvin, il nuovo marchio dedicato al vino in fusto. Tutta la qualità e l’esperienza di Montelvini con un nuovo brand che valorizza ancora di più un segmento strategico dal futuro green.
Continua con successo la partner-ship con RAI1 dove Acqua Nerea appare in apertura e chiusura di diverse trasmissioni per un totale di 60 milioni di contatti: il quiz con Carlo Conti “L’Eredità”; la fiction “Un corpo in vendita”; la serie TV “Il giovane Montalbano”. Fra le novità dell’azienda di Castelsantangelo sul Nero una nuovo brand “Magrella” sul logo e un immagine che richiama molto al concetto salutistico. Infatti l’Acqua Oligominerale Magrella sgorga da una sorgente a caduta alle pendici del monte Vettore, in un ambiente incontaminato e protetto, garanzia di un’origine assolutamente
pura, libera da qualsiasi fonte d’inquinamento e imbottigliata con impianti tecnologicamente avanzati. Tra le acque più povere di sodio è altresì indicata per prevenire la ritenzione idrica. Pura e leggera grazie all’equilibrato contenuto di oligoelementi è un’acqua suggerita da dietologi, particolarmente adatta e di ottimo aiuto insieme a una sana abitudine di vita, per stare bene ed essere sempre in forma. Il tutto naturalmente in linea con la filosofia protezionistica ambientale del Parco Nazionale, che garantisce la qualità dell’acqua stessa alla sorgente.
Continua la vocazione di Peroni verso il canale HoReCa Anche per il 2012 Birra Peroni continua il suo impestazioni popolari e Birra Peroni vuole cogliere tutte gno nel canale HoReCa ed il Sud Italia, roccaforte e le opportunità migliori per tramite dei distributori storia di questa azienda, ancora una volta sarà propiù qualificati sul territorio, i distributori “ Partner”. tagonista. C’è soddisfazione per una chiusura 2011 Non solo…, presidio del punto vendita, cultura del che ha visto Birra Peroni puntare sell-out e fidelizzazione continuesulla qualità e sul valore tramite ranno ad avere un’attenzione semuna nuova politica commerciale pre più focalizzata; la valorizzazio“Route to Market”, afferma Michele ne del formato “Spina” è uno dei Tatone Direttore Vendite Sud Italia nostri punti cardine anche per il canale HoReCa, che ci ha permes2012, sottolinea Michele Tatone ed so di registrare crescite del +4% a a questo si unisce un altro aspetto volume con i nostri distributori importante della nostra strategia, “Parner” del Sud in un contesto specie per il Sud Italia, ossia quello Michele Tatone Direttore Vendite macroeconomico complesso. di sostenere il formato “Vuoto a Sud Italia canale HoReCa Il 2012 è l’anno in cui consolidare Rendere”, formato che in alcuni questo successo e sviluppare piani “ad hoc” entranterritori vede una leadership storica di Birra Peroni. do sempre più in profondità nelle singole aree geoU.DI.AL. con i suoi associati è certamente un riferigrafiche. mento di grande affidabilità e qualità, binomio fonRegioni, Province e città sono ricche di fascino, culdamentale per traguardare con successo gli obiettivi tura e tradizioni come eventi estivi, feste e manifereciproci di crescita e di valore.
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Novità dalle Aziende
Novità in casa Nerea
Un distillato tutto italiano, la cui lavorazione è codificata per legge (regolamento 1576/89 dell’Unione Europea e decreto italiano 297/97): è la grappa, un prodotto che nonostante la modernizzazione degli impianti, mantiene una lavorazione che rispetta tutte le fasi tradizionali delle distillerie artigianali d’un tempo. Il comparto produttivo della grappa (e degli altri distillati) conta oggi in Italia all’incirca 135 distillerie e più di 500 imbottigliatori.
I consumatori Secondo i dati più recenti sui consumi di grappa, a gradire questo distillato è il 17% circa della popolazione italiana (8 milioni di consumatori), compresa in un’età che va dai 17 ai 69 anni. Cifra cresciuta rispetto agli anni ‘90 quando si contavano solo 5 milioni di bevitori. È, infatti, dal 2000 che il mercato s’è esteso e sviluppato: da un lato è sceso il numero dei consumatori abitudinari, dall’altro è notevolmente cresciuto il numero di consumatori medi e occasionali, molto attenti nella selezione dell’etichetta. Sono tre le tendenze di consumo predominanti: il primo trend riguarda la continua crescita su livelli di consumo per lo più moderati dei giovani e dei giovani adulti; il secondo trend riguarda la crescita del numero di donne estimatrici; il terzo trend, infine, riguarda l’allargamento dei consumi nel Sud Italia.
Questi trend di crescita del gradimento della grappa sono dovuti allo sdoganamento che ha avuto il distillato in diverse fasce di consumatori. Per i nuovi consumatori, giovani e donne, la grappa è percepita come un prodotto conviviale, semplice, genuino, tradizionale, da sorseggiare e consumare moderatamente fra amici, una bevanda raffinata e slow. C’è da aggiungere, inoltre, che oggi il mercato ha allargato le tipologie di grappa conquistando anche così nuovi appassionati: oggi alle tradizionali grappe plurivitigno si sono aggiunte grappe monovitigno, grappe invecchiate, grappe aromatizzate, o grappe plurivitigno ottenute da miscele di vinacce corrispondenti alle composizioni di pregiati e noti vini.
Per i nuovi consumatori, giovani e donne, la grappa è percepita come un prodotto conviviale, semplice, genuino, tradizionale, da sorseggiare e consumare moderatamente fra amici, una bevanda raffinata e slow.
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Grappa, italianità in un sorso
Mode e Tendenze
Grappa, italianità in un sorso
Ogni Paese ha il suo rituale di consumo
Mode e Tendenze
Il Bartender guest star
è dato dal ristorante Fatty Johnson’s, nel Greenwich Village, dove, tutti i mercoledì il titolare Justin Noel invita un bartender diverso che “spettacolarizza” la serata a suon di shaker. Per Tom Chadwick, proprietario a Brooklyn del Dram, il gemellaggio fra barman e locali è fruttuoso: il bar tender ospite si diverte ( e in alcuni casi guadagna) in un ambiente nuovo, mentre il locale trae pubblicità:«i bar tender ospiti restano qui solo per poche ore – dice- non devono pensare ad aperture, chiusure ecc. E non devono nemmeno andare agli staff meeting. Possono rilassarsi e far le loro cose in tutta tranquillità».
Michelin Main Cities of Europe 2012
Cantanti? Stelle dello spettacolo? No, le guest star dei locali oggi sono i bartender.
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Cantanti? Stelle dello spettacolo? No, le guest star dei locali oggi sono i bartender: è l’ultima moda dei locali statunitensi che organizzano serate speciali in cui invitano bartender di fama come ospiti d’onore per mixare in esclusiva nuove ricette fuori menu. Ad esempio Philip Ward, proprietario del ristorante e bar Mayahuel, è un barman che ha fatto di tequila e mescal la propria passione: Ward talvolta lascia il suo Mayahuel e gira per altri bar, facendo assaporare le sue specialità a curiosi clienti di altri esercizi. Un altro esempio di questo fenomneo
Esce a fine marzo la 31esima edizione della guida Michelin Main Cities of Europe. La guida seleziona e commenta hotel e ristoranti di 20 Paesi d’Europa dei quali fornisce informazioni dettagliate, aggiungendo anche piante delle città, parole chiave per definire lo stile di ogni esercizio, consigli pratici sui luoghi da visitare (mezzi di trasporto etc.). In questa edizione 2012 la guida seleziona 2.100 ristoranti e 1.500 alberghi, categorizzati per stile e fascia di prezzo. In totale, la guida conta 287 ristoranti con una stella (di cui 44 sono nuovi per quest’anno), 74 ristoranti con due stelle (di cui 18 nuovi) e 15 con tre stelle. La guida propone anche 48 nuovi Bib Gourmand.
Nuove norme dell’UE per il vino biologico - La nuova app Atrapalo.it
Mode e Tendenze
Espresso Italiano Day
Venerdì 13 aprile l’Istituto Nazionale Espresso Italiano celebra il caffè con l’Espresso Italiano Day in più di 2.600 bar selezionati in tutta Italia. L’appuntamento primaverile è oramai una tradizione: colore che prenderanno un caffè in uno dei bar selezionati, riconoscibili dalla vetrofania sulla porta, riceveranno un vademecum tascabile ricco di consigli su come scegliere il vero espresso italiano, e ricco di informazioni sui tre paesi simbolo del caffè nel mondo: Portorico, Giamaica, Guatemala.
Grazie a Twitter i ristoratori hanno l’opportunità di far valere la propria posizione, così come i clienti, possono dare voti negativi alla prestazione dei locali quando ne rimangono delusi.
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Anche il ristorante giudica il cliente Trip Advisor è uno tra i tanti esempi di pagine in cui i clienti possono dare giudizi sulle strutture ricettive e sui pubblici esercizi, facendo salire o scendere il gradimento di locali e alberghi. Oggi però è possibile anche il contrario, che siano cioè i gestori a commentare e giudicare i clienti: il Wall Street Journal racconta che questa pratica è nata nel ristorante Noma di Copenhagen (stellato da Michelin). Poiché due gruppi di clienti non si sono presentati dopo la prenotazione, il gestore ha addebitato loro il costo di 500 dollari a persona ed in più ha
postato su Twitter un commento negativo e irriverente contro i clienti. Segnalare i clienti che prenotano e non si presentano succede anche in Australia dove è nata una vera campagna di sensibilizzazione fra i ristoratori per pubblicare su Twitter i nomi dei clienti che impegnano il tavolo e non si presentano. Erez Gordon (Bistro Bruno di Sydney) ha spiegato che grazie a Twitter i ristoratori hanno l’opportunità di far valere la propria posizione, così come i clienti possono dare voti negativi alla prestazione dei locali quando ne rimangono delusi.
La Miglior sommelier veneta Durante la kermesse “Il Veneto al 300 x 100” è stato eletto il Miglior sommelier: è una donna, Silvia Brunello, professionista veneta che ha condiviso il podio con Alberto Novarini, Miglior sommelier non professionista. I due si sono distinti in un concorso nelle cui finali i partecipanti hanno dovuto sostenere prove come correggere una carta dei vini e decantare un rosso. Ai due vincitori è stato regalato un viaggio-studio in Portogallo che permetterà loro di approfondire le proprie conoscenze su vini portoghesi.
News sul vino
Il Mercato del Beverage
migliori e, tutto sommato, anche di apprezzarle meglio. Il tutto a vantaggio della salute (medici e dietologi consigliano un bicchiere a pasto) e dei controlli eventuali sul tasso alcolemico all’uscita del ristorante; la vendita al bicchiere però non ha portato alla temuta riduzione del consumo di vino, ma ad un consumo più consapevole ed equilibrato. Il merito è anche della professionalità di chi offre il servizio che sa consigliare al meglio il cliente, anticipando il suo desiderio e le sue esigenze».
Vino: il settore dà lavoro a 1,2 milioni di persone La crisi economica e le leggi di contrasto all’abuso di alcolici stanno disegnando un nuovo modo di consumare vino nella ristorazione. Si riduce la quantità, mantenendo la qualità del prodotto scelto.
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Il vino? Più calici e meno bottiglie L’offerta del vino al calice è una tendenza che ha ormai preso piede tanto da poter essere definita un modello di consumo consolidato. Stando ai dati Fipe il fenomeno di richieste di calici singoli, piuttosto che la bottiglia, è così in espansione che l’80% dei ristoranti hanno deciso di offrire questa soluzione. Come fa notare Alfredo Zini vicepresidente Fipe: «La crisi economica e le leggi di contrasto all’abuso di alcolici stanno disegnando un nuovo modo di consumare vino nella ristorazione. Si riduce la quantità, mantenendo la qualità del prodotto scelto. Le ordinazioni a “bicchiere” consentono al cliente di orientarsi verso le etichette
Durante il recente convegno «Il Veneto al 300 x 100», organizzato da Ais del Veneto (Associazione Italiana Sommeliers ) in collaborazione con Amorim Cork Italia e Banca Popolare FriulAdria sono stati passati in rassegna gli interessanti dati sull’ occupazione nel settore enoico. I dati, elaborati dal Cirve, sono stati esposti da Carlotta Pasqua, Presidente dell`Associazione giovani imprenditori vinicoli italiani. Secondo l’indagine Cirve i neo diplomati o i laureati nel settore enologico trovano lavoro in meno di 3 mesi nel 61% dei casi, il 29% attende dai 3 ai 12 mesi. Oggi il comparto del vino in Italia conta 210 mila addetti, di cui 50 mila sono giovani. Circa 100 mila aziende sono guidate da giovani sotto i 35 anni e il 25% è di sesso femminile. Se si considera l’indotto il comparto occupa globalmente 1,2 milioni di persone.