italiano
Numero 36 Estate 2012
La tua area vacanze in Alto Adige
» Almanacco
Alta Pusteria «
» incantevole » emozionante » curioso
Consorzio Turistico Alta Pusteria / PhotoThomasGrüner
» informativo
La copertina è stata scelta dai nostri ospiti su facebook! www.facebook.com/ ConsorzioAltaPusteria
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Gratuito presso le Associazioni Turistiche e gli esercizi membri dell’Alta Pusteria
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A L L’ I N S E G N A D E L L A T R A D I Z I O N E E D E L L A N AT U R A L E Z Z A A San Candido il Natale è come ormai è difficile trovarlo: valori antichi, usi e tradizioni ancora vive e sentite. Cultura ed eventi puntano sul valore degli usi e dei costumi ancora vivi e vissuti, e grande importanza viene data alla tradizione. Cori e concerti d’Avvento vi trasportano proprio nell’atmosfera di una volta. Il programma prevede diverse manifestazioni, concerti e giochi antichi. Mostre e presepi viventi completano il programma. La zona pedonale di San Candido è decorata da tanti alberi di Natale, lanterne e mille luci, che creano un’atmosfera magica e offrono infiniti spunti per scattare una bella foto. Le vetrine dei negozi, bar, caffè e ristoranti di San Candido propongono artigianato locale originale e specialità tipiche. La ristorazione offre piatti natalizi particolari, tè selezionati, cioccolate calde in tante versioni, serate con vin brulè e punch diversi.
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INFORMAZIONI · Ass. Turistica San Candido · Piazza del Magistrato, 1 · 39038 San Candido (BZ Tel. (+39) 0474 913149 · Fax (+39) 0474 913677 · E-Mail: info@sancandido.info · Internet: www.sancandido.info
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PhotoGrünerThomas
» Cari lettori! « » L’Alta Pusteria, conosciuta anche come la terra delle Tre Cime, è veramente il sogno di tutti gli escursionisti. Con i picchi delle Dolomiti di Sesto e di Braies (patrimonio naturale dell’UNESCO), l’altopiano panoramico e le pittoresche valli Alfred Prenn, Presidente del Consorzio Turistico Alta Pusteria
laterali, offre i percorsi più adatti per ogni esigenza. Per quanto variegati, gli itinerari hanno però in comune una cosa: lungo il sentiero ci si imbatte sempre in un accogliente rifugio, che invita a sostare per rifocillarsi con un bello spuntino… raffinato… rustico, ma sempre comunque autentico. Prelibatezze come uno speck saporito, un buon formaggio e un vino di qualità fanno presto scomparire la stanchezza a chiunque! Per contro, qui si possono trascorrere anche giornate in assoluto relax. Si può passeggiare tranquillamente per la zona pedonale di San Candido, soffermarsi lungo le sponde del romantico Lago di Braies o esplorare la zona lungo sentieri assolutamente agevoli. Un modo ideale per conoscere ed apprezzare a fondo le mille bellezze naturali di questo territorio, angoli solitari di sogno come il Lago di Dobbiaco o i tanti antichi masi ricchi di storia. A proposito di storia: l’Alta Pusteria vanta una lunga tradizione come luogo di vacanza e di villeggiatura. Fino a 100 anni fa era infatti una sorta di St. Moritz dell’impero austro-ungarico. Vi capiterà così di imbattervi in particolari che ricordano quest’epoca, e nel Museo del Turismo di Villabassa potrete ripercorrerne storie e aneddoti. In Alta Pusteria poi la cultura è sempre viva, come testimoniano il grande Alta Pusteria International Choir Festival e le Settimane Musicali Gustav Mahler. Natura e musica, una suggestiva combinazione e un balsamo per l’anima, un pezzetto di felicità… «
Alfred Prenn Consorzio Turistico Alta Pusteria
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Menu estivo… 10–11 12
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Dolomiti Ranger
Le cinque località dell'Alta Pusteria si presentano
20–22
Una giornata d’estate in un maso dell’Alta Pusteria
L’Alta Pusteria in internet
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Sesto - Il Centro di Astrofisica
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Belle, sane e mobili
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Alta Pusteria e natura autentica
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Delizie di frutta
Natura… 14–15
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Le Dolomiti – Patrimonio naturale dell‘UNESCO
Sport estivi… Il trekking dell’Alta Pusteria
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Il pellegrinaggio, un modo di essere
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La pista ciclabile della Val Pusteria
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Camminare è la miglior medicina
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Cosa fare a un passo dal cielo
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SMG/EOS/F. Blickle
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In questa edizione…
Cultura & tradizione…
Alta Pusteria Festival/M. Schönegger
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Intervista con Til Schweiger Musica a 360 gradi Musica autentica per strumenti a fiato
Privates Fotoarchiv Til Schweiger
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Un goccio di buon vino è salutare
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Una gara per l’onore della prima
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Quando la tradizione incontra il design
E poi… 70
Tiroler Kaiserjägermusik
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Ricetta: Torta di grano saraceno Concorso fotografico Estate 2012: “La più bella escursione in Alta Pusteria”
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I vincitori del Concorso fotografico dell’Almanacco invernale 2011/12
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Anteprima inverno 2012/13
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Associazioni Turistiche
» Info « » Consorzio Turistico Alta Pusteria
Presidente: Alfred Prenn Direttrice: Silvia Wisthaler Collaboratori: Angelika Burgmann, Carmen Schwingshackl
» Consorzio Sextner Dolomiten - Alta Pusteria
Presidente: Kurt Holzer Direttore: Josef Holzer Collaboratori: Herbert Innerkofler, Roland Innerkofler
» Associazione Turistica Sesto
Presidente: Alfred Prenn Direttrice: Maria Luise Hofer Collaboratori: Ariane Innerkofler, Annemarie Lanz, Martina Lanz, Rosmarie Lanzinger, Marina Villgrater
» Associazione Turistica San Candido
Presidente: Andreas Krautgasser Direttrice: Hanna Erharter Collaboratori: Gabriel Fauster, Michael Lanz, Caroline Schönegger
» Associazione Turistica Dobbiaco
Presidente: Roland Sapelza Direttrice: Kathrin Tschurtschenthaler Collaboratori: Birgit Costamoling, Angelika Pfeifhofer, Melanie Patzleiner
» Associazione Turistica Villabassa
Presidente: Hubert Trenker Direttrice: Gertraud Trenker Collaboratori: Emanuela Elli
» Associazione Turistica Valle di Braies
Presidente: Erwin Steiner Direttrice: Manuela Schwingshackl Collaboratori: Astrid Troger
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» Sesto
Via Dolomiti 45, 39030 Sesto tel. +39 0474 710 310 | fax +39 0474 710 318 e-Mail: info@sesto.it Internet: www.sesto.it
Orario di apertura: LU–VE 8.30–12.30 e 14.30–18.00, SA 9–12.00, chiuso la domenica e nei giorni festivi. In luglio, agosto, settembre e da Natale a fine marzo aperto anche il sabato pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00
» San Candido
Piazza del Magistrato 1, 39038 San Candido tel. +39 0474 913 149 | fax +39 0474 913 677 e-Mail: info@sancandido.it Internet: www.sancandido.info
Orario di apertura: LU–SA 8.00–12.00 e 15.00–18.00, in bassa stagione chiuso il sabato pomeriggio, in luglio e agosto orario prolungato
» Dobbiaco
Via Dolomiti 3, 39034 Dobbiaco tel. +39 0474 972 132 | fax +39 0474 972 730 e-Mail: info@dobbiaco.info Internet: www.dobbiaco.info
Orario di apertura: LU-VE 9-12 e 15-18, SA 9-12 in alta stagione aperto anche SA pomeriggio e DO dalle 10-12
» Villabassa
Via Stazione 3, 39039 Villabassa tel. +39 0474 745 136 | fax +39 0474 745 283 e-Mail: info@villabassa.it Internet: www.villabassa.it
Orario di apertura: 16.03–30.06. LU-MA-GI-VE 9.00–12.00 + 15.00–18.00 e ME + SA 9.00–12.00; 01.07.–31.07. LU–VE 9.00–12.00 + 15.00–18.00 e SA 9.00–12.00; 01.08.–31.08. LU–SA 9.00–12.00 + 15.00–18.00 e DO 10.00–12.00; 01.09.–23.12. LU–VE 9.00–12.00 + 15.00–18.00, SA 9.00–12.00
» Braies
Braies di Fuori 78, 39030 Braies tel. +39 0474 748 660 | fax +39 0474 749 242 e-Mail: info@valledibraies.info Internet: www.valledibraies.info
Orario di apertura: LU–VE 9.00–12.00 e 15.00–18.00, SA 9.00–12.00; in luglio e agosto orario prolungato0
Editoriale » Pubblicazione: dicembre e giugno (2 volte l’anno: inverno & estate) » Editore: Consorzio Turistico Alta Pusteria » Direttore responsabile: Michael Wachtler » Grafica e impaginazione: Agenzia Pubblicitaria Rotwild (Bressanone) – www.rotwild.it » Redattori: Consorzio Turistico Alta Pusteria/ Angelika Burgmann » Testi: Stefano Ardito, Maja Bottazzi, Hotel Dolomitenhof, Heidi Hauser, Stefan Herbke, Paula Maria Holzer, Marion Mair, Martina Merola, Veronika Pfeifhofer, Katharina Prenn, Fam. Senfter, Judith Steinmair, Adelheid Wanninger, Georg Weindl, Uschi Liebl-Wickstead » Foto: DAlpe Pragas, Alta Pusteria Festival/M. Schönegger, Burgmann Hilda privates Fotoarchiv, U. Bernhart, Hotel Dolomitenhof, Internet, U. Liebl, H. Oberhofer, Original Tiroler Kaiserjägermusik, PhotoGrünerThomas, Pircher, H. Rier, M. Schönegger, Senfter Metzgerei Bistro, SMG/EOS/F. Blickle, SMG/TVB Hochpustertal/F. Blickle, Südtirol Marketing, Til Schweiger privates Fotoarchiv, O. Seehauser, TVB Eisacktal/M. Santini, S. Wisthaler » Foto di copertina: Photo GrünerThomas » Pubblicità: Consorzio Turistico Alta Pusteria/ Angelika Burgmann » Repro: CTP, S. Martino B. A. (UR) » Stampa: Mediagraf, Noventa Padovana » Coordnazione: Tourismusverband Hochpustertal / Angelika Burgmann
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U. Bernhart
» Orario estivo
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U. Bernhart
» Faccio le valigie… …e me ne vado in Alta Pusteria! « Ma dove, esattamente? La scelta è molto ampia e tutt’altro M. Schönegger
che facile! Tutte e cinque le località dell’Alta Pusteria possiedono infatti un loro fascino unico e particolare. Quello che contraddistingue la zona dell’Alta Pusteria in generale è comunque la sua particolare posizione, incastonata nella pittoresca cornice delle Dolomiti. Il comprensorio turistico simboleggiato dalle Tre Cime offre tutto l’anno una natura incontaminata. In estate, l’Alta Pusteria invita soprattutto a fare una vacanza dinamica: escursioni, bicicletta, arrampicate o, semplicemente, alla scoperta della zona, e propone alte vie, laghetti e accoglienti rifugi. Deliziati dalla gustosa cucina dell’Alto Adige, rilassati grazie al wellness alpino e conquistati dal fascino della cultura e della tradizione… una vacanza in Alta Pusteria è comunque sempre varia, indimenticabile e ritempra il corpo e lo spirito. Marion Mair
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» Sesto Ciò che rende Sesto così attraente per gli appassionati di montagna è la sua straordinaria vicinanza alle più famose cime dolomitiche, tanto che sembra di poterle toccare con mano. Che vogliate aggirare una montagna o raggiungere rifugi abbandonati, arrampicare le imponenti cime o fare passeggiate nel “paese delle Tre Cime”, a Sesto ci si trova sempre immersi nella natura. E poi, dopo una giornata all’insegna dell’attività, potrete farvi viziare: sullo sfondo delle maestose montagne relax e benessere sono garantiti.
M. Schönegger
M. Schönegger
» San Candido
» Dobbiaco
San Candido offre qualcosa per tutti i gusti. Nella storica zona pedonale che conferisce a questo comune un vero e proprio “fascino cittadino” si può fare shopping o gustare un buon caffè. Per gli amanti della montagna invece c’è il Monte Baranci che sovrasta il paese, mentre i fanatici della bicicletta possono cimentarsi nel percorso ciclabile lungo la Drava, che conduce dall’Alta Pusteria a Lienz. Per quanto riguarda i passatempi, a San Candido si ha letteralmente l’imbarazzo della scelta: da non dimenticare durante il periodo estivo le serate con possibilità di shopping, specialità gastronomiche e intrattenimento musicale (sempre di giovedì, da metà luglio a fine agosto). Le parole chiave di San Candido? Ospitalità e atmosfera accogliente.
O. Seehauser
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Dobbiaco offre una straordinaria combinazione tra cultura e sport. Considerato la porta verso le Dolomiti, il comune è il punto di partenza ideale per interessanti escursioni o gite in bicicletta. Il Lago di Dobbiaco è la meta perfetta per passeggiate romantiche, mentre una bellissima pista di Roller-Skating è ciò che ci vuole per coloro che non desiderano rinunciare al fondo nemmeno durante i mesi estivi. Un punto di forza di Dobbiaco è poi senza dubbio l’offerta culturale: ben due manifestazioni, le “Settimane musicali Gustav Mahler” e l’”Alto Adige Festival”, attirano ogni anno appassionati di musica classica di tutto il mondo. Infine, da non dimenticare Grand Hotel goes Alternative e la tradizionale sfilata nel mese di agosto. Dobbiaco: un comune che affascina per la sua tradizione, modernità e varietà.
» Villabassa Principalmente per merito del vicino centro termale, Villabassa è stata una delle prime località turistiche in Val Pusteria e offre ancora oggi relax e benessere, soprattutto con il parco Raiffeisen Kneipp für mich® Aktivpark, che riscuote sempre numerosi apprezzamenti. Non mancano occasioni di gioco e divertimento per i piccini e di svago per i grandi. Paese tranquillo e a misura di famiglia, Villabassa risulta essere un cruciale punto di partenza per attività sportive di ogni genere. Situato ai piedi del Monte Serla, non si rivela soltanto un paradiso per anima, corpo e spirito, ma anche un connubio perfetto fra tradizione, cultura e “benessere all’ennesima potenza” per tutta la famiglia.
» Braies La Valle di Braies esercita un notevole fascino grazie al suo paesaggio fiabesco. Una gita sul rinomato altopiano di Prato Piazza merita per il panorama mozzafiato e la grandiosa vista sulle spettacolari cime. Braies è sinonimo di natura incontaminata, nella quale immergersi durante le escursioni, le scalate e le passeggiate. Il famoso Lago di Braies è uno dei più meravigliosi laghi di alta montagna dell’Alto Adige e per la sua posizione pittoresca è meta ambita degli amanti della natura. Far coccolare l’anima, respirare aria pura e farsi ispirare dalla natura… a Braies si può!
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» L’Alta Pusteria è anche su internet «
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PhotoGrünerThomas
Le Tre Cime, patrimonio naturale dell’UNESCO
» Un’escursione nelle Dolomiti di Braies e di Sesto « Sono un po’ refrattaria alla montagna, lo ammetto. Niente di strano, se non fosse che sono altoatesina! Quello che voglio dire è che ogni anno milioni di persone vengono a visitare questa zona per godersi tutta la bellezza delle nostre montagne, e io che vivo qui mi rendo conto di non averla mai veramente saputa apprezzare fino in fondo. Naturalmente sono sempre stata consapevole di essere circondata da una natura splendida, ma in effetti debbo dire di non essermi mai impegnata a conoscerla veramente. Tra l’altro, quando vado in vacanza faccio sempre una tappa in un luogo patrimonio naturale dell’umanità UNESCO, e nel 2009 le nostre tanto decantate Dolomiti sono entrate a far parte di questo gruppo ristretto di beni culturali e naturali. E’ quindi ora che mi ci metta d’impegno! Decido quindi di fare un’escursione in Valle di Braies. Ovviamente ci sono già stata più volte, ma mai solo per le montagne in sé. Come scopro visitando il sito www.unesco.it, l’Unesco ha dichiarato le Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità perché si tratta di „fenomeni naturali superlativi o aree di eccezionale bellezza naturale ed importanza estetica“, che vanno preservati come tali. E in effetti, dall’altopiano di Prato Piazza mi si offre un panorama decisamente mozzafiato. Le Dolomiti di Braies sono delimitate a nord dalla Val Pusteria, a sudovest dalla Val Badia e ad est dalla Valle di Landro, e comprendono rilievi maestosi come la
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Croda Rossa d’Ampezzo (3.146 m), il Picco di Vallandro (2.839 m) o la Croda del Becco (2.810 m). Il Parco Naturale Fanes-SenesBraies, in cui rientrano gran parte delle Dolomiti di Braies, presenta una flora e una fauna molto variegata, che ne fanno un vero paradiso per tutti gli amanti della natura. Una breve puntata al Lago di Braies, vera “perla dei laghi dolomitici”, con un’agevole passeggiata, risveglia definitivamente il mio interesse, e decido di proseguire il mio tour esplorativo. Poco dopo mi ritrovo nel cuore delle magnifiche Dolomiti di Sesto, assurte a fama mondiale soprattutto per le straordinarie Tre Cime, simbolo dell’Alta Pusteria. Ma vi sono molte altre formazioni rocciose che meritano appieno la designazione dell’UNESCO, come Cima Undici (3.092 m), Cima Dodici (3.094 m) e il Monte Paterno (2.744 m). Il Parco Naturale delle Dolomiti di Sesto, che dal 2010 ha preso ufficialmente il nome di Parco Naturale Tre Cime, comprende i Comuni di Dobbiaco, Sesto e San Candido, e si rivela un vero sogno per ogni alpinista. Di fronte a questo spettacolo naturale tanto affascinante mi verrebbe proprio voglia di arrampicare, ma si è ormai fatto tardi e non ho con me l’attrezzatura necessaria, così mi accontento di una breve camminata in Val Fiscalina e di un ultimo sguardo a queste stupefacenti pareti di roccia. Non senza essermi riproposta di fare più spesso delle belle escursioni! Judith Steinmair
Un’esposizione speciale Museo DoloMythos San Candido I dinosauri delle Dolomiti Le più recenti ricerche rivelano che i dinosauri hanno fatto la loro prima comparsa nelle Dolomiti. Il Parasphingopus, la cui orma è stata scoperta da Michael Wachtler sul Piz da Peres, all’interno del Parco naturale di FanesSennes-Braies, è infatti considerato un antenato dei dinosauri. 241 milioni di anni fa, un nuovo gruppo di Archosauri iniziò a muoversi progressivamente sulle zampe posteriori, mentre quelle anteriori si ridussero un po’ alla volta di dimensione. Iniziò così l’evoluzione dei primi dinosauri, che si sarebbero suddivisi in diverse linee evolutive, ovvero i dinosauri veri e propri, gli uccelli e i rettili. Tutta una serie di ricostruzioni e di reperti originali illustrano l’affascinante storia di questi animali. Aperto da lunedí a sabato, in luglio ed agosto aperto anche la domenica.
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Dolomiti Ranger - Sulle tracce della natura in Alta Pusteria
Dinosauri, formazioni forestali e fossili
» Dolomiti Ranger –
Alla ricerca di tracce in Alta Pusteria « Ruth armeggia nella sua scatola piena di tesori, e noi aspettiamo con il fiato sospeso, per vedere che cosa mai ne tirerà fuori. E poco dopo teniamo in mano pieni di meraviglia dei denti di marmotta, un artiglio di aquila e una pelle di serpente: veri pezzi di natura da toccare, tutti raccolti tra le imponenti montagne dell’Alta Pusteria. Poco dopo, lungo il sentiero ascoltiamo rapiti storie di piante velenose e carnivore, di esseri fantastici e di spiriti che vivono nelle Dolomiti, mentre davanti a noi si apre una quinta che più pittoresca non potrebbe essere: sullo sfondo le Dolomiti, davanti a noi un prato pieno di fiori e al centro un piccolo e vecchissimo rifugio in cui potremo riposarci. Una gita nella natura con tutta la famiglia non potrebbe essere meglio di così! E’ quello che pensa Nick, il nostro bambino di cinque anni, ma che pensiamo anche noi genitori che abbiamo vissuto quasi sempre in città. Con il suo nuovo programma per famiglie “Dolomiti Ranger – Sulle tracce della natura in Alta Pusteria”, il Consorzio Turistico Alta Pusteria offre in collaborazione con l’Ufficio Parchi Naturali due giorni e
» Uschi LieblWickstead … gestisce l’agenzia di pubbliche relazioni uschi liebl pr a Monaco di Baviera. Fin da bambina, è stata spesso in Alto Adige e ora condivide la passione per questa terra con tutta la sua famiglia.
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mezzo di immersione nella natura, durante i quali grandi e piccini hanno modo di scoprire e sperimentare con tutti i sensi la natura veramente unica delle Dolomiti. Con tanto divertimento e un pizzico di avventura. I bambini vengono stimolati a scoprire la nascita delle Dolomiti, il mondo dei dinosauri, la determinazione delle formazioni forestali e il riconoscimento degli animali delle Dolomiti in maniera interattiva nel Centro Visite Parchi Naturali di Dobbiaco e, soprattutto, nella natura circostante. Il programma “Dolomiti Ranger” parte con un pomeriggio presso il Centro Visite Parchi Naturali Tre Cime e dintorni. Un’insegnante e una collaboratrice del Centro ci stanno già aspettando munite di un grande zaino, che Nick può aprire e svuotare, e che contiene tutti gli utensili di cui ha bisogno un vero geologo per le sue ricerche. Il nostro piccolo ricercatore può subito provare il casco, e anche la tuta blu, che è troppo grande ma fa comunque un figurone. Le nostre guide rispondono con grande chiarezza a domande tipo “Come si sono formate le montagne?”, spiegando i principi della geologia proprio “a misura di bambino”. Le lezioni per i bambini sono molto interessanti non solo per i più piccoli, ma anche per i genitori, che così scoprono mille cose nuove. Una volta in possesso delle prime nozioni, si passa poi ad argomenti eccitanti come i dinosauri e i fossili, che “raccontano” la storia delle loro epoche. Insieme realizziamo anche delle bellissime copie dei fossili che ci si potrà portare a casa come ricordo. Il secondo giorno ci conduce direttamente nell’affascinante mondo del Patrimonio naturale dell’UNESCO, le Dolomiti. Qui, tutto
U. Liebl
capaci senza dubbio di aprire gli occhi e il cuore di un bambino alle meraviglie della natura. Quest’anno è venuta ad aggiungersi una novità: una misteriosa escursione notturna, durante la quale si risponderà a domande dei bambini, come “Che differenza c’è tra gli uccelli rapaci diurni e quelli notturni?” “Che suoni si sentono di notte nel bosco?” e “Cos’è un predatore notturno?” Il programma „Dolomiti Ranger“ si può prenotare dal 14 luglio al 25 agosto, e si svolge sempre da martedì a giovedì. La prima giornata è a Dobbiaco. La seconda parte da Sesto, San Candido o Braies, la terza da San Candido o Villabassa. L’Alta Pusteria vanta un servizio autobus perfetto, e i punti di partenza sono quindi sempre facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici. Il pacchetto può essere prenotato attraverso le Associazioni turistiche dell’Alta Pusteria e costa 49 euro per un adulto e un bambino. Ogni famigliare in più paga 19 euro. Per ulteriori informazioni: www.altapusteria.info e info@altapusteria.info
U. Liebl
quello di cui si è parlato il giorno precedente diventa veramente tangibile, e i nostri futuri „Dolomiti Ranger“ hanno modo di immergersi nel mondo della montagna e del bosco. Ci si diverte a determinare le formazioni forestali, a riconoscere piante e rocce, e ad osservare gli animali delle Dolomiti, come i camosci e l’aquila reale. Durante l’escursione ci si cimenta continuamente in qualcosa di nuovo. Ad esempio, si deve indovinare quanto salti un topolino saltatore rispetto a un lupo o a uno stambecco. Oppure si raccolgono oggetti di vario tipo - umidi, appuntiti, blu e rotondi – che serviranno per realizzare un mandala, e così facendo ci si accorge meglio di tutto quello che ci circonda. Alla fine creiamo una cartolina, applicando su di un cartoncino colorato erbe, sassolini e piume che abbiamo trovato lungo il sentiero. Quella di Nicki è appesa ancora oggi in camera sua, e ci ricorda una giornata fantastica trascorsa nella natura e piena di divertimento, storie interessanti e momenti intensi,
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Cafè Pizzeria Ristorante Pizze al mattone, insalate fresche, pasta fatta in casa, piatti e pizze senza glutine Prenotazione tavolo: Tel. 0474 914 102
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» Con il progetto „Dolomiti Ranger“, frutto di una collaborazione tra Consorzio Turistico Alta Pusteria e Centro Visite Parchi Naturali Tre Cime, i bambini hanno la possibilità di imparare a conoscere il mondo della montagna e la geologia delle Dolomiti in maniera ludica e interattiva. I ragazzi vengono così sensibilizzati precocemente alla natura, possono esaminare le rocce da vicino, imparare a conoscere le piante e interpretare le orme lasciate dagli animali. Il Dolomiti Ranger si svolge in parte con la presenza dei genitori, e diventa così un bellissimo programma di vacanza e arricchimento culturale per tutta la famiglia durante le ferie in Alta Pusteria. « Markus Kantioler
PhotoGrünerThomas
Ufficio Parchi Naturali
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Âť la mia natura ÂŤ
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Privates Fotoarchiv Hilda Burgmann
Suggestioni del Maso Mitterhell.
» Una giornata d’estate in un maso dell’Alta Pusteria « L’Alta Pusteria è famosa per avere molti masi tradizionali ancora in attività. Alcuni si trovano in paese, altri fuori, come ad esempio il "Mitterhell-Hof" di Villabassa, gestito da Hilda Burgmann e dal marito Anton. Il maso si trova in località “Eggerberg”, a circa 5 chilometri dal centro di Villabassa, a 1.550 metri s.l.m.. Fare il contadino è un’attività a tempo pieno che non prevede vacanze. Al "Mitterhell-Hof", la giornata inizia infatti sempre molto presto, d’estate come d’inverno. Alle 5.00 bisogna provvedere alla stalla: rimuovere il letame e dare da mangiare a mucche, maiali e cavallo. Il latte viene conferito ogni mattina alla Latteria Tre Cime, e alle mucche viene data erba fresca. Il latte prodotto nel maso “Mitterhell” è una varietà unica e molto saporita dell’Alta Pusteria (vedi box a pag. 22). In estate, sul maso l’attività principale è il lavoro nei campi. La raccolta del fieno sui prati in forte pendenza richiede il contributo di tutti, e così tutte e tre le generazioni che vivono nel "Mitterhell-Hof" danno una
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mano. Oggi come oggi, molti lavori sono stati resi più agevoli dall’impiego delle macchine, ma nel maso di Villabassa spesso è impossibile utilizzare il trattore perché alcuni terreni sono troppo ripidi. Per quanto riguarda la coltivazione dei cereali, ad esempio, il campo viene arato con l’ausilio del cavallo, e la mietitura viene fatta a mano. Una o due volte l’anno, nel maso si prepara il pane di segala, attività impegnativa ma di grande valore. Infatti, al giorno d’oggi chi può dire di avere il suo pane fatto in casa? Mentre le attività principali di Anton Burgmann sono la stalla, i campi, il bosco e i lavori di sistemazione attorno al maso, Hilda si dedica alla coltivazione delle verdure. In estate crescono moltissime varietà di verdura, insalate ed erbe aromatiche, e il giardino straripa di fiori. Per Hilda, il lavoro nel campo, la preparazione delle verdure per l’inverno e la cura dei fiori sono un piacevole diversivo al lavoro spesso impegnativo nel maso. La tecnologia moderna ha reso molti lavori più leggeri, ma in
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» Marion Mair
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compenso tutto ha assunto un ritmo più frenetico. “Un tempo la vita era più dura, ma tutto sommato anche più tranquilla”, dice Hilda Burgmann. La vita sul maso vede uno stretto connubio tra uomini, animali e natura. La quotidianità è fatta di questa continua interdipendenza, tanto che se ad esempio il tempo fa i capricci e continua a piovere, si rischia di perdere tutto il raccolto del fieno. Molti agricoltori sono completamente autosufficienti, e infatti nel maso “Mitterhell” i principali generi alimentari sono di produzione propria. Naturalmente, sulla tavola compaiono regolarmente anche piatti tirolesi tradizionali, come i “Tirtlan” o i canederli. Barattare tutto questo per una vita in città? No di certo! Hilda, una vera contadina di montagna, non riesce a immaginarsi neanche di vivere in paese. Anche se chi sta in paese fatica un po’ di meno perché i campi sono più pianeggianti, la tranquillità e la pace che si godono qui sono uniche e insostituibili. Le montagne, il panorama, il sole e tutto il resto… Hilda si gode proprio fino in fondo la vita al maso “Mitterhell”.
Si interessa di musica e cultura. Ama i buoni concerti e i libri. Collabora con la rivista regionale "Puschtra".
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Latte da mucche alimentate con erba e fieno – naturale, tradizionale e sano
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La produzione di latte da mucche alimentate con erba e fieno è quella più originaria. Da secoli, l’alimentazione delle mucche segue infatti il corso delle stagioni: in estate gli animali vengono condotti all’alpeggio, i prati sfalciati, l’erba fatta seccare, e il fieno conservato per la stagione fredda. Nei prati dell’Alta Pusteria crescono in media da 30 a 50 diverse varietà di erbe e fiori. Quindi, le mucche dispongono tutto l’anno di un “menù” molto vario, che si riflette positivamente sulle caratteristiche qualitative e aromatiche del latte crudo prodotto. Questo latte dell’Alta Pusteria possiede una percentuale di acidi grassi omega-3 superiore al normale latte. Si tratta di acidi grassi di fondamentale importanza, che il corpo non è in grado di produrre e che vanno quindi assunti con l’alimentazione. Una buona soluzione sono i gustosi prodotti lattiero-caseari da latte di mucche alimentate a erba e fieno, garantiti non OGM, come ad esempio lo jogurt: provare per credere!
NOVITÀ: „Fenum“, il formaggio da latte di mucche alimentate con erba e fieno
Da un po’ di tempo, la Latteria Tre Cime e l’Associazione turistica di Villabassa vogliono dedicare un prodotto al comune di Villabassa. E il formaggio da latte di mucche alimentate a erba e fieno è quello che più rappresenta al tempo stesso l’amore per la tradizione, ma anche lo spirito innovativo e la vitalità di questo paese. Come già il nome rivela, il formaggio Fenum viene prodotto con il latte di alta qualità di mucche alimentate a erba e fieno dell’Alta Pusteria. Questo formaggio della Latteria Tre Cime presenta per il momento piccole forme di circa 2 kg., lasciate maturare fino a 8 settimane. La scorza naturale che si forma può essere mangiata. Il delicato processo di maturazione, ma anche la particolare materia prima, conferiscono a questo speciale formaggio il suo inconfondibile aroma, delicatamente saporito. Il morbido formaggio è una prelibatezza per intenditori e appassionati dell’Alta Pusteria!
Studiosi e studenti di astrofisica a Sesto.
» Sesto - Centro per l'Astrofisica « Intervista a Stefano Borgani Ci parla del Centro per l'Astrofisica di Sesto il prof. Stefano Borgani del Comitato Scientifico e Organizzatito del Centro stesso. Il prof. Borgani insegna Cosmologia all'Università di Trieste, dove lavora presso il Dipartimento di Fisica, dall'inizio del 2012 dirige pure l'Osservatorio Astronomico di Trieste dell'Istituto Nazionale per l'Astrofisica. Almanacco dell’Alta Pusteria: Di cosa si occupa il Centro per l'Astrofisica e da quando opera a Sesto, quanti studiosi può ospitare? Stefano Borgani: Il Centro per l'Astrofisica di Sesto Pusteria opera ormai dal 2008. Dopo un paio di anni di sperimentazione, in cui si sono organizzati workshop gestiti dai ricercatori di Trieste, ci si è aperti a ricevere richieste sia da colleghi italiani che stranieri. Non è una sopresa che, data la bellezza della vostra Valle, la voce di un Centro del genere si sia rapidamente sparsa e sia risultata così attraente. Il Centro si occupa principalmente di organizzare occasioni di incontro (chiamiamoli workshop) in cui circa 40 scienziati si ritrovano per discutere i progressi più recenti nell'ambito della loro attività di ricerca, per portare avanti collaborazioni pre-esistenti e, perchè no, per intraprendere
nuove collaborazioni. Tali incontri riguardano soprattutto, ma non esclusivamente, campi di ricerca nell'ambito dell'Astrofisica, dalla cosmologia alla formazione delle galassie, all'astrofisica dei buchi neri, ai grandi progetti per la rilevazione delle onde gravitazionali previste dalla teoria della Relatività Generale. Tuttavia diversi incontri sono stati anche organizzati nel campo della Meccanica Quantistica, a riprova di una vocazione multidisciplinare del Centro. Almanacco dell’Alta Pusteria: In cosa si distingue e desidera distinguersi il Centro di Sesto rispetto ad altri luoghi che ospitano workshop e congressi? Stefano Borgani: Il Centro di Sesto vuole innanzitutto distinguersi per l'atmosfera assolutamente rilassante nella quale scienziati provenienti da ogni parte del mondo possono incontrarsi e scambiare idee in uno scenario naturalistico che non ha veramente uguali in tutto il nostro pianeta. Se a questo si aggiunge la squisita ospitalità delle strutture alberghiere e di tutta la popolazione di Sesto, diventa per noi facile distinguerci nel panorama mondiale dell'organizzazione di workshop di
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astrofisica. Un altro aspetto a cui teniamo molto è anche che il Centro offre a tutti i partecipanti delle scrivanie su cui lavorare e connessione internet wireless. Questo rende possibile mettere immediatamente in pratica le idee che possono venire durante le conferenze o , perchè no, durante le escursioni in montagna. Almanacco dell’Alta Pusteria: In che modo il Centro si inserisce nella realtà di Sesto e dell'Alta Pusteria? Stefano Borgani: Riteniamo che una delle carte vincenti del Centro sia proprio la sua immersione nella realtà locale. Il Centro è stato costituito congiuntamente dal Comitato Scientifico ed Organizzatore (di cui fa parte il Premio Nobel per la Fisica Riccardo Giacconi, da sempre innamorato di Sesto e della sua Valle), dal Comune di Sesto e dall'Associazione Turistica di Sesto Alta Pusteria, con il costante sostegno delle Autorità Scolastiche locali. Da un punto di vista amministrativo attualmente il Centro è un'iniziativa dell'Associazione turistica. Senza il supporto di tutte queste realtà locali il Centro semplicemente non potrebbe esistere. A questo si aggiunga l'ottimo rapporto stabilito con gli abitanti della valle e con le stutture ricettive/alberghiere. Infine, il Centro stesso organizza e promuove conferenze divulgative che sono rivolte sia agli abitanti della valle che ai turisti. Infatti si richiede che ogni congresso preveda una serata nella quale viene raccontato a livello divulgativo l'argomento del congresso stesso. Almanacco dell’Alta Pusteria: Quale futuro prevede ed auspica per il Centro? Stefano Borgani: Al momento il Centro è ospitato presso i locali della Scuola Primaria che ci viene messo a disposizione durante il periodo di chiusura estivo. Certamente un sogno che accarezziamo sarebbe di poter avere una sede stabile per il Centro. Questo ci metterebbe in grado di poter svolgere la nostra attività durante tutto l'anno. Ci rendiamo conto che questo è al momento solo un sogno. Per muoverci su un terreno più solido, al momento vorremmo consolidare la nostra attività di organizzazione e promozione di congressi. È notizia di pochi mesi che l'Agenzia Spaziale Europea ha approvato un progetto per un telescopio spaziale, chiamato EUCLID, che sarà lanciato nel 2020 e che rivoluzionerà la nostra conoscenza sul modo in cui l'Universo è nato e si è evoluto. Un elevato numero di astronomi che lavorano presso varie Università ed Osservatori Astronomici Italiani, tra cui quello di Trieste, sono direttamente coinvolti in questo progetto. Un futuro splendente per il Centro di Sesto sarebbe certamente quello di poter ospitare regolarmente meeting di questa collaborazione che in tutta Europa conta quasi 1000 scienziati. Chissà che la Val Pusteria non possa esser il posto dove verrà concepita una nuova e più profonda comprensione dell'Universo?
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Il Centro di Astrofisica di Sesto Dal 1990 Sesto è stato ormai per ben sette volte la sede di un congresso internazionale di Astrofisica, diventando così un rinomato punto di riferimento per studiosi di altissimo livello, oltre a venire utilizzato e consigliato da un gran numero di istituti riconosciuti a livello internazionale. Da qui è nata l’idea di estendere a diversi anni l’attività congressuale di Sesto nei campi dell’Astrofisica, della Cosmologia e della Fisica. Le iniziative di ricerca e aggiornamento per ora si limiteranno ai mesi estivi, mentre, in caso di necessità, l’attività congressuale potrà svolgersi anche nel periodo invernale. Il Comune di Sesto metterà a disposizione del Centro di Astrofisica diverse aree della scuola elementare che fungerà pertanto nei mesi estivi da punto d’incontro e centro di formazione per numerosi studiosi nel campo dell’astrofisica, della cosmologia e della fisica. Proprio questi temi saranno poi oggetto di diversi workshop, ognuno dei quali prevede la partecipazione di ca. 40 scienziati di varia nazionalità. Ciascun progetto sviluppato nell’ambito dei workshops verrà analizzato nel dettaglio da parte del Comitato scientifico e organizzatore. Il Centro di Astrofisica ha ottenuto il supporto del Consorzio per l’incremento degli studi e delle ricerche del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste. Il Consorzio, che ha alle spalle oltre 40 anni di attività, può annoverare tra i suoi soci l’Università di Trieste, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia (INFM-CNR) nonché la Sincrotrone Trieste. Al fine di riuscire a organizzare e gestire al meglio il Centro, è stato istituito un Comitato Organizzatore e Scientifico che dovrà garantire lo svolgimento dell’attività congressuale nonché del lavoro scientifico e accademico.
» Belle, sane e mobili « Ecco quanto può essere flessibile una casa. Le case MOVIT della Pircher Oberland AG vengono consegnate con un camion e sono su ruote, il che significa che possono venire sistemate dove si preferisce, e richiedono solamente i vari allacciamenti. Presentano la soluzione ideale per le esigenze del turismo, offrono soluzioni ecologiche e sono belle. Tanto che sono state insignite anche di un prestigioso premio di design. “Gli ospiti vogliono godersi la natura, trascorrere dei bei momenti e anche rilassarsi e stare tranquilli”, dice Christian Pircher. Per Pircher, questo trend verso una maggiore qualità dell’abitare e del vivere è stata la ragione per cui l’azienda di Dobbiaco Pircher Oberland AG ha deciso di sviluppare una nuova tipologia di case. MOVIT significa abitazioni mobili, capaci di creare un riuscito connubio tra un abitare piacevole e vicino alla natura, un’architettura moderna e una cultura
ecologica. Le case della serie MOVIT rispettano la natura, sono realizzate con molto legno e presentano stili diversi. Moonriver, ad esempio, esemplifica un abitare più rustico e rurale, con tetto a due spioventi e molti materiali naturali. Simile anche il sapore del modello Belville, decisamente classico. Sunset presenta invece un’eleganza più mediterranea, e Coral potrebbe essere una piccola e graziosa casa sulla spiaggia. Tutte sono state progettate dal Hangar Design Group, una rete internazionale di design e comunicazione con sedi a Treviso, Milano, New York, Barcellona, Shanghai e Hong Kong. Le case Sunset, Moonriver e Coral hanno in comune il fatto di venire fornite praticamente chiavi in mano, e di potere venire ubicate secondo le esigenze individuali. Arrivano a destinazione trasportate da un mezzo pesante e vengono sistemate da una gru. Poi non resta che provvedere agli allacciamenti di corrente, acqua e fognatura. Volendo c’è la possibilità di montare sul tetto dei pannelli fotovoltaici.
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Pircher
La casa mobile MOVIT dell’Alta Pusteria, per un nuovo modo di costruire.
La caratteristica della mobilità le rende interessanti soprattutto per i campeggi che puntano su una maggiore qualità e per le vacanze negli agriturismo che desiderano utilizzarle come alloggi per gli ospiti. Pircher ritiene possano trovare impiego anche negli alberghi wellness, dove nelle case MOVIT si potrebbe sistemare l’area fitness o wellness. E anche sui campi da golf. Pare vi siano poi molti privati cui piace l’idea di possedere una casa vacanze o in giardino che possa vantare qualità di design e criteri ecologici. “In questo modo si potrebbero anche creare spazi indipendenti per gli anziani, evitando che debbano trasferirsi in casa di riposo”, aggiunge Christian Pircher pensando alle molteplici possibilità di impiego. Le case hanno una superficie abitabile di circa 34 metri quadrati, e possono arrivare fino a 40 metri quadrati. Il fatto che siano mobili comporta anche alcuni vantaggi specifici. Ad esempio, in Italia non si deve pagare alcuna imposta, e non è necessario neppure il permesso di costruire. I prezzi si aggirano sui 2000 euro al metro quadrato. Una casa MOVIT costa quindi circa
70.000 euro. Le case MOVIT hanno ottenuto uno dei massimi riconoscimenti. Per Sunset, la casa mobile certificata casaclima, la Pircher Oberland AG ha vinto infatti il XXII Compasso d'Oro ADI. Questo premio esiste dal 1954 ed è considerato un prestigioso riconoscimento nel mondo del design. www.pircher.eu/movit
» Georg Weindl
Il giornalista free lance vive in Baviera, nel Chiemgau, ed è spesso in Alto Adige per reportage su vari quotidiani, riviste e guide di viaggio.
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Alle Fotos: Hotel Dolomitenhof
PR Info
» Hotel Dolomitenhof « 3 giornate al top in Val Fiscalina
Benvenuti in un “mondo perfetto” Le montagne con le loro guglie aguzze, lo scrosciare dei torrenti, la dolcezza dei prati: eccovi immersi in una meraviglia. Godetevi una fantastica estate nella natura incontaminata della Val Fiscalina e delle Dolomiti di Sesto.
Prima giornata:
Arrivo, assaporare tutta la pace e lasciarsi andare alla vacanza accompagnati da un bicchiere di Prosecco. Ore 14.00, Chalet Alte Post ****, un edificio storico e ricco di tradizione, ideale per una breve vacanza. Una posizione unica, immersa nella natura, che consente di “staccare subito la spina” ore 16.00, passeggiata tra i boschi di larice della Val Fiscalina, ascoltando il cinguettio degli uccelli e godendosi la pace (anche in alta stagione!) ore 18.00, un sorso di prosecco in una tiepida serata estiva sulla terrazza panoramica dell’edificio centrale, il Dolomitenhof. Pregustare una cena prelibata… immergersi nella vacanza.
Seconda giornata
Conquistare le Dolomiti circostanti, facendo sosta per pranzare in un rifugio, e lasciar finire il giorno nelle piscine del Badehaus Bergsteiger. Ore 8.00, alzarsi con i primi raggi del sole. Niente di meglio che uscire a godersi scalzi la rugiada del mattino. L’estate comincia ed è il momento di andare verso le Tre Cime, il simbolo delle Dolomiti per antonomasia, a 2.400 metri. Le Tre Cime si presentano fantastiche con i loro pinnacoli. Ore 12.00, Rifugio Pian di Cengia. A 2.500 metri, il Kaiserschmarrn e la birra fresca sono più buoni che mai! Ore 16.00: relax, rigenerandosi nel Badehaus Bergsteiger. Immergersi nella piscina panoramica, rilassare i muscoli nella vasca esterna e godersi ancora la vista superba sulle montagne. Ore 19.00. Dopo una piacevole escursione o una salita in vetta, un prelibato menù di cinque portate non può che rendere la giornata ancora più gradevole!
Terza giornata
Lasciare che la vacanza si stemperi, portarsi a casa delle belle emozioni. Ore 8.00. Lasciar spaziare lo sguardo sulla vallata ancora avvolta nella nebbiolina del mattino e godersi ancora la piscina, per poi gustare la prelibata colazione sulla terrazza del Dolomitenhof. Da qui, passare direttamente sul prato davanti alle piscine con un buon libro, o decidere di concedersi un bel massaggio completo prima che la vacanza termini. Ore 12.00. La terrazza panoramica del ristorante Dolomitenhof invita a concedersi ancora un buon pranzo prima di ritornare a casa, sicuramente ritemprati da tanti momenti indimenticabili. Godetevi la vostra personalissima piccola vacanza d’estate in Val Fiscalina
Chalet Alte Post & Hotel Dolomitenhof HHHH www.dolomitenhof.com | info@dolomitenhof.com tel. 0474 713 000
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SMG/EOS/F. Blickle
» Adelheid Wanninger
La salute che viene dalla natura.
di Rosenheim è giornalista free lance e scrive da molti anni per diversi noti giornali e riviste sui temi del viaggio, dell’accoglienza e della gastronomia. Ha dedicato il 2011 a individuare il wellness e il benessere più autentici in area alpina. Il suo libro " Die ganze Kraft der Alpen" verrà pubblicato in tarda estate dalla casa editrice Stocker Verlag di Graz.
» Alta Pusteria e natura autentica « Quando arrivando da Bressanone curvo per immettermi in Val Pusteria, mi succede sempre la stessa cosa: mano a mano che mi avvicino, si impadronisce di me una strana emozione, quasi una leggera inquietudine. Non sono certo le curve, piuttosto una gioiosa attesa, l’aspettativa di scorgere finalmente le imponenti guglie delle Dolomiti di Sesto, che da Dobbiaco si ergono con pareti mozzafiato. Comunque le si ammiri, durante lo sci da discesa o da fondo, le escursioni o le arrampicate, i percorsi in bicicletta o le passeggiate, o magari addirittura dal pallone aerostatico, sembrano cambiare sempre di aspetto e rinnovano sempre il loro fascino. La forza e la potenza di queste montagne si irradia su tutta la valle, e la gente che vive qui sa apprezzare questa meravigliosa natura! Una di questi è Maria Mairhofer, del bel maso biologico Unterstein di Eggerhof, a Villabassa, dove affitta quattro camere. Addirittura, ha un piccolo impianto Kneipp. Infatti, ha partecipato attivamente alla nascita del grande parco benessere Raiffeisen Kneipp für mich® nella località di Villabassa. Straordinaria è anche la sua conoscenza delle erbe aromatiche e, accanto al suo orto, lungo il versante della montagna ha addirittura creato un sentiero con oltre 60 diverse erbe aromatiche e officinali.
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“Non si tratta di piante coltivate”, sottolinea. “Sono tutte selvatiche, perché sono più pregiate e hanno maggiori proprietà. E’ con queste erbe che preparo i miei infusi e cucino per i miei ospiti”. Nel prato vedo un’erba che mi è sconosciuta. “E’ il cosiddetto caglio zolfino, depurativo e stimolante del sistema linfatico”. Ne prendiamo alcuni rami e ne facciamo una tintura. Con i variopinti fiori di calendula, fiordaliso, camomilla, monarda, enotera e pratolina realizziamo invece una pomata. Proseguo poi per l’Hotel Santer di Dobbiaco. Andando a trovare la famiglia che lo gestisce e visitando la nuova SPA mi accorgo tra l’altro della linea „Farmacia Dobbiaco“. Dove ci si aspetterebbero marchi conosciuti troviamo invece una linea della farmacia? Incuriosito dagli ingredienti sulle confezioni, come calendula, iperico, arnica e altre, leggo sull’opuscolo della Spa: “Con i mille colori e profumi delle Dolomiti e nel rispetto delle tradizioni locali abbiamo creato una pregiata linea di prodotti”. “A seconda delle esigenze individuali, ci sono poi trattamenti Beauty, Detox, Relax ed Energy. Naturalmente proponiamo anche gli infusi più adatti o acqua di fonte arricchita di minerali”, dice Saskia Santer, la figlia. Non manca proprio nulla! Ovviamente vado a visitare anche la farmacia di Dobbiaco, e a conoscere la persona che tanto si occupa dei principi attivi naturali della sua terra.
Il Dott. Sandro Barbierato mi mostra la sua farmacia, completamente diversa dalle solite. Naturalmente vi si trova qualsiasi prodotto, ma quando è possibile si utilizzano sempre prodotti propri. Grazie a 30 anni di ricerca, la farmacia di Dobbiaco offre anche tutto quello che serve per una pelle sana e bella. Alcuni prodotti possono venire realizzati direttamente sul posto, mentre molto altro viene prodotto in altre sedi, nel rispetto di severe normative farmaceutiche. Le ricette provengono tuttavia sempre dalla Farmacia di Dobbiaco, vengono riportate scrupolosamente e sono sempre verificabili da chiunque. Gli estratti fluidi utilizzati per confezionare le creme in farmacia sono dieci volte più efficaci di quelli della farmacopea popolare. “Per il nostro estratto fluido di calendula, ad esempio, ci vuole 1 chilo di fiori di calendula in 1 litro di alcool all’80%. Quello che consiglio a tutti di avere sempre a casa a portata di mano è una pomata all’arnica, eccellente in caso di distorsioni, contusioni, dolori muscolari e articolari”. Anche la Linea RossoNero del Caravan Park di Sesto si basa tutta su principi naturali. Particolare come tutto il posto, qui sono anche le persone, e particolare è la cura che riservano a ogni dettaglio. Splendidi boschi e prati, limpidi ruscelli di montagna e laghi di un azzurro profondo, autentica cultura locale e antiche tradizioni, la natura incontaminata dell’Alta Pusteria e i suoi prodotti naturali sono una fonte sicura di salute e anche di bellezza! I prodotti della linea del Mountain Resort sono a base di varie bacche, che qui crescono in abbondanza. Mirtillo rosso, rosa canina, mirtillo nero e sambuco offrono tutta una gamma di sostanze attive che le ricerche condotte hanno dimostrato essere molto efficaci. E i risultati dei trattamenti si vedono: la pelle del viso diventa più rosea, morbida e piena di vitalità, i piedi sono freschi e riposati… pronti per l’escursione all’indomani, immersi nella bellezza incomparabile della natura dell’Alta Pusteria!
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Alle Fotos: Alpe Pragas
La success story di Stefan Gruber è iniziata dalle fragole.
» Delizie di frutta « All’inizio non sembrava proprio una success story. Eppure, l’idea di creare composte di frutta di eccellenza per gente attenta alla qualità e alla salute ha consentito a Stefan Gruber di trovare una nicchia di mercato. Oggi, Alpe Pragas è sinonimo di composte di frutta di alta qualità prodotte a Braies ed esportate addirittura in Giappone. Per visitare Alpe Pragas bisogna fare quasi una caccia al tesoro… Uno stretto sentiero si dirama dalla strada vicino a Braies di Fuori e scompare nel fitto del bosco. Compie alcune curve passando davanti a vecchi masi e ci conduce alla meta: davanti un bel maso, dietro un’ampia costruzione moderna con molto vetro e spazi inondati di luce. Pavimenti in legno, vecchie travi e moderni oggetti d’arte caratterizzano questa sorta di show room con buffet degustazione. Questo gioiello di architettura testimonia molto bene quella che è diventata una success story piuttosto inconsueta per l’Alto Adige. Nel 1995, insieme
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all’amico Hartwig Weidacher, Stefan Gruber ha iniziato a trasformare direttamente la frutta prodotta nei loro masi. I due giovani agricoltori non volevano infatti limitarsi a fornire la materia prima ad altre ditte, e hanno iniziato a sperimentare le prime composte sui fornelli di casa. “In quegli anni, la richiesta di prodotti naturali di alta qualità non era ancora forte come oggi”, ricorda Stefan Gruber. Comunque, ci hanno provato, e hanno preso in affitto l’allora panificio di Dobbiaco. Hanno iniziato con fragole e lamponi, cui si sono aggiunti presto ribes e uva spina. “All’inizio erano soprattutto i turisti a essere interessati alle nostre composte e ai nostri sciroppi”, racconta Stefan Gruber. A poco a poco, sempre più negozi di specialità e alberghi, sia in Alto Adige che in tutto il Norditalia, hanno iniziato a proporre i prodotti di Braies. Così che, ben presto, la produzione propria di frutta non è più stata sufficiente, e i due giovani imprenditori hanno iniziato ad acquistare frutta di alta qualità da coltivazione biologica. Nella gamma si sono presto introdotti anche i
chutneys, le tipiche marmellate agrodolci. Oggi, Alpe Pragas può vantare non solo un assortimento piuttosto ampio, con composte e succhi sia classici che molto particolari. I suoi clienti vanno dalla Germania settentrionale all’Italia meridionale, e non mancano gli acquirenti giapponesi. “Per noi era importante riuscire a offrire una qualità sempre elevata, e composte che, con il loro 70% di frutta, non fossero solamente prelibate ma anche sane”, dice Stefan Gruber. E’ innegabile che il titolare di Alpe Pragas si impegni con personalissima passione a scoprire il nuovo senza trascurare quanto già validamente acquisito, integrandolo nell’assortimento proposto. Assortimento che si presenta in modo molto interessante e stimolante, un mix ben riuscito di classici e creazioni individuali. Oltre a fragole, lamponi e albicocche ci sono anche cotogne, castagne e sambuco/ prugna. Chi è più attento alla linea può scegliere tra le varie proposte light. Che dire poi della combinazione lampone/pera da bere o dei chutneys con albicocca e zucca, fico e pomodoro verde? Recentemente, Gruber ha riscoperto anche antiche varietà di mele come la Winter-Calville o la Renetta Champagne. Nella nuova grande sala degustazione ci si può prendere tutto il tempo per conoscere meglio le numerose creazioni.
Magari ascoltando gli aneddoti che Stefan Gruber ama raccontare, come quello dell’anziana contessa del meranese che ha nel proprio giardino delle pere Williams Christ particolarmente pregiate e che vuole essere l’unica a raccogliere. Ma è proprio questo amore particolare per la frutta a fare la differenza. www.alpepragas.com Georg Weindl
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» la mia frutta «
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» Piccoli frutti d’eccellenza. Montagne maestose, laghetti pieni di luce, panorami dominati dal blu del cielo. Braies, nel cuore delle Dolomiti, è il luogo in cui la frutta migliore viene lavorata per dare il meglio di sè. Va detto per inciso che solamente il meglio ci appaga. E quindi ci impegniamo a creare prodotti per veri intenditori. Tutto inizia naturalmente dalla frutta, che deve essere la migliore. Nel vasetto deve essercene il più possibile, e infatti le nostre composte contengono almeno un 70% di polpa di frutta. La lavorazione prevede una fase di riscaldamento, che è tuttavia il più dolce possibile, e un rapido raffreddamento. Vengono utilizzati esclusivamente contenitori in vetro. Il tutto contribuisce a creare un gusto inconfondibilmente fresco e naturale. «
Stefan Gruber
CEO di Alpe Pragas
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5 I Laghi dei Piani al di sotto del Rifugio Antonio Locatelli.
» Il trekking dell’Alta Pusteria « Una traversata inedita che con 5 giorni di cammino conduce da Braies al Passo di Montecroce Comelico, sfiorando le cime più belle della Val Pusteria. La presentiamo con una galleria fotografica. All'inizio è la Croda del Becco a dominare il paesaggio, con la sua friabile parete che precipita verso il Lago di Braies. Alla fine, la Croda Rossa di Sesto, con le sue guglie e le postazioni della Grande Guerra. In mezzo si alzano il Picco di Vallandro, le Tre Cime e il Paterno, la poderosa Croda dei Toni, l'aguzza Cima Una segnata dalla frana di quasi due anni fa. In cinque giorni di cammino, l’inedita Alta Via che proponiamo in queste pagine attraversa da ovest a est le Dolomiti di Braies e di Sesto, tocca gran parte dei rifugi piu importanti e frequentati della zona, permette di sostare davanti ai panorami offerti da alcuni dei migliori belvedere delle Alpi calcaree. La prima parte, per circa un'ora e mezza di cammino, coincide con quella del trekking
piu famoso dei Monti Pallidi, l'Alta Via 1 che, proprio dal Lago di Braies, inizia il suo viaggio in direzione dei Fanes, della Civetta e di Belluno. Piu avanti si affrontano altri sentieri celebri - come quello che sale da Prato Piazza al Picco di Vallandro, il viottolo tra i rifugi Locatelli e Lavaredo, il sentiero della Val Fiscalina. Altri momenti, come gli altopiani carsici intorno al baita Malga Cavallo, Ia discesa da Prato Piazza in Valle di Landro, la lunga risalita della Val Rinbon e l'aggiramento della Croda Rossa di Sesto, offrono atmosfere solitarie e selvagge, e permettono di ritrovare il volto piu autentico delle Dolomiti. Qui, oltre alle memorie di guerra, alla storia dell'alpinismo e ai panorami, accompagnano il camminatore cervi e camosci, larici e fioriture di due dei Parchi Naturali piu belli e interessanti dell'Alto Adige. E poi, volendo, si potrà ancora continuare lungo la Dorsale Carnica... con altri due giorni di cammino.
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Tre Cime e dintorni, suggestive e ideali per escursioni e arrampicate.
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Il trekking inizia al Lago di Braies, tra i più noti e visitati delle Dolomiti. In questa immagine lo vediamo dalla vetta della Croda del Becco. Il sentiero segue la sponda occidentale per poi risalire delle ben visibili colate di ghiaia.
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Nella 3a tappa si scende sul fondo della Valle di Landro, e si risale per la Val Rinbon al rifugio Locatelli: La foto panoramica, scattata dalla cresta che sale verso le gallerie del Paterno, rende perfettamente lo straordinario ambiente che circonda il rifugio Locatelli-Innerkofler, con a sinistra le Tre Cime di Lavaredo, a destra il Sasso di Sesto e la Torre di Toblin.
Le rocce e le creste della Croda Rossa d’Ampezzo, tra i boschi a occidente di Prato Piazza.
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Il 4° giorno di cammino comincia con il panorama sui Laghi dei Piani.
Il 2° giorno del trekking si caratterizza per la facile salita alla panoramica vetta del Picco di Vallandro, qui vista da Prato Piazza, uno degli altopiani erbosi più vasti e suggestivi delle Dolomiti.
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Si raggiunge quindi il rifugio Pian di Cengia, sul crinale che separa l’Alto Adige dal Veneto, con lo sfondo delle Pareti Nord
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» Stefano Ardito e Ovest della Croda dei Toni. Lo stesso giorno si tocca anche il rifugio Comici, da lì si scende al fondo della Val Fiscalina.
7 Dopo la sosta in Val Fiscalina si risale ai Prati di Croda Rossa, posto sul crinale che scende dall’omonima cima. Lo stesso giorno si raggiunge il Passo Montecroce Comelico, dove può terminare il trekking.
Nato a Roma, ha conosciuto le montagne dell’Alta Pusteria da alpinista, e continua a frequentarle nel suo lavoro di giornalista, documentarista e scrittore. Ha dedicato alle Dolomiti una decina tra libri e guide, quattro documentari trasmessi dalla RAI e molti articoli e servizi pubblicati da Alp, Rivista della Montagna, Meridiani Montagne, Airone, Plein Air, Qui Touring, dal Venerdì di Repubblica e da Specchio, il settimanale de La Stampa
8 Ma volendo si può risalire sulla Dorsale Carnica, proseguendo ancora per due giorni con fantastici panorami sulle Dolomiti di Sesto.
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» Il pellegrinaggio, un modo di essere «
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inusuali, superare confini e riscoprirsi. A stretto contatto con la natura, i pellegrini si sentono trasportati dall’energia di queste vie. Percepire il vento, il sole, la calura, la pioggia e diventarne parte, essere un tutt’uno e abbandonarsi. Chi fa un pellegrinaggio si lascia andare alle forze dell’esistenza, entra in contatto con la propria forza vitale più profonda, con l’intelligenza insita nel corpo, e inizia così a manifestarsi quello che altrimenti sarebbe invisibile e non concepibile. Nasce la fiducia in una sorgente interiore di forza inesauribile, e i pellegrini fanno ritorno alla vita di tutti i giorni grati di sapere che ogni uomo è un’espressione di amore e vive immerso in un universo che lo ama.
Tourismusverband Eisacktal/M. Santini
Tutta l’Europa è attraversava da una rete di antichissime vie di pellegrinaggio che toccano luoghi mistici pieni di forza, angoli di natura idilliaca e tesori culturali. Per secoli, i pellegrini si sono recati a Gerusalemme, a Roma o a Santiago de Compostela per soddisfare un loro anelito. In particolare, il Cammino di Santiago di Compostela attraversa anche l’Alta Pusteria, provenendo da est. Un tempo, i vari itinerari del Cammino non conoscevano infatti confini. Nel 1987 il Consiglio d’Europa ha dichiarato i percorsi del Cammino di Compostela prime vie culturali d’Europa, per ricordare la storia e le radici spirituali dell’Europa e rafforzare la comune identità. Come affermava Goethe, “L’Europa è nata dal rito del pellegrinaggio e il cristianesimo è la sua lingua”. Le vie del Cammino, tra loro collegate, consentivano di superare confini, lingue, distanze. La via del pellegrinaggio sta a simboleggiare il nostro percorso di vita, e il pellegrinaggio stesso è un modo di essere. Quando una persona sente di non farcela più a sostenere il meccanismo del “sempre più in fretta, più in alto, ancora più avanti, sempre di più, e mai abbastanza” si crea un senso di vuoto che comporta un grande dolore. E si fa strada un grande desiderio. Desiderio di senso, sicurezza profonda, gioia di vivere, lentezza e semplicità. Se un tempo i pellegrini si mettevano in cammino per fare penitenza e per ottenere l’indulgenza, oggi sono alla ricerca di un senso e di un nuovo orientamento nel loro percorso di vita. Ma dove sta la differenza? Andare in pellegrinaggio è un bisogno fondamentale per chi sente che nella vita c’è qualcosa di più di quello che la scienza può spiegare. I cristiani si recano in pellegrinaggio a Roma, Gerusalemme o Santiago di Compostela, i musulmani alla Mecca, gli indù si bagnano nelle acque del Gange, gli ebrei vanno a Gerusalemme, i buddisti meditano nei monasteri dei loro maestri. Il pellegrinaggio è un cammino spirituale, perché è l’atteggiamento interiore a fare di chi cammina un pellegrino. E c’è chi parte per un’avventura e ritorna pellegrino. Il ritmo uniforme del camminare che diventa meditazione, le azioni della vita quotidiana che si riducono al minimo e si ripetono ogni giorno, fanno sperimentare una libertà e una leggerezza inaspettate. E consentono di arrivare a quella semplicità che porta chiarezza, calma e pace interiore. Il cuore impara nuovamente a cogliere l’essenziale. Lontani dalla quotidianità, i pellegrini possono compiere esperienze
» Paula Maria Holzer “Vivo ciò che faccio e faccio ciò che sono – ogni giorno un po’ di più”. Da sempre la affascinano le questioni più profonde dell’ESSERE uomo. E’ docente di religione e opera nell’ambito della formazione permanente. Accompagna gruppi lungo i percorsi di pellegrinaggio di San Francesco in Umbria, aiutandoli a uscire dalla superficialità, a vivere in ascolto e a sperimentare l’affascinante esperienza dell’essere nel presente.
Foto: Archiv Kuratorium Schloss Welsperg; Gestaltung: Lucia Nania
CASTEL WELSPERG
ORARI D’APERTURA dal 01 luglio al 09 settembre LUN a VEN dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 18 SAB chiuso DOM dalle ore 15 alle 18 dal 10 al 21 settembre LUN a VEN dalle ore 15 alle 17 SAB-DOM chiuso Nel corso dell’estate avranno luogo diversi concerti e mostre d’arte contemporanea. Informazioni sul nostro sito: www.castelwelsperg.com e al numero telefonico 0474 944 118 (Ufficio turistico Monguelfo) MONGUELFO - PUSTERIA
A Monguelfo quest’anno ci sono i festeggiamenti per i 250 anni dalla morte di PAUL TROGER (nato a Monguelfo nel 1698 e morto a Vienna nel 1762) illustre rappresentante dell’arte pittorica barocca. Al castello c’è una mostra permanente “OLTRE LE NUVOLE...“ di riproduzioni di dettagli dagli affreschi di diverse Abbazie dell’Austria. 43 Informazioni più dettagliate al sito www.paultroger.it
Sempre a passo tranquillo lungo il Cammino di San Giacomo in Alto Adige In Alto Adige il Cammino di Compostela si estende per sei tappe e complessivi 130 km, da Prato alla Drava al Brennero. Subito dopo il primo tratto attraverso i prati fioriti di Prato alla Drava e di Versciaco, tocchiamo uno dei punti salienti del percorso. Si tratta della Collegiata di San Candido, una delle chiese romaniche più importanti del Tirolo (XII sec, rimaneggiata nel XIII sec.). In questa maestosa chiesa romanica ammiriamo gli affreschi tardoromanici della cupola, il gruppo della Crocefissione nel coro, anch’esso tardoromanico, la cripta romanica con la scultura di San Candido, e infine l’affresco gotico di Michael Pacher con l’offerente Ottone II tra i due santi patroni del convento, Candido e Corbiniano, in corrispondenza del portale meridionale. L’Alta Pusteria ha poi in serbo per noi un’altra meraviglia: le sorgenti della Drava, il fiume che i pellegrini partiti dalla Slovenia stanno già seguendo da circa 300 km. E qui potrete anche bere l’acqua pura del fiume! Il sentiero lungo i margini del bosco ci porta a Dobbiaco, cittadina di grande ricchezza e importanza nel Medioevo, perché qui si incrociavano due importanti vie di comunicazione e di commercio. La Via
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Tourismusverband Eisacktal/M. Santini
1ª tappa: Prato alla Drava - Monguelfo
Alemagna, proveniente da Venezia e che proseguiva per Augusta, la città dei banchieri Fugger, qui incontrava infatti l’antica via romana proveniente da Aquileia, che noi stiamo percorrendo. Verso Villabassa ci imbattiamo invece in un pezzetto di storia austriaca. Passiamo infatti davanti ai famosi Bagni di Pian di Maia, frequentati già da Massimiliano I, imperatore dal 1493 al 1519. Nel 1456, a Villabassa venne fondato un ospizio per accogliere viaggiatori, pellegrini ed ammalati. L’annessa Chiesa delle Trinità esiste ancora oggi. Possiamo poi far riposare i nostri stanchi piedi di pellegrini facendo una sosta all’impianto Raiffeisen Kneipp-für-mich®. Da vedere anche la pietra miliare di epoca romana dell’imperatore Decio (249 – 251 d.C.), conservata presso l’Europagarten di Villabassa.
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La pista ciclabile della Val Pusteria è adatta a tutta la famiglia.
„Puschtra Radlweg“: così la gente del posto chiama la pista ciclabile che attraversa tutto il fondovalle della Pusteria con andamento più o meno rettilineo. Corre quasi parallela alla linea ferroviaria e ai fiumi Rienza e Drava, da Rio di Pusteria a Versciaco, al confine con l’Austria, e per la precisione fino a Lienz, in Tirolo orientale. Inizialmente, la tratta dell’Alto Adige è nata quasi “per caso”, durante i lavori di realizzazione della canalizzazione, e percorreva per alcuni spezzoni le strade poderali esistenti e di accesso ai masi. Con la promozione dell’Ufficio provinciale per il Turismo e sotto la guida della Comunità comprensoriale della Val Pusteria, si è cominciato a unire i vari spezzoni per creare una pista ciclabile a scopi turistici. Oggi, questo percorso ciclabile nato in maniera quasi casuale ha tutte le carte in regola per diventare un’interessantissima proposta per il tempo libero offerta sia ai residenti che ai turisti. Sulla pista ciclabile circolano le persone più disparate di ogni età: famiglie con bambini, giovani e meno giovani, sportivi,
La pista ciclabile della Val Pusteria
» Nata quasi per caso, è divenuta una realtà importante « La comoda pista ciclabile si snoda nella valle tra le Alpi e le Dolomiti, attraversa un dolce paesaggio collinare fatto di prati e di campi, tocca masi e paesi, zone coltivate e boschi ombrosi, con un continuo leggero saliscendi. Si attraversano piccoli centri abitati e anche Brunico, cuore e località principale della Val Pusteria. Qui ci si può soffermare a fare acquisti negli antichi vicoli medievali o fare una puntatina al RIPA Messner Mountain Museum dedicato ai popoli delle montagne. Lungo la pista ciclabile o nelle sue immediate vicinanze vi sono poi tante altre occasioni di fare una breve sosta: il Museo etnografico di Teodone, il Parco benessere di Villabassa, le fattorie didattiche Oberdornerhof e Lechnerhof in Val di Braies, la Latteria Tre Cime di Dobbiaco, il Museo Dolomythos di San Candido, Vista Tre Cime… Lungo il tragitto, tante piacevoli piazzole e punti di sosta invitano a trattenersi un po’.
cicloturisti ed escursionisti, residenti e gente da tutto il mondo. “Uno degli obiettivi del programma delle piste ciclabili della Val Pusteria è il loro utilizzo sia da parte dei residenti che dei turisti” dice Paul Rieder della Comunità Comprensoriale della Val Pusteria. Sull’esempio della pista ciclabile austriaca lungo la Drava e come sua ideale prosecuzione, alcuni anni fa si è posto mano ad ampliamento, miglioramento e adeguamento a quanto prescritto dal codice della strada. E qui, prosegue Rieder, un aspetto importante è il progressivo ampliamento del percorso principale, ma nel corso dei prossimi anni si vogliono assolutamente collegare meglio anche le valli laterali. Il che offrirebbe al ciclista una possibilità di scelta ancora maggiore e comporterebbe al tempo stesso anche una rivalutazione delle valli stesse. Molti i problemi che si sono dovuti sin qui risolvere, e molti quelli che ancora si prospettano, come ad esempio le trattative con i proprietari dei terreni, le misure di sicurezza, una segnale-
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competenze in altre discipline. I downhiller trovano infatti pane per i loro denti a Plan de Corones, i ciclisti su strada conoscono la Pusteria dalle tappe del Giro d’Italia e da altre gare internazionali, per i mountain biker la maggiore gara di montainbike d’Italia, la „Südtirol Dolomiti Superbike“, è imperdibile, e alla fine di giugno in Val Pusteria si svolgerà la prima settimana dell’E-Bike. La Val Pusteria punta quindi a diventare la prima zona dell’Alto Adige per offerta in tema di bicicletta, e a offrire sia ai residenti che agli ospiti il massimo in materia di qualità, sempre in sintonia con la natura incontaminata della zona.
H. Rier
tica uniforme e, non da ultimo, anche il trasporto delle biciclette con i mezzi pubblici. Un aspetto di cui Karl Fritz Schmidhofer si era reso conto già circa 25 anni fa. Per offrire un’alternativa stagionale allo sci, aveva infatti iniziato a noleggiare agli ospiti una decina di biciclette. L’annuale incontro con la municipalità di Lienz ha consentito di attuare le misure necessarie, migliorando soprattutto la sicurezza e la segnaletica lungo la tratta San CandidoLienz. Il noleggio bici di Schmidhofer è andato così sviluppandosi, e quasi contemporaneamente anche l’utilizzo della pista ciclabile. Il trasporto delle biciclette fino al punto di partenza con il treno ha però incontrato delle difficoltà per insufficiente capacità del servizio, e così Schmidhofer è stato precursore in Alto Adige nello sviluppo del concetto di PusterBike: il cliente può noleggiare una bicicletta presso uno dei circa 30 punti distribuiti tra Rio Pusteria (Italia) e Spittal (Austria) e poi restituirla in uno qualsiasi di essi. Le bici vengono successivamente riportate nei punti di noleggio tramite furgoncini con appositi rimorchi. In questo modo, il viaggio di ritorno dell’ospite risultava comodo e assolutamente facile. L’idea ha avuto successo, e nel frattempo Schmidhofer ha oltre 4.000 bici a noleggio e annovera tra i suoi clienti 103 associati dei „BikeHotels Südtirol“. Il miglioramento della tratta Rio Pusteria-San Candido era ed è tuttora considerato molto importante in Val Pusteria. Il ciclista può godere un paesaggio molto vario, anche se questa parte è fisicamente un po’ più impegnativa rispetto a quella da Dobbiaco a Lienz. Lungo il tragitto, numerose possibilità di ristoro e amenità da visitare invitano a fare una piacevole sosta e ripagano delle piccole salite… Inoltre, per i più sportivi addentrarsi nelle valli laterali è sempre una sfida in più. Gli operatori turistici si sono ovviamente chiesti come rendere la tratta altoatesina più accessibile e interessante anche per i meno sportivi e le famiglie. Così, oggi vi sono offerte interessanti per i ciclisti da diporto, come i Bike-Shuttles che li portano nelle valli laterali, da cui possono poi ritornare alla ciclabile o al punto di partenza percorrendo una dolce discesa. Attualmente, anche la bicicletta elettrica sta conquistando la Val Pusteria. La bikemobil Card, un biglietto combinato per il noleggio e il trasporto con i mezzi pubblici, rende l’offerta interessante anche dal punto di vista del prezzo. Gli operatori che ruotano attorno alla ciclabile non hanno dubbi: la tratta è un grande potenziale per tutta la valle. Il ciclista ha infatti modo di apprezzare l’impareggiabile paesaggio in maniera comoda e sana, si muove all’aperto e dà per di più un contributo anche alla difesa dell’ambiente. Nello sviluppare la ciclabile sul fondovalle ci si è resi conto di possedere un ampio ventaglio di
» Heidi Hauser
OK Südtirol Dolomiti Superbike. “Amo tutti gli sport che si possono praticare all’aria aperta. Dopo avere lavorato 8 anni nell’ambito del turismo in Val Pusteria, ne conosco i tanti punti di forza, ho presenti le esigenze dei nostri ospiti e so consigliarli al meglio”.
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L’Alta Pusteria offre sentieri per tutti i gusti, dai più agevoli ai più impegnativi
» Camminare è la miglior medicina « Fa bene alla circolazione, elimina lo stress e favorisce la capacità di concentrazione. Che camminare faccia bene alla salute in generale, gli scienziati lo sostengono ormai da tempo. Il fatto poi che camminare in Alta Pusteria sia particolarmente bello e salubre, che i sentieri pittoreschi permettano di rilassarsi e si possa perfettamente combinare l’attività all’aperto con il wellness e la buona cucina, lo rende un evento davvero irresistibile. In passato l’escursionismo era considerato un’attività propria di persone all’antica, una convinzione confermata anche dal cliché dell’escursionista. Pantaloni alla zuava, camicia a quadretti, capellino per proteggersi dal sole, zaino e incedere monotono verso la cima o il rifugio - questi gli elementi caratteristici. Tutto ciò però appartiene al passato ormai da parecchio tempo. L’escursionista moderno è in realtà completamente diverso. Al giorno d’oggi tra gli appassionati di questo sport ci sono giovani e meno giovani, di spirito progressista o conservatore, uomini e donne, poveri e ricchi, sportivi e meno sportivi. Insomma, tutti vanno a camminare. E questo è certamente un bene, assicura
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l’Istituto Tedesco per l’Escursionismo, che ha scoperto tutta una serie di effetti benefici del moto: pare che camminare sia salubre e renda felici, questa in breve la conclusione. La ricerca sugli effetti salutistici del camminare svela ulteriori dettagli: l’effetto rasserenante stimola la produzione di ormoni e semiochimici; la permanenza in ambienti naturali riduce la sensazione di esaurimento psichico e favorisce la capacità di concentrazione; la vista di paesaggi verdi e soprattutto esteticamente attraenti rallenta le pulsazioni, abbassa la pressione arteriosa, riduce la conducibilità della cute e la tensione muscolare. Il colore verde allontana le emozioni negative mentre incrementa quelle positive, alza il livello dell’ormone che regola il tono dell’umore, rallenta e calma le onde elettriche dell’encefalo. Dunque, camminare come terapia olistica. E che terapia! Si ha modo di apprezzare paesaggi stupendi, ci si fa inebriare dalla natura e dall’armonia e ci si dimentica rapidamente della quotidianità. Questo è l’effetto di cui beneficiano anche tanti amanti dell’Alta Pusteria. La patria delle Tre Cime non solo si distingue per le ripide pareti rocciose e le alte vette, ma è affascinante anche per i suoi numerosi
per entrambe le cose: dopo l’escursione innanzitutto un po’ di wellness, poi un piatto di speck e formaggi accompagnato da vino altoatesino. E’ un toccasana per corpo e mente. Georg Weindl
SMG/F. Blickle
sentieri romantici che si snodano nelle idilliache valli laterali o lungo le sponde di laghi solitari, nonché per le alte vie con vista panoramica mozzafiato. Allora non resta che passare dalla teoria alla pratica. Per iniziare, non c’è nulla di meglio di una tranquilla camminata in quota attraverso l’Alta Pusteria. Partendo da San Candido ci si dirige verso il Klammschlössl, proseguendo verso Costa Nosellari per il sentiero in quota lungo il versante nord dell’Alta Pusteria con una vista spettacolare sulle Dolomiti di Sesto e di Braies. Lasciandosi alle spalle il maso “Anderterhof” ci s’inoltra negli ombrosi boschi di larici fino all’Ehrenberg per raggiungere poi il centro di Dobbiaco. Il sentiero si percorre comodamente in due ore. Chi invece aspira a qualcosa di più impegnativo può seguire da Dobbiaco Nuova il sentiero per Novecase e proseguire fino a Villabassa o salire dal Lago di Braies alla Malga Foresta. Una passeggiata classica è anche la romantica Val Fiscalina nei pressi di Sesto, dove su ambo i lati svettano imponenti pareti rocciose, e ci si può concedere una pausa nell’accogliente Rifugio di Fondovalle. Infatti, rifocillarsi al rifugio costituisce una sosta obbligata e i gustosi piatti dell’Alto Adige sono l’ideale per concludere in bellezza un’escursione. Si può anche decidere di farsi coccolare nella Spa con un massaggio, fare il bagno, sudare nella sauna o rigenerarsi nel bagno di erbe. La soluzione ottimale? Optare
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Escursionisti sul Monte Elmo. Da qui è possibile percorrere la Cresta Carnica fino al Rifugio Sillianer Hütte.
» Cosa fare a un passo dal cielo « Idee e proposte per il turismo in quota Non serve molto per raggiungere certi luoghi della terra dove sembra di toccare il cielo, e se non si ha voglia di raggiungere vertiginose altezze a piedi, perché non usufruire dei comodissimi impianti di risalita? Croda Rossa, M.te Elmo e Baranci non sono che esempi, ma una volta scesi dalla funivia, dalla seggiovia o dall’ovovia, non siamo solo più vicini al cielo: la prospettiva e la vista valgono davvero lo sforzo, anche se la salita fosse effettuata a piedi, perché le montagne appaiono nella loro maestosità, uniche sovrane sul verde dei prati e dei boschi e del blu del cielo. Una volta raggiunta la stazione a Monte del Baranci, le possibilità si aprono a ventaglio. Per i più giovani (di età e di spirito!) c’è la pista di discesa Funbob, dove comodamente seduti su una sorta di slittino estivo che
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scorre su una monorotaia, si scende fino alla stazione a valle, lungo 1.738 metri di binario, dando l’illusione di una giostra aperta sui monti. Per chi desidera una piccola pausa, un’ottima idea potrebbe essere quella di usufruire del nuovo rifugio Gigante Baranci presso la stazione a monte, a 1500 m, dove si ritrovano tutti gli elementi tipici della baita di montagna. Dal medesimo punto, per chi volesse fare una passeggiata, tra i tanti, c’è il sentiero che riporta in centro a San Candido passando per i Bagni di San Candido, un tempo maestosi, ora in rovina. Queste fonti divennero celebri tra la nobiltà asburgica quando, verso la fine del XIX secolo la struttura venne ampliata fino a diventare il meraviglioso albergo che l’osservatore moderno può immaginare, lasciando liberamente correre la fantasia, a partire da qualche pennellata di affresco che ancora si intravede.
Le fonti di acqua di questo luogo, una sulfurea e l’altra ferrosa, sono state riconosciute per gli effetti benefici in loro possesso e la zona è stata recentemente sistemata per chi cercasse un po’ di relax nel verde circostante, permettendo di assaggiare l’acqua delle fonti e, perché no?, immergere i piedi nei ruscelli in cerca di frescura. Accanto all’albergo sorge la cappella di S. Salvatore ai Bagni, risalente al 1594, interamente affrescata all’interno, appena restaurata. Il monte Elmo non è da meno, anzi. Chi non sogna di vedere, almeno una volta, l’alba da 2100 m di altezza? Il calore del sole che sorge dietro le cime circostanti vale sicuramente la levataccia necessaria per arrivare in tempo (la partenza è alle 4,00 circa), perché si sa, il sole non aspetta! Ad addolcire un già meraviglioso paesaggio si aggiunge il nuovo rifugio Ristorante Monte Elmo presso la stazione a monte, con grandi finestre panoramiche che invitano a non perdere neppure un secondo della meravigliosa vista. Per la discesa o le passeggiate in quota c’è solo l’imbarazzo della scelta tra, per citarne alcuni, il sentiero che conduce al rifugio "Sillianer Hütte", in territorio austriaco, dove per chi presta attenzione, tra le rocce danno il benvenuto delle simpatiche marmotte; o
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il sentiero che conduce a Sesto, passando per la suggestiva Cappella del Bosco, costruita durante la prima guerra mondiale interamente in legno e utilizzata tra il 1915 e il 1918 in sostituzione della chiesa di Sesto distrutta dal fuoco del conflitto.
Per coloro che avessero invece deciso di intraprendere la strada verso la Croda Rossa, c’è la possibilità, tra i molti itinerari, di seguire i percorsi della Grande Guerra (attualmente è aperto il settore Anderter Alpe). Per tutti c’è una curiosa sorpresa alla stazione a monte: una quindicina delle aiutanti di Babbo Natale, le renne, trascorrono evidentemente l’estate su queste meravigliose montagne, pronte ad incontrare tutti coloro che desiderino avvicinarsi al loro recinto!
» Martina Merola
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Laureata in Comunicazione a Padova, ama viaggiare e scoprire nuove mete, culture e tradizioni. Da sempre innamorata di Dobbiaco, dove trascorre l’estate, ha deciso di conciliare le due cose, per non essere mai troppo lontana.
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Gustare queste delizie qui o portarle a casa? Il Cafè Bistro Senfter’s propone un ambiente piacevole in stile tirolese, con una terrazza al sole sulla piazzetta. Il Bistro serve i vari piatti al tavolo, ma prepara anche cibi da asporto. Tutto all’insegna della qualità e dell’attenzione per il cliente! Gli ospiti si sentono sempre benvenuti e trattati con un occhio di riguardo. La squadra della Macelleria Salumeria Senfter con il Cafè Bistro Senfter’s sono lieti di presentare i nuovi spazi. In Piazzetta Senfter c’è sempre vita!
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Alle Fotos: Privates Fotoarchiv Til Schweiger
Til Schweiger con il figlio Valentin Florian
» Di casa in Alto Adige « Intervista con Til Schweiger Til, da bambino sei venuto spesso a Dobbiaco con i tuoi genitori e i tuoi fratelli. Anche oggi, ti si vede qui di frequente, anche con i tuoi figli, a sciare o durante le vacanze estive. Al di là dei rapporti di parentela, che cosa più ti attira di Dobbiaco? Til Schweiger: Amo Dobbiaco. Mi è familiare fin da quando ero bambino, qui mi sento bene, a mio agio. Dobbiaco è una costante della mia vita. Quasi tutte le vacanze estive le ho trascorse qui con i miei fratelli e i miei cugini. Tu sei sempre molto in giro per il mondo, molto dinamico, uno che probabilmente ha pochi spazi liberi per sé per via della sua forte presenza mediatica. Molti vengono qui in Alta Pusteria per stare con sé stessi, godersi la natura, o semplicemente per liberarsi dalla tirannia del tempo. Condividi tutto ciò o hai un’altra motivazione? Til Schweiger: Condivido. E’ un posto meraviglioso che mi rilassa tantissimo. Per me, il profumo dei prati falciati e il suono dei campanacci sono come magici, e trasformano la mia solita giornata in una vacanza. Aggiungiamo poi anche un piatto di Schlutzkrapfen, ed eccomi proprio al settimo cielo. Tu sei un amante dichiarato della famiglia. Cosa vorresti trasmettere ai tuoi figli portandoli spesso qui con te? Til Schweiger: Vorrei mostrare loro i posti della mia infanzia, riempire i miei racconti con immagini e volti di persone. Dobbiaco era e rimane il luogo in cui la famiglia si ritrova. E’ un buon punto per incontrarsi. Il legame della tua famiglia con quella Glauber, che a Dobbiaco ha un grande rilievo, è senza dubbio una delle ragioni per cui il tuo legame con Dobbiaco persiste. La vostra famiglia, quella diretta e quella allargata, ha prodotto molte menti creative. Ne ho conosciute alcune, tutte persone legate al posto, che si sono contraddistinte non solo per la creatività ma prevalentemente anche per il loro impegno sociale, nella difesa dell’ambiente, e per la loro grande umanità. Cos’è che lega queste persone a Dobbiaco, cosa cercano qui o cosa trovano? Til Schweiger: Per me e per la mia famiglia, l’ospitalità e il cosmopolitismo dei Glauber sono leggendari. Il prossimo anno, le case qui a Dobbiaco compiranno 100 anni. Max Glauber fondò
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la fabbrica di radio “Unda”, famosa ai suoi tempi, creando posti di lavoro. La “villeggiatura estiva” era ed è un’occasione di incontro. C’è un libro degli ospiti che illustra un po’ quei tempi. Colpisce leggerlo. Vita e morte, gioia e dolore, e sempre poetiche descrizioni della bellezza. A Dobbiaco, mio zio ha sposato la sorella di mia madre, e si è sposato anche mio fratello. Qui hanno visto la luce idee grandiose. Hans Glauber ha avviato i famosi “Colloqui di Dobbiaco”. Non posso naturalmente parlare per tutti, ma posso dire che quello che ci fa sempre ritornare sono un particolare modo di stare insieme, la bellezza della zona e la pace di cui si gode. Soprattutto negli ultimi 50 anni sono accadute naturalmente moltissime cose, non solamente a Dobbiaco ma in tutta la zona. Come spesso accade, anche in questo caso c’è però sempre un rovescio della medaglia. I cambiamenti positivi e quelli meno. Tu ti sposti continuamente tra Berlino, Amburgo e il resto del mondo. Dal tuo punto di vista di “cittadino del mondo” quali sono le cose che Dobbiaco dovrebbe mantenere e quelle sulle quali dovrebbe invece riflettere? Til Schweiger: Quello che deve rimanere è la mia pizzeria preferita, gli Schlutzkrapfen e… lo skilift Rienz: un posto speciale a Dobbiaco, il cosiddetto “frigorifero” – come lo chiamiamo noi in famiglia, appunto gli skilift lungo il torrente Rienza. Qui, intere generazioni hanno imparato a sciare e a slittare. E’ proprio affascinante riviverlo con i propri figli. Il bel rifugio ha sempre pronti tanti piatti prelibati per rendere un po’ meno noiosa l’attesa con gli altri genitori. Un posto a cui non vorrei rinunciare. Parlando seriamente, trovo veramente ammirevole come Dobbiaco ha saputo svilupparsi. Innanzitutto la produzione decentrata di energia, la ristrutturazione del Grand Hotel. Il traffico rappresenta senza dubbio un elemento di forte impatto e c’è bisogno di buone idee che aiutino a non influire negativamente sulla bellezza del luogo.
Cosa faresti come prima cosa se potessi essere qui? Come sarebbe la tua giornata perfetta a Dobbiaco? Til Schweiger: Fare una bella dormita e una colazione come si deve. E poi un giro in mountain bike a Prato Piazza, e lì godermi un bello spuntino. Infine stendermi un po’ al sole sul prato per ricaricarmi, godermi la vista e rientrare a Dobbiaco. Qui in Alta Pusteria si ha un occhio di riguardo per le strutture a misura di famiglia. Anche i tuoi figli sono stati spesso qui. A quale categoria appartiene per loro Dobbiaco? “Noioso”, “così così” o “bello, ancora”? E perché? Til Schweiger: A loro Dobbiaco piace. Sci, palestra di roccia, escursioni, e alla fine un bel gelato in premio. So che, da bambini e da ragazzi, tu, i tuoi fratelli e i tuoi cugini qui avete vissuto tante avventure. Fai sorridere anche noi e raccontaci un aneddoto di quei tempi a Dobbiaco che ancora ricordi con piacere! Til Schweiger: La storia si intitola “gelato sui monti”. Nostro padre era appassionato di alpinismo, ed era quindi ovvio che durante le vacanze estive si facessero spesso delle escursioni. Noi bambini, però, non sempre condividevamo il suo entusiasmo. A noi attiravano il parco „Grieswaldile“ con il suo ruscello o la piscina. Di malavoglia acconsentivamo a seguire “l’invito”, e man mano che si saliva il nostro umore peggiorava. Quindi mio padre una volta promise in premio Maja un gelato quando fossimo arrivati al Bottazzi rifugio, il che fece miracoli con la nostra motivazione e soprattutTil Schweiger to con la velocità del nostro passo. Non va però dimenticato che la storia è ambientata nei primi anni ’70, e allora rifugi come ad esempio il Locatelli venivano ancora approvvigionati con le bestie da soma che salivano dalla Val Fiscalina. E non trasportavano certo contenitori frigo! Successe quindi quello che doveva succedere. Ci fu un ammutinamento. Mio padre ci riprovò ancora un paio di volte e il trucco funzionò. Ma ben presto divenne una sorta di frase proverbiale e le “condizioni” iniziarono a venire trattate con maggiore precisione. C’è qualcosa che vorresti dire alla gente di Dobbiaco o della Val Pusteria? Til Schweiger: Mi piacciono la vostra cordialità e la vostra schiettezza, e il fatto di potermi muovere libero e con naturalezza con la mia famiglia. Grazie della piacevole intervista!
» Maja Bottazzi
Viene da Düsseldorf e da 10 anni vive a Dobbiaco, dove insieme al marito Hajo gestisce uno dei più importanti negozi europei di minerali e fossili. Conosce la famiglia Schweiger da alcuni anni, con Til e soprattutto con il fratello Florian Schweiger è nata una solida amicizia. Vorrei citare Hans Glauber: “Più lento, meno, meglio e più bello”.
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» Vorrei citare Hans Glauber: “Più lento, meno, meglio e più bello” « Til Schweiger
Attore, regista, autore di sceneggiature e produttore
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Alle Fotos: Privates Fotoarchiv Til Schweiger
» la mia Alta Pusteria «
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Til Schweiger: Til Schweiger è attore, sceneggiatore, registra e produttore, una delle personalità di maggiore rilievo sulla scena cinematografica europea. Nei cinema lo hanno seguito oltre 50 milioni di spettatori (Keinohrhasen, Barfuss, Kokowääh, Oneway) ed ha partecipato anche a numerose produzioni cinematografiche internazionali (Bastardi senza gloria, Driven, Tomb Raider, ecc.). E’ stato insignito di molti riconoscimenti internazionali e tedeschi. E’ nato il 19.12.63 a Friburgo, in Brisgovia (D), e fin da bambino ha trascorso molti periodi di vacanza a Dobbiaco. Ha quattro figli: Valentin Florian (nato nel 1995), Luna Marie (nata nel 1997), Lilli Camille 1998) e Emma Tiger (nata nel 2002). Til Schweiger vive a Berlino, dove ha sede anche la sua casa di produzione cinematografica "Barefoot Films".
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» Musica a 360 gradi « Ogni anno, a fine giugno la Val Pusteria si trasforma in un crogiolo di suoni e culture diversi. Per molti appassionati di musica, l’„Alta Pusteria International Choir Festival“ è ormai un appuntamento fisso, che offre a tanti cori provenienti da tutto il mondo la possibilità di incontrarsi. Da tempo, infatti, la Val Pusteria è un punto d’incontro per la musica corale: dal 1998 hanno partecipato al festival ben 800 cori, con oltre 33.000 interpreti.
I mille volti della cultura I luoghi in cui si tengono i concerti sono tanti, e il repertorio vasto: questo fa dell’„Alta Pusteria International Choir Festival“ una manifestazione assolutamente speciale. Infatti, dove mai è possibile ascoltare
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in una stessa giornata le voci delicate delle ragazze coreane, le note romantiche dei gondolieri veneziani e i ritmi focosi dei mariachi messicani? Dove si possono ammirare leggiadre ragazze hawaiane danzare a fianco di travolgenti cosacchi? Anche quest’anno, dal 20 al 24 giugno la Val Pusteria sarà all’insegna della musica e del ritmo. Giornate in cui non ci si dovrà meravigliare di trovare alle fermate dell’autobus, in stazione o per strada, gruppi dai costumi più pittoreschi. Come i tanti suoni del festival, anche abiti e costumi sono infatti diversi e variopinti: dai lunghi abiti dei cori gospel afroamericani agli eleganti kimono dei coristi giapponesi, fino alle cuffie e agli zoccoli delle olandesine sorridenti. Sono circa 70 i concerti che hanno luogo nelle case della cultura, nelle sale da concerto, nelle chiese e nei castelli, nei rifugi e nella cornice della splendida natura della Val Pusteria. Ma il Festival internazionale del canto corale non è fatto solo di concerti. Tutta una serie di manifestazioni, centrate su tematiche diverse, vuole infatti promuovere lo scambio tra interpreti di cori e nazioni diversi, e coinvolgere i tanti ospiti con il fascino della musica corale. Particolare è poi la
Alle Fotos: Alta Pusteria Festival/M. Schönegger
cosiddetta “Chorparade”, la tradizionale sfilata dei cori per il centro di San Candido, che si svolge sempre di sabato (quest’anno il 23 giugno). La sfilata culmina con un concerto in Piazza del Magistrato a San Candido, durante il quale tutti i cori cantano insieme la famosa aria “Va pensiero” dal Nabucco di Giuseppe Verdi. Un vero avvenimento da non perdere!
primi successi e a prendere parte con il proprio coro ad alcuni festival europei. Profondamente colpito dalla ricchezza musicale e dal calore umano che ne scaturiva, Stefano Gentili aveva presto visto nascere il desiderio di organizzare egli stesso un festival, accogliendo in Italia cori provenienti da tutto il mondo. Gentili parla della sua passione dicendo che “bisogna sempre tenere presente che ogni coro porta sempre e comunque con sé una parte della propria terra. Ascoltando un concerto in cui vari cori di diversa provenienza eseguono il loro repertorio, è come compiere idealmente un viaggio nel loro paese”. L’Alto Adige e la Val Pusteria sono arrivati in un momento successivo. Gentili ha trascorso per la prima volta le sue vacanze al Lago di Braies nel 1991. “Devo confessare che non è stato un colpo di fulmine” ricorda oggi Gentili con un sorriso di compiacimento. “Penso che romani e altoatesini non potrebbero essere più diversi! Con il tempo, ho però imparato a conoscere meglio la gente della Val Pusteria e mi sono abituato alla mentalità di qui. Oggi posso affermare con orgoglio di sentirmi un romano “altoatesino””. La decisione di scegliere la Val Pusteria come luogo d’incontro e sede del festival corale è dovuta anche alla straordinaria cornice naturale, ai piedi delle Dolomiti. “Ero talmente conquistato dall’idea di organizzare un festival unico in un luogo talmente bello e affascinante, e che definirei quasi “da favola”, che nel 1997 sono entrato nell’Associazione turistica di San Candido armato solo del mio taccuino di appunti e ho presentato la mia idea. Devo proprio essere stato convincente!” dice Gentili ridendo. Eccome! Convincente come oggi, dopo quattordici edizioni di „Alta Pusteria International Choir Festival“.
Occasione di incontro Il Festival di musica corale è ormai divenuto un elemento imprescindibile nel calendario delle manifestazioni dell’Alta Pusteria, anche se a ben vedere non sarebbe nato proprio qui. Come in passato Gustav Mahler, anche il festival corale è qui in villeggiatura estiva: Gustav Mahler si trasferiva da Vienna in Alta Pusteria solamente in estate, e anche il festival di musica corale avrebbe infatti la sua sede ufficiale a Roma. Sì, proprio così: il festival nasce a Roma. Più precisamente, da un’idea di Stefano Gentili, padre e al tempo stesso direttore artistico del festival. L’”Alta Pusteria International Choir Festival” non potrebbe essere più „italiano“ di origine, per l’entusiasmo contagioso e per le felici coincidenze. Ma su questo ritorneremo in seguito. E’ stato poi un caso che il giovane Stefano Gentili, che sarebbe voluto diventare pianista, si sia avvicinato alla musica corale. Dopo avere infatti studiato musica corale e direzione di coro e orchestra presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, aveva iniziato a mietere i
» Veronika Pfeifhofer
Si interessa fin da bambina di cultura e di lingue e scrive come giornalista locale free lance. Le sue passioni sono la cultura e la storia. Ha studiato scienze della comunicazione.
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Alle Fotos: Original Tiroler Kaiserjägermusik
» Musica autentica per strumenti a fiato « Come i Rolling Stones stanno alla musica rock, i Wiener Philharmoniker a quella classica e Michael Jackson alla popmusic, senza dubbio la Kaiserjägermusik originale del Tirolo è l’emblema della musica tradizionale militare e per strumenti a fiato. In particolare, la musica per strumenti a fiato ha radici profonde nell’identità del Tirolo, e non c’è quindi da stupirsi che questi suoni maestosi siano stati adottati anche dall’esercito. Un breve sguardo alla storia: nel 1815 a Innsbruck viene fondata la prima “banda militare”, composta da quattordici elementi, a cui se ne sarebbero aggiunte molte altre. Con il tempo, le bande del reggimento dei Kaiserjäger sarebbero diventate famose. Ancora oggi, molte marce militari ricordano i reggimenti dei Kaiserjäger tirolesi. Particolarmente popolare è diventata la “Kaiserjägermarsch” del maestro Karl Mühlberger. La storia ha fatto il suo corso, e con il tramonto della monarchia austro-ungarica sono andate scomparendo anche le bande musicali dei reggimenti dei Kaiserjäger, che sono quasi cadute nel dimenticatoio. Ma non in Tirolo, dove esattamente 40 anni fa è rinata la cosiddetta „Original Tiroler Kaiserjägermusik“, la musica originale tirolese dei Kaiserjäger. In questi ultimi quattro decenni, i Kaiserjäger sono così riusciti a mantenere viva questa tradizione storica e a rinnovarla, senza mai perdere di vista lo spirito originario. La musica di questa banda non risente delle mode, è veramente qualcosa di senza tempo. Anche perché parliamo di un livello musicale elevato, dato che tutti i componenti della Original Tiroler Kaiserjägermusik sono veri professionisti. Molti sono infatti a loro volta capobanda e dirigono appunto bande locali. Entrare a far parte dei Kaiserjäger non è semplicissimo. C’è da sostenere una procedura di ammissione con tanto di prove. Il direttore, che attualmente è il tenente colonnello Hannes Apfolterer, decide personalmente se il richiedente può assolvere un anno di prova e dopodiché venire ufficialmente ammesso. Un particolare
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interessante: l’unico sudtirolese a far parte della Original Tiroler Kaiserjägermusik è di Dobbiaco.
Original Südtiroler Kaiserjäger Harald Lercher, classe 1974, è entrato per la prima volta in contatto con la Original Tiroler Kaiserjägermusik quando aveva 16 anni. “La prima volta ho sentito la Tiroler Kaiserjägermusik a Villabassa, a quei tempi ancora diretta dal fondatore, il tenente colonnello Siegfried Somma. Poi, una seconda volta, nel 1994 a Rio Pusteria, sotto la guida del giovanissimo sottotenente Hannes Apfolterer. Già allora ne ero molto entusiasta”, ricorda Harald, ora padre di due bambini. Ma è interessante ricordare come è arrivato a fare parte di questa formazione: nel 1999, in occasione di un’esibizione con la sua Oberkrainer-Band di allora, gli è stato chiesto se non avesse voglia di suonare nella Kaiserjägermusik. “Mi sono naturalmente sentito lusingato, ma in un primo momento ho rifiutato”, racconta. E c’è da capirlo, considerando la distanza che separa Dobbiaco dalla sede dell’associazione a Innsbruck, anche se l’idea di suonare con i Kaiserjäger ha continuato a frullargli in testa. “Circa sei anni fa ho poi deciso di fare richiesta per entrare nella Tiroler Kaiserjägermusik, e da allora non me ne sono mai pentito neppure per un attimo”, dice Lercher, che da cinque anni ormai suona il clarinetto piccolo in Mib negli Original Tiroler Kaiserjägermusik. “Il clarinetto piccolo in Mib ha un suono più alto di una quarta (4 toni) rispetto al consueto clarinetto in Sib. Fino a 50 anni fa, quasi ogni banda del Tirolo aveva un clarinetto piccolo in Mib. Ora in Alto Adige lo suona solamente una ventina di musicisti. Ma per avere un registro completo, e soprattutto per ottenere il timbro giusto della vecchia musica austriaca tradizionale, il clarinetto piccolo in Mib è indispensabile”. Ci si accorge subito dell’entusiasmo con cui
questo tecnico forestale parla del suo strumento. E pensare che all’inizio avrebbe voluto suonare la tromba. Ma che cosa induce un padre di famiglia pieno di impegni, e che oltre alla musica cura anche altri hobby e interessi, ad accollarsi la fatica di essere membro di una banda così professionale, con tutto il tempo che è necessario dedicarle? La risposta è semplice quanto convincente: l’amore per la musica. “Suonare è per me molto più di un’occupazione del tempo libero”, dice Harald Lercher. “E poi, per me la musica per strumenti a fiato è più di semplice musica. E’ un’eredità e una tradizione da portare avanti”. La Tiroler Kaiserjägermusik, banda storica militare di fiati, è infatti permeata di un forte spirito cameratesco e senso di appartenenza. Settimana dopo settimana, 80 musicisti appartenenti alle più diverse professioni e fasce d’età e provenienti da ogni
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parte del Tirolo si incontrano infatti a Innsbruck per le prove. Per motivi organizzativi, non è possibile fare più di una prova alla settimana. Gli incontri sono quindi sempre molto intensi e durano anche tre ore. “Il singolo componente deve quindi essere in grado di preparare da solo a casa anche pezzi difficili e di eseguirli alla perfezione dopo poche prove d’insieme”. Non è certo un compito facile. Il sogno di suonare con i Kaiserjäger si può realizzare solamente con tanta ambizione, disciplina ferrea, e naturalmente la comprensione e il sostegno della famiglia. E comunque, un altro tratto distintivo dei Kaiserjäger pare essere la modestia. Come dice Harald Lercher: “Sii modesto: c’è ancora tanto da scoprire!” Veronika Pfeifhofer
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Quattro chiacchiere con il sommelier Mario Pargger
» Un goccio di buon vino è salutare « La qualità è importante. Negli ultimi anni, non solamente in ambito culinario ma anche in quello della cultura del bere, pare essersi infatti diffusa la consapevolezza dell’importanza di assumere minori quantità, ma in compenso di perseguire una maggiore qualità. Un’impressione che voglio approfondire con uno dei più esperti sommelier dell’Alto Adige, immergendomi nel meraviglioso mondo dell’enologia. Non è certo un segreto che il vino faccia parte della cultura. Che cosa sarebbe mai un paese senza tutte le sue specialità in cucina e in cantina? Come sarebbe triste la nostra esistenza senza tutte le mille differenze culinarie esistenti! La società manifesta un crescente interesse per l’enogastronomia, i programmi televisivi di cucina che ospitano personaggi del settore spuntano come funghi, e anche la curiosità per l’enologia sta vivendo un vero boom. Il desiderio di sperimentare il vero piacere del bere non è più riservato a una ristretta elite di esperti, ma da alcuni anni ha iniziato a diffondersi tra tutti. In fin dei conti, un goccio di buon vino regala momenti piacevoli, che talvolta possono diventare addirittura indimenticabili. O, come dicevano già gli antichi greci “là dove manca il vino muore l’incanto della vita!” Di conseguenza, negli anni scorsi anche la viticoltura ha subito un forte sviluppo, come si può rilevare anche nella nostra Provincia. In termini di superficie vitata l’Alto Adige non vanta grandi estensioni, ma si colloca ciononostante ad alti livelli sia nazionali che internazionali e vanta addirittura diversi vini di eccellenza. E chi può essere migliore giudice di un tecnico esperto quale Mario Paregger, F&B-Manager del Mountain Resort Patzenfeld di Sesto? E’ curioso, ma questo sommelier e accademico del vino originario della Carinzia ha scoperto questa sua passione quasi per caso. Aveva appena iniziato un tirocinio
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come tecnico delle telecomunicazioni, quando decantando un vino ne era rimasto talmente colpito da decidere su due piedi di dedicarsi da quel momento ad approfondire una materia tanto affascinante. Dopo essersi formato come cuoco e cameriere, ha quindi fatto esperienza presso alcuni ristoranti altoatesini di alto livello e si è recato anche all’estero, tra l’altro su di una nave da crociera e negli Stati Uniti. Dal 2009, con la sua squadra di ca. 25 persone è responsabile della ristorazione nel Caravan Park, un angolo di paradiso immerso tra le Dolomiti. Occuparsi del benessere degli ospiti in fatto di cibo 365 giorni all’anno è una sfida che ha affrontato con energia e impegno professionale. Qui, l’appassionato di vini è comunque nel suo elemento naturale, sempre alla ricerca del vino giusto per ogni occasione e ogni palato. Un buon sommelier, dice Pargger, deve infatti conoscere il cliente per individuarne al meglio le preferenze: non si tratta infatti di trovare e consigliare il vino più costoso, ma piuttosto quello di volta in volta più adatto. In generale, poi, oggi la clientela è più preparata, consuma di meno, ma contemporaneamente la conoscenza dei vini di eccellenza è cresciuta in maniera esponenziale. E’ poi interessante notare come neppure questo settore sia immune da precise tendenze. In questo momento gli estimatori del vino puntano infatti più su prodotti regionali che rispecchino il territorio. I vitigni aromatici sono molto apprezzati, si prediligono nuovamente le note fruttate rispetto ai vini affinati in barrique, come accadeva invece alcuni anni fa. “Tra l’altro, un vino deve assolutamente avere le sue ‘spigolosità’”, sottolinea il manager F&B “perché è ciò che lo rende interessante, quello che è ‘perfetto’ alla lunga diventa noioso… proprio come una donna, o no?” aggiunge con aria maliziosa. E di prelibatezze tipicamente locali l’Alto Adige è ricchissimo. Le proposte vanno da eccellenti vini bianchi come il Gewürztraminer, a rossi gradevoli, tra
cui particolarmente apprezzati sono il Lagrein e il Pinot Nero. “Il Pinot Nero dell’Alto Adige, in particolare, è ideale accompagnamento alla nostra cucina locale”, ci rivela il professionista “perché esalta il sapore dei cibi senza sovrastarlo!” Quando gli chiediamo quali siano i suoi preferiti, inizia ad andare in estasi, e ci fa chiaramente capire come essere sommelier non sia tanto una professione quanto piuttosto una vocazione. Senza dimenticare che Mario deve sempre essere attento e aperto alle nuove proposte, e che non ritiene ancora conclusa la sua formazione (obiettivo dichiarato è un futuro Master of Wine, al quale sarebbe il primo italiano); i Riesling tedeschi, i Borgogna e i rossi piemontesi sono dichiaratamente quelli che più lo conquistano. Ma anche un buon calice di Champagne secco non è male… Il nostro breve ma affascinante excursus nella cultura del vino ci fa venire voglia di saperne di più. La vita è troppo breve per bere male: se ancora non lo fossi stata, dopo questa intervista ne sono comunque assolutamente convinta! Ma come fa il profano a riconoscere un buon vino? “Il prezzo è senza dubbio un primo indicatore”, mi confida il mio interlocutore, “un vino troppo a buon mercato è già di per sé sospetto perché non può soddisfare i criteri di una buona coltivazione a condizioni corrette ed eque”. Ciò non significa comunque che un buon vino debba essere per forza costoso. Semplicemente, il rapporto qualità-
prezzo dovrebbe essere quello giusto e il vino dovrebbe rivelarsi equilibrato e armonico. Anche se il migliore indicatore è sempre il proprio gusto, perché è da quello che dipende alla fin fine… e, ovviamente, da come il vino lo si beve e con chi… perché gustare un buon sorso di vino regala sen’altro gioia di vivere!
» Judith Steinmair
Ha studiato giurisprudenza; dal 2002 libera professionista nell’ambito del project management con diversi lavori pubblicistici in materia; fino al 2010 coordinatrice e responsabile di redazione dell’Almanacco dell’Alta Pusteria.
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Settimana della montagna Michl Innerkofler(28.7.-4.8.2012) Il tema La 2ª Settimana della montagna Michl Innerkofler, organizzata per la prima volta nell’estate del 2011 in onore dell’alpinista di Sesto Michl Innerkofler (1848–1888), è dedicata alla prima ascensione della Parete Nord di Cima Dodici. Oltre a una speciale festa dedicata con spettacolo di fuochi sulla Croda dei Toni (28.7.2012), a un’interessante proiezione di diapositive sulla gara della prima ascensione in occasione dell’anniversario (30.7.2012) e a una serata di film (1.8.2012), tutta la settimana verranno proposte escursioni e ascensioni sulla Croda dei Toni.
Le Tre Cime sono probabilmente le vette più note delle Dolomiti di Sesto, ma l’obelisco di roccia di Cima Dodici che domina il fondo della Val Fiscalina Alta non è certo da meno. Chi riesce a compiere una prima ascensione qui può considerarsi nel novero dei migliori alpinisti. Parliamo dello Spigolo Nord, per la cui prima ascensione nell’estate del 1932 si scatenò una vera e propria gara. Gli scalatori che durante il periodo d’oro dell’alpinismo sulle Dolomiti erano alla ricerca di prime spettacolari, su Cima Dodici trovavano pane per i loro denti. L’imponente colosso di pietra è inattaccabile, e la cima è stata raggiunta solamente nel 1874 – quindi dopo Cima Grande – dalla famosa coppia di Sesto Michl e Johann Innerkofler. Negli anni successivi, si era andati lentamente avvicinandosi al problema principale, lo Spigolo Nord, attraverso la parete est, la parete nordest e infine la gola nord. Un’impresa tutt’altro che semplice, come avrebbero dovuto sperimentare i fratelli Franz e Toni Schranzhofer, che negli anni ’30 del secolo scorso erano considerati tra i migliori. I due scalatori, originari di Sesto, fecero un primo tentativo nel settembre del 1931, ma senza successo. Dopo un bivacco dovettero infatti fermarsi e ridiscendere, e la soluzione del problema venne quindi rimandata. Gli Schranzhofer ben sapevano che il merito spetta solamente ai primi. Così, ad esempio, Toni Schranzhofer con la sua cordata era riuscito nella seconda ascensione della vicina Parete Nord di Cima Una, ma nella memoria erano rimasti i primi, StegerFam. Prenn Via Monte Elmo 6, I-39030 Sesto tel. 0474 710 381 fax 0474 710 111 info@hotelwiesenhof.com 66
Quelle: Internet
» Una gara per l’onore della prima « Wiesinger, che avevano conquistato per la prima volta il Pilastro nord nel 1928. Un successo che naturalmente feriva l’orgoglio di Sesto, perché si riteneva che le principali prime nelle Dolomiti di Sesto dovessero venire effettuate da grandi dell’alpinismo locale. E tra queste vi era anche l’imponente Spigolo Nord di Cima Dodici, un enorme masso con una parete nero giallastra articolata in crepacci e camini sul lato nord. E proprio lì che si staglia evidente lo Spigolo Nord, con una linea elegante che arriva fino sulla cima, a 3094 metri, il punto più alto della “Meridiana di Sesto”. Una vera sfida per tutti i migliori di allora. Tra questi, si annoveravano anche Hans Steger, originario di Bayreuth, e la bolzanina Paula Wiesinger, che all’epoca avevano aperto molte vie importanti sulle pareti delle Dolomiti, e che verso la fine del 1932 fanno la loro comparsa ai piedi di Cima Dodici. La notizia della presenza di Steger e Wiesinger non tarda a diffondersi, obbligando gli Schranzhofer ad agire in fretta. Per gli ospiti vengono organizzate delle guide sostitutive, tutto il materiale necessario viene reperito scendendo nottetempo a Sesto, e salendo verso i piedi della Parete Nord di Cima Dodici i due fratelli non dimenticano di raccomandare al gestore del Rifugio Comici di svegliare la coppia Steger-Wiesinger un’oretta più tardi. Steger e la sua compagna
di cordata si vedono così rovinare i loro piani, e quando arrivano alla parete gli Schranzhofer hanno già diversi tiri di corda di vantaggio. Un vantaggio che riescono a conservare, anche perché estraggono nuovamente tutti i chiodi per mantenere la distanza dagli avversari. Il 30 luglio 1932, la cordata Steger-Wiesinger raggiunge la vetta circa quattro ore dopo gli Schranzhofer. La gara per la prima ascensione dello Spigolo Nord di Cima Dodici, una delle più impegnative delle Dolomiti di Sesto, può dirsi così conclusa.
» Stefan Herbke (45) per professione è molto a contatto con la montagna, in estate a piedi o in mountainbike, in inverno invece sugli sci o con la slitta. Nel 2006 ha attraversato le Dolomiti da Funes a Sesto con Christoph Hainz.
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Alle Fotos: Residence Königswarte-Strata Hotel
Il Residence Königswarte – Strata Hotel a Sesto: un bell’esempio di architettura moderna nelle Alpi.
» Quando la tradizione incontra il design « Il residence Königswarte - Strata Hotel di Sesto mostra come il paesaggio naturale veramente unico delle Dolomiti si possa coniugare con un’architettura alpina innovativa. E’ così nato un edificio inserito nel paesaggio, con grandi vetrate che si aprono sulle Dolomiti di Sesto.
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I proprietari Judith e Christian Schwienbacher erano molto orientati a un’architettura decisamente contemporanea e non volevano assolutamente riproporre il solito canone dello stile alpino. Nel 2006 hanno così deciso di incaricare il giovane studio internazionale di architettura „Plasmastudio“. Il rinomato team di architetti con sede a Londra e radici a Sesto ha saputo ben coniugare le richieste del committente con le esigenze in termini di costi e di tempi. Il “senso di intimità” tipicamente tirolese si sarebbe dovuto evocare in modo accattivante e innovativo con il ricorso a materiali locali (loden e legno di larice della Val Pusteria) e con l’attento inserimento nel paesaggio circostante.
Un obiettivo pienamente raggiunto, come testimonia l’eco positivo sulla stampa di viaggio e architettura in tutto il mondo. Di „Strata Hotel“ parlano riviste rinomate come Wallpaper, Geo Saison, Baumeister ecc. “La struttura moderna dell’attiguo albergo quattro stelle è un must per tutti gli appassionati di architettura…” scriveva Geo SAISON Extra Südtirol, e continuava: “Gli architetti della regione realizzano capolavori puristi tra le loro montagne nel pieno rispetto della natura. I rilievi coperti di boschi e le cime aguzze sono più di uno sfondo, e anzi determinano forme e colori. Fino a quando montagna e blu si fondono…” Grazie a questo progetto, al „Plasmastudio“ sono stati conferiti il „Piper’s Award - New Architect of the Year 2008“, nonché vari altri premi e riconoscimenti („Alpine Interior Award 2011, Preis für alpine Raumkonzepte – Innenarchitektur“).
Käserei
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Âť la mia architettura ÂŤ
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» Un’architettura che mi appartiene. Volevamo creare una costruzione che tenesse adeguatamente conto delle esigenze di una precisa realtà turistica, senza tuttavia dimenticare il connubio fondamentale con le Dolomiti di Sesto. Il legno, materiale locale per eccellenza, è diventato il leit-motiv capace di connotare l’architettura di un edificio decisamente moderno. Da un lato, gli spazi da me progettati si contrappongono in un certo qual modo a una struttura tradizionale, pur inserendosi nel paesaggio attraverso una scelta di materiali locali e la presenza di orizzonti fluidi. « Ulla Hell
architetto, Plasma Studio
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rotwild/shutterstock
Ricetta …
» Torta di grano saraceno « Con marmellata di mirtilli rossi per una tortiera di 28 cm Ingredienti 250 g di burro 250 g di zucchero
250 g di farina di grano saraceno 6 tuorli 6 albumi 1 bustina di lievito per dolci
Mescolare il burro precedentemente ammorbidito con lo zucchero fino a ottenere un composto schiumoso e aggiungere a poco a poco i tuorli. Continuando a mescolare, aggiungere gli altri ingredienti, la farina di grano saraceno, le nocciole tritate e il lievito. Alla fine incorporare delicatamente gli albumi montati a neve. Versare il composto in una tortiera precedentemente imburrata e infarinata e cuocere in forno preriscaldato. Temperatura di cottura: da 160 a 180 gradi Tempo di cottura: da 50 a 60 minuti
250 g di nocciole tritate 1 goccio di rhum Inoltre burro per la tortiera marmellata di mirtilli rossi per farcire
Una volta raffreddata, tagliare la torta ricavando due dischi, inumidire con un goccio di rhum e spalmare abbondante marmellata di mirtilli rossi. Servire con panna montata. Un consiglio: tutti gli ingredienti dovrebbero essere a temperatura ambiente La squadra del Rifugio Prato Piazza vi augura buona torta!
„Il nostro rifugio Prato Piazza è immerso nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies. Stanze accoglienti, un’ottima cucina tirolese e italiana, ma soprattutto le nostre torte fatte in casa, invitano senz’altro a concedersi una sosta. Sulla terrazza al sole, ma anche nelle accoglienti stube, ci si può concedere un po’ di sano ozio e godersi la pace. Siamo aperti tutto l’anno e saremmo felici di darvi il benvenuto!” RIFUGIO PRATO PIAZZA Fam. Schwingshackl Braies tel. 0474 748650 www.plaetzwiese.com Ci potete raggiungere in auto, ma anche a piedi, partendo da Ponticello, Braies.
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Concorso fotografico …
» La più bella escursione in Alta Pusteria « Camminare in Alta Pusteria è una delizia per tutti i sensi. La cornice delle Dolomiti con aspre cime e viste mozzafiato, i diversi percorsi – dalle passeggiate sul fondovalle alle alte vie, dai sentieri circolari alle ferrate – fanno dell’Alta Pusteria un vero e proprio paradiso per tutti gli escursionisti, indipendentemente dall’età e dall’allenamento. Il concorso fotografico di quest’estate infatti è tutto incentrato sull’escursionismo: inviateci le migliori foto della vostra più bella camminata! Anche quest’anno abbiamo in serbo splendidi premi per i tre vincitori.
sull’Almanacco dell’Alta Pusteria. La giuria, composta da rappresentanti del Consorzio Turistico, delle singole Associazioni Turistiche e della redazione della rivista valuterà e premierà le vostre foto. Potete inviarle per posta o e-mail (max. 2 MB) al seguente indirizzo:
Regolamento:
Buon divertimento!!! Consorzio Turistico Alta Pusteria
Sono ammesse al massimo tre foto per famiglia. Partecipando al concorso, il fotografo dà il proprio consenso affinché il Consorzio Turistico Alta Pusteria utilizzi tutte le foto inviate per scopi pubblicitari indicandone l’autore e le pubblichi
» Consorzio Turistico Alta Pusteria Via Dolomiti 29, I-39034 Dobbiaco e-mail: info@altapusteria.info Inviare entro: 01.10.2012
ins spe ita Kau (Konvertiert)-1 02.11.2007 16:10 Uhr Seite 1
Gustoso, saporito, fetta dopo fetta
A. Nocker & C. SNC Macelleria / Salumificio Via Dolomiti 19/A 39034 Dobbiaco (BZ), Tel. 0474/97 21 86 Fax 0474/97 27 73 73
Concorso fotografico …
» Paesaggi invernali in Alta Pusteria inverno 2011/12 «
1° Posto
2° Posto
Zampati Nicoletta
Petrignani Graziano
Cari lettori, ancora una volta abbiamo invitato i nostri ospiti a inviarci le loro migliori foto scattate durante le vacanze, questa volta sul tema “Paesaggi invernali in Alta Pusteria“. Il nostro più sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno partecipato al concorso, mentre ci congratuliamo vivamente con i primi tre classificati, le cui foto sono pubblicate su questa pagina. Trovate inoltre una selezione delle migliori foto nel nostro Fotostream su Flickr: www.flickr.com/photos/altapusteria.
Vincitore inverno 2011/12 Primo premio: Weekend per due persone in Alta Pusteria Secondo premio: Cena per due persone in Alta Pusteria Terzo premio: Plaid da picnic dell'Alta Pusteria
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3° Posto
G. Bressanin
H. Oberhofer
» Katharina Prenn Paesaggio innevato a Prato Piazza. Aspettando il prossimo inverno.
Si Interessa di lingue, fotografia e cultura. Attualmente frequenta il Liceo pedagogico a Brunico.
» Anteprima inverno 2012/13 « » Care lettrici, cari lettori, alla stregua dell’estate, anche l’inverno in Alta Pusteria si presenta con un fascino del tutto particolare. Tra pochi mesi i prati verdi saranno ricoperti da una bianca coltre di neve e la stagione fredda dispiegherà tutta la sua magia. Ci piacerebbe rendervi partecipi di questa atmosfera nella nostra edizione invernale. Essendo lo sport invernale di fondamentale importanza per l’Alta Pusteria, abbiamo provveduto a raccogliere per voi tante curiosità e informazioni utili sui vari tipi di sport, come lo sci, il fondo, le ciaspolate. Come da parecchi anni ormai, anche nella prossima stagione invernale ospiteremo nella nostra terra diverse manifestazioni sportive di respiro internazionale. A dicembre è previsto l’esordio della Coppa del Mondo di Skicross a San Candido, una disciplina relativamente giovane e piuttosto turbolenta. Quattro atleti alla volta scendono contemporaneamente lungo un percorso fatto di salti, dossi e curve paraboliche. Vincerà chi se la caverà meglio per bravura, abilità e capacità di imporsi. Che aspettate? Venite, sarà una bella sorpresa! Gli appassionati del fondo di tutto il pianeta vedranno poi l’Alta Pusteria ricomparire alla ribalta all’inizio di gennaio, quando il Tour de Ski si fermerà a Dobbiaco. Gareggeranno per il primo posto i migliori fondisti di fama internazionale, tra cui in prima linea il vincitore dell’anno scorso Dario Cologna come pure Petter Northug o Justyna Kowalczyk. Inoltre, da non perdere
a metà gennaio la 37a edizione della Pustertaler Ski-Marathon, la più antica e popolare competizione di sci di fondo dell’Alto Adige, che per due giorni consecutivi vedrà un gran numero di atleti disputare come protagonisti nello stile classico e stile libero. Dopo il grande successo del 1° International Curling Open Air Tournament svoltosi presso il Lago di Braies, il Curling Club di Villabassa ha già programmato la seconda edizione per il prossimo inverno. Particolare cura e attenzione vengono dedicate anche alle nostre tradizioni e alla nostra cultura. L’Alta Pusteria vanta usanze profondamente radicate, che rivivono in occasione di molte feste e festività. Periodicamente il calendario prevede pure manifestazioni, mostre e concerti, e naturalmente non mancheremo di fornirvi una serie di ricette squisite e facili da eseguire. Vi aspetta di nuovo, quindi, un’edizione colorata, densa, unica, che rispecchia le peculiarità della natura della nostra terra. Una terra che offre sempre qualcosa di nuovo da scoprire e che tiene sempre in serbo qualche sorpresa. Speriamo che possiate trascorrere in Alta Pusteria un’indimenticabile vacanza invernale, mentre da parte nostra non vediamo l’ora di accogliervi ancora una volta con il nostro più caloroso benvenuto. Vi aspetta dunque un ricco viaggio di scoperta attraverso tutta l’Alta Pusteria. «
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brandnamic.com Foto: Simone Ruzzenente
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