Almanacco estate 2017 by Tourist Info Innichen San Candido

N u m e r o 4 6 | E s t a t e 2 0 17

Almanacco Tre Cime Dolomiti

Gratuito presso le Associazioni Turistiche e gli esercizi membri

Highlights a San Candido L’Alto Adige cerca

Incontri in piazza

06/07/17 20/07/17 27/07/17 03/08/17 17/08/17 24/08/17 31/08/17

L’Alto Adige cerca te

14/07/17 – 16/07/17 TUTTO IL PAESE IN FESTA Gustose specialità locali accompagnate da un ampio e vario programma musicale (musica bandistica, folk, jazz e soul,...) e una varietà di programmi per bambini promettono un fine settimana meraviglioso.

SHOPPING, PIACERE E MUSICA Giovedì sera i negozi in zona pedonale saranno aperti dalle ore 20.30 alle ore 22.30. I ristoratori di San Candido dalle ore 17 offrono una vasta scelta di specialità tirolesi, il tutto circondato da musica dal vivo fino alle ore 23.

09/09/17 – 10/09/17

24/11/17 – 06/01/18

MERCATO CONTADINO E ARTIGIANALE CON FESTA »HEUGABEL«

ALL’INSEGNA DELLA TRADIZIONE E DELLA NATURALEZZA

Piazza del Magistrato Sabato: ore 10 – 18 Domenica: ore 10 – 15

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Cari ospiti, cari lettori, se state sfogliando quest’edizione dell’Almanacco, vuol dire che avete deciso di trascorrere le vostre ferie estive da noi, zona delle Tre Cime nelle Dolomiti. Ovviamente, la vostra scelta ci rende molto felici e non mancheremo di riservarvi un’accoglienza calorosa. Siamo lieti di condividere con i nostri ospiti il meraviglioso paesaggio naturale e le splendide montagne di questa zona, che consideriamo un preziosissimo dono della natura. Infatti, non ci stancheremo mai di adoperarci affinché il vostro soggiorno possa diventare il più piacevole e unico possibile. Per noi, l‘ospitalità non è meno importante dell’offerta, tanto ampia e variegata quanto il territorio e le opportunità offerte dalla nostra bellissima zona vacanze. Da noi in Alta Pusteria, non avrete infatti che l’imbarazzo della scelta tra le numerose strutture ricettive e di ristorazione, tutte gestite con grande passione, le infinite proposte sportive, gli eventi, le infrastrutture e molto altro ancora. Per i nostri lettori, anche questo apprezzatissimo magazine risulta essere ormai da diversi anni un fedele compagno di avventure attraverso la zona delle Tre Cime nelle Dolomiti. Abbiamo letteralmente preso per mano i nostri ospiti, nell’intento di accompagnarli alla scoperta della nostra regione, permettendo loro in molti casi di gettare uno sguardo dietro le quinte e di scoprire interessanti curiosità locali. Per consentire ai lettori di comprendere al meglio questa terra e la gente che la abita, i nostri collaboratori e autori hanno saputo raccogliere nel corso degli anni un’enorme varietà di materiale: testimonianze dirette sul tema della natura, ritratti di personalità eclettiche, racconti di tradizioni ed eventi storici, suggerimenti, informazioni di ogni tipo in merito alle manifestazioni in programma e tanto altro. Sono costretto a comunicarvi che purtroppo questo sarà il penultimo numero dell’Almanacco Alta Pusteria nel suo format attuale, ma stiamo già pensando di sorprendere i nostri lettori nella prossima stagione invernale con un’edizione speciale “Best of”. Infatti, la riorganizzazione delle realtà turistiche nella nostra provincia ha dato anche a noi l’impulso di seguire strade nuove. Una cosa però è certa: la favolosa destinazione delle vostre vacanze non cambierà e saremo sempre qui ad accogliervi a braccia aperte. Il tipo di comunicazione che vi proporremo in futuro costituirà anche per noi un’interessante sfida da affrontare in una fase di cambiamenti. Come diceva Franz Kafka, le strade si aprono percorrendole.

Dieter Wurmböck

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Il Wellbeing Hotel Monika è unico come le caratteristiche vette dolomitiche. Traendo ispirazione dalla bellezza naturale delle Alpi, la parola d‘ordine al Monika è “spazio per anima e corpo”. Gli amanti dello stile e dell‘estetica rimarranno entusiasti degli spazi per il relax nelle suite esclusive, tutte caratterizzate da un design individuale ispirato alla natura. Sia all‘interno che all‘esterno, inoltre, gli ospiti possono assaporare momenti di benessere da dedicare solo a sé stessi. Le tentazioni culinarie del già ricco buffet di prima colazione vengono addirittura superate alla sera, nel ristorante di alto livello. Il programma annuale di attività e gusto, frutto della creatività e della passione dei collaboratori, è il giusto mix di attività, equilibrio e ore da trascorrere insieme. Direttamente sulla soglia del Monika, anche la natura circostante offre il suo spazio.

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Con questo obiettivo in mente, mi auguro che gradiate la lettura dell’Almanacco estivo! Il Presidente del Tre Cime Marketing Dieter Wurmböck

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Estate 2017

In questa edizione Quando il lavoro diventa una vocazione

Attenzione… l’Olperl è nei paraggi!

I contadini delle malghe e i gestori dei rifugi di montagna ricoprono molteplici ruoli nel contesto alpino. �� 8–10

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Fare la spesa dal contadino 12–14

La vacanza per tutti quelli che si godono la libertà senza rinunciare a comfort e servizi.

Dove tutti sono campioni con la mountain bike attraverso la zona delle tre cime nelle dolomiti

Fare la spesa dal contadino Una breve rassegna delle aziende agricole della zona delle Tre Cime nelle Dolomiti �� 12–14

• Posizione centrale ma tranquilla • A 150 m dalla funivia Monte Elmo e dalla fermata dell’autobus

�� 40–42

• Parco giochi • Ampia sala giochi per bambini • Luna & Terra Spa• Garage

Tour of the alps, giro d’italia e l’eroica

• Rimessa biciclette • Lavanderia e stireria • Ascensore • Senza barriere architettoniche

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Una società ecocompatibile è una società umana �� 16–18

Gourmet Festival Alta Pusteria 2017 Un viaggio tra i sapori �� 20–21

Villeggiatura allo stato puro �� 48–50

La volpe è veramente astuta come si dice? �� 52–55

Dove l’ospite è sovrano… o il sovrano ospite!

Festival del PATRIMONIO MONDIALE Settimana della MONTAGNA VERTICALarena

�� 56–60

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Chalet Rudana La casa interamente in legno, inaugurata nell’inverno 2015/16

10 accoglienti e spaziosi appartamenti per 2-6 persone con zone notte separate, arredi graziosi e una piacevole atmosfera altoatesina.

e realizzata in armonia con la natura, offre cinque esclusivi appartamenti in stile chalet per 2-5 persone con rispettivamente due balconi, una cabina a infrarossi privata e una stufa in maiolica.

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“Bunker” nelle Dolomiti �� 64–65

Oggi andiamo a raccogliere funghi! �� 26–30

Concorso di disegno �� 66–67

I superpoteri del magnesio il minerale dolomitico e le sue preziose virtù �� 32

Malga Prato Piazza

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E DITOR IAL I nostri partner:

Pubblicazione: dicembre e giugno (2 volte all’anno: estate & inverno) Editore: Tre Cime Marketing Direttore responsabile: Michael Wachtler Grafica e impaginazione: Agenzia Pubblicitaria Rotwild (Bressanone) – www.rotwild.it Redazione e coordinazione: Tre Cime Marketing / Hörmann Patrizia Traduzioni: Maria Luisa Schäfer, Daniela Spanu Foto di copertina: Manuel Kottersteger Foto: Hannes Fuchs- Fuchdesign, U. Bernhart, C. Covi, C. Ladurner, C. Rossi, M. Kottersteger, Ass. Turistica San Candido, Dobbiaco, Villabassa, PhotoGrünerThomas, archivio parchi naturali, C. Tschurtschenthaler Stampa: Litopat SpA

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QUANDO IL LAVORO DIVENTA UNA VOCAZIONE

I CONTADINI DELLE MALGHE E I GESTORI DEI RIFUGI DI MONTAGNA RICOPRONO MOLTEPLICI RUOLI NEL CONTESTO ALPINO.

NON SONO SOLO PASTORI, RISTORATORI E CUOCHI MA ANCHE E SOPRATTUTTO CUSTODI DEL PATRIMONIO NATURALE E PAESAGGISTICO. SI ASSICURANO, TRA L’ALTRO, CHE I SENTIERI SIANO ACCESSIBILI, LE STACCIONATE STABILI E I PRATI SICURI. PER AFFRONTARE TUTTO QUESTO LAVORO, BISOGNA ESSERE MOSSI DA UNA FORTE PASSIONE E DA UN GRANDE AMORE PER LA NATURA, COME TESTIMONIANO I GESTORI DELL’ALPE NEMES E DELLA ROSSALM. Le giornate estive iniziano sempre molto presto per Innerkofler Otti. E dire “presto“ è dire poco! “Ogni mattina mi alzo tra le tre e le quattro” – racconta il gestore dell’Alpe Nemes, situata al di sopra del Passo Monte Croce – “e per prima cosa mi dedico al lavoro in stalla”. Dopodiché produce il burro e l’apprezzato formaggio fresco di capra e prepara lo strudel di mele. Da 16 anni Otti, un discendente della celebre guida alpina Sepp Innerkofler della Val Fiscalina, vive assieme alla moglie Klara sull’Alpe Nemes a 1.877 metri d’altitudine. La malga è aperta o da metà maggio al I novembre, e in questo periodo il lavoro di certo non manca! Innanzitutto, Innerkofler si occupa del benessere di escursionisti e mountain biker, in più si prende cura di circa 400 animali, tra mucche, vitelli, cavalli e capre. Otti e sua moglie sono i gestori della malga, ma quando il lavoro si intensifica sono affiancati da diversi aiutanti. Gli animali e la gastronomia non sono però le uniche occupazioni. “L’alpe si estende su una superficie totale di 1000 ettari, dunque sono necessari svariati lavori di manutenzione” spiega.

TALI ATTIVITÀ RISULTANO SPESSO DIFFICILI DA PIANIFICARE POICHÉ DIPENDONO PER LA MAGGIOR PARTE DALLE CONDIZIONI METEOROLOGICHE, CHE IN MONTAGNA SONO ASSAI IMPREVEDIBILI. A seguito di temporali e violente precipitazioni, occorre liberare i sentieri e rinforzare le scarpate. Si tratta di lavori impegnativi che non possono venire rimandati perché appena torna a splendere il sole, escursionisti e ciclisti si riversano di nuovo sui sentieri. I contadini contribuiscono alla manutenzione dei sentieri. Inoltre, bisogna regolarmente tagliare il bosco, sistemare le staccionate e spaccare la legna per coprire il fabbisogno del rifugio. La mole di lavoro non è di certo diminuita nel corso degli ultimi anni. La montagna è meta ambita da un crescente numero di visitatori e ormai viene scelta come destinazione non più solo dagli escursionisti, >> Malga Cavallo

ma anche da mountain biker e, di recente, dagli e-biker. Se poi un rifugio come l’Alpe Nemes è rinomato per la buona cucina, i gestori avranno il loro bel da fare. Con l’aumento del numero di turisti in alta quota, si moltiplicano anche le attività da svolgere per tenere in buone condizioni i sentieri e per posizionare i cartelli segnaletici. Oltre a tutto ciò, Otti non trascurerebbe mai le sue specialità, come il formaggio fresco di capra e lo strudel di mele. La sera si diletta poi a suonare la fisarmonica e d’inverno fa anche il maestro di sci.

Conoscete già tutte le stelle? Allora... provate fiori!

PER IL GESTORE DELLA MALGA NEMES TUTTO CIÒ NON COSTITUISCE UN PROBLEMA.

È MOSSO DA UNA PROFONDA PASSIONE E ASCOLTANDO I SUOI RACCONTI È DIFFICILE CAPIRE DOVE FINISCA IL LAVORO E DOVE INIZI LO SVAGO. Lo stesso vale per Krautgasser Herbert della Rossalm. Soprannominato “Hebs” dagli abitanti della valle, vive da 25 anni sull’alpe, situata a 2.164 metri al di sopra di Prato Piazza presso Braies. La malga è raggiungibile da Brückele (Ponticello) o Prato Piazza in 3 - 4 ore. Anche Hebs è un ottimo esempio di quanto il lavoro in montagna sia abbondante e variegato. In estate, assieme alla sua famiglia, si occupa di circa 300 vitelli, pecore e cavalli. In più, si assicura che gli escursionisti vengano rifocillati con cibo e bevande. “D’estate assumiamo anche degli studenti ad aiutarci”, ci racconta.

Malga Nemes

si possono programmare in anticipo, ogni giorno salta fuori qualcosa di nuovo”. Ogni tanto – ma per fortuna piuttosto raramente – accadono eventi inaspettati come la frana dell’estate scorsa sulla Piccola Croda Rossa, che fece precipitare oltre un milione di metri cubi di roccia. D’altro canto, capita anche di vivere esperienze positive e momenti molto intensi, ad esempio assistere a meravigliosi tramonti o ammirare cieli stellati, che lasciano sempre a bocca aperta chi viene dalla città. Con una versione rustica, alpina e non propriamente seria del golf, Hebs ha già attirato l’attenzione qualche anno fa. E lo scorso luglio, le leggende bavaresi dello sci Rosi Mittermaier e Christian Neureuther sono saliti alla Rossalm accompagnati da un numeroso gruppo di persone per presentare il loro libro di ricette altoatesine.

“L’occupazione principale è rappresentata dal bestiame, la parte gastronomica è solo secondaria – ma è quella più redditizia” spiega Hebs. Anche attorno al rifugio il lavoro non manca. Staccionate e sentieri devono regolarmente venire controllati e all’occorrenza sistemati. Anche il bestiame va tenuto costantemente sotto controllo. “Sono lavori che non

Malga Cavallo

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Tutto ciò che rende un maso tanto confortevole è stato qui realizzato con il comfort dei tempi di oggi. Essere qui corrisponde a una rinascita dei sensi, a concentrarsi sulle cose essenziali. Annusate il profumo del fieno, sentite, vedete e provate il calore del fuoco, gustate i prodotti dei contadini locali, sentite l’aria e trovate la pace che troppo spesso è andata persa nella vista quotidiana. Potete semplicemente essere voi stessi. Glinzhof Chalet Natur Resort · Fam. Jud · Monte San Candido 5 · 39038 San Candido · Tel. 0474 913448

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Georg Weindl Autore

riscaldata!

Giornalista freelance, vive in Baviera, nel Chiemgau, e gira molto l’Alto Adige realizzando reportage per quotidiani, riviste e guide di viaggio.

Fare la spesa dal contadino Una breve rassegna delle aziende agricole della zona delle Tre Cime nelle Dolomiti

Più autentico di così non si può! Quello che un tempo era un consiglio da intenditori, è diventato ormai da tempo un’usanza comune. Infatti, un numero crescente di buongustai consapevoli ha cominciato a rifornirsi – per quanto possibile – direttamente nei negozi agricoli o negli spacci aziendali.

SENZA DUBBIO, AL GIORNO D’OGGI I SUPERMERCATI SONO ESTREMAMENTE PRATICI. Sugli scaffali possiamo trovare tutto l’occorrente per la vita quotidiana. E anche qualcosa in più... In alternativa, spopola la vendita diretta dal contadino. I consumatori sembrano ispirarsi al motto che esprime la tendenza del momento ovvero “ritorno alla natura”, prediligendo prodotti regionali e prestando attenzione all’esatta provenienza di ciò che comprano. Un “giro di shopping” nei masi più autentici, infatti, si rivela sempre una scoperta. “Assaporare come una volta”, così il Regiohof sintetizza la sua ideologia. A 1.400 metri di altitudine, la famiglia Brugger si impegna a dare lustro alle antiche tradizioni e ricette e riportare in vita l’eredità degli avi. E il concetto trova un buon riscontro. Ormai i prodotti di alta qualità, come confetture, mostarde e alcolici, prodotti a partire dai frutti del Regiohof, non si trovano più soltanto presso il maso stesso ma anche nella bottega di cultura montana a Dobbiaco e in molti negozietti gourmet. L’Alto Adige, una regione fortemente radicata nell’agricoltura, abbonda di fattorie. Un numero crescente di famiglie contadine sta intraprendendo la strada della vendita diretta, offrendo i più svariati prodotti di produzione propria direttamente presso l’azienda agricola o in occasione di fiere e mercati. Così facendo, tali imprese reagiscono nel miglior modo al trend del momento. Fare la spesa dal contadino – per sapere cosa si compra.

SUGG E R I M E NTO: Potete trovare prodotti agricoli e biologici provenienti direttamente dalle fattorie anche al mercato del contadino e dell’artigianato di Dobbiaco! Rivolgetevi all’ufficio del turismo di Dobbiaco per scoprire tutti gli appuntamenti!

FORMAGGI E LATTICINI RIENTRANO TRA I PRODOTTI PIÙ RICHIESTI. I verdi pascoli e i prati disseminati di erbe aromatiche d’alta montagna che caratterizzano la zona delle Tre Cime nelle Dolomiti offrono i presupposti ideali per un’ottima alimentazione di mucche, pecore, capre e altri animali d’allevamento. L’eccellente qualità del

foraggio si riflette sul sapore del latte crudo, dal quale derivano prodotti finiti insuperabili in quanto ad aromi naturali. La lavorazione avviene secondo severi criteri qualitativi sotto l’attenta direzione della famiglia contadina stessa, la stagionatura e la maturazione variano da tipologia a tipologia e per l’ottima riuscita del prodotto finale ogni azienda conserva inevitabilmente i suoi segreti. Un buon esempio è rappresentato dal caseificio agricolo UNTEROLTLHOF A SESTO. Dal 2008 la famiglia Villgrater ha ampliato l’esistente attività agricola incentrata sul caseificio presso il maso. I prati a 1.450 metri d’altitudine, ricchi di saporite erbe aromatiche, costituiscono un vero e proprio paradiso per gli animali, il cui squisito latte rappresenta una perfetta base per deliziose varietà di formaggi. Sono in particolare i prodotti a base di latte di capra ad aver assistito ad una costante crescita della domanda. Le 25 capre del maso rendono in totale circa 60 litri di latte al giorno, il 10 per cento del quale è utilizzabile per la produzione di formaggio. Oltre alle gustose specialità casearie, l’impresa agricola propone anche speck e insaccati, chiaramente di produzione propria. Viaggia sulla stessa lunghezza d’onda il CAS E I FICIO LECHNERHOF, gestito dalla famiglia Patzleiner. Nella tranquilla Val di Braies, a 1.200 metri d’altitudine, gli appassionati agricoltori lavorano il latte delle loro capre e mucche per ottenere uno straordinario formaggio. In virtù del motto “piccolo ma pregiato”, quest’impresa tradizionale dell’Alta Pusteria si distingue per l’elevata qualità, grazie alla quale è già stata insignita di svariati riconoscimenti in occasione di degustazioni di formaggio a livello internazionale. A San Candido invece troviamo la famiglia Sulzenbacher, >>

che realizza creazioni casearie completamente naturali e genuine. Presso il MARERHOF, situato a 1.175 metri d’altitudine ai piedi del Monte Baranci, l’amore per l’agricoltura montana è un importante ingrediente nella lavorazione del prezioso latte crudo. Nel piccolo caseificio non si realizzano solo le classiche versioni pure di capra, pecora e mucca ma anche nuove e delicate versioni miste, proposte nella bottega del maso. LA VILLA WALDRUHE A DOBBIACO, IN QUALITÀ DI FATTORIA CERTIFICATA DEMETER, SEGUE UNA FILOSOFIA DEL TUTTO PARTICOLARE: la priorità sta nell’armonia con la natura, intesa come una relazione reciproca. Nella sua produzione casearia di altissimo livello, la biofattoria si basa sulla completa lavorazione del latte e su un processo produttivo perfettamente strutturato. L’ampio ventaglio di prodotti comprende diverse tipologie di formaggio, come ad esempio il formaggio di montagna, il formaggio fresco con erbe aromatiche della casa e il gustoso Camembert. CHIARAMENTE L’OFFERTA DEI NUMEROSI SPACCI AZIENDALI NON SI LIMITA AI LATTICINI. PER GLI AMANTI DELLE SPECIALITÀ A BASE DI CARNE E INSACCATI, LA MACELLERIA ARTIGIANALE STEINMETZ A SESTO È UNA DESTINAZIONE DA NON PERDERE. Nel proprio negozio, la fattoria vende carne fresca di eccellente qualità. Il segreto del suo successo è così facile da essere quasi scontato: sono i vitelli del maso a garantire un risultato impareggiabile! Oltre a bistecche, gulasch, costicine e delizie simili, vengono vendute altre prelibatezze a base di carne di vitello, quali salsicce di ogni tipo. Prodotti di carne e alimenti affumicati si possono trovare anche presso il bio-maso Ranerhof a San Candido, che opera secondo il credo dell’agricoltura biologica. Qui la priorità è rappresentata da un allevamento del bestiame consono alla specie. Le materie prime provenienti dal giardino della fattoria, nonché da prati e boschi, vengono lavorate in modo creati-

vo e trasformate in una grande varietà di prodotti biologici. Tra i più apprezzati, vanno menzionati i liquori, gli sciroppi, i sali da bagno e i cuscini di fieno o cirmolo – per un tocco di natura anche dentro casa! Lo stesso vale per il Feichterhof a Dobbiaco. Oltre ad un’ampia scelta di verdure fresche e pane fatto in casa, la famiglia Feichter realizza anche cuscini alle erbe aromatiche di montagna. A partire da quest’estate, potrete curiosare nella bottega del Nigglerhof a Dobbiaco alla ricerca di oggetti in legno. COLORO CHE DESIDERANO APPROCCIARSI AI PRODOTTI NATURALI E HANNO VOGLIA DI CIMENTARSI PERSONALMENTE IN QUESTO CAMPO, SONO CALDAMENTE INVITATI AL TOMISAHOF A DOBBIACO. In occasione di visite guidate alla fattoria e al giardino come anche durante le escursioni alla scoperta di erbe aromatiche, la contadina Verena Lanz non trasmetterà solo importanti informazioni riguardo alla natura, ma assisterà gli interessati anche nel bricolage con materiali naturali. Allora, perché non venite a dare un’occhiata ad una delle rustiche botteghe contadine, per poi sperimentare nuove ricette a base di ingredienti naturali?

Judith Steinmair Autrice Laurea in giurisprudenza; dal 2002 libera professionista di project management; nell’ambito di questa attività vari lavori di pubblicistica; fino al 2010 coordinatrice e responsabile di redazione dell’Almanacco Alta Pusteria.

UNA SOCIETÀ ECOCOMPATIBILE È UNA SOCIETÀ UMANA

SPUNTI CONCRETI DI SOSTENIBILITÀ NELLA ZONA DELLE TRE CIME NELLE DOLOMITI Nella zona delle Tre Cime nelle Dolomiti, la sostenibilità in senso lato non è una semplice dichiarazione di principio di questi ultimi tempi. Per secoli è stata infatti parte integrante di una cultura dalle radici contadine: operare in sintonia con la natura e non in contrasto con essa era imprescindibile perché fondamentale per la sopravvivenza. Oggi, di fronte alla complessità dello sviluppo globale e alle conseguenti sfide per l’ambiente e la gestione delle risorse, questa coscienza va assumendo una nuova dimensione. Alla base del concetto di sostenibilità sta la nostra responsabilità nei confronti della vita e della salvaguardia dei suoi fondamenti naturali, perché il pianeta rimanga vivibile. Riprendendo le parole di Hans Glauber, sociologo, artista e alpinista di Dobbiaco scomparso nel 2008, si tratta di “un nuovo progetto di civiltà”.

Obiettivo neutralità climatica. E tutti contribuiscono! Nei Comuni di Sesto, San Candido, Dobbiaco, Villabassa e Braies, amministrazioni, mondo

economico e cittadini si confrontano con questa tematica nell’ambito di tutta una serie di progetti e integrano il principio della sostenibilità nelle attività quotidiane e nel turismo. Si va dall’approvvigionamento di più abitazioni possibili con fonti energetiche rinnovabili a un sistema di trasporto pubblico ben funzionante, fino ad arrivare alle aziende orientate all’ecologia. Tutto ciò nel quadro di un obiettivo concreto: una riduzione delle emissioni di CO2 del 43,9% entro il 2020. Questo impegno liberamente assunto a favore della difesa dell’ambiente è stato formalizzato dai cinque Comuni dell’Alta Pusteria, facenti parte anche dell’Alleanza per il Clima, sulla base di un piano energetico.

I Colloqui di Dobbiaco, un invito a riflettere, partecipare e cambiare. L’Accademia dei Colloqui di Dobbiaco organizza tutta una serie di eventi, tra cui gli annuali Colloqui di Dobbiaco. Nel punto in cui due culture si incontrano, dal 1985 i Colloqui di Dobbiaco hanno affrontato tematiche ambientali cruciali e prodotto ipotesi di soluzione, diventando un importante appuntamento in tema di ambiente per l’area di lingua tedesca. Padre ispiratore e fondatore dei Colloqui è stato Hans Glauber, il cui concetto di un’economia più sobria è sintetizzato dall’enunciato

“PIÙ LENTO, PIÙ SEMPLICE, MIGLIORE E PIÙ BELLO”. In termini di politica energetica, significa: riduzione dei consumi energetici, maggiore efficienza ed energie alternative.

La centrale di teleriscaldamento di Dobbiaco: calore dall’energia del bosco Il teleriscaldamento con energia da biomasssa sta avendo un grande successo. Per gli abitanti di Dobbiaco e di San Candido, il risparmio annuo complessivo rispetto al gasolio ammonta a quattro milioni di euro. La centrale di teleriscaldamento

I PRODOTTI DI SESTO A Sesto, molti contadini e artigiani producono ancora oggetti meravigliosi con modalità tradizionali. Per la prima volta, quest’anno i prodotti verranno venduti e promossi con un marchio comune. I produttori saranno presenti al mercato agricolo e artigianale di Sesto.

fornisce energia termica ai due Comuni ed è una realtà di primo piano nella produzione di energia ecocompatibile in Alto Adige: il modulo ORC integrato nel 2003 per la generazione di energia elettrica è stato infatti il primo dell’Alto Adige. Chi fosse interessato a vedere di persona come cippato, corteccia e segatura si trasformano in energia termica ed elettrica, è invitato al percorso visitatori della Centrale di teleriscaldamento di Dobbiaco.

L’Azienda elettrica di Dobbiaco: energia pulita da più di 110 anni Non è male sapere come viene prodotta la corrente che esce dalla presa. Ad esempio, utilizzando l’energia idraulica in maniera ecocompatibile. E’ quello che la centrale idroelettrica di Dobbiaco, una delle aziende produttrici di energia elettrica di più lunga data dell’Alto Adige, fa dal 1900. L’Azienda elettrica fornisce energia a Dobbiaco, a Villabassa e al centro di San Candido. Utilizzando l’acqua della Rienza e del suo affluente, Rio Flodige, ogni anno quattro centrali producono milioni di kilowattora di energia pulita. L’Azienda elettrica di Dobbiaco approvvigiona attualmente con la propria rete circa 3600 utenti. Complessivamente, il 58%

del consumo annuo di energia dell’Alta Pusteria viene coperto dalla corrente prodotta in loco da energia rinnovabile.

NEL 2017 SESTO FESTEGGIA L’ANNO INTERNAZIONALE DEL TURISMO SOSTENIBILE

Il sole, origine primaria di energia In Alta Pusteria, ca. 4.200 mq di pannelli solari e almeno altrettanti metri quadrati di pannelli fotovoltaici danno un contributo non indifferente alla riduzione delle emissioni di CO 2 all’interno della regione. Grazie agli incentivi pubblici mirati e all’opera di sensibilizzazione della popolazione, su molti edifici sia pubblici che privati sono stati infatti installati impianti fotovoltaici. Particolarmente significativi alcuni impianti fotovoltaici a isola che consentono a malghe e rifugi di disporre di energia “a zero emissioni”.

Un turismo sostenibile non è solamente sinonimo di economia lungimirante, ma anche e soprattutto di capacità di rapportarsi correttamente con l’ambiente, di migliore qualità della vita e di rispetto e apprezzamento per le diverse culture. Nel 2017, Sesto si confronta con questa tematica con tanti progetti interessanti ed eventi incentrati sull’informazione e la sostenibilità.

Economia e turismo imboccano nuovi percorsi ecocompatibili Molte aziende del comparto turistico e agricolo rispondono alla sempre maggiore esigenza di sostenibilità individuando strategie proprie. “Si tratta di un aspetto rilevante per il futuro. I consumatori hanno una maggiore sensibilità e quando decidono di acquistare valutano sempre più se un’azienda produce in maniera sostenibile. Decidendo di aderire all’Alleanza per il Clima, vogliamo contribuire >>

a una modalità sostenibile e a minore impatto climatico”, afferma la Latteria Tre Cime, i cui soci principali sono contadini, e che lo scorso anno è entrata a far parte dell’Accordo sulla cosiddetta “neutralità carbonica” 2025. I prodotti regionali ecosostenibili sono molto apprezzati. Ad esempio, nel selezionare alloggio e ristorazione i buongustai che ricercano la qualità locale possono orientarsi in base al marchio „Quality Partner“ della Latteria Tre Cime e del Caseificio Sesto, che contraddistingue le aziende che utilizzano materie prime solo ed esclusivamente di provenienza locale. Vi è poi un marchio locale anche per i cereali: “Regiograno – Regiokorn”. Circa la metà della produzione locale di farro e segale è bio. Nella zona delle Tre Cime nelle Dolomiti, i turisti

sensibili alle tematiche ambientali trovano sempre più soluzioni di alloggio ispirate al criterio della sostenibilità. Non solo: grazie alla Mobilcard, viaggiando potete ulteriormente ridurre la vostra impronta ecologica, utilizzando la rete di trasporti pubblici a tariffe particolarmente vantaggiose. Per gli amanti della bicicletta, la Mobilcard viene proposta anche in combinazione con il noleggio delle due ruote.

Preservare e trasmettere alle generazioni future L’impegno dei Comuni dell’Alta Pusteria ha avuto molti riconoscimenti, tra cui quello di Legambiente, che lo ha più volte decretato „Comune 100% Rinnovabile“. Se riusciremo a preservare e a trasmettere i nostri preziosi habitat,

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il riconoscimento più ambito arriverà comunque dalle generazioni future.

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Alexa Falk Autrice

Godetevi splendide giornate di vacanza in Alta Pusteria. Qui, nel cuore della zona delle Tre Cime nelle Dolomiti, lo splendido paesaggio naturale invita al puro divertimento con gli sport estivi. Oltre alla gradevole atmosfera familiare e al caldo arredamento degli interni dominato da materiali naturali tipici della regione, contribuiscono al vostro relax anche gli angoli intimi dell’oasi benessere e i trattamenti di bellezza individuali. La leggera e prelibata combinazione gastronomica di piatti della tradizione mediterranea e alpina viene impreziosita dall’accompagnamento di ottimi vini. Vi invitiamo a trascorrere il tempo più prezioso dell’anno in nostra compagnia.

L’esperta in comunicazione vive tra la Baviera e l’Alto Adige. Per molti anni ha ricoperto mansioni di marketing manager e referente per la comunicazione. Attualmente opera come free lance per varie aziende e agenzie. C M Y K

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QUATTRO GIORNI, DUE PAESI, UNA VALLE & QUATTRO AMICI

GOURMET FESTIVAL ALTA PUSTERIA 2017 UN VIAGGIO TRA I SAPORI

NESSUN PIACERE È TEMPORANEO, IN QUANTO L’IMPRESSIONE CHE LASCIA È PERMANENTE. JOHANN WOLFGANG VON GOETHE

Dal 26 al 29 ottobre la parola d’ordine nella zona delle Tre Cime nelle Dolomiti ritorna ad essere “piaceri del palato”. In questo periodo infatti il Gourmet Festival Alta Pusteria aprirà nuovamente le sue porte ai buongustai e agli amanti del vino. Anche in questa quarta edizione, l’apprezzata serie di eventi promette un viaggio indimenticabile nel mondo della cucina gourmet e dei vini d’eccellenza. Il progetto ebbe origine nel 2004 per volere di Chris Oberhammer, il rinomato chef stellato altoatesino. Con il suo Ristorante Tilia, situato a Dobbiaco presso il Grandhotel, lo chef originario di Dobbiaco rientra ormai da svariati anni tra i “grandi” della scena gastronomica. Una volta ritornato in patria dopo gli anni di formazione nelle migliori strutture francesi e belghe, Chris Oberhammer ha contribuito in modo significativo alla gastronomia gourmet dell’Alto Adige. Ciò testimonia la sua mentalità aperta e la sua capacità di guardare oltre il proprio orticello. Il proverbio secondo cui troppi cuochi rovinano il brodo è stato chiaramente smentito dalla prima edizione del Gourmet Festival. L’ambiziosa idea alla base della manifestazione: i grandi protagonisti della scena culi-

naria italiana e austriaca insieme danno prova del loro valore, abbattendo i confini nazionali. Il progetto suscitò subito un entusiasmo generale, sia tra i protagonisti che tra il pubblico. Dunque non deve stupire il fatto che, sulla base della comune passione per la cucina, nacquero numerose amicizie e si instaurò un regolare scambio di idee tra gli esperti di gastronomia. Di conseguenza, l’ingegnoso pusterese fondò assieme a tre colleghi l’associazione “Culinaria Tirolensis”, focalizzandosi sulla cucina regionale e impegnandosi a svilupparla quanto possibile. I membri dell’associazione attribuiscono grande importanza all’impiego di prodotti regionali e alla collaborazione con produttori locali. Tra gli obiettivi dell’associazione rientra anche la promozione di giovani talenti e la formazione di svariate figure professionali del settore gastronomico. Inoltre, “Culinaria Tirolensis” si occupa anche dell’organizzazione di varie manifestazioni, tra cui il Gourmet Festival. Oltre all’ideatore Chris Oberhammer, tra i soci fondatori rientrano anche Markus Holzer di San Candido (Jora Mountain Dining), e i due austriaci André Cis (Panorama Hotel Cis a Kartitsch /Tirolo orientale) e Josef Mühlmann (Gannerhof a Innervillgraten/ Tirolo orientale). >>

Questo è il motto con il quale gli ambiziosi fondatori introducono anche quest’autunno la speciale rassegna culinaria ambientata nell’affascinante paradiso montano delle Dolomiti. I visitatori troveranno un festival di prima categoria, ricco di indimenticabili piaceri del palato e location idilliache. Che si tratti dell’inaugurazione presso l’accogliente Gannerhof nella primigenia valle Villgratertal, dell’esclusiva cena di gala al Grand Hotel a Dobbiaco o della colazione presso il ristorante stellato Tilia, il Gourmet Festival vi permetterà di assaporare deli-

ziose prelibatezze in un ambiente curato e di stile. Per il benessere fisico degli ospiti, i passionali cuochi Chris Oberhammer, Markus Jora e Josef Mühlmann daranno sfogo alla loro vena creativa in cucina. Parallelamente, i due sommelier André Cis e Anita Mancini sfodereranno la loro profonda conoscenza del mondo del vino. Nel corso dei 4 giorni, gli organizzatori del festival saranno affiancati da numerosi cuochi di spicco della scena nazionale e internazionale, da interessanti viticoltori e da talentuosi sommelier. Insomma, l’elite del gourmet sarà tutta

PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONSULTARE IL SITO WWW.GOURMETFESTIVAL-HOCHPUSTERTAL.COM

riunita! L’evento è un must per tutti i buongustai pronti a dedicare qualche ora ai piaceri della buona cucina e dei migliori vini. Come sostenuto da Winston Churchill, “dobbiamo offrire al corpo qualcosa di buono, perché l’anima abbia voglia di viverci dentro”. Ma attenzione: chi va a Roma, perde la poltrona. Dal momento che i posti per i singoli eventi sono limitati, la prenotazione è vivamente consigliata. >> Judith Steinmair

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IN SINTONIA CON L’ANNO DEL TURISMO SOSTENIBILE, CHE ISPIRERÀ TUTTO L’ANNO IN CORSO, A SESTO SI TERRÀ PER LA PRIMA VOLTA LA SETTIMANA DELLA MONTAGNA, CON DUE EVENTI DI PARTICOLARISSIMO RILIEVO E NUMEROSE PROPOSTE IN TEMA DI ESCURSIONISMO E ARRAMPICATA NELLE DOLOMITI PATRIMONIO MONDIALE UNESCO. UNA SETTIMANA DEDICATA ALL’ESCURSIONISMO A TUTTO TONDO, CHE PRENDE AVVIO DOMENICA 4 GIUGNO CON IL 1° FESTIVAL DEL PATRIMONIO MONDIALE DOLOMITI.

DOMENICA 4 GIUGNO

1° FESTIVAL DEL PATRIMONIO MONDIALE DOLOMITI VASTA SCELTA DI

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Questo evento estivo di segno particolare viene sostenuto dalla Fondazione UNESCO e si svolge a rotazione in uno dei Comuni delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO. Il primo di questa serie unica nel suo genere è giustamente il paese delle Tre Cime.

PURA LANA DI PECORA Il festival si svolge presso il laghetto di Sesto e propone non solo un mix di particolari prelibatezze gastronomiche, ma anche un ricco programma collaterale, per un’atmosfera giusta e alternativa in tema con le Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO. Il Festival vuole essere un’occasione per festeggiare insieme le Dolomiti Patrimonio Mondiale, per viverle e goderne in tutte le loro mille sfaccettature, coinvolgendo ospiti e gente del posto. Sarà soprattutto una giornata di incontro delle persone e con le persone, nel Patrimonio Mondiale Unesco. >>

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CON LA SETTIMANA DELLA MONTAGNA UNESCO, SESTO SI RIVOLGE POI QUEST’ANNO A UNA TEMATICA SPECIALE:

L’ALPINISMO. La prima ascensione della Cima Grande (2.999 m) nel 1869 è stata d’altra parte realizzata nientemeno che dalla guida alpina di Sesto e cacciatore di camosci Franz Innerkofler che accompagnava Paul Grohmann. Nel 2002, Anno internazionale delle Montagne, Sesto ha organizzato per la prima volta un Forum internazionale specialistico sul tema. Noti alpinisti e guide alpine sia locali che provenienti da tutto il mondo, medici dello sport, filosofi, cineasti ed esperti in materia di turismo si sono ritrovati ai piedi della Meridiana di Sesto per scambiarsi idee ed esperienze su quella che è senz’altro la più affascinante tra le attività da praticare in ambiente montano e sulla proverbiale “conquista dell’inutile”. Esattamente 15 anni dopo la sua prima edizione, la Vertical Arena di Sesto riparte così nel 2017. Nel corso della serata, famosi protagonisti locali e internazionali presenteranno le loro più recenti prime ascensioni su roccia e su ghiaccio. Successivamente, si dibatteranno con il pubblico i vari stili di arrampicata. La discussione vedrà anche la presenza e il contributo di noti autori, film maker e storici dell’alpinismo, che parleranno dell’evoluzione dell’alpinismo nel 21° secolo. Un format finora inedito. Il tema della serata sarà: “Più veloce, più in alto, più forte! Quo Vadis Alpinismus?”.

LA SERIE DI EVENTI PREVISTA DA

„VERTICAL ARENA SESTO“ VUOLE GUARDARE L’ALPINISMO CONTEMPORANEO ALLA LUCE DELLE TEMATICHE ATTUALI, VOLGENDO VOLUTAMENTE LO SGUARDO DAL PASSATO ALLA REALTÀ DEI GIORNI NOSTRI. Con questa serata, al centro dell’attenzione si collocheranno nuovamente l’alpinismo e lo spirito pionieristico insito nell’uomo dal tempo dei tempi. Nel 2017, „Vertical Arena Sesto“ riprende e approfondisce i temi della Settimana della Montagna UNESCO. Per tutti e sette i giorni sono previste ulteriori attività, come ad esempio un’escursione con l’ex asso degli sci Marco Büchel, un’escursione storica nel museo all’aperto Bellum Aquilarum, un’escursione geologica sulle Dolomiti di Sesto, un’escursione guidata „Flora e Fauna“ , una visita alla mostra in corso presso il Centro visite del Parco Naturale e molto altro ancora.

DOMENICA, 04.06.2017 FESTIVAL UNESCO presso il laghetto

ESCURSIONE GUIDATA con Marco Büchel nelle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO

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RELAZIONE A TEMA “GEOLOGIA”, escursione geologica sulle Dolomiti di Sesto, Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO

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GIOVEDÌ, 08.06.17 ESCURSIONE DI MEZZA GIORNATA fare escursioni in sicurezza Con visita alla mostra in corso presso il Centro visite del Parco Naturale Relazione sul tema „Flora e Fauna“

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Oggi andiamo a raccogliere

funghi

“ANDAR PER FUNGHI” È SICURAMENTE UNA DELLE PASSIONI PIÙ FREQUENTI DEI NOSTRI OSPITI IN ALTA PUSTERIA. DA PARECCHI ANNI È RISAPUTO CHE NELLE SPLENDIDE SELVE CHE RICOPRONO LE PENDICI DELLE MONTAGNE PUSTERESI CRESCONO IN ABBONDANZA I PRELIBATI GALLETTI E I PORCINI MA NON SOLO LORO, CRESCONO ANCHE DELLE SPLENDIDE RUSSOLE, I LATTARI, IL FUNGO DEL PANE O ANCHE LE APPREZZATE MAZZE DI TAMBURO E COSÌ MOLTI ALTRI. Forse però molti non sanno che la maggior parte dei funghi che noi tradizionalmente mangiamo non sono mai stati chimicamente studiati e quindi noi ingeriamo spesso sostanze presenti nei funghi ancora sconosciute. Sempre più spesso si sentono intossicazioni causate da funghi commestibili o, per lo meno, che noi tradizionalmente consideriamo commestibili.

Quindi attenzione, dobbiamo attenerci a delle regole importanti che possiamo qui riassumere: > I funghi vanno mangiati cotti almeno 10/15 minuti. E’ uso comune anche utilizzare i funghi crudi ma, ogni anno sono decine le intossicazioni causate dal prelibato porcino in carpaccio. > I funghi non devono essere mangiati in grosse quantità, devono essere utilizzati come contorno o nel sugo, mai come piatto principale. > Non vanno mangiati troppo di frequente, spesso le sostanze presenti nei funghi sono tollerate in basse concentrazioni ma purtroppo spesso si accumulano nel fegato e, se le ingeriamo più volte in pasti temporaneamente vicini, rischiamo un’ intossicazione. > Dobbiamo consumare funghi freschi o conservati a regola d’arte, spesso abbiamo

riscontrato intossicazioni da funghi deteriorati, o conservati male. Già quando li raccogliamo, per esempio, dobbiamo depositarli in un cestino rigido ed areato e non in sacchetti di plastica, dove il processo di decomposizione si innesca in breve tempo e quindi rischiamo di avere già dopo poche ore dei funghi in fase di putrefazione.

calendario ad esclusione dei sabati, delle domeniche e dei giorni festivi fino a giovedì 28 settembre. Nei nostri boschi non ci sono molte specie tossiche, ma purtroppo almeno tre sono da considerare velenose mortali: la famosa Amanita phalloides che cresce esclusivamente sotto il nocciolo (qui molto rara), mentre sua sorella, l’ Amanita virosa frequenta boschi misti di pino silvestre, abete rosso e betulla. La dose letale per un uomo è contenuta in 50–60 grammi di fungo fresco (circa un esemplare adulto).

> Infine pare ovvio che dobbiamo cucinare i funghi che conosciamo, un solo minimo dubbio potrebbe essere fatale. Per questo motivo consigliamo di far controllare i funghi raccolti al distretto sanitario di Brunico.

Dove e quando? Distretto Sanitario ufficio Servizio di Igiene in vicolo dei Frati n o 3 a Brunico: Il controllo si effettua dalle ore 17.00 alle ore 18.00 il lunedì e tutti i giorni pari del

I sintomi compaiono dopo una latenza di 6–24 ore e si manifestano con vomito incoercibile, coliche, dolori addominali e diarrea spesso emorragica. Unico rimedio un veloce ricovero presso il più vicino ospedale. Negli ultimi 15–20 anni le terapie intensive mirate hanno fatto abbassare di molto la mortalità, dall’80–90% al 10–20%. >>

Cortinarius Speciosissimus

Amanita Phalloides

Dove purtroppo la medicina non ha ancora trovato considerevoli progressi terapeutici è nell’intossicazione da Cortinarius speciosissimus il quale, dopo la sua ingestione, ha sintomi latenti per periodi lunghissimi, fino a quasi una settimana, dopodiché si manifesta con una fase di insufficienza renale acuta. Spesso la funzionalità renale non riprenderà più, il danno renale sarà quindi irreversibile e l’intossicato dovrà sottoporsi alla dialisi per tutta la vita o, comunque, fino ad un trapianto renale. Questo killer è molto frequente nei nostri boschi, infatti predilige boschi umidi di pino e abete. La cosa più importante da sapere è che quando noi raccogliamo un fungo non raccogliamo un semplice “frutto” da mangiare, ma raccogliamo una parte, chiamata corpo fruttifero, d’organismo prezioso ed indispensabile per la vita dei nostri boschi. Senza i funghi il bosco non sarebbe mai esistito e ancora oggi senza queste misteriose creature il bosco non avrebbe molto futuro. Vi consiglio di visitare la terza stazione “IL FUNGO” lungo il sentiero n°1 che gira intorno al paese di Sesto dove troverete ulteriori informazioni in merito. Vi raccomandiamo quindi massimo rispetto: quando passeggiamo nel bosco facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi e non raccogliamo o, ancora peggio, non danneggiamo quei funghi che non ci interessano!!! Un’ ultima interessante curiosità: lo sapete da quanti anni l’uomo raccoglie e mangia i funghi? Da disegni rupestri che risalgono a 10.000 anni fa abbiamo testimonianza che la specie raccolta non era una specie commestibile, ma bensì la famosa l’Amanita muscaria o ovulo malefico, che noi consideriamo come velenoso ma non mortale. E’ infatti risaputo, e di seguito scientificamente provato, che all’interno dell’ Amanita muscaria ci sono delle sostanze considerate allucinogene, che provocavano effetti positivi all’uomo preistorico in merito a sopportazione della fatica e al dolore. Probabilmente veniva utilizzato anche per ritualità religiose.

Amanita Muscaria

Per raccogliere i funghi dobbiamo attenerci alla legge provinciale che dice testualmente: La raccolta – è consentita nei giorni pari del mese dalle ore 07.00 alle ore 19.00, in quantità giornaliera non superiore ad un chilogrammo alle persone munite dell’apposito permesso, tale limite non vale se un unico corpo fruttifero supera un chilogrammo. La raccolta è consentita anche ai residenti nel comune di appartenenza senza l’obbligo del permesso ma con un documento di riconoscimento, fino ad una quantità di due chilogrammi. I proprietari dei fondi possono raccogliere senza limiti i funghi nella loro proprietà. Il permesso – è personale e viene rilasciato a persone di età superiore ai anni 14 dal sindaco, in riferimento al territorio di sua competenza, o lo stesso può delegare questa funzione agli enti turistici operanti sul territorio comunale. Il permesso deve indicare le generalità del richiedente e il giorno o i giorni ai quali si riferisce l’autorizzazione. Ha validità giornaliera o pluri-giornaliera e viene rilasciato dietro il pagamento di 8,00 € per giorno, da versare direttamente ai comuni oppure attraverso l’ente turistico, si può inoltre utilizzare un bollettino di conto corrente postale. Il titolare del permesso (tesserino) è obbligato a portarlo con sè durante le raccolta in modo ben visibile. Gli introiti derivati dal rilascio dei permessi devono essere stanziati da ogni comune, nella misura dell’80%, a lavori di miglioramento del patrimonio forestale. Divieti – è vietato raccogliere funghi nei parchi naturali, nei biotopi protetti, nelle zone ove sussiste pericolo di verificarsi di gravi danni all’ecosistema (tale divieto può essere specificatamente omesso nei permessi speciali a scopo scientifico), nelle zone private interdette mediante l’apposizione di tabelle indicative il divieto (regolamento del Decreto >>

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del presidente della giunta provinciale 21 luglio 1992, n. 30). E’ vietato inoltre raccogliere funghi con rastrelli o uncini che possono danneggiare il substrato del bosco ed è sanzionabile anche il danneggiamento di corpi fruttiferi sul terreno. Modalità di raccolta – i raccoglitori sono obbligati a pulire sommariamente i funghi sul posto di raccolta e a trasportarli solo a mezzo di contenitori rigidi, aperti ed aerati. Sanzioni – per chi raccoglie funghi senza permesso l’ammenda ammonta a 57 € più altri 34 € per chilo raccolto e 51 € se ci troviamo in zone protette o interdette alla raccolta. Altre multe verranno sancite anche per chi danneggia i cartelli di divieto, chi supera i limiti di misura, chi trasporta i funghi in contenitori non idonei, chi usa per la raccolta attrezzi arrecanti danni Sequestro dei funghi – avviene nel caso si superano i limiti nella misura oltre il chilo o due chili per i residenti o completamente nel caso di mancato permesso o raccolta in zone interdette. I funghi sequestrati dopo un controllo micologico che ne accerti la commestibilità, dovranno essere dati ad istituti di beneficenza o di assistenza.

Eventi

sul tema Mostre micologiche: Dobbiaco, centro visite Tre Cime (Grand Hotel) 10/11 agosto San Candido, Casa Resch 18 agosto Sesto, Sextner Haus 23 agosto

Escursioni Micologiche di mezza giornata: Sesto: 26 luglio, 02-08-16-28 agosto. Ritrovo presso l’ufficio Turistico ore 9.00

Proiezioni serali: Dobbiaco, centro visite Tre Cime (Grand Hotel) 10 agosto

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I SUPERPOTERI DEL MAGNESIO IL MINERALE DOLOMITICO E LE SUE PREZIOSE VIRTÙ

Vi siete mai posti la domanda circa la composizione delle Tre Cime? Avreste mai immaginato l’esistenza di uno strettissimo legame tra questo massiccio roccioso e il lenimento dei crampi muscolari, la riduzione dello stress e la salute delle nostre ossa? Come tutte le Dolomiti, infatti, anche le Tre Cime contengono centinaia di tonnellate di magnesio! Certo, non sarebbe il massimo rinunciare d’ora in poi al pepe per condire la nostra carbonara e usare al suo posto la sabbia delle Dolomiti soltanto per favorire il buon funzionamento dei muscoli. Ciò non toglie tuttavia che il minerale dolomite, che conferisce il nome alle nostre montagne, sia costituito dal carbonato doppio di calcio e magnesio, in una specie di “fusione” simile a quella delle leghe metalliche. La causa affonda le sue radici nel lontano passato, quando le Dolomiti erano ancora una grande barriera corallina e gli scheletri dei coralli erano formati principalmente da calcare (carbonato di calcio). Nel corso di milioni di anni, i movimenti dell’acqua marina ricca di magnesio hanno dilavato da questo scheletro calcareo metà del calcare. È così che si è generata la dolomia!

MA QUALI SONO I BENEFICI CHE IL MAGNESIO APPORTA? Sotto l’aspetto chimico, il magnesio elementare non è legato ad altre sostanze. Si tratta di un metallo leggero che in natura non si rinviene mai allo stato elementare, bensì viene ricavato mediante un procedimento specifico. Sicuramente è già capitato a tutti di toccarlo con mano. Viene infatti utilizzato per la

produzione dei temperamatite, ma anche per la costruzione di aerei e nella cantieristica navale. Il magnesio elementare è facilmente infiammabile e il fuoco che ne deriva non è estinguibile con acqua. E’ per questa sua caratteristica che trova impiego anche nella produzione delle torce subacquee al magnesio. In natura il magnesio si trova sempre sotto forma di sali, come ad esempio la magnesite o, nel nostro caso, la dolomite. In forma commestibile il magnesio è contenuto ad esempio nei semi di zucca, nel cacao, nel papavero, nei legumi e ovviamente negli integratori alimentari di magnesio. Il fabbisogno giornaliero di magnesio varia in base all’età ed è compreso tra 80 e 400 milligrammi. Segue una sintesi delle sue proprietà: • Nel nostro organismo sono presenti mediamente 30 grammi di magnesio, dei quali oltre la metà nelle ossa. Pertanto il magnesio è essenziale per la crescita delle ossa.

LAST BUT NOT LEAST: abbiamo introdotto l’argomento parlando delle montagne e con esse lo concluderemo. Infatti, sono soprattutto gli sportivi ad aver bisogno di questo prezioso minerale per la contrazione e la rilassatezza muscolare. Dal momento che il magnesio viene secreto tramite il sudore, è indispensabile integrarne le riserve in caso di attività sportiva intensa. Gli arrampicatori traggono un duplice beneficio dal magnesio: da un lato assumono il minerale vero e proprio e dall’altro fanno uso di un composto del magnesio che non va ingerito bensì applicato sulle mani. Si chiama Magnesia ed è un composto di carbonato di magnesio e di idrossido di magnesio. Questa polvere assorbe il sudore delle mani e garantisce quindi una presa più solida nella scalata delle nostre “montagne di magnesio”…

• In qualità di elettrolita svolge importanti funzioni, ad esempio favorisce il buon funzionamento dei muscoli. Il magnesio è quindi indicato in caso di crampi muscolari. • Inoltre, questo minerale è in grado di migliorare la concentrazione, ridurre lo stress e combattere la stanchezza. • Può essere d’aiuto anche in caso di diabete, aritmia cardiaca e addirittura nell’infarto miocardico acuto, sebbene tali patologie richiedano sempre l’assistenza di un medico! • Tuttavia il magnesio va assunto con cautela: una quantità eccessiva può avere effetti lassativi.

Dr. Florian Brunner responsabile della farmacia di Villabassa Laureato con lode all’Università di Innsbruck è direttore dalla filiale di Villabassa della Farmacia Dobbiaco. Affascinato dalla medicina naturale e incuriosito dalla possibilità di poter esaminare in modo scientifico il PERCHE’ dell’efficacia di questi preparati per poterli spiegare chiaramente al suo pubblico.

ATTENZIONE… l’Olperl è nei paraggi! Sensazionali esperienze outdoor per intrepide bambine e scatenati maschietti

rascorrere delle giornate all’aperto con i bambini rientra sicuramente tra i passatempi più preziosi per una famiglia. Significa aria fresca, attività fisica, presa di coscienza delle proprie possibilità e scoperta dei propri limiti. C=80 M=20 Y=100 K=40

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Se una banale escursione risulta spesso noiosa ai più piccoli, sentieri alternativi e mete insolite risvegliano un’inaspettata energia nelle menti e C=70nelle M=10gambe Y=100 dei K=0 giovanissimi! / R=91 G=161 B=40 Y=95in K=0 / R=246 G=210 B=0 sguardi. Nonostante tutti e piccini uno straordinario nostri Non c’è spazio per la noia quan-C=6di M=14 do i bambini possono speri- mondo alpino ricco di meravi- i bambini (e anche molti adulti) esperienze mentare con tutti i 5 sensi: vi-C=0gliose M=75 Y=100 K=0 / sensoriali. R=233 G=93siano B=15da sempre alla ricerca di sta, udito, olfatto, gusto e tatto. Sulle tracce di una misteriosa questo simpatico esserino, la Sperimentare la vita, letteral- creatura delle montagne – l’Ol- sua straordinaria capacità di namente con mani e piedi! Anche perl – scoprirete il suo habitat scondersi ha fatto sì che nessun in noi adulti si cela ancora tanta naturale, inclusi gli animali, le essere umano sia ancora riuscito curiosità, basta solo lasciarsi piante e la conformazione della a scovarlo. Soltanto i suoi fischi andare. Il sentiero a piedi nudi zona. Un’esperienza piena di su- e i suoi inconfondibili occhi gialli “OLPE R L PARCO NATU RA” spence, poichè l’Olperl sembra – visti da pochissimi – testimo>> sul Monte Elmo conduce gran- molto determinato a sfuggire ai niano la sua esistenza.

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di montagna, che scorrono sui ciottoli e passano sotto piccoli ponti, attirano subito l’attenzione dei bimbi. Appena più in alto, tenere caprette fanno capolino tra le assi della staccionata in cerca di carezze. Qui, anche un ampio recinto che ospita animali domestici a rischio di estinzione. Gli occhi dei bambini si stanno già illuminando e non finiranno di stupirsi – ma l’avventura è solo agli inizi! Via le scarpe e si parte! Il giro si estende per 1,5 km ed è scandito da 10 stazioni tematiche. Tra le principali attrazioni, un fossato di fango, situato nel punto più alto dell’escursione, con annesso lago di montagna nel quale rinfrescarsi. Numerose aree di sosta e punti panoramici completano il percorso e permettono di riprendere fiato lungo l’appassionante ricerca dell’Olperl. >>

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Tutto ciò a piedi nudi, calpestando sassi, tronchi, corteccia, fieno, segatura e chissà quanti altri materiali caldi, freddi, duri, morbidi, solleticanti, pizzicanti e chi ne ha più ne metta. Chi l’ha provato lo può confermare: è un’esperienza stimolante per tutti i 5 sensi! Ma non è tutto: la zona delle Tre Cime nelle Dolomiti offre anche altre occasioni per vivere momenti entusiasmanti. Qui di seguito 3 suggerimenti:

La più grande soddisfazione per i genitori ? Nessun bambino porrà la fatidica domanda “quanto manca?”

Per un passatempo un po’ meno movimentato, consigliamo un GIRO IN BARCA su uno dei due laghi dell’Alta Pusteria, ideali come punto di partenza o di arrivo di un’escursione. In particolare, una gita al lago di Braies è sempre una grande emozione. Dopo l’Olperl a Sesto, anche qui si parte alla ricerca di esseri

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Chi si trova nei pressi di Dobbiaco con i figli al seguito non può tralasciare una visita al PARCO AVVENTURA! Si richiedono concentrazione massima, scaltrezza, forza e audacia per affrontare anche i percorsi sospesi di livello più alto. Ma niente paura, i novellini potranno beneficiare di una breve introduzione tenuta da esperti e testare le proprie abilità in percorsi di prova. Il Parco comprende 12 percorsi diversi con vari gradi di difficoltà, partendo da itinerari più facili fino ad arrivare ad ostacoli molto impegnativi e altezze vertiginose. Il parco giochi a Villabassa risveglia l’adrenalina dei piccoli e dei piccolissimi: oltre a scivoli di varie dimensioni e di diversi livelli di difficoltà, non può mancare la classica sabbionaia con tanto di ruspa e paletta. Al „Abenteurland“ - per bambini oltre i 12 anni - il ponte sospeso richiedono già una dose superiore di coraggio. Il parco giochi è attraversato da vari sentieri, che spesso i bambini percorrono avanti e indietro, correndo scatenati, senza lamentarsi mai.

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misteriosi: principesse, re, eroi e marmotte del misterioso regno di Fanes. L’accesso a questo regno pare si celi in un punto nascosto lungo le sponde del lago. Tra l’altro, le leggende delle Dolomiti si prestano come ottima lettura per tutta la famiglia, per dilettarvi in un giorno di riposo o di pioggia.

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DOVE TUTTI SONO CAMPIONI CON LA MOUNTAIN BIKE ATTRAVERSO LA ZONA DELLE TRE CIME NELLE DOLOMITI

Che momento meraviglioso! 4500 appassionati di mountain bike pronti nel centro di Villabassa per la corsa della loro vita. Ecco il tanto atteso sparo d’inizio e la massa dei partecipanti, suddivisi in diversi blocchi di partenza, si mette lentamente in movimento. Ancora prima della linea di partenza a qualcuno manca letteralmente l’aria. “Ci sono sempre da due a cinque biker con una gomma bucata già allo start”, racconta Kurt Ploner della Südtirol Dolomiti Superbike, “ma abbiamo un numero sufficiente di volontari direttamente sul posto, pronti ad intervenire”. Il presidente del comitato organizzatore, in carica dall’istituzione della gara nel 1995, si ritiene soddisfatto del successo della corsa. Con 623 partecipanti al primo via, la competizione si è trasformata ormai da tempo in un mega evento, che di anno in anno ha ampliato le sue fila. Tanto da dover limitare il numero dei partecipanti a 4500, al fine di garantire il regolare svolgimento della gara. Il percorso anulare lungo, con partenza a Villabassa,

viene affrontato dai ciclisti in senso orario o antiorario, ad anni alterni, passando per Dobbiaco, San Candido, Versciaco, il Monte Elmo, Sesto, il Monte Baranci, Carbonin e da lì per Prato Piazza e Braies con ritorno al punto d’inizio. I biker più veloci ora riescono a percorrere i 113 chilometri di distanza e il dislivello di ben 3.357 metri in circa quattro ore e mezza, mentre nei primi anni la competizione durava un’ora abbondante in più. Il motivo? Da un lato perché i più bravi migliorano costantemente le loro prestazioni e dall’altro lato perché “una volta alcuni passaggi non erano altro che un deserto di pietra e quindi difficilissimi da percorrere”, ricorda Kurt Ploner, “mentre ora l’intero itinerario può essere affrontato molto più velocemente”. E’ CAMBIATA PERÒ ANCHE L’ALIMENTAZIONE. „IN PASSATO I BIKER SI LIMITAVANO AD ASSUMERE DRINK ENERGETICI E BANANE”, INFORMA KURT PLONER, “INVECE OGGI PREFERISCONO TORTE E PANINI IMBOTTITI, MOLTO VOLENTIERI ANCHE PANE BIANCO CON PROSCIUTTO, COME LE ROSETTE, PERCHÉ PIÙ FACILI DA DIGERIRE DEL PANE INTEGRALE”. Impressionante la quantità di alimenti messi a disposizione dei ciclisti affamati. Vengono preparate oltre 10.000 fette di torta e panini imbottiti, inoltre tanta frutta fresca e acqua. E la coca “viene consumata a ettolitri, soprattutto negli ultimi chilometri di corsa”.

La gara Südtirol Dolomiti Superbike è il fiore all’occhiello della regione bike friendly Tre Cime nelle Dolomiti, una competizione diventata leggendaria tra gli appassionati di mountain bike per le vecchie strade e i sentieri militari da affrontare. Un classico è ormai l’impegnativo Stoneman-Trail, ideato dall’ex professionista Roland Stauder, disseminato di “omini in pietra” su una distanza di oltre 120 chilometri e 4.560 metri di dislivello, da percorrere in una, due o tre tappe, a seconda delle proprie capacità. Un fantastico tour guidato da portare a termine in giornata è invece il Giro Bike-Tour. In questa sfida alla conquista di cinque montagne con quasi 3500 metri di dislivello gli impianti di risalita esistenti in zona facilitano la faticosa scalata tanto che appena 360 m di dislivello dovranno essere sostenuti con le proprie forze. Nell’estate 2017, all’ampia offerta di percorsi esistenti si aggiungeranno due nuovi trail, realizzati proprio per gli amanti della mountain bike, ma non pensati come percorsi di puro downhill. “Sono itinerari per lo più lasciati allo stato naturale che seguono il terreno, in modo da non risultare troppo difficili”, così Alfred Prenn, responsabile degli Impianti di risalita Tre Cime Dolomiti, spiega la filosofia e aggiunge: “Sono stati scavati manualmente molti passaggi e integrati vecchi sentieri ormai fuori uso, come nel caso del nuovo trail “Standschützen” sulla Croda Rossa, mentre per salvaguardare la natura nei terreni umidi abbiamo costruito ponti in legno”. Un’attrazione particolare sarà senza dubbio il nuovo trail “Erla” sul monte “Stiergarten” con i suoi panorami da urlo, alla stregua di tutti gli altri itinerari mtb. >>

“IN TUTTI I PUNTI RILEVANTI SI TROVANO ADDETTI AL PERCORSO, OLTRE ALLE INDICAZIONI A TERRA E AL NASTRO SEGNALETICO”, racconta Kurt, che negli ultimi 22 anni è stato costretto ad interrompere la gara una volta sola. “A Prato Piazza erano caduti quasi 20 centimetri di neve fresca e nel giro di un’ora le temperature erano scese di circa 10 gradi”, così ricorda, “senza perdere troppo tempo a riflettere, per motivi di sicurezza fermai subito la gara”. A prescindere da qualche rovescio di pioggia o temporale, gli organizzatori sono stati sempre fortunati con le condizioni meteorologiche. Meno fortunati, invece, sono i corridori che imbrogliano. “È già capitato che qualcuno salisse in macchina in Val di Landro per rimettersi in sella 15 chilometri più avanti”, riferisce Kurt Ploner, “ma grazie al cronometraggio e ai vari tappeti di controllo lungo il percorso non ci sfugge nessuno.” Nonostante i ben 4500 partecipanti, la maratona di ciclismo si svolge ancora in un’atmosfera familiare. “CHIUNQUE NE ABBIA BISOGNO, POTRÀ USUFRUIRE IMMEDIATAMENTE DELLA NOSTRA ASSISTENZA”, INFORMA KURT PLONER,

“Soltanto in un caso il nostro intervento non ebbe pieno successo, ricorda Kurt Ploner. “Poco prima del via mi si avvicinò una partecipante dispiaciuta di aver dimenticato il suo casco“, rammenta Kurt, “qualcuno poi deve averla aiutata, in ogni caso la rividi più tardi alla premiazione: era Sandra Klose, già vincitrice della medaglia di bronzo ai Campionati mondiali di ciclismo e ora vincitrice del Südtirol Dolomiti Superbike.” Per i molti volontari e assistenti lungo il percorso, comunque, la corsa non finisce di certo con il taglio del traguardo del vincitore! Mentre all’inizio i corridori avanzano in formazione compatta, da un certo punto in poi si distanziano sempre di più. “Per questo motivo prevediamo un tempo massimo di circa dieci ore”, così Kurt Ploner spiega lo svolgimento della corsa, “considerata una distanza totale di 120 chilometri, ciò significa una media di 12 chilometri all’ora, che deve bastare.” E aggiunge: prima dell’ultima montagna abbiamo allestito un punto di controllo. Chi non riesce a raggiungere

quel punto entro le ore 15, non ce la farà mai ad arrivare al traguardo entro le ore 18 e verrà pertanto eliminato dalla classifica.” Sarebbe un vero peccato, perché da alcuni anni ormai al termine della Südtirol Dolomiti Superbike viene organizzata una grande festa. L’idea della festa è nata alcuni anni fa dall’inventiva di Kurt Ploner. Infatti, coloro che arrivano al traguardo per ultimi,

! o n a m n o c ia r o st la e r Tocca

“SONO ANCHE COLORO CHE DEVONO LOTTARE DI PIÙ PER ARRIVARCI”. Grandiosa è infatti la loro accoglienza. “Poco prima delle sei una band inizia a suonare”, racconta Kurt Ploner, “l’intera piazza è gremita per accoglierli, a volte ci sono addirittura più spettatori rispetto al momento dell’arrivo del vincitore”. Ormai si è sparsa voce di questo “raduno” anche tra i corridori. Gli ultimi si raccolgono in gruppi per pedalare in compagnia nel tratto finale e non appena si avvicinano al traguardo, seguiti da una macchina dei vigili del fuoco con sirena, inizia la grande festa. Ad uno di questi concorrenti viene data in mano per gli ultimi metri una lanterna con candela, come fanalino di coda, e, una volta superata la linea d’arrivo, un grande boccale di birra che fa poi il giro tra i finalisti. “Rimangono tutti a bocca aperta”, gioisce Kurt Ploner. “Quando tagliano il traguardo di altre gare, nessuno si interessa di loro. Invece qui li festeggiamo come dei vincitori, perché per noi quello che ancora conta è lo spirito olimpico.”

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Stefan Herbke Autore Il lavoro porta Stefan Herbke a girare molto la montagna: in inverno con gli sci o la slitta, in estate a piedi e, sempre più spesso, in mountainbike. In particolare, lo affascinano le tante opportunità di scoprire le Dolomiti in sella alla bici.

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Il punto di partenza può essere raggiunto comodamente con la cabinovia Tre Cime. I percorsi per mtb sono stati accuratamente segnalati per essere facilmente individuabili grazie ai cartelli ben visibili.

EROI DELLE DUE RUOTE

TOUR OF THE ALPS, GIRO D’ITALIA E L’EROICA Già in primavera, il mondo del ciclismo aveva guardato a Villabassa e a San Candido, dove si erano disputate alcune tappe impegnative del Tour of the Alps e del Giro d’Italia. Dopo i corridori, in tarda estate fanno la loro comparsa in Alta Pusteria anche gli appassionati delle biciclette da corsa d’epoca e in stile vintage. A San Candido debutta infatti la prima edizione di Eroica Dolomiti.

’un viaggio a ritroso nel tempo, al periodo aureo del ciclismo. Anni in cui i ciclisti indossavano ancora magliette di lana invece di t-shirt tecniche e cappellini di stoffa invece dei caschi. E montavano biciclette in acciaio che a confronto delle attuali versioni in carbonio sembrano veri e propri pezzi di antiquariato, di molti chili più pesanti. Eppure, queste bici stanno avendo molti estimatori. Una delle ragioni è anche „L’Eroica“, un percorso sulle due ruote per bici “eroiche”, ovvero biciclette d’epoca, e bici in stile vintage con telaio in acciaio, leve del cambio sul tubo obliquo e gabbiette ai pedali. E quando, durante la corsa, il cambio fa le bizze e la maglietta di lana prude, si può proprio dire che i partecipanti si stanno immergendo anima e corpo in un glorioso passato. L’Eroica si è svolta per la prima volta nel 1977 in Toscana. Uno degli aspetti cui teneva particolarmente il suo ideatore, Giancarlo Brocci, era mantenere le “strade bianche”. Oltre che dalla presenza di vigneti, olivi e cipressi, il paesaggio antropico della Toscana è infatti caratterizzato dalle strade non asfaltate. L’evento, che ormai

si svolge sempre in autunno, è divenuto un appuntamento fisso e ne ha generati altri analoghi in California, Sudafrica e Giappone e in varie località europee, tra cui ora anche nelle Dolomiti. “Lo scorso anno abbiamo fatto un giro di prova e definito il percorso” dice soddisfatta Hanna Erharter dell’Associazione Turistica di San Candido, “E ADESSO CI SIAMO: IL 16 SETTEMBRE 2017 SI CORRERÀ LA PRIMA EDIZIONE DELL’EROICA DOLOMITI”. Si tratta tra l’altro di una data solo di poche settimane successiva a due appuntamenti ciclistici che faranno tappa nella zona delle Tre Cime nelle Dolomiti: il giro di più giornate „Tour of the Alps“, che raccoglie l’eredità del Giro del Trentino, e l’edizione per l’anniversario del Giro d’Italia. A Villabassa si è disputata la 3 tappa che portava a Funes. Il 19 aprile alle ore 10.40 ben 144 atleti erano alla partenza in Piazza Von Kurz. Il „Tour of the Alps“, che dura cinque giorni e prevede la scalata di alcuni passi molto impegnativi, viene tradizionalmente considerato un momento di preparazione >>

al Giro d’Italia. Per la 100 a edizione della famosa corsa ciclistica, San Candido ospiterà la 19 a tappa. Dopo il passaggio attraverso la zona pedonale, con vista sul Monte Baranci, la tappa proseguirà per Sesto e Passo Monte Croce e raggiungerà Piancavallo. Con tutte queste corse ciclistiche, non sorprende che la bicicletta sia protagonista anche dell’appuntamento “San Candido in Festa”, che si tiene dal 14 al 16 luglio 2017. Anche perché, tra l’altro, 200 anni fa l’inventore tedesco Karl Drais presentò quella che è considerata l’antesignana della bici: un veicolo senza pedali, con due ruote e un manubrio, detto anche draisina. Anche la corsa l’Eroica, che

si svolge nell’arco di una sola giornata, è una sorta di finestra sulla storia della bici da corsa. “Sostanzialmente, è come quello che la rievocazione storica significa per le auto d’epoca”, dice Kurt Ploner, che coordina la manifestazione in Alta Pusteria, “si viaggia in gruppo, si gustano il buon cibo e il buon bere e si conclude la serata insieme”. Sembra tutto molto tranquillo, ma il nome – Eroica – la dice lunga. Il termine si può riferire naturalmente al materiale, dal momento che sono ammesse solamente bici da corsa costruite prima del 1987, ma anche alla corsa stessa. Proprio come nell’edizione originale, anche l’Eroica Dolomiti consente di scegliere tra percorsi

na verso San Candido, quello un po’ più lungo prevede una puntata al Rifugio Auronzo e a Prato Piazza, mentre chi partecipa al più lungo dei tre, di circa 200 km, alla fine deve superare anche una deviazione in Valle San Silvestro. Hanna Erharter spiega così la filosofia dell’evento:

“L’E ROICA NON È U NA GARA CICLISTICA, MA SIG N I FICA PI UTTOSTO PE DALAR E I NSI E M E, CON U NA PARTE NZA E U N AR R IVO. Nei punti di ristoro, invece delle bibite isotoniche si trovano vino e birra, e al posto del gel energetico e delle barrette al müsli vengono serviti cibi locali come speck, canederli e Schlutzkrapfen.” D’altro canto, gran parte dei percorsi sono su impegnative tratte non asfaltate, con salite faticose e discese molto veloci. Una sfida sia per i partecipanti che per le bici. “Naturalmente, ogni tanto capita di forare una gomma”, come ben sa Kurt Ploner per esperienza,

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diversi, garantendo comunque sempre contesti straordinari. Niente di strano, considerando la cornice paesaggistica: i partecipanti si spostano infatti da San Candido a Cortina d’Ampezzo, proprio nel cuore delle Dolomiti Patrimonio Mondiale U N ESCO. Un percorso più breve passa attorno all’imponente massiccio del Monte Cristallo, tocca il Lago di Misurina e ritor-

Anche se, come dice Kurt Ploner “non si tratta di tempo ma di piacere “, l’Eroica è faticosa e, nelle salite più dure, qualcuno preferisce smontare dalla sella e spingere. Alle soste di ristoro, a qualcuno a ogni sorso di vino verranno i rimorsi di coscienza pensando alla prossima rampa in salita, o magari preferirà invece bere ancora un bicchiere, anche perché in fin dei conti non si tratta di vincere ma di assaporare il piacere di partecipare. E naturalmente di condividere l’esperienza con gli amici che nutrono lo stesso amore per le vecchie bici da corsa e l’epoca d’oro del ciclismo. >> Stefan Herbke

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al di sopra di Dobbiaco. La fontana merita senz’altro una visita, a maggior ragione se fornisce anche l’occasione per una piacevole camminata. Come tutta l’Alta Pusteria, anche Dobbiaco è situata sulla faglia periadriatica, una linea tettonica lunga complessivamente 700 km che attraversa l’intero arco alpino da est a ovest separando tra di loro le singole catene montuose e quindi anche i vari tipi di roccia. Ed è proprio la roccia dalla quale sgorga la sorgente a determinare il sapore e le proprietà dell’acqua. Ecco spiegato il motivo per cui da un lato della fontana è possibile degustare l’acqua calcarea delle Dolomiti, proveniente dalla Val di Landro, mentre dal secondo rubinetto zampillano le acque ferrose delle Alpi Centrali. Proseguendo il nostro cammino attingeremo nuove energie dal “Labirinto – fonte di energia e forza”. Questo labirinto nel bosco è stato realizzato con ciottoli di fiume attorno ad una sorgente d’acqua potabile. Sulla via del ritorno ci imbatteremo anche nella piccola cappella “Leitnstöckl”, eretta in memoria della peste.

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Nel primo tratto, seguendo la scia dei “villeggianti” dei secoli passati, il sentiero costeggia gli edifici risalenti all’epoca d’oro delle terme di “Bagni Pian di Maia” e di “Weiherbad” per poi raggiungere il moderno percorso Kneipp nel Parco del benessere Kneipp® Raiffeisen del paese dove rilassarsi con le rinfrescanti applicazione idroterapiche secondo il metodo Kneipp.

sa Ce ntr o di Vil lab as

6 km

2 ore , se nz a so ste

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U N R ITRATTO DE LLA VOLPE ROSSA “Furbo come una volpe!” è un detto che ha radici profonde. Fin dall’antichità, nelle favole e nelle storie il ladruncolo dal musetto appuntito recita infatti la parte dell’astuto furbacchione. Quasi sempre disorienta il prossimo con i suoi tiri e le bugie che inventa, e lo raggira per il suo tornaconto. Ma la volpe si merita veramente questa proverbiale fama di astuzia o è solamente una caratteristica che le hanno attribuito tante fiabe?

LA VOLPE

COME SI È VERAMENTE ASTUTA DICE? 52

La volpe rossa (Vulpes vulpes) è un predatore di taglia media e uno dei mammiferi selvatici a maggiore diffusione. Il segreto del suo successo è la sua grandissima adattabilità, sia per quanto riguarda l’alimentazione che l’habitat. Laddove molte specie selvatiche scompaiono a causa della presenza antropica, la volpe si conquista nuovi spazi. La volpe ha imparato a cogliere di sorpresa i lemming della tundra siberiana, a rubare nei pollai e ad attraversare le strade di città come Berlino, Londra e Zurigo. Il segreto del suo successo è quindi la sua intelligenza! Ciononostante, la volpe non gode di buona reputazione. E’ considerata veicolo di malattie come la rabbia e la tenia della volpe. Neppure i contadini la amano particolarmente, dal momento che devasta volentieri pollai e conigliere e ha una predilezione per la frutta matura. Per fare la posta alla volpe, nelle zone viticole dell’Alto Adige all’epoca della raccolta si mettevano all’opera appositi guardiani, i cosiddetti “Saltner“, giovani celibi con il compito di tenere lontano chi veniva a rubare l’uva. Oggi, a ricordare questa figura ci sono solo le riproduzioni presso il Museo del vino di Caldaro. Particolare era soprattutto il costume dei Saltner: pantaloni alla zuava in cuoio con un’alta cintura, alcune catene con zanne di cinghiale e denti di roditori e un copricapo con penne di pavone o di gallo forcello e due code di volpe. Nella letteratura ci si imbatte continuamente negli attributi negativi della volpe. Il suo comportamento astuto viene spesso considerato sinonimo di cattiveria e falsità e talvolta viene minacciata addirittura di morte. Un esempio classico è una delle più famose canzoncine tedesche per bambini, “Volpe hai rubato l’oca”, dove il cacciatore promette alla volpe di spararle se non restituirà l’oca rubata. >>

Un esempio classico è una delle più famose canzoncine tedesche per bambini,

“Volpe hai rubato l’oca”

A questo punto, si potrebbe pensare che la volpe sia un animale astuto, cattivo e quindi inutile. E invece no! La volpe è uno degli ultimi grandi predatori della nostra regione. All’interno dell’ecosistema assolve un compito di enorme importanza, cui un tempo contribuivano anche i grandi predatori come l’orso, il lupo e la lince. La si potrebbe definire una sorta di “spazzino vivente” dei nostri prati e dei nostri boschi, il servizio di “polizia sanitaria” all’interno del mondo animale. Un grande merito, quindi, che le va riconosciuto! Inoltre, ogni anno una volpe mangia circa 4.000 topi, che sono il suo cibo preferito. Per catturarli, ha sviluppato un sistema particolare: balza in aria e piomba sulla preda praticamente in verticale. Durante il volo in aria si mantiene in assetto utilizzando la folta coda, così che in genere riesce ad atterrare esattamente sopra il topo. Un’altra chiara manifestazione della sua intelligenza!

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NOVITÀ DI DOLOMYTHOS A SAN CANDIDO Dolomythos, il più grande museo sulle Dolomiti, ospita un’attrazione di notevole interesse. Si tratta dell’opera “La strada della vita”, “The way of life”, “Straße des Lebens”, realizzata con pietre naturali colorate, provenienti per la maggior parte dalle Dolomiti. L’artista Barbara Ferro ha minuziosamente tagliato e modellato al tornio migliaia di frammenti rocciosi in modo da rappresentare l’evoluzione

delle Dolomiti nel corso dei millenni. La raffigurazione include i primi pesci, gli anfibi, le prime piante e i dinosauri. Michael Wachtler, il direttore del museo, lo considera un miracolo: “Nessuno prima d’ora si è cimentato in un’impresa di tale difficoltà. È una novità assoluta in campo artistico”. Già la fase di ricerca dei materiali si è rivelata molto lunga e complessa. Il mosaico è stato infatti realizzato con

luminose e cangianti pietre dure e semi-preziose, tra cui diaspri, lapislazzuli e agata. Grazie ad una spiccata precisione e un grande amore per la materia, è stato possibile modellare gli animali e le piante che testimoniano lo sviluppo delle Dolomiti, fino a diventare patrimonio dell’umanità. E’ una degna cornice per le celebrazioni del ventesimo anniversario di Dolomythos.

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Molti sognano di avere successo e di diventare famosi, vuoi come artisti, sportivi, imprenditori o magari politici. Chi riesce ad avere una carriera veramente straordinaria ha tutta la nostra ammirazione e sui vari media seguiamo con interesse e partecipazione tutte le vicende che riguardano la vita di questi personaggi. Ma la notorietà può avere anche alcuni aspetti meno positivi. Una volta lontano dai flash, chi è abituato a essere sempre sotto i riflettori è comprensibile che preferisca godersi la tranquillità e stare un po’ appartato con i propri cari.

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A VOLTE SONO SITUATI IN MEZZO AI CAMPI O AI MARGINI DEL BOSCO, DALL’ASPETTO SOSPETTOSO, MA ALLO STESSO TEMPO DI PROBABILE ORIGINE NATURALE E SI PRESENTANO SOTTO FORMA DI DOSSI DI PICCOLE O MEDIE DIMENSIONI, CHE INIZIALMENTE ATTIRAVANO L’INTERESSE SOLTANTO DI POCHI ABITANTI DEL POSTO E OSPITI. Si scorgono disseminati un po’ ovunque nel paesaggio, da Prato alla Drava vicino al confine con l’Austria fino al Passo Monte Croce a Sesto, ma anche fino al Lago di Dobbiaco e oltre nella Val di Landro. Pochi in realtà sanno che si tratta di fortificazioni sotterranee, in gergo “bunker”. Ma qual è il motivo della presenza di queste costruzioni nella natura idilliaca delle Dolomiti? Con il tramonto dell’Impero austro-ungarico e l’annessione dell’Alto Adige al Regno d’Italia, avvenne una svolta epocale. Ora la linea di confine non passava più a sud, bensì a est. L’avvento del fascismo segnò l’inizio di un periodo difficile non solo per l’Italia ma in particolare per l’Alto Adige e, sulla scia dell’ideologia nazionalista e sciovinista che caratterizzava il fascismo, il confine venne chiuso. In questo modo furono recisi molti antichi legami storici e familiari con coloro che abitavano al di là del confine. Inoltre, venne inferto il colpo di grazia al turismo, che prima della guerra aveva conosciuto un periodo di fioritura. SEGUIRONO ANNI DI REPRESSIONE E DI LIMITAZIONE DELLA LIBERTÀ. Da subito anche in Germania si instaurò un regime analogo, il nazionalsocialismo, e nell’inevitabile avvicinamento ad un altro conflitto mondiale, nel 1938 Adolf Hitler procedette all’annessione dell’Austria. Con la perdita della zona cuscinetto a nord, l’Anschluss dell’Austria alla Germania venne considerata una minaccia da molti italiani, in quanto fino allora l’Austria era stata uno stato satellite dell’Italia fascista. Sebbene proprio questa mossa portò

alla stipula di un’intesa tra Italia e Germania, detta anche Asse Roma-Berlino, l’esercito italiano fece erigere il cosiddetto “Vallo Alpino” lungo la nuova linea di confine con la Germania, al Passo Resia, al Brennero e a Prato alla Drava, con lo scopo di difendere e proteggere l’Italia fascista contro qualsiasi minaccia proveniente dall’esterno. Il vallo avrebbe dovuto diventare un complesso costituito da migliaia di opere fortificate in calcestruzzo, prevalentemente sotterranee. Data l’immediata vicinanza al confine, nella sola Alta Pusteria il progetto prevedeva a partire dal 1938 la realizzazione di un’infinità di bunker e fino al 1942 vennero edificati circa 50 di questi giganti in calcestruzzo tra San Candido, Sesto e Dobbiaco. FURONO PROPRIO QUESTE OPERE A SUSCITARE LA DIFFIDENZA E L’IRA DELL’ALLEATO TEDESCO, IN QUANTO PER MOTIVI DI VARIA NATURA LA COSTRUZIONE DEL VALLO ALPINO RISULTAVA UN’IMPRESA RIVOLTA CONTRO IL REICH, ALLEATO DELL’ITALIA FASCISTA. La fortificazione dell’area di confine venne ordinata innanzi tutto poiché il re d’Italia, a differenza del Duce, era contrario al patto con la Germania. Si voleva quindi essere pronti a contrastare un’eventuale invasione dei tedeschi. L’edificazione dei bunker e la loro mimetizzazione avrebbero dovute avvenire di nascosto e ogni attività correlata avrebbe dovuto svolgersi nella massima segretezza. Pur essendo all’oscuro dell’entità e dell’effettiva dimensione di questo gigantesco

progetto, non fu difficile per gli abitanti del posto intuire di che cosa si trattasse. Infatti, tutti i tentativi per mantenere segreta l’impresa vennero vanificati quando postazioni militari tedesche iniziarono ad osservare e spiare la costruzione delle opere difensive. Alla raccolta di sufficiente materiale documentario seguirono le rimostranze ufficiali che alla fin fine raggiunsero lo scopo prefissato. Nell’estate del 1942 fu Mussolini in persona ad ordinare la chiusura di tutti i cantieri lungo il vallo alpino. In tal modo rimase incompiuta la stragrande maggioranza degli oltre 350 bunker eretti in Alto Adige. Su tutto il territorio italiano, dalle coste francesi fino all’Istria, erano addirittura diverse migliaia. Nel frattempo era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale. Molti materiali, soprattutto l’acciaio, cominciavano a scarseggiare e l’erezione della gigantesca linea di difesa non era più di importanza prioritaria. Fu così che per un certo periodo di tempo le fortificazioni in calcestruzzo finirono nel dimenticatoio.

La fine della

SECONDA GUERRA MONDIALE purtroppo non restituì la pace al mondo intero. Al contrario, la contrapposizione tra Est e Ovest aveva portato alla cosiddetta Guerra fredda, una situazione prebellica permanente. La NATO e il Patto di Varsavia si spiavano reciprocamente con diffidenza e più di una volta il mondo si trovò in bilico sull’abisso di una terza guerra mondiale.

UN TEMPO: fortificazioni OGGI: luoghi di attrazione turistica e meta di visite didattiche Per questo motivo, a partire dalla metà degli anni 50, l’esercito italiano procedette al completamento e alla sistemazione dei bunker del vallo alpino. Infatti, in quegli anni la Val Pusteria costituiva per i sovietici e i loro alleati una delle poche vie praticabili attraverso le Alpi per raggiungere la pianura dell’Italia settentrionale. In caso di conflitto la Val Pusteria rischiava di essere attraversata da migliaia di carri armati e da centinaia di migliaia di soldati. I missili a corto raggio americani posizionati a Sciaves, nei pressi di Bressanone, avrebbero potuto scatenare l’apocalisse nucleare, qualora non fosse stato possibile arrestare un’eventuale invasione da est: l’Alta Pusteria rischiava di diventare il bersaglio delle testate nucleari della NATO. Vigeva pertanto la massima segretezza sui bunker. Al di fuori dei paesi di San Candido e Dobbiaco era severamente proibito scattare foto e fare riprese. Un “selfie” lungo la pista ciclabile? Impensabile a quei tempi. In effetti, le intense attività di spionaggio si protrassero fino agli

anni 80, come emerge dai fascicoli della STASI. Con la caduta del Muro di Berlino terminò anche la Guerra fredda e così pure i bunker divennero irrilevanti. Per fortuna la catena di fortificazioni non è mai stata chiamata a svolgere attività di difesa. All’inizio di questo millennio i bunker furono disarmati e poco dopo divennero proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano, che ne indisse un’asta pubblica. Uno degli oltre 350 bunker eretti in Alto Adige tuttavia venne adibito a museo, il “Bunker Museum”, situato a ridosso della strada statale tra San Candido e Dobbiaco, nei pressi dell’agriturismo Baumannhof. Grazie al recupero della vasta rete di gallerie sotterranee è stato possibile ripristinare in parte lo stato originale dell’opera. Quello che dall’esterno appare come una costruzione di dimensione ridotta, all’interno si presenta in tutta la sua vastità. La costruzione ben mimetizzata, dall’aspetto misterioso, si schiude sotto terra con un’altezza di 10 metri e con muri in calcestruzzo dallo

spessore che arriva fino a 7 metri. Già durante la discesa nei sotterranei cresce la suspense. Infatti, immergersi in un posto che in passato era sottoposto alla massima segretezza è in realtà molto di più di una semplice visita al museo! Le installazioni multimediali contribuiscono inoltre a rendere l’atmosfera non solo particolare e suggestiva, ma anche un po’ inquietante e la visita del bunker un’esperienza fuori dal comune. Improvvisamente il visitatore si rende anche conto del pericolo scampato in quegli anni e dell’equilibrio precario che esisteva tra guerra e pace. IL BUNKER MUSEUM IN ESTATE FA ORARIO CONTINUATO, MENTRE IN INVERNO È APERTO A PERIODI ALTERNI. ALTRE INFORMAZIONI SUL SITO www.bunkermuseum.net e su tripadvisor/Bunker Museum (Dobbiaco). >> Curti Covi

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