Trimestrale d’informazione Ambientale - Numero 3 settembre 2011 - www.ambientarsi.net - € 3,00 ISSN 2039-1137 EST LE CONTRADDIZIONI ENERGETICHE | CONTO ENERGIA QUARTA VERSIONE | FOTOVOLTAICO IN BOLLETTA
Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – 70% - Roma Aut. C/RM/060/2010
SUSTOPIA LE COMUNITÀ SOSTENIBILI | EMISSIONI I PEGGIORI D’EUROPA
Un posto al sole
il fotovoltaico sotto la lente
SOMMARIO Energia dall’Est di Simone Malacrida
Un Conto verso la parità di Giuseppe Langella
La costruzione del paesaggio di Giuseppina Crisci
Smaltire il sole di Ugo Bardi
Il fotone in bolletta di Domenico Coiante
Il futuro di Sustopia di Alessandro Drago
8
Futuro rinnovabile
Cambiare paradigma. Cambiare linguaggio
30
Lunga vita al ciclo
34
19
I pigs europei dei gas serra
38
22
L’energia come professione
42
26
L’involucro diventa efficiente
44
12 16
di Alessandra Lombardi
di Luca Vecchiato e Andrea Fedele
di Terenzio Longobardi
di Maria Consiglia Izzo
di Maria Consiglia Izzo
RUBRICHE EDITORIALE
di Amodio Di Luccio
FLASH news
di Alessandra Tomeo
News AZIENDE
di Alessandra Tomeo
news dall’europa
di Carla Gentili
Il recensore
di Alessandra Tomeo
28
di Maria Consiglia Izzo
AMBIENTARSI
Trimestrale d’Informazione Ambientale Numero 3 settembre 2011 - www.ambientarsi.net Iscrizione al tribunale di Roma N. 95/2010 del 16/03/2010
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E D I T ORIALE di amodio di luccio
Il contesto energetico sta radicalmente cambiando e le vecchie logiche non offrono risposte adeguate
N
egli ultimi tre anni ci sono stati degli eventi precisi che hanno determinato un cambio di scenario fino a poco tempo fa inimmaginabile. L’aumento del prezzo delle materie prime e, in particolare, del petrolio, la crisi finanziaria scoppiata nel 2008, l’incidente alla piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico durante l’estate del 2010 e quello alla centrale nucleare di Fukushima nella primavera del 2011, le rivoluzioni sociali, ancora in corso, in Medio Oriente e in Nord Africa, la crisi dell’area europea che stiamo vivendo nella cronaca giornaliera, il maggior potere geopolitico ed economico della Cina, sono tutti segnali evidenti di un’evoluzione significativa e non reversibile della questione energetica. La situazione pre-esistente, quella scaturita dalla Seconda Rivoluzione Industriale di inizio Novecento, basata su un sistema energetico concentrato e legato indissolubilmente alle fonti fossili e un sistema economico finanziario e geopolitico incardinato su un asse principale rappresentato dagli Stati Uniti, l’Europa e il Medio Oriente non è più adatta a descrivere il mondo attuale né, tanto meno, quello futuro. Le conseguenze di questi maldestri tentativi di tenere in piedi un sistema obsoleto sono sotto gli occhi di tutti: nessuna autorità politica nazionale o internazionale sembra trovare delle soluzioni definitive a questi problemi. Semplicemente non comprendono questo cambio di prospettiva generale e cercano di rispondere con schemi noti ma inefficaci proprio perché le condizioni al contorno sono mutate. Parlare e interessarsi di energia è ormai una questione “complessa” nel senso che vi sono una serie di fattori concomitanti che prescindono dalla tecnologia e da questioni tecniche, come la politica, l’economia, l’ambiente, l’arte, i fattori sociali e gli stili di vita di ognuno di noi. Parlare e interessarsi di energia, oggi e con una prospettiva futura, vuol dire concepire un nuovo Umanesimo al cui centro è posto l’uomo con le sue esigenze e il suo rapporto con il pianeta Terra. È un dovere pressante viste le previsioni di crescita della popolazione mondiale e della domanda energetica globale. Le soluzioni passate sono, dunque, non proponibili, bisognerà trovare delle soluzioni nuove, evolvendo verso una nuova concezione globale e tenendo a mente tutti i legami che l’energia stabilisce. Questa concezione dell’energia in tutti i suoi aspetti si può trovare nel libro di prossima pubblicazione “Dal petrolio alla green economy” il primo di una “trilogia energetica” dedicata all’attuale cambio radicale dello scenario mondiale. In questo scritto, come già si evince dal titolo, l’autore, Simone Malacrida, affronta nel dettaglio tutte le fonti energetiche, i modelli politico-economici e sociali sottostanti e viene data una fotografia dell’oggi con uno sguardo di insieme sulla questione fondamentale del futuro energetico
settembre 2011 | 5
flash news di ALESSANDRA TOMEO
La carica diventa elettrica Oltre un migliaio le colonnine di ricarica per veicoli elettrici saranno realizzate in nove regioni del Nord, Centro e Sud grazie alle agevolazioni dell’Autorità per l’energia. I progetti consentiranno di realizzare colonnine di ricarica in alcune grandi città come Roma, Milano, Napoli, Bari, Catania, Genova, Bologna, Perugia, in svariati comuni dell’Emilia Romagna e della Lombardia e presso diversi supermercati della grande di-
6 | settembre 2011
L’isola della cogenerazione La Giunta regionale della Sardegna ha approvato l’adozione delle direttive di attuazione in materia di promozione dell’utilizzo di tecnologie ad alta efficienza e risparmio energetico e per la cogenerazione diffusa. Si tratta di provvedimenti rivolti alle aziende che prevedono risorse destinate agli aiuti alle imprese per 12 milioni 442mila euro. Con questa deliberazione saranno incentivati gli investimenti, da parte delle
imprese del territorio sardo, nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili e del risparmio energetico. Gli interventi previsti hanno l’obiettivo di generare delle condizioni di auto sostenibilità energetica, pertanto gli investimenti nelle fonti rinnovabili devono essere destinati all’auto-produzione per almeno il 70% dell’energia elettrica prodotta e questi interventi possono riguardare impianti a biomassa, solari termici, fotovoltaici ed eolici.
stribuzione. Le agevolazioni sono state assegnate a cinque progetti-pilota e l’Autorità ha previsto un meccanismo di protezione per i clienti finali, ai quali - oltre al costo dell’elettricità prelevatanon potrà essere richiesta una tariffa per i costi di rete e delle infrastrutture di ricarica superiore a un limite massimo. I progetti ammessi alle agevolazioni riguardano tre possibili soluzioni operative: il modello distributore, il modello service provider in esclusiva ed il
modello service provider in concorrenza. Per consentire la massima diffusione delle sperimentazioni, i gestori dei progetti selezionati devono presentare all’Autorità rapporti semestrali che comprendano una sezione appositamente dedicata alla pubblicizzazione dei risultati. A fronte della mancanza ovvero dell’inadeguatezza dei dati di monitoraggio forniti, l’Autorità può avviare un procedimento di esclusione dalle agevolazioni.
Risparmio di rete Trenta milioni di euro l’anno di risparmio in bolletta per imprese e cittadini, trecento in dieci anni, più di 105 km di vecchi elettrodotti demoliti e circa 30 km di linee elettriche interrate, 1.000 MW di energia liberata, di cui 500 MW per l’incremento di produzione da fonte rinnovabile e ulteriori 500 MW di capacità da impianti più efficienti. Questi sono i numeri del nuovo elettrodotto a 380 kV “Benevento II – Foggia”, tra Campania e Puglia, la cui autorizzazione ha avuto il via libera definitivo con il
rilascio nei giorni scorsi del decreto da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente, d’intesa con le Regioni Campania e Puglia, dopo un iter autorizzativo avviato nel dicembre del 2006 e durato oltre quattro anni e mezzo. Per la realizzazione dell’opera Terna ha previsto un investimento di oltre novanta milioni di euro, comprensivo delle attività di riassetto della rete a 150 kV collegata alla stazione elettrica di Benevento, in linea con il Piano di Sviluppo della rete.
2011 Bologna 5-8 ottobre
SAIENERGIA INTEGRARE CON ENERGIA Energia rinnovabile ed efficienza energetica nella più grande fiera dell’edilizia
Lo spazio di SAIE dedicato al Costruire Sostenibile, al GreenBuilding e alla Riqualificazione Urbana per esporre e parlare di progetti, prodotti, tecnologie e opere internazionali
Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna (Italia) - Tel. +39 051 282111 - Fax +39 051 6374013 - www.saienergia.bolognafiere.it - saie@bolognafiere.it
Scenari
ENERGIA DELL’EST di SIMONE MALACRIDA
La situazione energetica dei paesi dell’ex blocco sovietico è problematica
N
el panorama energetico e in-
principalmente dalla Romania, dalla
tono di identificare un percorso simile
dustriale europeo dei prossimi
Bulgaria e dalla Moldavia (escludiamo,
di queste zone e nazioni. Innanzitutto
anni, la sfida centrale a livel-
per ragioni storiche che saranno chia-
si tratta di Paesi con bassa densità
lo territoriale sarà data dallo sviluppo
re più avanti, sia la Serbia sia la Cro-
demografica e con una percentuale
dell’Est Europa. Questa affermazione
azia sia le altre repubbliche nate dalla
di giovani nettamente predominante.
trova riscontro in una serie di dati e di
scissione della ex-Jugoslavia). Il bloc-
Questo è un punto focale perché ci fa
reciproche relazioni che, dopo esse-
co centrale è, invece, caratterizzato
comprendere come il futuro, in termi-
re state esposte, non daranno adito a
dall’Ungheria, dalla Repubblica Ceca,
ni di crescita della popolazione euro-
dubbi circa la validità della stessa. In
dalla Slovacchia, dalla parte settentrio-
pea, sia orientato a Est piuttosto che
apertura, conviene comprendere cosa
nale dell’Austria, dalla gran parte del-
a Ovest. Sappiamo che la domanda
si intende per “Est Europa” e quali sia-
la Polonia, da qualche provincia della
di beni e di energia è alimentata prin-
no le macro-regioni presenti. L’Europa
Germania orientale e dalle vastissime
cipalmente dall’andamento demogra-
orientale è composta indicativamente
aree dell’Ucraina e della Bielorussia.
fico. Difatti, il Prodotto Interno Lordo
da tre grossi bacini territoriali. Il primo,
Anche in questo caso, si esclude la
di questi Paesi registra degli aumenti
posto a nord, è quello baltico e inclu-
Russia per l’ampiezza del territorio, la
percentuali vertiginosi, molto più di
de le tre repubbliche baltiche (Estonia,
complessità della nazione e, soprattut-
tutte le nazioni dell’Europa occidenta-
Lettonia e Lituania) e la parte setten-
to, l’autonomia e il potere esercitato a
le. Il motivo è semplicemente spiegato
trionale della Polonia (comprendente
livello internazionale.
dalla scarsità di infrastrutture adeguate
città come Danzica o Stettino). Il se-
Nonostante le enormi differenze ter-
alle esigenze del Ventunesimo Secolo
condo, quello balcanico, delimita, in-
ritoriali e ambientali dell’area, vi sono
che questi Paesi si sono trovate nel
vece, il confine meridionale ed è dato
evidenti punti in comune che permet-
momento in cui sono diventati indipen-
8 | settembre 2011
www.ambientarsi.net denti e si sono aperti all’economia di
per la maggior parte dei casi, la fase
tuale significativa di giovani laureati e
mercato. Tutte queste nazioni hanno
nazionalista e di transizione economi-
ben preparati, con una spiccata pro-
subito un processo politico molto simi-
ca e avendo cominciato un graduale
pensione per l’apprendimento lingui-
le, almeno da settanta anni. Dalla Se-
avvicinamento all’Unione Europea in
stico e per la mobilità continentale. Un
conda Guerra Mondiale hanno orbitato
termini monetari e di parametri econo-
primo punto significativo riguarda le
attorno all’Unione Sovietica o diretta-
mici, nonché una sostanziale adesione
prospettive industriali, di infrastruttu-
mente (nel senso che erano repubbli-
al Patto Atlantico. La crisi economica
re e di mercato dell’Europa orientale.
che sovietiche annesse direttamente in
degli anni scorsi ha permesso di libe-
Seguendo l’evoluzione degli eventi po-
uno stato centrale con capitale Mosca)
rare alcuni eccessi, quali ad esempio la
litici, le ultime grandi opere sono state
o indirettamente, aderendo al Patto di
speculazione immobiliare e l’inflazione
concepite tra la fine degli anni Settanta
Varsavia, adottando l’economia socia-
crescente a ritmi sostenuti, e di intra-
e i primi anni Ottanta dopo di che, tra il
lista e governi satellite guidati da partiti
prendere una più consapevole soluzio-
crollo dell’impero sovietico e i problemi
ispirati al PCUS.
ne economica e sociale.
legati alla nascita di nuovi Stati, non si
Dopo il crollo del blocco comunista,
Allo stato attuale ci troviamo, quindi,
è assistito a grossi interventi per mi-
molte repubbliche hanno proclamato
di fronte a un blocco di nazioni con
gliorare questi impianti.
l’indipendenza e si sono avviate, non
caratteristiche storico-culturali molto
Oggigiorno siamo, quindi, di fronte a
senza difficoltà, verso l’economia di
simili e, quindi, delineare una possi-
installazioni almeno trentennali che ne-
mercato.
bile evoluzione comune è abbastan-
cessitano di un generale ammoderna-
za sensato. Proprio per questo, sono
mento se, non addirittura, di un totale
Eredità passate
stati esclusi stati come la Serbia, dove
rifacimento.
Il trauma iniziale è stato di grandi di-
sono accaduti fatti ben diversi e di gra-
E, come abbiamo già detto, ciò è an-
mensioni, con intere fasce di popola-
vità maggiore con conseguenze molto
cora più impellente per le caratteristi-
zione ridotte alla povertà e lasciate ai
differenti sulla prospettiva futura. Non
che dinamiche e giovanili di queste
margini della società, con una disoc-
va dimenticato che tutta questa situa-
società. C’è, quindi, un enorme spazio
cupazione in crescita e i primi esodi
zione sociale si innesta su nazioni con
da colmare, una serie di progetti che,
di massa verso l’Europa occidentale.
una tradizione molto elevata in termini
per la loro numerosità, surclassano
Dopo poco più di un decennio, la situa-
di cultura e livelli di istruzione. Non è
di gran lunga quelli dell’Europa occi-
zione si è stabilizzata, avendo passato,
per niente difficile trovare una percen-
dentale avendo noi un generale livel-
settembre 2011 | 9
www.ambientarsi.net lamento delle condizioni di vita e una
cia sull’Atlantico e non vi sono condi-
non necessità così stringente di nuove
zioni geotermiche favorevoli per uno
strutture.
sfruttamento intensivo.
Ciò vuol dire che il più grosso mercato
10 | settembre 2011
europeo dei prossimi anni sarà quello
Nucleare senza indipendenza
dell’Est e questa occasione non può
Non vi è un futuro nucleare perché le
essere persa per industrie occidenta-
attuali centrali sono obsolete e in di-
li, tra le quali moltissime italiane, che
smissione e non vi sono particolari
sono alla ricerca sempre più spasmo-
programmi nucleari visto anche l’av-
dica di nuovi sbocchi per superare la
vicinamento all’Unione Europea (ri-
crisi ed essere concorrenziali.
cordiamo che Chernobyl è situato al
Vedere, però, l’Europa dell’Est come
confine tra Ucraina e Bielorussia). Non
semplice “terra di conquista” per pro-
vi è nemmeno un’indipendenza ener-
dotti occidentali o come area interes-
getica, dato che la stragrande maggio-
sante per delocalizzare produzioni a
ranza dell’energia è tutt’ora importata,
basso costo o ingegneria generalista è
principalmente dal “vicino scomodo”,
un errore di valutazione enorme.
la Russia che, con il suo gas, fa an-
Si perderebbe la più grossa opportu-
cora letteralmente da padrone in cam-
nità, rappresentata da quelle nazioni,
po energetico. Sembrerebbe, quindi,
per costruire qualcosa di nuovo, una
non esserci una grande opportunità in
sorta di esperimento reale sullo svilup-
questo scenario delineato, anzi, vista la
po sostenibile e su un nuovo modo di
crescente domanda energetica, a pri-
concepire la produzione, l’ambiente e
ma ed errata vista si potrebbe pensare
l’uomo. In questa particolare ottica, la
che l’Europa orientale non giocherà al-
strategia energetica è il fattore chiave
cun ruolo nel prossimo futuro. In real-
attorno al quale realizzare un nuovo
tà, è esattamente l’opposto. Il fatto di
modo di pensare.
partire da un canovaccio parzialmente
Con un approccio classico e con una
vuoto e sicuramente non stabile, unita-
visione dall’alto dei problemi, l’Est Eu-
mente ai grossi investimenti da fare e al
ropa è un bel dilemma energetico.
mercato potenziale in piena espansio-
Non vi sono grossi giacimenti di mate-
ne, generano una serie di fenomeni di
rie prime per le energie non rinnovabili,
primo ordine.
se si escludono due vistose eccezio-
Se è vero che il gas proviene in mag-
ni, i giacimenti di uranio in Repubblica
gior parte dalla Russia e che vi sono
Ceca ma, soprattutto, i bacini carboni-
state tensioni per il passaggio dello
feri della Polonia.
stesso nei gasdotti trans-nazionali (in
Non vi sono grandi possibilità a livello
particolare tra Ucraina e Russia, an-
di rinnovabili classiche, visto che l’in-
che per ragioni politiche e di minoran-
solazione è scarsa e con bassi rendi-
ze linguistiche), è altrettanto vero che
menti, il vento non è così predominante
nazioni come la Polonia e la Lituania
come sulla costa europea che si affac-
stanno costruendo terminali di rigas-
www.ambientarsi.net sificazione proprio per slegarsi dalla forte dipendenza russa di questa risorsa primaria strategica. Inoltre, per completare la filiera del gas, l’Unione Europea sta sovvenzionando la riconversione di vecchie centrali a carbone in nuove centrali a gas ad alta efficienza, anche per ridurre le emissioni di gas serra (a parità di potenza installata, una centrale a gas naturale emette la metà dei gas serra rispetto alla corrispettiva alimentata con il carbone). Sul carbone, invece, si giocherà una partita decisiva, soprattutto in relazione allo sfruttamento dei giacimenti polacchi. Da questo punto di vista, la Polonia si caratterizza come il più interessante Stato dell’Est Europa e, difatti, la maggioranza dei progetti continentali si sta orientando proprio in questa nazione. Lo svantaggio ambientale del carbone è evidente ma, proprio per questo, gli esperimenti e i test funzionali dei programmi CCS (cattura e sequestro dell’anidride carbonica) trovano in Polonia la più grande applicazione reale. Avendo l’Europa sottoscritto e puntato decisamente su una serie di investi-
menti mirati alla ricerca di come catturare i gas serra, evitando così il più importante impatto ambientale globale, la costruzione di nuove centrali a carbone “pulito” metterà la parte orientale del nostro continente all’avanguardia delle tecnologie esistenti. Unitamente a ciò, anche lo sfruttamento degli scisti bituminosi, presenti in gran parte dell’area baltica, potrà ridefinire lo scenario energetico delle fonti fossili andando verso una maggiore indipendenza rispetto a petrolio e gas. A livello di fonti rinnovabili, il solare potrà trovare applicazione consistente solamente nell’area balcanica e in alcune zone della parte centro-orientale, ad esempio nei pressi del lago Balaton in Ungheria e in tutta l’Ucraina meridionale, verso il Mar Nero. Il vero punto di forza dell’Europa orientale è dato, però, dalla potenzialità dei biocombustibili e delle biomasse. Le sterminate pianure, la bassa densità abitativa, il clima rigido, sono condizioni ideali per la coltivazione della colza, elemento primario per nuovi combustibili sostitutivi del petrolio. Inoltre, i programmi di riciclo e rac-
colta differenziata, l’utilizzo degli scarti del legname, fungono da corollario in un panorama potenzialmente esplosivo per le applicazioni e gli investimenti. In questo quadro di riferimento l’Est Europa è, dunque, a livello continentale, il cantiere privilegiato per tutte quelle politiche di incentivo, di efficienza energetica e di riposizionamento del mercato energetico e industriale verso qualcosa di innovativo e di nuovo, per comprendere se il modello distribuito delle risorse può andare ben oltre le singole comunità locali e diventare, grazie all’uso delle smart grids, un modello di sviluppo sostenibile e compatibile con l’economia e la tecnologia. La più grossa sfida per l’Europa risiede nello sviluppo della sua parte orientale partendo da un nuovo pensiero sul mondo energetico e da qui traendo le conseguenze sociali, economiche e industriali. La linfa vitale di questi Paesi giovani, con forte propensione culturale e nei quali vi è ancora spazio per costruire, sarà determinante per il ruolo di influenza europea di questo secolo. Non per niente, il sole sorge ad Est.
settembre 2011 | 11
Fotovoltaico
Un conto verso la parità di GIUSEPPE LANGELLA
Il IV° Conto Energia dovrebbe consentire, nonostante il meccanismo complicato, l’installazione di due GW l’anno
P
artiamo da una definizione: la
zione per capire quando possa veri-
fmann, presidente dell’EPIA (European
Grid Parity si può intendere
ficarsi il fatidico punto di pareggio. In
photovoltaics
come una circostanza eco-
realtà bisogna considerare numerosi
nonché papà del termine grid parity,
nomica in cui le condizioni interne ed
altri fattori che concorrono a determi-
da lui coniato nel ‘98, ha affermato di-
esterne delle applicazioni della tecno-
nare il costo del kWh fotovoltaico, quali
fatti che “in Sicilia la grid parity c’è già,
logia fotovoltaica sono tali per cui il co-
fattori tecnologici, fattori di mercato e
per l’irraggiamento solare di cui gode,
sto (prezzo) dell’energia elettrica FV è
fattori ambientali. Tra i fattori tecnolo-
per gli incentivi governativi in vigore e
paragonabile con il costo dell’elettricità
gici possiamo annoverare l’efficienza
per gli alti prezzi dell’energia elettrica”.
generata da altre fonti convenzionali
del Bos (Balance of system), il decadi-
Hoffman, però, considera anche gli
per ogni genere di “consumatore”. In
mento di efficienza dei moduli, la loro
incentivi mentre l’accezione attuale di
altre parole la grid parity è una condi-
vita utile; tra quelli di mercato, il costo
tale concetto prevede, invece, che il
zione economica nella quale, in assen-
del capitale, delle autorizzazioni, della
fotovoltaico possa camminare con le
za di incentivi, gli investimenti risulta-
progettazione, il valore di mercato del
proprie gambe senza gli aiuti governa-
no remunerativi sia per i produttori di
kWh elettrico, i costi dei terreni; non
tivi.
energia elettrica sia per i consumatori
ultimo, come fattore ambientale, è di
Guardando in maniera più ampia a tut-
che acquistano un impianto FV per i
fondamentale importanza l’ubicazione
ta l’Italia, il quarto conto energia per gli
propri fabbisogni.
dell’impianto e, quindi, il livello locale di
impianti fotovoltaici (varato con il D.M.
Quando si immagina questa congiun-
radiazione solare.
del 05/05/2011) è nato proprio con l’in-
tura si pensa subito alla sua dipen-
Se consideriamo tutti questi fattori, in
tento di favorire uno sviluppo più equi-
denza dal costo unitario degli impianti
alcune zone, la grid parity potrebbe es-
librato del sistema in grado di portare
cercando di predirne i trend di diminu-
sere già stata raggiunta. Winfried Hof-
alla grid parity nel giro di pochi anni. Il
12 | settembre 2011
industry
association),
www.ambientarsi.net nuovo decreto fornisce al settore una prospettiva di lungo termine, un quadro di regole e un volume di risorse che dovrebbe consentire una crescita graduale fino a tutto il 2016, indicato dagli esperti come il periodo nel quale potrà essere raggiunta l’equivalenza del costo dell’elettricità fotovoltaica con quella acquistata dal sistema elettrico. Il decreto mira, inoltre, a orientare gli investimenti verso le tecnologie più avanzate cercando di incentivare la filiera produttiva italiana. In questa prospettiva anche l’energia geotermica si candida a protagonista delle rinnovabili nei prossimi anni. Recenti studi, infatti, attribuiscono alla geotermia un ampio potenziale non ancora sfruttato accessibile con nuove tecniche di ricerca, esplorazione e asportazione del calore. Tornando al quarto conto energia, riportiamo di seguito i suoi punti salienti: L’incentivo si applica agli impianti che entrano in esercizio dal 1 giugno 2011 al 31 dicembre 2016. Come il Terzo Conto Energia prevede una tariffa incentivante della durata di 20 anni. È previsto un incremento della tariffa incentivante del: • 5% per gli impianti ubicati in zone industriali, cave, miniere o discariche esaurite, aree di pertinenza di discariche o siti contaminati; • 5% per i piccoli impianti realizzati dai Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti; • 10% per gli impianti dove almeno il 60% dell’investimento, a esclusione della manodopera, sia costituito da componenti realizzati all’in-
•
terno dell’Unione Europea; 5 centeuro/KWh per gli impianti sugli edifici in sostituzione di eternit o amianto.
Questione di taglia Il 4° Conto Energia distingue tra piccoli impianti e grandi impianti. Sono considerati piccoli impianti: • gli impianti sugli edifici di potenza fino a 1MW, con i moduli posizionati secondo le modalità individuate nell’allegato 2; • gli impianti di potenza fino a 200 KW in regime di scambio sul posto; • gli impianti di potenza qualsiasi realizzati sia su edifici che su aree delle pubbliche amministrazioni. Sono considerati grandi tutti gli altri tipi di impianti con caratteristiche diverse da quelle sopraelencate. Per gli anni 2011 e 2012 la concessione della tariffa incentivante ai grandi impianti ha un limite di spesa di: • 300 ML€ per gli impianti che entrano in esercizio dal 01/06/2011 al 31/12/2011, • 150 ML€ per gli impianti che entrano in esercizio nel 1° semestre 2012, • 130 ML€ per gli impianti che entrano in esercizio nel 2° semestre 2012 Inoltre i grandi impianti devono essere iscritti presso un particolare registro che sarà tenuto dal GSE. I grandi impianti che sono entrati in esercizio entro il 31 agosto 2011 accedono direttamente alle tariffe senza incorrere nel limite di spesa e senza
necessità di iscrizione nel registro. Per gli anni 2011 e 2012 la concessione della tariffa incentivante ai piccoli impianti non è sottoposta ad alcun limite di spesa e non è necessaria l’iscrizione in alcun registro. I grandi impianti per accedere agli incentivi per gli anni 2011 e 2012 devono essere iscritti in un registro tenuto dal GSE e devono rientrare nella graduatoria stilata dal GSE medesimo. La graduatoria è necessaria giacché è previsto un limite di spesa per gli incentivi. Per l’anno 2011 la richiesta di iscrizione nel registro deve essere avvenuta nella finestra temporale dal 20 maggio al 30 giugno 2011. Per il 1° semestre 2012 la richiesta deve avvenire nella finestra temporale dal 1° al 30 novembre 2011. Per il 2° semestre 2012 la richiesta deve avvenire nella finestra temporale dal 1° al 28 febbraio 2012. Per chiedere l’iscrizione gli impianti devono essere almeno autorizzati e aver ottenuto la soluzione di connessione alla rete (l’allegato 3-A indica tutti i documenti necessari per l’iscrizione). Il GSE forma la graduatoria entro 15 giorni dalla chiusura delle iscrizioni al registro (la graduatoria per il 2011 è stata pubblicata entro il 15 luglio 2011). I criteri per la formazione della graduatoria sono i seguenti e saranno applicati in ordine gerarchico: a) impianti entrati in esercizio (questo criterio non potrà trovare applicazione per l’anno 2011 perché se un impianto è entrato in esercizio al 30 giugno 2011 accede direttamente all’incentivo); b) impianti con lavori di costruzione
settembre 2011 | 13
www.ambientarsi.net terminati (anche questo criterio non potrà trovare applicazione perché se un impianto è completato al 30 giugno vi è la tempistica per l’entrata in esercizio entro il 31 agosto); c) precedenza nel rilascio del titolo autorizzativo; d) minore potenza dell’impianto; e) precedenza della richiesta di iscrizione nel registro. Se un impianto in graduatoria è entra-
to in esercizio entro il 31 agosto 2011 viene cancellato dalla graduatoria e si procede ad ammettere gli impianti che seguono in graduatoria in funzione delle risorse liberatesi. Per accedere all’incentivo l’impianto deve essere ultimato entro 7 mesi, se di potenza inferiore a 1 MW, e 9 mesi se di potenza superiore a 1 MW dalla pubblicazione della graduatoria. A decorrere dal primo semestre 2013
le tariffe assumeranno valore onnicomprensivo sull’energia immessa nel sistema elettrico, sulla quota di energia autoconsumata è attribuita una tariffa specifica come indicato nelle Regole Tecniche (di prossima pubblicazione).
Le tariffe per gli impianti fotovoltaici per i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2011 Settembre Intervallo di potenza
Impianti sugli edifici
Ottobre
Altri impianti fv
Impianti sugli edifici
Novembre
Altri impianti fv
Impianti sugli edifici
Altri impianti fv
Dicembre Impianti sugli edifici
Altri impianti fv
[kW]
[€/kWh]
[€/kWh]
[€/kWh]
[€/kWh]
[€/kWh]
[€/kWh]
[€/kWh]
[€/kWh]
1≤P≤3
0,361
0,316
0,345
0,302
0,320
0,281
0,298
0,261
3<P ≤20
0,325
0,289
0,310
0,276
0,288
0,256
0,268
0,238
20<P ≤200
0,307
0,271
0,293
0,258
0,272
0,240
0,253
0,224
200<P ≤1000
0,298
0,245
0,285
0,233
0,265
0,210
0,246
0,189
1000<P ≤5000
0,278
0,243
0,256
0,223
0,233
0,201
0,212
0,181
P>5000
0,264
0,231
0,243
0,212
0,221
0,191
0,199
0,172
Le tariffe per gli impianti fotovoltaici per il primo e secondo semestre 2012 Primo Semestre 2012
Secondo Semestre 2012
Intervallo di potenza
Impianti sugli edifici
Altri impianti fotovoltaici
[kW]
[€/kWh]
[€/kWh]
[€/kWh]
[€/kWh]
1≤P≤3
0,274
0,240
0,252
0,221
3<P ≤20
0,247
0,219
0,227
0,202
20<P ≤200
0,233
0,206
0,214
0,189
200<P ≤1000
0,224
0,202
0,155
1000<P ≤5000
0,182
0,156
0,164
0,140
P>5000
0,171
0,148
0,154
0,133
14 | settembre 2011
0,172
Impianti sugli edifici
Altri impianti fotovoltaici
Convegno Internazionale V Edizione www.enerloc.it
Politiche di sviluppo sostenibile del territorio
Seminari formativi e dibattiti su certificazione energetica,
Focus specifici sul quadro normativo di riferimento
tecnologie e materiali per il recupero in edilizia e
Presentazione di best practices
mobilità
Le città sostenibiLi il ruolo di enti locali, aziende e professionisti per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili in edilizia e nella mobilità
sassari
22-23 settembre 2011
Camera di Commercio di Sassari - Sala delle Conferenze - Via Roma 74 Organizzazione scientifica:
Partecipazione gratuita Iscrizione necessaria www.enerloc.it Con il patrocinio di: Ministero dell’Ambiente Ministero dello Sviluppo Economico Regione Autonoma della Sardegna ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani UPI - Unione delle Province d’Italia
Con il sostegno di: Ordine degli Architetti Province di Sassari e Olbia-Tempio Ordine dei Chimici Provincia di Sassari Ordine degli Ingegneri Provincia di Sassari Collegio dei Geometri Provincia di Sassari Collegio dei Periti Industriali Province di Sassari e Olbia-Tempio
Comune di Sassari
Provincia di Sassari
Consorzio Industriale di Sassari
Territorio
La costruzione del paesaggio di GIUSEPPINA CRISCI
Il paesaggio è oggi un’entità concettuale da tutelare con strumenti articolati e flessibili
16 | settembre 2011
www.ambientarsi.net
I
l paesaggio come entità particolarmente complessa si presta, oltre che a una lettura materica tesa
all’identificazione di una porzione fisica di territorio, anche a una lettura concettuale complementare e parallela alla precedente in cui viene interpretato come un’idea prodotta dai processi di costruzione del territorio. Quindi il paesaggio inteso non più solo come un innato processo cognitivo che precede l’immagine bensì come un processo storico è un concetto adeguato a una società che ha coscienza di costruire non solo il proprio giardino o la propria campagna ma, collettivamente, “un paesaggio”. Da un’idea-immagine del proprio paesaggio scaturisce un concetto generale di paesaggio in cui gli attributi di uno specifico territorio possono essere riassunti nelle categorie più generali di bellezza e armonia. L’idea-immagine del proprio paesaggio racchiude, in forma latente, anche un aspetto emozionale, come d’altronde è riconosciuto nella definizione canonica di paesaggio, per questo esso rappresenta un generatore di benessere psichico, che tocca la sfera estetica ma anche aspetti più complessi del nostro benessere, come gli aspetti di identità e di riconoscìbilità. Il paesaggio è caratterizzato da un equilibrio dinamico in quanto è soggetto inesorabilmente a modifiche temporali e variazioni spaziali. Una dinamica di tipo temporale viene definita quando le modificazioni producono, nell’ambiente e nel paesaggio, nuovi equilibri determinando la perdita solo di ciò che è inevitabile perdere e le aggiunte
settembre 2011 | 17
www.ambientarsi.net non sono peggiorative dello stato iniziale. Questo avviene nelle mutazioni ambientali, con tempi generalmente lunghi, o anche per opera dell’uomo, con tempi più veloci, attraverso interventi di pianificazione territoriale. Un paesaggio molto vario, invece, definisce una dinamica di tipo spaziale in cui la varietà evidenzia maggiormente la dinamicità della percezione spaziale. In questo sistema la pianificazione territoriale deve intervenire per la valorizzazione degli elementi di singolarità, di identità e di equilibrio riducendo gli elementi di squilibrio e dissonanza fastidiosa siano essi elementi naturali o antropici. La complessità dell’ambito in cui operiamo determina la necessità di individuare forme di tutela che portano, attraverso una rete di progetti, a interagire con il carattere dinamico del paesaggio. Paesaggio protetto Tali considerazioni rivolte a un generico paesaggio fanno individuare, contemporaneamente, diverse forme di tutela. Infatti, attualmente, la tutela del paesaggio può essere attuata attraverso: forme di tutela passiva, che rappresentano il modo di operare delle leggi vigenti attraverso vincoli, che fanno riferimento al decreto legislativo 490/1999; forme di tutela mediata, che
18 | settembre 2011
vengono attuate attraverso la redazione di strumenti urbanistici che indirizzano le trasformazioni del territorio ponendo dei vincoli ma contenendo anche indicazioni in senso propositivo e forme di tutela attiva attraverso azioni che possano migliorare il bene o, comunque, la sua conoscenza e fruizione: restauro, ricerca, divulgazione, didattica. Attualmente, consapevoli della natura complessa del paesaggio, alcune Amministrazioni hanno attuato modalità di tutela, producendo strumenti normativi che riescono a coordinare le scelte urbanistiche e le scelte successive della progettazione delle opere definendo in dettaglio le tipologie e i criteri di integrazione nel contesto paesistico di aree agricole coinvolgendo i diversi livelli di pianificazione regionale, provinciale, comunale. In questo scenario, affinché il territorio nazionale abbia un unico riferimento oggettivo, nasce il D.P.C.M. del 12 dicembre 2005 a cui viene affidato un ruolo fondamentale per contribuire a formare la conoscenza collettiva preliminare alla tutela del paesaggio, sviluppando nelle popolazioni il loro senso di appartenenza, attraverso la conoscenza dei luoghi e per realizzare una nuova politica di sviluppo del paesaggio-territorio attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni centrali e locali in
azioni di tutela e valorizzazione del paesaggio, riconoscendo a questo una valenza che può agire da volano per lo sviluppo socio economico, attraverso l’individuazione di scelte condivise per la sua trasformazione. Il DPCM 12/12/2005 ha avuto come finalità l’indicazione delle modalità attraverso cui può essere letto il paesaggio e, conseguentemente, di come possono essere progettate le trasformazioni del territorio. Lo strumento di legge obbliga a riflettere sulla necessità di progettare all’interno del contesto e non sul contesto, senza sovrapporsi in modo acritico a quell’insieme di natura e storia che, nel tempo, ha prodotto quello che oggi chiamiamo paesaggio. Un corretto inserimento di nuovi elementi nasce dal progettare trasformazioni e non introdurle, stabilire rapporti conoscitivi con i luoghi/oggetti su cui si interviene, con quelli che stanno fisicamente intorno alla nuova realizzazione e con i quali, essa, entrerà inevitabilmente in stretto rapporto. L’elemento fondamentale per un approccio corretto è la conoscenza, il riconoscimento dei luoghi per quello che sono e l’acquisizione della consapevolezza che il territorio rappresenta per tutti una preziosa risorsa.
Silicio
Smaltire il Sole di UGO BARDI
L’allarme sull’inquinamento da silicio a fine vita è pretestuoso
È
da un pezzo che c’è chi cerca di usare tutto quello che può trovare per dir male dell’energia rinnovabile. Si vede che ne hanno paura e, oggi, dopo il risultato del referendum sul nucleare, ne avranno probabilmente ancora di più. Quindi, aspettiamoci una recrudescenza delle varie leggende che dicono che l’energia rinnovabile è pericolosa, costosa, fa male, vi fa venire tumori, impotenza, orticaria, reumatismi e qualsiasi altra cosa gli venga in mente. Bisogna starci attenti e lavorare per identificare e demolire le varie leggende, via via che ritornano fuori. Una delle tante leggende da “sbufalare” è quella del silicio come rifiuto pericoloso e difficile da smaltire. Me la sento ripetere spesso nei commenti e la si trova comunemente ripetuta sulla stampa. Ora, fra le varie bufale, questa del silicio come rifiuto inquinante è forse la più assurda e la più ingenua che mi sia mai capitato di dover smentire. Ma come si fa a prendersela con il silicio? Il silicio è quanto di più innocuo esista. È del tutto inerte, non è
settembre 2011 | 19
www.ambientarsi.net velenoso, non evapora, non si scioglie, non fa assolutamente niente e, notate, è il secondo elemento più abbondante nella crosta terrestre dopo l’ossigeno. I minerali di gran lunga più comuni nella crosta, in effetti, sono i silicati: innocui composti di silicio e ossigeno. Oltre al silicio, le celle contengono tracce di boro e fosforo, anche questi elementi comunissimi e inoffensivi. Contengono anche alluminio per i contatti e anche l’alluminio è un elemento comunissimo nella crosta terrestre. Insomma, anche ammesso che qualcuno le celle le butti via dove capita, non farebbero nessun danno. Piano, piano, si ossiderebbero e ritornerebbero a far parte della crosta terrestre da dove sono venute. Sei polvere e polvere ritornerai. Nella pratica, ovviamente, le celle foto-
20 | settembre 2011
voltaiche di scarto non si buttano dove capita. Sono classificate come “rifiuto elettronico” (RAEE) e vanno in discarica come “rifiuti speciali” insieme a tutti gli altri rifiuti elettronici. Rispetto a tutta la robaccia classificata come RAEE, sono una frazione inerte che non pone nessun problema. Per qualche ulteriore precisazione, tuttavia, esiste in effetti un problema di inquinamento da silicio nella produzione dei “chip” per i circuiti integrati. In questo caso, l’uso di trattamenti acidi o in plasma, genera uno “slurry” che contiene silicio in polvere che deve essere trattato con una certa cautela perché è inquinante. Ciò detto, se gli oppositori del fotovoltaico, sulla base dell’inquinamento da silicio, fossero coerenti dovrebbero prendersela, invece, con la produzione dei computer
e tornare a usare il pallottoliere. Infine notate che, dalle celle usate o scartate, è possibile riciclare il silicio. Al momento, non è una cosa comune, dato che il silicio minerale è molto abbondante, come si diceva, il silicio è il secondo elemento più abbondante nella crosta terrestre. Quindi, certamente non abbiamo da aver paura del “picco del silicio”. Ma, in ogni caso, il riciclo del silicio rende il processo di produzione più pulito e più elegante e, sicuramente, lo si farà sempre di più nel futuro. Mi sembra che, difficilmente, la situazione potrebbe essere più chiara di così. Ma tanto questi continueranno a raccontare leggende. Aspettiamo la prossima che, probabilmente, sarà a proposito del fatto che i pannelli fotovoltaici vi fanno venire le unghie incarnate.
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Analisi
Il fotone in bolletta di DOMENICO COIANTE
Sugli effetti delle incentivazioni del fotovoltaico è necessario fare chiarezza Parte prima
T
empo addietro è comparsa sulla
verificare le cifre di questo allarme. Nel
che le incentivazioni fanno salire la bol-
stampa la notizia che, nei pros-
2010 la potenza fotovoltaica, comples-
letta elettrica degli utenti in misura pari
simi 20 anni, il fotovoltaico e le
sivamente installata, era di 3.470 MWp
alla loro entità. Ed è soprattutto questo
altre fonti rinnovabili e assimilate con
Fissiamo l’attenzione su questi impianti
concetto che ha provocato la reazio-
le loro incentivazioni costeranno com-
e seguiamone la produzione energe-
ne indignata dell’opinione pubblica. Si
plessivamente agli utenti sulla bolletta
tica nel tempo. La produttività media
è trattato di un tipico equivoco dovuto
elettrica circa 120 miliardi di euro, cioè
degli impianti in Italia è di circa 1.200
alla cattiva informazione, il peso delle
circa sei miliardi all’anno. Naturalmen-
kWh/kW, per cui saranno prodotti an-
incentivazioni si traduce in bolletta me-
te la notizia ha suscitato allarme e in-
nualmente circa 4,2 TWh fotovoltaici,
diante un meccanismo indiretto, che
dignazione nell’opinione pubblica con
a cui sarà attribuito un incentivo totale
ne attenua l’effetto, potendo arrivare
pesanti pressioni presso il governo
(tariffa media tra le varie tipologie d’im-
in qualche caso addirittura ad abbas-
perché provvedesse a ridurre i sussidi,
pianto = 300 €/MWh, CE vigente nel
sarne il costo. In questo lavoro prove-
in particolare al fotovoltaico, indicato
2010) di circa 1,26 miliardi di €/anno
remo a verificare i risultati precedenti,
erroneamente come il principale re-
per i prossimi venti anni. Anche se la
utilizzando un modello di riferimento
sponsabile delle enormi spese. Questo
potenza prevista dal piano governativo
più completo, in modo da approssima-
clima d’allarme ha prodotto come risul-
aumenterà di ulteriori 3.000 MWp nei
re meglio l’impatto sulla bolletta delle
tato il decreto ministeriale del 4° Con-
prossimi anni siamo ben lontani dalla
incentivazioni erogate ai produttori fo-
to Energia con tariffe incentivanti più
cifra che è stata sbandierata. In ogni
tovoltaici.
basse del 20-25% rispetto alle prece-
caso, nei vari commenti che hanno
denti e smorzate progressivamente nel
accompagnato la campagna di stam-
Il prezzo del kWh in rete
tempo per i nuovi impianti. Proviamo a
pa è passata per vera l’affermazione
Il grafico di Fig.1 rappresenta l’anda-
22 | settembre 2011
www.ambientarsi.net mento tipico del prezzo di acquisto del
sono identificare tre fasce di richiesta
sostenuti dall’intero sistema elettrico
kWh da parte della rete elettrica nazio-
che si sovrappongono nel corso del-
nei confronti dell’utente finale, cioè la
nale in un giorno feriale, nella fattispe-
la giornata. La prima è quella sempre
determinazione delle varie voci di spe-
cie martedì 3 maggio 2011.
presente di circa 26.000 MWh che co-
sa presenti nella bolletta degli utenti.
Quel giorno il prezzo è variato da un
stituisce il cosiddetto carico di base. A
Per capire, grossolanamente, come
minimo di 47 €/MWh nelle ore nottur-
questa si va a sommare gradualmente,
avviene l’intero processo, conviene
ne fino ad un massimo di circa 99 €/
a partire dalle prime ore della mattina,
far riferimento allo schema sommario
MWh nelle ore di punta della mattina.
una fascia intermedia, detta del carico
riprodotto in Fig. 3. Esso è basato, per
Il prezzo medio è stato di 72 €/MWh
medio, a cui si sovrappongono i picchi
semplicità, su un’analogia idraulica dei
(linea nera orizzontale). Per questioni
di richiesta della mattina e del pome-
flussi energetici. La rete di distribuzione
esemplificative, che appariranno chia-
riggio, detti carichi di punta.
è schematizzata in un solo blocco a cui
re in seguito, supponiamo che, in quel
Responsabile di far combaciare nel
affluiscono i contributi dei diversi tipi di
particolare giorno, il contributo da par-
tempo la fornitura d’elettricità con le
generatori e da cui si diparte l’elettricità
te dei sistemi fotovoltaici sia stato pra-
esigenze degli utenti è il Gestore dei
diretta alle varie utenze, anch’esse rap-
ticamente trascurabile. La successiva
Sistemi Elettrici (GSE) a cui è affidato il
presentate da un solo blocco.
Fig. 2 mostra il grafico corrispondente
sistema d’immissione nella rete elettri-
Partiamo dagli utenti. I dati della richie-
dei volumi di MWh scambiati sul mer-
ca nazionale e di regolazione dei flussi
sta di energia pervengono istante per
cato elettrico nello stesso giorno.
d’energia provenienti dai vari generatori
istante al sistema di controllo e dispac-
Si vede chiaramente come il prezzo
in connessione. Nell’odierna situazione
ciamento che provvede a regolare i
possa variare seguendo il volume delle
di liberalizzazione, gli impianti di pro-
“rubinetti” d’immissione nella rete elet-
vendite che, a sua volta, è determina-
duzione elettrica sono di proprietà pri-
trica dei flussi d’energia provenienti dai
to dal tracciato orario della richiesta di
vata mentre la rete di distribuzione e i
generatori convenzionali, attingendo
elettricità degli utenti. Questa è stata
sistemi di smistamento (dispacciamen-
da quelli dedicati rispettivamente alle
massima, intorno ai 43.000 MWh, nelle
to), misurazione e controllo del flusso
diverse fasce di richiesta del carico.
ore di punta e minima, intorno ai 26.000
energetico sono rimasti pubblici. Dal
Per lo scopo di questo lavoro, come si
MWh, nelle ore notturne. In ogni caso
GSE, sotto la supervisione dell’Autori-
capirà meglio nel seguito, l’idroelettri-
la richiesta oraria d’elettricità non è
tà per l’Energia Elettrica e per il Gas,
co, il geotermoelettrico e le biomasse
scesa mai sotto i 26.000 MWh. Si pos-
dipende anche la fatturazione dei costi
sono considerati all’interno dei blocchi
settembre 2011 | 23
www.ambientarsi.net
Fig.1 – Prezzo d’acquisto del kWh sulla rete nazionale per un tipico giorno feriale. (www.mercatoelettrico.org)
Fig.2 – Volumi delle vendite orarie sul mercato elettrico
24 | settembre 2011
rappresentativi dei generatori convenzionali delle due fasce più alte, in quanto si tratta di sorgenti di energia programmabili, non casualmente intermittenti. I flussi provenienti dai generatori fotovoltaici e dalle altre nuove fonti rinnovabili intermittenti sono immessi direttamente in rete senza subire alcuna modulazione perché godono per legge della priorità di dispacciamento. Il sistema di controllo fa in modo che l’energia totale immessa in rete corrisponda, istante per istante, a quella richiesta dagli utenti nell’arco della giornata ed è per questo che, oltre a regolare i “rubinetti”, esso programma fin dal giorno prima l’istante d’accensione dei vari generatori e la durata del loro intervento. Risulta, perciò, definita fin dal giorno prima la quantità di kWh che ciascun generatore dovrà fornire ed è stabilito, mediante gara al ribasso, il prezzo della fornitura. Questo tipo di trattative si svolge il giorno prima della fornitura ed è detto perciò “mercato del giorno prima”. Vengono abilitati a fornire energia quei generatori che offrono il prezzo più basso. In realtà, nel Mercato Elettrico italiano viene usato il sistema di aggiudicazione detto del “prezzo marginale”, le cui modalità sono abbastanza complicate da spiegare e che non premiano il prezzo più basso in assoluto. Tuttavia, i termini imprecisi qui usati rendono concettualmente più immediata la comprensione del meccanismo d’azione dell’offerta di energia rinnovabile sulla formazione del prezzo. Un altro aspetto importante, di cui si deve tenere conto, è che gli utenti non
www.ambientarsi.net solo richiedono la quantità di energia di cui abbisognano, ma chiedono anche che tale energia sia fornita a tensione e frequenza costanti. Detto in altri termini, essi richiedono anche la garanzia del mantenimento, da parte della rete, del livello di potenza. La bolletta elettrica Entriamo ora nei particolari fissando la nostra attenzione sulle ore di punta mattutine. Dal grafico di Fig. 2 si può vedere, ad esempio, che alle 11 di mattina la richiesta d’energia è: E11 = 43.000 MWh. Il GSE dovrà, pertanto, provvedere ad acquistare questa quantità di energia dai produttori con i quali ha stabilito contratti di fornitura già dal giorno prima. Dovrà anche assicurare agli utenti un livello di potenza adeguato che, durante l’ora di fornitura, sarà pari ad almeno P11 = 43.000 MW misurati in totale sulle apparecchiature di utenza. Naturalmente la potenza complessiva dei generatori a “bocca di centrale” sarà un po’ più grande di questo valore dovendo tenere conto degli autoconsumi degli impianti e delle perdite di trasmissione fino agli utenti. Per comodità esplicativa supponiamo che si verifichi il caso limite peggiore: in quel momento il cielo è nuvoloso su tutta l’Italia e non tira vento. Segue che tutta l’energia richiesta dovrà essere fatta affluire attingendola dai generatori delle tre fasce perché dalle fonti rinnovabili intermittenti non giunge alcun kWh (o molto pochi). La spesa per l’acquisto dell’energia sostenuta dalla rete durante quell’ora sarà pertanto:
S11 = V11*E11 Dove V11 è il prezzo unitario, mediato rispetto ai contributi delle tre fasce, pagato dalla rete ai produttori così come è stato fissato dall’asta del giorno prima e come risulta dal grafico di Fig.1. A questa spesa occorre aggiungere la quota oraria dei costi di gestione dell’intero sistema della rete, che indicheremo come G11, cosicché avremo per la spesa totale oraria ST11: ST11 = S11 + G11 = V11*E11 + G11 Il recupero di questa spesa avviene mediante l’emissione della bolletta elettrica a carico di tutti gli utenti a cui, pertanto, il kWh consumato nell’ora considerata viene a costare (tasse e altri balzelli esclusi): CkWh(h 11) = ST11/E11 = V11 + G11/ E11 Quindi, ora per ora, il costo del kWh in bolletta agli utenti è determinato dal prezzo pagato dalla rete ai produttori più la quota aggiuntiva di rimborso delle spese di gestione del sistema elettrico. Poiché il prezzo orario V, varia a seconda dell’andamento della domanda e dell’offerta sul mercato elettrico, il costo del kWh per l’utente varia di conseguenza. Il costo giornaliero medio si ottiene dalla somma dei costi orari mediata sulle 24 ore. Ringrazio Terenzio Longobardi per l’attenta revisione del testo e gli utili commenti. L’articolo continua e finisce sul prossimo numero
settembre 2011 | 25
Transizione
IL FUTURO DI SUSTOPIA
La direzione in cui vanno le comunità energetiche sostenibili è quella tracciata dAll’Europa di ALESSANDRO DRAGO
C
’era una volta Sustopia, una piccola città che, grazie alla volontà del suo sindaco, del comitato per la salute e l’ambiente composto da consiglieri comunali di ogni partito e alle capacità organizzative del dirigente dell’area foreste incaricato del progetto, si era messa in testa di realizzare un piano d’azione energetico e climatico realmente sostenibile. Obiettivo a lungo termine ambizioso quanto monitorabile nel tempo: diminuire l’emissioni di CO2 prodotte a Sustopia di 20mila tonnellate ogni anno fino al 2030. La struttura del piano non lasciava spazio a margini d’errore se applicata nei tempi previsti e seguendo la metodologia prescelta. Si partiva
26 | settembre 2011
da un’analisi dello stato dell’arte (consumi, risorse energetiche a disposizione, inventario delle emissioni, scenario dei consumi futuri per il riscaldamento, ecc.), si approvava un programma adatto delegando ai diversi attori coinvolti la realizzazione di sotto-programmi e si individuavano i costi per raggiungere i relativi obiettivi. Infine, si decideva quanto avrebbe contribuito ogni singolo settore al raggiungimento dell’obiettivo finale: il settore agricolo, l’efficienza energetica negli edifici e nelle industrie, la produzione di energia da fonti rinnovabili, il consumo energetico per i trasporti e, infine, lo stoccaggio di CO2 a opera degli alberi delle foreste. Così facendo, gli obiettivi iniziali
sarebbero stati raggiunti e la riduzione di CO2 in atmosfera sarebbe diminuita di una quantità superiore a quella prevista per il 2030. Sustopia rappresenta un esempio virtuoso a livello energetico che ogni Comune dovrebbe essere in grado di eguagliare. Sustopia, però, non fa altro che applicare nella maniera corretta e più efficiente possibile le indicazioni dell’Unione Europea in materia di sostenibilità energetica derivanti dalla direttiva 20-20-20 (il cosiddetto pacchetto clima-energia, Dir. 2009/28/ CE). La Politica Comunitaria chiede ai Comuni di incentivare lo sviluppo di comunità energetiche sostenibili partendo da iniziative pubbliche locali
www.ambientarsi.net virtuose, come l’approvazione di un piano d’azione energetico sostenibile e l’utilizzo del benchmarking di eccellenza, ovvero di un sistema in grado di indicare i progressi raggiunti attraverso interventi specifici per la diminuzione di CO2 in atmosfera. Queste iniziative sono contenute in un patto volontario che i sindaci eletti nei Comuni Europei possono decidere di firmare aderendo appunto al “Patto dei sindaci”, previa approvazione da parte del Consiglio Comunale tramite delibera. A oggi sono alcune migliaia i comuni Europei che hanno deciso di aderire al Patto, con una forte prevalenza di quelli italiani e spagnoli rispetto ad altri Paesi con maggiore tradizione in materia di sostenibilità energetica quali la Germania e la Gran Bretagna. Per aderire al Patto i Comuni devono attestare il fatto che il Consiglio comunale abbia approvato con delibera tale decisione e impegnarsi a perseguire gli obiettivi comunitari in materia di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2020 presentando un SEAP (Sustainable Energy Action Plan), dei report annuali sui progressi del piano, organizzando iniziative promozionali in cooperazione con la CE denominate Energy Days e, infine, partecipando alla Conferenza annuale dei sindaci per la sostenibilità energetica in Europa. Questioni di metodo Per quanto riguarda il metodo per la realizzazione di un SEAP, la CE non ne indica uno in particolare ma si limita a suggerire di prendere in considerazione quelli che hanno funzionato con successo nei Comuni aderenti al Patto. Per quanto riguarda l’ambito di
applicazione il SEAP dovrà prevedere azioni inerenti i seguenti campi (sia del settore pubblico che privato): edilizia, infrastrutture urbane, trasporti e mobilità, partecipazione dei cittadini, comportamento energetico intelligente da parte dei consumatori e la pianificazione territoriale. Insomma, si sta parlando nuovamente di Sustopia! Un Comune immaginario che ha deciso di mettere mano in tutti questi settori concertando con il privato le soluzioni più sostenibili a livello energetico. Ma dove si trova Sustopia? In realtà, Sustopia pur essendo un Comune immaginario, ha un suo piano d’azione per la sostenibilità energetica, realizzato un paio di anni fa da un’azienda norvegese da esempio per alcuni Comuni Europei (tra cui alcuni italiani) coinvolti in un progetto Comunitario finanziato dal Programma Intelligent Energy Europe, che aveva proprio lo scopo di sviluppare un sistema di benchmarking della sostenibilità energetica locale per creare comunità energetiche sostenibili. Questo progetto ha consentito, soprattutto, di venire a conoscenza dello stato dell’arte del sistema di gestione dei consumi energetici degli edifici pubblici comunali e degli ostacoli esistenti a un utilizzo sostenibile dell’energia usata a fini pubblici. Nello specifico, tra i Comuni pilota italiani coinvolti nella raccolta dei dati sui consumi degli edifici, dell’illuminazione pubblica e del parco auto municipali abbiamo notato ostacoli diversi al reperimento dei dati alla fonte con l’aumentare della grandezza dei Comuni. A esempio, nei Comuni sotto i mille abitanti raramente si sono fatti audit energetici dei consumi e, quindi, manca un’esperienza mana-
geriale di riferimento. Nei Comuni sotto i 10mila abitanti gli edifici pubblici sono gestiti da diversi Assessorati e, quindi, c’è una frammentazione dei dati che crea un problema di sintesi. Può succedere, infatti, che un centro anziani sia gestito dall’Assessorato alle Politiche Sociali e l’asilo nido dall’Assessorato alla scuola o formazione mentre gli edifici in cui risiede la struttura comunale siano sotto il controllo dell’Assessorato al patrimonio. Non sempre questi interagiscono tra loro e la necessità di intervenire trasversalmente è d’obbligo per avere uno scenario completo dei consumi energetici di un Comune. Nei Comuni con oltre 50mila abitanti comincia a presentarsi un altro problema e cioè lo stato patrimoniale dei beni immobili. Caratteristico delle grandi città Italiane, che sin dagli anni ’90 hanno creato società municipalizzate per la cartolarizzazione dei beni immobili per valutare, valorizzare e vendere gli edifici di proprietà comunale, quello di conoscere con esattezza il patrimonio immobiliare comincia con il preoccupare i Comuni che superano 50mila abitanti. Se un Comune non sa quanti immobili possiede o non si conoscono gli affittuari da poter risalire ai costi energetici la faccenda si fa dura. Insomma, con buona probabilità, i quasi mille Comuni, che in Italia hanno deciso di aderire al “Patto dei sindaci”, dovranno partire da questi problemi, semplici quanto importanti per adempiere agli obblighi derivanti dall’accordo volontario.
settembre 2011 | 27
Opinioni
Futuro rinnovabile di MARIA CONSIGLIA IZZO
“
Le rinnovabili, specialmente dopo Fukushima, sono uno degli elementi principali per uscire dalla crisi”
L’
energia rinnovabile è un tema “caldo” da qualche tempo. Abbiamo sentito in proposito l’opinione di un addetto ai lavori, l’ing. Valentina Russo, progettista di impianti alimentati a fonti rinnovabili, che ha lavorato per il Ministero dello Sviluppo Economico. Qual è il suo punto di vista sulle fonti di energia rinnovabili nel mondo? «È oramai noto a tutti che il mondo sta puntando sulle energie rinnovabili, partendo dagli Stati Uniti con la rivoluzionaria politica energetica di Obama, passando per l’Europa che con l’ultima direttiva 2009/28/CE, cosiddetta direttiva “20-20-20”, punta al raggiungimento dell’ambizioso obiettivo del 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili nei Paesi Membri, per arrivare in Cina che, nel 2010, è stato il Paese leader mondiale negli investimenti sulle
28 | settembre 2011
energie rinnovabili per terminare, infine, con il Giappone, la Germania e l’Italia che, dopo la tragedia di Fukushima, ha dichiarato di voler puntare sulle rinnovabili e, in particolare, su solare ed eolico off-shore. I dati parlano chiaro, nel 2010 le energie rinnovabili hanno avuto investimenti, a livello mondiale, pari a 211 miliardi di dollari, con un incremento del 32% rispetto al 2009, anche con un interessante cambiamento a livello geopolitico, giacché i maggiori investimenti per lo sviluppo delle rinnovabili sono stati utilizzati nei Paesi in via di sviluppo piuttosto che in quelli industrializzati. Se consideriamo, poi, che il prezzo del petrolio difficilmente tornerà a essere competitivo, sia per i crescenti costi di estrazione sia per motivi di equilibri politici, e che i limiti sulle emissioni climalteranti renderanno di fatto la produzione di energia da fonte fossile molto costosa, la strada oramai sembra essere segnata verso quella che,
www.ambientarsi.net forse, a livello mondiale può considerarsi la più importante rivoluzione dopo quella “industriale”». Il 2008 è stato l’anno della svolta per il fotovoltaico in Italia: le installazioni che sono aumentate del 400% rispetto al 2007. Anche gli anni successivi hanno confermato questo buon momento. Si tratta dunque di un settore che ha resistito all’impatto della crisi economica? Quale grado di maturità ha raggiunto il mercato del fotovoltaico in Italia? «Direi di sì, il fotovoltaico è stato, negli anni 2009 e 2010, uno dei pochi settori che non solo non ha risentito della crisi ma ha addirittura registrato un incremento delle installazioni molto superiore alle più ottimistiche previsioni tanto da costringere il governo ad “arginare” il fenomeno emanando in anticipo un nuovo conto energia, il cosiddetto e tanto discusso decreto “Romani”. Anzi, probabilmente, proprio la crisi ha giocato a favore della crescita di un settore in cui l’investimento era molto ben remunerato e garantito da un sistema di incentivazioni generoso e avente una durata temporale molto superiore al tempo di ritorno dell’investimento. Dal 2005, da quando cioè sono partiti gli incentivi in conto energia, l’unica battuta d’arresto nel settore fotovoltaico si è avuta nella primavera di quest’anno, ma non per la crisi, bensì proprio per l’incertezza creata dal cosiddetto “Decreto rinnovabili” del 3 marzo scorso, che prevedeva la sospensione del 3° Conto Energia a partire dal 31 maggio, in attesa di un nuovo decreto, annunciando una rimodulazione verso il basso delle tarif-
fe incentivanti nonché il cambiamento delle regole in corsa. Ciò ha creato il panico sia tra gli operatori sia tra gli investitori procurando, oltre che ingenti perdite economiche, la paura che un mercato in forte crescita potesse crollare. Attualmente, in Italia ci sono 800 aziende che lavorano nel fotovoltaico e i numeri relativi alla potenza e agli impianti installati pari, a tutt’oggi, rispettivamente, a più di 10.000 MW e a circa 270.000 impianti con una stima del GSE (Gestore dei Servizi Elettrici) di 12.000 MW e 350.000 impianti alla fine di quest’anno, delineano un mercato maturo e solido». Il fotovoltaico è stato applicato alla tratta autostradale Messina – Palermo. Possiamo dire che è iniziata l’ora del solare nell’ambito dei servizi pubblici in Italia? «L’iniziativa non è nuova nel panorama italiano ed europeo è in itinere, infatti, un altro progetto similare, il corridoio verde per la mobilità sostenibile nel tratto autostradale tra Modena e Monaco di Baviera, che prevede veicoli a idrogeno, trasporto merci solo su rotaia, energia da fonti rinnovabili locali, efficienza e risparmio energetico, strategie di sviluppo pianificate. L’utilizzo delle fonti rinnovabili, in siti ad elevata visibilità, quali quelli pubblici, ha sicuramente un impatto notevole e può contribuire in maniera significativa al necessario cambiamento culturale». La tecnologia fotovoltaica del futuro sarà probabilmente quella dei moduli a film sottile che, già nel 2012, potrebbero rappresentare il 30% del mercato sottraendo così quote di mercato ai moduli tradizionali in silicio cristallino.
Quali sono i vantaggi del film sottile, in particolare nelle applicazioni architettoniche? «Il film sottile è indubbiamente molto più versatile e utilizzabile in applicazioni in cui si vuole privilegiare l’integrazione architettonica e rispetto ai moduli in silicio presenta costi più contenuti. I moduli in silicio cristallino non sempre possono essere inglobati nelle strutture esistenti senza alterare l’idea originale del progettista e questo ha generato, indubbiamente, anche una certa ritrosia da parte degli architetti nei confronti di queste tecnologie. I film sottili, invece, grazie alla loro flessibilità e al fatto che il loro rendimento è indipendente dall’inclinazione con cui vengono installati, in quanto sfruttano la radiazione diffusa, si adattano meglio all’inserimento sia in edifici esistenti che in nuovi edifici. Tuttavia, fino ad oggi, il film sottile non ha avuto la stessa diffusione del silicio sia perché presentava rendimenti più bassi sia a causa del decremento delle prestazioni nel tempo. Oggi, invece, si stanno affacciando sul mercato prodotti altamente innovativi con rendimenti intorno al 12%. Grandi impianti si stanno poi costruendo con questa tecnologia, quale quello da 25 MW sul CIS di Nola, delineando, quindi, un quadro positivo per lo sviluppo di queste tecnologie. Ulteriori sviluppi si avranno nel prossimo futuro con l’avvento delle nanotecnologie che permetteranno di produrre ingenti quantità di energia con piccolissime superfici ed elevatissimi gradi di integrazione architettonica».
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Protagonisti
Cambiare paradigma. Cambiare linguaggio di Alessandra Lombardi
La sfida delle rinnovabili è anche una sfida di logiche e di prioritĂ
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Green economy e rinnovabili simul stabunt vel simul cadent (come insieme staranno così insieme cadranno)”
“
Basta piangere sul latte versato, cambiamo vocabolario e puntiamo sulla green economy”. Questa in sintesi la posizione del Presidente di ISES ITALIA GB Zorzoli che spiega come le rinnovabili modificheranno il mercato e saranno centrali in qualsiasi politica energetica che guardi al futuro. È drastico GB Zorzoli, il Presidente che ha guidato la sezione italiana dell’International Solar Energy Society durante quasi tutto il triennio. Di sicuro un triennio non troppo roseo da ricordare, non solo a causa dei mancati interventi, ancor più per gli interventi che hanno ostacolato lo sviluppo delle rinnovabili ma, anche, per una mancata consapevolezza comune fra gli addetti ai lavori sugli obiettivi da raggiungere. Di qui l’invito a definire una comune piattaforma per il futuro durante la tavola rotonda “Le prospettive delle rinnovabili dopo il decreto legislativo 28/2011 e il Quarto Conto Energia”, partendo dall’ipotesi che le rinnovabili sono in grado di soddisfare una quota crescente dei consumi finali di energia, già nel 2020 presumibilmente superiore a quella (17%) concordata con la Commissione europea.
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www.ambientarsi.net Presidente Zorzoli, che cosa sono oggi le rinnovabili? «La tavola rotonda, organizzata in concomitanza con la presentazione della relazione annuale del GME (Gestore Mercati Energetici), aveva come tema “L’impatto delle rinnovabili sul disegno e sul funzionamento del mercato elettrico” e, contrariamente alla vulgata corrente, non ha dato luogo alle consuete recriminazioni sulle perturbazioni che il loro sviluppo sta provocando all’ordinato procedere delle cose, bensì all’esplorazione interessata (e interessante) delle profonde trasformazioni che il loro apporto non più marginale provocherà nel modo d’essere e di operare del mercato. Questo, in un’ottica europea del processo, dando per (positivamente) acquisito che il contrasto ai cambiamenti climatici comporta un impegno di tutti gli Stati del continente in una trasformazione nel modo di produrre e di consumare (in una parola, di “vivere”) di cui l’efficienza energetica e le rinnovabili rappresentano un insostituibile strumento. In un siffatto contesto e davanti a simili prospettive, non possiamo continuare ad asserragliarci nella difesa del nostro ridotto dagli attacchi sconsiderati di chi non sa guardare al di là del proprio naso. Uscirne comporta, però, un cambio di paradigma che significa anche un cambio di linguaggio». In che senso? «Nel senso che è necessario dare una nuova connotazione ad alcune parole. Per esempio, ai termini “Diversificare, diversificazione” bisogna attribuire il
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significato prevalente di arricchimento dell’apporto delle rinnovabili al fabbisogno energetico sia mediante nuove tecnologie sia in applicazioni diverse da quelle tradizionali o in settori finora poco penetrati. Non si tratta di una questione meramente lessicale. Finora, infatti, nel gergo energetico diversificare (diversificazione) di norma ha significato più carbone e meno gas, oppure meno idrocarburi e più nucleare, oppure gas non convenzionali in sostituzione di quelli convenzionali. Fare viceversa diventare di uso comune queste parole nelle opzioni interne alle rinnovabili contribuisce a trasformare in senso comune il concetto che le rinnovabili saranno centrali in qualsiasi politica energetica che guardi al futuro (cioè al di là del proprio naso). Si badi bene, senso comune che latita anche all’interno del nostro mondo, altrimenti non si spiegherebbero le persistenti diatribe volte a riaffermare che il proprio verde è più verde degli altri». Secondo lei “incentivo” è sinonimo di “sussidio”? «Va fatto ogni sforzo per rimuovere il convincimento diffuso che “incentivo” sia sinonimo di “sussidio”. Non giovano certo a cancellarlo le critiche, assai frequenti all’interno del mondo delle rinnovabili, a incentivi che, a parità di risultato, hanno la colpa d’essere più onerosi di quelli relativi ad altre tecnologie. In realtà per le rinnovabili stiamo parlando di incentivi a innovazioni all’inizio così radicali da non poter essere sopportate all’interno dei normali processi innovativi propri delle aziende.
Allora il problema diventa stabilire se l’incentivo è quello appropriato al livello di innovazione raggiunto da una determinata tecnologia e, di conseguenza, introdurre meccanismi il più possibile automatici che lo riducano al crescere dello sviluppo della tecnologia stessa. Meccanismi, quindi, tali da decretarne anche la fuoriuscita dal mercato per manifesta impossibilità a diventare competitiva. A questo approccio va conferita ulteriore credibilità accettando ritorni degli investimenti ragionevolmente inferiori a quelli tipici in attività che devono affrontare tutti i rischi della competizione sul libero mercato. A questo proposito alcune posizioni emerse durante il travagliato passaggio dal Terzo al Quarto Conto Energia dovevano essere più apertamente criticate ed emarginate dalla parte maggioritaria del settore fotovoltaico». E riguardo al territorio e all’ambiente, quale dovrebbe essere il giusto approccio? «Dobbiamo fare nostro lo statement posto a premessa del recentissimo Energy National Policy Statement britannico: lo sviluppo di qualsiasi nuova infrastruttura energetica avrà degli effetti negativi sulla biodiversità, sul paesaggio, sul territorio, sull’ambiente e sui beni culturali. Si tratta, dunque, di privilegiare quelle, come le rinnovabili, che questi effetti oggettivamente li minimizzano ma, anche in questo caso, occorre mitigarli al massimo. Dato che siamo in Italia e non nel Regno Unito e le fonti energetiche primarie di alcune tecnologie sono principalmente ab-
www.ambientarsi.net bondanti là dove storicamente domina la criminalità organizzata, il territorio e l’ambiente vanno salvaguardati anche sotto questo profilo. In proposito molto è stato detto e qualcosa è stato realizzato ma occorre fare di più, consapevoli che in molte zone del Paese il successo nella difesa fisica del territorio e dell’ambiente è illusorio senza il contestuale contrasto deciso all’illegalità. Questa scelta presuppone da un lato la denuncia di ogni installazione che non rispetti al meglio il contesto in cui è realizzata, dall’altro la ricerca esplicita dell’alleanza e del supporto delle istituzioni (forze dell’ordine, magistratura,
enti locali) e delle associazioni (a partire da Confindustria) già impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata». Alla luce di queste considerazioni, quali sono le prospettive aperte e quelle che aprono le fonti di energia rinnovabili? «Innanzitutto anche a questo insieme di parole occorre cambiare connotazione. Le rinnovabili non sono un fine ma solo uno degli strumenti necessari alla realizzazione della green economy, cioè di un assetto economico-sociale capace di garantire uno sviluppo sostenibile dove, accanto alla dominanza delle
rinnovabili nel soddisfacimento della domanda di energia, sia realizzata una gestione più razionale, efficiente ed efficace di tutte le risorse: materie prime e residui, ma anche territorio, beni culturali, tempo libero, ecc. Gestione che, per essere tale, deve necessariamente coinvolgere in presa diretta i cittadini, quindi, realmente partecipata. Se non si procede in questa direzione, prima o poi, inevitabilmente, ne risentirà anche lo sviluppo delle rinnovabili. Green economy e rinnovabili simul stabunt vel simul cadent (come insieme staranno così insieme cadranno)».
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Risorse
Lunga vita al ciclo di LUCA VECCHIATO e ANDREA FEDELE
Il Life Cycle Assessment è uno strumento fondamentale per le scelte strategiche che tengano conto dell’ambiente
Q
uanto
stiamo
“consuman-
do” quando usiamo l’auto? E quando prendiamo un caffè?
E quando usiamo un elettrodomestico? In alcuni casi la risposta a queste domande può sembrare estremamente semplice: il consumo di un’automobile è scritto sul libretto ed è espresso in litri di benzina su 100 km. Questa è, spesso, una risposta ingannevole: un “consumo” realistico, che contabilizzi in qualche modo l’effetto complessivo sull’ambiente di un bene, deve tenere in debito conto anche tutte le risorse naturali utilizzate per la creazione del manufatto e tutte le risorse che servono per dismetterlo. È in questa ottica che nasce l’innovativa filosofia di pen-
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www.ambientarsi.net siero denominata Life Cycle Thinking
e dei rifiuti rilasciati nell’ambiente. La
(LCT). Il principio che ispira questa fi-
valutazione include l’intero ciclo di vita
losofia è quello di considerare un pro-
del processo o attività, comprendendo
dotto come un insieme di processi, di
l’estrazione e il trattamento delle mate-
flussi in input e output di materiali e for-
rie prime, la fabbricazione, il trasporto,
me di energia associate a tutti gli step
la distribuzione, il riuso, il riciclo e lo
del suo ciclo di vita, dalla progettazio-
smaltimento finale” (SETAC, 1991).
ne sino alla dismissione e al recupero o
Risulta evidente il concetto del “ciclo
smaltimento finale. Partendo da questo
di vita” sul quale si basa lo studio sul
approccio si sviluppa, in particolare in
prodotto analizzato, analisi “dalla culla
campo ambientale, la metodologia Life
alla tomba” (from cradle to grave), cioè
Cycle Assessment (LCA) che permet-
dall’estrazione delle materie prime ne-
te uno studio esaustivo del prodotto
cessarie sino allo smaltimento finale.
considerando tutti i processi connes-
Non si pensi esclusivamente ai normali
si col suo intero ciclo di vita. Questo
beni strumentali che acquistiamo e uti-
comporta che non vengono presi in
lizziamo normalmente: si prestano ad
considerazione solo gli effetti ambien-
analisi LCA anche opere complesse
tali del semplice impianto di produzio-
come tracciati autostradali e impian-
ne bensì l’intero processo che porta a
ti industriali o servizi. Particolarmente
un prodotto, a partire dall’approvvigio-
promettente per le sue indicazioni è,
namento delle materie prime (minerali,
ad esempio, lo studio LCA delle diver-
biomasse, flussi energetici, ecc.) fino
se tipologie di raccolta dei rifiuti urbani.
allo smaltimento passando attraverso l’utilizzo e il consumo. In questo pano-
In cerca di standard
rama è molto importante definire con
A partire dal 1990 numerose iniziative
chiarezza i “confini” dello studio: lavo-
furono avviate per arrivare alla stan-
rando in un contesto troppo ristretto
dardizzazione della metodologia LCA
si potrebbe arrivare a delle conclusioni
e si ebbe, di conseguenza, la pubbli-
erronee a proposito di vantaggi o svan-
cazione di numerosi testi scientifici e
taggi. Obiettivo degli studi LCA, invece,
strumenti di calcolo. Molto importante
è il raggiungimento dell’ottimizzazione
fu ovviamente la creazione di banche
complessiva. La Society of Environ-
dati per l’applicazione pratica. L’Inter-
mental Toxicology and Chemistry (SE-
national Standard Organization arrivò
TAC), che fu tra i primi a introdurre nei
nel 1997 a definire le norme della fami-
cicli progettuali la metodologia LCA,
glia ISO 14000 e, successivamente, tra
nel 1993 ne propose la seguente de-
il 1998 e il 2000, le norme specifiche
finizione: “procedimento oggettivo di
di prodotto della serie ISO 14040 che
valutazione di carichi energetici e am-
riportano i principi, i requisiti e le linee
bientali relativi a un processo o un’at-
guida per l’applicazione della metodo-
tività, effettuato attraverso l’identifica-
logia LCA a un servizio o un prodot-
zione dell’energia e dei materiali usati
to. Particolarmente importanti per una
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www.ambientarsi.net analisi del ciclo di vita sono le due norme di riferimento, la ISO 14040:2006, Principles and framework e la ISO 14044, Requirements and guidelines. Con lo sviluppo della metodologia LCA si è arrivati ad avere, oggi, una struttura ben definita e un procedimento consolidato sulle modalità di svolgimento di un’analisi. Non di meno il campo dell’LCA è ancora in sviluppo. Un esempio deriva dai modelli di calcolo utilizzati per la fase di LCIA che sono in continuo e costante aggiornamento e sviluppo, dove con LCIA (Life Cycle Impact Assessment) si intende quella fase in cui viene prodotto il passaggio dal dato oggettivo, calcolato durante la fase di inventario, al giudizio di pericolosità ambientale. Quali sono le fasi di uno studio LCA? La prima fase di uno studio LCA è la “definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione”. Nel
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definire gli obiettivi dello studio si devono descrivere in modo chiaro l’utilizzazione prevista, le motivazioni che hanno portato allo studio, il pubblico a cui è destinato e la divulgabilità o meno dei risultati. Segue poi un secondo step rappresentato dalla cosiddetta fase di “analisi dell’inventario”, detta anche fase di Life Cycle Inventory (LCI), che include la raccolta dei dati e i metodi di calcolo che permettono di quantificare i flussi di materia ed energia in entrata e in uscita di un sistema di prodotto. Tale procedimento è un work in progress che si completa via via che si procede con la raccolta dei dati. Talvolta può rendersi necessario identificare nuovi requisiti o limitazioni riguardo i dati stessi o modifiche nelle procedure di raccolta dati. Questa fase è particolarmente delicata per tutto quanto riguarda la definizione dei sy-
stem boundaries, ossia i confini entro i quali deve essere contenuta l’analisi. A questa fase di definizione segue un processo di “valutazione dell’impatto del ciclo di vita” vero e proprio (LCIA, Life Cycle Impact Assessment), fase che include la raccolta dei risultati degli indicatori per le diverse categorie di impatto (cioè la classe che rappresenta i problemi ambientali di interesse ai quali possono essere assegnati i risultati dell’analisi dell’inventario del ciclo di vita; ciò si attua valutando l’entità dei potenziali impatti ambientali utilizzando i risultati dell’analisi dell’inventario del ciclo di vita). Risultati interpretati Lo studio LCA si conclude ovviamente con “l’interpretazione dei risultati”, fase in cui i risultati ottenuti nelle precedenti fasi di analisi di inventario e di valuta-
www.ambientarsi.net zione degli impatti vengono collegati tra loro al fine di trarne delle conclusioni e delle raccomandazioni, in riferimento all’obiettivo dello studio. Questa fase andrebbe condotta interagendo con gli altri elementi della fase di interpretazione in modo da valutare e comunicare i fattori significativi, la metodologia e i risultati. Da quanto detto risulta chiaro che la quantificazione degli impatti è un punto critico del metodo. Se stiamo valutando l’effetto ambientale di un’automobile come possiamo confrontare l’estrazione del minerale di ferro in Nuova Zelanda e le emissioni di ossidi d’azoto nel centro di Milano? Poiché la complessità delle relazioni tra i differenti impatti ambientali è enorme si utilizzano dei metodi standard per la valutazione degli impatti: tra questi vale la pena di ricordare gli Eco-indicator 99, il CML method, IMPACT 2002 e l’IPCC Greenhouse gas emission. Quasi tutti questi metodi solitamente categorizzano gli stessi tipi di impatti. Un set di impatti molto comune è per esempio: • Riscaldamento globale (GWP) • Riduzione dell’ozono presente nella stratosfera (ODP) • Formazione fotochimica dell’ozono nella troposfera (POCP) • Eutrofizzazione (NP) • Acidificazione (AP) • Tossicità per l’uomo (HTP) • Eco-tossicità (ETP) • Utilizzo del territorio Poichè descrivono processi complessi, le unità di misura sono spesso complicate: per esempio il Global Warming Potential (GWP) è la misura di quanto una data massa di gas serra contribu-
isce al riscaldamento globale. In conclusione l’utilizzo dello strumento LCA come supporto per le scelte di un’organizzazione (sia essa un’azienda, un organo politico o un’amministrazione) può, talvolta, essere problematica e dare origine a dati che suggeriscono prudenza nell’interpretazione dei risultati: la qualità dei dati utilizzati può avere un peso determinante nell’esito dei calcoli. Ciononostante l’approccio, prettamente globale, della tecnica LCA, fa sì che l’analisi possa essere destinata a orientare scelte aziendali o politiche (e, in questo caso, dovrebbe tenere conto, quanto più possibile, degli elementi caratteristici del contesto locale la cosiddetta problematica della spatial differentiation in LCA). Va tenuto presente, comunque, che negli studi LCA condotti su scenari futuri la definizione di determinate condizioni al contorno presenta, inevitabilmente, dei margini di discrezionalità che possono risultare molto ampi agli effetti del calcolo: ma non di meno questo genere di studi dovrebbe essere considerato dai decision makers di ogni livello come uno strumento strategico fondamentale, senza il quale le discussioni sugli “impatti ambientali” rischiano di rimanere vuoti esercizi retorici.
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Emissioni
I PIGS europei dei gas serra di Terenzio Longobardi
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La crisi mette in luce contraddizioni nette circa il rapporto tra economia ed effetto serra
I dati emissivi definitivi per il 2009, per quanto riguarda la CO2 equivalente italiana, confermano la tendenza in atto a una sensibile riduzione e consentono, grazie agli effetti positivi della crisi economica, di raggiungere sostanzialmente l’obiettivo del Protocollo di Kyoto (- 6,5% del livello emissivo al 1990). Ora è finalmente disponibile anche il consueto Rapporto Annuale dell’Unione Europea relativo all’inventario 1990 – 2009 dei gas serra e scopriamo altre interessanti e positive novità. Nel primo grafico, estratto dal Rapporto, osserviamo che l’Unione Europea dei 15 (quella più dispendiosa dal punto di vista energetico) è scesa abbondantemente sotto la soglia di Kyoto con qualche anno di anticipo attestandosi a un valore su base 100 di 87,3 contro i 92 richiesti. Nel secondo grafico, poi, scopriamo che l’Unione Europea allargata dei 27 Stati ha addirittura quasi raggiunto il nuovo obiettivo più ambizioso del 20% al 2020. Siamo nel migliore dei mondi possibili? Evidentemente no perché, accanto ad alcuni motivi strutturali, l’apporto decisivo alla riduzione delle emissioni è stato determinato dalla crisi economica iniziata nel 2008. E, infatti, il 2010 e l’inizio del 2011, sono stati caratterizzati in tutto il mondo e, in misura minore ma sensibile in Europa, da una ripresa della crescita economica (produzione industriale e consumi individuali) a cui si associano, inevitabilmente, maggiori consumi energetici. In Italia, ad esempio, i consumi
di energia elettrica hanno parzialmente recuperato le notevoli perdite del 2009. La mia opinione è che la contemporanea ripresa della tendenza alla crescita dei prezzi petroliferi determinerà una retroazione negativa sui meccanismi della crescita economica, anche se il sistema, avendo affrontato con una certa efficacia la crisi finanziaria del 2008, sembra assorbire meglio del passato l’aumento delle quotazioni dei prodotti energetici. Quindi è probabile che difficilmente assisteremo a una decisa inversione rispetto alla tendenza di riduzione delle emissioni. Anche perché i margini di intervento nei settori delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico, soprattutto nei trasporti, sono ancora notevoli (a tale proposito è molto interessante la Tabella 1 del Rapporto di sintesi che mette in evidenza la continua crescita nelle emissioni dei trasporti rispetto alla quasi totalità degli altri settori). Curiosamente gli Stati che hanno aumentato invece di ridurre le emissioni di gas serra sono gli stessi che versano in una grave condizione delle finanze pubbliche, denominati PIGS, una parola che evoca comportamenti inquinanti ma che, in realtà, è l’acronimo di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Probabilmente la correlazione tra i due eventi è legata al fatto che questi Paesi hanno a disposizione minori risorse pubbliche per finanziare politiche di risparmio energetico. Però, le condizioni economiche più sfavorevoli dovrebbero anche determinare un calo dei consumi.
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Il crollo delle emissioni di gas serra in italia Come volevasi dimostrare. Qualche tempo fa avevamo previsto un crollo delle emissioni nazionali di CO2 equivalente nel 2009, proiettando i dati storici ufficiali disponibili sul sito di Sinanet in proporzione al calo dei consumi energetici totali registrato nello stesso anno. Ebbene, in questi giorni Sinanet ha pubblicato i dati ufficiali per il 2009 che confermano praticamente la nostra previsione. Avevamo quasi centrato i megaton di emissioni complessive e il grafico definitivo qui accanto si discosta solo impercettibilmente da quello già pubblicato. L’obiettivo di Kyoto è sostanzialmente centrato. Ancora più impressionante risulta poi il crollo nello stesso grafico riferito però alle emissioni specifiche, cioè le tonnellate emesse in media da ogni italiano, passate da un picco di circa 10 tonnellate alle poco più di 8,5 tonnellate del 2009. L’Unione Europea nel suo insieme aveva già conseguito l’obiettivo del Protocollo di Kyoto nel 2008 e, quando saranno ufficiali i dati del 2009, addirittura sarà abbondantemente sotto questo livello. Immagino la felicità generale nell’apprendere queste insperate e positive notizie, solo un po’ attenuate dal fatto che nel 2010, in corrispondenza di una limitata ripresa economica, certamente verificheremo un parziale anche se ridotto recupero dei valori emissivi. “Bisogna tornare a crescere”, “Il vero problema dell’Italia è la mancanza di crescita economica”, si sente ripetere fino allo sfinimento in televisione da economisti e commentatori, mentre la telecamera indugia sugli spettatori che fanno sì con la testa. Scopriamo così che la maggior parte delle persone è contemporaneamente felice per la riduzione dell’effetto serra e per la crescita della sua causa e non capiamo se si tratti di ingenuità o malafede.
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â&#x20AC;&#x153;I problemi non possono essere risolti usando gli stessi schemi mentali che li hanno generatiâ&#x20AC;? (Albert Einstein)
Esperienze
L’energia come professione di MARIA CONSIGLIA IZZO
Energy Professional Network mette insieme i professionisti dell’energia
O
rmai è evidente a tutti: un net-
mente funzionali, può infatti innescare
in base al quale la società francese si
work efficace è utilissimo per
dinamiche di confronto, analisi critica e
fa portavoce con tutti i Paesi di lingua
il lavoro. Esso può aiutare ad
messa in discussione di saperi e cre-
francofona della pubblicazione italiana
accedere velocemente alle informa-
denze, per attivare contaminazioni e,
“Ambientarsi” e dell’Energy Professio-
zioni, creare occasioni di confronto
in definitiva, stimolare l’innovazione.
nal Network.
costruttivo, aprire a nuove opportunità
Oppure può aiutare a sviluppare colla-
La Rete ha collaborato con le principa-
di mercato, stimolare sinergie e part-
borazioni sinergiche o anche a trovare
li Istituzioni Universitarie italiane, tra le
nership. Insomma, il network è diven-
nuovi clienti. EPN è ideata, promossa
quali la Facoltà di Architettura dell’Uni-
tato il ponte necessario per realizzare
e gestita da ADL Publishing che ne è
versità degli Studi di Napoli “Federico
le proprie aspirazioni professionali e
proprietaria.
II”, il Politecnico di Milano, la Facoltà di
impadronirsi di quelle competenze
Nell’ottica del suo processo d’inter-
Ingegneria dell’Università degli Studi di
necessarie per entrare in un mercato
nazionalizzazione Energy Professio-
Palermo. L’ingresso nella rete è gratu-
in crescita e dalle enormi potenzialità.
nal Network ha recentemente aper-
ito, tuttavia l’accettazione non è auto-
Energy Professional Network è uno
to una sede distaccata a Parigi, città
matica o esplicita, bensì subordinata al
strumento di marketing che si propo-
nella quale lo scorso 11 gennaio si è
giudizio di una commissione di esperti,
ne di fornire a chiunque la possibilità
svolta la Giornata per lo sviluppo delle
la quale seleziona i profili che sono in
di individuare e contattare con estrema
Energie Rinnovabili. La manifestazione
grado di dimostrare piena operatività
facilità professionisti che operano nel
transalpina è stata anche l’occasione
ed esperienza nel settore dell’energia.
campo energetico. Il rapporto fra pro-
per l’ADL Group di poter siglare un im-
Nell’ottica di espansione della sua at-
fessionisti provenienti da ambiti distinti,
portante accordo di partnership con
tività formativa e informativa su tutto il
spesso complementari e reciproca-
S4D - Solar for Development, accordo
territorio nazionale, Energy Professio-
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www.ambientarsi.net nal Network apre le porte agli Enti di Formazione accreditati e qualificati. I partner formativi, selezionati dopo un accurato e rigoroso processo di valutazione, possono utilizzare il marchio EPN e beneficiare di tutti i vantaggi ad esso connessi, tra i quali: ampia visibilità sul sito www.energyprofessionalnetwork.com, maggiore competitività nel mercato di riferimento, interazione e condivisione di esperienze con molteplici professionisti, aziende ed enti del settore.I corsisti dei partner formativi, infine, hanno l’opportunità di entrare a far parte di Energy Professional Network. Altra iniziativa che ADL Publishing ha sviluppato in collaborazione con alcune Università italiane è l’An-
nuario Energy Professional Network, progetto che ha lo scopo di conferire maggiore visibilità e autorevolezza ai membri della rete mettendo a loro disposizione una pagina personale pubblicata sullo stesso, la quale conterrà foto, informazioni di contatto, percorso accademico e professionale. Il volume, prodotto in 50mila esemplari, sarà promozionato e distribuito attraverso tutti i canali di cui il Gruppo ADL dispone: fiere, convegni, workshop, corsi, sarà allegato alla rivista “Ambientarsi” e sarà scaricabile come e-book attraverso le nuove applicazioni tecnologiche. Il ruolo che EPN svolge è quello di facilitare i contatti e di creare occasioni per approfondire la reciproca cono-
scenza, oltre quelle che caratterizzano la normale vita associativa (riunioni, seminari e altri eventi). Un primo passo in questa direzione è la cerimonia di consegna degli attestati che certificano l’ingresso al Network. La prossima cerimonia, che ufficializzerà l’ingresso nella rete di oltre 200 professionisti, si svolgerà il 26 novembre 2011 presso la Facoltà d’Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. L’evento, a cui prenderanno parte personalità del mondo accademico e istituzionale, sarà anche l’occasione per presentare agli addetti ai lavori e non le nuove iniziative in programma finalizzate alla promozione del Network e dei migliori profili presenti in esso.
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Tecnica
L’involucro diventa efficiente di MARIA CONSIGLIA IZZO
Utilizzare i materiali classici in maniera innovativa. Questa è la peculiarità di Ecosism
E
cosism è un sistema di costruzione evoluto che si basa sull’industrializzazione flessibile del concetto di “cassero a rimanere”. Questo innovativo sistema costruttivo permette di realizzare edifici eco-compatibili in grado di generare risparmi energetici che possono arrivare fino all’80% rispetto ai sistemi tradizionali. L’innovazione del sistema Ecosism non si trova nei materiali, ma nel modo di comporre e utilizzare materiali impiegati da decenni nell’edilizia tradizionale. L’idea alla base del sistema è che la funzione isolante debba essere integrata nella muratura in fase di realizzazione e non applicata in opera come previsto dal sistema a cappotto tradizionale. È, infatti, necessario mettere la qualità del prodotto finito nelle mani di una produzione industriale certificata e garantita, piuttosto che in quelle di una manodopera sempre meno qualificata. Gli ideatori del sistema Ecosism hanno raccolto il meglio delle tecniche esistenti in paesi che le applicano da molti anni e le hanno coniugate con il bisogno di flessibilità tipico del settore edi-
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lizio. Il principale obiettivo di Ecosism è la commercializzazione dell’idea che sta alla base del sistema. In un settore fortemente tradizionale come quello edilizio, infatti, l’innovazione deve superare ostacoli che nascono da una cultura e da una metodologia di lavoro ormai radicate. Per questo, cambiare questa tendenza è la sfida più grande che ogni giorno Ecosism affronta. La produzione dei moduli costruttivi avviene su misura in relazione al progetto architettonico e strutturale da realizzare, ai valori di isolamento termico ed acustico che l’edificio deve possedere, alla zona sismica di edificazione. Il modulo Ecosism, collocato verticalmente “in opera” con una doppia faccia di materiale isolante-cassero, si comporta come una struttura muraria portante isolata che esegue quattro funzioni fondamentali per l’involucro edilizio: funzione strutturale, tamponamento, isolamento termico ed isolamento acustico. Inoltre, collocando il modulo in orizzontale, con il materiale isolante su una sola faccia della maglia (quella inferiore), si comporta come so-
laio coibentato alleggerito da gettare in opera. La leggerezza dei moduli Ecosism consente una rapida e semplice movimentazione e collocazione in opera degli stessi rendendo il processo di montaggio del sistema estremamente preciso, veloce, sicuro e poco faticoso. La qualità è l’elemento cardine del sistema Ecosism che possiede, inoltre, la certificazione CE. I materiali Ecosism hanno, infatti, superato le prove previste dalle specifiche europee, che ne hanno confermato l’idoneità alla normativa e ai valori dichiarati dal marchio. Il servizio tecnico Ecosism è a disposizione del progettista per offrire una consulenza completa in relazione a: comportamento meccanico del sistema, prestazioni termiche e acustiche, verifiche di calcolo di murature portanti, particolari costruttivi, finiture e qualsiasi altra necessità dovesse sorgere. Ecosism, inoltre, investe nella formazione del personale e delle squadre di montatori specializzati, allo scopo di permettere l’agevole utilizzo del sistema e la sua diffusione nel mercato.
news www.ambientarsi.net aziende di ALESSANDRA TOMEO
Libellula 55: il primo caso italiano di certificazione del mini-micro eolico E’ stato sviluppato in Italia “Libellula 55”, un aerogeneratore di piccola taglia, fiore all’occhiello dell’azienda “Aria Srl” di Prato. Si tratta di una turbina – con ampio rotore e un’alta torre tubolare – studiata per garantire un elevato rendimento anche con venti medio bassi e una lunga vita utile che consente il funzionamento al di fuori delle turbolenze presenti ad altezze minori. Libellula 55 vanta una potenza da 55 kW e può essere impiantata sia singolarmente sia in lotti creando piccoli parchi eolici, costituendo un’importante integrazione di reddito per aziende agricole, artigiane e piccole imprese o un’interessante forma di investimento alternativo per società immobiliari o finanziarie contribuendo, al contempo, a ridurre le emissioni e a salvaguardare concretamente l’ambiente. Libellula non è solo la prima turbina eolica certificata - in riferimento allo schema specifico ICIM e alla Norma CEI EN 61400-1 - ma è anche il primo caso italiano e uno dei pochi a livello internazionale, di certificazione emessa su una macchina finita per la produzione di energia eolica sotto i 200 kw.
Sole che galleggia È la nuova frontiera del Fotovoltaico: un impianto su moduli galleggianti in bacini idrici, dighe o laghi. Tali moduli (si tratta di cubi) sono stati appositamente studiati da un’azienda Toscana, la IN-
DIGO, e sono mirati a poter supportare la struttura che sostiene i pannelli su cui installare l’impianto fotovoltaico. Il primo impianto è stato inaugurato a Bubano, in provincia di Imola. Si tratta di una piattaforma galleggiante lunga
oltre 200 metri e larga poco più di 60 metri su cui hanno trovato posto i pannelli per formare un impianto da 500 kilowatt. Per informazioni: www.pontiligalleggianti.com
Kerself in Africa La Kerself S.p.A., società quotata sul segmento Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana e leader nell’ingegneria di impianti solari fotovoltaici, rende noto che la propria controllata Ecoware, specializzata in parchi fotovoltaici chiavi in mano, ha aperto a Johannesburg una società, Ecoware Sud Africa, in partnership con un partner locale (51% Ecoware). La nuova
iniziativa beneficerà anche della presenza nel Paese del Gruppo russo Renova, che controlla Avelar Energy, azionista di riferimento di Kerself. Ecoware si sta così internazionalizzando con l’apertura di filiali commerciali, tra cui Sudafrica, Russia e Israele e l’avvio di importanti progetti di cooperazione, come quello firmato con il Ministro per le energie rinnovabili del Senegal, Louis Seck, per la realizzazione di tre grandi
impianti chiavi in mano da 3 MW ciascuno nella regione di Dakar. Infine, è stata costituita a Padova I-Solar, una società mista pubblico-privato che vede come promotori quattro aziende padovane di punta del settore fotovoltaico, Ecoware e Helios Technology del Gruppo Kerself, Sartori BlueHightech e Electrosolar. La nuova società promuoverà progetti fotovoltaici all’estero in Paesi con elevato irraggiamento solare.
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news dall' Europa di CARLA GENTILI
In questo numero Il progetto “ Young Energy People” Il progetto “ Canebiofuel” Il progetto “Somflood” Il progetto “Solhydromics”
www.ambientarsi.net Il Progetto Young Energy People Young Energy People (YEP!) è un Progetto Comunitario realizzato in vari Paesi europei e coordinato dall’agenzia inglese Severn Wye Energy Agency (SWEA). Il progetto è per il 50% finanziato dall’Agenzia Europea European Agency for Competitiveness and Innovation’s, nell’ambito della campagna EIE (Energy Intelligent Europe). YEP! è stato sviluppato in seguito a un’idea molto ambiziosa che è quella di fare delle scuole modelli di sostenibilità per la comunità locale così da poter raggiungere gli obiettivi nazionali per ridurre le emissioni di CO2. In questo senso un grosso contributo può essere dato dalle scuole secondarie in quanto è evidente che la “voce degli studenti” può avere un potente effetto in chi deve prendere delle decisioni. YEP! ha fornito alle scuole l’opportunità di seguire uno specifico programma didattico, adattato all’ambiente delle scuole secondarie che ha visto la collaborazione, guidata proprio dagli studenti, tra la scuola e la comunità locale attraverso i luoghi di lavoro incentrando il proprio impegno sullo sviluppo di azioni volte al risparmio energetico. Il progetto ha preso avvio in 8 Paesi europei seguendo un tema e un approccio comuni ma, allo stesso tempo, con un lavoro specifico all’interno della realtà dei propri contesti così da ottenere una più variegata base di regole di comportamento da poter ripetere e diffondere a più ampio raggio. Tale concetto si è focalizzato sui fabbisogni della scuola, dei giovani e dei luoghi di lavoro. I giovani si sono concentrati soprattutto sul rapporto tra la teoria e l’applicazione pratica e questo fatto di vedere un collegamento tra i loro studi e potenziali sbocchi di lavoro
ha fortemente innalzato le loro motivazioni. Le scuole secondarie hanno il principale compito di preparare gli studenti fornendo esperienze e competenze che li proiettino verso una futura occupazione e ciò rappresenta la caratteristica specifica dell’istruzione secondaria di tutta Europa. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito ufficiale del progetto: http://www.youngenergypeople.com/ Il Progetto Canebiofuel I biocarburanti di seconda generazione potrebbero avere una delle chiavi che permetterebbe all’Europa di raggiungere l’obiettivo di diventare più efficiente in termini di energia e di risorse entro il 2020 ma una serie di ostacoli impedisce la commercializzazione e il pieno sfruttamento dei biocarburanti di seconda generazione. Fino ad ora, nonostante le promesse dei biocarburanti di seconda generazione e la disponibilità della tecnologia, nessuno è riuscito ad ampliare il procedimento per trasformare la biomassa in un carburante commercialmente conveniente. Diversi progetti di ricerca finanziati dall’UE si stanno attualmente occupando di questo caso. Uno di questi è il progetto “Conversion of sugarcane biomass into ethanol” (Canebiofuel) gestito da un consorzio di aziende e università europee e sudamericane. Canebiofuel ha prodotto risultati molto promettenti che potrebbero un giorno rendere la canna da zucchero e la paglia della canna da zucchero fonti commercialmente utilizzabili di bioetanolo. L’obiettivo finale del progetto è quello di creare un processo innovativo, efficiente in termini di costi e attuabile dal punto di vista industriale per convertire la biomassa della canna da zucchero in
zuccheri fermentabili. Quello che prima veniva gettato come scarto o usato per la cogenerazione dovrebbe un giorno produrre carburante etanolo pulito ed economico. Canebiofuel è uno dei primi progetti a studiare il gambo della canna da zucchero come fonte di lignocellulosa ed è attualmente riuscito a identificare i cocktail di enzimi che funzionano meglio. I ricercatori hanno pre-trattato la bagassa e la paglia di canna usando esplosioni di vapore in condizioni catalizzate e di auto-idrolisi. Sono, quindi, riusciti a identificare una combinazione di enzimi e condizioni di pre-trattamento molto efficaci ed ora stanno raffinando la sinergia di pretrattamento enzimatico affinché il processo abbia una resa ottimale. Per maggiori dettagli: http://www.canebiofuel.org Il progetto Somflood Il progetto Somflood ha studiato alcuni modi per catturare l’anidride carbonica (CO2) in eccesso nell’atmosfera e confinarla nei sedimenti dei delta dei fiumi con un processo noto come sequestro del carbonio. Somflood ha esaminato i margini degli oceani determinati dai fiumi, i cosiddetti RIOMAR (RIverdominated Ocean MARgins) e una delle caratteristiche più importanti, ma meno comprese dei RIOMAR è la loro natura estremamente dinamica. Mancano, infatti, informazioni esaurienti sul ruolo che eventi come le alluvioni svolgono nella biologia, nella chimica e nella geologia della materia organica in questi ambienti. Gli scienziati hanno colmato questa lacuna studiando la materia organica presente in alcuni sedimenti. I sedimenti campionati si sono depositati durante un’alluvione a cadenza centennale e sono stati raccolti dalla foce
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www.ambientarsi.net del fiume Po. I partner del progetto hanno così svolto una serie di analisi per verificare un modello computerizzato del ciclo della materia organica nei RIOMAR. Sono stati svolti dei test sull’effetto della sedimentazione e dell’attività microbica sui processi alla base del ciclo e sulla destinazione della materia organica nei depositi alluvionali. I ricercatori hanno, inoltre, studiato le variazioni a livello di proprietà fisiche e composizione della materia organica, tra cui azoto organico e carbonio organico e biomarcatori come i prodotti a base di aminoacidi. Il lavoro svolto nell’ambito del progetto consentirà agli scienziati di approfondire la conoscenza dei sedimenti dei RIOMAR e di valutarne l’idoneità ai fini del sequestro dell’anidride carbonica. Per i dettagli sul progetto: ht tp://c o rd i s.e u ro p a .e u / fetch?CALLER=OFFR_O_SCIE_IT&A CTION=D&DOC=4&CAT=OFFR&QUE RY=012e1ebd7102:0a09:4ac9e356&R CN=6111. Il progetto Solhydromics Grazie al progetto Solhydromics gli scienziati europei stanno lavorando per sviluppare un dispositivo artificiale per convertire l’energia solare in idrogeno. Sfruttando la luce solare le foglie sono in grado di scomporre l’acqua in ossigeno e idrogeno in condizioni ambientali. Durante la fotosintesi l’idrogeno (H2) viene usato per ridurre il biossido di carbonio (CO2) generando diversi composti organici, anche composti oleosi che si possono usare come combustibili. Ma un enzima specifico, l’idrogenasi, potrebbe portare alla formazione di H2 non trascurabile anche all’interno di sistemi naturali in determinate condizioni operative.
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Il progetto Solhydromics (Nano-designed electrochemical converter of solar energy into hydrogen hosting natural enzymes or their mimics), finanziato dall’Unione Europea sta usando queste conoscenze per sviluppare un dispositivo artificiale che converte l’energia solare in H2 con il 10% di efficienza tramite decomposizione dell’acqua a temperatura ambiente. Questo dispositivo è formato da tre parti. Innanzitutto un anodo esposto a luce solare che trasporta Photosystem II (PSII), l’enzima che regola questo processo, o una copia chimica simile a PSII, che viene depositata su un elettrodo adatto. Vi è poi una membrana per consentire il trasporto di elettroni e protoni attraverso, ad esempio, nanotubi di carbonio o biossido di titanio (TiO2) per connettere i due elettrodi e le resine a scambio ionico come Nafion. Infine un catodo trasporta l’enzima idrogenasi o un catalizzatore idrogenasi artificiale per ricombinare i protoni e gli elettroni in idrogeno molecolare puro nella parte opposta della membrana. Il difficile lavoro di purificazione degli enzimi e dello sviluppo di copie di enzimi, di stabilizzazione degli enzimi sugli elettrodi, di sviluppo membranale e di progettazione e produzione di un prototipo proof-of-concept verrà svolto dall’Imperial College di Londra, nel Regno Unito, dal Politecnico di Torino in Italia e dal centro di ricerca GKSS sui polimeri a Geesthacht in Germania, in collaborazione con esperti provenienti da quattro piccole e medie imprese (PMI) del settore high-tech. Per i dettagli sul progetto: ht tp://c o rd i s.e u ro p a .e u / fetch?CALLER=OFFR_O_SCIE_IT&A CTION=D&DOC=4&CAT=OFFR&QUE RY=012e02a26faa:e53b:05f57304&R CN=6068.
chi Siamo Alessandra Lombardi Direttore responsabile, biologa, giornalista dal 1995. Ha lavorato con Greenpeace, Legambiente, ministero dell’Ambiente, Cobat, Federparchi. Lavora con Ansa Ecoenergia.
Domenico Coiante Fisico, ex dirigente Enea consulente e autore di testi sulle fonti rinnovabili. Di recente ha collaborato con il Dipartimento di Fisica della Sapienza.
Sergio Ferraris Capo redattore, giornalista scientifico-ambientale, direttore responsabile “QualEnergia” e di “QualEnergia.it” responsabile della sezione energia di “La Nuova Ecologia”.
Terenzio Longobardi Ingegnere civile, membro del Comitato Scientifico di Aspoitalia. È stato Assessore all’Ambiente e alle Politiche Energetiche della Provincia di Pisa.
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Ugo Bardi Docente di Chimica Fisica presso l’università di Firenze dal 1981. Si occupa di ambiente e sostenibilità. E’ membro del comitato scientifico internazionale dell’ASPO e presidente della sezione italiana della stessa associazione.
Carla Gentili Esperta nel settore dei programmi di finanziamento comunitari e delle attività internazionali con particolare attenzione alle tematiche dello Sviluppo Sostenibile.
Giuseppina Crisci Architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dell’Architettura, docente a contratto. E’ autrice di pubblicazioni scientifiche su la Bioarchitettura e la Progettazione Ambientale.
Edo Ronchi Presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile. Ex Ministro dell’Ambiente e parlamentare. Attualmente è docente presso l’Università La Sapienza di Roma.
Luca Vecchiato Ingegnere chimico a Padova. Ha lavorato per AgipPetroli, ENI, Ekipo. Nel 2003 ha fondato l’Ethan Group, la realtà industriale più giovane e dinamica dell’ecologia veneta.
Giuseppe Langella Ricercatore, Professore aggregato di “Sistemi per l’Energia e l’Ambiente” presso la Facoltà di Ingegneria dell‘Università “Federico II” di Napoli.
Simone Malacrida Vicepresidente Associazione Italiana per la Ricerca Ingegnere elettronico da 4 anni si occupa di progettazione di impianti industriali, in particolare legati al settore energetico.
Sara Di Micco Architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dell’Architettura. Si occupa di progettazione ecosostenibile ed è autrice di pubblicazioni scientifiche sul tema della casa ecologica prefabbricata. Alessandra Tomeo Esperta di comunicazione sociale e ambientale. Lavora nell’area comunicazione ed eventi di Sviluppo Lazio.
il Recensore di alessandra Tomeo
Sviluppo economico e sociale e risanamento ambientale
Risanamento Energetico di Mario Pagliaro Maggioli Editore, Rimini 2011 pagg. 172 | € 30,00
I
l libro di Mario Magliaro, ricercatore al Cnr di Palermo e attualmente a capo del Polo Fotovoltaico della Sicilia, ha i connotati di un testo tecnico ma, nel contempo, sia per i contenuti, sia per le illustrazioni, rappresenta un apprezzabile strumento divulgativo. I costi energetici in tutti i settori economici, produttivi, pubblici e privati sono da tutti riconosciuti troppo elevati nel nostro Paese come nel resto del mondo. Il loro contenimento si realizza attraverso due strategie di cui si parla da tempo: adozione di tecnologie per lo sfruttamento dell’energia solare ed efficienza e risparmio energetico. Le due azioni debbono essere sinergiche perché a poco serve produrre con il sole preziosa energia elettrica se poi la si spreca con lampadine a incandescenza o si lascia disperdere il calore attraverso infissi inadeguati.
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Il nostro patrimonio edilizio conta 40 milioni di edifici tra abitazioni private e aziende che consumano in media 17 litri di gasolio per metro quadro l’anno. Basta questo dato per comprendere quanto il risanamento sia uno dei primi passi verso obiettivi di risparmio energetico e conseguente abbattimento dei costi. Consumi minimi associati, però, a comfort ed estetica, sicuramente migliori a costi dieci volte minori. Le nuove tecnologie offrono soluzioni per risanare e rendere energeticamente efficienti gli edifici pubblici e privati a partire, ad esempio, dall’isolamento dell’involucro che, se realizzato ad opera d’arte, permette un risparmio che va dal 60 al 90% rispetto ai consumi precedenti. Nel testo sono descritte le diverse tipologie d’intervento che permettono queste economie, dal termocappotto
alle finestre come, per esempio, l’edificio che ospitava una volta le Poste di Bolzano. Altro elemento importante per il benessere delle persone all’interno degli edifici è la ventilazione. Mediamente una persona passa il 70% del proprio tempo all’interno di edifici, per cui la qualità dell’aria diviene un elemento di importanza vitale. L’autore in questo caso prende in considerazione il comfort igrotermico e le diverse tipologie di ventilazione (meccanica, naturale, solare). Questo manuale permette al lettore di scegliere le soluzioni più efficaci per risanare gli edifici dal punto di vista energetico e per l’utilizzo in modo efficiente delle forme di energia necessarie per una qualità di vita confortevole.
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Per noi giovani aggregarsi è un imperativo”.
ROSA SCAPPINI, architetto, esperta in ecoedilizia. N. EPN 41
GIOVANNI LOMBARDO, ricercatore presso l’Università di Pisa.
Energy Professional Network, è il punto di partenza per una nuova concezione di libera professione. La cooperazione resta l’unica e valida strategia per la competizione globale”.
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Promuovo la realizzazione di parchi fotovoltaici. Necessito di un continuo aggiornamento e di un’affidabile guida. EPN dimostra giorno dopo giorno di rispondere a questo bisogno”.
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25 anni di esperienza possono contribuire a sviluppare molto più velocemente una cultura della razionalità. EPN è un’opportunità per tutti”.
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