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I “capillari”: dalla scleroterapia alla microschiuma e al laser
from Numero 63
Dr. Mario Forzanini Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare - Brescia Coordinatore Regionale AFI Lombardia
I“capillari”, correttamente definiti teleangectasie, sono dilatazioni permanenti delle venule del microcircolo del tessuto dermico e fibroadiposo sottocutaneo, alterate dalla ritenzione idrica. In tal senso, le teleangectasie colpiscono prevalentemente gli arti inferiori e la loro genesi è diversa dalla couperose del viso o dagli angiomi che colpiscono maggiormente il tronco, il collo e il viso. I “capillari” si distinguono in base alla loro forma, sede, estensione e alla visibilità della venula dilatata, che spesso li alimenta e li sostiene (vena “nutrice”). Hanno una parete molto sottile e profondità variabile rispetto al piano cutaneo. Le loro dimensioni sono generalmente comprese tra 0,1 e 1 mm, mentre la vena reticolare “nutrice” ha un calibro tra 1 e 3 mm. Alla base delle teleangectasie c’è la cellulite (soprattutto per quelle delle cosce) e quindi la prevenzione si basa sugli stessi principi. La ritenzione idrica svolge un’azione di sovraccarico sul microcircolo, che alla fine dilata i capillari sul loro versante venoso. Spesso, ma non sempre, coesiste una patologia varicosa, che va trattata per prima. I “capillari” delle gambe situati sotto il ginocchio, oltre alla patologia varicosa, possono essere spesso generati anche da alterazioni posturali.
LA TERAPIA CORRETTA Una buona diagnosi clinica è in genere sufficiente per impostare la terapia corretta, ma è preferibile eseguire un ecocolordoppler per escludere patologie venose sottostanti. I “capillari” rappresentano essenzialmente un problema estetico, ma se sono espressione di insufficienza di vene maggiori possono coesistere disturbi quali edema, prurito, pesantezza, crampi degli arti inferiori. Se coesistenti, le patologie di base vanno trattate prima dei capillari, per ottenere risultati più duraturi nel tempo. Trattare i capillari non è semplice e i risultati migliori si ottengono da chi ha pluriennale esperienza in merito. Tra i tanti metodi disponibili, nessuno è in grado di ridurne la comparsa di nuovi, che è invece affidata ai metodi di prevenzione. Lo scopo della terapia è quello di ridurre e far scomparire i “capillari” presenti sugli arti inferiori, in modo
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che non siano più visibili almeno a occhio nudo e a un metro di distanza. La scleroterapia rappresenta ancora il metodo di base necessario per trattare i capillari. Attraverso l’iniezione di un farmaco nel “capillare” (o nella venula che lo nutre) si ottiene una lesione della parete del vaso che nel tempo (da quattro-sei settimane fino a due-quattro mesi) va incontro a fibrosclerosi, cioè trasformazione in un condotto chiuso, a sua volta riassorbito dall’organismo. La metodica non è esente da rischi (allergie al farmaco, iperpigmentazioni…) anche se questi sono molto rari, soprattutto con le tecniche attuali. È una metodica ambulatoriale e indolore.
ASSOCIAZIONE DI TERAPIE La microschiuma sclerosante, attualmente molto utilizzata nei vasi più grandi, può trovare qualche indicazione anche nei “capillari”, soprattutto a basse concentrazioni e preparata con metodo Varixio, che permette di generare una schiuma di buona qualità anche con concentrazioni molto basse. Il laser transdermico, infine, è indicato per le forme di capillari più superficiali, riconoscibili dal colore rosso vivo. È il metodo di scelta per i “capillari” più fini e piccoli, difficilmente sclerosabili. Si ottengono ottimi risultati senza rischi, ma il limite è rappresentato dal diametro e dalla profondità del “capillare” da trattare. Il laser è l’unica forma di terapia oggi per la couperose e gli angiomi, che rispondono con risultati immediati e sorprendenti. Spesso, dopo il trattamento, costituito da singole sedute con cadenza ogni due-quattro settimane, va indossata una calza elastica per qualche giorno, allo scopo di ridurre le ecchimosi e i fastidi infiammatori. La diatermocoagulazione è attualmente in disuso, anche se occorre riconoscerne l’importanza storica soprattutto per angiomi e couperose. Ovviamente l’associazione delle metodiche permette un più ampio e completo trattamento. ◼︎
Esempio di capillari della coscia, prima e dopo il trattamento