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FRANCESCO CRUPI
Articolo
Rigenerazione e città pubblica. Strategie e strumenti per rispondere alle nuove sfide della contemporaneità
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Francesco Crupi1
1 Sapienza Università di Roma. Dipartimento di Pianificazione, Design e Tecnologia dell’Architettura Email: francesco.crupi@uniroma1.it
Inviato: 13 ottobre 2020 | Accettato: 5 novembre 2020 | Pubblicato: 19 novembre 2020
Abstract
Gli squilibri socio-economici e le patologie insediative e ambientali che hanno interessato la città contemporanea negli ultimi decenni hanno indotto significative modificazioni negli assetti territoriali, trasformando radicalmente gli approcci e il senso stesso delle problematiche legate all’urbanistica, all’ambiente e al paesaggio (Oliva, 2010). L’indiscriminato sfruttamento delle risorse ambientali, l’elevato consumo di suolo, l’aumento della popolazione urbana, gli effetti del global warming, la mancanza di spazi e servizi pubblici, di trasporti collettivi e di adeguate politiche sociali, insieme alle problematiche legate all’emergenza socio-sanitaria in atto, richiamano, l’esigenza di implementare una strategia unitaria, integrata e interscalare che assuma come matrice di riferimento la costruzione della città pubblica finalizzata alla rigenerazione urbana (Ricci, 2018). In questo quadro di riferimento la strategia promossa dal Prg di Roma ‘08 per la rigenerazione della città esistente, prevede nuovi strumenti di conoscenza e di progetto flessibili e aperti, finalizzati a indirizzare le ipotesi progettuali, produrre elevati livelli di qualità urbana, ambientale e di efficienza energetica. A partire dall’analisi di un contesto insediativo potenzialmente sottoposto a processi di trasformazione, il contributo intende approfondire, la capacità dei nuovi strumenti operativi del Prg ‘08 di innescare processi rigenerativi, sia alla scala urbana, sia alla scala comunale con particolare riferimento all’introduzione di nuove dotazioni ecologicoambientali e funzionali, in modo da trasferire alla città, nel suo complesso, i benefici sociali, economici e ambientali indotti da tali trasformazioni.
Parole chiave: climate change, urban regeneration, resilience
Come citare questo articolo
Talia M. (2020, a cura di), Le nuove comunità urbane e il valore strategico della conoscenza, Atti della Conferenza internazionale Urbanpromo XVII Edizione Progetti per il Paese, Planum Publisher, RomaMilano | ISBN 9788899237264.
© 2020 Planum Publisher
1. Introduzione
Negli ultimi anni gli squilibri socio-economici e le patologie insediative e ambientali che hanno interessato la città contemporanea, italiana ed europea, hanno indotto significative modificazioni negli assetti territoriali, trasformando radicalmente gli approcci e il senso stesso delle problematiche legate all’urbanistica, all’ambiente e al paesaggio (Oliva, 2010). L’indiscriminato sfruttamento delle risorse ambientali, l’elevato consumo di suolo, l’aumento della popolazione urbana e dell’inquinamento, lo spreco energetico, la mancanza di spazi e servizi pubblici, di trasporti collettivi e di adeguate politiche sociali, stanno incidendo pesantemente sull’acuirsi delle problematiche connesse al global climate change. Nelle aree urbane, che coprono
solo il 2% della superficie terrestre ma dove si producono il 60% delle emissioni inquinanti, e i 2/3 dei gas climalteranti, si addensano molti dei rischi derivanti dagli impatti dei cambiamenti climatici, eventi meteorologici estremi, alluvioni, ondate di calore, ecc., e, come molte ricerche stanno confermando (Becchetti, Conzo, Conzo, Salustri, 2020), anche una maggiore infettività dei virus pandemici, perché è proprio in esse che l’interazione fra ambiente umano e ambiente fisico entra in conflitto, con conseguenze negative sul benessere e la salute umana, lo sviluppo socio-economico, la sicurezza, e gli equilibri ecosistemici. L’emergere di una nuova “questione urbana”, che sottende condizioni di degrado ambientale, di vulnerabilità climatica e sanitaria, e di marginalità socio-conomica e culturale, richiede, oggi, più che in passato, l’implementazione di una strategia unitaria, integrata e interscalare che assuma come matrice di riferimento la costruzione della città pubblica finalizzata alla rigenerazione urbana (Ricci, 2017) e alla promozione di una città efficiente, hi-tech, sostenibile e green. Una strategia che, in coerenza con gli indirizzi e le politiche promosse dagli organismi europei e internazionali, sia capace di coniugare sviluppo, innovazione e qualità ambientale e di contrastare l’aumento delle diseguaglianze e della polarizzazione spaziale, sociale e culturale (Talia, 2018), riaffermando i principi e le finalità sociali dell’urbanistica e il ruolo del governo pubblico nei processi di rigenerazione urbana (Ricci, Ravagnan, 2017). Le numerose sfide che abbiamo davanti richiedono risposte concrete e immediate imperniate sui nuovi focus disciplinari della rigenerazione urbana, delle smart cities, della transizione energetica e digitale, delle strategie di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici. È necessario mettere in campo nuovi paradigmi cognitivi, come quello di servizi ecosistemici, nuove metafore progettuali come le infrastrutture verdi e blu (Giaimo, 2019). Occorre introdurre metodiche in grado di valutare, da un punto di vista biofisico ed economico, le performance offerte dagli ecosistemi al miglioramento della salute e del benessere della collettività (Giaimo, Santolini, Salata, 2019). È indispensabile affidare a un sistema innovato di pratiche partecipative e cooperative, di strumenti urbanistici e di riferimenti operativi equitativi, l’obiettivo di ricomporre i caratteri morfologico-funzionali dei tessuti e di costruire gli spazi della città pubblica, ricucendo i legami identitari tra comunità insediate e territori, tra dinamiche insediative e assetti del patrimonio storico e stratificato (Ricci, 2019).
2. La rigenerazione urbana come resilienza nel progetto della città contemporanea
Negli ultimi decenni l’approccio alla trasformazione qualitativa e sostenibile della città e dei territori contemporanei ha trovato nella “rigenerazione” il nuovo paradigma del progetto. A partire dalle prime definizioni che indicavano nel “rinnovamento urbano” l’«attività pianificatoria, programmatoria o progettuale, finalizzata al recupero di una valida dimensione qualitativa e funzionale in strutture urbane e/o edilizie […]» (Borri, 1985); passando per la nozione di “riqualificazione urbana” che, accanto alle azioni di recupero del patrimonio edilizio esistente, poneva un’attenzione maggiore alla riqualificazione delle infrastrutture, degli spazi aperti e di relazione, configurandosi come un progetto di natura essenzialmente disciplinare, urbanistico e architettonico (Manfredini, Manfredini, 2006); la nozione di “rigenerazione urbana” trova il suo benchmark nella capacità di tener assieme una pluralità di dimensioni: insediative, energetiche, ambientali, economiche, sociali, e istituzionali (Galuzzi, Vitillo, 2018), dando impulso a nuove forme di comunicazione e di iterazione tra cittadini, gruppi sociali ed economici, e promuovendo procedure e strumenti innovativi capaci di attrarre nuove funzioni urbane e investimenti, aumentare la competitività, mitigare gli impatti ecologico-ambientali, valorizzare l’identità locale e la coesione sociale. Più di recente la sempre maggiore attenzione all’ambiente, al consumo delle risorse non rinnovabili, agli effetti dovuti al global warming, alla crisi economica e sociale e, in ultimo, all’emergenza sanitaria, ha richiesto un nuovo cambio di paradigma nella prospettiva di contrastare i grandi mutamenti ambientali e socioculturali in atto. Un approccio capace di coniugare “rigenerazione” e “resilienza” (Gabellini, 2013), di sperimentare e promuovere strategie di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici, il miglioramento
dei cicli naturali, la decarbonizzazione del sistema energetico, l’uso di tecnologie e materiali innovativi per l’ambiente, i trasporti, il benessere e la salute umana. Attraverso nuovi strumenti di conoscenza e di progetto aperti e flessibili, è oggi possibile rivitalizzare comunità e territori caratterizzati da sintomi di declino ambientale, sociale ed economico, producendo elevati livelli di qualità urbana, ambientale, di efficienza energetica e di circolarità delle risorse, migliorando la salute e il benessere psico-fisico degli abitanti.
3. La strategia di rigenerazione della città esistente nel Prg di Roma ‘08
Nel Prg di Roma ‘08 la strategia di integrazione e di riequilibrio urbano e metropolitano in grado di promuovere processi di rigenerazione della città esistente, e di contrastare i fenomeni di diffusione insediativa, prefigura un «doppio livello di riorganizzazione morfologico-funzionale, socio-economico e gestionale che esplicita l’esigenza di un approccio interscalare e integrato: una riorganizzazione alla grande scala» (Ricci, 2009), che riguarda le componenti strutturali del Piano, Sistema ambientale, Sistema delle infrastrutture per la mobilità, Sistema delle centralità di livello urbano e metropolitano, e «una riorganizzazione alla piccola scala, […] finalizzata alla riqualificazione diffusa dei sistemi locali» (Ricci, 2009). La lettura della Città compiuta dal Prg organizza il territorio comunale come un sistema di “città contigue” articolato per tessuti e ambiti: Città storica, Città consolidata, Città da ristrutturare, Città della trasformazione. A questa articolazione fa riscontro una riorganizzazione del sistema insediativo alla grande scala intorno a una struttura urbana policentrica costituita da 18 Centralità di livello metropolitano e urbano, spazi altamente qualificati per attività e funzioni innovative capaci di innescare processi di riqualificazione/rigenerazione della periferia. Alla piccola scala l’obiettivo della riqualificazione diffusa dei sistemi locali fa riferimento a un sistema di 60 “Centralità locali”, i nodi propulsivi dell’identità locale in cui integrare le aree per il verde e i servizi pubblici, e 196 “Programmi integrati” (ex art. 16 legge 179/92), i nuovi strumenti per l’ordinaria attuazione delle politiche di rigenerazione, in grado di assicurare un elevato livello di operatività mediante il coinvolgimento di soggetti e risorse finanziarie pubbliche e private e il coordinamento degli interventi. In questo quadro di riferimento un ulteriore elemento di innovazione, che tende a superare l’approccio tradizionale alla conservazione e al recupero, è quello previsto per la rigenerazione della Città storica, attraverso l’individuazione di cinque parti strutturanti, i c.d. “Ambiti di programmazione strategica” (Tevere, Parco dei Fori e dell’Appia antica, Mura, Tracciato Flaminio-Fori-Eur, Cintura ferroviaria), per i quali il Piano prevede un’ampia gamma di strumenti progettuali finalizzati a definire, sia «una visione comprensiva […] della Città, incardinata sulla continuità fisica di alcuni segni eccellenti della sua storia a partire dai quali innescare processi di consolidamento e di valorizzazione della forma urbis […], nonché delle identità funzionali caratterizzanti, sia [lo] sviluppo integrato di una nuova mobilità sostenibile, anche ciclopedonale e fluviale» (Ricci, Ravagnan, 2017). All’interno di tale strategia un ruolo fondamentale, finalizzato a restituire a queste parti della città quella capacità di autorigenerarsi, di stratificarsi, di ricostruirsi su se stesse (Oliva, 2009), è attribuito agli “Ambiti di valorizzazione”. Si tratta di luoghi della Città storica che non hanno mai raggiunto o che hanno smarrito i caratteri morfogenetici e strutturanti l’impianto urbano, o sono caratterizzati dalla presenza di edifici e manufatti che presentano evidenti fenomeni di degrado fisico e funzionale. Per questi ambiti, da attuarsi prioritariamente mediante la procedura del “Progetto urbano” o del “Programma integrato”, il Prg prevede azioni strategiche e interventi rivolti, alla valorizzazione di edifici di interesse storico e architettonico, alla rifunzionalizzazione di aree degradate secondo mix funzionali complessi, alla ristrutturazione e demolizione di edifici incongrui, al recupero e alla riconfigurazione di spazi attrezzati a verde e servizi, alla creazione di aree permeabili e piantumate, alla realizzazione di percorsi ciclopedonali1 . Le Nta prevedono, sia per “Programmi integrati”, sia per gli “Ambiti di valorizzazione”, l’integrazione dei nuovi riferimenti operativi di natura equitativa, con prelievi di natura negoziale e consensuale quali il “Contributo straordinario di urbanizzazione” (Crupi, 2018).
3.1 Settore urbano Stazione Tuscolana. Best practice e sperimentazione La ricerca di nuovi riferimenti cognitivi e progettuali è testimoniata anche nell’ambito di percorsi di formazione che possono utilmente rappresentare occasioni di sperimentazione. In questo contesto, e con particolare riferimento al dibattito sulla “rigenerazione urbana come resilienza” si inserisce un’esperienza di tesi di laurea2 che sviluppa un approccio integrato e interscalare, finalizzato a produrre elevati livelli di qualità urbana, ambientale, di efficienza energetica e di circolarità delle risorse. La tesi simula un processo di pianificazione per un settore urbano del VII municipio di Roma che ha come baricentro la Stazione Tuscolana, applicando una logica iterativa e interscalare, un’articolazione in livelli e fasi con lo scopo di prefigurare un rapporto dialettico, tra piano e progetto (Ricci, 2005). L’ambito di studio, connotato da sintomi di degrado fisico e ambientale, da componenti del patrimonio storico, archeologico e monumentale, e dalla presenza di una grande cesura fisico-morfologica costituita dall’anello ferroviario, coincide con l’area di tre strumenti operativi del Prg ’08, l’Ambito di valorizzazione “C15 Stazione Tuscolana”3, l’Ambito di valorizzazione “C8 Ex-caserma Zignani - Vallo ferroviario” e il Programma integrato prevalentemente per attività “Via Assisi”. L’esercitazione progettuale (figg. 1, 2 e 3) ha fornito l’occasione per sperimentare concretamente le potenzialità dei nuovi strumenti operativi, introdotti dal Prg ai fini dell’ottenimento di importanti obiettivi, sia alla scala del settore urbano quali: il completamento morfologico dei tessuti, la ridefinizione dei margini urbani, la dotazione di nuovi dispositivi ecologico-ambientali e funzionali connessi al ciclo urbano dell’acqua (bioswales, biolago, interventi di desealing di aree dismesse o impermeabilizzate), alla gestione del ciclo dei rifiuti (isola ecologica), alla realizzazione di sistemi di mobilità sostenibile (aree di sosta per autoveicoli elettrici provviste di colonnine di rifornimento, parcheggi per car, scooter e bike sharing); sia per il raggiungimento di obiettivi strategici alla scala comunale quali: l’attivazione, sulla rete delle ferrovie laziali, di servizi ferroviari di tipo urbano e metropolitano con la realizzazione di nodi di scambio intermodale tra queste e le linee A, B e C della metropolitana4, e la messa in opera sul sedime delle aree ferroviarie di un “anello verde” e di un percorso ciclopedonale pensati per connettere i grandi parchi della città. Il progetto si completa con la previsione di servizi multifunzionali e adattivi, in grado attivare politiche per la formazione, il lavoro e l’inclusione sociale (incubatori di impresa, coworking, fablab, business center, ecc.). A esito il progetto coordinato dei tre strumenti potrà contare su un patrimonio complessivo di aree pubbliche, ottenute mediante cessione gratuita o compensativa, pari a 13,3 ettari, circa il 23,7% della St (56,0 ettari), di cui: 1,0 destinato a servizi pubblici, 7,5 a verde pubblico attrezzato per lo sport e il tempo libero, di cui 6,0 ettari destinati a dispositivi ambientali e funzionali (“anello verde”5 , bioswales, biolago, isola ecologica), 3,4 destinati a parcheggi pubblici, di cui 1,5 ettari per nodi di scambio, car, scooter e bike sharing, e 1,4 ettari destinati a social housing, pari a una Sul di 19.755 mq, equivalente al 12,8% della Sul totale (154.842 mq). Infine, l’intervento potrà attivare risorse derivanti da oneri concessori (ordinari e straordinari) da impiegare per la realizzazione del programma di opere pubbliche stimati in 87,7 mln di euro, di cui 53,6 derivanti dal Contributo straordinario di urbanizzazione6 .
2 Tesi dal titolo: Nuovi strumenti operativi per la rigenerazione della città contemporanea: Progetto urbano stazione Tuscolana, Progetto urbano excaserma Zignani, Programma integrato Via Assisi (Mandrione). Roma, Municipio VII. AA 2019-2020. Laureande: Laura Arcari, Martina Cioè e Martina Fedele. Relatore: Francesco Crupi. 3 Oggetto del Concorso Internazionale Reinventing cities C40. Cfr. Roma Capitale, DAC 19/2020; https://www.c40reinventingcities.org/ 4 Progetti subordinati alla chiusura dell’”Anello ferroviario”, intervento ora inserito nelle opere strategiche dal c.d. “Decreto semplificazione” (DL 16 luglio 2020, n. 76), e alla realizzazione delle nuove stazioni di Tuscolana, Pigneto, Piazza Zama. 5 Nel quale trovano posto oltre 3 km di percorsi ciclopedonali. 6 Calcolato in base alla DAC 11/12/2014, n. 128. Valori OMI Anno 2019 - Semestre 2.
4. Considerazioni conclusive
Le sperimentazioni e le analisi svolte, anche se non esaustive della complessità delle questioni al centro dell’attuale dibattito teorico-disciplinare e culturale, hanno dimostrato la capacità dei nuovi strumenti operativi del Prg ’08, supportati da una nuova progettualità “sostenibile” e “resiliente”, e da nuovi meccanismi economico-finanziari, di contribuire ad attivare processi rigenerativi, alle varie scale, in grado di trasferire alla città, nel suo complesso, i benefici sociali, economici e ambientali indotti da tali interventi. Tuttavia, nonostante i sostanziali elementi di innovazione disciplinare e procedurale contenuti nell’approccio alla rigenerazione della città esistente delineato dal Prg, la mancanza di una chiara governance istituzionale, di finanziamenti pubblici sufficienti, della perdurante fase recessiva del mercato immobiliare, e di un apparato burocratico ipertrofico, ne stanno ostacolano l’attuazione. A 12 anni dall’approvazione del Prg, infatti, solo per 12 “Programmi integrati” sono stati avviati i relativi Programmi preliminari, e soltanto il Programma integrato “Pietralata” è giunto all’approvazione. Ancora più desolante e caotica è la situazione riguardante l’attuazione degli “Ambiti di valorizzazione” dove, solo per gli ambiti, San Lorenzo, Borghetto Flaminio, Porta Portese-Clivo Portuense, e Litorale di Ostia sono state definite le fasi preliminari e linee guida per l’attuazione dei relativi Progetti urbani. In questo contesto, quanto mai incerto e confuso, si aggiungono alcune considerazioni che possono costituire ulteriori occasioni di dibattito, confronto e sperimentazione. Esse riguardano: • la capacità da parte delle amministrazioni pubbliche di ritrovare quella continuità urbanistica e progettuale costitutiva delle alternanze politiche senza la quale è impossibile garantire l’attuazione dei programmi e dei progetti già avviati; • l’integrazione degli interventi di rigenerazione fisica con politiche occupazionali e formative, finalizzate allo sviluppo socio-economico e all’inclusione sociale; • la modulazione dei prelievi sullo stock edilizio e sulle trasformazioni urbane da utilizzare come strumento capace di condizionare le scelte insediative, facilitare politiche urbanistiche anti-cicliche (Curti, 2004), e favorire uno sviluppo urbano equilibrato e coerente; • l’introduzione di nuove modalità di finanziamento delle opere pubbliche capaci di intercettare la vasta gamma di risorse, di ambito nazionale e comunitario messe in campo soprattutto sui temi della sostenibilità, della transizione energetica e digitale, del contrasto al cambiamento climatico e della resilienza, come quelli prospettati dal Green New Deal (Legge di Bilancio 2020, Collegato ambientale.
Consumo di suolo e rigenerazione urbana), o derivanti dai programmi di rilancio del post pandemia (Recovery Fund, MES, ecc.).
Le molteplici occasioni di sviluppo offerte dalle attuali condizioni di emergenza climatica e pandemica possono diventare la chance per rilanciare in una prospettiva smart e green la rigenerazione della città. Ciò richiede, tuttavia, un cambio deciso di approccio che preveda lo snellimento radicale delle procedure burocratiche e urbanistico-edilizie e il potenziamento delle strutture tecniche, in grado di evitare le inefficienze del passato, e di promuovere visioni di futuro coerenti con le nuove sfide della contemporaneità.
Figura 1. Settore urbano stazione Tuscolana (Roma Mun. VII). Carta delle risorse. Fonte: Tesi di Laurea di Laura Arcari, Martina Cioè e Martina Fedele.
Figura 2. Settore urbano stazione Tuscolana (Roma Mun. VII). Carta degli obiettivi. Fonte: Tesi di Laurea di Laura Arcari, Martina Cioè e Martina Fedele.
Figura 3. Settore urbano stazione Tuscolana (Roma Mun. VII). Al centro, Schema preliminare di assetto. In alto e in basso, stralci della Carta degli interventi pubblici. Fonte: Tesi di Laurea di Laura Arcari, Martina Cioè e Martina Fedele.
Riferimenti bibliografici
Becchetti, L., Conzo, G., Conzo, P., Salustri, F. (2020). “Understanding the Heterogeneity of Adverse COVID-19 Outcomes: The Role of Poor Quality of Air and Lockdown Decisions”. Paper, rilasciato in preprint, 6 May 2020. Borri, D. (1985) Lessico urbanistico, annotato e figurato. Bari: Edizioni Dedalo.
Crupi, F. (2018). “Fiscalità urbana e governo del territorio. Tra integrazione delle riforme e complementarietà degli strumenti”, in Talia M (a cura di), Il bisogno di giustizia nella città che cambia. RomaMilano: Planum Publisher. Curti, F. (2004). “Valutazione dei progetti urbani e fiscalità urbanistica”. Paper presentato a Bologna ne I sabati dell’urbanistica, seminari organizzati dalla Provincia di Bologna. Gabellini, P. (2013). “La rigenerazione urbana come resilienza”, in XXVIII Congresso Nazionale INU, Salerno 2013, reperibile in: www.inusalerno2013.it. Galuzzi, P. Vitillo, P. (2018). “Città contemporanea e rigenerazione urbana. Temi, azioni, strumenti”, in Equilibri, n. 1. Bologna: il Mulino. Giaimo, C. (2019). “La trama. Dopo 50 anni, ripartire dagli standard”, in Giaimo, C. (a cura di), Dopo 50 anni di standard urbanistici in Italia. Verso percorsi di Riforma. Roma: Inu Edizioni, p. 30. Giaimo, C., Santolini, R., Salata S. (2019). “Performance urbane e servizi ecosistemici. Verso nuovi standard”, in Giaimo, C. (a cura di), cit., pp. 63-69. Manfredini, A., Manfredini, G. (2006) La progettazione architettonica nella rigenerazione urbana. Firenze: Alinea. Oliva, F. (2009), “Il Nuovo Prg di Roma e l’urbanistica italiana”, in Ricci L. (2009) (a cura di), cit. Oliva, F. (2010), Città senza cultura. Intervista sull’urbanistica a Giuseppe Campos Venuti. Roma-Bari: Editori Laterza. Ricci, L. & Mariano, C. (2018). “The network construction of the ‘public city’. @22Barcelona: a smart neighborhood in a smart city”, Techne SI, 1. Firenze: Editore FUP. Ricci, L. (2005) Diffusione insediativa territorio e paesaggio. Un progetto per il governo delle trasformazioni territoriali contemporanee. Roma: Carocci Editore, p. 182. Ricci, L. (2017). “Governare la Città contemporanea. Riforme e strumenti per la rigenerazione urbana, in Urbanistica n. 160. Roma: Inu Edizioni. Ricci, L. (2019). “Governare la città contemporanea. Una nuova questione urbana”, in Ravagnan C., Rigenerare le città e i territori contemporanei. Prospettive e nuovi riferimenti operativi per la sperimentazione. Roma: Aracne. Ricci, L. (a cura di) (2009) Il piano locale e… Nuove regole, nuovi strumenti, nuovi meccanismi attuativi. Milano: FrancoAngeli. Ricci, L., Ravagnan, C. (2017). “Europa mediterranea. Per una strategia di riequilibrio e di rigenerazione della città contemporanea”, in Urbanistica Informazioni, 272 S.I. Roma: INU Edizioni, pp. 425-430. Talia, M. (a cura di) (2018) Il bisogno di giustizia nella città che cambia. Roma-Milano: Planum Publisher.