64k Ram

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Qualcuno potrebbe chiedersi che senso abbia pubblicare all’inizio degli anni 2020 un libro dedicato al Commodore 64. Ci ritroviamo infatti oltre l’immaginifico 2019 di Blade Runner (1982) e benché le automobili siano ancora inchiodate all’asfalto, esistono computer quantistici in grado di risolvere problemi praticamente impossibili per l’informatica classica, laddove l’intelligenza artificiale conquista sempre maggiore importanza in ogni campo. Se avete acquistato la versione ebook del libro è possibile che in questo momento lo stiate leggendo su un tablet o smartphone di potenza paragonabile a quella del supercomputer Cray 2 (1985-1990) che era un mostro da 195 kilowatt. Oltre all’importanza storica di un computer come il C=64 e il suo status immutabile di icona pop degli anni ‘80, il motivo principale per cui ho pensato di pubblicare l’edizione 2020 di 64K Ram riguarda il semplice fatto che, nonostante l’attuale stato di evoluzione dell’informatica, il piccolo commie è a tutt’oggi una piattaforma informatica commercialmente viva. Come tutti sappiamo Commodore è fallita oltre un quarto di secolo fa e ovviamente nessuno produce più i chip custom del C=64. I brevetti industriali sono scaduti, mentre i marchi e le proprietà intellettuali restano coinvolti in un eterno balletto di registrazioni, passaggi di mano e discutibili revival che nulla hanno a che fare con i prodotti classici dell’era 8/16bit. Per “piattaforma commercialmente viva” intendo molto semplicemente che ancora c’è chi sviluppa software per Commodore 64, c’è chi lo pubblica e infine chi lo acquista, e badate bene che non si tratta di produzioni occasionali, homebrew o semplici prodotti hobbystici, ma parliamo di opere videoludiche la cui qualità è paragonabile, se non superiore, ai titoli creati dall’industria mainstream fino ai primi anni ‘90. Queste novità possono girare sugli originali C=64 via musicassetta o floppy disk, oppure tramite delle comuni schede di memorie da leggere con opportune e moderne periferiche. Chi non usa l’hardware originale, ovviamente ricorrerà agli emulatori. Impossibile non citare il TheC64, replica 1:1 del biscottone con tanto di tastiera funzionante che sfrutta proprio l’emulazione per consentire ai sessantaquattristi di giocare alle vecchie e nuove glorie.


64K Ram - edizione 2020 Autore: Gabriele Falco librologica.it Copyright Š 2019 di Gabriele Falco. Tutti i diritti riservati a norma di legge commodorecomputerblog.com ISBN 978-0-244-55419-4 Nomi e marchi citati nel libro sono depositati dalle rispettive case. I marchi C= e C=Commodore sono rispettivamente proprietà di Polabe Holding N.V e C=Holdings BV Questo libro è dedicato alla memoria di: Jack Tramiel e Chuck Peddle



Ecco a voi l’indiscussa star informatica degli anni ‘80 nella classica forma detta “Biscottone” (in inglese Breadbox o Breadbin che significa “scatola del pane”). Il C=64 è stato presentato nel gennaio del 1982 all’International Winter Consumer Electronic Show. Il prezzo di soli 595$ e le straordinarie caratteristiche tecniche sbalordirono gli appassionati, atterrendo al contempo la concorrenza. 1 - Joystick 2 - Power on/off 3 - Alimentazione 4 - Porta espansioni 5 - Frequenza TV

6 - Antenna TV 7 - S-Video/Composito 8 - Porta Seriale 9 - Datassette 10 - Porta Utente

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Nonostante il guinnes dei primati abbia certificato che il Commodore 64 è senza alcun dubbio il modello di computer più venduto nella storia (record destinato a restare imbattuto data la rapidità con cui gli attuali dispositivi informatici diventano obsoleti) non esiste certezza sul numero effettivo di esemplari prodotti. Le stime vanno da 12.5 milioni (calcolati mediante i numeri di serie nell’etichetta visibile nell’immagine) fino a un massimo di trenta milioni, passando per i ventidue milioni di C=64 piazzati tra il 1982 e il 1985, dato confermato sia dal fondatore e padre di commodore Jack Tramiel, sia dal libro: “La guerra degli home computer” (S.Tomczyk, 1984). Secondo gli ex dirigenti commodore, il C=64 (modello biscottone) sarebbe stato venduto al forsennato ritmo di mezzo milione di esemplari al mese, almeno fino al 1985 quando Tramiel dopo aver abbandonato l’azienda era già divenuto il proprietario dell’Atari Corp da lui rapidamente trasformata in una temibile concorrente per la stessa Commodore Ltd. In realtà nel corso degli anni sono state prodotte molte versioni del Commodore 64: alcune di esse differiscono tra loro solo per alcuni dettagli estetici o per le diverse revisioni della scheda madre, fino al design completamente rinnovato del C=64C e la differente tecnologia della sua componentistica. Tutto ciò senza dimenticare la versione portatile SX64 e la fallimentare console per videogiochi C64GS. Nessuna di tali incarnazioni si è discostata dall’architettura hardware nata nel 1982, ed è probabilmente il complessivo insieme di tutti i modelli che arriva ai valori più alti delle stime numeriche date in precedenza. Il C=64 è ancora oggi fonte d’interesse per migliaia di appassionati, incluse alcune piccole software house, con dei produttori di hardware che oggi commercializzano dei cloni del biscottone basati sull’emulazione (https://retrogames.biz/) o dei nuovi C=64C con marchi e loghi ufficiali (https://shop.pixelwizard.eu/en/).

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Il marchio commodore con la C affiancata da due bandierine ha fatto la sua comparsa nel lontano 1965, quando CBM vendeva macchine da scrivere e calcolatrici meccaniche. Successivamente il marchio è passato sulle calcolatrici elettroniche con cui l’azienda ha iniziato a riscuotere un notevole successo. L’acquisizione della MOS Technology condusse commodore a lanciare la prima linea di computer PET nel 1977, restando in tale florido mercato sino al 1994, anno dell’improvviso e clamoroso fallimento dell’azienda. Il logo argentato della prima serie di Commodore 64 (nota oggi come silver label) venne sostituito nella seconda e più diffusa serie dal celebre badge contenente un arcobaleno simile a quello di altri computer dell’epoca, come il Sinclair ZX Spectrum (grande rivale del C=64) e i prodotti Apple che dal 1975 al 1998 esibirono proprio la mela morsicata in versione rainbow. Con tale arcobaleno le aziende informatiche evidenziarono le rinnovate capacità tecniche dei loro prodotti e l’abbandono definitivo della grafica monocromatica tipica della prima generazione di computer general purpose.

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Le esclusive immagini contenute in "64K Ram" raccontano gli oltre trent'anni di storia del commodore 64; un computer capace di far entrare l'informatica nelle case di milioni di persone e divenuto oggi il cuore dell'intera scena dedicata al retrocomputing. Grazie a una raffinata elaborazione grafica tridimensionale rivedrete il leggendario C=64 come se questi trent'anni non fossero mai trascorsi: le origini, il software, i videogiochi. Un compendio illustrato del vostro indimenticabile compagno d'infanzia nonche' formidabile macchina da gioco e indispensabile strumento di lavoro.

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