Millennium News Tabloid

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EDI

ZIO

Quante volte mangi al giorno?

Una volta ho sentito dire che una bambina di dieci anni aveva partorito...

Quando mia madre riesce a trovare dei lavori occasionali, abbiamo i soldi per mangiare e pagare l’affitto.

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ARIA

MILLENNIUM NEWS di AMREF Italia Onlus Via Boezio 17, 00192 Roma www.amref.it

MILLENNIUM NEWS

Il mondo parla di fame, malattie, crisi umanitarie e i potenti della terra elaborano strategie per aiutare i paesi poveri. Ma solo chi vive sulla propria pelle la povertà estrema la conosce davvero. AMREF ha chiesto ai ragazzi e alle ragazze delle baraccopoli di Nairobi, abituati a vivere senza soldi per mangiare o per andare a scuola, di raccontare la povertà dal loro punto di vista. La loro voce, normalmente ignorata dal mondo dei media, ha finalmente trovato un modo di farsi ascoltare. Scrivendo, filmando e fotografando la dura realtà in cui vivono, questi piccoli “giornalisti di strada” spiegano al mondo la loro vita difficile e le soluzioni originali per renderla migliore.

LA LOTTA ALLA POVERTÀ

SPIEGATA DAI RAGAZZI DI STRADA www.amref.it


N

el settembre 2000, 191 paesi membri delle Nazioni Unite hanno stretto un patto per rendere il mondo migliore nel nuovo millennio. La dichiarazione che trovate qui sotto spiega il senso di questo patto, costituito da 8 obiettivi da raggiungere entro il 2015. Sono obiettivi semplici, che ogni uomo o donna, da New York a Nairobi a New Delhi, può capire. Sono obiettivi chiari e tutti i governi, quelli dei paesi ricchi ma anche e soprattutto quelli dei paesi più poveri, si sono impegnati a lavorare sodo per raggiungerli. Ma sono soprattutto obiettivi che riguardano da vicino la vita dei miliardi di poveri del nostro pianeta. Farceli spiegare da loro, ascoltare la voce dei ragazzi di Nairobi sugli 8 Obiettivi del Millennio, ci è sembrato il modo migliore per far capire anche a noi, che viviamo lontano da quei problemi, di cosa stiamo parlando e perché tutto questo riguarda anche noi.

stessa stregua dei suoi costi. Perciò, solo mediante degli sforzi ampi e intensi tesi a creare un futuro comune, fondato sul nostro comune appartenere all’umanità in tutta la sua diversità, la globalizzazione potrà essere resa pienamente inclusiva ed equa. Questi sforzi dovranno prevedere politiche e misure, a livello globale, che corrispondano alle esigenze dei paesi in via di sviluppo e delle economie in transizione, e che siano formulate e realizzate con la loro effettiva partecipazione”. (dalla Dichiarazione del Millennio delle NU. Assemblea Generale, 8 settembre 2000)

“Abbiamo tutti un dovere verso tutti i popoli del pianeta, specialmente quelli più vulnerabili e, in particolare, verso i bambini e i giovani del mondo intero, ai quali appartiene il futuro. Noi reputiamo che la sfida fondamentale che abbiamo di fronte sia quella di garantire che la globalizzazione diventi una forza positiva per tutti i popoli del pianeta. Anche se la globalizzazione offre grandi opportunità, ad oggi i suoi benefici sono ripartiti in maniera decisamente disuguale, alla

GLI 8 OBIETTIVI DEL MILLENNIO

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sradicare la povertà estrema e la fame

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• Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone il cui reddito è inferiore ad 1 $ al giorno. • Raggiungere un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti, inclusi donne e giovani. • Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che soffre la fame.

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rendere universale l’educazione primaria

• Arrestare entro il 2015, invertendo la tendenza, la diffusione dell’HIV/AIDS. • Raggiungere entro il 2010 l’accesso universale alle cure contro l’HIV/AIDS per tutti coloro che ne hanno bisogno. • Arrestare entro il 2015, invertendo la tendenza, l’incidenza della malaria e delle altre principali malattie.

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assicurare la sostenibilità ambientale

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sviluppare una partnership globale per lo sviluppo

• Assicurare che ovunque, entro il 2015, i bambini, sia maschi che femmine, possano portare a termine un ciclo completo di istruzione primaria.

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promuovere l’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne • Eliminare le disparità di genere nel campo dell’educazione primaria e secondaria, preferibilmente entro il 2005, e a tutti i livelli educativi entro il 2015.

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ridurre la mortalità infantile

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migliorare la salute materna

combattere l’aids, la malaria e le altre malattie

• Ridurre di due terzi, fra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni.

• Ridurre di tre quarti, fra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna. • Raggiungere, entro il 2015, l’accesso universale ai sistemi di salute riproduttiva.

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• Integrare i principi dello sviluppo sostenibile all’interno delle politiche e dei programmi dei paesi. • Ridurre la perdita di biodiversità raggiungendo, entro il 2010, una riduzione significativa del tasso di perdita. • Dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone che non ha accesso all’acqua potabile e agli impianti igienici di base. • Entro il 2020 raggiungere il miglioramento delle condizioni di vita di almeno 100 milioni di abitanti delle baraccopoli.

• Rivolgersi ai bisogni specifici dei paesi meno avanzati. • Sviluppare un sistema commerciale e finanziario più aperto, regolamentato, prevedibile e non discriminatorio. • Trattare globalmente i problemi legati al debito dei paesi in via di sviluppo. • In cooperazione con le aziende farmaceutiche, rendere possibile l’accesso ai farmaci essenziali con costi sostenibili. • In cooperazione con il settore privato, rendere disponibili i benefici delle nuove tecnologie.


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S W E N M IU N E L MIL vertà o BI oDtAItRAaGAaZZlI lDIaSTp laIEGAlTA RADA DI NAIRO SP

obiettivo numero uno

VINCIAMO LA POVERTÀ

che un sacco di gente è povera e non ha da dopo una ricerca nel mondo, le nazioni unite hanno saputo i e gli affamati. con il primo obiettivo del millenmangiare, e così si sono date l’obiettivo di aiutare i pover gnano meno di 75 scellini kenioti al giorno (un nio vogliono aiutare in particolare le persone che guada uniti, perché se siamo uniti non ci saranno pianti dollaro). hanno messo questo obiettivo per farci stare piano. di affamati, pianti per la povertà e tutti saranno sullo stesso

Marion Wairimu

Povertà non vuol dire essere disabili. La povertà non è congenita, e nessuno desidera esser povero. È sfortuna che ti cade addosso. Ma se lavori sodo puoi uscirne! La povertà è come la pioggia, può cadere dappertutto, sui ricchi e sui poveri... La povertà è quando uno si danna per trovare da mangiare e per riuscire a mandare i figli a scuola.

BUONE RAGIONI PER RAGGIUNGERLO • Se gli uomini sconfiggessero la povertà nessuno dovrebbe più vendere il proprio corpo per mantenersi e non ci sarebbero più malattie come l’Aids. • Tutti avrebbero lavori decenti, non lavori come la prostituzione, il furto, la droga. • Ognuno lavorerebbe e farebbe soldi, nessuno resterebbe soltanto seduto aspettando che i soldi gli caschino dal cielo. • Nessuno piangerebbe per dover pagare le tasse scolastiche.

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• Non ci sarebbero più crimini. • Il nostro paese sarebbe sviluppato. • Non ci sarebbero più pigri.

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dandora

LA POVERTÀ NEL NOSTRO QUARTIERE Il problema più grande che dobbiamo affrontare nel nostro quartiere sono i furti. Gran parte della gente ruba agli altri per sopravvivere.

Un altro problema è che non viene dato l’intero stipendio a chi è impiegato. Poi non c’è la stessa distribuzione delle risorse tra ricchi e poveri e le persone ricche si rifiutano di dividere i loro lavori con quelle povere. Un altro problema è che molta gente si rifiuta di fare i lavori più umili che gli vengono dati, ad esempio dicono che non vogliono lavorare in casa, vendere carbone, e altri piccoli affari. Molta gente non fa sul serio nel proprio lavoro, ad esempio quando viene impiegata spesso arriva in ritardo. Molte persone sono pigre perché si rifiutano di coltivare durante la stagione buona. Si limitano a guardare lavorare gli altri. Poi ci sono tanti altri problemi: le piogge sono scarse; i parassiti distruggono il grano; il grano non cresce a causa dell’erosione del suolo; la popolazione sta crescendo e la gente perde tempo a pensare dove andare a vivere; la migrazione dalla campagna verso 4 • millennium news

la città; la gente non ha più tempo per coltivare perché si sposta in città per cercare un lavoro; le discariche rubano un sacco di spazio, come ad esempio a Dandora, la corruzione e i furti di terra (il governo ruba la terra così che la gente non sa più dove coltivare); i politici fanno tante promesse ma se le dimenticano quando vanno al governo; quando qualcuno vede che il tuo lavoro va bene ti fa il malocchio; l’aumento della benzina che fa crescere il costo dei trasporti; il costo dei fertilizzanti. La guerra civile e il tribalismo. L’ analfabetismo.

dagoretti

la storia

mary wanjiru kungu Prima mia madre aveva tutto, poi è stata derubata, e così siamo rimasti con niente e siamo diventati poveri. Io sono rimasta con nient’altro che i vestiti che ho addosso. Mia madre è andata a lavorare per cercare di racimolare qualcosa. Mi ha comprato dei vestiti. Un nostro vicino di casa, Mama Njoro, un giorno aveva messo la TV sul tavolo. Poi ha acceso una lampada a benzina che è cascata a terra dando fuoco alla casa. Sua figlia ha cominciato a piangere, la madre l’ha sentita e l’ha soccorsa. Io vorrei che noi la finissimo con la povertà.

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COSA SI FA NEL NOSTRO QUARTIERE Nella località di Gatina la gente sta di sicuro riducendo la povertà e la fame vendendo ciambelle e verdi grocers, aprendo chioschi, hotel.

A Gatina c’è un uomo che vende dolci e torte. C’è anche una donna, Peninah, che con il suo lavoro di parrucchiera mantiene se stessa e la sua famiglia. Mama Nyagiro, invece, fa il mitungo (le pannocchie arrostite). A Waithaka molte persone cercano di ridurre la povertà e la fame vendendo il cibo nei piccoli chioschi (mikahawa). Nello stesso posto c’è un uomo che vende il te, le ciambelle (mandasi) e cucina anche il cibo, e un altro uomo, più giovane che vende patatine, salsicce e samosa (frittelle ripiene di carne). Altre persone vendono zuppe, fagioli, githeri

(un piatto di polenta, piselli e mais) e mutura (interiora arrostite). Nel mercato di Dagoretti le persone fanno diversi tipi di lavoro per ridurre la povertà e la fame, ad esempio c’è una persona che vende pomodori, patate eccetera; a Muslim vendono mututu, mutura, pesce, mais, uova, eccetera; anche a Kawangware, si fanno differenti tipi di lavori come vendere ghiaccio, vestiti di seconda mano, eccetera; mentre a Dagoretti la gente si dà da fare con le attività del mattatoio, realizzando cinture di cuoio e vendendo sapone detergente a litri.

Sarah Wanjiku sandali

DATI MONDO ciapati

LE NOSTRE PROPOSTE

- mettercela tutta in ogni lavoro che facciamo. - dare lavoro alla gente. - i ricchi devono dare lavoro ai poveri. lì a - la gente deve fare gruppo per aiutarsi, invece di stare pollici. girarsi i - chi è impiegato deve ricevere l’intero stipendio. e. - bisogna aiutare la gente che non è in grado di lavorar quei usare e i alcolic bere di e smetter - uomini e donne devono

ciabattino

Cosa stai facendo tu per ridurre la povertà?

soldi per avviare piccoli lavori. le - gli uomini non devono essere gli unici a lavorare, anche donne devono aiutare i loro mariti. perché - gli uomini devono smettere di picchiare le loro donne fanno. che lavoro il per felici essere ed o, lavoran è - la gente deve amare il lavoro che ha perché “il lavoro lavoro”. - il governo deve sostenere il lavoro della gente. - al lavoro ci deve essere piena sicurezza. - non deve esserci corruzione. - il governo deve costruire molti ospedali. - la gente non deve essere pigra.

Nel mondo 923 milioni di persone soffrono la fame. 500 milioni di giovani vivono con meno di 2 dollari al giorno. Più di 30.000 bambini muoiono, ogni giorno, di fame o malattie che si possono prevenire e curare. Nei paesi in via di sviluppo 140 milioni di bambini sono sotto peso e ad alto rischio di sviluppare gravi malattie a causa della malnutrizione. Se a livello globale l’aspettativa di vita alla nascita è di 68 anni, in Africa SubSahariana è di soli 49 anni.

DATI AFRICA Il numero di persone che in Africa SubSahariana vive sotto il livello di povertà è incrementato, passando da 296 millioni nel 1999 a 298 milioni nel 2004. In Kenya l’aspettativa di vita alla nascita è di 52 anni e la probabilità di non sopravvivere fino all’età di 40 anni è del 35%. In Kenya la percentuale di bambini sottopeso (età da 0 a 5 anni) è del 20%. In Kenya la percentuale di popolazione che vive con meno di 1 dollari al giorno è del 23%; sotto i 2 dollari il 58%.

COSA FA AMREF venditrice di ciapati

venditrice di tessuti sarto www.amref.it

AMREF lotta contro la povertà nelle baraccopoli di Nairobi con un progetto di assistenza rivolto alla categoria più vulnerabile: i ragazzi di strada, che soltanto a Nairobi sono più di 100mila. I “chokora” o “ragazzi spazzatura” (così sono etichettati dalla popolazione che li emargina), vivono in uno stato di abbandono tra fame, violenza e droga. Il progetto “Children in Need” di AMREF nel sobborgo di Dagoretti opera per togliere questi ragazzi dalla strada e per reinserirli nella vita civile. Le attività del centro includono programmi di assistenza medica, psicologica, alimentare e legale. L’obiettivo a lungo termine è il loro inserimento scolastico, la formazione professionale e, quando è possibile, il ricongiungimento con le famiglie. Il millennium news • 5


Quanto costa la vita nella baraccopoli PRODOTTO

PREZZO IERI

Farina 1kg Zucchero Fagioli Riso 1kg grasso cucina 1 saponetta 1 tazza di latte Detersivo Bevanda Pane Libri 48 pag. 80 pag. 32 pag. Penne Matite Sale

Sh. 50 Sh. 55 Sh 50 Sh 45 Sh 100 Sh 40 Sh 10 Sh 40 Sh 15 Sh 21 Sh 5 Sh 10 Sh 5 Sh 15 Sh 3 Sh 10

PREZZO OGGI Sh 70 Sh 65 Sh 68 Sh 65 Sh 150 Sh 80 Sh 13 Sh 80 Sh 17 Sh 30 Sh 10 Sh 14 Sh 7 Sh 25 Sh 7 Sh 12

fagioli rossi

legumi

I LAVORI NEL GHETTO - Vendere pomodori - Lavare i vestiti - Lavorare le ossa per fare sapone utensili, eccetera - Lavorare i campi - Vendere la pelle delle mucche per fare le scarpe - Riciclare la carta, lavarla e riutilizzarla - Vendere vestiti usati - Lavare i cessi - Vendere legna da ardere - Artigianato - Vendere uova, arrostire polli -

Scavare tombe

-

Coltivare fiori e venderli ai funerali o San Valentino Vendere acqua Fare collane Allevare e vendere pesci Vendere noccioline e ciambele Lavare le macchine Tagliare i capelli Tenere i bambini Raccogliere e riciclare i rifiuti Fare le scarpe con i copertoni Fare cescere gli alberi e venderli

- Concimare la terra - Tagliare e vendere le pietre - Tagliare e vendere l’erba per i cavalli

riso

Vendere il carbone Arrostire e vendere le pannocchie Allevare e vendere conigli Pulire le scarpe Andare a zonzo Fare il venditore ambulante Vendere la plastica riciclata Fare il muratore Raccogliere e vendere materiale per scavare - Boda boda (servizio taxi in bicicletta) - Fare la guardia alle macchine - Fare il ciabattino

-

Quanto sei pagato per il tuo lavoro?

la storia henry kamau

Ho visto il mio vicino di casa che vendeva mandazi (ciambelle). Ci sono altri che vendono patate dolci. La gente può fermare la povertà con il lavoro. Mia nonna era povera ma ora ha una casa fatta di pietre e ha l’elettricità. La moglie di un tipo che tutti chiamavano baba Gerald, se ne andò di casa perché pensava fossero troppo poveri. Avviò un negozio e col tempo è riuscita a educare i suoi figli. Mia madre sta cercando di farla finita con la povertà, ed è per questo che siamo venuti a Nairobi. Quando riesce a trovare dei lavori occasionali abbiamo i soldi per mangiare e pagare l’affitto. chiosco di verdura

venditore di pannocchie 6 • millennium news

percorso di disintossicazione e riabilitazione passa anche attraverso progetti artistici (teatro, video, musica) e lo sport: un modo per farli riflettere sul loro vissuto, distaccarsene e recuperare, grazie ad una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità individuali e di gruppo, un buono stato psicofisico. Le iniziative del progetto AMREF si basano sulla sensibilizzazione e sul coinvolgimento delle autorità locali e delle comunità in cui vivono i ragazzi: il loro recupero, il rispetto concreto del diritto alla salute, all’istruzione e ad una vita degna di questo nome, dipendono innanzitutto dalla loro integrazione. I parenti, gli anziani, gli insegnanti delle scuole limitrofe e in generale tutte le persone che normalmente li tengono alla larga, sono coinvolti in un dialogo costante con lo staff AMREF affinché accettino pienamente i ragazzi e contribuiscano a promuovere e a gestire la loro riabilitazione. Coinvolgere la comunità, le famiglie e le autorità significa anche rafforzare le capacità locali diffondendo conoscenze tecnico-sanitarie e una cultura del “diritto”, quale chiave d’uscita dalla povertà.

barbiere

uomini al bar

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APPROFONDIMENTI • “Millennium News” episodio n.1 di Angelo Loy - AMREF Video Library • “Pinocchio Nero” di Angelo Loy - AMREF Video Library • “African Spelling Book” di Angelo Loy - AMREF Video Library www.amref.it

LE NOSTRE DOMANDE 1. Cosa stai facendo tu per ridurre la povertà e la fame? 2. Cosa fa il tuo governo per la lotta alla povertà e alla fame? 3. Quanti poveri ci sono in Italia? 4. Conosci qualcuno nel tuo paese che cerca di combattere la povertà? 5. Conosci qualcuno che fa la fame? 6. Nel tuo paese i ragazzi muoiono di povertà e di fame? 7. Qual è il tuo cibo principale? 8. Quante volte mangi al giorno? 9. Avete problemi d’acqua? 10. I giovani hanno un lavoro? 11. Che tipo di lavoro? 12. Quante ore lavorate al giorno? 13. I ragazzi rubano a causa della povertà?


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S W E N M IU N E L MIL vertà o BI oDtAItRAaGAaZZlI lDIaSTp laIEGAlTA RADA DI NAIRO SP

obiettivo numero due

TUTTI A SCUOLA

di tutto il mondo possano andare a scuola, sol’obiettivo numero due vuole fare in modo che i ragazzi o sarà un posto migliore dove vivere per tutti, prattutto quelli che vivono nelle baraccopoli. così il mond zione primaria i ragazzi si costruiranno una vita sia per i ricchi che per i poveri. una volta completata l’istru . nuova e semplice, e saranno una nuova, buona generazione

BUONI MOTIVI PER ESSERE ISTRUITI Kelvin Ngige

Se vuoi essere illuminato devi andare a scuola! La scuola è veramente qualcosa che ti sveglia e ti nutre... Una buona educazione puoi usarla come un coltello per ritagliarti la vita che vuoi! Come un ombrello aperto contro la pioggia, come un aeroplano per volare: l’educazione è la chiave del tuo futuro.

• Perché l’istruzione può portare lo sviluppo nel paese. • Perché l’istruzione aiuta i giovani. • Perché l’istruzione riduce il numero dei ragazzi di strada. • Perché aumenta la comunicazione tra te e gli altri. • Perché una persona istruita pensa più a fondo, in lungo e in largo. • Perché cessa la guerra quando le persone sono istruite. • Perché una persona istruita troverà più facile capire ogni tipo di istruzioni. • Perché attraverso l’istruzione la gente si educa alla salute. • Perché chi è istruito può istruire gli altri con il suo sapere. • Perché l’istruzione è la chiave del successo. • Perché i buoni leader vengono fuori www.amref.it

dalle persone istruite. • Perché una persona istruita fa bene i suoi affari. • Perché le persone istruite sono rispettate. • Perché pensi positivo. • Perché oggigiorno non puoi sposare una persona che non è andata a scuola.

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COSA SI FA NEL NOSTRO QUARTIERE Nel nostro quartiere sono tanti i ragazzi che hanno deciso di tornare a scuola per continuare la loro istruzione e cominciare una nuova vita.

Più di 300 bambini si sono trovati insieme per condividere la loro scelta. Nel nostro quartiere c’è anche un progetto che si chiama AMREF che propone molte soluzioni per aiutare i ragazzi a tornare a scuola. Oggi è molto più raro vedere vagare i bambini da un posto all’altro e questo significa che l’educazione è la chiave per ridurre il numero dei ragazzi di strada. Nel nostro quartiere ci sono 5 scuole pubbliche e 3 private. Nelle scuole pubbliche ci sono circa 300 bambini

per scuola, nelle scuole private circa 150. Le scuole private sono molto care in termini di tasse scolastiche e gran parte dei genitori non può permettersi di pagarle e così mandano i loro figli alla scuola pubblica. Molti ragazzi cominciano dalla prima classe e continuano fino alla ottava, ma la maggioranza abbandona prima di finire perché la vita è troppo dura per loro. Più tardi capiscono che l’educazione è la chiave per vivere meglio.

un’aula a dagoretti

la storia

joseph shamalla

scuola elementare

Povertà e fame sono cose che fanno soffrire un sacco gli esseri umani. Questo è vero specialmente per i super poveri che non hanno niente. Questa è una breve storia su mia madre. Lei si chiamava Maxmilla Matala Libonde, è l’ultimogenita di una famiglia di quattro figli. Non è mai andata a scuola fino all’università ma ci è andata fino alla seconda. All’età di 15 anni ha avuto il suo primo bambino. Dopo il secondo si è separata dal primo marito ed è tornata a casa dove è stata un anno e ha trovato il secondo marito. Questo è quando ha avuto me e mia sorella dopo di che ha divorziato ancora una volta. Per farla breve mia madre si è sposata due volte. È arrivata a Nairobi quando io avevo due anni. Non aveva lavoro e nessuno su cui contare. Si affidava a lavori inaffidabili. Poteva stare per una settimana senza nessun guadagno. Noi vivevamo in una

baracca a Kabiria con un tetto di lamiera. A casa nostra non c’erano cuscini, il cibo era scarso, i letti erano semplicemente una cosa incredibile. Non impressionarti perché le cose vanno anche peggio. Io dormivo su un materassino sul pavimento, mia madre sulla pietra e su tavole di legno ricoperte di vestiti e con un materasso di tre centimetri. Ti potrà sembrare una storia ma questa era la mia vita. Quanto a me, non vorrei restare in questa situazione, per questo mia madre mi incoraggia ad andare a scuola e ad essere istruito così che un giorno possa diventare una di quelle persone famose del Kenya. Quanto alla mia famiglia, sono l’unico benedetto da Dio che ha raggiunto la classe ottava e spero di andare all’università. Mio fratello è arrivato alla quinta e ha lasciato, il secondo è arrivato fino all’ottava e mia sorella si è rifiutata di continuare dopo la terza.

lezione

Cosa stai facendo tu per ridurre la povertà? 8 • millennium news

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gli ostacoli -

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Lavoro minorile Maltrattamenti Matrimoni precoci Niente soldi per i materiali scolastici I genitori che non comprano l’uniforme ai ragazzi I genitori che non aiutano i propri figli a scegliersi buoni amici e non cattivi I genitori che non nutrono a sufficienza i propri figli Alcuni ragazzi non sanno dove dormire Alcuni genitori cacciano i figli da casa e li obbligano a dormire per strada Gran parte dei genitori non conoscono i diritti dei bambini I genitori non danno ai figli quello che vogliono A Kibera ci sono più ragazze che ragazzi perché i genitori si preoccupano di più di loro Abuso di droga: gli studenti si drogano a scuola, diventando violenti con i loro insegnanti e mancando di rispetto ai genitori Molti insegnanti non dovrebbero andare a scuola perché quando sono ubriachi molestano le ragazze I ragazzi non hanno la libertà di esprimersi e di riposare: non possono protestare quando subiscono dei maltrattamenti e a volte hanno troppi compiti.

Richard Njoroghe

Qual è il tuo sogno di studente? DATI MONDO Circa 774 milioni di adulti nel mondo sono analfabeti. L’85% di questi, circa 650 milioni di individui, risiede in soli 35 paesi in via di sviluppo, e ben il 64% sono donne. Nel mondo vi sono 570 milioni di bambini iscritti nelle scuole primarie, mentre il numero di bambini in età scolare, non iscritti, è passato a 73 milioni. Nel 2006 circa 516 milioni di studenti sono stati iscritti alla scuola secondaria ma la maggior parte della popolazione mondiale, in età scolare, rimane esclusa dall’accesso alle strutture e ai programmi educativi.

DATI AFRICA

MOTIVI PER NON ANDARE A SCUOLA -

ora della merenda

Le regole sono troppo severe Preferisco partecipare ad un tirocinio per trovare lavoro Mi basta solo un po’ di istruzione La scuola è noiosa Le punizioni sono dolorose Non voglio ripetere la scuola primaria Guadagnare fin da quando si è piccoli allontana dalla scuola Problemi di famiglia Fame Disposizione all’apprendimento: se pensi che è duro, è duro; se pensi che è facile, è facile

un piccolo studente www.amref.it

In Africa Sub-Sahariana ci sono circa 144 milioni di analfabeti, ma il dato appare in continua crescita: nel 2015 saranno 168 milioni. In media solo il 61% degli adulti è in grado di leggere e di scrivere. Uno dei livelli di alfabetizzazione più bassi al mondo. Il numero dei bambini iscritti alle scuole primarie è pari a 101 milioni. Tuttavia, 38 milioni non frequentano la scuola primaria, e il 53% è costituito da bambine.

COSA FA AMREF AMREF è impegnata da anni per favorire l’accesso all’istruzione e l’educazione sanitaria sulla costa del Kenya nelle divisioni di Kilifi, Malindi e Kaloleni dove, a pochi passi dai resort per turisti, la popolazione vive in condizioni di povertà estrema, spesso senza accesso ad acqua pulita. Il nesso tra istruzione e salute è diretto. Lo svolgimento regolare dell’attività didattica, infatti, richiede ambienti salubri, acqua potabile e servizi igienici adeguati nelle scuole. Molto spesso, infatti, la mancanza di questi servizi essenziali scoraggia le famiglie dal mandare i bambini a scuola. Ancor più pesante è l’effetto di malattie debilitanti, come la malaria, i cui effetti compromettono seriamente il corretto sviluppo psicofisico e le capacità di apprendimento. Le cattive condizioni di salute dei bambini innescano un ciclo vizioso di millennium news • 9


DATI SULLA SCUOLA Ogni bambino dovrebbe raggiungere la scuola al più tardi a 7 anni e avere tutto l’occorrente come ad esempio l’intera uniforme. A scuola sono richiesti 13 libri di esercizi, ognuno costa 20 scellini, e un libro di testo che ne costa 360. Ogni alunno deve avere un righello che costa 10 scellini e una penna che costa 15. In una classe ci sono 30 studenti, 20 ragazzi e 10 ragazze. Ci sono due insegnanti in ogni classe. Alcuni studenti cominciano dalla prima classe e arrivano all’ottava, altri si fermano alla settima a causa delle droghe o di gravidanze nel caso delle ragazze. Molti ragazzi non vanno a scuola perché i genitori non hanno soldi per comprare libri e penne. Alcuni studenti usano 10 scellini per il bus che li porta a scuola. A scuola c’è la classe A e la classe B.

appello

la storia

kevin

Il mio nome è Kevin e vado alla scuola elementare. C’è una persona chiamata Mongara che si trova alla scuola di Mukarara. È un modello per i ragazzi di strada. Una volta viveva sulla strada, raccoglieva metallo usato e lo vendeva, usava le droghe ma ora è un modello per tutti gli altri. Ha iniziato venendo al centro di AMREF, e l’insegnante lo ha aiutato molto specialmente nel riportarlo a scuola. Mongara ha lasciato la strada di sua volontà. La maestra Juliet ha lavorato davvero molto duro per aiutarlo a smettere di prendere la droga. Ci ha provato a lungo, è stato 5 anni senza andare a scuola, ma poi finalmente ce l’ha fatta. Oggi è in sesta e molta gente è felice di come si comporta. Ama giocare a calcio.

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assenteismo scolastico e il conseguente abbandono degli studi. Per fronteggiare questi ostacoli all’applicazione concreta del diritto all’istruzione, con il progetto “School Health” AMREF interviene attraverso il miglioramento delle strutture scolastiche, la costruzione di nuove aule e l’installazione presso le scuole di servizi igienici e di fonti d’acqua pulita. Ma tutto ciò non è sufficiente se non è accompagnato da una corretta diffusione di adeguate norme igienico sanitarie. È per questo che AMREF promuove anche corsi di educazione sanitaria che coinvolgono gli studenti, i genitori e il corpo docente. Contemporaneamente, incentivando il processo di “ownership” nei confronti delle nuove strutture create, li invita a partecipare attivamente alle attività previste. Il ruolo svolto dai bambini, in particolare, è il cuore del progetto: è dimostrato infatti che i più piccoli sono straordinari comunicatori, in grado di promuovere con efficacia le conoscenze acquisite e le buone pratiche sanitarie sia tra i coetanei (“child to child approach”) sia nell’intera comunità.

APPROFONDIMENTI • “Millennium News” episodio 2 di Angelo Loy - AMREF Video Library • “African Spelling Book” di Angelo Loy - AMREF Video Library • “Sono stato negro pure io” di Giobbe Covatta - AMREF Video Library www.amref.it

In che modo l’istruzione aiuta la tua comunità? le nostre proposte Il governo dovrebbe impiegare più maestri Il governo dovrebbe dare gratuitamente più libri di testo ai ragazzi - Dovrebbe dare borse di studio - Il governo dovrebbe collaborare con altri paesi per fare ottenere gratuitamente penne e quaderni

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ai ragazzi Il governo dovrebbe costruire le scuole più vicine ai nostri villaggi anche per via dei cambiamenti

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climatici Il governo dovrebbe mettere delle regole che i ragazzi dovrebbero seguire - Il Ministro dell’Educazione dovrebbe essere un grande leader e lavorare senza favoritismi - I genitori dovrebbero educare i loro figli a seguire la buona strada - I genitori dovrebbero comprare le uniformi ai loro figli - Il governo dovrebbe punire i maestri che sbagliano e portarli davanti al giudice - I professori dovrebbero dare un po’ di riposo agli studenti in modo che quando lavorano possano

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lavorare con il cuore Il comitato scolastico dovrebbe indagare per fare in modo che i ragazzi non portino la droga a

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scuola Il governo dovrebbe punire gli studenti che portano e vendono a scuola la droga

lezione in una classe elementare www.amref.it

Rhoda Wanjiku LE NOSTRE DOMANDE 1. Esiste e come funziona la scuola primaria in Italia? 2. Quanti bambini ci sono in ogni classe? 3. Quante lezioni si fanno in una giornata e quanto durano? 4. Quanti sono i maestri? Quanti per classe? 5. Quanto costano le uniformi scolastiche? 6. Quali sono i doveri e i diritti dello studente? 7. Pensi che la scuola possa aiutare a realizzare i propri sogni?

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S W E N M IU N E L IL M povertà oDtAItRAaGAaZZlI lDIaSTRADA DI NAIROBI laIEGAlTA SP

obiettivo numero tre

POTERE ALLE DONNE

opportunità sia ai ragazzi che alle ragazze per il terzo obiettivo del millennio dice che bisogna dare le stesse riguarda l’educazione. perché in molte famiglie le farli stare allo stesso livello, specialmente per quanto e a casa a badare ai più piccoli o vengono date ragazze non sono considerate importanti, e devono restar farli stare allo stesso livello bisognerebbe dare in spose, mentre ai ragazzi è permesso andare a scuola. per il rugby. anche alle ragazze la possibilità di partecipare a giochi come

Come ragazze ci rifiutiamo di essere discriminate e chiediamo gli stessi diritti dei maschi! Chiediamo di ricevere una buona educazione e non tolleriamo alcun tipo di discriminazione! E ricorda: se puoi mandare a scuola un figlio solo allora dovrai farne solo uno. Perchè chi rimane a casa avrà un futuro oscuro!

12 • millennium news

COSA SIGNIFICA DAVVERO Il terzo obiettivo significa che anche le donne dovrebbero prendere le decisioni visto che in molte famiglie sono i padri che prendono le decisioni mentre le madri non hanno questa possibilità. Significa che anche le donne dovrebbero avere la possibilità di essere leader mentre oggi nel parlamento il numero degli uomini è assai superiore a quello delle donne. Significa che alle ragazze dovrebbe essere data l’opportunità di andare a scuola, che dovrebbere essere fornite di assorbenti in modo da farle stare a loro agio durante le lezioni, che non dovrebbero abbandonare la scuola a causa di parti precoci. Significa

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che ci dovrebbero essere delle regole per impedire alle ragazze di sposarsi troppo giovani. Significa che i lavori pesanti non dovrebbero essere fatti solo dagli uomini, ma dovrebbero farli anche le donne come ad esempio le costruzioni edili e la raccolta di rifiuti. Significa che se l’uomo e la donna si sentono uguali e a pari livello possono aiutarsi, contare meglio uno sull’altro, consigliarsi, avere più idee, pianificare meglio e insieme il futuro della loro famiglia, rispettarsi.


Marion Wairimu

donne che reciclano la plastica

la storia

jennifer amosi Essendo una madre di sette figli e allo stesso tempo vivendo nella baraccopoli di Kibera ho dovuto fare fronte a molti problemi. Prima di tutto ho 5 figlie e secondo la nostra cultura avere così tante figlie è una disgrazia, perché le figlie non hanno lo stesso valore dei figli. La sfortuna poi è che 2 delle mie figlie sono fisicamente disabili e per questo sono emarginate dalla comunità perché qui la gente considera una colpa la disabilità. E’ stato molto difficile per me e le mie figlie disabili fare

DATI MONDO

una vita normale. Per un certo periodo le mie figlie sono state allontanate dalla scuola a causa della loro disabilità. E’ stato un momento molto duro perché io sapevo che le mie ragazze avevano le stesse potenzialità degli altri ragazzi. Come donna non ho avuto paura di difendere i diritti delle mie figlie e ce l’ho fatta. Ho anche iniziato a fare un piccolo lavoretto, ricaricare le batterie, una cosa molto rara per una donna, e per un certo periodo sono diventata lo zimbello della

comunità solo perché facevo un lavoro da uomo. Ma piano piano sono riuscita a prendermi cura delle mie figlie, specialmente di quelle disabili che sono cresciute bene. E io so, perchè posso raccontare la storia in prima persona, che una donna può lavorare per raggiungere l’uguaglianza in termini di lavoro, leadership e responsabilità familiare. PS: i miei due figli maschi sono gemelli, e avere dei gemelli è considerato una gran sfortuna.

Nel mondo 1,3 miliardi di persone vivono in povertà. Il 70% è costituito da donne. Su 960 milioni di adulti analfabeti nel mondo, ben 2/3 sono donne (582 milioni). Dei 130 milioni di bambini che non frequentano la scuola, il 70% sono femmine. Le donne lavorano i 2/3 delle ore lavorative totali nel mondo, producono metà del cibo, e guadagnano appena il 10% dei ricavi totali e possiedono meno dell’1% delle proprietà globali.

DATI AFRICA

COSA SI FA NEL NOSTRO QUARTIERE

Due terzi dei bambini cui è negata l’istruzione in Africa sono femmine: all’incirca 26 milioni di bambine in età scolare. In Africa Sub-Sahariana le donne impiegate nel settore “non-agricolo” che percepiscono un salario sono cresciute dal 25% nel 1990 al 31% nel 2006. La proporzione dei posti occupati dalle donne in parlamento in Africa Sub-Sahariana è passato dal 7,2% 1990 al 17,3 % del 2008.

Nel mio villaggio, a Waithaka, c’è una donna che vende mutura con suo marito. A Waithaka una donna sta provando a portare l’uguaglianza di genere nel quartiere, educando e informando le bambine. Dice che il lavoro non è solo per gli uomini, ma è per tutti, uomini e donne. A Kawangware c’è una donna che fa un lavoro con le macchine, e lo fa anche meglio degli uomini. A BP c’è una donna che riempie i camion di terra. A Waithaka c’è un uomo che fa l’estetista: George è il più bravo estetista di Waithaka. Nel mercato di Kawangware una donna porta i pacchi della gente insieme a suo marito. Il marito usa la bicicletta e la moglie il carretto (kiondo). C’è un uomo che prepara da mangiare e offre un servizio di catering. C’è un ragazzo che lavora in un albergo con sua moglie. A Waithaka c’è un gruppo di uomini e donne che lavorano tutti insieme come un gruppo e contribuiscono come un gruppo. Al suo interno c’è Shiku che fa il lavoro del catering ma che non vedrai mai in gonna: lei fa lo stesso lavoro dei maschi, si comporta come i maschi e sta sempre insieme ai maschi.

Cosa significa per te parità dei sessi?

COSA FA AMREF

papà con bambino per controllo medico

L’uguaglianza tra i sessi e l’assunzione di potere e di responsabilità da parte delle donne sono condizioni essenziali per lo sviluppo in Africa. È sulle donne, infatti, che ricade in maggior misura il peso della povertà. È il caso della mancanza d’acqua, che costringe le donne a camminare per ore ogni giorno sotto il sole, in zone non protette e spesso pericolose, per cercare acqua lasciando la casa e i figli incustoditi. Ancor più grave è il caso dell’Aids che, nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, colpisce le donne in misura cinque volte superiore rispetto ai coetanei maschi: una tragedia ignorata, dovuta alla mancanza di potere decisionale delle donne anche rispetto alla propria vita sessuale. Per contrastare questa disparità inaccettabile AMREF promuove l’accesso all’istruzione superiore e la formazione professionale delle donne

donna che guida il trattore www.amref.it

millennium news • 13


nel distretto di Kitgum, nel Nord Uganda. In questa zona poverissima, ridotta allo stremo da vent’anni di guerra civile, il tasso di semianalfabetismo delle donne raggiunge il 76%. La formazione di donne che hanno abbandonato la scuola è per AMREF una condizione prioritaria per favorire la ricostruzione della regione, dove da due anni si torna a parlare di pace e gli sfollati fanno ritorno ai villaggi d’origine. Il progetto “Girls Education” prevede il potenziamento delle scuole femminili attraverso la costruzione di laboratori scientifici e dormitori sicuri e la promozione di corsi di formazione su materie scientifiche. Le ragazze formate nell’ambito del progetto si faranno portatrici di messaggi importanti sui temi della salute riproduttiva, dell’ostetricia e della geriatria. Decisiva per la riuscita del progetto è la sensibilizzazione della comunità e degli uomini in particolare, sull’importanza di una vera parità di genere per il futuro del Nord Uganda.

APPROFONDIMENTI • “Millennium News” episodio 3 di Angelo Loy - AMREF Video Library • “African Spelling Book” di Angelo Loy - AMREF Video Library • “Malkia” AMREF Video Library

Baba Jemina a casa con i suoi figli

la storia

kevin ngige

C’è una famiglia che conosco che ha un business a Dagoretti. Lavorano sia il padre che la madre e hanno un chiosco molto grande dove vendono di tutto: avocado, polenta, verdura, carote, cavolo, e molte altre cose. Nello spazio a fianco, hanno un altro negozio dove vendono mutura, samosa, salsicce, githeri, e qui il padre lava i vestiti della gente che lavora al mattatoio. Loro fanno del loro meglio per raggiungere i loro obiettivi, come l’educazione e

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i bisogni fondamentali della famiglia. A Dagoretti la gente dice che fanno tutti questi affari perché la madre è una gran lavoratrice, si sveglia all’alba per andare per prima al mattatoio. Dopo 5 ore ha un sacco di soldi e prende la carne per fare i samosa e per vendere l’ugali. E così che questa famiglia ce la fa a raggiungere i suoi obiettivi perché non c’è niente di impossibile per un animo volenteroso.

Dove vivi tu esistono pregiudizi sulle donne? al centro AMREF tutti aiutano a preparare

le nostre proposte -

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Il governo dovrebbe garantire una giusta educazione pubblica e insegnare l’uguaglianza di genere I giovani dovrebbero essere aiutati I genitori dovrebbero educare i loro figli all’uguaglianza sul lavoro perché non ci sono lavori soltanto per i ragazzi o per le ragazze Nelle scuole gli insegnanti dovrebbero fare le stesse attività con i ragazzi e con le ragazze In ogni villaggio il governo dovrebbe educare almeno cinque persone all’eguaglianza tra i sessi Gli uomini dovrebbero garantire i diritti dei ragazzi e delle ragazze ed essere responsabili con le

loro famiglie - Gli uomini dovrebbero rispettare i ragazzi e le ragazze e avere pazienza con loro - Il governo dovrebbe fare una legge per costringere i genitori ad educare allo stesso -

modo ragazzi e ragazze Bisognerebbe educare all’eguaglianza di genere attraverso la radio

chiacchiere durante una pausa 14 • millennium news

www.amref.it

Beryl Atieno

LE NOSTRE DOMANDE 1. Nel tuo paese uomoni e donne sono uguali? Hanno gli stessi diritti e doveri? 2. Le donne possono fare qualsiasi lavoro? Hanno le stesse possibilità dei maschi di andare a scuola? 3. Quante donne avete in Parlamento? Sono di più o di meno degli uomini? 4. Nel tuo paese marito e moglie si aiutano in casa? Si dividono i lavori domestici? 5. Badano insieme ai figli?


4

S W E N M IU N E L IL M povertà oDtAItRAaGAaZZlI lDIaSTRADA DI NAIROBI laIEGAlTA SP

obiettivo numero quattro

BASTA MORTALITÀ INFANTILE L’educazione degli adulti è molto importante perchè aiuta a non far morire i bambini . Se entrambi i genitori accudiscono un bambino, se gli occhi che guardano un bambino sono quattro, è più facile diagnosticare una malattia. Se i bambini sono il futuro, allora la nostra salute è ricchezza!

il quarto obiettivo del millennio dice che bisogna ridurre la mortalità dei bambini sotto i 5 anni. le nazioni unite hanno visto che molti paesi hanno pochi ospedali, servizi, acqua, cibo. soprattutto nelle campagne ci sono pochi ospedali. se, per esempio, una donna sta per partorire e non ha la possibilità di consultare un dottore, deve partorire a casa che è molto pericoloso perché il bambino potrebbe morire per mancanza di attenzione o perché non c’è igiene, mentre la madre potrebbe morire in caso di complicazioni. un altro rischio è che la madre incinta possa essere sieropositiva e che il figlio possa essere contagiato dal virus.

John kamau

Ogni anno circa 2 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono di polmonite. www.amref.it

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I PROBLEMI DA RISOLVERE Ci sono pochi ospedali e nelle aree rurali i centri sanitari sono lontani dalla gente e sono difficili da raggiungere, soprattutto dove non ci sono servizi di trasporto. In questi posti la gente deve camminare molti chilometri per fare i controlli e questo li scoraggia dal fare i controlli. Un problema è l’ignoranza, l’assenza di conoscenze su come curare i propri figli. C’è poi la credenza che quando porti tuo figlio all’ospedale qualcuno può farlo stare peggio guardandolo negli occhi, così che poi devi pagare questa persona per farlo guarire. Un altro problema è la povertà, la mancanza di soldi dovuta alla disoccupazione. Questo impedisce a tante famiglie di dare cibo sano ai propri figli e di accedere alle strutture sanitarie. Un problema è l’assenza di uno dei genitori: ad esempio, se la madre deve badare da sola a farli crescere, i figli finiscono per perdere l’attenzione che la madre gli può offrire, perché lei è molto impegnata a tro-

vare i mezzi per nutrirli. Altri problemi sono dovuti al fatto che, in alcune zone, l’ambiente non è tenuto bene e attrae ogni sorta di malattie, o alla disattenzione delle madri che non si curano di coprire i loro bambini, ai matrimoni precoci e allo stress delle ragazze madri che ad esempio quando il padre si rifiuta di riconoscere il figlio, le porta ad abbandonare i bambini subito dopo la nascita. Alcuni genitori sono sempre ubriachi e non si interessano ai loro figli, soprattutto quando sono molto giovani e senza esperienza. E poi le madri che si ubriacano danno ai figli un latte non sano.

una mamma aspetta una visita a domicilio

un bimbo di Kibera giochi fra le baracche una mamma e il suo bambino lavano i panni in un canale

le malattie più comuni -

Malaria Tifo Colera Tubercolosi HIV/AIDS Bilharzia Marasma Febbre gialla Polmonite Kwashiorkor Polio Morbillo Anemia

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COSA SI FA NEL NOSTRO QUARTIERE PER I BAMBINI Nel nostro quartiere ogni tanto organizzano dei servizi sanitari all’aperto per le famiglie che non hanno la possibilità di pagare le spese mediche. Ci sono cliniche nelle quali i dottori insegnano alle madri come allevare i loro bambini. Quando un bambino mostra i segni di malattia, bisognerebbe portarlo a fare un controllo. Le donne che non portano i loro figli all’ospedale dovrebbero essere punite in modo che siano più attente e serie con i loro figli. C’è un gruppo chiamato ‘Mazingira Bora’ che viene nel nostro quartiere a raccogliere i rifiuti, a eliminare gli insetti, asciugare l’acqua stagnante che fa crescere le zanzare.

Questo aiuta a creare un ambiente favorevole per i bambini di 5 anni. Il governo sta cercando di fare in modo che le cliniche siano abbastanza, perché le poche disponibili sono sempre affollate e molta gente non ha la possibilità di essere assistita. I ragazzi quindi sono indeboliti dalle malattie e possono morire. Nel nostro quartiere c’è un orfanotrofio che aiuta i bambini abbandonati. Questa casa è situata tra Karen e il mercato di Dagoretti ed è chiamata Nyumbani (casa). Si prendo-

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no cura dei bambini provvedendo ad ogni cosa. Gran parte di questi bambini sono sieropositivi e sono stati abbandonati dai loro genitori perché non potevano mantenerli. Nell’area di Kawangware, da dove veniamo noi, ci sono ostetriche che aiutano le madri incinte a partorire quando viene il momento. Si assicurano che i bambini nascano al momento giusto e di solito hanno successo. Questo metodo aiuta le donne a mettere da parte i soldi per fare altre cose come comprare i vestiti per i neonati e il cibo per le madri. A Waithaka c’è una donna che cerca di fare in modo che l’ambiente sia pulito per i più giovani. Sempre a Waithaka c’è un’organizzazione che si occupa dei diritti dei bambini, in modo che siano pulti, ben vestiti, ben nutriti. Lo fanno educando sia le madri che i padri su come ridurre la mortalità infantile.


la storia

jane wanjiku C’era una volta un bambino di tre anni. Quando la madre andava al lavoro, lo chiudeva sempre dentro casa. Ma sfortunatamente perse il lavoro e decise di fuggire, dal momento che non poteva più nemmeno assicurargli il cibo. Chiuse suo figlio nella casa e partì per sempre. Il figlio piangeva in continuazione, smetteva solo per succhiarsi il dito o per dormire. Dal momento che continuava a piangere, i vicini lo udirono e decisero di rompere la serratura per tirarlo fuori. Il

bambino aveva sofferto di malnutrizione ed era diventato disabile. Loro si presero cura di lui fino all’età di 4 anni, quando riuscirono a rintracciare la nonna e lei si assunse la responsabilità di mantenerlo. Gli comprò una sedia a rotelle e gli preparò dei pasti ricchi di proteine e tutti gli altri nutrimenti. Di tanto in tanto, cercava di insegnargli a camminare. Il bambino fu iscritto a scuola. Malgrado fosse disabile, andava molto bene. Quando la madre vide come il figlio

fosse riuscito bene lo chiese indietro. La nonna diventò furiosa e le proibì una cosa del genere. Le disse che tutto quello che voleva era trattarlo male come aveva fatto prima. La madre aveva già cercato di abortire quando era già incinta di 4 mesi. Il ragazzo ha continuato la sua istruzione malgrado fosse disabile. Ora fa il quarto liceo.

Il figlio di una ragazza è morto dopo una settimana che era nato perché la madre non mangiava mai frutta.

Martin Maina

DATI MONDO Ogni anno nel mondo muoiono 9,7 milioni di bambini sotto i 5 anni. Una media di 26.000 bimbi al giorno. Circa il 40% di tutti i decessi sotto i 5 anni si verifica durante il periodo neonatale (primo mese di vita). Le cause di mortalità infantile sotto i 5 anni sono: Polmonite 19%; Malattie diarroiche 17%; Malaria 8%; Morbillo 4%; AIDS 3%; Nascita prematura 10% La denutrizione arriva a contribuire al 50%. Un bambino che nasce in un paese in via di sviluppo ha 14 volte più probabilità di morire, entro il primo mese di vita, rispetto a un bambino nato in un paese industrializzato.

DATI AFRICA

i cuginetti di martin maina

perchè vengono abbandonati i bambini

L’Africa Sub-Sahariana resta l’area più problematica del mondo. Il tasso di mortalità infantile qui è pari al 49% di tutti i decessi nel mondo (circa 9,7 milioni). In media 1 bambino su 6 muore prima dei cinque anni. In Africa Sub-Sahariana circa 4 milioni di bambini muoiono ogni anno durante il primo mese di vita. La mortalità neonatale costituisce il 40% di tutti i decessi sotto i cinque anni e quasi il 60% dei decessi infantili (sotto un anno di età). Per ogni neonato che muore, altri 20 soffrono di lesioni alla nascita, di complicazioni dovute al parto prematuro o di altri disturbi neonatali.

COSA FA AMREF

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Perché la madre non ce la fa a mantenerli e a curarli - Perché il marito ha abbandonato la moglie e la moglie senza soldi abbandona a sua volta il figlio - Perché il fidanzato abbandona la ragazza incinta e lei spaventata decide di abbandonare il piccolo dopo il parto. - Perché il comportamento della moglie cambia da buono a cattivo, e il padre la lascia - Perché sono deformi o disabili

una bambina lava gli stivali in un canale www.amref.it

AMREF, grazie al progetto “Foundation 4 Africa” (sostenuto dalle quattro Fondazioni Cariplo - Cariparma - Monte dei Paschi Di Siena e Compagnia di San Paolo) concentra i propri sforzi per contrastare la mortalità infantile nel Nord Uganda, regione colpita da vent’anni di guerra civile in cui la popolazione vive in condizioni igienico-sanitarie pessime e in cui il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni è tra i più alti al mondo. È intollerabile la facilità con cui migliaia di bambini muoiono ogni anno a causa di malattie facilmente prevenibili, in particolare nei campi per sfollati dove ancora si concentra la maggioranza della popolazione. Il progetto prevede, tra le varie attività, il rafforzamento del programma govermillennium news • 17


la storia mary khaiza

Nel nostro villaggio c’era una donna che si chiamava Mama Sara. Aveva 18 anni ed era sposata con uno di 18. Era disoccupata. Quando ha raggiunto il sesto mese ha avuto tanti problemi. Ogni volta che il marito andava al lavoro, la donna soffriva un sacco di problemi perché aveva un figlio piccolo che piangeva e molto lavoro da fare a casa. Quando arrivò il momento, ha avuto un sacco di problemi perché lei e il marito non avevano i soldi per andare all’ospedale. Il marito ha preso un’ostetri-

ca molto pratica con i parti, che ha fatto nascere la loro bambina. Dopo un mese la piccola è morta e il marito è scappato via. Mama Sara è rimasta nella stessa casa con l’altro bambino. Il marito è tornato dopo tre giorni e ha deciso di portare la figlia all’obitorio. In seguito i vicini gli hanno detto di andare all’ospedale per chiedere ad un dottore che cosa aveva ucciso la figlia. Il dottore ha detto che la bambina era morta perché la madre era sieropositiva.

nativo di vaccinazione della popolazione infantile dei distretti di Gulu, Kitgum e Pader contro le sette malattie infettive più diffuse: tubercolosi, difterite, pertosse, tetano, poliomielite, epatite B e Haemophilus Influentiae B. Ad ogni bambino viene fornita una carta sanitaria in cui sono annotate tutte le informazioni sanitarie che lo riguardano, in modo da monitorarne la salute e la crescita. La vaccinazione è uno strumento efficace e a basso costo e AMREF forma operatori sanitari locali in grado di agire su tutto il territorio, anche nelle zone rurali più remote. Sensibilizzazione delle famiglie sull’importanza della copertura vaccinale dei bambini; fornitura di servizi ostetrici e di ricovero gratuiti; preparazione di “vaccinatori comunitari”; organizzazione dei “Child Health Days” per avvicinare l’intera popolazione al tema della salute infantile: sono queste i fronti principali su cui è impegnato lo staff di un progetto che, proteggendo la salute dei bambini, costituisce una garanzia per il futuro del Nord Uganda. Investire sia sulla creazione di nuove competenze e servizi specialistici di pediatria che sull’attivo coinvolgimento delle famiglie e delle autorità locali, significa infatti aumentare la consapevolezza comunitaria e trovare le migliori risposte africane allo sviluppo.

I bambini e le bambine sono il futuro dell’Africa LE NOSTRE DOMANDE

bambino di strada con giocattolo

le nostre proposte Informare le donne sull’importanza di controlli regolari ai loro figli Stare attenti che non girino droghe, e che i loro figli non ne facciano mai uso Il governo dovrebbe costruire ospedali nelle campagne Assicurare che le madri adolescenti non siano rifiutate dai genitori Prima della nascita, i genitori dovrebbero discutere insieme come intendono prendersi cura

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dei figli - I genitori dovrebbero fare pianificazione familiare in modo da non avere troppi bambini - I genitori non dovrebbero discriminare i figli secondo il genere - La comunità in generale dovrebbe unirsi per pulire l’ambiente e assicurare un ambiente sano ai bambini sotto i 5 anni Accogliere e aiutare le donne sieropositive che vogliono allattare il proprio bambino - I genitori dovrebbero bollire l’acqua prima di darla ai loro figli - I genitori dovrebbero amare i propri figli - Tutti i bambini dovrebbero dormire sotto una

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sorelline 18 • millennium news

zanzariera, e mangiar bene I vicini dovrebbero esser pronti ad aver cura dei bambini degli altri in caso di emergenza

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1. Muoiono i bambini sotto i 5 anni in Italia? 2. Per quali malattie? 3. Quante volte le donne italiane portano i loro figli in clinica? 4. Per quanti mesi una donna allatta i propri figli? 5. In che modo ci si prende cura dei bambini più piccoli? 6. Ci sono molti orfani in Italia? 7. Tu li aiuti? 8. Ci sono orfanotrofi?

APPROFONDIMENTI • “Millennium News” (episodio n° 4) di Angelo Loy - AMREF Video Library • “Bimbi neri notti bianche” di Giobbe Covatta - AMREF Video Library • “Sono stato negro pure io” di Giobbe Covatta - AMREF Video Library • “African Spelling Book” di Angelo Loy - AMREF Video Library • “Gulu” di Luca Zingaretti - AMREF Video Library www.amref.it


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S W E N M IU N E L MIL vertà o BI oDtAItRAaGAaZZlI lDIaSTp laIEGAlTA RADA DI NAIRO SP

obiettivo numero cinque

AIUTIAMO LE MAMME

2015 dobbiamo cercare di risolvere metà dei proil quinto obiettivo dice che prima di raggiungere l’anno ica che il governo dovrebbe fornire più medicine blemi che colpiscono le donne che partoriscono. signif bbero essere curate bene e dovrebbero avere e costruire più ospedali. significa che le donne incinte dovre i dovrebbe essere pulito. significa che quelle delle zanzariere. significa che il posto dove nascono i bambin noi non eravamo nati. significa che le donne donne sono molto importanti perché se non c’erano loro na. significa che se ognuno fosse educato nel che gettano via i loro bambini, gettano via la loro fortu via i bambini. significa che le madri sono le prima nostro paese non ci sarebbe più il problema di chi getta . maestre dei bambini e che quei bambini sono i leader del futuro

Molto spesso l’aiuto da parte degli uomini arriva solo quando stai per partorire. Non capiscono che abbiamo bisogno di loro anche prima! Cinquecentomila donne muoiono ogni anno nel mondo per complicazione del parto. Prendiamoci cura delle donne incinte!

PERCHÈ È IMPORTANTE È importante perché negli slum accadono molti incidenti alle donne durante il parto. È importante perché se le donne che vogliono partorire non hanno niente intorno possono usare attrezzi sporchi e possono provocare malattie a loro stesse e ai bambini. È importante perché aiuta il nostro futuro. È importante perché ci permette di conoscere i problemi delle donne incinte e anche perché quando saremo cresciute sapremo come aiutarci da sole.

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È importante perché se fossimo istruiti queste cose non accadrebbero più. È importante perché quando saremo istruiti ridurremo i nostri problemi e avremo il rispetto del mondo.

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Leah Wairimu

DATI MONDO Ogni minuto, nel mondo, 1 donna muore per cause legate alla gravidanza o al parto. Ogni anno si tratta di circa 500.000 donne; in una generazione circa 10 milioni. Il 99% di queste donne vive in paesi in via di sviluppo. Ogni anno più di 1 milione di bambini rimane orfano di madre e per questo diviene estremamente vulnerabile. Le cause principali dei decessi sono: emorragia, setticemia, parto ostruito (spesso causato dalla mutilazione dei genitali delle donne), problemi ipertensivi legati alla gravidanza. Nel 21% dei casi (su 500.000 decessi per complicanze ostetriche) la morte sopraggiunge per emorragia.

mamma costretta a cucinare all’aperto

COSA VEDIAMO NEL NOSTRO QUARTIERE

la storia james mbeca

Un giorno quando ero a casa ho sentito dire che una bambina di dieci anni chiamata Salomé aveva partorito. La gente diceva che aveva partorito a casa perché l’ospedale era molto lontano e non aveva i soldi per pagarlo. Il figlio oggi ha tre anni.

A Kawangware c’è una donna che aiuta le altre donne a partorire. La donna si chiama Shitoko e i bambini che fa nascere sono sempre in salute.

Dopo aver partorito alcune donne tornano dall’ospedale con le zanzariere. A Kawangware c’è un progetto che insegna alle donne a prendersi cura di sé stesse. Quando sono incinte le donne evitano i lavori pesanti e lo stress. Sono sempre felici e alcune fanno degli esercizi. Molte di loro quando sono incinte non

bevono alcolici. Qualche volta i loro mariti si preoccupano di loro. A Gatina abbiamo più di 5 ospedali. A Gatina alcune donne sono grasse e non puoi sapere se sono incinte. Dopo aver partorito sono ancora in forze. Ieri abbiamo visto alcune donne incinte comprare della frutta.

DATI AFRICA I dati relativi alla mortalità materna mostrano differenze rilevanti a seconda delle aree analizzate: nell’Africa SubSahariana 1 donna su 22 muore a causa delle complicanze legate direttamente alla gravidanza o al parto. In Niger la probabilità sale a 1 donna su 7. (Nei paesi industrializzati 1 donna su 7.300 muore per complicanze ostetriche; in Svezia 1 su 17.400). La prevenzione delle gravidanze indesiderate e l’utilizzo dei contraccettivi (in Africa sono utilizzati solo dal 21% della popolazione) ridurrebbero le morti delle donne.

COSA FA AMREF

centro sanitario di AMREF a Whaitaka il cartello di centro di assistenza alle donne 20 • millennium news

www.amref.it

Nell’Africa Sub-Sahariana 1 donna su 22 muore per cause legate la parto. Nella maggior parte dei casi si tratta di complicanze ostetriche, prevenibili attraverso una diagnosi preventiva. AMREF si impegna a ridurre la mortalità materna e a diffondere l’accesso a sistemi di salute riproduttiva in una zona particolarmente svantaggiata: il Sud Sudan, regione devastata da decenni di guerra durante i quali le infrastrutture sono state distrutte. Oggi 6 milioni di persone, a cui si aggiungono migliaia di rifugiati che fanno ritorno a casa, vivono senza un’assistenza sanitaria degna di questo nome. AMREF sostiene le attività dell’unico centro di formazione di personale sanitario nella città di Maridi e collabora con il governo locale nella gestione delle risorse umane del nuovo sistema sanitario. Tra le principali funzioni degli assistenti sanitari formati da AMREF


Henry intervista una mamma

I PROBLEMI DA RISOLVERE I mariti picchiano le donne incinte quando sono ubriachi o drogati. Gran parte delle ragazze abbandonano la scuola quando sono incinte. Siccome hanno paura che il figlio possa nascere menomato, alcune decidono di abortire. Molte ragazze incinte temono di essere abbandonate dagli amici e dai parenti. Gran parte dei ragazzi stressa le ragazze perché rifiutano la paternità. Gran parte delle ragazze incinte sono inti-

midite perché gli amici le prendono in giro. Non ci sono molti ospedali. Nel nostro villaggio alcune donne incinte, per assumere minerali, mangiano sassi che danneggiano il loro corpo e alcune di loro prendono medicine senza il permesso dei dottori. Alcune cercano di guadagnarsi la vita con la prostituzione. Alcune ragazze sono pigre e non tengono a freno la lingua. Fanno figli a ripetizione.

LE SOLUZIONI SECONDO NOI

una infermiera volontaria AMREF

la storia

stephen mugo Vicino al nostro villaggio c’era una donna incinta da più di due mesi che non era mai andata alla clinica materna. Era molto debole e non riusciva più nemmeno a mangiare. Una notte ebbe le allucinazioni. Il giorno dopo il vicino le chiese che problema aveva. Lei rispose che era incinta e che non era mai andata dal dottore. Il vicino le chiese perché era così debole e

lei rispose che vomitava ogni volta che mangiava qualsiasi cosa. Le faceva male lo stomaco. Il vicino le disse che la poteva accompagnare all’ospedale e che un dottore l’avrebbe curata. La donna morì andando all’ospedale.

Il governo dovrebbe aiutare le donne incinte dando loro zanzariere e informandole sull’alimentazione corretta e su come andare in ospedale. Il governo dovrebbe costruire più ospedali nelle baraccopoli. Bisognerebbe sostenere le ragazze a scuola, informandole su come evitare di fare sesso nel momento sbagliato. Bisognerebbe istruire le donne incinte. Le donne incinte dovrebbero essere rispettate. Il governo dovrebbe insegnare agli uomini ad essere responsabili dei loro figli. Il governo dovrebbe proteggere il diritto delle donne a ricevere un’istruzione. Le ragazze sposate dovrebbero essere aiutate a trovare un lavoro. Il governo dovrebbe aiutare le ragazze incinte a prendersi cura di sé stesse. Il governo dovrebbe fare delle leggi per proteggere le donne perché se continua così non ci saranno più donne. I genitori dovrebbero essere più comprensivi quando le loro figlie restano incinte. I genitori dovrebbero dare la possibilità ai figli di esprimersi soprattutto quando c’è un’incomprensione all’interno della famiglia.

rientrano la promozione di una corretta pianificazione familiare e dei metodi contraccettivi; la prevenzione contro le principali cause di mortalità delle donne durante la gravidanza: la malaria, l’Aids e il mancato accesso ad acqua pulita. Altra attività fondamentale è la formazione delle levatrici, il cui ruolo è decisivo all’interno di un contesto in cui le donne sono spesso esposte a complicanze ostetriche che si rivelano fatali. La priorità è data alla formazione di ostetriche che provengono dalle aree rurali, in cui spesso agiscono come uniche figure di riferimento a livello sanitario: per questa ragione il loro programma di formazione aspira a renderle in grado di offrire un’assistenza completa, dal counselling familiare al’intervento in caso di complicanze gravi. La peculiarità del lavoro di AMREF sta nell’approccio comunitario alla sanità, che significa coinvolgere la popolazione locale nell’individuazione e risoluzione dei problemi, rispettando le preferenze e i valori della comunità e adattando i progetti in base all’abilità e ai saperi locali.

APPROFONDIMENTI • “Millennium News” (episodio n° 5) di Angelo Loy - AMREF Video Library • “African Spelling Book” di Angelo Loy - AMREF Video Library • “Malkia” AMREF Video Library www.amref.it

I mariti aiutano le loro mogli quando sono incinte?

James Mbecha

LE NOSTRE DOMANDE 1. Il vostro governo si prende cura delle mamme? 2. La comunità aiuta le donne incinte? Ci sono buoni servizi? 3. Ci sono tanti ospedali vicino a dove abitate? E le strade per raggiungerli sono buone? 4. Nel vostro paese la gente ha bisogno di bollire l’acqua per uccidere i germi? 5. L’aborto nel vostro paese è legale? 6. Che tipo di problemi devono affrontare le donne incinte nel vostro paese? 7. A scuola i maestri vi insegnano l’educazione sessuale? www.amref.it

millennium news • 21


6 Marcy, James e John

S W E N M IU N E L IL M povertà oDtAItRAaGAaZZlI lDIaSTRADA DI NAIROBI laIEGAlTA SP

obiettivo numero sei

FERMIAMO LE MALATTIE

il sesto obiettivo vuole ridurre entro il 2015 le malattie che colpiscono la nostra salute, in particolare l’aids, la tubercolosi e la malaria, e se possibile eliminarle del tutto. vuole aiutare i bambini piccoli, attraverso la prevenzione della malaria e delle altre malattie. vuole provare a trovare le cure e a distribuirle dove non ci sono. noi non vogliamo che tante person e soffrano per queste malattie. molti ragazzi lasciano la scuola a causa loro, tante persone vivono sulla strada. queste malatiie colpiscono tanti giovani.

cosa vuol dire

Perché amarsi è così difficile oggi? Perché oggi è sempre più difficile fidarsi di qualcuno che ami. Ma è ancora possibile amare qualcuno, basta essere molto cauti. I genitori dovrebbero sedersi coi loro bambini e parlare della loro sessualità. In passato la comunità si prendeva più cura di tutti.

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Il sesto obiettivo significa che prima del 2015 il governo deve costruire più ospedali nei villaggi e costruire le strade per migliorare il trasporto dei malati agli ospedali - Che il governo deve creare più dottori per curare i malati - Che il costo delle medicine deve diminuire così che ognuno può prendere le medicine giuste - Che il governo deve costruire dei posti per educare i bambini

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sulle malattie e le cure ie Che nel 2015 non ci saranno più orfani a causa di malatt come l’Aids o la malaria


LA STORIA DI JOHN

Non devi aver paura di dire che sei malato. Devi fare il test per il bene del nostro paese. Non bisogna aver paura di ciò che pensa la gente.

Io, Jhon Muthama, alcuni anni fa abitavo con i miei genitori nel distretto di Kawangare, in un complesso di case poverissimo, c’era sporco ovunque. In questa baraccopoli avevo tre amici, due ragazzi che si chiamavano Mwangi e Karis, e una ragazza che si chiamava Wambui. Erano veramente i miei migliori amici. Karis e Mwangi amavano entrambi Wambui. Lei era la fidanzata di Mwangi ma faceva l’amore anche con Karis. Il governo aveva mandato dei delegati nel nostro distretto per fare una campagna di informazione sull’AIDS distribuendo gratuitamente i condom. Mi ricordo che quella sera, i miei tre amici avevano discusso molto su l’uso del condom ma poi avevano deciso di non usarlo perché secondo loro rovinava il rapporto sessuale. Qualche tempo dopo, Wambui trovò un lavoro in un bar dove si vendevano abitualmente alcool e droghe; e così cominciò a prostituirsi. Un giorno Wambui si ammalò gravemente e fu ricoverata in ospedale. Dopo alcune settimane sembrava stesse meglio e tornò a casa. Ma nascose il risultato del test HIV e continuò a fare l’amore con entrambi... Dopo un po’ fu Karis ad ammalarsi, contrasse l’infezione e alcuni mesi dopo morì. Lo abbiamo vegliato e lo abbiamo sepolto.

Due anni dopo Mwangi, cercando in casa delle foto trovò il test di Wabui. Restò molto addolorato che Wambui per tanto tempo gli avesse tenuto nascosto il suo segreto. Dopo pochi giorni lo trovarono impiccato. Qualche tempo dopo anche Wambui si è tolta la vita. I miei amici sono morti così. Quando penso a loro, penso che userò sempre il condom.

Moses Musheru

DATI MONDO Complessivamente le persone affette da HIV nel mondo sono circa 33 milioni. Il numero annuo di nuove infezioni è sceso da 3 milioni nel 2001 a 2,7 milioni nel 2007. 2 milioni di persone sono morte a causa dell’ AIDS nel 2007, rispetto a 1,7 milioni nel 2001. I giovani di età compresa tra i 15-24 anni rappresentano il 45% delle nuove infezioni da HIV in tutto il mondo. Circa 370 mila bambini di età inferiore ai 15 anni è diventato infetto nel 2007. Globalmente, il numero di bambini di età inferiore ai 15 anni affetto da HIV è aumentato da 1,6 milioni nel 2001 a 2 milioni nel 2007. Nei paesi maggiormente colpiti, l’HIV ha ridotto l’aspettativa di vita di oltre 20 anni, rallentato la crescita economica, e ha acuito la povertà delle famiglie.

centro sanitario mobile di AMREF nel quartiere di Ghatina un attacco di malaria cerebrale

la storia

GILBERT NJUGUNA Gilbert ha una mamma e tre sorelle. La madre si è separata dal padre che se ne è andato non si sa dove. La madre lavora ogni tanto, lava i vestiti alla gente ma non guadagna molto. Nel 2006 la madre si è ammalata ed è peggiorata giorno dopo giorno. Nel 2007 la madre ha detto a Gilbert che era sieropositiva e che era colpa del padre, dal momento che lui non era stato fedele. Ogni tanto la madre sta molto male e non può andare a lavorare e loro sono costretti a dipendere dalla don-

na. La madre è in cura e adesso partecipa alle attività di una chiesa che ti dice come vivere positivamente la malattia e come proteggere chi si ama. Gilbert dice che loro amano la madre perché lei si è confidata con lofo e perché li consiglia sempre su come vivere liberi dall’ HIV e a lungo. Gli ripete sempre di non avere comportamenti a rischio.

Circa 1 milione di persone che ogni anno perdono la vita a causa della malaria, l’80% dei quali sono bambini sotto i 5 anni (rapporto UNICEF - Roll Back Malaria 2007). La TBC rappresenta la principale malattia e causa di morte al mondo, specialmente in Africa e in Asia. Più di 2 miliardi di persone, pari a circa 1/3 della popolazione mondiale, è stato contagiato dal bacillo della TBC.

DATI AFRICA L’HIV/AIDS è oggi particolarmente devastante nei paesi africani. Si stima che 1,9 milioni di persone siano state infettate dal virus dell’ HIV nell’Africa Sub-Sahariana nel 2007, portando a 22 milioni il numero dei malati della regione. Nella sola Africa Sub-Sahariana, l’epidemia ha reso orfani quasi 12 milioni di bambini di età inferiore ai 18 anni. Per la regione nel suo complesso, le donne risultano maggiormente colpite rispetto agli uomini, con forti differenze tra i sessi in particolare tra i giovani. L’80% (pari a 219 milioni) dei nuovi casi di malaria registrati nel 2006 a livello globale, riguarda l’Africa. La maggior parte riguarda bambini sotto i 5 anni. In tutta l’Africa Sub-Sahariana solo il 34% dei bambini con febbri riceve farmaci antimalarici. (World Malaria Report 2008, WHO).

Marcy e John intervistano un volontario AMREF

centro sanitario AMREF per il test volontario di HIV/AIDS www.amref.it

L’Africa nel complesso ha il più elevato millennium news • 23


tasso di incidenza della tubercolosi: si stima, infatti, che su 100.000 persone 363 siano contagiate. Nell’Africa Sub-Sahariana 2/3 dei pazienti affetti da tubercolosi sono anche affetti da HIV. In realtà la tubercolosi è diventata una delle principali cause di morte nell’Africa Sub-Sahariana tra i soggetti con HIV, vulnerabili al batterio della TB per via del sistema immunitario indebolito.

L’AMORE BUONO Nel nostro quartiere c’è un gruppo di diciotto ragazzi e ragazze, artisti di strada di Dagoretti, che si chiama Mapenzi tamu. Lottano contro molte malattie e sensibilizzano sulle gravidanze indesiderate e la prevenzione nei villaggi e nelle strade utilizzando la musica, le canzoni e il teatro per mostrare ai giovani e al pubblico in generale. “Mapenzi Tamu” è iniziato nel 2005. Questa è una delle loro canzoni più belle:

Virusi Sono quello che ha ucciso tua madre Sono quello che ha ucciso tuo padre Sono quello che ha ucciso tua sorella Vai con le puttane e domani giacerai nel cimitero.

Combattere l’Aids, la malaria, la tubercolosi e altre malattie una donna con le medicine per curare suo figlio dalla malaria

Ho ucciso tuo padre quando andava con le puttane Qui e là, dentro il male mi troverai Non passo solo attraverso sesso non protetto Posso passare attraverso i tagli della bocca di chi stai baciando Ah, ah. Rido quando qualcuno prende un abbaglio Perché è solo un altro pasto per me E poi diventa dolore per tanti. Ti guardo attraverso gli occhi delle puttane Finché sarai sepolto sotto terra Dicono che sono una maledizione dal paradiso Ma la verità è che sono il risultato di chi ha mangiato con troppo appetito Sono quello che ha ucciso tua madre Sono quello che ha ucciso tuo padre Sono quello che ha ucciso tua sorella Vai con le puttane e domani giacerai nel cimitero Dei dottori mi avrebbero creato in laboratorio Per impartire una lezione Non ci sono antidoti che puoi comprare neanche se avessi dell’oro Mi puoi trovare ovunque, nei club, nei corpi della gente Ci sono tante teorie sulla mia origine Alcuni dicono che vengo dai babbuini del Congo, ma sono bugie La verità è che uccido vecchi e bambini E dopo tutto ti seppellirò I miei sintomi sono: dimagrimento, malattie della pelle, Perdita di capelli e di amici Così rimarrai da solo Proteggersi da me è una lunga storia che sanno tutti Ma alla fine faccio fuori tutti lo stesso: indù, musulmani e cristiani Se non mi hai preso ancora proteggiti o sarai solo storia

interviste in un centro di disintossicazione da droghe e alcool

Contro la malaria usate sempre la zanzariera!

Il 25% delle malattie a livello globale affligge l’Africa, dove vive soltanto l’11% della popolazione mondiale e, dato ancor più allarmante, opera solo il 3% degli operatori sanitari. Le infrastrutture sanitarie sono carenti, mancano adeguati programmi di formazione, le politiche governative non sono adeguate. A ciò va aggiunta l’assenza di un’informazione corretta sui metodi di prevenzione delle principali malattie. In Tanzania, paese in cui oggi vivono circa 1,8 milioni di sieropositivi, AMREF gestisce un progetto che cerca di rimuovere due pericolosi alleati del virus HIV: il silenzio che circonda la malattia e la discriminazione che emargina i sieropositivi. Le attività di AMREF prevedono la fornitura gratuita di: servizi di counselling psico-sociale, test volontari dell’HIV in centri allestiti ad hoc, per spingere la popolazione a farsi il test e conoscere il proprio status, senza timore di essere discriminati; servizi per prevenire la trasmissione del virus tra madre a figlio durante la gravidanza e, se la trasmissione ha avuto luogo, per curare questa particolare categoria di sieropositivi. AMREF punta tutto sulla comunicazione, in inglese e in swahili, aperta attraverso tutti i canali disponibili: radio, tv, stampa, cartelloni pubblicitari, t-shirt, opuscoli, adesivi.

DOMANDE 1. In Italia si usa molto il preservativo? 2. A quale età hai cominciato a fare sesso? 3. Quanto è diffuso l’Aids in Italia? 4. Cosa fa il governo italiano per combattere l’Aids? 5. Cosa fai tu per combattere la diffusione dell’Aids e delle malattie che causano la morte di tanta gente nel mondo?

APPROFONDIMENTI

Sono quello che ha ucciso tua madre Sono quello che ha ucciso tuo padre Sono quello che ha ucciso tua sorella Vai con le puttane e domani giacerai nel cimitero 24 • millennium news

COSA FA AMREF

un medico AMREF

• “Millennium News” (episodio n° 6) di Angelo Loy - AMREF Video Library • “This is my sister” di Giovanni Piperno - AMREF Video Library • “Big Brother Aids” di Paolo Novelli - AMREF Video Library www.amref.it

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EWS MILLENIUM pN overtà

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oDtAItRAaGAaZZlI lDIaSTRADA DI NAIROBI laIEGAlTA SP

Joram Kamau

Tutti dovrebbero rispettare l’ambiente in cui vivono, ed è responsabilità di tutti tutelarlo perché da questo dipende la nostra vita. Noi africani siamo i migliori riciclatori del mondo e noi ragazzi di strada siamo i più bravi in assoluto. Smettila di considerarmi un accattone del ghetto. Guardami, ho un carretto per guadagnarmi il pane quotidiano.

obiettivo numero sette

SALVIAMO L’AMBIENTE o pulito il settimo obiettivo vuole assicurare che l’ambiente sia tenut umaesseri gli e li anima gli , piante le i, vivent e protetto e che le cose a bisogn che dice e. vviver sopra per re miglio ni, siano nella condizione tti usati sviluppare il nostro paese attraverso il riciclaggio di prodo mantea bisogn che e , legno il a, lamier la a, come le borse di plastic e pulendo le nere sano il luogo in cui si vive, realizzando fognature baraccopoli per evitare tutte le malattie.

COSA CAMBIA PER NOI SE PULIAMO L’AMBIENTE Significa che la gente che vive a Kibera e nelle altre baraccopoli di Nairobi, dal 2015 potrebbe vivere in un posto pulito e che i suoi problemi potrebbero diminuire. Nelle baraccopoli la vita è molto difficile, soprattutto per i ragazzi più giovani, perché non ci sono buone case e perché vivono uno sopra all’altro per mancanza di terra. Se l’obiettivo venisse raggiunto diminuirebbero le malattie, altrimenti continueremo a

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morire perché usiamo una sola latrina, cuciniamo fuori casa e le latrine sono accanto alla case, e il posto è proprio lurido. L’acqua dei bagni entra dappertutto. C’è mancanza di igiene perché così tanta gente vive nello stesso postp e tutti sono molto poveri perché non hanno lavoro.

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COSA SI FA DA NOI Nel nostro quartiere la gente prova a tenere l’ambiente pulito riciclando la plastica, il metallo e poi vendendo queste cose per fare soldi.

lavare l’auto con parsimonia

A Kawangware, inoltre, le donne collaborano per mantenere la strada, il mercato, e i chioschi puliti. C’è anche un gruppo di ragazzi che si è unito per pulire il quartiere. Alcune persone hanno provato anche a piantare degli alberi per fare bello l’ambiente e pulire l’aria. Altri ragazzi di AMREF si sono messi insieme per mantenere puliti Kawangware e Dagoretti. Hanno delle uniformi con la scritta “tujanjaruke kuishi poa”, bruciano le buste di plastica e portano gli altri rifiuti in discarica e tengono pulito il posto. I ragazzi di Kawangware si mettono insieme e organizzano posti dove lavare le macchine in modo da guadagnarsi la vita.

taglio di alberi

bagni comunitari

la storia

JAMES MBUGUA

Gli alberi sono molto importanti perc hé attirano la pioggia e sono anche usat i per costruire le case. Se la gente piantava gli alberi fermava la povertà. C’è un uomo che vive nella foresta che si chiama Baba Kevin. Coltiva alberi ogni giorno. Questi alberi portano l’ac qua. L’acqua è usata dalla gente per ven dere verdura come gli spinaci, lavare i vest iti e fare il bagno. Questo fiume è in mez zo alla foresta, la gente ci coltiva la verd ura, ne vende un po’ e il resto la cucina. Baba Kevin lavora sodo per piantare que sti alberi in questa zona, si occupa di loro fin-

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ché crescono. Il mio amico Gerald lavora come past ore con le capre e il bestiame. Nella fore sta aiuta Baba Kevin a proteggere gli albe ri contro le malattie, dalle capre che non li consumino tutti o dall’essere tagl iati. Mi piacerebbe che ognuno piantasse alberi nel nostro paese così che possiam o fermare la povertà nel paese. Avete vist o come portano l’acqua! Mi piacereb be chiedere a quelli che non hanno anco ra fatto crescere gli alberi di farlo così che ce n’è almeno uno fuori dalla vost ra casa.

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la domenica si bruciano i rifiuti

una delle poche fonti d’acqua di Dagoretti


le nostre soluzioni -

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fogne a cielo aperto a Kibera

INTERVISTA A UNA DONNA DEL QUARTIERE RAGAZZO: Qual è la tua occupazione principale? DONNA: Cercare l’acqua. RAGAZZO: Da dove prendi l’acqua? D: Dal comune. RAGAZZO: C’è qualche differenza tra l’acqua del pozzo e l’acqua del comune? DONNA: Sì quella del comune costa 5 scellini, quella del pozzo 3. RAGAZZO: Com’è l’ambiente qui? DONNA: E’ buono ma non c’è spazio. RAGAZZO: Quanto costano 20 litri d’acqua? DONNA: 5 o 3 scellini.

RAGAZZO: In una settimana quante volte vai a prendere l’acqua? DONNA: Una o due volte a settimana. RAGAZZO: E le donne dei quartieri vicino al tuo come fanno? DONNA: Non lo so. RAGAZZO: Non te ne preoccupi? DONNA: No. RAGAZZO: Perché? DONNA: Perché la gente che affitta la mia casa pensa a sé stessa, non agli altri.

VISITA AL NAIROBI NATIONAL PARK

La gente che trasporta spazzatura che può danneggiare la salute, come prodotti chimici, siringhe, metallo, dovrebbe metterla in posti sicuri Il governo dovrebbe costruire strade e scavare grandi buchi nella terra per sotterrare i rifiuti e pulire l’ambiente, In questo modo ridurrebbe malattie come la malaria, infezioni respiratorie, eccetera I villaggi dovrebbero costruire delle discariche per metterci dentro i rifiuti indesiderati Bisogna evitare lo spargimento dei rifiuti nel fiume di nairobi Tutti insieme bisogna costituire un gruppo per pulire la città e raccogliere le buste di plastica Il governo dovrebbe educare i giovani a tenere pulito l’ambiente La gente che vive nelle baraccopoli dovrebbe trovare il modo per pulire le latrine e l’ambiente invece di aspettare che venga qualcuno a pulire Bisognerebbe piantare gli alberi

paul kimani DATI MONDO Circa 1 miliardo di individui nel mondo, pari a 1/3 della popolazione urbana mondiale attuale, vive nelle baraccopoli Nei prossimi venti anni il 91% dell’incremento totale della popolazione mondiale si insedierà nelle aree urbane dei paesi in via di sviluppo. 2,4 miliardi di persone non dispongono di servizi fognari e sanitari adeguati.

DATI AFRICA L’Africa ha alti tassi di crescita demografica e i più alti tassi di urbanizzazione, e si sta trasformando velocemente in un “continente urbano”. Nella baraccopoli di Kibera, a Nairobi, circa 700.000 persone vivono stipate in uno spazio grande come un campo da golf. Solo 1 persona su 2 in Africa Sub-Sahariana ha facile accesso all’acqua.

COSA FA AMREF In Africa esiste un vero e proprio circolo vizioso che unisce degrado ambientale, malattie e povertà: per spezzarlo è necessario adottare un approccio integrato. Ad esempio, in Africa è diffusa l’abitudine di tagliare gli alberi per ottenere combustibile e questo accelera l’inaridimento del suolo, sottraendo acqua pulita alle comunità. Per questo AMREF ha avviato una partnership con il Green Belt Movement (GBM), organizzazione ambientalista africana fondata da Wangari Maathai (premio Nobel per la pace 2004). Lo staff di AMREF costruisce insieme alla popolazione pozzi, acquedotti, cisterne per l’acqua piovana e sistemi di smaltimento dei rifiuti e forma personale locale per la gestione di queste infrastrutture, che diventano poi veri punti di riferimento per tutti, sulle tematiche della tutela ambientale e della salute.

APPROFONDIMENTI • “Millennium News” episodio n. 7 di Angelo Loy - AMREF Video Library

LE NOSTRE DOMANDE 1. Ti piace viaggiare per l’Italia? 2. Cosa fai per tenere pulito il posto dove vivi? 3. Qual è in Italia il posto più affetto da un ambiente malsano? 4. Conosci gruppi di persone nel tuo quartiere che tengono pulite le strade? 5. Puiisci mai la strada davanti casa tua? www.amref.it

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8 obiettivo numero otto

S W E N M IU N E L IL M povertà oDtAItRAaGAaZZlI lDIaSTRADA DI NAIROBI laIEGAlTA SP

FACCIAMOLO INSIEME

nel monL’obiettivo numero 8 dice che se non ci aiutiamo tutti, eno uno nemm ngere raggiu do, entro il 2015 non riusciremo a re delle decide , orare collab degli otto obiettivi. Aiutarsi vuol dire per Come i. alcun per solo regole che siano buone per tutti e non o Quest ine. medic delle esempio le regole del commercio, e i prezzi ogie tecnl le usa che o mond obiettivo dice che se c’è una parte di di mondo per migliorare la propria vita, allora anche l’altra parte bene davstare per perché deve avere accesso a queste tecnologie, vero si deve stare bene tutti.

IO E TE, INSIEME

Se tutti i paesi del mondo si aiutassero potremmo veramente eliminare la povertà. Ci rivediamo nel 2015! 28 • millennium news

Io e te insieme dobbiamo amarci l’un l’altro, parlare e metterci d’accordo, perché se fai le cose insieme senza accordo le cose non vanno. Tutti in questo paese hanno bisogno di fare le cose insieme senza problemi, perché fare le cose insieme fa la differenza. Io e la mia famiglia andiamo d’accordo in modo che ci possiamo aiutare l’uno con l’altro, siccome ho visto che se ci amiamo l’uno con l’altro possiamo fare il lavoro insieme senza che nessuno ci dice niente. Fare un tipo di lavoro buono, che non provochi brutti incidenti, significa che quando fai un

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lavoro devi aprire bene gli occhi, ma soprattutto che devi innanzitutto credere negli amici e rispettarli in modo da ottenere un buon lavoro.


un gruppo di mutuo soccorso tutto al femminile

Kennedy Kacheche

DATI MONDO

latrine

Il 20% delle persone più ricche del mondo consumano il 75% delle risorse. Il costo dei danni ambientali causati dai paesi ricchi supera il debito dei paesi poveri. Nel 2007 l’Italia ha destinato agli aiuti appena lo 0,19 del PIL invece dello 0,7 previsto.

Ignorare i giovani vuol dire ignorare il paese.

un’associazione di giovani per altri giovani un gruppo di amici che lava automobili

i problemi C’è della gente che vende droga dicendo che questo aiuta il paese. Vende droga ai ragazzi alle ragazzi e alle ragazze - A volte la notte qualcuno viene a rubare dalle latrine il sapone e gli asciugamani, oppure li toglie con la forza alla gente che li sta

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usando Qualcuno fa un gruppo e organizza collette fra le persone di una comunità, ma poi ruba il denaro invece di usarlo

le nostre soluzioni -

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e cosa è sbagliato E’ giusto che il governo educhi la gente su cosa è giusto aiutarsi e vivere per idee proprie le e forze proprie le I giovani devono unire

delle vite migliori Il governo deve provvedere alla sicurezza tanti guadagnano Il governo delle provvedere a dare lavoro a tutti, perchè liere anche le raccog per finisce si rifiuti i fra e rifiuti, solo raccogliendo l’Aids come ie malatt azioni per loro I gruppi che sono stati educati non devono tenere le inform ma condividerle con la comunità Chi sa di più deve educare gli altri che non sanno , a combattere la Il governo deve incoraggiare tutti, soprattutto i giovani povertà con tutti i mezzi possibili

COSA SI FA A KIBERA C’è un bagno pubblico che tutti usano. Si paga 3 scellini per usare il water e 5 scellini per lavarsi. Il denaro serve per comprare gli asciugamani, il sapone e pagare le bollette della luce e dell’acqua. Il bagno pubblico è stato introdotto per evitare che le persone facessero tutto per strada, con il risultato che l’ambiente intorno non era sano e le malattie si diffondevano facilmente. Quando saltò fuori l’idea del bagno pubblico tutta la gente della comunità fece una colletta. Il governo ha partecipato in parte e per costruirli ha pagato delle persone. Si può dire che questi bagni hanno creato lavoro per la maggior parte dei giovani della comunità. Quando piove è difficile muoversi per quei

veicoli che raccolgono la spazzatura, perchè a Kibera le abitazioni sono molto vicine l’una all’altra. Alcuni ragazzi hanno cominciato a mettere da parte dei soldi ogni mese, per finanziare la compagnia di raccolta della spazzatura, in modo che continuino a venire e a tenere pulite le strade. Il Centro di Kivuli, a Kibera, è un posto che incoraggia la collaborazione fra le persone di uno stesso villaggio o zona. Ma dice anche di unirsi a persone di zone diverse, e villaggi diversi. Perché aiutarsi gli uni con gli altri aiuta a vincere la povertà.

COSA FA AMREF Gli Obiettivi del Millennio assegnano ai paesi impoveriti la responsabilità di lavorare per il raggiungimento dei primi 7 obiettivi, ma è assolutamente necessario che i paesi ricchi facciano la loro parte aumentando la quantità degli aiuti e migliorandone l’efficacia, riducendo il peso del debito e ridisegnando regole commerciali più eque. Solo in questo modo si creeranno le condizioni necessarie anche al rafforzamento dei sistemi sanitari africani, per garantire a tutti la tutela della salute e l’accesso ai servizi sanitari di base. AMREF, attraverso le proprie attività di advocacy, lavora per influenzare le istituzioni italiane affinché gli interventi di cooperazione sanitaria riconoscano la titolarità dei paesi e delle comunità africane a programmare i propri sistemi sanitari in modo autonomo, sulla base delle priorità che essi stessi individuano, e per arrivare ad un coordinamento a lungo termine tra i programmi nazionali e gli interventi di cooperazione internazionale: il gran numero di donatori - ciascuno con i propri specifici obiettivi, spesso legati alla cura solo di una specifica malattia - ha condotto infatti ad un sistema di aiuti sanitari globalmente frammentato e complesso, che comporta oggi costi di transazione elevati, e che può e deve essere reso più efficace. AMREF lavora inoltre per ottenere dal

scavando a turno è stata trovata l’acqua www.amref.it

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SE FOSSI IL LEADER DEL MIO PAESE Se io diventassi il capo del Kenia di sicuro non c’è cosa che non potrei fare per aiutare i concittadini del mio amato paese, specialmente nelle aree rurali, il posto che è più colpito dalla povertà e dalla fame. Cosa potrei fare per loro? Innanzitutto li visiterei, gli chiederei di cosa hanno o non hanno bisogno, e quindi mi darei da fare. Esempio, se mi dicono che hanno molto bisogno di cibo e il suolo è ben concimato, potrei andare dalle aziende che vendono i semi, comprare molti semi e distribuire i semi a tutti coloro che ne hanno bisogno. Ancora, se fossi un leader proverei ad essere innovativo, ovvero proverei a pensare e ad usare nuove idee soprattutto nelle aree più colpite: ad esempio, se io fossi un leader potrei provare a spiegare loro l’importanza del compost per riscaldare a casa. Ancora, se fossi il leader potrei accordarmi con la gente in modo tale che quando comincio queste cose, loro fanno quello che gli dico di fare dal momento che sono il

capo. Ancora, siccome in ogni paese ci devono essere persone ricche e persone povere, non ascolterei solo le persone povere, no, aiuterei anche i ricchi perché alla fine stare tutti allo stesso livello non è tutto. Ancora, se fossi un leader creerei un sacco di posti di lavoro perché ognuno che ha passato la giovinezza sa che cos’è la vita e molti giovani finita la scuola stanno a casa a far niente, a parte rubare che non è una buona cosa. Ancora come capo io potrei cercare di portare la pace, l’amore, l’unità nel mio paese. Perché quando ci sono queste cose, non c’è il tribalismo ma ci può essere l’amicizia e la fratellanza, e queste cose devono venire dai nostri leader. Le emozioni che ho nel mio cuore mi fanno piangere quando vedo i miei amati kenioti morire a causa della fame e

della povertà. Questo mi fa dire che se fossi leader del Kenya proverei a fare qualcosa per il nostro paese. Secondo me, è un/una buon/a leader chi governa bene il suo paese, non chi va dietro i soldi e la corruzione. La mia opinione sui leader che abbiamo oggi è che loro si interessano solo dei soldi e della celebrità, non per quello per cui sono stati eletti. E oggi noi abbiamo bisogno di leader pronti ad aiutare quelli che hanno bisogno e quelli che sono affamati. PS: Spero che un giorno potrò diventare leader, per aiutare a governare come si deve.

governo italiano un aumento dei finanziamenti destinati alla cooperazione, ed alla cooperazione sanitaria in particolare, come promesso a più riprese in sede internazionale: in tempi di crisi economica, infatti, i sistemi sanitari pubblici e i servizi sanitari di base devono essere potenziati e protetti da tagli di bilancio in Africa come altrove, in quanto costituiscono l’unica opzione di salute per le popolazioni impoverite dalla crisi. Nonostante i preoccupanti tagli (del 56% nel 2009) ai finanziamenti italiani destinati alla cooperazione internazionale, è dunque ancora possibile tutelare la spesa destinata alla cooperazione sanitaria, facendo della salute dell’Africa una priorità per la cooperazione italiana.

Cosa fai per aiutare chi ti sta vicino?

uno spettacolo al Children Village di AMREF

Peter Ndungu un’associazione di donne di Kibera

LE NOSTRE DOMANDE 1. Consideri importante questo obiettivo mondiale? 2. Qual è la tua sfida più grande che hai mai affrontato? 3. Partecipi a qualche gruppo di volontariato per aiutare gli altri? 4. In Italia ci si aiuta l’un l’altro? 5. Cosa fai per aiutare gli altri? 6. Sai usare il computer e in generale la tecnologia?

APPROFONDIMENTI • “Millennium News” (episodio n° 8) di Angelo Loy - AMREF Video Library • “African Spelling Book” di Angelo Loy - AMREF Video Library www.amref.it

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I RAGAZZI DEL MILLENNIUM NEWS Mercy Nekesa Joseph Karinge Moses Musheru Alex Mukiri Kennedy Kacheche James Mbugua Dennis Gatheri Maina Stephen Maina Sarah Wanjiku Joshua Kamoti Beryl Atieno Tabita Nungari Joe Kamau Monica Njeri Simon Mwangi Dominic Waweru Moses Karuri Pauline Njoki Peter Gitau Kevin Ngige Rhoda Wanjiku

Marion Wairimu Florence Atieno Niko Kori Francisca Aoko Kevin Kiarie Henry Kangethe Niko Kori Dominic Marande Gilbert Njunguna James Mbecha W. James Mbecha J. Elizabeth Nyawira Peter Thiga Joram Kamau Anthoni Muchai Caroline Akinyi Paul Nganga Diana Nafula Evans Oluoch Monicah Mbutu Micheal Mwaura

Tyson Joseph Shamalla Kevin Ndegua Eric Kamau Naomi Njeri Martin Maina Peter Ndungu Mary Khatza George Paul Kimani Duncan Njiau James Mbugua John Kiarie Peter Mbugua Jane Wamboi Kevin Ngige John Murima Antony Giteai Daniel Njuguna Isaac Chege Patrick Ng’ang’a

MILLENNIUM NEWS

Richard Njoroge Caroline Akinyi Leah Wairimu Joram Kamau Peter Gitau Margaret Njambi Restituas Muthoni Mary Khatza Godfrey Mugalo Martin Maina Richard Njoroge

SUPPORTO AMREF KENYA John Muiruri (Resp. progetto “Children in Need”), Rosemary Kamanu (coordinatrice), Patricia Kwamboka, Henry Thuo, Jackson Odiaga, Isabel Gitu, Nicholas Kiema, Nick Adenya, Humphrey Mbugua, Martin Otama, Carol Bosibori

un progetto di amref un’idea di

Giulio Cederna, Angelo Loy, John Muiruri

SUPPORTO AMREF ITALIA Roberta Rughetti, Pietro Del Solda’, Giulia De Ponte, Giulia Agostini, Everlyne Majani, Rozina Mngola Wawuda, Francis Namisi, Fiammetta Metz, Marta Schifano, Mariapia Tagliabue

coordinamento progetto Renata Torrente

testi

I ragazzi e le ragazze del Children Village di AMREF

SI RINGRAZIANO Thomas Simmons (Direttore di AMREF Italia), Mette Kjaer (Direttore di AMREF Kenya), Il Teatro Delle Briciole Di Parma, Morello Rinaldi

traduzione e contributi

Giulio Cederna, Renata Torrente

PRODOTTO DA AMREF ITALIA

foto

I ragazzi e le ragazze del Children Village di AMREF, Eva Lageder, Morello Rinaldi, Henry Thuo, Renata Torrente, Riccardo Venturi (Contrasto), Maria Weber

CON IL CONTRIBUTO DI

grafica

Eloisa Di Rocco

CON IL SUPPORTO DI

ROMA | sede centrale Via Boezio, 17 - 00193 T +39 06 99704650 F +39 06 3202227 info@amref.it

IN COLLABORAZIONE CON

MILANO Via Carroccio, 12 - 20123 T/F +39 02 54107566 milano@amref.it

CON IL PATROCINIO DI

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AMREF LANCIA LA CAMPAGNA

S W E N M U I N N MILLE

E C O V O M A I D ZZI DI STRADA AI RAGA

Chi vive nei paesi in via di sviluppo è tagliato fuori dal mondo dell’informazione e non ha accesso ai media per denunciare mali e ingiustizie, o indicare possibili soluzioni. AMREF ha chiesto ai ragazzi e alle ragazze provenienti dalle baraccopoli di Nairobi e sostenuti dal progetto “Children in need”, di scrivere e di filmare la loro realtà e i loro pensieri. MILLENNIUM NEWS è la voce originale di chi conosce la povertà estrema e la violenza, non ha i soldi per sfamarsi né la possibilità di andare a scuola, la voce di chi ha potuto vedere con i propri occhi le vittime del contagio dell’AIDS.

ascolta la voce dei ragazzi di strada www.amref.it

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