PLANALTINA df
problemi e indirizzi per il recupero del centro storico
Politecnico di Torino A.A. 2011/2012 II Facoltà di Architettura Laurea Specialistica in Restauro e Valorizzazione Tesi di Laurea Relatore: Prof. Giuseppe Cinà Correlatore: Prof. Patrizia Lombardi Candidate: Ana Laterza e Francesca Calvo Universidade de Brasília Faculdade de Arquitetura e Urbanismo Graduação em Arquitetura e Urbanismo Relatore: Pedro Paulo Palazzo Candidata: Ana Laterza
PLANALTINA df
problemi e indirizzi per il recupero del centro storico
“Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.” Italo Calvino, da Le Città invisibili
1. LA
COSTRUZIONE DEL TERRITORIO DEL
1.1 CRONOLOGIA
INDICE
DISTRETTO FEDERALE
DI BASE.................................................................................................19
1.2 L’OCCUPAZIONE
DELL’INTERNO DEL
BRASILE ....................................................25 1.2.1 La ricerca dell’oro nel centro del Brasile..............................................................25 1.2.2 L’esaurimento delle miniere e il periodo dell’agricoltura di sussistenza......34 1.2.3 Il trasferimento della capitale del Brasile nel Planalto Central....................37 1.3 UNA RETE STORICO-CULTURALE TRA IL DISTRETTO FEDERALE E IL SUO INTORNO: IL RECUPERO DELLE ANTICHE ROTTE COLONIALI........................................49 1.3.1 Le “rotte culturali” come Patrimonio......................................................................50 1.3.2 La Strada Reale di Bahia........................................................................................51
1.3.3 La riqualificazione di Planaltina come tassello per il recupero della Estrada do Nascente e da Bahia..........................................................................................56
2. CARATTERI 2.1 CRONOLOGIA 2.2 CENNI
2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.2.4
DEL TERRITOTIO DI
PLANALTINA,
LA
MAE
DI
BRASILIA
DI BASE..............................................................................................63
STORICI..........................................................................................................71
Le origini della città.................................................................................................72 Il periodo Pre-Brasilia.............................................................................................74 Trasformazioni con la costruzione della nuova capitale..............................80 Evoluzione urbana (1958-2012)............................................................................86
2.3 LA REGIONE AMMINISTRATIVA DI PLANALTINA: TEMI GENERALI.........................93 2.3.1 Confini Politici e naturali...................................................................................93 2.3.2 Caratteri ambientali..............................................................................................95 2.3.3 Morfologia del territorio.....................................................................................97 2.3.4 Analisi socio-economiche...................................................................................98
3. CARATTERI E PROBLEMI DEL SETTORE TRADIZIONALE DI PLANALTINA 3.1 TEMI GENERALI.............................................................................................................107 3.1.1 Localizzazione e accessibilità..........................................................................108 3.1.2 Caratteri morfologici del tessuto urbano........................................................111 3.1.3 Altezza dell’edificato..............................................................................................114 3.1.4 Destinazione d’uso degli isolati.........................................................................115 3.2 EDIFICI
DI RILEVANZA STORICO CULTURALE......................................................116
3.2.1 Basi Concettuali.....................................................................................................117 3.2.2 Tipologie Architettoniche......................................................................................118 3.2.3 Linguaggi Architettonici........................................................................................122
3.3 PATRIMONIO
PLANALTINA......................................................127 3.3.1 Artigianato e tecniche costruttive locali.......................................................128 3.3.2 Feste, celebrazioni e forme d’espressione...................................................130 IMMATERIALE
DI
3.4 LUOGHI DI INTERESSE CULTURALE NELL’INTORNO DEL SETTORE TRADIZIONALE....136 3.4.1 La Stazione Ecologica di Aguas Emendadas..............................................136 3.4.2 La Vale do Amanhecer.......................................................................................139 3.4.3 La Pedra Fundamental.......................................................................................140 3. 5 ANALISI, DIRETTIVE DI SVILUPPO E CONSERVAZIONE DEL SETTORE TRADIZIONALE..142 3.5.1 I Decreti di Protezione del Patrimonio edilizio storico.................................145 3.5.2 Il PDL di Planaltina................................................................................................146 3.5.3 Il PDOT/2009...........................................................................................................149 3.5.4 “La Carta per la Difesa del Patrimonio Culturale di Planaltina-DF”............153 3.5.5 Interventi di valorizzazione del Patrimonio storico-culturale di Planaltina.155 TAVOLE ANALISI
-EVOLUZIONE URBANA -ACCESSIBILITÀ -MORFOLOGIA DI PLANALTINA -PIENI E VUOTI
-ALTEZZA DELL’EDIFICATO -DESTINAZIONE D’USO -TIPOLOGIA DEGLI EDIFICI -LINGUAGGI ARCHITETTONICI -STATO DI CONSERVAZIONE
4. INDIRIZZI PER IL RECUPERO DEL CENTRO STORICO DI PLANALTINA 4.1 IL
RUOLO DEL
CENTRO STORICO
4.2 INDIVIDUAZIONE “AREA 4.3 PATRIMONIO
DI
NELLA PIANIFICAZIONE DELLA CITTÀ.............181
INTERESSE STORICO-CULTURALE”........................183
DI RILEVANZA STORICO-CULTURALE.............................................184
4.4 INDICAZIONI PER L’ELABORAZIONE DEL PIANO DI RECUPERO DEL CENTRO STORICO DI PLANALTINA..................................................................................................209 4.4.1 Analisi SWOT............................................................................................................209 4.4.2 Disposizioni generali..............................................................................................212 4.4.3 Indicazioni per l’attuazione del Piano di Recupero del Centro Storico......213 4.4.4 Interventi sull’edificato...........................................................................................217 4.4.5 Interventi in Ambiti Pubblici................................................................................220 4.4.6 Specifiche per i Piani di Comparto alla scala dell’isolato...........................225 4.4.7 Progetto Pilota di connessione tra le tre piazze principali..........................226 4.5 APPUNTI
PER LA GESTIONE DEL
TAVOLE PROGETTO
-IN SINTESI -CATEGORIE DI INTERVENTO -INDIRIZZI DI RIUSO E RIQUALIFICAZIONE -PROGETTO DI INTERVENTO -SEZIONI STRADE
CENTRO STORICO
DI
PLANALTINA.................233
5. PLANALTINA
ATTRAVERSO I NOSTRI OCCHI.....................................262
GLOSSARIO..............................................................................................................275 BIBLIOGRAFIA...........................................................................................................279
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO SUDDIVISIONE GEOPOLITICA Brasile: 26 Stati + 1 Distretto Federale
Regione Centro-Ovest
Stato di Goias
Distretto Federale*
SUDDIVISIONE GEOMORFOLOGICA Planalto Central
*Anche se è all’interno dello Stato di Goias, il Distretto Federale è un’unità amministrativa autonoma.
ABSTRACT In Brasile, nella seconda metà degli anni Cinquanta, per disegnare con la costruzione della nuova capitale (Brasilia) l’immagine della città moderna costruita dal nulla, è stata riscritta la storia per una parte del territorio dello Stato di Goias, il quadrilatero indicato nelle mappe come Distretto Federale. Questo territorio, pur essendo compreso all’interno di uno degli Stati del Brasile, è un’entità autonoma e la sua storia recente ha quasi completamente cancellato la memoria della sua occupazione urbana prima della costruzione di Brasilia. Oggi il Distretto Federale rivendica il suo passato e ha bisogno di recuperarne la memoria per ripristinare legami storico-culturali con il territorio circostante. Riteniamo che uno dei fili per ricucire il territorio di Brasilia con quello di Goias sia il ripristino delle antiche rotte che dalla seconda metà del XVIII secolo connettevano gli insediamenti coloniali fondati nel Brasile più interno tra loro e con la parte costiera. Nella regione dell’attuale Distretto Federale passava la Strada Reale per Bahia, biforcazione della Estrada do Nascente, rotta principale nel territorio di Goias. Attualmente di queste strade rimangono solo alcuni tratti, poiché il cambio di destinazione d’uso del territorio e la perdita di alcuni degli insediamenti che queste rotte collegavano, non hanno più giustificato la conservazione di questi percorsi. Per poter tracciare un itinerario che ripristini il valore dei collegamenti tra le varie città che si trovano sulle strade coloniali in questione bisogna prima di tutto riconoscere e promuovere il valore storico-culturale delle singole città che rappresentano i nodi del percorso. Se i nodi sono deboli non si riuscirà mai a metterli bene in connessione. Tra le città della rotta quella più a rischio di perdita di identità è sicuramente Planaltina, l’unico insediamento tra quelli considerati all’interno dei confini del Distretto Federale. La città non possiede un Patrimonio di rilevanza nazionale ma nell’ottica di ricucire i legami storico-culturali tra il Distretto definitosi in epoca modernista e lo Stato di Goias la sua “riterritorializzazione” diventa di fondamentale importanza. Dopo la costruzione di Brasilia la città di Planaltina ha perso la sua autonomia di comune diventando una città satellite della capitale e la struttura del suo territorio è stata fortemente alterata dal rapido aumento demografico conseguente alle politiche di “attrazione” di popolazione dalle altre regioni del Brasile per il Distretto Federale. Resiste però all’interno della città satellite il nucleo storico che, anche se ha perso molti dei caratteri originali, ospita una comunità molto
attiva che cerca di difendere e conservare la memoria storica della città più antica. Con l’aiuto degli abitanti del cosidetto Settore Tradizionale siamo riuscite in parte a sopperire all’assenza di direttive di pianificazione, e soprattutto di documentazione storica, sulla città e ad elaborare degli indirizzi di recupero per il Centro Storico che andassero incontro alle reali esigenze di Planaltina. Per prima cosa è stato necessario circoscrivere un “Area di Interesse Storico” all’interno del Settore Tradizionale. Quella indicata negli strumenti di pianificazione a livello territoriale (gli unici in cui si accenna al Settore Tradizionale di Planaltina) lascia fuori gran parte del Patrimonio della città. L’individuazione di questi limiti è stata difficile perche gli interventi recenti hanno trasformato l’aspetto del nucleo storico, modificando e spesso distruggendo le testimonianze materiali della città più antica. La metodologia adottata per tracciare il Perimetro Storico è stata la sovrapposizione di due mappe: la prima elaborata sovrapponendo alla fotografia aerea del 1958 (immagine più antica reperita che rappresenta il tessuto urbano di Planaltina) il tracciato attuale della città. La seconda ottenuta riconoscendo sul campo gli edifici di rilevanza storico-culturale del Settore Tradizionale e perimetrando l’area dove questo Patrimonio è presente in concentrazione maggiore. Partendo dalla lettura di questi due “incerti perimetri”, che per alcuni tratti si sovrappongono, è stata definita l’ “Area di Interesse Storico-Culturale” del Centro Storico di Planaltina. L’individuazione del Patrimonio architettonico è stata problematica per la difficoltà nello stabilire una netta separazione tra storico e moderno, in una città caratterizzata da incertezza cronologica e dalla continuità di diversi aspetti tipologici ed estetici dell’architettura tradizionale nelle costruzioni più recenti. Per il riconoscimento degli edifici di rilevanza storico-culturale sono state individuate delle categorie ad hoc per Planaltina che cercano di classificare gli edifici sulla base di caratteri comuni e in parte riscontrabili nelle città coeve della Regione di Goias. A questo punto, con l’intento di recuperare l’identità della città come punto di riferimento della storia e della cultura urbana della Regione e promuovere la rivitalizzazione del Centro Storico abbiamo elaborato due strategie operative: - la prima riguarda l’individuazione all’interno dell “Area di Interesse Storico-Culturale” di alcuni edifici e di un sito di particolare interesse storico-culturale, in quanto provvisti di caratteri architettonici tradizionali o perché luoghi rappresentativi dell’eredità immateriale. Il valore speciale di questo Patrimonio è da segnalare nell’ottica della creazione di un itinerario che sia in grado di raccontare la storia di Planaltina. Questo itinerario, percorrendo le strade del nucleo storico,
utilizzerà questi luoghi come nodi della narrazione. - la seconda riguarda lo studio di indicazioni per l’elaborazione del Piano di Recupero del Centro Storico di Planaltina. Con queste si identificano delle categorie di intervento per gli edifici di interesse storico e delle azioni strategiche all’interno del tessuto urbano. Queste azioni possono fare da volano al miglioramento delle condizioni di vita e allo sviluppo dell’economia locale. Per poter mettere in atto queste operazioni di riqualificazione sono state inoltre fornite delle indicazioni gestionali sulla base del confronto con esperienze di gestione del Patrimonio portate avanti in altre città dell’America Latina e dell’Europa, che molto spesso affrontano interrogativi analoghi seppur in contesti culturali differenti e lontani.
1. LA COSTRUZIONE DEL
TERRITORIO DEL DISTRETTO FEDERALE
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1.1 CRONOLOGIA DI BASE 1593 Le autorità della Repubblica di Venezia danno inizio alla costruzione della fortezza stellata di Palmanova, posta a difesa del confine orientale.
1590-1593 Prima bandeira di esplorazione dell’entroterra brasiliano guidata da Luís Grou e Antônio Macedo. 1683 Bartolomeo Bueno da Silva, Anhanguera, arriva a Guayases, nella regione della città di Goias. 1708 Guerra dos Emboabas per il diritto di sfruttare i giacimenti d’oro scoperti nella regione di Minas Gerais.
1725 Eruzione effusiva del Vesuvio
1722-1725 Seconda bandeira* di Bartolomeo Bueno da Silva, che fonda nel territorio di Guayases alcuni insediamenti: Catalao, Caldas Novas, Ferreiro, Anhanguera, Vila Boa, etc.. 1736 Inizio periodo dello sviluppo minerario nella Regione: Antonio Bueno de Azvedo scopre le miniere di Santa Luzia. 1744 Creazione della Capitania di Goiás, con Vila Boa (attuale città di Goiás) come capitale. *le parole sottolineate fanno riferimento al glossario.
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1763 Inizia l’occupazione dei territori di Minas Gerais, Goias e Mato Grosso, ricchi di giacimenti di oro e pietre preziose. 1789 Rivoluzione Francese
1789 Il movimento indipendentista dell’Inconfidencia Mineira chiede il trasferimento della capitale nell’ interno del paese. 1822 7 settembre - Dichiarazione d’indipendenza del Brasile. 1823 José Bonifacio de Andrada e Silva, patriota e statista brasiliano presenta all’ Assemblea Generale Costituente e Legislativa dell’ impero del Brasile la proposta della costruzione della nuova capitale nella regione del Triangulo Mineiro. Equidistante il più possibile dai limiti dell’ Impero, dalla quale parta una raggiera di strade verso le varie provincie. 1883 Dom Bosco ha una visione: sogna un vasto altopiano tra il 15º e il 20º parallelo in una zona ancora desertica dove si sarebbe formato un grande lago con grandi miniere: “qui sorgerà la terra promessa sulla quale scorreranno latte e miele che porteranno al mondo grande ricchezza”.
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1891 24 febbraio - Prima Costituzione Repubblicana dove nel terzo articolo è inserita come esigenza riconosciuta quella del trasferimento della capitale nel Planalto Central. 1896 Henri Becquerel, fisico francese scopre la radioattività
1892-1896 Il governo del maresciallo Floriano Peixoto nomina la prima commissione esploratrice del Planalto Central, guidata da Luis Cruls per individuare il luogo più adatto alla collocazione della nuova capitale. Viene determinato il Quadrilatero Cruls.
1922 28 ottobre – Italia: Marcia su Roma. Due giorni dopo Benito Mussolini riceve dal re Vittorio Emanuele III l’incarico di primo ministro e di conseguenza quello di formare il nuovo governo.
1922 18 gennaio - In occasione dei festeggiamenti per il centenario dell’indipendenza, il Presidente Epitacio Pessoa stabilisce con un decreto l’area di costruzione della nuova capitale. Nello stesso anno viene posata nei pressi di Planaltina la pietra di fondazione.
1948 1 gennaio – In Italia entra in vigore la Costituzione della Repubblica p Italiana.
1948 Il secondo studio rilevante sul territorio del Planalto Central prima della costruzione di Brasilia è la Relazione dalla Commissione degli Studi per la Localizzazione della Nuova Capitale del Brasile, guidata dal colonnello Poli Coelho. É previsto l’ampliamento del quadrilatero proposto dalla Commissione Cruls.
22 1954 L’impresa nordamericana Donald J. Belcher & Ass., è incaricata delle indagini per la scelta della località più idonea. Propone cinque aree possibili. L’anno seguente il Presidente Cafè Filho approva la scelta del sito e l’area della nuova metropoli che abbraccia tre comuni goiani: Planaltina, Formosa e Luziania. 1956 Il Presidente Juscelino Kubitschek invia al Congresso Nazionale il “Mensagem de Anápolis”, che da inizio alla costruzione della nuova capitale con la creazione della Compagnia per l’Urbanizzazione della Nuova Capital (Novacap). Il Presidente invita l’architetto Oscar Niemeyer ad assumere la direzione del Dipartimento di Urbanistica e Architettura. 1957 4 luglio – Italia: esordisce sul mercato automobilistico la Fiat 500.
1957 Una giuria internazionale seleziona il progetto dell’ architetto Lucio Costa, tra i 26 progetti concorrenti per la costruzione del Plano Piloto. Nello stesso anno cominciano i lavori, in condizioni tecniche molto difficili: le prime realizzazioni sono condotte con materiali trasportati per via aerea da città molto distanti, dato l’isolamento del luogo scelto per la capitale.
1958 1 gennaio – Entra in vigore il Trattato di Roma, istitutivo della CEE e EURATOM.
1958 La Novacap inizia la creazione di città satelliti, destinate a lavoratori a basso reddito, per evitare con le espansioni
23 il deterioramento formale e sociale all’interno del Plano Piloto. Collocate a 20-30 km dal centro, formano un’ anello esterno equidistante. 1960 Roma, XVII Olimpiadi estive
1960 Brasilia viene inaugurata. I candangos, autorità della Repubblica, stranieri e persone provenienti da ogni parte del Brasile, parteciparono alla cerimonia di inaugurazione insieme a Oscar Niemeyer, Lucio Costa e il presidente Juscelino Kubitschek, i principali responsabili della trasformazione del sogno in realtà. 1964-1970 Critiche all’interno del paese sull’operazione Brasilia. Viene evidenziata la mancanza di attenzione per gi aspetti sociali e l’assenza di integrazione economica con il territorio circostante. In sei anni, più di trecentomila abitanti sono espulsi verso le zone periferiche del Plano Piloto. 1977 Approvazione del Plano Estrutural de Ordenamento Territorial – PEOT, per controllare l’espansione di Brasilia.
1990 Il film di Giuseppe Tornatore, Nuovo cinema Paradiso vince l’Oscar come miglior film straniero
1987 Brasilia viene inserita nella lista del Patrimonio Culturale dell’ Umanità. 1990 Elaborato il Plano Diretor de Águas e Esgotos e Controle da Poluição Hídrica do Distrito Federal, che si focalizza sull’uso e sull’occupazione del suolo del Distretto Federale.
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1992 Entra in vigore il primo Plano Diretor de Ordenamento Territorial – PDOT elaborato dal Governo del DF. Istituito il SISPLAN, SITURB e il Conselho de Planejamento Territorial e Urbano do Distrito Federal. Questi organi contribuirono allo sviluppo e al miglioramento della cartografia e dei suoi studi complementari. 1997 Entra in vigore il Plano Diretor de Ordenamento Territorial – PDOT/97, con l’obiettivo di integrare i vari PDL locali. 2009 6 aprile - Una scossa di terremoto di magnitudo 6,2 fa tremare la Provincia dell’Aquila causando 308 vittime, 1500 feriti, 65000 sfollati e il crollo di molti edifici. Il 10 aprile si celebrano i funerali di Stato. Il 23 aprile il CdM sceglie L’Aquila come nuova sede del G8 2009.
2009 Entra in vigore il Plano Diretor de Ordenamento Territorial – PDOT/2009, quello che attualmente fornisce le direttrici per lo sviluppo del territorio del DF. 2012 Inizio elaborazione legge sull’Uso e Occupazione del Suolo del Distretto Federale (LUOS).
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1.2 L’OCCUPAZIONE DELL’INTERNO DEL BRASILE La storia del Planalto Central e dei suoi insediamenti può essere suddivisa, sulla base degli usi del suolo, in tre grandi periodi. Il primo è quello dell’occupazione iniziale legata alle attività di estrazione mineraria, dalle spedizioni del XVIII secolo fino all’esaurimento delle miniere alla fine dello stesso secolo. Il secondo periodo è definito da un’agricoltura di sussistenza e va dall’inizio del XIX secolo alla metà di quello successivo. Infine, il terzo periodo, che comincia nel XX secolo è caratterizzato dalla costruzione di Brasilia.
1.2.1 LA RICERCA DELL’ORO NEL CENTRO DEL BRASILE La ricerca dell’oro in Brasile fu uno degli interessi del Portogallo fin dai primi tempi della colonizzazione, ma solo alla fine del XVII secolo furono scoperti giacimenti rilevanti del minerale. Miti e leggende locali relative a fonti inesauribili del metallo prezioso, come quella sulla Laguna Paraupava e sulla montagna Sabarabuçu,
26 incoraggiavano gli esploratori promettendo ricchezze superiori a quelle del Messico e del Perù1. La laguna delle ricchezze fu rappresentata in una mappa di Fernão Vaz Dourado come la sorgente di tutti i bacini idrografici brasiliani. La montagna di Sabarabuçu era invece individuata in un territorio a est della linha de Tordesilhas, ed era descritta come una “Serra Splendente, immaginata dai portoghesi del cinquecento come una montagna d’oro sperduta nell’entroterra brasiliano, coronata da una cresta rocciosa di smeraldi.” (BERTRAN 1994, pag.39).
1
Nelle Ande spagnole la leggenda dell’Eldorado descriveva un regno perduto dove: “il capo tribù abitava in case con il tetto dorato e dipingeva il suo corpo d’oro bagnandosi in un famoso lago, detto Dourada, do Ouro, o anche Eupana, Paitity, Xaraiés e Vupabuçu, nomi di origine differente, alcuni spagnoli, altri indigeni o portoghesi per evocare lo stesso mito.” (BERTRAN 1994)
Gabriel Soares de Souza, latifondista baiano e autore di uno studio sul BrasIle dell’epoca, il Tratado Descritivo do Brasil, morì nel 1592 mentre cercava la montagna dorata. Se alle leggende di Paraupava e Sabarabuçu si aggiunge la necessità di procurare schiavi indigeni per le piantagioni del Nordest, abbiamo le condizioni che hanno dato inizio a diverse spedizioni esplorative verso il Brasile più interno. Dopo un periodo di frustrazione dovuto all’apparente assenza del minerale prezioso in
L’isola Brasile e il Lago Dourado, che da origine ai bacini idrografici brasiliani nella visione di Fernão Vaz Dourado, 1570 (BERTRAN 1994, pag.41).
27
La corsa all’oro, Popolazione del Brasile in migliaia di abitanti (SCHMIDT 2005, pag. 262).
Brasile, alla fine del XVII secolo, viene finalmente trovato l’oro nella regione della futura Capitania di Minas Gerais (fondata nel 1720). Subito dopo viene rinvenuto il minerale anche a Cuiabá (1718) e Vila Boa (attuale Goiás, 1726): inizia così la febbre dell’oro in Brasile. La popolazione del Brasile in questo periodo cresce rapidamente (se all’inizio del 1700 era di 350.000 abitanti, passò a 3.300.000 abitanti in appena un secolo) e anche molti europei si stabiliscono nei nuovi insediamenti e villaggi che vengono fondati nel frattempo. L’interesse per l’oro di Minas Gerais fu la causa di diversi conflitti, che culminarono con la Guerra dos Emboabas (1708). Lo scontro contrappose da un lato i desbravadores vicentinos, gruppo formato dai bandeirantes di San Paolo, che per primi avevano scoperto la regione dell’oro e rivendicavano quindi l’esclusività nell’esplorazione, e dall’altro lato un gruppo eterogeneo composto da portoghesi e immigrati da altre parti del Brasile, soprattutto da Bahia, soprannominati emboabas dai paulisti, tutti attratti nella regione dalla febbre dell’oro.
28 Dopo essere stati sconfitti, i bandeirantes di San Paolo partirono alla ricerca di nuove fonti di oro spingendosi nell’entroterra brasiliano, menzionato in molti miti come fonte inesauribile del minerale.
LE BANDEIRAS Alcune spedizioni esplorative si erano spinte nell’entroterra brasiliano, già nel XVI secolo. La prima fu quella di Domingo Luís Grou e Antônio Macedo (1590 – 1593). Dopo questa altre spedizioni sono passate per la Regione dell’attuale Distretto Federale, ma nessuna è stata di impatto per la formazione del territorio attuale. Le bandeiras più importanti per la conoscenza dell’entroterra brasiliano furono quelle di Bartolomeu Bueno da Silva. Nella sua prima spedizione a seguito del padre Francisco Bueno, che partì da San Paolo nel 1682, attraversò il territorio dell’attuale Goiás e si spinse fino al fiume Araguaia. Nel viaggio di ritorno la spedizione si imbattè in un villaggio indigeno del popolo di Goyá. La leggenda racconta che il popolo fosse riccamente agghindato con lamine d’oro ma che si rifiutasse di indicare la provenienza del prezioso metallo.
Percorso della spedizione esplorativa di Domingo Luís Grou e Antônio Macedo (1590-1593), la prima ad addentrarsi nell’interno del Brasile (BERTRAN 1994, pag.43). È stata segnata in rosso la localizzazione approssimativa di Planaltina/DF.
29 Bartolomeu Bueno da Silva diede allora fuoco a una ciotola di acquavite, affermando che se non gli fosse stata rivelata la fonte del minerale avebbe dato fuoco a tutti i fiumi e le sorgenti. Meravigliati e spaventati, gli indigeni rivelarono la fonte dell’oro e battezzarono l’esploratore Anhangüera (vecchio diavolo, spirito maligno). Nel 1722, 40 anni più tardi, Bartolomeu Bueno da Silva (figlio) partì da San Paolo con l’intento di addentrarsi nuovamente nelle regioni dell’entroterra che aveva attraversato con il padre. La spedizione, che durò tre anni, esplorò l’entroterra alla ricerca di antichi siti. Non ne incontrarono ma fondarono un nucleo insediativo chiamato Barra, che nel 1727 fu trasferito sulle rive del fiume Vermelho con il nome Arraial de Sant’Anna, in seguito ribattezzato Vila Boa de Goyaz, e che oggi è la città di Goiás.
Spedizione esplorativa di Anhangüera, evidenziato Rio Vermelho (blu), (VIEIRA 2010, pag.262)
GLI ARRAIAIS E LE STRADE DEL PLANALTO CENTRAL NEL XVIII SECOLO La costruzione dei primi arraiais è legata alla scoperta dell’oro. Inizialmente questi erano accampamenti provvisori con edifici
30
con coperture di paglia, costruiti vicino ai luoghi dove veniva estratto il minerale; questi campi erano organizzati in maniera abbastanza ordinata, con strade che portavano alle miniere e che permettevano la circolazione tra le case dell’accampamento. All’interno dell’ arraial ci poteva essere una cappella per il culto religioso. In un secondo momento, gli arraiais che conobbero un periodo di attività mineraria più duraturo, che assunsero la posizione amministrativa di capitale o che con l’esaurimento delle miniere mutarono la loro economia in attività agricole, cominciarono a presentare un’ architettura differente che definiva un nuovo spazio urbano con caratteri di permanenza. I primi arraiais che sono stati fondati all’inizio del XVIII secolo nella regione centrale del Brasile definiscono due momenti dello sviluppo urbano, come rappresentato nella tabella “Sviluppo Urbano del Planalto Central nel XVIII secolo”. Elaborazione mappa della Capitania di Goiás con individuazione rotte coloniali.
31
SVILUPPO URBANO DEL PLANALTO CENTRAL NEL XVIII SECOLO PRIMA FASE Periodo
Nome originario Arraial da Barra
1726 - 1729
Attualmente Città
Stato
Buenolândia
Goiás
Arraial do Ferreiro Arraial de Ouro Fino
Goiás Cidade de Goiás
Arraial de Sant’Ana
Goiás Goiás
SECONDA FASE Periodo
1731 - 1739
Nome originario
Attualmente Città
Stato
Arraial de Natividade
Natividade
Tocantins
Arraial de Crixás
Crixás
Goiás
Arraial da Anta
Faina
Goiás
Arraial de Santa Cruz
Santa Cruz de Goiás
Goiás
Arraial de Meia Ponte
Pirenópolis
Goiás
32 La necessità di amministrare le nuove terre e la grande distanza da San Paolo, giustificò la creazione della Capitania di Goiás, che diventò capitania indipendente per autorizzazione dell’ 8 novembre del 1744, con Vila Boa (attuale città di Goiás) come capitale. Le strade stabiliscono con gli insediamenti relazioni di sostentamento e occupazione. Gli arraiais vengono costruiti lungo il percorso di queste e la fruizione e manutenzione delle strade dipende dal popolamento del territorio. Le strade che passavano per la Capitania di Goias formavano una struttura viaria che, a partire da piccole ramificazioni si incanalavano in due linee principali: una da Nord a Sud e l’altra da Est a Ovest, che legavano il territorio goiano con le capitanie circostanti. E’ importante esaltare la natura dinamica di questi percorsi:
“Tuttavia, alcune opinioni sono più certe rispetto ad altre. Ad esempio, si presume che i percorsi più antichi del Brasile sono precedenti al processo di colonizzazione lusitana all’ interno dell’ antica colonia. Secondo questo punto di vista, la complessa rete di
Prima rappresentazione iconografica della Capitania di Goiás, dove sono raffigurati quasi tutti gli accampamenti costruiti per l’estrazione dell’oro nel XVIII secolo, collocati lungo i corsi d’acqua. Il rettangolo disegnato successivamente, individua la zona dell’attuale Distretto Federale (VIEIRA 2010).
33 sentieri tracciata dagli indios nomadi fu la matrice fondativa, in molti casi, di strade coloniali. Dall’altro lato, i recenti progetti che incentivano lo sviluppo turistico nella regione dell’oro di Minas Gerais (attuali Ouro Preto, São João Del Rei, Mariana, Sabará e Diamantina), hanno consolidato la denominazione di “Estrada Real” per le diverse rotte che collegavano questa regione con il litorale.
Strada coloniale in prossimità di Pirenopolis (VILLA REAL 2008).
Queste strade hanno sicuramente orientato il processo di occupazione coloniale. Tuttavia, un aspetto che può essere rilevato è la sua innegabile variabilità. Una specie di caratteristica generale e intima di questi percorsi, che abbiamo scoperto attraverso i dati teorici raccolti in ricerche storiche, analisi di documenti, testimonianze e interpretazioni di esperti del tema. Quindi cerchiamo di identificare i percorsi più utilizzati e i nomi più comuni, senza dimenticare che ci sarà sempre la possibilità di cambiare la denominazione utilizzata e i tracciati proposti, a partire da nuovi studi e documentazione appropriata.” (MAGALHÃES 2008, pag.25).
34
1.2.2 L’ESAURIMENTO DELLE MINIERE E IL PERIODO DELL’AGRICOLTURA DI SUSSISTENZA La conclusione del ciclo dell’estrazione mineraria portò alla drastica diminuzione dei trasporti di prodotti di rifornimento nelle zone di estrazione e all’isolamento delle località della Capitania di Goiás: “L’ oro e i diamanti durano un secolo scarso. Sono state bucate montagne, modificati i corsi d’acqua e, passata la febbre, è rimasto l’impianto delle città coloniali, i campi e gli allevamenti di bestiame.” (BERTRAN 1994, pag. 20). All’inizio del XIX secolo, era diventato molto costoso rifornire questa regione, l’aumento del prezzo dell’ oro portò ad un aumento del prezzo dei prodotti che diventano inaccessibili. Il Planalto Central e le altre regioni di Goias furono praticamente abbandonate e i flussi attraverso il territorio diventarono sempre più rari. Si cominciò così a delineare una nuova geografia della Regione. Uno dei motivi di disinteresse nello stabilire relazioni commerciali tra la Capitania di Goias e il Sudest erano le condizioni delle strade coloniali, la
35 viabilità tra un luogo e l’altro era poco sicura, e diventando l’esportazione difficile venivano alzati i prezzi dei prodotti provenienti da Goias. Quei prodotti che riuscivano a raggiungere i grandi centri non venivano comprati perchè troppo cari. Concludere affari solo con il nord della colonia ha portato a grandi perdite per gli agricoltori del Planalto Central e delle altre regioni a nord di Goias. Il ciclo agricolo di Goiás nel XIX secolo rappresenta bene la sorte di tutta la capitania e del Planalto Central, in questo periodo. La suddivisione del territorio non era più semplicemente regioni minerarie e regioni agricole ma la divisione si stabiliva tra una regione in cui era prevalente l’allevamento, e una regione in prevalenza agricola, separati territorialmente in Nord e Sud di Goiás. Nel 1809 la Capitania di Goiás fu ufficialmente divisa in Comarca del Sud e Comarca del Nord. La parte meridionale aveva la sede in Vila Boa, e fu chiamata Comarca de Goiás, formata da sei julgados.
36 La Comarca del Nord era divisa in otto julgados e si chiamava Comarca de São João das Duas Barras, e fa parte del territorio che forma l’attuale stato di Tocantins. I municipi che hanno formato il Distretto Federale e il suo intorno sono rimasti prossimi ai confini tra Comarca del Nord e del Sud. Con la costruzione di Goiânia e Anápolis, il sud goiano si strutturò per soddisfare il mercato del SudEst, annullando l’influenza regionale delle antiche città minerarie. La posizione geografica di Pirenópolis, che aveva favorito la città nell’epoca della mineralizzazione, diventò un impedimento per lo sviluppo dell’attività di allevamento del bestiame. Furono incentivati alcuni tentativi di produzione di canna da zucchero nella regione, ma nessuno ebbe un successo duraturo. L’unica città che non fu danneggiata e che attrasse un grande flusso di popolazione in questo periodo, fu Couros (attuale Formosa), che non dipendeva dall’attività di estrazione, e aveva già sviluppato un’ attività di commercio e allevamento di bestiame.
Capitania di Goiás nel 1809 , Comarca del Norte e del Sul (PESSOA DE QUEIROZ 2007, pag.70).
37 Nel 1906, con la creazione della Companhia Estrada de Ferro Goiás (la ferrovia), è iniziato, effetivamente, il processo di integrazione con il Sudest del paese. “Le origini di questa trasformazione sono tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, quando con l’incremento delle coltivazioni di caffè l’economia assunse una nuova configurazione. Questo fatto, unito alla conseguente espansione dell’agricoltura, trasformò lo stato di Goiás in un’area promettente, che più tardi si dimostrò essenziale nella produzione di alimenti per il mercato nazionale. Da qui la costruzione della ferrovia che integrò lo stato nel mercato brasiliano, oltre a consentire l’aumento dell’occupazione.” (PESSOA DE QUEIROZ 2007, pag.157-158).
1.2.3 IL TRASFERIMENTO DELLA CAPITALE DEL BRASILE NEL PLANALTO CENTRAL Se alla fine del ciclo minerario, la Capitania di Goiás era grossomodo divisa in due regioni, rappresentate dalla Comarca del sud e del nord di Goiás. Nel XX secolo, dopo la costruzione di Goiania ma soprattutto della nuova capitale Brasilia, venne modificata la configurazione territoriale
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del Planalto Central e di tutta la regione del Centro-Ovest. Si sono sviluppate nuove forme di uso del territorio, molte regioni sono scomparse e nuove sono state configurate. Il trasferimento della capitale da Rio de Janeiro al centro del Brasile non fu semplice. Ci vollero circa due secoli di proposte, discussioni, spedizioni esplorative, speculazioni prima di concretizzare il cambio della capitale con la costruzione della città di Brasilia. La centralizzazione del potere nazionale è stata sostenuta da diversi personaggi importanti, sorse il movimento mudancista, e furono organizzate diverse spedizioni per valutare le condizioni geografiche, la possibilità e potenzialità del trasferimento della capitale.
LA MISSÃO CRULS E IL RELATÓRIO BELCHER La missione esplorativa del Planalto Central del Brasile guidata da Luiz Cruls fu approvata dal Congresso nel 1892 e aveva come obiettivo la conoscenza di questo territorio, per identificare il sito più opportuno per la
39 costruzione della nuova capitale. Il risultato di questa esplorazione è la prima mappa del Planalto Central in cui è identificato il Quadrilatero Cruls, area rettangolare che, per la prima volta, ha ricevuto la denominazione di Distretto Federale.
Ponte sopra il Rio das Almas, Pirenópolis. Comissão Cruls, valutazioni di salubrità (PESSOA DE QUEIROZ 2007, pag.86).
Tra i vari studi scientifici condotti dalla missione, che si occupano del clima, topografia, flora e fauna sono di particolare rilevanza quelli condotti sui corsi d’acqua: la ricchezza di risorse idriche ha infatti catturato l’attenzione dei membri del comitato e quest’area è stata identificata come la più appropriata per ospitare la capitale federale. In realtà furono prese in considerazione anche antiche città presenti sul territorio, come ad esempio Pirenopolis, che fu però scartata per motivi di insalubrità. Nel giugno 1894, dopo i risultati positivi ottenuti dalla commissione, Cruls fu nominato a presiedere la Commissione degli studi per la nuova capitale. Ci fu una seconda esplorazione con indagini più dettagliate nell’area del quadrilatero individuato per definire la migliore localizzazione per la città. I lavori della seconda missione
40 terminarono nel 1986 ma per motivi politici il trasferimento della capitale fu temporaneamente sospeso. Nel secondo decennio del Novecento, si rinnova l’interesse per il trasferimento della capitale nel Brasile centrale e nel 1922, anno del centenario dell’indipendenza del Brasile, fu posata a Planaltina (allora città dello stato di Goiás) la Pedra Fundamental della futura capitale. Il secondo studio rilevante sul territorio del Planalto Central prima della costruzione di Brasilia è la Relazione redatta nel 1948 dalla Commissione degli Studi per la Localizzazione della Nuova Capitale del Brasile, guidata dal colonnello Poli Coelho, che ampliò il quadrilatero proposto dalla Commissione Cruls. Più tardi, nel 1954, fu avviato un’ulteriore studio da un’impresa americana, la Donald J. Belcher Associates, che elaborò la relazione tecnica conosciuta come Relatório Belcher con i rilievi necessari per la definizione precisa della capitale. Lo studio si occupava del territorio del Retangulo do Congresso (un’area di 52.000 chilometri quadrati che era stata individuata dal Congresso).
Quadrilatero Cruls, Retangulo Belcher e cinque siti selezionati (PESSOA DE QUEIROZ 2007, pag.91).
41 Questa regione fu suddivisa in diciotto quadriculos accuratamente studiati e la relazione finale presenta la mappa generale del rettangolo con i cinque siti definitivi evidenziati con colori differenti (Marrone, Verde, Rosso, Giallo e Blu). Questo studio ha raccolto materiali sufficienti non solo per la pianificazione della città di Brasilia, ma di tutta la regione all’interno e intorno al DF.
DAL PLANO PILOTO DI LUCIO COSTA AGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO DEL DF Il Progetto di Lucio Costa per la nuova capitale vince il concorso indetto per il progetto della nuova capitale del Brasile e fa da volano alla pianificazione di tutta la regione. La prima idea era quella di rafforzare il nucleo centrale della città (Plano Piloto), e solamente dopo il raggiungimento dei 500.000 abitanti, occuparsi della pianificazione di città satellite. Tuttavia, i quasi 70.000 lavoratori che costruirono Brasilia, i candangos, vivevano già prima dell’inaugurazione della capitale (1960) in città satelliti perché espulsi dal Plano Piloto come persone “indesiderabili”.
42 Successivamente si mostrò l’esigenza di contenere la crescita della città e di creare nuclei urbani periferici all’interno del tessuto del Distretto Federale. Il criterio di pianificazione territoriale adottato fu quello di individuare le città satellite fuori dal bacino del Lago Paranoá (fanno eccezione il Núcleo Bandeirante e Guará), per preservarne l’ecosistema naturale. Si pensò così che il Plano Piloto e le città satellite sarebbero stati sufficienti per organizzare la struttura dell’occupazione del Distretto Federale ma negli anni settanta ci fu un forte aumento demografico e sempre più persone si stabilirono nel DF e nelle città circostanti. “Le misure poco efficienti prese dallo stato nella conduzione del processo di immigrazione, che si ebbe tra il 1960 e il 1970 nel DF e più tardi nei territori limitrofi, sono uno dei fattori che spiegano l’occupazione disorganizzata del suolo in questa regione, che è una delle principali caratteristiche dell’attuale configurazione del territorio regionale, non molto differente dalla realtà che si incontra nelle grandi città del paese. (...) Il basso investimento in infrastrutture sociali,
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principalmente in salute, abitazione, educazione e impiego segregò, socialmente e anche spazialmente, una gran parte della popolazione della regione dell’intorno, specialmente nei municipi più prossimi al DF e in alcune di queste località.
Brasília, veduta do Eixo Monumental dalla Torre della Televisione.
Il governo, che intervenne in maniera contraddittoria nell’occupazione del suolo del DF, a volte incoraggiando, altre combattendo l’occupazione, ha iniziato ad agire negli anni Settanta, nel tentativo di attenuare le disparità socioeconomiche che erano latenti nella regione. (…) Le disparità tra Brasilia, le sue zone e l’intorno non diminuiranno negli anni Novanta. In realtà sono diventate più preoccupanti a causa dell’uso incontrollato del suolo per la costruzione di settori abitativi di bassa qualità. Il mito di Brasilia come Eldorado fece si che il flusso di migrazione rimanesse continuo per alcuni municipi dell’intorno. La regione diventò “terra di nessuno” poichè i suoi problemi non interessavano ne il governo del DF ne quello di Goias.” (PESSOA DE QUEIROZ 2007)
44 Nel 1977, quando il Plano Estrutural de Ordenamento Territorial – PEOT, fu approvato, il distretto Federale aveva registrato i più alti tassi di crescita della popolazione. La finalità principale del PEOT era quella di proporre un’occupazione equilibrata del DF, individuando alternative per le aree di espansione urbana, con il fine di eliminare gradualmente la struttura polinucleata e costruire un tessuto urbano che minimizzasse i costi di mobilità e infrastrutturazione. Le mappe del PEOT identificarono le aree più favorevoli per l’urbanizzazione tentando di conciliare l’uso del suolo con le condizioni migliori per i servizi di infrastruttura urbana. A questo scopo furono previste aree di conservazione, preservazione e dinamizzazione, furono stabilite le aree di espansione urbana direzionando la residenza e le attività istituzionali verso le aree prossime a Taguatinga e furono prodotte mappe per la preservazione dell’ambiente con particolare attenzione ai Bacini Paranoá, São Bartolomeu e Descoberto. Successivamente nelle mappe elaborate nel 1985 per il Plano de
45 Ocupação Territorial do Distrito Federal – POT, le intenzioni del PEOT sono state consolidate, dettagliate e completate nella restante parte del territorio. La grande novità del piano è la strutturazione di un sistema di pianificazione territoriale che prevede un Conselho Consultivo Superior de Planejamento in grado di rappresentare le varie componenti della società. Il POT, anche se non fu mai stato approvato a causa dei cambiamenti nella struttura del Governo del Distretto Federale, fu preso come spunto per l’elaborazione dei piani successivi per il Distretto Federale. Nel 1986, in concomitanza con l’elaborazione del documento Brasília Revisitada, venne formulato il Plano de Ocupação e Uso do Solo – POUSO, entrato in vigore solamente nel 1990. L’importanza di questo piano sta nella definizione e delimitazione del territorio del Distretto federale in due categorie: Suolo Urbano e Suolo Rurale. Il territorio fu suddiviso in zone con regole differenti di uso e occupazione del suolo che variano dalla parcellizzazione tipicamente urbana alla definizione di aree di protezione e
46 preservazione ecologica: Zone Urbane (ZUR), Zone di Espansione Urbana (ZEU), Zone di Destinazione Mista (ZDM), Zone soggette a Restrizioni nell’Occupazone (ZOR), Zone di Interesse Ambientale (ZIA) e Zone Rurali (ZRU). Nel 1988 fu promulgata La Costituzione Federale che rese obbligatorio il Piano Regolatore per tutte le città con più di 20.000 abitanti. In seguito, nel 1990, fu elaborato un altro piano dal CAESB (Companhia de Saneamento Ambiental do Distrito Federal) il Plano Diretor de Águas e Esgotos e Controle da Poluição Hídrica do Distrito Federal, che si focalizzava sull’uso e occupazione del suolo del Distretto Federale. Finalmente nel 1991 si stabilirono le condizioni politiche per realizzare il Plano Diretor de Ordenamento Territorial – PDOT. Questo piano si occupò delle zone urbane e rurali appoggiandosi sugli studi socioeconomici, demografici e sulle risorse idriche affrontati nel piano del CAESB. Le mappe mostrano di nuovo il modello polinucleato e consolidano la bipolarità tra Plano Piloto e Taguatinga
47 considerate come centralità complementari. L’individuazione di una linea metropolitana nella direzione Plano Piloto, Guará, Taguatinga, Ceilândia e Samambaia determinò un nuovo vettore di crescita e venne creato un nuovo asse di conurbazione verso Samambaia, Recanto das Emas, Gama e Santa Maria. Il PDOT/92 istituì il Sistema de Planejamento Territorial e Urbano do Distrito Federal – SISPLAN, il Sistema de Informações Territoriais e Urbanas do Distrito Federal – SITURB e il Conselho de Planejamento Territorial e Urbano do Distrito Federal. Questi organi contribuirono allo sviluppo e al miglioramento della cartografia e dei suoi studi complementari. In ultimo fu stabilito il decentramento delle azioni di pianificazione e ogni Regione Amministrativa era tenuta a elaborare il suo Plano Diretor Local PDL. Nel 1995 una nuova realtà politicoamministrativa decise di elaborare un nuovo Piano Territoriale che integrasse i PDL locali. Fu così che con la Legge Complementare nº 17, de 28 di gennaio 1997 fu approvato il Plano Diretor de Ordenamento Territorial – PDOT/97. Le mappe di
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piano confermano l’occupazione prioritaria sull’asse ovest/sud-ovest con l’intenzione di incrementare gli investimenti in infrastrutture urbane già esistenti. Viene inoltre individuata l’area sud-est come quella con il maggior numero di insediamenti irregolari e che necessita quindi di un maggior controllo. La concentrazione di attività e servizi nel Plano Piloto aveva creato disequilibrio nell’ordine territoriale del Distretto Federale, il PDOT/97 ha cercato quindi di rafforzare l’autonomia e la centralità delle altre città del DF in modo da aumentare la dinamicità dei centri urbani. La grande innovazione del piano è stata la flessibilizzazione degli usi e delle attività nelle Regioni Amministrative che si trovavano al di fuori del perimetro di protezione del Plano Piloto. Questa azione favorì nuove attività economiche e dinamizzò le 33 Aree di Sviluppo Economico – ADEs, esistenti nel territorio del DF. Il piano attualmente in vigore è il PDOT del 2009 le cui direttrici sono analizzate in maniera più specifica nel Capitolo 3.
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1.3 UNA RETE STORICO-CULTURALE TRA IL DF E IL SUO INTORNO: IL RECUPERO DELLE ANTICHE ROTTE COLONIALI La storia recente del Distretto Federale ha quasi completamente cancellato la memoria dell’occupazione di questo territorio prima della costruzione di Brasilia. Si legge nelle relazioni di Kubitschek, Presidente del Brasile all’epoca del trasferimento della capitale, l’intenzione di omettere la storia del Planalto Central, per rafforzare l’idea di una città moderna costruita dal nulla, in un territorio vergine che viene, per la costruzione di questa grande opera urbanistica, riplasmato dall’uomo. Oggi il Distretto Federale rivendica il suo passato e ha bisogno di recuperarne la memoria per ripristinare legami storico-culturali con il resto del Planalto Central.
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1.3.1 LE “ROTTE CULTURALI” COME PATRIMONIO Nel 1994 a Madrid si è tenuto un incontro di esperti dove è stato discusso il concetto di “rotta o itinerario culturale” con l’obiettivo di capirne le caratteristiche, dimensioni e categorie, ampliando la possibilità di candidatura per la lista del patrimonio mondiale UNESCO. “Una rotta culturale è costituita da elementi tangibili il cui valore culturale è dato dagli scambi e dal dialogo interdisciplinare tra paesi e regioni, e che dimostrano l’interazione di movimento, attraverso la rotta, nello spazio e nel tempo.” (UNESCO 1994). Il primo itinerario iscritto al Patrimonio Unesco è stato quello della rete di strade di pellegrinaggio che fanno parte del Cammino di Santiago de Compostela. Da allora sono stati fatti diversi tentativi di identificazione di altri esempi di questa “nuova” categoria. Attualmente ci sono altre due rotte iscritte alla lista UNESCO: la Rotta dell’Incenso nel deserto del Negev, e la rotta di pellegrinaggio che attraversa i territori sacri lungo la catena montuosa Kii, in Giappone.
51 “La considerazione degli Itinerari Culturali come nuova categoria patrimoniale si armonizza con le altre categorie dedicate e riconosciute. Le riconosce e le valorizza arricchendo il loro significato in un quadro integratore, multidisciplinare e condiviso. Non si confonde neppure con altre categorie e tipi di beni (monumenti, città, paesaggi culturali, patrimonio industriale, ecc.) che possono esistere al proprio interno. Le collega nell’ambito di un sistema unito e le mette in relazione in una prospettiva scientifica che porta ad una visione plurale, più completa ed esatta della storia. Favorisce non soltanto la comprensione e la comunicazione tra i popoli, ma anche la cooperazione per la conservazione del patrimonio.” (ICOMOS 2008).
1.3.2 LA STRADA REALE DI BAHIA Nella descrizione della Capitania di Goiás e di tutto quello che è degno di nota fino al 1783 (SOUZA1819), Souza e Silva parla di quattro Estradas Reais (Poente, Norte, Nascente e Sul), ma tralascia parte del percorso della Estrada do Nascente che, biforcandosi in corrispondenza di Meia Ponte, (attuale Pirenopolis) dava origine alla
52 Strada Reale per Bahia. Nella carta al lato, l’autore Wilson Vieira Júnior evidenzia in verde la parte del percorso tralasciata da Souza e Silva. E’ importante ricordare che non vi era nessuna strada ufficiale e immutabile ma le città e le loro connessioni potevano modificarsi e di conseguenza cambiava la configurazione delle strade coloniali. La regione dell’attuale Distretto Federale era quindi in passato attraversata dalla Strada Reale per Bahia, (biforcazione della Estrada do Nascente) ma la memoria di questo tracciato è andata quasi del tutto perduta. Nella tavola “Insediamenti lungo le strade do Nascente e da Bahia” a pag. 37 sono evidenziati gli insediamenti che rappresentavano i nodi della Estrada do Nascente e della sua biforcazione per Bahia (Estrada da Bahia). Le principali città della rotta sono: Arraial da Barra, Cidade de Goiás, Jaraguá, Pirenópolis, Corumbá, Santo Antônio do Descoberto, Luziânia, Planaltina/DF e Formosa. Tra le città individuate, due sono tutelate per il loro valore storicocultural: la città di Goiás, protetta a livello mondiale dall’ UNESCO, e
Principali rotte coloniali XVIII secolo (VIEIRA 2010, pag.27)
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55 Pirenópolis, protetta a livello nazionale dall’ IPHAN. Tutte sono state fondate nel XVIII secolo e la loro origine è legata allo sfruttamento dell’oro nella regione del Planalto Central. Le uniche città che non erano centri per l’estrazione dell’oro sono Formosa, che era un importante polo commerciale di bestiame e pelli e Planaltina/DF, importante luogo di transito. Insediamenti lungo le strade do Nascente e da Bahia, sovrapposizione con suddivisioni amministrative attuali.
Quest’ultimo insediamento è inoltre l’unico all’interno dei limiti del quadrilatero del DF ed è quindi la città più antica del Distretto. Tutta la regione della Estrada do Nascente e do Bahia ha subito profondi cambiamenti, tra i quali la crescita demografica e il cambio di destinazione d’uso del territorio. Per quanto riguarda le città delle rotte coloniali nel Planalto Central Magalhães & Eleutério affermano: “Una prima importante osservazione da fare riguarda i bassi Indici di Sviluppo Umano (IDH), trovati attraverso analisi delle realtà socioeconomiche delle città studiate. Questo indice caratterizza una specie di congelamento storico profondo , da quando si parlava del fantastico oro di goyazes che, nell’immaginario
56 del XVIII secolo, era descritto come una montagna d’oro, come un colle di smeraldi, o un lago dorato circondato da abitazioni indigene con i tetti dorati. Tutto questo faceva parte dell’idea dell’Eldorado pieno di ricchezze. Tuttavia, dopo tre secoli di occupazione della regione, la triste situazione economica delle città denunciava una crisi socioeconomica che si rifletteva in ignoranza e delusione. Questa contraddizione , in qualche modo, nasconde o nega le vecchie storie di paradisi terrestri” (MAGALHÃES 2008, pag.18). Nell’ottica della salvaguardia dei valori storico-culturali del Planalto Central, è necessario recuperare la memoria di questo antico tracciato valorizzando i nodi di questo percorso. Questa operazione, andrebbe a creare una nuova rete storico-culturale che legherebbe il Distretto Federale e il territorio circostante.
1.3.3 LA RIQUALIFICAZIONE DI PLANALTINA COME TASSELLO PER IL RECUPERO DELLA ESTRADA DO NASCENTE E DA BAHIA. La caratteristica più interessante del recente tema delle “Rotte culturali” è il fatto di trattare il patrimonio a scala
57 regionale. Un solo sito storico ha meno impatto rispetto a tutto il centro storico e ancora di meno rispetto ad un intero gruppo di città. Allo stesso tempo, quanto più grande è l’area analizzata, più è difficile la pianificazione, organizzazione, mobilitazione e gestione di tutto il programma. Per poter creare un itinerario che ripristini il valore dei collegamenti tra le varie città che si trovavano sulle strade coloniali in questione, che condividono simili caratteri storici, economici e sociali, bisogna prima di tutto riconoscere e promuovere il valore storico-culturale delle singole città che rappresentano i nodi del percorso. Se questi nodi sono deboli non si riuscirà mai a metterli bene in connessione. Durante il lavoro di ricerca sulle città lungo il percorso della Estrada do Nascente e da Bahia sono state riscontrate alcune problematiche che devono essere affrontate prima di poter pensare a un programma comune: – Basso HDI (Indice di sviluppo umano) delle città; – Patrimonio a rischio e mancanza di manodopera specializzata nel recupero;
58 – Carenza di un sistema di pianificazione che integri nei suoi programmi il tema della conservazione; – Ignoranza dei legami storici e culturali tra le città; – Assenza di bibliografia, ricerche e pubblicazioni sulla storia e il patrimonio della regione; – Trasporti non efficienti; – Comunicazione amministrativa difficile tra il DF e lo stato di Goiás. Tra le città della rotta quella più a rischio di perdita di identità storicoculturale è sicuramente Planaltina, l’unico insediamento tra quelli considerati all’interno dei confini del DF. La storia di questa antica città coloniale è stata riscritta con la costruzione di Brasilia: i suoi confini sono stati allargati rapidamente e la maggior parte della popolazione che ora abita nel suo territorio (per la maggior parte immigrati da altre regioni nel periodo della costruzione della nuova capitale), non riconosce il valore storico della città. Nonostante le evidenti modifiche che hanno fatto perdere molto del patrimonio materiale di origine coloniale di Planaltina, la città rappresenta un nodo importante per
59 la ricostruzione dell’antico percorso delle Strade Reali perché trovandosi all’interno della parte più “moderna” del Planalto Central farebbe da volano al ripristino di antichi legami tra il territorio del DF e le zone limitrofe.
Insediamenti lungo le Estradas do Nascente e da Bahia.
2. CARATTERI DEL TERRITORIO DI
PLANALTINA, LA MAE DI BRASILIA
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2.1 CRONOLOGIA DI BASE
indios
1722 Parte da San Paolo la bandeira di Bartolomeu Bueno da Silva, o Anhanguera, che scopre giacimenti auriferi nel Brasile centrale. 1770 Cominciano ad esaurirsi le miniere nella regione di Planaltina e i minatori iniziano a trasferirsi verso zone che offrono condizioni migliori di vita e sussistenza. 1780 In questo periodo probabilmente il fabbro chiamato Mestre dâ&#x20AC;&#x2122;Armas si stabilisce nellâ&#x20AC;&#x2122; area di Planaltina.
bandeirantes
1810 Epidemia nella regione di Mestre dâ&#x20AC;&#x2122;Armas, gli abitanti fanno il voto di donare a Sao Sebastiao un terreno in cui, in cambio della guarigione, sarebbe stata costruita una cappella votiva.
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1811 Fondazione dell’ Arraial di Sao Sebastiao de Mestre d’ Armas. 1838 Aperta una nuova strada che collega Couros e Santa Luzia passando per Mestre d’ Armas, che quasi un secolo più tardi viene trasformata in strada carrabile.
bandeirantes
1859 19 agosto- creato il Distretto di Mestre d’Armas, che per legge era sotto al municipio di Formosa. Questa più tardi venne presa come la data ufficiale della fondazione della città. 1891 19 marzo- Il Distretto di Mestre d’Armas viene elevato alla categoria di Vila diventando indipendente da Formosa.
1892 9 agosto- la Commissione Cruls arriva a Goias. Creazione del primo Consiglio municipale. Proposta di trasferimento del cimitero intorno alla chiesa in un altro luogo, poiché non in grado di ospitare altre tombe.
fazendeiros
65 1893 Costruzione cimitero. Viene dato un nome alle strade e alle piazze della Vila: Rua Bernardo Antonio, Rua 15 de Novembro (strada del parco municipale), Rua 13 de Maio (strada della casa per l’istruzione pubblica), Rua 1 de Junho, Largo da Matriz de Sao Sebastiao de Mestre d’ Armas (Piazza della chiesa). Costruzione del ponte sul Rio Mestre d’Armas. 1901 Costruzione cappella nel nuovo cimitero e di due ponti sul Rio Bom Sucesso e Maranhao. 1903 L’ingresso alla città attraverso il ponte sul Rio Mestre d’Armas viene chiamato travessa Goyaz. Vengono dati nuovi nomi ad altre strade e piazze come Rua 29 de Fevereiro e Piazza della Repubblica. 1910 2 luglio - La Vila cambia il nome in Vila de Alta Mir (Alta Miragem, veduta dall’alto).
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1917 14 luglio- La Vila cambia il nome
66 in Vila de Planaltina, come è tuttora conosciuta. 1919 Alcune strade della città cambiano il proprio nome; Rua Senhor Bom Jesus dos Passos diventa Rua Cel Salvador Coelho e Rua 24 de Fevereiro diventa Rua Cel Joao Quirino. 1921 Apertura del tratto dell’ Av. Salvador Coelho tra una piazza e l’altra. 1922 7 settembre- Posa nei pressi di Planaltina della pietra di fondazione della nuova capitale, per ordine del presidente Epitacio Pessoa. 1925 Rifornimento di energia elettrica prodotta da impianti idroelettrici (Empresa Bevinhatti, Salgado e Cia). 1930 Costruzione del Complesso Scolastico Brasil Caiado nella Piazza della Repubblica (Piazza Salviano Monteiro). 1931 Costruzione del Fórum, del Parco Municipale e della Cadeia Pública lungo l’ Av. Mal. Deodoro.
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1938 La Vila di Planaltina viene elevata alla categoria di Città; viene costruita la strada da Planaltina a Corumbà, una pista per aerei, il ponte sul Rio do Arraial Velho e un palco per orchestre nella Piazza Salviano Monteiro. 1946 Arriva nella regione di Planaltina la Commissione di Studio comandata dal generale Poli Coelho con il compito di stabilire in maniera definitiva i confini del Distretto Federale. 1948 Modifica della pianta della città per meglio inquadrare il patrimonio della chiesa di Sao Sebastiao. 1951 Lottizzazione del Bairro Nossa Senhora de Fatima. 1964 Il territorio del DF è suddiviso per la Legge Federale in otto Regioni Amministrative, tra le quali c’è Planaltina.
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1966 Piano di crescita e organizzazione urbana della citta dell’architetto Paulo Magalhaes (in quel periodo
68 amministratore della città); Pianificazione Settore di Integrazione e Vila Burtis. 1971 Progetto del sito dove è collocata la Pedra Fundamental di Brasilia; sono stati aggiunti un parcheggio, marciapiedi, panchine di cemento e un eliporto intorno alla Pietra. 1974 Apertura Museo Storico e Artistico di Planaltina, per la valorizzazione della cultura locale. 1981 Creazione del GT-Brasilia, il Gruppo di Lavoro per la Conservazione del Patrimonio Storico di Brasilia che ha come membri specialisti del Governo del Distretto Federale, dell’ Università di Brasilia e del Ministero della Cultura; il GT riconosce la ricchezza materiale del passato di Planaltina. 1982 Protezione (provvisoria perché nel DF non c’è una legislazione sulla protezione del patrimonio materiale) del Museo Storico e Artistico di Planaltina e chiesa di Sao Sebastiao in quanto patrimonio storico-culturale della città.
brasiliense/ planaltinense
69 1984 Protezione (provvisoria perché nel DF non c’è una legislazione sulla protezione del patrimonio materiale) Pedra Fundamental di Brasilia. 1987 Progetto per la nuova Piazza Salviano Monteiro (architetto Brasil Americo Louly Campos) 2004 Realizzazione di arredo urbano nella Piazza di Sao Sebastiao. 2007 Creata l’ Associação dos Amigos do Centro Histórico de Planaltina che attraverso la promozione della cultura intende salvaguardare il patrimonio storico-culturale della città; elaborazione Plano Diretor Local, redatto parzialmente e mai approvato, a partire dal PDOT/97del Distretto Federale, con l’obiettivo di dettagliare e implementare le sue direttrici per quanto riguarda la Regione Amministrativa di Planaltina.
brasiliense/ planaltinense
2009 25 aprile- Approvata la revisione del PDOT del DF nel quale si fa riferimento all’Asse Storico di Planaltina; la Commissione per la Difesa del
70 Patrimonio Storico, Artistico, Culturale e Paesaggistico di Planaltina, appositamente creata, elabora “La Carta per la Difesa del Patrimonio Culturale di Planaltina-DF” indirizzata ai poteri Federali, Distrettuali, all’IPHAN e al DEPHA. 2012 Inizio lavori per la redazione del Plano de Desenvolvimento Local per Planaltina.
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2.2 CENNI STORICI Nell’ immaginario comune, l’occupazione urbana del DF ha inizio con la costruzione di Brasilia, negli anni Sessanta del novecento. Tuttavia prima della costruzione della capitale erano presenti almeno tre città, che attualmente fanno parte del territorio del Distretto Federale e del suo intorno: Planaltina, Luziania e Brazlandia. Per creare con la costruzione di Brasilia l’ immagine della città moderna creata dal nulla, la memoria di queste città di tradizione goiana è stata cancellata dalla storia ufficiale che è stata scritta per il Distretto Federale e molte delle testimonianze materiali pre-Brasilia sono state dimenticate e in gran parte distrutte. “Di questo Planalto Central, di questa solitudine che presto si trasformerà nella mente che prenderà grandi decisioni nazionali, butto l’occhio ancora una volta sul futuro del mio paese e prevedo quest’ alba, con una fede incrollabile e una fiducia senza limiti sul suo grande destino.” (citazione di KUBITSCHEK, J. in MAGALHÃES 2010, p.230)
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2.2.1 LE ORIGINI DELLA CITTÀ Il popolamento della Regione inizia intorno al 1770 con la fine del periodo della minerazione, e di conseguenza con la migrazione dei minatori verso luoghi che offrivano migliori condizioni di vita. La costruzione della città di Planaltina si inserisce quindi nel contesto brasiliano post-minerazione, che si basa sull’ agricoltura e l’ allevamento come elementi strutturali dell’ economia e sulla donazione di lotti di terra, le sesmarias, da parte della Corona Portoghese, come incentivo alla formazione di nuovi insediamenti. Secondo la tradizione orale, il nucleo di fondazione di Planaltina è stato creato nel intorno al 1780 ad opera di un fabbro, discendente dai bandeirantes, esperto nella forgiatura e riparazione delle armi che colloca la sua officina e un albergo per i viaggiatori in quella zona. Il punto scelto si trovava tra due insediamenti importanti dell’epoca: Arraial de Couros (attuale Formosa), e Santa Luzia (attuale Luziania) e sulla rotta di un’ importante asse di collegamento della regione con il litorale del Brasile, la Strada Reale per Bahia2, che tra Meia Ponte e Couros attraversava la regione a nord dell’attuale Distretto Federale passando
Nel documento Memorie sulla scoperta, il governo, le popolazioni e le cose più rilevanti della Capitania di Goyaz (SOUZA 1819), opera storiografica brasiliana dell’ inizio del XIX secolo, sono descritte sei Strade Reali: Estrada do Nascente, del Sul, del Norte, di Ponente, da Bahia e del Correio do Rio per il GramPará. La prima citata, l’Estrada do Nascente, partiva da Villa Boa in direzione dell’ Arraial do Ferreiro, Ouro Fino e seguendo il Córrego do Jeraguá raggiungeva Meia Ponte dove si biforcava, a Sud in direzione Santo Antonio de Montes Claros, Santa Luzia e Paracatu; e a Nord, dando inizio alla Strada per Bahia, la quale passava per il Contagem de São João das Três Barras, Mestre d’Armas, Couros per poi raggiungere il litorale. Il tratto della strada di Bahia tra Meia Ponte e Couros attraversava quindi la regione a nord dell’attuale Distretto Federale passando per l’Arraial di Mestre d’Armas. 2
73 per il piccolo insediamento. Con la costituzione di questo primo centro tutta la regione comincia ad essere conosciuta con la denominazione Mestre d’Armas (Mastro d’armi).
Estratto della Mapa dos Julgados, nella quale è rappresentato il julgado di Santa Luzia. Si nota la rappresentazione del fiume São Bartolomeu, che fa parte dell’idrografia dell’attuale Distretto Federale, (VIEIRA 2010)
Il territorio aveva carattere rurale ed ospitava piccole proprietà di bestiame e agricoltura di sussistenza. Nel 1810 vi erano sette sesmarias che accoglievano circa 200 famiglie. L’anno seguente afflitti da un’epidemia nella regione, gli abitanti fecero la promessa di donare terre per la costruzione di una cappella votiva in Taipa e copertura di paglia dedicata a Sao Sebastiao, in cambio della guarigione dei suoi abitanti. L’insediamento urbano si forma a partire dalla costruzione della chiesa di Sao Sebastiao e il 20 di gennaio del 1811 viene fondato l’ Arraial di Sao Sebastiao di Mestre d’Armas, formato da poche case prossime alla chiesetta e due o tre strade per il lavoro nei campi. Inizialmente il sito apparteneva alla Vila di Santa Luzia (oggi Luziania) e a partire dal 1837 al Julgado di Couros (oggi città di Formosa) . L’amministrazione di Mestre d’Armas era di competenza di una o dell’altra città a seconda del potere dominante. Il 19 di Agosto del 1859 viene creato il Distretto di Mestre d’Armas, che per
74 legge era sotto al municipio di Formosa. Questa più tardi viene presa come data ufficiale della fondazione della città. Nel 1891 il villaggio di Sao Sebastiao di Mestre d’Armas è elevato alla categoria di Vila separandosi definitivamente da Formosa.
2.2.2 IL PERIODO PRE-BRASILIA I primi registri ufficiali sulla conformazione urbana della città di Planaltina sono datati 1892, periodo degli studi della Commissione Esplorativa del Planalto Central (Comissao Cruls), che utilizza la città come punto di appoggio per i suoi studi che durano circa due anni. La Vila Mestre d’Armas era l’unica città che si trovava per intero all’interno dei limiti del quadrilatero della nuova capitale federale. La spedizione comandata da Luiz Cruls aveva l’obiettivo di marcare i probabili confini per il futuro Distretto Federale. Uno di questi sarebbe stato scelto dal Governo. Con la formazione della Commissione esplorativa del Planalto Central o Commissione Cruls, il governo di Floriano Peixoto manifestava la necessità del trasferimento della
Il quadrilatero risultante dagli studi della Commissione Cruls, 1892-1984 , in evidenza l’Arraial di Mestre d’armas, elaborazione nostra immagine presente in (VIEIRA 2010, p.35).
75 capitale e la sua intenzione di costruirla nella parte centrale del Brasile. Il Governo Repubblicano aveva scelto questo luogo perché in posizione mediana, che garantiva un controllo razionale di un paese grande come il Brasile. La Commissione partì dall’antica capitale, Rio de Janeiro, e dopo quasi due mesi di viaggio e un periodo di studio di circa un anno, raggiunse la Vila de Mestre d’Armas. Una sottocommissione si presentò dal Consiglio della Città di Formosa, e in particolare dal Colonnello Valeriano Rodrigues de Castro, per ricevere alcune informazioni preliminari sulla regione. Il Colonnello ospitò la Commissione in un accampamento vicino ad un sua a fazenda Cabeceiras do Rio Torto e mise a disposizione uno dei suoi figli per guidare gli esploratori attraverso la regione. Durante i mesi di permanenza della Commissione nella regione, i rifornimenti necessari per la spedizione erano fatti in Santa Luzia, Formosa e Mestre d’Armas. Anni più tardi, Luiz Cruls presentava al Governo la relazione dettagliata sulla scelta del quadrilatero, che includeva
76 all’interno del suo perimetro quasi tutto il Municipio di Mestre d’Armas. “Riguardo alla mia opinione, già costituita, è con solida e franca convinzione che dichiaro la perfetta salubrità di quest’ampia pianura, e che non conosco nel Brasile centrale un luogo che le si possa comparare. A questa qualità principale del Planalto bisogna aggiungere l’ abbondanza di sorgenti di acqua pura, la ricchezza di fiumi le cui acque raggiungono ampie colline che si alzano con dolci pendenze (dall’ 1 al 5%). Niente lascia a desiderare questo elemento indispensabile per i consumi di una grande città; e per il futuro la regione abbonda di materiale da costruzione” (CRULS 1947, pag.10) All’interno del Relatorio si parla della Vila di Mestre d’Armas: “Campi leggermente collinosi, di ampie dimensioni in tutte le direzioni, ricchi di acqua potabile, con vegetazione rigogliosa, fiumi ricchi di pesci e terreni fertilissimi, la regione di Mestre d’ Armas è una delle più interessanti tra quelle che la Commissione ha esplorato.” (CRULS 1947, p.158-159)
In un’altra parte della relazione il medico-igienista della commissione fa delle osservazioni sulla Vila: “In tutta l’area analizzata, c’è un posto, molto modesto, nel quale ho osservato una zona paludosa. È vicino alla Vila Mestre d’ Armas, sulla strada per le colline del Catingueiro, una pianura umida che accompagna le sinuosità del ruscello che porta lo stesso nome, dove era stato progettato in occasione del nostro passaggio, un nuovo cimitero, contro tutto quello che indicano la scienza e il senso comune; è da notare che la piccola palude scompare perché il corso delle acque è libero, districandosi il letto dai numerosi tronchi di albero e radici che ne limitavano il flusso. Tuttavia, a Mestre d’ Armas non c’è la malaria, e la popolazione, per la maggior parte molto povera, gode di buona salute.” (CRULS 1947, p174-175) Dopo la Missione Cruls, i primi anni del XX secolo sono caratterizzati da iniziative di miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti, con la costruzione di ponti sui fiumi per rendere migliori i collegamenti, la pulizia dei canali di approvvigionamento d’acqua e il ripristino delle strade. Nel 1911, la Vila fu chiamata Alta-Mir (Alta Miragem,
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78 veduta dall’ alto) poiché la sua posizione consentiva una visione privilegiata in qualunque direzione e il 14 di luglio del 1917 acquisisce il nome attuale Planaltina, facendo sempre riferimento alla posizione collinare su cui si trova. Negli anni Venti del novecento la città sperimenta cambiamenti significativi con l’istallazione di impianti idroelettrici e la costruzione di una via carrabile che collegava Planaltina con Ipameri. In questi anni e precisamente il 7 di settembre del 1922, anno del centenario di indipendenza del Brasile, viene posata la Pedra Fundamental della nuova capitale sul Morro do Centenário, nella Serra da Independência, situata a 9 Km dalla città di Planaltina. In questo periodo l’ economia della città era basata sull’ esportazione di charque e sull’ industria conciaria. Nel 1926 vi fu però un’ ondata di maltempo che portò alla chiusura delle concerie e delle imprese che producevano charque e molti abitanti ritrovandosi disoccupati andarono a lavorare nelle fazendas. Solamente le famiglie più abbienti rimasero nel nucleo urbano antico.
79 Gli abitanti di Planaltina non detenevano la proprietà legale dei lotti presenti nel nucleo di fondazione della città, poiché questi erano di proprietà della chiesa. Per dare inizio al processo di legalizzazione di queste proprietà, tra il 1927 e il 1929 il prefetto Deodato do Amaral Louly donò alla Municipalità 200 ettari di sua proprietà perché venissero scambiati con altrettanti nel nucleo antico di Planaltina di proprietà della chiesa. Negli anni Quaranta del novecento non ci furono molte trasformazioni urbane, anche perché in questo periodo si intensificarono i flussi di immigrati verso il sud-est per lo sviluppo dell’industria del caffè in quella regione. L’ interruzione dello sviluppo economico del Planalto Central fu anche in parte dovuto al fatto che si stavano prendendo in considerazione altre regioni per la costruzione della nuova capitale e il Centro-Ovest non era più così attraente per gli immigrati. La costruzione di Goiania, la nuova capitale dello stato di Goias ha portato cambiamenti significativi nelle città della regione come Goias, Pirenopolis e Jaraguà, ma la precarietà dei collegamenti stradali che rendevano difficili i rapporti con la nuova capitale Goiana lasciarono fuori Planaltina da questo quadro di sviluppo.
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2.2.3 TRASFORMAZIONI CON LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA CAPITALE Nel 1945 riaffiora l’idea di costruire la capitale federale nel Planalto Central e la città ospita la Commissione Poli Coelho, che dopo aver effettuato i suoi studi conferma la localizzazione individuata dalla Commissione Cruls e nel 1955 vengono definitivamente determinati i confini del Distretto Federale che interessa un’area di 5814 kmq, comprendendo gran parte del Municipio di Planaltina che diventa Regione Amministrativa del DF perdendo la sua autonomia politica e amministrativa. La restante parte del Municipio rimase ad appartenere allo stato di Goias (attuale città di Brasilinha o Planaltina di Goias). Con la costruzione di Brasilia e l’aspettativa di impiego che generò flussi di immigrati da tutto il paese, sorsero in tutto il DF insediamenti marginali, che cominciarono a costituire un problema economico e sociale. A Planaltina gli immigrati si stabilirono in prossimità del Municipio, nelle terre amministrate dalla Congregazione di San Vincenzo da Paola, nella località oggi chiamata Vila Vicentina.
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Nei dieci anni successivi l’inaugurazione di Brasilia, gli incentivi del governo si concentrarono su altre città satellite, come Taguatinga e Ceilandia e solo nel 1966, durante l’amministrazione dell’ architetto Paulo Magalhaes, Planaltina elaborò un piano di crescita e organizzazione urbana, per supportare i vari cambiamenti che la città subì con il trasferimento della capitale e per ricevere le persone che non potevano stabilirsi nel Plano Piloto. Il principio su cui si basò lo sviluppo di Planaltina partiva dall’idea di indipendenza della nuova città rispetto al nucleo tradizionale, il che portò a un processo di segregazione di questo nucleo antico con conseguente disgregazione sociale e svalutazione della cultura pre-Brasilia. In quel momento la struttura urbana di Planaltina era formata dalla città tradizionale, da Vila Vicentina e dal settore Nossa Senhora de Fatima a Sud distaccato dal sistema e collegato a questo tramite un asse viario. Il Piano voleva realizzare una nuova configurazione urbana, collegata al nucleo tradizionale (attuale Settore Tradizionale e Vila Vicentina) concepita per potersi adattare a nuove esigenze:
82 “sviluppare un programma di pianificazione in grado di adattarsi con il tempo alle esigenze di crescita, passando gradualmente da un sistema orizzontale (case) a un sistema verticale (condomini) e con densità maggiore, in modo che la città sia in grado di svilupparsi autonomamente rispetto ai compromessi derivanti dalle città satellite” (ARP 1985). Nel tessuto urbano di Vila Buritis e del Settore di Integrazione (aree fondate con il Piano del 1966) si possono incontrare echi della pianificazione di Brasilia: separazione aree destinate esclusivamente commercio da quelle residenziali con la finalità di ottimizzare il sistema viario e le attrezzature urbane. L’organizzazione di una città che separa le sue funzioni, è intesa come una forma di ottimizzazione della vita cittadina, come nella produzione industriale di oggetti. Vila Burtis I è formata da lunghi blocchi contigui di isolati residenziali e ogni venti blocchi c’è una serie di isolati a destinazione commerciale, educativa e religiosa. Scompare il giardino privato la cui funzione viene sostituita dagli spazi verdi pubblici. Il settore è diviso in tre parti da due strade. Per integrare
Elaborazione nostra Mappa Piano 1966: Particolare Vila Buritis
83 la città nuova con quella antica è stato costruito il Settore di Integrazione, che doveva funzionare come un centro urbano in stile modernista, con isolati destinati esclusivamente per usi istituzionali o di importanza Regionale. All’interno di questo settore troviamo infatti gli uffici amministrativi, stazione, stadio, scuole e la sua organizzazione in lotti isolati privilegia il transito veicolare. Il fatto che i lotti siano separati da grandi aree libere, inizialmente concepite come aree verdi, ha favorito l’insicurezza di questi luoghi limitando la circolazione a piedi e l’obiettivo di unione della comunità più antica con quella che abita nelle nuove aree della città non è stato raggiunto dal Settore di Integrazione. La politica di “attrazione” di popolazione dalle altre regioni del paese per il DF, adottata dal governo di Joaquim Roriz (1989-1994), ha dato inizio ad una crescita urbana disorganizzata, l’affievolimento delle istanze culturali a vantaggio di interessi economici preminenti ha portato a situazioni di crescita urbana improntate sulla logica della pianificazione preordinata che si è rivelata incapace di controllare e garantire una sufficiente qualità nello sviluppo, per lo scollamento tra fase programmatoria e realizzazioni
84 architettoniche. Gli spazi già esistenti sono stati espansi e sono stati creati nuovi quartieri e città. La popolazione della città di Planaltina è cresciuta rapidamente, e sono stati costruiti nuovi quartieri come l’ espansione di Vila Burtis (Settore Est), Jardim Roriz e la Vila N. Sra. De Fatima. Vila Burtis II non presenta la maglia regolare di Vila Burtis I, gli isolati hanno forme differenti e sono tutti a destinazione residenziale ad eccezione di una quadra che presenta funzioni pubbliche ed istituzionali. Il sistema viario è gerarchizzato: la via più grande circonda la Vila e da questa partono strade più strette che si addentrano nella maglia urbana e si percepisce uno spazio più simile a quello del nucleo tradizionale. Nella Vila Roriz, invece, c’è l’ intenzione di riprodurre la maglia urbana della vicina Vila Burtis I, con il suo tracciato ortogonale e i lotti allungati. Sia in Vila Burtis II che in Vila Roriz i lotti sono di piccole dimensioni rispetto a quelli del Settore Tradizionale ma le costruzioni hanno più di un piano fuori terra. Attualmente l’ area urbana di Planaltina è composta dai seguenti settori: Amministrativo, Educativo, Industriale, Residenziale Est - Vila Buritis (l, ll, lll e lV), Settore Tradizionale, Vila Vicentina, Villaggio
85 di Mestre d’Armas (da I a V), Settore Residenziale Nord, Vila Roriz, Vale do Amanhecer e altre piccole aree lottizzate e condomini.
Elaborazione nostra della Mappa di Planaltina con suddivisione in Settori, SITURB
Al momento non vi è alcun tipo di protezione che interessa la parte storica della città anche se nelle mappe redatte dal Codeplan a partire dal 1966 è individuata informalmente l’área histórica. Questo perimetro non è stato stabilito per legge ma è indicato nelle mappe ufficiali. La perdita di identità culturale mostrò, con il passare del tempo, la necessità di recuperare le tradizioni locali, portando alla realizzazione del Museo Storico e Artistico di Planaltina il 24 aprile del 1974, collocato nella casa più antica della città, donata dai proprietari Maria América Guimarães e Francisco Mundim Guimarães, dove si conserva l’essenza della cultura Goiana Planaltinense. Nel 1982 sono stati redatti decreti di protezione per il Museo e chiesa di Sao Sebastiao che però non specificano le azioni da adottare per la preservazione del patrimonio. Dall’inizio del XXI secolo la comunità ele autorità locali stanno promuovendo iniziative per il miglioramento delle
86 condizioni di vita nella città e la conservazione del patrimonio storico è una delle principali esigenze. Gli interventi isolati portati avanti fino ad oggi necessitano di un coordinamento e una visione integrata per poter essere efficaci nell’ottica di uno sviluppo sostenibile di Planaltina.
2.2.4 EVOLUZIONE URBANA 1958-2012
Planaltina 1970, Biblioteca Pubblica di Planaltina
Planaltina 2006, Biblioteca Pubblica di Planaltina
La mappa più antica che siamo riuscite a reperire sull’ assetto urbano della città di Planaltina è quella del Piano del 1966, ma sono state raccolte dal Sottosegratariato per la Gestione di Informazioni Urbane e Territoriali - SITURB del DF, delle immagini aeree. La più antica risale al 1958 e può aiutarci a descrivere l’ evoluzione urbana del nucleo fondamentale sovrapponendo a questa il tracciato della città contemporanea.
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Nell’immagine aerea del 1958, epoca in cui Brasilia era in costruzione, l’insediamento è costituito dal nucleo fondamentale, ora chiamato Settore Tradizionale i cui limiti sono a Ovest l’attuale Rua Onze de Julho, a Est l’Avenida Gomes Rabelo, a Nord Rua Quintino Bocaiuva e a Sud l’Avenida Mal. Floriano Peixoto, dalla quale parte la Rua Paui che connette il nucleo antico con l’ ampliamento di Vila Vicentina. La strada principale di accesso alla città è l’Avenida Goias che si attesta sulla Piazza Salviano Monteiro. Si intravede la chiesetta di Sao Sebastiao anche se il perimetro della piazza odierna non è ancora stato definito.
Immagine aerea 1958, http://www.sedhab.df.gov.br/ downloads/suplan/index.htm.
88 La foto aerea del 1965, scattata cinque anni dopo l’inaugurazione della nuova capitale, mostra un ampliamento del nucleo tradizionale. A Ovest il tracciato di limite individuabile è ancora la Rua Onze de Julho anche se ora si intravede la demarcazione dell’isolato della chiesetta di Sao Sebastiao, a Est il Settore Tradizionale si è allargato fino all’ attuale Avenida Independencia ed è stata costruita Vila Vicentina nella parte Sud-Est. Il limite Nord è ancora Rua Quintino Bocaiuva e quello Sud l’Avenida Mal. Floriano Peixoto, anche se si notano le tracce di nuovi isolati tra l’antico nucleo e Vila Vicentina. Sempre a Sud, separato dall’ area urbanizzata del nucleo fondamentale si individua il tracciato della Vila Nossa Senhora de Fatima, un nuovo settore della città di Planaltina.
Immagine aerea 1965, http://www.sedhab.df.gov.br/ downloads/suplan/index.htm
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Nella foto aerea del 1977 il Settore Tradizionale si è ingrandito; i limiti ora sono a Ovest l’Avenida Maranhao, a Est l’Avenida Independencia che lega il nucleo tradizionale con la nuova città, a Nord la Rua Sergipe e a Sud la Rua Pernambuco. Inoltre l’immagine mostra gli ampliamenti successivi al Piano del 1966; L’introduzione del Settore di Integrazione e di Vila Burtis I, ha portato cambiamenti notevoli nella morfologia della città.
Immagine aerea 1977, http://www.sedhab.df.gov.br/ downloads/suplan/index.htm
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Nella foto aerea del 1986 il Settore Tradizionale ha i limiti attuali, fatta eccezione per qualche isolato periferico a Ovest. Rispetto all’immagine precedente la città si sta espandendo verso Nord e verso Ovest dove si può notare il nuovo Settore Burtis II, confinante con la parte NordOvest del Settore Buritis I.
Immagine aerea 1986, http://www.sedhab.df.gov.br/ downloads/suplan/index.htm
91 Nella foto aerea del 1991 il Settore Tradizionale presenta la conformazione attuale anche se non ancora tutti gli isolati del limite Ovest sono ancora stati definiti. L’espansione della città è in tutte le direzioni: A Nord è stato costruito il Settore residenziale Jardim Roriz, a Sud la Vila Nossa Senhora de Fatima si sta espandendo verso Est. Si intravede Vila Buritis III ad Est e ad Ovest del nucleo fondamentale, sul terreno in precedenza dedicato alle coltivazioni si notano nuovi segni di urbanizzazione.
Immagine aerea 1991, http://www.sedhab.df.gov.br/ downloads/suplan/index.htm
92 Negli ultimi vent’anni la città ha continuato ad espandersi, questi nuovi insediamenti, distribuiti in tutte le direzioni hanno incrementato notevolmente la sua area urbana. Per riassumere l’evoluzione della città di Planaltina è stata modificata la mappa elaborata dal SITURB che rappresenta la città allo stato attuale, individuando l’ epoca delle varie parti della città. Il processo può essere riassunto in tre fasi principali: la prima fase, precedente al piano del 1966, dove la città è costituita dal nucleo fondamentale, Vila Vicentina e la Vila Nossa Senhora de Fatima a Sud. La seconda fase, la città modernista, quando viene costruito il Settore di Integrazione e il Settore Residenziale Est e infine l’urbanizzazione diffusa in tutte le direzioni dopo la seconda metà degli anni Ottanta.
Elaborazione nostra della Mappa della città di Planaltina con rappresentazione dell’evoluzione urbana, SITURB.
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2.3 LA REGIONE AMMINISTRATIVA DI PLANALTINA: TEMI GENERALI 2.3.1 CONFINI POLITICI E NATURALI Planaltina era uno dei comuni di Goiás il cui territorio è stato suddiviso poiché rientrava all’interno dei confini del DF. Da quel momento la città ha perso la sua autonomia di comune diventando una città satellite. La restante parte che rimase fuori dai confini del quadrilatero, venne chiamata Planaltina di Goias, nota come Brasilinha. Regioni Amministrative del DF, In giallo la RAVI-Planaltina (CODEPLAN 2007 pag. 3).
Nel 1964, la legge nº. 4545 del 10 di dicembre ha diviso il Distretto Federale in otto Regioni Amministrative – RAs, e la città è stata chiamata Planaltina RA VI. Nel 1989, per la legge 49/89 e il Decreto 11.921/89, la RA VIII Jardim è stata eliminata quando sono state create nuove regioni amministrative, e il suo territorio è stato integrato alla RA di Planaltina. La Regione Amministrativa di Planaltina, dista 42 chilometri dalla capitale (stazione di Brasilia - stazione di Planaltina), ha un’area urbana di
94 11,32 km², e rurale di 1.523,37 km², in totale 1.534,69 km² e può essere localizzata spazialmente per i seguenti aspetti: politici, idrografici e stradali.
Limiti idrografici della RA di Planaltina:
I confini politici sono verso nord la città di Planaltina di Goiás, a est la città di Formosa GO, a ovest la Regione Amministrativa di Sobradinho e a sud con Regione Amministrativa di Paranoá. Per una localizzazione più precisa si possono unire i due aspetti prima citati, cioè idrografici e stradali3. Procedendo in senso orario e cominciando dal Nord abbiamo il seguente percorso: A Nord, si segue il Rio Maranhao nella stessa direzione della strada DF205 e poi il Corrego Maria Velha che segue la strada GO430, a Est i limiti seguono il Ribeirao Santa Rita fino al Rio Preto, mentre a Sud si procede lungo il Corrego Tabatinga e la strada DF260 prossima al Ribeirao Cariru, a Ovest infine si va nella direzione della strada DF130, si procede per un tratto della DF250, salendo per il Rio Sao Bartolomeu fino al punto di incontro con il Corrego Rajadinha, costeggiando il Corrego do Meio,
3 Limiti territoriali di PlanaltinaDF:
NORD Parallelo 15º30´S SUD Ribeirao Extrema; DF – 100; DF – 250. EST Meridiano 47º25´W; Ribeirao Santa Rita; Rio Preto. OVEST DF – 130; DF – 250; Rio Sao Bartolomeu; Corrego do Meio; linea che unisce le sorgenti dei Corregos do Meio, Corguinho Chapadinha; Chapadinha e Terra Branca; Corrego Terra Branca; Corrego Joao Pires; Rio Palmeiras; Rio Maranhao. (CODEPLAN 2006)
95 prossimo alla strada DF330 si incontra la strada BR020. Da qui seguire fino alla strada DF335, costeggiare il Corrego Terra Branca, attraversare il Corrego Joao Pires fino a incontrare il Ribeirao Palmeiras ricongiungendosi infine al Rio Maranhao.
2.3.2 CARATTERI AMBIENTALI Planaltina si trova, come il resto del Distretto Federale e Goiás, nel bioma Cerrado , caratterizzato da una grande biodiversità di fauna e flora.
Limiti stradali della RA di Planaltina:
Fino agli anni Sessanta, le attività agricolturali nei cerrados erano molto limitate, orientate principalmente verso l’allevamento di bovini per la sussistenza del mercato locale. In seguito, lo sviluppo dell’industria della regione Sud-Est ha obbligato a spostare l’agricoltura nella regione Centro-Occidentale. Il trasferimento della capitale da Rio de Janeiro a Brasilia fu un’importante fattore che attrasse popolazione nella regione. Dal 1975 agli anni Ottanta, diversi programmi del governo sono stati lanciati con l’intento di sviluppare le attività nel cerrado, con sussidi per l’agricoltura. A causa di ciò, la pressione urbana e il rapido sviluppo delle attività agricolturali nella regione
96 hanno contribuito a ridurre la biodiversità dell’ ecosistema. Il cerrado era considerato non adatto all’ agricoltura fino a quando alcuni ricercatori della Embrapa (Impresa Brasiliana per la ricerca Agricola) scoprirono che il terreno poteva essere reso fertile con l’aggiunta di quantità corrette di fosforo e calce. I ricercatori crearono anche una varietà tropicale della soia, fino a quel periodo un prodotto da clima temperato. La regione del cerrado fornisce più del 70% dei prodotti ottenuti dall’allevamento dello Stato, e grazie all’irrigazione e alle tecniche di correzione del suolo è un centro di produzione di cereali, soia, fagioli, mais e riso. Il Premio Nobel Norman Borlaug ha definito il Cerrado come uno degli ultimi posti sulla Terra dove ci sono territori arabili in cui l’agricoltura si può espandere ancora, per questo è uno degli ecosistemi più a rischio in Brasile, minacciato dagli effetti delle attività agricolturali, dagli incendi dolosi e da altri effetti antropici. Meno del 3% del territorio è protetto dalla legge. La conservazione delle risorse naturali dei cerrados è rappresentata da diverse categorie di Unità di Conservazione secondo specifici obiettivi:
Mappa IBGE, bioma Cerrado, http://www.ibge.gov.br
97 otto parchi nazionali, alcuni parchi statali e stazioni ecologiche, che coprono circa il 6,5% dell’area totale del Cerrado. Il clima del Distretto Federale è tropicale. Il periodo più piovoso è quello tra novembre e gennaio, mentre quello più secco è tra giugno e agosto.
2.3.3 MORFOLOGIA DEL TERRITORIO
Geomorfologia del DF
Il Distretto Federale è situato in una delle aree più elevate della Regione Centro-Ovest e la composizione del suo territorio è in prevalenza rocciosa (scisti e graniti). La relazione Cruls mette inoltre in evidenza l’abbondanza di “buona argilla per la produzione di mattoni” tra Luziania e Formosa (CRULS 1947, pag.49) e la predominanza di scisto lamellare “non utilizzabile nelle costruzioni ma adatto alla pavimentazione se integrato con quarzite, magnetite e argilla gres” (CRULS 1947, pag.287-304). Planaltina è l’unica Regione Amministrativa del Distretto Federale e una delle poche in Brasile che ospita nel suo territorio tre importanti bacini idrografici nazionali: il BacinoTocantins Araguaia, il Bacino Sao Francisco e Il Bacino Paraná.
98 L’abbondanza d’acqua ha fatto si che questa Regione sia quella con maggior suolo a destinazione agricola del Distretto Federale.
2.3.4 ANALISI SOCIO-ECONOMICHE Secondo i dati della Ricerca Distrettuale per Famiglia Campione PDAD 2010/2011, la popolazione urbana stimata a Planaltina è di 164.939 abitanti, mentre nel 2004 era di 141.097. Il Tasso Medio Geometrico di Crescita Annuale, che mostra la crescita stimata annuale della popolazione in un determinato intervallo di tempo, in questo caso 2004/2011, è del 2,3%, identica a quella del Distretto Federale 2,3%, secondo il Censimento dell’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica. La Regione di Planaltina ospita una fascia di popolazione più anziana rispetto alla media del DF: della popolazione totale della RA, il 23,9% ha meno di 14 anni di età, sotto la media del DF che è di 25,5%. La frazione tra i 15 e 59 anni, che presumibilmente compone la forza lavoro, corrisponde al 65,2% degli abitanti. La fascia d’età di 60 anni o più, rappresenta il 10,9% degli abitanti, sopra la media del DF che è del 7,4%.
POPOLAZIONE 2004-2011
ETÀ POPOLAZIONE fasce d’età
numero
%
0 a 4 anni
9.791
5,9
5 a 6 anni
4.739
2,9
7 a 9 anni
8.697
5,3
10 a 14 anni
16.197
9,8
15 a 18 anni
14.114
8,6
19 a 24 anni
18.749
11,4
25 a 39 anni
37.290
22,6
40 a 59 anni
37.395
22,6
60 a 64 anni
5.416
3,3
65 anni o più
12.551
7,6
164.939
100,0
Totale
99 Secondo l’indagine sui residenti della RA VI, la maggioranza (52,4%) della popolazione è originaria del Distretto Federale. Degli immigrati, 54,1% sono originari della regione Nordest, 25,0% del Sudest e 17,2% della Regione Centro-Ovest, mentre solo il 2,7% e l’1,0% provengono rispettivamente dal Nord e dal Sud del Paese. Per quanto riguarda l’origine per stato Minas Gerais é il più rappresentativo (22,0%), seguito da Goias (17,0%), Bahia (15,3%) e Piauí, 12,2%.
ORIGINE POPOLAZIONE
POPOLAZIONE SECONDO L’ANNO DI ARRIVO NEL DF anni
n.
%
% di immigrati
Nati nel DF
86.506
52,4
-
Immigrati
78.433
47,6
100,0
Fino al 1960
5.104
3,1
6,5
Dal 1961 al 1970
9.635
5,8
12,3
Dal 1971 al 1980
13.020
7,9
16,6
Dal 1981 al 1990
17.759
10,8
22,6
Dal 1991 al 2000
21.509
13
27,5
Dopo il 2000
10.989
6,7
14,0
Non rilevato
417
0,3
0,5
164.939
100,0
-
Totale
Quando si analizza l’anno di arrivo nel Distretto Federale, si osserva che il 64,1% della popolazione si è trasferita a partire dal 1981, seguita da quelli che si sono stabiliti tra il 1971 e il 1980 (16,6%) e tra il 1961 e il 1970, 12,3%. Il fattore che sta alla base di questo flusso migratorio è la ricerca di lavoro. Per quanto riguarda il livello di istruzione della popolazione, il 40,6% si concentra nella categoria “Scuole Medie non completate”, anche se bisogna considerare che di questo totale il 54,9% sono studenti nella fascia di età appropriata. La seconda categoria più rappresentata è “Scuole superiori completate” e il 4,1% della popolazione è analfabeta.
100
Dalle informazioni raccolte sull’occupazione degli abitanti di Planaltina, si osserva che il 38,7% ha un lavoro retribuito, mentre l’ 8,2% è in pensione. I disoccupati sono il 4,2% della popolazione totale. Tra quelli che lavorano, il 32,3% si occupa di attività commerciali, il 14,4% lavora nell’amministrazione pubblica (Federale e Distrettuale) e il 10,5% lavora nel campo dell’edilizia. Nonostante il territorio abbia un grande potenziale agricolo solamente lo 0,4% della popolazione lavora in questo settore. È importante evidenziare che tra i lavoratori che risiedono nella Regione Amministrativa di Planaltina solo il 45,4% lavora nella propria regione e il 37,7% nella RA Brasilia. Le altre Regioni amministrative sono poco significative.
LIVELLO SCOLARIZZAZIONE
101
OCCUPAZIONE DELLA POPOLAZIONE occupazione
numero
%
Nessuna occupazione
7.500
4,5
Lavoro retribuito
63.799
38,7
In pensione
12.968
7,9
469
0,3
Percepiscono altre pensioni
3.489
2,1
Casalinga
15.780
9,6
Disoccupato
6.875
4,2
Studente
30.832
18,7
-
-
23.228
14,1
164.939
100,0
In pensione che lavora
Volontariato Meno di 10 anni Totale
102
LAVORO RETRIBUITO lavoro retribuito
numero
%
260
0,4
6.718
10,5
729
1,1
Commercio
20.780
32,3
Amministrazione pubblica federale
2.917
4,5
Amministrazione pubblica del GDF
6.354
9,9
Trasporti
2.187
3,4
Comunicazione
521
0,8
Educazione
990
1,5
Salute
1.146
1,8
Servizi domestici
4.479
7,0
Servizi alle persone
833
1,3
Servizi di credito e finanziari
260
0,4
Servizi comunitari
52
0,1
Servizi informatici
417
0,6
Servizi arte e cultura
156
0,2
Servizi generali
4.427
6,9
Altre attivitĂ
11.041
17,2
Totale
64.267
100,0
Agricoltura Edilizia Industria
103
OCCUPAZIONE DELLA POPOLAZIONE SECONDO LA REGIONE AMMINISTRATIVA DI LAVORO regione amministrativa
regione amministrativa
nº
%
nº
%
RA I - Brasília
23.957
37,3
RA XVII - Riacho Fundo
0
0
RA II - Gama
156
0,2
RA XVIII – Lago Norte
625
1,0
RA III - Taguatinga
156
0,2
RA IV - Brazlândia
156
0,2
RA XIX – Candangolândia
0
0
RA V - Sobradinho
2.917
4,5
RA XX – Águas Claras
104
0,2
RA VI - Planaltina
29.165
45,4
RA XXI – Riacho Fundo II
208
0,3
RA VII - Paranoá
365
0,6
RA XXII - Sudoeste/ Octogonal
156
0,2
RA VIII - Núcleo Bandeirante
52
0,1
RA XXIII - Varjão
0
0
RA IX - Ceilândia
104
0,2
RA XXIV - Park Way
0
0
RA X - Guará
52
0,1
RA XXV - SCIA-Estrutural
52
0,1
RA XI - Cruzeiro
104
0,2
RA XXVI - Sobradinho II
52
0,1
RA XII - Samambaia
52
0,1
RA XXVII - Jardim Botânico
0
0
RA XIII - Santa Maria
0
0
RA XIV - São Sebastião
52
0,1
RA XXVIII - Itapoã
0
0
RA XV - Recanto das Emas
0
0
469
0,7
0
0
RA XVI - Lago Sul
312
0,5
64.266
100,0
RA XXIX - SIA RA XXX - Vicente Pires Totale
3. CARATTERI E PROBLEMI DEL
SETTORE TRADIZIONALE DI PLANALTINA
107
3.1 TEMI GENERALI
1. Regione Amministrativa di Planaltina all’interno del Distretto Federale; 2. Zona Urbana di Planaltina all’interno della Regione Amministrativa; 3. Settore Tradizionale e Vila Vicentina all’interno della Regione Amministrativa
Il Settore Tradizionale di Planaltina è la parte più antica della città, ed è collocato tra la riva sinistra del Ribeirao Mestre d’Armas e la riva destra del Corrego do Atoleiro. Questi corsi d’acqua formano un’ampia valle di 8001000 m di altitudine che si estende fino alla confluenza con il Rio Descoberto. La valle è punteggiata da colline isolate come quella della Capelinha o del Centenário, dalle quali si può godere di una vista panoramica interrotta solamente dai margini dell’altipiano confinante che si conclude a più di 1200 m di altitudine nella regione di Três Barras, estremo Nord dell’area, e a 1.000 m vicino al Rio Pipiripau, estremo Est. (CRULS 1947, pag.239-240). La Missione Cruls registra l’insalubrità dei letti dei fiumi di questa zona (CRULS 1947, pag.128-129), in contrasto con le migliori condizioni igieniche del resto della valle. Già a quell’epoca la qualità dell’acqua del ribeirao era considerata mediocre, a causa della profondità ridotta e del fondo fangoso (largo circa 7 m e profondo 1,13 m in media, il ribeirao ha una portata inferiore a 1 m³/s tra agosto e settembre). Il Corrego Saia Velha (CRULS 1947, pag.72), tuttavia, avendo
108 una portata superiore sarà il primo ad essere sfruttato idroelettricamente per la produzione di energia per la nuova capitale. Il terreno del Settore Tradizionale è lievemente in pendenza, tra il 2 e il 5% nella direzione dei letti dei corsi d’acqua e ha un’altitudine media di circa 950 m.
3.1.1 LOCALIZZAZIONE E ACCESSIBILITÀ I limiti dell’area di più antico insediamento della città di Planaltina sono a Est l’Avenida da Independencia (nel caso del Settore Tradizionale) e l’Avenida Contorno (nel caso di Vila Vicentina); a Ovest il Ribeirao Mestre d’Armas, a Sud il Corrego do Atoleiro. In prossimità dei corsi d’acqua si incontrano lotti con caratteristiche quasi rurali, con minore densità abitativa e caratterizzati da spazi destinati a piccole piantagioni. A Nord i limiti del nucleo più antico si confondono con terreni occupati irregolarmente di recente. Questa parte di città, che si è andata ad incastrare tra il Settore Tradizionale e il Settore Residenziale Ovest, non possiede
109 ancora le infrastrutture urbane di base ed è uno dei tasselli a rischio del sistema urbano di Planaltina. Il lavoro di sovrapposizione di foto storiche ha portato all’individuazione di vettori di espansione urbana, che indicano una tendenza alla crescita della maglia urbana proprio nella direzione di quest’area. Si può inoltre notare un orientamento all’espansione urbana anche a Sud del Corrego do Atoleiro. Il bairro Vila Nossa Senhora de Fatima (a Sud) possiede caratteri in prevalenza rurali, ma vista la sua vicinanza al centro urbano potrebbe diventare oggetto di speculazione immobiliare e addensamento abitativo. Le strade principali che attraversano il nucleo antico connettendolo con i nuovi settori della città sono l’Avenida da Independencia, l’Avenida Marechal Deodoro e l’Avenida Floriano Peixoto, le altre sono strade secondarie e non esiste una strada di circonvallazione nell’area studiata.
In evidenza la zona di occupazione irregolare tra il Settore Tradizionale e il Settore Residenziale Ovest.
Se si prende in considerazione solamente il Settore Tradizionale, l’ingresso diretto a questa parte di città sarebbe attraverso l’Avenida Goias (strada più antica del nucleo storico), anche se ora l’accesso ufficiale al nucleo urbano della RA di Planaltina
110 è l’Avenida da Independencia, diramazione della Strada Federale BR-020 che, costeggiando il Campus dell’Università di Brasilia, i Settori Jardim Roriz, Vila Nossa Senhora de Fatima, delle Officine, Residenziale Ovest e di Integrazione, raggiunge il centro storico. Se si prosegue per la Strada Distrettuale DF-128, quella da cui si biforca l’ Avenida Goias, si raggiunge la Pedra Fundamental, distante 10,3 km dalla Piazza Sao Sebastiao. Esiste un progetto per un nuovo accesso alla Pedra Fundamental attraverso la strada DF-130, la realizzazione di questo nuovo ingresso porterà al collegamento diretto tra il nucleo antico e questo importante luogo della memoria del Distretto Federale.
Rete stradale che connette il nucleo storico con il territorio circostante
Per quanto riguarda le questioni legate alla mobilità, le problematiche sono quelle riscontrabili nella maggior parte delle città brasiliane cioè una politica urbana che favorisce l’utilizzo di mezzi privati, a discapito della mobilità pubblica e la circolazione a piedi o in bicicletta. Gli autobus che circolano all’interno del Settore Tradizionale sono fatiscenti e compromettono sia la struttura
Localizzazione Pedra Fundamental in relazione al Settore Tradizionale.
111 degli edifici che la salubrità dell’ambiente urbano.
Linee di Trasporto Pubblico nel Settore Tradizionale
Oltre al sistema di trasporto pubblico che connette il Settore Tradizionale con la restante parte di città e il territorio del DF, esiste un sistema di navette che percorrendo l’Avenida Goias collegano nella direzione Est-Ovest il nucleo storico.
3.1.2 CARATTERI MORFOLOGICI DEL TESSUTO URBANO Gli insediamenti coloniali portoghesi sono concepiti in maniera differente rispetto a quelli costruiti dai conquistatori spagnoli4, infatti l’utilizzo della scacchiera , come matrice per l’organizzazione della città, si incontra solo in situazioni circoscritte ed è dovuto a particolari esigenze strategiche.
La Legge delle Indie, emanata da Filippo II di Spagna , è il “manuale” dei piani di fondazione di molte città del nuovo continente; gli impianti urbani sono concepiti secondo una rigida gerarchizzazione e geometrizzazione, partendo dal tracciato infrastrutturale come griglia di riferimento, lo sviluppo della città è quantificato attraverso l’aggregazione di lotti tutti uguali. 4
“La maggior libertà e organicità dell’impianto urbano, l’uso frequente di materiali e tecniche indigene accanto a elementi dell’architettura importata concorrono a configurare una differente immagine della “città” e lasciano intravedere le peculiarità di una politica coloniale che se da una parte impone i propri caratteri, dall’altra tollera e perfino in certa misura assorbe quelli locali (…)” (BARATELLI 1990, p.14).
112 Il Settore Tradizionale di Planaltina, che incorpora il nucleo insediativo della città, è costituito da grandi isolati (di circa 1000 mq) organizzati a costituire una griglia ortogonale leggermente deformata. Il tessuto urbano è in prevalenza rettangolare, fanno eccezione alcuni isolati di Vila Vicentina, quelli che si attestano sulle strade Piauí, Bahia, l’Avenida Floriano Peixoto e alcuni degli isolati vicini ai corsi d’acqua (Sud-Est). I lotti sono nella maggior parte dei casi stretti e anch’essi di forma rettangolare, con alcune eccezioni di rifondazione recente, soprattutto nella parte angolare degli isolati, dove si possono incontrare lotti quadrati o disposti a “L”. Nel tratto di Rua Piauí tra l’ Av. Floriano Peixoto e Vila Vicentina i lotti hanno un assetto abbastanza irregolare, dovuto alla sovrapposizione della maglia diagonale e ortogonale. Questa parte della città ha accolto i primi emigranti che arrivarono per lavorare alla costruzione di Brasilia e che portarono l’influenza culturale delle regioni di origine, combinando il loro modo di vivere con quello tipico dell’interno di Goias.
113 Inizialmente le case erano costruite antistanti la strada principale; le porte e le finestre si aprivano direttamente sul marciapiede e le persone avevano l’abitudine di conversare con la gente di passaggio. I cortili erano nel retro dell’abitazione, delimitati da muri e utilizzati per piccole coltivazioni e per lavare e stendere la biancheria. Negli anni Venti del novecento, quando si ricominciò a parlare del trasferimento della capitale, le case del nucleo iniziale di Planaltina apportarono dei cambiamenti: le gronde vennero coperte da pareti formando le platibandas (muri d’attico) che nelle case delle famiglie più abbienti erano decorate; i colori delle case diventano più accesi e le porte e le finestre, prima dipinte in azzurro, diventano bianche. La struttura della casa e la sua relazione con la strada non cambiano. Solamente nella metà degli anni Cinquanta cambia la forma delle case che cominciano a presentare un giardino frontale con veranda che fa da filtro tra lo spazio pubblico e privato. Questo non sostituisce il cortile interno poiché la sua funzione è prevalentemente estetica.
114
L’architettura modernista in costruzione a Brasilia influenzò l’immagine delle case di Planaltina che cominciarono a essere rivestite con azulejos e pietre. In alcuni casi la copertura a due falde è sostituita da una copertura piana in cemento e alcune case sono state ricostruite in posizione centrale all’interno del lotto con giardini frontali e laterali. Gli antichi lotti smembrati dalle famiglie si riducono di dimensione e nel vecchio cortile vengono costruite nuove case. Le abitazioni contemporanee sono per la maggior parte mascherate da muri e recinzioni.
3.1.3 ALTEZZA DELL’EDIFICATO Non vi sono edifici alti nell’area di studio, in media questi non superano le due elevazioni. È tuttavia importante rilevare questo parametro poiché trattandosi di un Centro Storico ogni edificio più alto dello skyline medio può influenzare la percezione dello spazio urbano. Nelle vie sulle quali si attestano isolati commerciali o ad uso misto gli edifici hanno altezze superiori rispetto agli isolati a destinazione residenziale.
115
3.1.4 DESTINAZIONE D’USO DEGLI ISOLATI Le destinazioni d’uso sono state identificate con sopralluoghi e successivamente suddivise in macrogruppi per facilitare la visualizzazione della distribuzione spaziale delle attività.
Nella città di Planaltina un esempio di progettazione settoriale di un insediamento è il Settore di Vila Burtis I, formata da lunghi blocchi contigui di isolati residenziali e ogni venti blocchi c’è una serie di isolati a destinazione commerciale, educativa e religiosa 5
Il gruppo ”Residenza” include case, appartamenti, e residenza speciali (ad esempio case di riposo, orfanotrofi e collegi). Il gruppo ”Commercio e Servizi” include attività commerciali all’ingrosso e al dettaglio, più alcune attività private (ad esempio alberghi, uffici, ristoranti e banche). Gli isolati che presentano entrambi gli usi individuati precedentemente (residenziale e commerciale) sono stati inseriti nel gruppo “Uso Misto”. I lotti rimanenti sono stati raggruppati in una categoria identificata come “Edifici Pubblici e Infrastrutture Urbane” che include funzioni di servizio alla comunità (ad esempio assistenza sociale, salute, educazione, edifici religiosi e centri culturali) oltre ad isolati che ospitano edifici istituzionali e spazi pubblici. Nell’area presa in esame non vi è una settorializzazione delle funzioni, caratteristica degli insediamenti postBrasilia5, ma esistono zone in
116
cui prevale una di queste categorie. Nel Settore Tradizionale, l’Avenida da Independência é il principale asse commerciale e di servizi, che si concentrano, anche se in numero minore (essendo la strada più corta), nel tratto dell’Av. Goias tra la piazza Salviano Monteiro e Antonio Marcigagia. Gli isolati che si attestano sulle strade Floriano Peixoto, Marechal Deodoro e Piaui presentano in prevalenza un utilizzo misto mentre gli altri isolati del nucleo storico hanno una concentrazione maggiore di lotti a destinazione residenziale. Nella Vila Vicentina non esistono assi commerciali e gli isolati presentano funzioni miste o residenziali.
3.2 EDIFICI DI RILEVANZA STORICO-CULTURALE Per identificare gli edifici di rilevanza storica presenti nel Settore Tradizionale di Planaltina è stato necessario procedere ad un’individuazione e catalogazione di questi, cercando di inserirli in categorie definite e facilmente individuabili.
Schema dei caratteri morfologici rilevati
117
3.2.1 BASI CONCETTUALI Si intende per tipo architettonico la descrizione e/o rappresentazione di un concetto. Saverio Muratori definisce il tipo come una sintesi a priori (e non soltanto come una classificazione successiva, analitica), un sistema di nozioni correlate, desunte dall’esperienza passata che l’architetto ha in mente nel momento in cui comincia a costruire. “(...) un concetto simile è presente nella mente di chi appartiene ad una stessa area e a un medesimo momento storico(...) (CANIGGIA 1997).” Il tipo è un concetto astratto, rappresentato, negli studi tipologici, attraverso un modello. Un esempio di tipo architettonico che si può incontrare a Planaltina è la casa morada, che si sviluppa a partire da un corridoio laterale che collega l’accesso frontale e la porta sul fondo. Mentre il concetto di tipo architettonico si riferisce alla pianta e all’organizzazione degli spazi, quando si parla di linguaggio architettonico, sono rilevati gli aspetti morfologici e compositivi (aperture, proporzioni, elementi costruttivi, etc.), ossia
118
lo “stile” di un edificio. Pertanto, differenti linguaggi architettonici si possono appropriare di uno stesso tipo architettonico (ad esempio un’abitazione meia-morada può presentare un linguaggio Coloniale o Art-déco). Per Michael Graves, il linguaggio esterno degli edifici “riflette l’influenza dei problemi all’esterno della costruzione e assimila l’espressione tridimensionale dei miti e rituali della società.” (NESBITT 2006).
3.2.2 TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE Le tipologie architettoniche sono state individuate rilevando la distribuzione interna degli edifici in cui è stato possibile entrare e osservando gli elementi esterni, che possono riflettere l’organizzazione degli spazi interni, quando non è stato possibile avere accesso.
119
MORADA/ COLONIALE
Tipo morada: schema indicativo della distribuzione degli spazi
Possono essere abitazioni di meia morada e morada inteira. In entrambi i casi la facciata principale è allineata con la strada. La casa di meia morada è caratterizzata da “un modello di forma costante, secondo il quale la pianta si organizza a partire da un corridoio laterale parallelo ad uno dei limiti longitudinali del lotto, con gli ambienti che si sviluppano lungo la sua estensione. In questo modo in primo piano abbiamo la sala, che rappresenta lo spazio intermedio tra l’ambiente esterno e l’ambiente interno, poi le camere e al fondo la veranda, che è uno spazio comune che generalmente occupa tutta la larghezza della parte posteriore dell’edificio (…)” (COELHO 2007, pag.50). Nella casa di morada inteira il modello viene duplicato simmetricamente rispetto al corridoio.
ECLETTICO BRASILIANO
Il tipo eclettico brasiliano si caratterizza per l’accesso attraverso il portico laterale: “E stato sotto l’ispirazione dell’eclettismo (…) che apparvero i primi edifici residenziali con un nuovo impianto, rompendo con la tradizione e esigendo modifiche nella tipologia
120
dei lotti e delle costruzioni (…). Lo schema consiste nell’arretrare l’edificio dai limiti laterali, mantenendolo spesso sull’allineamento della via pubblica. (…) Allo stesso tempo l’architettura approfitta del nuovo schema della casa trasferendo l’entrata sulla facciata laterale (…). Nel contempo viene mantenuta, in gran parte, la destinazione generale degli spazi [rispetto alla casa di morada].” (REIS FILHO 2010, pag. 44-49). Questa tipologia assomiglia per alcuni aspetti alla casa chorizo, che si incontra a partire dal XX secolo in argentina. “casa con stanze continue, appoggiate ad un muro condiviso e aperte a un cortile attraverso portici. Questa tipologia si diffonde all’inizio come soluzione abitativa per gli immigrati (casa del gringo o casa chorizo).” (COLLADO 2004, pag. 20). Il tipo eclettico brasiliano, molto spesso è un adattamento del tipo morada, a cui viene trasferito l’accesso nella parte laterale.
Tipo eclettico brasiliano: schema indicativo della distribuzione degli spazi
121
CASA STANDARD
Casa standard: schema generale
Le Case-Standard sono caratterizzate dall’arretramento laterale e frontale e il timpano rivolto verso la strada. L’accesso può essere frontale o laterale. Non è stato possibile entrare in nessuna di queste case pertanto non sappiamo quale sia la distribuzione interna.
ALTRE SOLUZIONI
In questa categoria sono stati inseriti tutti gli altri edifici che presentano soluzioni diversificate di distribuzione degli spazi in pianta. Generalmente si tratta di edifici post moderni, che presentano arretramenti rispetto al profilo stradale e sono mascherati da un muro di cinta6. Altre soluzioni post moderne: schema generale L’evoluzione delle tipologie abitative si può leggere in riferimento alle trasformazioni sociali avvenute nella città: inizialmente le case morada erano case “sociali”, aperte verso la strada, spazio di incontro con i vicini. Durante il periodo dell’eclettismo l’ingresso viene spostato lateralmente per creare un filtro tra spazi pubblici e privati. Dopo la costruzione di Brasilia le case arretrano il loro fronte rispetto alla strada comune (case standard) e attualmente le abitazioni cercano di proteggere la vita privata di chi ci abita mascherando con muri quello che succede all’interno e utilizzando la strada solo per spostarsi da un posto all’altro. 6
122
3.2.3 LINGUAGGI ARCHITETTONICI Durante il sopralluogo sono stati identificati alcuni linguaggi architettonici ricorrenti, che identificano l’evoluzione della città. A partire dal nucleo storico, dove c’è la maggior concentrazione di edifici Coloniali e Art Déco, la città presenta man mano che ci si avvicina ai limiti del Settore Tradizionale una concentrazione maggiore di edifici Post Moderni, fatta eccezione per Rua Piaui (compreso il tratto nella Villa Vicentina), dove vi è una concentrazione di edifici Art Déco.
123
edificio coloniale
Edificio con caratteri tradizionali goiani. La denominazione non è precisa perché ci stiamo riferendo ad edifici del XIX e inizio XX secolo (periodo imperiale e inizio della Repubblica), ma è stato adottato perché è una denominazione popolare e facilmente identificabile.
- Finestre e porte a prevalenza verticale; - Copertura a 4 falde, - Solo una elevazione; - Facciata principale allineata con la strada; - Sistema costruttivo Frontal (COELHO2007, pag.31) in adobe, taipa o mattone cotto.
124
edificio art déco
Tipologia tradizionale goiana dall’inizio del XX secolo per edifici più raffinati. Platibandas sui fronti principali e decorazioni Art Déco.
- Finestre e porte a prevalenza verticale; - Copertura a due o quattro falde; - Muro d’ attico; - Solo una elevazione; - Facciata principale per lo più allineata con la strada; - Sistema costruttivo tradizionale e in qualche caso scheletro il cemento armato.
125
casa standard
Tipologia ricorrente conseguenza di un progetto approvato dopo la costruzione di Brasilia, probabilmente successivo alla lottizzazione del 1966. In alcuni casi lâ&#x20AC;&#x2122;ingresso principale è collocato lateralmente ma i principi costruttivi sono gli stessi.
- Aperture piĂš frequenti nella facciata principale: finestra-porta-finestra; finestra-finestra-porta; portafinestra-finestra; - Copertura a due falde; - Solo una elevazione; - Timpano rivolto verso la strada; - Sistema costruttivo con scheletro in cemento armato,
126
altre soluzioni post-moderne
Tutti gli edifici che non possono essere inseriti nelle categorie precedenti sono stati considerati come post moderni.
- Copertura a falde o piana; - Aperture diversificate; - Edifici multifamiliari con pi첫 elevazioni; - Edifici spesso circondati da un muro di cinta; - Possono presentare una veranda sul fronte principale; - In alcuni casi i fronti presentano insegne pubblicitarie; - Sistema costruttivo con scheletro in cemento armato.
127
3.3 PATRIMONIO IMMATERIALE DI PLANALTINA Nel 2001 viene stilata dall’UNESCO la prima lista dei capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità per sottolineare l’importanza che hanno per tale organizzazione: “per ‘patrimonio culturale immateriale’ s’intendono le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.” (UNESCO 2003, pag.2)
128 La città di Planaltina possiede un ricco patrimonio culturale immateriale, di interesse spesso sovralocale. Questa eredità va salvaguardata per la sua fragilità nei confronti della rapida urbanizzazione (spesso legata a flussi di persone che non hanno legami con il territorio) che ha portato alla perdita dei caratteri originali di alcuni luoghi a cui la cultura immateriale era legata.
3.3.1 ARTIGIANATO E TECNICHE COSTRUTTIVE LOCALI L’Associazione degli Artigiani di Planaltina, formata da famiglie della città, produce oggetti in legno, argilla, cuoio e fiori secchi. Il prodotto tradizionale sono i “Fiori del Cerrado”, confezionati utilizzando come materia prima semi, foglie, fiori e radici della vegetazione della zona. Questa attività è la fonte di reddito per alcune famiglie tradizionali che da tre generazioni si occupano della raccolta delle materie prime, del confezionamento dei manufatti (Casa do Artesao) e della vendita di questi (Casa do Artesao, Fiera della Torre e Cattedrale nel Plano Piloto). Negli ultimi tempi per la fatiscenza del luogo dove vengono confezionati i manufatti (Casa do Artesao) e la difficoltà di reperire le materie prime nella Regione (la vegetazione nativa si è notevolmente ridotta), la produzione artigiana locale sta incontrando serie difficoltà.
Fiori del Cerrado in vendita davanti alla cattedrale nel Plano Piloto
129
Mattone in Adobe realizzato a Planaltina (ANDRADE 2010).
Negli anni Settanta del novecento, Planaltina diventa uno dei centri più prestigiosi di produzione di piastrelle in ceramica (nel 1979 di dieci ceramisti nel DF, cinque erano a Planaltina) diventando un nodo commerciale importante per questo tipo di produzione. Attualmente nel Settore Tradizionale di Planaltina non si produce più ceramica, ma questo tipo di artigianato rappresenta un tassello della storia della città. Oltre alla produzione di piccoli manufatti non bisogna dimenticare il valore culturale delle tecniche costruttive locali come l’Adobe. I primi edifici realizzati a Planaltina (seconda metà del XVIII secolo) utilizzavano questa tecnica edilizia anche grazie all’abbondanza di terra rossa, che è la materia prima, nella Regione. Gli adobeiros mescolavano la terra con l’acqua in modo da ottenere un composto omogeneo, poi aggiungevano paglia di mais o capim meloso, per evitare la formazione di crepe durante l’asciugatura. I mattoni, modellati su dimensioni standard, venivano messi a seccare all’aria per circa una decina di giorni. L’armatura della costruzione era realizzata intrecciando rami di palma e per l’intonacatura veniva utilizzato fango
130 mescolato a letame umido e sabbia fine. Molti degli edifici storici della città sono stati realizzati in questo modo, come la chiesetta di Sao Sebastiao, il Museo Storico Artistico e il Casarao da Dona Negrinha. È necessario proteggere la memoria di questa tecnica costruttiva, per poter intervenire in maniera compatibile sugli edifici che ne sono testimonianza.
3.3.2 FESTE, CELEBRAZIONI E FORME D’ESPRESSIONE PARATA PER L’ANNIVERSARIO DI PLANALTINA Per celebrare l’anniversario della fondazione della città, ogni anno, il 19 di Agosto viene organizzata una sfilata lungo l’Avenida da Independencia. La manifestazione, che dura tutto il giorno, coinvolge la cittadinanza, i militari, le istituzioni e le scuole alle quali viene affidato un tema che propongono durante la giornata interpretandolo con canzoni, danze e giochi. L’anniversario è sempre festeggiato con grande partecipazione, nel 2007 circa 25.000 persone hanno assistito alla commemorazione.
Sfilata per l’anniversario di Planaltina, http://www.planaltina.df.gov.br
131 Per questo evento sono inoltre disponibili per la comunità servizi di azione sociale, attrezzature per lo svago dei bambini e soccorso medico. Per la popolazione, questa festa è molto rilevante, ed è importante conservarne la tradizione e incentivarne la realizzazione.
FESTA DEL DIVINO SPIRITO SANTO Per la popolazione, la Festa del Divino simboleggia la Pentecoste, la benedizione dello Spirito Santo sugli apostoli. L’evento si svolge ogni anno nove giorni prima della Pentecoste e coinvolge circa 30.000 persone. La celebrazione è suddivisa in due feste, la folia de roça, durante la quale uomini e donne si muovono a cavallo ne dintorni della Regione per annunciare la festa e la folia de rua , con novene e processioni dei fedeli. La novena dello Spirito Santo si svolge per sette giorni nella casa degli abitanti e gli ultimi due giorni sono celebrati nella chiesa Matriz. Gli ultimi tre giorni sono l’essenza della festa: vengono messe bancarelle nella Piazza Antonio Marcigaglia, di fronte alla Chiesa Matriz, si cucinano piatti tipici e si danza. Il nono e ultimo giorno, i fedeli
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della folia de rua, provenienti da tutte le parrocchie si muovono in processione verso la Chiesa Matriz portando una bandiera e si incontrano con la folia de roça. Per simboleggiare l’unione tra la Chiesa e le Feste i bastoni delle due bandiere vengono incrociati, questa azione simboleggia l’unione sotto la protezione dello Spirito Santo. Dopo questo rito, tutti si spostano nel Palazzetto Multifunzionale di Planaltina, dove volontari dei gruppi cattolici servono un pranzo comunitario. In alcuni momenti della storia della città, la Festa del Divino non è stata celebrata, testimonianze dicono che il motivo fosse il disinteresse della popolazione. Ma nel 1989, si ricominciò a celebrare questa festa, anche se vennero apportate alcune modifiche rispetto a quella tradizionale; vennero introdotti grandi spettacoli di musica popolare, spesso non legati alla matrice cristiana della festa ma con intenzioni promozionali. Nonostante questi cambiamenti e necessario incentivare questa manifestazione perché promuove l’unione della cittadinanza oltre a rappresentare una tradizione culturale della regione.
Festa del Divino Spirito Santo - folia de roça, http://azulroriz.blogspot.com
Festa del Divino Spirito Santo - folia de rua, http://www.educared.org
133
FESTA PARROCCHIALE DELLA CHIESA DI SAO VICENTE DE PAULO La festa è a settembre ed è entrata nel calendario ufficiale del DF per la Legge 4.543. Dopo la messa nella Chiesa di Sao Vicente de Paulo, si festeggia nella piazza antistante con danze, giochi e cibi tradizionali. La festa attrae visitatori anche da altre regioni e ha come obiettivo la raccolta di fondi per la sistemazione della chiesa e il catechismo dei fedeli. Si tratta di un evento a cui gli abitanti, soprattutto quelli di Vila Vicentina, tengono molto.
LA VIA SACRA DI PLANALTINA
Messa in scena della “Via Sacra” al Morro da Capelinha, http://www.skyscrapercity.com
È la festa più importante della città. La Settimana Santa viene celebrata a Planaltina con la messa in scena di una parte della vita di Gesù, un lavoro che riunisce la città per rivivere la passione di Cristo. I ruoli principali sono interpretati dagli abitanti della città, che formano il gruppo “La Via Sacra dal vivo”. Questo spettacolo è sicuramente una delle migliori rappresentazioni sul tema in Brasile.
134 Questa celebrazione prevede eventi di vario genere, che coinvolgono gli abitanti e visitatori da molte altre regioni. Si tratta di spettacoli cattolici e rappresentazioni teatrali sul tema della Settimana Santa. Il Venerdì della Passione è l’apice della festa, la Via Crucis, che dal 1973 si svolge presso il Morro da Capelinha riunisce circa 150.000 persone.
Morro da Capelinha, 1970. www.df.gov.br
FORRÒ DEI “VECCHI” (CASA DO IDOSO) È una festa che si tiene ogni venerdì e sabato presso la Casa do Idoso, in Piazza Salviano Monteiro. La festa dove si suona musica popolare è dedicata ai più anziani ma partecipano persone di ogni età. Il Forrò dei “Vecchi”, che anima il pomeriggio di circa 200 anziani da 10 anni, persegue l’obiettivo di aiutare queste persone a superare i problemi attraverso pratiche allegre e conviviali. Questo tipo di evento favorisce l’interazione delle famiglie e promuove la solidarietà e la carità. Trattandosi di una delle pratiche di assistenza sociale meglio riuscite di Planaltina bisogna continuare a promuovere la sua realizzazione.
Forrò dei ”vecchi”, www.correiobraziliense.com.br
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CARNEVALE DI RUA DI PLANALTINA 7 A Olinda, una città in cui si celebra uno dei carnevali più famosi del Brasile, ogni domenica si può assistere a questo tipo di manifestazione. Il gruppo a ritmo di Frevo attraversa le strade della città raccogliendo i passanti che si uniscono alla parata e si ferma davanti agli edifici più rappresentativi omaggiandoli con una coreografia a ritmo di musica.
Bloco Imbrulhim nel Settore Tradizionale di Planaltina http://planaltinadf.com.br
Testimonianze orali affermano che il carnevale di Planaltina in passato era molto sentito, e a febbraio le strade del Settore Tradizionale erano scosse da giochi , balli e musica. Con il tempo questa pratica tradizionale è andata scomparendo ma da cinque anni per ripristinare la festa è stato creato un gruppo per il Carnevale Sem Eira Nem Beira (senza un soldo), che circolando per le strade del nucleo storico a ritmo di Frevo si ferma a onorare le case più antiche7. Nel 2012 è stato creato un altro gruppo, il Bloco Imbrulhim, con l’obiettivo di contestare le politiche di conservazione e restauro degli edifici storici di Planaltina. Il carnevale pur conservando i caratteri tradizionali, può diventare un potente strumento di promozione sociale alla conservazione.
CATIRA (O CATERETÊ)
Spettacolo di Catira nel Settore Tradizionale di Planaltina, http://www.jornaldascidadesdf.com.br
La Catira è una danza tradizionale e fa parte della cultura di Planaltina. Nella città ci sono vari gruppi che la praticano con l’obiettivo di salvaguardarne i caratteri che la differenziano dalle altre. L’armonia delle chitarre scandisce il ritmo del movimento dei piedi e delle mani dei
136 ballerini che sono disposti su due file una di fronte all’altra. Abiti e accessori sono importantissimi per la coreografia e come elementi integranti della danza devono essere protetti e tramandati come patrimonio della cultura rurale.
3.4 LUOGHI DI INTERESSE CULTURALE NELL’INTORNO DEL SETTORE TRADIZIONALE 3.4.1 LA STAZIONE ECOLOGICA AGUAS EMENDADAS La stazione ecologica di Aguas Emendadas (La Legge Federale 9.985/2000, ha istituito il Sistema Nazionale delle Unità di Conservazione – SNUC) é un’area protetta localizzata a nord-est del Distretto Federale, nella Regione Amministrativa di Planaltina, distante circa cinquanta chilometri dal centro di Brasilia e solamente cinque dal centro della città di Planaltina. La stazione è sotto la responsabilità del Dipartimento Ambientale e delle Risorse Idriche – SEMARH del Governo del Distretto Federale, ha un’area di 10.547,21 ettari destinata alla conservazione del patrimonio naturale e alla ricerca scientifica. La stazione
Centro di Informazione Ambientale con il Lago Bonita al fondo (FONSECA 2008, pag 50).
137 Distretto Federale, Legge n. 3678 del 13 Ottobre del 2005, che modifica la Legge n. 742 del 28 luglio del 1994, definisce i confini, le funzioni e il piano di gestione della Riserva della Biosfera del Cerrado del Distretto Federale (Diario Ufficiale del Distretto Federale, 31 ottobre 2005). 8
Stazione Ecologica di Águas Emendadas (evidenziata in bianco) e Settore Tradizionale e Vila Vicentina (evidenziato in rosso (FONSECA 2008, pag116).
fa parte delle Zone-Nucleo della parte di Riserva della Biosfera del Cerrado nel DF8 , insieme al Parco Nazionale di Brasília, il Giardino Botanico di Brasília, la Riserva Ecologica dell’IBGE e le Fattorie Acque Chiare dell’Università di Brasília. Il Parco è stato inaugurato il 12 di Agosto del 1968, e successivamente creata la Riserva Biologica di Aguas Emendadas, con il Decreto n°771. Il 16 di giugno del 1988, il Decreto n°11.137, nel suo primo articolo, ha modificato la denominazione di Riserva Biologica in Stazione Ecologica. (FONSECA 2008 pag.53) Dal 1992 è patrimonio UNESCO. La stazione ecologica deve il suo nome al fenomeno di dispersione idrografica. Le acque partendo dallo stesso punto scorrono ai due lati opposti formando la Bacia Amazonica e la Bacia Platina. A nord, il fiume Vereda alimenta il Rio Maranhão, che successivamente sfocia nel lago della diga di Serra da Mesa, continua per il Rio Tocantins che in seguito si unisce al Rio Araguaia, sfociando nell’Oceano Atlantico, nella foce del Rio Amazonas, vicino all’isola di Marajó; a sud, il fiume Brejinho si immette nel fiume Fumal, che sfocia nel Rio Pipiripau e, dopo aver
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incontrato il Rio Mestre d’Armas, forma il Rio Sao Bartolomeu, che, a sua volta, fluisce nel Rio Corumbá e da questo nel Rio Paranaíba, formando il Rio Paraná e sfociando infine nell’estuario di Prata. La Stazione è inoltre inclusa nel Piano Regolatore Territoriale del DF (PDOT), che la considera come parte della “Macrozona di Protezione Integrale” (11,04% del territorio del DF). “Le Unità di Conservazione che compongono la Macrozona di Protezione Integrale non dispongono di un piano di gestione e neppure dei rilievi e degli studi tecnici che consentono di definire le buffer zones, e indicare, con correttezza, i corridoi ecologici che devono essere realizzati. Tuttavia, sono già indicate le aree più probabili per la sua localizzazione, come la valle del Rio Sao Bartolomeu, il lago Paranoá e i bacini di Alto Descoberto e del Rio Maranhao.” (DF 2007, pag.164).
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3.4.2 LA VALE DO AMANHECER
Vale do Amanhecer, http://flickrhivemind.net/User/jahponeis/Interesting
Vale do Amanhecer, http://flickrhivemind.net/User/jahponeis/Interesting
Brasilia, la città nata da un sogno, già solo nell’impianto urbano e nella collocazione delle sue architetture più rappresentative è carica di significati simbolici. Questa aurea di misticismo che avvolge la capitale ha attratto nel tempo decine di sensitivi e religiosi che hanno fondato templi e centri spirituali che attraggono visitatori da tutto il mondo. La Vale do Amanhecer (Valle dell’Aurora) è la prima manifestazione religiosa nata con la capitale nel 1960. Tia Neiva, una medium chiaroveggente, acquistò un terreno vicino a Planaltina e cominciò a svolgere le prime attività della Vale che è una dottrina di matrice cristiana con influenze orientali e spiritualistiche. Il luogo attrae turismo anche straniero (circa 3000 persone ogni settimana) e si mantiene attraverso donazioni, pranzi di beneficienza, e attività commerciali legate al turismo religioso. L’Iphan ha intenzione di inserirlo nei Registri del Patrimonio Culturale Brasiliano avendo un forte significato culturale e mistico per la comunità.
140
3.4.3 LA PEDRA FUNDAMENTAL Collocata il 7 di settembre del 1922, per celebrare il Centenario dell’Indipendenza, nel luogo dove sarebbe sorta la futura capitale. La commissione che si occupò dei lavori era guidata dall’ Ing. Ernesto Balduino, direttore della ferrovia Goiás in Araguari (MG), a cui è stato affidato questo compito appena 10 giorni prima della data della commemorazione. La commissione partì dalla città mineraria dirigendosi fino a Ipameri, dove terminava la ferrovia. Da li proseguì in automobili e camion noleggiati, arrivando a Mestre d’Armas, dove stabilì la sua base.(DF 1986, pag.8) Secondo le relazioni, l’Ing. Balduino dopo aver visitato i siti scelti dalla Comissões Cruls e Glaziou, per questioni di convenienza e vicinanza decise di erigere il monumento su di un promontorio sopra la valle del fiume Sao Bartolomeu, ad appena 8 km da Mestre d’Armas. Chiamò il luogo “montagna dell’indipendenza” e battezzò le due colline vicine “7 di Settembre” e “Centenário”, su quest’ultima decise di posare la Pedra Fundamental
Localizzazione Pedra Fundamental.
141 L’obelisco fu inaugurato a mezzogiorno con la partecipazione di importanti personalità (Eugenio Jardim, Hugo Lobo e Salviano Monteiro), oltre a centinaia di abitanti della regione che raggiunsero il luogo a cavallo. L’ obelisco è una piramide a base quadrata di 3,75 m di altezza, comprese le fondazioni. Le sue facce sono orientate verso i punti cardinali. Una targa commemorativa e collocata sulla faccia orientata verso Ovest, sulla quale c’è scritto:
Ing. Balduino e Pedra Fundamental, http://doc.brazilia.jor.br
“In qualità di Presidente della Repubblica Eccellentissimo Signor Dr. Epitácio da Silva Pessoa, nel rispetto del decreto nº. 4.494 del 18 di gennaio del 1922, è stata qui collocata il 07 di settembre del 1922 a mezzogiorno, la Pietra Angolare della futura capitale degli Stati Uniti del Brasile” (http://www.planaltina. df.gov.br/) Il progetto del sito dove è collocata la Pedra Fundamental è del 1971; sono stati aggiunti un parcheggio, marciapiedi, panchine di cemento e un eliporto intorno alla Pietra. (WALKYRIA 1971).
Progetto per il sito della Pedra Fundamental del 1971, (WALKYRIA 1971).
Vi è una forte mobilitazione per la protezione nazionale della Pedra
142 Fundamental, per l’importanza simbolica che questa possiede nel capitolo della storia sul trasferimento della capitale nel Planalto Central e simbolo del movimento mudancista.
3.5 ANALISI, DIRETTIVE DI SVILUPPO E CONSERVAZIONE DEL SETTORE TRADIZIONALE Dopo il lavoro di analisi sul Settore Tradizionale, che hanno fatto emergere il valore storico culturale di questa parte di città e la potenzialità di valorizzazione di questo luogo come polo di una rete culturale, abbiamo raccolto gli strumenti (piani regolatori, legislazioni, raccomandazioni) che si occupano direttamente o indirettamente dell’area di studio per capire quale siano le direttrici di sviluppo attuali del Centro Storico di Planaltina. Nel Settore Tradizionale ci sono due edifici protetti: la cappella conosciuta come Chiesa di Sao Sebastiao e l’edificio che ospita il Museo Storico e Artistico di Planaltina. I due decreti di protezione prevedono l’allargamento della tutela all’intorno del bene ma
143 oltre a non andare a definire direzioni per la conservazione di queste aree, non essendoci leggi per la protezione del patrimonio materiale nel Distretto Federale, non hanno valore ufficiale. Non esiste alcun tipo di protezione per la parte storica della città nel suo insieme, anche se è stata riconosciuta informalmente una poligonale “Area Storica” (zona “A”) indicata nelle mappe del Codeplan a partire dal 1966. Questo perimetro non sembra essere stato istituito per legge, ma è rappresentato nelle mappe ufficiali indicando il perimetro della lottizzazione esistente a Planaltina nel 1959. L’unico strumento legale ad incidere, se pur indirettamente, sulla protezione del patrimonio tradizionale della città di Planaltina è il Piano Regolatore per la Pianificazione Territoriale (PDOT) poiché le disposizioni del Codice delle Opere Edilizie del Distretto Federale non si occupano di interventi di conservazione del patrimonio edilizio storico e non definiscono alcun parametro per interventi di restauro o recupero urbano. Planaltina, essendo Regione Amministrativa del Distretto Federale (Legge Federale nº 4.545), ha
144 un’amministrazione senza personalità giuridica o autonomia di bilancio ma può approvare progetti architettonici tramite il suo Ufficio per la Gestione di Valutazione, Approvazione e Elaborazione dei Progetti. Il PDOT in vigore dal 2009, definisce i “coefficienti di utilizzo dei lotti” e la Legge per l’Utilizzo e Occupazione del Suolo in elaborazione dalla Segreteria per l’Abitazione e lo Sviluppo Urbano (Sedhab), andrà a definire l’altezza dei piani e le funzioni permesse. Attualmente a Planaltina non esiste una legislazione che dia indicazioni sull’utilizzo del suolo, l’altezza consentita per gli edifici o altre indicazioni per lo sviluppo urbano. Inoltre il PDOT si sta revisionando (PLC 17/2011), e gli indici urbanistici verranno cambiati. La legislazione sul tema è quindi carente o parziale ma c’è un documento non ufficiale la “Carta per la Difesa del Patrimonio Culturale di Planaltina/DF” che facendo le veci della comunità di Planaltina mette in evidenza le esigenze in materia di conservazione del patrimonio storicoculturale e raccoglie dei suggerimenti per poter intervenire in maniera coerente ed efficace.
145
3.5.1 DECRETI DI PROTEZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO STORICO I decreti di protezione dei beni architettonici del DF oltre a non essere supportati da una legislazione specifica non danno indicazioni sulle misure da adottare per la tutela di questi beni.
Beni protetti e loro intorno
Nel Settore Tradizionale di Planaltina ci sono due edifici protetti dal Governo del Distretto Federale: La chiesa di Sao Sebastiao e il Museo Storico Artistico di Planaltina. Entrambi sono stati protetti con decreto del governatore il 19 agosto del 1982, data ufficiale dell’anniversario della città. La protezione del museo interessa l’edificio e i suoi arredi, ottenuti dallo Stato quando il bene è stato acquisito. La protezione della cappella interessa solo la sua architettura poiché gli arredi presenti nel 1982 non sono stati considerati di rilevanza storica. Entrambi i decreti definiscono un perimetro di protezione nell’intorno del bene. Il perimetro che è stato definito per la chiesa interessa gli isolati 57, 58 e 59 e l’Avenida Maranhao in prossimità della piazza. Per il museo sono stati indicati gli isolati 43, 44, 55, 56 e 57, ci sono
146 quindi delle sovrapposizioni dei due perimetri.
3.5.2 IL PDL DI PLANALTINA Nel 2007, il Governo del Distretto Federale ha deciso di modificare la Legge Organica e di elaborare nuovi strumenti di pianificazione urbana, il GDF doveva rivedere il Plano Diretor de Ordenamento Territorial (PDOT) e elaborare la Lei do Uso e Ocupação do Solo (LUOS). Questa modifica della Legge Organica ha inoltre stabilito che i Planos Diretores Locais devono essere sostituiti dai Planos de Desenvolvimento Local in modo da evitare legislazioni differenti sul tema della pianificazione per ciascuna Regione Amministrativa, suddividendo il territorio del Distretto Federale in sette nuove regioni che riuniscono città prossime geograficamente e con caratteristiche simili. In attesa dell’elaborazione del Plano de Desenvolvimento Local per Planaltina, i cui lavori cominceranno nel 2012, il Piano Diretore Local, redatto parzialmente e mai approvato, rappresenta la punta ufficiale più
147 avanzata del pensiero sul problema del Centro Storico. Questo piano è stato elaborato a partire dal PDOT/97del Distretto Federale, con l’obiettivo di dettagliare e implementare le sue direttrici per quanto riguarda la Regione Amministrativa di Planaltina. Il Settore Tradizionale e la Vila Vicentina, che costituiscono la parte più antica della città, sono individuati come settori della Zona Urbana di Consolidazione di Planaltina. All’interno del Settore Tradizionale viene individuata un’ Area di Interesse per la Conservazione del Patrimonio Storico, Artistico e Culturale, i cui limiti sono Avenida Hugo Lobo, tra la Rua 13 de Maio e la Rua Eugênio Jardim, Rua Eugênio Jardim, tra l’ Avenida Hugo Lobo e la Rua Onze de Junho, Rua Onze de Junho, tra la Rua Eugênio Jardim e la Rua Benjamim Constant, Rua Benjamim Constant, tra la Rua Onze de Junho e l’Avenida Maranhão, l’Avenida Maranhão, tra la Rua Benjamim Constant e la Rua Padre Jurandir Ribeiro, Rua Padre Jurandir Ribeiro, l’Avenida Salvador Coelho, tra la Rua Padre Jurandir Ribeiro e la Rua 13 de Maio, Rua 13 de Maio, tra l’Avenida Salvador Coelho e l’Avenida Hugo Lobo, che sarà oggetto
148 di Programmi di Conservazione e Restauro, che promuovono la collaborazione tra iniziativa privata e pubblica, con l’obiettivo di valorizzare e recuperare il patrimonio architettonico storico. I tratti delle Rua Salvador Coelho e Avenida Goias comprese tra la Piazza Sao Sebastiao de Mestre d’Armas, la Piazza Coronel Salviano Monteiro Guimaraes e la Piazza Antonio Marcigaglia fino all’Avenida Independencia costituiscono invece l’Asse Storico, anch’esso oggetto di un Programma che propone la riqualificazione e utilizzazione degli spazi pubblici che si trovano lungo l’asse. A fare da volano a questa operazione sarà il recupero delle architetture tradizionali della chiesa di Sao Sebastiao de Mestre d’Armas (protetta dal Decreto nº 6.940 del 19 di agosto del 1982), il Museo Storico e Artistico di Planaltina (protetto dal Decreto nº 6.939, de 19 di agosto del 1982), la Chiesa Matriz e i rispettivi luoghi pubblici. Il Programma prevede il recupero degli edifici che si trovano lungo l’asse, favorendo l’utilizzo commerciale e per servizi, l’allestimento di attrezzature collettive, il rifacimento della
149 pavimentazione e un nuovo progetto di illuminazione pubblica. Vi sono infine direttrici per la conservazione del cimitero Sao Sebastiao, chiamato cimitero antico, recuperato nei suoi caratteri originari, come elemento di interesse culturale per la sua rilevanza storica, stabilendo un insieme urbano con la chiesa di Sao Sebastiao de Mestre d’Armas e la rispettiva piazza e la regolarizzazione dell’isolato occupato da Servizi Pubblici per la Comunità, utilizzato per l’istruzione pubblica e localizzato nell’area compresa tra le Strade Marechal Deodoro, Hugo Lobo, Belo Horizonte e Dezenove de Agosto.
3.5.3 IL PDOT/2009 Il PDOT/2009 affronta le dinamiche territoriali occupandosi di tre dimensioni del processo urbano: la pianificazione del territorio, il progetto dello spazio urbano, attraverso strategie di intervento sul territorio e la gestione del territorio. Per la pianificazione del territorio sono state definite le relazioni tra spazi urbani, rurali e naturali, indicando le aree di espansione urbana, le aree
150 che devono essere conservate, e i casi in cui l’occupazione urbana e rurale deve essere mantenuta. Dopo aver osservato l’insieme delle tendenze e vocazioni delle aree, si devono costituire strumenti normativi. Il progetto dello spazio urbano, attraverso strategie di intervento sul territorio, è stato strutturato a partire da una serie di azioni che agiscono su scala intermedia, combinando l’intervento su spazi urbani liberi con quelli sugli edifici, cercando di creare effetti che trascendano l’area di intervento. La terza dimensione che è la gestione del territorio permette di rendere operative le proposte di pianificazione e le strategie di intervento, cercando di definire la portata e la successione delle trasformazioni sul territorio, stabilendo gli accordi e i contratti tra i vari settori necessari per portare a termine le azioni e permettere la raccolta delle risorse necessarie per la fattibilità di queste. Il PDOT/2009 raggruppa le Regioni Amministrative che hanno caratteristiche simili, appartengono alle stesse Unità di Pianificazione Territoriale, e sono collegate allo
151
stesso tipo di infrastruttura urbana di trasporto pubblico. Queste Unità di Pianificazione Territoriale saranno la base per l’elaborazione di quelli che ora sono chiamati Planos de Desenvolvimento Locais – PDLs nelle Regioni Amministrative del Distretto Federale. Per quanto riguarda Planaltina, il PDOT/2009 individua un’ Asse Storico nel Settore Tradizionale, composto dalle piazze Sao Sebastiao, Salviano Monteiro e Antonio Marcigaglia passado dall’ Avenida Goias fino all’Avenida Independencia. Questo asse, identificato come area R6 nel PDOT/2009 è oggetto di proposte legislative per la rivitalizzazione urbana:
“Art. 110. La strategia di rivitalizzazione ha come obiettivo la conservazione del patrimonio culturale e la promozione di investimenti per la sostenibilità dell’ambiente urbano di interesse storico, per ripristinare la struttura fisico spaziale del patrimonio storico ponendo particolare attenzione all’eliminazione delle cause di degrado del patrimonio ambientale urbano […]” (DF 2009).
152 “§ 2.º Le Aree di Rivitalizzazione necessitano di norme urbanistiche specifiche, rispetto alle disposizioni di legge sulla protezione del patrimonio culturale.” (DF 2009). Le linee guida proposte dal PDOT/2009 (Annesso II, Tabella 3D) per l’Asse Storico di Planaltina sono:
“Obiettivo: Riqualificare gli spazi pubblici, promuovere la conservazione, il restauro e il ripristino degli edifici storici. / Destinazione d’uso: multifunzionale./ Attività ancora: Residenza.” (DF 2009).
Nell’Annesso II del PDOT/2009, Mappa 3, è inoltre indicata la formazione di un’asse strutturale di trasporto collettivo sulla DF-230, che unisce l’autostrada BR-020, strada principale di connessione tra Planaltina e il Plano Piloto, a Arapoanga, a sud del Settore Tradizionale. In questo modo viene promossa una politica di mobilità di massa nell’intorno del centro storico di Planaltina, in grado di promuovere la sua conservazione, spostando la circolazione e quindi alleviando la pressione veicolare nel nucleo storico.
Perimetri delle aree all’interno del Settore Tradizionale riconosciute come di interesse storico-culturale negli strumenti di pianificazione.
Mappa 3, Annesso II, PDOT/2009
153
3.5.4 “LA CARTA PER LA DIFESA DEL PATRIMONIO CULTURALE DI PLANALTINA-DF” Nel 2009, la Commissione per la Difesa del Patrimonio Storico, Artistico, Culturale e Paesaggistico di Planaltina ha elaborato una Carta indirizzata ai poteri Federali, Distrettuali, all’ IPHAN e al DEPHA. Il documento non ha valore ufficiale ma rappresenta le esigenze della comunità locale, che vivendo quotidianamente nel centro storico sono più sensibili alle sue problematiche e necessità. Dalla Carta emerge la necessità della conservazione del patrimonio culturale della città (sia materiale che immateriale), che deve essere portata avanti attraverso l’inserimento dell’eredità culturale all’interno di programmi di tutela Federali e Distrettuali in modo che le amministrazioni locali abbiano l’appoggio degli organi responsabili (IPHAN e DEPHA) per poter procedere con interventi tecnicamente compatibili e integrati in un programma di più ampio respiro che attraverso la promozione di un turismo culturale favorisca lo sviluppo della comunità. Viene inoltre sottolineata l’esigenza di miglioria della qualità urbana e
154 ambientale nel Centro Storico (spazi pubblici, mobilità), che oltre a essere necessaria per la conservazione del patrimonio porterebbe al miglioramento della qualità di vita in questa parte di città. Per poter portare avanti nel migliore dei modi questi programmi la Carta richiede la costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc che si occupi del patrimonio di Planaltina e la promozione di iniziative di sensibilizzazione della comunità su questi temi. Il Documento evidenzia infine alcuni strumenti che possono essere utili all’avviamento dei lavori9.
Carta per la difesa del patrimonio culturale di Planaltina-DF:
9
- Approvazione da parte della Camera Legislativa del DF della Legge per la conservazione, protezione del Centro Storico di Planaltina; - Inventario morfotipologico dei beni immobili di valore storico-culturale; - Disposizione di incentivi fiscali per la realizzazione di progetti culturali; - Programma integrato di conservazione del patrimonio edilizio storico di Planaltina, mettendo in luce obiettivi, risorse attivabili e programma di gestione; - Attivazione di un fondo GDF per il Centro Storico di Planaltina, che finanzi attività di promozione artistica e culturale e il recupero e la valorizzazione dei beni tradizionali; - Creazione di un Consiglio per il patrimonio Storico e Artistico di Planaltina, approvato dalla Camera del DF, che sviluppi azioni coordinate tra i Governi Federali e Distrettuali, l’Amministrazione di Planaltina, la comunità locale, le istituzioni, le associazioni e eventuali imprese private. - Creazione di un Dipartimento del Patrimonio di Planaltina, approvato dalla Camera del DF, e costituito da un team multidisciplinare.
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3.5.5 INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO-CULTURALE DI PLANALTINA Alcuni tentativi di interventi di valorizzazione del patrimonio sono stati già portati avanti ma senza aver ottenuto risultati soddisfacenti. Nel caso della Piazza Salviano Monteiro, è stato sviluppato dal 2007 un progetto per la rivitalizzazione dello spazio pubblico dal CASAS (Centro di Azioni Sociali per un’Architettura Sostenibile), studio modello della Facoltà di Architettura e Urbanistica della Facoltà di Brasilia. Il progetto ha già subito molte modifiche ricercando la partecipazione della comunità. Era già stato previsto uno stanziamento di fondi per il progetto da parte dell’Amministrazione Regionale, ma l’esecutivo non è stato presentato nei tempi previsti:
“L’Amministrazione Regionale di Planaltina, attraverso il suo Consiglio per le Opere Pubbliche (DIROB) e in partnership con il Dipartimento delle Opere Pubbliche del Governo del Distretto Federale, intendono rivalorizzare due piazze storiche a Planaltina. I lavori inizieranno appena il progetto di recupero sarà concluso […]. Le intenzioni di progetto sono
156 il miglioramento dell’illuminazione pubblica, il rifacimento della pavimentazione e dell’arredo urbano ma soprattutto il recupero del valore storico di questi spazi.” (AMMINISTRAZIONE REGIONALE DI PLANALTINA, Praças Revitalizadas. http://www.planaltina.df.gov.br). Un altro esempio sempre promosso dall’Università di Brasilia è il progetto Comunicazione Comunitaria, della Facoltà di Comunicazione, che ha realizzato attività di cooperazione con la Radio Comunitaria Utopia FM e alcune scuole nella regione. Su richiesta della comunità locale, l’UnB sta negoziando l’acquisto del Casarão da Dona Negrinha, con l’obiettivo di rifunzionalizzarlo come centro per il restauro. A Planaltina esistono diverse organizzazioni che organizzano eventi culturali e cercano di difendere il patrimonio locale ma la rimostranza principale di queste associazioni è la difficoltà di coordinazione tra i vari organismi competenti, e la mancanza di attenzione delle autorità nei riguardi del patrimonio della città. Nel marzo del 2012, il Fundurb (Fondo per lo sviluppo urbano del DF),
157 gestito dalla Sedhab (Dipartimento di Abitazione, Regolarizzazione e Sviluppo Urbano) ha stanziato più di 16 milioni per “azioni volte a preservare il patrimonio storico della capitale” (DF 2011) includendo il restauro della Chiesa di Sao José Operario, a Candangolandia e la ricostruzione della Chiesa di Sao Geraldo, a Paranoá. Il patrimonio di Planaltina non è stato preso in considerazione anche se la chiesa di Sao Sebastiao si trova in uno stato molto precario di conservazione. La Sottosegreteria per il Patrimonio Storico, Artistico e Culturale del GDF, sta attualmente sviluppando un progetto di restauro per l’edificio. I tecnici della Novacap e della Geoservice hanno fatto dei sopralluoghi per valutare la staticità della struttura e dei rilevamenti sul terreno dove questa è stata costruita. Non è ancora stata però stabilita una data ufficiale per l’inizio dei lavori.
TAVOLE ANALISI
4. INDIRIZZI PER IL RECUPERO
DEL CENTRO STORICO DI PLANALTINA
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4.1 IL RUOLO DEL CENTRO STORICO NELLA PIANIFICAZIONE DELLA CITTÀ Centro Storico è una definizione urbanistica che individua il nucleo più antico di una città. Il concetto di “città storica” nasce alla metà dell’ottocento in opposizione al concetto di “città moderna”. In quel periodo la nuova industrializzazione richiede un’organizzazione differente dello spazio e la città antica non riesce a soddisfare queste esigenze. L’individuazione di questa parte del tessuto urbano che rievoca e rafforza l’identità di coloro che la abitano ma, per molti aspetti, non è adeguata ai nuovi bisogni della città, apre la discussione su come ci si debba rapportare con questa eredità storicoculturale. I dibattiti sul Centro Storico e sulla sua conservazione, coinvolgono teorici e professionisti, dalla fine del XIX secolo, ma è solo alla fine degli anni Cinquanta che in Italia si cominciano ad applicare dei metodi scientifici per la “progettazione” del nucleo antico:
182 “Con i piani regolatori di Assisi e Gubbio (1958 e 1964), Giovanni Astengo mostra l’operatività del recupero dell’edilizia storica all’interno di un piano urbanistico generale; definisce metodologie, realizza approfondite analisi, studia il possibile coinvolgimento degli operatori locali, e punta anche alla salvaguardia del tessuto sociale, come garanzia della conservazione fisica della città murata.” (CINÀ 2008). Le esperienze di valorizzazione e salvaguardia della città antica italiana ed europea (che dovendo affrontare questioni affini sono andate di pari passo), hanno portato ad perfezionare le conoscenze e le pratiche sul tema del Centro Storico facendo da scuola a quei Paesi che in tempi più recenti si sono trovati a dover far fronte a problematiche simili seppur in contesti storico-culturali differenti. Durante la Seconda Conferenza per lo Sviluppo CODE/Ipea 201110, che si è tenuta a Brasilia a novembre dello scorso anno molti relatori prendevano in esame casi studio europei di interventi di valorizzazione sul Patrimonio per poter creare dei modelli applicabili alla realtà brasiliana.
L’obiettivo del convegno era di “produrre, articolare e diffondere conoscenze per perfezionare le politiche pubbliche e contribuire alla pianificazione dello sviluppo brasiliano”
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4.2 INDIVIDUAZIONE “AREA DI INTERESSE STORICO-CULTURALE” il Centro Storico di Firenze è racchiuso dai viali di Circonvallazione tracciati sull’antica cerchia di mura risalenti al XIV secolo, Genova, Napoli e Catania hanno un lato confinante con il mare e il resto è inserito nel tracciato delle vecchie mura.
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Se si prendono in esame le città europee, la “Zona A” è spesso facilmente identificabile: se si tratta di città medioevali questa viene fatta coincidere con il perimetro delle vecchie mura11 e se questo tracciato fisico non è presente o rilevabile la lettura di documenti storici, dell’edificato e dei tracciati urbani permette di distinguere questi limiti. Identificare un perimetro di interesse storico nella città di Planaltina è stato più difficile perché gli interventi più recenti hanno trasformato l’aspetto del nucleo storico, modificando e spesso distruggendo le testimonianze materiali della città antica. Inoltre non sono state trovate immagini o mappe che rappresentano la città prima del 1958 e molti documenti sono andati perduti quando la storia del Planalto Central è stata riscritta con la costruzione di Brasilia.
foto aerea di Planaltina (1958)
La metodologia adottata per individuare questo perimetro è stata la sovrapposizione di due mappe: la prima elaborata sovrapponendo alla fotografia aerea del 1958 (l’immagine
184 più antica reperita che rappresenta la città di Planaltina) il tracciato attuale della città. La seconda è il risultato del riconoscimento di edifici di rilevanza storico-culturale a Planaltina e la sucessiva perimetrazione dell’area dove questo Patrimonio è presente in concentrazione maggiore. Partendo dalla lettura di questi due “perimetri provvisori” che per alcuni tratti si sovrappongono, è stata definita “l’Area di Interesse Storico-Culturale” facendo in modo che sulle strade che definiscono i contorni del Perimetro si attestino edifici che presentano caratteri da conservare.
4.3 PATRIMONIO DI RILEVANZA STORICO-CULTURALE All’interno del perimetro individuato come “Area di interesse Storico-Culturale” abbiamo deciso di mettere in evidenza alcuni edifici e un sito di particolare interesse Storico-Culturale, o perché mostrano caratteri architettonici del passato o perché luoghi rappresentativi dell’eredità immateriale. Il valore speciale di questo Patrimonio è da segnalare nell’ottica della creazione di un’ itinerario che sia in grado di raccontare la storia di Planaltina. Questo itinerario, percorrendo le strade del nucleo storico, utilizzerà questi luoghi come nodi della narrazione.
185
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MUSEO STORICO E ARTISTICO DI PLANALTINA
«al suo interno è nato il Dr. Hosannah Guimaraes, importante medico della Regione e Governatore dello Stato di Goias, nell’anno 1950.» (ARP 1985, pag. 19)
Localizzazione: isolato 57 lotto 01 Data di costruzione: 1899 c.a. L’edificio che ospita il Museo Storico di Planaltina è stato costruito prima del 1905, poiché in quell’anno è nato il suo più noto proprietario, il Dr. Hosannah C. Guimarães. Prima di lui, il padre Coronel Salviano Monteiro Guimarães, era il proprietario della casa. Secondo la Relazione della Commissione Poli Coelho (ARP1985, pag.23) il Dr. Hosannah si è occupato dell’accoglienza dei ricercatori quando si sono accampati a Planaltina per eseguire gli studi per il trasferimento della Capitale Federale. Bibliografia: DEPHA 1984, ARP 1985, CASTRO 1986, DEPHA 1998, PALAZZO 2009.
tipo
morada
uso attuale
museo
uso proposto
quello attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
buono
categoria intervento
manutenzione ordinaria
188
CHIESA DI SAO SEBASTIAO
«Con la costruzione della chiesetta di Sao Sebastiao, in taipa e con la copertura di paglia, furono fissate le condizioni per la fondazione dell’ Arraial» (FONSECA 2008,pag.26)
Localizzazione: isolato AE-01 lotto 01 Data di costruzione: 1811 (transetto 1870) La chiesa di Sao Sebastiao è stata costruita nel 1811 grazie ad una donazione di terre da parte delle famiglie Gomes Rabello e Carlos Alarcao, che avevano fatto un voto. La cappella originale è probabilmente stata costruita nello stesso anno. Nel 1870 la navata della chiesa è stata ampliata con la realizzazione della sacrestia. Nel 1911 ci fu il primo restauro, i successivi lavori furono nel 1983, 2003 e 2011. La chiesa di Sao Sebastiao fu sede parrocchiale dalla sua costituzione nel 1880 fino al 1980 quando fu trasferita nella nuova chiesa Matriz. Bibliografia: CASTRO 1986, PALAZZO 2009.
tipo
coloniale
uso attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
chiesa
uso proposto
quello attuale
molto danneggiato
categoria intervento
ristrutturazione edilizia
189
CASARAO AZUL
«secondo fonti orali, la facciata neoclassica è opera di un medico argentino che si è stabilito nella città.» (PALAZZO 2009, pag. 14)
Localizzazione: Av. Salvador Coelho isolato 57 lotto 141 Data di costruzione: Tra il 1921 e il 1926 Poco tempo dopo la sua costruzione l’edificio fu utilizzato come albergo. A metà del XX secolo divenne lo studio medico del Dr. Hosannah Pinheiro Guimaraes e durante l’ epoca della costruzione di Brasilia fu di nuovo utilizzato come albergo chiamato Hotel Ouro Verde, e poi Hotel Ouro Fino. Dal 1980 il casarão cambiò più volte di proprietario, l’ultimo dei quali apportò notevoli modifiche all’edificio ma lavori non sono stati ancora conclusi per mancata approvazione del progetto da parte dell’Amministrazione Regionale. Bibliografia: ARP 1985, CASTRO 1986, DEPHA 1998, PALAZZO 2009.
tipo
eclettico
uso attuale
linguaggio
art déco
stato di conservazione
residenza
uso proposto
commercio
precario
categoria intervento
manutenzione straordinaria
190
CASA DAS ARTES DONA NILDA CAMPOS
«Dopo la morte di Dona Nilda (2005), fu donata a Padre Josefino, con la condizione di venire utilizzata per il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini più poveri.» (LANDO 2010, pag. 35)
Localizzazione: piazza S. Monteiro Isolato 44 lotto 11B Data di costruzione: fine del XIX secolo La “Casa das Artes” prende il nome dalla sua vecchia proprietaria Dona Nilda Campos. I vecchi abitanti raccontano che una parte della casa era destinata a residenza per la famiglia mentre l’altra era una bottega-laboratorio di tessuti e vasellame che portavano il marchio “Casa Lealdade” (Casa Sincerità). Dopo la morte della proprietaria, nel 2005, l’edificio fu donato alla Congregazione di Padre Josefinos. Attualmente l’edificio è occupato dal Centro Murialdo per Bambini e Adolescenti Etelvina da Silva Campos CEMEC. Bibliografia: LANDO 2010
tipo
morada
uso attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
centro sociale
uso proposto
quello attuale
precario
categoria intervento
manutenzione straordinaria
191
HOTEL O CASARAO
«Nel 1922 ospitò parte della Commissione Balduíno, che venne a posare la Pedra Fundamental della futura capitale.» (IPHAN 2012)
Localizzazione: Isolato 44 lotto 11 Data di costruzione: 1895 c.a. L’edificio originariamente era destinato a residenza. Nel 1922 ospitò parte della Commissione dell’Ing. Balduíno Ernesto de Almeida chiamata per collocare la Pedra Fundamental. Nel 1961, dopo il trasferimento della capitale, venne trasformato in albergo. L’immobile possiede un edificio in annesso dove, nel periodo del trasferimento della capitale, c’era una churrascheria, molto frequentata dai cangandos. Attualmente questo spazio occupa la sede dell’ Accademia Planaltinense di Lettere (APL). Bibliografia: DEPHA 1998
tipo
morada
uso attuale
albergo
uso proposto
quello attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
buono
categoria intervento
manutenzione ordinaria
192
CASA DO IDOSO (OSPIZIO)
«(1983) Dona Morena, sul letto di morte, espresse al figlio il desiderio che la sua casa promuovesse la reintegrazione degli anziani nella società» (DEPHA 1998, pag.186)
Localizzazione: Isolato 55 lotto 23 Data di costruzione: fine del XIX secolo La casa è stata costruita da Joao Carlos de Alarcao alla fine del XIX secolo. Negli anni Quaranta Salvador Ribeiro de Freitas, conosciuto come Dodo Ribeiro, compra la casa trasformandola in un negozio chiamato Nívea (non si hanno informazioni su che cosa si vendesse all’interno). La moglie di Salvador de Freitas, conosciuta come Dona Morena, nel novembre del 1983 sul letto di morte esprime al figlio più vecchio il desiderio di trasformare l’edificio in un luogo che promuovesse l’integrazione degli anziani nella società. Bibliografia: DEPHA 1998
tipo
morada
uso attuale
ospizio
uso proposto
quello attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
buono
categoria intervento
mantenzione ordinaria
193
CHIESA MATRIZ
«La chiesa Matriz è costruita (...) in un’area dove precedentemente c’era una chiesa neogotica edificata nella metà degli anni Trenta» (IPHAN 2012)
Localizzazione: Piazza A. Marcigaglia lotto 01 Data di costruzione: 1930-1960 La chiesa Matriz è stata costruita in uno dei punti più alti del Settore Tradizionale, sui sedimi di una più antica chiesa neogotica degli anni Trenta del novecento (CASTRO1986, pag.10). Sono state trovate alcune foto storiche in cui la chiesa è in costruzione, e in una di queste si intravede sul fondo l’antica Casa de Câmara e Cadeia. Mario Castro riporta il 1932 come anno di inaugurazione dell’edificio amministrativo, quindi la chiesa è sicuramente di epoca successiva. Bibliografia: CASTRO 1986
tipo
eclettico
uso attuale
chiesa
uso proposto
quello attuale
linguaggio
postmoderno
stato di conservazione
buono
categoria intervento
direttrici generali
194
CIMITERO ANTICO
«(1893) Prestito di João Quirino all’amministrazione comunale, di 200$000, con l’interesse dell’ 8% annuo, per la costruzione del cimitero» (CASTRO 1986, pag. 26)
Localizzazione: isolato Cimitero Antico lotto 01 Data di costruzione: 1893 Il Cimitero è il più antico del Distretto Federale. Prima della sua costruzione i corpi venivano sepolti nella Piazza di Sao Sebastiao, di fronte alla chiesa. Il Cimitero fu costruito nel 1893 e attualmente non è più utilizzato. Il sito ospita i corpi di illustri personaggi della storia di Planaltina come la famiglie Gomes Rabelo, Alarcao, e Salviano Guimaraes e di molti pionieri dell’epoca della costruzione di Brasilia. Mario Castro parla della costruzione di una cappella nel 1914 ma non ne rimane traccia. Bibliografia: CASTRO 1986
tipo
-
uso attuale
linguaggio
-
stato di conservazione
cimitero
uso proposto
parco della memoria
rovina
categoria intervento
ristrutturazione
195
CASA E ANTICA CHIESA N.S. DO BRASIL
«Secondo i racconti degli abitanti cominciò a essere costruita nel 1930. Attualmente sconsacrata è stata trasformata in residenza» (FONTI ORALI)
Localizzazione: Isolato V6 lotto 27 Data di costruzione: 1930-1960 La Chiesa Nossa Senhora do Brasil secondo quanto testimoniano i residenti cominciò ad essere costruita nel 1930, e fu terminata nel 1960 secondo quanto riportato dalle iscrizioni sul campanile. Attualmente gli spazi annessi alla fabbrica sono utilizzati come residenza e l’edificio della chiesa non è accessibile. Parte della copertura è mascherata da una platibanda che corre parallela al tetto a due falde e il campanile protetto con una piccola copertura a quattro falde è integrato nella facciata principale. Bibliografia: ASSENTE
tipo
eclettico
uso attuale
linguaggio
postmoderno
stato di conservazione
residenza
uso proposto
quello attuale
buono
categoria intervento
direttrici generali
196
CASARAO DA DONA NEGRINHA
«È una tipica casa a Morada Inteira, con pianta quadrata e superfetazioni di epoca recente.». (PEREDO 2011)
Localizzazione: isolato 56 lotto 11A Data di costruzione: fine del XIX secolo L’attuale proprietaria è la figlia di Delmira Fernandes Guimaraes, conosciuta come Dona Negrinha che comprò l’edificio il 27 dicembre del 1945 da Benjamim Espirtio Santo che probabilmente è colui che lo ha costruito e unico proprietario prima di Delmira. La casa non è in buono stato di conservazione e la copertura è in parte stata sostituita con un manto in fibrocemento. Bibliografia: PEREDO 2011
tipo
morada
uso attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
residenza in vendita
uso proposto
centro per il restauro dell’UnB
molto danneggiato
categoria intervento
ristrutturazione edilizia
197
CASA E ANTICA COLETORIA
«L’antico Ufficio per il pagamento delle imposte è in buono stato di conservazione, grazie all’intervento del proprietario che ha restaurato l’edificio.» (QUOTIDIANO LOCALE DFTV 08/03/2012)
Localizzazione: Isolato 55 lotto 14/14D Data di costruzione: Prima metà del XX secolo A parte notizie sulla destinazione d’uso originaria (ufficio per il pagamento delle tasse) non si hanno altre informazioni sulla storia dell’edificio. Il linguaggio della fabbrica è coloniale e presenta l’utilizzo di tecnologie costruttive differenti: inizialmente l’edificio era stato costruito in Adobe e Taipa, ma è visibile l’utilizzo di cemento armato in sovrapposizione alla tecnica costruttiva originale. I serramenti lignei sono particolarmente decorati se confrontati con quelli delle altre abitazioni del Settore Tradizionale. Bibliografia: ASSENTE
tipo
postmoderno
uso attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
residenza
uso proposto
quello attuale
buono
categoria intervento
manutenzione ordinaria
198
CASA DELL’ARTIGIANATO
«Al primo piano c’era la prigione e al secondo gli Uffici dell’Amministrazione. Si sa che il secondo livello è stato demolito alla fine degli anni Sessanta.» (ANDRADE 2010, pag. 27)
Localizzazione: Isolato 53 Data di costruzione: 1932 L’antica casa de Câmara e Cadeia originariamente era un’edificio dove si svolgevano funzioni amministrative. Nel corso del tempo subì notevoli alterazioni morfologiche; inizialmente era un edificio a due elevazioni con la prigione a piano terra e al secondo livello gli Uffici dell’Amministrazione. La facciata originale era in stile Art Decò, e poi ricostruita, dopo la demolizione (anni Sessanta), in stile Neocoloniale. Dal 1984 l’edificio ospita la sede dell’Associazione degli Artigiani di Planaltina e i suoi spazi sono dedicati alla produzione e allo stoccaggio dei prodotti di artigianato. Bibliografia: CASTRO 1986, ANDRADE 2010
tipo
coloniale
uso attuale
centro per l’artigianato
uso proposto
quello attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
molto danneggiato
categoria intervento
ristrutturazione edilizia
199
CASA E ANTICO CARTORIO E CORREIOS
«A Mestre d’Armas i registri catastali sono stati creati nel 1871, e i registri civili delle nascite e delle morti nel 1873.» (CASTRO 1986, pag. 146)
Localizzazione: Av. Salvador Coelho, isolato 42 lotto 696 Data di costruzione: 1871-1873 L’edificio del vecchio Cartorio e Correios (Ufficio Postale e Anagrafe) di Planaltina è stato costruito nel 1871. Attualmente presenta un linguaggio art déco anche se non si hanno notizie di quando sia stato fatto questo intervento sull’edificio. L’ immobile ha subito modifiche nella distribuzione in pianta per il cambio di destinazione d’uso (residenziale). Bibliografia: CASTRO 1986
tipo
coloniale
uso attuale
linguaggio
art déco
stato di conservazione
residenza
uso proposto
comunitario
precario
categoria intervento
manutenzione straordinaria
200
CASA E ANTICO MAGAZZINO DI GOIAS
«Questa strada [Salvador Coelho] già ospitava edifici noti come il magazzino Goias, il cinema (...).» (DEPHA DF 1998, pag.27)
Localizzazione: isolato 44 lotto 12ABCD Data di costruzione: prima metà del XX secolo A parte notizie sulla destinazione d’uso originaria della fabbrica (magazzino) non si hanno altre informazioni sulla sua storia. Attualmente l’edificio è stato modificato per accogliere una funzione mista: residenza con un piccolo negozio annesso. Il cambio di destinazione d’uso ha portato alla modifica delle aperture ma la pianta originale è rimasta inalterata. Nonostante la casa sia attualmente occupata l’edificio è in cattiva condizioni Bibliografia: DEPHA DF 1998
tipo
coloniale
uso attuale
linguaggio
art déco
stato di conservazione
residenza
uso proposto
centro culturale
precario
categoria intervento
manutenzione straordinaria
201
ANTICA STAZIONE ENERGETICA
«Il 24 di agosto del 1925, Planaltina riceve la fornitura di energia elettrica grazie all’impianto idroelettrico dell’impresa Bevinhatti, Salgado e Cia.» (CASTRO 1986, pag. 32)
Localizzazione: isolato 141 lotto 1A Data di costruzione: 1925 L’edificio risale agli anni Venti del novecento quando arrivò l’energia elettrica a Planaltina. L’abbondanza di corsi d’acqua nella Regione diedero la possibilità di produrre questo tipo di energia sfruttando i salti d’acqua e le correnti locali. Da quel momento la vita domestica di molti abitanti (non tutti avevano la possibilità di allacciarsi alla rete) migliora molto. Bibliografia: CASTRO 1986
tipo
altre soluzioni
uso attuale
linguaggio
art déco
stato di conservazione
abbandonata
uso proposto
studio di registrazione
precario
categoria intervento
manutenzione straordinaria
202
COLLEGIO FRANCESCANO I. M. ASSUNTA
«Oltre alla sua funzione educativa, il Collegio Francescano destina alcuni spazi alla produzione di tappeti » (IPHAN 2012)
Localizzazione: piazza Salviano Monteiro, isolato 43 lotto 5 Data di costruzione: 1940 Il lotto è utilizzato per intero ma con funzioni distinte, configurando una pianta con ali e accessi tramite corridoi. Ci sono patios interni coperti e all’aperto, aule per lo studio, uffici amministrativi, zone per lo svago e la preghiera e alloggi. La struttura è prevalentemente in cemento armato con alcune parti più antiche in muratura. La copertura è differente a seconda della parte dell’edificio che va a coprire. L’immobile mantiene la sua funzione originaria. Bibliografia: CASTRO 1986, DEPHA DF 1998
tipo
altre soluzioni
uso attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
collegio
uso proposto
quello attuale
buono
categoria intervento
manutenzione ordinaria
203
CASA E ANTICA FARMACIA
«A lato dell’antica Farmacia c’è il beco do amor, che secondo quanto raccontano gli abitanti era il luogo dove una coppia (ragazzo povero e ragazza ricca) si incontravano segretamente.» (FONTI ORALI)
Localizzazione: Piazza Salviano Monteiro Isolato 57 lotto 139 Data di costruzione: 1938 Non sono state trovate informazioni sulla storia dell’edificio, a parte che la destinazione d’uso passata era commerciale (farmacia) e che l’edificio è stato costruito alla fine degli anni Trenta del novecento. Quasi sicuramente aveva un ingresso frontale sulla strada, comune agli edifici commerciali, che si trovava tra le due finestre del fronte principale. Le modifiche dell’edificio conseguenti al cambio di destinazione d’uso e di proprietario si possono notare dal confronto con le foto storiche. Bibliografia: ASSENTE
tipo
eclettico
uso attuale
linguaggio
art déco
stato di conservazione
residenza
uso proposto
centro di appoggio al turismo
precario
categoria intervento
manutenzione straordinaria
204
BIBLIOTECA PUBBLICA E ANTICA PREFETTURA
«(20/11/1951) Approvazione del bilancio (Cr$ 70.000,00) per la realizzazione della Biblioteca Pubblica di Planaltina.» (CASTRO 1986, pag. 39)
Localizzazione: isolato 40 lotto 01 Data di costruzione: 1942 L’Edificio fu inaugurato dal Sindaco Antonio Velusiano. Dopo la costruzione di Brasilia non fu più utilizzata come sede dell’Amministrazione Locale. Ospitò l’Instituto Candango di Solidarietà e attualmente funziona come biblioteca pubblica, la Biblioteca Sebastião do Espírito Santo. Nell’edificio sono conservati parte dei registri storici della Missão Cruls e di altri eventi pubblici e feste rilevanti per la comunità. Nonostante il cambio di destinazione d’uso, la distribuzione degli spazi interni e la scansione delle aperture non è cambiata rispetto all’edificio originario. Bibliografia: CASTRO 1986, DEPHA DF 1998
tipo
eclettico
uso attuale
linguaggio
art déco
stato di conservazione
biblioteca
uso proposto
quello attuale
buono
categoria intervento
manutenzione ordinaria
205
BAZAR GUAPORÉ
«In attività da 44 anni» Localizzazione: isolato 31 lotto 1 (SLOGAN IN FACCIATA)
Data di costruzione: Prima metà del XX secolo. A parte notizie sulla destinazione d’uso originaria della fabbrica (residenza) non si hanno altre informazioni sulla storia dell’edificio. Attualmente i suoi spazi ospitano attività commerciali e la distribuzione interna è stata modificata per accogliere la nuova funzione. All’esterno l’edificio mantiene le caratteristiche proprie del linguaggio coloniale anche se il sistema delle aperture è stato modificato. Bibliografia: ASSENTE
tipo
morada
uso attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
commerciale
uso proposto
quello attuale
buono
categoria intervento
manutenzione ordinaria
206
PANIFICIO BOM DIA
«La panetteria occupa Localizzazione: isolato 40 lotto 03A integralmente il lotto e presenta un tipo di Data di costruzione: prima metà del XX pianta compacta » secolo. (IPHAN 2012)
A parte notizie sulla destinazione d’uso originaria della fabbrica (residenza) non si hanno altre informazioni sulla storia dell’edificio. Attualmente questo è occupato da un panificio, e la nuova destinazione d’uso ha richiesto modifiche nella distribuzione interna degli spazi. All’esterno l’edificio mantiene le caratteristiche proprie del linguaggio coloniale anche se il sistema delle aperture è stato modificato. Bibliografia: ASSENTE
tipo
morada
uso attuale
linguaggio
coloniale
stato di conservazione
commerciale
uso proposto
quello attuale
buono
categoria intervento
manutenzione ordinaria
207
CASA DEL QUARTIERE A LUCI ROSSE
«Parlando della gloria che sono stati gli anni Venti per Planaltina (...) non spendere alcune parole (...) la Zona a Luci Rosse (...) sarebbe sottovalutare l’importanza che il mercato del sesso ha avuto per l’economia locale.» (ANDRADE 2010, pag. 36)
Localizzazione: Av. Marechal Deodoro isolato 26 lotto 18 Data di costruzione: XIX secolo (quartiere a luci rosse) Il quartiere a luci rosse, chiamato ZBM-Zona do Baixo Meretrício, fu istituito all’inizio del XIX secolo. Come conseguenza dell’aumento demografico degli anni Venti del novecento l’area si è ancora estesa e furono edificati nuovi bordelli. Durante il periodo della costruzione di Brasilia, la ZBM occupava un intero quartiere (per evitare la creazione di una zona simile nella nuova capitale). Negli anni Novanta la zona cominciò un periodo di declino e attualmente pochi bordelli sono ancora in attività. Bibliografia: ANDRADE 2010
tipo
eclettico
uso attuale
linguaggio
art déco
stato di conservazione
residenza
uso proposto
quello attuale
buono
categoria intervento
manutenzione ordinaria
209
4.4 INDICAZIONI PER L’ELABORAZIONE DEL PIANO DI RECUPERO DEL CENTRO STORICO DI PLANALTINA 4.4.1 ANALISI SWOT Per meglio identificare il potenziale di rivalorizzazione del settore storico di Planaltina, e su quali punti porre maggiore attenzione per elaborare interventi strategici con l’obiettivo della conservazione e promozione del Patrimonio della città, sono stati messi in evidenza i punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce nell’area.
210 Punti di Forza
Punti di Debolezza
- Il Centro Storico faceva parte della Estrada da Bahia, importante asse coloniale che lo mette in relazione con il territorio; - Patrimonio residuo ancora in stato di conservazione ragionevole; - Presenza di associazioni culturali di carattere comunitario che si interessano alla promozione dei valori locali; - Vocazione turistica del centro storico. Numero considerevole di edifici di valore storico-culturale all’interno del Centro Storico; - Posizione privilegiata con vista sul territorio circostante (antica denominazione Altamir); - Prossimo alla Vale do Amanhecer; - Prossimo alla Stazione ecologica Águas Emendadas (5 km); - Prossimo al sito della Pedra Fundamental (8 km); - Prossimo al Plano Piloto di Brasilia (42 km); - Indice di criminalità inferiore rispetto ad altri settori della città di Planaltina come Buritis e Arapoanga;
- Mancanza di legami storico-culturali tra le città del DF e il territorio; - I nuovi residenti, non avendo legami storici con la città, sono difficilmente coinvolgibili nelle azioni di valorizzazione del patrimonio locale; - Mancanza di documentazione sul Patrimonio storico; - Mancanza di una legislazione urbanistica specifica sul Centro Storico; - La gestione del Patrimonio culturale non è portata avanti in maniera integrata con lo sviluppo urbano della città; - Frammentazione amministrativa, difficoltà di coordinazione tra le autorità competenti; - Mancanza di un gruppo di lavoro specifico che opera per la valorizzazione del Patrimonio Storico-Culturale di Planaltina; - Assenza di manodopera specializzata nel recupero del patrimonio; - Problemi di accessibilità al patrimonio storico (molti spazi non fruibili dai disabili); - Città dormitorio; intensi flussi di pendolari che lavorano al di fuori della città (in particolare nel Plano Piloto); - Assenza di luoghi di aggregazione e spazi pubblici sicuri; - Trasporto pubblico non efficiente e le tratte difficilmente identificabili; - Incompatibilità tra la struttura urbana del Centro Storico e il traffico pesante.
211 Opportunità
Minacce
- Elaborazione LUOS; - Elaborazione PDL; - Fundurb: possibilità di includere la chiesa di Sao Sebastiao all’interno dei finanziamenti per la valorizzazione del patrimonio del Distretto Federale; - Interesse da parte delle amministrazioni locali per la rifunzionalizzazione delle piazze storiche; - Realizzazione inventario Patrimonio storico di Planaltina; - Interventi sul territorio del Distretto Federale in vista dei Mondiali di Calcio del 2014; - Progetto della Cidade Aeroportuária a Planaltina; - Presenza del Campus dell’Università di Brasilia.
- Espansione della città senza aver predisposto degli studi sull’impatto ambientale (regioni sensibili); - Forte speculazione immobiliare; - Mobilità pesante nel centro cittadino mette a rischio il patrimonio storico; - Chiesa Sao Sebastiao, presenta gravi dissesti statici.
212
4.4.2 DISPOSIZIONI GENERALI Ambito di Applicazione delle Indicazioni
Le presenti indicazioni hanno validità nell’ambito territoriale definito come “Area di interesse storico”, corrispondente al nucleo storico del Settore Tradizionale e Vila Vicentina nella città di Planaltina. Il perimetro della zona oggetto di “Indicazioni per l’elaborazione del Piano di Recupero” è individuato nell’immagine a pagina 174. Le indicazioni per il Piano di Recupero del Centro Storico di Planaltina hanno come obiettivo quello difornire dei suggerimenti di intervento per la riqualificazione urbanistica ed edilizia del tessuto urbano esistente, con l’intento di recuperare l’identità della città come punto di riferimento della storia e della cultura urbana della Regione e promuovere la rivitalizzazione del Centro Storico potenziando le funzioni culturali e commerciali compatibili con l’identità locale.
Delimitazione Area di Interesse Storico
L’area interessata dalle presenti indicazioni è compresa all’interno del perimetro individuato nell’ immagine a pagina 174, nel dettaglio: Per il Settore Tradizionale: Rua Quintino Bocaiuva nel tratto tra Av. Marechal Deodoro e l’Av. Salvador Coelho; Av. Marechal Deodoro nel tratto tra la Rua Quintino Bocaiuva e l’Av. Mal. Floriano Peixoto, includendo la Piazza Pe. Antonio Marcigaglia; l’Av. Mal. Floriano Peixoto, nel tratto tra l’Av. Mal. Deodoro e l’Av. Maranhao; l’Av. Maranhao nel tratto compreso tra l’Av. Mal. Floriano Peixoto e Rua Treze de Maio; la Rua Treze de Maio nel tratto tra l’Av. Maranhao e la Rua Primeiro de Junho; Rua Primeiro de Junho tra la Rua Treze de Maio e Rua Eugenio Jardim; Rua Eugenio Jardim tra la e l’Av. Salvador Coelho e Rua Primeiro de Junho; e infine l’Av. Salvador Coelho tra Rua Eugenio Jardim e Rua Quintino Bocaiuva. Per Vila Vicentina: Rua Cafè Goiano nel tratto tra Rua D e Rua A; Rua A tra Rua Cafè Goiano e Av. Contorno; Av. Contorno tra Rua A e Rua C; Rua C tra Av. Contorno e Rua Deodato Luouly; Rua Deodato Luouly tra Rua C e Rua D, e infine Rua D tra Rua Deodato Luouly e Rua Cafè Goiano.
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Due strade non incluse nel perimetro sono da considerarsi assi storici e pertanto interessati dalle indicazioni per l’elaborazione del Piano di Recupero: l’ultimo tratto dell’ Av. Maranhao, di collegamento con il Cimitero Storico, Rua Piauì e Av. Goias, asse principale di accesso alla città .
4.4.3 INDICAZIONI DEL PIANO DI RECUPERO PER IL CENTRO STORICO CATEGORIE DI INTERVENTO
Le Categorie di Intervento sono in individuate tenendo presente quelle definite nella Legge italiana 457/78 e sono applicabili sia ai lotti occupati da edifici di interesse storico-culturale che a quelli che includono il Patrimonio di particolare interesse storico-culturale. Le categorie individuate sono: -Restauro e Risanamento Conservativo; -Ristrutturazione edilizia; -Manutenzione Ordinaria; -Manutenzione Straordinaria; -Ricostruzione Edilizia; -Riqualificazione Urbana e Ambientale. Si richiamano qui di seguito i contenuti delle categorie sopra elencate.
- Restauro e Risanamento Conservativo
Gli interventi di Restauro e di Risanamento Conservativo riguardano le unità edilizie in buono o mediocre stato di conservazione che presentano particolari pregi architettonici ed artistici. Queste costituiscono parte integrante del patrimonio edilizio dell’insediamento storico, sia in quanto elementi partecipanti alla formazione dell’ambiente storico antico, sia perché significativi dal
214 punto di vista tipologico per la distribuzione interna degli ambienti, la disposizione degli elementi di collegamento verticale a per altre, caratteristiche morfologiche. Gli interventi di Restauro e di Risanamento Conservativo sono quelli rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentono destinazioni d’uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio.
- Ristrutturazione Edilizia
Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono quelli volti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi e di impianti senza aumento del volume edelle altezze preesistenti.
- Manutenzione Ordinaria
Costituiscono interventi di manutenzione ordinaria quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, quali: - pulitura esterna, ripresa parziale di intonaci senza alterazioni di materiali o delle tinte esistenti; - pulitura, riparazione, sostituzione o tinteggiatura degli infissi esterni, recinzioni, manti di copertura, pavimentazioni esterne, senza alterazione dei tipi di materiali esistenti o delle tinte o delle tecnologie; - rifacimento parziale di rivestimenti esterni, senza modificazione dei tipi di materiali esistenti o delle tinte o delle tecnologie; - riparazione ed ammodernamento di impianti tecnici che non comportino la costruzione o la destinazione ex-novo di locali per servizi igienici e tecnologici; - tinteggiatura, pittura e rifacimento degli intonaci interni; - riparazione di infissi interni, grondaie e canne fumarie;
215 - riparazione di pavimenti interni.
- Manutenzione Straordinaria
Costituiscono intervento di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare o sostituire parti, anche strutturali, fatiscenti o collabenti, degli edifici, nonché le opere e le modifiche per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche alle destinazioni d’uso. In particolare sono opere di manutenzione straordinaria, il rifacimento totale di intonaci, di recinzioni, di manti di copertura e pavimentazioni esterne, con modificazione dei tipi dei materiali esistenti, delle tinte, nonché il rifacimento comportante anche rifacimento ex-novo di locali per servizi igienici e tecnologici.
- Ricostruzione Edilizia
Si tratta di interventi finalizzati alla ricostruzione dell’edificio preesistente demolito in parte o in condizioni statiche generali da renderne tecnicamente impossibili altri tipi di interventi conservativi. Tali interventi devono comportare la realizzazione di organismi anche diversi da quelli preesistenti a condizione che non vengano superati i limiti di altezza individuati per il Centro Storico e seguano le indicazioni generali dei Requisiti Architettonici dell’edilizia nel Centro Storico.
- Riqualificazione Urbana e Ambientale
Gli interventi di riqualificazione urbana e ambientale devono tendere alla valorizzazione del Centro Storico finalizzata ad un incremento della qualità della vita nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e, attraverso la rigenerazione fisica e l’insediamento di funzioni compatibili con la sua natura, riproporre quella trama di interessi e di stimoli alla socialità tipici del tessuto storico. Nello specifico questi interventi dovranno: - Riqualificare le piazze pubbliche principali riprogettando il sistema di fruizione e di arredo urbano; - Riprogettare la mobilità, favorendo la fruizione pedonale e limitando il traffico veicolare; - Eliminare ostacoli fisici (barriere architettoniche, segnaletica carente) e psicologici (distanze, confort termico, sensazione di insicurezza);
216 - Regolamentare la nuova edilizia e le ricostruzioni impedendo la costruzione di fabbriche che superino l’altezza di due piani fuori terra e garantendo la media densità dello spazio edificato; - Privilegiare l’utilizzo commerciale e misto degli edifici, con l’inserimento di attività di carattere Slow e di promozione della produzione locale, e favorire l’accessibilità a questi inserendoli all’interno di percorsi pedonali.
DESTINAZIONI D’USO Nel Settore Tradizionale e in Vila Vicentina la destinazione d’uso degli edifici è in prevalenza Residenziale. Il PDOT del 2009 suggerisce l’utilizzo misto (residenza-commercio) degli edifici come modalità appropriata per la rivitalizzazione urbana. È necessaria la promozione di attività commerciali nel Centro Storico, perché sono in grado di generare flussi e dinamiche favorevoli allo sviluppo locale e turistico. Le nuove attività insediate dovranno avere un carattere slow (negozi di uso quotidiano e di uso saltuario, botteghe artigianali di tipo tradizionale, mercati al dettaglio anche all’aperto) per non entrare in conflitto con la destinazione residenziale e promuovere i valori locali. Nel Centro Storico è consentito ubicare attrezzature collettive e culturali, servizi pubblici, attrezzature ricettive e turistiche (alberghi, ristoranti) compatibili con il carico urbanistico tollerabile dall’impianto urbano e con le caratteristiche spaziali e distributive degli edifici storici. E’ consentita la residenza speciale, come case-albergo per studenti, alloggi comunitari per singoli, per anziani e per altre categorie assistite. Sono assolutamente incompatibili con le strutture edilizie e con l’impianto urbano del centro storico le seguenti destinazioni d’uso: commercio all’ingrosso; complessi commerciali; grandi magazzini; depositi a cielo aperto; industrie; servizi e attrezzature sanitarie, ospedaliere, culturali, militari, di vigilanza, di interesse generale e di ambito territoriale, stazioni per corriere e autotrasporti salvo
217
che in aree tangenti al centro storico. Per alcuni edifici e il cimitero antico, individuati come Patrimonio di particolare interesse storicoculturale sono definite alcune destinazioni d’uso compatibili con le loro caratteristiche e che soddisfano le esigenze di particolari funzioni all’interno del nucleo storico.
4.4.4 INTERVENTI SULL’EDIFICATO Tutti gli interventi in zona storica devono mirare alla conservazione e del massimo recupero di tutti gli elementi strutturali,decorativi e compositivi. Anche per gli interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica la progettazione dovrà tendere alla massima qualità dell’inserimento ambientale, eliminando i motivi di incompatibilità ed incongruenza rispetto all’organizzazione morfologica del tessuto urbano. Nelle unità edilizie soggette a restauro dovranno essere utilizzati i materiali e le tecniche costruttive originarie. Nelle unità edilizie comprese in tutte le altre categorie di intervento, comprendendo anche gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e con la sola esclusione della categoria di ricostruzione e nel caso di documentata irrecuperabilità o deterioramento, saranno ammissibili sostituzioni ricorrendo comunque a materiali e tecniche tradizionalmente impiegati o analoghi per tipologia e periodo storico.
INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE E NUOVA EDILIZIA
Per quanto riguarda gli interventi di ricostruzione e nuova edilizia all’interno del perimetro individuato come “Area di interesse storico” si dovranno elaborare Piani di Comparto alla scala dell’isolato che stabiliscano la quota di edificabilità e la quota di cessioni di aree private ad uso pubblico. Gli isolati all’interno del perimetro hanno una morfologia varia, ma possono essere individuati dei
218 caratteri comuni predominanti: - Media densità (ogni lotto è edificato per circa la metà della sua superficie); - Altezza dell’edificato non superiore a due elevazioni; - Edificato molto spesso allineato con il filo stradale. Questi elementi devono essere mantenuti nel processo di trasformazione della città.
REQUISITI ARCHITETTONICI I requisiti architettonici degli edifici, qui di seguito specificati, costituiscono scelte volte a determinare il carattere unitario del recupero dei complessi edilizi all’interno dell’Area di interesse storico:
- Strutture portanti verticali
Gli interventi che prevedono opere di consolidamento, ripristino e tamponatura delle murature esistenti dovranno essere eseguiti nel rispetto delle caratteristiche delle strutture originarie. Per gli edifici con struttura in Adobe sostituire i mattoni ammalorati in terra cruda con mattoni simili agli originali, l’introduzione di materiali incompatibili per caratteristiche chimico-fisiche a quelli utilizzati nella struttura originaria possono arrecare danni ben peggiori rispetto a quelli causati dal degrado.
- Strutture portanti orizzontali
Di norma gli interventi di consolidamento e ripristino dei solai esistenti sono ammessi nel rispetto del sistema strutturale preesistente.
- Strutture di copertura
Negli interventi di consolidamento e ripristino delle strutture di copertura in legno è ammessa la sostituzione della struttura lignea esclusivamente quando deteriorata ed irrecuperabile. Nei casi in cui la struttura sia visibile all’esterno non è ammesso l’utilizzo di legno lamellare, ne altri agglomerati di alcun tipo come compensato OSB-MDF o altri.
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- Manti di copertura
Per tutti gli edifici compresi allâ&#x20AC;&#x2122;interno del perimetro dellâ&#x20AC;&#x2122;Area di interesse storico si deve conservare la copertura a falde con manto in coppi o tegole. Negli interventi di ripristino o rifacimento parziali del manto di copertura si deve reimpiegare materiale preesistente non deteriorato, utilizzando per le necessarie integrazioni, materiale dello stesso tipo e colore. Nel caso di rifacimento integrale del manto di copertura, si devono utilizzare tegole ceramiche sul modello tradizionale. Per quegli edifici di recente costruzione, in attesa di interventi di ristrutturazione, sono ammessi interventi di manutenzione straordinaria alle coperture con posa di materiali simili o similari a quelli esistenti.
- Aperture
Tutte le aperture esistenti sui fronti strada (finestre, porte e portoni) devono essere conservate nella configurazione esistente, nel rispetto della configurazione tipologica della facciata e degli allineamenti delle bucature ad esclusione dei casi di ripristino di aperture originarie delle quali sia documentata lâ&#x20AC;&#x2122;antica esistenza. (antica Farmacia) Quando ammesse, le nuove aperture dovranno essere realizzate nel rispetto delle regole compositive dei singoli fronti, nei rapporti dimensionali tradizionali ed in armonia con le aperture esistenti, impiegando gli stessi materiali. Il vetro utilizzato per i serramenti deve essere piano, trasparente o satinato, è sconsigliato lâ&#x20AC;&#x2122;uso di vetri a specchio, colorati o altre tipologie.
- Platibandas e cornici
Negli interventi su questo tipo di elementi devono essere mantenute le caratteristiche geometriche quali sagome, profili, dimensioni, disegni.
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- Paramenti esterni e intonaci
Gli interventi di ripristino o di rifacimento degli intonaci devono essere realizzati impiegando tecniche e materiali della tradizione locale, è consigliato l’utilizzo di intonaci di calce e sabbia soprattutto per gli edifici in Adobe, per i quali non deve essere utilizzato cemento o qualunque altro prodotto sintetico impermeabile. Si devono eliminare le pubblicità intonacate sulle facciate degli edifici all’interno del perimetro dell’Area di interesse storico.
- Impianti
L’installazione di impianti tecnologici (luce acqua gas) non dovrà pregiudicare, con apparecchiature, condutture, cavi, e quanto altro viene posto esternamente all’edificio, l’equilibrio formale della facciata. Le prese d’aria di impianti fissi di condizionamento, devono trovare una precisa collocazione sui prospetti posti all’interno dei cortili dell’edificio, all’interno di finestre o balconi comunque in luoghi opportunamente predisposti e non visibili dallo spazio pubblico.
- Recinzioni e arredi urbani di pertinenza delle Unità Edilizie
Le recinzioni delle aree private, così come per le zone pubbliche, dovranno avere caratteristiche tipologiche uniformate ed un disegno adeguato al Centro Storico in questione. Gli arredi urbani se collocati in posizione visibile dallo spazio pubblico devono anch’essi essere coerenti con l’ambiente circostante.
4.4.5 INTERVENTI IN AMBITI PUBBLICI SPAZI PUBBLICI E DI USO PUBBLICO
Sono spazi pubblici: - Ruas e Avenidas; - Le Piazze Sao Sebastiao, Salviano Monteiro e Antonio Marcigaglia; - Il Cimitero antico.
221
Pavimentazioni
Negli ambienti urbani la pavimentazione è un’ ingrediente importante di caratterizzazione dello spazio. Per questo il Piano interviene su questo elemento per definire la zona interna al perimetro storico individuato. Non essendoci tracce della pavimentazione originaria di Planaltina, forse perché questa non fu mai realizzata, il modello è stato ricercato a Goias, città coloniale che ha influenzato le prime architetture di Planaltina. Nel Centro Storico l’asfalto deve essere sostituito con un lastricato in pietra locale e anche i marciapiedi devono essere realizzati con gli stessi materiali (fatta eccezione per le strade individuate come pedonali dove i marciapiedi devono essere eliminati).
Verde
Il verde urbano è un elemento fondamentale da prendere in considerazione per migliorare la qualità di vita all’interno del Centro Storico. Oltre agli evidenti aspetti igienico-sanitari (depurazione chimica dell’atmosfera, fissazione dei gas tossici e delle polveri, fonoassorbenza, ecc.), nel nostro caso (a Planaltina il clima tra giugno e agosto è molto secco) può diventare determinante per garantire l’utilizzo degli spazi pubblici. Deve essere piantato verde ad alto fusto: - nelle piazze pubbliche; - lungo l’Av. Goias nel tratto tra Piazza Salviano Monteiro e Antonio Marcigaglia. Questa operazione deve avvenire scegliendo le specie arboree più adatte, garantire l’accessibilità agli spazi (in Piazza Salviano Monteiro il troppo verde non consente l’accessibilità in alcuni punti che diventano spazi residui e le radici degli alberi hanno danneggiato la pavimentazione) e creare zone ombreggiate dove sostare.
Arredo urbano
Attraverso l’arredo urbano si possono regolamentare tutti quei “fattori” che impediscono una chiara lettura degli spazi pubblici. Per arredo urbano si intende:
222 - segnaletica stradale; - pubblicità e insegne luminose; - illuminazione pubblica; - elementi di comfort (servizi igienici, panche, cabine telefoniche); - contenitori e raccoglitori (cestini, cassonetti…). Le indicazioni generali per il collocamento di questi elementi sono: - Uniformità e conformità degli elementi di arredo: evitare l’eterogeneità dei tipi e privilegiare l’uso di materiali, forme e colori rispettosi del contesto ambientale; - Una corretta illuminazione delle strade e degli spazi di sosta pubblici è fondamentale per garantire la fruizione anche nelle ore serali e restituire alla cittadinanza un’ ambiente urbano più sicuro; - Devono essere evitate le pubblicità intonacate sui fronti delle case all’interno dell’Area di interesse storico. Si deve pensare al collocamento di pannelli informativi nei luoghi di interesse culturale nella prospettiva di realizzare un itinerario storico-culturale attraverso il tessuto urbano della città storica.
Corti interne e aree libere
Le aree libere e corti interne devono essere conservate con rigoroso divieto di costruzione fuori terra di manufatti anche precario, almeno che questo non sia previsto all’interno di un piano di comparto.
Piano del colore
Le “casas coloridas” (case intonacate di colori differenti, in genere molto accesi) in Brasile hanno un significato particolare: per individuare un singolo immobile lungo una strada non veniva utilizzato il numero civico ma il colore del suo intonaco, differente da quello degli altri edifici con cui condivideva la via (Olinda, Pernabuco). Devono essere utilizzati intonaci di colori differenti e toni accesi per il fronte stradale di Rua Piauì (Progetto “Casas coloridas”) asse viario di collegamento del Settore Tradizionale con Vila Vicentina e tratto urbano di una strada nazionale di costruzione anteriore al 1955. L’intervento non
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ha l’intenzione di ripristinare qualcosa che non è mai esistito ma di evidenziare un’importante asse viario della città. Per gli edifici all’interno del tessuto dell’ Area di interesse storico si devono ripristinare gli intonaci ammalorati intervenendo con prodotti compatibili alla tecnica costruttiva dell’edificio (es. non utilizzare intonaci sintetici impermeabili per le strutture in Adobe) e cercando, se possibile, di conservare il colore originale.
Rua Piauí: progetto “casas coloridas”
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Pavimentazione in pietra locale, Centro Storico di Goias
“casas coloridas”, Centro Storico di Olinda
“casas coloridas”, Centro Storico di Goias
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4.4.6 SPECIFICHE PER I PIANI DI COMPARTO ALLA SCALA DELL’ISOLATO Nel processo di trasformazione del Centro Storico bisogna porre particolare attenzione alla nuova edilizia e alle opere di ricostruzione. Per inserire armoniosamente le nuove costruzioni nel nucleo storico bisogna che queste non vadano a modificare i caratteri del tessuto urbano. La città storica di Planaltina, a causa degli interventi più recenti ha modificato molto il suo aspetto ma si possono identificare caratteri predominanti che accomunano la morfologia varia degli isolati: in primo luogo lo spazio costruito nel Centro Storico è formato da edifici bassi, che non superano le due elevazioni e occupano circa metà del lotto, in genere la parte prospiciente alla strada. Il Piano di Comparto alla scala dell’isolato prevede che prima di poter intervenire sull’edilizia (sia esistente che nuove edificazioni) in un’isolato del Centro Storico bisogna aver elaborato uno strumento di pianificazione attuativa, che, dopo aver analizzato i caratteri specifici dell’isolato, vada a definire per le aree di trasformazione:
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la quota di cessione di aree private ad uso pubblico, le quote di densità degli edifici (media densità), l’altezza massima delle costruzioni (non si possono superare le due elevazioni), gli arretramenti rispetto alla strada (tendenzialmente occupare la parte del lotto verso la strada), i distacchi dalle costruzioni vicine, gli usi ammessi e infine le eventuali funzioni di interesse pubblico previste. A questo punto si può elaborare il progetto del singolo lotto che deve essere sottoposto ad approvazione.
4.4.7 PROGETTO PILOTA DI CONNESSIONE TRA LE TRE PIAZZE PRINCIPALI Il Progetto ha come obiettivo la riqualificazione delle tre piazze del nucleo storico di Planaltina. Intervenire su questi spazi pubblici con un progetto unitario è un’operazione strategica rispetto all’intero Centro Storico favorendo il miglioramento delle condizioni di vita e lo sviluppo dell’economia locale.
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PRAÇA DA IGREJINHA (PIAZZA SAO SEBASTIAO) La piazza è formata dalle strade Av. Salvador Coelho, Rua 13 de Maio e Maranhao e ospita la chiesa di Sao Sebastiao, attorno alla quale si era sviluppato il nucleo originario della città di Planaltina. La chiesa è l’edificio più antico della città ed è protetta in quanto Patrimonio Storico e Artistico del DF dal 1982.
Piazza Sao Sebastiao, in fondo a sinistra il campo da calcio, la zona dedicata agli sport
Inizialmente la piazza era anche luogo di sepoltura, questa era un’usanza ereditata dalla colonizzazione portoghese per la quale i morti dovevano essere sepolti su suolo sacro. Attualmente nella chiesa si celebrano solo riti funerari e la piazza è sottoutilizzata (solamente la zona dedicata agli sport prossima alla piazza è utilizzata dai giovani della comunità), l’arredo urbano carente, la mancanza di vegetazione che garantisca luoghi ombreggiati dove sostare e l’assenza di funzioni attrattive sono alcune delle cause.
Piazza Sao Sebastiao, arredo urbano danneggiato.
Per questo ampio spazio si è pensata la realizzazione di un Parco didatticoscientifico sul tema dell’acqua (una
228
suggestione può essere il Parco Pitagora di Crotone sul tema della matematica). Questa nuova funzione è strategica per connettere la città storica con il territorio regionale. Planaltina fin dalle origini ha avuto legami con l’acqua a partire dai fiumi che hanno orientato il disegno del Settore Tradizionale, al processo di elettrificazione della città che è stato reso possibile dallo sfruttamento idroelettrico delle correnti e infine la prossimità con la Stazione Ecologica Aguas Emendadas dove avviene un fenomeno di dispersione idrografica di interesse nazionale. La realizzazione di exibits all’aperto (che spieghino le caratteristiche chimico-fisiche dell’H2O, il suo utilizzo per produrre energia, etc..) e di opere d’arte realizzate da artisti locali su questo tema potrebbero dare una funzione a questo spazio di interesse sovralocale, arricchendo il nucleo storico di nuovi valori.
La Stazione della Polizia in Piazza Sao Sebastiao
Dodecaedro e Albero del Teorema, Parco Pitagora, Crotone, in http://pitagoraedintorni.blogspot.it
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PRACINHA DO MUSEU (PIAZZA SALVIANO MONTEIRO) Lo spazio rettangolare della piazza, conosciuta anche come Piazza del Museo è delimitato da edifici su tutti e quattro i lati. Tra gli edifici che si affacciano sulla piazza abbiamo l’ hotel O Casarao, Il Museo Storico e Artistico di Planaltina, la Casa do Idoso, il Collegio Sorella Maria Assunta e i bar.
Palco delle attività in Piazza Salviano Monteiro, sullo sfondo il Museo Storico Artistico di Planaltina.
L’accesso alla piazza non è conforme ai requisiti della NBR 9050, che normalizza l’accessibilità agli spazi edificati. Nonostante i tentativi di adeguamento, le rampe non hanno ancora i corrimani e le inclinazioni opportune, la pavimentazione è danneggiata dalle radici degli alberi e in alcuni casi non è presente e infine differenze di livello esagerate e la presenza di arbusti ostacolano la libera fruizione dello spazio. La piazza finisce per essere uno spazio frammentato in unità minori, ognuna con caratteristiche diverse.
Antico coreto di Piazza Salviano Monteiro, sullo sfondo il Museo Storico.
La zona vicina al bar della piazza, di fronte alla Casa do Idoso, è la più illuminata e utilizzata anche perché quella più in piano e priva di ostacoli. Alcuni venditori ambulanti sistemano la loro merce in questo spazio, anche
230 questo contribuisce all’aggregazione di persone in questa parte della piazza.
[a]
Di fronte all’ hotel O Casarao, c’è uno spazio ricco di vegetazione e ben ombreggiato, ma il troppo verde non consente l’accessibilità in alcuni punti che diventano spazi residui [a]. La zona di fronte al Museo Storico Artistico di Planaltina è quella in condizioni peggiori, caratterizzata da sentieri tortuosi che configurano un labirinto inutilizzato. Questo spazio non consente inoltre la visibilità dell’edificio del museo dagli altri lati della piazza [b]. Il palco delle attività è il primo elemento della piazza che si intravede entrando in città per l’Avenida Goiás, questo viene raramente utilizzato coprendolo con una tenda in tela [c] per la celebrazione di qualche evento, altrimenti rimane una spianata in cemento esposta agli agenti atmosferici. La piazza inoltre non è dotata di un arredo urbano adeguato [d], l’illuminazione è scarsa, non vi sono cassonetti per la raccolta dei rifiuti, servizi igienici pubblici e le panchine sono fatiscenti. Infine il verde pubblico
[d] [d]
[b] [e]
[c]
231 pur avendo un potenziale importante, garantendo zone ombreggiate, è mal disposto, diventando solo un’ulteriore elemento di degrado [e]. La risistemazione di questa piazza sulla quale si affacciano molti degli edifici di valore storico artistico del Centro Storico è necessaria per garantire la fruizione al Patrimonio e per restituire alla comunità uno spazio di incontro e socialità. Gli interventi si devono concentrare sull’accessibilità, l’arredo urbano e il verde pubblico.
PRAÇA DA MATRIZ (PIAZZA ANTONIO MARCIGAGLIA) La piazza si trova in uno dei punti più alti del Settore Tradizionale, al centro dell’isolato si trova la chiesa Matriz, costruita sul fuoco della prospettiva di Avenida Goiás, principale asse storico di accesso alla città. La chiesa è il principale tempio cattolico del Settore Tradizionale e al suo interno vengono celebrate le funzioni principali ed è una delle tappe delle principali feste religiose cittadine. Piazza Antonio Marcigaglia http://www.skyscrapercity.com/
È importante inserire nel progetto questa piazza per il ruolo che ricopre nella vita degli abitanti di Planaltina, e si suggerisce l’utilizzo dello spazio
232 antistante la chiesa come mercato di prodotti locali per garantirne una fruizione quotidiana e concludere il tratto commerciale dell’Av. Goias.
chiesa Matriz : fuoco della prospettiva di Av. Goias.
IL PERCORSO PEDONALE Il collegamento tra le tre piazze è pensato rendendo pedonali i tratti di strade che le connettono, Av. Salvador Coelho e l’ Av. Goias. L’Av Goias nel tratto tra la Piazza Salviano Monteiro e Antonio Marcigaglia diventerebbe il nuovo asse commerciale del Centro Storico. (la funzione commerciale dovrebbe essere mantenuta fino all’incontro con l’Av. Independencia, principale asse commerciale cittadino, consolidando il legame del Centro Storico con il resto della città.)
tratto Av. Salvador Coelho tra Piazza S. Sebastiao e Piazza Salviano Monteiro
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4.5 APPUNTI PER LA GESTIONE DEL CENTRO STORICO DI PLANALTINA È importante per garantire la valorizzazione del Centro Storico di Planaltina formulare un Piano di Gestione che contenga gli strumenti giusti per essere efficace rispetto alla conservazione del Patrimonio Storico-Culturale e che sia in grado di individuare i giusti canali di reperimento delle risorse ottimizzando l’utilizzo di queste per produrre sviluppo locale. tratto Av. Goias tra Piazza Salviano Monteiro e Piazza Antonio Marcigaglia.
Questo strumento deve quindi coordinare tutte le altre pianificazioni che interessano il nucleo storico: “Il piano di gestione definisce le modalità per gestire le risorse di carattere storico, culturale e ambientale, ed è in grado di orientare le scelte della pianificazione urbanistica ed economica attraverso la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione.” (MIBAC 2004, pag.20)
progetto di connessione, 3 piazze principali
L’elaborazione di questo “progetto integrato” richiede una dettagliata fase di analisi e conoscenza non solo del Patrimonio Storico-Culturale della città (lavoro di questa tesi di laurea), ma
234 anche degli aspetti socio-economici, e di tutti quegli elementi che diventano il fondamento per affrontare problematiche complesse come quelle di un centro urbano dove si intrecciano diverse componenti. Secondo le Raccomandazioni per la Gestione dei Centri Storici- 2010, sintesi delle riflessioni svolte dall’ANCSA (Italia), dalla Direccion General Casco Historico de la Ciudad Autonoma de Buenos Aires (Argentina) e dalla Oficina del Historiador de la Ciudad de la Habana (Cuba), circa le modalità di gestione messe in atto in città italiane, spagnole e latino-americane le politiche per i centri storici devono garantire:
“SOSTENIBILITÀ CULTURALE,
che assicura il recupero, la conservazione e la formazione di valori culturali, sia materiali che immateriali, il rafforzamento dei caratteri identitari della città e della società che la vive, la salvaguardia del paesaggio urbano.
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE,
che promuove l’uso razionale delle risorse e affronta problemi direttamente riferiti al benessere degli individui, alla loro sicurezza e
235 alla salvaguardia del contesto storico, urbano e ambientale.
SOSTENIBILITÀ ECONOMICA,
che promuove il consolidamento e l’innovazione delle economie locali, permettendo l’attuazione di piani e programmi di sviluppo dinamici e competitivi.
SOSTENIBILITÀ SOCIALE,
che tende a rispondere alle domande sociali in atto e a risolvere i conflitti sociali, coinvolgendo direttamente i cittadini e assicurando un carattere di equità ai processi di trasformazione. “ (TOPPETTI 2011, pag. 246)
FRAMEWORK UTILIZZATO Per fornire dei suggerimenti di impostazione di un Piano di Gestione adeguato alle esigenze di una città come Planaltina, che porti ad uno sviluppo integrato il cui asse centrale è la cultura abbiamo preso in esame le esperienze di gestione del Patrimonio portate avanti in altre città dell’America Latina e dell’Europa (che molto spesso affrontano interrogativi analoghi, se pur in contesti assai differenti e fisicamente lontani), che in tempi
236
recenti si sono trovate ad affrontare le problematiche di conservazione delle zone di più antico insediamento dove sono racchiusi significati identitari e relazionali espressi dai monumenti, dalle piazze, dall’assetto morfologico e dai caratteri immateriali in esse presenti. Di questi modelli gestionali abbiamo focalizzato la nostra attenzione, in particolare, su tre aspetti che possono considerarsi come la il punto di partenza per l’elaborazione di un Progetto di Gestione: - Struttura operativa; - Rapporti con gli abitanti e gli utenti e meccanismi di concertazione; - Reperimento delle risorse; Infine sono stati presi in esame gli Stakeholders, cioè i gruppi e le istituzioni detentori di autorità, che hanno interessi o di tipo attivo o passivo, sul centro storico di Planaltina per fornire un quadro degli attori coinvolgibili.
237
STRUTTURA OPERATIVA Dal punto di vista istituzionale la maggior parte delle città considerate possiede una struttura specifica dedicata alla gestione della zona storica (Arequipa, Buenos Aires, Pachuca, Quito Santa Cruz de la Sierra e Santa Tecla) di livello locale e inquadrati nei settori che governano i temi della cultura e della pianificazione urbana. Per lo più si tratta di strutture nate dopo il Duemila, molte delle quali posseggono strumenti messi a punto in modo specifico per i centri storici (Piani di Gestione e Piani Strutturali).(BOSSIO 2009, pag. 35) Nel caso di Planaltina non avendo un Piano Regolatore Locale (redatto parzialmente e mai approvato) le uniche direttrici di tutela della zona storica sono quelle individuate nel Piano Territoriale del DF e limitate all’area individuata come “Asse Storico”. Recentemente si è tentato di creare un gruppo di lavoro specifico per la conservazione del patrimonio della città, ma l’iniziativa non ha avuto successo perché ci sono state difficoltà di coordinazione tra i vari organismi competenti, e la mancanza di attenzione delle autorità nei riguardi del patrimonio della città.
238 È necessario quindi prima di tutto individuare una struttura specifica con un gruppo di lavoro di competenze interdisciplinari che possa orientare l’attività di tutti gli organi che hanno competenze sull’area. Questa struttura dovrà redigere un Piano che in armonia con il Piano territoriale del DF, definisca i programmi operativi per il Centro Storico, stabilisca le priorità attuative, definisca i modi di attivazione delle risorse economiche, favorisca la partecipazione dei cittadini ai momenti decisionali e monitori i risultati e la correttezza delle azoni intraprese.
RAPPORTI CON GLI ABITANTI E GLI UTENTI E MECCANISMI DI CONCERTAZIONE Un elemento fondamentale per una corretta gestione dell’eredità culturale di una città, che ne garantisce la sostenibilità sociale nelle scelte, è il livello di partecipazione della popolazione e il differente grado di interazione di questa nei meccanismi decisionali.
“Un processo realmente partecipativo deve manifestare un carattere multiculturale, multifunzionale, interclassista. La partecipazione deve fondarsi sulla conoscenza
Chiesa di Sao Sebastiao, abbraccio della comunità.
239 del significato culturale del sito e dei processi che si intende attivare, per garantire la capacità di intervento, ma anche per assicurare la consapevolezza dei diritti e dei doveri che devono coinvolgere i cittadini in un cammino di corresponsabilizzazione.” (TOPPETTI 2011, pag. 248). In molti casi (Arequipa, Buenos Aires, Florianopolis, Santiago, Pachuca) sono attivi strumenti come consulte pubbliche, giornate di lavoro, convegni, inchieste, riunioni informative, incontri ristretti, accordi, dialogo con gli abitanti, allo scopo di dare informazione e trovare legittimazione alle proposte. In altre città si raccolgono più di frequente proposte scaturite dagli abitanti per inserirle nei programmi pubblici e trovare per esse le risorse necessarie. Nel Caso di Planaltina esistono già Associazioni e gruppi di persone che mostrano interesse verso la conservazione del patrimonio materiale e immateriale cittadino, e la “Carta per la difesa del Patrimonio Culturale di Planaltina/DF” che raccoglie per punti le esigenze riscontrate su questo tema può già essere un punto di partenza per comprendere le esigenze della cittadinanza.
240
Due esperienze interessanti sono in Italia, una a Napoli dove è attivo un Centro di documentazione e iniziativa del Dipartimento Pianificazione Urbanistica, che cura attività finalizzate a promuovere la conoscenza e la discussione sulle politiche urbanistiche. Nella sua sede, dove si tengono incontri e manifestazioni, ospita una mostra permanente sulle trasformazioni urbane. La seconda a Genova dove è stato creato un ufficio denominato Civis Ambiente di raccolta documentazione sul Centro Storico e di consulenza per i privati. A Planaltina il Museo Storico e Artistico della città, dove si tengono assemblee cittadine potrebbe diventare il luogo adatto per centralità e accessibilità a diventare un centro di consulenza e discussione sulle iniziative in atto. Per quanto riguarda i meccanismi di concertazione sono da rafforzare i rapporti con l’UnB (Università di Brasilia) e soprattutto con la facoltà di Architettura che trova nel centro storico una palestra per l’approccio al tema del Restauro.
241
REPERIMENTO DI RISORSE Per poter garantire l’efficacia delle azioni di riqualificazione programmate bisogna disporre di flussi di risorse certi e continuativi, la maggior parte delle città prese in esame si avvale dell’apporto di organismi internazionali e talora nazionali ma spesso queste non sono sufficienti a finanziare un programma di così ampio respiro. È quindi necessario diversificare le fonti di finanziamento incentivando il coinvolgimento di investimenti privati o di natura mista pubblico-privata. Per quanto riguarda Florianopolis, città del sud del Brasile, gli interventi sui beni privati sono a carico dei proprietari che ottengono sgravi fiscali e urbanistici, mentre sui beni pubblici e religiosi vengono stanziate risorse pubbliche (municipali, statali, federali). L’esperienza di La Habana ha invece puntato sullo sviluppo dell’economia locale per autofinanziare il processo di riabilitazione. (PETERS 2001) Nel caso di Planaltina alcuni interventi sono stati finanziati dal FUNURB (Fondo per lo Sviluppo urbano del DF) ma sono stati interventi puntuali e poco efficaci e non in grado di fare da volano ad altre trasformazioni.
242 Bisognerebbe concentrare il peso della riqualificazione in aree di forte potenzialità (le tre piazze principali), con un miglioramento della qualità della zona e conseguente capacità di attrarre investimenti privati come effetto indiretto.
INDIVIDUAZIONE STAKEHOLDERS Lo sviluppo di azioni per la valorizzazione del Patrimonio storico culturale di Planaltina dipende dall’identificazione degli Stakeholders, cioè gruppi e istituzioni detentori di autorità, che hanno interessi sul centro storico di Planaltina. Secondo le indicazioni della Costituzione Brasiliana sull’organizzazione politicoamministrativa del Paese possiamo individuare tre livelli gerarchici di autorità che possono essere coinvolte o consultate in merito al progetto di valorizzazione del Centro Storico della città: Federali, Distrettuali e Regionali. A livello Federale l’ente che si occupa della protezione dell’eredità culturale brasiliana è l’IPHAN (Istituto per il Patrimonio Storico e Artistico Nazionale), autorità del Ministero della Cultura.
243 L’IPHAN oltre ad individuare il patrimonio da proteggere si occupa dell’elaborazione dei piani e dei progetti di conservazione e di definire linee di finanziamento e accordi per facilitare l’attuazione delle azioni previste. Dal 2002 l’IPHAN ha una Soprintendenza all’interno del Distretto Federale responsabile del coordinamento, pianificazione, gestione ed esecuzione delle azioni dell’Istituto in ambito Distrettuale. Questo organo a livello locale per ora si è occupato solamente di azioni di conservazione del patrimonio culturale moderno della nuova capitale e sarebbe opportuno coinvolgerlo nelle azioni di tutela dell’eredità culturale preBrasilia. Un altro organo federale, sempre dipendente dal Ministero della Cultura, che potrebbe mostrare interesse per il patrimonio immateriale di Planaltina è il FUNARTE (Fondazione Nazionale per le Arti). Questo organo dovrebbe essere consultato per la promozione e valorizzazione delle manifestazioni tradizionali della città che attraggono annualmente milioni di persone. Passando al livello inferiore, quello Distrettuale, abbiamo il Dipartimento
244 della Cultura ad occuparsi di intraprendere azioni di protezione del patrimonio culturale locale. Sono stati elaborati tre Decreti di Protezione per il patrimonio di Planaltina che interessano beni singoli e il loro intorno (chiesa Sao Sebastiao, Museo Storico Artistico di Planaltina e Pedra Fundamental) ma non essendoci leggi per la protezione del patrimonio del DF questi Decreti hanno solo valore di raccomandazione e non individuano le azioni da intraprendere per la conservazione di questo patrimonio. A livello Regionale infine ci sono degli uffici dell’ Amministrazione dedicati al Patrimonio e alla Cultura, ma il loro potere di intervento è subordinato a quello delle autorità Distrettuali. Essendo la città un sistema complesso, per la valorizzazione di Planaltina, oltre al coinvolgimento degli organi federali che si occupano della protezione del patrimonio abbiamo individuato nella tabella sottostante anche gli enti che si occupano della pianificazione urbana e territoriale, della mobilità e di quegli aspetti da prendere in considerazione quando si ha a che fare con un impianto urbano.
245 Oltre agli organi legalmente riconosciuti, esistono a Planaltina diverse Associazioni che organizzano eventi culturali e cercano di difendere il patrimonio locale a favore della promozione della cultura. La consultazione di questi gruppi, per l’elaborazione di un progetto di gestione, è di fondamentale importanza perché sono quelli che più da vicino conoscono le esigenze della comunità.
“Gli stakeholder, inoltre, possono essere classificati come “soggetti promotori” oppure “soggetti coinvolti”: i primi condividono un “interesse di tipo attivo” per le operazioni di riqualificazione intervenendo direttamente nel processo di gestione e nella valorizzazione del paesaggio; i secondi condividono un “interesse di tipo passivo” e sono coloro che ricavano dei benefici (materiali o immateriali) dalla qualità del paesaggio poiché da questa dipende, in buona misura, la loro attività o perché ritengono che la tutela del paesaggio sia un valore sociale da diffondere. Si tratta di una categoria di attori che può essere di aiuto nel sostenere le azioni di tutela, conservazione e valorizzazione del paesaggio, attraverso la diffusione della cultura del paesaggio e di
246 informazioni sui valori del sito, e la sensibilizzazione della popolazione al rispetto delle risorse paesaggistiche, naturali e culturali del sito.â&#x20AC;? (CS NAPOLI 2011, pag. 72)
Federazione Distretto Federale Regione Amministrativa di Planaltina
STAKEHOLDERS - ATTOTI INSTITUZIONALI attori
pubblici privati
interessi passivi
interessi attivi
contributi principali alla gestione dal sito
attori institunzionali IPHAN
X
X
Conoscenza, tutela e valorizzazione culturale
FUNARTE
X
X
Conoscenza, tutela e valorizzazione culturale
SUPHAC
X
X
Conoscenza, tutela e valorizzazione culturale
CODEPLAN
X
X
Pianificazione del territorio
SEDHAB
X
X
Reperimento risorse e legislazione
Dip. per lo sviluppo economico DF
X
X
Valorizzazione economica
Dipartimento per il Turismo
X
X
Comunicazione, promozione turistica
Nucleo per il Patrimonio
X
X
Conoscenza, tutela e valorizzazione culturale
Nucleo per il Turismo
X
X
Comunicazione, promozione turistica
Assessorato per la Pianificazione Territoriale
X
X
Pianificazione del territorio
Direzione per lo sviluppo economico
X
X
Valorizzazione economica
Ufficio gestione Cultura e Educazione
X
X
Conoscenza, tutela e valorizzazione culturale
247
STAKEHOLDERS - IMPRESE, ATTORI SOCIALI E CULTURALI attori
pubblici privati
interessi passivi
interessi attivi
contributi principali alla gestione dal sito
le imprese Imprese
X
X
Valorizzazione economica
Operatori ricettivitĂ e ristorazione
X
X
Valorizzazione economica e promozione turistica
Associazioni di categoria
X
X
Valorizzazione economica e promozione turistica
Tecnici Professionisti
X
X
Valorizzazione culturale ed economica
X
attori sociali e culturali Ass. Amici del CS di Planaltina/DF
X
X
Accademia di Lettere di Planaltina
Partecipazione alle azioni di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni Conoscenza e valorizzazione culturale
Radio Utopia
X
X
Comunicazione, promozione cultura
Commissione per la difesa del Patrimonio di Planaltina
X
X
Partecipazione alle azioni di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni
Forum del Patrimonio
X
X
Partecipazione alle azioni di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni
TAVOLE PROGETTO
5. PLANALTINA
ATTRAVERSO I NOSTRI OCCHI
LA COMUNITĂ&#x20AC;
263
i commercianti locali
264
le associazioni di cittadini
265
le amministrazioni
266
gli abitanti
I LUOGHI 267
268
caratteri naturali
269
la comunicazione
270
271
272
il degrado
273
contraddizioni
275
GLOSSARIO ADOBE - tecnica costruttiva che utilizza mattoni fatti di una miscela di acqua , argilla , sabbia e materiali fibrosi come la paglia , bastoni e molte volte anche sterco. ARRAIAL - (accampamento) è la prima tipologia di insediamento coloniale nel Planalto Central, legato alla necessità di stabilirsi in prossimità del luogo di estrazione dell’oro. AVENIDA - viale. BACIA - (bacino idrografico) area topografica (solitamente identificabile in una valle o una pianura) di raccolta delle acque che scorrono sulla superficie del suolo confluenti verso un determinato corpo idrico recettore che dà il nome al bacino stesso. BAIRRO - parola di origine spagnola che significa “distretto” o “quartiere”. In generale, è ogni suddivisione con identità propria di una città o un paese. BANDEIRANTES - furono esploratori coloniali portoghesi e brasiliani che presero parte alle bandeiras, o spedizioni esplorative del Sud America. CAMARA E CADEIA - era l’edificio nell’epoca del Brasile coloniale e prima età imperiale dove risiedevano gli organi dell’amministrazione pubblica del municipio. CANDANGOS - termine con cui sono stati chiamati i lavoratori che hanno partecipato alla costruzione di Brasilia. CAPIM MELOSO - nome popolare del Panicum Melinis, una graminacea di origine Africana e importata in America del Sud. CAPITANIA - antica istituzione delle colonie portoghesi, introdotta nel 15° sec. e sviluppatasi in particolar modo in Brasile. CASARAO - nome con cui vengono chiamate le case di abitazione di epoca coloniale. CERRADO - (in portoghese “chiuso” o “inaccessibile”) è una grande savana tropicale del Brasile che si estende negli stati di Goiás e Minas Gerais.
CHARQUE - carne secca. COMARCA - è in Spagna, Portogallo, Panama, Nicaragua e Brasile una suddivisione territoriale che comprende diversi comuni di una medesima provincia. COMPACTA - l’edificio ha pianta di forma quadrata o rettangolare e volumetria compatta. CORREGO - (fiume) corrente naturale d’ acqua con portata minore rispetto al Rio. FAZENDA - fattoria, abitazione con annesso terreno sfruttato per coltivazioni o allevamento. FORRÒ - La più diffusa danza popolare del nord-est del Brasile. Tra le varianti del forró si distinguono il baião, il coco, il rojão, la quadrilha, il xaxado e il xote. FREGUEZIA - unità amministrativa secondaria del Portogallo. Può essere tradotta in italiano come Frazione o Municipio. FREVO - un genere musicale di danza originario dello Stato del Pernambuco (nel nordest del Brasile. Nato nella città di Recife alla fine del XIX secolo, è caratterizzato da un ritmo accelerato e si esegue soprattutto durante il carnevale pernambucano. Le sue origini sono dovute alle risse ed ai tafferugli che avvenivano durante le parate del carnevale. Per garantire il passaggio ai carri venivano assoldati gruppi di capoeristi che si disponevano in testa alla sfilata aprendo così la strada con calci a ritmo di musica. FRONTAL - sistema costruttivo con scheletro in legno e tamponature in Adobe. (Caratteristico della regione di Goias). JULGADO - suddivisione amministrativa della Capitania. LINHA DE TORDESILHAS - il Trattato di Tordesillas (7 giugno 1494), divise il mondo al di fuori dell’Europa in un duopolio esclusivo tra l’Impero spagnolo e l’Impero portoghese lungo il meridiano nord-sud, 370 Leghe (1.770 km) ad ovest delle Isole di Capo Verde (al largo della costa del Senegal, nell’Africa Occidentale), corrispondenti approssimativamente a 46° 37’ O. Le terre ad est di questa linea sarebbero appartenute al Portogallo e quelle ad ovest alla Spagna. Il trattato venne ratificato dalla Spagna il 2 luglio, e dal Portogallo il 5 settembre 1494. MORRO - collina o colle. MOVIMENTO MUDANCISTA - Movimento che sosteneva e promuoveva il trasferimento della capitale da Rio de Janeiro al centro del paese.
PATIO - ampio cortile interno, caratteristico dell’architettura spagnola e sudamericana. PLANALTO CENTRAL - è la denominazione abituale del grande altipiano che si estende per gli stati brasiliani di Goiás, Minas Gerais, e in parte , Tocantins, Mato Grosso e Mato Grosso do Sul. PLANO PILOTO - indica il cuore della città di Brasilia, progettato da Lucio Costa è formato da due assi viari che si incrociano al centro (Eixo Rodoviário nella direzione nord-sud, e Eixo Monumental nella direzione est-ovest). PLATIBANDA - muro d’attico, elemento caratteristico del linguaggio art déco. QUATRICULOS - suddivisione del Retângulo do Congresso (1954) per meglio studiarne le varie parti con l’obiettivo di stabilire il sito più appropriato per trasferire la capitale nel Brasile più interno. REGISTROS E CONTAGENS - durante il periodo della mineralizzazione punti per il controllo e il pagamento delle imposte sull’ oro. RIBERAO - (fiume) corrente naturale d’acqua con portata minore rispetto al Rio. RIO - (fiume) corrente naturale d’acqua con portata maggiore rispetto al Corrego e Riberao. RUA - via. SESMARIA - istituto giuridico portoghese che normalizzava la distribuzione di terre destinate alla produzione. Questo sistema è nato in Portogallo nel XIV secolo, con la Legge delle Sesmarias del 1375, creata per combattere la crisi agricola ed economica che ha interessato il paese e l’Europa, e che era stata aggravata dalla Peste Nera.
279
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