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D(r)oni di Natale 007 ... “chiamatemi space, u-space!”
Di Eugenio Diotalevi
Ciao a tutti, quest’anno una strenna dal sapore misterioso e segreto nata casualmente, come si addice alle migliori spy-story, dalla scoperta della R700 (o 007, tanto gli 0 non contano!).
Nelle scorse edizioni di D(R)oni di natale, ci siamo sempre soffermati molto sul fatto che in Europa venissero continuamente creati nuovi progetti di ricerca sul modo degli UAS e dello U-space. Il loro numero cresceva (e continua a crescere) ad ogni nuova edizione del programma SESAR senza, vista la complessità e gli ambiziosi obiettivi, fornire mai dei dati concreti su quando, dove e come gli studi si sarebbero concretizzati.
Ma finalmente ci siamo!!! Vicino Chieti, e precisamente a San Salvo, dal 28 Novembre sarà attivo il primo U-space airspace italiano!
Giusto per rinfrescarvi la memoria, semmai ce ne fosse bisogno, vi ricordiamo che gli UAS che vogliono operare all’interno di uno U-space airspace devono rispettare le regole riportate nel regolamento Europeo IR (EU) 2021/664 e pertanto dovranno usufruire dei servizi U-space. All’interno di questa zona, tali servizi U-space saranno erogati da d-flight, che è in fase di certificazione sia come USSP (U-space Service Provider) sia come CISP (Common Information Service Provider).
Vogliamo però rassicurare tutti quelli che, passando per San Salvo, vorranno utilizzare i loro droni per divertimento (ovviamente in sicurezza e rispettando le regole): gli UAS di categoria C0 potranno comunque operare all’interno dell’area essendo esentati dal ricevere i servizi U-space (giusto per ribadire che gli 0 non contano!).
E per i CTA, FISO, EAV e piloti cosa cambia? 0! (che non è 0 fattoriale=1 ma proprio 0) Infatti, per coloro che vedono il mondo con gli occhi “manned”, lo U-space airspace San Salvo è inserito all’interno della nuova LI R700 - San Salvo/U-SPACE (GND-400ft AGL) situata in spazio aereo G ed istituita dall’AIRAC 12/24. Nonostante cambi 0, siamo però curiosi di vedere le procedure operative per la gestione della LI R700 per quanto specificato in AIP e di competenza di Roma ACC/FIC.

Ma non vogliamo fermarci qui! Altri futuristici progetti degni del Maggiore Geoffrey Boothroyd (meglio noto con il nome in codice “Q”) ci attendono.
Iniziamo ovviamente dai “taxi volanti” che, per esempio, partiranno dal Vertiporto di Pianabella (1,5Km a sud della testata 25 di FCO) diretti al centro di Roma oppure quelli impiegati nel contesto delle Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina. Questo tipo di attività, che si inseriscono all’interno della AAM (Advanced Air Mobility)/IAM (Innovative Air Mobility)/ UAM (Urban Air Mobility)- in funzione dalla provenienza geografica di chi legge o da come vi siete svegliati al mattino – sono l’attuale campo di battaglia su cui i big
dell’innovazione ed i governi si sfidano per poter offrire al pubblico una modalità di trasporto sicura, ecologia, veloce ed economica. Se consideriamo le operazioni AAM con eVTOL che si svolgeranno con il pilota a bordo, dal punto di vista normativo siamo ad un buon punto sia a livello comunitario (EASA) sia con i regolamenti sui vertiporti e mobilità innovativa emanati ENAC.
A livello ICAO invece, si stà ancora lavorando considerando una prospettiva un po più lunga e ripensando in generale il sistema ATM in accordo al GANP per permettere l’integrazione di tutte queste nuove forme di mobilità aerea anche con una revisione delle regole di volo. Comunque, attendiamo di
vedere le prime operazioni sperando che non facciano la fine di quelle tanto sbandierate ma mai realizzate di Parigi per le olimpiadi. Considerate che ... tra il crowl e il run c’è di mezzo il walk!
Ma come farebbe una spy story a stare in piedi senza... lo spazio! Già nella scorsa news vi abbiamo parlato dei progetti che sono in piedi all’Aeroporto di Taranto, nome in codice “Criptalie Spaceport”. Non abbiamo aggiornamenti specifici ma sappiamo che i preparativi per le prime missioni vanno avanti. Giusto per darvi una idea, al momento nel mondo ci sono circa 50 operazioni spaziali commerciali all’anno e queste richiedono un coordianmento massivo con l’ATM.
Questo coordinamento, paradossalmente, riguarda in maniera particolare le cosidette debris areas che, come dice la parola stessa, devono garantire la sicurezza del traffico aereo quando le cose non vanno proprio nel modo previsto. La prospettiva, o per meglio dire la domanda, è quella di arrivare ad una capacità operativa annuale nel 2035 di 1200 (un leggero aumento, tanto gli 0 non contano). Per fare questo, si era inizalmente pensato di coordinare le operazioni attraveso le TBO (Trajectory Based Operation) ma sembra che vi siano notevoli limitazioni, ancorchè il concetto stesso di TBO sia ancora in fase sperimentale. Vedremo.
Ricordatevi comunque che, anche se non vale nulla come numero, lo zero conta molto come cifra!
Ricordatevi comunque che, anche se non vale nulla come numero, lo zero conta molto come cifra!
