LA CITTADELLA DELL'ARCHEOLOGIA. Una nuova metafora urbana per il parco archeologico di Aquileia

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LA CITTADELLA DELL’ARCHEOLOGIA

una nuova metafora urbana per il parco archeologico della città di Aquileia book di progetto



Università IUAV di Venezia Dipartimento di Architettura Costruzione e Conservazione Corso di laurea magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico Tesi di Laurea

La cittadella dell’archeologia una nuova metafora urbana per il parco archeologico della città di Aquileia relatore Prof. Serena Maffioletti correlatori Prof. Matteo Guardini dott. arch. Enrico Busato dott. arch. Manuel Minto dott. arch. Sara Pezzutti collaboratore Prof. Alessandra Ferrighi laureande Anastasia Bergamo 284080 Martina Fent 284260 Book di progetto



INDICE CENTURIA I

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Il territorio di Aquileia 8 11 17

Carte storiche Inquadramento territoriale Stato di fatto della città di Aquileia

HEREDIA II

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Il parco archeologico urbano 23 25

Il progetto nel paesaggio archeologico di Aquileia Riqualificazione della Via Giulia Augusta

DOMUS ET INSULAE III

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La nuova metafora urbana di Aquileia 29 33 39 43

IV

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Inquadramento fotografico dell’area di progetto Analisi archeologica La cittadella dell’archeologia Elaborati di progetto

Sitografia e bibliografia



Musei: non più luoghi confinati e chiusi, ma veri e propri parchi museografici. Andrea Emiliani

“Attraverso gli interventi di musealizzazione delle aree archeologiche si opera una messa in azione dell’archeologia intesa come disciplina a supporto continuo della conoscenza delle trasformazioni storiche. Tali interventi ripropongono il contatto fisico materico tra antico e nuovo, assicurandone la continuità fruitiva nel tempo, secondo una tradizione dell’architettura che è proprio quella di legare, attraverso il progetto, il passato con il fiuturo”. Pier Federico Caliari e L. Basso Peressut, “Architettura per l’archeologia. Museografia e allestimento” (Prospettive Edizioni, Roma, 2014)


CENTURIA

I romani organizzavano il territorio agricolo secondo un reticolo ortogonale di strade, canali e appezzamenti agricoli destinati all’assegnazione ai nuovi coloni. Gli assi principali, chiamati Decumanus maximus, in direzione est-ovest, e Cardo maximus, in direzione nord-sud, si incrociavano in un punto che era il centro ideale della centuriazione. La rete stradale veniva ulteriormente infittita con altri cardini e decumani secondari paralleli agli assi principali, detti propriamente “limites quintarii”. Le superfici quadrate risultanti da questa ulteriore divisione erano le “centurie”.


I. IL TERRITORIO DI AQUILEIA

Carte storiche Inquadramento territoriale Stato di fatto della città di Aquileia

La città di Aquileia è considerata ad oggi uno tra i più importanti siti archeologici dell’Italia settentrionale, tanto da essere dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1998 poiché fu un’importante colonia dell’Impero Romano. Attualmente è il più completo esempio di una città dell’antica Roma nell’area del Mediterraneo in quanto è rimasta in gran parte sepolta per secoli conservandosi intatta. Aquileia era conosciuta per i suoi resti storico-archeologici già in età patriarcale e nell’epoca in cui fu territorio austriaco, ma solo nel XIX secolo si cominciarono a studiare i reperti con maggiore intensità. Il lavoro si presentò arduo fin dal principio, quando si vide che per l’incuria degli uomini molti monumenti vennero rovinati e irrimediabilmente perduti. A partire dall’epoca tardo-antica, infatti, gli edifici romani erano stati gradualmente smantellati per ricavare nuovo materiale da costruzione. Perfino il Patriarca Poppone, che nell’XI secolo fece costruire la grandiosa Basilica, pare abbia riutilizzato le pietre squadrate dell’anfiteatro romano, distruggendo così quest’opera, per edificare le fondamenta e parte dell’alzato del campanile. Il patrimonio archeologico della città, oggi visibile, è solo una minima parte di quello ancora da scoprire e valorizzare, infatti, già nei secoli addietro, vennero fatti degli scavi solo per accertare alcune imponenti strutture antiche come l’anfiteatro, il circo, il complesso basilicale cristiano, le mura difensive; tutte aree di scavo che successivamente vennero opportunamente richiuse per evitarne il danneggiamento. A partire dagli anni ‘30 molte zone archeologiche sono state indagate e rese invece visitabili allo scopo di favorirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione e garantirne la permanenza dei segni nella memoria delle generazioni. Si tratta di scavi ubicati a macchia di leopardo nel tessuto urbano aquileiese, sconnessi data la mancanza di un percorso archeologico-turistico, e poco valorizzati, ma che dimostrano la grande potenzialità storico-culturale che possiede Aquileia. La città contemporanea si è espansa seguendo le linee di sviluppo dettate dai vincoli archeologici e monumentali che insistono sul territorio dalla prima metà del ‘900; difatti gli unici insediamenti edilizi all’interno dei vincoli risalgono prevalentemente ad un’epoca precedente all’imposizione degli stessi. Il patrimonio archeologico unito alla presenza di un paesaggio naturale complesso, composto da importanti fiumi, porti fluviali antichi e territori coltivati, rende Aquileia un’importantissima città “archeologica”.

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II. il territorio di Aquileia

1864

1893

Anton voi SteinbĂźchel-Rheinwall, Carl Baubela Ichnographia Aquilejae Romanae et Patriarchalis MAN di Aquileia, foglio n. 356

Henrico Maionica - Guidone Levi Forma Aquileiae Romanae - Pianta Aquileia - Fundkarte - Maionica - Levi MAN di Aquileia, foglio n. 597, cassetto n. 32

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II. il territorio di Aquileia

1933 Giovanni Brusin, Luigi Peteani, Giuseppe Runcio Pianta archeologica di Aquileia Brusin, Giovanni. Gli scavi di Aquileia. Udine: Edizioni de “La Panerie”, 1934, tav. 2

1971

2003

Gabriella Pross Gabrielli Pianta archeologica di Aquileia Libreria Internazionale Italo Svevo, Trieste

Associazione Nazionale per Aquileia - Luisa Bertacchi, Francesco Luigiano Nuova Pianta archeologica di Aquileia Bertacchi, Luisa “La nuova pianta archeologica di Aquileia.” AQUILEIA NOSTRA (2002), carta IV

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I. IL TERRITORIO DI AQUILEIA

Carte storiche Inquadramento territoriale Stato di fatto della città di Aquileia

Aquileia si trova a 50 km dal capoluogo del Friuli Venezia Giulia, verso la Laguna di Grado, in una posizione strategica, tra la terraferma e il mare, alla quale è in parte riconducibile la sua fama, consolidata già in età romana. Essa è posta in una posizione baricentrica rispetto alle principali città d’arte e turistiche della Regione (Trieste, Udine, Cividale del Friuli, Palmanova, Lignano Sabbiadoro e Grado) ed è attraversata dalla Strada Regionale 352, la Via Giulia Augusta, che incrocia l’autostrada A4 a 25 km di distanza, la quale, proseguendo, collega il territorio con le principali città dell’Europa Centrale (Vienna, Budapest, Lubiana, Zagabria, Belgrado, Monaco di Baviera). Rispetto alla Laguna di Venezia invece, Aquilieia si trova a circa 125 km da essa, e sono collegate attraverso autostrada A4 Venezia-Trieste. Alcuni percorsi moderni che raggiungono la città ricalcano l’antica rete viaria romana: fin dai suoi primi anni di vita infatti la colonia fu collegata con l’entroterra mediante una serie di strade che permettevano anche intensi rapporti con le Gallie, l’Europa centrale fino al Baltico e con la regione balcanica fino al Mar Nero. Queste strade che attraversavano Aquileia erano cinque: la Via Flavia, la Via Annia, la Via Postumia, la Via Giulia Augusta e la Via Gemina. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Cervignano-Aquileia-Grado a 7 km di distanza collegata con le autocorriere di linea che raggiungono il centro della città in 10 minuti. Fino al 1937 invece, la rete ferroviaria prevedeva la tratta Cervignano-Aquileia-Pontile per Grado la quale partiva dalla prima stazione per arrivare poi alla frazione di Belvedere e il punto di imbarco dei traghetti per Grado. Sulle tracce di questa ferrovia dismessa attualmente è presenta la pista ciclabile Alpe Adria che parte da Salisburgo e, passando per Villach, Tarvisio, Venzone, Udine e Aquileia, raggiunge la città di Grado. La città si trova all’interno del sistema lagunare nordorientale costituito dalla Laguna di Marano e la Laguna di Grado, il quale caratterizza l’arco costiero dell’Alto Adriatico e in particolare quello che viene definito il “Sistema Lagunare Veneziano”. Il territorio della Bassa Friulana è stato interessato costantemente da opere di bonifica che divennero oggetto di alcuni progetti generali adattando la rete di canali esistenti alle nuove esigenze: come ad esempio agli inizi degli anni Sessanta il canale Anfora venne interrato lungo la parte terminale che sfociava in laguna per recuperare terreni utili alla produzione agricola.

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I. il territorio di Aquileia

visbilità del Nord-Est

42 km 0h 37’

UD

VE

125 km 1h 30’

autostrade strade statali ferrovia 12


I. il territorio di Aquileia

viabilitĂ regionale FVG

UD PN

GO Palmanova

Grado

autostrade strade statali ferrovia 13

TS


I. il territorio di Aquileia

viabilità provinciale UD

Tarvisio

Tolmezzo

Gemona

UDINE iu Via G

Via Po

lia Au

stumia

Au g

us

Via

ta

Ge

mi

na

gusta

Via

Cla u

dia

PALMANOVA lavia

Via F

Via Annia

AQUILEIA GRADO

viabilità attuale strade romane 14


I. il territorio di Aquileia

il territorio di Aquileia 2500

5000

7500 Gorizia 30 km

Feltre 160 km

0

Trieste 50 km

Genova 500 km

Venezia 130 km

Concordia Sagittaria 60 km

Lubiana 130 km

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I. IL TERRITORIO DI AQUILEIA

Carte storiche Inquadramento territoriale Stato di fatto della città di Aquileia

Aquileia è nota per la sua importanza come città romana della tarda Repubblica e dell’Impero romano, ma anche come grande porto collegato con tutto il Mediterraneo, sede di imperatori e poi come sede episcopale. Questa sua storia ha prodotto resti di una città ancora in gran parte da scoprire all’interno di un territorio frammentato. Il paesaggio è caratterizzato dal sovrapporsi di strati archeologici che affiorano in modo disconnesso e a “macchia di leopardo” in ogni angolo della città. I resti archeologici, per la maggior parte ancora da portare alla luce, sono un elemento che si relaziona con il paesaggio che li circonda e soprattutto con la conformazione della campagna aquileiese: essa sembra una grande distesa piatta ma è disegnata invece ancora oggi da “gobbe preistoriche” e determinata dall’avanzamento delle aree di scavo effettuate dalla fine dell’800 in poi. Sono questi segni del paesaggio altrettanto importanti e che necessitano valorizzazione come ad esempio movimenti di terra, inclinazioni e geometrie del terreno, e tessuti agricoli che evocano la struttura e la presenza di un mondo antico che ancora vive al di sotto dello strato cotemporaneo. Nello stesso territorio coesistono quindi diverse realtà appartenti a differenti periodi insediativi ma anche paesaggi naturali complessi dovuti a processi ambientali derivanti anche da interventi antropici. Oggi Aquileia si presenta quindi come un piccolo centro che vive di agricoltura e turismo, ma che conserva, parzialmente scavate numerosissime testimonianze che ci riportano al suo passato glorioso, ricco di avvenimenti, di guerra, di conquiste, di commerci, di espressioni artistiche e la sua rinascita come parco archeologico determinerebbe dunque notevoli possibilità di sviluppo turistico ed economico non solo per Aquileia ma anche per tutta quest’area più vasta.

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resti archeologici visibili resti archeologici non visibili

foto della cittĂ di Aquileia

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I. il territorio di Aquileia

il paesaggio archeologico di Aquileia 0

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300

600

900


HEREDIA

Generalmente i cardini che costituivano una centuria venivano tracciati ad una distanza tra loro di 20 actus (710,40 m) e, a sua volta, ogni quadrante era ulteriormente suddiviso sempre con linee parallele ai cardini e ai decumani, alla distanza tra loro di una settantina di metri, formando così 100 superfici di quadrati di circa 0,5 ettari chiamate “heredia”. Ogni heredium era suddiviso a metà nell’asse sud-nord costituendo due iugeri. La città veniva ad assumere così una configurazione a scacchiera, con un disegno di strade ortogonali che definivano lotti quadrati o rettangolari.


II. IL PARCO ARCHEOLOGICO URBANO

Il progetto nel paesaggio archeologico di Aquileia Riqualificazione della Via Giulia Augusta Ad Aquileia la situazione di “confinamento” delle aree archeologiche riduce il prezioso partrimonio culturale a semplici resti privi di vita incapaci di colmare la necessaria tensione verso la costruzione di una qualità diffusa nel territorio. Per sanare tale inefficienza, il progetto del parco archeologico urbano propone la riqualificazione del rapporto tra spazi pubblici e aree archeologiche per poter riscattare queste ultime dalla loro condizione di “isole” irraggiungibili ed intoccabili. Nel corso degli ultimi decenni Aquileia si è trasformata e gli scavi archeologici e il patrimonio culturale sono oggi considerati dalla cittadinanza parte integrante del processo di sviluppo sociale, culturale ed urbano. Per questo il masterplan elaborato propone per il futuro di Aquileia una nuova architettura che prefigura la città come nuovo parco archeologico urbano del XXI secolo capace di trovare nel patrimonio culturale un nuova centralità. La lettura del complesso sistema archeologia-città-paesaggio si coniuga inevitabilmente con la ridefinizione dei luoghi e delle architetture, facendo affiorare valori e relazioni che sono alla base della proposta architettonica. A seguito di un’analisi accurata della configurazione dell’antica città romana e, in particolar modo, della sua pianificazione, è stato possibile definire un metodo di approccio sistematico attraverso il quale paesaggio urbano, archeologico e naturale possono finalmente dialogare tra loro, come elementi di un’unica rete. Recuperando, dunque, la maglia dei tracciati antichi, si vuole dare un senso ai reperti archeologici che sia funzionale all’idea di “museo diffuso”, composto da ambiti singolari e da collegamenti principalmente pedonali capaci di integrarsi alle strutture espositive già esistenti nel territorio in un ridisegno complessivo finalizzato a un processo di riappropriazione del “tempo” dei luoghi.

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foto del contesto paesaggistico ed archeologico di Aquileia

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II. il parco archeologico urbano

il progetto nel paesaggio archeologico 0

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300

600

900



II. IL PARCO ARCHEOLOGICO URBANO

Stato di progetto della città di Aquileia Riqualificazione della Via Giulia Augusta

In questo contesto, la riqualificazione della Via Giulia Augusta, “traduzione” attuale dell’antica connessione territoriale verso il Nordico, e che attualmente attraversa la struttura urbana di Aquileia in un’ottica di mobilità veicolare che, di fatto, non solo separa in due il Foro, impedendone la fruizione e la percezione come luogo unitario, ma interrompe i collegamenti tra i diversi siti archeologici e monumentali, assume un ruolo decisivo per la valorizzazione dell’intero parco archeologico. Il progetto di rigenerazione urbana ripensa sia alla visione in movimento dei resti incentivando la mobilità lenta, soprattutto quella ciclo-pedonale, sia la visione statica dei siti definendo alcune aree di sosta lungo i percorsi panoramici per una migliore visione delle aree di scavo. Il progetto prevede un selezionato uso carrabile della strada per conservarne il suo forte ruolo turistico ma trasformandola in strada-museo, dal quale gli abitanti e i turisti, in automobile, in bicicletta e a piedi entrano in rapporto sia con la città attuale sia con la città antica. La SS viene ridefinita: le corsie automobilistiche sono portate alla larghezza minima, ad ovest e ad est del cardo viene realizzato un percorso pedonale che segue le quote degli scavi attraverso scale e rampe in modo da favorire la partecipazione ai luoghi archeologici. In questo modo il Cardo massimo si trasforma in un elemento di connessione e di vivibilità del paesaggio urbano contemporaneo e archeologico garantendo una migliore fruibilità del territorio e del patrimonio culturale grazie anche alla riorganizzazione di specifici itinerari che, lungo gli antichi tracciati romani, connettono monumenti, musei e siti archeologici.

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II. il parco archeologico urbano

foto della Via Giulia Augusta

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la Via Giulia Augusta

viabilità tra paesaggio urbano, naturale e archeologico

2

4

percorso panoramico

strada carrabile

percorso ciclo-pedonale

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percorso pedonale

percorso panoramico

0

II. il parco archeologico urbano

20 19 18 17 16

1

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A

A’ 13

percorso pedonale

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3 4 C

Via Giulia Augusta

area archeologica Foro romano ovest

5 6

10

C’

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area archeologica Foro romano est

percorso ciclo-pedonale

B’

12

2

strada carrabile

14 B

9 8

area archeologica domus fondo C.A.L.

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paesaggio naturale tracciato del Decumano massimo

percorso ciclo-pedonale

percorso pedonale

strada carrabile

Via Giulia Augusta

area archeologica Decumano massimo

12 Decumano Massimo I sec. d.C. 13 Porto fluviale I sec. d.C. 14 Foro romano I sec. d.C. 15 Fondo Ritter II sec. d.C. 16 Comizio II sec. a.C. 17 Macellum I sec. a.C. 18 Mercato caprovino I sec. a.C. 19 Abitato protoromano IX-VIII sec. a.C. 20 Casa di Licurgo e Ambrosia I sec. d.C. 21 Casa delle Bestie ferite I-IV sec. d.C.

percorso panoramico

1 Circo massimo IV sec. d.C. 2 Mura bizantine VI sec. d.C. 3 Grandi Terme IV sec. d.C. 4 Sepolcreto I-II sec. d.C. 5 Mosaico del “Buon Pastore” IV sec. d.C. 6 Fondo Beneficio Rizzi I-V sec. d.C. 7 Fondo C.A.L. I-V sec. d.C. 8 Mura di Massimino e mura di Teodosio III-IV sec. d.C. 9 Fondo Pasqualis mercati IV-V sec. d.C. 10 Stalla Violin IV-V sec. d.C. 11 Fondo Cossar I-IV sec. d.C.

Via Giulia Augusta

paesaggio urbano Via Poppone

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DOMUS ET INSULAE

Tale pianificazione dava vita a delle vere e proprie “isole” all’interno delle quale venivano edificati, oltre agli edifici pubblici, le residenze dei coloni. La casa romana poteva essere di due tipi: la domus e l’insula. La struttura architettonica della domus, un’abitazione signorile privata urbana, era costituita da mura senza alcuna finestra verso l’esterno e totalmente aperta invece verso l’interno; al contrario le case popolari avevano aperture verso l’esterno e quando l’insula era costituita da una serie di edifici disposti a quadrilatero si rivolgeva verso un cortile centrale.


III. LA NUOVA METAFORA URBANA DI AQUILEIA

Inquadramento fotografico dell’area di progetto Analisi archeologica La cittadella dell’archeologia Elaborati di progetto Il progetto architettonico si inserisce all’interno della pianificazione urbanistica romana proponendo un edificio polifunzionale che dimensionalmente si confronta con l’Urbs diventando parte integrante di essa. La nuova cittadella dell’archeologia , metafora urbana della città antica, assume gli aspetti di una vera e propria città all’interno del parco archeologico che rispetta tutti i canoni pianificatori del castrum romano aggiungendo nuovi livelli che intervengono sia ai margini sia sopra alle rovine con lo scopo di sottolineare la loro valenza evocativa e tessere una rete di relazione tra l’abitato contemporaneo e le aree archeologiche. Il progetto ricalca le dimensioni dell’insula romana in cui si inserisce (130 m x 100 m circa) e si colloca a settentrione del Foro antico dove attualmente è già edificata una moderna costruzione progettata dai 5+1 AA e mai terminata. Quest’ultimo è un progetto di riuso che parte da un reticolo strutturale in cemento armato esistente invece che da un edificio vero e proprio. Il progetto originario, di impianto basilicale, mirava a riprodurre, quasi filologicamente, le sembianze dell’ex Essiccatoio di tabacco realizzato verso il 1930 che sorgevano sull’area. Tale struttura è stata acquistata dal demanio statale agli inizi degli anni Novanta e, a partire dal 1997, è diventata oggetto di un progetto di “ricomposizione” dell’edificio da adibire a centro visite ed Antiquarium del vicino Foro romano. L’idea che sottende il progetto è che lo spazio museale non sia quello che si sviluppa sui due piani open space interni, ma piuttosto quello che si trova al di là del suo perimetro. Per questa ragione è stata aperta una grande vetrata sul lato sud, rivolta verso l’antico macellum e visibile da quasi tutto l’edificio, oppure si è realizzata la scala in acciaio esterna come autentico osservatorio sulle emergenze archeologiche, ma allo stesso tempo percorso en plein air che giunge fino alle antiche fondazioni delle capanne protostoriche. Infine, il progetto teneva conto degli scavi archeologici che nel frattempo erano stati realizzati, sia sul sedime dell’edificio sia nelle pertinenze. Durante queste indagini erano stati individuati i resti di un mercato alimentare di età repubblicana, connesso all’area del Foro, ma soprattutto i resti di un insediamento protostorico riferibili all’VIII-VI secolo a.C., scoperta che ha permesso di riscrivere la storia dell’antica Aquileia. In accordo con le volontà dell’amministazione di Aquileia, la quale avrebbe il desiderio di portare a compimento l’edificio esistente, si sviluppa attorno a quest’ultimo un nuovo centro polifunzionale, che, proprio per la sua posizione strategica, potrebbe trasformarsi in un grande polo di accoglienza per i visitatori e gli studiosi ma anche uno centro attrattivo e di scambio per la popolazione. Questo progetto ha quindi l’ambizione di raggiungere due obiettivi, da un lato, il restauro dell’edificio, rispetto allo stato di abbandono in cui si trova, e dall’altro il rafforzamento dei servizi per l’accoglienza dei turisti.

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III. la nuova metafora urbana di Aquileia

foto dell’area di progetto - area ex Essicatoio Nord

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III. la nuova metafora urbana di Aquileia

foto dell’area di progetto - area ex Essicatoio Nord

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III. LA NUOVA METAFORA URBANA DI AQUILEIA

Inquadramento fotografico dell’area di progetto Analisi archeologica La cittadella dell’archeologia Elaborati di progetto Nell’area a settentrione del Foro romano è stata accertata a partire dalla fine del IX-inizi dell’VIII secolo a.C. la presenza di un abitato protoromano posto su un dosso nelle vicinanze di un fiume proveniente da nord. Precede la costruzione dell’abitato una bonifica caratterizzata da pali verticali di quercia, disposti in due e tre, distanti mediamente 1 metro, conficcati profondamente nel terreno e con travi orizzontali che si dispongono al di sopra; in base agli elementi rinvenuti si può ipotizzare una precisa pianificazione secondo un orientamento nord-sud/est-ovest (916-790 a.C.). Le capanne di forma quadrangolare, avevano un elevato in legno o ramaglie intonacate con limo e argilla. L’abitato dopo esser stato annullato da un episodio esondativo che interessò l’area probabilmente del VII secolo a.C. venne ricostruito nello stesso sito nel VI-V secolo a.C.. Una nuova esondazione ricopre la zona che verrà occupata nuovamente da un abitato appena all’inizio del II secolo a.C, quando nel 181 a.C. viene dedotta la colonia. Franca Maselli Scotti, “Aquileia prima di Roma. L’abitato della prima età del Ferro” Il Comitium , scoperto da Luisa Bertacchi nel 1989, si colloca nell’angolo nord-occidentale del complesso forense, subito a sud del Macellum. L’edificio, realizzato in età repubblicana, probabilmente nella seconda metà del II secolo a.C, è costituito da quattro muri circolari concentrici inscritti in una struttura rettangolare. Il limite sud coincide con il muro di fondo del portico settentrinale del foro, una struttura muraria larga 1,50 m costituita da scheggioni di arenaria e blocchi di pietra d’Istria di cui è rimasto un unico elemento. A ridosso di questa struttura vi sono quattro muri circolari concentrici, tutti costruiti sopra una massicciata di scaglie molto compatta. I due più esterni sono realizzati in arenaria, mentre i due più interni in mattoni. Il diamentro del muro circolare più esterno è di 100 piedi. L’edifico fu demolito molto precocemente e sostituito da un nuovo fabbricato a pianta quadrangolare indagato solo in minima parte, in cui si trovano reipiegati i mattoni e i blocchi di pietra d’Istria del Comitium. Caterina Previato, “Aquileia. Materiali, forme e sistemi costruttivi dall’età repubblicana alla tarda età impariale”

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Il Macellum è il mercato tardorepubblicano alle spalle del Comitium. I resti finora emersi hanno permesso di ricostruire graficamente l’esistenza di un edificio a pianta centrale, di forma quadrata (lato 35,4 m = 1 actus), chiuso su tutti i lati, all’interno del quale una serie di ambienti, delimitati da muri radiali e con superficie in mattoni, si affacciavano su uno spazio scoperto di forma circolare, la cui corona esterna era pavimentata in opus spicatum; a fianco dell’edificio, sul lato settentrionale, si disponeva una vasca pavimentata in cocciopesto. Sulla base delle caratteristiche planimetriche, il complesso è stato identificato convincentemente con un macellum e la sua realizzazione assegnata, in via preliminare, alla prima meta del I secolo a.C. E’ possibile che la costruzione del Macellum, sovrappostosi a strutture precedenti non meglio identificabili, facesse parte di un programma edilizio piu ampio, esteso a tutta la zona adiacente alla piazza forense: un ampliamento verso nord, per mezzo di altri ambienti (probabilmente botteghe) costruiti con mattoni sesquipedali e di un’altra vasca con fondo in opus spicatum. La tipologia architettonica adottata per il Macellum di Aquileia, con la disposizione radiale degli ambienti conta solo pochissimi confronti, peraltro molto significativi, in alcune città dell’Italia centro-meridionale. All’inizio del I secolo d.C., probabilmente in età tiberiana, le strutture del Macellum tardorepubblicano furono demolite e ricoperte da una serie di riporti artificiali di sabbia e malte intercalate da livelli di ghiaia. Al suo posto fu realizzato un grande edificio di forma rettangolare, senza dubbio di carattere pubblico, la cui articolazione complessiva non è al momento definibile a causa della ridotta estensione dell’area d’indagine e della sistematica spogliazione delle strutture, ridotte in pratica ai poderosi resti fondazionali: sono comunque riconoscibili una serie di vani pavimentati con un semplice tessellato o in mattoni, un ambiente scoperto dotato di un pozzo e diverse opere di canalizzazione. Le modalità di costruzione dell’edificio, che sembra prevedere la deliberata demolizione del macellum preesistente, la stessa presenza di imponenti installazioni idrauliche o il ritrovamento di ossi con segni di macellazione nei livelli d’uso della struttura rendono plausibile l’ipotesi che nella costruzione si debba riconoscere una nuova struttura di mercato, decisamente ingrandita rispetto alla precedente per far fronte ai crescenti bisogni della città. Cristiano Tiussi, “Il sistema di distribuzione di Aquileia: mercati e magazzini” Altri resti di strutture, coeve perchè tagliate nella stessa sequenza stratigrafica e tutte caratterizzate da murature in arenaria, ma dalla funzione non precisabile, sono emerse nella parte più a nord. Ancora in età tardo repubblicana, nel corso del I secolo a.C., l’impianto commerciale sembra essere stato ampliato con l’aggiunta di nuovi spazi verso nord, obliterando alcune delle edificazioni di prima fase; è di quest’epoca l’aggiunta di una vasca pavimentata in cocciopesto sul lato settentrionale. Alla realizzazione di questo complesso si aggiunge quella del forum pequarium , cioè del mercato caprovino, che dimostra la precoce specializzazione degli spazi commerciali e denota sicuramente la volontà di creare uno spazio appositamente destinato alla vendita di generi alimentari svincolato dall’area forense, riservando a quest’ultimo funzioni soprattutto politico-amministrative. Francesca Ghedini, Marta Novello, Michele Buora, “Moenibus et portu celeberrima – Aquileia: storia di una città”

resti archeologici visibili resti archeologici rilevati resti archeologici non visibili resti archeologici ipotizzati 34


pianta archeologica

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III. la nuova metafora urbana di Aquileia


III. la nuova metafora urbana di Aquileia

foto dei resti archeologici nell’area dell’antico Macellum romano - scavi effettuati dal 1993 al 1999

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III. la nuova metafora urbana di Aquileia

foto dei resti archeologici nell’area dell’antico Macellum romano - scavi effettuati dal 1993 al 1999

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III. LA NUOVA METAFORA URBANA DI AQUILEIA

Inquadramento fotografico dell’area di progetto Analisi archeologica La cittadella dell’archeologia Elaborati di progetto Aquileia, per le vicende che l’hanno interessata, soprattutto durante il corso del ‘900, ovvero la necessaria apposizione di estesi vincoli che da una parte ne hanno condizionato lo sviluppo urbano, dall’altra hanno consentito la conservazione del patrimonio archeologico, risulta piuttosto povera di significativi edifici di carattere pubblico. La fornitura di servizi di qualità a servizio dei visitatori e degli studiosi, che ogni anno a centinaia di migliaia raggiungono questa località, rappresenta ormai un inderogabile obbligo a cui nessun gestore può sottrarsi. Oggi la città ha un’offerta culturale importante, sia in termini di musei e di luoghi di culto sia di aree archeologiche accessibili e cantieri di scavo, ma questa caratteristica abbisogna tuttavia di una pianificazione avanzata e di una migliore organizzazione dei servizi, ma anche di una articolazione dei percorsi differenziati per tematiche e tempi. La cittadella dell’archeologia rappresenta quindi il cardine attorno al quale organizzare servizi e percorsi, allo scopo di conferire unitarietà ad un sistema oggi frammentato in più parti e costituisce il primo passo per dar vita al futuro parco archeologico che, per la natura dei luoghi e per l’alternersi di aree archeologiche e tessuto urbano, dovrà per forza avere una sua specifica struttura aperta con la vita quotidiana e le sue necessità. A tale scopo il progetto individua due differenti quote di sviluppo: la quota archeologica completamente accessibile e dotata di servizi per la collettività, e la quota contemporanea, una grande piazza di pietra come estensione dello spazio pubblico che diventa un promontorio sulle aree di scavo circostanti ma, allo stesso tempo, lo spazio interno dei volumi qui assume caratteri più privati. Al piano più basso quello corrispondente alla quota archeologica, la cittadella in parte ipogea, si affaccia, a sud e a ovest, verso gli scavi grazie ad una lunga stoà che lambisce i prospetti sopracitati e lungo la quale camminando è possibile ripercorrere gli antichi cardi e decumani romani che, proseguono come percorsi anche all’esterno del volume per connettere le verie aree archeologiche e creare così non solo una connessione visiva ma anche fisica con i resti. In particolar modo a sud il progetto si affaccia verso il Foro e ad ovest verso alcuni resti di Domus antiche ma soprattutto verso la grande struttura del circo massimo che verrà portato alla luce.

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foto del contesto paesaggistico attorno all’area di progetto

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III. la nuova metafora urbana di Aquileia

la cittadella dell’archeologia 0

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III. la nuova metafora urbana di Aquileia

III. LA NUOVA METAFORA URBANA DI AQUILEIA

Inquadramento fotografico dell’area di progetto Analisi archeologica La cittadella dell’archeologia Elaborati di progetto Lo spazio interno di questa grande piastra a pianta rettangolare viene organizzato riproponendo lo schema a scacchiera romano, secondo il quale cardi e decumani incrociandosi perpendicolarmante definivano delle insulae all’interno delle quali i romani edificavano complessi residenziali e pubblici a servizio delle loro città. Allo stesso modo le gallerie espositive determinano dei volumi isolati che al loro interno contengono le funzioni necessarie a migliorare la qualità dei servizi ad Aquileia. In particolar modo, essendo stato individuato proprio nell’area dell’ex Essiccatoio il modulo matematico adottato dagli Aquileiesi per la pianificazione dell’insula, si utilizza tale modulo di 5,80 m x 5,80 m per definire con rigore quasi scientifico la composizione architettonica.

[...] Nell’area dell’ex essicatoio è stato individuato il modulo matematico adottato dagli Aquileiesi per la pianificazione dell’insula. Questo coincide con la suddivisione dello spazio in “strisce” orientate Est-Ovest, scandite da interassi posti a 20 piedi di distanza l’uno dall’altro. Il macellum, con i suoi 120’ totali, occupa i primi 6 spazi e il suo perimetrale Nord viene a coincidere con il sesto interasse. A partire da questo, ogni interasse successivo coincide con una evidenza archeologica significativa: il settimo con la chiusura della vasca in signino addossata al macello, l’ottavo con quella con piano in opus spicatum e con il perimetrale di un mosaico b/n. Il nono interasse coincide con la struttura perimetrale di due superfici in tessellato ed in opus spicatum, chiuse poi a Nord dal decimo interasse. L’undicesimo interasse (220’) viene completamente obliterato dall’inserimento di un grande edificio di epoca successiva, ed è riconoscibile solo nei rapporti di fondazione, mentre dal dodicesimo fino al quattordicesimo le strutture si susseguono con regolarità e tale situazione si mantiene inalterata anche nei secoli successivi: evidentemente l’area non venne più interessata da nuove costruzioni e quindi continuò autonomamente il proprio sviluppo, raggiungendo il V secolo d.C. [...]. (F. Maselli Scotti, V. Degrassi, M.R. Mezzi, L. Mandruzzato in Aquileia Nostra 1995, p.193)

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Il progetto si configura come un nuovo punto di accoglienza capace di conferire qualità e senso ai luoghi della vita ordinaria grazie a questo straordinario patrimonio culturale, è individuabile un polo per i ricercatori dotato di laboratori, sale conferenze, alloggi privati allo scopo di favorire ed incentivare le operazioni di scavo e ricerca in città ed un ampio polo culturale e museale con annessi spazi espositivi e teatrali, aree di scavo visitabili e servizi terziari quali ristorante, caffetteria, bookshop, punto informazione. Infine il progetto ripone particolare attenzione alla questione strettamente archeologica. Per tale motivo, essendo stata rilevata soltanto la parte ad est dell’area, si considera che nella parte ad ovest, durante le fasi di scavo, possano essere portati alla luce ulteriori resti, dato che le numerose ricostruzioni 3D della città antica indicano nel sito in questione la presenza di alcune domus. Si è quindi provveduto alla musealizzazione nelle aree di scavo note relative al Comitium, il Macellum repubblicano e il mercato alimentare di II secolo d.C. attraverso uno specifico sistema di passerelle che concede l’avvicinamento diretto ai resti, ma allo stesso tempo si è pensato di prevedere all’interno delle corti dei giardini ancheologici a cielo aperto una struttura flessibile e leggera che possa permettere eventualmente la musealizzazione di nuove scoperte future. Inoltre, essendo questa una struttura dalle dimensioni notevoli, si è riflettutto a lungo sulla questione costruttiva per intaccare il meno possibile i resti. Si è così deciso, per ridurre il più possibile i punti di appoggio e rispettare il sito, di realizzare una struttura portate in accaio costituita da travi Vierendeel abitabili a schema spaziale cioè alte quanto il piano ipogeo. In questo modo si va a definire una maxi struttura a ponte con schema alveolare con maglia da 5,80 m x 5,80 m che individua il modulo matematico adottato dagli Aquileiesi per la pianificazione dell’insula.

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complessitĂ stratigrafica 0

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pianta livello - 3,00 m 15

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sezione prospettica AA’ 0

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sezione BB’

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pianta livello + 0,50 m 30

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sezione prospettica DD’ 0

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sezione EE’

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pianta livello + 4,00 m 30

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prospetto ovest - il circo massimo 0

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prospetto sud - il foro

prospetto est - la cittĂ contemporanea

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PARTIZIONE VERTICALE ESTERNA - serramento con vetro doppia camera sp. 40 mm - infissi ad incasso sp. 55 mm

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PARTIZIONE VERTICALE OPACA ESTERNA - rivestimento esterno in lamine forate in acciaio zincato ossidato sp. 10 mm - telaio autoportante in acciaio costituito da montanti verticali e orizzontali sp. 30mm

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PARTIZIONE VERTICALE OPACA INTERNA - rivestimento interno levigato in pannelli di cartongesso intonacato con finitura decorativa in polvere a base di calce impastato con inerti di pietra arenaria di Muggia e materiali di recupero degli scavi con granulometria variabile da 0.7 mm e 0.9 mm, sp. 15 mm - telaio autoportante in acciaio costituito da montanti verticali e orizzontali sp. 60 mm con pannelli rigidi fonoassorbenti termoisolanti inseriti nell’intercapedine - intercapedine per impianti di ventilazione

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SOLAIO INTERNO IN LAMIERA GRECATA PRESSO PIEGATA - pavimentazione realizzata con un getto di calce impastato con inerti di pietra arenaria e materiale di recupero sp. 20 mm - massetto per impianti in cls alleggerito con polistirolo sp. 70 mm - guaina impermeabilizzante sp. 5 mm - strato isolante termoisolante sp. 100 mm - barriera al vapore sp. 10 mm - lamiera grecata collaborante con cls di completamento con rete elettrosaldata sp. 120 mm

05

SOLAIO ESTERNO IN LAMIERA GRECATA PRESSO PIEGATA - pavimentazione realizzata con lastre in pietra arenaria bianca sp. 20 mm - massetto per impianti in cls alleggerito con polistirolo sp. 70 mm - guaina impermeabilizzante sp. 5 mm - strato isolante termoisolante sp. 100 mm - barriera al vapore sp. 10 mm - massetto in cls alleggerito con polistirolo con pendenza dell’1,5 % sp. 60 mm - lamiera grecata collaborante con cls di completamento con rete elettrosaldata sp. 120 mm

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il fronte archeologico 0

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III. la nuova metafora urbana di Aquileia

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PARTIZIONE VERTICALE OPACA ESTERNA - rivestimento esterno in lamine forate in acciaio zincato ossidato sp. 10 mm - telaio autoportante in acciaio costituito da montanti verticali e orizzontali sp. 30mm - serramento con vetro doppia camera sp. 40 mm - infissi ad incasso sp. 55 mm

02

PERCORSI ARCHEOLOGICI CON ASSEMBLAGGIO A SECCO - pavimentazione lignea in doghe di sp. 30 mm - struttura portante prefabbricata in acciaio con sistema di appoggi sul terreno

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SOLAIO INTERNO IN LAMIERA GRECATA PRESSO PIEGATA - pavimentazione realizzata con un getto di calce impastato con inerti di pietra arenaria e materiale di recupero sp. 20 mm - massetto per impianti in cls alleggerito con polistirolo sp. 70 mm - guaina impermeabilizzante sp. 5 mm - strato isolante termoisolante sp. 100 mm - barriera al vapore sp. 10 mm - lamiera grecata collaborante con cls di completamento con rete elettrosaldata sp. 120 mm

04

SOLAIO ESTERNO IN LAMIERA GRECATA PRESSO PIEGATA - pavimentazione realizzata con lastre in pietra arenaria bianca sp. 20 mm - massetto per impianti in cls alleggerito con polistirolo sp. 70 mm - guaina impermeabilizzante sp. 5 mm - strato isolante termoisolante sp. 100 mm - barriera al vapore sp. 10 mm - massetto in cls alleggerito con polistirolo con pendenza dell’1,5 % sp. 60 mm - lamiera grecata collaborante con cls di completamento con rete elettrosaldata sp. 120 mm

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SOLAIO VERDE DI COPERTURA - lastre in pietra arenaria bianca che ripropongono la traccia dei resti archeologici sottostanti sp. 150 mm - vegetazione a sedum con supporto sp. 150 mm - filtro per drenaggio sp. 30 mm - guaina impermeabilizzante sp. 5 mm - strato isolante termoisolante sp. 100 mm - barriera al vapore sp. 10 mm - massetto in cls alleggerito con polistirolo con pendenza dell’1,5 % sp. 60 mm - lamiera grecata collaborante con cls di completamento con rete elettrosaldata sp. 120 mm

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il macellum romano 0

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I.

II.

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- vetro antisfondamento doppio sp. 30 mm

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- rivestimento esterno in lamine forate in acciaio zincato ossidato sp. 10 mm - pannello termoisolante sp. 50 mm - calcestruzzo rinforzato sp. 95 mm - struttura di supporto in acciaio sp. 50 mm - pannello in cartongesso sp. 17 mm

03

- telaio in acciaio a “L” sp. 60 mm

04

- vetro antisfondamento opaco sp. 12 mm - infisso ad incasso sp. 35 mm

05

- pannello termoisolante sp. 50 mm - profilo verticale in acciaio sp. 50 mm

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- struttura portante secondaria in acciaio

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- telaio in acciaio perimetrale sp. 45 mm

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- profili in acciaio a sezione piatta sp. 5 mm

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- pannello prefabbricato con rivestimento eserno in acciaio zincato ossidato e pannello termoisolante interno sp. 100 mm

02

- vetro antisfondamento doppio opaco sp. 35 mm - infisso ad incasso sp. 70 mm

03

- telaio strutturale in acciaio sp. 30 mm

04

- vetro antisfondamento opaco sp. 12 mm

05

- struttura portante secondaria in acciaio

S.01 SOLAIO ESTERNO IN LAMIERA GRECATA PRESSO PIEGATA - pavimentazione realizzata con lastre in pietra arenaria bianca sp. 20 mm - massetto per impianti in cls alleggerito con polistirolo sp. 70 mm - guaina impermeabilizzante sp. 5 mm - strato isolante termoisolante sp. 100 mm - barriera al vapore sp. 10 mm - massetto in cls alleggerito con polistirolo con pendenza dell’1,5 % sp. 60 mm - lamiera grecata collaborante con cls di completamento con rete elettrosaldata sp. 120 mm

S.02 SOLAIO INTERNO IN LAMIERA GRECATA PRESSO PIEGATA - pavimentazione realizzata con un getto di calce impastato con inerti di pietra arenaria e materiale di recupero sp. 20 mm - massetto per impianti in cls alleggerito con polistirolo sp. 70 mm - guaina impermeabilizzante sp. 5 mm - strato isolante termoisolante sp. 100 mm - barriera al vapore sp. 10 mm - lamiera grecata collaborante con cls di completamento con rete elettrosaldata sp. 120 mm

S.03 SOLAIO VERDE DI COPERTURA - lastre in pietra arenaria bianca che ripropongono la traccia dei resti archeologici sottostanti sp. 150 mm - vegetazione a sedum con supporto sp. 150 mm - filtro per drenaggio sp. 30 mm - guaina impermeabilizzante sp. 5 mm - strato isolante termoisolante sp. 100 mm - barriera al vapore sp. 10 mm - massetto in cls alleggerito con polistirolo con pendenza dell’1,5 % sp. 60 mm - lamiera grecata collaborante con cls di completamento con rete elettrosaldata sp. 120 mm

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la luce negli spazi museali 0

I. Prisma di vetro bianco attorno a cui si organizza l’esposizione dei reperti e resti archeologici

II. Lucernari a base quadrata che forniscono un’illuminazione zenitale negli spazi espositivi sottostanti

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2

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Ci piace immaginare il museo archeologico come uno scrigno che nasconde, al suo interno, il tesoro che la storia ha voluto tramandarci, pezzo per pezzo.

viste interne di progetto


galleria espositiva

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sala museale

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teatro all’aperto

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SITOGRAFIA -

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RINGRAZIAMENTI Al termine del nostro percorso di studi è doveroso ringraziare coloro che ci hanno aiutate a raggiungere questo traguardo. Un ringraziamento va sicuramente alla nostra relatrice, la professoressa Serena Maffioletti, per la sua disponibilità, precisione e professionalità. Ringraziamo i correlatori tutti, in particolar modo Sara, per il suo aiuto e i preziosi consigli fondamentali per lo sviluppo del progetto di tesi. Il professor Matteo Guardini per la sua gentilezza e la sua passione per la materia. Un ringraziamento fondamentale alle nostre famiglie per averci permesso di intraprendere questo percorso, per il loro instancabile sostegno e supporto, e la loro costante motivazione. Grazie a tutti gli amici, a quelli di una vita per esserci stati sempre vicini, a quelli che faranno parte del nostro futuro, come colleghi e compagni di avventure, ai coinquilini e a Riccardo. Grazie a Chicco per averci sostenute e per aver condiviso con noi pranzi, viaggi, fatiche, nottate e tante risate. Un grazie a noi, per la forza che ci siamo date a vicenda in tutti questi anni, per le esperienze condivise, i successi raggiunti seguiti da doverosi festeggiamenti, per la spontaneità con cui abbiamo affrontato progetti, gioie e difficoltà. Tutto questo non solo ha portato ad una crescita personale e professionale, ma anche ad una grande amicizia che ci porterà a condividere esperienze sempre più entusiasmanti. GRAZIE.


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