LA CITTADELLA DELL'ARCHEOLOGIA. Una nuova metafora urbana per il parco archeologico di Aquileia

Page 1

LA CITTADELLA DELL’ARCHEOLOGIA

una nuova metafora urbana per il parco archeologico della città di Aquileia relazione storica



Università IUAV di Venezia Dipartimento di Architettura Costruzione e Conservazione Corso di laurea magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico Tesi di Laurea

La cittadella dell’archeologia una nuova metafora urbana per il parco archeologico della città di Aquileia relatore Prof. Serena Maffioletti correlatori Prof. Matteo Guardini dott. arch. Enrico Busato dott. arch. Manuel Minto dott. arch. Sara Pezzutti collaboratore Prof. Alessandra Ferrighi laureande Anastasia Bergamo 284080 Martina Fent 284260 Relazione storica



Il passato è un orizzonte lontano. La ricerca del passato è un lungo viaggio, nel tempo e nello spazio, è come l’esplorazione di un “paese straniero”. David Lowenthal

“Nella storia naturale si deve rovistare negli archivi del mondo, si devono estrarre dalle viscere della terra i vecchi monumenti, raccogliere i loro resti, come solo mezzo per fissare qualche punto nell’immensità dello spazio e per porre qualche pietra numeraria sulla via eterna del tempo”.

G.L. Leclerc de Buffon “Epoche della natura” in Histoire naturelle (Boringhieri, Torino, 1960)



INDICE

I

7

Il territorio di Aquileia 7 9 13

II

17

Inquadramento territoriale Sviluppo idrografico Il patrimonio culturale di Aquileia nei piani urbanistici

La città e l’archeologia 18

Inquadramento fotografico

III

21

La storia di Aquileia

IV

33

Fonti storiche 34

V

65

Elaborati grafici 66 69 77

VI

83

Schede iconografiche

Carte delle fortificazioni e delle fasi storiche Sviluppo della città di Aquileia Pianta archeologica di Aquileia

Bibliografia e sitografia



I. IL TERRITORIO DI AQUILEIA

Inquadramento territoriale Sviluppo idrografico Stato di fatto della città di Aquileia

Aquileia si trova a 50 km dal capoluogo del Friuli Venezia Giulia, verso la Laguna di Grado, in una posizione strategica, tra la terraferma e il mare, alla quale è in parte riconducibile la sua fama, consolidata già in età romana. Oggi è un piccolo centro che vive di agricoltura e turismo, ma che conserva, parzialmente scavate numerosissime testimonianze che ci riportano al suo passato glorioso, ricco di avvenimenti, di guerra, di conquiste, di commerci, di espressioni artistiche. Oggi la città è considerata uno tra i più importanti siti archeologici dell’Italia settentrionale, tanto da essere dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1998 poiché fu un’importante colonia dell’Impero Romano. Attualmente è il più completo esempio di una città dell’antica Roma nell’area del Mediterraneo in quanto è rimasta in gran parte sepolta per secoli conservandosi intatta. Aquileia era conosciuta per i suoi resti storico-archeologici già in età patriarcale e nell’epoca in cui fu territorio austriaco, ma solo nel XIX secolo si cominciarono a studiare i reperti con maggiore intensità. Il lavoro si presentò arduo fin dal principio, quando si vide che per l’incuria degli uomini molti monumenti vennero rovinati e irrimediabilmente perduti. A partire dall’epoca tardo-antica, infatti, gli edifici romani erano stati gradualmente smantellati per ricavare nuovo materiale da costruzione. Perfino il Patriarca Poppone, che nell’XI secolo fece costruire la grandiosa Basilica, pare abbia riutilizzato le pietre squadrate dell’anfiteatro romano, distruggendo così quest’opera, per edificare le fondamenta e parte dell’alzato del campanile. Il patrimonio archeologico della città, oggi visibile, è solo una minima parte di quello ancora da scoprire e valorizzare, infatti, già nei secoli addietro, vennero fatti degli scavi solo per accertare alcune imponenti strutture antiche come l’anfiteatro, il circo, il complesso basilicale cristiano, le mura difensive; tutte aree di scavo che successivamente vennero opportunamente richiuse per evitarne il danneggiamento. A partire dagli anni ‘30 molte zone archeologiche sono state indagate e rese invece visitabili allo scopo di favorirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione e garantirne la permanenza dei segni nella memoria delle generazioni. Si tratta di scavi ubicati a macchia di leopardo nel tessuto urbano aquileiese, sconnessi data la mancanza di un percorso archeologico-turistico, e poco valorizzati, ma che dimostrano la grande potenzialità storico-culturale che possiede Aquileia. La città contemporanea si è espansa seguendo le linee di sviluppo dettate dai vincoli archeologici e monumentali che insistono sul territorio dalla prima metà del ‘900; difatti gli unici insediamenti edilizi all’interno dei vincoli risalgono prevalentemente ad un’epoca precedente all’imposizione degli stessi. Il patrimonio archeologico unito alla presenza di un paesaggio naturale complesso, composto da importanti fiumi, porti fluviali antichi e territori coltivati, rende Aquileia un’importantissima città “archeologica”.

7



I. IL TERRITORIO DI AQUILEIA

Inquadramento territoriale Sviluppo idrografico Il patrimonio culturale di Aquileia nei piani urbanistici

La laguna di Marano assieme alla Laguna di Grado, occupa la parte più orientale del sistema lagunare che caratterizza l’arco costiero dell’Alto Adriatico, scientificamente definito “Sistema Lagunare Veneziano”. Tracce di antiche lagune riconoscibili nei fondali marini testimoniano che, a seguito della trasgressione del mare sul continente dovuta allo scioglimento dei ghiacciai wurmiani, la linea di costa si è progressivamente spostata verso nord a causa dell’interro delle vecchie lagune dovuto dal cambiamento dei corsi fluviali. Le lagune in questione presentano età di formazione differenti: l’età stimata della Laguna di Marano è di circa 5000 anni mentre, il settore occidentale della Laguna di Grado ha una più recente formazione, di circa 1000 anni. Fino al V secolo, infatti, su quella di Grado prevaleva la terraferma, come testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici, tra i quali la via romana, ora interamente coperta dall’acqua, che collegava Aquileia al suo scalo di Grado. In età romana, il contesto ambientale condizionò lo sviluppo della colonia. L’equilibrio tra l’impianto urbano e un ecosistema fragile per la presenza di vaste aree acquitrinose venne raggiunto solo nell’arco di qualche decennio, grazie alla realizzazione di canali, come il canale Anfora ancora attivo, per consentire il deflusso delle acque verso il mare. Quasi due secoli dopo, lo stesso Vitruvio riconobbe l’efficienza di questo importante sistema di drenaggio che garantiva ai luoghi una “incredibile salubrità”. Si ipotizza che il cambiamento traumatico della morfologia della zona e le trasformazioni litoranee si sarebbero concluse fra il XVI e il XVIII secolo, prevalentemente determinate da eventi marittimi e in parte anche da opere antropiche più recenti. Le bonifiche interessarono costantemente il territorio della Bassa Friulana e dal 1920-1925 divennero oggetto di alcuni progetti generali adattando la rete di canali esistenti alle nuove esigenze: come ad esempio agli inizi degli anni ‘60 il canale Anfora venne interrato lungo la parte terminale che sfociava in laguna per recuperare terreni utili alla produzione agricola. Attualmente il canale Anfora con il fiume Natissa forma un nodo idraulico nelle vicinanze della città di Aquileia, rispettivamente orientati in direzione ortogonale. L’Anfora è un canale arginato e ha perso le sue funzioni di collettore delle acque sollevate dagli impianti idrovori: in tale situazione il tronco di canale tra le idrovore ed il Natissa ha uno scarso ricambio d’acqua. Per questo motivo, oggi si discute sulla riapertura del canale: per favorire il regolare ricircolo delle acque e ottenere una riqualificazione ambientale della zona circostante, e ripristinare il precedente sistema navigabile tra la laguna ed Aquileia, con possibili ed importanti ripercussioni sull’economia locale, legate al turismo.

9


I. il territorio di Aquileia

SVILUPPO IDROGRAFICO dall’epoca romana ad oggi

La complessa rete idroviaria del territorio della Bassa Friulana rappresentò in passato l’elemento unificante nella variegata fisionomia del territorio per il suo complesso circuito, funzionale sia alla circumnavigazione sia all’equilibrio ambientale e naturale dell’area. I fiumi influenzarono nei secoli le sorti della città, rendendola prima una tra le città più importanti dell’Impero romano grazie alla floridezza e salubrità del sistema fluviale, e accompagnandola poi lungo il suo lento declino quando molti di questi vennero deviati o chiusi. Di seguito viene rappresentato l’inquadramento geografico di Aquileia antica con le principali evidenze naturali e le infrastrutture antropiche, e vengono riportati tutti i ritrovamenti archeologici rinvenuti nella laguna. Viene tracciato l’ipotetico andamento della linea di costa in epoca romana, alla quale sono anteposti i ritrovamenti archeologici, mettendola a confronto con la linea di costa rilevata nel 1833 (Carta del Regno Lombardo-Veneto). Viene riprodotto poi schematicamente l’andamento dei fiumi e la conformazione della Laguna di Grado in epoche differenti tenendo come base di riferimento la conformazione attuale di questo sistema, così da avere un confronto immediato tra le diverse epoche. Si può affermare che il numero delle reti navigabili viene sempre più ridotto a favore invece della costruzione di infrastutture e opere di urbanizzazione.

LEGENDA ritrovamenti romani nella laguna di Grado fondali nel 1833 linea di costa nel 1833 linea di costa di epoca romana cardo massimo della città area della città di Aquileia antica

LEGENDA cardo massimo della città sistema fluviale nel 2018 ricostruzione sistema fluviale terre emerse nel 2018 ricostruzione terre emerse area della città di Aquileia contemporanea area della città di Aquileia antica

epoca romana

ritrovamenti archeologici e linea di costa della Laguna di Grado

10


I. il territorio di Aquileia

fine XVI secolo

cartografia di riferimento: Laguna di Marano e Grado, anonimo

1913

cartografia di riferimento: Pianta turistica di Aquileia e Grado, Wagner & Debes

1746

cartografia di riferimento: Laguna di Caorle, F. Griselini

1954-56

cartografia di riferimento: Carta del litorale dal Tagliamento all’Isonzo e delle Lagune di Marano e Grado, Regione FVG

11

1833

cartografia di riferimento: Carta topografica del Regno Lombardo-Veneto, IGM

2018

cartografia di riferimento: foto aerea della Laguna di Grado



I. IL TERRITORIO DI AQUILEIA

Inquadramento territoriale Sviluppo idrografico Il patrimonio culturale di Aquileia nei piani urbanistici

Ad Aquileia si può notare come ci sia la sovrapposizione di vincoli archeologici, monumentali e paesaggistici. Nonostante il rinnovamento dei concetti e gli strumenti di tutela in favore dei beni culturali di Aquileia ci sono ancora delle complicazioni dovute soprattutto alla necessità di salvaguardare un bene come l’archeologia così fortemente legato con il paesaggio. Le numerose aree archeologiche scoperte hanno delineato una città fortemente influenzata dai tracciati della città antica romana, e con il passare del tempo le successive sovrapposizioni hanno definito i limiti e le linee di sviluppo dell’edificazione. I numerosi vincoli diventano vitali per la città antica, ma hanno comunque permesso l’espandersi della città contemporanea, anche se alcune soluzioni urbane mantenute nel tempo riportano delle incongruenze con il paesaggio archeologico (come il passaggio della strada provinciale principale sopra i resti del Foro Romano). Nonostante questo è chiaro come la città si sia sviluppata seguendo delle linee di sviluppo dettate dai vincoli archeologici e monumentali ancora prima che venissero redatti gli attuali piani strategici di trasformazione poiché la forza di questi vincoli ha maggiore impatto rispetto ai vincoli paesaggistici; difatti gli unici insediamenti edilizi all’interno dei vincoli risalgono prevalentemente ad un’epoca precedente all’imposizione degli stessi. Inoltre tutto il paesaggio circostante le zone archeologiche è stato ora vincolato determinando regole di tutela ambientale per tutti i prossimi interventi. Viene posto l’accento sulla necessità di una pianificazione territoriale in relazione a questo patrimonio, soprattutto con la redazione di un piano paesaggistico regionale, e sull’importanza della valorizzazione attraverso divulgazione, partecipazione di associazioni ed enti e l’apertura e il coinvolgimento di privati al processo di tutela e valorizzazione (come ad esempio l’associazione Aquileia Nostra che collabora al mantenimento e documentazione dei siti archeologici). Tutto questo può accadere se vengono appunto coordinati una serie di enti e organi amministrativi pubblici con i privati, mantenendo una centralità data dallo Stato sui principi di tutela, ma permettendo alle Regioni e agli enti interessati di valorizzare le possibilità turistiche e scientifiche di questi luoghi, che possono diventare elemento importante per l’economia e l’assetto della città stessa. Il bene archeologico e paesaggistico coinvolge tutti gli organi su diversa scala, da quella nazionale a quella territoriale, che hanno capacità di intervenire in queste vicende. La sinergia tra Stato e Regione diventa l’emblema del concetto di tutela che non si contrappone alla valorizzazione, risultando quindi essenziale in un contesto come Aquileia in cui l’equilibrio e le responsabilità tra le amministrazioni definiscono il buon esito della salvaguardia del patrimonio archeologico.

13


I. il territorio di Aquileia

SCHEDA DEI VINCOLI VINCOLI ARCHEOLOGICI

1931

1970

Artt. 14 e 16 L. 364/20 giugno 1909 Art. 3 L. 688/23 giugno 1912 Regolamento n. 363 30/01/1913 Decreto 24 marzo 1931

L. 1089/1 giugno 1939

1971 vincolo Miceu-Girardi

1972

1965

vincolo Fondi Ritter vincolo Panigai

vincolo sportivo vincolo Bandiera

1972

1966

vincolo Fondi Ritter vincolo Panigai

vincolo ex Cassis vincolo Stocco vincolo Folla-Giusto vincolo ex Moro

1977 PEEP zona 167

1990

1968

vincolo Fondo Tullio

vincolo San Felice vincolo Fonzari vincolo Piccole Terme

2004 vincolo Villa Raspa

VINCOLI PAESAGGISTICI

1955 vincolo Parco Ritter

1991 vincolo CittĂ di Aquileia

VINCOLI MONUMENTALI

1956 rispetto monumentale

1962 rispetto monumentale

aree soggette a vincolo archeologico aree soggette a vincolo paesaggistico aree soggette a vincolo monumentale 14


I. il territorio di Aquileia

15



II. LA CITTA’ E L’ARCHEOLOGIA

Inquadramento fotografico

1

11 2

12 9

10 8

3

5 7

6

17

4


II. la città e l’archeologia

1 Museo Paleocristiano

2 Porto fluviale e Via Sacra

3 Fondo Cossar

4 Retro della Basilica di Santa Maria Assunta

5 Via Poppone Patriarca

6 Museo Archeologico Nazionale di Aquileia

18


II. la città e l’archeologia

7 Fondo C.A.L.

8 Via Giulia Augusta, SR 352

9 Decumano massimo e mura Bizantine

10 Foro romano

11 Ex Essiccatoio Nord Antiquarium e Centro Visite del Foro

12 Foro romano ed Ex Essiccatoio Nord Antiquarium e Centro Visite del Foro

19



III. LA STORIA DI AQUILEIA

La città di Aquileia è situata nella fascia costiera dell’Adriatico settentrionale, pochi chilometri a nord della Laguna di Grado. Essa sorge in una zona pianeggiante, comunemente definita “bassa pianura friulana” intesa come l’area geografica limitata a nord dalla fascia delle risorgive, ad est dal fiume Torre-Isonzo, a sud dalla frangia lagunare e ad ovest dal fiume Livenza. Si tratta di una zona che può essere definita una “terra d’acque” in quanto è ricca di acque superficiali e sotterranee. La pianura alluvionale costiera qui considerata ha subìto nel tempo una seria di profonde modifiche e cambiamenti determinati essenzialmente dall’azione di accrescimento e di erosione di numerosi corsi d’acqua e dal progressivo innalzamento del livello del mare. Nel tempo inoltre si è assistito ad una continua deviazione verso est dei principali fiumi della regione, in alcuni casi continuata fino ai giorni nostri. A ciò si aggiunge un importante evento avvenuto in epoca post-romana, e cioè la formazione della Laguna di Grado, le cui acque non si estesero mai a nord dell’attuale margine interno. 1 Fino al V secolo, infatti, su quest’ultima prevaleva la terraferma, come testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici, tra i quali la via romana, ora interamente coperta dall’acqua, che collegava Aquileia al suo scalo di Grado. 2 (fig.1) Si ipotizza, infatti, che il cambiamento traumatico della morfologia della zona e le trasformazioni litoranee si sarebbero concluse fra il XVI e il XVIII secolo, prevalentemente determinate sia da eventi marittimi sia da opere antropiche più recenti, provocando la formazione della laguna. (fig.2) (fig.3) La piana dove sorge Aquileia anticamente era caratterizzata da un’alternanza di ambienti emersi e ambienti umidi oltre che da una grande abbondanza di corsi d’acqua che ne permisero l’insediamento umano soprattutto lungo gli assi fluviali già nel Mesolitico, nell’Eneolitico e nel Bronzo Antico. 1 Nella zona immediatamente a nord del foro si colloca l’abitato della prima età del ferro. L’abitato è stato scoperto agli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso e indagato solo parzialmente a causa delle imponenti strutture romane soprastanti; esso sorge su una bonifica a pali verticali e travi orizzontali di quercia, elementi tutti disposti secondo un preciso orientamento nord-sud/est-ovest. Le capanne che lo costituivano erano probabilmente di forma quadrangolare con l’elevato in legno o ramaglie intonacate con limo e argilla; sugli impalcati erano stati spalmati con funzione di rivestimento pavimentale strati di limo argilloso misto a minuti frammenti di ceramica; il focolare era di forma pressochè circolare riempito di strati sovrapposti di ciottoli, ceramica e limo. Le fasi principali dell’abitato sono due: la prima si colloca fra il IX-VIII secolo a.C. e l’inizio del VII, in seguito alla quale una potente alluvione sigillò le strutture abitative sotto uno strato di limi e sabbie. Nella seconda fase, nel VI sec a.C., l’abitato rinacque nella stessa zona e con le stesse modalità costruttive della precedente, ma attorno al V sec a.C. un altro grave episodio esondativo lo seppellì definitivamente.

Caterina Previato, “Aquileia: materiali, forme e sistemi costruttivi dall’età repubblicana alla tarda età imperiale” (Padova: Padova University Press, 2015), 23-24. Maurizio Buora e Gianluca Bottazzi, “Nuovi dati sul territorio di Aquileia romana,” Antichità Altoadriatiche XLV (1999): 59-72. 3 Francesca Ghedini, Marta Novello, Michele Buora, “Moenibus et portu celeberrima – Aquileia: storia di una città” (Roma: Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2009), 3-6. 1 2

21


fig. 1 La Laguna di Grado (ritrovamenti archeologici di età romana) Istituto Idrografico della Marina -1962 AA.VV. “Il territorio di Aquileia nell’antichità. Volume I.” Antichità Altoadriatiche XV di Mario Mirabella Roberti. Arti Grafiche Friulane, 1979, p. 162.

fig. 2 La vera descritione del Friuli Giovanni Andrea Valvassori, detto Guadagnino - 1553 “Dizionario biografico dei Friulani”, www.dizionariobiograficodeifriulani. it. Fondazione Scaramangà di Trieste.

fig. 3 Laguna di Marano e GradoFine XVI secolo Dorigo, Wladimiro “In flumina et fossas. La navigazione endolitoranea fra Chioggia e Aquileia in età romana e medioevale.” AQUILEIA NOSTRA (1994), pp. 123-124. Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia, miss. it. VI, 188 (10039), 33.


III. la storia di Aquileia

Nei secoli successivi alla scomparsa dell’abitato in tutta Aquileia mancavano strutture abitative, tuttavia i materiali rinvenuti nell’area a settentrione del foro ci fanno ipotizzare che Aquileia potesse essere identificato come uno dei terminali della cosìddetta “Via dell’Ambra” di età protostorica. 3 La fondazione di Aquileia romana si inserisce nel più ampio processo di conquista e colonizzazione dei territori padani che venne avviato all’inizio del III secolo a.C., in seguito alla sconfitta dei Galli Senoni ad opera di Manio Curio Dentato. Come ci informa lo storico Tito Livio nel 186 a.C. i Galli Transalpini penetrarono « in Venetiam » con l’intento di insediarsi nella bassa friulana ma il tentativo di presidio fallì e i Galli furono costretti a tornare nei loro luoghi d’origine. Così, una commissione del Senato romano instituì nella zona della città un corpo coloniario formato da fanti, centurioni e cavalieri a cui furono garantite assegnazioni di terreni agricoli. È questo l’antefatto della storia della città romana di Aquileia, la quale fu fondata come colonia latina nel 181 a.C.. 4 Data la sua funzione principale di avanposto militare, fin dalle sue origini, attorno al castrum romano dovevano esser state sicuramente predisposte delle efficienti mura di fortificazione urbana. I reperti hanno permesso di ricostruire una prima cortina difensiva che cingeva la colonia nel II secolo a.C. e della quale sono state rinvenute anche le due torri angolari, una a nord-est ed una a nord-ovest, con un’altra torre ad esse intermedia. Inoltre si conoscono alcuni tratti del lato orientale che costeggiava il fiume, il lato di chiusura a settentrione e il lato occidentale del perimetro. Infine lungo il lato di ponente venne rimessa in luce la porta urbica aperta sulla via Annia. 5 L’equilibrio tra l’impianto urbano e un ecosistema fragile per la presenza di vaste aree acquitrinose venne raggiunto solo nell’arco di qualche decennio, grazie alla realizzazione di canali, come il canale Anfora ancora attivo per consentire il deflusso delle acque verso il mare. La posizione prescelta per l’area urbana è sintomatica per la sua funzione di ponte commerciale ed economico che si affianca a quella militare e strategica. L’area del nuovo abitato veniva infatti a trovarsi, come si ricava dalla descrizione straboniana, in un’area pianeggiante che distava circa 60 stadi (11 km) dal mare aperto, in posizione favorevole per i contatti con l’entroterra ma al contempo protetta rispetto alle posizioni più esposte lungo la costa. Grazie alla via fluviale del Natisone, ricordata da Plinio il Vecchio come “Natiso cum Turro”, larga una quarantina di metri, che lambiva il lato orientale della città nel suo defluire verso il mare, la città comunicava con il golfo adriatico, favorendo notevolmente lo sviluppo dei traffici marittimi. I due corsi d’acqua, che oggi, con lo stesso nome, confluiscono nell’Isonzo, nell’antichità dovevano quindi avere un percorso diverso, spostato verso occidente. La complessa rete idroviaria, costituita da fiumi, canali e fossati, rappresentava l’elemento unificante nella variegata fisionomia del territorio: un circuito funzionale alla sua circumnavigazione. 6 Nello straordinario processo di trasformazione dell’ambiante messo in atto dai Romani, l’intervento più incisivo fu senza dubbio la centuriazione. Questo sistema di razionale e regolare suddivisione del territorio secondo assi ortogonali fu funzionale da un lato alla parcellizzazione dei lotti di terra da assegnare ai coloni e all’accatastamento dei terreni, dall’altro

Francesca Ghedini, Marta Novello, Michele Buora, “Moenibus et portu celeberrima – Aquileia: storia di una città” (Roma: Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2009), 3-6. 4 AA.VV., Aquileia Città di Frontiera (Firenze: Giunti, 2016), 4-9. 5 Francesca Ghedini, Marta Novello, Michele Buora, “Moenibus et portu celeberrima – Aquileia: storia di una città” (Roma: Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2009), 83-92. 6 Francesca Ghedini, Luigi Fozzati e Danilo Mazzoleni, Piani di valorizzazione per Aquileia - Progetto scientifico (S.l.: Giunti, 2011), 12-15. 3

23


fig. 4 Tabula Peutingeriana XII - XIII secolo

fig. 5 Aquileia patriarcale Gruppo Archeologico Aquileiese - 1986 A.A.V.V, “Lis Stradis Maludidis Dal Palut: Toponomastica Di Aquileia, Fiumicello, Isola Morosini, Terzo� (1986), pp 72-73.

fig. 6 Veduta di Aquileia Hartmann Schedel - 1493 Liber Chronicarum


III. la storia di Aquileia

alla creazione di infrastrutture atte a valorizzare le risorse del suolo e a facilitare il suo controllo idraulico. La rete viaria si presentava come un organismo complesso contraddistinto da uno schema a raggiera formato dalle arterie in entrate e uscita dal centro e da un reticolo di strade oblique destinate e fungere da raccordo alla viabilità principale. 7 Fin dai suoi primi anni di vita, la colonia di Aquileia fu collegata con l’entroterra, mediante una rete di strade, che permettevano anche intensi rapporti con le Gallie, l’Europa centrale fino al Baltico e con la regione balcanica fino al Mar Nero. (fig.4) Cinque erano le strade principali che passavano per Aquileia: - la Via Flavia, diretta a Tergeste e che proseguiva per Pola; - la Via Annia, che collegava Aquileia e Concordia Sagittaria, Altino, Padova, congiungendosi quindi, alla via Emilia, che portava all’Italia centrale fino a Roma; - la Via Postumia, che univa Genova ad Aquileia, tagliando trasversalmente l’Italia settentrionale e toccando Piacenza, Cremone, Verona, Vicenza e Oderzo; - la Via Iulia Augusta, che da Aquileia partiva verso il nord, incontrando Tricesimo, Gemona, Zuglio e attraverso il passo di Monte Croce giungeva ad Aguntum e a Virunum nel Nordico; - la Via Gemina, che partendo dalla località di Monastero passava l’Isonzo alla Mainizza, il Frigido ad Aidussina, le Alpi per il valico di Piro-Hrusica, Logatec, Vrnika, spingendosi fino a Lubiana ed aprendo i collegamenti con Ptuj e con Vienna, mentre un’altra diramazione della stessa strada portava ad est, verso Tergeste, l’interno dell’Istria, Fiume e la Dalmazia. Di queste strade si è conservato e riconosciuto il tracciato quasi completo e per alcuni tratti i percorsi moderni lo ricalcano. 8 Le centuriazioni e la strutturazione della viabilità costituirono i mezzi per garantire un utilizzo ottimale del territorio e la premessa per una capillare occupazione della campagna. Il paesaggio antropico rurale era caratterizzato da un sistema insediativo di tipo sparso ovvero da una fitta trama di strutture abitative legate ad attività agricole e produttive distribuite sul territorio in riferimento a scelte locazionali che privilegiavano la vicinanza alle arterie stradali, la presenza di corsi d’acqua e le potenzialità insite nelle risorse naturali. 7 All’interno delle mura, l’impianto urbano era suddiviso in isolati regolari con un sistema di strade ortogonali tra loro. Il principale asse stradale, la Via Iulia Augusta, aveva orientamento nord-ovest/sud-est e su di esso fu impostata la piazza del foro la quale veniva utilizzata per attività di carattere commerciale, ludico e soprattutto amministrativo e il cui comizio era affacciato sul lato nord. Le dimensioni attuali della piazza sono 142x56 m e corrispondono pressappoco a quelle dei resti emersi dagli scavi di età repubblicana. 9 Alla fine del 90 a.C. sono stati documentati in campo urbanistico interventi di ristrutturazione dei complessi esistenti e la costruzione di nuovi spazi a destinazione utilitaria. Tra i primi, è degno di nota il rifacimento delle porte urbiche del circuito murario e la costruzione del mercato alimentare (macellum) immediatamente a nord del foro. Il macellum si presentava come un edificio a pianta quadrata, con un cortile centrale circolare e con l’ingresso sul cardine massimo. La realizzazione di questo complesso si aggiunge a quella del forum pequarium, cioè del mercato caprovino, che dimostra la precoce specializzazione degli spazi commerciali e denota sicuramente la volontà di creare uno spazio appositamente destinato

Francesca Ghedini, Marta Novello, Michele Buora, “Moenibus et portu celeberrima – Aquileia: storia di una città” (Roma: Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2009), 155-170. 8 Mauro Quercioli, “Aquileia.” (Roma: Libreria dello Stato, 2004), 9-13. 9 Andrea Benedetti e Luigi Fozzati, Per Aquileia. Realtà e programmazione di una grande area archeologica (Venezia: Marsilio, 2011), 142-148. 7

25


fig. 7 Aquileja. Ex Julio Strozza Julio Strozza - 1659-1733 Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia, miss, it. VI, 236.d.32.

fig. 8 Pianta di Aquileia - medievale - Cassis Giovanni Righetti - 1865 MAN di Aquileia, foglio n. 1085. “ Aquileja del 1435 dedicata a S.E. il sig. Co. Antonio Cassis Faraone... dal sig. Co. Nicolò de Concina... cghe ha fatto trarre dall’Originale presso di lui esistente “. Le stampe sono state ottenute presso la “Lit. B. Linussi - Trieste”.

fig. 9 Veduta prospettica di Aquileia 1693 Cossar Flavio. Comunitas civitatis Aquileiae. Aquilee inte storie. Mariano del Friuli: Edizioni della Laguna, 2008, pp. 82-83. Museo diocesano e gallerie del Tiepolo, Palazzo arcivescovile, Udine.


III. la storia di Aquileia

alla vendita di generi alimentari svincolato dall’area forense, riservando a quest’ultimo funzioni soprattutto politico-amministrative. Come avviene per altre città, anche per Aquileia il periodo compreso tra l’età di Cesare e il regno degli imperatori giulio-claudi segna un intenso fervore edilizio, che in pochi decenni trasformerà in maniera indelebile il suo volto urbano. Uno dei presupposti principali per l’espansione urbana fu costituito dal definitivo superamento fisico delle mura repubblicane. Furono compiute grandi imprese architettoniche tra cui: la risistemazione del foro cittadino con l’erezione della basilica civile; il potenziamento del porto fluviale e la realizzazione di approdi minori situati sui corsi d’acqua e sui canali navigabili che si raccordavano nel canale Anfora, straordinaria opera artificiale di sei chilometri ancora attiva; lo sviluppo di un’edilizia residenziale contraddistinta da caratteri architettonici e decorativi di pregio; e infine, la costruzione di un “quartiere degli spettacoli” orbitante attorno al nuovo teatro. I decenni successivi segnarono il completamento del programma edilizio già definito nelle sue linee generali: l’edilizia residenziale continuò a svilupparsi almeno fino al III secolo d.C. espandendosi al di fuori del perimetro urbano, mentre verso la metà di questo secolo iniziarono a cogliersi alcuni primi segni di crisi nel tessuto urbano a causa degli assalti che interessarono le diverse fazioni della città. Aquileia vide a partire dall’età tetrarchica il moltiplicarsi di interventi a livello di edilizia pubblica. Gli effetti più vistosi sull’immagine della città, divenuta sede di una zecca a partire dal 294 d.C., riguardarono la realizzazione di nuove strutture utilitarie e la costruzione di una nuova cinta muraria, che includeva al suo interno i grandi edifici per lo spettacolo. 10 A partire dal IV secolo d.C., con le riforme dioclezianee e poi costantiniane, Aquileia venne dotata del titolo e del ruolo di capitale della Venetia et Histria : acquistò così un rilevante peso politico e amministrativo il quale si rifletté sull’avvio di importanti interventi di edilizia pubblica. Innanzitutto vennero realizzate nuove mura che permisero l’ampliamento dello spazio urbano verso ovest e sud, la costruzione di un grande complesso termale, del circo, di nuovi magazzini per le merci, di alcuni suntuosi edifici di rappresentanza e complessi residenziali di alto livello nel settore occidentale della città, e soprattutto il complesso episcopale teodoriano nel settore sudorientale. 11 Nel corso del IV secolo si assistette dunque ad un progressivo spostamento del centro gravitazionale della vita urbana verso la zona a meridione della città dove gli interventi edilizi furono realizzati in stretto collegamento con il corso fluviale e il complesso episcopale venne definendosi come il nuovo fulcro della città, agedo nel contempo come polo di attrazione per l’edilizia residenziale di alto livello. 10 Ma a partire dalla metà del V secolo d.C. il ruolo della città divenne sempre più marginale nel contesto della Venetia e cominciò un periodo discendente e destabilizzante per l’economia. Dopo un lungo assedio, Attila conquistò Aquileia nel 452 d.C.: il saccheggio degli Unni segnò una marcata discontinuità nella parabola storico-urbanistica della città ma Aquileia rimase comunque un centro di riferimento religioso, politico ed amministrativo nell’età di Teodorico. Nel 552 d.C., sotto il comando di Narsete, la città fu conquistata dai bizantini e questo comportò una grandiosa ricostruzione della città e delle sue fortificazioni, le quali provocarono però la riduzione della città alla sola parte meridionale dell’originario insediamento romano. Grazie al sostegno di Carlo Magno, durante il patriarcato di Massenzio, ripresero dei concreti interventi a favore di Aquileia e delle sue chiese, ma la vera rinascita della città si verificò solo dopo la nomina del

Francesca Ghedini, Marta Novello, Michele Buora, “Moenibus et portu celeberrima – Aquileia: storia di una città” (Roma: Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2009), 64-81. 11 Luisa Bertacchi, “Topografia di Aquileia.” Antichità Altoadriatiche I (1972): 43-57. 10

27


fig. 10 Pianta di Aquileia - archeologica Zuccolo - Inizi sec. XIX MAN di Aquileia, foglio n. 1068, cassetto n.32 “Pianta Daquileja Antica, e moderna Popponiana Ove sono le linee rosse è il muro romano anocra esistente, il colore turchino il recinto Popponiano, in parte soppra le fondamenta Romane jl restante delle linee significano li fabbricatti moderni “. La copia riporta lo stesso disegno, con l’indicazione dei colori a matita. Probabilmente si tratta dei disegni di Aquileia fatti dallo Zuccolo, su incarico del Siave, nel periodo di dominazione frances.

fig. 11 Majonica, direttore dell’ I.R. Museo Aquilejense, con alcuni studiosi all’entrata settentrionale del museo. Fine XIX secolo MAN di Aquileia, Neg_522

fig. 12 Foto aerea Aquileia Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - 1974 ca MAN di Aquileia, foglio n. 608


III. la storia di Aquileia

patriarca Poppone (1019-1042), il quale grazie alla sua influenza, implementò le strutture portuali e di difesa della città riedificando il palazzo patriarcale, le mura della città con le torri, i mercati, il monastero della Beligna e istituì il convento di monache benedettine di Monastero. 12 (fig.5) È difficile capire come si presentasse la città di Aquileia nel Medioevo, non solo perché gli scavi e le opere di valorizzazione hanno interessato principalmente le testimonianze dell’epoca più lontana, ma anche perché gran parte della città fu incendiata nel 1703 dai marinai francesi che avevano risalito il Natissa. Nonostante questo, si è a conoscenza del fatto che la città rimase entro il perimetro delle mura popponiane conservando la propria configurazione urbana e che il suo assetto, definito nell’XI secolo, non subì sostanziali variazioni fino alla prima metà del ‘900. Questo è sicuramente documentato dalle planimetrie e le vedute realizzate fra la fine del Quattrocento e l’inizio dell’Ottocento. Le mura medievali seguivano a est il corso del Natissa, e a sud oltrepassavano il fiume e inglobavano la zona a meridione del corso d’acqua, formando un nuovo circuito intervallato da torri su cui si aprivano quattro porte d’accesso alla città. 13 Esistevano due assi principali, tuttora esistenti, che attraversavano la città: l’attuale Via Giulia Augusta, con direzione nord-sud, e la strada, parallela al Natissa, che entrava a occidente. Lungo il canale Roggia del Mulino invece, è riconoscibile il centro abitato della città di Aquileia, mentre il nucleo di Monastero costituiva un insediamento separato dal resto della città. Nel corso del Medioevo si verificarono diverse gravi calamità che colpirono la città: il terremoto del 1279 e quello del 1348, e l’inondazione del 1317. (fig.6) (fig.7) Quando Venezia occupò il Friuli nel 1420, terminò il potere temporale dei Patriarchi e proprio in quell’anno Aquileia venne annessa alla Repubblica di Venezia. La città venne suddivisa e l’asse nord-sud segnò il confine tra due diverse giurisdizioni: a est la parte del Capitolo, e a ovest quella di pertinenza dell’autorità comunale. Questa divisione rispecchiò anche quella funzionale, con un polo ecclesiastico intorno alla basilica e uno economico-civile lungo l’attuale Via Roma e Piazza San Giovanni. (fig.8) Nel 1509 la città venne occupata dalle truppe austriache e nel 1521, a seguito del trattato di Worms, il territorio di Aquileia entrò a far parte dell’Impero. (fig.9) Nel 1703, durante la guerra di Successione Spagnola, i soldati francesi entrarono ad Aquileia compiendo saccheggi e incendiando alcune case; successivamente, grazie all’intervento dell’imperatrice Maria Teresa la città ebbe una rinascita per l’aumento della disponibilità di nuove terre da coltivare e per la realizzazione di opere di bonifica che diminuirono progressivamente la malaria. Un ulteriore contributo importante alla rinascita di Aquileia alla fine del Settecento fu dato dal canonico Gian Domenico Bertoli (1676-1763) il quale segna la nascita ad Aquileia dell’archeologia mediante la sua attività di ricerca e la pubblicazione nel 1739 del volume “ Le antichità d’Aquileja profane e sacre ”. Al canonico si devono le prime quattro campagne di scavo effettuate nel 1720, 1723, 1724 e 1726. La prima ricerca, effettuata nell’orto della sua dimora canonicale, affacciata sull’attuale via Patriarca Poppone, fu un’esperienza basilare che gli fece cogliere l’esistenza nel terreno delle successioni stratigrafiche. La campagna del 1726, che gli permise di indagare attorno alla

12 13

Giovanni Brusin, Gli scavi di Aquileia (Udine: Edizioni de “La Panerie”, 1934), 2. Maurizio Buora, “Introduzione e commento alla Fundkarte von Aquileia di H. Maionica,” rivista Quaderni Aquileiesi 5, di Maurizio Buora, Editreg, 2000, 37-43.

29


III. la storia di Aquileia

Basilica popponiana, fu certamente la più fruttuosa, ma tali indagini vennero bruscamente bloccate su intimazione del Governo asburgico, potere sotto al quale la città si trovò dal 1543 al 1807. L’operato del Bertoli, nonostante trovò molti ostacoli, fu fondamentale in quanto pose le basi per tutte le successive attività di scavo. Dopo la sua morte però, la ricerca archeologica ad Aquileia venne arrestata e tale situazione restò sostanzialmente invariata anche nei decenni successivi fino al periodo napoleonico che portò ad Aquileia, tra il 1807 e il 1812, nuove concezioni della cultura, concretizzandosi nell’operato di Etienne Marie Siauve, Commissario di guerra per il distretto di Passariano, e di Leopoldo Zuccolo, pittore udinese al quale venne affidato l’incarico di sorvegliare sul luogo tutti gli scavi che si sarebbero effettuati, e di esaminare accuratamente i pezzi che meritavano di essere conservati. I reperti recuperati dagli scavi in questi anni vennero raccolti dallo Zuccolo in quella che fu la prima struttura museale pubblica fondata ad Aquileia, ubicata nell’antico Battistero della Chiesa del Pagani. (fig.10) Nonostante ciò, fra gli ultimi decenni del Settecento e la prima metà dell’Ottocento si assistette alla demolizione di gran parte di quanto rimaneva delle antiche chiese e delle mura aquileiesi. Nel 1846 lo Stato asburgico, il quale fin’ora era stato proprietario dei beni archeologici, emanò un atto secondo il quale rinunciava a tutti i suoi diritti su tali beni. In questo modo i beni sarebbero appartenuti allo scopritore ed al proprietario del fondo, dando completa libertà di azione sia ai professionisti sia ai privati. Inoltre, nel 1850 nacque la K.K. Central-Commission zur Erfoschung und Erhaltung der Baudenkmale (Imperial-Regia Commissione centrale per lo studio e il mantenimento degli edifici storici) la quale ebbe il merito di far maturare il concetto di tutela e conservazione. Ma l’anno 1882 apparve cruciale per la storia di Aquileia in quanto venne aperto l’I.R. Museo dello Stato di Aquileja, sotto la guida di Enrico Maionica che riuscì ad acquistare pezzi pregevoli che ancora oggi rappresentano il fulcro delle offerte museali. Nel 1893 Maionica pubblicò la Fundkarte von Aquileja , nella quale raccolse e posizionò tutte le scoperte archeologiche fino a quel momento registrate. (fig.11) All’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale, il problema di proteggere e tutelare i resti dell’antica grandezza della città fu ben avvertito dallo stesso Luigi Cadorna che il 31 agosto 1915 stese velocemente un documento volto alla salvaguardia dei beni archeologici proibendo gli scavi non autorizzati e invitando a farne immediata denuncia alle autorità in caso di fortuita scoperta. Aquileia dopo la prima guerra mondiale fu annessa al Regno d’Italia e conseguentemente anche i suoi scavi passarono sotto la sua protezione. Tra il 1915 e il 1917 ad Aquileia si svolse un’intensa attività in campo archeologico con il dichiarato intento di sottolineare il passato disinteresse austriaco; indagini vennero condotte in occasione della creazione del cimitero di guerra attorno alla Basilica e al conseguente trasferimento di quello civile nella zona nordoccidentale di Aquileia, dove come già ben noto allora, c’era l’antico circo massimo. La diffusione della conoscenza del patrimonio archeologico e storico di Aquileia venne attuata attraverso la stampa e il coinvolgimento di personaggi celebri. Nel 1922 Giovanni Battista Brusin divenne direttore del Museo e cominciò un’intensa attività di restauro e ricomposizione dei monumenti oltre che numerose ricerche archeologiche dichiarando: “ scavare vuol dire conservare e valorizzare quello che il sottosuolo restituisce alla luce, poichè si scava anche per il popolo e le nuove generazioni ”. In queste parole è espressa la sua concezione che con termini attuali, è definita di “valorizzazione”: lo studioso parte, innanzitutto, grazie anche allo studio di manufatti simili, ne ripropone l’aspetto originario, senza tenere particolare cura dei frammenti se non significanti per la comprensione del monumento stesso. Tale atteggiamento, fortemente condizionato dalla politica ufficiale, si ritrovò, fra le due guerre, nell’opera di sistemazione e monumentalizzazione dei resti romani in regione, in

30


III. la storia di Aquileia

Istria e Dalmazia. Ad Aquileia tale atteggiamento per citare alcuni esempi, è rispecchiato nell’anastilosi del colonnato orientale del foro e dalla sistemazione dell’area di scavo del porto fluviale con la creazione nel 1934 della Via Sacra; qui, su suggestione romana, con la terra di risulta degli scavi, venne creata una passeggiata archeologica all’ombra dei cipressi. Anche il regime promosse in questi anni lo scavo e l’assetto archeologico della città e in questo particolare clima ideologico e politico nacque l’ Associazione Nazionale per Aquileia con gli stessi propositi e la cui attività venne divulgata attraverso una pubblicazione annuale, Aquileia Nostra , ben presto punto di riferimento per tutti coloro che si occupavano di Aquileia e delle regioni gravitanti sull’Alto Adriatico. Il secondo conflitto mise fine alle celebrazioni patriottiche che esaltavano Aquileia romana, conseguentemente cessò l’afflusso di fondi e la grande stagione degli scavi subì una frenata continuando lentamente grazie al supporto dell’Associazione Nazionale per Aquileia il cui interesse si era spostato intorno alle memorie cristiane e alla Basilica. 14 Nella seconda metà del Novecento, si manifestarono le esigenze di espansione che portarono l’insediamento a oltrepassare i limiti della città medievale, specialmente verso sud, anche a causa della tutela imposta alle aree di maggiore interesse archeologico. L’imposizione nel 1933 del vincolo archeologico su tutta l’area compresa entro le mura dell’antica città condizionò infatti fortemente il futuro di Aquileia, dato che vennero proibite nuove costruzioni se non a seguito di particolari autorizzazioni. 15 Così, all’inizio degli anni ‘50 si cominciò a parlare della necessità di un Piano Regolatore e fra il 1957 e il 1958 furono fatti i primi studi sul territorio da parte di Marcello D’Olivo, il quale propose anche un nuovo progetto per la città che non venne mai realizzato. I Piani Regolatori a partire dal 1971 invece, mantennero sostanzialmente le direttrici di espansione della città verso sud e verso ovest, cercando di integrare il difficile rapporto tra tutela delle aree archeologiche e vita sociale ed economica della città. (fig.12) Accanto a questi primi progetti urbanistici, negli anni Cinquanta, grazie anche all’Associazione venne risistemato il Museo Nazionale e dotato di nuovi spazi e al contempo viene inaugurato il nuovo Museo Paleocristiano di Monastero, mentre le attività di scavo e di studio del territorio e della città continuarono anche negli anni successivi con la pubblicazione di nuove riviste come Antichità Altoadritiche e Settimane di Studi Aquileiesi a partire dagli Anni Settanta. 14 Queste terre raccolgono un patrimonio inestimabile, pezzo fondamentale di quel patrimonio storico e culturale che è la grande ricchezza del nostro Paese.

Francesca Ghedini, Marta Novello, Michele Buora, “Moenibus et portu celeberrima – Aquileia: storia di una città” (Roma: Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2009), 37-49. 15 Andrea Benedetti e Luigi Fozzati, op. cit. pp. 142-148. 14

31



IV. FONTI STORICHE

Schede iconografiche

33


IV. schede iconografiche

1 Autore Gian Domenico Bertoli, Antonio Gironcoli Titolo Pianta della cittĂ di Aquileja Anno 1740 Pubblicato in Fozzati, Luigi e Andrea Benedetti. Per Aquileia: RealtĂ e programmazione di una grande area archeologica. Venezia: Marsilio, 2011, p. 150. Collocazione archivistica Archivio Storico Diocesano di Udine. Note /

34


IV. schede iconografiche

2 Autore / Titolo Pianta della cittĂ di Aquileia Anno fine XVIII secolo Pubblicato in / Collocazione archivistica Archivio di Stato di Trieste, Archivio piani della direzione delle fabbriche, n. 325. Note /

35


IV. schede iconografiche

3 Autore Geom.: Giulio Cappa; Assistente: Giò Carlo Volpini; Indicatori: Giovanni Rosit, Antonio Monut, Pietro Fonzar, Domenico Forchiasin Titolo Aquileia, Dipartimento di Passariano ora Adriatico, 3 fogli che comprendono tutto il Comune di Aquileia Anno 1811 Pubblicato in / Collocazione archivistica Archivio di Stato di Gorizia, Catasti secoli XIX-XX mappe, fogli 84 - 86. Note /

36


IV. schede iconografiche

4 Autore Geom.: Giulio Cappa; Assistente: Giò Carlo Volpini; Indicatori: Giovanni Rosit, Antonio Monut, Pietro Fonzar, Domenico Forchiasin Titolo Mappa originale del Comune di Aquileia (in 39 tavole) - I centri di Aquileia e Monastero Anno 1811 Pubblicato in / Collocazione archivistica ASGo, Catasti secoli XIX-XX mappe, fogli IX - XIV. Note /

37


IV. schede iconografiche

5 Autore Charles de Sambucy Titolo Plan d’Aquilée Anno 1822 Pubblicato in / Collocazione archivistica Bibliothèque Nationale de France, Cartes et plans, GE C 2596. Note /

38


IV. schede iconografiche

6 Autore Giò Antonio Spinetti Titolo Mappa originale del Comune di Aquileia (in 39 tavole) - I centri di Aquileia e Monastero, copia del 1825 con aggiornamenti Anno 1825 Pubblicato in / Collocazione archivistica ASGo, Catasti secoli XIX-XX mappe, fogli III - XVI. Note /

39


IV. schede iconografiche

7 Autore Anton voi Steinbüchel-Rheinwall, Carl Baubela Titolo Ichnographia Aquilejae Romanae et Patriarchalis Anno 1864 Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 356. Note “Piano topografico d’Aquileja” del Baubela: mappa pubblicata in 90 esemplari nel 1865. La stampa è stata utilizzata anche per riportare diverse indicazioni, scritte a matita o china. In allegato l’ ‘Indice delle Antichità scavate nei siti segnati con numeri arabi in nero” che accompagna questa pianta. cfr. n. 1057.

40


IV. schede iconografiche

8 Autore Baubela - Levi Titolo Pianta di Aquileia - Baubela - Levi Anno 1877 Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 1805, cassetto n. 32 Note La pianta di Aquileia è stata utilizzata per indiocare, col colore rosso, gli scavi archeologici eseguiti dal 1872 al 1876. E’ indicata come tavola II. Alcuni particolari degli scavi qui indicati sono riportati nei numeri 1806, 1807, 1808, 1809, 1810.

41


IV. schede iconografiche

9 Autore Henrico Maionica - Guidone Levi Titolo Forma Aquileiae Romanae - Pianta Aquileia - Fundkarte - Maionica - Levi Anno 1893 Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 597, cassetto n. 32 Note Si tratta della Fundkarte del Maionica, il primo Direttore dell’Imperial Regio Museo di Aquileia. “Formae Aquileiae Romanae - delineata (d)a Guidone Levi - curante Henrico Maionica”. Un paio di copie presentano l’epigrafe diversa, cioè inserita in una “tabula”.Il commento alla Fundakarte da parte del Maionica (ripresa da “Quaderni Aquileiesi n.5 del 2000) è visionabile con il file A 2 C 15 n. 7 dell’Archivio storico.

42


IV. schede iconografiche

10 Autore Henrico Maionica - Guidone Levi Titolo Pianta Aquileia - Fundkarte - Maionica - Levi Anno 1893 Pubblicato in / Collocazione archivistica Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, foglio n. 597, cassetto 32. Note Si tratta della Fundkarte del Maionica, il primo Direttore dell’Imperial Regio Museo di Aquileia. “Formae Aquileiae Romanae - delineata (d)a Guidone Levi - curante Henrico Maionica”. Un paio di copie presentano l’epigrafe diversa, cioè inserita in una “tabula”.Il commento alla Fundakarte da parte del Maionica (ripresa da “Quaderni Aquileiesi n.5 del 2000) è visionabile con il file A 2 C 15 n. 7 dell’Archivio storico.

43


IV. schede iconografiche

11 Autore Kandler Titolo Pianta di Aquileia romana - Kandler Anno fine sec. XIX Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 1057, cassetto n. 32. Note La pianta di Aquileia romana con le indicazioni del Kandler è stata pubblicata su Archeografo Triestino, da cui provengono queste copie. Essa prende spunto dalla Ichnographia del Baubela. Cfr. n. 356.

44


IV. schede iconografiche

12 Autore George Niemann Titolo Pianta di Aquileia - medievale Anno inizio sec. XX Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 1056, cassetto n. 32 Note Sempre ripresa dalla pianta medievale del Bertoli questo disegno inserisce nel tessuto urbano medievale una serie di numeri di cui ci manca la legenda. Sono stati successivamente incollati i numeri 4, 12 e 17 con le relative didascalie.

45


IV. schede iconografiche

13 Autore Giacomo Pozzar Titolo Pianta di Aquileia (Padoan) Anno 1902 Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 602, cassetto n. 32. Note Si tratta, come scrive il Pozzar, di copie fatte da lui nel 1902. La legenda indica la data 1760 e l’autore nel geom. Padoan Antonio (questa famiglia risultava gestire il Mulino della Comunità già nel XVI secolo e nel XVIII aveva l’abitazione sulla riva dx del Natissa). Sono ben riportate la chiesa con campanile della Beligna, quella di S. Ilario e Taziano, di San Felice, etc.

46


IV. schede iconografiche

14 Autore Wagner & Debes Titolo Pianta turistica di Aquileia e Grado Anno 1913 Pubblicato in Fozzati, Luigi e Andrea Benedetti. Per Aquileia: RealtĂ e programmazione di una grande area archeologica. Venezia: Marsilio, 2011, p. 158. Collocazione archivistica / Note /

47


IV. schede iconografiche

15 Autore / Titolo Pianta di Aquileia (urbano-archeologica) Anno 1918 ca. Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 608, cassetto n. 32. Note Nel catastale di Aquileia (dal Natissa verso Nord) sono stati inseriti gli scavi archeologici ed i monumenti antichi piĂš importanti. Allegata una legenda con numeri e lettere.

48


IV. schede iconografiche

16 Autore Giovanni Brusin, Luigi Peteani, Giuseppe Runcio Titolo Pianta Archeologica di Aquileia Anno 1933 Pubblicato in Brusin, Giovanni. Gli scavi di Aquileia. Udine: Edizioni de “La Panerie�, 1934, tav. 2. Collocazione archivistica / Note /

49


IV. schede iconografiche

17 Autore / Titolo Pianta di Aquileia - urbano archeologica - Brusin Anno 1933 ca. Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 1468 a, cassetto n. 32. Note Nel 1933 il Brusin allegò alla sua pubblicazione sugli Scavi di Aquileia la pianta degli scavi di Aquileia ad integrazione di quella del Majonica. Questa pianta fu negli anni aggiornata dal Brusin e successivamente più volte anche dalla Bertacchi (vedi Nuova Pianta Archeologica di Aquileia edita dall’Ass. Nazionale per Aquileia nel 2003).

50


IV. schede iconografiche

18 Autore / Titolo Pianta di Aquileia - archeologica Anno 1940 ca. Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 1060, cassetto n. 32 Note “Mura di Aquileia “ - Su un mappale del 1915 ca sono state disegnate, con vari colorazioni riportate poi in legenda, le varie mura difensive ed i principali scavi archeologici.

51


IV. schede iconografiche

19 Autore Gabriella Pross Gabrielli Titolo Pianta archeologica di Aquileia Anno 1971 Pubblicato in Fozzati, Luigi e Andrea Benedetti. Per Aquileia: RealtĂ e programmazione di una grande area archeologica. Venezia: Marsilio, 2011, p. 179. Collocazione archivistica Libreria Internazionale Italo Svevo, Trieste. Note /

52


IV. schede iconografiche

20 Autore Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Titolo Mosaico fotogrammi georeferenziato - Foto aerea Anno 1974 Pubblicato in Fozzati, Luigi e Andrea Benedetti. Per Aquileia: RealtĂ e programmazione di una grande area archeologica. Venezia: Marsilio, 2011, p. 179. Collocazione archivistica / Note /

53


IV. schede iconografiche

21 Autore Francesco Luigiano Titolo Pianta di Aquileia - Archeologica Urbana - Bertacchi Anno 1980 ca. Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 1055, cassetto n. 32 Note Il primo radex è relativo alla pianta di Aquileia archeologica; il secondo, comprende l’Aquileia urbana. La d.ssa Bertacchi li ha fatti fare in modo che si possano sovrapporre.

54


IV. schede iconografiche

22 Autore Francesco Luigiano Titolo Pianta di Aquileia - Archeologia Urbana - Bertacchi Anno 1980 ca. Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 1055, cassetto n. 32 Note Il primo radex è relativo alla pianta di Aquileia archeologica; il secondo, comprende l’Aquileia urbana. La d.ssa Bertacchi li ha fatti fare in modo che si possano sovrapporre.

55


IV. schede iconografiche

23 Autore / Titolo Pianta di Aquileia - I vincoli di Aquileia Anno 1980 ca. Pubblicato in / Collocazione archivistica MAN di Aquileia, foglio n. 1626, cassetto n. 32 Note Pianta di Aquileia con le perimetrazione dei vari vincoli archeologici che sono numerati e ripresi in apposita legenda.

56


IV. schede iconografiche

24 Autore Scotti Maselli Franca, Degrassi Valentina, Giovannini Annalisa, Maggi Paolo, Mandruzzato Luciana, Senardi Fabio, Ventura Paola Titolo Essicatoio Nord - scavo 1993 Anno 1993 Pubblicato in Scotti Maselli, Franca, Degrassi, Valentina, Giovannini, Annalisa, Maggi, Paolo, Mandruzzato, Luciana, Senardi, Fabio, Ventura, Paola, “Notiziario archeologico� AQUILEIA NOSTRA (1993). Collocazione archivistica / Note /

57


IV. schede iconografiche

25 Autore Scotti Maselli Franca, Degrassi Valentina, Giovannini Annalisa, Maggi Paolo, Mandruzzato Luciana, Senardi Fabio, Ventura Paola Titolo Essicatoio Nord - scavo 1995 Anno 1995 Pubblicato in Scotti Maselli, Franca, Degrassi, Valentina, Mandruzzato, Luciana, “Notiziario archeologico� AQUILEIA NOSTRA (1995). Collocazione archivistica / Note /

58


IV. schede iconografiche

26 Autore Bandelli, Gino, Scotti Maselli, Franca, Vitri, Serena, “Notiziario archeologico” AQUILEIA NOSTRA (1999) Titolo Essicatoio Nord - scavo 1999 Anno 1999 Pubblicato in Bandelli, Gino, Scotti Maselli, Franca, Vitri, Serena, “Notiziario archeologico” AQUILEIA NOSTRA (1999) Collocazione archivistica / Note /

59


IV. schede iconografiche

27 Autore Associazione Nazionale per Aquileia - Luisa Bertacchi, Francesco Luigiano Titolo Nuova Pianta Archeologica di Aquileia Anno 2003 Pubblicato in Bertacchi, Luisa “La nuova pianta archeologica di Aquileia.” AQUILEIA NOSTRA (2002), carta IV. Collocazione archivistica / Note /

60


IV. schede iconografiche

28 Autore Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Titolo Mosaico fotogrammi georeferenziato - Foto aerea Anno 2003 Pubblicato in Archivio dei fotogrammi aerei della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, lotto 15, strisciata 19B - 21 - 23 - 33 - 35. Collocazione archivistica / Note /

61


IV. schede iconografiche

29 Autore Google Earth Titolo Foto aerea georeferenziata - Aquileia e Monastero Anno 2017 Pubblicato in “Google Earth�, http://www.google.it. Collocazione archivistica / Note /

62


IV. schede iconografiche

30 Autore Cristiano Tiussi Titolo Grande Aquileia (elab. da L. Bertacchi, Nuova pianta archeologica di Aquileia, Udine 2003) Anno 2016 Pubblicato in AA.VV, Aquileia. CittĂ di frontiera. Firenze: Giunti, 2016, p. 5. Collocazione archivistica / Note /

63



V. ELABORATI GRAFICI

Carte delle fortificazioni e fasi storiche Sviluppo della città di Aquileia Pianta archeologica della città di Aquileia

65


CARTE DELLE FORTIFICAZIONI E DELLE FASI STORICHE dal 181 a.C. al 560 d.C. a partire dagli elaborati realizzati da L. Bertacchi in “Nuova pianta archeologica di Aquileia” La ricostruzione delle fortificazioni di Aquileia è molto complessa data l’insufficienza dei resti conservati. Nel 181 a.C. venne edificato un Castrum rettangolare disposto da est a ovest, successivamente le fortificazioni ampliarono il loro perimetro, prima verso settentrione (età repubblicana) poi a meridione (IV-V sec), per ragioni espansionistiche e difensive. Anche il porto fluviale venne adattato alle nuove esigenze della città ma, con l’assedio di Giuliano l’Apostata, le acque del fiume vennero deviate compromettendo l’avvenire della città. Infine alle mura esistenti si aggiunse la cortina bizantina.

fortificazioni - nuovo intervento fortificazioni - interventi precedenti ampliamenti - nuovo intervento ampliamenti - interventi precedenti cardi e decumani della città sistema fluviale A

area della città di Aquileia antica

I. FASE A

castrum primitivo a carattere militare - 181 a.C.

66


V. elaborati grafici

B

D C

II. FASE B

ampliamento verso nord dopo il 169 a.C.

III. FASE C

distruzione e ristrutturazione - età Marcomanni e Quadi, fine II sec d.C.

IV. FASE D

fasi dell’età di Massimino, 173-238 d.C.

E

E F

G

E

V. FASE E

due valli dell’epoca di Giuliano l’Apostata e fortificazioni dell’età di Giuliano l’Apostata - 361 d.C.

VI. FASE G

fortificazioni posteriori ad Attila - 452 d.C.

67

VII. FASE H

fortificazioni a linea spezzata di età bizantina, età di Narsete - 560 d.C.



V. ELABORATI GRAFICI

Carte delle fortificazioni e fasi storiche Sviluppo della città di Aquileia Pianta archeologica della città di Aquileia

69


V. elaborati grafici

0

100

1811 200

300

70


V. elaborati grafici

1893 0

71

100

200

300


V. elaborati grafici

0

100

1933 200

300

72


V. elaborati grafici

1971 0

73

100

200

300


V. elaborati grafici

0

100

2003 200

300

74


V. elaborati grafici

2017 0

75

100

200

300



V. ELABORATI GRAFICI

Carte delle fortificazioni e fasi storiche Sviluppo della città di Aquileia Pianta archeologica della città di Aquileia

77


PIANTA ARCHEOLOGICA DI AQUILEIA pianta attuale della città con la sovrapposizione degli scavi archeologici rilevati e non rilevati A partire dall’analisi sopra proposta, la quale mette in evidenza l’evoluzione degli scavi archeologici rilevati negli ultimi due secoli, la nuova pianta archeologica di Aquileia unifica e riassume gli scavi effettuati durante questo arco temporale. Tali evidenze vengono sovrapposte alla pianta attuale della città per consentire la comprensione immediata del rapporto tra città antica e città contemporanea esistente al giorno d’oggi. Come abbiamo già affermato, ad Aquileia è mancata nei secoli una stratificazione continua e nella città è ben evidente la discontinuità esistente tra le nuove costruzioni e le preesistenze passate. La redazione di tale pianta è stata svolta in sintonia con il lavoro intrapreso da Luisa Bertacchi nel 2003 con la realizzazione della “Nuova pianta archeologica di Aquileia” , pubblicata nel libro omonimo, e con quello svolto da Serena Maffioletti la cui pianta è pubblicata all’interno del suo libro “Strade del Nordest” del 2008. Si è proceduto quindi in un primo momento alla rilettura delle fonti iconografiche utili: - Catasto Napoleonico, 1811 - Enrico Maionica, Forma Aquileiae Romanae , 1893 - Giovanni Brusin, Luigi Peteani, Giuseppe Runcio, Pianta Archeologica di Aquileia , 1933 - Foto aerea Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, 1974 - Luisa Bertacchi, Nuova pianta archeologica di Aquileia , 2003 - Foto aerea, 2017 Attraverso un lavoro di coordinamento, le carte sono state georeferenziate e ricostruite graficamente così da avere un confronto immediato dell’aspetto della città nelle varie epoche. Successivamente, abbiamo unificato tutti gli scavi rilevati (visibili e non visibili) in un’unica pianta integrando, infine, i rilievi noti sulle aree di scavo studiate più recentemente dagli archeologi. In questa carta dunque è stato intrapreso un lavoro di sintesi dei dati raccolti che ci ha permesso di avere una conoscenza più aggiornata della storia della città, della sua centurazione e dei suoi monumenti.

elenco degli scavi archeologici effettuati ad Aquileia

MONUMENTI PUBBLICI

DOMUS ROMANE

TRACCIATI MURARI

A. circo massimo B. macellum e comizio C. foro romano D. basilica romana E. mercato a est del foro F. porto romano G. teatro romano H. “grandi terme” I. anfiteatro L. mercati meridionali M. Basilica paleocristiana N. museo paleocristiano

1. fondo Fogar 2. casa delle Bestie ferite 3. casa dei tre Cortili 4. casa dei Pavimenti in cotto 5. casa del Corridoio 6. casa “Repubblicana” 7. casa di Licurgo e Ambrosia 8. casa della Tarsia marmorea 9. casa di Calendio e Iovina 10. complesso del fondo Ritter 11. complesso di Villa Raspa 12. case del fondo Cossar 13. casa del Chirurgo 14. casa del Patriarcato 15. case del fondo C.A.L. 16. case del fondo Beneficio Rizzi

T1. T2. T3. T4.

78

cinta cinta cinta cinta

repubblicana imperiale IV sec. imperiale V sec. bizantina VI sec.

resti archeologici visibili resti archeologici non visibili


V. elaborati grafici

0

T1

T2

1

N

4

3

2 6

7 8

5

9 10

F

11

B E

C A

T3

D

T4

G

12

H

13

15 16

I

79

M

L

14

100

200

300



ABBREVIAZIONI

. ASGo - Archivio di Stato di Gorizia . ASTs - Archivio di Stato di Trieste . ASVe - Archivio di Stato di Venezia . ICA - International Cartographic Association . ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale . IUAV - UniversitĂ IUAV di Venezia . MAN - Museo Archeologico Nazionale di Aquileia

81



SITOGRAFIA -

“Archivio di Stato di Gorizia”, http: //www.archiviodistatogorizia.beniculturali.it. “Archivio di Stato di Venezia”, http: //www.archiviodistatovenezia.it. “Fondazione Aquileia”, https://www.fondazioneaquileia.it/. “Istituto Geografico Militare”, http: //www.igmi.org. “Istututo Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale”, http://www.isprambiente.gov.it/it. “Museo Archeologico Nazionale di Aquileia”, http://www.museoarcheologicoaquileia.beniculturali.it. “Regione autonoma Friuli Venezia Giulia”, http: //www.regione.fvg.it. “Università IUAV di Venezia - Sistema dei laboratori”, http: //www.iuav.it/circe.

BIBLIOGRAFIA - AA.VV, Aquileia. Città di Frontiera. Firenze: Giunti, 2016. - AA.VV. “Aquileia e l’Occidente.” Antichità Altoadriatiche XIX di Mario Mirabella Roberti. Arti Grafiche Friulane, 1981. - AA.VV. “Aquileia, Il territorio di Aquileia nell’antichità.” Antichità Altoadriatiche XV di Mario Mirabella Roberti. Editreg, 1999. - AA.VV. “Aquileia e l’arco Adriatico.” Antichità Altoadriatiche XV di Mario Mirabella Roberti. Editreg Srl, 1999. - AA.VV. “Il territorio di Aquileia nell’antichità. Volume I.” Antichità Altoadriatiche XV di Mario Mirabella Roberti. Arti Grafiche Friulane, 1979. - AA.VV. “Strade del Nordest: territori e paesaggi, architettura e ingegneria.” Rivista Quaderni IUAV 53 di Serena Maffioletti. Il Poligrafo, 2008. - Benedetti, Bruno, e Arrigo Rudi. “Aquileia: progetto del museo archeologico.” Tesi di Laurea, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, 1997. - Bertacchi, Luisa “Il culto delle Dominae ad Aquileia.” AQUILEIA NOSTRA (1992): 31-46. - Bertacchi, Luisa “Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia.” Antichità Altoadriatiche XXIII (1983): 75-89. - Bertacchi, Luisa “La nuova pianta archeologica di Aquileia.” AQUILEIA NOSTRA (2002): 213-216. - Bertacchi, Luisa “La torre campanaria di Aquileia.” AQUILEIA NOSTRA (1937-75): 81-84. - Bertacchi, Luisa “Le nuove piante archeologiche di Aquileia, Grado e Concordia, nel volume da Aquileia a Venezia.” AQUILEIA NOSTRA (1980): 245-248. - Bertacchi, Luisa. Nuova Pianta Archeologica di Aquileia. Udine: Edizioni del Confine, 2003. - Bertacchi, Luisa “Topografia di Aquileia.” Antichità Altoadriatiche I (1972): 43-57. - Bianchig, Pierluigi“Mappa di Douino. Aquileia e la costa del Timavo in documenti inediti di Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730).” AQUILEIA NOSTRA (2006): 227-246. - Bottazzi, Gianluca, e Maurizio Buora “Nuovi dati sul territorio di Aquileia Romana.” Antichità Altoadriatiche XLV (1999): 61-78. - Brusin, Giovanni. Gli scavi di Aquileia. Udine: Edizioni de “La Panerie”, 1934. - Buora, Maurizio. “Introduzione e commento alla Fundkarte von Aquileia di H. Maionica.” Rivista Quaderni Aquileiesi 5 di Maurizio Buora. Editreg, 2000. - Buora, Maurizio, e Fabio Prenc. “Canale Anfora, Realtà e prospettive tra storia, archeologia e ambiente.” Rivista Quaderni Aquileiesi 6/7 di Maurizio Buora. Editreg, 2000. - Cencigh, Diego, Giuseppe Franceschin e Maurizio Buora.“Idrografia e viabilità nel territorio centro orientale di Aquileia romana.” Rivista Quaderni Friulani di Archeologia XIV di Maurizio Buora. Editreg, 2004. - Dorigo, Wladimiro “In flumina et fossas. La navigazione endolitoranea fra Chioggia e Aquileia in età romana e medioevale.” AQUILEIA NOSTRA (1994): 81-134. - Forlati, Ferdinando “Il R. Museo Archeologico di Aquileia e il problema del suo ampliamento.” AQUILEIA NOSTRA (1930-37): 87-98. - Fozzati, Luigi e Andrea Benedetti. Per Aquileia: Realtà e programmazione di una grande area archeologica. Venezia: Marsilio, 2011. - Ghedini, Francesca, Luigi Fozzati e Danilo Mazzoleni. Piani di valorizzazione per Aquileia - Progetto scientifico. S.l.: Giunti, 2011. - Muzzioli, Maria Pia “Divisioni del terreno moderne e antiche. Documentazione per lo studio della centurazione di Aquileia.” AQUILEIA NOSTRA (2005): 282 - 308. - Niemann, George. Der Dom von Aquileia. Vienna: Gerlach & Wiedling, 1906. http://digi.ub.uni-heidelberg.de. Consultato Maggio 10, 2017. - Pensabene, Patrizio “Elementi architettonici in marmo dal Museo Archeologico Nazionale e la per-duta architettura di Aquileia.” AQUILEIA NOSTRA (2015): 85-96. - Tentori, Francesco. Le città nella storia d’Italia: Udine. Roma-Bari: Editori Laterza, 1988. - Ulrich-Bansa, Oscar “Note sulla zecca di Aquileia romana.” AQUILEIA NOSTRA (1937-44): 1-33. - Vale, Giuseppe “Contributo per la topografia d’Aquileia.” AQUILEIA NOSTRA (1930-37): 1-46. - Ventura, Paola. Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. Milano: Mondadori Electa S.p.A., 2013.

83


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.