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Scopriamo le sei copertine, nate dal concorso che testimonia la crescita della rivista
Conosciamo meglio le fotografie che impreziosiscono quest’anno le sei copertine di “Costruire il futuro” grazie alle motivazioni proposte dalla giuria:
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CASA SULL’ALBERO di Alfredo Ferro (Albano Laziale, Roma). La fotografia presenta evidenti contenuti artistici e racchiude la metafora di un costruito a misura d’uomo in stretto dialogo con l’ambiente. La realizzazione tecnica, il taglio dell’inquadratura e il perfetto risultato cromatico attribuiscono allo scatto un forte impatto comunicativo.
LA BIBLIOTECA DI HUMBOLDT di Luigi Cafiero (Pompei, Napoli). Immagine di grande suggestione architettonica, evidenzia la valenza culturale di uno spazio pubblico destinato alla formazione e alla cultura, nonché la bellezza geometrica della realizzazione costruttiva a servizio della collettività. Impeccabile la realizzazione tecnica dello scatto.
ROMA MAXXI di Pasquale Comegna (Amelia, Terni). L’istantanea, soffermandosi su un dettaglio del complesso museale, offre una visione al tempo stesso reale e magica, sottolineando la fusione delle forme del costruito e il loro equilibrio con il cielo, simbolo della natura e pendant cromatico. La composizione, apparentemente astratta, assume così una forte valenza simbolica.
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DESIGN SUPER ATTUALI di Gianni Mazzon (Meolo, Venezia). Lo scatto raffigura efficacemente la complessità del costruito contemporaneo rappresentato da architetture ardite, caratterizzate da design innovativo e spettacolare; al tempo stesso evoca il farsi di questi edifici attraverso i cantieri, e la loro finalità ultima, ovvero una vita all’insegna della sostenibilità.
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ARCHITETTURA STILL LIFE di Claudio Amadei (San Felice del Benaco, Brescia). La fotografia restituisce con un linguaggio minimalista la complessità del costruito che si sviluppa verticalmente richiamando il fascino del grattacielo. La presenza delle piante ricorda l’anelito dell’uomo verso la natura e la necessità di rispettare tale esigenza vitale anche nelle soluzioni architettoniche. 6
ARCHITETTURA E SPORT di Tiziana Cini (Poggio a Caiano, Prato). L’immagine mette in dialogo una costruzione contemporanea e lo spazio aperto, utilizzato dai ragazzi per un’attività sportiva tipicamente urbana. Ne risulta una composizione in cui il movimento del ragazzo in skate offre un punto focale dinamico, colorato e fortemente simbolico.
In Primo Piano
Il Pnrr nel bresciano Excursus tra fondi perduti e opportunità colte
Ance, nella scorsa primavera, ha condotto un’indagine presso le amministrazioni locali con l’obiettivo di capire lo stato della progettazione degli investimenti finanziati con il Pnrr a livello nazionale. I risultati, relativi a 255 enti territoriali e a 783 progetti, mostrano che: z il 66% degli interventi candidati e/o finanziati con il Pnrr era allo stato progettuale preliminare; z il 72% dei progetti candidati e/o finanziati con il Pnrr non era stato aggiornato rispetto agli incrementi dei prezzi dei principali materiali da costruzione registrati nell’ultimo anno.
15% Progetto definitivo
67% Progetto di fattibilità tecnica ed economica
18% Progetto esecutivo ella nostra provincia pesa ancora il secco “no” ricevuto da ventotto tra comuni e altri enti bresciani in risposta alla partecipazione al bando nazionale di 300 milioni di euro per la rigenerazione urbana finanziato con i fondi del Pnrr. Nessuno di questi ha ricevuto finanziamenti per i progetti presentati. Premiate invece le regioni del sud: la Campania si è aggiudicata 551 milioni, seguita dalla Sicilia (395), dalla Puglia (338), dalla Calabria (294), quindi una regione del centro, le Marche (192). Per Brescia sono stati così bloccati possibili interventi di riqualificazione a scuole, palazzi, piazze, cascine, poli di aggregazione, parcheggi, palestre e molto altro ancora. In particolare, segnaliamo l’esclusione dei comuni di Edolo (con 14 progetti), Gottolengo (10) e Lonato (10), rimasti a bocca asciutta. Più di un centinaio i progetti bresciani posti all’attenzione del ministero dell’Interno: solo undici avevano superato la prima selezione — facendo sperare l’arrivo nel nostro territorio di sei milioni di euro — ma, all’esito della seconda fase di scrematura, sono stati scartati, creando forte scalpore e mettendo sotto accusa i criteri utilizzati per la selezione dei progetti da finanziare.
Il parametro della discordia
A penalizzare i comuni del Nord è stato l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) definito dall’Istat, parametro considerato assurdo oltre che troppo vago, che incide sulla posizione nelle graduatorie nazionali. Si tratta di uno strumento che, attraverso sette indicatori, si propone di descrivere le principali dimensioni “materiali” e “sociali” della vulnerabilità, fornendo elementi utili per l’individuazione di potenziali aree di criticità e agevolando i confronti territoriali e temporali. Chiara è la posizione contraria all’adozione di tale parametro di Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, che ha sottolineato anche la mancata premialità per progetti green e intelligenti: “Senza risolvere i problemi, l’Ivsm di fatto aumenta le sperequazioni, le disuguaglianze, le differenze, le difficoltà. È centrato su un sistema scorretto e con parametri che non fotografano il Paese”. Anche le nostre Valli, penalizzate dall’esclusione dai finanziamenti, fanno eco per Brescia al malcontento manifestato. A partire da Edolo che, in partenariato con altri municipi camuni, era sceso in campo con progetti per potenziare turismo e attrattività. Altra Valle, altro esempio: a Tavernole sul Mella, in Valtrompia, è stata scartata invece l’idea di recuperare un’ex area produttiva per trasformarla in un luogo di socialità, sport e cultura a disposizione di tutta l’Alta Valle.
Dove trovare tecnici e amministrativi?
La Valsabbia (per la quale aveva partecipato Vobarno) guarda invece fiduciosa ai fondi ottenuti con la vittoria della “Linea A” del Piano nazionale Borghi, un programma finanziato con i soldi del Pnrr, che ha stanziato importanti risorse (420 milioni di euro) per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico di questi luo- ghi e l’individuazione di una vocazione specifica per ognuno di essi, dal turismo all’industria, passando per la ricerca e la tecnologia. Al borgo di Livemmo, piccola frazione montana nel comune di Pertica
Alta, sono stati destinati 20 milioni di euro da spendere entro il 2026. Qui i finanziamenti sono stati stanziati, ma i freni sono di altra natura. A novembre dello scorso anno si segnalava la mancanza di professionalità tecniche e amministrative necessarie per l’avvio dei progetti a causa del lungo blocco delle assunzioni. E, come ha sottolineato il sindaco di Pertica
Alta, Giovanmaria Flocchini, presidente della Comunità montana della Valsabbia, anche se il Piano nazione di ripresa e resilienza finanzia l’assunzione per quattro anni di tecnici e amministrativi attraverso bandi pubblici, “Il problema persiste perché non se ne trovano, soprattutto in Valle, sia per la collocazione periferica del nostro comune, sia per la complessità delle procedure disposte dall’UE per l’attuazione del Pnrr, compresi i vincoli precisi disposti per l’assunzione del personale (solo a tempo determinato) necessario per realizzare i lavori che faranno di Livemmo un simbolo di rilancio dei piccoli borghi.
Burocrazia, rincari e rischio blocco dei cantieri
Non solleva il morale guardare alla situazione generale in cui versa il Paese, gravata da complessità burocratiche, difficoltà delle amministrazioni degli enti a gestire una mole di risorse e progetti notevole in tempi molto ristretti, rincari dei materiali e delle forniture energetiche e ritardi sul fronte operativo di realizzazione delle opere. Insostenibile è diventata la situazione finanziaria ed economica delle imprese edili che hanno anticipato la copertura dei costi aggiuntivi ai prezzi a base d’asta, scongiurando chiusure massicce dei cantieri in esecuzione. Secondo l’Associazione dei costruttori, a livello nazionale, tale credito ammonta ad almeno cinque miliardi di euro di extracosti per lavori realizzati negli ultimi mesi. Tra le priorità 2023 emergono dunque la necessità di adeguare il Pnrr alle nuove esigenze economiche e mettere mano al lento e incerto meccanismo di compensazione delle somme anticipate dalle imprese.
Le buone notizie
Si stima comunque che a Brescia il Pnrr indirizzerà un tesoretto di circa un miliardo di euro. Risorse preziose per dare avvio a progetti di riqualificazione di comuni e periferie a beneficio di sicurezza, cultura, attrattività e qualità della vita. Il 2023 si è aperto con buone nuove: Fondazione Brescia Musei si è aggiudicata un contributo di 2,5 milioni di euro per il progetto di recupero, valorizzazione e accessibilità del Teatro romano di Brescia. Un tassello significativo nel quadro di interventi di valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico del comune capoluogo, pronta a ospitare iniziative per celebrare il titolo di Città italiana della Cultura 2023 insieme con Bergamo. Di prossima inaugurazione sarà invece il «Corridoio Unesco», realizzato con il finanziamento regionale di 250mila euro per collegare il punti d’interesse dell’area archeologica e monumentale cittadina. La Provincia ha invece salutato l’anno 2022 affidando tutti i progetti Pnrr di edilizia scolastica, per la quale ha ottenuto 40 milioni e 459mila euro, rispettando la scadenza di aggiudicazione dei lavori entro il 31 dicembre. Resta il nodo del rincaro dei prezzi, che il Broletto affronta con le liquidità di cassa a disposizione e i tre milioni garantiti dal 10% aggiuntivo previsto dalle norme Pnrr. Si spera possano bastare. Nel frattempo, sul fronte della mobilità, nell’anno che inaugurerà l’apertura della nuova Corda Molle fra Ospitaletto e Azzano, prosegue l’attività di opere infrastrutturali di rilievo, come la Tav fra Brescia-Est e Verona, che dovrebbe essere pronta nel 2026. Il cantiere, in corso per la realizzazione di una tratta di Alta Velocità tra Brescia-Verona-Vicenza, rientra tra quelli finanziati dal Pnrr e viene menzionato come uno degli interventi principali nelle missioni del Piano per la voce “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” (alla quale è riservato il 13,26% dell’importo totale del Pnrr, ovvero 25,40 miliardi di euro).
Inoltre, Rete ferroviaria italiana (Gruppo FS Italiane) nell’elenco di gare pubblicate di recente in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (dal valore totale di 135 milioni di euro), finanziate anche con fondi Pnrr, ha destinato 30 milioni all’affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori per il potenziamento dello scalo ferroviario di Brescia. L’intervento garantirà l'adeguamento di quest’ultimo per rispondere all’incremento di traffico merci sull’asse Torino-Venezia. Rientrano tra i lavori previsti anche l’inserimento di aree verdi e l’attivazione di un nuovo collegamento ciclopedonale di circa 600 metri.
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