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dalla natura
“Nature is not a place to visit. It is home”, ovvero “La natura non è un posto da visitare. È casa”. Le parole del poeta statunitense Gary Snyder, tra i precursori dell'ecopoesia, imprimono con eloquente sintesi l’intima relazione tra il mondo vegetale e gli spazi di vita dell’uomo, suggerendo un invito a rivalutare le connessioni esistenti con l’ambiente naturale per diffonderne i modelli nella cultura antropica. Un richiamo primordiale che ha alimentato un approccio bio-ispirato nelle architetture moderne, restituendo in quantità crescente nel contesto urbano design sostenibili e soluzioni costruttive sempre più ecologiche e in simbiosi con l’ambiente naturale circostante.
Partendo dal concetto filosofico di “biofilia”, diffuso ampiamente dal biologo americano Edward Osborne Wilson con riferimento alla propensione umana ad essere attratti dalla vita e dai processi vitali, la progettazione architettonica cerca, fondendo le diverse discipline che confluiscono nella cultura del design, di creare una miscela armoniosa tra elementi viventi e artefatti. Rendendo evidente il legame dell’uomo con la natura, il biophilic design suggerisce una relazione positiva tra il mondo delle piante e il mondo antropico. Guardare e imparare dalla natura insegna a ripensare l’ambiente edificato combinando soluzioni intelligenti e sostenibili, in connessione con gli organismi viventi, investendo nella relazione con i modelli vegetali per incrementare salute, benessere psicofisico e produttività. A promuovere una connessione sinergica tra l’ambiente naturale e quello artificiale nei contesti urbani è un gruppo di esperti — biologi, designer, scienziati e imprenditori — che si sono riuniti nella start-up Pnat (Project Nature), costituita nel 2014 come spin-off dell’Università di Firenze, per ideare tecnologie innovative e concept ispirati alla ricerca sulle piante. Un think tank che elabora soluzioni creative basate sulle scoperte scientifiche sviluppate nel Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (Linv) per applicarle nelle città, nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro e nello stile di vita delle persone. Dall’approccio multidisciplinare di Pnat sono nati prestigiosi esempi di progettazione urbana sostenibile finalizzati a migliorare non solo la qualità degli spazi di vita quotidiani, ma anche quella del clima e dell’atmosfera. A raccontarci il mix di scienza e design che anima il team di Pnat, descrivendone alcuni dei più rile-
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Studio e applicazione del comportamento delle piante per la diffusione di un’architettura biofilica.
Le soluzioni ideate da Pnat per mettere in connessione uomo e natura vanti lavori, è l’architetto Antonio Girardi, professore a contratto dell’Università di Firenze e socio fondatore di Pnat.
Architetto Girardi, da dove nasce l’idea di dare vita a una start-up come Pnat?
Pnat è un team multidisciplinare composto da botanici, architetti, scienziati vegetali e ingegneri. L’assemblaggio di saperi, conoscenze e modalità di lavoro diverse tra loro in un'unica struttura è stato ed è un lavoro continuo e complesso. Mi piace dire che Pnat è il progetto più ambizioso mai realizzato da Pnat. L’idea di costruire questa start-up nasce nel 2014 dall’incontro tra me e il professor Stefano Mancuso. Gli ho proposto un progetto che sembrava fantascientifico: una serra galleggiante per le coltivazioni in grado di depurare l’acqua di mare usando solo energia solare (progetto che poi abbiamo effettivamente realizzato). Stefano, entusiasta, ha rilanciato: perché oltre a realizzare questo progetto non fare una società che lavori in maniera interdisciplinare tra il design e la botanica?
Facendo riferimento alla sua esperienza, quale apporto possono dare gli elementi organici e naturali alla rigenerazione delle metropoli del futuro e al miglioramento della qualità degli spazi di vita (domestica e lavorativa) delle persone?
Partiamo da un punto fisso: le piante producono tanti e tali benefici che, senza le piante, la vita dell’uomo e degli altri animali sulla terra non potrebbe esistere. Le piante depurano l’aria, l’acqua e il terreno, forniscono il cibo e le principali materie prime per sostenere la vita e lo sviluppo dell’uomo sul pianeta. Di tutti questi benefici possono avvantaggiarsi anche i sistemi urbani, tanto che è stato coniato un termine, “Nature Based Solutions” (Nbs) — per identificare tutta la gamma di Soluzioni Basate sulla Natura di cui si può avvalere l’ambiente costruito. La principale resistenza alla diffusione delle piante in città è culturale. Le città storicamente nascono per difendere l’uomo dalla natura, e la fauna e la flora è accettata se e solo se è ben controllata e confinata in spazi molto delimitati: aiuole, parchi o giardini. Le cose stanno cambiando rapidamente e la cultura architettonica sempre più promuove l’uso di piante per rendere più salubri, confortevoli e belli i nostri spazi di vita.
In merito all’innovativo sistema di riduzione degli inquinanti indoor “Fabbrica dell’Aria”, installato anche negli spazi della sede di Ance Brescia, perché optare per questa rivoluzionaria tecnologia di purificazione dell’aria rispetto ai più comuni sistemi di filtrazione?
Fabbrica dell’Aria è una bio-macchina in cui natura e tecnologia si fondono per rendere più sani e più belli gli ambienti. È in grado di catturare gli inquinanti presenti nell’aria indoor e di rimuoverli per grandi volumi di aria e con altissima efficienza. Dal punto di vista tecnico, è migliore rispetto a un filtro comune perché non va mai cambiato: i tradizionali filtri a setaccio si saturano e vanno sostituiti periodicamente, mentre nella Fabbrica dell’Aria gli inquinanti vengono degradati dalle piante ed entrano a far parte della loro biomassa, ed è quindi un filtro dalla durata indefinita.
In un pianeta che, sotto la pressione di gravi emergenze ambientali e climatiche globali, dà sempre maggiore importanza alla sostenibilità, quali sono le soluzioni Pnat adottabili dalle imprese per imparare dalle piante a ridurre la propria impronta ecologica, oltre che a migliorare la qualità della vita sul posto di lavoro?
Pnat è il punto di riferimento in Italia per la progettazione biofilica, ossia che usa piante ed elementi naturali nel progetto di architettura e di interior design. È stato ormai ampiamente dimostrato da decine di studi scientifici che la presenza di verde negli spazi di lavoro aumenta il benessere psicologico dei fruitori e dei lavora-
La Fabbrica dell'Aria è una serra da interni dotata di Stomata™, sistema di filtrazione botanica brevettato da Pnat, che usa le piante per la depurazione dell’aria dagli inquinanti.
Nella pagina precedente: tori, riduce i giorni di assenza per malattia, migliora l’umore e la socialità. Progettare in chiave biofilica gli spazi di lavoro è quindi anche un investimento economico che ripaga per la maggiore salute, efficienza e produttività dei lavoratori. Sempre più aziende, in tutti i settori, ritengono di fondamentale importanza prestare attenzione alle questioni ambientali, sociali e di governance (Esg). Perciò Pnat segue anche aziende che desiderano investire nell’ambiente naturale, ad esempio per mitigare il proprio impatto ecologico. Ma gli investimenti nell’ambiente sono di interesse soprattutto se portano a risultati concreti e misurabili, e Pnat non solo lavora a progetti che usano soluzioni basate su elementi naturali alla scala del territorio, ma ne certifica e dimostra anche l'efficacia.
Il team di Pnat: da sinistra Antonio Girardi, Stefano Mancuso, Cristiana Favretto, Elisa Azzarello, Camilla Pandolfi.
Jellyfish Barge: modulo galleggiante per l’urban farming firmato Pnat, completamente autonomo dal punto di vista di suolo, acqua ed energia. Nell’immagine l’installazione sulla Darsena per Expo2015, Milano (2015).
Ance Brescia, attenta al contributo che il settore edile può dare all’applicazione di soluzioni sostenibili per l’ambiente costruito, ha integrato nei propri spazi associativi il sistema di purificazione la Fabbrica dell'Aria di Pnat, dando concreto e accorto esempio di come l’elemento vegetale non debba essere visto meramente come componente decorativa, ma come modello a cui fare riferimento per una progettazione più “verde” e per il miglioramento della qualità della vita nelle città. La Fabbrica dell'Aria è infatti una bio-macchina con potenzialità immense: può essere pensata per le facciate degli edifici, o, in scala più estesa, come elemento che depura l'aria urbana. Può essere applicata a capannoni in disuso o a grandi spazi da riqualificare, e diventare il punto fondante del rinnovamento di intere aree della città.
Luca Rinaldi
LA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI BERGAMO E BRESCIA È UN ORGANO PERIFERICO DEL MINISTERO DELLA CULTURA, ISTITUITO A SEGUITO DELLA RIORGANIZZAZIONE DEL MINISTERO PER EFFETTO DI APPOSITO DECRETO DEL 2016 IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 28 DICEMBRE 2015, N. 208, CON LA QUALE SI SONO UNIFICATE LE RESPONSABILITÀ DI TUTELA ACCORPANDO LE COMPETENZE DEI SETTORI ARCHEOLOGICO, STORICO-ARTISTICO, ETNOANTROPOLOGICO, ARCHITETTONICO E PAESAGGISTICO.