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I dati aggiornati del made in Brescia Un bilancio dell’anno trascorso
Un 2022 non privo di incognite, che tuttavia, iniziando dalla produzione industriale e dall’export è andato in archivio con il segno più. Anzi, per quanto riguarda in particolare le esportazioni, all’insegna dei record
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Già concentrato e pronto per affrontare al meglio un 2023 segnato dall'aumento dei tassi di interesse abbinato alla crisi di liquidità delle aziende, il made in Brescia trova nuove forze nel preconsuntivo 2022. Un anno, non privo di incognite, che tuttavia, iniziando dalla produzione industriale e dall’export è andato in archivio con il segno più. Anzi, per quanto riguarda in particolare le esportazioni, all’insegna dei record. Lo confermano i dati — attualmente disponibili — aggiornati al terzo trimestre 2022. In tal contesto, come vedremo in seguito con maggiore approfondimento, il settore bresciano dell’edilizia non solo ha tenuto ma è cresciuto, mostrando interessanti parametri positivi. Nonostante la frenata registrata nel terzo trimestre dell’anno da poco concluso (5,1% su base annua, per il caro energia e le incognite internazionali), l’andamento delle aziende manifatturiere del territorio nei nove mesi ha mostrato ancora un incremento (+3,1%) sullo stesso periodo del 2021. A seguito delle evoluzioni registrate, il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua prevista con un indice dell’attività senza variazioni fino a fine 2022, è pari a +4,5% in buona parte frutto di quanto ereditato dai dodici mesi precedenti: un dato incoraggiante, in attesa comunque di conferme da quello definitivo.
Sul fronte delle esportazioni, Brescia ha firmato un nuovo primato, dopo quelli registrati nei trimestri precedenti. Nel periodo luglio-settembre 2022 le vendite oltre confine hanno raggiunto il valore di circa 5,2 miliardi di euro, in crescita del 14,3% su base annua: è stato il miglior terzo trimestre, in termini monetari, da quando è disponibile la serie storica. Complessivamente, nei nove mesi del 2022, l’export targato Bs ha raggiunto i 16,872 miliardi di euro (+21,1% su settembre ’21). Da gennaio il saldo commerciale è risultato positivo per 5,763 miliardi di euro (le importazioni, sono aumentate del 34% nei nove mesi), segnando un +2% su gennaio-settembre 2021. Il quadro, che deriva da una rielaborazione dei dati Istat, è stato accompagnato da una precisazione: la dinamica all’estero è, almeno in parte, ascrivi- bile alle quotazioni elevate in prospettiva storica da parte delle principali materie prime industriali utilizzate dall'industria bresciana. Andando oltre questi indicatori, l’industria bresciana nel complesso può vantare di aver retto bene l’urto della crisi generato dalla pandemia: anzi, nel 2021 è cresciuta e si è rafforzata, superando i già ottimi livelli del 2019. A confermarlo è l’ultimo aggiornamento, diffuso a fine 2022, di Ism - Indice sintetico manifatturiero, nato dalla collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: uno strumento che restituisce in un unico valore lo stato di salute delle società di capitali attive nel settore secondario. Analizzando un campione significativo di realtà del territorio, evidenzia che non solo le aziende più grandi e patrimonializzate, ma l’intero made in Brescia ha tenuto nel 2020 e si è ulteriormente rafforzato l’anno dopo rispetto ai livelli pre-crisi. Alle «luci» che finora hanno accompagnato il primo bilan- cio 2022 del sistema produttivo territoriale, si contrappongono le ombre addensate continuamente durante l’anno dalla corsa dei prezzi energetici. L’ultimo aggiornamento disponibile evidenzia una nuova proiezione dei rialzi per l’industria: lo ha fatto recependo l’andamento dei valori ma anche le informazioni sui consumi, che nel 2021 sono aumentati rispetto al 2019, e che sono stati tenuti come ipotesi di riferimento (molto realistica) anche per l’anno da poco concluso. Tutto questo ha portato a un leggero peggioramento della situazione complessiva, dettato dalla combinazione tra valori in rialzo e l’utilizzo. In particolare, per quanto riguarda l’energia elettrica per l’industria è stato previsto un incremento dai 447 milioni di euro del 2019 a quasi 2,9 miliardi di euro nel 2022, segnando un +544% nel periodo considerato. Il costo del gas (sempre per l’industria) si è impennato dai 139 milioni di euro del 2019 a poco meno di 1,4 miliardi di euro stimati per il 2022, segnando un +874%. Complessivamente, quindi, la bolletta per energia elettrica e gas, a carico dell’industria
Dati al terzo trimestre 2022
+3,1%
16.872 miliardi
+21,1%
+2% delle importazioni bresciana nell’anno mandato da poco in archivio, in base alle proiezioni è stata di oltre 4,2 miliardi in più nel confronto con il 2019 (cioè +623%), anno preso a riferimento come normalità pre-Covid. Il caro-energia, oltre a dare una nuova spinta alla Cassa integrazione, tornata progressivamente a crescere dopo la sosta estiva, ha avuto alcune ripercussioni anche sulle scelte delle aziende sul fronte occupazionale: nel terzo trimestre 2022 in provincia di Brescia le cessazioni di rapporti di lavoro hanno superato le assunzioni e il saldo è risultato negativo per quasi 900 unità. In questo contesto, il comparto delle costruzioni ha trovato comunque il modo e lo spazio per essere protagonista. Il volume d’affari delle imprese lombarde nel periodo aprilesettembre 2022 ha mostra un trend positivo: il secondo trimestre è stato caratterizzato da ritmi molto elevati, con una variazione che ha raggiunto il +20,3% su base annua, superando i 5 punti percentuali nel confronto congiunturale. Il terzo trimestre pur mostrando i primi segnali di rallentamento, ha comunque evidenziato un +16,1% su base annua e un +3% circa su giugno. La spinta della prima parte dell’anno — ha prospettato l’indagine di Unioncamere Lombardia, Ance Lombardia e Regione — dovrebbe aver consentito di chiudere il 2022 in territorio ampiamente positivo, anche se il dato risente dell’incremento registrato dai listini. Un andamento orientato all’ottimismo, sostenuto dal clima di fiducia delle aziende: le aspettative per la parte finale del 2022 hanno visto nelle risposte degli imprenditori un saldo tra previsioni di crescita e diminuzione ancora positivo (pari a +4%) sia per il business, sia per l’occupazione, anche se in ridimensionamento guardando ai valori registrati nell’ultimo anno e