Lucca Campodi Marte rigenerazione

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Comune di Lucca

Area di Rigenerazione “Campo di Marte”


Lotto n.1 – Arch. Massimo Carta – Arch. Francesco Monacci


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A. INQUADRAMENTO.................................................................................................... 4 1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELLʼAMBITO ................................................................................................... 4 2.1 Classe di appartenenza dellʼambito di relazione ................................................................................... 9 2.2 Descrizione di eventuali incoerenze ...................................................................................................... 10 3. DISCIPLINA E PROGETTUALITÀ ........................................................................................................................... 14 3.1 Ricognizione dei vincoli ........................................................................................................................... 14 4. STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ........................................................................................... 16 4.1 PIT/PPPR .................................................................................................................................................. 16 4.2 Invarianti strutturali e relazione con lʼabaco dei tessuti edilizi del PIT/PPR .................................... 16 4.3 Relazione con lʼabaco dei tessuti edilizi del PIT/PPR......................................................................... 19 5. STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA ............................................................................................. 21 6. PROGETTI SULLʼAMBITO ..................................................................................................................................... 22 7. RELAZIONI CON IL CONTESTO URBANO DI RIFERIMENTO ................................................................................................... 24

B. ELEMENTI PER LʼINDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI DEGRADO ...................... 25 9. DESCRIZIONE DELLʼAMBITO DI RELAZIONE ........................................................................................................ 25 9.1 Analisi della proprietà fondiaria .............................................................................................................. 26 9.2 Analisi dei margini, delle quinte urbane e dei rapporti con i tessuti urbani e/o spazi aperti contermini......................................................................................................................................................... 27 12. ANALISI DEGLI ELEMENTI E DELLE CARATTERISTICHE UTILI O RIFERIBILI AL PROTOCOLLO ITACA ................ 52 13. ANALISI DEL DEGRADO .................................................................................................................................... 53 13.1 Analisi e descrizione delle condizioni di degrado presenti nellʼambito di relazione ..................... 53 13.2 Criticità ed elementi di degrado ........................................................................................................... 54 14. POTENZIALITÀ E OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO .................................................................................................. 54 15. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE URBANE IN CONDIZIONI DI DEGRADO DA SOTTOPORRE A INTERVENTI DI RIGENERAZIONE EX L.R. N° 65/2014 .................................................................................................................... 55

AREA DI RIGENERAZIONE URBANA - CAMPO DI MARTE..................................... 56 2. OBIETTIVI DI RIQUALIFICAZIONE DA CONSEGUIRE ATTRAVERSO GLI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE URBANA 57 17.2 Tabella degli obiettivi e delle azioni........................................................................................................... 57 3. PARAMETRI DA RISPETTARE NELLA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI ......................................................... 59 3.0 Parametri urbanistici stato attuale ......................................................................................................... 59 3.1 Funzioni ammissibili:................................................................................................................................ 60 3.2 Parametri edilizi e urbanistici di progetto .............................................................................................. 60 4. INCREMENTI E PREMIALITÀ................................................................................................................................. 61 5. ELABORATI DA PRESENTARE PER IL PIANO DI INTERVENTO .............................................................................. 61

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1. AMBITO DI RELAZIONE A. INQUADRAMENTO 1. Inquadramento territoriale dellʼambito

Figura 1 Inquadramento dellʼarea su Carta Topografica 1:50.000 Regione Toscana

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Figura 2 Inquadramento dellʼambito su CTR 10K (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)

Figura 3 - Inquadramento dellʼambito su ortofotocarta AGEA Anno 2013 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)

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Figura 4 Inquadramento dellʼambito anno 1860 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)

Figura 5 Inquadramento dellʼambito anno 1939 (Fonte: Agenzia del Territorio)

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Figura 6 Inquadramento dellʼambito anno 1954 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)

Figura 7 Inquadramento dellʼambito anno 1978 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)

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Figura 8 Inquadramento dellʼambito anno 1988 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)

Figura 9 Inquadramento dellʼarea con periodizzazione dei sedimi edificati: dal Catasto Generale Toscano al 2012 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS, modificato) In nero edifici presenti al Catasto ottocentesto, in rosso scuro quelli al 1954, in arancio quelli al 1978, in giallo quelli al 1988, in verde scuro quelli al 1996, in verde chiaro quelli alla data della CTR (20xx). In blu aggiornamento speditivo degli edifici al 2013.

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2. Coerenza con l'ambito di applicazione di cui allʼart. 122 della L.R. 65/2014, 2.1 Classe di appartenenza dellʼambito di relazione classe

SINTESI CRITERI

A

1

aree di media/grande estensione, generalmente collocate nella fascia periferica dell'area urbanizzata e/o con diretta relazione con il territorio aperto, caratterizzata da una marcata prevalenza di fabbricati a destinazione produttive commerciali direzionali, con lotti medio grandi). Problematiche di degrado urbanistico legate al sotto utilizzo o all'abbandono. Da verificare la possibilità di una rigenerazione in APEA

2

Medesime caratteristiche di A1ma con estensione medio/piccola

1

aree di medio/grande estensione caratterizzata da tessuto urbano misto (residenziale artigianale): media densità edilizia con fabbricati pluri-piano e capannoni artigianali; collocate generalmente nelle aree marginali dell'area urbanizzata. Generalmente le problematiche di degrado urbanistico prevalentemente sono legate a: scarsa qualità degli spazi aperti (pubblici e privati) e del costruito; insufficienza o inefficienza della maglia viaria e degli standard e dei servizi

2

Medesime caratteristiche di A1 ma con estensione medio/piccola

B

Area

C

aree di piccola/ media dimensione; collocazione non necessariamente marginale; le condizioni di degrado dell'area sono fortemente legate allo stato di conservazione ed al grado di abbandono del patrimonio immobiliare che insiste sull'area stessa; la rigenerazione dell'area pertanto è connessa ad interventi di recupero puntuali a scala edilizia

D

VUOTI: area con prevalenza di spazi aperti prevalentemente ad uso pubblico connotati da una generale mancanza o debole destinazione funzionale; abbandono/sottoimpiego; degrado architettonico determinato dalla scarsa qualità del disegno degli spazi e dell'arredo urbano; scarsa qualità dei materiali e dello stato di conservazione/manutenzione.

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2.2 Descrizione di eventuali incoerenze Territorio urbanizzato (art. 122 co.2)

Figura 10 Individuazione del territorio urbanizzato secondo lʼart. 224 della LR 65/2014. Lʼimmagine individua in giallo chiaro le aree ad esclusiva o prevalente funzione agricola individuate dal PS del Comune di Lucca (Del C.C. n.129 del 09/08/2001)

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Edifici e tessuti urbanistici di pregio (Zone omogenee “A” del DM 1444 del 2 aprile 1968) (art. 122 co.3 lett. b)

Figura 11 Zone omogenee “A” (agglomerati urbani con carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti da considerarsi parti integranti) individuate dal RU del 2012 (Del. C.C. n° 19 del 15 marzo 2012). Secondo le NTA del RU sono riconducibili alla zone omogenee A: Art. 39 - Pievi e chiese; Art. 40 - Altri complessi religiosi; Art. 41 - Ville storiche; Art. 42 - Le corti rurali; Art. 43 - Gli altri edifici storici isolati; Art. 44 - Gli edifici di nuovo regime; Art. 51 a 77 - Lʼarea del Centro Storico; Art. 80 a 86 - Ambiti speciali; Art. 90 a 102 - I nuclei storici minori.

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Edifici ricadenti in aree a pericolosità geologica o idraulica elevata o molto elevata Art. 122 co.3 lett. d)

Figura 12 Carta del rischio idraulico del Piano di Assetto Idrogeologico (DPCM 26/07/2013): le aree rigate in rosso indicano le aree di laminazione delle piene

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 Edifici vincolati quali immobili di interesse storico sensi della parte II del D.Lgs 42/2004

 Figura 13 Beni architettonici tutelati (in viola) ai sensi della Parte II del D.Lgs 42/2004

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3. Disciplina e progettualità 3.1 Ricognizione dei vincoli

Figura 14 Inquadramento dell’area in relazione ai vincoli paesaggistici (Fonte: Geoscopio, Dati WMS – PIT con valenza PPR)

Estremi provvedimento VINCOLO PAESAGGISTICO (EX LEGGE 1497/39) •

“Città di Lucca e zona ad essa circostante” (G.U. n.141 del 5 Giugno 1957 o Motivazione: “[…] la zona predetta oltre a costituire dei punti di vista accessibili al pubblico, forma anche nell'insieme dei suoi complessi, dei quadri naturali di particolare bellezza paesistica.” “Territorio delle colline e delle ville lucchesi, sito nei comuni di Lucca, San Giuliano Terme, Massarosa, Montecarlo, Altopascio e Porcari” (G.U. n.190 del 13 Agosto 1985) o Motivazione: “[… ]ampia zona delle colline e delle ville lucchesi, sita nei comuni di Lucca, San Giuliano Terme, Massarosa, Montecarlo, Altopascio e Porcari, di notevole interesse perché costituisce un'ampia zona omogenea che comprende Lucca, le sue ben note ville cinquecentesche, la organizzazione territoriale ad esse riferibile formando uno insieme monumentale naturalistico di estremo e singolare interesse, per buona parte largamente conservato”.

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Figura 15 Carta ricognitiva dei vincoli del Regolamento Urbanistico del 2012 (Del. C.C. n° 19 del 15 marzo 2012). Nella porzione settentrionale la fascia “distanza di prima approssimazione dagli elettrodotti” (L.36/2001, DPCM 8/7/2003, DM29/5/2008)

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4. Strumenti della pianificazione territoriale 4.1 PIT/PPPR Invarianti strutturali del PIT/PPR: 3.3 Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali. “Descrizione strutturale. La struttura insediativa dellʼambito è caratterizzata prevalentemente dal morfotipo n. 1 “Morfotipo insediativo urbano policentrico delle grandi piane alluvionali” (Articolazione territoriale 1.2 – La piana di Lucca). (…) Si tratta di un sistema insediativo di tipo planiziale densamente abitato, caratterizzato storicamente dalla dominanza del centro urbano di Lucca sui territori agricolo e collinare circostanti, con i quali ha da sempre intessuto forti relazioni di interscambio e di integrazione dellʼeconomia urbana, oggi seriamente compromesse dallʼurbanizzazione pervasiva della piana e delle aree pedecollinari. La posizione strategica mediana rispetto allʼasse di collegamento regionale Firenze-mare e di testata di valle del bacino intermontano del Serchio colloca il sistema insediativo della piana di Lucca al centro di una rete di relazioni complesse in cui la scala locale e quella sovra-locale si sovrappongono talora integrandosi e talora configgendo”. 4.2 Invarianti strutturali e relazione con lʼabaco dei tessuti edilizi del PIT/PPR

Fig. 1b – Inquadramento dellʼarea entro la carta del territorio urbanizzato del PIT, che riporta, in relazione allʼallegato 2 i “morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee”(Fonte: sito Regione Toscana – PIT con valenza PPR)

Descrizione e individuazione AllʼABACO DEI MORFOTIPI DELLE URBANIZZAZIONI CONTEMPORANEE - TESSUTI DELLA CITTAʼ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA - T.P.S.3. Insule specializzate. Si tratta di “Aree specializzate per grandi attrezzature, destinate allʼinsediamento di funzioni specialistiche e servizi di interesse locale e territoriale autonome e separate dal contesto urbano di riferimento. Comprendono le aree ospedaliere”. La descrizione e individuazione del “morfotipo” è particolarmente stringente, per lʼarea dellʼEx Campo di Marte, e pare opportuno riportare integralmente i contenuti descrittivi con un tentativo di specificazione locale.

MORFOTIO PIT/PP

Specificazioni ex Campo di Marte

Rapporto con la strada e grado di complessità funzionale

“Rapporti con la strada di solito assenti fatto salvo lʼaccesso allʼinsediamento. Prevalentemente

Il grado di complessità funzionale che ne ha determinato la conformazione è basso, essendo unʼarea specialistica destinata a

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complessi monofunzionali specialistici”.

servizi ospedalieri. Interessante invece il rapporto con la strada, e le strade contermini, che sono state interrotte nellʼuso, con lʼinserimento di barriere, ma non nellʼimpianto planimetrico e addirittura in certi casi nella sezione. La rammagliatura con i tessuti contermini appare dunque possibile, anche per la permanenza di assetti pregressi antespecializzazione.

Tipo edilizio prevalente

“Tipologie di insediamento molto diversificate e specifiche in base al tipo di funzione da insediare”.

Corrisponde alla decrizione: le tipologie sono disomogenee e diversificate, con la presenza di alcuni volumi edilizi estremamente specialistici e non destinabili a funzioni diverse da quelle per le quali sono stati realizzati (attrezzature e impianti); alcuni edifici entro lʼarea si prestano invece maggiormente a cambiamento di destinazione funzionale, previo adeguamento.

Collocazione e margini

“Possono essere inglobati nelle aree urbane o localizzati allʼesterno dei nuclei abitati, la caratteristica è comunque la giustapposizione e lʼassenza di relazioni con il contesto urbano o ambientale in cui sono inseriti. Il margine è netto, i tessuti sono spesso recintati”.

In questo caso, si tratta di un “tessuto” inglobato nellʼarea urbana, servito da strade e linee di TPL, e presenta una stretta relazione con il perimetro del centro più consolidato della città di Lucca; lʼarea è infatti visibile dalla cinta muraria e da essa raggiungibile in pochi minuti a piedi. I margini dellʼarea sono ora recintati, a traffico veicolare controllata, ed esistono alcuni varchi pedonali. A differenza del morfotipo per come descritto, lʼarea Ex Campo di Marte, tuttavia, possiede un impianto urbanistico che si relaziona potenzialmente con le disposizioni planimetriche dei tessuti contermini per orientamento, potenziali allineamenti di fronti e di assi infrastrutturali.

Tabella ricavata dagli abachi delle invarianti Regionali, nello specifico da MORFOTIPI DELLE URBANIZZAZIONI CONTEMPORANEE - TESSUTI DELLA CITTAʼ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA - T.P.S.3. Insule specializzate. Valori / Opportunità PIT

Criticità PIT* *rimodulate in base alle caratteristiche dellʼarea in esame

Affacci e relazioni con la città storica e il territorio aperto:

- Possibilità di progettare paesaggisticamente il margine per mitigare recuperando il rapporto visivo e funzionale con il contesto.

- Assenza di relazioni con i contesti urbani, naturali e rurali limitrofi. [Le relazioni, specie urbane/infrastrutturali, sono potenzialmente notevoli, da riattivare/riannodare in alcuni punti, da riprogettare in altri]. - Alto impatto dei mezzi di trasporto privato dai flussi di visita sullʼintorno urbano-rurale.

Spazi aperti interclusi e dismesse e/o degradate:

aree

- Presenza di ampie superfici pavimentate convertibili in occasioni per la produzione di energie alternative o per lʼincremento delle area verde.

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- Alto consumo di suolo dovuto a lotti recintati di grandi dimensioni e densità edilizia più bassa rispetto agli altri tessuti urbani.


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Spazio pubblico e servizi:

Qualità urbana e dellʼarchitettura:

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- Presenza di spazi destinati allʼuso collettivo, per lo più parcheggi e piazzali antistanti i capannoni, convertibili in occasioni per la produzione di energie alternative o per lʼincremento delle area verde.

- Tessuti monofunzionali dedicati.

- Presenza di un progetto unitario morfologicamente, funzionalmente ed architettonicamente definito.

- Indifferenza della localizzazione e della morfologia urbanistica ed architettonica rispetto al contesto urbano e territoriale di riferimento ed alla strutturazione rurale e naturale precedente.

- Possibilità di sfruttare le coperture piane dei padiglioni come occasioni per la produzione di energie alternative.

[Alcune eccezioni allʼindifferenza localizzativa e/o morfologia urbanistica e architettonica; presenza di edifici congrui] - Tipologie edilizie con strutture seriali, prive di relazioni con il contesto e generalmente fuori scala rispetto ad esso (interventi prevalentemente pianificati e giustapposti al contesto territoriale di riferimento). [il tessuto presenta caratteristiche di possibile recupero di brani pregiati]

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4.3 Relazione con lʼabaco dei tessuti edilizi del PIT/PPR

Figura 16 Estratto dallʼabaco regionale “Morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee”: lʼarea Campo di Marte corrisponde alle caratteristiche individuate dal PIT/PPR della RT come afferenti al tipo TPS3, “Tessuto a insulae specializzate”

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Figura 17 Estratto corrispondente alla rappresentazione del tessuto TPS3 nello “Allegato 2 - Linee guida per la riqualificazione paesaggistica dei tessuti urbanizzati della città contemporanea”.

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5. Strumenti della pianificazione urbanistica Stato della pianificazione comunale:

Figura 18 -­‐ Inquadramento dell’ambito nel Regolamento Urbanistico del 2012 (Del. C.C. n° 19 del 15 marzo 2012)

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6. Progetti sullʼambito

Figura 19 Avvio del Procedimento del nuovo Piano Strutturale. Carta del Patrimonio Territoriale

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Figura 20 Progetti norma contenuti nel Regolamento Urbanistico del 2004 (Del. C.C. n° 25 del 16.03.2004) e parzialmente decaduti a seguito dellʼapprovazione della Variante al Regolamento Urbanistico del 2012 (Del. C.C. n° 19 del 15 marzo 2012)

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7. Relazioni con il contesto urbano di riferimento

Figura 21 Inquadramento dellʼambito di relazione con la sintetica evidenziazione delle relazioni con il contesto esterno allʼarea (le Mura, i tessuti urbani contermini, le potenzialità infrastrutturali)

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B. ELEMENTI PER LʼINDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI DEGRADO

9. Descrizione dellʼambito di relazione Relazioni urbane Lʼambito di relazione denominato come “Campo di Marte”, è unʼarea posta a nord della cinta muraria della città di Lucca, caratterizzata per una disposizione spaziale “radiale”, coerentemente con lʼimpianto urbano generale, ma contraddetta da una disposizione dei volumi non pianificata, o meglio frutto di successivi adeguamenti alla destinazione funzionale in area di servisi sanitari e ospedalieri. Questa destinazione funzionale ha determinato nel tempo una progressiva “separazione” dellʼarea dal suo intorno, anche materialmente attraverso la realizzazione di varchi controllati e recinzioni. Le relazione urbane sono dunque potenziali: con lʼasse di collegamento “Via dellʼOspedale”, che collega lʼarea alle Mura urbane; le vie a sviluppo est-ovest, tra loro parallele: via Angelo Pelliccia, via Nicola Barbantini (questʼultima interrotta allʼaltezza dellʼarea di rigenerazione); via delle Cornacchie, che delimita la parte a nord. Le connessioni territoriali sono limitate in qualche misura a nord-est dallʼasse ferroviario della ferrovia Lucca-Aulla.

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9.1 Analisi della proprietà fondiaria

Figura 22 Struttura della proprietà fondiaria (aggiornamento al 15 Ottobre 2015)

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9.2 Analisi dei margini, delle quinte urbane e dei rapporti con i tessuti urbani e/o spazi aperti contermini L’area dell’ex Campo di Marte possiede un assetto tipico delle grandi “insulae” specializzate, in questo caso per servizi sanitari, che hanno progressivamente occupato notevoli spazi in prossimità al centro storico. L’organizzazione planimetrica dell’area rispetta la struttura radiale dell’impianto sette/ottocentesco, ma gli assi principali, e le partizioni degli isolati, sono in qualche modo interrotti dalle esigenze funzionali degli edifici specialistici (alcuni anche molto recenti, ma che confermano l‘impianto urbano tradizionale). In special modo la presenza di assi viari un tempo pubblici (ad accesso pubblico) non ha impedito che essi venissero sbarrati per le esigenze di uso dell’area ospedaliera, comportando così un radicale cambio di prospettive e percezione dell’impianto. I margini circostanti sono dunque rafforzati pressoché su tutto il perimetro dell’area da recinzioni, di diversa natura.

Figura 23 Articolazione dei differenti tipi di margine dellʼambito di relazione con i tessuti e gli elementi principali dellʼarea lucchese interessata.

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Figura 24 Recinzioni dell’area ex ospedaliera verso ovest, presso l’asse di collegamento con le mura cittadine

Figura 25 L’ingresso “monumentale” all’area ex ospedaliera, con importanti portali e inferriate

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Figura 26 Recinzioni con murature verso i tessuti ad ovest dell’area ex ospedaliera

Figura 27 Controllo degli accessi sugli originali assi viari, ora chiusi al pubblico

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Figura 28 Ingressi controllati sugli originari assi viari, ora chiusi al pubblico

Figura 29 Recinzioni metalliche sulla grande area a parcheggio verso la parte est dell’area dell’ex ospedale

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10. Analisi degli spazi aperti rilevanti ai fini della riqualificazione

Figura 30 Inquadramento dellʼarea con inclusa la dotazione di standard pubblici, spazi aperti privati, pubblici e di uso pubblico

Figura 31 Strada di collegamento tra il viale di circonvallazione e il Vecchio Ospedale

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Figura 32 Marciapiede lungo la Via A. Pelliccia sul lato a confine con lʼex ospedale

Figura 33 Tratto interrotto e pedonalizzato della Via dellʼOspedale

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Figura 34 Aiuole e alberature tra il Padiglione centrale e il Terzo Padiglione

Figura 35 Aiuole e alberature sul fianco del Padiglione centrale

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Figura 36 Aree verdi pubbliche sulla Piazza della Concordia

Figura 37 Aree incolte tra gli edifici dei magazzini e lʼobitorio intercomunale

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Figura 38 Parcheggio nella Piazza Ragazzi del 1899 presso lʼobitorio

Figura 39 Lʼarea verde de La Montagnola eil parcheggio di Piazza Ragazzi del 1899

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Figura 40 Giardini pubblici e arredo urbano nei pressi dellʼingresso pedonale al Terzo Padiglione

Figura 41 Area a prato prospiciente il Terzo Padiglione

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Figura 42 Parcheggio antistante il Terzo Padiglione

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11. Analisi degli edifici

Figura 43 Inquadramento dellʼambito su foto aerea con identificazione numerica degli edifici o delle unità volumetriche in rosso; in blu la numerazione rispetto alla tabella di sintesi.

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Figura 44 Foto “1” Ex edificio del Dipartimento di igiene

Figura 45 Foto “2” Padiglione centrale

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Figura 46 Foto “3” Padiglione centrale

Figura 47 Foto “4” Vista degli spazi aperti tra il Padiglione centrale e il Terzo Padiglione

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Figura 48 Foto “5” Padiglione centrale dal vecchio ingresso

Figura 49 Foto “6”: Terzo Padiglione dal parcheggio su Via C. Gianni

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Figura 50 Foto “7”: Terzo Padiglione

Figura 51 Foto “8” Spazi residuali tra il Padiglione Centrale e il Terzo Padiglione

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Figura 52 Foto “9” Ex Edificio Malattie infettive

Figura 53 Foto “10” Ex edificio Quarto Padiglione

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Figura 54 Foto “11” Padiglione specialistico

Figura 55 Foto “12” Padiglione specialistico

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Figura 56 Foto “13” Padiglione specialistico

Figura 57 Foto “14”: officine e magazzini

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Figura 58 Foto “15” Ex edificio delle cucine

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Figura 59 Foto “16”: ex edificio di Biochimica clinica

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Figura 60 Foto “17”: edificio dellʼobitorio intercomunale

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Figura 61 Foto “18” Caserma dei Vigili del Fuoco

Figura 62 Foto “19” Edifici della Cassa di Risparmio di Lucca, bar e negozi

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ARE A Caratteristiche

Periodo costruzione

Prev alent i

EDIFICI

ED. A

ED. B

ED. C

di Posteriore al 1970 Dopoguerra (1946-1970)

ED. D

ED. E

ED. F

x x

Inizi ʻ800/ inizi ʻ900 (18251945)

x x

x

SI

SI

X

X

x

x

X

X

ED. G

ED. H

ED. I

x

x

x

X

X

X

Anteriore al 1825 Interesse storico/arch. e/o testimoniale Destinazione dʼuso prevalente degli edifici attuale e/o precedente

Presente (si/no)

Residenziale e commerciale di vicinato e direzionale e di servizio quando reciprocamente funzionali

Industriale artigianale, Il sottoutilizzo commerciale allʼingrosso e o lʼabbandono depositi e direzionale di servizio Voci fissate dalle leggi e dai Commerciale di grande regolamenti distribuzione della RT in commerciale di media materia ossia distribuzione (art.99 l.r. 65/14) turistico ricettivo direzionale e di servizio

x

agricolo Tipologia degli edifici

Schiera Residenze Casa in linea condomini Blocco chiuso ali Blocco aperto altro Residenze Villa monobifamiliari Villetta altro Edifici produttivi

Capannone

Supermercato Edifici specialisti Albergo ci privati altro Chiesa

50

X

X


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Comune di Lucca

ARE A Caratteristiche

EDIFICI

Prev alent i

ED. A

ED. B

ED. C

ED. D

ED. E

ED. F

ED. G

ED. H

ED. I

X

X

X

X

X

X

X

X

X

X

X

X

X

X

x

Edifici Municipio specialisti ci pubblici Scuola Ospedale altro Caratteristiche architettoniche Muratura e strutturali Telaio in C.A.

x

X X

X

X

Telaio in C.A. prefabbricato

Condizioni di Buono stato manutenzione normale

X x

X

X

X

X X

X

X

x

x

x

Cattivo stato degradato Non utilizzato Copertura

Piana

x

x

x

x

Capanna Falde Falda unica Botte Padiglione

x

x

x

x

x

x

x

x

Shed Altro Manto

laterizio tegole)

trad.

(coppi

e

Coppi Marsigliesi

x

Cemento

x

Legno Vetro Piastrelle Lastre Eternit Lamiere

x

x

x

x

x

x

x

x

x

x

x

Altro Rilevanza ambientale relazione contesto

Contrastante / presenza di in detrattore ambientale al Contrastante / presenza di detrattore paesaggistico

x

Neutro Caratterizzante

x x

x

 51 Â

x


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12. Analisi degli elementi e delle caratteristiche utili o riferibili al protocollo ITACA Le caratteristiche dellʼambito di relazione e delle aree di rigenerazione ivi ricomprese (sorta di unità minime che frazionano lʼambito, e che hanno lo scopo di rendere possibile o maggiormente probabile la presentazione da parte di promotori di “piani di intervento”1) determinano una difficoltà nella definizione di indicatori quantitativi “popolabili”.

1

A questo proposito, debbono essere meglio indagati i vantaggi e le eventuali problematiche poste da questo approccio di “frazionamento” degli “ambiti di relazione” (originariamente derivati dalle manifestazioni di interesse presentate dai comuni), che includono una o più aree di rigenerazione propriamente dette, ovvero che debbono essere sottoposte a ricognizione, schedatura, delimitazione ai fini del calcolo di parametri e premialità.

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13. Analisi del degrado 13.1 Analisi e descrizione delle condizioni di degrado presenti nellʼambito di relazione (rif. Regolamento 3/R alla L.R. 1/2005) Principali categorie di degrado:

Descrizione degli elementi di degrado

a) degrado urbanistico, per ambiti urbani ove vi sia carenza di funzionalità dovuta a insufficienza degli standard urbanistici di cui al D.M. 1444/1968, o delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria;

La precedente destinazioni funzionale, ora dismessa, comporta la radicale ridistribuzione degli standar, per conformarsi alle nuove destinazioni previste; lʼarea presenta un notevole squilibrio tra dotazioni e funzioni.

b) degrado fisico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da precarie condizioni di staticità dellʼedificato, connesse allʼusura del tempo o ad inadeguate tecniche costruttive, da diffusa fatiscenza delle strutture e delle finiture degli edifici, ovvero da inadeguatezza tipologica degli edifici rispetto alle esigenze funzionali, anche per carenza o insufficienza degli impianti tecnologici;

La presenza di un patrimonio edilizio a densità variabile e piuttosto “sparpagliato”, manifesta un impianto urbano, scarsamente organizzato, non gerarchizzato, con un sistema di servizi e di infrastrutture, quasi esclusivamente carrabili, carenti soprattutto di qualsiasi dotazione che ne palesi i caratteri di urbanità (insufficienza di parcheggi e spazi pubblici in generale, della viabilità secondaria e delle relative opere come i marciapiedi, lʼilluminazione pubblica, ecc.).

c) degrado igienico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da mancanza o insufficienza degli impianti igienico-sanitari, sia come dotazione che come organizzazione funzionale, da insufficiente aerazione e illuminazione diurna dei singoli edifici, ovvero da ridotte condizioni di abitabilità e di utilizzazione, in relazione allʼimpianto planivolumetrico o alla presenza di condizioni generali di insalubrità; d) degrado socio-economico, per ambiti urbani o insediamenti minori ove sussistano condizioni di abbandono, di sottoutilizzazione o sovraffollamento degli immobili, o comunque di impropria utilizzazione degli stessi, ovvero in presenza di strutture produttive non compatibili con le preesistenti funzioni residenziali, o infine in presenza di fenomeni comportanti la sostituzione del tessuto sociale, nonché delle forme produttive ad esso integrate; e) degrado geofisico, per gli ambiti territoriali o insediativi caratterizzati dalla presenza di fenomeni di dissesto idrogeologico richiedenti complessi interventi di messa in sicurezza degli insediamenti, 53

Risulta evidente il degrado economico, per il numero delle attività chiuse e abbandonate, o sottoutilizzate, con prevalenza delle strutture di grandi dimensioni precedentemente destinate alla produzione.


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Principali categorie di degrado: Descrizione degli elementi di degrado di aree libere impropriamente utilizzate, o su cui insistono ruderi di edifici distrutti da eventi naturali o artificiali, di diffuse superfetazioni che alterino la morfologia di insediamenti urbani storicizzati, nonché nei casi di impropria utilizzazione, abbandono o impoverimento fisico delle aree libere urbane ed extraurbane. 13.2 Criticità ed elementi di degrado •

• • •

Area di notevole estensione ed importanza, in prossimità alla città storica, che tuttavia esita a trovare un ruolo urbano confacente, e viene percepita come distaccata dal corpo fisico, sociale, funzionale delle città di Lucca; Presenza di un notevole numero di edifici e volumi di varia natura, epoca e concezione, dismessi; alcuni posseggono una notevole dimensione, sono di difficoltosa ridestinazione funzionale, per difficoltà di adeguamenti antisismico e riqualificazione energetica; Abbandono, in generale, delle originarie destinazioni funzionali di insieme (distretto sanitario), dunque, progressivo degrado delle aree dismesse o in via di dismissione; Presenza di cesure, recinzioni e barriere tra i diversi spazi potenzialmente utilizzabili, e tra questi spazi e i tessuti contermini della città; Presenza di contraddizioni di uso rispetto alla configurazione spaziale dellʼimpianto (alcuni assi viari, seppure coerenti con la disposizione e conformazioni dei brani di città contermine, sono sbarrati da recinzioni e barriere.

14. Potenzialità e opportunità di sviluppo • • •

• • •

Notevole prossimità alla parte antica della città di Lucca e al suo sistema murario; Presenza di un notevole patrimonio edilizio parzialmente da riutilizzare, o comunque da mettere in gioco per la potenziale riqualificazione dellʼarea; Ampia possibilità di aumenti di SUL a parità di volume, per la presenza di ampi “contenitori” dismessi, in dismissione o in via di rifunzionalizzazione, per i quali è possibile ipotizzare recupero e demolizione con ricostruzione e recupero dell superfici; Eccellente accessibilità e connessione dellʼintera area dalle direttrici di traffico presenti e in via di realizzazione, e ai tessuti urbani contermini della città di Lucca; Presenza di notevole estensioni di spazi verdi e alberati, la cui presenza può essere utilizzata per elevare la qualità urbana di una porzione consistente della città di Lucca; Possibilità di complessificare il tessuto, introducendo funzioni compatibili compreso il piccolo commercio , la residenza sociale, servizi alla persone etc., così da riconquistare alla città una importante porzione prossima al centro.

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15. Individuazione delle aree urbane in condizioni di degrado da sottoporre a interventi di rigenerazione ex L.R. n° 65/2014

Figura 63 Inquadramento dellʼambito di relazione con lʼindividuazione dellʼarea di rigenerazione

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2. ATTO DI RICOGNIZIONE DELLE AREE DEGRADATE AREA DI RIGENERAZIONE URBANA - Campo di Marte 1. Descrizione dellʼarea e delle condizioni di degrado

Figura 64 Perimetrazione dellʼarea di rigenerazione

Lʼarea di rigenerazione è interessata dallʼex presidio ospedaliero di Campo di Marte, parzialmente dismesso a seguito della costruzione del nuovo ospedale San Luca nella periferia est della città di Lucca. Il complesso è formato da sedici immobili principali un tempo destinati alle cure ospedaliere e da una ventina di fabbricati accessori (vani tecnici, ripostigli, ecc.). Anche se buona parte delle attività mediche, nel Maggio del 2014, è stata trasferita nel nuovo plesso ospedaliero, rimangono a Campo di Marte alcune attività sanitarie di lungo-degenza e ambulatoriali. Il degrado dellʼarea è dovuto principalmente alla dismissione di buona parte degli edifici ospedalieri e dalla sottoutilizzazione di alcuni di essi; pochi edifici dellʼarea presentano caratteri di interesse architettonico, eccezion fatta per i due fabbricati del Padiglione centrale e della Palazzina che ospita il Dipartimento di Igiene Lʼarea “Campo di Marte”, è una vasta zona edificata che come destinazione funzionale precedente, ora dimessa, era caratterizzata da un “distretto” ospedaliero, sviluppatosi in diversi termpi, con successive addizioni. Lʼarea è suddivisa in due settori, con decine di attrezzature e edifici; lʼedifico più importante dellʼarea ex ospedaliera, vincolato dalla Soprintendenza BB.AA., è fuori dallʼarea di rigenerazione secondo i dettami della LR.65/2014, ma è comunque un elemento importante del quale tenere conto nelle politiche di recupero e ricucitura, e da sottoporre ad una attenta considerazione delle destinazioni dʼuso, in maniera da integrarlo nel migliore dei modi con lʼarea di rigenerazione. Lʼedificio, non più utilizzato a fini ospedalieri, ma sede provvisoriamente di uffici ASL, è a rischio di degrado urbanistico come lʼarea di rigenerazione stessa. Il generale degrado attuale è provocato dalla dismissione dellʼattività principale, dalla parcellizzazione del servizio sanitario in loco, dalla impossibile rifunzioanlizzazione di molti edifici, non più adatti ad ospitare adeguatamente funzioni sanitarie. 56


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2. Obiettivi di riqualificazione da conseguire attraverso gli interventi di rigenerazione urbana L’area è frutto di riflessioni riguardo al suo futuro che si sviluppano da tempo: nei progetti ASL, è suddivisa in due settori: il settore 1, competenza della Azienda Sanitaria Locale, potrebbe diventare prevedibilmente luogo di servizi sanitari non ospedalieri. Il settore 2 (di proprietà comunale) è previsto sia destinato a funzioni che dovranno qualificare l’ambiente urbano, e dovranno essere riconquistati alla città (per funzioni, connessioni, percezioni). In questo settore, si possono distinguere potenzialmente più parti o ambiti (finalizzati a funzioni sociali, educative e di ricerca, al benessere e allo sport, a uffici e servizi pubblici etc.) in modo che ciascuna area abbia una funzione il più possibile omogenea e razionale al proprio interno e sia collegata integralmente con le aree contigue e con il disegno generale del nuovo assetto. La sintetica tabella sottostante riporta gli specifici obiettivi riportati dal PIT/Paesaggio per i tessuti pertinenti: PIT/PP RT OBIETTIVI Il PIT/PP recentemente approvato detta per gli specifici morfotipi urbani degli “Obiettivi specifici”: per i “Morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee -­‐ tessuti della città produttiva e specialistica -­‐ T.P.S.3. Insulae specializzate”.

Per le strutture esistenti: Integrare i tessuti nei contesti urbani e rurali/naturali con interventi di inserimento e mitigazione paesaggistica

Creare relazioni con il contesto urbano di riferimento (Riqualificare gli accessi alla città....)

Progettare il margine con il territorio aperto prevedendo varchi e visuali (ridisegno dei margini, schermature, barriere visive e antirumore, ecc). Mascherare con vegetazione idonea i margini e curare paesaggisticamente il rapporto visivo con il contesto. Incrementare la superficie a verde disimpermeabilizzando il suolo soprattutto in corrispondenza delle aree parcheggio e degli altri spazi aperti. Sfruttare le superfici pavimentate e le coperture di edifici, tettoie, ecc per la produzione di energie alternative. Per le future strutture: Inserire nelle VAS indicatori di valutazione paesaggistica. Tenere conto delle dinamiche funzionali delle diverse strutture specialistiche nel dimensionamento e localizzazione degli interventi. 17.2 Tabella degli obiettivi e delle azioni La seguente tabella riporta gli obiettivi, coerenti con quelli delineati dal PIT, per l’area Ex Ospedaliera, condividsi con l’amministrazione comunale: 57


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OBIETTIVI DI RIGENERAZIONE Art. 125 Comma 3 -­‐ B2 (La scheda contiene “Obiettivi di riqualificazione da conseguire attraverso gli interventi di rigenerazione urbana, in coerenza con le finalità di cui all’art. 122 della L.R. 65/2014 (oppure descrizione delle eventuali discordanze).

Obiettivi 65/2014

Obiettivi specifici per l’area di rigenerazione

Azioni per la realizzazione degli obiettivi

a) la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente volta anche a migliorare la relazione con i tessuti urbani circostanti o la ricomposizione dei margini urbani, tenuto conto del necessario rapporto visuale e morfo-­‐ tipologico con il tessuto urbano consolidato;

-­‐ Demolizione degli edifici/volumi edilizi che non posseggono valore storico testimoniale e valore architettonico, incoerenti con il migliore assetto dell’area, prevedendo un parziale recupero dei volumi, in base ad un disegno generale fortemente integrato con i tessuti urbani di prossimità;

-­‐ Conservazione e riqualificazione architettonica, consolidamento sismico ed efficientamento energetico di alcuni degli edifici del vecchio complesso ospedaliero, con la demolizione del grande corpo di fabbrica in cemento armato, ora in continuità funzionale con il corpo principale del complesso ospedaliero – esterno all’area di rigenerazione -­‐ ma privo di qualità architettoniche;

-­‐ Riammagliatura della rete viaria, con uno sfondamento dell’asse di connessione a nord, per alleggerire la circonvallazione di parte del traffico e per meglio connettere l’area di rigenerazione con l’intorno prossimo e territoriale; -­‐ Riqualificazione e parziale ridisegno del tessuto urbano interno all’area in chiave di una maggiore integrazione con le aree circostanti; -­‐ Razionalizzare e migliorare, aumentandone la superficie, il verde pubblico incluso entro l’area, connettendolo alle aree a verde contermini e ai percorsi verdi cittadini (le Mura, etc.);

Destinazione funzionale degli Edifici per come delineato dalla ipotesi PA di Lucca.

-­‐ Destinare l’area di rigenerazione prevalentemente a funzioni di interesse pubblico, con la giusta mixité di funzioni pubbliche e private; -­‐ Il ridisegno dell’area dovrà articolare percorsi capaci di valorizzare una mobilità urbana alternativa e ciclo pedonale); b) il recupero, il miglioramento o il potenziamento delle opere di urbanizzazione, servizi e del verde urbano;

-­‐ Recupero e valorizzazione delle opere di urbanizzazione esistenti, con riapertura e parziale ridisegno di spazi di percorrenza e parcheggio per la razionalizzazione della mobilità veicolare nell’area e nell’intorno prossimo ad essa; -­‐ Destinazioni d’uso prevalentemente orientate ad aumentare la dotazione dei servizi pubblici entro l’area;

Organizzazione delle opere di urbanizzazione (nello specifico strade, parcheggi, funzioni di pubblico servizio) in coerenza con le azioni precedenti sugli edifici;

c) la compresenza di funzioni urbane diversificate e complementari;

-­‐ Riorganizzare e diversificare le funzioni ospitate nell’area, con una migliore integrazione socio-­‐ economica delle funzioni e attività pubbliche, collettive e attività entro l’area e nell’intorno prossimo di riferimento;

Realizzare spazi pubblici interni all’area, opportunamente raccordati con l’intorno prossimo e qualificati morfotipologicamente, con specifica attenzione alla dotazione di spazi a verdde pubblico;

d) il raggiungimento di un’equilibrata composizione sociale, anche attraverso

-­‐ Prevedere una adeguata percentuale di edilizia sociale e una giusta mixité funzionale, con forme varie di residenzialità privata e di interesse pubblico (foresterie, residenze per ricercatori e

Localizzazione delle aree a di edilizia sociale in prossimità di zone ad alta complessità funzionale per aumentarne

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d) il raggiungimento di un’equilibrata composizione sociale, anche attraverso interventi di edilizia sociale, tenuto conto altre sì di quanto stabilito dall'articolo 63;

-­‐ Prevedere una adeguata percentuale di edilizia sociale e una giusta mixité funzionale, con forme varie di residenzialità privata e di interesse pubblico (foresterie, residenze per ricercatori e artisti etc.);

Localizzazione delle aree a di edilizia sociale in prossimità di zone ad alta complessità funzionale per aumentarne l’integrazione e la funzionalità;

e) l’efficientamento energetico degli edifici e l'uso integrato di fonti rinnovabili;

-­‐ Razionalizzazione, anche attraverso demolizione con ricostruzione, delle soluzioni architettoniche, con attenzione al basso impatto ambientale, all’autosufficienza energetica, alla sicurezza sismica;

Adeguamento energetico/funzionale delle strutture del vecchio ospedale; uso di modalità costruttive avanzate per i nuovi edifici;

f) il miglioramento della sostenibilità ambientale e della biodiversità volto a favorire l’inserimento o il rafforzamento delle reti ecologiche legate alla presenza di corsi d’acqua o aree naturali residue, a cui possono essere associati percorsi per la mobilità ciclo -­‐ pedonale;

-­‐ Estensione e ridisegno delle aree verdi di uso pubblico e potenziamento del verde a uso collettivo, in chiave di una maggiore sostenibilità ambientale;

Abbattimento dell’effetto “isola di calore”, con estensione delle superfici verdi e dell’uso dell’acqua;

-­‐ Potenziare le relazioni e la connettività ecologico ambientale tra le aree verdi incluse entro il perimetro dell’area di rigenerazione e le aree verdi contermini, con particolare attenzione alla connessione con corridoi verdi e naturalistici di prossimità (corsi d’acqua, viali alberati);

Riconessione urbana delle superfici verdi, con la creazione di un’area a verde pubblico più razionale estesa e interconnessa.

g) gli interventi finalizzati a conseguire un migliore allineamento della cortina edilizia in coerenza con l’assetto planimetrico urbano storicizzato e tenuto conto del necessario rapporto visuale con gli elementi espressivi dell’identità dei luoghi;

-­‐ Riduzione e razionalizzazione della distribuzione volumetrica presente, con sistemazioni atte a recuperare il miglior rapporto urbano e paesaggistico con i tessuti contermini;

h) la riqualificazione delle connessioni con gli spazi e servizi pubblici, anche esterni all’area, con particolare attenzione al trasporto collettivo.

-­‐ Evidenziare la natura pubblica di alcune funzioni in previsione nell’area;

Uniformazione e riconsiderazione delle tipologie edilizie da utilizzare per il progetto; Interventi di adeguamento e/o riqualificazione edilizia;

-­‐ Compartecipazione delle funzioni private all’elevamento della qualità urbana, architettonica e paesaggistica dell’area di rigenerazione; -­‐ Potenziare le reti di accessibilità pubblica, motorizzata e ciclopedonale, il trasporto pubblico locale, l’integrazione con la rete ferroviaria di interesse locale.

3. Parametri da rispettare nella progettazione degli 3.0 Parametri urbanistici stato attuale • •

Ricostituzione delle cortine edilzie su via Teodoro Borgognini;

Superficie territoriale: 133910mq Volume esistente: 149.649mc 59

-­‐ Potenziare le linee del collegamento pubblico da e verso il Centro di Lucca, da e verso la stazione; -­‐ Fermata della metropolitana di superficie nell’area a nord, connessa con ercorsi ciclopedonali;

-­‐ Riconsiderazione della rete e delle interconnessioni dei percorsi carrabili e ciclopedonali da e per il centro storico e con i poli principali del interventi trasporto pubblico;


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SUL esistente: 36052 mq

3.1 Funzioni ammissibili: o

o

o o

o

o

Funzioni abitative (A):  Residenza specialistica (A3), riservate ad una pluralità di soggetti appartenenti a specifiche categorie della popolazione (anziani, disabili e simili), oppure per essere funzionalmente connesse a sedi di attività produttive, con particolari dotazioni di spazi comuni e/o di servizi di pertinenza agli alloggi, oppure di ambienti di lavoro strutturalmente connessi agli alloggi  Residenza ordinaria (A1) Funzioni direzionali (B1):  Strutture private  Strutture a concorso di pubblico Funzioni commerciali (B2):  esercizi di vicinato (<250 mq) Pubblici esercizi (B3), per la vendita e il consumo di alimenti e bevande, ivi inclusi i servizi di pertinenza (bar, caffè, gelaterie, bottiglierie ed enoteche con somministrazione; osterie; ristoranti; trattorie; pizzerie; pub, tavole calde, rosticcerie, fast-food) Funzioni terziarie di servizio (B4):  Attrezzature sociali e culturali pubbliche e private (centri di ricerca, musei, sedi espositive, archivi, centri congressi) Mobilità meccanizzata (B6):  Parcheggi a raso  Parcheggi interrati e autorimesse mono o multipiano comprensive degli spazi di manovra ed accessori quali rampe, corsie e simili

3.2 Parametri edilizi e urbanistici di progetto − − −

Altezze massime degli edifici: 15 metri SUL: + 20%, pari a 7000 mq Rapporto di copertura: 0,10mq/mq Condizioni alla trasformazione: NB: Il progetto di intervento, nella sua versione preliminare, dovrà tenere conto della distribuzione volumetrica, degli allineamenti, delle tipologie, dove evidenziate, della distribuzione e proporzione del verde pubblico e dei parcheggi, per come emergono dal fascicolo della ipotesi di definizione progettuale.

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4. Incrementi e premialità − − −

Incrementi volumetrici: nessun incremento volumetrico SUL: + 20%, pari a 7000 mq dimostrazione di essere nei limiti dellʼincremento del 35% della SUL

5. Elaborati da presentare per il piano di intervento a) il cronoprogramma degli interventi; b) lʼimpegno dei soggetti attuatori alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria ed eventuale cessione delle aree al comune; c) lʼimpegno alla sottoscrizione di idonee garanzie fideiussorie in ordine allʼattuazione del piano di intervento e circa il rispetto della convenzione medesima; d) lo schema di convenzione. e) lo schema delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria f) il progetto preliminare degli interventi

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