Agosto Settembre 2014
SpecIale assemblea
In questo numero
Quei sindaci che fanno (finalmente) notizia
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“Rappresentanza e servizi, ecco a cosa serve l’Anci”
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“Negli ultimi anni un vero e proprio salto di qualità”
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Alessandro Pesci
Sabrina Sergio Gori
Specale assemblea
Alessandro Cosimi Affrontare le sfide mettendo al centro sussidiarietà e adeguatezza Vittorio Bugli Tre domande a...
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APP e i_sindaci
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Bilancio sociale di mandato
Luciano Franchi Tre domande a... Stefano Morandi
Un numero speciale di Aut&Aut interamente dedicato al XIV Congresso di Anci Toscana in programma a Firenze il 10 settembre, nel corso del quale verrà eletto il nuovo presidente dell’Associazione
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Filippo Frangioni Anno XXI numero n. 8 agosto settembre 2014 Reg. Trib. di Prato nr. 180 del 8/7/1991.
L’Atlante per punti
Editore: Aut&Aut Associazione Proprietà: Anci Toscana Direttore responsabile: Marcello Bucci Direttore editoriale: Alessandro Pesci Collegio di garanzia: Alessandro Cosimi, Sabrina Sergio Gori, Angelo Andrea Zubbani Redazione: Anci Toscana - email: ufficio.stampa@ancitoscana.it Caporedattore: Olivia Bongianni In redazione: Sandro Bartoletti, Monica Mani, Hilde March, Sara Denevi, Elena Cinelli Grafica e impaginazione: Osman Bucci Anci Toscana Viale Giovine Italia, 17 - 50122 Firenze Tel 055 2477490 - Fax 055 2260538 posta@ancitoscana.it - www.ancitoscana.it
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ANCI TOSCANA
Quei sindaci che fanno (finalmente) notizia di Alessandro Pesci Segretario Generale Anci Toscana
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idisegno degli assetti istituzionali, nuove province, avvio delle città metropolitane, riforme costituzionali, riforma della Pa: il XIV Congresso di Anci Toscana - appuntamento che si rinnova tradizionalmente ogni cinque anni, a seguito delle elezioni amministrative generali - si apre in un clima di grande fermento per i comuni. I sindaci e la loro Associazione di rappresentanza sono sulla bocca di tutti, fanno parlare di sé, fanno notizia: una fase di grande protagonismo, paragonabile forse solo a quella vissuta ormai oltre venti anni fa con l’affermazione dell’elezione diretta dei primi cittadini. Senza stare qui a interrogarsi sul fatto che si tratti di riannodare quel filo interrotto o di iniziare a tessere una nuova trama, certo è che anche i comuni toscani si presentano all’appuntamento congressuale con molte sfide da raccogliere. Se l’ANCI ha acquisito a livello nazionale un peso sempre più significativo e ha conquistato una crescente visibilità e riconoscibilità nel panorama mediatico, anche sul piano regionale l’Associazione si è ritagliata un ruolo sempre più importante di interlocutore del governo regionale e di struttura utile ai comuni. I cinque anni trascorsi hanno segnato il consolidamento di quella “via toscana” all’associazionismo comunale di cui si erano gettate le basi nel 2009. La storia dei mesi passati racconta l’affermazione concreta di quel doppio binario che
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già si era intrapreso nel 2009: da un lato il rafforzamento della rappresentanza istituzionale, dall’altro una crescita tumultuosa dell’”agenzia di service” per i comuni, attraverso il riconoscimento della personalità giuridica, la creazione dell’Agenzia formativa e la sua certificazione di qualità, la progettazione europea, la centrale unica di committenza. Anche di questo si parla nel bilancio sociale di mandato dell’Associazione, che verrà presentato nel corso dell’Assemblea e che sintetizza, attraverso i numeri ma anche le parole, il cammino intrapreso negli anni che abbiamo alle spalle. Un breve abstract del documento è contenuto anche in questo numero di Aut&Aut. Un’ escalation per certi versi vertiginosa, e non è certo questo il momento di fermarsi. Ma anzi di cogliere le opportunità che già si intravedono: una rilettura critica delle forme dalla rappresentanza, i riassetti che necessariamente interverranno nel panorama delle Associazioni di rappresentanza, la possibilità di impostare nuove modalità di relazione nel rapporto tra ANCI e Anci regionali, le modifica dello status dell’amministratore comunale come tradizionalmente inteso. Tutto questo richiede un’Associazione autorevole, una classe dirigente preparata, in grado di affrontare in prima persona questa fase densa di novità e di farlo da protagonista, sapendo dettare l’agenda delle decisioni da prendere per il rilancio del Paese. 3
parla la PRESIDENTE FF
“Rappresentanza e servizi, ecco a cosa serve l’Anci” Intervista a Sabrina Sergio Gori, presidente facente funzioni di Anci Toscana a cura di Olivia Bongianni
minazione e incisività per evitare che si creino situazioni di geografia istituzionale a macchia di leopardo. Mi auguro che questo protagonismo continui anche in futuro. Come si diceva, Anci Toscana ha in questi anni affermato un proprio modello basato su un duplice ruolo: da un lato la rappresentanza politico-istituzionale e dall’altro quello di service per i comuni. Questa doppia identità potrà funzionare anche in futuro? Sì, a mio parere occorre continuare in questa direzione. Da un lato occorre continuare a presidiare la rappresentanza politica, a fronte dell’ultimo anno che ci attende di legislatura regionale, dall’altro è necessario il consolidamento di Anci Toscana come Agenzia di servizi per i comuni e per la Pa.
Quali sono state a tuo parere le novità più rilevanti nel contesto in cui i comuni toscani e la loro Associazione di rappresentanza si sono trovati ad agire in questi anni? Si è trattato di un contesto caratterizzato da una grande incertezza normativa, con una serie di cambiamenti nella legislazione avvenuti in corso d’opera, e dalla conseguente difficoltà di programmazione, che i comuni sostanzialmente non hanno potuto fare. Non solo. Tagli consistenti hanno comportato anche notevole incertezza dal punto di vista finanziario. Come Anci ci siamo sempre stati, abbiamo sempre detto la nostra. Abbiamo fatto parte a pieno titolo del dibattito sulle riforme. Per quanto riguarda in particolar modo la crisi economi-
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ca che ha segnato questi anni, i comuni non hanno armi se non la possibilità e la capacità di fare pressione per cambiare le cose presso chi ha potere di intervento. Per tutto questo serve l’Anci: che come luogo di rappresentanza delle istanze è unico, soprattutto per i comuni più piccoli, che non hanno la stessa visibilità di cui godono le grandi città. Da vicepresidente vicario prima e presidente facente funzioni poi, ritieni che il ruolo di Anci Toscana sia rimasto immutato rispetto alle origini o si sia modificato in questi anni? Il ruolo di Anci Toscana è enormemente mutato in questi anni. Oltre alla funzione primaria di rappresentanza istituzionale stiamo offrendo
ai comuni tutta una serie di servizi di supporto. Basti pensare, ultimo in ordine di tempo, al tema della centrale unica di committenza: se a svolgere questo ruolo è Anci Toscana, questo rappresenta un valore aggiunto per tutti i comuni. Altro tema chiave è quello della formazione del personale, mi riferisco innanzitutto alla costituzione della Scuola Anci Toscana e ai percorsi formativi sulla semplificazione e innovazione amministrativa per il personale della Pa toscana previsti nell’ambito della gara Formarsi. Questo si interseca con il ruolo di assistenza in materia di attuazione delle riforme rispetto alle quali siamo parte attiva al tavolo istituzionale con la Regione Toscana, contesto nel quale abbiamo sempre detto la nostra con deter-
Quali pensi che siano le sfide principali da affrontare per i comuni e per Anci Toscana nell’immediato futuro e nel lungo periodo? Sulle riforme istituzionali stiamo svolgendo e dobbiamo continuare a svolgere un ruolo da protagonisti a tutto campo. In questa fase siamo rimasti gli unici rappresentanti delle autonomie locali. Altra sfida è quella di “rifare” la Pa, di trovare un modo diverso per dare risposte ai cittadini, tagliare la burocrazia. Il Comune non deve essere un “acquario” in cui il cittadino è passivo e non interagisce, ma si deve stabilire un rapporto vivo, in cui le persone si sentono “a casa”. Per questo è necessaria una migliore organizzazione della Pa, così da consentire di dare risposte più veloci, snellire le procedure, diminuire la discrezionalità.
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LA PAROLA A...
“Negli ultimi anni un vero e proprio salto di qualità” Intervista a Alessandro Cosimi, presidente Anci Toscana dal 2008 al 2014
Sei divenuto presidente di Anci Toscana nel 2008. Com’è cambiato in questi anni, a livello nazionale e regionale, il contesto politico istituzionale in cui ANCI e Anci Toscana si sono trovate ad operare? L’elemento che ha contraddistinto lo scenario in cui ci siamo mossi in questi anni è stato quello di un progressivo taglio dei trasferimenti provenienti dallo Stato e quindi, di conseguenza, l’esigenza di contrastare, da parte dei comuni, un sostanziale depauperamento di risorse. Questa continua riduzione delle entrate a disposizione non è stata compensata da una cessione agli enti locali di maggiore autonomia, né dalla possibilità di decidere come e dove tagliare, né da un’accresciuta capacità decisionale dei singoli territori. A questo si è affiancata inoltre una frammentazione e incertezza normativa, con un continuo ricorso dalla decretazione di urgenza, indice di una debolezza sostanziale del rapporto politico istituzionale, che ha messo in seria difficoltà le amministrazioni locali, impedendo loro di fatto di programmare. A livello regionale, in ragione del passaggio di competenze dal centro alle autonomie locali dal ‘97 in poi (leggi Bassanini) si sono inaugurati una serie di sistemi di raccordo per decidere insieme, Regione e enti locali, le politiche. In virtù di questo, il ruolo dell’associazione si è andato posizionando negli
anni in modo più chiaro e rappresentativo, contrassegnato da codecisione e da un crescente protagonismo nelle politiche. In una fase, quella odierna, in cui il modello di concertazione istituzionale che si è andato strutturando si avvia ad un superamento, e sono ormai maturi i termini per costruire un nuovo modello, Anci Toscana si vuole proporre come un interlocutore affidabile, tendendo fermo il principio che alla Regione spetta la componente legislativa, ai comuni l’amministrazione, mentre si governa insieme. La riforma Delrio ha dato il via a una fase nuova, a una stagione di grandi cambiamenti, in cui Regioni e Comuni diventano il perno attorno a cui ruota il sistema istituzionale. Come è mutata a tuo parere la percezione di Anci tra gli addetti ai lavori e nell’opinione pubblica? In questi anni Anci ha acquisito, sia nella sua dimensione nazionale che in quella regionale, una crescente riconoscibilità, visibilità e autorevolezza nel panorama mediatico. Negli ultimi anni l’Associazione ha fatto un vero e proprio salto di qualità: è divenuta interfaccia del governo, anche con momenti significativi di scontro, per le più importanti decisioni in materia di finanza locale, dal patto di stabilità alla riforma della tassazione locale. Sono cresciuti l’influenza che l’Associazione è in grado di esercitare e il suo potere di agire come una lobby. Alcune delle più grandi manifestazioni
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promosse da Anci (anche a livello regionale, penso al flash mob dei sindaci toscani sdraiati in piazza della Signoria contro i tagli del governo) hanno trovato ampia risonanza sulle cronache nazionali e regionali. Non solo. Anci può essere considerata oggi una vera e propria “officina” del gruppo dirigente del Paese, basti pensare, in tempo estremamente recenti, che molti dei suoi componenti sono diventati a loro volta membri dell’attuale governo. Dovendo scegliere, quali i risultati più significativi raggiunti dall’Associazione in questi anni? In primo luogo direi la capacità di rappresentare gli interessi dei comuni e di rispondere in maniera tempestiva ai problemi che quotidianamente ci
pongono, il fatto che Anci sia percepita come una realtà solida, presente a fianco dei comuni. Poi, certamente, un significativo allargamento del sistema di relazioni con gli altri stakeholders, basti pensare alla crescita del numero di accordi intese protocolli siglati in questi anni, ma anche all’aumento delle iniziative organizzate sul territorio. Senza dubbio l’Associazione ha fatto registrare una crescita vertiginosa del volume di attività, dei progetti realizzati, del personale, ampiamente testimoniata dai dati di bilancio. Una crescita sulla cui appropriatezza è giusto anche, certamente, riflettere: se ci siamo mossi nella direzione giusta, o se occorre invece ‘aggiustare il tiro’. Un risultato certamente importante è stato l’accreditamento come Agenzia forma-
tiva, che ha aggiunto valore al marchio Anci Toscana, oltre ad aprire una serie di ulteriori opportunità. Quali le criticità e le delusioni che ti sei trovato ad affrontare? Ci sono state certamente alcune occasioni che non siamo stati in grado di cogliere. Allo stesso modo ci sono stati dei progetti su cui abbiamo puntato molto, ma che contrariamente alle nostre attese e all’entusiasmo iniziale, non hanno invece decollato. Bisogna ammettere qualcosa è mancato anche capacità di stimolare e incentivare la partecipazione alle riunioni, alle iniziative, da parte del personale politico. Su questo aspetto si sta cercando di intervenire attraverso nuovi strumenti di contatto. con gli amministratori.
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REGIONE TOSCANA
Affrontare le sfide mettendo al centro sussidiarietà e adeguatezza Intervista a Vittorio Bugli, assessore ai Rapporti con gli enti locali della Regione Toscana
della capacità di intervento regionale in materia di patto di stabilità così da attribuire definitivamente alle regioni la responsabilità di coordinare appieno la finanza pubblica dei loro territori. Anche nella partita dei debiti della pa, la Regione sta giocando da protagonista. Abbiamo anticipato 850 milioni per il pagamento dei fornitori Asl e 95 milioni per il resto, almeno i due terzi dei quali sono andati agli enti locali e quindi ai loro fornitori.
Costituzione delle Unioni e fusioni di comuni e superamento delle Province: in questi ultimi anni la collaborazione tra Anci Toscana e Regione Toscana in materia di riorganizzazione dell’architettura istituzionale regionale è stata particolarmente intensa, anche attraverso incontri sui territori. Quali sono le prossime sfide? Ce ne sono molte e tutte di grande importanza. Stiamo contrattando con il governo nel percorso di attuazione della legge Delrio, e ci auguriamo che questa diventi l’occasione per una revisione delle funzioni davvero utile per i cittadini e le imprese. Sarà questo il momento in cui anche la Toscana aprirà un confronto concreto sul territorio con tutti i livelli istituzionali coinvolti, in primis i comuni, e sono convinto che possiamo
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guardare a questa fase con ottimismo, avendo la nostra regione una storia importante e una solida tradizione positiva che ora potremo analizzare e verificare nel merito per migliorarla ulteriormente. Non serve una divisione tra le istituzioni, ma una forte collaborazione che guardi al merito delle cose. Dobbiamo affrontare questa sfida mettendo al centro il criterio costituzionale della sussidiarietà e adeguatezza, consapevoli che la Regione ha delegato moltissime materie agli enti locali e pertanto siamo in grado più di altri di vedere concretamente cosa ha funzionato e cosa meno puntando al miglioramento e alla semplificazione di quello che c’è da fare, e non all’accaparramento di funzioni pur che siano e non si sa bene per cosa.
Patto di stabilità territoriale, sblocco dei debiti della Pa: in che maniera la Regione è intervenuta e potrà intervenire in futuro per dare ossigeno agli enti locali e alle imprese che con essi lavorano e contribuire al rilancio dell’economia? La Regione è intervenuta sin dal 2009 a sostegno degli enti locali toscani accettando di ridurre in maniera consistente i propri spazi di spesa e ridistribuirli alle amministrazioni locali. Nell’anno in corso abbiamo ceduto spazio per circa 90 milioni di euro e contiamo che l’applicazione ad ottobre prossimo del meccanismo di patto orizzontale consenta di liberare ulteriori risorse. Per il futuro l’attesa e più volte rinviata attuazione del patto di stabilità integrato dovrebbe costituire un svolta decisiva nel rafforzamento ulteriore del ruolo e
Con la riforma della Pa il personale della pubblica amministrazione è chiamato sempre più a sapersi fare interprete del cambiamento. Per questo occorrono una crescente qualificazione ed aggiornamento su materie che toccano più settori. Anci Toscana e Regione Toscana hanno già intrapreso iniziative comuni in questa direzione, come potrebbe ulteriormente essere incrementata questa collaborazione? Eh, bisogna assolutamente innovare! La Regione negli anni si è dotata di tanti strumenti e li mette a disposizione per la costruzione di un sistema regionale da gestire insieme agli enti locali per la gestione delle gare, per i pagamenti con fattura elettronica, per la gestione dei tributi dalla a alla z, per avere un datacenter unico, per la diffusione degli open data, per la partecipazione, per la gestione dei Suap, per la formazione del personale. Senza questo non si fa snellimento burocratico. Innovare la pa oggi significa puntare soprattutto sulle nuove tecnologie e formare i dipendenti in questo senso per aumentare l’accessibilità ai sistemi di e-government e facilitare le relazioni tra pubblica amministrazione, cittadini, liberi professionisti e imprese. Dobbiamo fare quello che hanno fatto o dovrebbero fare le medie imprese: investire sulle infrastrutture tecnologiche e farlo in modo serio, aggregato e non polverizzato.
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La voce degli STAKEHOLDERS
Tre domande a... Luciano Franchi, portavoce Forum Terzo Settore della Toscana
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Che opinione si è fatto del valore aggiunto che una realtà come Anci Toscana può fornire al contesto in cui opera? Avendo avuto la fortuna, in passato, di ricoprire la carica di Sindaco in un Comune della Provincia di Pisa ho avuto la possibilità di osservare e di apprezzare l’attività svolta da ANCI Toscana da molti punti di vista ed anche per questo sono convinto che ANCI Toscana sia una vera risorsa non solo per gli Amministratori pubblici, non solo per gli Enti locali ma per tutta la comunità toscana in quanto luogo di condivisione di esperienze, di selezione di buone prassi, di individuazione e valutazione dei nuovi bisogni della comunità ma soprattutto di elaborazione di strategie per dare risposte concrete ai cittadini. Sarebbe un errore valutare l’importanza di ANCI Toscana solo in un’ottica di service verso gli amministratori locali, ANCI Toscana è un grande veicolo di conoscenza e di rappresentazione dell’attività dei Comuni, di costruzione di percorsi di innovazione e di rafforzamento dei rapporti di fiducia tra cittadini e istituzioni ed infatti non è possibile stabilire una graduatoria di importanza tra tutte queste chiavi di lettura dell’attività di ANCI Toscana proprio perché complementari, sinergiche e indispensabili anche per gli stakeholder.
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In quali aree di attività ritiene che potrebbero svilupparsi opportunità di collaborazione future tra la vostra realtà e Anci Toscana? Il Terzo Settore ed i Comuni sono copratogonisti sul territorio in tantissime attività ed è importante creare le condizioni per un dialogo sempre più efficace, per un confronto critico e costruttivo sulle risposte realizzate fino ad oggi ai bisogni emergenti dal territorio. I cambiamenti in corso, le risorse limitate a disposizione ci impongono di riflettere su come abbiamo operato fino ad oggi, di ridefinire priorità e strumenti di risposta ai bisogni in un continuo lavoro di riprogettazione e di ricerca di appropriatezza ed efficacia delle attività ed è proprio su questo piano che possiamo trovare interessantissimi momenti di lavoro comune andando a condividere studi e ricerche e percorsi formativi al fine di creare un quadro condiviso di conoscenza dei bisogni e della efficacia delle risposte odierne.
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Nel corso del 2013 e del 2014 Anci Toscana ha svolto le prime attività come Agenzia formativa. La conosce? Ritiene che possano esserci spazi di collaborazione tra questa e la sua realtà ? Conosco l’attività dell’Agenzia formativa di ANCI Toscana è la ritengo una risorsa strategica non solo per ANCI e penso che possa essere uno dei temi su cui sviluppare future collaborazioni. Il Terzo Settore ha maturato importanti esperienze su questo tema sia a livello locale sia a livello nazionale per cui siamo fortemente interessati a conoscere meglio e ad utilizzare servizi e percorsi formativi realizzati da ANCI Toscana tramite la propria Agenzia formativa. Se vogliamo veramente fare rete dobbiamo cominciare proprio dalla formazione nella creazione di percorsi comuni di crescita.
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La voce degli stake holder
Tre domande a... Stefano Morandi Vicepresidente di Unioncamere Toscana
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Che opinione si è fatto del valore aggiunto che una realtà come Anci Toscana può fornire al contesto in cui opera? Anci Toscana, nel corso della sua ultra trentennale storia, ha saputo dare testimonianza attraverso le iniziative attuate sul territorio a supporto degli enti locali, di quanto può offrire per lo sviluppo di centri di competenza locali e regionale sulle molte e complesse attività che i Comuni devono svolgere. La sola attività di coordinamento, per quanto difficile, rappresenta di per sé un grande valore aggiunto, per l’efficacia, efficienza ed economicità, cioè per i principi su cui si basa l’azione amministrativa. Fondamentale è anche l’azione politica verso le istituzione di livello superiore (Regioni e Stato), vista la configurazione che si va delineando.
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In quali aree di attività ritiene che potrebbero svilupparsi opportunità di collaborazione future tra la vostra realtà e Anci Toscana? Se ci penso mi viene subito in mente che potrebbe essere il caso di effettuare un’analisi sui Comuni toscani per disporre di un quadro conoscitivo il più possibile organico e completo sotto il profilo politico istituzionale e socio-economico. Per le politiche promozionali dei territori, sarebbe un grande valore aggiunto. Un altro tema che poi ci accomuna è quello relativo alla conciliazione sul quale potremo trovare interessanti sinergie e capillarità del servizio. Penso poi all’elaborazione delle politiche regionali e locali in funzione anche del contesto economico politico e sociale che stiamo vivendo. Stiamo inoltre sviluppando relazioni sinergiche più strette per un miglioramento degli Sportelli Unici per le Attività Produttive dei Comuni. Infatti insieme alla Regione Toscana, il Sistema camerale sta sviluppando il collegamento agli applicativi comunali per la gestione dei SUAP, nel caso di SCIA contestuale a COMUNICA, e per il passaggio dei dati delle imprese tra il SUAP ed il Repertorio Economico Amministrativo al fine della creazione del fascicolo aziendale. Due collegamenti fondamentali per sfruttare appieno le sinergie tra i sistemi informativi delle Camere di Commercio e quelli degli Sportelli Unici nell’ambito della creazione di nuove imprese.
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Nel corso del 2013 e del 2014 Anci Toscana ha svolto le prime attività come Agenzia formativa. La conosce? Ritiene che possano esserci spazi di collaborazione tra questa e la sua realtà ? Sono a conoscenza del fatto che ANCI Toscana ha realizzato una struttura specifica per mettere a sistema i processi della formazione destinata al personale della Pa locale, anche se ancora non abbiamo avuto modo di apprezzarne le qualità. Abbiamo invece utilizzato altre strutture del sistema degli Enti Locai per fare formazione al personale camerale, con ottimi risultati in termini di soddisfazione da parte dei partecipanti. Molte tematiche tra Enti locali e Camere di Commercio sono comuni e questo ci deve spingere ad una sempre maggiora collaborazione istituzionale. Perché non partiamo da iniziative che riguardano ad esempio i consumi privati ? In un periodo come quello attuale di andamenti sempre negativi, far qualcosa per il rilancio dei consumi sarebbe strategico per le nostre imprese e per i nostri territori.
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APP Anci Toscana Il sito web i_sindaci è stato realizzato per intensificare la partecipazione dei soci nelle attività dell’Associazione, affinché sia possibile condurre al meglio le attività di concertazione e rappresentanza istituzionale. Il progetto, per facilitare e favorire la partecipazione di tutti, si è concretizzato attraverso la realizzazione di una piattaforma intuitiva e dall’accesso immediato, attraverso la quale, con tre semplici azioni, è oggi possibile contribuire attivamente a rafforzare il peso istituzionale dell’associazione. I sindaci vengono direttamente coinvolti in occasione dell’apertura di una nuova discussione tramite invito mail. DOCUMENTATI: apri la sezione “Documentati” per consultare i materiali scelti per introdurre l’argomento di discussione; VOTA: clicca su “Vota” e compila in pochi semplici passi il modulo online per inviarci il tuo punto di vista; SEGNALA UNA NECESSITÀ: sottoponi all’Associazione le tue priorità e i prossimi argomenti da affrontare.
Anci Toscana, in collaborazione con lo studio di Comunicazione “Senza Filtro”, ha realizzato una “App”, ora disponibile negli store Apple e Android. Scaricandola, sarà possibile aggiornarsi in tempo reale sulle attività e le notizie di interesse presentate dall’Associazione ai soci, calendarizzare gli appuntamenti e le opportunità formative offerte sul proprio dispositivo mobile, condividere news e comunicazioni di interesse con un solo gesto in qualunque momento.
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VERSO IL CONGRESSO
Pubblicato il primo Bilancio sociale di mandato dell’Anci Toscana a cura di Filippo Frangioni
In occasione della quattordicesima Assemblea congressuale dell’Associazione dei Comuni toscani è stato redatto il primo bilancio sociale di mandato dell’Associazione. La pubblicazione si propone di raccontare ciò che è divenuta l’Associazione nel corso di questi ultimi anni e allo stesso tempo di indicare le principali sfide che il mondo dei comuni dovrà affrontare nei prossimi anni. Si tratta, quindi, di un documento aperto, rivolto alla discussione congressuale, per sua stessa natura, collocato in uno spazio intermedio fra le analisi del passato e le prospettive del futuro. l’orientamento del formato, per così indicare il carattere originale del testo e proporre una nuova angolazione di lettura, un nuovo punto di osservazione, un movimento modulato su una dimensione temporale più ampia rispetto al limite annuale della rendicontazione delle attività. Il testo è suddiviso in tre macrofunzioni: M1 DIMENSIONE POLITICA, M2 AGENZIA DI SERVIZI, M3 I PRINCIPI GUIDA. Pubblichiamo qui alcuni estratti della macrofunzione M1 DIMENSIONE POLITICA, rimandando al sito di Anci Toscana per una lettura completa del documento. La concertazione come modello di governance regionale Il Tavolo istituzionale è stato disciplinato con un protocollo d’intesa del 6 febbraio 2006. In tale contesto, Anci Toscana svolge la sua funzione di rappresentanza degli interessi dei Comuni, insieme alle altre associazioni delle autonomie locali. La concertazione rappresenta il principale strumento di governance regionale della Toscana, ma negli ultimi anni sono apparsi sempre più evidenti i suoi limiti; il suo significato politico è stato ridimensionato secondo un doppio movimento: da un lato, il procedimento concertativo, così come è stato concepito e definito dal protocollo d’intesa del 2006, non è più al passo con i tempi e appare inadeguato alla costruzione di
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un effettivo sistema di raccordo fra Regione e Enti locali; da un altro lato, il funzionamento di tale strumento è stato indebolito nella pratica di governo, piuttosto che nella concettualizzazione del sistema. Nei diversi ambiti del processo decisionale, Anci Toscana ha portato il suo contributo, permettendo a tutti gli attori coinvolti di ottenere maggiori informazioni sulle applicazioni concrete delle linee politiche e dei singoli provvedimenti e aumentando, inoltre, il grado complessivo di conoscenza e responsabilità. Anci Toscana ha svolto questi compiti, anche perchè è accreditata nel registro dei gruppi di interesse, riconosciuti dalla legge regionale n. 5 del 18 gennaio 2002. Tali risultati sono il prodotto di un intenso lavoro al servizio dei Comuni, ma anche il frutto di una condizione di necessità. L’Associazione si è dovuta adattare ad un processo di progressivo indebolimento del sistema concertativo, nella sua dimensione più formalizzata. Ha dovuto sviluppare, quindi, altre modalità di carattere informale, divenire più flessibile per poter assolvere a pieno alla proprio funzione di rappresentanza degli interessi dei Comuni. LA RIFORMA DEL SISTEMA DI CONCERTAZIONE Sono le amministrazioni comunali, infatti, le principali interpreti delle linee politiche regionali; soltanto attraverso i Comuni, le decisioni della Regione possono divenire realtà. La concertazione interistituzionale non è, quindi, un ostacolo da superare per completare il processo decisionale, né tanto meno un motivo per rendere quest’ultimo più faticoso; al contrario, è il luogo in cui dare sostanza alle politiche di governo. È ormai necessario stabilire nuove regole del gioco, partendo dall’ovvio riconoscimento di un dato di fatto: il gruppo dirigente del nuovo sistema istituzionale infraregionale proviene dai Comuni; ai Sindaci, in particolare, sarà richiesto un
grande impegno, in primo luogo di carattere politico e strategico. L’ANCI, inoltre, diverrà fra breve tempo l’unica Associazione delle autonomie, il riferimento politico-istituzionale dei Comuni e degli enti di derivazione comunale. RIFORMA DELRIO La centralità dei Comuni in tale passaggio è di assoluta evidenza. I Sindaci e i consiglieri comunali dovranno governare una parte rilevante di questa fase di transizione. Per questo motivo, sarà necessario ridefinire la divisione dei compiti fra Regione e Comuni; per stabilire così le diverse funzioni di una strategia di sistema, i diversi ruoli di un gioco comune. Se alle Regioni spetteranno le prerogative legislative, nonché gli strumenti di alta programmazione, da sviluppare insieme alle autonomie locali, ai Comuni, com’è ovvio, dovranno essere affidate esclusivamente in modo chiaro e preciso tutte le funzioni amministrative. Attraverso le Unioni comunali, sarà possibile gestire i compiti dei Comuni e quelli che fino ad oggi erano assegnati alle Province. IL MODELLO ANCI TOSCANA Abbiamo cercato di sviluppare una politica connettiva e collaborativa, per dare più voce ai Comuni toscani, per rafforzare il sistema delle autonomie locali della nostra regione. Siamo cresciuti molto, per poter trovare soluzioni ai problemi dei Comuni, per divenire sempre più utili e autorevoli. Abbiamo lavorato in modo assiduo, intenso e appassionato, creando un nostro specifico modello di Associazione regionale dei Comuni: una nostra idea di rappresentanza. Lo abbiamo fatto, ritenendo che questa sia la formula più corretta per affrontare le responsabilità del futuro e, al tempo stesso, lo schema che più si adatta alle particolarità del nostro territorio; il modo migliore per sviluppare le potenzialità del sistema delle
autonomie locali toscane. E tuttavia non intendiamo certo affermare che la storia di Anci Toscana costituisce un modello, in quanto esempio da seguire e imitare. Il nostro profilo associativo ha caratteri talmente specifici e originali che il modello che abbiamo costruito non determina una esperienza esemplare, ma una forma particolare di rappresentanza degli interessi dei Comuni. La via che abbiamo scelto di seguire, per valorizzare l’Associazione dei Comuni, è stata, comunque, definita sulla base della necessità di rispondere ai processi di cambiamento. I Comuni saranno portati al centro del nuovo sistema e la loro tradizionale funzione di rappresentanti delle comunità locali sarà valorizzata. Giunti a questo punto, dopo aver raccontato, seppur in sintesi, l’orizzonte politico e amministrativo che ci troveremo davanti, dobbiamo cominciare a interrogare noi stessi. Dobbiamo cercare di capire se l’Associazione dei Comuni toscani è preparata ad affrontare la nuova sfida. Quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione? In quale modo intendiamo utilizzarli? È appropriata questa modalità di interpretare i compiti e le funzioni che spettano ad una Associazione regionale di Comuni? Le nostre attività sono sempre state caratterizzate da uno specifico metodo di lavoro. Ogni decisione strategica è definita sulla base di una pratica costante di programmazione e rendicontazione delle attività svolte. La pianificazione di medio e lungo periodo è garanzia della continuità della progettazione, della condivisione delle scelte, della possibilità di verificare e valutare nel tempo le strategie elaborate, lasciando, tuttavia, uno spazio di flessibilità, necessario per affrontare ciò che non potevamo prevedere. In quello spazio intermedio fra capacità di guardare al futuro, possibilità di analizzare il passato e volontà di operare nel presente risiede uno degli elementi di forza della nostra Associazione.
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I COMUNI TOSCANI VERSO IL CONGRESSO
Il primo Atlante dei comuni toscani È stato presentato lunedì 8 settembre a Firenze, alla presenza del responsabile dipartimento Economia di IFEL Walter Tortorella il primo Atlante dei comuni toscani. La pubblicazione, promossa da Anci Toscana e IFEL Fondazione ANCI, si propone di sintetizzare per la prima volta le principali variabili demografiche sociali economiche territoriali ed istituzionali dei comuni toscani. Qui sotto riportiamo una sintesi dei principali dati contenuti nell’Atlante.
Indice di dipendenza demografica. Nei comuni toscani l’indice di dipendenza demografica (rapporto tra popolazione in età non attiva e quella attiva) evidenzia uno squilibrio generazionale (58,9% vs la media Italia del 54,2%). A soffrire del maggiore carico sociale i comuni fino a 2.000 cittadini (66,4%).
Tutti i dati Numerosità dei comuni. Nel 2013, in 6 mesi, i comuni toscani sono passati da 287 a 280 per via di fusioni intercomunali. Dalla fusione di 7 coppie di amministrazioni comunali sono stati creati 7 nuovi comuni: Figline e Incisa Valdarno, Castelfranco Piandiscò, Fabbriche di Vergemoli, Scarperia e San Piero, Casciana Terme Lari, Crespina Lorenzana e Pratovecchio Stia. Popolazione. Nei comuni toscani vivono, al 1 gennaio 2014, 3.750.511 abitanti, il 6,2% della popolazione del Paese. Il comune più popoloso è Firenze, con 377.207 cittadini, mentre il più piccolo è Capraia Isola (LI), con i suoi 413 residenti.
che la minore densità abitativa (50 ab./kmq). Al contrario i comuni della provincia di Prato si distinguono per l’elevata densità abitativa (692 ab./kmq) e la minore superficie in kmq (366).
Estensione territoriale e densità abitativa. L’estensione territoriale maggiore si rileva in corrispondenza dei comuni della provincia di Grosseto (4.503 kmq), che registrano an-
Incremento naturale. Nel corso dell’ultimo anno i comuni toscani hanno fatto registrare un decremento naturale: ciò significa che il numero dei decessi ha superato il nume-
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ro delle nascite avvenute in tutto il 2013. Si tratta per l’esattezza di uno scarto di 3,39 ogni 1.000 abitanti. I comuni della provincia di Massa Carrara (-6,66), Grosseto (-5,61), Livorno (-4,83) e Lucca (-4,38) sono quelli che si caratterizzano per i decrementi naturali più spiccati, mentre vi è quasi un equilibrio tra nascite e morti nei comuni pratesi.
Popolazione straniera residente. Negli ultimi 10 anni (2004-2014) la popolazione dei comuni toscani è cresciuta grazie agli stranieri: quest’ultimi sono aumentati ad un tasso del 135%, mentre gli italiani sono diminuiti del -1,1%. Firenze è il comune toscano con il maggior numero di residenti stranieri (55.339), seguito dal comune di Prato, con 34.133 individui. Al contrario l’amministrazione comunale che conta il minor numero di stranieri è Careggine (LU), con 12 persone. Nei comuni toscani si rileva un’incidenza di stranieri sul totale dei residenti pari al 10,3%, dato superiore alla media nazionale (8,1%) di oltre 2 punti percentuali. I comuni della provincia di Prato si distinguono dalle altre realtà comunali per l’incidenza di stranieri più elevata, pari al 15,8%, quasi il doppio della media Italia (8,1%), nonché per la percentuale di nati da stranieri sul totale dei nati, pari al 35,1%. Specializzazione economica. In Toscana il 48,8% dei territori comunali è specializzato nel settore primario, il 41,5% nel settore secondario e il restante 9,8% nel terziario. Tutti i comuni del pratese risultano specializzati nell’industria.
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Il primo Atlante dei comuni toscani
I COMUNI TOSCANI VERSO IL CONGRESSO
Segue da pag. 11 Nati-mortalità e incremento delle imprese. Al 31 dicembre 2012 si contano 363.410 imprese attive nei comuni toscani, il 6,9% di quelle attive in tutto il Paese. Tuttavia a livello regionale il tasso di incremento delle imprese (differenza tra imprese iscritte e cessate ogni 100 attive) è pari al -0,36%, con picchi nei comuni della provincia di Grosseto (-1,42%) e di Lucca (-1,61%). Reddito imponibile. Il reddito imponibile ai fini dell’addizionale comunale IRPEF nei comuni toscani, all’anno d’imposta 2012, è di 23,29 mila euro per contribuente. Gli unici due comuni a superare la quota dei 30.000 euro per dichiarante sono Lajatico (PI), con 32,57 mila euro e Forte dei Marmi (LU), con 31,90 mila euro. Il comune con il reddito medio più contenuto è Sorano (GR), con 16,56 mila euro. Gettito IMU. Il gettito IMU dei comuni toscani nel 2012 si è attestato ad una cifra superiore a 1,7 miliardi di euro, pari al 7,3% del gettito complessivo dei comuni italiani. Il comune che ha registrato il maggiore importo medio dei versamenti è Forte dei Marmi (LU), con 1.024 euro, seguito da Siena (827 euro) e Firenze (694 euro). Finanza. Nei comuni toscani il livello di spesa pro capite in conto capitale più elevata si registra nei comuni con meno di 2.000 abitanti (559 euro).
scani ha un livello di attenzione per rischio frane molto elevato. Siti d’Importanza Comunitaria. Il 71,8% dei comuni toscani ospita sul proprio territorio un Sito d’Importanza Comunitaria: si tratta di un dato molto elevato rispetto alla media nazionale che si attesta al 51,2%. Turismo. Chianciano Terme (SI) è il comune toscano con il maggior numero di posti letto alberghieri ogni 1.000 abitanti (1.805). Pienza (SI) è il comune toscano con il maggior numero di posti letto in agriturismi ogni 1.000 abitanti (544). DEA. Il 12,5% dei comuni toscani ha nel proprio territorio un Dipartimento di Emergenza e Accettazione: il dato è 3 volte superiore alla media nazionale (4,3%). Unioni di comuni. Sono 26 le Unioni di comuni toscane, alle quali aderisce il 55% dei comuni della regione. Sindaci. Il 16,8% dei sindaci in carica nei comuni toscani è donna, un dato superiore rispetto alla media Italia (13,4%). L’incidenza più elevata di sindaci donna si rileva nei comuni della provincia di Grosseto (25%). L’incidenza di giovani sindaci (under 36) nei comuni toscani è pari al 9,3%, dato doppio rispetto alla media Paese (4,6%). L’incidenza più elevata di giovani sindaci si rileva nei comuni della provincia di Pisa (16,7%).
Rischio frane. Il 61,7% dei comuni to-
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