A U T O N O M I A & A U T O N O M I E m e n s i l e d e l l e a u t o n o m i e d e l l a To s c a n a - A n n o X I X n . 1 1 d i c e m b re 2 0 1 1
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Il Sistema Toscano dei servizi per le imprese è, oggi, una delle realtà piÚ efficienti nel panorama italiano. Ma per metterlo a regime ci sono ancora alcuni passi da compiere. Il punto di vista delle istituzioni e delle imprese
In questo numero E@sy. E Carrara “cade nella rete” Guirardo Vitale
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Sporvic: la comunità del riuso diventa un modello Michele Parenti
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La via dei coordinamenti provinciali
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Arezzo tra i primi a credere nella condivisione Marinella Giannini
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Con Jesyre avviare un’attività è più facile Gianluca Frassinetti
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DALLE AUTONOMIE
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Aut&Aut va sul web Marcello Bucci
Norme edilizie più semplici con la 40/2011 DG Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità - Regione Toscana
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PERCORSI DI CITTADINANZA
Il supporto tecnologico degli Sportelli Raffaella Tommaso
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“L’Italia sono anch’io!” Luca Menesini
La rete dei SUAP a servizio della sanità DG Diritti di cittadinanza e Coesione Sociale - Regione Toscana
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Un unico interlocutore per le autorizzazioni ambientali DG Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità - Regione Toscana
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Cosa succede nei comuni
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A Firenze un Suap interdirezionale Fabio Cacioli Livorno segue la strada del riuso Graziella Launaro
EDITORIALE La manovra “Salva Italia” affossa il ruolo dei Comuni Alessandro Cosimi
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DALL’ANCI TOSCANA Monica Mani
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I Suap? Un motore di sviluppo SUAP: un salto di qualità per la Toscana Alessandro Pesci
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Un sistema di regole uniforme per pratiche più snelle Laura Castellani
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Con i SUAP fare impresa diventa più semplice Enrico Ciabatti
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Il tavolo tecnico regionale: risultati e prospettive Piero Rubbioli
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Le proposte di legge
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Delrio: cambiare la legge per promuovere i diritti Sara Denevi
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Il perché di una firma Gianluca Mengozzi
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Rete G2: non chiamateci immigrati Guendalina Barchielli
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Pontassieve aderisce alla campagna e mette in mostra i “Corpi migranti” 30 Guendalina Barchielli
Un sistema è una totalità nella quale diverse parti sono in relazione reciproca; nessuna di queste può mancare, pena l’annullamento del carattere del sistema. Konrad Lorenz
Anno XIX numero n. 11 dicembre 2011 Reg. Trib. di Prato nr. 180 del 8/7/1991. Editore: Aut&Aut Associazione Proprietà: Anci Toscana Direttore responsabile: Marcello Bucci Direttore editoriale: Alessandro Pesci Collegio di garanzia: Alessandro Cosimi, Luca Lunardini, Sabrina Sergio Gori, Angelo Andrea Zubbani Redazione: Comunica Viale Giovine Italia, 17 - 50122 Firenze tel. 055 2645261 - fax. 055 2645277 - email: redazione@comunica-online.com Caporedattore: Olivia Bongianni In redazione: Guendalina Barchielli, Mariarita Boscarato, Maria Teresa Capecchi, Sara Denevi, Monica Mani, Hilde March, Margherita Mellini Collaboratori: Enzo Chioini Segreteria di redazione: Tiziana Tropea Grafica e impaginazione: Osman Hallulli Pubblicità: Comunica Viale Giovine Italia, 17 - 50122 Firenze Tel. 055.2645261 - fax 055.2645277 - email: info@comunica-online.com Stampa: Litografia I.P. Anci Toscana Viale Giovine Italia, 17 - 50122 Firenze Tel 055 2477490 - Fax 055 2260538 posta@ancitoscana.it - www.ancitoscana.it Per quanto riguarda i diritti di riproduzione, l’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte.
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Editoriale
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on metterò certo in discussione la drammaticità del momento e la necessità di misure straordinarie, ma non nascondo lo scarso entusiasmo per i provvedimenti del Governo Monti. In particolare, riguardo agli enti locali, l’ulteriore taglio di 1,5 miliardi ai comuni e la conferma del Patto di Stabilità, ci mettono letteralmente in ginocchio. Anche l’anticipazione al 2012 dell’Imu non risponde alle nostre aspettative, visti i termini con i quali questa imposta sarà applicata. Se ad essa aggiungiamo l’aumento degli estimi catastali per tutti, la possibilità di aumentare la quota locale dell’Irpef, l’aumento dell’Irpef per le Regioni (per compensare la riduzione Irap e le necessità di sanità e trasporti), l’aumento delle accise sui carburanti, l’aumento dell’Iva al 21% e quello previsto per il prossimo anno, ci troviamo a dover considerare seriamente questa manovra come fortemente a rischio di effetti depressivi e in grado di annullare il ruolo dei comuni come motore dello sviluppo locale. Possiamo poi definire “in coma” il Federalismo fiscale. Il percorso avviato con la legge 42, prevedeva,correttamente, in primo luogo la necessità di definire i ruoli e le funzioni di ciascun livello degli enti locali. Da qui partiva poi tutto il lavoro per definire i fabbisogni e i costi standard. A quel punto si sarebbe dovuto indicare come e dove trovare le risorse per coprire “costi e fabbisogni”. Il tutto tenendo presente le diverse condizioni delle aree del Paese, a ciò deputando il Fondo perequativo che, dal livello centrale, avrebbe dovuto compensare queste diversità. Con la manovra “Salva Italia” questa impostazione è stata completamente annullata, ribaltando le priorità e cancellando il federalismo, assegnando ai sindaci il ruolo di esattori dello Stato. Infatti i provvedimenti partono dall’obiettivo del pareggio di bilancio dello Stato e utilizzano gli strumenti individuati a questo scopo: l’attribuzione delle risorse ai Comuni risulta quindi solo apparente, perlomeno nell’immediato. Basti pensare all’Imu: il ripristino della tassazione prima casa, che copre quanto già lo Stato girava ai Comuni dopo la scellerata abolizione totale di questa imposta e che, ovviamente, non assegnerà più. L’estensione alla prima casa, accompagnata
dalla revisione della base imponibile, alimenta un incremento del gettito di oltre 11 miliardi, compensato da un riversamento all’Amministrazione centrale di 9 miliardi (ossia il 50% del gettito Imu sugli immobili diversi dall’abitazione principale) e da un taglio dei trasferimenti al Fondo di riequilibrio per 2 miliardi. Quali proiezioni per la Toscana? Ipotizzando aliquote e detrazioni pari a quelle standard, oltre a una rivalutazione della rendita catastale del 60%, secondo le stime elaborate da Irpet, le novità introdotte dalla manovra sull’Imu produrranno per la Toscana un gettito di circa 1,45 miliardi di euro: 270 provengono dalla prima casa (19%), mentre i restanti 1.188 (81%) dagli altri immobili. Tuttavia, sottraendo al gettito complessivo sia quanto fino ad oggi assicurato dai trasferimenti compensativi Ici (per la Toscana pari a 753 milioni di euro), sia la componente del gettito destinata alle casse dell’erario (ossia il 50% delle risorse ricavate dai fabbricati diversi dalla prima casa, che per la Toscana si tramuta in 594 milioni di euro), in definitiva resterebbero ai comuni toscani soltanto 159 milioni, ai quali però bisognerebbe sottrarre le relative perdite, sotto forma di perequazione, relative alla riduzione del Fondo sperimentale di riequilibrio. È bene poi ricordare
che la riduzione dei trasferimenti erariali per il 2012 passa da 169 a 267 milioni di euro, ossia altri 98 milioni di tagli a carico dei comuni con popolazione superiore ai 5.000 residenti. Dovremo spiegare molto chiaramente ai nostri cittadini il funzionamento delle nuove tasse locali, anche perché si abbineranno a una serie di altri prelievi che rischieranno concretamente di far scivolare verso il basso ampi strati di popolazione, che si rivolgeranno ai comuni richiedendo assistenza e servizi che noi non saremo in grado di dare. Le misure del nuovo Governo non restituiscono al comparto comunale gli strumenti e le risorse utili per un adeguato ed effettivo governo del territorio, non consentono alla fase di transizione verso il federalismo fiscale di ripartire con rinnovato slancio, vista la loro inconsistenza sul piano politico-istituzionale, non assegnano alcun ruolo ai comuni nello sviluppo economico del Paese e per la tenuta sociale della comunità nazionale. La battaglia dei comuni, pertanto, non può fermarsi! Consapevole di ciò, Anci Toscana propone l’avvio di una nuova stagione di protagonismo politico-istituzionale dei comuni coinvolgendo le organizzazioni sindacali, la Regione Toscana, i cittadini, per condividere analisi, percorsi e atti fondamentali delle politiche comunali.
La manovra “Salva Italia” affossa il ruolo dei Comuni Alessandro Cosimi presidente di Anci Toscana
Il federalismo fiscale “in coma”, gli enti locali che rischiano di ridursi al ruolo di esattori dello Stato. Tra nuovi tagli e imposte – come l’Imu – solo apparentemente attribuite ai comuni, cosa ci aspetta per il 2012? I perché della necessità di un ruolo attivo di Anci Toscana nella difesa dell’autonomia dei comuni 3
Dall’anci toscana A cura di Monica Mani
Guida Anci per l’Amministrazione locale
È già in distribuzione la “Guida ANCI per l’Amministrazione Locale 2012”, diretta da Franco Pizzetti, Angelo Rughetti, Veronica Nicotra e Maurizio Delfino, a cui è collegato anche il supplemento speciale “Le leggi regionali ed il governo degli enti locali in Toscana”, a cura di Alberto Chellini e Alessandro Pesci con la collaborazione del Consiglio regionale della Toscana, che fornisce per la prima volta un autorevole commento alle diverse discipline oggetto della legislazione della Regione. L’obiettivo principale di questo
Piano di attività 2012
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’Assemblea regionale degli enti associati che si è riunita il 19 dicembre a Firenze ha approvato l’Aggiornamento 2012 al Piano di attività 20102014 e il Bilancio di previsione 2012 dell’Anci Toscana. Per quanto riguarda in particolare l’Aggiornamento al Piano di attività, quest’anno si è voluta dare al Piano una struttura nuova, secondo una logica che prende le mosse dall’attività di analisi delle questioni d’interesse dei comuni, passa dalla descrizione dei servizi offerti e approda in un breve commento sullo stato e le prospettive della prossima azione di rappresentanza politico-istituzionale. Questa impostazione è finalizzata non soltanto alla programmazione del lavoro della struttura operativa, ma si propone anche di condividere l’attività dell’Associazione con tutti i soci con chiarezza e trasparenza. Entrambi i documenti sono disponibili nella sezione Assemblee del sito.
Telefonia mobile
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in continua crescita, anche alla luce delle avvenute sentenze favorevoli delle rispettive Commissioni tributarie provinciali, il numero dei comuni toscani che hanno aderito all’azione giurisdizionale, promossa da Anci Toscana tramite uno studio legale di propria fiducia, per il recupero della tassa di concessione governativa sulla telefonia mobile in abbonamento, non più dovuta a seguito dell’entrata in vigore del Nuovo Codice delle Comunicazioni (Dlgs 259/2003). Sono 95 ad oggi i comuni toscani che hanno aderito. Tra questi, 9 sono quelli per cui si è già avuta una sentenza definitiva, corrispondente a un totale di 189 apparecchi e ad un importo recuperato di oltre 93mila euro. Sono 43 i comuni per i quali invece la pratica è a buon punto (dato che corrisponde a 1235 apparecchi) per una stima dell’importo da recuperare pari a oltre 832mila euro. Tutte le informazioni su come aderire all’iniziativa sono disponibili sul sito di Anci Toscana nella sezione Attività di supporto ai Comuni.
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primo supplemento toscano è quello di supportare amministratori e dirigenti nella complessa attività quotidiana di interpretazione ed applicazione della disciplina vigente, attraverso il lavoro di un pool di 64 autori. L’opera conta 608 pagine, ed è organizzata in 7 Aree tematiche: Affari istituzionali; Tutela della salute, Cultura e Turismo; Agricoltura e Foreste; Territorio e Ambiente; Attività produttive; Infrastrutture e Trasporti. Le informazioni sulle modalità di acquisto sono disponibili sul sito di Anci Toscana.
Società dell’informazione e della conoscenza
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nci Toscana e Regione Toscana hanno siglato un protocollo d’intesa per il coordinamento delle iniziative sui settori dell’innovazione tecnologica e organizzativa finalizzati allo sviluppo della Società dell’Informazione e della conoscenza. “Anci Toscana lavora da sempre per sostenere le amministrazioni locali nei processi di innovazione afferma il presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi -. Rinnoviamo un’intesa già siglata con la Regione Toscana per sviluppare iniziative congiunte nei settori dell’innovazione tecnologica e organizzativa. L’obiettivo è anche quello di favorire la diffusione di competenze all’interno dei comuni toscani, accrescendo i livelli di conoscenza delle tematiche dell’innovazione e delle potenzialità informative ed operative sia per gli amministratori che per i dirigenti e funzionari degli enti locali”. Il protocollo è disponibile sul sito di Anci Toscana.
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XI Meeting formativo “Le finanziarie e gli enti locali”
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nalizzare i provvedimenti finanziari contenuti nel decreto “Salva Italia”, approfondirne gli effetti per i Comuni, condividere le prospettive politicoistituzionali e supportare le esigenze operative degli enti. È quanto si propone il XI Meeting formativo “Le finanziarie e gli enti locali” in programma a Viareggio il prossimo 18 gennaio. L’iniziativa si terrà presso il Versilia Congressi Principe di Piemonte. Interverranno, tra gli altri, Angelo Rughetti, segretario generale ANCI e Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno e presidente di Anci Toscana. Tutte le informazioni sulla partecipazione al Meeting sono disponibili sul sito di Anci Toscana.
Approvata la riforma del sistema toscano delle autonomie locali
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l Consiglio Regionale della Toscana ha approvato la legge “Norme sul sistema delle autonomie locali”, che dà il via a una fase nuova per gli assetti istituzionali della Toscana: “Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a ripetuti cambiamenti nella normativa nazionale e a svariate ipotesi di riordino in tema di assetti istituzionali, nati più sull’onda di esigenze di contenimento della spesa pubblica che da un effettivo disegno di riorganizzazione complessiva del sistema – afferma Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno e presidente di Anci Toscana -. In questo contesto la legge toscana sul riordino del sistema delle autonomie locali, della quale avevamo auspicato una rapida approvazione, offre ai comuni un quadro di maggiore chiarezza, assegnando loro la possibilità di gestire le proprie funzioni istituzionali, di scegliere la migliore organizzazione per la produzione dei servizi e di essere così interpreti dello sviluppo dei propri territori”.
IL PUNTO
I Suap? Un motore di sviluppo Anci Toscana, Regione e Unioncamere fanno il punto sul Sistema toscano per i servizi alle imprese. E poi risultati, criticità e sviluppi del Tavolo tecnico regionale e una panoramica di alcune esperienze significative, all'insegna della semplificazione e del riuso
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uesto numero di Aut&Aut si propone di tracciare un primo bilancio e individuare i possibili scenari e sviluppi futuri per il Sistema toscano per i servizi alle imprese, che trova la propria cornice - progettuale e normativa - nel Progetto SUAP, nella legge regionale 40/2009 e nel protocollo d’intesa siglato tra Regione Toscana, Anci Toscana e Unioncamere Toscana. Questi strumenti puntano a garantire l’uniformità a livello regionale dei procedimenti e consentire quindi alla nostra regione di presentarsi, dal punto di vista amministrativo, come un territorio con caratteristiche omogenee, valoriz-
zandone, in ultima analisi, la capacità di attrarre investimenti. Le caratteristiche del Sistema toscano, le sue opportunità e criticità attuali e i possibili sviluppi futuri, vengono affrontati in tre sezioni distinte della rivista. Nella prima parte del giornale viene data voce a rappresentanti dei tre soggetti firmatari del protocollo d’intesa del 18 novembre 2010, che ha portato tutti i SUAP toscani ad aderire al Sistema Regionale e ad ottenere l’accreditamento presso il Ministero. Il segretario di Anci Toscana Alessandro Pesci ripercorre il lavoro svolto dall’Associazione partendo dall’assunto che i Suap possano rappresentare sempre di più un importante
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motore di sviluppo per il sistema produttivo toscano. Laura Castellani (dirigente del settore Infrastrutture e tecnologie della Regione Toscana) ricorda come l’elemento sentito come necessario per l’operatività dei SUAP era che tutto il sistema degli enti che con essi dovevano interagire (Asl, Province/Ato/Arpat, Vigili del fuoco, Ispesl, enti statali) venisse coordinato, in modo da garantire alle imprese certezza di informazioni e rispetto dei tempi dei procedimenti, e pone l’accento sui sistemi regionali di supporto per gli enti locali, poi oggetto di una più specifica declinazione nella seconda parte del numero.
IL PUNTO
I Suap? Un motore di sviluppo Infine Enrico Ciabatti, segretario generale dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio della Toscana, focalizza l’attenzione sul ruolo delle Camere di commercio nel quadro del Sistema toscano per i servizi alle imprese. Come anticipato, nella seconda parte della rivista si scende maggiormente nello specifico del funzionamento del Sistema toscano dei servizi per le imprese. Innanzitutto viene analizzato il lavoro portato avanti dal Tavolo tecnico regionale (che rappresenta la comunità regionale dei SUAP, ed è composto da rappresentanti dei Comuni e dei territori e da rappresentanti delle Direzioni Regionali competenti) e i suoi risultati e sviluppi, non senza metterne in luce le criticità emerse fino ad ora. Per quanto riguarda le problematicità affrontate, si va dalle procedure troppo complicate ai i tempi troppo lunghi, alla necessità di presentarsi di persona e acquisire informazioni caso per caso. Questo compito è affidato a Piero Rubbioli, che del Tavolo Tecnico Regionale è il Coordinatore. Viene poi dato spazio alle varie Direzioni della Regione Toscana, che approfondiscono diversi aspetti: il supporto tecnologico del Sistema (ovvero i servizi telematici necessari affinché gli enti del territorio siano nelle migliori condizioni di erogare servizi qualificati all’impresa), la semplificazione delle norme edilizie (i punti chiave dopo la legge regionale 40/2011), la semplificazione delle norme ambientali (le questioni legate al rilascio delle autorizzazioni ambientali), la semplificazio-
ne delle norme igienico-sanitarie. Infine, nella terza parte della rivista, ampio spazio viene dedicato alle esperienze sul territorio: due sono affidate alla voce dei Coordinamenti provinciali: Gianluca Frassinetti, della Provincia di Grosseto, racconta quella del Coordinamento provinciale di Grosseto , mentre a Marinella Giannini, responsabile SUAP del Comune di Cortona, è affidato il compito di illustrare quella del Coordinamento provinciale di Arezzo. Fabio Cacioli (della Direzione Attività Economiche del Comune di Firenze) si sofferma ad analizzare l’esperienza del Comune di Firenze, che ha optato per un modello decentrato con la costituzione di un Suap interdirezionale di cui fanno parte le Direzioni Attività Economiche, Urbanistica-Edilizia, Sistemi Informativi, Ambiente, Sicurezza Sociale Servizi all’infanzia e Sport coordinate dal Segretario Generale. L’esperienza del Comune di Livorno viene illustrata da Graziella Launaro, che ne è vice Segretario generale nonché dirigente del Dipartimento Affari generali e che ricorda come il Comune si stia impegnando nel coordinamento del riuso della piattaforma AIDA, adottata da 134 enti toscani. Guirardo Vitale, dirigente del Settore Fiscalità Locale, Patrimonio, Informatica e Innovazione Tecnologica Comune di Carrara ripercorre le tappe del progetto “E@sy: cadi nella rete?!” nato nel 2004 e coordinato dal Comune di Carrara, a cui aderiscono 14 comuni della Pro-
vincia di Massa Carrara. Infine Michele Parenti, racconta l’esperienza della comunità Sporvic, nella sua veste di Coordinatore degli Sportelli Unici Integrati Comprensorio del cuoio (che raggruppa i Comuni
di Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli Valdarno, Santa Croce Sull’Arno, San Miniato, Santa Maria a Monte) e di responsabile del progetto.
Suap e piccoli Comuni: l’indagine Anci-DigitPa la percentuale più elevata in merito agli sportelli istituiti sul totale delle Unioni rispondenti. In base ai dati che emergono dall’indagine, le difficoltà maggiori che si riscontrano sul piano operativo dipendono soprattutto dalle insufficienti dotazioni tecnologiche (37,5%) e dallo scarso coordinamento con gli enti terzi (23,9%) per i Piccoli Comuni; mentre per le Unioni (29,4%) derivano soprattutto dalle difficoltà nel reperire risorse umane. Tra le cause che hanno portato i Comuni a non istituire lo Sportello prevalgono, dunque, le scarse risorse umane, strumentali e finanziarie (70,5%).
È stata presentata nei giorni scorsi la ricerca Anci-DigitPa sull’attuazione dello Sportello Unico per le Attività Produttive nei Piccoli Comuni. L’indagine, in collaborazione con Ancitel, mette in luce come il 56,3% dei piccoli comuni che hanno risposto al questionario, aventi lo sportello istituito, risulta regolarmente accreditato al portale www. impresainungiorno.it. La percentuale scende al 32% per le Unioni che hanno risposto. C’è la Toscana tra le realtà che fanno registrare, relativamente ai Comuni, le percentuali più alte (100%) accanto a Sardegna, Umbria, Puglia e Valle d’Aosta. Sempre la Toscana fa registrare
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la voce di anci toscana
SUAP: un salto di qualità per la Toscana di Alessandro Pesci Segretario generale Anci Toscana
Grazie all’accordo con Regione e Unioncamere, Anci Toscana è riuscita a coordinare l’accreditamento dei SUAP al MISE. Per arrivare alla gestione interamente telematica delle pratiche, ci sono, però, ancora alcuni passi da compiere. Sono maturi i tempi per tracciare un primo bilancio e individuare alcuni possibili scenari futuri
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ell’ambito del protocollo d’intesa siglato il 18 novembre 2010 con Regione Toscana e Unioncamere – finalizzato a fornire alle imprese servizi regionali uniformi in grado di garantire la certezza e la trasparenza delle informazioni, delle interpretazioni normative, dei procedimenti, della modulistica e degli strumenti telematici da utilizzare – Anci Toscana ha portato avanti in questi mesi un’azione comune sul territorio regionale finalizzata a coordinare l’accreditamento dei SUAP al MISE (Ministero dello sviluppo economico) e l’adesione dei
Comuni al Sistema Toscano dei servizi per le imprese. L’accordo firmato tra i tre soggetti prevedeva infatti la messa in campo di una serie di azioni volte a facilitare l’attivazione e il funzionamento dei SUAP, la loro partecipazione alla Rete e la presentazione dell’attestazione dei requisiti nel rispetto delle scadenze del DPR 160/2010. Questo ha significato il supporto ai Comuni nell’istituzione del SUAP (in forma singola o associata) e nell’adesione alla Rete, e l’assistenza nella presentazione da parte di tutti i Comuni toscani dell’attestazione di possesso dei requisiti, nella predisposizione degli
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strumenti tecnologici e nella localizzazione della Banca Dati Regionale. I risultati sono oggi molto positivi e collocano la Toscana ai primi posti a livello nazionale. Tutti i Comuni toscani sono infatti accreditati e hanno aderito al Sistema Toscano dei servizi per le imprese. È quindi possibile tracciare un primo bilancio e individuare alcuni possibili scenari futuri e linee da tracciare per completare la messa a regime del sistema. Il PRS 2011-2015 è orientato al rilancio del settore manifatturiero (sia tradizionale che innovativo).
il sistema Suap
SUAP: un salto di qualità per la Toscana
Per raggiungere gli obbiettivi, si dovrà migliorare la comunicazione e attivare un programma di formazione che coinvolga responsabili politici e amministrativi dei comuni Un rilancio da realizzare sia attraverso lo sviluppo della competitività dei distretti e dei sistemi produttivi esistenti, sia attraverso il sostegno e la promozione dell’attrazione di nuovi investimenti per i quali è necessario sviluppare servizi di assistenza rivolti alle imprese (nuovi investitori o investitori esistenti interessati ad espandersi) per supportarle lungo il processo decisionale e favorire quindi l’effettiva realizzazione del progetto. Le attività del Tavolo Tecnico Regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP sono finalizzate a completare la standardizzazione delle informazioni e delle modalità operative relative ai procedimenti più complessi che prevedono ancora il rilascio di atti di autorizzazione. L’attivazione dei servizi per i procedimenti automatizzati risolve, in parte, i problemi delle imprese dei settori commerciali e dei servizi. Il settore manifatturiero è invece interessato ai procedimenti complessi. La legge finanziaria regionale 2012 prevede, tra l’altro, il miglioramento della governance regionale per la riduzione degli oneri amministrativi attraverso la realizzazione di una sede stabile di coordinamento istituzionale e tecnico-operativo per predisporre ed attuare in modo uniforme sul territorio regionale programmi di riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese. I programmi di riduzione dovranno individuare le misure normative (che la Regione adotterà mediante la legge di semplificazione), organizzative e tecnologiche, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi. È garantito il coordinamento delle azioni con gli strumenti già in atto con riferimento alla Ban-
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ca Dati Regionale. Auspichiamo che le previsioni della legge finanziaria possano consentire di superare gli elementi di criticità presenti nelle normative regionali, già evidenziati dal Tavolo Tecnico Regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP. Si tratta di intervenire in particolare sulle norme che regolano il procedimento unico, sulle norme procedurali relative al governo del territorio e alla tutela dell’ambiente e sulle norme che regolano le conferenze di servizi. Per consentire al Sistema Toscano dei servizi per le imprese di rispondere alle esigenze previste nel PRS e nella legge finanziaria 2012 è necessario assicurare il pieno coinvolgimento degli stakeholders. In quest’ottica auspichiamo che all’accordo già realizzato con le associazioni di categoria di tutte le imprese possa seguirne uno analogo con le associazioni delle professioni. A nostro giudizio occorre in particolare migliorare le forme di assistenza già in essere, assicurando la messa a disposizione di linee guida regionali per l’applicazione della normativa statale e regionale, nonché di linee guida per i regolamenti di organizzazione dei Comuni in materia di SUAP. È auspicabile anche un miglioramento della comunicazione tra il Tavolo Tecnico regionale e i responsabili SUAP, oltre al sostegno alla formazione, nelle aree dove ancora non sono presenti dei Coordinamenti provinciali SUAP, che dovrebbero consentire
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una miglior organizzazione della comunità regionale degli esperti sul territorio e un raccordo organizzato con il Tavolo Tecnico regionale. Guardando al futuro, una componente importante del processo di completamento del Sistema è rappresentato dalla Formazione. Affinché il Sistema funzioni e venga completato è, infatti, auspicabile che la Regione Toscana, in accordo con le Associazioni degli enti locali e con le Associazioni delle imprese e delle professioni, metta in atto un programma pluriennale di formazione degli operatori dei SUAP, degli Enti Terzi e delle Agenzie per le imprese. Questo consentirebbe di gettare le basi per la crescita di una cultura comune tra operatori pubblici e privati in grado di realizzare un ordinato passaggio dalla presentazione e gestione cartacea dei procedimenti ad una gestione interamente telematica, nonché un ordinato sviluppo dei controlli successivi da parte della Pa locale. Per questo occorrerà a nostro parere promuovere l’organizzazione di seminari rivolti ai responsabili politici e amministrativi dei Comuni al fine di condividere le finalità delle azioni e il ruolo del SUAP nell’attuazione della riforma e la necessità di qualificazione dei servizi e l’assistenza giuridico-amministrativa per la gestione delle pratiche (interpretazioni normative, redazione di atti, ecc.), oltre a quella per l’attivazione degli strumenti telematici.
regione toscana
Regole uniformi per pratiche più snelle di Laura Castellani, dirigente Settore Infrastrutture e Tecnologie della Regione Toscana
Per una effettiva semplificazione dei rapporti tra PA e imprese la semplificazione deve essere reale. Non si può prescindere da una messa a sistema delle tecnologie dell’informazione e della conoscenza. Per questo la Regione ha deciso di puntare sui SUAP come strumento per garantire uniformità e trasparenza delle regole e per favorire la diffusione di informazioni
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’analisi di criticità che ha preceduto l’inizio dell’intervento della Regione per favorire il miglioramento dei servizi alle imprese ha evidenziato come il fattore fondamentale che ostacolava l’operatività dei SUAP derivasse dalla necessità che tutto il sistema degli enti che con essi devono interagire (Asl, Province/Ato/Arpat, Vigili del fuoco, Ispesl, enti statali) venisse coordinato e finalizzato a garantire alle imprese certezza di informazioni e rispetto dei tempi dei procedimenti. Per ottenere questo risultato era necessario utilizzare le tecnologie dell’informazione e della conoscenza. Il Progetto SUAP, iniziato nel 2006, ha perciò dovuto affrontare, in primo luogo, la necessità di dotare il sistema degli strumenti tecnici necessari a far dialogare in modalità telematica tutti i soggetti coinvolti. La Regione è partita rendendo disponibili i servizi telematici di base necessari, ovvero l’infrastruttura di connettività a banda larga – che collega gli enti locali e gli altri enti del territorio regionale che intervengono nei procedimenti di interesse delle imprese ed è interconnessa con la rete delle CCIAA e della PA centrale – e il centro di servizi regionale (TIX) che garantisce l’interscambio di dati a valore legale fra tutte le PA, l’identificazione e l’accesso alle risorse di rete all’interno della rete nazionale SPC. La disponibilità della rete tecnologica era però solo l’indispensabile pre-condizione per il corretto funzionamento del sistema.
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Regole uniformi per pratiche più snelle Per realizzare l’obiettivo erano necessarie una legislazione di sostegno e un’azione di coordinamento degli enti, per supportare il processo di trasformazione tecnologico. La Regione è intervenuta perciò con la LR 40/2009 che ha costituito il Sistema Toscano dei Servizi per le imprese. Il Sistema è composto da: - la Rete regionale dei SUAP, la struttura tecnologica dedicata per il collegamento e la trasmissione per via telematica degli atti tra i SUAP e gli altri enti coinvolti nei processi; - il sito istituzionale regionale per le imprese, con la banca dati regionale, le banche dati dei SUAP della Toscana, la banca dati e le procedure del sistema degli interventi a favore delle imprese, l’anagrafe regionale delle aziende agricole, le informazioni sulle opportunità di insediamento sul territorio regionale, le informazioni sulle attività formative; - le attività regionali di assistenza e supporto ai SUAP. In ordine a quest’ultimo aspetto, la Regione – in accordo con Anci Toscana – ha coordinato, attraverso il Gruppo operativo di sostegno (GOS), le attività dei comuni per completare l’apertura dei SUAP su tutto il territorio e il loro accreditamento al Ministero, ottenendo il risultato di essere una delle poche regioni italiane in cui tutti i SUAP sono costituiti e accreditati. Il GOS sta attualmente supportando le attività dei SUAP per l’utilizzo dei software necessari a consentire la presentazione e gestione telematica dei procedimenti. Inoltre la Regione ha garantito, in questi anni, i servizi di aggiornamento (attraverso una news settimanale a tutti i responsabili SUAP sulle novità normative, procedurali, ecc.) e i servizi di assistenza ai responsabili SUAP. In collaborazione con Anci Toscana e Unioncamere Toscana, la Regione ha poi organizzato numerosi convegni e seminari su normative e opportunità offerte. Si tratta di attività molto importanti per garantire il diffondersi di una “cultura” della uniformità dei procedimenti e delle prassi da seguire, e che consideriamo uno degli aspetti qualificanti del Sistema toscano. La crescita del Sistema comporterà, nei prossimi mesi, una revisione dei servizi, al fine di renderli sempre più corrispondenti alle aspettative dei responsabili SUAP, garantendo in tempi brevi risposte certe e condivise dalle Direzioni Regionali competenti. La scelta della Regione di utilizzare i sistemi di interoperabilità anziché il sistema “minimo” previsto dalla normativa nazionale (utilizzo della PEC con allegati scansionati) per collegare i SUAP e gli altri enti coinvolti ha comportato anche la necessità di individuare un sistema regionale di coordinamento degli enti che consentisse la standardizzazione e l’uniformazione delle informazioni e dei procedi-
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menti. A tal fine, a Marzo 2011, la Giunta Regionale ha deliberato l’istituzione del Tavolo Tecnico Regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP e dei gruppi di lavoro tematici. Le ragioni della scelta operata dalla Regione sono indicate nella legge regionale ma giova ripeterle. Innanzitutto, la semplificazione amministrativa rappresenta un fattore fondamentale di competitività e di crescita economica, per cui è necessario stabilire regole uniformi per la codificazione dei procedimenti e per il loro svolgimento per via telematica, che saranno stabilite con successivi atti amministrativi regionali. Una delle difficoltà incontrate dalle imprese nell’accesso a un’attività economica è rappresentata dalla complessità e dall’incertezza delle procedure amministrative. Per questo si prevede la realizzazione di un sistema toscano dei servizi per le imprese che fornisca – in particolare attraverso la banca dati regionale SUAP e il sito istituzionale regionale per le imprese – informazioni trasparenti e univoche sulle opportunità di insediamento delle attività produttive sul territorio e i sui relativi procedimenti. La scelta di superare il “sistema minimo” nazionale (PEC) e di puntare invece ad utilizzare da subito il sistema di interoperabilità si è dimostrata giusta. Si sarebbe infatti trattato di una modalità di attuazione telematica fittizia (sostanzialmente un fax telematico) che, oltre a problemi tecnici, probabilmente avrebbe ritardato di anni il conseguimento dell’obiettivo di uniformità regionale indicato dalla LR 40/2009. Si rischiava, infatti, di sedimentare la situazione attuale rendendo molto difficile attuare poi la “reingegnerizzazione” dei procedimenti e l’unifor-
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mità regionale degli stessi. La PA avrebbe dovuto affrontare notevoli costi di sistema per adattarsi all’utilizzo di quello strumento e non avrebbe potuto realizzare i risparmi che derivano dalla standardizzazione che semplifica i procedimenti e consente di sostituire all’intervento umano il dialogo delle strutture informatiche. In ultimo, ma non per importanza, la Regione sta operando per ottenere la collaborazione delle Associazioni delle imprese e delle professioni e degli altri intermediari per concretizzare la dematerializzazione e la fine dell’utilizzo del cartaceo. Le difficoltà sono notevoli: dai nostri dati risulta che il 21% delle imprese non è in rete e che il 35% vede con difficoltà questo passaggio. Le Associazioni e gli intermediari, attraverso gli accordi regionali che si stanno completando, collaboreranno alla realizzazione delle finalità previste dalla LR 40 e dalla DGR 7.3.2011 n. 129 e costituiranno un Tavolo Tecnico Regionale delle Associazioni che opererà con il Tavolo Tecnico Regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP presentando proposte di integrazione e modifica della banca dati regionale nonché proposte di standard regionali uniformi per le attestazioni, asseverazioni e dichiarazioni di conformità. È inoltre prevista la loro collaborazione ad una campagna di informazione rivolta agli imprenditori per diffondere i vantaggi derivanti dall’utilizzazione degli sportelli SUAP e dei relativi procedimenti, e alla preparazione degli imprenditori ad adempiere agli obblighi di presentazione telematica. Si tratta di azioni di collaborazione e preparazione indispensabili perché, senza queste azioni, si rischierebbe di complicare anziché semplificare il rapporto tra PA e imprese.
camere di commercio
Con i SUAP fare impresa diventa più semplice
di Enrico Ciabatti, Segretario Generale dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio della Toscana
La semplificazione è una boccata d’ossigeno per l’economia europea. E i servizi alle imprese, in questo, giocano un ruolo fondamentale. Le Camere di Commercio sono state tra le prime, nel comparto della Pa, ad attuare il processo di semplificazione amministrativa. Ci vuole però un maggiore coordinamento tra le diverse istituzioni regionali per arrivare a un’effettiva piattaforma di semplificazioni per le nostre imprese
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a semplificazione della burocrazia è un tema che ha acceso la discussione negli ultimi anni e ancora di più negli ultimi tempi. Si è infatti posta la questione centrale dell’efficacia ed economicità dell’azione della Pa rispetto alla competitività del sistema produttivo, o meglio, come fattore di competitività del sistema stesso. Il tema è caro anche al Sistema camerale. Le Camere di Commercio sono infatti le Pubbliche Amministrazioni che hanno nelle imprese i referenti diretti della loro attività e pertanto sono soggette alle giuste pressioni rivolte a una Pa più efficiente, efficace ed economica. I dati forniti annualmente da Unioncamere su fonte Istat indicano che i costi sostenuti dalle imprese per gli adempimenti amministrativi sono cresciuti di quasi 9 miliardi di euro negli ultimi dodici anni, arrivando a 18 miliardi nel 2010. Il problema, se ci può consolare, non è solo italiano (anche se da noi è più grave) bensì europeo. Semplificare, stima l’esecutivo Ue, significherebbe dare ossigeno all’economia europea contribuendo a un aumento del PIL dell’area dell’1,4%, pari a circa 150 miliardi di euro. Il tema dei servizi alle imprese trova una ragion d’essere all’interno proprio della semplificazione, diventandone uno strumento. In verità il processo di semplificazione amministrativa ha tre ulteriori ambiti di intervento: quello normativo, quello informatico e quello organizzativo. Tra i tre, lo sviluppo dell’informatica è quello che ha avuto e che potrà dare il maggior apporto: pensiamo alla creazione delle reti, alla interoperabilità degli archivi dati e delle applicazioni, allo sviluppo di nuove e diffuse applicazioni. Le Camere di Commercio sono state la prima Pa in tempi “non sospetti” a informatizzare le proprie procedure e a realizzare un’ampia serie di servizi a favore delle imprese (il Registro Imprese informatizzato, la firma digitale, il protocollo elettronico, la Comunicazione Unica) per semplificare la vita degli imprenditori. La disponibilità delle informazioni del Registro Imprese in tempo reale e su tutto il territorio nazionale, al di là del luogo di iscrizione, ha rappresentato un’innovazione e una competenza che ci ha distinto negli anni. Ancora oggi il nostro sistema informativo non trova eguali nel resto dell’Europa e rappresenta un patrimonio di dati a carattere amministrativo e statistico impareggiabile. Lo Sportello Unico alle Attività Produttive e il Registro Imprese presso le Camere di Commer-
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cio rappresentano, oggi, i due “luoghi” fisici e virtuali, dove il neo imprenditore o l’imprenditore già “avviato” risolvono tutte le questioni di tipo amministrativo relative alla loro attività. Con il “Comunica”, la procedura telematica per l’iscrizione dell’impresa al Registro Imprese e per l’ottenimento del Codice fiscale, della partita IVA e per l’iscrizione all’INPS e all’INAIL, abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti nel miglioramento di questi servizi. L’integrazione tra Registro Imprese e SUAP è oggi realizzata con la creazione del fascicolo dell’impresa presso il Registro stesso, dove vengono raccolti tutti gli atti e fatti attinenti l’attività dell’impresa. Forse si poteva fare di più con una piena integrazione del Comunica e del SUAP. Resta il fatto che le procedure attengono a situazioni diverse della vita dell’impresa (nascita del soggetto giuridico e svolgimento dell’attività) e attengono ad amministrazioni diverse. L’integrazione delle procedure per lo scambio informativo è pertanto allo stato attuale la soluzione più idonea. Unioncamere Toscana e le Camere di Commercio della Toscana hanno partecipato, fin dall’inizio, alla preparazione del “Sistema toscano” dei servizi per le imprese costituendo con la Regione l’Osservatorio Regionale per la Semplificazione, poi diventato Centro di Competenza per l’innovazione tecnologica e la semplificazione amministrativa. Così come hanno partecipato all’eccellente lavoro che Regione e Anci Toscana hanno portato avanti per l’accreditamento dei 287 Comuni toscani, quali enti dove il SUAP è stato istituito. A tal fine è stato sottoscritto un apposito protocollo tra queste tre istituzioni. La regione Toscana si trova in Italia ai primi posti per i servizi che la Pa ha messo a disposizione delle imprese. Sistema che ha comportato un forte lavoro di coordinamento e moral suasion nei confronti dei vari attori, che hanno potuto beneficiare anche della strumentazione informatico – organizzativa (tavolo degli esperti, dizionario attività, ecc.) messa a loro disposizione. Certamente il lavoro da realizzare non può ritenersi concluso, anzi. Le Camere di Commercio toscane sono a disposizione per investire assieme alle altre istituzioni regionali, affinché questo sistema di servizi diventi un’effettiva piattaforma di semplificazioni per le nostre imprese, il cui unico sforzo dovrebbe essere quello di competere sui prodotti, sui mercati e sulla propria struttura.
il sistema Suap
Organizzazione e relazioni del Sistema toscano dei servizi per le imprese a cura di Piero Rubbioli
Comitato strategico della Rete Telematica Regionale Toscana
Direzione tecnico operativa
Accordi con Anci Toscana e Unioncamere Toscana Accordi con le associazioni di categoria delle imprese e delle professioni
Tavolo tecnico regionale per lo sviluppo dei servizi suap La rete degli esperti Direzioni regionali Aziende sanitarie locali Comuni Province + Arpat + Aato Vigili del fuoco Inail (sicurezza)
Coordinamenti territoriali per lo sviluppo dei servizi suap
I servizi di supporto
I servizi tecnologici (rete dei suap) Sistema di trasmissione tra enti Conferenze di servizi telematiche Sistema dei controlli Sistema di rilevazione dei tempi di conclusione dei procedimenti
I servizi amministrativi (rete dei suap) Banca dati regionale Servizi di assistenza e supporto
I servizi di formazione Formazione a distanza Seminari di aggiornamento Formazione integrata operatori pubblici e privati
SCHEMA DELLE CRITICITà CHE SONO STATE AFFRONTATE Problemi Procedure troppo complicate
Tempi troppo lunghi
Necessita’ di presentarsi di persona e di acquisire informazioni caso per caso
Cause Complessità normativa
Troppe pa coinvolte
Mancata chiarezza competenze
Il procedimento unico non viene utilizzato
Duplicazioni di parti del procedimento
Richiesta di informazioni già disponibili
Procedure complicate per esigenze informative degli enti
Richiesta di più documenti rispetto a quelli necessari
Modulistica inutilmente complicata
Informazioni on line non esaustive
Incertezza di applicazione delle norme di settore
Incertezza nella possibilità di utilizzo scia
Disomogeneita’ territoriale Classificazione e modulistica
Impossibile presentare la documentazione on line
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la “comunità regionale”
Il tavolo tecnico regionale: risultati e prospettive di Piero Rubbioli, Coordinatore Tavolo Tecnico Regionale
La Banca Dati Regionale è lo strumento che sta alla base del sistema dei SUAP toscano. Alla sua elaborazione e aggiornamento sono preposti il Tavolo Tecnico Regionale (TTR) e gruppi di lavoro tematici specializzati nelle singole materie. Una volta terminata, la BDR consentirà di sfruttare appieno le potenzialità del sistema dei SUAP, rendendo la semplificazione non più una meta lontana ma una realtà quotidiana Premessa Anci Toscana, Regione Toscana e Unioncamere Toscana, con il Progetto SUAP, con la LR 40/2009 e con il protocollo del 18 novembre 2010, hanno costituito il Sistema toscano dei servizi per le imprese affrontando le criticità presenti nel rapporto tra la Pa e le imprese e realizzando, attraverso la Banca Dati Regionale, l’uniformità regionale dei procedimenti che consente al territorio di presentarsi, dal punto di vista amministrativo, come un territorio con caratteristiche omogenee, elemento che può valorizzarne la capacità di attrarre investimenti. Obiettivo del sistema è quello di fornire alle imprese servizi regionali uniformi che garantiscono la certezza e la trasparenza delle informazioni, delle interpretazioni normative, dei procedimenti, della modulistica e degli strumenti telematici da utilizzare per presentare la documentazione, nonché la certezza dei tempi di conclusione dei procedimenti. È stato necessario affrontare le criticità individuate partendo dalla considerazione che il problema non poteva essere risolto ottimizzando il funzionamento del singolo SUAP, ma che dovevano essere affrontati i problemi di funzionamento complessivo del sistema in cui il SUAP opera. Per questo si è reso necessario organizzare i rapporti con gli enti terzi, individuare un sistema regionale di codificazione, reingegnerizzare i procedimenti, individuare e semplificare i flussi procedurali verso gli enti terzi. La Banca Dati Regionale (BDR) è formata da circa 700 schede informative per ogni singola attività economica e da circa 200 schede informative per ogni procedimento necessario per intervenire sui fabbricati e sugli impianti utilizzati dalle varie attività economiche. I SUAP che aderiscono al Sistema, gli enti dipendenti dalla Regione e gli enti locali adeguano i propri sistemi informativi alle indicazioni contenute nella BDR relative ai singoli procedimenti (normativa applicabile, adempimenti procedurali, modulistica, allegati, ecc.). Tutti i SUAP toscani hanno aderito al Sistema Regionale e hanno ottenuto l’accreditamento presso il Ministero.
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il sistema Suap
Il tavolo tecnico regionale: risultati e prospettive
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a struttura utilizzata per elaborare e aggiornare la BDR è il Tavolo Tecnico Regionale (TTR), che rappresenta la comunità regionale dei SUAP, ed è composto da rappresentanti dei comuni e dei territori e da rappresentanti delle Direzioni Regionali competenti. A fianco del TTR operano i gruppi di lavoro tematici specializzati nelle singole materie: edilizia, ambiente, prevenzione, prevenzione incendi e procedimenti igienico-sanitari che coinvolgono gli esperti degli enti terzi nel processo di elaborazione della BDR. La BDR, oltre a contenere le informazioni, prevede un software di costruzione del procedimento per “personalizzare” le dichiarazioni/ domande delle imprese, tenendo conto delle specifiche caratteristiche del processo produttivo di ciascuna. Per ottenere questo risultato, e per rendere costantemente aggiornabile con costi contenuti la BDR, sono stati studiati particolari standard che hanno riunificato in pochi flussi informativi le migliaia di moduli per la presentazione delle dichiarazioni/domande, in molti casi diversi da Comune a Comune. Si pensi che dalla prima analisi risultavano 47.752 procedimenti, ognuno con una modulistica diversa: il lavoro di standardizzazione ha prodotto 7 moduli base e 200 flussi informativi che, attraverso il software di gestione della BDR, vanno a “personalizzare” il procedimento unico necessario all’impresa. Lo stato dell’arte Sono già presenti sulla BDR circa 500 schede di attività economiche, il TTR sta completando l’elaborazione delle restanti 200 per coprire l’universo di tutte quelle previste nel codice Ateco. Sono già attivabili con il software di gestione della BDR i procedimenti automatizzati per l’apertura delle attività economiche. Il sistema consente anche una modalità provvisoria per la presentazione telematica dei procedimenti ordinari, utilizzando la modulistica in uso nei singoli enti, presto sostituita dalla modulistica standard regionale che consentirà l’utilizzazione del software di gestione anche per i procedimenti ordinari. A tal fine TTR sta aggiornando e completando le schede informative e i flussi procedurali degli enti terzi, tenendo conto delle modifiche apportate alla normativa statale e regionale intervenute di recente. La semplificazione normativa La semplificazione della normativa dei procedimenti per le imprese è in atto e in continua evoluzione. Si pensi solo agli ultimi decreti che “liberalizzano” l’accesso e l’esercizio delle attivi-
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tà economiche, alla recente semplificazione dei procedimenti edilizi, di prevenzione incendi e ambientali. La Regione è, da tempo, intervenuta per semplificare i procedimenti igienico-sanitari e aveva già anticipato molte delle semplificazioni relative all’accesso e all’esercizio delle attività economiche. La modifica delle normative regionali, necessaria a seguito dei recenti provvedimenti del governo, (ad esempio la modifica delle funzioni delle Province) sarà essenziale per contribuire al processo di semplificazione e di funzionamento del Sistema. Conclusioni La conclusione del lavoro di elaborazione della
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BDR consentirà di sviluppare in pieno le potenzialità del Sistema Regionale. È necessario però che gli imprenditori acquisiscano la consapevolezza che solo utilizzando il procedimento unico previsto dal regolamento SUAP sarà possibile abbreviare realmente i tempi di conclusione dei procedimenti e assicurare che, al massimo in 90 giorni, sia possibile intervenire per costruire e/o adeguare i fabbricati e gli impianti delle attività produttive e iniziare le attività. Troppo spesso, ancora oggi, questa potenzialità non è conosciuta dagli imprenditori. Pertanto, per diffondere la “cultura” del procedimento unico e le potenzialità del SUAP, sarà essenziale il contributo delle Associazioni delle imprese e dei professionisti.
le direzioni generali
Norme edilizie più semplici con la 40/2011 a cura della Direzione Generale Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità della Regione Toscana
Con l’attuazione della legge regionale 40/2011 l’edilizia in Toscana va incontro a cambiamenti sostanziali che snelliscono le procedure e riducono i tempi per il rilascio delle autorizzazioni. Per questo, in questo settore più che mai, c’è bisogno di fornire a imprese e cittadini un servizio che garantisca la certezza e la trasparenza delle informazioni, delle interpretazioni normative, dei procedimenti, della modulistica e degli strumenti telematici da utilizzare La legge regionale 40/2011 – di modifica della legge regionale 1/2005 sul governo del territorio – ha dettato disposizioni sulla rigenerazione urbana, ha introdotto il silenzio assenso nella procedura del permesso di costruire e ha disciplinato compiutamente la SCIA in edilizia. La legge ha inoltre modificato la legge regionale 24/2009 sul “piano casa”, prevedendo interventi di ampliamento anche sugli edifici a destinazione d’uso produttiva e prorogandone l’efficacia al 31 dicembre 2012. Nell’ambito dell’edilizia, la legge regionale 40 ha eliminato la DIA, sostituendola con la SCIA in tutti gli interventi. La realizzazione di opere e interventi è ora classificabile come attività edilizia libera oppure è soggetta a permesso di costruire o a SCIA. Per gli interventi soggetti a SCIA non è possibile chiedere in alternativa il permesso di costruire.
La legge 40 ha modificato anche la definizione di alcune categorie edilizie. Di rilievo è la modifica della categoria della sostituzione edilizia, della ristrutturazione edilizia con addizione funzionale e degli interventi finalizzati alla realizzazione delle pertinenze. Con riferimento ai procedimenti, rimane sostanzialmente simile al modello statale la procedura regionale per il rilascio del permesso di costruire, che può concludersi con il silenzio - accoglimento o con il silenzio - rifiuto per gli interventi su immobili vincolati. La disciplina della SCIA presenta invece maggiori novità. La normativa regionale prevede che la SCIA sia corredata da una serie di atti e che l’inizio dei lavori sia contestuale alla sua presentazione. Nei primi trenta giorni dalla presentazione, la possibilità del Comune di esercitare poteri di sospensione dei lavori e di ordinare il ripristino è piena. È comunque fatta salva la possibilità, da parte dell’interessato, di presentare una nuova SCIA oppure di rendere idonea quella presentata. Trascorsi i trenta giorni, la potestà di controllo non è esclusa in alcun modo con riferimento agli interventi soggetti a SCIA – specificamente disciplinati dai piani attuativi – e agli interventi di ristrutturazione edilizia. Con riferimento, invece, agli interventi diversi da quelli citati, la potestà di intervento è subordinata a casi particolari. Oltre ai casi di falsità nelle asseverazioni, certificazioni o dichiarazioni sostitutive o di pericolo di danno per una serie di interessi qualificati, la legge regionale prevede anche il caso della difformità dell’intervento dalle norme urbanistiche o dalle prescrizioni degli strumenti urbanistici generali, degli atti di governo del territorio e dei regolamenti edilizi. L’esercizio dei poteri repressivi da parte del Comune è comunque subordinato all’accertamento, in via preventiva, dell’impossibilità di conformare quanto realizzato alla normativa vigente. In conclusione, la legge regionale 40/2011 introduce un nuovo tipo di relazione tra Amministrazione e cittadino nel settore dell’edilizia, che si caratterizza per l’assenza di intermediazione di un atto amministrativo. L’assenza di un provvedimento non nuoce all’operatività del privato che, nel caso del silenzio assenso, alla scadenza del termine per il rilascio del permesso, può iniziare i lavori mentre nel caso della SCIA li ha già iniziati.
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il sistema Suap
Il supporto tecnologico degli Sportelli di Raffaella Tommaso, responsabile Progetti della Rete telematica regionale della Regione Toscana
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el rispetto della missione del Suap, della specifica realtà territoriale e organizzativa, la Regione Toscana ha definito con la legge 40/2010 e la successiva DG 129/2011 un proprio modello organizzativo, indirizzato a gestire in modo omogeneo le basi dati standardizzate e i servizi telematici necessari affinché gli enti territoriali siano nelle condizioni migliori per erogare servizi qualificati alle imprese. Il punto di accesso comune ai servizi e alle funzioni di collaborazione è una piattaforma di servizi telematici per i SUAP, denominata Rete Regionale dei SUAP. La Piattaforma si rivolge a tre gruppi di utenza, che si relazionano al tema delle attività produttive con un punto di vista e delle esigenze differenti. Il primo è quello delle imprese per cui la piattaforma dei servizi è un punto di riferimento per seguire lo stato dei procedimenti attivi a loro carico e per reperire informazioni e servizi su nuovi investimenti e sulla nascita di nuove attività. Ci sono poi le Associazioni di categoria e i cittadini, che possono reperire informazioni sulle attività produttive nel territorio regionale. Infine la PA, ovvero gli Sportelli Unici dei comuni, gli enti che partecipano alla gestione del Procedimento Unico e la Regione, preposta al coordinamento del progetto e alla diffusione dei servizi. All’interno della piattaforma sono individuate alcune aree: -Servizi per la comunità di rete con funziona-
lità interattive utilizzabili dagli utenti, come “l’Esperto Risponde”, forum e spazi virtuali per la discussione e lo scambio di documenti, sondaggi, newsletter. -Comunicazione per le imprese: con le ultime notizie, eventi e scadenze relative alle attività produttive. Supporto per la Pubblica Amministrazione, che contiene – suddivisi per categorie – documenti e informazioni su attività inerenti i servizi e le attività di collaborazione legate alla Rete dei SUAP e inerenti l’ambito tematico delle Attività produttive, come la semplificazione amministrativa. -Un sistema di interoperabilità “Rete dei Suap”, mirato a supportare la collaborazione fra i sistemi informativi dei SUAP e gli enti terzi, composta da un archivio dei procedimenti e uno degli stati di avanzamento dei procedimenti unici. Il primo, disponibile in rete e contenente la descrizione dei procedimenti disegnati dal Tavolo Tecnico Regionale, è fruibile in ambiente di RTRT attraverso specifici servizi (RFC 183-184-185-186). L’Archivio degli stati di avanzamento dei procedimenti unici, con la tracciatura degli eventi significativi di un procedimento unico (apertura, conclusione, richiesta ed emissione pareri) e che consente di analizzare il singolo procedimento unico ma anche di fornire informazioni statistiche su set diversi di procedimenti unici. Il sistema tiene conto della localizzazione territoriale della banca dati per implementare le specificità locali che possono influire sul procedimento.
La rete dei SUAP a servizio della sanità a cura della Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale della Regione Toscana
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a Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale ha storicamente appoggiato il progetto di sviluppo della Banca Dati Regionale dei Procedimenti SUAP fin dal suo nascere, attraverso atti specifici per la definizione di gruppi di lavoro specialistici, che hanno provveduto a codificare e rendere disponibili sulla piattaforma regionale, procedimenti e contenuti unificati per tutto il territorio regionale nell’ambito degli adempimenti sanitari legati ad avvio, subentro, variazione e chiusura di attività economiche che hanno rilevanza defini-
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ta da norma per gli aspetti sanitari legati al loro svolgimento. Il percorso – iniziato con la codifica dei procedimenti unificati, la definizione del contenuto informativo trattato, la sua modellazione all’interno di formati standard e la sua approvazione – ha richiesto un duro lavoro di razionalizzazione e confronto. Su questa base informativa, che è il vero valore aggiunto del sistema, ci si è potuti basare per informatizzare la fruibilità di queste “schede sanitarie” a tutti i SUAP dei comuni, realizzando il “modulo telematico” unico, ma specifico per la tipologia di attività economica
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trattata, che include anche gli aspetti di carattere sanitario, inviando le informazioni raccolte in via telematica direttamente alle AUSL della Toscana, per tutto quello che è necessario allo svolgimento degli adempimenti di competenza. Dal lato specificamente sanitario con la DGR 1003/2008 i Settori regionali della prevenzione hanno deciso per lo sviluppo di un Sistema Informativo Sanitario unico, per tutti i Dipartimenti della Prevenzione (SISPC), che ha realizzato le interfacce che consentono a tutte le AUSL della Toscana di ricevere tramite “cooperazione appli-
le direzioni generali
Un unico interlocutore per le autorizzazioni ambientali a cura della Direzione Generale Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità della Regione Toscana
cativa” le pratiche inserite direttamente dall’utente nel front-end del Comune di riferimento territoriale. Questo sistema è già operativo e in fase di sperimentazione in questi giorni in quattro AUSL della Toscana, in accordo con alcuni comuni sperimentatori. Questo consente di abbandonare completamente lo strumento cartaceo o le funzioni suppletive della Posta Elettronica Certificata, instradando le pratiche su un sistema – completamente raccordato e codificato – di gestione coordinata della domanda e della documentazione allegata. Sistema in cui l’utente, per i
procedimenti già implementati al suo interno, è in grado di inviare alle AUSL tutta la documentazione di loro competenza (in questo momento solo SCIA, successivamente anche per gli altri). Tra le intenzioni della Direzione Generale, quella di rendere a breve questo sistema l’unico strumento utilizzabile per l’inoltro delle pratiche verso le AUSL, attraverso la piattaforma, garantendo all’utente la compilazione del modulo direttamente dal proprio domicilio o da quello del proprio tecnico abilitato.
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a piena attuazione della nuova normativa sui SUAP è destinata ad avere un impatto notevole sulle questioni legate al rilascio delle autorizzazioni ambientali. Una qualsiasi attività produttiva è, infatti, chiamata a ottemperare alle disposizioni di una vasta normativa e al conseguente rispetto di precisi limiti emissivi. Si va dalle norme per la tutela della qualità dell’aria, a quelle in materia di rischio di incidente rilevante; da quelle per la tutela delle acque a quelle per l’inquinamento acustico ed elettromagnetico. Senza considerare poi il necessario rispetto delle norme per la difesa del suolo, quelle sul corretto uso dei rifiuti, e l’adeguamento alla normativa sulla sismica. Per le aziende più grandi ci sono poi le procedure legate all’Autorizzazione Integrata Ambientale. La complessità del quadro giuridico, imposto da norme di derivazione spesso comunitaria e nazionale, risulta amplificata, dal punto di vista delle attività produttive, dal fatto che gli enti preposti al rilascio di queste autorizzazioni, a seconda del caso, possono essere soggetti diversi, di volta in volta individuati nella Regione, nelle province o nei comuni. Se si considera che il tessuto produttivo toscano – costituito da piccole e medie imprese – spesso non ha, al proprio interno, figure professionali che assicurino il presidio e la competenza necessari al corretto svolgimento di queste pratiche, si comprende come questo sistema complesso rischiava di costituire un aggravio eccessivo per il mondo produttivo. In particolare, la necessità dell’azienda di doversi rapportare con più soggetti, dovendo essa stessa “assemblare” le diverse autorizzazioni che le venivano richieste, generava una situazione di criticità su cui è intervenuta la legge regionale n.40/09, “Norma sulla Semplificazione”. La legge, anticipando la normativa statale, individua il SUAP come “punto unico di accesso”, prevedendo che siano i SUAP a fornire una risposta unica in luogo di quelle delle amministrazioni che intervengono nel procedimento. La normativa statale ha rafforzato questo principio e ha contribuito a renderlo operativo. Se le Aziende possono quindi adesso rivolgersi a un unico soggetto, rimane la sfida per Regione ed enti locali di rendere sempre più efficiente e veloce un sistema che sappia, da un lato, garantire alle attività produttive un unico interlocutore e, dall’altro, rispettare le competenze delle singole amministrazioni, ivi comprese le potestà di controllo e sanzionatorie.
il sistema Suap
I Suap in Toscana Sportello Unico Attività Produttive ai sensi del D.P.R. del 7 settembre 2010 n.160 e L.R. 40/2009 Entro il 28 gennaio avevano effettuato richiesta di accreditamento al MISE 192 enti, al 29 marzo erano 269 enti, al 9 maggio erano 280, al 13 giugno erano 284, il 16 settembre sono state completate le richieste di accreditamento al MISE da parte di tutti i 287 comuni della Toscana. Nello stesso arco di tempo si è arrivati al completamento delle adesioni al Sistema Toscano dei Servizi alle Imprese da parte di tutti i 287 comuni della regione (conclusosi il 15/09/2011)
Enti con Suap singoli e Suap associati Enti con Suap gestiti in forma associata
Enti con Suap gestiti in forma singola
48,78%
51,22%
Enti che hanno aderito a progetti Suap di riuso Aida
Sporvic Jesyre Cadi nella Nessun progetto Rete di riuso
44%
19%
9%
6%
23%
23% 51,22%
48,78%
44%
6% 9% 19%
Enti con Suap gestiti in forma associata Enti con Suap gestiti in forma singola
Forme associate: 23 Enti con SUAP gestiti in forma associata: 140 Enti con SUAP gestiti in forma singola: 147
Aida:125 Sporvic: 54 Jesyre: 26 Cadi nella Rete:16 Nessun progetto di riuso
Gli altri enti stanno verificando che soluzione adottare e nel frattempo hanno la possibilità di utilizzare il servizio di supplenza di Regione Toscana.
Dati relativi alla Banca Dati Regionale Con delibera n. 129 del 7 marzo 2011 è stato istituito il Tavolo Tecnico Regionale (TTR) La Banca Dati dei Procedimenti è stata licenziata nella sua prima versione nella seduta del 23 marzo 2011 Dati aggiornati al 15 dicembre 2011 attività censite: 678 - schede attività pubblicate ad oggi: 456 - endoprocedimenti (di tipo 1): 212
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23
SUAP ASSOCIATI Associazione in convenzione con capofila Comune di Quarrata: Comune di Agliana, Comune di Quarrata, Comune di Montale Comunità Montana Casentino Associazione in convenzione con capofila Comune di Borgo a Mozzano: Comune di Bagni di Lucca, Comune di Borgo a Mozzano, Comune di Fabbriche di Vallico Comunità Montana Amiata Grossetano Comunità Montana Appennino Pistoiese Comunità Montana Colline del Fiora Comunità Montana Colline Metallifere Suap associato dei comuni della Comunità Montana del Mugello Comunità Montana della Garfagnana Comunità Montana Valtiberina Toscana Associazione in convenzione Comune di Incisa Val d'Arno e Comune di Rignano sull'Arno Associazione in convenzione con capofila Comune di Porcari: Comune di Montecarlo, Comune di Porcari, Comune di Villa Basilica Sportello unico associato Castellina in Chianti e Monteriggioni Sportello Unico Associato Crete Senesi Val D'Arbia: Comune di Monteroni d'Arbia (Capofila) (Monteroni d'Arbia, Rapolano Terme, Asciano, San Giovanni d'Asso, Buonconvento) Suap Alta Val d'Elsa: Comune di Casole d'Elsa, Comune di Colle di Val D'Elsa, Comune di Radicondoli Suap Amiata Val d'Orcia Suap associato Polo di Rosignano Marittimo: Comune di Castellina Marittima, Comune di Santa Luce, Comune di Rosignano Marittimo Unione Comuni Pratomagno Unione dei Comuni Val di Merse Unione dei comuni Valdera Unione dei comuni Valdichiana Senese (Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, Sarteano, Sinalunga, Torrita di siena, Trequanda) Unione di Comuni Valdarno e Val di Sieve Suap Associato dell'Unione dei Comuni della Versilia (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Seravezza, Stazzema)
Fonte: Regione Toscana
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Esperienze / 1
Cosa succede nei comuni Per rendere efficace l’istituzione dei SUAP, tante le strade scelte dai comuni toscani, tra riuso, nuove tenconologie e interoperabilità degli uffici. I casi di Firenze, Livorno, Carrara e i comuni del Comprensorio del Cuoio
A Firenze un Suap interdirezionale
di Fabio Cacioli, direttore della Direzione Attività Economiche del Comune di Firenze
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e finalità perseguite dal legislatore con l’istituzione del SUAP sono note. Esso deve poter rappresentare uno strumento per facilitare l’accesso degli operatori alla Pubblica Amministrazione e al contempo fornire elementi di certezza del diritto e dei tempi che, per un’attività imprenditoriale (o di servizi in generale), sono l’humus su cui basare il proprio sviluppo. Le novità introdotte dal DPR 160/2010 hanno imposto un’accelerazione al percorso già tracciato dalla normativa previgente e hanno imposto una ricerca di soluzioni tecnologicamente più evolute e compatibili con il terzo millennio. Ciò ha richiesto un cambiamento culturale, per rispondere al quale si è reso necessario accompagnare il processo interno all’Amministrazione con un’attività formativa rivolta soprattutto alla conoscenza e all’uso dei nuovi strumenti informatici (pec, firma digitale, programma gestionale, ecc) e quello esterno al Comune attraverso incontri con le associazioni di categoria, gli ordini professionali e gli enti terzi, per far conoscere e approfondire le criticità che ne potevano scaturire.
Livorno segue la strada del riuso
di Graziella Launaro, vice Segretario Generale, dirigente Dip.to Affari generali del Comune di Livorno
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o Sportello Unico per le attività produttive ci vede impegnati come Amministrazione ormai dal 1998. Nel tempo tanto si è detto e si è scritto sulle “virtù” dello Sportello ed è quindi naturale percepire, oggi, un senso di insoddisfazione per lo scarto tra le aspettative e i risultati ottenuti. Questo però non deve farci pensare di aver sprecato tempo ed energie: nella nostra esperienza ci siamo convinti che SUAP non è solo un progetto, ma piuttosto un necessario, ineludibile processo di miglioramento costante del rapporto tra Amministrazione e mondo delle attività produttive. È sbagliato pensare al SUAP come a un percorso con un inizio ed una fine. È necessariamente in continuo divenire per la sua stessa concezione, perché è materia viva come la società a cui si rivolge, è paradigma di innovazione tecnologica, organizzativa e normativa. Il SUAP vive la realtà sociale dei nostri tempi, tanto che le prime informazioni di servizio multilingua si sono avute nella esperienza di Livorno proprio per questo settore. A questo si aggiunge, guardando al futuro, una riflessione di fondo: stiamo licenziando a livello regionale, dopo una egregia attività corale Regione-comuni, una banca dati che contiene circa 500 schede di procedimenti, senza considerare ancora quelli degli enti terzi.
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il sistema Suap
A Firenze un Suap interdirezionale Il Comune di Firenze ha optato per un modello decentrato che si è concretizzato con la costituzione di un SUAP interdirezionale del quale fanno parte le Direzioni: Attività Economiche, Urbanistica-Edilizia, Sistemi Informativi, Ambiente, Sicurezza Sociale Servizi all’infanzia e Sport coordinate dal Segretario Generale. Per il corretto funzionamento delle procedure sono state redatte apposite Linee Guida che, oltre a rappresentare strumenti di lavoro a tutti gli effetti, hanno avuto l’obiettivo sotteso di promuovere quella interoperabilità tra uffici indispensabile per il funzionamento di attività trasversali all’Ente come quelle in materia di sportello unico. Gli sforzi più significativi si sono concentrati sulla mappatura delle attività che sarebbero passate a modalità SUAP e nella gestione quotidiana delle PEC. Questa ultima modalità di trasmissione atti
ha trovato risposta da parte degli operatori, basti dire che da maggio a dicembre sono state oltre 6.000 le PEC che gli uffici hanno istruito e che sono arrivate in giorni e orari più congeniali alle esigenze degli utenti, non sempre coincidenti con gli orari di apertura degli uffici (sabati, domeniche, orari notturni). Ora la nuova frontiera rimane la presentazione telematica on line delle pratiche, nella quale l’operatore inserisce in remoto la propria istanza e l’Amministrazione procede alla necessaria istruttoria sul proprio gestionale. I recenti pronunciamenti normativi stabiliscono a luglio 2013 il termine ultimo per il passaggio di tutte le procedure a questa nuova modalità. In vista di tale scadenza è indispensabile sin da adesso avviare sperimentazioni che consentano un avvio puntuale del sistema. Ed è su questo che si sta concentrando la nostra attenzione.
Livorno segue la strada del riuso
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ossibile pensare che l’operazione si chiuda su se stessa realizzando un encomiabile e necessario lavoro organizzativoburocratico, ma che non ne debba invece doverosamente scaturire una spinta forte e “documentata” alla semplificazione? La foto impietosa, ma oggettiva, della nostra giungla autorizzativa per il mondo delle attività produttive è di fronte a noi: possibile trascurare l’occasione di un bench marking a livello nazionale ed europeo? Come Comune di Livorno ci stiamo cimentando nel coordinamento del riuso della piattaforma AIDA, adottata da 134 enti toscani, e su cui dobbiamo fare una serie di riflessioni. È praticamente da escludere che un Comune anche di medie - grandi dimensioni possa, in autonomia, sviluppare una piattaforma: i costi di realizzazione e il personale ne-
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cessario sono tali da scoraggiare questo tipo di approccio. Tra l’altro, non esiste solo il problema tecnologico, a questo si accompagna quello dei contenuti. Con il riuso di AIDA, in particolare nella sua versione multiente, il singolo comune viene messo nella condizione di importare automaticamente una base conoscitiva personalizzabile in base alle esigenze della singola amministrazione. Tutto questo com’è percepito dagli enti? Indubbiamente l’idea ha, di per sé, una declinazione fortemente positiva, anche se non si può accomunare al “riuso” la fornitura da parte di una società. Determinanti sono il sostegno regionale e l’attività delle Amministrazioni che fungono da capofila delle 6 aree regionali nelle quali è stata organizzata la procedura di riuso.
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Esperienze / 1
E@sy. E Carrara “cade nella rete”
Sporvic: la comunità del riuso diventa un modello
di Guirardo Vitale, dirigente Settore Fiscalità Locale, Patrimonio, Informatica e Innovazione Tecnologica Comune di Carrara
di Michele Parenti, coordinatore degli Sportelli Unici Integrati e responsabile del Progetto SPORVIC
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@sy: cadi nella rete?!” è un progetto nato nel 2004 e coordinato dal Comune di Carrara che ha visto, sin dalla sua nascita, un’ampia condivisione degli obiettivi da parte del mondo imprenditoriale e dalla istituzioni locali. Gli enti aderenti sono 14 comuni della Provincia di Massa Carrara, che hanno contribuito alla sua realizzazione e al co-finanziamento dell’intervento, nato come opportunità di integrazione tecnologica, funzionale e organizzativa finalizzata allo sviluppo dell’intera area. Inizialmente è stato realizzato un portale rivolto alle sole imprese – attivato nel 2005 sul sito eeb www.cadinellarete.it – grazie al quale è stato possibile erogare, tramite internet, circa 60 servizi on line del
li Sportelli Unici Integrati del Comprensorio del Cuoio sono stati costituiti, come gestione associata, nel 2002, tra i Comuni di Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli in Val D’Arno, Santa Croce Sull’Arno, San Miniato e Santa Maria a Monte. Più volte sono stati riconosciuti come esperienza di eccellenza, in ambito nazionale e regionale, in particolare per quanto concerne il modello organizzativo di una rete integrata dei Suap operanti nel distretto industriale, che pur mantenendo una propria autonomia, operano attraverso strumenti comuni e con modalità operative identiche.
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il sistema Suap
E@sy. E Carrara “cade nella rete” Suap (autorizzazioni commerciali, artigianali, turistiche ecc.) al massimo livello di interazione (livello 4). Nel 2010 si è ritenuto di implementare il portale con ulteriori servizi, fruibili anche dai cittadini, quali, ad esempio: - l’estratto conto fornitori, tramite il quale le imprese possono verificare la propria situazione contabile con il Comune; - il servizio di interrogazione anagrafica per gli enti terzi, con cui Tribunale, Stazioni dei CC, Polizia di Stato, Inps, Inail ecc. hanno la possibilità di interrogare la banca dati anagrafica nel rispetto delle normative sulla privacy. La logica del progetto è stata quella della “multicanalità”. A questo fine, le applicazioni sono state sviluppate con architetture web-services oriented. Il sistema garantisce l’accesso al portale agli utenti sia di tipo “ospite” (non riconosciuto) sia “identificato” (prevedendo quindi un sistema di registrazione degli utilizzatori) con diversi livelli di sicurezza dell’identificazione. Per accedere al portale, gli utenti possono utilizzare la carta di identità elettronica, la carta nazionale dei servizi, userID e password, nonché la Firma Digitale per garantire la validità delle disposizioni
e dei documenti inviati dagli utenti: il sistema interfaccia moduli esterni di firma e interagisce con la Certification Authority per le verifiche di validità dei certificati. Ad oggi, nel Comune di Carrara, grazie all’integrazione con il protocollo informatico, le pratiche inviate on line possono essere automaticamente protocollate da quello generale. Inoltre, attraverso l’integrazione con il back office e il disegno degli iter dei diversi procedimenti, inseriti nel software di gestione pratica, la pratica è automaticamente indirizzata sulla scrivania del dipendente di riferimento. Sono anche in corso le attività necessarie per l’integrazione del portale con i diversi sistemi di protocollo presenti negli altri Comuni aderenti. Grazie a “E@sy: cadi nella rete?!” il Comune di Carrara è componente del Tavolo Tecnico Regionale, organismo creato dalla Regione Toscana per governare i cambiamenti organizzativi e tecnologici imposti dalle normative di settore. Attualmente è in fase avanzata di test la nuova infrastruttura tecnologica, per supportare la Banca Dati Regionale realizzata dal TTR e attivare i numerosissimi procedimenti in essa ricompresi.
Sporvic: la comunità del riuso diventa un modello un semplice rapporto tra cedente e riusatore di un prodotto software, diventando ben presto luogo di confronto delle vicende che coinvolgono i responsabili Suap e di messa in comune e programmazione degli obiettivi che debbono essere perseguiti per una efficiente gestione on line dei procedimenti Suap. Recentemente la Giunta Regionale del Piemonte ha deliberato di accedere al riuso di SPORVIC 2 e di sottoscrivere con il Comune di Castelfranco di Sotto (capofila degli Sportelli unici Integrati) un protocollo d’intesa per la diffusione di SPORVIC 2 nei comuni piemontesi. Inoltre è stato finanziato e ben presto verrà messo in cantiere un progetto, denominato P@Impresa, finalizzato allo sviluppo di importanti funzionalità di back-office come la gestione della Conferenza di Servizi on line e l’organizzazione dello Sportello Unico per l’edilizia produttiva. Si tratta di ulteriori tasselli di un processo di modernizzazione dei Suap e della Pubblica Amministrazione nel suo complesso, rispetto al quale gli Sportelli Unici Integrati vogliono continuare ad esercitare un ruolo da protagonisti in funzione del cambiamento e dell’innovazione nei servizi alle imprese.
A partire dal 2002, con la partecipazione al primo bando di e-government, l’esperienza degli Sportelli Unici Integrati si arricchisce di un ulteriore obiettivo: la gestione telematica dei Suap. Il progetto SPORVIC, presentato e finanziato tra i progetti di e-Toscana e co-finanziato a livello nazionale, persegue l’obiettivo di sviluppare un front-end globale per l’erogazione di servizi alle imprese e per la gestione dei flussi documentali con tutte la PA coinvolte. Nell’ambito del progetto della rete regionale dei Suap attivato da Regione Toscana, SPORVIC si qualifica come strumento territoriale per l’interoperabilità con la Banca Dati Regionale per la gestione dei procedimenti Suap. La realizzazione di questo prodotto è stata affidata, mediante procedura ad evidenza pubblica, all’impresa TD Group Spa e nei prossimi mesi si procederà al collaudo definitivo di SPORVIC 2. SPORVIC, come già detto, è stato iscritto, fin dall’inizio, nei cataloghi nazionali e regionali di riuso e durante questi anni la comunità dei riusatori è cresciuta notevolmente, fino a ricomprendere oltre 60 comuni, territorialmente dislocati in buona parte della Toscana. La comunità di SPORVIC ha finito per rappresentare molto di più di
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Esperienze / 2
La via dei coordinamenti provinciali
Arezzo tra i primi a credere nella condivisione
Con Jesyre avviare un’attività è più facile
di Marinella Giannini - Responsabile SUAP del Comune di Cortona, Coordinamento Provinciale di Arezzo
di Gianluca Frassinetti, Provincia di Grosseto, Dipartimento Sviluppo Sostenibile - Servizio Programmi per lo Sviluppo Sostenibile
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e, nonostante i tentativi di razionalizzazione e semplificazione normativa, le aziende trovano ancora difficoltà a rapportarsi con la PA, analoga difficoltà la riscontrano gli Sportelli Unici per le Attività Produttive che da soli corrono il rischio di interpretare norme e procedure, di istituire prassi, di approcciarsi con le norme in modo diverso da Ente a Ente, anche in presenza di situazioni simili. Ciò disorienta gli imprenditori che chiedono chiarezza e certezza delle regole. Anche per questo, Regione Toscana, Provincia di Arezzo e CCIAA – sia con il DPR 447/98 che con il DPR 160/10 – si sono attivate perché i SUAP si dotino di modulistiche e banche dati informatiche comuni per unificare interpretazioni e procedure. Pertanto, nel 2006, la Provincia ha inserito nel catalogo regionale del riuso “AR-SUAP - gestione pratiche”, aderendo anche al progetto regionale della Rete dei SUAP e al Tavolo Tecnico Regionale, e da qui è iniziata l’esperienza del Coordinamento dei sei SUAP operativi in quel periodo in Provincia.
’impegno della Provincia di Grosseto sulla materia dei SUAP inizia nel 2005, con la firma del protocollo d’intesa “per la costituzione e l’esercizio coordinato delle attività degli Sportelli Unici comunali per le attività produttive” che ha coinvolto: Provincia, comuni, comunità montane ed enti terzi (asl, arpat, vigili del fuoco). In seguito alla stipula del protocollo, abbiamo costituito il coordinamento provinciale dei SUAP, con l’obiettivo di dare effettiva applicazione alla normativa dpr 447/98 rendendo omogenee le procedure e la modulistica sulla materie di competenza dello sportello unico. Questa esperienza ha consentito alla Provincia di presentarsi in maniera unitaria alla Regione Toscana nel momento in cui questa ha costituito, con legge regionale n°40/2009, la Rete Regionale di Servizi alle Imprese volta alla semplificazione amministrativa. Il coordinamento provinciale ha aderito al progetto regionale, apportando il proprio contributo alla costituzione della banca dati regionale in materia di agricoltura, prevenzione, sanità.
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il sistema Suap
Arezzo tra i primi a credere nella condivisione Questi Sportelli hanno iniziato a colloquiare con le altre realtà toscane, con ASL e ARPAT contribuendo a definire modulistiche e procedure condivise. Ma è stato grazie al Sistema Toscano dei Servizi per le imprese, previsto dalla LR 40/09, che nel 2011 ha supportato l’attivazione dei SUAP, che il Coordinamento ha coinvolto tutti i 39 Comuni della provincia e ha assunto un ruolo incisivo sul territorio. Infatti, i 21 SUAP aretini, per la maggior parte attivati, grazie alla Regione, entro la scadenza indicata nel DPR160/10, hanno aderito al Coordinamento riconoscendolo come il luogo naturale di condivisione di esperienze e di scelte. Finalmente ora le conoscenze di tutta una provincia vengono messe a confronto per trovare soluzioni comuni e, grazie al Coordinamento, possono essere portate all’attenzione del TTR. C’è però la consapevolezza che nonostante la Regione – con la LR 40/09 –assista i SUAP e li aiuti
nelle interpretazioni, nelle prassi applicative e nei processi di innovazione tecnologica, solo la capacità di coordinarsi e di essere attenti alle richieste delle varie realtà economiche e imprenditoriali farà si che gli Sportelli siano, non solo per legge, ma di fatto, l’unico Punto di Accesso, il riferimento principale – per professionalità e certezze amministrative – per quelle imprese che vogliono investire nei nostri territori. Inoltre, dovendo gestire per via telematica i procedimenti, gli Sportelli Unici della nostra provincia hanno aderito al sistema di supplenza regionale, (alcuni sono in attesa che il gestionale AR–SUAP, finanziato dalla Provincia di Arezzo, venga adeguato alle nuove regole). Ma in questo momento il destino delle Province ha creato nuove incertezze. I SUAP continueranno insieme l’esperienza del Coordinamento ma quale sarà, invece, la fine dei progetti promossi e finanziati dalla provincia come ad esempio AR-SUAP?
Con Jesyre avviare un’attività è più facile Il sistema locale si è rafforzato nel febbraio 2011, quando tutti i SUAP del nostro territorio – 11 singoli e 3 in forma associata che raggruppano 17 comuni – sono stati accreditati al Ministero dello Sviluppo Economico, aderendo, per la maggior parte, al Sistema Regionale di Servizi alle Imprese. Nel giugno di quest’anno abbiamo sviluppato “all’interno” l’applicativo per la gestione delle pratiche SUAP denominato “Jesyre”, già in uso presso i SUAP del nostro territorio, adeguandolo alle necessità imposte con la riforma dello sportello unico avviata dal DPR 160/2011, ma nella direzione tracciata dalla Regione Toscana, di
operare in cooperazione applicativa, disincentivando l’uso della Pec. Dallo scorso ottobre con il Jesyre, sono stati automatizzati 56 procedimenti in materia di commercio, artigianato, turismo, studi medici, importando i contenuti alla banca dati regionale. Abbiamo organizzato giornate di formazione rivolte alle imprese, associazioni di categorie e ordini professionali, per l’utilizzo del front-office, e incontri operativi con i responsabili SUAP. L’implementazione del gestionale ha tenuto conto di nuove funzionalità, come quella del “compilatore”, ovvero il soggetto incaricato dall’impresa alla sola compilazione della pratica, mantenendo
“in capo” al titolare la responsabilità della sottoscrizione e delle relative dichiarazioni, fornendo soluzioni operative diversificate che superano in parte i problemi legati al meccanismo della delega, già dibattuti dal Tavolo Tecnico Regionale. Per l’immediato futuro, l’obiettivo del Coordinamento provinciale è quello di incentivare le imprese all’uso del “Jesyre” per gli adempimenti amministrativi relativi all’avvio dell’attività, rendendo disponibile un numero sempre maggiore di procedimenti attivabili in cooperazione applicativa, non appena saranno disponibili i nuovi standard della banca dati regionale.
I nomi Fabio Cacioli, direttore della Direzione Attività Economiche del Comune di Firenze Laura Castellani, dirigente Settore Infrastrutture e Tecnologie della Regione Toscana Enrico Ciabatti, Segretario generale dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio della Toscana Gianluca Frassinetti, Dipartimento Sviluppo Sostenibile - Servizio Programmi per lo Sviluppo Sostenibile della Provincia di Grosseto Marinella Giannini, Responsabile SUAP del Comune di Cortona, Coordinamento Provinciale di Arezzo Graziella Launaro, vice Segretario Generale, dirigente Dip.to Affari generali del Comune di Livorno Michele Parenti, coordinatore degli Sportelli Unici Integrati e responsabile del Progetto SPORVIC Alessandro Pesci, Segretario generale Anci Toscana Piero Rubbioli, Coordinatore Tavolo Tecnico Regionale Raffaella Tommaso, responsabile Progetti della Rete telematica regionale della Regione Toscana Guirardo Vitale, dirigente Settore Fiscalità Locale, Patrimonio, Informatica e Innovazione Tecnologica del Comune di Carrara
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Dalle autonomie Capannori, vota l’investimento da fare
Calenzano, è tempo di bilanci
La scelta spetta ai cittadini: dal 12 al 17 dicembre, Capannori ha votato per decidere quale opera pubblica realizzare. Un migliaio i cittadini che hanno votato tra i progetti selezionati dagli 80 cittadini che hanno preso parte all’iniziativa. Alla fine l’hanno spuntata cinque progetti che riguardano i plessi delle ex circoscrizioni. Tra questi saranno divisi i 400mila euro (100mila per ciascuna) stanziati dal Comune grazie ai fondi regionali. “Ora – afferma il Sindaco Del Ghingaro - gli stessi cittadini che hanno votato i progetti, potranno monitorarne lo svolgimento. Tutti gli interventi verranno eseguiti nel 2012”. Coinvolti gli aventi diritto al voto per le elezioni amministrative, ma la possibilità di scegliere l’opera da realizzare è stata estesa ai giovani con più di 16 anni e a tutti gli stranieri residenti nel Comune. È stato possibile esprimere la propria preferenza in Comune o con il voto elettronico, segnalando una sola preferenza relativa all’ex circoscrizione di residenza. L’impegno dell’amministrazione sarà quello di portare a compimento l’opera pubblica più votata (o quelle più votate nel caso in cui la prima scelta non comporti una spesa totale di 100.000 euro) entro il prossimo anno.
Il sindaco delinea un bilancio di metà mandato: tanti gli investimenti dal 2009 per sostenere il tessuto produttivo e le iniziative nel sociale, dal testamento biologico agli alloggi per immigrati, dal redditometro al fondo unico per il 5 per mille. Tra crisi delle risorse, tagli statali, emergenze sociali, la vita dei comuni e di chi li amministra sta attraversando una delle fasi più critiche della storia repubblicana. Ma non cedere alle difficoltà è possibile. Il sindaco Alessio Biagioli, in occasione di un primo bilancio di metà mandato ha parlato delle difficoltà incontrate: “La crisi mondiale, il crescente bisogno di servizi sociali a fronte di continui tagli agli enti locali da parte dello Stato. In questo difficile contesto, il nostro impegno si è rivolto a cercare la strada per mantenere il livello dei servizi e confermare gli investimenti previsti, valorizzando il territorio e sostenendo la crescita del tessuto economico e produttivo”. Di questi temi si è discusso lo scorso martedì 20 dicembre, nell’assemblea pubblica “Tempo di bilanci”, dove è stato fatto il punto della situazione su ciò che è stato fatto e ciò che resta da fare dall’amministrazione comunale.
ph: Angelica Braccini
Livorno. C'è crisi ma la città cresce Secondo il rapporto Irpet nella città labronica i dati sono migliori che nel resto della Toscana: per Livorno l’anno si chiude con una crescita del Pil dell’1%, tanto per valore aggiunto che unità di lavoro impiegate, soprattutto nell’industria e nella logistica. Male invece il settore delle costruzioni, come quello dei servizi sociali e alla persona. In stallo i consumi delle famiglie e la spesa della pubblica amministrazione. Il 2012 sarà ancora un anno duro per la Toscana, ma l’area livornese potrebbe andare in controtendenza, mantenendosi stabile grazie all’export. Questi, in estrema sintesi i dati che emergono dal rapporto Irpet “Il SEL livornese nella attuale crisi economica. 2011: il consolidamento della ripresa o l’attesa di una eventuale ricaduta?”, presentato a Palazzo Municipale. “Sia i dati 2011 sia le previsioni 2012 sottolineano l’importanza dell’export per Livorno - ha dichiarato l’assessore alle Politiche del Lavoro Darya Majidi. “Le nostre aziende hanno capacità e competenze per ambire a competere a livello internazionale. Fondamentale - ha concluso l’assessore - è che le aziende del territorio puntino all’innovazione, alla qualità, a fare rete, per poter crescere in competitività”. A cura di Enzo Chioini 25
Aut&Aut va sul web Con questo numero Aut&Aut cessa la propria vita su carta e si trasferisce nel mondo più impalpabile ma più dinamico della rete. Da marzo la rivista sarà diffusa in formato digitale. Una scelta che nasce da ragioni economiche, ma anche per adeguare e accrescere la nostra capacità di diffusione e penetrazione. Continueremo, come in tutti questi anni, a produrre riflessioni, documenti, materiali, adeguando anche il nostro lavoro alla sfida dei nuovi mezzi di comunicazione, utilizzandone al meglio le potenzialità e le risorse. Qualche rimpianto da parte degli amanti della carta e dell’inchiostro, ma la fiducia di accrescere la qualità e l’efficacia del nostro mensile. Ci vediamo in rete.
A U T O N O M I A & A U T O N O M I E m e n s i l e d e l l e a u t o n o m i e d e l l a To s c a n a - A n n o X I X n . 6 g i u g n o 2 0 1 1
Il direttore Marcello Bucci
Rebus TPL
Un sistema complesso alla costante ricerca di un centro di gravità tra dichiarazioni d’intenti e tagli alle risorse. Quali soluzioni per il trasporto pubblico locale? La Toscana prepara il terreno per la gara unica del 2012
DI CITTADINANZA
“L’Italia sono anch’io!” P
ortare avanti percorsi di cittadinanza per gli stranieri significa promuovere senso civico e solidarietà sociale, due elementi indispensabili per poter parlare di sicu-
rezza. Di fronte ai tragici eventi delle ultime settimane, sembra assolutamente anacronistico e fuorviante pensare di poter rispondere alla violenza con strategie di polizia. È importante precisare che questo non vuol dire non riconoscere il ruolo fondamentale delle forze dell’ordine, anzi. Le forze dell’ordine sono una certezza a cui non possiamo rinunciare, perché le deviazioni dalla norma, in qualsiasi società, sono sempre presenti. Allo stesso tempo, non possiamo caricarle di responsabilità che vanno ben oltre le loro competenze. Oggi più che mai, infatti, sta emergendo che la questione della convivenza pacifica e della sicurezza pubblica è un tema che riguarda la sfera dei diritti. La certezza dei diritti, infatti, rappresenta la so-
luzione, innovativa eppure elementare, con cui i Comuni, le Regioni e il Governo possono diffondere e radicare, in Italia, una cultura di pace e di solidarietà, come perno della nostra società. Avviare percorsi di cittadinanza, attraverso norme per la partecipazione e il diritto di voto, costituisce un cambiamento significativo nelle relazioni. Realizzando processi istituzionali di conoscenza e scambio di esperienze riusciremo a trasformare, negli anni, la paura della diversità in una ricchezza personale e sociale. ANCI, da molto tempo, sta portando avanti questa causa, con la consapevolezza che non basta indignarsi e preoccuparsi davanti a fenomeni di violenza razzista o xenofoba. Le istituzioni hanno il diritto e il dovere di compiere dei passi in avanti su una questione delicata e complessa come questa, nell’interesse delle comunità e dei territori. ANCI, inoltre, non si è limitata a far emergere il tema della cittadinanza e le lacune, innegabili, del-
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la normativa italiana in materia. Continuando a rimandare la scelta, non facciamo altro che rischiare di dover fronteggiare vere e proprie emergenze sociali in un futuro prossimo. La politica, con serietà e responsabilità, deve avere il coraggio di decisioni che forse, in un primo momento, non tutti possono condividere ma da cui – e questo è certo – le generazioni future e la coesione sociale potranno trarre grandi benefici. Inoltre, negare il diritto di cittadinanza agli stranieri comporta svilire la democrazia, creando, di fatto, cittadini di serie A e cittadini di serie B. Essendo la democrazia, la partecipazione e l’uguaglianza tre concetti fondativi delle istituzioni che governano l’Italia e che ogni singolo amministratore, in quanto tale, rappresenta, è indubbio che occorre una riflessione collettiva. Basta indignarsi, realizziamo la certezza dei diritti. di Luca Menesini, vicesindaco di Capannori e responsabile Immigrazione Anci Toscana
Cosa cambia
Le proposte di legge È in base all’articolo 3 della nostra Costituzione che sono nate le proposte di legge di iniziativa popolare che sostiene la campagna “L’Italia sono anch’io”: la rimozione degli ostacoli di cui parla la Carta, passa, infatti, dal riconoscimento dello ius soli per quanto riguarda la concessione della cittadinanza e dal riconoscimento del diritto di voto amministrativo dopo 5 anni di residenza in Italia.
Proposta di riforma della legge sulla cittadinanza
La legge 5 febbraio 1992, n. 91 prevede tre tipi di cittadinanza per chi è di origine straniera: per nascita in base al principio dello ius sanguinis; per naturalizzazione, in cui non si fa distinzione tra minori e adulti; e per matrimonio. Con la legge attualmente in vigore Per nascita
Naturalizzazione: nessuna distinzione per minori non nativi e adulti
È cittadino per nascita chi è nato da cittadini italiani. Se i genitori stranieri sono diventati cittadini italiani, anche il figlio lo diventa. Se il minore è nato in Italia ma i genitori non sono cittadini italiani, all’Anagrafe viene iscritto come straniero e può diventare cittadino italiano solo dopo il compimento del 18° anno di età, su richiesta e qualora risulti ininterrottamente residente in Italia all’interno del nucleo familiare di origine. Se non presenta questa richiesta nel corso del 18° anno di età, può chiedere la naturalizzazione con il requisito di 3 anni di residenza legale e ininterrotta.
La legge 91 non fa differenza tra i minori non nati in Italia, ma che vi trascorrono l’infanzia e la formazione, e gli adulti. I minori non nati in Italia sono stranieri a tutti gli effetti. Paradossalmente la legge prevede la cittadinanza per chi, nato all’estero, può dimostrare la discendenza da cittadini italiani.
La proposta Chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente da un anno è italiano Con l’introduzione dello ius soli, saranno cittadini italiani i nati in Italia che abbiano almeno un genitore legalmente soggiornante, il quale ne faccia richiesta. Saranno italiani i nati da genitori nati in Italia, a prescindere dalla condizione giuridica di questi ultimi: un principio che risolverebbe situazioni paradossali di bambini che nascono da adulti nati in Italia – ma non italiani – e determinano una inaccettabile e ingiustificata “apolidia familiare”.
Minori: lo ius soli per i non nativi e per chi va a scuola Le bambine e i bambini che – nati in Italia da genitori privi di titolo di soggiorno, o entrati in Italia entro il 10° anno di età – vi abbiano soggiornato legalmente, possono diventare italiani con la maggiore età se ne fanno richiesta entro due anni. Un percorso che dà loro la certezza di poter diventare cittadini una volta maggiorenni. Inoltre, su richiesta dei genitori, diventano cittadini italiani i minori che hanno frequentato un corso di istruzione.
Adulti: per la cittadinanza 5 anni e su proposta del sindaco In base al principio di territorialità, i sindaci presentano al Presidente della Repubblica l’istanza di cittadinanza. Domanda che può essere presentata anche da uno straniero legalmente soggiornante in Italia da almeno 5 anni, e non dai 10 previsti attualmente.
La proposta di legge per il diritto di voto alle amministrative
L’altra proposta di legge di iniziativa popolare prende le mosse dalla proposta sulla partecipazione politica e amministrativa elaborata da ANCI nel 2005, in base al principio contenuto nella Convenzione di Strasburgo del 1992 sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, principio che il nostro Paese non ha ratificato alla lettera C, che riguarda proprio il diritto di voto. Di fatto in Italia si nega la partecipazione alle decisioni pubbliche di chi continuativamente contribuisce alla crescita economica di un Paese, tramite il prelievo fiscale. La proposta Diritto di voto in città, province e regioni per stranieri in possesso di titolo di soggiorno da 5 anni per il suffragio universale nelle comunità locali La proposta ANCI, che la campagna assume, afferma che “la partecipazione alla vita politica ed alle attività di pubblica amministrazione, comprensiva del diritto di accesso e della partecipazione al procedimento amministrativo, è assicurata a tutti, senza discriminazioni in base a cittadinanza o nazionalità”. Il diritto
di elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative è garantito anche a chi non sia cittadino italiano, quando abbia maturato cinque anni di regolare soggiorno in Italia. Gli statuti e i regolamenti degli enti locali disciplinano altre forme di partecipazione degli stranieri alla vita politica e amministrativa.
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i promotori
Delrio: Cambiare la legge per promuovere i diritti di Sara Denevi
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’obiettivo della Campagna “L’Italia sono anch’io” è riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilità per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunità di cui fa parte. Il comitato promotore è presieduto dal presidente di ANCI Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia che, all’interno della rassegna DIREeFARE, nella cornice di Lucca Fiere, il 16 novembre ha spiegato che il gruppo di lavoro è nato dal basso, impegnato sui temi dei diritti legati alla cittadinanza, dei quali si parla già da tempo. “Vogliamo – ha precisato il presidente di ANCI - promuovere e affermare in modo compiuto anche per i
nuovi italiani, sia minori nati in Italia da genitori migranti, sia migranti stessi con un lavoro regolare da almeno 5 anni, i diritti alla cittadinanza e al voto, che traggono linfa dall’articolo 3 della Costituzione. In questo articolo si dice che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, ed è compito della Repubblica rimuovere quanto ostacola l’eguaglianza e la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità a cui appartengono”. “In Italia – ha aggiunto inoltre Delrio - ottenere la cittadinanza è ancora un percorso ad ostacoli per molti giovani, che sono per noi una ricchezza. Dobbiamo evitare di rimanere un Paese che genera stranieri, i quali, se non superiamo il
contesto di legge attuale, non avranno modo di interpretare l’articolo 4 della nostra Carta Costituente perché i doveri vanno di pari passo con i diritti”.
Il perché di una firma di Gianluca Mengozzi, presidente ARCI Toscana
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a campagna “l’Italia sono anch’io” cerca di porre rimedio a una situazione assai complessa che si trascina da anni e che rende il quadro legislativo inadeguato a interpretare la modernità della vita collettiva della nostra regione e dell’Italia. Per questo l’ARCI assieme ad altri enti, associazioni, sindacati e l’ANCI si sono mobilitate in comitati nazionali e locali per poter raccogliere le cinquantamila firme necessarie a proporre una legge di iniziativa popolare. Due sono le proposte: una sul diritto di cittadinanza per
tutti coloro che nascono in Italia da genitori stranieri regolari, e l’altra sul diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri che lavorano e risiedono regolarmente in Italia. Come ha giustamente richiamato a più riprese il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’Italia sconta su questi temi una forte arretratezza ed è giunto il momento di adeguare le leggi alle naturali trasformazioni della nostra società estendendo diritti a coloro cui già viene richiesto di rispettare i doveri. In Toscana nascono 33.000 bambini l’anno, di
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questi 8.000 sono figli di genitori stranieri, il 25% della popolazione. Se non si porrà presto rimedio a questa situazione, tra pochi anni, cittadini di serie A e persone senza alcun diritto cresceranno e vivranno accanto, il che è intollerabile per un Paese civile. Dobbiamo dunque firmare, e chiedere ai cittadini e alle cittadine toscane, che credono in una società moderna, plurale, giusta e diversa, di mobilitarsi. L’aggiornamento sui luoghi dove poter firmare si trova su www.litaliasonoanchio.it. Serve l’impegno di tutti.
azioni e iniziative
Rete G2: non chiamateci immigrati di Guendalina Barchielli
U
na rete di “cittadini del mondo”, non “seconde generazioni di immigrati” ma “seconde generazioni dell’immigrazione”, intendendo quest’ultima come un processo che trasforma l’Italia, di generazione in generazione. Questo è la Rete G2- Seconde Generazioni, organizzazione fondata nel 2005 da figli di immigrati e rifugiati nati e/o cresciuti in Italia. La Rete oggi ha sedi a Roma, Milano, Prato, Genova, Mantova, Arezzo, Padova , Imola, Bologna, Bergamo e Ferr ar a; oper a so pr attutto via web, con il sito w w w. s e c o n d e g e n e r a z i o n i . i t in cui si trovano informazioni e documenti, e con l’organizzazione di incontri su tutto il territorio nazionale. Riunisce ragazze e ragazzi tra i 18 e i 35 anni, originari di diversi Paesi dell’Asia, Africa, Europa e America Latina. Un blog, un forum, video, la presenza in Consulte ministeriali: le attività di G2 sfruttano tutti gli strumenti della comunicazione per promuovere i principi che sono alla base dell’organizzazione. Prin-
cipi che si riassumono in una rivendicazione dei diritti negati alle seconde generazioni senza cittadinanza italiana e nella definizione dell’identità come incontro di più culture. Obiettivo principale dell’azione della Rete è la rimozione delle barriere – teoriche e pratiche – che si frappongono tra i figli dell’immigrazione cresciuti in Italia, e i loro coetanei figli di italiani. Per raggiungere questo
scopo è imprescindibile l’ottenimento della modifica della legge sulla cittadinanza richiesta dalla proposta di legge della campagna “L’Italia sono anch’io!”. I nati in Italia a cui il nostro Paese non riconosce la cittadinanza sono ben oltre il mezzo milione, quasi un milione invece i minori residenti in Italia. Ed è figlio di stranieri quasi il 14% del totale dei nuovi nati in Italia. Numeri che impressionano e
che evidenziano la necessità di un cambiamento della legge sulla cittadinanza perché a questi ragazzi la legge impedisce di considerarsi formalmente cittadini italiani, anche se, come ha recentemente ricordato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “lo sono in tutto e per tutto, nella vita quotidiana, nei sentimenti, nella percezione della propria identità”.
Pontassieve aderisce alla campagna e mette in mostra i “Corpi migranti”
È
stata inaugurata lo scorso 6 dicembre presso la Biblioteca Comunale di Pontassieve, e resterà aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2012, la mostra fotografica Corpi Migranti: scatti sull’immigrazione in Italia, per indagarne le dinamiche, dai motivi che sottostanno alla scelta di lasciare il proprio paese, al viaggio, arrivando poi al percorso di integrazione nel “nuovo” paese. Al centro, l’idea che lontano dal proprio mondo di origine, le persone arrivano a perdere la propria identità di esseri umani e diventano appunto “corpi”. Corpi che vengono imbarcati, corpi che si perdono in mare, corpi che vengono respinti, corpi che diventano illegali, corpi
che vogliono tornare ad essere persone e lottano per l’integrazione e il riconoscimento della loro essenza di persone. “Corpi migranti”, che dal novembre 2010 è già stata ospitata in musei e fondazioni di tutt’Italia, raccoglie scatti dei fotografi Enrico Dagnino, Alan Maglio, Giuliano Matteucci, Medhin Paolos. La mostra, che si inserisce all’interno della rassegna “Percorsi d’arte in Biblioteca”, segna anche l’avvio, nel Comune di Pontassieve, della campagna “L’Italia sono anch’io!”. I numeri dell’immigrazione nel comune della Valdisieve sono abbastanza significativi anche per quanto riguarda la popolazione scolastica: nelle scuole del Comune
DICEMBRE 2011
sono 231 gli alunni di origine straniera, di cui il 39% è nato in Italia, percentuale che sale al 71% per la scuola dell’Infanzia. “I bambini e i ragazzi nati o cresciuti in Italia si vedono riconosciuta la possibilità di ottenere la cittadinanza, solo al compimento della maggiore età – commenta l’assessore alla Cultura e alla Cooperazione Alessandro Sarti – . Questo genera disuguaglianze, limita la possibilità di una piena integrazione, disattendendo il dettato costituzionale (art.3) che stabilisce l’uguaglianza tra le persone e impegna lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno raggiungimento.” Per aderire alla campagna, è possibile rivolgersi all’Urp e alla Segreteria Generale del Comune. (gb)
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Le foto di questo numero, scattate da Guendalina Barchielli, raccontano la manifestazione antirazzista di Firenze, sabato 17 dicembre. Circa 20.000 persone hanno sfilato per la città, in ricordo di Modou Samb e Mor Diop i due cittadini senegalesi uccisi il 13 dicembre dall’estremista di destra Gianluca Casseri, che nella strage ha ferito altri tre uomini. Dai vertici di Anci Toscana, la più ferma condanna di un gesto in cui la follia si è alimentata di un’ideologia violenta e razzista, e l’invito a tutte le istituzioni a tenere alta la guardia sul lavoro da fare per promuovere convivenza e integrazione e bloccare i rigurgiti di stampo razzista e xenofobo.
UEA - Ufficio europa Anci Toscana
Info: www.ancitoscana.it - ufficio.europa@ancitoscana.it
BANDI UE Fondo Europeo per l'Integrazione dei cittadini di Paesi terzi - avvisi territoriali 2011 Tematica: Immigrazione Scadenza: ore 18.00 del 21 febbraio 2012 (ad eccezione dell’Azione 9, il cui termine fissato alle ore 18.00 del 31 gennaio 2012) Finalità e risorse: Gli avvisi pubblici attengono alla presentazione di progetti a valere sulle seguenti azioni: • Azione 1 “Formazione linguistica ed educazione civica” - euro 4.000.000,00 (IVA inclusa); • Azione 2 “Orientamento al lavoro e sostegno all’occupabilità” - euro 2.250.000,00 (IVA inclusa); • Azione 3 “Progetti giovanili” - euro 4.100.000,00 (IVA inclusa); • Azione 4 “Promozione dell’accesso all’alloggio” - euro 1.800.000,00 (IVA inclusa); • Azione 6 “Mediazione sociale e promozione del dialogo interculturale” - 2.300.000,00 (IVA inclusa); • Azione 8 “Capacity building” - euro 1.200.000,00 (IVA inclusa); • Azione 9 “Scambio di esperienze e buone pratiche” - euro 450.000,00 (IVA inclusa). Info: www.interno.it
Diritti fondamentali e cittadinanza Invito a presentare proposte - Action grants 2011 -2012 Tematica: Diritti fondamentali e cittadinanza Scadenza: 13 marzo 2012 Finalità: Il presente invito per sovvenzioni di azioni, si inserisce nell'ambito del Programma specifico «Diritti fondamentali e cittadinanza» per il periodo 2007-2013, come parte del programma generale «Diritti fondamentali e giustizia», che intende promuovere lo sviluppo di una società europea fondata sul rispetto dei diritti fondamentali, rafforzare la società civile e incoraggiare un dialogo aperto,trasparente e regolare con essa riguardo ai diritti fondamentali; combattere il razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo e promuovere una migliore intesa interconfessionale e multiculturale e una maggiore tolleranza in tutta l'Unione europea. Risorse disponibili: 20 975 000 euro. Il contributo da parte della Commissione non può essere superiore all'80% del totale dei costi ammissibili del progetto. Info: www.interno.it
Bandi nazionali e regionali
Regione Toscana: per la riqualificazione ambientale di aree destinate ad insediamenti produttivi di cui alla linea 3.3 del PRSE 2007/2010 e alla linea 1.3.1 del PAR FAS 2007/2013 Tematica: Ambiente Scadenze: 02 luglio 2012 Finalità: Potranno essere finanziati gli interventi ricadenti all’interno delle zone territoriali omogenee della pianificazione urbanistica destinate all’insediamento di attività produttive e artigianali di cui all’art. 2 del D.M. 1444/1968 (“zona D”), e pi precisamente: a) interventi in aree gi esistenti o dismesse, e b) interventi in aree di nuova realizzazione. Risorse disponibili: Per il punto A le risorse ammontano a 15.693.547,82 euro, di cui euro 6.059.940,00 sul capitolo 51457. Per il punto B sono pari a 9.633.607,82 euro sul capitolo 51459 del bilancio 2011. Info: www.regione.toscana.it/fas
Regione Toscana: PRS 2007/2013 misura 221: primo imboschimento di terreni agricoli Tematica: Ambiente Scadenze: 28 febbraio 2012 Finalità: La misura prevede la concessione di aiuti destinati all’impianto di nuove superfici boschive in terreni agricoli utilizzando specie adatte alle condizioni locali e compatibili con i requisiti ambientali, al fine di favorire l’aumento della capacità di assorbimento del carbonio in atmosfera. Risorse disponibili: euro 3.800.000,00 di cui il 10%, pari a euro 380.000,00, quale fondo di riserva per eventuali ricorsi. L’aiuto, sotto forma di contributi in conto capitale, ha una intensità massima dell'80% per gli investimenti realizzati nelle zone di cui all’articolo 36, lettera a), punti ii) e iii) del Reg. (CE) 1698/05; e 70% per gli investimenti realizzati in altre aree. Info: www.regione.toscana.it/fas 31