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IdentitĂ mediterranea


L’economia reale nel Parco dell’Asinara Il Parco Nazionale dell’Asinara presenta due importanti peculiarità che consentono di effettuare un’analisi approfondita dell’economia che si crea in seguito all’istituzione di un Parco nazionale, l’isola perciò potrebbe essere definita un “laboratorio delle dinamiche economiche”.


Le caratteristiche distintive Sotto l’aspetto economico le caratteristiche che ne fanno un laboratorio sono: - l’assenza di un’economia nel territorio prima della nascita del parco; esisteva solo una colonia penale nella quale non c’erano attività imprenditoriali. Vero è che un luogo di detenzione dava lavoro e creava delle esternalità delle quali il territorio ne traeva beneficio, quali locazioni per alcune famiglie degli agenti di polizia penitenziaria, ausili alla logistica e derrate alimentari, ma sotto l’aspetto economico/turistico non c’era nessun input. Per il periodo in cui esisteva il carcere non esistono dati economici che ci possano permettere di fare un confronto con l’economia creata dal parco; - l’insularità, che consente di monitorare i flussi turistici e le aziende che operano sull’isola, nonché la loro evoluzione.


Motivi che ne determinano il successo - Ambiente naturale, incontaminato e protetto, animali selvatici abituati alla presenza dell’uomo incluse le specie ittiche, inquinamento sonoro assente. - Storia carceraria, come attrattiva complementare all’ambiente.


Analisi economica territorio/imprese Il parco è nato nel 1998, al 2018 sono presenti circa 70 imprese, di queste almeno 50 sono nate in seguito all’istituzione del parco nazionale, la crescita è avvenuta nell’arco temporale di 21 anni. La imprese che operano sul parco sono ovviamente di tipo turistico-naturalisticoescursionistico la sommatoria dei loro volumi di affari è di oltre € 5.000.000,00, hanno la dimensione di microimprese con un volume di affari medio di € 100.000,00 e forme giuridiche di società di persone o ditte individuali. La maggior parte delle imprese sono costituite da guide ufficiali del parco. Sono presenti anche imprenditori turistici che operano in altre realtà locali che hanno investito sull’Asinara.


Un dato piacevole è che a tutt’oggi nessuna delle imprese che operano sull’isola ha cessato l’attività o è stata sottoposta a procedure concorsuali. Le imprese hanno una redditività in linea con la media e oltre, dettata dagli studi di settore di appartenenza. Purtroppo, sono nate delle sacche di oligopolio, che hanno origine da privilegi di tipo logistico degli operatori già presenti sull’isola e dalla loro maggiore conoscenza del sistema “asinara”.


Limiti Un fattore sfavorevole è la stagionalità della fruizione che si concentra soprattutto, come d’altronde avviene in tutta la Sardegna, nel periodo di chiusura estiva delle scuole, toccando picchi di flussi turistici che vanno dal 20 luglio fino a 31 agosto di ogni anno. Un altro filtro negativo è il collo di bottiglia dei trasporti sull’isola che nei periodi di massimo flusso, ovviamente luglio ed agosto, non riesce a soddisfare le richieste. Il numero dei visitatori nell’anno si attesta mediamente intorno a 100.000, il 95% dei visitatori effettuano una visita giornaliera considerato che sull’isola è presente solo un ostello di 70 posti dove poter pernottare.


Esternalità Per effettuare una analisi sulle economie esterne prodotte dalla presenza del parco per una visita giornaliera ognuno di questi spende una somma minima stimata in € 50,00, che rappresenta il prezzo minimo per visitare l’isola, perciò una semplice moltiplicazione porta ad un risultato pari a € 5.000.000,00 che rappresenta il flusso finanziario annuale che va a beneficio degli operatori del Parco Nazionale dell’Asinara. Si aggiungano a questi circa 20 euro che ciascun visitatore spende per beni e servizi quali parcheggio dell’auto, per chi viene da lontano si ipotizza una notte in una struttura ricettiva, un caffè, il carburante e altre piccole amenità (gelato al bambino). 20 Euro per 100.000,00 = € 2.000.000,00 che rappresenta il valore delle esternalità annuali che il parco produce a favore del territorio limitrofo.


Interessante è il rapporto dato dal volume d’affari che viene generato dalle imprese che operano sull’isola, come già detto pari a € 5.000.000,00 ed il finanziamento ordinario che il Ministero dell’Ambiente che eroga annualmente al parco di circa € 2.500.000,00 (contributo ministero 2018), il rapporto è pari al 50% e rappresenta perciò un moltiplicatore di denaro; dal punto di vista delle politiche keynesiane o semplicemente della efficiente allocazione di risorse si potrebbe dire che un investimento di questo tipo è ottimale. Senza considerare che il contributo è destinato alla protezione dell’ambiente, senza parlare di valutazione economica degli ecosistemi perché qui apriremo un altro importante capitolo. Le esternalità o economie esterne vanno a beneficio delle imprese che risiedono nei territori limitrofi, perlopiù nel comune di Stintino. Nel comune esiste un indotto, quali parcheggi, servizi quali ristorazione, agenzia di promozione turistica ed hotels che l’Ente parco non può monitorare in quanto operano all’esterno dell’area protetta.


Occupati Infine a corollario di quanto esposto si fornisce il dato sull’occupazione che da “zero”, prima dell’istituzione del parco, si passa a 150 occupati nel settore dei servizi ai visitatori. La presente relazione non tiene conto delle imprese che operano sull’isola per le manutenzioni, incaricate dai vari enti pubblici compreso l’Ente parco in quanto altererebbero l’effetto moltiplicatore che si ottiene con il finanziamento ordinario da parte del Ministero dell’Ambiente. In buona sostanza si potrebbe dire che in termini economico - finanziari l’Asinara è un buon investimento.


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