Comune di Campi Bisenzio – FI
San Donnino
La tranvia e
il city front
Lotto n.3 – Adele G.Caucci – Emanuela Spiotta
Lotto n. 3
Comune di Campi Bisenzio
RICOGNIZIONE DELLE AREE URBANE IN CONDIZIONI DI DEGRADO DA SOTTOPORRE A INTERVENTI DI RIGENERAZIONE ex L.R. n° 65/2014
Accordo Regione Toscana – ANCI Toscana per la ricognizione delle aree urbane in condizione di degrado urbanistico da sottoporre ad interventi di rigenerazione ai sensi della L.R. 65/2014 e collaborazione al protocollo ITACA per la sostenibilita‟ a scala urbana
Report realizzato da: Adele G.Caucci – architetto e paesaggista- studiocaucci@gmail.com Emanuela Spiotta – architetto - arch.emanuelaspiotta@gmail.com Luca Menguzzato – Dr.Pianificatore - luca.mengu@gmail.com
Studiocauccci © Firenze - ottobre 2015
Note legali Il presente lavoro è stato redatto dagli autori in stretta relazione con la Committenza che ha diritto di utilizzare gli elaborati prodotti per gli obiettivi convenuti nel contratto di affidamento solo dopo il pagamento dei compensi professionali. Agli autori spettano, in ogni caso, i diritti d‟autore sull‟opera che hanno firmato e, salva diversa pattuizione, la proprietà del progetto della medesima. Qualsiasi uso divulgativo deve essere autorizzato dagli autori.
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INDICE REFERENZE ....................................................................................................................................................... 1 INDICE ................................................................................................................................................................. 2 1. AMBITO DI RELAZIONE ............................................................................................................................... 4 A. INQUADRAMENTO .......................................................................................................................................... 4 1. Inquadramento territoriale dell’ambito ........................................................................................................ 4 2. Coerenza con l'ambito di applicazione di cui all’art. 122 della L.R. 65/2014, ...................................... 8 2.1 Classe di appartenenza dell‟ambito ........................................................................................................................8 2.2 Descrizione di eventuali incoerenze .......................................................................................................................8
3. Disciplina e progettualità .............................................................................................................................. 9 3.1 Ricognizione dei vincoli ............................................................................................................................................9
4. Strumenti della pianificazione territoriale ................................................................................................. 12 4.1 PIT/PPPR .................................................................................................................................................................12
Ambito di paesaggio ........................................................................................................................................ 12 4.2 Invarianti strutturali del PIT/PPR ...........................................................................................................................12 4.3 Relazione con l‟abaco dei tessuti edilizi del PIT/PPR ........................................................................................15
5. Strumenti della pianificazione urbanistica ............................................................................................... 15 6. Progetti sull’ambito ...................................................................................................................................... 17 7. Relazioni con il contesto urbano di riferimento ....................................................................................... 18 B. ELEMENTI PER L‟INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI DEGRADO ....................................................... 19 8. Obiettivi di riqualificazione verificati con i comuni .................................................................................. 19 9. Descrizione dell’ambito di relazione ......................................................................................................... 19 9.1 Analisi della proprietà fondiaria .............................................................................................................................21 9.2 Analisi dei margini, delle quinte urbane e dei rapporti con i tessuti urbani e/o spazi aperti contermini ......21 9.4 Dotazione di standard .............................................................................................................................................22
10. Analisi degli spazi aperti rilevanti ai fini della riqualificazione ............................................................ 23 11. Analisi degli edifici ..................................................................................................................................... 26 12. Analisi degli elementi e delle caratteristiche utili o riferibili al protocollo ITACA .............................. 28 13. Analisi del degrado ................................................................................................................................... 28 13.1 Analisi e descrizione delle condizioni di degrado presenti nell‟ambito ..........................................................28 13.2 Localizzazione delle criticità e degli elementi di degrado ................................................................................29
14. Potenzialità e opportunità di sviluppo .................................................................................................... 30 15. Individuazione delle aree urbane in condizioni di degrado da sottoporre a interventi di rigenerazione ex L.R. n° 65/2014 .................................................................................................................. 32 2. ATTO DI RICOGNIZIONE DELLE AREE DEGRADATE ..........................................................................33 AREA DI RIGENERAZIONE URBANA 1 – LA STAZIONE................................................................................. 33 1. Descrizione dell’area e delle condizioni di degrado ............................................................................... 33
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2. Obiettivi di riqualificazione da conseguire attraverso gli interventi di rigenerazione urbana ........... 34 3. Parametri da rispettare nella progettazione degli interventi.................................................................. 34 4. Incrementi e premialitĂ ............................................................................................................................... 35 5. Elaborati da presentare per il piano di intervento ................................................................................... 35 6. Schema progettuale .................................................................................................................................... 39
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1. AMBITO DI RELAZIONE A. INQUADRAMENTO 1. Inquadramento territoriale dell’ambito Contesto urbano Il paese è in una posizione strategica per due motivi: 1. si trova fra due importanti sistemi di parco, che lo chiudono a sud e a nord, rispettivamente il parco fluviale dell’Arno ed il parco della piana; 2. è collegato al capoluogo toscano mediante la linea ferroviaria su cui corre un trenino urbano che in 11 minuti arriva nella stazione di Porta a Prato a Firenze. ;
Fig. 1 - Inquadramento dell’ambito di relazione nel contesto di riferimento su CTR 2K/10K (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)
Caratteri dell’ambito di relazione San Donnino è un‟area estremamente verde, con situazioni paesaggistiche di elevata qualità. Dall‟analisi emerge come San Donnino abbia già un ruolodi cerniera fra le aree verdi della piana metropolitana. Esso è infatti naturalmente congiunto a sudovest al parco Fluviale mediante il parco Chico Mendes che può essere considerato come la testa del sistema dei Renai. A nord-ovest invece, la nuova oasi verde che sta nascendo nell‟area che ospitano le casse di espansione, rappresenta l‟inizio del grande Parco della Piana. Due canali, il Macinante ed il Fosso Reale, attraversano l‟abitato e congiungono naturalmente i due parchi a sud ed a nord e, disegnando un arco, attraversano la piana arrivando fi no alle Cascine di Firenze da nord.
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Fig. 2 - Inquadramento dell’ambito di relazione su CTR 2K (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)
Fig. 2 - Inquadramento dell’ambito su ortofotocarta più recente – Anno 2013 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)
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Fig. 3a - Inquadramento dell’ambito su sequenza diacronica 1954 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)
Fig. 4b - Inquadramento dell’ambito su sequenza diacronica 1978 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)
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Fig. 5c - Inquadramento dell’ambito su sequenza diacronica 2002 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)
Fig. 6 - Inquadramento dell’ambito con periodizzazione della crescita urbana: dal Catasto Generale Toscano al 2007 (Fonte: Geoscopio, Dati WMS)
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2. Coerenza con l'ambito di applicazione di cui all’art. 122 della L.R. 65/2014, 2.1 Classe di appartenenza dell’ambito (indicare con una x la classe di appartenenza dell‟area)
classe
SINTESI CRITERI
A
1
aree di media/grande estensione, generalmente collocate nella fascia periferica dell'area urbanizzata e/o con diretta relazione con il territorio aperto , caratterizzata da una marcata prevalenza di fabbricati a destinazione produttive commerciali direzionali, con lotti medio grandi). Problematiche di degrado urbanistico legate al sotto utilizzo o all'abbandono. Da verificare la possibilità di una rigenerazione in APEA
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Medesime caratteristiche di A1ma con estensione medio/piccola
1
aree di medio/grande estensione caratterizzata da tessuto urbano misto (residenziale artigianale): media densità edilizia con fabbricati pluri-piano e capannoni artigianali; collocate generalmente nelle aree marginali dell'area urbanizzata. Generalmente le problematiche di degrado urbanistico prevalentemente sono legate a: scarsa qualità degli spazi aperti (pubblici e privati) e del costruito; insufficienza o inefficienza della maglia viaria e degli standard e dei servizi
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Medesime caratteristiche di A1 ma con estensione medio/piccola
B
Area
C
aree di piccola/ media dimensione; collocazione non necessariamente marginale; le condizioni di degrado dell'area sono fortemente legate allo stato di conservazione ed al grado di abbandono del patrimonio immobiliare che insiste sull'area stessa; la rigenerazione dell'area pertanto è connessa ad interventi di recupero puntuali a scala edilizia
D
VUOTI: area con prevalenza di spazi aperti prevalentemente ad uso pubblico connotati da una generale mancanza o debole destinazione funzionale; abbandono/sottoimpiego; degrado architettonico determinato dalla scarsa qualità del disegno degli spazi e dell'arredo urbano; scarsa qualità dei materiali e dello stato di conservazione/manutenzione.
X
2.2 Descrizione di eventuali incoerenze Presenza di elementi oggetto di esclusione ai sensi del comma 3 dell’art. 122 L.R. 65/2014 Elemento a) gli edifici eseguiti in assenza edilizio o in totale difformità essenziali rispetto allo stesso, quelli per i quali siano stati sanatoria
Descrizione di titolo abilitativo Verifica puntuale o con variazioni Comune ad esclusione di rilasciati titoli in
b) gli edifici e i tessuti urbanistici riconosciuti di pregio per il loro valore storico, architettonico, tipologico e culturale dagli atti di governo del territorio
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di
competenza
del
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Presenza di elementi oggetto di esclusione ai sensi del comma 3 dell’art. 122 L.R. 65/2014 c) gli edifici situati in aree soggette a vincoli di inedificabilità assoluta come definite dall‟articolo 33 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell‟attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie) o dagli strumenti di pianificazione territoriale d) gli edifici ricadenti in aree a pericolosità geologica o idraulica in cui i piani di bacino e i piani di assetto idrogeologico non ammettono la realizzazione di interventi di ampliamento e) gli edifici vincolati quali immobili di interesse storico sensi della parte II del Codice
3. Disciplina e progettualità 3.1 Ricognizione dei vincoli
Fig. 7 – Inquadramento dell’ambito in relazione ai vincoli paesaggistici (Fonte: Geoscopio, Dati WMS – PIT con valenza PPR)
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Fig. 8a – Inquadramento dell’ ambito in relazione ad altri vincoli (Fonte: Regolamento urbanistico comunale)
Fig.7b - Inquadramento dell’ ambito in relazione alla pericolosità idraulica
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Fig. 7c - Inquadramento dell’ ambito in relazione alla pericolosità idraulica (fonte PAI)
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4. Strumenti della pianificazione territoriale 4.1 PIT/PPPR Ambito di paesaggio1 - Nel PIT vigente , Scarperia fa parte dell‟ambito n°7 – Mugello e,di questo rappresenta un insediamento storico sviluppatosi lungo la sommità del crinale secondario che dalla dorsale appenninica si diparte a pettine fino a morire in prossimità del solco vallivo del Fiume Sieve.
Inquadramento territoriale del Comune di Campi Bisenzio
4.2 Invarianti strutturali del PIT/PPR
Fig. 9a – Inquadramento dell’ ambito in relazione alle invarianti strutturali (Fonte: Geoscopio, Dati WMS – PIT con valenza PPR o PS) - Invariante 1 Icaratteri idrogeomorfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici
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Individuato con riferimento agli Ambiti territoriali del PIT
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Fig. 8b – Inquadramento dell’ ambito in relazione alle invarianti strutturali (Fonte: Geoscopio, Dati WMS – PIT con valenza PPR o PS) - Invariante 2 i caratteri ecosistemici del paesaggio
Fig. 10c – Inquadramento dell’ ambito in relazione alle invarianti strutturali (Fonte: Geoscopio, Dati WMS – PIT con valenza PPR o PS) - Invariante 3 il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali
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Fig. 11d – Inquadramento dell’ ambito in relazione alle invarianti strutturali (Fonte: Geoscopio, Dati WMS – PIT con valenza PPR o PS) - Invariante 4 i caratteri morfotipologici dei sistemi agroambientali dei paesaggi rurali
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4.3 Relazione con l’abaco dei tessuti edilizi del PIT/PPR
Fig. 9 – Inquadramento dell’ ambito in relazione alla tipologia di tessuto edilizio (PIT allegato 2)
5. Strumenti della pianificazione urbanistica Stato della pianificazione comunale: PS U.T.O.E. “8” A-Sistema funzionale per la mobilità, art. 14 A5 – Sottosistema della grande viabilità pedonale e ciclabile, art.19 B-Il sistema funzionale insediativo, art. 21 B1 – Sottosistema delle permanenze, art 22 B4 – Sottosistema delle aree trasformabili , art. 25 B6 – Sottosistema delle aree produttice, art 27 C-Il sistema funziona ambientale, art. 28 C6 – Sottosistema delle caratteristiche sensoriali dei contesti urbani –BA (basso) – nel nostro caso, art. 34 D-Il sistema fuzionale dei servizi, art . 35 D4 – Sottosistema dei circolo ricreativi e culturali, art. 39
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Fig. 12 - Inquadramento dell’ambito nelle previsioni degli strumenti di pianificazione territoriale – Piano Strutturale (Fonte: materiali reperiti presso le Amministrazioni comunali)
RU Ambito di intervento: Area soggetta a PMU o piano attuativo, artt. 11 – 13 Zone residenziali da consolidare Zona B, art 116 Zona di completamento residenziale, Zona Bc, art 118 Area a prevalente destinazione terziaria di nuova definzione, Zona D5, art. 133 Zonizzazione: Edifici ed areali negli Elenchi della Legge Regionale 59/80, art. 111 Area per attrezzature di interesse comune, art. 137 Perimetro dei centri storici Zona A, art. 110 Parcheggio pubblico, art. 138 Verde privato vincolato, art. 115 Area sottoposta a totale inedificabilità, art. 102 Verde di rispetto, art. 95 Corsi idrici, art. 141
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Fig. 13 - Inquadramento dell’ambito nelle previsioni degli strumenti di pianificazione territoriale – Regolamento Urbanistico (Fonte: materiali reperiti presso le Amministrazioni comunali)
6. Progetti sull’ambito Inserire laboratorio partecipato Fig. 14 - Inquadramento dell’area nell’ambito delle progettualità presenti (Fonte: materiali reperiti presso le Amministrazioni comunali)
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7. Relazioni con il contesto urbano di riferimento Descrizione delle connessioni dellâ€&#x;ambito di relazione con il contesto esterno (relazioni funzionali, servizi, emergenze, rapporto con assetto storicizzato, vedi comma 4 art. 125, L.R. 65/2014) -
Ecologiche molto forti con i parchi dellâ€&#x;Arno e della Piana
-
Socio-economiche attualmente isolate per posizione e componenti.
-
Relazionali di margine con la cittĂ di Firenze, con problemi legati anche alla sicurezza.
-
Di isolamento percettivo dovuto principalmente alla barriera stradale di scorrimento sopraelevata
Fig. 15 - Inquadramento dell’ambito di relazione con evidenziate le relazioni con il contesto esterno (Fonte: rielaborazioni dei dati raccolti a cura dei singoli gruppi)
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B. ELEMENTI PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI DEGRADO 8. Obiettivi di riqualificazione verificati con i comuni Creare il cityfront di San Donnino dove ora si trovano i retro dell‟insediamento storico, da un lato ed il rilevato della via pistoiese dall‟altro. Riqualificazione dell‟area ai margini dell‟asse viario con le infrastrutture connesse alla nuova connessione tramviaria. Dotazione di connessioni trasversali che superino le barriere infratrutturali. Rigenerazione dell‟area industriale ad uso cementificio per offrire al nucleo abitato un sistema dei servizi mancanti
9. Descrizione dell’ambito di relazione Relazioni urbane
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Fig. 16 - Inquadramento dell’ambito di relazione e delle riprese fotografiche
Condizioni di degrado
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9.1 Analisi della proprietà fondiaria
Fig. 17 - Inquadramento dell’ambito con individuazione delle proprietà pubbliche e private (Fonte: materiali reperiti presso le Amministrazioni comunali e Agenzia del Territorio)
9.2 Analisi dei margini, delle quinte urbane e dei rapporti con i tessuti urbani e/o spazi aperti contermini
Fig. 18 – Individuazione dei margini e delle quinte urbane
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Fig. 19 – Localizzazione delle riprese dei margini e quinte visive
9.4 Dotazione di standard
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Fig. 20 – Rappresentazione grafica della dotazione di standard e servizi esistenti
10. Analisi degli spazi aperti rilevanti ai fini della riqualificazione -
Corridoio verde lungo la nuova pistoiese ed i canali trasversali;
-
Aree private coltivate;
-
Cortili privati
-
Ampie zone agricole
(San Donnino e casi simili)
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Fig. 19 - Inquadramento dell’area con le funzioni degli spazi aperti (Fonte: materiali reperiti presso le Amministrazioni comunali e rilievi da sopralluogo)
AREA Caratteristiche
SPAZI APERTI
Prevalenti
Epoca realizzazione trasformazione
di Posteriore al 1970 e/o Dopoguerra (1946-1970) Precedente al 1946 -storico Interesse ecologico Presente (si/no) Destinazione d‟uso Attrezzato – parco giochi prevalente degli spazi Arredo stradale aperti attuale e/o precedente (uso del Parco urbano Parco territoriale - fluviale suolo urbano ) Privato: Attrezzato – parco giochi Verde sportivo Parco giardino Orto pertinenziale Agricolo parcheggio Cortile pavimentato altro Pubblico: Attrezzato – parco giochi Arredo stradale Verde sportivo Parco, giardino urbano Parco territoriale,fluviale Parcheggio Di servizio alla mobilità altro Componenti Vegetazione arborea dominanti Vegetazione arbustiva Manto erboso Colture agrarie Vegetazione naturale Pavimentazioni Arredi Attrezzature e giochi altro Condizioni d‟uso e Funzionale ben mantenuto manutenzione In cattivo stato conservazione Non utilizzato Strutturalmente degradato Rilevanza ambientale in relazione al contrastante contesto neutro caratterizzante
di
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n
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Fig. 21 – Localizzazione su OFC delle riprese degli spazi aperti
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Fig. 21 - Inquadramento dell’area con spazi pubblici e di uso pubblico (Fonte: materiali reperiti presso le Amministrazioni comunali e rilievi da sopralluogo)
11. Analisi degli edifici Spiegazione degli edifici/ambiti che si sono scelti e perché -
Residenziale, villini e palazzine;
-
Depositi agricoli
Edilizia industriale
Fig. 22 - Inquadramento dell’ambito su OFC con identificazione numerica degli edifici o delle unità volumetriche (Fonte: rielaborazioni dei dati raccolti a cura dei singoli gruppi)
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AREA Caratteristiche Periodo costruzione
EDIFICI
Prevalenti
di Posteriore al 1970 Dopoguerra (1946-1970) Inizi „800/ inizi „900 (18251945) Anteriore al 1825
Interesse storico/arch. e/o testimoniale Destinazione d’uso prevalente degli edifici attuale e/o precedente Il sottoutilizzo o l’abbandono Voci fissate dalle leggi e dai regolamenti della RT in materia ossia (art.99 l.r. 65/14)
Presente (si/no) Residenziale e commerciale di vicinato e direzionale e di servizio quando reciprocamente funzionali Industriale artigianale, commerciale all‟ingrosso e depositi e direzionale di servizio Commerciale di grande distribuzione commerciale di media distribuzione turistico ricettivo direzionale “puro” agricolo
Tipologia degli edifici
Caratteristiche architettoniche e strutturali
Condizioni manutenzione
Schiera Casa in linea Residenze condominiali Blocco chiuso Blocco aperto altro Residenze Villa monoVilletta bifamiliari altro Edifici produttivi
Capannone
Edifici specialistici privati
Supermercato
Albergo altro Chiesa Edifici Municipio specialistici Scuola pubblici Ospedale altro Inserire voci che si ritengono utili a seconda del caso
di Buono stato normale Cattivo stato degradato Non utilizzato
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ED. 2
ED. 3
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ED. n
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EDIFICI
Prevalenti
ED. 1
ED. 2
ED. 3
ED. 4
ED. n
Copertura
Piana Capanna Falde Falda unica Botte Padiglione Shed Altro Manto laterizio trad. (coppi e tegole) Coppi Marsigliesi Cemento Legno Vetro Piastrelle Lastre Eternit Lamiere Altro Rilevanza ambientale Contrastante / presenza di in relazione al detrattore ambientale contesto Contrastante / presenza di detrattore paesaggistico Neutro Caratterizzante
12. Analisi degli elementi e delle caratteristiche utili o riferibili al protocollo ITACA Inserire i dati che sono riferiti al sistemone e che sono utili per l‟area (Ho le fonti e non le ho; di queste quali posso riferire all‟area e possono essere utili all‟analisi)
13. Analisi del degrado Elevato traffico veicolare con conseguente inquinamento atmosferico Vicinanza dell‟aeroporto con inquinamento acustico Frammentazione ecologica delle aree protette da abitato e viabilità di scorrimento Presenza di depositi e lavorazioni all‟aperto di forte impatto Presenza dell‟asse autostradale in rilevato
13.1 Analisi e descrizione delle condizioni di degrado presenti nell’ambito (rif. Regolamento 3/R alla L.R. 1/2005) Principali categorie di degrado:
Descrizione degli elementi di degrado
a) degrado urbanistico, per ambiti urbani ove vi sia carenza di funzionalità dovuta a insufficienza degli standard urbanistici di cui al D.M. 1444/1968, o delle opere di urbanizzazione primaria e
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Principali categorie di degrado: secondaria;
Descrizione degli elementi di degrado
b) degrado fisico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da precarie condizioni di staticità dell‟edificato, connesse all‟usura del tempo o ad inadeguate tecniche costruttive, da diffusa fatiscenza delle strutture e delle finiture degli edifici, ovvero da inadeguatezza tipologica degli edifici rispetto alle esigenze funzionali, anche per carenza o insufficienza degli impianti tecnologici;
La presenza di un patrimonio edilizio poco denso e “sparpagliato”, manifesta un impianto urbano, scarsamente organizzato, non gerarchizzato, con un sistema di servizi e di infrastrutture, quasi esclusivamente carrabili, carenti soprattutto di qualsiasi dotazione che ne palesi i caratteri di urbanità (insufficienza di parcheggi e spazi pubblici in generale, della viabilità secondaria e delle relative opere come i marciapiedi, l‟illuminazione pubblica, ecc.).
c) degrado igienico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da mancanza o insufficienza degli impianti igienico-sanitari, sia come dotazione che come organizzazione funzionale, da insufficiente aerazione e illuminazione diurna dei singoli edifici, ovvero da ridotte condizioni di abitabilità e di utilizzazione, in relazione all‟impianto planivolumetrico o alla presenza di condizioni generali di insalubrità; d) degrado socio-economico, per ambiti urbani o insediamenti minori ove sussistano condizioni di abbandono, di sottoutilizzazione o sovraffollamento degli immobili, o comunque di impropria utilizzazione degli stessi, ovvero in presenza di strutture produttive non compatibili con le preesistenti funzioni residenziali, o infine in presenza di fenomeni comportanti la sostituzione del tessuto sociale, nonché delle forme produttive ad esso integrate;
Risulta evidente il degrado economico, per il numero delle attività chiuse e abbandonate, o sottoutilizzate, con prevalenza delle strutture di grandi dimensioni precedentemente destinate alla produzione.
e) degrado geofisico, per gli ambiti territoriali o insediativi caratterizzati dalla presenza di fenomeni di dissesto idrogeologico richiedenti complessi interventi di messa in sicurezza degli insediamenti, di aree libere impropriamente utilizzate, o su cui insistono ruderi di edifici distrutti da eventi naturali o artificiali, di diffuse superfetazioni che alterino la morfologia di insediamenti urbani storicizzati, nonché nei casi di impropria utilizzazione, abbandono o impoverimento fisico delle aree libere urbane ed extraurbane.
13.2 Localizzazione delle criticità e degli elementi di degrado Descrizione -
La frammentazione delle proprietà nelle aree interessate .
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-
Il rischio idraulico dell‟intera zona
-
L‟elevato volume di traffico della via pistoiese
-
Il limitato spessore dell‟area interessata dall‟intervento
-
Carenza di spazi di relazione e socializzazione
Fig. 23 - Inquadramento dell’ambito su OFC con evidenziata i punti di ripresa delle criticità e degli elementi di degrado (Fonte: rielaborazioni dei dati raccolti a cura dei singoli gruppi)
14. Potenzialità e opportunità di sviluppo -
La vicinanza della frazione al cuore metropolitano ;
-
Il nuovo collegamento tramviario;
-
L’elevata qualità ambientale del contesto
-
La dimensione ridotta dell’insediamento esistente.
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-
La possibilità di elevare sostanzialmente la qualità urbana complessiva della frazione
-
Facilità di collegamenti ciclopedonali lungo le alzaie dei canali
Fig. 23 – Inquadramento dell’ambito con rappresentazioni schematiche degli obiettivi definiti (Fonte: rielaborazioni dei dati raccolti a cura dei singoli gruppi)
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15. Individuazione delle aree urbane in condizioni di degrado da sottoporre a interventi di rigenerazione ex L.R. n° 65/2014
Fig. 25 – Inquadramento dell’ambito di relazione con l’individuazione delle aree di rigenerazione con la numerazione corrispondente alle schede degli atti di ricognizione di cui alla parte 2
Azioni strategiche Trasformare il tracciato della tramvia nella nuova connessione urbana di San Donnino, utilizzando le fermate come le nuove porte del quartiere. Ricollegare il tessuto urbano con la campagna che la Pistoiese hanno separato da molti decenni Trasformare un’area industriale impattante in un nuovo centro urbano di servizi e dotazioni
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2. ATTO DI RICOGNIZIONE DELLE AREE DEGRADATE AREA DI RIGENERAZIONE URBANA 1 – Accesso est a S. Donnino 1. Descrizione dell’area e delle condizioni di degrado
Fig. 1. Perimetrazione dell’area di degrado 1
testo descrittivo dell‟area e delle condizioni di degrado + immagini + perimetrazione + tabella di sintesi Principali categorie di degrado (art. 123 L.R. 65/15 e Regolamento 3/R 2007):
a) degrado urbanistico, per ambiti urbani ove vi sia carenza di funzionalità dovuta a insufficienza degli standard urbanistici di cui al D.M. 1444/1968, o delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; b) degrado fisico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da precarie condizioni di staticità dell‟edificato, connesse all‟usura del tempo o ad inadeguate tecniche costruttive, da diffusa
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Descrizione degli elementi di degrado
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Principali categorie di degrado (art. 123 L.R. 65/15 e Regolamento 3/R 2007):
Descrizione degli elementi di degrado
fatiscenza delle strutture e delle finiture degli edifici, ovvero da inadeguatezza tipologica degli edifici rispetto alle esigenze funzionali, anche per carenza o insufficienza degli impianti tecnologici; c) degrado igienico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da mancanza o insufficienza degli impianti igienico-sanitari, sia come dotazione che come organizzazione funzionale, da insufficiente aerazione e illuminazione diurna dei singoli edifici, ovvero da ridotte condizioni di abitabilità e di utilizzazione, in relazione all’impianto planivolumetrico o alla presenza di condizioni generali di insalubrità; d) degrado socio-economico, per ambiti urbani o insediamenti minori ove sussistano condizioni di abbandono, di sottoutilizzazione o sovraffollamento degli immobili, o comunque di impropria utilizzazione degli stessi, ovvero in presenza di strutture produttive non compatibili con le preesistenti funzioni residenziali, o infine in presenza di fenomeni comportanti la sostituzione del tessuto sociale, nonché delle forme produttive ad esso integrate; e) degrado geofisico, per gli ambiti territoriali o insediativi caratterizzati dalla presenza di fenomeni di dissesto idrogeologico richiedenti complessi interventi di messa in sicurezza degli insediamenti, di aree libere impropriamente utilizzate, o su cui insistono ruderi di edifici distrutti da eventi naturali o artificiali, di diffuse superfetazioni che alterino la morfologia di insediamenti urbani storicizzati, nonché nei casi di impropria utilizzazione, abbandono o impoverimento fisico delle aree libere urbane ed extraurbane.
2. Obiettivi di riqualificazione da conseguire attraverso gli interventi di rigenerazione urbana Descrizione degli obiettivi di riqualificazione da conseguire attraverso gli interventi di rigenerazione urbana, in coerenza con le finalità di cui all‟art. 122 della L.R. 65/2014, oppure descrizione delle eventuali discordanze.
3. Parametri da rispettare nella progettazione degli interventi
Funzioni ammissibili: % minima e max della sul di progetto Interventi pubblici connessi Aree pubbliche: % minima di sup. terr. per spazio pubblico Interventi di efficientamento energetico non vincolan(te)e qualificazione ambientale Altezza massima degli edifici, numero massimo dei piani fuori terra e/o interrati
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Rapporto di copertura Principali allineamenti rispetto a strade e piazze pubbliche Definizione dell‟ambito di reperimento dello spazio pubblico Definizione dell‟ambito di reperimento del sedime degli edifici
4. Incrementi e premialità
Incrementi di SUL complessivi Incrementi di SUL per singole unità o complessi edilizi volumetrici in relazione alle varie destinazioni d‟uso SUL totale max di progetto corrispondente dimostrazione della coerenza con il Prelievo % sul dimensionamento del PS per funzione e UTOE dimostrazione di essere nei Verifica dei limiti dell‟incremento al 35% della SUL esistente Premialità morfologico-funzionale max 25% Premialità per efficientamento energetico ambientale max 10%
5. Elaborati da presentare per il piano di intervento - Verifica di coerenza con la scheda di ricognizione a) il cronoprogramma degli interventi; b) l‟impegno dei soggetti attuatori alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria ed eventuale cessione delle aree al comune; c) l‟impegno alla sottoscrizione di idonee garanzie fideiussorie in ordine all‟attuazione del piano di intervento e circa il rispetto della convenzione medesima; d) lo schema di convenzione. e) lo schema delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria f) il progetto preliminare degli interventi
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AREA DI RIGENERAZIONE URBANA 2 – Accesso ovest a S. Donnino 1. Descrizione dell’area e delle condizioni di degrado
Fig. 1. Perimetrazione dell’area di degrado 1scala 1:2000 ridotta
2
testo descrittivo dell‟area e delle condizioni di degrado + immagini + perimetrazione + tabella di sintesi Principali categorie di degrado (art. 123 L.R. 65/15 e Regolamento 3/R 2007):
Descrizione degli elementi di degrado
a) degrado urbanistico, per ambiti urbani ove vi sia carenza di funzionalità dovuta a insufficienza degli standard urbanistici di cui al D.M. 1444/1968, o delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; b) degrado fisico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da precarie condizioni di staticità dell‟edificato, connesse all‟usura del tempo o ad inadeguate tecniche costruttive, da diffusa fatiscenza delle strutture e delle finiture degli edifici, ovvero da inadeguatezza tipologica degli 2
La cartografia in scala 1:2.000 è allegata alla presente scheda in formato A3
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Principali categorie di degrado (art. 123 L.R. 65/15 e Regolamento 3/R 2007):
Descrizione degli elementi di degrado
edifici rispetto alle esigenze funzionali, anche per carenza o insufficienza degli impianti tecnologici; c) degrado igienico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da mancanza o insufficienza degli impianti igienico-sanitari, sia come dotazione che come organizzazione funzionale, da insufficiente aerazione e illuminazione diurna dei singoli edifici, ovvero da ridotte condizioni di abitabilità e di utilizzazione, in relazione all’impianto planivolumetrico o alla presenza di condizioni generali di insalubrità; d) degrado socio-economico, per ambiti urbani o insediamenti minori ove sussistano condizioni di abbandono, di sottoutilizzazione o sovraffollamento degli immobili, o comunque di impropria utilizzazione degli stessi, ovvero in presenza di strutture produttive non compatibili con le preesistenti funzioni residenziali, o infine in presenza di fenomeni comportanti la sostituzione del tessuto sociale, nonché delle forme produttive ad esso integrate; e) degrado geofisico, per gli ambiti territoriali o insediativi caratterizzati dalla presenza di fenomeni di dissesto idrogeologico richiedenti complessi interventi di messa in sicurezza degli insediamenti, di aree libere impropriamente utilizzate, o su cui insistono ruderi di edifici distrutti da eventi naturali o artificiali, di diffuse superfetazioni che alterino la morfologia di insediamenti urbani storicizzati, nonché nei casi di impropria utilizzazione, abbandono o impoverimento fisico delle aree libere urbane ed extraurbane.
2. Obiettivi di riqualificazione da conseguire attraverso gli interventi di rigenerazione urbana Descrizione degli obiettivi di riqualificazione da conseguire attraverso gli interventi di rigenerazione urbana, in coerenza con le finalità di cui all‟art. 122 della L.R. 65/2014, oppure descrizione delle eventuali discordanze.
3. Parametri da rispettare nella progettazione degli interventi
Funzioni ammissibili: % minima e max della sul di progetto Interventi pubblici connessi Aree pubbliche: % minima di sup. terr. per spazio pubblico Interventi di efficientamento energetico non vincolan(te)e qualificazione ambientale Altezza massima degli edifici, numero massimo dei piani fuori terra e/o interrati Rapporto di copertura
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Principali allineamenti rispetto a strade e piazze pubbliche Definizione dell‟ambito di reperimento dello spazio pubblico Definizione dell‟ambito di reperimento del sedime degli edifici
4. Incrementi e premialità
Incrementi di SUL complessivi Incrementi di SUL per singole unità o complessi edilizi volumetrici in relazione alle varie destinazioni d‟uso SUL totale max di progetto corrispondente dimostrazione della coerenza con il Prelievo % sul dimensionamento del PS per funzione e UTOE dimostrazione di essere nei Verifica dei limiti dell‟incremento al 35% della SUL esistente Premialità morfologico-funzionale max 25% Premialità per efficientamento energetico ambientale max 10%
5. Elaborati da presentare per il piano di intervento - Verifica di coerenza con la scheda di ricognizione a) il cronoprogramma degli interventi; b) l‟impegno dei soggetti attuatori alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria ed eventuale cessione delle aree al comune; c) l‟impegno alla sottoscrizione di idonee garanzie fideiussorie in ordine all‟attuazione del piano di intervento e circa il rispetto della convenzione medesima; d) lo schema di convenzione. e) lo schema delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria f) il progetto preliminare degli interventi Area 1 parametri
stato attuale mq mc 86946 4587
ml
superfice territoriale superfice coperta altezza massima n° piani max Volume SUL SUL +35% SUL totale
ml
progetto mq
mc
9,3 3 23691 5590 1957
Area 2 parametri superfice territoriale superfice coperta altezza massima n° piani max Volume SUL SUL +35% SUL totale
stato attuale mq mc 68877 2505
ml
ml
progetto mq
mc 7
28,3 8 24569 6334 2217
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6. Schema progettuale
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