European Union European Regional Development Fund
Reti professionali, internazionalizzazione e dimensione sociale nel settore dell’artigianato artistico
European Union European Regional Development Fund
Reti professionali, internazionalizzazione e dimensione sociale nel settore dell’artigianato artistico
INNOCRAFTS – INNOvating entrepreneurship policies in the CRAFTS sector è un progetto approvato e finanziato dal programma europeo di cooperazione interregionale INTERREG IVC attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Il programma incoraggia la collaborazione tra le regioni europee attraverso la condivisione e lo scambio di esperienze e buone pratiche nei settori dell’innovazione, dell’economia della conoscenza, dell’ambiente e della prevenzione del rischio.
PARTNER DI PROGETTO:
Comune di Firenze (IT) – capofila di progetto www.comune.fi.it ANCI Toscana (IT) www.ancitoscana.it
Istituto Nazionale dei Mestieri d’Arte - INMA (FR) www.institut-metiersdart.org Fondazione Pubblica El Legado Andalusí (ES) www.legadoandalusi.es Comune di Bistria (RO) www.primariabistrita.ro Associazione Regionale dei Comuni Central Stara Planina (BG) www.rso-csp.org Comune di Burgas (BG) www.burgas.bg Camera di Commercio di Barcellona (ES) www.cambrabcn.org Città di Riga – Dipartimento di educazione, cultura e sport (LV) www.iksd.riga.lv Agenzia per la Riqualificazione del Centro Storico di Vilnius (LT) www.vsaa.lt Comune di Reims (FR) www.ville-reims.fr Consiglio Nazionale d'Irlanda per l'Artigianato e il Design (IE) www.dccoi.ie Agenzia per lo Sviluppo di Budapest (HU) www.bvk.hu Camera dell'Industria e del Commercio della Slovacchia (SK) www.sopk.sk Università di Scienze Applicate di Vaasa (FI) www.muova.fi
Indice
EDITORIALE 5 Tanja Oraviita
1. RETI PROFESSIONALI E SVILUPPO INTERNAZIONALE 9 Xavier GREFFE 1.1. Introduzione 11 1.2. Benefici derivanti dalla creazione di reti professionali che riuniscano diversi settori: la difficile unione tra artigianato artistico e design 12 1.3. La rete professionale come leva per accedere a mercati internazionali 13 1.4. Dalle reti professionali all’economia di solidarietà 13 1.5. L’accesso ai mercati internazionali: uno specchio a due facce 14 1.6. Internazionalizzazione, reti professionali e scambio di informazioni: insegnamenti principali 14 2. INTERNAZIONALIZZAZIONE, RETI PROFESSIONALI E SCAMBIO DI INFORMAZIONI: BUONE PRATICHE 17 2.1. Teixidors de Terrassa 18 2.2. Organizzazione Finlandese dell'Artigianato 20 2.3. Tuscan Home 22 2.4. International Fair Fund 24 2.5. Sostenere lo sviluppo dell’arte popolare 26 2.6. La Carta internazionale dell’artigianato artistico 28 3. PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ IN SPECIFICI GRUPPI TARGET: IMPRENDITORIA GIOVANILE E IMPRENDITORIA FEMMINILE 31 Xavier GREFFE 3.1. Introduzione 33 3.2. Identificazione dei gruppi target 34 3.3. Sfide cruciali 35 3.3.1. Creare una professionalità 35 3.3.2. Creare la propria azienda 36 3.3.3. Mobilitare forme specifiche di creatività 36 3.3.4. Rivitalizzare mestieri ormai dimenticati 37 3.3.5. Acquisire fiducia in se stessi 37 3.4 Meccanismi 37 3.4.1. Luoghi di incontro 37 3.4.2. Luoghi di formazione 38 3.4.3. Luoghi di incubazione 39 3.4.4. Follow-Up e rete di cooperazione 39 3.5 Principali insegnamenti in materia di trasferibilità di un’iniziativa 40 4. PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ IN SPECIFICI GRUPPI TARGET: IMPRENDITORIA GIOVANILE E IMPRENDITORIA FEMMINILE: BUONE PRATICHE 43 4.1. El Legado Andalusí 44 4.2. Bottega Scuola 46 4.3. Contemporaneamente 48 4.4. Art Pauma 50 4.5. Region FEMME 52 4.6. CRAFTed 54 4.7. Union des Couveuses 56 5. CONCLUSIONI Stéphanie Gille, Antoine Videau e Alexandre Bertault 59
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EDITORIALE Tanja Oraviita
EDITORIALE Tanja Oraviita Università di Scienze Applicate di Vaasa
La cultura e la società europee sono caratterizzate da una commistione di antico e nuovo, di grande e piccolo. Le strutture uniche a cui questo mosaico dà vita costituiscono le fondamenta del vantaggio competitivo europeo. Non sempre “più grande” è sinonimo di “più bello”: diversità, tradizione, qualità della vita, arte ed espressione sono elementi da tenere in grande considerazione. L’Europa pullula di aziende piccole ed altamente creative. Le aziende artigianali appartengono a questa categoria. Anche quando godono di apprezzamento, sono molte le sfide che queste aziende si trovano ad affrontare. Internazionalizzazione, diversificazione delle competenze, isolamento professionale e necessità di reperire forza lavoro qualificata sono solo alcune delle emergenze a cui fare fronte. Allo stesso tempo, la società è costretta a lottare con le criticità del mondo del lavoro, per formare competenze adeguate alle varie professionalità e favorire l’integrazione sociale a ogni livello. La sinergia tra grande e piccolo, antico e nuovo, ha il vantaggio di incrementare la competitività, di mobilitare, di creare professionalità e posti di lavoro e di garantire la sopravvivenza di cultura e antichi mestieri. Per prosperare, molto spesso le piccole aziende hanno bisogno di “grandi realtà”: strutture di supporto solide (grandi e nuove) che siano in grado di varcare i confini nazionali, creare reti professionali valide, garantire l’internazionalizzazione e un movimento multidisciplinare che vada a innescare una reazione a catena di sviluppo e innovazione che innervi ogni ambito sociale, tutti gli attori e le imprese coinvolte. A sua volta, l’artigianato (antico e piccolo) infonde anima e sostanza nella società. L’artigianato è caldo, protettivo e tradizionalmente declinato al femminile. Crea opportunità, competenze e solide professionalità, preserva il patrimonio culturale, incoraggia la creatività e, per la natura stessa del suo linguaggio formale, trasmette emozioni e memoria. Quale componente storica della società, l’artigianato ha agganci in tutti i suoi ambiti. Guardare al “piccolo e tradizionale” potrebbe fornire nuove soluzioni a sfide professionali e sociali. Il binomio antico e nuovo – grande e piccolo è connaturato al progetto INNOCRAFTS e ne accresce il valore. Lontano dall’essere solo un luogo per condividere esperienze e buone pratiche, INNOCRAFTS è la sede ideale per mettere in luce esempi concreti di questo dualismo e sancire l’inizio di una nuova era per l’artigianato europeo. Come scrive Louise Allen del Consiglio Nazionale d'Irlanda per l'Artigianato e il Design nella prima pubblicazione INNOCRAFTS dedicata alle nuove pratiche, siamo di fronte a un significativo potenziale di crescita. La seconda raccolta di buone pratiche INNOCRAFTS è incentrata sull’internazionalizzazione, sul networking professionale, sullo scambio di informazioni e sulla promozione dell’imprenditorialità in specifici gruppi target.
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1.
RETI PROFESSIONALI E SVILUPPO INTERNAZIONALE Xavier Greffe
1.
RETI PROFESSIONALI E SVILUPPO INTERNAZIONALE
Xavier Greffe
Professore all’Université Paris 1 - Panthéon-Sorbonne Esperto dell’ Istituto Nazionale dei Mestieri d’Arte - INMA
1.1 Introduzione Nella terza fase della nostra analisi abbiamo affrontato il tema del networking e dello sviluppo internazionale. Questi due temi sono correlati, se è vero, come sembra, che per i singoli imprenditori e le piccole imprese l’unico modo di conoscere uno sviluppo significativo sia quello di accedere ai mercati internazionali. Ma il più delle volte, per ottenere questo risultato, è necessario operare nell’ambito di una rete professionale con altri partner. Questo nesso logico è ora rafforzato dal fatto che le aziende, oltre che dal consolidamento della loro presenza a livello locale, traggono vantaggio anche dalle opportunità create dall’economia globale soprattutto prestando attenzione a quelle nicchie di mercato che potrebbero essere interessate ai loro prodotti e che, pur essendo piccole, sono in grande numero. Il punto di partenza, ovviamente, è l’importanza delle reti per gli artigiani che spesso si ritrovano a gestire piccole aziende incapaci di integrare tutte le competenze necessarie. A questo proposito, i pareri dei partecipanti erano unanimi: • Lavorare in rete dà gli strumenti per risolvere problemi che sarebbe difficile affrontare da soli, anche solo per via dei costi troppo elevati. Dunque le reti professionali sono utili perché consentono di unire le risorse riducendo i costi o persino di accedere a nuove risorse, a un costo realistico. • Le reti professionali, però, non hanno uno scopo puramente difensivo. Consentono di realizzare cose altrimenti precluse al singolo, proprio perché permettono di sfruttare risorse condivise e di implementare nuove sinergie. Questi due vantaggi connessi alla formazione di una rete professionale sono chiaramente visibili nella vasta gamma di iniziative presentate. Si noti però che la costituzione di reti non è un’operazione fine a sé stessa o una ricetta per il successo. Presenta anche dei rischi che possono talvolta vanificare gli auspicati benefici, come dimostrano alcune pratiche. Si pensi ai costi elevati di creazione e gestione del network, o al comportamento opportunistico assunto da certi membri della rete e destinato a ledere gli interessi degli altri. Dall’esame delle pratiche è emerso un altro approccio alle reti. Perlopiù le reti professionali sono benviste come meccanismi che permettono di ampliare il business, dividere le spese o condurre una ricerca comune per aprire nuove prospettive di crescita, soprattutto a livello internazionale. Ma le reti professionali possono rivelarsi utili anche sul fronte organizzativo. Anche aziende che, a un primo sguardo, non operano nello stesso comparto, possono trarre beneficio dalla conoscenza reciproca e dalla collaborazione. In altre parole, le reti non sono solo un modo per gestire insieme specifici interessi economici, ma permettono anche di combinare più efficacemente risorse umane rilevanti o di formare partnership che potrebbero sembrare inusuali, di primo acchito, ma che diventano comprensibili nel momento in cui rendono possibile risolvere le difficoltà.
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Quali sono i principali insegnamenti desunti dalla selezione, dal confronto e dal commento delle iniziative? Ne abbiamo identificati sei: • Le reti sono importanti già nella fase costitutiva di un’azienda, in quanto gli artigiani hanno bisogno di cooperare tra loro per preservare l’originalità e la qualità di altri prodotti. • Le reti svolgono un ruolo determinante anche nel consolidamento e nell’innovazione di aziende già avviate nel caso in cui necessitino di consulenza e sostegno per i vari aspetti del loro business: definire i prezzi, selezionare i prodotti, pubblicizzare la propria attività su internet, ecc. • Le reti aiutano a mettere insieme attività imprenditoriali provenienti da settori che potrebbero inizialmente avere poco in comune per motivi culturali o economici. Si pensi al problema di instaurare un dialogo costruttivo tra artigianato e design. • Chiaramente le reti sono fondamentali per accedere ai mercati internazionali: il nesso tra la costituzione di una rete professionale e l’accesso ai mercati internazionali è forte. • L’accesso ai mercati internazionali porta risorse economiche considerevoli ma può anche creare tensioni nelle aziende di artigianato artistico. Il successo economico può avere pesanti ricadute sull’originalità dei prodotti: la componente artigianale tende a scomparire. • Per concludere, configurando il settore artigianale come una rete nazionale e internazionale, l’artigianato artistico entra a far parte dell’economia solidale, promuovendo valori di sviluppo sostenibile e riconfermando la propria attualità.
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La costituzione di una rete professionale attenua i disagi e gli svantaggi a cui gli artigiani debbono fare fronte, ma non li cancella del tutto. La rilevanza delle reti può essere riassunta come segue. In tempi di crisi, l’espressione “troppo grande per fallire” è stata usata per sottolineare il fatto che non si dovrebbe permettere alle grandi aziende di fallire, a prescindere da quelli che possono essere stati i loro errori. Le aziende di artigianato artistico, al contrario, potrebbero essere definite come “troppo piccole per crescere”. In altre parole, queste piccole aziende, costrette a fare i conti con mercati spesso fragili e instabili, fanno fatica a crescere. In questo contesto, la rete professionale rappresenta un meccanismo che consente alle aziende artigianali, in un dato momento e in maniera sostenibile, di sviluppare il proprio business e, così facendo, di rafforzare il tessuto economico e sociale della loro area, a prescindere da quanto sia lontana dai loro mercati.
1.2 Benefici derivanti dalla creazione di reti professionali che riuniscano diversi settori: la difficile unione tra artigianato artistico e design I partner del progetto credono fermamente nella necessità di instaurare un dialogo costruttivo e duraturo tra artigianato e design. Ovviamente, ogni artigiano può essere considerato a pieno titolo il “designer tradizionale” della propria attività. Ma ciò che valeva un tempo, quando la produzione era essenzialmente circoscritta ai mercati locali, e l’artigiano era in diretto contatto con gli acquirenti dei suoi prodotti, vale forse un po’ meno nell’era della globalizzazione, in cui si rende necessario attirare l’attenzione di consumatori lontanissimi e per gran parte sconosciuti, collocati in nicchie di mercato distanti dall’ambiente dell’artigiano. Si impone la necessità di reperire informazioni sul tipo di prodotti che possono interessare nuovi mercati. Questa necessità è tanto più sentita dal momento che rescindere il legame tra un artigiano e chi usufruisce dei suoi prodotti è spesso uno dei fattori che finiscono per prosciugare la sua vena creativa. Per contro, un numero sempre crescente di designer è abilissimo nel captare le mutate esigenze e le richieste dei consumatori, e sperimenta di continuo nuovi prodotti.
A dispetto della sua apparente logicità, il dialogo tra artigianato e design è difficile da instaurare, in quanto le reciproche culture possono essere molto diverse nella pratica. A parere di molti partecipanti, questa divergenza è il risultato di un diverso approccio culturale del design. Se gli artigiani progettano i loro prodotti con un occhio di riguardo alla funzionalità oltre che all’estetica, spesso i designer preferiscono attenersi a un approccio essenzialmente artistico e sono meno interessati alle peculiarità intrinseche dei prodotti e dei servizi anche se è proprio ciò che li rende utili. Peggio ancora, alcuni designer sono convinti che a loro spetti la parte “nobile” dell’attività e che gli artigiani siano, alla meno peggio, dei “gregari”. È stato osservato inoltre come gli studenti che escono dalle scuole di design integrate negli istituti di belle arti, pensino alla creazione artistica come a qualcosa di assolutamente privo di legami geografici, ignorando del tutto sia le risorse locali, sia il profondo radicamento degli artigiani nella comunità locale. Dunque la sfida non risiede tanto nel decidere se sia o meno il caso di instaurare un dialogo tra artigianato e design, ma nello scoprire come gettare le basi per un rapporto costruttivo. Sotto questo punto di vista è estremamente significativo il progetto FUSE, portato a esempio per la tematica 2, di cui, già oggi, è possibile misurare gli effetti positivi. A fronte di una spesa contenuta, FUSE è riuscito a creare durevoli sinergie tra artigiani e designer, contribuendo a rafforzare l’autostima degli artigiani, rendendo i loro prodotti più competitivi.
1.3 La rete professionale come leva per accedere a mercati internazionali È chiaro che le reti professionali giocano un ruolo di primo piano quando si tratta di accedere ai mercati internazionali. La costituzione di una rete è una condizione imprescindibile per avere accesso ai mercati internazionali, per tutta una serie di motivi: • Considerati i costi, l’accesso a nuovi mercati ad alto rischio richiede competenze specifiche. Le modeste dimensioni delle imprese nel settore dell’artigianato artistico non consentono loro di fare fronte a questi costi e spesso nemmeno, nel migliore dei casi, di condividerle. • L’analisi di questi mercati non può mai dirsi conclusa, devono essere continuamente monitorati e, per alcuni prodotti, si rende addirittura necessario predisporre un servizio di post-vendita. • Fin troppo spesso, la distribuzione di un prodotto artigianale sul mercato estero si appoggia a un solo acquirente che, avvalendosi di una posizione monopsonistica, impone all’artigiano condizioni insostenibili a cui diventa difficile fare fronte sia in termini del quantitativo richiesto, sia per i prezzi di poco superiori al costo di produzione con margini di guadagno sempre più risicati. In questa fase sono state prese in esame due pratiche: il progetto Tuscan Home, gestito da Artex, Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana e da Toscana Promozione; e l’International Fair Fund, istituito dal Consiglio Nazionale d'Irlanda per l'Artigianato e il Design.
1.4 Dalle reti professionali all’economia di solidarietà La Carta Internazionale dell’Artigianato Artistico, messa a punto da CNA Nazionale, Confartigianato Imprese Nazionale e da Artex, riassume l’importanza strategica che le reti possono avere sul fronte della stabilità economica e sociale degli artigiani: • Codifica un certo numero di principi necessari al raggiungimento di un determinato obiettivo. • Crea un’ampia rete professionale che dona agli artigiani una voce collettiva e che trasmette valori fondamentali per uno sviluppo sostenibile.
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Più precisamente, la Carta si propone di: • Lanciare un dibattito su criticità, punti di forza e debolezza, e sulle prospettive che accomunano l’artigianato artistico anche in paesi con diversi sistemi imprenditoriali e diverse tradizioni produttive. • Creare una rete internazionale di strutture professionali specializzate nell’artigianato artistico al fine di incrementare la visibilità del settore e di consentire alle associazioni di artigianato artistico di operare come una lobby. • Condividere informazioni su tematiche inerenti l’artigianato artistico che servano da base per identificare strategie atte a proteggere, promuovere lo sviluppo, il perfezionamento e la diffusione dell’artigianato artistico a livello internazionale. La Carta è stata firmata ormai da più di 60 sostenitori tra istituzioni, municipalità e regioni europee, a dimostrazione del fatto che l’economia artigiana agisce da propulsore di sviluppo a livello economico, sociale e culturale, nella misura in cui si attiene e mette in pratica i valori che lo contraddistinguono. L’artigianato non è rimasto ancorato al passato; le reti professionali lo proiettano nel futuro.
1.5 L’accesso ai mercati internazionali: uno specchio a due facce
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Mobilitare la rete professionale per accedere ai mercati internazionali stimola le aziende artigianali a tentare la scalata di nuovi mercati ed è per loro una garanzia di sopravvivenza. Alcuni partner, però, hanno messo in luce anche i rischi connessi a questa strategia; gli artigiani potrebbero essere forzati a cambiare le loro attività e i loro prodotti. Il principio è semplice: per accedere ai mercati internazionali è necessario tenere in conto i gusti globali dominanti. Ciò può avere un effetto deleterio sulla creatività degli artigiani che nel lungo termine potrebbe spegnersi. Il problema non consiste più nel fatto che gli artigiani non sanno come accedere al mercato globale, bensì che accedendovi corrono il rischio di stravolgere le loro stesse creazioni. Il Consiglio della città di Riga ha sottolineato la significatività di questo rischio percepito in relazione alla perdita d’identità dei prodotti lettoni immessi sul mercato, soprattutto nel campo dell’abbigliamento.
1.6 Internazionalizzazione, reti professionali e scambio di informazioni: insegnamenti principali Quali sono gli insegnamenti principali emersi dalla selezione, dal confronto e dal commento delle iniziative? Ne abbiamo identificati sei: • Le reti sono importanti sin dalla fase costitutiva di un’azienda, in quanto gli artigiani hanno bisogno di cooperare tra loro per preservare l’originalità e la qualità di altri prodotti. • Le reti svolgono un ruolo anche nel consolidamento e nell’innovazione di aziende già avviate nel caso in cui necessitino di consulenza e sostegno per i vari aspetti del loro business: definire i prezzi, selezionare i prodotti, pubblicizzare la propria attività su internet, ecc. • La formazione di reti aiuta a mettere insieme attività imprenditoriali provenienti da settori che potrebbero inizialmente avere poco in comune per motivi culturali o economici. Si pensi al problema di stabilire un dialogo costruttivo tra il settore artigianale e il design. • Le reti professionali sono determinanti per accedere ai mercati internazionali: il nesso tra la
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costituzione di una rete professionale e l’accesso ai mercati internazionali è forte. L’accesso ai mercati internazionali porta risorse economiche considerevoli ma può anche creare tensioni nelle aziende di artigianato artistico. Il successo economico può avere pesanti ricadute sull’originalità dei prodotti: la componente artigianale tende a scomparire. Per concludere, configurando il settore artigianale come una rete nazionale e internazionale, l’artigianato artistico entra a far parte dell’economia solidale, promuovendo valori di sviluppo sostenibile e riconferma la propria attualità.
La costituzione di una rete professionale attenua i disagi e gli svantaggi a cui gli artigiani debbono fare fronte, ma non li cancella del tutto. La rilevanza delle reti può essere riassunta come segue. In tempi di crisi, l’espressione “troppo grande per fallire” è stata usata per sottolineare il fatto che non si dovrebbe permettere alle grandi aziende di fallire, a prescindere da quelli che possono essere stati i loro errori. Le aziende di artigianato artistico, al contrario, potrebbero essere definite come “troppo piccole per crescere”. In altre parole, queste piccole aziende, costrette a fare i conti con mercati spesso fragili e instabili, fanno fatica a crescere. In questo contesto, le reti rappresentano un meccanismo che consente alle aziende artigianali, in un dato momento e in maniera sostenibile, di sviluppare il proprio business e, così facendo, di rafforzare il tessuto economico e sociale della loro area, a prescindere da quanto sia lontana dai mercati di riferimento.
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2.
INTERNAZIONALIZZAZIONE, RETI PROFESSIONALI E SCAMBIO DI INFORMAZIONI: BUONE PRATICHE
2.1. TEIXIDORS DE TERRASSA Soggetto promotore della buona pratica: Teixidors de Terrassa
Presentazione
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Terrassa, insieme a Sabadell, Igualada e Mataró – tutte situate nell’area che circonda Barcellona – sono città che vantano un passato di importanti industrie tessili. Questa industria era strutturata in maniera tale da subappaltare parte del lavoro a piccoli telai azionati quasi interamente a mano. Molti dei prodotti realizzati in quest’area si distinguevano per la loro qualità; qui batteva il cuore del grande centro tessile della Spagna. Teixidors de Terrassa è una cooperativa dedicata alla produzione artigianale di prodotti tessili e capi di abbigliamento. Teixidors (“tessitori”) oltre a creare i prodotti, è sostanzialmente un progetto sociale condiviso. Produce materiali tessuti a mano. I prodotti sono composti da materie prime naturali e sono realizzati con tecniche completamente artigianali a basso impatto ambientale. Questo progetto sociale è stato varato nel 1983 con l’intento di creare posti di lavoro e di fornire un sostegno a persone con problemi di apprendimento. Il telaio a mano è uno strumento che aiuta a trovare la coordinazione fisica e mentale, favorendo il corretto sviluppo delle abilità psicomotorie. L’opera di Teixidors rientra appieno nei parametri dell’economia sociale. Crea prodotti unici, realizzati con materiali di alta qualità secondo un processo completamente manuale. È una filosofia di lavoro che esprime una profonda dedizione all’unicità e alla bellezza di questi pezzi originali. Teixidors si nutre dell’essenza del lavoro artigianale espressa dagli strumenti e dalle tecniche utilizzate e dalle persone che vi lavorano. Gran parte del volume delle vendite online è stato realizzato sul sito internet interattivo. Il catalogo del negozio online ha una veste grafica innovativa, raffinata ed evoluta. Oltre all’e-commerce, i tipici canali di vendita sono i mobilifici per il reparto tessile che produce articoli casalinghi e i negozi di abbigliamento e accessori per il reparto di abbigliamento.
Valutazione e prospettive Teixidors de Terrassa si avvale della collaborazione di 44 impiegati, 32 dei quali mentalmente disabili. I telai impiegati sono simili a quelli diffusi prima dell’avvento dell’era industriale: sono fatti di legno e vengono azionati manualmente. Le persone che compongono la cooperativa e vi lavorano hanno alle spalle speciali percorsi formativi e sono segnalate dai servizi sociali. I prodotti sono molto apprezzati, come attestano i numerosi premi di cui sono stati insigniti: Premio Nacional de Artesanía 2008; Premio Bufí y Planas 2009; Premio José María Piñol 2009; Premio President Macià 2010; Leef Award (International Contemporary Furniture Fair), ICFF Editors Awards per la più completa collezione tessile presentata alla New York Fair del 2011.
Contatti Teixidors de Terrassa Juan Ruiz (partner e cofondatore) juanruiz@teixidors.com www.teixidors.com
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2.2. SERVIZI ALLE IMPRESE DELL'ORGANIZZAZIONE FINLANDESE DELL'ARTIGIANATO Soggetto promotore della buona pratica: Organizzazione Finlandese dell'Artigianato
Presentazione
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L'Organizzazione Finlandese dell'Artigianato (TAITO) è un ente privato che supporta lo sviluppo del settore artigianale. Questo sviluppo è stato attuato sotto vari programmi, la cui giustificazione sociopolitica è quella di aumentare la competitività del settore creativo e delle sue imprese in Europa in accordo con la strategia di Lisbona. Taito Network and classified advertisements è uno spazio di marketing riservato a prodotti manifatturieri, artigianali e servizi. Informazioni su imprenditori, associazioni, punti vendita ed esperti del settore sono qui reperibili come parte del know-how artigianale finlandese. Taito Business Services è una struttura modulare e versatile dedicata al mondo delle imprese e delle start-up artigianali. Il servizio si articola in vari pacchetti volti a soddisfare le diverse esigenze che caratterizzano questo settore. Gli esperti e i consulenti dell'Organizzazione assistono gli imprenditori nella loro crescita professionale. Oltre che per mezzo della classica consultazione diretta, è possibile accedere ai servizi dell'Organizzazione anche via web attraverso un sistema di web conferencing.
Valutazione e prospettive I servizi di sostegno alle imprese Taito hanno aiutato circa duemila imprenditori del settore artigianale. Per ciò che concerne l’implementazione di questo programma è stato fatto notare che la maggior parte degli imprenditori usa Internet come parte integrante della strategia imprenditoriale. Profili Facebook professionali, blog e negozi online hanno creato moltissime occasioni di business. Questo spiega perché Taito Business Services dia priorità alla fornitura di servizi online. Alcuni pacchetti si prestano
bene all’impiego di soluzioni di web conferencing e hanno ricevuto feedback positivi. Ma se è giusto che i prodotti e i servizi siano erogati online, essi devono anche essere fruibili a livello locale, vicino ai clienti. Un nuovo progetto di sviluppo mira a estendere Taito Business Services ai punti vendita che fanno capo agli imprenditori della zona, facili da raggiungere. E' stata appena varato un programma di formazione destinato ai floor manager, una figura professionale che conosce il mercato locale e ha una competenza basata sull’esperienza. Un primo team di sei floor manager, forti della loro esperienza nel settore, sarà presto pronto a fornire consulenza.
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Contatti L'Organizzazione Finlandese dell'artigianato Taito marika.sarha@taito.fi www.taito.fi
2.3. TUSCAN HOME Soggetto promotore della buona pratica: ARTEX Centro per l'Artigianto Artistico e Tradizionale della Toscana
Presentazione
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Il progetto Tuscan Home è rivolto all’artigianato in Toscana e alle PMI nel settori dei prodotti per la tavola e la cucina, la decorazione domestica e il regalo, caratterizzato da tipologie produttive sia classiche, sia contemporanee, contraddistinto da un livello di qualità medio-alto. Il settore dell’artigianato artistico è caratterizzato dalla presenza di numerose attività imprenditoriali di piccole e medie dimensioni che, avvalendosi di una spiccata eccellenza artigianale ricca di tradizione, danno vita a una lunga serie di prodotti artigianali in ceramica, cristallo, vetro, ferro battuto e in altri materiali come il legno, la carta o i filati. Si tratta di imprese artigianali e PMI che tradizionalmente si rivolgono al mercato statunitense come principale sbocco commerciale e che anno dopo anno hanno saputo adattare i loro prodotti al gusto, alle richieste e alle aspettative di quel mercato. Analizzato nelle sue relazioni commerciali con gli Stati Uniti, il settore artigianale toscano mostra le seguenti caratteristiche: ~ Eccellente produzione, potenzialità di personalizzazione del prodotto e grande flessibilità nell’adattarsi alla domanda del cliente. Una ricerca di mercato condotta negli Stati Uniti conferma che la personalizzazione del prodotto è molto apprezzata dal consumatore americano. ~ Nella maggior parte dei casi, il cliente principale è stato per molti anni l’importatore che controllava il mercato, spesso apponendo il suo marchio commerciale sul prodotto e alzando troppo il prezzo. Questa politica commerciale non consentiva agli imprenditori di differenziare il loro portfolio clienti (causa di maggiore vulnerabilità in un periodo di crisi), di acquisire un’adeguata conoscenza del mercato, o di conquistare una visibilità diretta sul mercato. ~ Questo tipo di prodotti gode tutt’ora di un forte appeal sul mercato statunitense, ma soffre di una perdita di competitività dovuta soprattutto a un tasso di cambio euro/dollaro sfavorevole che ha causato un aumento delle spese di trasporto e ha messo in crisi il mercato internazionale riducendo il potere d’acquisto del consumatore statunitense. ~ Siamo in presenza di un “fallimento del mercato” che impedisce alle imprese di intraprendere strategie di marketing e commerciali mirate, e di identificare nuovi e alternativi target di mercato che consentirebbero loro di piazzare il prodotto in una posizione più competitiva. È ovvio che tali strategie richiedono enormi investimenti su cui spesso le imprese artigianali e le PMI non possono contare, soprattutto se operano isolate dal resto del settore.
Valutazione e prospettive Trascorsi i primi 18 mesi erano state coinvolte 45 imprese toscane ed erano stati dislocati 15 punti vendita in 10 stati degli Stati Uniti; presentati 1176 prodotti; organizzati 130 meeting tra gli operatori del settore e gli imprenditori; piazzati 85 ordini per un valore complessivo di 130.000,00 euro; organizzati 15 eventi promozionali.
Contatti Artex Maria Elena Angeli mariaelena.angeli@artex.firenze.it www.artex.firenze.it
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2.4. INTERNATIONAL FAIR FUND Soggetto promotore della buona pratica: Design & Crafts Council of Ireland
Presentazione
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L’International Fair Fund è un fondo istituito nel 2010 per aiutare le imprese riunite sotto l’egida del Consiglio Nazionale d'Irlanda per l'Artigianato e il Design ad accedere a mercati internazionali. È specificamente rivolto a imprese artigianali a finalità commerciale che si avvalgono di una strategia di esportazione aggressiva e che possiedono le competenze e le capacità necessarie a operare nel mercato target di riferimento. Il fondo è aperto a tutte le imprese artigianali che detengono un comprovato primato sui mercati al dettaglio interni e che commercializzano prodotti conformi ai mercati d’esportazione. Il fondo mira a fornire supporto finanziario integrato ai produttori per consentire loro di prendere parte a fiere campionarie estere. L’accesso al finanziamento è riservato ai clienti registrati nella Repubblica d’Irlanda ed è funzionale alla partecipazione a eventi fieristici internazionali in Gran Bretagna, Europa e negli Stati Uniti. Partner del progetto è la Western Development Commission (WDC), un organo statutario creato per promuovere lo sviluppo economico e sociale nell’Irlanda occidentale. È stato stanziato un finanziamento di 10.000,00 euro entro i prossimi tre anni. Il fondo garantisce un finanziamento integrato fino a un massimo di 4000,00 euro. L’accoglimento della domanda dà diritto alla copertura massima del 50% delle seguenti voci di spesa: trasferta via aereo o nave in classe economica; stand espositivo; spedizione/trasporto dei prodotti; pernottamento. Attualmente il finanziamento massimo erogato per la partecipazione a un evento ammonta a 1500,00 euro per la Gran Bretagna, 2500,00 euro per l’Europa e a 4000,00 euro per gli Stati Uniti. Le domande debbono riferirsi esclusivamente a fiere o esposizioni che si terranno nell'anno corrente. Gli artigiani possono richiedere un finanziamento per un massimo di tre eventi, senza che sussista alcuna garanzia che il finanziamento sarà accordato per tutti gli eventi. Nel richiedere il finanziamento, i candidati sono tenuti a presentare le ricevute delle spese sostenute; dovranno inoltre indicare il tasso di cambio applicato. Le domande sono vagliate da una commissione indipendente di esperti. Qualora il numero di domande ecceda la disponibilità di finanziamento (un’eventualità piuttosto frequente che rende la competizione serrata), i candidati che riportano il punteggio massimo in funzione di criteri di giudizio assolutamente imparziali si aggiudicheranno i fondi. La graduatoria dei candidati tiene conto del punteggio conseguito nei seguenti comparti: Strategia di esportazione (25/100); Conoscenza e comprensione del mercato (20/100); Idoneità al mercato (25/100); Capacità di esportazione (20/100); Qualità della domanda (10/100).
Valutazione e prospettive Nel 2013 ha avuto luogo la terza edizione di questo popolare concorso per l’assegnazione di fondi. A tutt’oggi, il fondo ha permesso a più di 42 clienti di presenziare a 33 eventi a finalità commerciale organizzati in cinque paesi. I dati in possesso degli organizzatori attestano riscontri molto positivi che hanno permesso ai produttori di imporre il loro marchio in mercati che apposite ricerche hanno giudicato idonei al loro profilo imprenditoriale. In molti casi gli ordinativi sono stati consistenti. Inoltre, imporre il proprio brand a livello internazionale può aiutare a incentivare le vendite online e le vendite in Irlanda, dal momento che i venditori al dettaglio irlandesi sono ansiosi di esporre marchi conosciuti in mercati chiave.
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Contatti Design & Crafts Council of Ireland Nicola Doran, Retail Programme Manager Nicola@ccoi.ie www.dccoi.ie
2.5. SosteNERE lo sviluppo dell’arte POPOLARE Soggetto promotore della buona pratica: Città di Riga – Dipartimento di Educazione, Cultura e Sport, Associazione Latvian Folk Art Union, Fondazione Pubblica a Tutela del Patrimonio Culturale (SCCF)
Presentazione
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La Fondazione Pubblica a Tutela del Patrimonio Culturale (in seguito SCCF) – è una fondazione pubblica attiva sin dal 1998. Il suo obiettivo primario è favorire uno sviluppo equilibrato del settore artistico e culturale e la salvaguardia del patrimonio culturale lettone in accordo con le linee guida della politica nazionale in ambito culturale. SCCF offre a chiunque lavori nel settore culturale la possibilità di ricevere sostegno finanziario per l’implementazione di idee e progetti creativi nella cornice di una gara d’appalto. Ogni anno la SCCF sostiene progetti intrapresi da persone fisiche e giuridiche finalizzati allo sviluppo di tutti gli ambiti culturali, compresa la cultura popolare. Un contributo fondamentale allo sviluppo e al sostegno dell’arte popolare è fornito dalle autorità municipali di Riga, Ventspils, Jelgava e altre città. L’Ufficio Cultura del Dipartimento Attività Culturali e Sportive della Municipalità di Riga sostiene in molti modi l’arte popolare: 1) Finanziando atelier di arte popolare e sostenendo le spese per la retribuzione di manager che gestiscano studi artigianali (FAAS); 2) Organizzando competizioni nella cornice di eventi ispirati alla cultura popolare e fornendo sostegno finanziario a gare d’appalto a progetto tra cui Mùsdienu kultùras forums “Baltã nakts” (Forum di cultura contemporanea “Cavaliere bianco”) e Rìgas svêtki (Festival della Città di Riga). Le fiere di Riga sono caratterizzate dalla presenza di maestri artigiani in costume tradizionale e da dimostrazioni di abilità. La Città di Riga organizza mostre di arte popolare applicata e dimostrazioni di abilità dei maestri artigiani in collaborazione con città del Commonwealth nella cornice di progetti internazionali. Ogni anno vengono organizzati da un minimo di due a un massimo di tre eventi.
Valutazione e prospettive La Fondazione Pubblica a Tutela del Patrimonio Culturale SCCF – sostiene progetti atti a promuovere presso un pubblico internazionale la diffusione della cultura popolare, predisponendo archivi e supportando la ricerca in questo settore. Nel 2010 ha elargito finanziamenti per 88.545,00 euro, nel 2011 per 123.505,00 euro e nel 2012 ha sostenuto 129 progetti per un totale di 137.519,00 euro. La Città di Riga organizza mostre di artigianato popolare e dimostrazioni di abilità dei maestri
artigiani in collaborazione con città del Commonwealth, nella cornice di progetti internazionali atti a promuovere lo scambio di esperienze. I principali eventi nel triennio 2010-2013 sono stati: ~ 30ª edizione dei Giorni della Lega Anseatica – dimostrazioni di maestria artigianale a Parnu, in Estonia, 24-27/06/2010 (tre partecipanti); ~ Giorni di Riga a San Pietroburgo – mostra “I maestri di Riga” a San Pietroburgo presso il museo dedicato all’arte e all’artigianato popolare All Russian Decorative - Applied and Folk Art Museum, 05-27/10/2011 (31 partecipanti FAAS); ~ Hanseatic City fest – dimostrazioni di maestria artigianale a Pskov, in Russia, 2022/07/2012 (5 partecipanti); ~ Giorni di Riga a Mosca – mostra “I maestri di Riga” a Mosca, presso il Moscow Museum, 4/11 – 18/12/2012 (31 partecipanti FAAS); ~ Mostra dei FAAS Auseklis e Rota (metalli, tessili) a Tallinn, in Estonia, 01-31/07/2012 (8 partecipanti); ~ Fondazione per l’Artigianato Artistico di Firenze e Folk Applied Art open house days a Firenze, 14-17/12/2012 (3 partecipanti);
Contatti Latvian Folk Art Union Gita Prìberga, Coordinatore per le Relazioni Internazionali latviesu.tautas.maksla@gmail.com www.tautasmaksla.lv
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Fondazione Pubblica a Tutela del Patrimonio Culturale www.vkkf.lv
Maryse Maillard Felix Maitre-verrier
2.6. CARTA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO ARTISTICO Soggetto promotore della buona pratica: ARTEX Centro per l'Artigianto Artistico e Tradizionale della Toscana
Presentazione
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Lo scopo della carta è: ~ Lanciare un dibattito su criticità, punti di forza e debolezza, e sulle prospettive che accomunano l’artigianato artistico anche in paesi con diversi sistemi imprenditoriali e diverse tradizioni produttive. ~ Per creare una rete internazionale di strutture professionali specializzate nell’artigianato artistico al fine di incrementare la visibilità del settore e di consentire alle associazioni di artigianato artistico di operare come una lobby. ~ Condividere informazioni su tematiche inerenti l’artigianato artistico che servano da base per identificare strategie atte a proteggere, promuovere lo sviluppo, il perfezionamento e la diffusione dell’artigianato artistico a livello internazionale. Sin dal principio, la Carta ha posto in evidenza la natura peculiare dell’artigianato artistico e i valori che diffonde e promuove nella società. Sono definite lavorazioni dell’artigianato artistico: ~ le creazioni, le produzioni e le opere di elevato valore estetico, siano esse ispirate a forme, modelli, decori, stili e tecniche tradizionali o della storia dell’arte oppure siano frutto di percorsi creativi individuali e di personali linguaggi espressivi ed artistici. ~ le lavorazioni che vengono svolte prevalentemente con tecniche manuali, ad alto livello tecnico professionale, con l’ausilio di apparecchiature, ad esclusione di processi di lavorazione interamente in serie; sono ammesse singole fasi meccanizzate o automatizzate di lavorazione secondo tecniche innovative e con strumentazioni tecnologicamente avanzate. ~ attività di restauro consistenti in interventi finalizzati alla conservazione, al consolidamento e al ripristino di beni di interesse artistico, od appartenenti al patrimonio architettonico, archeologico, etnografico, bibliografico ed archivistico. Sul fronte della ricerca e innovazione: ~ Per rispondere strategicamente alle esigenze di innovazione delle imprese del settore si deve definire un nuovo concetto d’innovazione, compatibile con le dimensioni e con le caratteristiche delle imprese dell’artigianato artistico. ~ Il nuovo concetto di innovazione contempla, accanto all’innovazione formale, di prodotto o tecnologica, un’innovazione dei processi cognitivi e organizzativi necessari per elaborare un’innovazione di tipo durevole e non sporadico. ~ Tale innovazione strategica, supportata da un tipo di innovazione prettamente organizzativa, trova il suo compimento nella messa a punto di modelli per lo sviluppo di sistemi a rete, con
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significative ricadute sul fronte della formazione: Sostenendo modelli di formazione all’interno delle imprese e attivare circuiti di tutoraggio. Eseguendo la mappatura su scala europea della formazione a livello sia secondario che terziario riferibile all’artigianato artistico anche al fine di costituire un sistema europeo della formazione. Costituendo una rete di scuole di eccellenza che hanno l’artigianato artistico tradizionale all’interno dei loro percorsi formativi. Pianificando una sorta di “formazione continua” degli artigiani, volta ad assisterli nel costante aggiornamento degli aspetti tecnico-produttivi, estetico-formali, di marketing, di comunicazione dei prodotti, normativi. Creando un sistema integrato di servizi integrati inglobando anche le scuole come luoghi di ricerca.
Sul fronte dell’istruzione: ~ Deve essere costruita una Storia dell’Artigianato Artistico a livello nazionale e internazionale, visto anche nel suo rapporto con l’evolversi e con la storia delle arti maggiori: si rileva infatti la necessità di introdurre Corsi di Storia dell’Artigianato Artistico a tutti i livelli di formazione. ~ Ciò permetterebbe di rafforzare lo spazio culturale comune europeo e la creatività che sono necessari per favorire l’affermazione di una identità comune europea nell’artigianato artistico.
Valutazione e prospettive
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La Carta è stata firmata da più di 60 sostenitori tra istituzioni, municipalità e regioni europee, a dimostrazione del fatto che l’economia artigiana agisce da propulsore di sviluppo a livello economico, sociale e culturale, nella misura in cui si attiene e mette in pratica i valori che lo contraddistinguono. L’artigianato non resta ancorato al passato; le reti professionali lo proiettano nel futuro.
Contatti Artex Elisa Guidi Tel +39 055 570627 e.guidi@artex.firenze.it www.artex.firenze.it
3. Promozione dell’imprenditorialità in specifici gruppi target: imprenditoria giovanile e imprenditoria femminile Xavier Greffe
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3. Promozione dell’imprenditorialità in specifici gruppi target: imprenditoria giovanile e imprenditoria femminile
Xavier Greffe Professore all’Université Paris 1 - Panthéon-Sorbonne Esperto dell’ Istituto Nazionale dei Mestieri d’Arte - INMA
3.1 Introduzione La promozione dell’imprenditorialità in gruppi target come i giovani e le donne è la logica conseguenza delle prime tre fasi del progetto INNOCRAFTS incentrate, rispettivamente, sui modelli di imprenditorialità, sull’innovazione e sulla creazione di reti. In questa fase, i temi generali del dibattito vanno precisandosi attraverso una serie di esempi concreti, mettendo in luce gli originalissimi contributi che i gruppi target possono apportare in termini di imprenditorialità e creatività. Può incuriosire la scelta di articolare questa tematica dando rilievo all’appartenenza a specifici gruppi, quando il mercato premia solo la capacità di mettere insieme progetti realistici e di gestirli in modo efficace. Lo sviluppo di imprese artigianali creative, in fondo, rappresenta una sfida a prescindere dall’appartenenza a una particolare categoria; possedere effettive qualità imprenditoriali ha poco a che vedere con l’età, il sesso e la provenienza geografica di chi ha concepito il progetto. Eppure, questa posizione è doppiamente fuorviante rispetto alla realtà: • Anzitutto, sia che si voglia creare una nuova attività, sia che si cerchi di promuovere una realtà già esistente, è necessario predisporre un ambiente favorevole o perlomeno sgomberare il campo da quegli ostacoli che risultano inamovibili per chi non sa fare squadra. È risaputo che alcuni gruppi, più di altri, sono oggetto di discriminazione. Alcuni avranno più facilmente accesso di altri ai servizi di sostegno. Per esempio, le donne con figli a carico, tenderanno a essere emarginate da certi sistemi che privilegiano soggetti maschili, considerandoli più disponibili e affidabili. La stessa considerazione vale per i giovani, nel caso dei quali il criterio discriminante è dato dall’esperienza. • Secondariamente, gruppi specifici possono permettersi un certo grado di originalità e realizzare così uno specifico potenziale creativo che può incidere positivamente sull’implementazione di nuovi prodotti e servizi. In un settore in cui le “linee” sono spesso corte, prodotti adatti a soddisfare un’esigenza specifica, anche se poco visibili o trascurabili nell’ottica di una produzione industriale su larga scala, possono dimostrarsi estremamente utili in un contesto più ristretto; è questo il caso di chi appartiene a un gruppo ben preciso e occupa una posizione distinta nella società. La struttura del rapporto rispecchia quattro grandi tematiche: • La prima parte identifica i gruppi target e analizza i motivi che inducono a prendere in considerazione specifiche tipologie di azioni. • La seconda parte metterà a fuoco le sfide su cui si calibra l’azione di risposta. Va bene identificare i motivi per cui un gruppo specifico suscita interesse ma saperlo non aiuta, a meno che non si arrivi a comprendere ciò che ci si può aspettare da una determinata azione e
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quali attitudini o risposte potranno costituire il fondamento di futuri progetti imprenditoriali. • La terza parte analizzerà i meccanismi coinvolti, mettendo in luce le differenze esistenti tra meccanismi relativamente generici e meccanismi mirati a gruppi specifici. • Il capitolo finale sarà incentrato sulla trasferibilità e sugli insegnamenti più importanti che si possono trarre da queste iniziative.
3.2 Identificazione dei gruppi target
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Come evidenziato poc’anzi, la maggior parte degli interventi riguardava le donne e i giovani, fermo restando che dietro a questi due gruppi si cela un’ampia varietà di popolazioni target. Tra le donne, ad esempio, sono emersi profili diversissimi: donne anziane che avevano perso il lavoro e non possedevano ulteriori qualifiche e giovani studentesse, alle quali si rivolgevano programmi mirati a illustrare le opportunità lavorative offerte dal settore artigianale, gettando le basi per un trasferimento di conoscenze. • Il progetto El Legado Andalusí offre alle donne che hanno perso il lavoro o che aspirano a trovare un’occupazione la possibilità di prendere parte a sessioni formative che aiutino a farsi un’idea della potenziale domanda di prodotti di questo tipo e di come si possa riuscire a produrli. • Region Femme ha aiutato soprattutto imprenditrici femminili a Bratislava, nella regione di Trnava, in Slovacchia, a Vienna e nella regione della Bassa Austria. In seno a questo progetto si sono sviluppate un gran numero di attività formative e di rete. Per esempio: un ciclo di seminari orientati al mondo del business in Austria e Slovacchia e alle competenze trasversali (soft skills). Altre attività molto apprezzate sono state: visite in aziende d’esperienza, incontri tra imprese, consulenze rivolte a imprenditrici intenzionate ad avviare o a estendere la loro attività all’estero. • Una delle iniziative intraprese dalla Città di Burgas, Il mercato dell’imprenditoria giovanile e l’Impresa Studio, rivolta a studentesse (e a studenti), è di fatto un concorso per progetti che può fruttare ai partecipanti premi e riconoscimenti. In altre parole, pur non essendo concepito espressamente per una popolazione target specifica, utilizza processi che, di fatto, mitigano qualunque discriminazione contro le donne ed esemplifica un approccio molto costruttivo ai loro problemi. • L’iniziativa Art Pauma, al contrario, si rivolge a donne che spesso hanno già lavorato per un periodo di tempo relativamente lungo in un contesto rurale ma che hanno perso il posto di lavoro in seguito alla chiusura di certi mercati. L’artigianato del vimini e della palma, dunque, diventa un’occasione per mettere a frutto le loro competenze in un tempo relativamente breve consentendo loro di accedere a una potenziale nicchia di mercato con una spesa che si prospetta molto contenuta. Le iniziative che coinvolgono i giovani, varie e molteplici, rispecchiano i profili dei destinatari. • L’iniziativa Bottega Scuola si rivolge ai giovani laureati allo scopo di introdurli al settore del restauro e della conservazione. Offrendo loro la possibilità di immergersi in un ambiente professionale, il progetto li introduce a una nuova cultura. Non si tratta necessariamente di soggetti svantaggiati, come potrebbe far supporre l’espressione “gruppo target”; il progetto
offre utili informazioni e una solida formazione a tutti i giovani interessati. • L’iniziativa della città di Burgas è esemplare in tal senso in quanto offre utili informazioni e una solida formazione a tutti i giovani, essendo pensata per offrire il giusto riconoscimento alle idee più promettenti dei partecipanti, ma anche per tradurle in progetti concreti grazie al supporto di aziende interessate e persino, in alcuni casi, per affiancare giovani creativi ad aziende desiderose di fornire risorse finanziarie e umane. C’è poi un’altra iniziativa altamente originale: CRAFTed, presentato dal Consiglio Nazionale d'Irlanda per l'Artigianato e il Design. Di fatto l’iniziativa è rivolta a bambini e teenager dell’istruzione secondaria superiore e inferiore in Irlanda. Il concept del progetto è quello di inserire i mestieri artigianali nel regolare curriculum di studi degli alunni mediante una serie di lezioni tenute da maestri artigiani, in collaborazione con il collegio docenti. Lo scopo, ovviamente, non è convincere i giovani a entrare nel settore artigianale, bensì risvegliare la loro consapevolezza circa i valori e il tipo di attività a cui spalanca le porte. Un altro gruppo target “tradizionale” ha ricevuto relativamente poca attenzione durante questo stage: i lavoratori immigrati. Comunque, l’associazione Franciade ha dimostrato in una cosiddetta area svantaggiata che ospita un gran numero di comunità diverse, come le iniziative nel settore archeologico fossero sia una fonte di sviluppo sia la conferma di un importante retaggio, riuscendo a stabilire un nesso tra gli antichi abitanti e chi vivrà in quei luoghi in futuro: soprattutto immigranti dall’Africa. Negli ultimi vent’anni, Saint Denis e i vicini comuni nei sobborghi dell’area settentrionale di Parigi hanno coltivato il sogno di riscoprire il ricco patrimonio culturale di quest’area, principalmente grazie alle associazioni. Istituita nel 2002, Franciade ha sviluppato una serie di attività economiche che sposano gli aspetti scientifici, culturali e sociali necessari a uno sviluppo sostenibile. Invece di concentrarsi unicamente sulle tradizioni locali, ha messo in luce il patrimonio intangibile delle comunità marocchine, maliane e senegalesi. Una serie di iniziative è rivolta proprio alle donne di queste comunità che vantano uno specifico know-how e una grande inventiva nell’arte tessile, culinaria e nell’artigianato della ceramica. Questa collaborazione ha dato vita a nuovi prodotti e ha persino portato alla nascita di associazioni come Femmes dans la Cité.
3.3 Sfide cruciali Generalmente ogni iniziativa si trova ad affrontare più sfide contemporaneamente, a prescindere dal suo intento; l’unica differenza consiste nel modo in cui sono enfatizzate e risolte. Generalmente, nelle prime fasi, ogni iniziativa oscilla tra due sfide fondamentali per i membri di una popolazione target: creare una professionalità o creare la propria impresa. Nel primo caso, lo scopo dell’iniziativa sarà quello di garantire che le persone siano coinvolte in progetti produttivi che consentano loro di vivere dignitosamente; nel secondo caso, sarà quello di trasformare questi progetti in un’organizzazione sostenibile destinata a creare posti di lavoro.
3.3.1. Creare una professionalità Questa è chiaramente la sfida maggiore, che si tratti di creare un singolo posto di lavoro oppure un’impresa i cui contorni, all’inizio, non ancora tutti da definire. La dimensione dell’integrazione sociale può talvolta prendere il sopravvento sull’aspetto imprenditoriale. È il caso di Art Pauma, o di El Legado Andalusí: lo scopo primario è quello di consentire alla popolazione target di guadagnarsi
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da vivere con il proprio lavoro sviluppando un prodotto su cui manterranno il controllo. Occorre mettere a fuoco le caratteristiche della persona e le condizioni da soddisfare affinché quella persona riesca a essere produttiva e a vedersi riconosciuta la propria produzione. I progetti dunque vanno calibrati al fine di stabilire il più pragmaticamente possibile, quali risorse valorizzeranno le capacità di una persona senza necessariamente mirare dall’inizio a creare un’impresa che darà lavoro ad altre persone. Di conseguenza, quando giunge il momento di entrare a far parte di un’organizzazione in qualità di membro cooperante, i partecipanti tendono a optare per le aziende non profit o per le cooperative. Tali strutture sono più adatte ad accogliere lavoratori che hanno bisogno di conservare la loro indipendenza per acquisire sicurezza nelle proprie capacità e sviluppare le loro attività, ma anche beneficiare della solidarietà di reti professionali condivise; strutture più restrittive o gerarchiche difficilmente potrebbero offrire vantaggi analoghi. È soprattutto il caso delle donne, anche se non si tratta dell’unico modello. Per contro, quando sono coinvolti i giovani, il ventaglio di opzioni appare molto più ampio, dato che a rappresentare la sfida non è solo il reperimento di risorse, ma anche il riuscire a intraprendere la linea d’azione più sostenibile.
3.3.2. Creare la propria azienda
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Questo obiettivo si impone nettamente come prioritario per entrambi i gruppi target, quello dei giovani e delle donne come dimostrano Region Femmes e Union des couveuses, che hanno finito per assumere sin da subito la struttura di un’impresa data la natura degli strumenti e dei materiali che avrebbero prodotto. Qui il problema consiste nel prevedere come l’equilibrio tra il sostegno basato sul progetto e l’indipendenza dell’individuo potrebbe mutare nel tempo. Il tradizionale dibattito sugli incubatori torna a imporsi nella sua urgenza, solo che in questo caso le popolazioni target sono composte in larga parte da persone che non hanno ancora fatto il loro ingresso nel mercato del lavoro o che ne sono uscite, convinte di non avere quasi nessuna possibilità. Il loro profilo esige perlomeno un significativo sostegno sul fronte del follow-up e della condivisione di informazioni e di esperienze.
3.3.3. Mobilitare forme specifiche di creatività Mobilitare fonti di creatività diverse da quelle predominanti sul mercato artigianale, è una sfida ben precisa che richiede una risposta intelligente. Si potrebbe dire che il fattore di sfida è connaturato nel settore artigianale che da sempre pone in grande risalto l’abilità degli artigiani di calibrare la loro produzione in risposta ai bisogni in continuo mutamento della vita quotidiana, grazie al contatto più o meno diretto tra l’artigiano e i suoi “clienti”. Bisogna ammettere però che questo assunto pienamente legittimo è spesso smentito dalla realtà dei fatti: il legame tradizionalmente stretto tra artigiano e cliente si è allentato e la competizione con prodotti industriali, fabbricati in serie, spesso impone di mettere da parte i progetti tecnologicamente o socialmente innovativi a cui si era pensato. Eppure l’inserimento delle donne e dei giovani nel settore artigianale permetterebbe, se non di vincere la sfida nel suo complesso, almeno di instillare nel settore artigianale nuove competenze, osservazioni e soluzioni. Ciò emerge con chiarezza nella produzione di oggetti d’uso quotidiano, tessili e oggetti materiali, ma anche, in senso più ampio, in ciò che viene comunemente definito “cultura materiale”. La stessa considerazione vale per le popolazioni immigrate. Franciade mette in luce proprio come gli appartenenti alle comunità africane siano stati in grado di infondere nuova linfa nelle progettualità e nelle competenze di un’associazione che, fino a quel momento, si era ispirata a un retaggio più tradizionale. Nella cornice dell’iniziativa El Legado Andalusí, alcune persone sono
riuscite ad arricchire le proprie competenze mediante il contatto con un patrimonio culturale fino a quel momento poco familiare.
3.3.4. Rivitalizzare mestieri ormai dimenticati Invogliare i lavoratori a intraprendere professioni poco praticate o addirittura a rischio di estinzione, è un obiettivo che accomuna molti progetti. Sono emersi comunque due casi piuttosto diversi. Nel primo caso, l’intento era quello di ridare slancio a professioni perdute che avevano ancora un mercato e una domanda potenziali, grazie alle aree di nicchia nascoste dalla globalizzazione. Nel secondo caso, l’idea era quella di spingere le persone a intraprendere professioni e attività ancora esistenti, con un loro mercato, ma ormai in debito di risorse umane. La diagnosi che è servita da spunto a Bottega Scuola esemplifica questa situazione.
3.3.5. Acquisire fiducia in se stessi Per dare vita a nuovi posti di lavoro e imprese, è necessario uscire dall’isolamento, arricchire e coltivare le proprie competenze e creare capitale sociale, e tutto questo, se non rappresenta una garanzia di successo in una specifica professione o in una iniziativa imprenditoriale, può comunque essere messo a frutto in altri ambiti, in economia, nel lavoro sociale, nella protezione ambientale, ecc. Ancora una volta, Franciade fa scuola: una popolazione di immigrati in un sobborgo degradato ha visto uno dei brand del lusso più importanti del mondo, Hermès, usare i suoi disegni per produrre oggetti di qualità eccezionale e universalmente riconosciuta. La stessa considerazione vale per gli altri gruppi. È forse più evidente per le donne che non per i giovani, perché questi ultimi si affacciano sul mercato del lavoro portando con sé un bagaglio di conoscenze più grande, mentre molte donne in cerca di lavoro non hanno usufruito dello stesso livello di istruzione venti o trent’anni fa.
3.4 Meccanismi 3.4.1. Luoghi di incontro Il meccanismo più basilare e diffuso è il luogo d’incontro. Può sembrare banale, ma persone che vivono in isolamento e, in certi casi, hanno perduto il lavoro, possono trovare nel contatto con gli altri la forza di imbarcarsi in una nuova avventura professionale. Alcuni progetti come il workshop di Riga o El Legado Andalusí, hanno dato ai partecipanti la possibilità di fare il punto della situazione e di comprendere come il cambiamento possa creare nuove opportunità. Questo, ovviamente, è solo un punto di partenza, e il benefico effetto di aggregazione svanisce molto in fretta se il singolo individuo non riesce a mettere insieme un piano personale che gli permetta di conquistare un posto di lavoro o persino di intraprendere una nuova attività. L’iniziativa di Burgas Youth Entrepreneurship Market, merita una menzione a parte, dal momento che si tratta sia di un luogo di incontro sia di un mercato. Il suo obiettivo è quello di fornire a giovani dotati di idee imprenditoriali e desiderosi di crescere professionalmente l’opportunità di presentare e sviluppare la propria idea di business, nonché di entrare in contatto con potenziali partner e investitori che potrebbero finanziarne e sostenerne la realizzazione. Sono messi in atto tre meccanismi: una competizione per mettere in luce progetti significativi; workshop che coinvolgano questi giovani studenti e le imprese interessate; incontri con esperti del settore. Tra le idee vincenti spiccano: una piattaforma internet che aiuti a trovare operai specializzati a cui affidare riparazioni e piccole ristrutturazioni in ambito domestico; un sistema elettronico di gestione bibliotecaria. supportato attraverso la creazione di un sistema informativo intelligente; un progetto di coltivazione sui tetti e in altre aree pubbliche.
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3.4.2. Luoghi di formazione La formazione è uno strumento molto usato, sia perché le popolazioni target non possiedono le qualifiche necessarie a espletare le mansioni richieste, sia perché le loro qualifiche hanno bisogno di essere aggiornate. Il Progetto per l’imprenditoria femminile e giovanile varato da El Legado Andalusí propone una serie di corsi di formazione volti a migliorare la qualità dell’impiego e a combattere il precariato e la disoccupazione. Questi corsi di formazione tratteranno di: consulenza finanziaria e gestione d’impresa, consulenza nella ricerca di aiuti pubblici; informazioni teoriche e pratiche sulle risorse destinate a incentivare lo sviluppo di PMI, il lavoro autonomo e l’occupazione femminile nel campo del turismo culturale e rurale che abbraccia artigianato, ristorazione, settore alberghiero, guide turistiche e diversi tipi di aziende associate a questo settore. I programmi di stage rivolti ai giovani sollevano altri quesiti. Sempre più spesso, i giovani escono dalle scuole e dalle università già in possesso di una certa esperienza. La loro preparazione, però, può dimostrarsi lacunosa sotto molti aspetti, a causa della scarsa familiarità con il mondo del lavoro. Per acquisire una comprensione realistica delle prospettive lavorative e del proprio potenziale, si rende dunque necessario aggiornare la propria formazione. Bottega scuola si impone come una delle iniziative più significative, a questo proposito. I giovani laureati escono dall’università potendo contare su di un consistente bagaglio di informazioni in materia di conservazione e restauro, ma si tratta di un sapere generico, piuttosto che di una concreta e di competenze pratiche.
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Bottega Scuola è un’impresa artigiana che svolge il ruolo di vera e propria agenzia formativa e consente agisce sul fronte della salvaguardia di settori e tecniche di produzione a rischio di estinzione; fornisce una prima risposta al problema del trasferimento di professionalità e del generazionale nel campo dell’artigianato artistico; accresce la conoscenza delle tecniche e dei materiali da parte di giovani laureati in arte e design con il proposito di infondere un rinnovato spirito imprenditoriale nel settore, fa da traino per nuovi imprenditori in un settore caratterizzato da un alto valore aggiunto che richiede competenze specifiche. Alcuni potrebbero obbiettare che una simile iniziativa rischia di essere ridondante, dato che il sistema di apprendistato diffuso nel settore artigianale risulta più vantaggioso: i contratti di apprendistato sono contratti di impiego che offrono un compenso e danno diritto a determinati benefici sociali. Il valore di Bottega Scuola risiede nel fatto che raggiunge un’altra popolazione target: giovani che hanno scarse se non scarsissime possibilità di accedere a programmi di apprendistato basati su accordi interprofessionali volti a incoraggiare la formazione professionale, più che universitaria. Oggi è più che mai necessario trovare un modo per fare fronte alla sfida rappresentata da giovani che possiedono una solida formazione di base che si rivela irrilevante a fronte dei requisiti richiesti da uno specifico ambiente professionale. Una via di mezzo tra gli istituti di formazione e gli incubatori è l’“impresa scuola” o la scuola che offre esperienze nel campo della simulazione di impresa, anche se i pacchetti formativi non sono limitati al settore artigianale. Un format simile è stato preso in considerazione a Burgas. L’obiettivo è quello di aiutare gli studenti a sviluppare competenze e strategie operative che potrebbero essere riprodotte dal team in condizioni di vita vera, e di implementare percorsi formativi insoliti mirati alla soluzione di problemi lavorativi allo scopo di predisporre concreti piani d’azione e strategie decisionali. Simulare il pensiero imprenditoriale, trovare e creare il senso dei nessi e delle interrelazioni economiche, arrivare a padroneggiare competenze cruciali come l’abilità a lavorare
in gruppo, acquisire la competenza linguistica, e saperla applicare nel concreto, insegna agli studenti a mantenersi dinamici e flessibili in un ambiente lavorativo e in una attività professionale internazionale, senza mai smettere di imparare. La gestione dei contatti e l’attività manageriale è svolta interamente in un ambiente informatico, una forma innovativa di apprendimento e di formazione orientata alla pratica.
3.4.3. Luoghi di incubazione Si tratta del meccanismo più tradizionale in assoluto, anche se in questo settore è raro vedere incubatori dedicati a un gruppo target specifico. Dato che gli incubatori hanno lo scopo di preparare a costruire progetti e aziende sostenibili, sembra che abbia poco senso destinarli a categorie lavorative specifiche, a meno non si concentrino su certi tipi di progetti. Nella prima fase del progetto INNOCRAFTS, è stato identificato un numero – invero piuttosto ridotto – di tali incubatori che presentano tali caratteristiche, primo tra tutti Incubateur des entreprises de design de Reims, destinato ai giovani usciti dagli istituti di belle arti e di design. All’epoca è stata fatta la considerazione che, se il formato era molto utile, i suoi vantaggi provenivano più che altro dall’opportunità di lavorare in rete, mentre la sua efficacia era piuttosto limitata. Un’altra iniziativa mirata a un gruppo specifico, è DesignCamp, progetto di pseudo-incubazione ideato dalla University of Aalto. Si tratta di un processo multi e transdisciplinare che coinvolge gli studenti di istruzione superiore nel mondo delle imprese. Questa formula mira a dare alle PMI la possibilità di sviluppare le prime fasi ideative e di scoprire quanto una progettualità efficace possa influire sullo sviluppo del business e della competitività. Tra gli obiettivi c’è la diffusione della progettualità market-oriented nelle PMI, l’incremento del potenziale di innovazione e del bagaglio di competenze delle PMI grazie a questo strumento e a un approccio multidisciplinare che riunisce formazione, innovazione, PMI e ricerca (applicata). Tra tutte le iniziative presentate in questa fase, non è facile identificare gli incubatori focalizzati su un determinato gruppo target. È arrivato il momento di menzionare Union des couveuses, un progetto molto innovativo e originale che ha dato vita a una nuova fase nello sviluppo delle start-up: la fase di sperimentazione. Gli incubatori di imprenditorialità applicano il CAPE (Contrat d’Appui à la Création d’Entreprise), uno speciale contratto stipulato tra l’imprenditore e l’incubatore di imprenditorialità. Questo contratto di sostegno per progetti imprenditoriali consente agli imprenditori di iniziare a produrre, vendere e fare business senza registrare l’azienda, in altre parole, senza davvero costituire l’azienda. Si configura così una sorta di sperimentazione imprenditoriale che va a costituire una nuova fase dell’avventura imprenditoriale. Il contratto CAPE è particolarmente vantaggioso in quanto consente all’imprenditore “in erba” di avviare l’attività, di gestirla e di esplorare il mercato senza perdere il sussidio di disoccupazione o altre prestazioni sociali. Grazie al contratto CAPE, l’impresa è tutelata dal punto di vista legale e fiscale dalle strutture di incubazione, e l’attività imprenditoriale ha la possibilità di attraversare una fase sperimentale per un periodo di tempo limitato. Molti imprenditori cercano di testare la loro attività in un contesto informale (famiglia e amici) prima di avviarla: il contratto CAPE istituzionalizza questa prima esperienza/primo passo imprenditoriale.
3.4.4. Follow-Up e rete di cooperazione L’efficacia di questo meccanismo è stata ampiamente collaudata dai partecipanti ed è il denominatore
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comune di molte iniziative. Per due motivi: • L’isolamento in cui vivono molti membri dei gruppi target non si dissolve dalla sera alla mattina a prescindere dal tipo di sostegno ricevuto. • L’intento non è unicamente quello di garantire che il primo progetto sia lanciato con successo, ma quello di estendere quel successo al futuro e di fare da tramite a un secondo progetto: fattore determinante per stabilire se la creazione di un posto di lavoro darà vita ad altri posti di lavoro.
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La maggior parte delle iniziative proposte poneva l’accento sull’importanza del sostegno e della cooperazione: • Nell’ambito di Art Pauma, si è tenuto a Mas de Barberans un ciclo di “Incontri con le Llatadoras dalle Terres de l’Ebre”. Un gruppo di 20 donne in età da pensione (65-83 anni) e alcuni mastri di artigianato pauma, hanno dato prova della loro abilità in una dimostrazione durata un giorno intero. • Nell’ambito di El Legado Andalusí, sono regolarmente organizzati giorni di scambio di buone pratiche in aziende del settore che hanno sede in Andalusia. • Nell’ambito di Region Femme, è stata organizzata una serie numerosa di incontri tra imprenditrici slovacche e austriache allo scopo di creare una rete di contatti e cooperazione finalizzata ad attività di esportazione. Sono organizzati di frequente incontri con imprenditori esperti che raccontano il loro esordio nel mondo del business danno luogo a un dibattito sui problemi e la legislazione dei rispettivi paesi, dispensano buoni consigli e parlano della difficoltà di conciliare lavoro e vita privata e familiare. • Nel caso di Contemporaneamente, la cooperazione tra utenti molto diversi, tra cui molti giovani (soprattutto attraverso gli istituti scolastici), e il supporto del Comune di Firenze a questa iniziativa di alcuni privati cittadini, ha facilitato l’attuazione del progetto che coniuga arte tradizionale e cultura contemporanea, grazie al coinvolgimento di giovani artisti.
3.5 Principali insegnamenti in materia di trasferibilità di un’iniziativa È risaputo che la trasferibilità di qualunque iniziativa è il risultato della capacità di trovare un equilibrio tra ciò che è trasferibile (gli insegnamenti appresi dai meccanismi attivati in un dato contesto) e ciò che non lo è (contingenze locali). Sono emersi alcuni insegnamenti degni di nota: • È meglio evitare di essere troppo restrittivi in fase progettuale, in quanto le popolazioni target si trovano spesso ad affrontare problemi specifici che dovranno essere affrontati caso per caso; in altre parole, con la massima flessibilità. • Il percorso formativo ideale andrebbe compreso come un insieme di esperienze positive che si discosta dalla definizione stereotipata di formazione iniziale. Visto e considerato che molte delle persone intervistate non avevano ricordi positivi di tali corsi di formazione, è probabilmente più vantaggioso essere esposti a esempi pratici e seguire studi di caso piuttosto che sottoporsi a un percorso di apprendimento formale. • Gli incubatori non rappresentano una scelta impropria per queste popolazioni, al contrario. Comunque, il sostegno nelle prime fasi andrebbe intensificato. Una cosa è riconoscere l’originalità di un progetto o di un’idea, un’altra è passare alla fase attuativa senza prima averne verificato la fattibilità e la spendibilità sul mercato. • È essenziale che le iniziative siano monitorate e condivise all’interno di un network
professionale, dal momento che un’attività, una professionalità o un’impresa assume spessore solo dopo uno o due progetti. • I membri dei gruppi target sono costituiti generalmente da persone dotate di scarsa mobilità che tendono a restare ancorate al punto di partenza: il concetto di sviluppo locale dovrebbe essere ben radicato nei loro progetti sin dall’inizio. Acquisita forza e stabilità da questi legami con il territorio, potranno finalmente aprirsi a nuove opportunità di sviluppo. • Infine, è importante rendersi conto che l’inserimento dei gruppi target nel settore artigianale non può che essere positivo per tutte le parti in causa: i gruppi target vedranno legittimate e valorizzate le loro energie creative e il settore artigianale potrà beneficiare di una ventata di energia.
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4.
PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ IN SPECIFICI GRUPPI TARGET: BUONE PRATICHE IMPRENDITORIA GIOVANILE E IMPRENDITORIA FEMMINILE
4.1. EL LEGADO ANDALUSì Soggetto promotore della buona pratica: Fondazione Pubblica El Legado Andalusí
Presentazione
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La fondazione pubblica El Legado Andalusí (Il patrimonio di Al-Andalus) si adopera per diffondere l’imprenditorialità e il lavoro autonomo nel territorio un tempo denominato al-Andalus. Lo scopo è quello di instaurare accordi con istituzioni e stakeholder al fine di contribuire allo sviluppo socioeconomico dei villaggi situati lungo queste strade. In questa cornice, la fondazione ha recentemente firmato un accordo con CAESA-PA, istituzione mirata al sostegno alle PMI e alla diffusione del lavoro autonomo per contribuire allo sviluppo locale e rurale, anche nel settore artigianale. L’accordo, incentrato sugli “itinerari del califfato”, mira alla creazione di posti di lavoro destinati soprattutto ai giovani, alle donne e ad altri soggetti che sperimentano un problematico inserimento nel mondo del lavoro legato al turismo: settore alberghiero e della ristorazione, artigianato, commercio, ecc. L'itinerario del Califfato (Granada-Cordoba) è la strada che collega due gioielli artistici e architettonici dell’Andalusia: la grande Moschea di Cordoba e l’Alhambra di Granada. Questi due magnifici monumenti, dichiarati patrimonio dell’umanità, testimoniano lo splendore culturale di al Andalus, la Spagna araba. Lungo questo itinerario, i visitatori scopriranno i luoghi nei quali il Califfato di Cordoba lasciò i segni della sua potenza: grandiose fortezze, templi, palazzi e una grande varietà di mestieri artigianali. Questa strada fa parte di una serie di itinerari di viaggio tra le bellezze di al-Andalus. Con questi obiettivi, la fondazione pubblica El Legado Andalusí ha avviato una serie di corsi di formazione volti a migliorare la qualità dell’occupazione e contrastare il precariato. Questi corsi promuovono l’occupazione nel campo del turismo culturale e rurale (e dell’artigianato) in Andalusia, rivolgendosi a imprenditrici determinate a lavorare in questo nuovo settore di impiego: il turismo culturale. La fondazione mette a frutto l’esperienza acquisita nell’ambito del progetto per il turismo culturale Euroempleo, European Network for the Improvement of Women’s Employment. Il progetto ha preso in esame una serie di esperienze e strumenti che si sono rivelati particolarmente efficaci nell’aprire anche in aree rurali nuove vie per migliorare le condizioni e la competitività dell’occupazione femminile nel settore del turismo culturale a livello europeo, artigianato incluso. Un’altra priorità era quella di creare sinergie tra enti pubblici che creano occupazione e rappresentanti di associazioni culturali e turistiche. Il fine era quello di unire le forze verso un obiettivo comune: creare nuovi posti di lavoro e favorire la parità tra i sessi e la competitività nel settore del turismo culturale e dell’artigianato, in aree rurali. Questi corsi di formazione saranno incentrati sui seguenti contenuti:
~ Consulenza finanziaria e di gestione, consulenza nella ricerca di aiuti pubblici. ~ Informazioni teoriche e pratiche sulle risorse destinate a incentivare lo sviluppo di PMI, il lavoro autonomo e l’occupazione femminile nel campo del turismo culturale e rurale che abbraccia artigianato, ristorazione, settore alberghiero, guide turistiche e diversi tipi di aziende associate a questo settore. È importante fornire agli imprenditori del settore artigianale nozioni legali e amministrative che li aiutino a costituire la loro azienda e a rendere la loro attività imprenditoriale sempre più remunerativa. ~ Giorni di scambio di buone pratiche in aziende del settore che hanno sede in Andalusia e sull' itinerario del Califfato. ~ Promuovere nuove esperienze professionali. ~ Programmi di iniziative sperimentali volte a incoraggiare il settore del turismo culturale, rurale e domestico.
Valutazione e prospettive Può sembrare banale, ma persone che vivono in isolamento e, in certi casi, hanno perduto il lavoro, possono trovare nel contatto con gli altri la forza di imbarcarsi in una nuova avventura professionale. Questo progetto ha dato ai partecipanti la possibilità di fare il punto della situazione e di comprendere come il cambiamento possa creare nuove opportunità, salvandoli da una vita di inattività. Questo, ovviamente, è solo un punto di partenza, e il benefico effetto di aggregazione svanisce molto in fretta se il singolo individuo non riesce a mettere insieme un piano personale che gli permetta di conquistare un posto di lavoro o persino di intraprendere una nuova attività.
Contatti Fondazione Pubblica El Legado Andalusí jsp@legadoandalusi.es legadoandalusi.es - alandalusylaciencia.es - rutaslegadoandalusi.es
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4.2. BOTTEGA SCUOLA Soggetto promotore della buona pratica: ARTEX Centro per l'Artigianto Artistico e Tradizionale della Toscana
48 Presentazione La Bottega Scuola è un’impresa artigiana che svolge il ruolo di vera e propria agenzia formativa accreditata al Sistema regionale della formazione professionale e i cui percorsi formativi possono essere finanziati con risorse pubbliche o riconosciuti ai sensi dall’art. 17 del della legge regionale L.R.T 32/2002. Per diventare Bottega Scuola un'impresa artigiana deve essere diretta da un Maestro Artigiano, la cui professionalità è ufficialmente riconosciuta in base a esperienza e competenze. La Bottega Scuola svolge attività formative nel settore dell'artigianato artistico e tradizionale, tramandando saperi e mestieri. I percorsi formativi realizzati dalla Bottega Scuola si rivolgono a tutti coloro che sono interessati a una formazione o specializzazione nelle tecniche artistiche e tradizionali e sono finalizzati all'acquisizione di titoli/qualifiche professionali o di una certificazione di competenze.
OBIETTIVI Istruire le nuove generazioni, trasmettendo le competenze e il saper fare di antichi mestieri, con l’intento di preservarli e di fornire ai giovani nuove e importanti opportunità di lavoro: è questo l’obiettivo della Bottega Scuola. Il progetto Bottega Scuola mira a valorizzare e a rafforzare i valori di cui i mestieri artigianali sono portatori: ~ Valore economico: creazione di nuova imprenditorialità e trasferimento di professionalità. ~ Valore culturale: salvaguardare settori e tecniche di produzione a rischio di estinzione. ~ Valore sociale: conservare la stabilità sociale e sostenere l’economia locale e la produzione su piccola scala.
Costruire un sistema formativo basato sulla figura del Maestro Artigiano consentirebbe di: • Salvaguardare settori e tecniche produttive a rischio di estinzione. • Fornire una prima risposta al problema connesso al trasferimento di professionalità e al ricambio generazionale nel settore dell’artigianato artistico. • Accrescere la conoscenza delle tecniche e dei materiali nei giovani laureati in arte e design allo scopo di creare un rinnovato spirito imprenditoriale nel settore. • Educare nuovi imprenditori in un settore caratterizzato dall’alto valore aggiunto che richiede competenze specifiche.
IL MODELLO FORMATIVO DELLA BOTTEGA SCUOLA Il modello formativo della Bottega Scuola si fonda su pochi elementi strategici che vanno a comporre un insieme di regole necessarie alla sua buona riuscita: ~ Affiancamento mirato di un Maestro Artigiano: le personalità del Maestro e dell’allievo devono essere “compatibili”. ~ Proposta formativa rivolta ai Maestri Artigiani al fine di facilitare la trasmissione del saper fare: gli artigiani saranno preparati ad assumere il ruolo di insegnanti e saranno supportati nella loro attività di mediatori di apprendimento per tutta la durata del progetto. ~ Definizione preliminare della durata del corso (da tre a nove mesi, sulla base di uno scadenziario concordato tra il maestro e lo studente). ~ Definizione degli obiettivi di apprendimento e dei progetti personali da attuare. Lo studente firmerà un “Contratto di Apprendistato” con la Bottega Scuola, ove siano esplicitati gli obiettivi di apprendimento e gli impegni che il maestro e l’allievo si impegnano ad assumersi. ~ Svolgimento di specifiche attività formative al di fuori della Bottega Scuola volte a incrementare le competenze degli allievi sugli aspetti gestionali di un’attività imprenditoriale indipendente: sicurezza sul luogo di lavoro, avvio di un’attività e trasferimento di professionalità, marketing sui social media. ~ Servizi di sostegno all’apprendimento: attività di tutoring, orientamento, consulenza, mentoring, e un monitoraggio continuo del saper fare e delle competenze raggiunte dagli studenti. ~ Certificazione finale delle competenze acquisite alla fine del percorso formativo.
Valutazione e prospettive L’iniziativa Bottega Scuola ha già coinvolto 90 Maestri Artigiani e ha messo in contatto 10 Botteghe Scuole con 100 studenti, garantendo un ottimo livello di supervisione. Gli studenti, già in possesso di una laurea in Conservazione dei beni culturali, grazie al programma, sono riusciti a combinare al titolo di studio accademico un significativo certificato di pratica professionale.
Contatti
ARTEX Elisa Guidi e.guidi@artex.firenze.it www.artex.firenze.it
4.3. Contemporaneamente Soggetto promotore della buona pratica: Associazione Via Maggio
Presentazione
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L’Associazione Via Maggio è stata istituita nel 2009 su iniziativa di un gruppo di cittadini (antiquari, artigiani, residenti, realtà istituzionali ed educative) al fine di contrastare il degrado urbano, il traffico e i problemi strutturali che rischiavano di nuocere seriamente all’identità culturale di questa via storica, conosciuta in tutto il mondo come l’Antica strada degli antiquari di Firenze. L’associazione ha implementato numerosi progetti mirati a promuovere e a rilanciare la strada e il quartiere. Queste iniziative sono state ideate e sviluppate grazie alla collaborazione tra molti partner sotto il patrocinio del comune di Firenze. Via Maggio non è una strada qualsiasi. È l’antica via Maggiore, la strada principale dell’antica capitale medicea. È la strada dell’arte per eccellenza. Lunga e stretta, fiancheggiata da edifici rinascimentali che le conferiscono un fascino aristocratico, via Maggio e tutto il quartiere Oltrarno sono luoghi ricchi di storia e di tradizione, pervasi da un’identità culturale inestimabile nella sua unicità, che si è mantenuta viva nei secoli grazie alle famiglie fiorentine che da da generazione a generazione si tramandano botteghe e attività commerciali legate al mondo dell’arte e dell’artigianato. Un patrimonio da valorizzare e tutelare, un museo all’aperto che va salvaguardato. Contemporanemente è uno dei progetti più significativi dell’Associazione Via Maggio. È un evento culturale e artistico patrocinato dal Comune di Firenze che coniuga l’artigianato e l’arte tradizionali con il design e la cultura contemporanea. Il progetto è giunto alla sua terza edizione e mira a promuovere l’arte, l’artigianato, il design e la cultura contemporanea fiorentina nella cornice di Via Maggio. Gallerie d’arte, spazi espositivi e negozi di antiquariato declinano un tema contemporaneo con un ricco calendario di eventi, molti dei quali vengono inaugurati contemporaneamente nella cornice di una grande festa arricchita da una serie di proposte (esposizioni, lectures, presentazioni, conferenze, concerti) per appassionati, critici, collezionisti, gli abitanti del quartiere o semplici curiosi.
Valutazione e prospettive Contemporaneamente ha coinvolto 30 gallerie, cinque istituzioni pubbliche, 15 artigiani/imprese, 20 designer/artisti e più di 30 associazioni, scuole e istituti privati. Si stima che 10.000 persone abbiano partecipato alle attività organizzate nell’ambito di vari eventi. Tra i risultati conseguiti:
• Accresciuta consapevolezza del valore culturale dei mestieri artigiani; • Accresciuti ricavi per le imprese; • Cooperazione tra i soggetti che lavorano, vivono e sono coinvolti nell’iniziativa di Via Maggio. La forza di questa iniziativa risiede nella cooperazione tra molti soggetti diversi (residenti, antiquari, artigiani, istituzioni, istituti scolastici e privati cittadini), legati a quel luogo speciale che è Via Maggio. Questo ha garantito la sostenibilità del progetto e la possibilità di richiedere un finanziamento pubblico; altre edizioni hanno fruito del sostegno di enti privati. Inoltre, l’apertura verso una nuova arte contemporanea ha permesso di coinvolgere molti giovani artisti, estendere il network e offrire una grande varietà di eventi e prodotti legati al mondo dell’arte.
Contatti Associazione Via Maggio Olivia Turchi olivia.turchi@libero.it viamaggio.blogspot.it
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4.4. ART PAUMA Soggetto promotore della buona pratica: Camera di Commercio di Barcellona
Presentazione
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Art Pauma è un’associazione operante nell’area delle Terres de l’Ebre che si adopera per rivitalizzare il patrimonio culturale locale di “Artesanía de la Pauma”, una forma di artigianato locale basato sulla lavorazione della palma). L’associazione è stata costituita in seguito al Progetto per la rinascita e la riqualificazione del patrimonio etnologico (Innopauma MAS) promosso dal Consiglio di Mas de Barberans, finalizzato a sostenere iniziative innovative di impiego e per rilanciare l’artigianato pauma come un elemento di identità culturale, locale e territoriale. Gli esordi di Art Pauma risalgono al 2006, quando un gruppo di donne disoccupate ancora in età da lavoro ha messo a punto una proposta formativa in una delle attività artigianali più affermate della regione, una professione a predominanza femminile che rischiava di scomparire: quella della llatadora (intrecciatrice). Lo scopo dichiarato era quello di far rivivere un mestiere artigianale fino a quel momento tramandato solo per via orale, ma che aveva subito una brusca battuta di arresto con la generazione nata negli anni ’50. Questo progetto ha una spiccata valenza sociale: l’intero processo artigianale è svolto dalle llatadoras, che si fanno carico della produzione e della vendita dei prodotti pauma e organizzano dimostrazioni di maestria artigianale, laboratori, ecc. Grazie ad Art Pauma, questo gruppo di ex-disoccupate è stato in grado di avviare una propria attività imprenditoriale nel mondo dell’artigianato pauma e di reinventarsi imprenditrici freelance. La professione della llatadora si fonda su di un procedimento artigianale che inizia con la raccolta e la lavorazione del materiale grezzo, i paumas (alberi di palma), e termina con la creazione di manufatti realizzati interamente a mano. Il procedimento consta complessivamente di sei fasi: 1. Raccolta e lavorazione dei materiali grezzi 2. Preparazione del materiale grezzo finalizzata alla lavorazione 3. Torsione, piega e intreccio 4. Realizzazione di cordami 5. Cucitura 6. Finitura del pezzo: angoli, manico, elementi decorativi, ecc. Il Museo Pauma è situato nella città di Mas de Barberans (a sud di Tarragona) ed è gestito dal Consiglio cittadino con la collaborazione esterna di tre artigiane esperte in questa disciplina. Prima di questa iniziativa, l’artigianato pauma era praticato solo da donne anziane (75 anni), tra cui figurano le tre fondatrici. Il team tecnico Art Pauma collabora con il Consiglio allo sviluppo di progetti quali la riproduzione di manufatti pauma sulla base di informazioni tramandate per via orale, la catalogazione dei manufatti e la messa in opera di progetti innovativi volti a impiegare questa antica tecnica artigianale per creare manufatti adatti a usi più contemporanei. È stato allestito inoltre un archivio e una mediateca sul tema del lavoro femminile in aree rurali e sull’artigianato che fa uso fibre vegetali, ecc. L’associazione coordina progetti promozionali volti a sensibilizzare l’interesse del pubblico per questo
patrimonio e programmi di formazione pensati per tramandare l’artigianato pauma alle giovani generazioni. Il Consiglio ha commissionato progetti di ricerca, organizzato convegni internazionali di artisti esperti nell’arte dell’intreccio di fibre vegetali.
Valutazione e prospettive Attività svolte per promuovere il progetto: ~ Collezione di 46 manufatti pauma documentati in un catalogo di prodotti dedicato a questa parte: una sorta di “banca dati” finalizzata a preservare un patrimonio tangibile e intangibile al tempo stesso, dal momento che, di alcuni manufatti, esistono unicamente descrizioni tramandate oralmente. ~ Progettazione di una nuova linea di prodotti: nel rispetto del procedimento di lavorazione tradizionale che caratterizza i manufatti pauma di Mas de Barberans, è stata creata una nuova linea di prodotti pensati per rispondere meglio a nuovi utilizzi e bisogni sociali, mettendo a frutto la creatività e l’ispirazione dei nuovi artigiani che hanno partecipato ai corsi di formazione. ~ Mostra mercato di prodotti pauma presso il punto vendita Empremtes de Catalunya, gestito dal Consorzio di commercio, artigianato e moda della Catalogna. ~ Consolidamento del Racó dels Artesans (angolo dell’artigiano), la fiera dedicata ai manufatti in fibra vegetale annoverata dal Governo di Catalogna come una delle sue specifiche mostre mercato. ~ Corsi e laboratori al Museo Pauma. ~ Stesura del Piano locale per le pari opportunità destinato alle donne del villaggio. ~ Sinergia di turismo e artigianato ~ Partecipazione al progetto Oficios Singulares promosso da Artesanía de Catalunya. ~ Creazione del Fibres Campus: ~ Iter di internazionalizzazione culminato della 7ª edizione dell’International Plant Fibre Contest. ~ Partecipazione di Art Pauma al convegno “Intangible Cultural Heritage and Sustainable Development” organizzato dal Centro UNESCO della Catalogna ~ Diversi articoli in pubblicazioni specialistiche: RIDEC, Revista de etnología de Cataluña, El pajar, Revista de Etnografía canaria ecc.
Contatti Art Pauma Pepa Subirats Rosiñol Coordinatore del Museo Pauma Artpauma@hotmail.com
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4.5. REGION FEMME Soggetto promotore della buona pratica: Camera dell'Industria e del Commercio della Slovacchia
Presentazione
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Region Femme è frutto della collaborazione pluriennale tra le Camere di Commercio e l’Associazione delle Donne Imprenditrici (ZZVP). Il progetto risponde alla necessità di consolidare la cooperazione internazionale tra i paesi confinanti Slovacchia e Austria, a sostegno delle esportazioni e dell’imprenditoria, con un occhio di riguardo all’imprenditoria femminile. In seguito all’ingresso della Slovacchia nell’Unione Europea, aziende slovacche e austriache hanno manifestato un crescente interesse in progetti di cooperazione e networking. Il desiderio di aprire nuovi orizzonti alle rispettive attività imprenditoriali, di esportare servizi e beni e di acquisire nuovi clienti esteri è più che comprensibile, data la vicinanza tra Slovacchia e Austria e data la priorità che i due paesi assegnano alla promozione dell’imprenditoria e alla mutua cooperazione anche nel settore delle PMI, il cuore del sistema economico. Avviare e gestire un’impresa, acquisire una solida formazione, reperire le informazioni cruciali, sarebbe impossibile senza un’adeguata politica di sostegno all’imprenditoria. Il progetto, varato nel febbraio del 2009, si è concluso nel gennaio del 2013. Grandi aziende e PMI sono interessate a offrire i loro prodotti e servizi, oltre che nel paese di origine, anche all’estero. Inoltre sono particolarmente desiderose di reperire informazioni aggiornate sulle start-up, sull’ambiente e sul sostegno. Vogliono accedere al mercato del paese confinante, aprire una sede distaccata e un’azienda privata all’estero, sono alla ricerca dei giusti partner e di cooperazione. Il progetto Region Femme ha teso la mano a imprenditori – per la maggior parte imprenditrici – provenienti da Bratislava e dalla regione di Trnava, in Slovacchia, da Vienna e dalla Bassa Austria. Il progetto ha dato vita a una serie di attività formative e a una rete professionale su larga scala: seminari orientati al mondo del business in Austria and in Slovacchia, seminari sulle competenze trasversali e altre utili iniziative, tra cui le visite in aziende d’esperienza, incontri tra imprenditori, consulenze alle imprenditrici intenzionate a costituire o a estendere la propria attività all’estero. Tutte queste iniziative erano improntate alla cooperazione, allo scambio di informazioni e all’internazionalizzazione della propria azienda nel paese straniero. Tra i vari progetti figuravano accademie per start-up, incontri con imprenditori altamente qualificati, corsi di tedesco, una pubblicazione periodica dedicata del progetto e una pagina web con il database degli imprenditori e il profilo Facebook dedicato al progetto. La cooperazione tra i due paesi ne è uscita rafforzata, le partecipanti hanno acquisito nuovi contatti e collaborazioni. Grazie alle informazioni aggiornate, alle motivazioni, al know-how e allo scambio di esperienze che ha fatto definitivamente decollare la loro attività, insegnando l’importanza di imparare da altri per evitare gli errori più comuni.
Fra le attività di rete le più significative sono state: • Meeting tra imprenditrici slovacche e austriache finalizzati a instaurare nuovi contatti e collaborazioni, incoraggiando dibattiti, consulti ed esportazioni. Il valore aggiunto di questi eventi è quello di acquisire nuove informazioni, nuovi contatti, scambiare informazioni, motivazioni ed essere solidali. • Visite in azienda: Incontri con imprenditori qualificati al fine di condividere informazioni sull’avvio della loro impresa, innescando un dibattito sulle problematiche e sulla legislazione dei rispettivi paesi, scambiando consigli e pareri su come conciliare vita privata e attività lavorativa • Consulenze per le imprenditrici slovacche e austriache interessate ad avviare un’attività o a espandere il loro business all’estero. • Corsi di lingue • Pagina web: panoramica delle attività passate e presenti, fotografie, commenti. • Facebook: panoramica delle attività passate e presenti, fotografie, commenti. • Accademia per le start-up: una serie di corsi dedicati ai futuri imprenditori.
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Valutazione e prospettive Region femme ha ottenuto ottimi riscontri sia sul fronte della partecipazione alle iniziative sia su quello dei risultati. Hanno preso parte ai seminari più di 900 partecipanti, sono state inoltrate 140 richieste per i servizi di consulenza. Alle accademie (assimilabili a corsi di formazione) si sono iscritte 50 persone, delle quali più della metà è effettivamente riuscita a crearsi una professionalità. In termini di risultati, il 66% di coloro che sono entrati in contatto con il programma è stato coinvolto in un progetto, il 16% è diventato lavoratore autonomo e il 18% ha dato vita a un’impresa.
Contatti Camera dell'Industria e del Commercio della Slovacchia Ivana Kondasova ivana.kondasova@sopk.sk sopk.sk
4.6. CRAFTED Soggetto promotore della buona pratica: Consiglio Nazionale d'Irlanda per l'Artigianato e il Design
Presentazione
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Il programma CRAFTed, implementato dal Consiglio Nazionale d'Irlanda per l'Artigianato e il Design (DCCoI), offre agli studenti e agli insegnanti della scuola primaria l’elettrizzante opportunità di esplorare la loro creatività e di imparare nuove abilità lavorando con artigiani professionisti. Il DCCoI riconosce il ruolo cruciale svolto dall’istruzione nella futura crescita dell’artigianato e nella preservazione del patrimonio culturale irlandese. L’impegno sul fronte dell’istruzione e della formazione è centrale nel Piano Strategico del DCCoI, come sottolineato nel suo ruolo “per favorire e incoraggiare le carriere nell’artigianato”. Il programma per la scuola primaria CRAFTed: Learning Skills for Life propone ai bambini una formazione artigianale specifica e agli artigiani professionisti un percorso formativo che li prepari all’insegnamento. Ai docenti offre un’occasione di formazione e sostegno nell’aprire ai bambini della scuola primaria un mondo di possibilità creative. Nel corso del progetto si è creata una buona prassi collaborativa tra gli artigiani e gli insegnanti, nella convinzione che lo sviluppo di abilità artigianali possa supportare metodologie di apprendimento integrate nell’acquisizione di competenze di base: lettura, scrittura e aritmetica. Basato sul precedente programma pilota "Artigianato in classe", CRAFTed è stato messo in atto per la prima volta nel 2010/2011 in collaborazione con sei centri educativi. La sua buona riuscita ha fatto sì che CRAFTed fosse esteso su scala nazionale, in collaborazione con istituti scolastici a tempo pieno in tutta l’Irlanda. Gli intenti principali di CRAFTed sono: • Risvegliare uno spiccato interesse nell’artigianato negli alunni della scuola primaria consentendo loro di “sporcarsi le mani” in una serie di progetti creativi suggeriti da professionisti del settore. • Iniziare a sviluppare alcune competenze artigianali di base nei bambini, consentendo loro di familiarizzare con l’arte e invogliandoli a nuove esperienze. • Catturare l’immaginazione dei più piccoli, incoraggiandoli a scoprire l’artigianato irlandese e a immaginarsi di intraprendere in futuro una carriera nell’artigianato.
Obiettivi culturali e artistici del programma CRAFTed: • Offrire agli artigiani l’opportunità di lavorare nelle scuole primarie acquisendo una preziosa esperienza didattica che potrebbe aprire loro ulteriori prospettive di impiego nel settore dell’istruzione. • Supportare i docenti nell’insegnamento di abilità pratiche previste dal programma scolastico di arti visive per la scuola primaria. • Assistere docenti e artigiani nell’ideazione di un programma scolastico che lasci spazio all’artigianato, dedicando una serie di lezioni allo sviluppo di abilità manuali da parte dei bambini, aiutandoli a realizzare oggetti creativi. • Incoraggiare la collaborazione tra docenti e artigiani così che i bambini possano trarre il massimo beneficio da questo “insegnamento integrato”. • Promuovere l’apprendimento integrato di varie materie quali lettura, scrittura e aritmetica. • Risvegliare l’interesse dei genitori e della scuola per l’artigianato, suggerendo i potenziali benefici scaturiti dallo sviluppo di abilità artigianali nei bambini, promuovendo la diffusione dell’artigianato in Irlanda.
Valutazione e prospettive L’iniziativa CRAFTed si sta espandendo ed è arrivata a coinvolgere 284 scuole (per un totale di 7240 studenti) e 98 artigiani, oltre ai docenti che sono molto coinvolti in ogni fase del progetto.
Contatti Design & Crafts Council of Ireland Polly Minett Coordinatore Nazionale di CRAFTed 2014 www.dccoi.ie
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4.7. UNION DES COUVEUSES Soggetto promotore della buona pratica: Unione degli incubatori di imprese
Presentazione Creato nel 2002, il progetto Union des couveuses (Unione degli incubatori di imprese) riunisce associazioni e cooperative supportate da partner locali. Union des couveuses è un luogo di innovazione e di ricerca: fornisce servizi alle persone e incentiva la creazione di reti professionali nel settore industriale. Union des couveuses si prefigge di aiutare uomini e donne a vivere dignitosamente della loro attività, creando valore e contribuendo a un futuro di stabilità. Questa rete nazionale di incubatori di imprese si impegna a:
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Aiutare i partecipanti al progetto a diventare autonomi e ad assumersi crescenti responsabilità Diffondere valori forti come la solidarietà, il rispetto della diversità e dell’ambiente Favorire lo sviluppo internazionale mediante il coordinamento di una rete europea di incubatori di imprese (Enise)
Union des couveuses conta al momento 60 membri in 221 sedi. Sin dal 2012, Union des couveuses è partner dell’Institut National des Métiers d'Art allo scopo di promuovere e sostenere l’imprenditoria nel settore dell’artigianato artistico. Sette incubatori sono rivolti espressamente a professionisti del settore.
Valutazione e prospettive Un’importante risultato iniziale è che il 52% dei partecipanti al progetto ha costituito un’impresa e il 21% ha trovato un impiego. Ciò significa che il 73% dei partecipanti è stato reinserito nel mondo del lavoro. Il 65% degli imprenditori sono donne, un dato molto diverso da quelli che si riscontrano in altre strutture di sostegno non pensate espressamente per l’imprenditoria che registrano una partecipazione femminile tra il 30% e il 40%. Inoltre, mentre il fatturato medio per progetto si aggirava intorno ai 3780 euro, quello dei partecipanti maschili era il 31% più alto di quello delle partecipanti femminili. I dati raccolti riflettono la tipologia dei progetti varati a seconda del tipo di beneficiari. Nel settore artigianale, la percentuale di progetti a conduzione femminile è pari all’80%, un dato che controbilancia notevolmente il 25% del settore agricolo e il 38% del settore industriale.
Contatti Union Des Couveuses Victor Richard contact@observatoire-enise.eu www.uniondescouveuses.eu
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CONCLUSIONI StĂŠphanie Gille Antoine Videau Alexandre Bertault
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CONCLUSIONI
Stéphanie Gille, Istituto Nazionale dei Mestieri d’Arte (INMA) Antoine Videau e Alexandre Bertault, Comune di Reims Basato sulla relazione finale di Xavier Greffe, professore all’Università di Parigi 1 - Panthéon-Sorbonne
Il settore artigianale è intessuto di una costante tensione tra competizione e cooperazione. Competizione perché gli artigiani godono dei profitti e sostengono i costi di prodotti che risentono della concorrenza di altri prodotti, di altri artigiani. Cooperazione perché le ridotte dimensioni della loro impresa e, talvolta, i limiti del loro saper fare, li spingono a condividere tra loro costi e risorse. I dibattiti e le presentazioni che hanno avuto luogo nella cornice della terza fase del progetto, dimostrano che il format del lavoro in rete consente di conciliare questi due aspetti contraddittori.
La rete professionale per la creazione d’impresa La rete professionale si dimostra determinante sin dalle prime fase della costituzione di un’impresa. Le specificità del settore artigianale rendono davvero consigliabile la cooperazione finalizzata a sostenere l’originalità e la qualità dei prodotti. Condividere abilità e competenze consente a molti artigiani di raggiungere mercati reali, garanzia di sostenibilità. Una soluzione valida sembra essere quella di continuare a sostenere un’attività a livello locale, come insegna la Camera di Commercio di Barcellona con Teixidors de Terrassa.
La rete professionale per il consolidamento d’impresa La rete professionale svolge un prezioso ruolo di consolidamento, facendosi veicolo di innovazione anche per le aziende già rodate che necessitino di consulenza e di sostegno nei vari ambiti del business: definire i prezzi, selezionare prodotti, promuovere le loro attività su Internet, ecc. Generalmente, le reti professionali si estendono oltre il raggio d’azione degli incubatori o degli acceleratori di imprese, per una ragione molto semplice: i servizi di cui gli artigiani hanno bisogno, con il passare del tempo, diventano sempre più sofisticati. Eppure l’accesso a questi servizi specializzati non può, per definizione, essere predisposto ovunque: l’esistenza di una rete professionale è ormai una condizione imprescindibile, soprattutto nelle aree rurali o in regioni poco popolate. Per esempio, Taito Business Services, un’iniziativa della Aalto University School of Design, è un pacchetto di servizi per le aziende che consente agli artigiani isolati di accedere a un vero e proprio bacino di risorse.
La rete professionale come portale di accesso ai mercati internazionali Il valore della rete professionale è tanto più evidente quanto più lo si considera in relazione all’ingresso nei mercati internazionali: • per accedere a nuovi mercati ad alto rischio, considerati gli investimenti e le competenze specialistiche richieste, è un must. • Le dimensioni ridotte delle imprese artigianali difficilmente consentono di sostenere simili costi – nella migliore delle ipotesi, si riesce a condividerli con altre realtà.
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• Non si può pretendere di aver compreso questi mercati una volta per tutte; il sapere deve
essere continuamente ampliato e aggiornato mediante attività di “market intelligence” e, ove possibile, mediante servizi di post-vendita. • Troppo spesso, l’accesso al mercato internazionale è subordinato al contatto con un singolo acquirente che impone all’artigiano condizioni esose che questi difficilmente è in grado di soddisfare, in termini di quantitativo richiesto o di equa remunerazione. Fondamentalmente esistono due strategie opposte per fare fronte a queste problematiche. La prima è quella di agevolare in ogni modo la mobilità degli artigiani, consentendo loro di partecipare a mostre mercato e fiere in cui possano esporre i propri prodotti e acquisire nuovi clienti. Un valido esempio di questa tradizione è costituito dall’ International Fair Fund, un fondo per le imprese istituito dal Consiglio Nazionale d'Irlanda per l'Artigianato e il Design. Sul fronte opposto, lo scopo è quello di organizzare un sistema espositivo mirato a promuovere il prodotto artigianale in un dato territorio, all’estero, cambiando la scala del progetto in termini di persone coinvolte, oggetti e tempistiche. Tuscan Home, un’iniziativa di ANCI Toscana, è esemplare in tal senso.
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Il lavoro in rete, via di mezzo tra queste due strategie, rappresenta un veicolo di internazionalizzazione, una chiave per aprire nuovi mercati ed è garanzia di lunga vita per le aziende del settore artigianale. Ovviamente tali strategie comportano anche dei rischi: l’accesso ai mercati internazionali richiede di conformarsi al mercato globale, facendo insorgere il rischio di un appiattimento e di una perdita di creatività per l’artigiano. Per scongiurare il pericolo di uno snaturamento della produzione artigianale, il Consiglio della Città di Riga ha messo in atto alcuni provvedimenti volti a supervisionare il design di tessuti e abiti tradizionali in tutte le sue fasi: il fine ultimo era garantire che le specificità e i valori di questa produzione artigianale fossero rispettati, e non quello di eliminare la tecnologia dal processo produttivo.
L’economia solidale come uno strumento di lavoro in rete la Carta Internazionale dell’Artigianato Artistico elaborata da CNA Nazionale, Confartigianato Imprese Nazionale e da Artex, riassume i principi che aiutano le aziende e le reti professionali a favorire la sostenibilità finanziaria e sociale degli artigiani. Crea una rete professionale su larga scala grazie alla quale gli artigiani possono imporsi come un’entità collettiva che promuove valori centrali per uno sviluppo sostenibile. La quarta e ultima fase del progetto INNOCRAFTS è incentrata sulla promozione dell’imprenditorialità in specifici gruppi target: le donne e i giovani. Si tratta di una priorità cruciale non solo per il settore artigianale, ma anche per tutte le persone che si adoperano per rafforzarne la creatività e per garantirgli un futuro nel lungo termine. Gruppi specifici hanno la facoltà di infondere originalità e uno spiccato potenziale creativo nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
Identificare i gruppi target Il gruppo delle donne è estremamente eterogeneo, come dimostrano queste iniziative rivolte a una grande varietà di profili. Il progetto El Legado Andalusí è dedicato tanto a chi ha perso il suo impiego tradizionale nel settore agricolo quanto a chi è in cerca di un impiego. L’iniziativa Art Pauma, finanziata dalla Camera di Commercio di Barcellona, assiste soprattutto ex lavoratrici in aree rurali rimaste disoccupate in seguito alla chiusura di determinati mercati. Il progetto Region Femme, rivolto principalmente a imprenditrici, è esemplare, tanto più che coinvolge contemporaneamente due regioni confinanti, la Slovacchia e l’Austria. Le iniziative dedicate ai giovani sono numerose e spesso messe a punto con l’intento primario di incoraggiare la ripresa e il completamento della formazione.
Identificare le sfide Costruire una professionalità è ovviamente la sfida più impegnativa, sia che implichi il creare una sola posizione lavorativa, sia che si intenda avviare un’impresa dalle dimensioni ancora non ben definite, in fase iniziale. L’aspetto dell’integrazione sociale può talvolta prevalere sulla stessa dimensione imprenditoriale. È il caso di Art Pauma, o di El Legado Andalusí: l’obiettivo primario è quello di permettere alla popolazione target di mantenersi con il frutto del proprio lavoro. I gruppi target presi in esame sembrano consapevoli di tutte le sfide a cui è necessario far fronte per dare vita alla propria azienda. Il difficile sta nel ricercare continuamente l’equilibrio tra un sostegno su misura del progetto e l’autonomia individuale, una considerazione che porta nuovamente alla ribalta il dibattito tradizionale sugli incubatori, sorto nella cornice del progetto Union des couveuses. Sviluppare fonti di creatività alternative a quelle predominanti nel mercato artigianale è una sfida. Se il coinvolgimento delle donne e dei giovani nel settore artigianale non rappresenta di per sé una garanzia di successo, di certo è destinata a infondervi nuove potenzialità, punti di vista e soluzioni. Un esempio lampante è dato dalla produzione di oggetti d’uso quotidiano, tessuti od oggetti materiali. Nella cornice dell’iniziativa El Legado Andalusì, alcune persone sono state disposte a rimettersi in discussione confrontandosi con altre realtà insolite. Un altro obiettivo che accomuna i programmi è la necessità di rivitalizzare antiche professioni ormai dimenticate, o in procinto di scomparire per sempre. Reinventare professioni ormai neglette per le quali esiste ancora una domanda potenziale, può essere una strada percorribile, dato che le aree di nicchia del mercato globalizzato possono generare nuovi mercati. Questo è stato il caso della tessitura a mano e della cestineria, ad esempio, ben rappresentate dalle presentazioni di Burgas e di Riga. Può rivelarsi un’idea vincente anche attirare l’attenzione dei singoli su professioni e attività che esistevano un tempo, che avevano un mercato, ma alle quali sono venute a mancare le necessarie risorse umane. Un ultimo, ma non per questo meno importante fattore per l’ottima riuscita di tutte le buone pratiche, è restituire alle persone la fiducia nelle proprie capacità, come insegna il progetto Crafted.
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CREDITI Testi a cura del Comune di Firenze e dei partners del Progetto INNOCRAFTS Elaborazione grafica e fotografie a cura di ANCI Toscana Visual design a cura di Marcello Bucci, Osman Bucci, Sandro Bartoletti Traduzioni a cura di NTL – Il Nuovo Traduttore Letterario - Firenze Ottobre 2014