IL MISTERO DELLE CHIAVI PERDUTE - 3 I TRENI VANNO PRESI PRESTO. SE ASPETTI TROPPO A VOLTE NON PASSANO PIÙ, E DOPO TI PUÒ DISPIACERE AVERLI PERSI. POI LE STAZIONI SONO BELLE QUANDO FUORI È ANCORA BUIO E SUI BINARI NON C’È QUASI NESSUNO. SEMBRA CHE IL TRENO ARRIVI LÌ APPOSTA PER TE.
BINARI CHE SI PERDONO ALL’ORIZZONTE: QUANDO PARTI SAI DOVE SEI E FORSE ANCHE CHI SEI, MA NON SAI MAI DOVE SARAI E CHI SARAI QUANDO ARRIVI. QUESTO È IL BELLO DEL VIAGGIO. A QUALCUNO QUESTA COSA FA PAURA. A ME NON TANTO.
IN UN’ORA SONO NELLA CAPITALE REGIONALE, CHE DURANTE IL VENTENNIO APPENA INIZIATO TORNERÀ FORSE A ESSERE CAPITALE DI STATO (O DI QUEL POCO CHE NE RIMARRÀ). LA PRIMA COSA CHE VEDO È UNA MAPPA DELLA CITTÀ CHE EVIDENZIA SOLO CHIESE E FAST FOOD. LÌ PER LÌ UNO DICE: O QUELLA? E INVECE, A PENSARCI TORNA. È SEMPRE BENE DIRE UNA PREGHIERA PRIMA DI ANDARE A MANGIARE IN QUEI POSTI.
IO INVECE VADO A TROVARE IL PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ DEI VIAGGIATORI. OGNI RICERCA È UN VIAGGIO, E PER CERCARE LE MIE CHIAVI MI SERVONO I CONSIGLI DI UN ESPERTO. A PROPOSITO: SE TI PIACCIONO I VIAGGI, VISITA IL SITO DELLA SOCIETÀ! PRENDI NOTA: http://societadeiviaggiatori.org. È GANZO.
L’UNICA COSA CHE SO SUI VIAGGI È CHE PIÙ CHE CALZINI E MUTANDE, IN VALIGIA ANDREBBE PORTATA LA LISTA DI SOTTSASS: (ETTORE SOTTSASS, UOMO, ARCHITETTO, DESIGNER E TANTO ALTRO. 1917 – 2007) PERÒ ETTORE, SONO TUTTE COSE FUORI MODA, CHE NON CI SI FA BELLA FIGURA A PORTARSELE DIETRO. VUOI METTERE QUELLE MAGLIETTE CHE QUANDO TIRI SU IL COLLETTO SI VEDE SCRITTO GRANDE IL NOME DELLA MARCA? LA GENTE LE PORTA CON IL COLLETTO IN SU ANCHE QUANDO FA CALDO PER FAR VEDERE DI CHE MARCA VA VESTITA. CON QUELLE SÌ CHE FAI BELLA FIGURA. COMUNQUE, CIAO ETTORE… IL PRESIDENTE DICE CHE HA UN AMICO NEL BAZAR DI ISTANBUL CHE MI PUÒ AIUTARE A RITROVARE LE MIE CHIAVI. SI CHIAMA KHALIL MA LUI LO CHIAMA KHA L’ILLUMINATO PERCHÉ HA UN NEGOZIO DI LAMPADE E SOPRATTUTTO PERCHÉ, DICE, È DOTATO DI LUMINOSA SAGGEZZA.
RASCHIO IL BARILE, ALLUNGO LA MIA LISTA DI DEBITI E IL GIORNO DOPO SONO SUL VOLO PER ISTANBUL.
POI ISTANBUL CHE STA IN APPOGGIO SUL BOSFORO E DI NOTTE CI SI RISPECCHIA È PER METÀ EUROPA PER METÀ ASIA, UN PO’ UNA COSA UN PO’ L’ALTRA, E SICCOME ANCH’IO SPESSO MI SENTO UN PO’ UNA COSA UN PO’ L’ALTRA A ISTANBUL CI STO BENE.
LI GUARDO E PENSO CHE, COME TUTTI I GIOCHI, ANCHE IL DOMINO HA MOLTO A CHE FARE CON LA VITA. PUOI AVERE LA TESSERA PIÙ BELLA IN MANO, UN’IDEA UNA PASSIONE UN AMORE, MA SE NON SI ATTACCA A UN’ALTRA TESSERA NON TI SERVE A NIENTE. TANTO PER FARE UN ESEMPIO, IO HO CASSETTI PIENI DI TESSERE INUTILI. L’ULTIMA, LA PIÙ BELLA LA PIÙ SOLITARIA LA PIÙ INUTILE, L’HO RIPOSTA NEL CASSETTO APPENA QUALCHE GIORNO FA.
MA FORSE TUTTI ABBIAMO NEL CASSETTO UN SOGNO MANCATO.
MENTRE CI PENSO ARRIVA - E FORSE NON A CASO - UN CANE DI STRADA CHE SI METTE A SOGNARE PROPRIO ACCANTO A ME.
LA MATTINA DOPO MENTRE VADO AL BAZAR MI VIENE IN MENTE CHE ISTANBUL È COME UNA TESSERA DEL DOMINO: PORTA UN CODICE SU UNA METÀ E UN CODICE DIVERSO SULL’ALTRA, CON IN MEZZO IL BOSFORO A TIRARE IL SOLCO. I PONTI TRA UN LATO E L’ALTRO NON SONO UNIONI, PIUTTOSTO LA CERTIFICAZIONE ARCHITETTONICA DI UNA DIFFERENZA.
I NOSTRI SOGNI MANCATI SONO PONTI SUL NIENTE, LA CERTIFICAZIONE DELLA DIFFERENZA TRA NOI E IL RESTO DEL MONDO. MA COSTRUIRE PONTI È UNA DELLE ATTIVITÀ PIÙ BELLE CHE CI TOCCA DI FARE NELLA VITA, ANCHE QUANDO DANNO SUL NIENTE. VUOL DIRE AVER COMUNQUE VOGLIA DI GETTARE IL CUORE OLTRE.
PARLIAMO DUE ORE, KHALIL E IO. PARLIAMO DI LADRI. IL LADRO NON HA LE CHIAVI, MA HA DESIDERIO DI QUALCOSA CHE STA AL DI LÀ DELLA PORTA. ALLE CHIAVI NON PENSA NEMMENO DI STRISCIO, PENSA SOLO ALLA SERRATURA. LA SENTE, LA CAPISCE. A VOLTE LA CAPISCE COSÌ BENE CHE FA SALTARE I SUOI COMPLICATI MECCANISMI DI SICUREZZA CON UNO SPILLO. IL LADRO È GIÀ DI LÀ ANCORA PRIMA DI APRIRE LA PORTA. CERCARE LE CHIAVI, MI DICE KHALIL, È COME SPERARE DI SCOPRIRE LA BELLEZZA DI UNA CITTÀ USANDO LA GUIDA DEL TOURING CLUB. LA BELLEZZA TI SI APRE DAVANTI SOLO QUANDO LA DESIDERI, LA SENTI, LA RICONOSCI, E LO STESSO FANNO LE SERRATURE, CONCLUDE KHALIL. POI SORRIDE E SI INDICA LA FACCIA CON UN DITO. LA CHIAVE PIÙ POTENTE DEL MONDO, AGGIUNGE, È IL SORRISO.
KHALIL MI HA MESSO VOGLIA DI ESSERE UN LADRO, UN DIABOLIK DELLA VITA. MI HA MESSO VOGLIA DI ESSERE DIABOLIK E DI AVERE ACCANTO EVA KANT. MA PER QUELLO CI VOGLIONO LE TESSERE DEL DOMINO GIUSTE. PER EVA KANT, INTENDO. AVERE IL CORAGGIO DI PORTARE IL CUORE OLTRE, ALLA RICERCA DI UNA BELLEZZA CHE NON SI SA SE C’È, SENZA CHIAVI IN TASCA. LE CHIAVI SONO PER I PROPRIETARI DI CONDOMINIO. DELLA BELLEZZA INVECE NON SI È MAI PROPRIETARI. E IL LADRO PER DEFINIZIONE VUOLE COSE DI CUI NON È PROPRIETARIO. FORSE DELLA BELLEZZA SI PUÒ SOLO ESSERE LADRI. ANDARE OLTRE. MI RICORDO CHE QUALCUNO MI HA PARLATO DI PERSONE CHE CERCAVANO LA BELLEZZA E PER CERCARLA ERANO DISPOSTE AD ANDARE OLTRE. SI CHIAMAVANO DAYEN.
NON C’È NIENTE DI REALE, A HONG KONG. CI TORNI LA VOLTA DOPO E TUTTO È GIÀ CAMBIATO. NIENTE È CIÒ CHE SEMBRA, FORSE PERCHÉ C’È COSÌ TANTO – TANTA GENTE, TANTE LUCI, TANTI OGGETTI, TANTI SOLDI – CHE ALLA FINE TUTTO TI SEMBRA NIENTE. MA FORSE QUESTO NON SUCCEDE SOLO A HONG KONG. CI ARRIVO IL GIORNO DOPO. LA PRIMA NOTTE LA PASSO A KOWLOON, LA TERRA DEI NOVE DRAGHI. KOWLOON REGGE SULLA TESTA L’INTERA CINA. TOGLI KOWLOON E LA CINA SGOCCIOLA VIA COME QUANDO TOGLI IL TAPPO DA UN LAVANDINO PIENO. QUI DEVI MANGIARE NELLE CASE DEL TÈ, SU TAVOLI DI FORTUNA.
IO ORDINO SEMPRE LA MINESTRA DI WONTON, QUELLA CON GLI SPAGHETTINI CINESI DENTRO. I LOCALI USANO IL TÈ CHE VIENE OFFERTO CON LA MINESTRA PER STERILIZZARE I BASTONCINI. O ALMENO, SONO CONVINTI CHE SE LI IMMERGI LÌ SI STERILIZZANO. IO OVVIAMENTE NON CI CREDO, PERÒ LI IMMERGO LO STESSO. FACCIO DUE CONTI (MA SOLO DUE, CHE DI PIÙ NON MI RIESCE): SONO PASSATI VENTI ANNI DALLA PRIMA VOLTA CHE SONO STATO QUI. ALLORA SI ATTERRAVA AL VECCHIO KAI TAK, UNO DEGLI ATTERRAGGI PIÙ DIFFICILI E PIÙ STRAORDINARI DEL MONDO. L’AEREO SFIORAVA I TETTI DELLE CASE. TI VENIVA VOGLIA DI DIRE AL PILOTA: ASPETTA, IO SCENDO QUI, E DI SALTARE GIÙ TRA LA GENTE.
VENT’ANNI, E OGNI VOLTA HONG KONG MI SORPRENDE. GLI ODORI I COLORI LE NUVOLE I RICORDI. MA È ORA DI DORMIRCI SOPRA. VADO VERSO LA MIA CAMERA DI OTTO METRI QUADRATI. SCARSI.
PUÒ DAVVERO ESSERE UN CASO CHE IL BULLONE DEL FINESTRINO COINCIDA ESATTAMENTE CON IL CAPEZZOLO SINISTRO DELLA RAGAZZA? CONOSCO TANTA GENTE CHE PENSA CHE LE COINCIDENZE SONO SOLO FRUTTO DEL CASO. MA SECONDO ME NESSUNO DI LORO È DAYEN. LA MATTINA DOPO SONO ANCH’IO SUL TRAM DA WANCHAI A CENTRAL, PER ANDARE A TROVARE EDWARD.
È UNA MATTINA QUALUNQUE, LA GENTE VA AL LAVORO, FA LA SPESA, STARNUTISCE, LEGGE IL GIORNALE. C’È UNA BELLEZZA QUIETA NELLO SCORRERE QUOTIDIANO DELLA VITA. PER QUANTO DIETRO IL VELO DI QUELLO SCORRERE QUIETO SPESSO C’È UN DOLORE SEGRETO, TENUTO NASCOSTO. PENSO CHE QUEL DOLORE CI NASCA DENTRO QUANDO VEDIAMO IL TEMPO CORRERE VIA E LA NOSTRA VITA NON DIVENTARE QUELLA CHE AVREMMO VOLUTO. DIETRO LE FACCIATE A SPECCHIO DEI GRATTACIELI, DIETRO LE COPPIE CHE SCHERZANO PER STRADA, DIETRO IL SORRISO DEI COMMESSI DEI NEGOZI SPESSO C’È UNA SOLITUDINE INCONFESSATA. MA TORNIAMO A EDWARD. CONOSCO EDWARD LEE DA VENT’ANNI, E IN QUESTI ANNI È RIMASTO SEMPRE UGUALE.
EDWARD 20 ANNI FA
EDWARD OGGI
EDWARD TRA 20 ANNI
NESSUNO SA ESATTAMENTE DA DOVE VENGA E DI COSA REALMENTE SI OCCUPI, SE NON DI LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA. IN QUESTI VENT’ANNI ABBIAMO FATTO AFFARI, CI SIAMO UBRIACATI, ABBIAMO PARLATO DI DONNE, DI INDOVINI, DI DESTINI. E SOPRATTUTTO, SIAMO RIUSCITI A RIMANERE VIVI.
EDWARD MI ASPETTA AL CLUB DEI CORRISPONDENTI STRANIERI. CHE COSA CI FACCIA È UN MISTERO, VISTO CHE LUI I GIORNALI NON LI LEGGE NEMMENO. FORSE SARÀ L’AMANTE DELLA BARISTA. EDWARD È D’ACCORDO CON KHALIL. COME HAI FATTO A DIMENTICARE? MI CHIEDE. VUOL DIRE DIMENTICARE MACHADO, IL POETA SPAGNOLO, E SERRAT, IL CANTANTE-POETA CATALANO CHE LO HA MESSO IN MUSICA.
DA “PROVERBIOS Y CANTARES XXIX” DI ANTONIO CIPRIANO JOSÉ MARIA Y FRANCISCO DE SANTA ANA MACHADO Y RUIZ (CHIAMATO PER BREVITÀ ANTONIO MACHADO, ALTRIMENTI OGNI VOLTA SI FA NOTTE), 1875 – 1939:
(“VIANDANTE, SONO LE TUE IMPRONTE IL CAMMINO, E NIENT’ALTRO; VIANDANTE, NON ESISTE IL CAMMINO, IL CAMMINO SI FA ANDANDO.”) REPUBBLICANO E PROGRESSISTA. LEONOR, IL GRANDE AMORE DELLA SUA VITA, SPOSATA QUANDO LEI AVEVA QUINDICI ANNI E LUI TRENTAQUATTRO, MORTA DI TISI A DICIOTTO E MAI DIMENTICATA. ARRIVATO ESULE IN FRANCIA ALLA CADUTA DI BARCELLONA NEL GENNAIO DEL 1939, PASSÒ UN MESE A GUARDARE IL MARE D’INVERNO E IL MESE DOPO MORÌ. L’ULTIMA POESIA GLIELA TROVARONO NELLA TASCA DELLA GIACCA. DICEVA: “QUESTI GIORNI AZZURRI, E QUESTO SOLE D’INFANZIA”. FUORI ERA INVERNO E LUI VEDEVA LA PRIMAVERA. SICURAMENTE UN DAYEN. SOSTITUISCI CAMMINO CON CHIAVI E CAPIRAI MEGLIO QUELLO CHE CERCAVA DI SPIEGARTI KHALIL, MI DICE EDWARD. NON ESISTONO LE CHIAVI, LE CHIAVI SI FANNO ANDANDO. E SE NON LE TROVI PIÙ, È PERCHÉ HAI SMESSO DI ANDARE.
POI EDWARD MI MOSTRA UN FOGLIO SPIEGAZZATO. È UNA LETTERA D’AMORE SCRITTA NON SO DA CHI E CHE NON SO DOVE AVEVAMO TROVATO, UNA LETTERA CHE PARLAVA DEI DAYEN E CHE ANNI PRIMA CI AVEVA INCURIOSITO, EMOZIONATO, ISPIRATO. L’AVEVA CONSERVATA. LA LETTERA DICEVA: “Mi chiedi se sono felice. Ecco, su questo pianeta non esiste un termine adatto per farti capire come mi sento quando sono con te. Devo dunque usare un termine che ho imparato su un altro pianeta e che qui suonerebbe come Dayen. Come spiegarti il significato di questo termine senza doverti portare su quell’altro pianeta per fartelo capire? Diciamo che Dayen è chi sta sotto una doccia da cui scendono sul suo nudo corpo felicità, gioia, dolore, malinconia, paura, coraggio, speranza e ogni altro possibile sentimento ed emozione, e lui/lei canta a squarciagola pur essendo stonato. Cominci a intuire il significato di Dayen? L'essere vivente Dayen vede bellezza ovunque, anche nei palazzi di periferia, nelle giornate fredde e grigie, nelle assenze che tolgono il respiro, nelle persone che nessuno metterebbe mai sulla copertina di una rivista di moda. Un giorno un uomo d'affari si sveglia in un albergo di lusso a Tokyo e chiede al cameriere che gli sta consegnando la colazione in camera: "com'è il tempo oggi?". E il cameriere: "bellissimo". Terminata la colazione l'uomo d'affari si affaccia alla finestra e vede che piove. Il cameriere è Dayen. L'essere vivente Dayen considera chi cerca la felicità come una pigra patata lessa. Guarda costui/costei con benevolenza ma scuote la testa e gli/le dice: "Vedi l'albero ma non vedi la foresta. Che cosa sarebbe la tua felicità se tu non conoscessi il dolore?". L'essere vivente Dayen apprezza le rughe, le persone che hanno storie da raccontare, i tronchi d'albero caduti lungo il sentiero. Li guarda e dice: hai vissuto. Lo dice con un sorriso. Ilie Nastase ha un match point a suo favore nella finale di un torneo di tennis, negli anni '70, e decide di scendere a rete. L'avversario risponde con un debole passante che Ilie potrebbe facilmente intercettare e chiudere, aggiudicandosi così partita, torneo, montepremi e il bacio di qualche fanciulla. Invece ferma la palla con la mano e dice al suo avversario: "troppo facile, riprova". Ilie Nastase è Dayen. (Naturalmente poi il torneo lo vinse lo stesso). C'è un ingegnere giapponese che ha inventato un componente che viene utilizzato in quasi tutti i prodotti elettronici che ci portiamo in tasca. Non ne ha chiesto i diritti d'utilizzo, lasciandoli gratuiti per chiunque: se lo avesse fatto sarebbe uno degli uomini più ricchi della terra. Quando gli hanno chiesto il perché di questa scelta ha risposto: "Non ho bisogno di niente di più di quello che ho già, e sono felice di rendere questa tecnologia accessibile a tutti”. Anche questo ingegnere giapponese è Dayen. La tartaruga di Trilussa è Dayen. Jack Kerouac, Dean Moriarty, Ettore Sottsass, John Coltrane, Tom Waits e Bruce Springsteen sono Dayen. Le città immaginarie di Calvino sono Dayen. Jack Nicholson in Qualcuno volò sul nido del cuculo è Dayen. Gli alberi ribelli di San Rossore, quelli su cui il muschio cresce nel lato sbagliato e che proteggono chi si ferma a fare l’amore sotto di loro sono Dayen. E così via. Ecco, ti ho risposto. Sono Dayen, o, almeno ci provo. E tu, vuoi essere dei nostri?“
CON EDWARD AVEVAMO INIZIATO A GIOCARE A CHI È DAYEN.
E COSÌ VIA. MA SOPRATTUTTO AVEVAMO CAPITO CHE DAYEN È CHI SEGUE IL CUORE, CHI SI FA IL SUO CAMMINO SENZA FARSI CONDIZIONARE DA PAURE, REGOLE PRESTABILITE, COMODE ABITUDINI. CHI DIVENTA CAMMINO, CHI APRE PORTE SENZA AVERNE LE CHIAVI. CHI NON SI FERMA FINCHÉ NON HA TROVATO QUELLO CHE CERCA: E SICCOME QUELLO CHE CERCA È SEMPRE UN PO’ PIÙ IN LÀ, NON SI FERMA MAI.
3 – continua © andrea marchetti 2014 andrea.marchetti@gmail.com prezzo di vendita euri 1 per rimborso spese fotocopie! grazie.