IL MISTERO DELLE CHIAVI PERDUTE - 4 TORNARE A CASA. OGNUNO DI NOI HA UNA SUA IDEA DI CASA. PER ME CASA È SENTIRE CHE APPARTIENI AL CIELO CHE TI STA SOPRA LA TESTA E AI MARCIAPIEDI CHE TI STANNO SOTTO I PIEDI. O CHE APPARTIENI A UNA PERSONA, GRAZIA DA CUI PERÒ NON SONO TOCCATO. CASA PER ME NON È DOVE HAI CONSUMATO CUORE, MA DOVE HAI CONSUMATO SCARPE CHE TI SONO RIMASTE ATTACCATE AI MARCIAPIEDI E PENSIERI CHE TI SONO RIMASTI ATTACCATI ALLE NUVOLE. LA PICCOLA CITTÀ È SEMPRE LÌ CHE SI SPECCHIA INDOLENTE NELLA CURVA DEL FIUME, AI TEMPI DI MIO PADRE BALNEABILE. D’ALTRA PARTE IL PROGRESSO IN QUALCHE MODO VA PAGATO. C’È UN GESTO BEN PRECISO CHE SECONDO ME DEFINISCE IN MANIERA INEQUIVOCABILE L’ESSERE DI NUOVO A CASA: QUELLO DI SCENDERE LE SCALE E ANDARE A PRENDERE UN CAFFÈ AL BAR DI SOTTO.
IO QUANDO SCENDO AL BAR DI SOTTO MI RITROVO DAVANTI BEPPINO GARIBALDI CHE MI GUARDA CON LA MANO SULL’ANCA COME A DIRE: “ALLORA, CHE HAI COMBINATO STAVOLTA?”. E POI PUNTA LE NUVOLE, QUASI A SIGNIFICARMI CHE TUTTO CIÒ CHE COMBINIAMO, E DI CUI A VOLTE ANDIAMO PERFINO ORGOGLIOSI, HA LA LORO STESSA CONSISTENZA. ME LO VIENI A DIRE PROPRIO TU BEPPINO, EROE DEI DUE MONDI ORA BERSAGLIATO DALLE CACCHE DEI PICCIONI? GRAZIE, LO SO GIÀ DA ME.
POI ARRIVA IL CAFFÈ, E MAI UNA VOLTA CHE NEI SUOI FONDI CI LEGGA UN DESTINO. SO SOLO CHE OLTRE LA CURVA DI QUESTO FIUME CHE MI SCORRE DAVANTI, CURVO COME UN PASSO DI TANGO - QUELL’OLTRE DI CUI DA QUI NON SI HA VISTA - CI SARÀ FINALE DI PERCORSO E SFOCIO A MARE. HO LA FORTUNA DI NON AVERE CONVINZIONI CIRCA IL MARE CHE CI ASPETTA. MA UN DESIDERIO SÌ, CHE ESPRIMO PRENDENDO A PRESTITO LE PAROLE DEL POETA: CHE LA STRADA PER ARRIVARCI SIA LUNGA, FERTILE D’AVVENTURE E D’ESPERIENZE.
OGNUNO HA IL SUO, DI BAR. C’È IL BAR DELLA GENTE DI MODA, C’È IL BAR DEGLI INTELLETTUALI, IL BAR DEGLI STUDENTI FUORI CORSO. IL MIO È IL BAR DEI PENSIONATI CHE SGOMITANO PER LEGGERE IL TIRRENO A SBAFO. (DE TOUTE FAÇON, AL CAFÈ DE FLORE MICA CE L’HANNO BEPPINO GARIBALDI CHE PUNTA LE NUVOLE). DAL BAR ME NE VADO NELLA PIAZZA DOVE QUESTA STORIA È COMINCIATA. DOVE MI ERO ACCORTO CHE LE PORTE DEL MONDO NON MI SI APRIVANO PIÙ DAVANTI. CHE NON NE POSSEDEVO PIÙ LE CHIAVI. LÌ, SU UN MURO DELLA CHIESA, AVEVO TROVATO UN MESSAGGIO: LE CHIAVI SONO QUI. MA QUI DOVE? MI ERO MESSO A CERCARLE. PERÒ ALLA FINE AVEVO CAPITO CHE STAVO CERCANDO LA COSA SBAGLIATA. NON SERVONO LE CHIAVI, PER APRIRE LE PORTE: SERVE LA VOGLIA DI APRIRLE. E QUELLA VOGLIA, ANCHE SE LÌ PER LÌ NON TE NE ACCORGI, COL TEMPO TI PASSA. ALLA FINE NON CI CREDI PIÙ CHE SE APRI UNA PORTA CI TROVI DIETRO QUALCOSA DI BELLO. ANZI, CREDI IL CONTRARIO. E LE PORTE, CHE SONO PERMALOSE, SMETTONO DI APRIRSI.
UN GIORNO INFATTI CI CAPITA QUESTA STRANA ILLUMINAZIONE E CI ACCORGIAMO CHE: A) NON ABBIAMO INCONTRATO L’AMORE CHE SOGNAVAMO, B) NON ABBIAMO FATTO IL LAVORO CHE SOGNAVAMO, C) NON ABBIAMO FATTO LA VITA CHE SOGNAVAMO. QUEL GIORNO DI SOLITO FACCIAMO GLI INDIFFERENTI. LA VITA È QUELLA CHE È, E AMEN. MA DA LÌ IN POI, LENTAMENTE, LE NOSTRE RADICI SMETTONO DI AVERE FIDUCIA NEI FIORI, I NOSTRI FIORI SMETTONO DI SBOCCIARE E LE NOSTRE PORTE SMETTONO DI APRIRSI. HAI VOGLIA TE DI CERCARE LE CHIAVI. (A PARTE CI SONO I DAYEN, QUELLI CHE AI SOGNI NON SMETTONO DI CREDERE MAI)
VABBÈ DAI, ANDIAMO A FARCI UNA PASSEGGIATA SUL MARE, COL TRAMONTO E LA LUNA IN UN ANGOLO IN CIMA AL CIELO, COSÌ SE NE PARLA CON CALMA. VIENI, CHE LA LUNA AIUTA.
COMINCIAMO CON L’AMORE. DICIAMOCI LA VERITÀ: TROVARE LA PERSONA GIUSTA È PIÙ DIFFICILE CHE BALLARE IL LAGO DEI CIGNI AL BOLSCIOI. PERÒ È ANCHE VERO CHE UNA VOLTA CHE L’HAI TROVATA GODI DAVVERO COME UN CIGNO* IL PUNTO È: L’ABBIAMO DAVVERO CERCATA? ABBIAMO BALLATO BALLATO E BALLATO FINO A TROVARE LA PERSONA CHE SENTE LA STESSA MUSICA CHE SENTIAMO NOI ANCHE QUANDO NON C’È NESSUNA MUSICA CHE SUONA? OPPURE ABBIAMO ALZATO BANDIERA BIANCA DOPO TRE VOLTE CHE CI È ANDATA MALE, O PEGGIO ANCORA CI SIAMO ACCONTENTATI DI QUELLO CHE CI HA PASSATO IL CONVENTO, CI SIAMO ABITUATI E ADATTATI E SIAMO PASSATI SOPRA AI PROBLEMI FINO AL GIORNO IN CUI SONO STATI I PROBLEMI A PASSARE SOPRA DI NOI? *I CIGNI NUOTANO A LUNGO INSIEME PRIMA DI ACCOPPIARSI (CHE BELLO!) E QUANDO SI ACCOPPIANO, SI ACCOPPIANO PER LA VITA.
NO, AMARE NON È PER NIENTE GRATIS: AMARE COSTA FATICA. MA SE È DAVVERO AMORE E NON UNA RECITA A SOGGETTO, È LA FATICA PIÙ BELLA CHE SI POSSA FARE.
DICIAMOCI ANCHE UN’ALTRA COSA: PUOI PROTEGGERTI QUANTO VUOI, FARE BENE I TUOI CONTI E NON AZZARDARE MAI IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBA; PUOI RIPIEGARE LE ALI, DIRE QUELLO CHE SI DICE, FARE QUELLO CHE SI FA; PUOI ANDARE A LETTO PRESTO, MANGIARE MACROBIOTICO, FARE CORSI DI SCRITTURA AUTOMATICA, PASSARE I SABATI POMERIGGIO A DORMIRE E SMETTERE DI APRIRE PORTE, MA PRIMA O POI I CAZZOTTI DELLA VITA TI PIOMBANO ADDOSSO LO STESSO. NON CI SONO SEGHE. ALLORA FORSE È MEGLIO UNA VITA ALLA MOHAMMED ALÌ: A GUARDIA ABBASSATA, BALLANDO LEGGERI SULLE PUNTE E CERCANDO DI MUOVERSI PIÙ RAPIDI DEI CAZZOTTI ALTRUI. INSOMMA, UNA VITA DAYEN.
ESSERE DAYEN È NON AVER PAURA, O NON FARCI CASO. È SBUCCIARSI I GINOCCHI. È PIANTARSI DAVANTI AL TORO E DIRGLI: “ECCOMI QUA”, INVECE DI NASCONDERSI DIETRO UN DITO E SPERARE CHE IL TORO NON CI VEDA.
È AVER VOGLIA DI COSTRUIRE AQUILONI E POI PROVARE A FARLI VOLARE. E SE UNO CI RIESCE, RESTARE LÌ A GUARDARLI IN SILENZIO. CERTO, CI SI PUÒ CHIEDERE: MA PERCHÉ, SERVE A QUALCOSA FAR VOLARE UN AQUILONE? E SI PUÒ BENISSIMO RISPONDERE: NO. SOLO CHE ALLORA NON SI È DAYEN. EVVABBÈ. SI SA, GLI AQUILONI PRIMA O POI CADONO GIÙ, COME LE FOGLIE. MA I DAYEN AMANO GLI AQUILONI CHE HANNO VOLATO, LE FOGLIE CHE SONO STATE VERDI. DENTRO CI VEDONO LA GIOIOSA E MALINCONICA BELLEZZA DELLA VITA, IL SUO SCORRERE NATURALE VERSO QUEL MARE CHE CI ASPETTA TUTTI.
QUANTO AL LAVORO, UNA VOLTA HO DETTO A UNA PERSONA A CUI VOLEVO BENE CHE PREFERISCO AFFRONTARE MOMENTI DI DIFFICOLTÀ MA FARE UN LAVORO CHE MI PIACE PIUTTOSTO CHE FARE UN LAVORO DI MERDA E AVERE PIÙ TRANQUILLITÀ ECONOMICA. MI HA RISPOSTO: “QUESTO VALLO A RACCONTARE AGLI OPERAI DELLA PIAGGIO” E MI HA TOLTO IL SALUTO. MI SAREBBE PIACIUTO RACCONTARLE LA STORIA DI XUE RONGLI DI SHANGHAI. XUE FACEVA IL FALEGNAME MA LA SERA STUDIAVA IL PIANOFORTE, DA AUTODIDATTA. DOPO DIECI ANNI HA LASCIATO IL LAVORO DI FALEGNAME, HA APERTO UN PICCOLO NEGOZIO DI PIANOFORTI, PASSA LE GIORNATE A SUONARE CHOPIN ED È FELICE. MA PENSO CHE LEI AVREBBE TOLTO IL SALUTO ANCHE A XUE. (LA STORIA DI XUE È VERA. SE VAI SU YOUTUBE E DIGITI “XUE PIANISTA FALEGNAME” LO VEDI PURE SUONARE). INSOMMA, SE SI VUOLE CONTINUARE A SOGNARE LE PORTE VANNO APERTE SENZA INVENTARCI CHE NON ABBIAMO LE CHIAVI. OLTRETUTTO LE PORTE PIÙ BELLE SPESSO NON SONO NEPPURE CHIUSE A CHIAVE, BASTA SPINGERLE APPENA. LO DICO A TE MA LO DICO ANCHE A ME.
LE PORTE VANNO APERTE, E I PONTI VANNO ATTRAVERSATI.
IO NON ME NE ANDRÒ PIÙ IN GIRO A CERCAR CHIAVI E NON STARÒ PIÙ SEDUTO IN QUESTA PIAZZA AD ASPETTARE CHISSÀ COSA, ANCHE PERCHÉ ADESSO HO CAPITO CHE QUEL CHISSÀ COSA NON VERRÀ. A CAPODANNO AVEVO PENSATO CHE IL 2015 SAREBBE STATO UN ANNO SPECIALE, PERCHÉ NELLA MIA CABALA PERSONALE IL 15 HA UN SIGNIFICATO TUTTO SUO. MA MI SA CHE DOVRÒ RIVEDERLA, LA MIA CABALA PERSONALE. E CHE IL 2015 SARÀ UN ANNO SPECIALE SOLO SE RIUSCIRÒ A RIEMPIRE OGNI SUO GIORNO DI QUELLE PICCOLE COSE CHE DANNO SENSO ALLA VITA, SENZA ASPETTARE GODOT.
(AL MASSIMO ME NE VADO UN MOMENTO A GUARDARE IL MARE E A CERCARE DI FAR PACE COL MONDO E CON ME STESSO)
LE PICCOLE COSE CHE PER ME DANNO SENSO ALLA VITA: I GESTI D’AMORE, GLI ABBRACCI, L’AMICIZIA, IMPARARE UNA COSA NUOVA, LA SODDISFAZIONE CHE DERIVA DAL FAR BENE IL TUO LAVORO, IL BUON USO DEL PENSIERO, IL SENTIRSI PARTE DI UNA COMUNITÀ, LA CONDIVISIONE, UN BEL LIBRO UN BEL DISCO UNA BELLA POESIA, LA MERAVIGLIA DI ESSERCI, I FIGLI PER CHI CE LI HA. PER IL RESTO VEDI TU. OGNUNO HA LE SUE DI CHIAVI, NELLA VITA. MAGARI TELEFONAMI TRA VENT’ANNI, SE TE LO RICORDI E SE MI TROVI SEMPRE, E RACCONTAMI COME TI È ANDATA, SE LE TUE CHIAVI LE HAI TROVATE. E BUONA FORTUNA.
4 – fine. © andrea marchetti 2015 andrea.marchetti@gmail.com prezzo di vendita euri 1 per rimborso spese fotocopie! grazie.