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Johnny Depp sugli schermi nel ruolo del famoso bandito John Dillinger. Gli uomini lo invidiano, le donne lo amano. Ma lui, a dispetto di tutto, è solo casa, film e famiglia

Metropolitan Active Generation

Arriva il Nemico Pubblico N. 1

Johnny Depp bello e maledetto Il sito dei tradimenti PSP a tutto gas Cosa non si fa x i cani C’era una volta il Muro

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cinema•musica•libri•hitech•sport•moda•bellezza•viaggi

novembre 2009



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> EDITORIALE

l lehman.com l microsoft.com l johnnydepp.com

L’alieno ohnny Depp sta per arrivare sui nostri schermi interpretando il ruolo di John Dillinger, il bandito gentiluomo. Un po’ gli assomiglia, non tanto nel fisico (JD è molto più “figo”) quando in alcuni lati del carattere. Ambedue sono-erano altruisti, interessati a chi era in difficoltà, portati ad aiutare le minoranze. Ma soprattutto piacevano-piacciono alle donne. E qui Depp stravince alla grande su tutti gli altri sex-symbol del momento. Eppure... sembra vivere solo per la famiglia, non lo si vede mai senza un figlio abbarbicato al collo o mano nella mano con la moglie, la bellissima Vanessa Paradis. Che sia un alieno?

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Dice il carrello... Microsoft lancia nuove forme di “spesa” elettronica nei “super”

Il grande crack in tv Il fallimento della Lehman Brothers e la grande crisi finanziaria mondiale diventano una fiction La crisi economica che affligge il mondo da quasi due anni a questa parte diventa una serie tv. Più precisamente lo diventa l’episodio che l’ha scatenata: il fallimento della Lehman Brothers il 15 settembre 2008. Da quel momento inizia un crollo vorticoso delle Borse e una delle più grandi recessioni che la storia ricordi. Emblematica l’immagine degli ex dipendenti che si dirigono fuori dagli uffici della società, con in mano le scatole di cartone con i loro effetti personali. A portare la storia sullo schermo sarà la BBC che ha già scritturato l’attore James Cromwell, già nominato all’Oscar, per interpretare la parte del Segretario del Tesoro americano Hank Paulson.

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Microsoft sta sperimentando nuove forme pubblicitarie nella grande distribuzione dopo aver siglato un contratto con la catena di supermercati statunitensi Wakefern Food. Si tratta di un carrello dotato di maniglione elettronico con lettore di codici a barre e display interattivo. I clienti possono usare il carrello per digitare il nome di un prodotto e visualizzare sullo schermo la sua posizione tra gli scaffali, vedere informazioni sui fattori nutrizionali e gli ingredienti di singoli prodotti. L’obiettivo è quello di dare a ciascun cliente una maggior informazione sui prodotti in vendita e dotarlo di carta magnetica con memorizzati i sui dati, il suo codice identificativo e ciò che abitualmente acquista (una specie di carta fedeltà simile a quelle già reperibili nei supermercati italiani). Il software fornisce notizia di sconti e offerte in corso: mano a mano che il cliente passeggia tra gli scaffali, dei brevi video pubblicizzano i prodotti presenti sugli scaffali.



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> COVER STORY

publicenemies.net mesrine-lefilm.com

DEPP the gangster Sta per arrivare il bel Johnny nel ruolo di Dillinger, il più famoso dei rapinatori

Tutte pazze per Johnny il cattivo “Public Enemies” racconta la vita (e la morte cruenta) del moderno Robin Hood americano Johnny Depp e John Dillinger non hanno nulla in comune, ma dopo aver visto il film “Public Enemies”, diretto da Michael Mann, sarà difficile non immaginare il famoso gangster con un volto che non sia quello dell’attore più famoso di Hollywood. Il film ripercorre le tappe salienti della carriera criminale del famoso rapinatore di banche che fece impazzire l’Fbi durante il periodo della Grande Depressione. Film di rara attualità, visto che la crisi economica che oggi affligge gli Stati Uniti è molto simile a quella di allora, “Public Enemies” gioca sul dualismo tra il “cattivo” Dillinger, interpretato da Depp e il “buono” Melvin Purvis, poliziotto dell’Fbi, interpretato da Christian Bale. Dillinger, considerato dall’Fbi e dal suo direttore J. Edgar Hoover il pericolo pubblico n. 1, si guadagnò la fama di moderno Robin Hood del crimine quando, al termine delle abituali rapine, prese l’abitudine di dare alle fiamme i registri su cui erano annotati i debiti e le ipoteche, riuscendo ad attirare su di sé la riconoscenza di tanti clienti a corto di denaro in quegli anni di crisi economica e la simpatia di buona parte dell’opinione pubblica. Fu identificato e ucciso con cinque colpi d’arma da fuoco da agenti del Bureau all’esterno di un cinema di Chicago, mentre usciva dal locale con la fidanzata Polly Hamilton dopo aver assistito alla proiezione del film poliziesco “Manhattan Melodrama”.

Pirata o cappellaio matto? Dopo Jack Sparrow un altro ruolo importante per Depp, presente anche in “Parnassus” Gangster, pirata o cappellaio matto? Johnny Depp riesce a interpretare ogni ruolo senza problemi e la sua agenda in questo periodo è fitta di impegni. Smessi, ancora per poco, pare, i panni del folle pirata Jack Sparrow, Depp ha indossato gli scomodi panni di John Dillinger. La grande attesa è però per “Alice nel paese delle meraviglie”, che uscirà il 6 marzo del prossimo anno: nel film girato dall’amico e sodale Tim Burton, Depp interpreta il cappellaio matto e mai ruolo gli è calzato più a pennello. Il trailer del film, già disponibile, ce lo propone in una versione non troppo dissimile rispetto a quella presente nel film di animazione di Walt Disney. Johnny è anche uno dei tre attori (gli altri due sono Jude Law e Colin Farrell) che hanno sostituito il compianto Heath Ledger in alcune scene di “Parnassus”. Un doveroso omaggio alla memoria di un caro amico.


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I mille volti di Mesrine

Mani in alto, è una rapina Grandi film e ottimi attori hanno ripercorso le storie dei gangster più famosi Cinema e gangster, specie se rapinatori, vanno a braccetto da oltre un secolo. E’ difficile stilare una classifica dei migliori personaggi di tutti i tempi, ma alcuni nomi sono assolutamente imprescindibili per chiunque voglia farsi una cultura cinematografica in questo senso. Il primo film importante imperniato su un gangster fu “Le notti di Chicago” di Von Sternberg. Il genere guadagnò prestigio nei primi anni Trenta con “Piccolo Cesare” di Melvin LeRoy, “Nemico pubblico” di William Wellman e “Scarface” di Howard Hawks: si trattava di film d’attualità, che traevano ispirazione dal crimine organizzato cresciuto durante il Proibizionismo (1920-1933), e che pian piano assimileranno i film polizieschi o di investigatori (basti pensare a “Il grande sonno” a metà strada tra il giallo e il noir). Tra i classici senza tempo troviamo la trilogia de “Il Padrino”, diretta da Francis Ford Coppola, altri mafia-movie di grande qualità come “Gli Intoccabili”, “Billy Bathgate” e “Quei bravi ragazzi”, la serie tv “I Soprano” e pellicole che parlano di cani sciolti senza speranza, come il crepuscolare “Carlito’s Way” con Al Pacino. Recentemente anche l’Europa ha dato il suo contributo al genere: la Francia con “Nemico Pubblico n. 1” e l’Italia con “Romanzo criminale”, senza contare che il nostro Paese, durante gli anni ‘70, aveva creato dal nulla un vero filone, chiamato “poliziottesco”, incentrato proprio sulle gesta di criminali che mettevano a soqquadro le città ed erano braccati da poliziotti spesso più feroci di loro.

Vincent Cassel interpreta magistralmente il più famoso e amato rapinatore francese, vero nemico pubblico n. 1 L’uomo dai mille volti, il Robin Hood dei boschi francesi, il nemico pubblico numero uno: questi sono solo alcuni dei soprannomi affibbiati dalla stampa a Jacques René Mesrine, forse il più celebre gangster francese di tutti i tempi. Recentemente la sua storia è stata raccontata dalla bella bilogia firmata al cinema da Jean-François Richet nella quale a prestare corpo e viso al pluriricercato è stato Vincent Cassel, celebre attore francese e marito di Monica Bellucci. Il film ha ottenuto un eccellente riscontro di pubblico (18 milioni di euro in Francia) e vinto tre Cesar in patria (l’equivalente degli Oscar): miglior regista, miglior attore e miglior sonoro. Le “gesta” del vero Mesrine contemplavano rapimenti, uccisioni, rocambolesche evasioni da carceri di massima sicurezza e rapine a mano armata. Paradossalmente, Mesrine era un decorato con la Croix de la Valeur militaire, una delle onorificenze più importanti, a causa dei suoi trascorsi militari: aveva infatti prestato servizio per l’esercito durante la Guerra in Algeria e, secondo molte fonti, fu proprio questa drammatica esperienza (era l’addetto all’esecuzione dei condannati) a destabilizzarlo e fargli prendere una cattiva strada.

C’era una volta Bonnie & Clyde Incredibile: Hilary Duff nei panni della rapinatrice La coppia criminale per eccellenza è composta da Bonnie Elizabeth Parker e Clyde Chestnut Barrow. Il duo operò negli anni Trenta, rapinando banche, negozi e stazioni di rifornimento. L’incontro tra i due è velato di mistero: alcune fonti affermano che si incontrarono in un bar, altri a casa di una comune amica, ma quel che è certo è che scoccò la classica scintilla e molti sono concordi nel sostenere che Bonnie seguì Clyde per amore, rimanendo una compagna fedele durante la loro vita criminale. La loro storia è ben raccontata nel classico “Gangster Story” diretto da Arthur Penn nel 1967 con Warren

Beatty nei panni di Clyde Barrow e Faye Dunaway in quelli di Bonnie Parker. Il film mise in risalto quanto la coppia fosse al tempo un’icona per i giovani e un simbolo (quasi) positivo. I fan del buon cinema non saranno particolarmente felici di sapere che l’ex stellina di casa Disney, cantante e attrice Hilary Duff sarà nel cast di “The story of Bonnie e Clyde”, remake della celebre pellicola da doppio Oscar del 1967 dedicata alla coppia criminale più famosa del cinema. La bella Hilary Duff sarà diretta per l’occasione dalla semisconosciuta Tonya Holly, in assenza di altre star.



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asteadyrainonbroadway.com thesimpsons.com supermanhomepage.com

WOLVERINE E 007 a teatro Esordio a Broadway per Hugh Jackman e Daniel Craig he ci fanno Wolverine e James Bond insieme sul palcoscenico di un teatro di Broadway? “A Steady Rain”. I due interpretano una coppia detective amici per la pelle, coinvolti in una serie di fatti strazianti che cambieranno per sempre le loro vite. La super coppia ha debuttato allo Schoenfeld Theatre e sarà in cartellone fino al 6 dicembre. Per Craig è la prima volta su un palcoscenico americano, sebbene abbia recitato in alcuni spettacoli a Londra; Jackman, invece, è un attore teatrale provetto, e il suo ruolo in “The boy from Oz” gli è valso un Tony Award nel 2004. In molti poi se lo ricordano per la

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Simpson “abbronzati” Sbarca in Angola la famiglia televisiva più amata dal pubblico I Simpson sono diventati la serie televisiva americana più longeva della storia, avendo brillantemente superato il ventesimo anno di trasmissione ma ora si preparano addirittura a invadere il continente africano. Per celebrare l’arrivo della serie sul canale satellitare DSTV, visibile in Angola, i personaggi che tutti amano hanno subito un drastico restyling da parte dell’agenzia pubblicitaria Executive Center: acconciature locali, camicie dai colori sgargianti, ciabatte infradito per Homer (che però continua ad essere il solito combina guai). Lisa (dotata di treccine) al posto del sax suona i bonghi mentre scompare la celebre birra Duff, molto amata dal pater

strepitosa performance come presentatore e ballerino durante la cerimonia di assegnazione degli Oscar 2009. Gli impegni teatrali non distoglieranno i divi hollywoodiani dal cinema: l’inglese Craig presterà la voce al personaggio di Red Rackham nel lungometraggio animato di Steven Spielberg dedicato a Tintin; inoltre ha annunciato il prossimo film dedicato all’agente 007, “Bond 23”, in uscita nel 2011. L’australiano Jackman farà parte del cast di “Unbound Captives”, al fianco di Rachel Weisz e Robert Pattinson. Un fatto curioso, ma non troppo infrequente purtoppo, ha caratterizzato una recita. Durante lo spettacolo è squillato il cellulare di uno spettatore e... Jackman non l’ha presa benissimo, interrompendo lo show e mostrando gli artigli di adamantio al maleducato che, probabilmente, non porterà mai più il proprio telefonino a teatro per il resto della propria vita. Poco sorprendentemente, l’opera ha ottenuto un record al botteghino incassando più di un milione di dollari in pochi giorni.

familias, per essere sostituita dalla Cuca, il suo equivalente angolano. Sulla parete del salotto con il mitico divano che fa da prologo ad ogni puntata è spuntata una foto del parco naturale del Serengeti. Gli episodi andranno in onda infatti in lingua araba e i dialoghi saranno accuratamente rivisti per non creare intolleranze e accuse. Per un Paese che sta cercando di riprendersi da una lunga e sanguinosa guerra civile, martoriato dall’Aids e dove la speranza di vita è ridotta ad appena 46 anni, anche il contributo della più folle famiglia americana può essere utile, se non altro per passare una ventina di minuti di assoluta ilarità.

Processo a Superman Continue beghe legali sui diritti del famoso supereroe L’ultimo film di “Superman”, che avrebbe dovuto sancirne il trionfale ritorno sul grande schermo e dare il via a una nuova serie di pellicole, non ha riscosso un grande successo, anzi, impallidisce di fronte agli incassi de “Il Cavaliere Oscuro”. Per il più forte dei supereroi sono arrivate anche grane legali, infatti gli eredi di Jerry Siegel, il creatore di Superman, avevano fatto causa a Warner e DC sostenendo che la casa di produzione cinematografica, essendo proprietaria dell’editore di comics, aveva sfruttato questo rapporto privilegiato pagando alla DC una somma considerata eccessivamente bassa per poter usufruire dei diritti cinematografici sul personaggio. Il giudice ha dato ragione a Warner Bros. e DC Comics, concludendo che quanto pagato dalla prima alla seconda per i diritti non risulta inferiore ai parametri di mercato. La situazione è complicata dal fatto che nel 2013 gli eredi torneranno in pieno possesso dei diritti di sfruttamento dell’immagine del supereroe e che il giudice ha deciso che qualora Warner Bros. non avviasse lo sviluppo di una nuova produzione cinematografica su “Superman” entro il 2011, i Siegel avrebbero titolo a richiedere un risarcimento danni. Considerando che l’attore che aveva interpretato “Superman returns”, Brandon Routh, è stato scaricato (ma ha appena finito di girare il film su Dylan Dog), il futuro dell’ex Nembo Kid pare davvero avvolto nella kriptonite.


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publicenemies.net jennifersbody.com whowillsurvive2012.com losabrazosrotos.com twilightthemovie.com

I FILM DEL MESE Nemico pubblico

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Thriller di Michael Mann; con Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard Il ritorno di Michael Mann dietro la macchina da presa coincide con la formazione di una supercoppia di attori, composta da Johnny Depp e Christian Bale nei rispettivi ruoli del rapinatore di banche John Dillinger e di Melvin Purvis, l’agente che lo uccise. La storia di uno dei criminali più celebri e carismatici della storia americana permette al regista di ricreare l’atmosfera di quei tempi e narrare il mito di un malavitoso molto amato dalla popolazione. Dillinger infatti era noto non solo per le sue spettacolari rapine in banca ma anche per il fatto che era solito bruciare i libri contabili delle stesse, “salvando” così centinaia di persone dal dover pagare mutui e altri pagamenti poco graditi. Un Robin Hood moderno che amava la bella vita e non era insensibile al fascino femminile (nel film ben incarnato dall’affascinante Marion Cotillard). Originariamente la parte di Dillinger doveva andare a Leonardo DiCaprio che poi ha preferito ripiegare su Scorsese e il suo “Shutter Island”, recentemente rimandato al febbraio del prossimo anno.

Catastrofico di Roland Emmerich; con John Cusack, Danny Glover, Thandie Newton Terzo disaster movie per Roland Emmerich, un regista tedesco che ama distruggere la Casa Bianca ogni volta che può. La prima volta era colpa degli alieni, in “Indipendence Day”, film che consacrò la stella di Will Smith, poi fu la volta del riscaldamento globale, in “The Day after tomorrow”, con la Terra alle prese con una nuova Era Glaciale. “2012” si basa sull’assunto che in quell’anno ci sarà una vera e propria apocalisse: non la fine del Mondo, ma la fine del Mondo così come lo conosciamo. L’idea arriva da diverse profezie fatte nei secoli, e dalla coincidenza con la fine di uno dei calendari Maya (quello dei lunghissimi periodi), per il quale nel 2012 finirà la Storia e inizierà un nuovo calendario. Il film racconta l’odissea che un gruppo di persone che cercano di raggiungere una gigantesca nave spaziale approntata per salvare i potenti della Terra. Il cast è di buon livello, ma i veri protagonisti, almeno a giudicare dal trailer, sembrano essere gli effetti speciali, mai così realistici e convincenti.

Gli abbracci spezzati

Il corpo di Jennifer Commedia horror di Karyn Kusama con Megan Fox, Adam Brody, J.K. Simmons Finalmente la bella Megan Fox ha la possibilità di mostrare a tutti il suo “immenso” talento. Dopo aver litigato con il regista Michael Bay, che l’ha diretta nei due episodi della saga che l’hanno resa famosa a livello mondiale (“Trasformers”) accusandolo di prediligere la tecnologia alla recitazione e impedendole di fatto di lavorare al meglio delle sue possibilità, la Fox ritorna nelle sale cinematografiche con una nuova pellicola. In questo film la Fox è protagonista assoluta. Jennifer è una cheerleader posseduta da un demone affamato di giovani maschi, grazie ai quali può accrescere il suo potere. Iscritta in un college del Minnesota, racconta il suo segreto alla sua migliore amica Needy che si rivela intenzionata a ucciderla. Ma è difficile sorprendere la ragazza e pianificare un omicidio, Needy si affida allora a un cantante satanista esperto in materia, Nikolai (Adam Brody). Il film è scritto da Diablo Cody, premio Oscar pee “Juno” (e che crediamo non riceverà per questa pellicola un’altra statuetta).

New Moon

Noir di Pedro Almodovar; con Penelope Cruz, Angela Molina, Rossy de Palma Presentato allo scorso Festival di Cannes, con poca fortuna, almeno rispetto alle abituali ovazioni riservate al regista, ripropone una coppia classica del cinema europeo contemporaneo, quella composta da Pedro Almodovar e da Penelope Cruz. Il film racconta la storia di un uomo che ha vissuto una doppia vita, divisa da un terribile incidente, nel quale ha perso la vista e la donna della sua vita. Quest’uomo ha due nomi: Harry Caine, pseudonimo con il quale firma le sue opere letterarie, i suoi racconti e le sue sceneggiature, e Matteo Blanco, il suo vero nome, con il quale vive e firma la regia dei suoi film. Dopo la disgrazia, Matteo Blanco si trasforma definitivamente nel suo pseudonimo Harry Caine. Visto che non può più dirigere i suoi film, preferisce sopravvivere con l’idea che Matteo Blanco è morto con la sua amata Lena in quel giorno maledetto. Ormai Harry Caine vive grazie alle sceneggiature che scrive con l’aiuto della sua fedele direttrice di produzione, Judit García, e del figlio di quest’ultima, Diego. Ma una notte Diego ha un incidente e Harry decide di occuparsi di lui. Durante le lunghe notti di veglia, comincia a raccontargli la sua storia.

Sentimentale di Chris Weitz; con Kristen Stewart, Robert Pattinson Secondo episodio della fortunatissima saga di “Twilight”. Racconta il tragico ma necessario distacco tra Bella ed Edward. Durante una festa di compleanno, la ragazza si ferisce con la carta di un regalo e la famiglia di Edward decide di partire onde evitare che qualcuno le possa fare del male. Depressa, Bella finisce nelle braccia dell’amico Jacob, che però nasconde a sua volta un segreto, facendo parte di una famiglia di licantropi, nemici giurati dei vampiri. Il secondo libro della saga romantico-vampiresca di Stephenie Meyer, è ambientato a Volterra, terra dei Volturi, potentissimi e aristocratici vampiri nonmorti dall’antichità. Per svariati motivi però, alla cittadina originale è stata preferita Montepulciano, dove sono state girate, nel tripudio dei fan italiani, numerose e decisive sequenze del film.


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500 giorni insieme

Planet 51 Animazione di Jorge Blanco & Javier Abad Costosa risposta spagnola allo strapotere americano di Pixar e Dreamworks (“L’Era glaciale 3” è diventato il film più visto degli ultimi dieci anni nel nostro Paese) nel genere dei film di animazione. Planet 51 è un pianeta abitato da creature che non hanno mai visto l’uomo e che temono l’invasione degli “stranieri”. Quando il capitano Charles Baker atterra a causa di un guasto su quel pianeta, si trova davanti una civiltà molto simile a quella umana. La sua paura è quello di essere catturato, ma grazie all’aiuto di un abitante del luogo riuscirà a riparare la navicella e far ritorno sulla Terra. La storia è scritta da Joe Stillman papà di “Shrek” e il cast americano di doppiatori è composto da nomi di prim’ordine quali Dwayne Johnson (altrimenti conosciuto come The Rock), Gary Oldman, Jessica Biel. Riusciranno 70 milioni di dollari spesi per la produzione e una firma famosa a emulare lo straordinario successo ottenuto dalle pellicole realizzate in America?

La dura verità Commedia romantica di Robert Luketic; con Katherine Heigl, Gerald Butler I tempi in cui, con i muscoli guizzanti bene in vista, urlava “Spartaaaa!” sembrano passati da un pezzo. Oggi Gerard Butler cerca il successo con la commedia romantica, assieme a una star del piccolo schermo come Katherine Heigl, protagonista da anni della serie tv “Grey’s Anatomy”. La trama non brilla certo per originalità. Una romantica produttrice di uno show televisivo mattutino viene suo malgrado coinvolta in una serie di prove con il suo scandaloso corrispondente maschilista che vuole testare le sue teorie sulle relazioni e aiutarla a trovare il suo amore. Tuttavia, grazie alle sue manovre che portano ai risultati sperati - Abby trova la sua anima gemella nello stesso momento in cui lui si innamora di lei.

Dorian Gray

Commedia sentimentale di Mark Webb; con Joseph Gordon-Levitt, Zooey Deschanel In America molti erano certi che questo film avrebbe scalato le classifiche come fece, sorprendentemente, “Juno” l’anno scorso. Le cose sono andate diversamente ma è certo che questo film ha tutte le carte in regola per ridefinire il concetto di commedia romantica, attualizzando temi che erano stati già sapientemente trattati dal divertente “Harry ti presento Sally”, vent’anni orsono. Attori celebri ma non troppo, tanta musica, un regista alle prime esperienze, sono i tratti distintivi di un film si farà ricordare in futuro. Summer è una ragazza che non crede nell’amore. Tom un inguaribile romantico che s’innamora perdutamente di lei. Il film racconta la storia dei due ragazzi nell’arco di 500 giorni, accompagnata da numeri musicali che derivano dalla fantasia e dalla passione di Tom per la musica pop. Il ragazzo ripercorre tutte le tappe che hanno portato la storia a nascere, evolversi e finire.

Una volpe troppo furba Animazione di Wes Anderson Tempo di animazione per Wes Anderson, geniale regista e sceneggiatore, autore di film molto apprezzati dalla critica quali i “Tenenbaum” e “Un treno per il Darjeling”. La sua nuova pellicola è invece in stop motion, tecnica antiquata ma sempre di grande fascino, come ha recentemente dimostrato l’ottimo “Coraline”. Il signore e la signora Fox e tutti i loro cuccioli vivono in un albero ai piedi di una piccola collina. Lui procaccia il pasto quotidiano per sé e la propria famiglia rubandolo a tre disonesti contadini: Boggis, Bunce e Bean. Stanchi di essere presi per il naso da una volpe, i tre architettano un modo per liberarsene… ma Mr. Fox è molto più furbo di loro. Il film è tratto da “Furbo, il Signor Volpe” di Roald Dahl (autore di “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”). Negli Usa le voci sono di George Clooney, Meryl Streep, Willem Dafoe, Owen Wilson, Bill Murray, Adrien Brody.

Drammatico di Oliver Parker; con Colin Firth, Ben Barnes, Emilia Fox, Rachel Hurd-Wood, Ben Chaplin La storia, ambientata nella Londra del XIX secolo, narra la difficile esistenza di Dorian Gray, un giovane dalla straordinaria bellezza che ossessionato dal passare degli anni, accetta di cedere la propria anima in cambio dell’eterna giovinezza. Il suo ritratto, dipinto da Basil Hallward, invecchia al posto suo e rispecchierà le colpe di cui Dorian Gray si macchierà nel corso della vita. Del romanzo originale di Oscar Wilde sembra essere rimasto ben poco, ma la svolta dark potrebbe giovare al film che ha in Ben Barnes, che avevamo già visto in “Narnia” e in “Un matrimonio all’inglese”, un punto di forza.



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> SUONI

bobdylan.com oasisitalia.it scarlettjohansson.org

HAPPY X’MAS BOB Dylan torna per beneficenza con un cd davvero insolito

menestrello ritorna sulla scena e, come spesso è accaduto in passato, lo fa suscitando parecchio scalpore. I tempi cambiano e le star di adattano: dopo la decisione di incidere per la prima volta un disco natalizio, una banca americana, la Citigroup, ha annunciato che l’album potrà essere acquistato in anteprima dai suoi clienti, fatto inimmaginabile durante gli anni ‘60, quando il cantante era un’icona della protesta giovanile e una delle massime figure che andavano “contro il sistema”. La banca ha spiegato che “Christmas in the heart” può essere scaricato via Web dai 13 milioni di clienti che fanno parte del programma premi della società una settimana pri-

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ma dell’uscita nei negozi. Dylan, 68 anni, donerà i proventi del disco alle associazioni di beneficenza che offrono pasti ai bisognosi. In America il “disco di Natale” è una tradizione radicata nel tempo, a differenza di altri Paesi (l’anno scorso da noi ci ha provato con buon successo Irene Grandi) e moltissimi artisti di grande livello ne hanno inciso uno: Bing Crosby, Sinatra, Elvis Presley, Beach Boys. Nell’album Dylan rilegge a suo modo venti classici della canzone popolare legati al Natale. Resta solo da chiedersi se i vecchi fan di Dylan apprezzeranno lo spirito dell’iniziativa o resteranno delusi dal comportamento, un po’ curioso, dimostrato nell’occasione dal loro beniamino.

Scarlett & Pete

Boom, scoppia la banda Quello degli Oasis è solo l’ultimo episodio di dissoluzione di un grande gruppo musicale Addio Oasis. I fratelli Gallagher, dopo l’ennesima litigata, hanno deciso di sciogliere il gruppo e procedere ognuno per la propria strada. Nonostante in molti pensino che questa sia l’ennesima trovata per portare poi una riappacificazione che frutterebbe ulteriore popolarità ad un gruppo che, a ben vedere, è già celeberrimo, non è la prima volta che una band all’apice del successo si scioglie. Il primo nome che viene in mente è quello dei Jackson Five, nei quali la stella di Michael finì presto per oscurare quella degli altri quattro fratelli. Lo stesso discorso si può fare per i fratelli Wilson, ovvero parte dei Beach Boys: il genio musicale eclissò quasi subito il normale talento di Dennis e Carl. Quando ci non sono questioni di famiglia in ballo, sorgono non meglio precisate “divergenze artistiche”, come accadde ai Pink Floyd dei duellanti Roger Waters e Brian Gilmour. Gli stessi Beatles, gruppo al quale gli Oasis hanno sempre cercato di strizzare l’occhio (almeno dal punto di vista delle vendite) si sciolsero al culmine del successo e dalla loro diaspora emersero i talenti singoli di Lennon e McCartney. A volte poi un gruppo è come una famiglia in cui i membri restano gli stessi ma vanno e vengono a seconda dei periodi: esemplari in questo senso i Duran Duran che dopo aver iniziato la carriera in cinque si sono ritrovati in quattro poi in tre, di nuovo in cinque e attualmente in quattro.

La Johansson ci riprova con un altro cd, stavolta con Pete Yorn Gli sconfinamenti della burrosa Scarlett Johannson in campo musicale si stanno facendo sempre più frequenti, forse anche a causa del fatto che la sensuale attrice sta collezionando un fiasco dopo l’altro sul grande schermo. Dopo il deludente esordio solista con “Anywhere I Lay My Head” (composto da cover di canzoni di Tom Waits, ignorato dal pubblico e massacrato dalla critica), l’attrice ha pubblicato un album di duetti al fianco di Pete Yorn. Intitolato “Break Up”, il disco contiene otto inediti più una cover, “I Am The Cosmos” di Chris Bell del 1978. The Break Up” è stato registrato nel 2006, e si avvale del contributo di Pete Yorn, autore delle canzoni, scoperto dai fratelli Farrely, che inserirono due suoi pezzi all’interno del film “Io, me & Irene”, interpretato da Jim Carrey e Renée Zellweger una decina d’anni fa. Il sodalizio musicale è stato ispirato dai lavori di Serge Gainsbourg con Jane Birkin negli anni ‘60 e la volontà di seguire le orme del mitico duo ha portato la nuova coppia ad iniziare la promozione del disco proprio dalla capitale francese. Stavolta, a detta di coloro che hanno ascoltato il disco, il risultato finale è molto migliore rispetto al primo album, un po’ perché Yorn è un bravo cantautore che sa spaziare dal pop al folk, un po’ perché, finalmente, Scarlett sfodera gli artigli, pardon, le corde vocali.



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> DIARIO

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C’era una volta un muro Tempo di festeggiamenti per il ventesimo anniversario della storica svolta di Berlino Due ruote e una città La bicicletta è il mezzo migliore per scoprire tutti i segreti e la bellezza della capitale tedesca “Fat tire” è una società multinazionale che organizza giri turistici e culturali nelle principali città europee. A Berlino le sue proposte sono molte e tra queste oltre alle soste nei luoghi “classici” della capitale anche l’immancabile giro del muro. Questo si estende per circa 160km intorno alla metà occidentale della città. In molti tratti la corsia per ciclisti e pedoni si snoda lungo la via delle Colonne che la guardia di vigilanza aveva costruito per le sue pattuglie nella striscia della morte, la zona militarizzata tra la parte interna ed esterna delle mura. Si possono ancora trovare resti o tracce del Muro, interessanti dal punto di vista storico, alternati a tratti naturali assai belli. Ci sono cartelli lungo il percorso e a intervalli regolari ci sono cartine che forniscono un prospetto ed aiutano i visitatori ad orientarsi. Inoltre ci sono altri 40 punti d’informazione in parecchie lingue, relativi alla divisione della Germania e alla costruzione e caduta del Muro. Foto e testi narrano la storia degli eventi particolarmente drammatici, che ebbero luogo in un determinato luogo e ricordano sia la situazione politica, sia la vita quotidiana nella città divisa. Per facilitare la realizzazione dei giri in bici o a piedi, il percorso è suddiviso in 14 parti. Ciascuna è lunga dai 7 ai 21 km. Dal maggio scorso è disponibile una guida multimediale, con cui i visitatori sono guidati, tappa dopo tappa, con segnali Gps, in modo da seguire facilmente il percorso del muro.

Due mesi di avvenimenti Spettacoli, mostre e eventi culturali per ricordare quei giorni Dal 7 al 9 novembre, in occasione del ventesimo anniversario dalla caduta del muro, Berlino rivivrà l’atmosfera di quel fermento. La commemorazione è il punto d’arrivo di un percorso della memoria che per tutto il 2009 ha attraversato la città. Il 9 novembre è in programma una grande festa presso la Porta di Brandeburgo con concerti, fuochi d’artificio e la messa in scena simbolica della caduta del Muro con “pezzi” alti 1,3 metri fatti cadere creando un effetto domino. Fino al 9 novembre, il Museum für Film und Fernsehen (Museo del cinema) presenta fotografie e filmati che documentano la svolta del 1989: le dimostrazioni contro il regime della DDR e la successiva caduta del Muro, nonché il processo che portò alla riunificazione. In piazza Alexanderplatz è allestita, fino al 14 novembre, una mostra open-air sulla “Rivoluzione pacifica”. Nel primo weekend di novembre la capitale tedesca celebra il “Festival della Libertà”, con numerosi eventi culturali, mostre, installazioni, aperture di musei, eventi di piazza, il tutto per raccontare i cambiamenti sociali e architettonici che hanno interessato la grande metropoli tedesca negli ultimi venti anni. Fino al 31 gennaio 2010 la Berlinische Galerie ospita l’esposizione “Berlino 89/09 - Arte fra tracce del passato e utopia” che, tramite opere di artisti internazionali, intende fare un bilancio delle trasformazioni avvenute nella struttura urbana e architettonica della capitale a seguito della caduta del Muro. Alla Max Liebermann Haus presso la Porta di Brandeburgo è visitabile, fino al 6 dicembre, la mostra fotografica “Scene e tracce della caduta” con immagini che documentano il grande evento: persone che scalano il Muro, convogli di auto che si dirigono verso Berlino Ovest, ecc. Fino al 10 gennaio 2010, al Deutsches Historisches Museum (Museo di storia tedesca) si tiene l’esposizione “Arte e Guerra Fredda. Posizioni tedesche 1945-1989” sulle tendenze artistiche nelle due Germanie durante il periodo della divisione.

Un’altra tappa storica Il mondo non è più lo stesso da quei fatidici giorni La rivoluzione pacifica che ha portato alla caduta del muro di Berlino non è certo l’unico esempio di sollevazione popolare capace di cambiare il corso della storia. Altre date, durante il secolo scorso, sono memorabili: Il movimento del 4 maggio 1919 è considerato da alcuni all’origine della Rivoluzione Culturale in Cina. Il 23 ottobre del 1956 ebbe inizio la Rivoluzione ungherese del 1956, nota anche come insurrezione ungherese, da una manifestazione pacifica di alcune migliaia di studenti, che si trasformò ben presto in una rivolta contro la dittatura di Mátyás Rákosi, e contro la presenza sovietica in Ungheria. La rivolta venne soffocata nel sangue. L’intero 1968 è un anno da consegnare alla storia: si mescolarono la protesta giovanile americana contro la Guerra del Vietnam, quella per l’uguaglianza, i diritti civili e contro la segregazione razziale, la rivoluzione culturale in Cina e sommosse in quasi tutti i Paesi europei, Francia e Italia in primis. La sparatoria della Kent State avvenne quando la Guardia Nazionale degli Stati Uniti aprì il fuoco sugli studenti, il 4 maggio 1970. Nel corso di quattro giorni, gli studenti

della Kent State protestarono contro l’invasione statunitense della Cambogia, che il presidente Richard Nixon lanciò il 1º maggio. La sparatoria della Kent State si rivelò il punto di svolta nell’equilibrio di un’opinione pubblica americana preoccupata dall’estendersi della guerra del Vietnam.



18 metro mag

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> SPORT

stadium.dallascowboys.com goalarabia.com authentich-marocco.com

Un’astronave per i Cowboys Avveniristico stadio a Dallas per i guerrieri del football entre in Italia si discute da anni se, quando e perché cambiare i vetusti stadi di calcio (l’esperienza di Italia ‘90 scotta ancora), in America fanno spallucce e costruiscono in men che non si dica edifici che assomigliano più ad astronavi che a luoghi in cui si gioca una partita. Il nuovo stadio dei Dallas Cowboys, una delle squadre più celebri della NFL, la lega professionista dei team di fooball americano, è a dir poco avveniristico. Sono presenti negozi, ristoranti, suite di lusso, il museo della squadra e oltre a ospitare le partite il “dome” è teatro di concerti ed eventi di rilevanza internazionale. La sua caratteristica principale è un gigantesco schermo in alta definizione (il più grande del mondo) che misura circa 55 metri e che mostra le azioni in tempo reale, statistiche, replay. Il superschermo però comporta qualche problema: durante una partita infatti, un giocatore ha mandato la palla talmente in alto da farla cozzare contro la superficie dello schermo e facendola così finire in mano agli avversari. Nonostante la tecnologia la faccia da padrone, non sono mancati “problemi tecnici”. L’ultimo è avvenuto davanti ai 75.000 attoniti e divertiti spettatori. Lo schermo è prima diventato completamente bianco, poi ha mostrato alcuni caratteri ASCII a caso, per poi finire con l’inevitabile messaggio d’errore che caratterizza ogni problema al sistema operativo Windows e che tutti gli utenti di Pc al mondo ben conoscono...

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Fantacalcio globale

Surfando sulle dune

Anche in Arabia impazza il campionato virtuale. E da noi ci prova pure Virgilio Il campionato di calcio è iniziato da un pezzo, riservando sorprese e conferme e ribadendo che in Italia ci sono 60 milioni di allenatori e commissari tecnici. Anche in Oriente però, non scherzano. Goalarabia.com è un sito che permette ai tifosi locali di organizzare una sorta di fantacalcio con i giocatori delle squadre europee e vincere premi decisamente rilevanti. Le regole non sono molto diverse da quello nostrane: l’allenatore compra e schiera 11 giocatori più altri cinque da mettere in panchina e gioca la sua partita virtuale il cui risultato dipende da come si sono comportati i giocatori reali durante i lunghi weekend calcistici europei. In Italia intanto il portale Virgilio ha lanciato Virgilio League, un fantasy game basato sulle reali prestazioni dei calciatori partecipanti al campionato di serie A 2009/10. Gli utenti possono creare e gestire team virtuali che sono in lizza tra loro con l’obiettivo di primeggiare nelle diverse classifiche: si possono creare leghe private o partecipare a un campionato generale che coinvolge tutte le squadre degli iscritti. Insomma, quando si parla di calcio, tutto il mondo è paese.

A Marrakech si imitano i campioni di “Point break” sulla sabbia del deserto Surfare sulle dune di sabbia? A Marrakech si può. Per la modica cifra di 320 euro è possibile iscriversi a un tour di quattro giorni che farà la felicità di tutti gli amanti di “Point break” e di tutti coloro che non possono o non vogliono partire per le Hawaii o l’Australia per cavalcare le onde di acqua marina. Si parte ogni giorno da Milano Malpensa (almeno quando non c’è nebbia...) e si soggiorna in un comodo tre stelle chiamato Knzi Farah, che costa appena 69 euro al giorno, si gustano le prelibatezze della cucina locale, pranzando presso il Dar Yacout, un rinomato ristorante e poi tutti in mezzo al deserto a provare l’ebbrezza di cavalcare un’onda... statica. Il trasporto avviene mediante Land Cruiser (o, per i più resistenti, a dorso di cammello) che porta i surfisti a piccoli gruppi in mezzo al deserto dove gli appassionati possono scoprire il fascino e la meraviglia di una regione unica al mondo e farsi trasportare dalla magia dei venti che solcano la distesa di dune. Non apprezzate il Marocco? Un’altra località rinomata per questa particolare offerta turistica è la Namibia.


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> GAMES

us.gran-turismo.com/us tekken.namco.com hasbro.com/monopoly/en_US

embra che tutte le software house si siano accordate per far uscire a distanza di pochi giorni un gioco di corse più bello dell’altro. È un autunno magico, questo, per gli appassionati di titoli d’auto. In attesa di “Gran Turismo 5” per PS3 (primavera 2010) i possessori di PSP o della nuovissima PSP GO, possono accelerare con “Gran Turismo” o emulare il neo ferrarista Alonso con “F1” il primo gioco su licenza ufficiale FIA ad apparire sul gioiello portatile di casa Sony (è in arrivo anche per Nintendo Wii). Xbox 360 fa la voce grossa con “Forza Motorsport 3”: il titolo, in esclusiva per la console Microsoft permette di correre con 400 splendide auto, sfrecciando su più di 100 tracciati reali, sparsi in tutto il mondo. Per gli amanti dei rally e delle gare su sterrato c’è invece “Dirt 2”, disponibile per PS3 e 360: un prodotto spettacolare sotto ogni aspetto, dalla grafica ai menù, dalla gestione dei campionati online alla fisica delle vetture. Chiunque ami fare “a sportellate” non può prescindere da “Codemasters”. Dulcis in fundo c’è da segnalare la rinascita di un brand che negli ultimi anni aveva perso molto smalto, quello di “Need for speed”. “Shift”, l’ultimo episodio della serie, disponibile per Pc, 360 e PS3, è forse il migliore della serie e offre la più realistica visuale interna dalla abitacolo della macchina mai vista prima in un videogioco. Insomma, qualunque gusto “motoristico” abbiate, pare proprio che quest’anno nei negozi ci sia l’offerta che fa per voi.

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A tutto gas Esce una raffica di ottimi titoli di simulazione di corse d’auto Tekken Six Ha quindici anni ma non li dimostra la riuscitissima saga A volte ritornano. A volte ritornano quasi ogni anno. Tutte queste visite non ci dispiacciono però, se a farsi vedere è la saga di “Tekken”, una delle più blasonate della storia del videogioco che, oramai, ha più di 15 anni sul groppone. Molti hanno conosciuto il videogioco con la prima Playstation e i primi tre titoli di “Tekken” sono da annoverare tra i capolavori per quel sistema. Oggi finalmente arriva il sesto episodio sulle console della cosidetta “next-gen”, ossia PS3 e 360 e lo fa nel migliore dei modi possibili. Il gioco include il più alto numero di personaggi mai comparso nella saga e sono state annunciate ben 12 aree multilivello. Oltre a supportare l’inevitabile modalità per picchiarsi allegramente via internet, il titolo permette la completa personalizzazione dei combattenti e numerose modalità di gioco che vanno ad affiancarsi a quella principale. Da fine ottobre è disponibile, oltre alla versione stand alone, anche la Limited Edition (per 360) un’edizione esclusiva che contiene il gioco, un poster gigante, un art book di 100 pagine creato dal team di sviluppo e la felpa ufficiale di “Tekken 6” in edizione limitata. Anche i feticisti delle confezioni limitate dunque avranno uno stimolo in più per partecipare al sesto Iron fist Tournament.

Lunga vita a Vicolo stretto Nei negozi approda la versione originaria del settantaquattrenne Monopoly Settantaquattro anni e non dimostrarli: il Monopoli gode di ottima salute e, in piena crisi economica, rappresenta un eccellente diversivo per ovviare alle pessime notizie che giungono quotidianamente dai telegiornali. Prodotto in 40 lingue, diffuso in 106 paesi e con 275 milioni di scatole vendute è diventato il gioco di simulazione imprenditoriale più famoso al mondo. Dalla prima partita sono state costruite oltre sei miliardi di casette verdi e più di 2 miliardi di alberghi rossi; nel 1978 il celebre catalogo di Natale Neiman Marcus ne ha messa in vendita una versione interamente di cioccolato a 600 dollari e nel 1998 il gioielliere Sidney Mobell ne ha creata la versione più preziosa al mondo: tutta d’oro e pietre preziose, dal valore di 2 milioni di euro. Hasbro riporta in Italia la versione originale: Monopoly. Oltre alle classiche caselle, i dollari, Vicolo corto, Via dei Giardini e gli imprevisti, ci sono alcune novità. Le 8 pedine tornano a essere quelle originali sia a livello iconografico (il cappello a cilindro, il ferro da stiro, il ditale, la carriola…) che a livello di materiali (in metallo, come quelle di un tempo). Inoltre entra in scena il nuovissimo dado speedy: un dado rosso da tirare assieme ai dadi bianchi che renderà il risultato sempre più imprevedibile e premierà la capacità di strategia dei giocatori.


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> FASHION

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ggi ogni accessorio o capo d’abbigliamento offre un plus tecnologico sconosciuto ai prodotti che circolavano fino a qualche anno fa. Gli occhiali Lele’s sono a dir poco rivoluzionari: snodati, smontabili, capaci di stravolgere i consueti canoni estetici e funzionali. Il concept di base parte da un filo in nylon elastico e resistente che percorre e lega insieme le varie parti della struttura dell’occhiale, divenendone l’anima di sostegno che permette, messa in tensione, di montare e smontare l’occhiale facilmente. In aggiunta, con un solo gesto si modifica il design, si cambia il colore, si muta la funzionalità e l’occasione d’uso. È quindi possibile trasformare l’occhiale da sole in occhiale da vista e viceversa. È anche possibile modificare il calibro del nasello, in modo da creare un prodotto su misura, perfetto per ogni tipo di naso. Ciascuna coppia di occhi monta lenti di nuances differenti con caratteristiche tecniche di colorazione e trattamento specificatamente studiate per consentire la massima performance in situazioni meteorologiche e ambientali ben diverse l’una dall’altra. Ogni modello è venduto con un cordoncino in silicone, bianco e nero, con attacco a pipetta simile all’iPod.

Occhiali O da smontare I Lele’s sono decisamente innovativi. Il segreto sta in un filo di nylon September Wintour Un documentario racconta “Vogue America” e il suo direttore Tutti coloro che amano la moda e che hanno visto cento volte “Il Diavolo veste Prada” conoscono la figura di Anna Wintour, potente e temutissima direttrice di “Vogue America”, bibbia fashion statunitense e non solo. Da qualche settimana è nelle sale americane un film/documentario, intitolato “September Issue” che racconta la preparazione del numero di settembre della rivista, il più importante dell’anno per gli investimenti pubblicitari e per dettare le tendenze della stagione autunno/inverno. Il documentario mostra il volto nascosto dietro gli ampi occhiali della donna di maggior potere nel campo dell’editoria di moda e scopre i retroscena di un delle redazioni più chiacchierate al mondo.

La “Schuss” di Vuarnet Il grande sciatore francese dà il nome a un’innovativa giacca da neve Nel 1960 Jean Vuarnet otteneva la medaglia d’oro nella discesa olimpica di Squaw-Valley, grazie a una tecnica innovativa, mai vista prima sulle piste da sci: la cosiddetta Schuss, pensata per raggiungere la massima velocità e diminuire l’attrito con l’aria. Da allora Vuarnet è simbolo di neve, sci, velocità e innovazione tecnologica. La linea Autenthic è stata studiata con l’obiettivo di migliorare di anno in anno le performance e la qualità dei capi, consolidando l’immagine del marchio come brand di riferimento per un prodotto di qualità. Da quest’anno Vuarnet è lo sponsor della nazionale italiana: tra le tante proposte del catalogo, spicca il modello M-Dinamic, una giacca da sci dal taglio sportivo che utilizza il Matt Stretch 2L che assicura una vestibilità perfetta, grazie anche all’elasticità in 4 direzioni.



24 metro mag

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> PUBB

welovehijab.com hudsonjeans.com vodianova.net

La bellezza secondo l’Islam Boom dei prodotti di bellezza Halal, cioè “leciti” secondo la religione islamica alal significa lecito, permesso. È una parola di fondamentale importanza per tutti coloro che seguono la religione islamica. Niente carne di maiale o derivati e, naturalmente, alcol bandito. Non solo a tavola, però. L’Haram, ovvero ciò che è tassativamente proibito dalla sharia, è una regola che va ben oltre il cibo e abbraccia anche il frivolo campo della cosmetica: anche un profumo o un eyeliner possono essere vietati. Non stupisce quindi che, nonostante la crisi economica, l’Halal si sia trasformato in un business che fa gola e che continua a crescere almeno sul fronte della cosmesi. Un vero e proprio boom quello dei cosmetici realizzati nel rispetto dei precetti islamici: il settore registra un giro d’affari di 560 milioni di dollari in tutto il mondo, forte di una base di consumatori e consumatrici potenziali, stando alle ultime stime, di 1,8 miliardi di persone distribuite in oltre 100 diversi Paesi, caratterizzati dall’avere tutti trend demografici positivi. A fornire i numeri del trionfo è la britannica Saaf, azienda di prodotti per la bellezza, che per prima ha investito tempo e denaro nella produzione e commercializzazione di cosmetici “accettabili” secondo la religione islamica.

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Piccole top crescono

Ma quanto è bella Natalia!

Georgia May, figlia di Mick Jagger e di Jerry Hall, segue le orme della mamma Piccole modelle crescono: mentre papà è ancora pimpante e sgambetta sui palchi di tutto il mondo rotolando come una pietra, Georgia May Jagger inizia alla grande la sua promettente carriera da modella. Oltre a una notevole somiglianza con la diva Brigitte Bardot, la Jagger junior ha appena firmato un contratto triennale per diventare il nuovo volto (e le nuove curve) di Hudson Jeans. Il brand di Los Angeles, infatti, per la sua campagna pubblicitaria Fall 2009 ha scelto la diciassettenne figlia di Mick Jagger e Jerry Hall. Come una Lolita, maliziosamente ingenua, la bella figlia d’arte ha posato per l’obiettivo di Mario Sorrenti. Il risultato? Immagini che richiamano le atmosfere anni ‘’60 e ‘70, quando la mamma era una delle regine della passerella e il padre cantava capolavori come “Brown sugar”, “Satisfaction”, “Jumpin’ Jack Flash”, “Sympathy for the Devil”, “As tears go by” in cui Georgia affascina chi la guarda con uno sguardo accattivante, un fisico mozzafiato e un look casual. L’investimento nella campagna è particolarmente importante e stimato in oltre 30 milioni di dollari. Sicuramente papà approva, dall’alto della montagna di dollari che ancora riescono a macinare i Rolling Stones durante le loro trionfali tournée.

La Vodianova scelta da Guerlain come testimonial di Shalimar È la top model russa Natalia Vodianova il nuovo volto scelto da Guerlain. La collaborazione parte con la nuova campagna di Shalimar firmata da Paolo Roversi on air in Francia già da quest’autunno e proseguirà nel 2010 con diversi progetti make up e skincare. Shalimar è uno dei profumi più rappresentativi della maison francese, creato nel lontano 1925 da Jacques Guerlain e ancora oggi amato. Si tratta di una fragranza che parla d’amore, di sensualità, di desiderio ed è riconosciuta universalmente come il primo orientale moderno, un filtro magico di femminilità. La Vodianova, prima di essere scoperta da un talent scout, gestiva una bancarella di frutta con la madre: la sua carriera è legata alla scelta di Tom Ford che ne fece il volto di Gucci, trasformandola da normale top model a icona della bellezza e dello charme. Madre di tre bambini e impegnata socialmente con la “Naked Heart Foundation”, secondo la maison francese che quest’anno festeggia il proprio 180esimo anniversario, Natalia impersona alla perfezione l’idea di chic moderno e la filosofia del bello che la marca vuole interpretare.



26 metro mag

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> LIFESTYLE

celebheights.com techdeck.com marilynmonroe.com

ho Are You Tall Mirror, è il nome di uno specchio molto particolare. Infatti ti permette di sapere, mentre controlli se il vestito che hai messo ti calza o no a pennello, a quale divo o dive di Hollywood assomigli, almeno per quanto concerne l’altezza. Lo specchio ha una forma rettangolare, ma ha un’immagine incisa di un nastro che mostra le misure delle altezze delle stelle della mecca del cinema segnate lungo entrambi i lati. Il grafico fornisce sia dati maschili che femminili, una sfilza di nomi noti, tra le quali spiccano per quanto riguarda le icone maschili Michael Jordan, Clive Owen, Johnny Depp, Sylvester Stallone, George Clooney, Brad Pitt, Antonio Banderas e Robert de Niro e per quelle femminili Cameron Diaz, Julia Roberts, Naomi Campbell, Angelina Jolie, Gweneth Paltrow, Jessica Alba e Jennifer Aniston. Chiaramente nessuno pretende di essere alto quanto Michael Jordan, ma pensate alla disperazione di scoprire di essere alti come Tom Cruise o Danny De Vito? Tutti quelli che sono curiosi di sapere a quale celebrità “assomigliano”, almeno quanto ad altezza, possono comunque andare sul sito www.celebheights.com, realizzato con il contributo di tutti gli utenti che postano le loro foto scattate assieme ai divi per stabilire quali sono le vere altezze delle celebrità. Pare infatti che le celebrità, specie quelle di sesso femminile, siano piuttosto restie a svelare la loro vera altezza che peraltro è molto difficile da percepire, visto che camminano sempre su tacchi altissimi. La verità? Quasi tutte le più belle e famose attrici e sex symbol di Hollywood non arrivano al metro e settanta.

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Altezze da star

Sei più alto o alta di Clooney e Naomi? Te lo dice lo specchio

Eternamente Marilyn Ancora in vendita il loculo per poter dormire per sempre accanto alla grande Monroe Convivere per sempre vicino ad una della più grandi celebrità della storia del cinema? Può essere molto costoso. Lo sa bene il (pentito) acquirente della tomba situata accanto a quella dove riposano le spoglie di Marilyn Monroe. La vicenda è salita agli onori della cronaca quando si è venuto a sapere che il posto accanto alla bionda diva di tanti successi hollywoodiani, si era improvvisamente liberato. Il loculo era stato messo in vendita su eBay dalla moglie del defunto Richard Poncher a un prezzo di partenza di 500.000 dollari. La donna aveva specificato che i soldi derivanti dalla vendita della tomba sarebbero stati impiegati per saldare il mutuo della casa di Beverly Hills. Poncher aveva acquistato la tomba da Joe Di Maggio, ex marito di Marilyn Monroe, e aveva deciso di farsi seppellire a faccia in giù in modo da potersi “congiungere” idealmente con la bella attrice. Il gioco dei rilanci ha portato la cifra fino a 4,6 milioni di dollari, che, pare, fossero stati offerti da un cittadino giapponese. Alla fine però, proprio quando stava per scadere il termine, l’offerta è stata ritirata. Il legale di Elsie Poncher ha detto che analizzerà le altre offerte pervenute per verificarne la consistenza.

Skateboard “all’indice” Le dita diventano gambe con i divertenti finger skate Immaginate che le vostre dita siano delle gambe. In fondo non è difficile: quante volte abbiamo simulato, magari davanti a una biglia o una pallina che indice e medio servissero per palleggiare, fare finte, dribbling e tirare in porta. Per tutti gli appassionati di skateboard che amano viaggiare con la fantasia ed esercitarsi... con le dita, sono arrivati i finger skate ovvero, letteralmente, gli skateboard da dito. La nuova mania è scoppiata (ovviamente) negli Stati Uniti circa tre anni fa ma ha impiegato pochissimo a raggiungere anche l’Europa. In Francia i finger skate stanno riscuotendo un successo clamoroso, tanto che è nata persino un’associazione di fan che organizza campionati nazionali, durante i quali le migliori dita si scontrano in pazzesche acrobazie. Il costo molto contenuto (6 euro), l’appeal che questi oggetti riscuotono presso coloro che amano collezionarli, la possibilità di personalizzarli stanno facendo breccia non solo tra i teenager, ma anche tra gli over 30. Forse il fatto di non avere più il fisico per andare sugli skate veri e propri, induce gli appassionati a cercare soddisfazione in questi curiosi surrogati. Il web sta contribuendo parecchio alla fama dei campioni di questa particolare specialità: su You tube ci sono centinaia di video che testimoniano il talento di alcuni finger-skaters. Resta solo da vedere se, come accadde negli anni ‘90, questa sarà una moda passeggera e se stavolta i mini skate riusciranno a resistere sul mercato.



28 metro mag

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> LIFESTYLE

parishilton.com glamourpetsboutique.com zangao.it

Business a quattro zampe Cifre da capogiro intorno all’amore per cani e gatti

A cuccia, Paris I 17 animali della Hilton hanno a loro disposizione una “villa” da 300mila euro Costa oltre 300mila euro la cuccia che Paris Hilton ha fatto costruire per il suo cane, o meglio per i suoi 17 cani. La “villa” è caratterizzata da accessori e cucce griffate ed è dotata persino di aria condizionata, decisamente utile durante le calde estati californiane. Anche l’arredamento interno lascia letteralmente a bocca aperta e pare sia stato curato da Philippe Starck. All’interno della casa pare ci sia perfino un lampadario di cristallo, mobili rosa in stile Barbie e lettini griffati in vera pelle. La residenza ha una scala a chiocciola, un guardaroba per il vasto campionario di abbigliamento e delle cucce di lusso firmate “Chewy Vuitton”. Se la cosa vi lascia interdetti, specie in un momento in cui buon parte della popolazione mondiale sta stringendo la cinghia, beh, non avete tutti i torti.

Catwalk? Per cani Anche Fido si è messo a sfilare come le top model. E a farsi la lampada! Sapevate che i vip spendono cifre impressionanti per i loro amici a quattro zampe? L’accessorio che va per la maggiore è una borsa trasportino firmata da Louis Vuitton chiamata Sac Chien 40. La moda per cani e gatti sta crescendo di importanza di anno in anno (chi ha visto “Beverly Hills Chihuahua” sa di che cosa stiamo parlando), tanto che a Taiwan si è tenuta persino una sfilata di moda ad hoc, nella quale i simpatici quadrupedi sfilavano indossando appositi costumini da bagno. Assurdo? Demenziale? Può darsi, ma le cifre che girano attorno a questo business sono da capogiro. Si è arrivati persino a personalizzare le porte della cuccia del gatto: Doors4paws, costa più di 1.400 dollari edè ricoperta da cristalli Swarovski, senza contare la inevitabile Paris Hilton collection, una vera e propria linea di abbigliamento per cani e gatti. Anche modelle apparentemente più razionali della svampita ereditiera però, dimostrano di cedere al fascino dei propri amici quattrozampe. Gisele Bundchen, neosposa, durante la cerimonia ha preteso che i suoi tre cani fossero anch’essi vestiti di tutto punto. Tra trasportini, collari e accessori, il punto di non ritorno è senz’altro il lettino abbronzante per cani e gatti (che, per questioni genetiche non possono comunque farsi la tintarella), venduto dalla Paradise. Mai come in questo caso ci sentiamo in dover di dire: povere bestie.

Yangtze 600mila Tanti sono i dollari spesi da una cinese per comprarsi il cane più caro del mondo, un imponente e bellissimo Mastiff tibetano Il fiero e simpatico Mastiff tibetano raffigurato nella foto, oltre a infondere un senso di rispetto e ammirazione, ha una caratteristica che lo rende assolutamente unico: è il cane più costoso del mondo. In Cina, dove la razza è popolarissima, una milionaria locale ha speso oltre 600mila dollari per acquistarlo. Il cane, ignaro di essere l’equivalente di tre Ferrari, si chiama Yangtze numero 2 ed è nato 18 mesi fa. Il Mastino tibetano è diventato una figura leggendaria attraverso i secoli, grazie anche alla fama derivante da una celebre citazione di Aristotele (che parlava dei feroci cani orientali come frutto dell’unione di cani e tigri), passando per le cronache di viaggiatori come Marco Polo (che nel suo “Milione” li descrive come grandi come un asino), fino agli esploratori inglesi dell’800, che ne portarono alcuni esemplari in Europa (dove finirono esposti come belve allo zoo di Londra). Gli studiosi affermano che il Mastino tibetano sia rimasto pressoché inalterato attraverso i millenni.


A. D. Angelo Sganzerla - Ph. Italo Pozzi

Una tattica senza cedimenti La sua natura è quella di un autentico dinamizzatore cutaneo. La sua forza è la capacità di contribuire a riattivare le funzioni vitali delle cellule, assicurando la migliore efficacia antiossidante contro il rischio di aridità e infeltrimenti. Raro, specifico, insostituibile: è l’Olio di Argan, una risorsa eccellente tramandata dalla tradizione berbera, ricco di Vitamina E e di preziosissimi principi attivi dedicati all’elasticità dell’epidermide del viso e del corpo e allo splendore dei capelli. Un mondo di virtù antietà tutte racchiuse nei noccioli dell’albero di Argania

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Auschwitz, che bordello! Si è scoperto che nel lugubre campo di concentramento i nazisti avevano installato anche una casa di piacere nazisti gestirono fra il 1942 e il 1945 dei veri e propri bordelli all’interno di parecchi campi di concentramento. Prostitute destinate ai detenuti: l'idea era di fornire incentivi ai prigionieri che avessero aumentato la loro produttività sul lavoro. Non è un segreto, ma nemmeno, finora, una faccenda di cui si parlasse volentieri. Per decenni, dopo la fine della seconda guerra mondiale, Sonderbauten è stato un termine tabù in Germania: da un lato le donne costrette a prostituirsi si chiusero nel silenzio dopo il 1945, dall’altro il concetto di bordello si conciliava ben poco con l’immagine del campo di concentramento come luogo di annientamento fisico e psicologico. C’è voluta l’opera meticolosa dello studioso tedesco Robert Sommer, 460 pagine frutto di quattro anni di lavoro, per raccontare in dettaglio la storia dei bordelli nei dieci lager in cui furono aperti dai nazisti: chi li frequentava (erano aperti solo ai detenuti non ebrei); come funzionavano, da dove venivano le disgraziate donne in offerta, detenute a loro volta. Il primo bordello fu aperto nel campo di Mauthausen in Austria nel 1942; il più grande fu quello di Auschwitz, in Polonia, dove lavorarono fino a 21 donne contemporaneamente. A partorire l’idea fu, nel 1942, il capo delle SS Heinrich Himmler, che puntava in tal modo ad aumentare la produttività degli internati.

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Outing principesco

Sparrow si compra un’isola

Grande scandalo in India per la dichiarazione di omosessualità di un futuro maharajah che ha poi fondato un’organizzazione per i diritti dei gay Fare outing non è mai facile ma può diventare un incubo se sei un principe indiano. La storia è emblematica di come l’omosessualità oggi susciti ancora reazioni detestabili. Il principe Manvreda Singh Gohil ha rotto l’omertà che lo circondava, annunciando di essere gay. Ai genitori, per la verità a dare la notizia sono stati i medici, dopo che due matrimoni combinati erano andati finiti male e il ragazzo aveva sofferto di un esaurimento nervoso derivante dalle pesanti critiche ricevute dai genitori. Nel 2000 il principe ha fondato una organizzazione per la difesa dei diritti dei gay, la Lakshya trust dopo aver dato in pasto alla stampa il suo coming out “Rajpipla è la città più gay dell’India”, dice il principe “È tutta rosa: la scuola, la stazione, l’ospedale, il palazzo reale”. Proprio a Rajpipla si è svolta la prima conferenza indiana sull’omosessualità ed è stata creata una casa di cura riservata agli omosessuali. L’unico problema potrebbe sorgere alla morte del padre: Manvreda è l’erede al trono e diventerà maharajah. Lui vuole adottare un figlio, ma le ferree regole di palazzo non contemplano casi come il suo.

Johnny Depp cerca maggiore privacy per la sua famiglia ai Caraibi Johnny Depp, nonostante abbia per ora dismesso i panni del celebre pirata Jack Sparrow, non è ancora stanco di mari cristallini e sabbie dorate. Ha recentemente comprato un’isola per starsene in pace dai paparazzi. L’attore di “Nemico Pubblico” ha rivelato di aver acquistato un’isola nei Caraibi per proteggere se stesso e la propria famiglia da sguardi indiscreti. Johnny Depp sarebbe stanco di essere sempre al centro dell’attenzione e desiderava avere un piccolo paradiso personale nel quale fuggire tra la lavorazione di un film e l’altra. L’isola, ubicata nelle Bahamas è costata 1,5 milioni di dollari. Ma non solo: sull’isola, ovviamente, sorgerà una stupenda villa, che Johnny ha deciso di rendere totalmente autonoma e con impatto ambientale pari a zero. L’attore investirà altri 250mila dollari per creare un sofisticato sistema che sfrutti sole e idrogeno per creare l’energia elettrica sufficiente all’approvvigionamento dell’isola. La residenza alle Bahamas è solo una delle tante di Johnny, Vanessa Paradis e dei loro due figli: la famiglia infatti si divide, anche, tra Francia, Regno Unito e Los Angeles.



32 metro mag

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> BEAUTY

palace.it bellezza.it virgilio.it

La dieta di Dieguito

Anche Maradona va dal celebre Chenot a Merano per perdere peso

utti coloro che hanno problemi di peso conoscono l’Espace Henri Chenot di Merano, recentemente salito agli onori della ribalta mediatica per aver avuto tra i suoi ospiti Diego Armando Maradona che, contestatissimo ct della nazionale argentina, vi si è recato per due settimane di relax con lo scopo di perdere peso. Con dieta Chenot si intende un modello alimentare basato sui principi della medicina tradizionale cinese. Nato nel 1943, catalano di nascita, residente in Francia, Chenot dirige una clinica a Solda, nella quale viene applicata la dietoterapia da lui ideata. Ha coniato il termine “biontologia”, che vuol dire “studio dell’essenza della vita”. La caratteristica principale che differenzia la sua dieta dalle altre è l’inserimento di prodotti tipici dell’orto, piante aromatiche, frutti secchi, semi, e così via, in relazione all’obiettivo salutistico prefissato. Al suo Espace si possono seguire anche programmi di disintossicazione, rigenerazione, e trattamenti di bellezza come bagni aromatici, impacchi di fango e idroterapie. Il centro offre anche una linea dedicata di prodotti di bellezza Sources de Santé.

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Il mal di pancia delle italiane

Effetto fumo

Il giro vita e l’addome flaccido sono il primo problema estetico nazionale Sapevate che le donne italiane hanno un pessimo rapporto con la propria… pancia? Secondo un recente sondaggio realizzato da Astra Ricerche, per oltre il 50% delle donne italiane l’addome è il principale problema estetico da sopportare, seguito a grande distanza dalle gambe (38%). È quanto emerge dalle interviste realizzate via internet a un campione rappresentativo delle italiane tra i 18 e i 64 anni (pari a un universo di quasi 19 milioni di donne). Sono emersi anche altri motivi di preoccupazione: domina il senso di gonfiore, avvertito più o meno spesso dal 74% delle donne e legato prevalentemente a uno stile alimentare non corretto. Sembra quindi che le ragazze italiane badino più all’apparire che al proprio benessere. Basti pensare che a essere ossessionare dalla cellulite sono 4 su dieci, ancor prima di aver compiuto 25 anni di età e una su 7 non si piace e ha il problema della linea in cima ai propri pensieri. Infatti, il 47% delle ragazze è perennemente a dieta. Diventeranno tutte magrissime?

Il trucco per gli occhi “deve” essere Smokey: li fa risaltare meglio La nuova tendenza in fatto di trucco per gli occhi è senz’altro l’effetto Smokey Eyes: molto sexy e attuale, viene sfoggiato da moltissime star del cinema e celebrità. Questo tipo di trucco è perfetto per far risaltare gli occhi chiari e scuri, indipendentemente dal fatto che siano piccoli e grandi: va evitato soltanto nel caso di occhi un po’ infossati (c’è il rischio di soffrire dell’”effetto panda”). Per realizzare l’effetto sfumato servono necessariamente una matita nera (o marrone, a seconda dei gusti) a mina morbida, un mascara volumizzante, pennelli, cipria o un ombretto che diano brillantezza e assicurino la tenuta. Nel caso non abbiate la mano ferma o vogliate avere prima un’idea di come vi sta addosso un nuovo trucco o taglio di capelli, potete usare il servizio Make Up Virtuale di Virgilio Donne che grazie a una piattaforma estremamente evoluta, garantisce una resa molto realistica del risultato. Basta caricare la propria fotografia per sbizzarrirsi e provare nuovi look da sfoggiare ogni giorno, oppure osare quelli che nella realtà non si avrebbe mai il coraggio di realizzare, visualizzando in tempo reale le immagini del prima e del dopo trucco. Una volta terminate le operazioni di “trucco e hair style”, sarà possibile salvarle e stampare il proprio make up, condividerlo via email con gli amici o caricarlo nel proprio blog, per far vedere l’effetto che fa a tutto il mondo (e ricevere adeguato feedback…).



34 metro mag

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> HITECH

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Iphone art Con il telefono Apple tutti possono emulare l’abilità di David Hockney

ell’iPhone, il celebre e vendutissimo telefonino Apple si è detto tutto e il contrario di tutto, ma in pochi avrebbero previsto che qualcuno lo avrebbe utilizzato per dipingere dei quadri. David Hockney, classe 1937, è un famosissimo pittore, incisore, e scenografo britannico. L’artista è recentemente diventato anche molto popolare tra i possessori dell’iPhone avendo deciso di usare il telefono per creare mini dipinti sfruttandone la tecnologia touchscreen. Ha trasformato l’iPhone in una tela hi-tech che ha piazzato su di un microscopico cavalletto nel suo studio di Londra. L’artista che ha già dipinto una serie di paesaggi ed elementi floreali, ha recentemente dichiarato: “Comodamente disteso nel mio letto posso inviare ai miei amici le opere che creo con l’iPhone, mi piace dipingere fiori e mandarli ai miei conoscenti, così possono avere sempre fiori freschi!”. Hockney non è comunque il solo ad apprezzare la incredibile versatilità del piccolo gioiello della Apple. Centinaia di migliaia di persone creano ogni giorno piccole opere d’arte con l’ausilio del telefonino che può contare su oltre 6mila applicazioni gratuite, tra cui alcune che lo trasformano persino in strumento musicale.

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Relax in maschera

Arrivano gli orolofonini Due nuovi modelli a metà tra un cellulare e un orologio digitale Avete presente Q, l’ineffabile scienziato che progetta e realizza i fantastici gadget utilizzati da James Bond? Beh, pare che Samsung e Lg abbiano assunto tra i propri progettisti un suo erede, perché questi ibridi tra telefonino e orologio sembrano venire direttamente da un film che ha per protagonista l’eroe creato da Ian Fleming. Samsung 9110 integra un display da 1,6 pollici con touchscreen con 176×220 pixel, memoria interna da 40 mb e funzioni innovative come voice memo e altri comandi vocali. Non possono mancare altre funzionalità standard come un lettore Mp3 e la connettività bluetooth. Al momento il cellulare/orologio è disponibile solo in Francia ma presto dovrebbe arrivare anche da noi. Lg GD910 è di fatto il primo modello di orologio-telefono in grado di supportare la connettività veloce 3G/HSDPA a 7.2 Mbps per effettuare non solo chiamate tradizionali ma anche videochiamate. Lo schermo è davvero piccolo, appena 1.43 pollici touchscreen. Il cellulare ha però uno spessore record di 13.9 millimetri, in cui è incorporata tutta la componentistica necessaria al funzionamento come la tecnologia TTS (Text To Speech), il lettore multimediale e ovviamente il bluetooth.

Isolarsi dal mondo esterna in musica costa solo 29 euro A meno di non abitare in aperta campagna oggi è davvero difficile riuscire a isolarsi dal mondo esterno. Dopo una giornata di lavoro particolarmente intensa, tornare a casa ed essere ancora rintronati dal rumore del traffico stradale o dalle urla dei vicini che litigano non è il massimo. Da oggi, però, c’è una soluzione: Tiao 50. È una maschera musicale che si applica al viso e che al suo interno contiene un lettore Mp3 e una radio con volume regolabile. La particolare forma permette di isolarsi completamente dal mondo circostante e godere del più assoluto silenzio o, se si preferisce, della musica rilassante: ci sono tre programmi preregistrati ispirati ad altrettante sonorità. Si passa da rumori ambientali rilassanti, come il suono delle onde che si infrangono sugli scogli, a temi orientaleggianti, passando per melodie tipicamente lounge. Il costo? Appena 29 euro.



36 metro mag

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> RUOTE

maybach-manufaktur.com trabi.de nihola.info

Uno Zeppelin a 4 ruote Una Maybach extralusso: costa “solo” 475mila euro... più Iva, si intende a macchina più costosa del mondo non è una Ferrari. La casa di Maranello non deve però preoccuparsi, visto che resta il marchio più amato nel segmento sportive di lusso. Stavolta però parliamo di una limousine che ha una lunga storia, visto che il primo modello venne realizzato nei lontani anni ‘30. Maybach Zeppelin rappresenta il riferimento assoluto nel segmento delle berline di lusso high-end. Tecnicamente, il nuovo modello di punta si basa sulla Maybach 57 S e, versione a passo lungo, Maybach 62 S. Le straordinarie prestazioni sono garantite dal V12 biturbo da 6,0 li-

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tri che eroga 471 kW/640 CV. La lunga lista di equipaggiamenti a richiesta comprende anche una novità mondiale: un vaporizzatore di profumo per ambienti, altamente sofisticato. La vettura si caratterizza come la più potente Maybach di tutti i tempi. Il prezzo della Maybach Zeppelin è di 408.000 euro in versione 57 e di 475.200 euro in versione 62 (prezzo di listino italiano, Iva esclusa). La nuova Maybach Zeppelin verrà prodotta in serie limitata: soltanto 100 esemplari al mondo. Avevate in progetto di cambiare auto?

Ecologicamente Trabi

Spesa e bimbi? C’è il Triporteur

La vecchia Trabant, super inquinante, diventa elettrica Nuova vita per la Trabant. La macchina meno costosa e più inquinante della storia dell’automobilismo, vera icona negli anni ‘60 e 70’ e oggi cimelio ferocemente difeso dagli appassionati delle quattro ruote torna a nuova vita con un’anima verde ed ecocompatibile. Presentata in pompa magna al Salone di Francoforte, la New Trabi elettrica ripropone il fascino della vecchia vettura impreziosito da caratteristiche moderne e funzionali. È una vettura completamente elettrica realizzata dal piccolo costruttore tedesco Herpa Miniatur Modell. Mantiene le forme squadrate che caratterizzavano la vettura stravenduta nella Germania Est ma monta sul tetto un pannello solare per ricaricare le batterie, ha una autonomia di 250 chilometri e pesa meno di una tonnellata. Il motore elettrico è costruito da una altra azienda tedesca la Iav. Le Trabant originali costruite tra il 1957 ed il 1991 superano i tre milioni. La commercializzazione di questo nuovo modello è prevista per il 2012.

Una bici a tre ruote per muoversi in città trasportando pesi In Francia sta tornando di moda il Triporteur. Oramai le metropoli sono perennemente congestionate dal traffico e muoversi in bicicletta sta diventando un’abitudine sempre più diffusa, anche nelle grandi città. Con la sola bici però, è piuttosto difficile portare anche pacchi o altre persone ed è per questa ragione che l’azienda danese Nihola, specializzata in cicli e motocicli, ha lanciato sul mercato un triporteur, che permette di portare con sé i propri bimbi oppure le sporte della spesa. Sono stati realizzati due modelli chiamati Cigar e Cigar Family che pesano solo 33 chili ma possono sostenere un peso complessivo di un quintale (ovviamente chi guida la bici deve avere una certa muscolatura…). L’unica cosa che sembra poco abbordabile è il prezzo che stupisce, ma in negativo: ben 3.400 dollari. Per ora Cigar è stato distribuito solo in Francia, Canada e Danimarca. Chissà se lo vedremo mai in Italia. Coloro che fossero interessati però, possono acquistarlo via internet.


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38 metro mag

Poco spazio e buon riciclo in una nuova soluzione per il bagno

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> ECO

burattibattiston.it philips.it peugeot.it

Acqua, bene prezioso uanta acqua viene inutilmente sprecata ogni volta che utilizziamo un arredo sanitario? Le aziende che lavorano nel settore si stanno impegnando a fondo per venire incontro alle esigenze di una clientela sempre più esigente, che deve risparmiare a acqua e ottimizzare gli spazi a disposizione. W+W, Washbasin + Watercloset è la nuova soluzione di arredo per il bagno proposta da Buratti+Battiston Architects. Il design di Gabriele e Oscar Buratti, prodotto dall’azienda di sanitari Roca, si presenta come la soluzione ideale per arredare con funzionalità ed eleganza gli spazi ridotti delle stanze da bagno, riunendo in un unico elemento lavandino e wc, vicini ma assolutamente pratici da utilizzare e soprattutto strutturati in modo da mimetizzare lo spazio occupato dai classici sanitari da bagno. Il risparmio d’acqua è quantificabile nel 25% visto che parte dell’acqua utilizzata dal lavandino viene reimmessa in circolazione per fungere da scarico del wc.

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Aspettando iOn

Bye bye Edison

Entro un anno arriva la nuova Peugeot a batterie al litio-ioni Al gran ballo delle vetture elettriche non poteva mancare con un modello di punta la Peugeot, una delle marche che di più si è impegnata in questi ultimi anni nel proporre alla propria utenza un’offerta adeguatamente ecocompatibile. Il nuovo modello si chiama iOn e sarà lanciata alla fine del 2010. Le sue prestazioni e la sua autonomia di 130 km ottenute grazie all’utilizzo di batterie al litio-ioni, gli consentiranno di rispondere efficacemente ai problemi della mobilità urbana e di rispetto ambientale. Quattro porte, 4 posti, per una lunghezza di 3,48 m e un raggio di sterzata di 4,50 m, la Peugeot 100% elettrica sviluppa una potenza massima di 64 CV, offrendo prestazioni interessanti (velocità massima 130 chilometri orari). Caratterizzate da grande autonomia, le batterie al litio-ioni sono ricaricabili completamente in sei ore utilizzando una tradizionale presa da 220 V, e all’80% in trenta minuti, grazie al sistema di ricarica rapida.

Le vecchie lampadine a incandescenza vanno in pensione. Anzi fuorilegge Luce spenta per le vecchie lampadine, che erano in circolazione fin dai tempi di Edison, colui che le ha inventate. Dal primo settembre 2009, in base alle decisioni prese dal parlamento europeo, le classiche lampadine ad incandescenza hanno cominciato a sparire dal mercato sostituite da quelle ad alta efficienza energetica. Le nuove norme permetteranno una riduzione di 15 tonnellate delle emissioni di Co2 e un risparmio energetico di 40 miliardi di kw/h. A sparire per prime saranno le lampadine da 100 watt, mentre dal 2010 ma in modo graduale - non si potranno più vendere neanche quelle di potenza inferiore. Vantaggi, infine, sul fronte economico. Ogni famiglia spenderà tra i 25 e i 50 euro in meno in bolletta (però la stima non tiene conto del costo delle nuove lampadine da acquistare…), mentre a livello europeo si risparmieranno tra i 5 e i 10 miliardi di euro. In Italia si vendono, nella grande distribuzione, oltre 3 milioni di lampade a incandescenza da 100 watt e, per il momento, solo un milione e mezzo di lampade a risparmio energetico da 18 e 20 watt (che corrispondono alla tradizionale da 100). Insomma, i produttori di lampadine alogene e fluorescenti ringraziano, le famiglie… un po’ meno.



40 metro mag

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> SEX

gleeden.com facebook.com shaadi.com

Internet fa le corna

Si chiama Gleeden il sito per chi vuole tradire la moglie. O il marito...

bbiamo visto siti di tutti i tipi: quelli che offrono più o meno velatamente servizi di escort, siti per chattare, conoscersi, vivere avventure, siti di speed date o per recuperare i contatti con l’ex fidanzatina dei tempi delle medie. Gleeden, incredibilmente, riesce ad inserirsi in una nicchia che finora nessuno aveva mai individuato: quella delle persone sposate in cerca dell’avventura di una notte. Il presupposto di partenza è che tutti coloro che sono iscritti al servizio non hanno più bisogno di nascondere il loro stato civile, e il futuro amante può trovarsi dietro la porta accanto. Creare un profilo Gleeden è semplice e gratuito. Si sceglie uno username, immettendo la data di nascita e il luogo di residenza (Paese, codice postale, città), si registra un indirizzo di posta elettronica valido e si approvano le Condizioni Generali di Uso del servizio. Entro 24 ore si riceve un’email di conferma dell’iscrizione che va convalidata. Una volta entrati nel sito si crea il proprio profilo personale con le informazioni più intime. Gratuitamente si può anche accedere agli altri profili, inviare degli occhiolini e consultare il book pubblico degli altri membri. Se invece si desidera inviare o leggere un nuovo messaggio, iniziare un dialogo in chat, o ancora guardare un book privato, si deve pagare o, meglio, accedere a un cosiddetto “pacchetto crediti”: 15 euro per chattare mezz’ora? Mah.

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Vecchio amore cercasi

Colpi di fulmine made in India

Su Facebook va di moda il fenomeno del “retrosexual” È incredibile come il più banale degli atteggiamenti, se proposto su internet, finisca col diventare una moda rivoluzionaria. Ora, tutti hanno avuto un flirt ai tempi delle medie o del liceo, solo che molto spesso i primi amori, proprio perché vissuti in tenera età, si dimenticano: le strade si separano e ognuno vive la propria vita… fino all’arrivo di Facebook. A marzo gli utilizzatori del celeberrimo sito dall’età compresa tra i 26 e i 44 anni hanno superato quelli tra i 18 e 25. Di più: se siete su Facebook sappiate che uno su tre dei vostri compagni di web ha più di 35 anni. Che poi è appunto l’età in cui si inquadra per definizione il fenomeno retrosexual. La parola l’ha coniata il “Boston Phoenix” e sta a indicare la ricerca dell’”amore retroattivo”. Che fine ha fatto la ragazza alla quale avete dato il primo bacio? O quella fidanzata di un’estate sola? Insomma, nulla di speciale, visto che basta mettere un nome nel motore di ricerca per cercare di trovare una persona del passato, eppure anche questo gesto banalissimo è diventato di stretta attualità. Merito di internet, naturalmente.

Un milione di storie d’amore grazie a shaadi.com è terminato con un matrimonio I siti che permettono alle persone di incontrarsi su web non mancano di certo. Alcune comunità però richiedono dei servizi particolari e più “verticali”. È il caso di shaadi.com che è rivolto esclusivamente alla popolazione indiana. Con oltre 10 milioni di iscritti e quasi un milione di storie a lieto fine (leggi: matrimoni celebrati), il sito è rapidamente diventato un punto di riferimento per tutti i concorrenti “occidentali” che offrono lo stesso tipo di servizio. Il segreto del successo del sito sta forse nella possibilità di effettuare delle ricerche ultramirate: ci sono ben venti voci e categorie tra cui scegliere per trovare il profilo della/del partner perfetto. Encomiabile è poi la trasparenza del sito che, a differenza di suoi concorrenti più smaliziati, fa capire esattamente quando e dove c’è da pagare per entrare in contatto con la propria partner. La privacy poi, è assolutamente garantita. Che sia l’inizio della fine per il corteggiamento classico e il colpo di fulmine?


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42 metro mag

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> MENUS

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Le migliori tavole del mondo Ancora una volta “the best chef” è il catalano Ferran Adrià a fine dell’anno si sta avvicinando e, come capita spesso, fioccano le classifiche atte a mettere in fila i migliori ristoranti del mondo. I primi a pubblicare la top 50 del 2009 sono i recensori della guida “World’s Best Restaurants 2009” che assegnano anche quest’anno il primo posto al ristorante spagnolo “El Bulli” capitanato dallo chef Ferran Adria, deus ex machina della cucina molecolare che in Italia è stato recentemente protagonista di una grande polemica con lo show televisivo “Striscia la Notizia”. Al secondo posto si è classificato l’inglese “The Fat Duck” mentre al terzo troviamo il “Noma”, raffinato ristorante danese. La Spagna sembra essere diventata la nuova terra promessa per tutte le buone forchette del mondo: il “Mugaritz”, “El Celler de Can Roca” e l’”Arzak” si piazzano rispettivamente al quarto, al quinto e all’ottavo posto. L’Italia invece mastica amaro, visto che non c’è nessun esponente del Belpaese nella top ten, anche se tutto sommato non ci si può lamentare visto che possiamo vantare la più alta nuova entrata in classifica con l’”Osteria Francescana” di Massimo Buttura a Modena al tredicesimo posto. Selezionati tra i primi cento anche “Cracco”, “Gambero Rosso”, “Combal.Zero”, “Dal Pescatore” e “Enoteca Pinchiorri”. Per stilare questa classifica hanno lavorato incessantemente circa 800 esperti proveniente da tutto il mondo: 18 mesi di assaggi e cene in giro per i 5 continenti.

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Sua maestà il tartufo È praticamente solo acqua e sali minerali. Ma ha un profumo indimenticabile e un prezzo... Autunno, tempo di tartufi. Il prezioso frutto della terra ha una fama millenaria. Si hanno testimonianze della sua presenza nella dieta dei sumeri, che lo utilizzavano mischiandolo ad altri vegetali quali orzo, ceci, lenticchie e senape, intorno al 1700 - 1600 a.C. La sua fama cresce a dismisura solo nel tardo ‘600, quando diventa il cibo prediletto da Re e Regine. Anche i “vip” dell’epoca ne celebrarono il sapore e la qualità. Gioacchino Rossini lo definì “Il Mozart dei funghi”, lord Byron lo teneva sulla scrivania perché il suo profumo gli destasse la creatività, Alexandre Dumas lo definì il Sancta Santorum della tavola. Una svolta decisiva nella sua storia si ebbe quando Giacomo Morra, albergatore e ristoratore di Alba, ebbe l’idea di rendere il tartufo un oggetto di culto collegandolo a una serie di eventi di richiamo turistico e enogastronomico. Il tartufo è un fungo che vive sottoterra, a forma di tubero, costituito da una massa carnosa,detta “gleba”, rivestita da una sorta di corteccia chiamata “peridio”. E costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi.

26 stelle per Robuchon

Secondo la guida Michelin lo chef francese dovunque apra un ristorante fa “bingo” e si merita grandi riconoscimenti Avere tre stelle sulla guida Michelin è un onore che pochi ristoranti al mondo possono vantare. Per uno chef è un punto di arrivo nella propria carriera, un po’ come lo è vincere un Oscar per un attore. Cosa dovrebbe dire quindi Joel Robuchon che di stelle ne ha ben 26? Ovviamente il dato non è relativo a un singolo ristorante ma la somma di tutte le stelle che hanno ricevuto l’anno scorso i suoi ristoranti sparsi per il mondo. Lo chef francese ha iniziato la propria carriera in patria e la svolta che ha cambiato la sua vita è avvenuta con l’incarico di guidare le gigantesche cucine dell’hotel La Favette a Parigi: servire 3.000 pasti al giorno mantenendo un’eccellente qualità non è cosa da tutti ma Robuchon vinse la sfida e da allora la sua carriera si è tramutata in un vero e proprio boom. Dopo La Favette lo chef ha deciso di mettersi in proprio e, aperto un piccolo ristorante a Parigi, chiamato Jamin, in soli tre anni si è guadagnato le tre stelle Michelin, le prime di una lunga serie. Dopo essersi ritirato a soli 51 anni, Robuchon è recentemente tornato all’opera, aprendo un nuovo locale a Tokyo, caratterizzato da una tipologia di piatti completamente diversa dalla tradizione dei suoi classici ristoranti sparpagliati in Europa e America.


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Le mille anime di Tokyo Se inizialmente si può restare stupiti dai suoi quartieri tecnologici e dalla frenesia delle persone nelle strade, addentrandosi nel cuore della città, si può scoprire una capitale molto tradizionale

E per letto non solo futon Tecnologia e tradizione nell’enorme offerta alberghiera della capitale Tutti coloro che detestano la tecnologia e desiderano immergersi in un atmosfera tradizionale devono soggiornare al Ginza Yoshimitsu. Quest’albergo ha solo 11 camere, al cui interno non c’è praticamente nulla: né televisori, né collegamento a internet, né elementi d’arredo a parte i tatami e i futon che vengono srotolati solo la sera quando si va a dormire. All’estremo opposto c’è l’Hilton: è il più grande albergo asiatico della celebre catena. Le camere sono tradizionali e di ampia metratura, come in tutti gli Hilton e c’è una grande cura per l’arredamento e per il relax offerto ai propri ospiti. Chi ama la storia apprezzerà l’Imperial Hotel, uno dei più antichi alberghi di Tokyo, visto che venne inaugurato nel lontano 1890. I cinefili sono da dirottare all’Hyatt Park, visto che qui Sofia Coppola ha girato il memorabile “Lost in translation”, film che ha lanciato Scarlett Johansson. L’albergo è situato negli ultimi piani della celebre torre di acciaio disegnata da Kenzo Tange. Geek e nerd sono infine pregati di recarsi al Peninsula, ubicato nelle prossimità del centro di Ginza. L’intera struttura declina il verbo dell’hi-tech, visto che all’interno delle stanze ci sono sensori che permettono di controllare a distanza luci e temperatura, senza contare il collegamento wi-fi e i televisori al plasma.

Un mercato da mangiare Al gigantesco Tsukiji tutto è grande, anche la qualità del cibo I ristoranti giapponesi sono molto popolari in Italia ma provare quelli “originali” è un’esperienza da non perdere. La prima cosa da fare, appena smaltito il fuso orario è provata la colazione allo Tsukiji, il mercato più grande del mondo. Qui, oltre a un tonno incredibile, si vendono oltre 400 qualità di pesci, crostacei e molluschi. Fantastici, ovviamente, sono i ristoranti di sushi presenti all’interno, per una prima colazione assolutamente atipica. Al Sukeroku si mangia il miglior sushi della città, mentre al Koya i piatti forti sono l’insalata di meduse e gamberetti e le ostriche fritte. Rinomati sono anche i wanton, spesso accompagnati da birra locale. All’Ippudo è possibile assaggiare uno dei migliori ramen (le famose zuppe servite bollenti) della città. Se infine proprio non riuscite a fare a meno di pasta e bistecche e la parola tempura vi fa venire la nausea, i locali italiani non mancano: il nome giusto è quello di Sadler, versione orientale del noto ristorante milanese.

Miyazaki & Co L’offerta artistica e museale della città spazia dal passato all’animazione futuristica Il Giappone sa essere imprevedibile anche per quanto concerne i musei. Il più difficile da visitare, visto che gli ingressi sono limitati, è senz’altro il Museo Ghibli, nato dalla fervida fantasia di Hayao Miyazaki, autore di “Totoro”, “La città incantata” e altri splendidi film d’animazione. Il museo, disegnato dallo stesso regista e diretto dal figlio, è poco distante da Tokyo, immerso nel verde e offre la possibilità di ammirare a grandezza naturale i personaggi protagonisti dei film del cineasta premio Oscar. Chi ama l’arte contemporanea deve assolutamente fare tappa al Mori Art Museum, situato al 53esimo piano della Mori Tower a Roppongi Hilles. Più tradizionale è l’Ota museum, dove sono esposte le migliori raccolte di Ukiyo-E, le stampe su legno decorate a mano da artigiani e pittori locali. Al Museo nazionale di Tokyo c’è infine la più grande collezione di arte giapponese.



46 metro mag

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urbanenomads.com stieglarsson.com africasharkdivesafaris.com

Vacanza in Mongolia per Paperoni: 2 milioni di dollari Urban Nomads ha in programma il viaggio più caro del mondo

iaggi avventurosi? Urbane Nomads ha delle proposte fuori dall’ordinario. Più che un tour operator è un generatore di sogni: la compagnia, fondata di recente e con sede nel Sudest asiatico ha creato il tour più lussuoso del mondo. L’idea è quella di seguire le orme del Kublai Khan, leggendario condottiero mongolo e fondatore dell’Impero cinese. Si parte dalla Mongolia, ove si arriva da qualsiasi altra parte del mondo grazie a un aereo privato. Lì si pratica la caccia con il falco, si può essere ritratti dal più famoso artista nazionale e si viene trattati come dei Re. Gli spostamenti nella regione avvengono con jet privati, si dorme negli alberghi e nei resort più lussuosi e si ha sempre la consulenza di una guida, un cuoco e un autista privato, caso mai la cucina del posto non fosse di proprio gradimento o ci si dovesse spostare per brevi tratti (ovviamente solo a bordo di auto di lusso. Dalla Mongolia si passa poi alla Cina, che viene esplorata, con le stesse modalità, in lungo e in largo, da Pechino alle più remote campagne, fino ad arrivare alla zona dei grandi fiumi e delle dighe monumentali. Il costo? Appena 2 milioni di dollari (cifra con la quale potreste soggiornare per quasi un anno nel più lussuoso albergo del mondo). Robe da ricchi insomma, ma attenzione: Urbane Nomads ha anche offerte più… umane che partono da 8mila euro che coprono qualsiasi Paese lontano od esotico, Antartide compresa. Alla faccia dei turisti spaziali.

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A Stoccolma con Lisbeth

Faccia a faccia con gli squali

Il fotografo Maki Galimberti ci “racconta” i luoghi dei libri di Larsson Dopo Bjorn Borg e gli Abba, la Svezia ha prodotto di recente un nuovo fenomeno che ha catturato l’attenzione del mondo: Stieg Larsson e la sua trilogia “Millennium”. Purtroppo l’autore non ha potuto godere del successo, visto che è arrivato in libreria postumo (è morto d’infarto a soli 50 anni), ma che Lisbeth e i luoghi in cui sono ambientati i tre romanzi siano diventati di culto è cosa nota. Oggi, un po’ come succede con la Sicilia di Montalbano, vengono organizzati tour che portano i curiosi lettori a seguire le orme della geniale hacker e del brillante giornalista Blomkvist. Södermalm, una delle quattordici isole della capitale, è la zona in cui è ambientata la serie ed è magistralmente raccontata dalle fotografie di Maki Galimberti in “La Stoccolma di Stieg Larsson” (edizioni Photographer). Il Millennium tour è una visita guidata di un’ora e mezzo, con spiegazioni in inglese e francese, che ripercorre i luoghi della trilogia: Götgatan, dove si trova l’ufficio del protagonista Mikael Blomkvist, la veduta su Riddarfjärden dal suo appartamento e Kvarnen, uno storico pub di Södermalm frequentato da Lisbeth Salander. Lo Sheraton Stockholm Hotel, cioé il luogo di incontri intimi tra Mikael Blomqvist e Harriet Vagner, propone un pacchetto “Millennium” che comprende: un pernottamento con prima colazione, un tour Millennium con relativa cartina e un caffé gratis al Mellqvist kaffebar.

Per lo sharkwatching non serve volare in Sud Africa. Basta andare a Cattolica L’incontro con uno squalo non è uma delle cose che ci auguriamo. Salvo che non si viaggi apposta per praticare lo sharkwatch, immersioni per gli amanti delle sensazioni forti. Per l’incontro con il grande squalo bianco, il protagonista di “Jaws”, quello con la fama di mangiatore di uomini, il Sudafrica è il posto migliore: calati in una gabbia in mezzo a un branco di Carcharodon carcharias, bestioni di sei metri di lunghezza dal sorriso non proprio accattivante l’adrenalina scorre a mille. Brividi garantiti anche altrove, comunque. Un buon sito per avere tutte le informazioni e scegliere altre località nel mondo (Bahamas, Messico, Australia, Tanzania, Mozambico) è www.sharkbookings.com. Più rilassanti ma altrettanto suggestive le immersioni a Yamagata, in Giappone. Qui in una caverna vengono a riprodursi gli squali del tipo Triakis scyllium, animali mansueti che non attaccano l’uomo e si lasciano accarezzare dai sub. Per chi non vuole rischiare ci sono poi gli acquari. Tra i più belli il Maui Ocean Center, alle Hawaii, dove si può nuotare in mezzo a 20 squali. Oppure il nostrano acquario di Cattolica, dove dal 2003 una campagna di sensibilizzazione per la salvaguardia degli squali comprende anche le immersioni “faccia a faccia” con i predatori dei mari.



www.tezenis.com

Fall Winter 09/10


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