portfolio_triennale_A4v

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ARCHI TECTURE

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Andrea Pagan INDICE

Curriculum Studiorum 2008 - 2012

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Progettazione architettonica 1

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Composizione archirettonica ws2009

19

Progettazione architettonica 2

31

Composizione archirettonica ws2010

49

Restauro

61

Architettura degli interni

79

Progettazione urbanistica1

89

Progettazione architettonica e urbana

103

Composizione architettonica ws2011

119

Teoria e tecnica della progettazione architettonica

137

Viaggio negli Stati Uniti d’America

157

Viaggio in Germania

165

II


III


CURRICULUM STUDIORUM 2008 | 2012

I ANNO

progettazione architettonica 1 - prof.ssa Eleonora Mantese caratteri tipologici e distributivi degli edifici - prof.ssa Esther Giani progettazione degli elementi costruttivi - prof. Matteo Guardini fondamenti e applicazioni di geometria descrittiva - prof.ssa Gabriella Liva disegno dell’architettura - prof. Giuseppe D’Acunto istituzioni di storia dell’architettura - prof.ssa Anna Bedon matematica - prof. Enrico Pontorno fondamenti di informatica - prof. Matteo Ballarin workshop di composizione architettonica - Gigetta Tamaro

II ANNO

progettazione architettonica 2 - prof. Stefano Rocchetto progettazione dei sistemi costruttivi - prof.ssa Valeria Tatano meccanica strutturale 1 - prof.ssa Antonella Cecchi tecnica del controllo ambientale - prof. Fabio Peron rilievo dell’architettura - prof. Fabrizio Gay storia dell’architettura comntemporanea - prof. Francesco Dal Co meccanica strutturale 2 - prof.ssa Antonella Cecchi urbanistica - prof.ssa Angela Marin workshop di composizione architettonica - Donatella Mazzoleni

III ANNO

progettazione urbanistica - prof. Enrico Fontanari restauro - prof. Andrea Benedetti architettura degli interni - prof.Giorgio Ricchelli estimo - prof. Fabio Fiocco progettazione architettonica e urbana - prof. Serena Maffioletti inglese - prof. John David Millerchip workshop di composizione architettonica - Marco Navarra

ESAMI A SCELTA

arte e architettura greca e romana - prof. Giulia Bordignon georisorse minerarie e applicazioni - prof. Lorenzo Lazzarini geografia urbana e regionale - prof. Marco Torres storia dell’arte moderna - prof.ssa Valeria Benacchio trasporti urbani e metropolitani - prof. Agostino Cappelli teoria e tecnica della progettazione architettonica - prof. Renato Rizzi viaggio di stidio in Germania - prof. Fabio Fiocco viaggio di studio U.S.A. - prof. Agostino De Rosa

IV


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I째 ANNO

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Progettazione architettonica 1

Abitare le sponde del Danubio, Vienna

Prof.ssa Eleonora Mantese

Il corso pone l’ attenzione su alcuni temi che caratterizzano il dibattito contemporaneo sull’architettura. I temi su cui ci si è interrogati riguardano la presenza e la caratterizzazione del Genius Loci, la possibile concezione della progettazione architettonica intesa come rielaborazione compositiva di “materialicitazioni”. Per quanto riguarda il Genius Loci, la questione si riversa sull’identificazione di una matrice naturale e di una artificiale. L’ architettura sarà quindi tenuta a definire i due aspetti attribuendone un peso, un rapporto, una misura ed una forma. La seconda questione in particolare porta ad una rivisitazione tematica della progettazione intesa come sviluppo creativo e scientifico legato a quell’attività della mente umana che è la fantasia. Fantasia è quindi la facoltà di produrre immagini legate ancora alla sfera della sensibilità. Il tema fondante del corso della prima progettazione architettonica è quindi incentrato sull’abitare le sponde del Danubio in una città mitteleuropea come Vienna. L’area progettuale è situata a Simmering nel 11° Bezirk, oggi compresa tra il Danubio e il Donaukanal. La localizzazione è verso nord est, una delle zone di maggior sviluppo della città, tra la parte storica e più rappresentativa della capitale e il Danubio; anche secondo l’ attuale piano regolatore l’ area è situata vicino una zona dove è prevista una forte quantità di interventi pubblici e residenziali, ma attualmente strutturata esclusivamente da piccole case per pescatori, e/o amanti del Danubio.

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Obiettivi: architettura, natura, artificio lettura del contesto urbano o rurale e delle particolari condizioni espressive del luogo al fine di orientare e definire volumetricamente l’abitazione.

materiali-citazioni natura delle scelte formali (nello scolpire i volumi) dovute alla ricerca di riferimenti e rielaborazione critica di concetti e progetti.

misura e simmetria

composizione dell’abitazione legata alla distribuzione interna dei locali in riferimento ai punti precedenti.


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in questa pagina: _abitazioni dei pescatori o villeggianti, utilizzate come riferimento per le battute di caccia o casa per le vacanze

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in questa pagina: _abitazioni dei pescatori o villeggianti, dialogo tra architettura e natura

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in questa pagina: _schizzo studio sulle abitazioni preesistenti

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in questa pagina: _argine del Danubio, il forte dislivello tra il fiume e l’argine è dovuto alle esondazioni estive _strada sterrata tangente al Danubio che conduce all’area di progetto

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in questa pagina: _pianta costruttiva primo piano

Il progetto si suddivide in due macro ambienti: nel volume ad est vi è la distribuzione dell’alloggio, il piano ad ovest presenta una terrazza a sbalzo. Entrambi gli ambienti sono rialzati dal piano di campagna e poggiano a sud su pilastri, e a nord su un muro in blocchi di laterizio rivestito in pietra. Gli ampi infissi che illuminano il volume abitativo aprono prospettive che legano il Danubio alla massa boschiva situata ad est, la

quale cela alla vista le architetture periferiche e i capannoni industriali. A sud è stato progettato un percorso che collega la strada sterrata del piano di campagna ad una passerella che corre lungo l’argine del Danubio. Nell’immagine riportata su questa pagina il percorso di collegamento è tangente all’abitazione ed è progettato in modo tale da fornire la possibilità di creare più accessi per eventuali abitazioni ubicate

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in questa pagina: _pianta costruttiva attacco a terra

nella stessa area tramite un collegamento est - ovest. Nell’attacco a terra (immagine presente in questa pagina) è stata progettata la rarefazione dei contatti dell’abitazione con il suolo, al fine di tutelare il proprietario da eventuali esondazioni del Danubio; inoltre i volumi svuotati posti al di sotto dell’abitazione permettono il parchiggio, l’immagazzinamento di attrezzature o barche oppure la distribuzione di un’area lounge o per il pranzo.

Il setto in blocchi di laterizio rivestiti in pietra, lascia un forte segno sia nel suolo che nel paesaggio. “Quando si attraversa una natura intatta si causano ad esempio sempre delle distruzioni, anche calpestando semplicemente l’erba; queste impronte inducono chi viene successivamente a seguire lo stesso sentiero.” cit. Sverre Fehn

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in questa pagina: _prospetto nord _prospetto est

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in questa pagina: _prospetto sud _prospetto ovest

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in questa pagina: _planivolumetrico abitazione

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in questa pagina: _sezione architettonica AA’ _sezione architettonica BB’

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in questa pagina: _sezione costruttiva AA’

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in questa pagina: _sezione costruttiva BB’

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in questa pagina: _modello dell’abitazione con inquadramento limitrofo

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in questa pagina: _vista dal prospetto est verso il Danubio _vista dal prospetto ovest verso la massa boschiva _vista del setto in pietra _interno, soggiorno con angolo cottura

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II째 ANNO

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Progettazione architettonica 2

Abitare la città contemporanea

Prof. Stefano Rocchetto

Il tema del corso è il rapporto tra il progetto di architettura e il contesto; si afferma dunque che ogni luogo possiede un proprio carattere, sebbene sia influenzato da assenze o discontinuità. Nel corso sono state approfondite le problematiche legate all’abitazione nella città esistente, alle relazioni che questa crea con il luogo, alla stesura di un programma d’intervento in rapporto alle scelte architettoniche e alla soluzione insediativa. L’ area di progetto corrisponde allo stadio Baracca a Carpenedo, Mestre. L’intervento è stato proposto dalla docenza con lo scopo di mantenere un volume di 25.000mc comprensivi di: una porzione residenziale con una vasta tipologia di alloggi e un’ altra porzione commerciale. Al di fuori della volumetria consigliata, è stato richiesto di progettare: un’ area destinata al parcheggio, sia coperto che a raso, e un’ area verde. Al progetto è stato richiesto di mantenere una coerenza compositiva, insediativa, e distributiva che dalla scala più grande 1:1000 planivolumetrico, è scesa fino al 1:100 Wpianta del duplex. I temi attorno ai quali si sono svolte le lezioni sono i seguenti: - Architettura e contesto. - La progettazione dello spazio abitativo. - Il progetto degli spazi non edificati.

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Obiettivi: analisi e programma stesura di un programma legato alle caratteristiche del luogo, le necessità di destinazione d’uso ed alla viabilità

insediamento, volumi e forme gestione, misura, altezze e quantità e distribuzione delle aree interessate dal programma

alloggi e quantità

definizione delle tipologie abitative, dei loro rapporti e delle quantità di alloggi in relazione tra loro


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in questa pagina: _inquadramento aereo dell’area di progetto, lo stadio Baracca a Carpenedo, Mestre

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collegamenti al centro ed alla tangenziale su gommato

in questa pagina:

collegamenti secondari o di raccordo tra le vie principali

_sezione architettonica AA’ _sezione architettonica BB’

percorsi pedonali e marciapiedi area di progetto tensioni, percorsi esclusivamente pedonali

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in questa pagina: _schizzo di progetto

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in questa pagina: _planivolumetrico dell’impianto

Il progetto nasce dalla necessità di definire un vuoto all’ interno della fitta rete urbana di Mestre. Si suddivide in due volumi residenziali/commerciali: il primo prisma a base rettangolare è posizionato a sud e corre parallelo a via Francesco Baracca, il secondo che curva a gomito è posizionato a nord e permette la generazione di due piazze suddivise da una sua porzione ortogonale ai due volumi. La disposizione dei volumi, inoltre, è dovuta alla presenza di due

accessi laterali che permettono: ad ovest, da viale Giuseppe Garibaldi, di raggiungere l’ampio parco posto come stacco e stepback da via Francesco Baracca, e a est, da via Giuseppe Miraglia, di giungere direttamente nella piazza orientale. Le piazze sono state progettate al fine di ottenere due diversi utilizzi: la piazza a est ha una funzione prevalentemente commerciale, inoltre ha altri tre accessi, uno di collegamento con l’altra piazza un secondo di collegamento con il parco ed un terzo che taglia il

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in questa pagina: _prospetto nord _prospetto sud

volume a sud nel suo attacco a terra e proviene anch’ esso da via Francesco Baracca; infine il piano terra dei due volumi comprende solo negozi. La piazza a ovest, presentando un teatro e luoghi adibiti alle attività commerciali a sud, ha una funzione ibrida. Il vuoto creato dalla piazza occidentale è servito da due accessi: il primo porta ai garages posti a nord, e il secondo è di collegamento con la prima piazza, è uno spazio più intimo rispetto al precedente.

I posti auto a nord sono di due tipologie: i parcheggi a raso, posti in asse con il teatro di modesta altezza (finalizzata a non oscurare gli affacci del residenziale), e i garages coperti, che non presentano vetrature in prospetto al fine di evitare qualsiasi contatto con il limitrofo residenziale/commerciale e vengono illuminati da shed di altezza contenuta.

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in questa pagina: _attacco a terra dell’impianto

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in questa pagina: _assonometria dell’impianto

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in questa pagina: _sezione urbana AA’ _sezione urbana BB’ _sezione urbana CC’

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in questa pagina:

alloggio da140 mq

_piano tipo primo piano +5.2m

alloggio da100 mq alloggio da 90 mq alloggio da 80 mq alloggio da 60 mq alloggio da 45 mq

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in questa pagina:

alloggio da140 mq alloggio da 90 mq

_quarto piano +14.2

alloggio da 80 mq alloggio da 60 mq

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in questa pagina: _pianta architettonica livello inferiore duplex _pianta architettonica livello superiore duplex

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in questa pagina: _spaccato prospettico AA’ _spaccato prospettico BB’

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in questa pagina: _vista del prospetto sud dal percorso situato parallelo al lato est del parco

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in questa pagina: _vista della piazza ad ovest _vista del prolungamento del porticato posto sui servizi _vista della piazza est _scorcio della piazza ovest

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Composizione architettonica WS2010

Esercizi per lo sviluppo del pensiero creativo in architettura

Prof.ssa Donatella Mazzoleni

Il laboratorio è iniziato con la chiara premessa che il processo creativo non può essere insegnato. Ciò che può essere insegnato è invece il percorso propedeutico al verificarsi di un evento creativo. Il processo creativo in architettura non è un percorso individuale del progettista, bensì un riconoscimento collettivo di senso mediante la percezione di una nuova forma di bellezza. Nel vivere in prima persona le “fasi” del processo creativo, noi studenti ci siamo trovati a dover necessariamente accettare l’altissimo rischio di fallimento, e questa è stata una delle condizioni indispensabili per l’avvio di un processo autentico, con probabilità di riuscita. 1_ preparazione, de-costruzione dei pregiudizi e ritorno al corpo; 2_ ricerca nomade; 3_ serendipity (cercando qualcosa, trovo qualcos’altro); 4_ accumulazione; 5_ tentativi di ideazione per lo più infruttuosi; 6_ analogie; 7_ distrazione e riposo; 8_ epifania (nel momento di distrazione può verificarsi qualcosa); 9_ valutazione.

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Obiettivi: percezione sperimentazione percettiva della città Venezia

connessione in base all’esperienza veneziana abbiamo definito un percoso tra le calli ed i canali ampliandone le percezioni

elaborazione

reificazione puntuale delle percezioni


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in questa pagina: _il cuore di Venezia, il cuore del labirinto cretese

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in questa pagina: _il filo di Arianna _il labirinto cretese

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in questa pagina:

percorso dedalo interventi puntuali nel percorso dedalo - aerei

_planimetria del sestiere di S. Polo a Venezia, percorso dedalo ed ubicazione degli interventi

interventi puntuali nel percorso dedalo - a terra

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canon Ă lumière subacqueo, catturare la luce copertura servizi igienici pubblici molo belvedere - zattera percorso ipogeo stazione principale dei percorsi aerei giardinetto, catturare l’ombra skyspace meridiana

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in questa pagina: _vista del giardinetto in campo S. Giacamo dell’Orio, dispositivo per catturare l’ombra _vista della meridiana in campo De le Strope nei pressi di S. Giacomo dell’Orio _vista del molo belvedere posto nella fondamenta prospicente alla Cà d’Oro _vista della risistemazione dei servizi igienici pubblci in campo Parangon

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in questa pagina: _pianta ed assonometria del giardinetto in campo S. Giacomo dell’Orio, catturare l’ombra _pianta ed assonometria della meridiana in campo De le Strope nei pressi di S. Giacomo

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in questa pagina: _pianta ed assonometria del molo belvedere posto nella fondamenta prospicente alla Cà d’Oro _pianta ed assonometria della risistemazione dei servizi igienici pubblci in campo Parangon nei pressi di Rialto

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in questa pagina: _pianta ed assonometria del corpo scale posto in campo S. Agostin nei pressi di S. Giacomo dell’Orio _pianta e sezione assonometrica del percorso aereo che congiunge il campo S. Agostin alla calle De le Strope nei pressi di S. Giacomo dell’Orio

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in questa pagina: _vista di una traccia presente nel percorso, un’indicazione per ripercorre il filo d’Arianna

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III째 ANNO

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Restauro

Prof. Andrea Benedetti

Il tema del laboratorio è stato il progetto di restauro, inteso come strumento attraverso il quale conservare la sostanza formale e costruttiva dell’architettura. Dopo una prima fase di approfondimento per l’effettiva conoscenza dell’architettura storica (intesa come valutazione dello stato di conservazione, analisi costruttiva e studio delle modificazioni dell’edificio nel corso del tempo), lo scopo ultimo è stato la definizione di un progetto in cui emergessero spunti e riflessioni che, insieme, prefigurassero interventi in cui le istanze di “valorizzazione” e di “conservazione” si possano fondere ed integrare reciprocamente. Noi studenti siamo stati dunque liberi di scegliere la destinazione d’uso del nostro progetto, purchè tutte le nostre scelte venissero giustificate con correttezza scientifica e le nostre aspirazioni venissero ricondotte ad una consapevole intenzione conservativa.

Obiettivi: analisi storica/formale tramite la relazione storica e costruttiva della chiesa

scelta dell’intervento motivazione della composizione di progetto

analisi patologie

studio delle patologie di una porzione della chiesa

soluzioni tecnologiche

dettagli costruttivi che integrano il progetto

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in questa pagina: _facciata principale della chiesa di Santo Stefano di Monselice

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in questa pagina: _vista dalla navata centrale verso il transetto e l’abside con absidiole laterali

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in questa colonna:

in questa colonna:

_pianta architettonica dell’impianto monastico nel XIII/XIV secolo

_pianta architettonica dell’impianto monastico nel XIV/XV secolo

La prima fase edilizia riscontrabile nelle strutture ancora esistenti è rappresentata da un edificio costituito da un corpo unico rettangolare di circa metri 30 x 11, con copertura a capriate lignee, terminante con una piccola abside anch’essa quadrangolare di circa metri 7,9 x 6,6. Due finestre nella parte superiore dei perimetrali est ed ovest dell’abside centrale, poi tamponate e parzialmente obliterate dalla costruzione delle due absidiole laterali; legato a questa prima fase, anche se di poco successivo alla costruzione dell’abside è un piccolo campanile a vela posto ad est nel punto d’incontro fra abside centrale e navata, che attualmente risulta completamente inglobato nella muratura del transetto. La decorazione in rosso degli archetti ciechi e delle mensole della facciata; in particolare queste ultime presentano all’attacco inferiore una sorta di triangolo rosso con interno bianco.

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Questa fase, che vede una riorganizzazione complessiva dell’edificio in senso monumentale, è caratterizzata: dalla demolizione della parte settentrionale dei perimetrali dell’aula primitiva (verso l’abside) per l’inserimento di un grande transetto con dimensioni interne di circa 10,80 metri di profondità per 17,00 metri di larghezza, che diviene il punto nevralgico di organizzazione della chiesa, distinguendo nettamente questa parte nuova, probabilmente riservata ai monaci ed in comunicazione diretta con il monastero (attraverso la parete orientale), da quella meridionale destinata ai fedeli e con accesso in facciata dal sagrato e quindi dalla strada pubblica antistante. La costruzione del nuovo transetto comporta, tra l’altro, il rifacimento dell’arco trionfale e la realizzazione di due absidiole voltate a crociera e affiancate all’abside della fase precedente. Quest’ultimo intervento rende necessario il tamponamento delle due finestre originali dell’abside; in questa fase dobbiamo includere anche la realizzazione di alcune cappelle sul lato orientale (probabilmente tre).


in questa colonna:

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_pianta architettonica dell’impianto monastico nel XVI/XVII secolo

_pianta architettonica dell’impianto monastico nel XVII/XVIII secolo

Durante questo arco temporale l’originario impianto viene a più riprese modificato fino ad assumere nel suo complesso l’aspetto attuale: l’originaria abside rettangolare viene ampliata, allungandola verso nord, con un coro radiale illuminato da quattro grandi finestre quadrangolari; pur in assenza di fonti documentali, intorno a questa data si pone la costruzione di una nuova navata addossata al perimetrale ovest dell’edificio originario e coperta da volte a crociera. Appare logico pensare che, nell’intento di ridare simmetria all’impianto cultuale, contemporaneamente alla realizzazione della navata occidentale sia trasformato in navata anche lo spazio orientale in precedenza occupato dalle tre cappelle. Con tutta probabilità, contemporaneamente a questi ultimi interventi viene rifatto il portale d’ingresso in pietra della navata centrale che stilisticamente (architrave sormontato da un frontespizio spezzato ad arco remenato con al centro un acroterio sostenente una pira) denuncia la sua natura barocca.

La quarta fase edilizia è identificabile con il momento della defunzionalizzazione della chiesa come edificio di culto. Sostanziali modifiche vengono portate all’organizzazione spaziale dell’edificio: tutte le aperture (arcate e portali) che consentivano il collegamento fra navata centrale e laterali sono tamponate, permettendo così la gestione indipendente dei tre vani (solo una piccola porta nella parete nord della navata orientale viene conservata), mentre nella navata occidentale viene realizzata un’uscita verso l’esterno nella parete nord; poco più tardi (la posteriorità dell’intervento è documentabile dai rapporti stratigrafici) l’edificio viene trasformato in stalla e ricovero per le truppe di cavalleria: ciò comporta la necessità di demolire ed asportare tutti i pavimenti originari, sostituendoli, ad una quota più bassa, con una pavimentazione in martellina lavorata con la creazione di canaline longitudinali e con una leggera pendenza verso l’esterno meridionale funzionali allo sgrondo dei liquami.

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abside XVI secolo

in questa colonna:

in questa colonna:

abside XV secolo

_schizzo della pianta architettonica con analisi della distribuzione degli ambienti

_schizzo della pianta architettonica con alzato assonometrico delle arcate ed aperture archivoltate della chiesa

campanile transetto navata centrale navate laterali

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abside XVI secolo

in questa colonna:

in questa colonna:

abside XV secolo

_schizzo della pianta architettonica con alzato volumetrico che tende a definire i volumi in relazione alle funzioni

_schizzo derivante dalla pianta architettonica con assonometria dell’intradosso delle coperture, volte e capriate

transetto navata centrale navate laterali

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in questa pagina: _analisi costruttiva della muratura presa in esame

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in questa pagina: _analisi delle patologie della muratura in relazione agli elementi costruttivi, ed al livello di degrado presente

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sala espositiva bar bar/sala lettura sala lettura/zona relax bookshop toilette

Obiettivo del progetto. Realizzazione di uno spazio espositivo che valorizzi la struttura considerata nella sua condizione precedente alla fine dell’800. Tema. Evidenziazione degli elementi stilistici della chiesa che emergono grazie a direttrici visive che colgono i volumi interni. Epoca di riferimento nel recupero. La fine del secolo XIX si identifica con la defunzionalizzazione della struttura, che cessa di essere edificio di culto per assumere ruoli di basso rilievo. Questo periodo segna il limite temporale oltre il quale è inopportuno considerare i mutamenti tecnici e stilistici perché privi di una valenza artistica interessante. Il restauro si riferisce quindi principalmente al periodo precedente.

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Il tamponamento (diagramma 3). Si è deciso di mantenere la muratura di tamponamento realizzata a fine ‘800 tra le arcate che separavano le navate della chiesa. Il mantenimento del tamponamento ha un significato stilistico perché pur trattandosi all’epoca di uno sfregio, rimanda alla defunzionalizzazione dell’edificio, tutt’ora non più chiesa. La muratura viene tuttavia scavata attorno all’arcata per riagganciarsi visivamente e quindi concettualmente al periodo stilisticamente più florido per l’edificio (il momento in cui era chiesa). Inoltre la “permeabilità” delle pareti laterali consente di creare una serie di percorsi per lo spazio espositivo. La muratura non ha funzione statica ed è sorretta da una catena.

Le aperture (diagramma 3). In facciata si riaprono l’oculo del 1489, le lunette laterali e gli ovali del 1621. Si riaprono anche la porta orientale del 1489 e la porta ovest creata nel 1741. I volumi (diagrammi 2-4). Il volume portineria è generato dalla proiezione della larghezza porta originale del 1489 su quella allargata nell’Ottocento. I listelli di legno che fun gono da pannelli espositivi e indirizzano i percorsi sono posizionati in modo da ricordare la presenza degli altari lignei nelle navate laterali. Differenze di quota (diagramma 1). I gradini che rialzavano il presbiterio erano presenti già nel 1621. Si sa che nel 1740 il pavimento non era piano ma aveva quota variabile ed esistevano degli scalini tra il transetto e l’abside nonché tra il transetto e le absidiole.

diagramma 1

diagramma 2

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Intervento

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in questa pagina: _sezione architettonica AA’

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in questa pagina: _sezione architettonica BB’

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in questa pagina: _dettaglio costruttivo del pavimento flottante con aggancio del legno lamellare

pannelli in cls levigato

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s=3cm

pavimentazione originale in martellina

s=10cm

terreno costipato

s=20cm

legno lamellare

s=10cm


in questa pagina: _dettaglio costruttivo dell’aggancio del legno lamellare alla muratura

muratura del tamponamento preesistente legno lamellare

s=40cm s=4cm

cavi elettrici lampada incassata

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Architettura degli interni

Scuola Grande della Misericordia

Prof. Giorgio Ricchelli

Il corso ha affrontato l’analisi storico-critica e lo studio di strutture permanenti ed effiemere finalizzate alla trasformazione di ambienti in spazi collettivi per lo spettacolo tra cui teatri ed hall musicali. La trasformazione è stata intesa come progettazione di interni in edifici-involucro tramite l’utilizzo di dispositivi parassiti che inseriti nell’involucro preesistente possono risultare talvolta permanenti e/o talvolta provvisori. E’ stata quindi affrontata la progettazione in questo particolare campo alla luce della distribuzione di elementi concorrenti alla nuova realtà tipologica con la conseguente risposta alle soluzioni funzionali e formali. La scelta progettuale è stata quindi dettata da riferimenti rielaborati secondo le caratteristiche dell’involucro, talvolta mantenedo gli stessi concetti. Il progetto è stato definito in base alla Scuola Grande della Misericordia ubicata nel sestiere di Cannaregio a Venezia. La edificio storico di progetto è attribuibile al Sansovino e presenta una sala al pianterreno divisa in tre navate da colonne binate, mentre al piano superiore si trova un vastissimo salone destinato alle riunioni dei confratelli ed affrescato. Nel 1806 l’edificio fu destinato ad uso militare.

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Obiettivi: caratteristiche dell’edificio ospite misurazione, piccolo approfondimento storico e funzionale

caratteristiche dell’edificio parassita progettazione dell’edificio


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in questa pagina: _Scuola Grande della Misericordia vista in direzione delle Fondamente Nove _La facciata principale della Scuola Grande della Misericordia a Cannaregio, Venezia

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in questa pagina: _La facciata secondaria della Scuola Grande della Misericordia a Cannaregio, Venezia _Scuola Grande della Misericordia vista interna della navata centrale

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in questa pagina: _pianta architettonica dell’organismo parassita inserito nel contenitore preesistente

Il progetto prende come riferimento l’Arca di Prometeo di Renzo Piano dal punto di vista formale. L’involucro della Scuola Grande della Misericordia diviene la rimessa su cui si adagia per tutta la sua lunghezza l’architettura parassita. Invertendo la finalità dell’arca, si è ottenuta una partizione interna del palco utile per rappresentazioni che necessitano di una doppia platea simmetrica. Le quinte posso essere gestite lateralmente tramite dei cubi o

camerini inseriti nel binato oppure tramite la chiusura di una metà inserendo una scenografia che occulta una delle due platee. Il passaggio da un lato all’altro degli attori può essere effettuato tramite dei corridoi che passano sotto una delle due platee. Gli spettatori all’ingresso incontrano uno ampio foyer che può condurre ai servizi igienici, ad entrambe le platee o ad i balconcini posti sopra le platee, questi ultimi raggiungibili tramite dei corpi scala esterni inseriti nelle navate laterali.

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in questa pagina: _sezione architettonica AA’

In sezione risulta visibile come la superficie interna dei pannelli in legno lamellare, i quali racchiudono tutti gli ambienti, coincida con le due fasce di binato che separano le tre navate. I pannelli più interni sono allineati infatti con il binato finalizzato a dare continuità ad un ambiente unico. Nella fascia esterna le partizioni verticali seguono una disposizione ad arco a sesto ribassato creando da un lato il ventre dell’imbarcazione, dall’altro uno spazio utile per le funzioni interne

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ai cubi. L’illuminazione artificiale è data da reticolari sospese sopra al palco ed agganciate ai pannelli paralleli, l’illuminazione naturale produce una articolazione delle luci dovuta al filtro composto da binato ed ai pannelli in legno lamellare. I filtri schermano ma non occludono il passaggio della luce. L’intervento è reversibile e modulare in tutta la sua composizione.

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dall’alto al basso: _sezione architettonica BB’ _sezione architettonica CC’

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in questa pagina: _assonometria dell’organismo parassita

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in questa pagina: _il palco e la platea: vista dalla posizione di uno spettatore posto sulla seconda platea e rivolto verso il palco

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in questa pagina: _il foyer: vista dall’ingresso _il sistema binato: partizione delle navate

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Progettazione urbanistica

La metropolitana come generatrice

Prof. Enrico Fontanari

Il tema del corso di progettazione urbanistica si è sviluppato tramite lo studio del contesto territoriale della città di Brescia, dei suoi rapporti socio-economici, della mobilità preesistente e prevista in base allo sviluppo della rete metropolitana, con particolare riguardo alla complessità de tutte le reti di spostamento (carrabile, ciclabile, pedonale). E’ stata richiesta inoltre attenzione riguardo le scelte formali e funzionali che hanno caratterizzano il progetto in relazione alla forma della città e alle preesistenze edilizie situate nella zona. Il luogo di progetto corrisponde ad un ex area industriale di 54000mq di forma rettangolare ubicata a sud-ovest rispetto al centro storico e tangente a via Dalmazia e via Orzinuovi. L’ area è inoltre tangente alla ferrovia che spacca Brescia a metà, è prospicente all’autostrada A4 e presenta due punti d’accesso della futura metropolitana in via Orzinuovi. La posizione risulta strategica per una mobilità agevolata secondo quasiasi mezzo, inoltre presentandosi alle porte dell’autostrada risulta uno spazio di primo acchito per chi entra in città tramite un mezzo gommato.

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Obiettivi: analisi morfologia, orografia, territorio, isolati e destinazioni d’uso, mobilità, costruito

impatto delle scelte progettuali sulla mobilità, sul costruito, sulla forma della città, sulle necessità della città

progetto

definizione degli spazi interni, delle destinazioni d’uso interne, dell’attacco a terra, dei volumi


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in questa pagina: _foto scattata da via Orzinuovi in direzione dell’area industriale dismessa

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in questa pagina: _vista dei residui dei capannoni industriali ubicati nell’area di progetto

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Comune di Brescia - centro storico Comune di centro storico comune di Bresci centro --storico Comune di -Brescia Brescia aree residenziali Comune di -Brescia - aree residenziali comune di Bresci areeprincipali residenziali Aree industriali Aree principali aree industriali principali Aree industriali commerciali direzionali principali

aree commerciali direzionali principali Aree commerciali direzionali principali comuni limitrofi Aree dismesse aree dismesse Aree dismesse edifici pubblici principali Metropolitana metropolitana Metropolitana Collegamenti viari principali collegamenti viari principali Collegamenti viari principali Ferrovia ferrovia Ferrovia

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in questa pagina: _schema dei collegamenti e dell’edificato _schema della morfologia del terreno


in questa pagina: _pianta di Brescia in cui risalta il percorso della futura metropolitana, prevalenti aree di collegamento

RELAZIONI

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in questa pagina:

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Monte Maddalena

Duomo di Brescia

Brescia 2

Inceneritore

Area Via Orzinuovi

_elementi verticali di relazione con il progetto, landmark di Brescia sensibili a nuove relazioni


in questa pagina: _schema di relazioni visive

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centro storico centro storico residenziale residenzaile

attrezzature pubbliche attrezzature pubbliche zone produttive zone produttive

in questa pagina: _analisi destinazioni d’uso delle u.i.u, fotomontaggio progetto e definizione viabilità preesistente e generata

aree agricole aree agricole area didi intervento area intervento

viabilità progetto Viabilità indiprogetto DESTINAZIONI URBANISTI Viabilità esistente viabilità preesistente Pedonabile, cilabile pedonabile, ciclabile nel progetto in progetto

Metropolitana metropolitana

MOBILITA’ DI COLLEGAMENTO

Viabilità in progetto Viabilità esistente Pedonabile, cilabile in progetto Metropolitana

MOBILITA’ DI COLLEGAMENTO

Percorsi pedonali

Percorsi carrai prin

Percorsi carrai seco

ubbliche

e

nto

ANALISI DEGLI SPAZI APERTI

getto

nte

abile

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in questa pagina: _schema mobilitĂ pubblica/privata _schema verde ed aree pubbliche/private

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in questa pagina: _fotoinserimento del planivolumetrico di progetto

Il progetto prende in considerazione la suddivisione interna del lotto in tre specifiche destinazioni d’uso. Ad est è stata definita una piazza ribassata, un museo, uffici e una torre direzionale che caratterizza l’aspetto di relazioni visive a lunga distanza. La torre entra quindi in contatto con altri quartieri e si presenta come un landmark per l’ intera area a chi vi accede dall’A4. Un percorso tangente al museo, e secante via Dalmazia, congiunge

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l’area verde in prossimità di via Corsica al parco sistemato a nord prospicente i binari ferroviari. A sud è situata l’area residenziale regolata da gruppi di unità abitative di tipologia a patio complesso. Gli organismi di unità abitative sono svuotati al piano terra permettendo l’introduzione di alcune attività commerciali e parcheggi. La viabilità carrabile interna all’area residenziale taglia ortogonalmente i lotti su cui sono disposti i complessi e congiunge le due vie


in questa pagina: _foto inserimento dell’attacco a terra di progetto

tangenti all’area di progetto tramite un tragitto che passa parallelo al parco. La mobilità pedonale segue lo stesso principio tramite marciapiedi ed inoltre integra due strade convergenti verso il parco che rompono la griglia, in corrispondenza delle due fermate della futura metropolitana in via Orzinuovi. Tra il parco e l’area residenziale si è scelto di progettare un centro commerciale a causa della forte vicinanza con l’autostrada, della veloce mobilità e della presenza della torre intesa come faro attrattivo

per i quartieri limitrofi. Il centro commerciale è stato quindi isolato dalla zona residenziale tramite una fascia di vegetazione, è tagliato dagli stessi percorsi delle che rompono la griglia del residenziale e si affaccia sul parco orientando la propria facciata principale in un ambiente naturale.

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in questa pagina: _vista del landmark caratterizzante la piazza ribassata

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in questa pagina: _volo d’uccello sul progetto

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Progettazione architettonica e urbana

Architettura ed archeologia

prof. Serena Maffioletti

Il corso ha proposto come tema la necessità di un progetto contemporaneo nei luoghi dove il passato ha stratificato i suoi segni. Inoltre non siamo stati chiamati a doverci confrontare con i temi e le forme proprie dello spazio di città consolidate, bensì con quelli di centri minori, intorno ai quali si estende la trama indifferenziata della città diffusa veneta. Il Veneto diventa dunque un luogo di sperimentazione per un progetto dell’ abitare che, attraverso le sue qualità funzionali e formali, possa disporsi come polarità aggregante e come nuova possibilità abitativa radicata nel nostro tempo, ma anche nel paesaggio rurale, caratterizzato ancora da una forte identità e memoria storica. Nelle aree di progetto (Montegrotto, Concordia Sagittaria, Altino), sono evidenti resti di terme, fori, strade consolari, ville romane..., ed è stato dunque necessario sia prefigurare modi di abitare adeguati all’epoca in cui viviamo, sia valorizzare quanto più possibile il passato, l’identità del luogo e la sua storia. L’area da noi scelta è stata quella di Altino in corrispondenza del tratto di strada S. Eliodoro su cui si affaccia il Museo Archeologico Nazionale di Altino. Un altro tema emerso dalle caratteristiche dell’area di progetto è stato il rapportarsi con la strada. Essendo il sito archeologico tagliato da via S. Eliodoro è stato opportuno ricercare una soluzione di progetto che nella sua duplicità fosse uniforme. Infatti la parte orientale è stata trattata diversamente dalla parte occidentale a causa della diversa natura degli scavi presenti nell’area, mentre la strada è diventata un collante per l’intero progetto.

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Obiettivi: scavi, strada e museo articolazione dell’impianto in relazione a questi elementi del territorio

sezioni complesse essendo via S. Eliodoro a +1m dal piano di campagna è stato necessario lavorare le sezioni in relazione al primo punto

tipologie residenziali e destinazioni d’uso in relazione all’ubicazione, necessità, orientamento e percorsi

percorsi rispettivamente alle sezioni, al contesto archeologico, al museo


DA SOPRA I FRAMMENTI SI RICOMPONGONO E SI RITROVA TUTTO IL SENSO DEL PAESAGGIO

VEDERE CAMMINANDO, LEGGERE LE ROVINE E PASSARE IL TEMPO INSIEME ALLO SPAZIO

ABITARE ABITARE L’INTERNO ARCHEOLOGICO EVOCA UNA COMPRESENZA DI MONDI, IL SOPRA E IL SOTTO, IL DENTRO E IL FUORI, IL VUOTO E IL PIENO, L’INTERNO E L’ESTERNO, LA CITTÀ E L’ANTICO

L’INTEGRAZIONE DEI RESTI NELLA CITTÀ, NELLA SUA VITA URBANA

ARCHEOLOGICO

ABITARE

EOLOGIA ARCHEOLOGIA ARCHEOLOGIA INTEGRAZIONE NEL CONTEMPORANEO ARCHEOLOGIA ARCHEO 104


in questa pagina: _reperti archiologici posti in prossimità del medesimo museo ad Altino _percorsi tangenti al canale posto parallelo alla strada d’accesso al museo

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in questa pagina: _canale in prossimità dell’accesso al museo _via Sant’Eliodoro, strada d’accesso al museo

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in questa apertura: _prospetto est dell’impianto _planivolumetrico dell’impianto in relazione al museo ed al paesaggio

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in questa pagina: _pianta dell’impianto sezionata a +0.2m

Nel piano interrato sono stati disposti dei percorsi che legano il piano di campagna alla piazza ubicata a nord. Questi percorsi si presentano come quattro ambienti a doppia altezza finalizzati all’esposizione dei reperti archeologici tutt’ora stipati nei magazzini del museo. Al termine del percorso a nord si trova una galleria espositiva a doppia altezza, due negozi, anch’essi a doppia altezza a est ed a ovest, e un ristorante completamente interrato alle cui estremità

sono posti i servizi e la cucina. La coppia di rampe posta in ogni ambiente interrato fungono da collegamento con il piano superiore dei parcheggi ed eliminano le barriere architettoniche.

C’

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B

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in questa pagina: _pianta dell’impianto sezionata a +2.7m

Il piano terra è caratterizzato dai parcheggi presenti ad ovest in corrispondenza del residenziale che si trova al piano superiore, e dagli sbalzi che si affacciano sugli ambienti interrati. L’attacco a terra della piazza evidenzia le doppie altezze dei servizi posti al piano interrato e inoltre in corrispondenza del ristorante si ergono dei cubi in corean che assumono la funzione di lucernari. Nella parte di progetto ad est di via S. Eliodoro si presenta (a sud) l’attacco a terra di una torre panoramica belvedere che raggiunge i

40m d’altezza, (a nord) l’ attacco a terra di una lama di alloggi proiettata verso est, e i parcheggi con corpi scala annessi della fascia residenziale. La fascia di residenziale inoltre presenta gli atelier dei ricercatori ed archeologi completamente vertrati. Infine un percorso che congiunge la torre e la lama residenziale corre al suolo collegando tutta la fascia centrale.

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in questa pagina: _pianta dell’impianto sezionata a +6.2m

In questo livello è rappresentato il residenziale. Ad ovest di via S. Eliodoro, si distende la fascia dei patio, viene a quest’altezza sezionato il piano terra, ovvero l’attacco alla piastra. La copertura degli ambienti interrati a doppia altezza permette il pasaggio della luce tramite shed paralleli ai patio. Inoltre in prossimità della strada sono disposte delle piazze metafisihe che tendono a riportare la dimensione dell’intervento in un ambito che entra in risonanza con l’archeologia.

Ad est di via S. Eliodoro viene rappresentato il primo piano del residenziale che caratterizza sia la fascia centrale abitativa che la lama di alloggi con accesso a ballatoio vetrato rivolto verso la torre.

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in questa pagina: _pianta dell’impianto sezionata a +9.5m

Il primo piano dei patio entra in relazione con il secondo piano del residenziale posto ad est della strada, ritmando i vuoti e i pieni. Nelle piazze metafisiche si piegano a gomito pensiline composte in listelli in corten utili sia per ripararsi dal sole, che per delimitare l’accesso ai patio dalla zona pubblica delle piazze. I quattro patio complessi si differenziano sia per la quantità di alloggi che contengono, che per le differenti altezze e dimensioni delle piastre, provocando così delle spaccature ortogonali alla strada

che fungono da collegamenti pedonali dell’asse est-ovest.

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in questa pagina: _planivolumetrico dell’impianto

Il piano delle coperture infine tende a far risaltare tutti i percorsi in superficie, che si suddividono in: 1.precorsi delle piastre nella parte occidentale del progetto, i quali passano attorno ai patio, forniscono un accesso tramite rampe sia all’ambiente interrato che al piano dei garages, inoltre sono strettamente connessi con le piazze metafisiche. 2.percorsi delle coperture nella parte orientale del progetto, i quali connettono l’ultimo edificio residenziale a nord con la torre

panoramica posta a sud. Entrambe i percorsi sono congiunti a nord ed a sud da due ponti che valicano la strada e permettono la circolazione libera e continua. Sulla terminazione nord del percorso est è stata progettata una piastra sollevata a 4m da terra che congiunge il percorso sul piano di campagna e quello sopraelevato. La piastra in questione funge inoltre da terrazza tesa verso il museo archeologico.

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in questa pagina: _sezione architettonica AA’ _sezione architettonica BB’ _sezione architettonica CC’

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in questa pagina: _volo d’uccelo sull’impianto

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in questa pagina: _vista relativa al prospetto est ed alle unità abitative a sbalzo, il rapporto con i reperti è visivo

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in questa pagina: _prospettiva delle piazze metafisiche poste ad ovest sopra le piastre che sorreggono i patio, le piazze possono ospitare reperti archeologici da integrare con il paesaggio urbano

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in questa pagina: _vista notturna della piazza commerciale posta a nord dell’impianto, i cubi in corean assumono il ruolo di filtri per lace artficiale proveniente dal ristorante

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Composizione architettonica WS2011

Capannoni pop-up

prof. Marco Navarra

A partire dal caso dell’ex Elba a Bassano del Grappa, il workshop cerca di sviluppare, attraverso dispositivi POP-UP, una strategia per ripensare quel grande capannone dieci per dieci e lungo 560 chilometri che si attorciglia dentro il Nord Est. Una prima operazione consiste nel conoscere e immaginare il cacapannone liberandolo dai luoghi comuni che impediscono di vederlo. Abbiamo osservato i capannoni, a partire dalle ragioni costruttive e insediative connesse alle pratiche sociali ed economiche diffuse nel territorio utilizzando differenti tecniche di astrazione: dall’elenco all’abaco, dal ridisegno per sottrazione al mapping. Il comune di Bassano del Grappa, con il suo territorio occupato da più di 800 capannoni costituisce la base per un primo esperimento di catalogazione, studio e innesto di un programma innovativo su cellule campione.

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Obiettivi: analisi e catalogazione sopralluogo, ridisegno ed ipotesi progettuali

prospettiva progetto di riqualificazione


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in questa pagina: _vuoto per pieno di capannoni presenti nell’area bassanese, in evidenza i capannoni analizzati

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in questa pagina: _capannoni piÚ recinti presenti nell’area bassanese

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in questa pagina: _le condizioni degli spazi interni del capannone Ex-Elba

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in questa pagina: _le condizioni della copertura a shed e degli spazi attorno al capannone Ex-Elba

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in questa pagina: _diagramma che rappresenta lo schema di montaggio dei libri pop-up

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in questa pagina: _diagramma che rappresenta le quantitĂ di progetto per la riqualificazione

co-housing 1250 mq

500 mq energia rinnovabile 2000 mq

residenze 2500 mq monofamiliari mono 75 mq 750 foresteria 500 mq

orti 2000 mq verde 625 mq fattoria 250 mq

piazza-mercato 250 mq

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in questa pagina: _schizzo progetto del capannone Ex Elba

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in questa pagina: _schizzo progetto del capannone n.11, uno dei capannoni selezionati per rappresentare l’intervento bassanese

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in questa pagina: _progetto del capannone n.11, le quantitĂ sono rivolte ad uno sviluppo sostenibile e rinnovabile nella riqualificazione del paesaggio

attrezzature sportive 250 mq parcheggio 375 mq laboratori artigianali e officine 500 mq fattoria 250 mq

residenziale 250 mq

mercato | piazza 400 mq

lavanderia 75 mq playground 125 mq sala condominiale 125 mq

orti 2000 mq 0

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in questa pagina: _progetto d capannone n.36, l’intervento tende ad impiegare l’area gestendo ampi spazi collettivi d’aggregazione

energia rinnovabile 625 mq

residenziale 2500 mq verde pubblico 625 mq

orti 500 mq

orti 1500 mq

parcheggio tradizionale e parcheggio ricarica 375 mq

laboratori artigianali e officine 500 mq attività sportive 250 mq

energia rinnovabile 625 mq mercato | piazza coperta 250 mq

fattorie 250 mq 0

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in questa pagina: _progetto del capannone n.45, lo sviluppo in altezza risulta un’alternativa valida alla gestione del terreno per la produzione agricoltura a km 0

verde pubblico 1000 mq residenze 2500 mq

energia rinnovabile 830 mq attrezzature sportive e playground 250 mq

laboratori artigianali e officine 500 mq parcheggi 375 mq

orto 1500 mq

energia rinnovabile 250 mq energia rinnovabile 250 mq

piazza mercato 250 mq fattorie 250 mq

piazza coperta 250 mq 0

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in questa pagina: _progetto del capannone n.49 Ex-Elba, in relazione alle grandi dimensioni dell’area si è scelto di intervenire sui campi destinati alla produzione agricola

fattoria 250 mq

residenziale 1250 mq

orti 750 mq

centro culturale e torre panoramica

orti 1250 mq attrezzature sportive 250 mq

residenziale 1250 mq

parcheggio 375 mq piazza coperta 250 mq mercato | piazza 400 mq

laboratori artigianali e officine 500 mq

verde pubblico 1250 mq

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in questa pagina: _fotogrammi in stopmotion dei libri pop-up

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A SCELTA DELLO STUDENTE

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Teoria e tecnica della progettazione architettonica

Prof. Renato Rizzi

Il corso ha affrontato tematiche relative alla definizione della disciplina architettonica. Lo sviluppo del tema principale è partito dalla presa di coscienza che l’architetto è portatore e al tempo stesso organizzatore delle tecniche e delle conoscenze intense come connubio, per cui in assenza di una non può esistere l’altra. Sia la conoscenza che le tecnica fanno riferimento a una particolare cultura radicata nella nostra storia. In riferimento ad Eisenmann la cultura da cui egli attinge è quella ebraica, nella nostra facoltà prevalentemente vi è un riferimento molto marcato verso la cultura greca. Noi quindi facciamo riferimento ad un paradigma, definito “paradigma della cultura greco-occidentale” che viene contrapposto prevalentemente alla cultura contemporanea. Oggigiorno la cultura con cui abbiamo a che fare è puramente tecnica, tende separare le parti fornendo le conoscenze parziali volte alla risoluzione di un piccolo incremento. Nel quadro complessivo tramite la cultura occidentale è stata definita l’architettura come insieme di due aspetti legati all’apparire: l’estetico e l’estetica. Il primo termine definisce tutto ciò che appare, tutto ciò che è presente a prescindere dalla nostra opinione, il secondo termine definisce lo spirito critico personale, l’isolamento e lo smembramento di un corpo complessivo.

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:parma periferia il progetto mira alla riqualificazione della periferia di Parma, più precisamente intesa come quella corona compresa tra la tangenziale e le cinta storiche medioevali

aspetti in relazione all’intervento l’approccio progettuale è teso a seguire dei principi puramente teorici, svincolandosi programmaticamente da ogni aspetto tecnico, amministrativo, o normativo


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in questa pagina: _analisi orografica di Parma e della catena degli appennini

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in questa pagina: _indagine della città storica trafitta dalla convergenza del Baganza e del Parma _indagine dell’edificato nel centro storico di Parma

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in questa pagina: _sviluppo dal castrum romano alla cittĂ medioevale, giungendo fino alla conformazione attuale della cittĂ

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in questa pagina: _sviluppo interno del battistero di Parma

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in questa pagina: _ubicazione del battistero nella cittĂ storica

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in questa pagina: _preparazione del gesso, della gomma per il negativo ed immagine del cassero costretto da centine triangolari

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in questa pagina: _gesso dello sviluppo interno del battistero di Parma, bassorilievo

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in questa pagina: _l’ipotesi progettuale nasce dal progetto insito nel territorio, planimetria della periferia e del centro storico

Il progetto parte dall’identificazione dell’area su cui intervenire. Una lettura della città e della sua periferia porta immediatamente a determinare caratteristiche dominanti come il fume che nasce dall’incotro tra il fiume Parma ed il Baganza, che spacca Parma in due parti, la conformazione delle cinta e aree verdi sparse per tutta la corona periferica. Inoltre nella città storica e secondo i casi studio forniti dalla docenza si sono presi come riferimenti due edifici storici:

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147

il battistero ed il teatro farnese. Rielaborando le precedenti caratteristiche il progetto di recupero di una forma della periferia si presenta come una gestione del territorio compreso e limitrofo tra i due fiumi regolato da una superficie ripartita al proprio interno che genera un insieme di percorsi d’acqua e pedonali. I percorsi d’acqua tendono a riportare, sebbene in maniera ridotta la presenza di questo elemento nella vita oramai velocizzata dall’asfalto

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in questa pagina: _ipotesi di progetto, griglia generata dalle cinta e limitata dalla tangenziale, distribuzione dei percorsi acquei e pedonali

i percorsi pedonali invece permettono una scansione del territorio rendendolo a misura d’uomo, in relazione alle distanze percorribili. Infatti tramite le aree generate dalla griglia è possibile edificare un definito numero di abitazioni comprese sempre in un lotto che al massimo potrà essere di 100mx200m (passo della griglia). In una seconda fase si sono definiti gli spazi comuni. In riferimento a i due casi forniti dalla docenza si è pensato di coordinare i percorsi con l’inserimento di piazze che però fossero legate

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alla città per aspetti formali e di contenuto. Il battistero quindi inteso come luogo in cui si immerge è stato rielaborato come ponte-piazza dotato di un passaggio che porta all’argine. Il teatro farnese invece è stato predisposto come teatro-piazza all’aperto i cui piedi vengono lambiti dall’acqua. La distanza tra battistero e teatro in periferia è la medesima degli stessi edifici di riferimento nella città storica.

5000

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percorsi acquei percorsi pedonali

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in questa pagina: _percorso acqueo generato dalla planimetria _percorso acqueo generato dalla griglia _percorso pedonale generato dalla planimetria _percorso pedonale generato


in questa pagina:

il battistero il teatro farnese

_diposizione dei battisteri e dei teatri farnese generati dalla distanza preesistente nel centro storico

ubicazione dei battisteri ubicazione dei teatri farnese

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in questa pagina: _viste dell’ipotesi di un battistero generato

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in questa pagina: _attacco a terra del battistero generato _primo piano o estradosso del ponte del battistero generato

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in questa pagina: _viste dell’ipotesi di un teatro farnese generato

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in questa pagina: _attacco a terra del teatro farnese generato _primo piano o estradosso del ponte del teatro farnese

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in questa pagina: _vista frontale del teatro farnese generato _vista frontale del battistero generato

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in questa pagina: _vista d’insieme a volo d’uccello dell’ipotesi di progetto

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Viaggio studio negli Stati Uniti d’America

Phoenix, Flagstaff, San Francisco

Prof. Agostino De Rosa

Il Roden Crater project, di James Turrel, consiste nella trasformazione di un cratere vulcanico estinto in un’immensa opera d’arte, che lo stesso artista definisce come un “monumento alla percezione”. Un’opera visionaria in cui architettura, ingegneria, astronomia, fisica, geologia, antropologia e archeo-astronomia si fondono a formare un luogo di luce, spazio e tempo. Il progetto consiste nella realizzazione, all’interno di un cratere vulcanico spento situato nel Painted Desert (nord-est dell’Arizona), di un insieme di camere ipogee, collegate da tunnel anch’essi sotterranei, predisposte per accogliere la luce desertica sia diurna che notturna, offrendola ai visitatori secondo modalità sperimentate in vitro da James Turrell nelle sue celebri istallazioni luminose. Scopo dell’artista è di indurre una dilatazione degli organi sensoriali, così che il visitatore sappia farsi ricettivo a ogni presenza fotonica, sia nel caso che essa giunga dal Sole, che dalla Luna che da stelle lontane anni luce; ma anche ad ogni suono, proveniente sia dai dintorni terrestri che dall’immenso spazio siderale che ci circonda.

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in questa pagina: _tunnel che collega il pirmo ambiente ipogeo situato a tre quarti dell’altezza del Roden Crater con un altro ambiente dotato di skyspace e scala, la prospettiva è presa in direzione discendente

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in questa pagina: _tunnel che collega il pirmo ambiente ipogeo situato a tre quarti dell’altezza del Roden Crater con un altro ambiente dotato di skyspace e scala, la prospettiva è presa in direzione ascendente

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in questa pagina: _immagine diurna dello skyspace situato nella standa a pianta circolare, particolare a causa dell’altissimo riverbero

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in questa pagina: _immagine scattata all’imbrunire dello skyspace situato nella stanza a pianta circolare, particolare a causa dell’altissimo riverbero

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in questa apertura: _in quest’immagine l’ambiente situato all’uscita più elevata del tunnel fornito di skyspace e scala che permette un percorso continuo con il tunnel per immergersi direttamente nel cielo

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Viaggio studio in Germania

Berlin, Dessau, München

Prof. Fabio Fiocco

La realizzazione della Neue Nationalgalerie si inserisce nel programma urbanistico di ricostruzione dell’area vicino il grande parco di Tiergarten e Potsdamer Strasse di Berlino Ovest nei primi anni sessanta. L’idea iniziale di Mies per la Neue Nationalgalerie si ricollega al mai realizzato progetto per la Bacardi Rum Company del 1957 a Santiago de Cuba. In questo progetto compare l’idea di una hall a forma quadrata che modula un edificio dalle vetrate perimetrali e un portico su basamento di pietra. La funzione espositiva della Nueue Nationalgalerie è di duplice natura: sede permanente per le collezioni d’arte del XIX e XX secolo nel piano inferiore, e luogo per esposizioni temporanee nel piano superiore completamente vetrato con modulo di 3.60x3.60. I soli elementi che interrompono la continuità spaziale nell’attacco a terra sono due condotti verticali rivestiti in marmo che portano gli impianti tecnici al soffitto, dove gli stessi vengono poi distribuiti orizzontalmente, aggregati in un controsoffitto metallico a maglie quadrate. La copertura è costituita da una piastra rigida di 64.80×64.80 m formata da una griglia ortogonale di travi metalliche a doppia T alte 1.80 m. Otto pilastri, due per lato, in acciaio a sezione cruciforme, leggermente rastremati verso l’alto, sostengono la copertura con un appoggio sferico puntiforme. La copertura non ha asse preferenziale e i pilastri non sono agli angoli per non individuare un volume. Si tratta di un’idea strutturale che rappresenta l’apoteosi della ricerca di Mies nell’ambito delle strutture a grande luce per la creazione di ampi spazi.

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in questa pagina: _prospettiva dei pilastri disassati rispetto le diagonali della copertira della Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe a Berlino

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in questa pagina: _uno dei due pilastri posti quasi d’angolo della Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe a Berlino

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in questa pagina:

in questa pagina:

_prospettiva accidentale della Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe a Berlino

_prospettive accidentali del podio su cui si erge la Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe a Berlino


in questa pagina: _il giardino delle sculture della Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe a Berlino

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in questa pagina: _la sala interna completamente vetrata e libera della Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe a Berlino

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in questa pagina: _dettaglio del giardino delle sculture della Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe a Berlino

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