Pier Paolo Pier Paolo Pasolini Pasolini
Notte. Ancora giovane, scende la notte, sullo sfondo una Roma illuminata, viva, intrigante. Una Roma eclettica e burina; un Sabato da vivere, negli anni della ripresa economica, il Sabato del 1 Novembre 1975. Le strade prendono vitalentamente si riempono del miracolo della Fiat, lʼauto per tutti, lʼauto da vivere pigiati in quattro, lʼauto della libertà. Tra le vie rischiarate dalla luce dei lampioni, le persone, le voci, si mescolano, si incontrano,poi fuggono, poi tornano. Un uomo, solo, solo nellʼaccezione più profonda della parola cerca compagnia, cerca calore, contatto,sesso,cerca un altro uomo, meglio un ragazzo, uno dei tanti che la vita lascia ai margini di una strada,a cui la vita ha chiesto tanto, forse tutto, per cercare di vivere.
In molti cercano, frugano tra gli alberi nel buio di Roma, nella notte di piazza dellʼEsedra tra i volti giovani che attendono, che sopravvivono. Cosa mescola, quale alchimia fonde la solitudine al sesso, la tristezza al materiale bisogno dellʼaltro, cosa chiede un uomo a bordo della sua lussuosa Alfa GT 2000 cosa non ha che può avere da un estraneo, cosa lo porta a rischiare. Lʼuomo ha appena lasciato Piazza dei Sanniti, ha lasciato un ristorante, un amico, le parole, il calore, lʼaffetto lʼuomo ha bisogno dʼaltro, cerca quello che solo tra le ombre puo avere.
CosĂŹ Pier Paolo Pasolini arriva nei pressi della stazione Termini, arriva e avvicina un altro uomo. Insieme vanno via. Verso il mare. La notte ormai li avvolge, diversi eppure insieme, distanti e vicini eterogenea unione di bisogni complementari.
Passa il tempo, poco invero, passa una rapida sosta sulla via Ostiense passa una seconda, inutile cena, poi ancora verso il mare, verso quello che si vuole da questa notte di inzio novembre. 1 Novembre 1975.
Il lungomare di Ostia è solo un posto, uno qualunque, isolato, adatto. Il corpo ora comanda la mente è lontana, può solo assistere impotente, inascoltata. Ed il corpo parla, ascolta, scruta, preme. Domani il sole asciugherà il sudore, forse qualche lacrima, domani il ricordo svanirà presto, inutile, imbarazzato, domani il volto avrà contorni sfumati verso il vuoto. Domani.
Ora tutto ruota attorno a quel volto, a quel corpo. Ora nientʼaltro importa. Domani la morte prenderà i sensi e la mente tornerà padrona, domani, non ora.
Ma la morte arriva davvero, non per i sensi appagati dalla notte, non per l始oblio.
La morte per Pier Paolo Pasolini. Una morte incerta, inutile, mai capita davvero, una morte che rimarrà per anni a far parlare di sè. Ma la morte del Poeta resterà per noi lʼunica vera sintesi del nostro animo, inquieto, irrazionale, umano. Uomini. E basta.
Foto e Testi di Andrea Pasta