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Gruppo Scout Livorno 10° Numero 22
LA FIAMMATA
Marzo-Aprile 2016
Gruppo Scout Livorno 10 – Piazza Due Giugno, 14 e Largo Don Nesi, 3 57100 Livorno indirizzo del sito Web http://www.zonalivorno.it/livorno10/ In questo numero Storia dello Scoutismo Livornese Culla Calipari L/C Waingunga S.Messa l/c Dhak Caccia 8 Marzo Zona officine R/S Capitolo Consumo critico Serata Spiritualità Palme—Giornata Memoria Caccia CDA Assemblea Regionale Serata Catechesi Centenario Lupetti San Giorgio L/C Waingunga L/C Dhak Caccia
Gli scout a Livorno dalla fondazione allo scioglimento: un libro di Domenico Zucca Quando è nato lo scoutismo a Livorno? Quale è stato il primo gruppo e chi lo aveva fondato? Quando venne sciolto dalle leggi fasciste? Sono queste alcune delle domande che trovano risposta nel piccolo volume che Domenico Zucca ha pubblicato in occasione del centenario della nascita dello Scoutismo Cattolico in Italia iniziato con l’ASCI (Associazione Scoutistica Cattolica Italiana). Attraverso foto, documenti storici e testimonianze dirette, con un lavoro di circa sei mesi, ha raccolto quello che potesse ripercorrere la “Storia dello scoutismo cattolico livornese dal 1922 al 1928” come indicato nel titolo. Domenico, scout da 50 anni, è stato tra i fondatori insieme a don Matteo Gioia del Livorno 10, di cui ancora fa parte, nato nel quartiere di Corea nel 1986. «L’idea del libro è stata un’iniziativa personale. Mi occupo dell’archivio storico degli scout e ho pensato di mettere un po’ in ordine le idee sullo scoutismo labronico». Purtroppo non c’è più nessuno che possa raccontare la
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fondazione, ma attraverso materiale sparso in archivi personali e associativi è stato possibile ricostruire la storia. «La prima domanda che mi sono fatto è stata sul perchè a Livorno il gruppo apripista nacque sei anni dopo la nascita degli scout cattolici italiani, ma soprattutto come fu possibile che in soli due anni, dal ’22 al ’24, 11 parrocchie, praticamente tutte quelle del centro, avessero un loro gruppo scout». Le risposte sono molteplici e si intersecano tra loro: «A guidare la diocesi in quel momento era il vescovo Giani legato al “Non expedit” che si contrapponeva all’idea del “buon cittadino” e della partecipazione alla vita sociale dello scoutismo perché l’essere cristiani non fosse solo assistenzialismo ma mirato al bene comune». C’erano però anche altri fatti; il primo riguardo l’uniforme che ricordava i soldati della guerra appena finita e che poteva far pensare che lo scoutismo potesse avere una valenza militaristica. L’altro, la situazione economica della città che aveva visto il suo porto trasformarsi da commerciale a scalo di transito per le merci. Con la riduzione del lavoro, i giovani dovevano contribuire al sostegno familiare, con un