Anfi andria calendario 2014

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Calendario 2014

A.N.F.I.

Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia sezione di Andria

Castel del Monte


Castel del Monte e la sua storia

Castel del Monte, situato su una collina della catena delle Murge occidentali, a 540 metri sul livello del mare, è senza dubbio il monumento più rappresentativo della città di Andria. Nel 1936 è stato inserito nell’elenco dei monumenti nazionali italiani; nel 1996 è stato inserito dall’UNESCO, tra i beni architettonici Patrimonio Mondiale dell’Umanità; nel 1998 è stato scelto per la moneta metallica da 1 centesimo di euro coniata in Italia. Tutt’altro che casuale appare la scelta del luogo: una collina inondata dal sole in tutte le ore del giorno, con cui il monumento sembra costantemente in relazione. La luce del sole e le ombre che ne nascono, esaltano e definiscono le forme del monumento, regolarissime eppure sottilmente differenti,

e ne valorizzano i colori, anch’essi uniformi e mutevoli insieme. Oggetto di studio e diversamente interpretata è la destinazione d’uso del castello. Sebbene il termine castrum in ambito svevo si riferisca a strutture prevalentemente difensive, pur non escludendo utilizzi accessori, nel caso specifico la presenza di bagni e camini ad entrambi i piani del castello, il lusso delle rifiniture, la raffinatezza del repertorio scultoreo rendono plausibile anche un uso residenziale e di rappresentanza, riservato probabilmente ad una ristretta cerchia di privilegiati molto vicini al re, viste le dimensioni dell’edificio. È altrettanto innegabile che per la sua posizione sopraelevata e per la particolarità della sua forma Castel del Monte, capace di affascinare anche l’uomo di oggi, fosse oggetto di enorme stupore ed ammirazione da parte di sudditi, alleati, nemici di Federico II. E che fosse, dunque, uno dei mezzi più efficaci da lui concepiti per esaltare la sua grandezza, il prodotto più rappresentativo della sua concezione di “arte al servizio del potere”. Un insieme di funzioni, quindi, si può dire abbia caratterizzato questo eccezionale monumento, emblematica espressione della variegata personalità del suo committente, uomo del medioevo che a grandi pregi quali vastità di cultura, molteplicità di interessi, intelligenza, spirito di tolleranza e amore per la pace e la giustizia, unì anche grande orgoglio ed ambizione. La planimetria bidimensionale di Castel del Monte può essere definita come un gruppo simmetrico con 16 elementi: 8 piani di riflessione ed 8 piani di rotazione. La molteplicità di simmetrie è arricchita dalle similarità fra l’ottagono grande della struttura principale, l’ottagono del cortile

interno e le otto torri angolari situate nello stesso sistema di assi. L’architetto del castello era certamente consapevole dell’importanza estetica delle simmetrie, e le usava per creare un edificio dall’aspetto imponente. Castel del Monte, con la sua straordinaria estetica a raggiera, è il risultato dell’incrocio fra il geometrismo Arabo e la cultura gotica europea, oltre a rappresentare lo spirito innovativo di uno fra i più insigni imperatori del medioevo. Tra le tante immagini pubblicate per descrivere la perfezione delle forme, l’armoniosa unione di molteplici elementi culturali, la magia di un luogo memore di un glorioso passato, sono state selezionate sicuramente le più singolari. La scelta è andata volutamente su immagini datate tra la seconda metà del 1800 e gli inizi del secolo scorso, questo per mostrare le condizioni del castello prima e durante i vari interventi di restauro, ma anche per evidenziare quanto fosse diversa rispetto ad oggi tutta la zona collinare circostante. Il fascino e l’emozione suscitati derivano dall’aspetto stesso del castello che si mostra allo spettatore come materia viva che cambia e si trasforma col tempo: oggetto di continui e numerosi saccheggi nei secoli passati, versa per molti anni in uno stato di totale abbandono; successivamente i vari interventi di recupero, che negli anni si susseguono, riportano un po’ alla volta alla luce quello che era l’aspetto originale. Quindi le immagini sono qui a documentare una storia, fatta di persone oltre che di luoghi, di paesaggi in continuo e graduale cambiamento, di geometrie scolpite nella pietra che rendono questo luogo unico al mondo. Le preziose immagini sono state fornite dal ricercatore storico andriese Michele De Lucia, da anni attivo nella assidua ricerca di documenti e immagini inedite relative al territorio andriese e alla sua storia.


Calendario 2014

A.N.F.I. - Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (sezione di Andria) La Sezione A.N.F.I. di Andria, animata dalla volontà di poter contribuire a creare stimoli positivi per l’intera comunità andriese, ha deciso di realizzare, per l’anno 2014, un calendario con lo scopo di favorire la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale cittadino illustrando la storia e le caratteristiche del simbolo più importante della città di Andria, il Castel del Monte. Detta finalità si pone in linea con gli obiettivi dell’Associazione, da sempre impegnata in progetti di collaborazione con le Istituzioni locali, a sostegno di tutte le attività che possano contribuire positivamente allo sviluppo della comunità andriese e che rappresentino un utile sostegno per i suoi cittadini. Il ricavato derivante dalla diffusione del calendario sarà destinato all’A.I.D.O. (Associazione Italiana Donatori di Organi, Tessuti e Cellule), al fine di promuoverne la conoscenza e la diffusione dei valori. Sede sezione A.N.F.I. Corso Cavour 88 (Galleria Cavour 13) 76123 Andria (BT)

Il Presidente Brig. C. (R.O.) Riccardo Leonetti

tel. 334 9241188 tel. 388 0714401 fax 178 2213163 andria@assofinanzieri.it www.anfiandria.it

L’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (A.N.F.I.), apolitica e apartitica, persegue le seguenti finalità: A) promuovere e cementare l’unione di tutti i militari in servizio ed in congedo della Guardia di Finanza; B) conservare e rafforzare i sentimenti di fratellanza e di solidarietà tra i Finanzieri in servizio e quelli in congedo e tra essi e gli appartenenti alle Forze Armate e di Polizia e rispettive associazioni; C) promuovere ogni attività per favorire l’accesso dell’Associazione ai vari organismi interassociativi; D) onorare degnamente i Caduti in guerra o per motivi di servizio; E) partecipare alle manifestazioni di carattere militare e commemorative; F) sviluppare ed attuare l’assistenza, sotto ogni aspetto, dei soci e dei loro familiari; G) promuovere l’assistenza a favore dei soci in quiescenza in materia pensionistica e giuridica; H) instaurare i necessari rapporti con tutte le Istituzioni centrali e territoriali per favorire il conseguimento degli scopi di cui ai precedenti punti F e G; I) svolgere ogni possibile attività di volontariato; L) concorrere alle attività di protezione civile ed assicurare collaborazione alle Istituzioni; M) prestare attività di volontariato nell’ambito della sicurezza urbana (a tale attività non concorrono i soci in servizio).

Consiglieri: Brig. C. Nicola DI CHIO Brig. C. Luigi ANGIULLO

Vice Presidente: Lgt Riccardo PARADISO

Segretario: Brig. C. Fedele CORATELLA

Sindaci effettivi: Brig. C. Savino ZAGARIA Brig. C. Riccardo BASILE Fin. Vincenzo PATRUNO

stampa: Grafiche Guglielmi snc - www.graficheguglielmi.it

Presidente della Sezione: Brig. C. (Ruolo d’Onore) Riccardo LEONETTI

progetto grafico: Liborio Biancolillo / visual designer - l.biancolillo@tiscali.it

La sezione A.N.F.I. di Andria è stata costituita in data 22.06.2002 su iniziativa di alcuni finanzieri in congedo residenti in città. La sede associativa è stata inaugurata in data 16.05.2009 alla presenza del Presidente Nazionale Gen.C.A. Giovanni Verdicchio e delle autorità locali. Si compone di circa 100 soci, tra ordinari e simpatizzanti.


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• fine 1800 • Si nota l’assenza della scalinata centrale, attualmente presente; la scalinata, infatti, è coperta da terra di risulta che aveva col tempo innalzato il livello del terreno presente tutt’attorno al castello.


Febbraio 2014

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• anni ‘60 • Castel del Monte parzialmente restaurato: si intravede una targa a fondo bianco in corrispondenza dell’ingresso principale con l’indicazione dei lavori di restauro in corso.


Marzo 2014

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2 Carnevale 17 Anniversario dell’Unità d’Italia

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• anni 1927-1929 • Operai e responsabili dei lavori di restauro (questi ultimi nella parte centrale in alto) in posa per una fotografia di gruppo.


Aprile 2014

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• inizio 1900 • Mucche al pascolo sulle colline in prossimità di Castel del Monte. Da notare la totale assenza degli alberi di pino attualmente presenti su tutta la zona: l’unica vegetazione presente è formata da cespugli ed erbe selvatiche.


Maggio 2014

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• 1860 circa • Si nota la presenza di un varco circolare in prossimità dell’ingresso principale del castello dal quale avevano libero accesso all’interno i pastori con i loro greggi; all’epoca il castello versava in uno stato di abbandono ed era utilizzato come riparo dalle intemperie.


Giugno 2014

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2 Festa della Repubblica 21 Anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di Finanza 22 Anniversario della costituzione della sezione A.N.F.I. di Andria

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• anni ‘30 • Veduta aerea del castello: si nota l’assenza di vegetazione arborea attorno al maniero federiciano. Si intravedono i primissimi alberi di pino piantati all’epoca unicamente in corrispondenza della strada.


Luglio 2014

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• inizio anni ‘60 • Ristorante in costruzione in prossimità di Castel del Monte: si nota la pavimentazione stradale ancora non asfaltata, il materiale di risulta (le pietre in primo piano) derivante dalla costruzione di un muretto a secco e la presenza di autovetture dell’epoca parcheggiate di fronte al ristorante.


Agosto 2014

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• inizio 1900 • In questa singolare foto viene raffigurata la casa del custode di Castel del Monte (a pochissimi metri di distanza dall’ingresso principale). Curiosa anche la presenza, accanto a tale dimora in pietra, della cuccia del cane del custode, anch’essa in pietra. La figura del custode fu introdotta successivamente al 1876, data in cui il castello venne acquistato dallo Stato Italiano.


Settembre 2014

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21 San Matteo patrono della Guardia di Finanza

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• 1930 • Tratto di strada in costruzione durante il periodo fascista. Si può notare la presenza del fascio littorio in primo piano sulla parte sinistra della foto. La strada in questione, la SS 170, collega Andria a Castel del Monte. Il tratto in curva raffigurato era stato sopraelevato di diversi metri per consentire di superare un profondo avvallamento del terreno soggetto ad allagamenti.


Ottobre 2014

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• inizio 1900 • Pecore al pascolo in prossimità dell’ingresso principale del castello. Si nota lo stato di degrado e abbandono del castello. I primi interventi di restauro di fine 1800 furono indirizzati alla impermeabilizzazione delle sole coperture ed al consolidamento della struttura portante, senza riguardare i rivestimenti verticali esterni.


Novembre 2014

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• fine anni ‘30 • L’immagine di Castel del Monte presente sullo sfondo evidenzia un restauro ancora incompiuto (si può osservare la differenza tra la parte destra e sinistra del castello). In primo piano è visibile uno dei tanti muretti a secco che circondavano il castello, questi ultimi negli anni sono stati parzialmente distrutti; solo recentemente alcuni di essi sono stati ripristinati.


Dicembre 2014

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• 1901 circa • Totale assenza di vegetazione nella zona circostante il Castel del Monte. Gli alberi di pino sono stati piantati a partire dagli anni ‘20 e, in una seconda fase, negli anni ‘60. In epoca medievale il castello, compresa tutta quanta la zona collinare adiacente, era un luogo inserito in una fitta vegetazione boschiva, ricca in particola di querce. La quercia all’epoca era una pianta simbolo di forza e fertilità.


Castel del Monte con gli occhi del passato

Un’interessante quanto rara descrizione del castello, di cui si riportano di seguito alcuni passi, è contenuta nel fascicolo primo dell’opera “I MONUMENTI ITALIANI”, pubblicata nell’anno 1934 e scritta da Gino Chierici (1877-1961), eminente studioso di storia dell’architettura. “CASTEL DEL MONTE sorge sopra una delle più alte colline delle Murge, poco distante da Andria, la città fedelissima a Federico II. La data della sua costruzione non è sicura, perché l’unico documento cui ci si possa riferire è una lettera del 28 gennaio 1240 con la quale l’imperatore, da Gubbio, ordinava l’acquisto di materiali per il castello. Ad ogni modo in quell’anno l’opera doveva già essere innanzi e forse anche presso al suo termine. Federico morì il 13 dicembre del 1250: sedici anni dopo il castello, trasformato in prigione, accoglieva i tre figli di Manfredi e, nel 1277, Corrado conte di Caserta. Successivamente fu feudo di Nicola Acciaiuoli, poi dei Del Balzo duchi di Andria e quindi di Consalvo di Cordova, il quale lo vendette nel 1552 a Fabrizio Colonna. Abbandonato dai suoi proprietari, per tre secoli servì di rifugio a briganti ed a pastori, finché venne acquistato, nel 1876, dal Governo italiano. Fu parzialmente e non bene restaurato nel 1879; poi nel 1884, nel 1892, nel 1897. Il castello è a due piani, coperti da volte. Le murature sono composte di un conglomerato di pietra calcarea del luogo a scaglie ed a minuti frantumi con calce e sabbia di cava. La concezione planimetrica è basata sulla figura dell’ottagono che si ripete, oltre che nel corpo principale, nelle torri angolari. Quando fu rifatto il lastrico della terrazza (1884) vennero distrutti molti elementi necessari ad una conoscenza precisa del sistema di raccolta e di incanalatura delle acque piovane. Castel del Monte fu ideato e costruito non a scopi militari, ma come luogo di dimora dell’imperatore e della sua corte durante le partite di caccia nelle ora non più boscose colline delle Murge.

Le torri non hanno quindi un precipuo compito difensivo, ma rispondono piuttosto a scopi pratici ed anche estetici. Quattro di esse contengono per tutta o per parte della loro altezza le scale di accesso al primo piano ed alla terrazza. Una grande cisterna era nel cortile; un’altra fuori del castello, ad uso dei servi e dei soldati che accampavano all’intorno. I serbatoi delle torri servivano ad alimentare forse la fontana o la vasca che si ritiene fosse nel mezzo della corte. Al piano terreno le stanze hanno quasi tutte, sotto il livello del pavimento, un foro aperto nella parete esterna e munito di un corto doccione per l’uscita delle acque che servivano alla lavatura del locale. L’interno del castello era di una magnificenza orientale che, attraverso gli avanzi ancora oggi esistenti e con lieve sforzo della fantasia, ci riesce facile l’immaginare. Nessun avanzo rimane dei rivestimenti, ma dove e come fossero lo dimostrano le immorsature ai lati dei capitelli ed i piani ribassati delle pareti. Per chiudere le porte vi erano imposte, forse di legni rari, che giravano attorno ad assi verticali, le cui estremità, protette da ghiere di ferro o di bronzo, penetravano nei fori ancora visibili di fianco alle soglie ed agli architravi. Nelle bifore e nella trifora, mancando gli architravi, i fori per i cardini vennero ricavati in caratteristiche decorazioni marmoree a foggia di grifi o di foglie di acqua. Torno torno al cortile girava un ballatoio di legno sostenuto da mensole di pietra, sul quale si aprivano le porte finestre del piano nobile e che serviva per il disimpegno delle sale. Il castello probabilmente non fu mai coronato da merlatura, come qualche scrittore ha supposto; tuttavia esso era in grado di opporre pronta difesa ad un improvviso assalto esterno, con le robuste saracinesche e gli ostacoli preparati davanti agli ingressi e le feritoie per gli arcieri.

Anche i passaggi interni e le loro chiusure furono ideati per contrastare il passo ad eventuali assalitori. La tesi che il mirabile edificio sia opera, se non originale, direttamente influenzata dall’architettura francese, ha trovato consenzienti quasi tutti gli storici moderni. Solo alcuni italiani - e fra essi, il più autorevole, Enrico Rocchi - hanno tentato di combatterla, scorgendo nel castello le espressioni non dubbie di un primo Rinascimento. Il Bertaux ha scritto che Castel del Monte rimane una meraviglia unica nell’arte del Medioevo. Questa unicità balza evidente dalla originalità della pianta e dalla fusione audace di varie correnti stilistiche, alle quali si aggiunsero genuine riesumazioni classiche e tentativi di nuove forme da quelle derivanti, per raggiungere un ideale d’arte al di là di ogni canone e di ogni regola. Un tale monumento, come non appartiene ad una scuola, non può essere considerato, a stretto rigore, concezione di un architetto. La tradizione che attribuisce l’opera a Federico imperatore è forse più vicina al vero di quanto si creda. Non alieno dall’accogliere il nuovo stile che veniva di Francia; temperamento sensuale, vibrante al fascino delle arti e dei costumi di Oriente, ma nello stesso tempo innamorato dell’antichità classica e ambizioso di far risorgere l’impero di Roma, egli sembra aver voluto riprodurre questa sua poliedrica anima assetata di bellezza e di gloria nel malioso castello che dall’alto delle Murge domina il litorale di Puglia. Egli, l’ispiratore, chiamò forse maestri arabi dalla Sicilia per disegnare la pianta e provvedere al servizio idrico; radunò i migliori artisti del suo regno tollerante ed aperto a tutte le forme della civiltà, dove lavoravano con eguale fortuna musulmani e bizantini, maestri di Puglia, di Lombardia, della Francia, dell’Asia Minore, e distribuì il lavoro lasciando a ciascuno piena libertà di espressione. Ma in una cosa si può riconoscere il suo diretto intervento; in quegli spunti classici da lui desiderati che rappresentano i primi germogli di un rinascimento, o anche i sottilissimi fili non mai spezzati di una tradizione che si manteneva tenace fra gli oscuri lapicidi della costa dell’Adriatico.”


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