AngelA Merici 1476 circa - 1540
La storia, l’attualità
AngelA Merici 1476 circa - 1540
La storia, l’attualità Gianpietro Belotti
Compagnia di Sant’Orsola Figlie di Sant’Angela
Fin da piccola Angela è dotata di una sensibilità straordinaria che la conduce alla sua relazione intensa con Cristo e la abilita a leggere nel cuore del prossimo vedendone le capacità di sviluppo, come poi farà nella fondazione della Compagnia.
lA vitA
A
ngela nacque a Desenzano del Garda attorno al 1476 da Giovanni Merici e da Caterina della famiglia dei Biancosi di Salò. La sua vita è prematuramente segnata dai lutti, con la morte della sorella, a cui era legatissima, e dei genitori. È ancora una ragazzina quando viene accolta dal facoltoso zio materno a Salò, ove rimarrà per tutta l’adolescenza. Tuttavia è la morte della sorella ad incidere maggiormente sul suo animo. Ad essa si ricollega la celebre visione consolatrice della “Scala mistica” che prefigurava la fondazione della Compagnia di S. Orsola: et una volta elevata in spirito, parevagli aprirsi il cielo et uscir una processione meravigliosa d’angeli e di verginelle, scambievolmente a doi a doi che insieme suonavano e cantavano. Implicito, in questo ininterrotto snodarsi della processione di angeli e vergini che unisce la terra al cielo, è il riferimento alla scala di Giacobbe, questa volta però al femminile. –5–
Fu a Salò, nel convento dei frati cappuccini di S. Bernardino, che Angela vestì l’habito bigio et berettino entrando nel Terz’Ordine di San Francesco. A quest’abito ella sarà particolarmente legata tanto da voler essere sepolta con esso. Non stupisce dunque che la sua vita spirituale si modelli su quella del Poverello d’Assisi, non solo per i digiuni, le estenuanti preghiere, l’umiltà di vita e la diffusione della Parola, ma soprattutto nell’affidare la sua esistenza interamente alla Provvidenza. Ella, infatti, visse di carità per più di vent’anni ospite in casa d’altri praticamente senza alcun reddito, ma sempre in “perfetta letizia”.
Anche nella Regola mericiana si respira un’aria di gioiosità francescana: l’ingresso nella Compagnia avverrà infatti allegramente e di propria volontà, dopo che l’orsolina avrà manifestato la ferma intenzione di servir a Dio in tal sorte di vita e di vivere la verginità lietamente e in carità. lA vicendA uMAnA La vicenda umana di Angela Merici si svolge a cavallo fra il Quattrocento e la prima parte del Cinquecento, in quello straordinario periodo rinascimentale in cui comincia a farsi strada la convinzione che il rinnovamento della realtà ecclesiale e la riforma dei costumi debbano partire dal basso, dalla profonda conversione interiore dell’uomo, realizzata mediante il dialogo dell’anima con Dio e la meditazione delle Scritture. È in questo humus che matura la straordinaria esperienza dell’evangelismo di Angela Merici, concretizzatosi nell’istituzione della Compagnia di sant’Orsola che darà forma ad una nuova dignità della donna, con la consacrazione vissuta non più –7–
nei chiostri ma nel mondo, all’interno delle famiglie. Il suo profetismo non si manifesta, dunque, in forme apocalittiche e millenaristiche, ma nell’attenzione ai segni dei tempi e nella loro interpretazione. La novità e l’audacia della proposta di Angela stanno nel mettere al centro il modello della chiesa primitiva, il tipo di vita degli apostoli e delle prime comunità cristiane, nelle quali la donna svolgeva un ruolo attivo nell’evangelizzazione. –8–
A BresciA e pellegrinA Quando nel 1516 Angela si trasferisce a Brescia in casa di Caterina Patengola trova una città ancora scossa dal terribile “Sacco” di Gastone di Foix. È il periodo mistico della preghiera e della carità; a lei si legano in un primo cenacolo spirituale il mercante Antonio Romano, Girolamo Patengola, uno dei fondatori dell’Ospedale degli –9–
Incurabili, il grande agronomo Agostino Gallo e Girolamo Chizzola, uno dei più brillanti esponenti del patriziato locale, ambasciatore della Serenissima e fondatore dell’Accademie di Rezzato e di Brescia. Poi vengono gli anni dei pellegrinaggi ai Luoghi santi della cristianità. Angela riprende questa modalità devozionale che aveva contraddistinto la spiritualità di altre sante medievali, a partire da S. Orsola, inserendola in un contesto più ampio di partecipazione femminile alla missione di rinnovamento della Chiesa. Il suo primo pellegrinaggio (1522) è verso il sepolcro della beata Osanna Andreasi, morta stigmatizzata nel 1505 a Mantova. Ma è il viaggio in Terra Santa, datato nel 1524, a san– 10 –
cire definitivamente il suo ruolo salvifico: Angela pellegrina assume infatti anche le valenze profetiche attribuite dal contesto religioso di fine Quattrocento al culto di sant’Orsola. Secondo la letteratura mericiana già l’inizio del viaggio è segnato da eventi singolari che evidenziano il percorso di trasformazione e purificazione che sta intervenendo in questa donna già in età matura. Durante il viaggio di andata, a Candia (Creta), accade un altro “segno” straordinario, una sorta di miracolo per così dire “capovolto”, cioè la perdita della vista che le impedisce la visione della Terra Santa. Già i suoi primi biografi leggono questo episodio in chiave soprannaturale: il Signore la rende cieca nei sensi per costringerla a guardare con gli occhi dello spirito, per affinarla nella com– 11 –
prensione del Suo disegno. Anzi secondo Agostino Gallo è la stessa Angela a confidargli che ella vide i luoghi Santi con gli occhi interiori come se l’havesse veduti con gli esteriori. È il mistero della passione a colpirla profondamente e a spingerla a meditare sulla condizione tragica, senza speranza, dell’uomo, riscattata solo dal sacrificio dell’UomoDio, che con il suo sacrificio libera l’uomo dalla vanità del suo dolore collocandolo in un percorso provvidenziale. E la croce, strumento di sofferenza, diventa il simbolo del suo immenso amore. Così, dunque, il viaggio in Terra Santa rappresentò il cammino verso quell’ “Amore” che trascende i limiti dell’individuo, abbandonandosi al flusso divino che si esplicherà in quella pedagogia dell’amore, così caratteristica del suo carisma e che diverrà l’ele– 12 –
mento che regolerà i rapporti fra le “figlie” della Compagnia di sant’Orsola. Dopo un ritorno fortunoso, in cui uomini ed
elementi naturali sembrano congiurare contro la nave dei pellegrini, Angela è a Venezia alla fine del 1524. La sua fama di santità si diffonde per la città lagunare e moltissimi religiosi, gentilhuomini, gentildonne si recano nell’Hospitale delli incurabili dove era alloggiata per parlare con questa reduce dal pellegrinaggio a Gerusalemme, alle cui preghiere gli altri viaggiatori attribuivano la loro salvezza. Il viag– 13 –
gio l’ha ormai mutata: per lei che ha ormai assunto le connotazioni di una “Santa viva” comincia una nuova dimensione di apostolato pubblico. Fu pregata di rimanere nella città lagunare per dirigere i nascenti Luoghi Pii per la tutela femminile, ma lei si sottrasse partendo per Brescia ove giunse, significativamente, il giorno di Santa Caterina. Dopo pochi mesi riprende il pellegrinaggio per Roma, sede del Vicario di Cristo e centro stesso della cristianità, con le sue basiliche, con le santissime reliquie e le sue catacombe. Anche qui il Papa la invita a restare per dirigere i luoghi pii. Il terzo invito a restare le verrà rivolto a Milano dal duca Francesco Sforza alcuni anni dopo, nel 1532, al ritorno del secondo pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo. – 14 –
Quando Angela torna a Brescia, ha poco più di cinquant’anni, non è più la stessa “pia donna” partita per il suo primo pellegrinaggio. La geografia della sua vita spirituale l’ha plasmata, l’ha resa più intensa e profonda, sapiente, maggiormente atta a cogliere l’essenza spirituale delle cose. Torna carica di carisma: la santità della sua di vita è ormai riconosciuta, dai Luoghi Santi di Gerusalemme a Venezia, centro dei traffici mercantili, a Roma, centro della cristianità, a Milano, forse il più importante centro produttivo italiano. In tutte queste città le si chiedeva di occuparsi delle nascenti strutture assistenziali verso le più gravi forme di emarginazione femminile, i Luoghi Pii, ma lei immancabilmente fugge per tornare a Brescia. Forse comincia a capire che il suo destino non è solo quello di recuperare la singola donna, caduta o sofferente, ma di riscattare l’essere femminile nella dimensione di una nuova via di perfezione spirituale.
grAnde consolAtrice e pAcificAtrice Il Sacco di Brescia aveva lasciato alle sue spalle anche profonde lacerazioni sociali, carichi d’odio e faide che si prolungarono per diversi decenni, contribuendo a determinare un clima di violenza diffusa e di insicurezza: è in questa realtà lacerata che Angela si trova ad operare come consolatrice e come pacificatrice non solo dei potenti - come nel caso di Filippo Sala con Francesco Martinengo o del Duca di Milano, Francesco II Sforza - ma verso tutti. Basta un incontro con lei che, immediatamente, si stabilisce un legame non di semplice amicizia, ma tutto filiale. La casa di Angela diventa così meta per una variegata umanità alla ricerca di una parola, di un con– 18 –
siglio - chi per maritarsi chi per fare testamento chi per risolvere contese - e lei tutto chiariva, tutto risolveva di maniera che le sue opere havevano più tosto del divino che dell’humano. Infatti ciò che caratterizzava questa santa era anche il dono della parola, parola sapienziale, coinvolgente e trascinante, simile a fogho et incendio d’amore. È una parola carica d’amore, sapienziale, in grado di illuminare sia le molte angustie o controversie legate alla vita quotidiana, sia il significato più profondo delle Sacre Scritture.
Questo umanesimo cristiano, filtrato dallo spirito evangelico, trova una completa esplicitazione nella Regola e nei suoi scritti, con la costante sottolineatura della “singolarità” della persona umana, che si estrinseca nel rispetto profondo per ogni individuo.
l’evAngelisMo e i suoi seguAci L’influsso di sant’Angela Merici sulla cultura e sulla società bresciana è stato rilevante, in ambito artistico nella pittura del Moretto e nella vicinanza del Romanino, ma esso è particolarmente rintracciabile soprattutto nelle opere di due delle figure di maggior rilievo della società bresciana del Cinquecento: Agostino Gallo e Giacomo Chizzola. Inoltre con Angela entrano in relazione anche figure di primaria rilevanza delle istituzioni caritative bresciane, come Girolamo Patengola e, soprattutto, Isabetta Prato, protagonista indiscussa della carità femminile bresciana e madre generale della Compagnia dal 21 ottobre del 1572. – 21 –
fondAtrice dellA coMpAgniA di sAnt’orsolA Nel 1535, a cinque anni dalla morte, Angela Merici fonda la Compagnia di S. Orsola che da subito presenta un’ascesi propria, legata al valore escatologico attribuito alla consacrazione verginale vissuta senza voti canonici: questo nuovo stato si propone per coloro che desiderano santificare la propria esistenza né entrando nei monasterii, né in matrimonio copulandosi. È la strada di mezzo, la più virtuosa, in quanto in essa al rinnovamento dello spirito, con lo sposalizio mistico, corrisponde una rigenerazione della vita vissuta nel mondo.
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Questa nuova condizione consacrata ribalta escatologicamente nei cieli le gerarchie sociali dei destini femminili, tanto da spingersi ad affermare nel Prologo alla Regola che persino le Imperatrici, Regine, Duchesse desidereranno esser state almeno ancelle delle nuove spose di Cristo. Tuttavia, con la consueta schiettezza tipicamente bresciana che la caratterizza, Angela non si nasconde quanto la fedeltà a questo “ribaltamento” sia ardua (perché la carne e la sensualitade nostra non è morta), ma il premio è altissimo: quello di essere in ciel gloriose regine. – 23 –
Con la nova Compagnia, venuta dal Cielo in forza et possanza dello Spirito Santo, ogni donna consacrata può santificare la propria esistenza non rinchiusa fra le mura di un convento, ma vivendo ed operando nel mondo sul modello della chiesa primitiva, nella quale le matrone seguivano gli apostoli. Alla sua morte, quando nella città si sparse la voce del suo “transito”, gran folla si riversò nella chiesa di S. Afra, oggi santuario di S. Angela Merici, ove la sua salma era stata composta in una bara aperta. Per trenta giorni restò esposta all’incessante pellegrinaggio di fedeli senza che il suo corpo mostrasse segni di decomposizione e fu il Moretto a realizzare il suo ritratto funebre. Raccontano agiograficamente le cronache che dopo la sua morte accaddero eventi straordinari e che nelle prime sere sopra la chiesa di S. Afra apparve un grandissimo splendore o sia una lucidissima stella corrispondente perpendicolarmente al sito dove giaceva il Corpo Beato. – 24 –
Venerata per oltre due secoli, vide aprirsi il processo di canonizzazione nel 1757 su richiesta della superiora delle Orsoline di Roma. Un decennio dopo, nel 1768, fu dichiarata beata da Clemente XIII ed infine canonizzata dal papa Pio VII nel 1807. Il 24 gennaio del 2010 è stata proclamata patrona secondaria di Brescia ad opera della Sacra Congregazione del Culto, su proposta del vescovo di Brescia Luciano Monari.
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lA sceltA di vitA MericiAnA si concretizzA AncorA oggi?
Lo spirito mericiano si incarna oggi in oltre una ottantina di famiglie di religiose, fra Compagnie secolari ed Istituti di suore, con una presenza capillare in tutti i continenti. Oggi, a 475 anni circa dalla sua nascita, la Compagnia di S. Orsola, se sa rispondere davvero a una sua nativa, insita vocazione, è modernissima e di grande attualità in quanto contribuisce a far emergere e a trafficare il genio-mistero della donna, di ogni donna e di ogni persona e a costruire la civiltà dell’Amore.
spirituAlitÀ e uMAnitÀ di sAnt’AngelA nel ricordo del suo segretArio gABriele cozzAno
Era di tanta gratitudine e gentilezza… Era di tanta carità e unione con Dio, che si riteneva vera debitrice di ogni creatura che vivesse in qualche modo secondo Dio… Era di tanta sete e bramosa della salvezza e del bene del prossimo, che era disposta e prontissima a dare non una ma mille vite per la salvezza anche del più piccolo…
Con amore materno abbracciava ogni creatura. E chi era il più peccatore, quello era il più accarezzato da lei… Erano le sue parole infuocate, potenti e dolci, e dette con tale nuovo vigore di grazia, che ognuno poteva ben essere costretto a dire: Quivi è Dio..
vivere gioiosAMente nellA luce il senso di una vocazione Coloro che vorranno esser ammesse in questa Compagnia dovranno aver ferma intenzione di servir Dio in tal sorte di vita; entreranno allegramente e di propria volontà […] essendo state elette ad esser vere e intatte spose del figliolo di Dio … luce che trascende le barriere sociali Poiché a voi figliole e sorelle mie direttissime Dio ha concesso la grazia di separarvi dalle tenebre di questo misero mondo per unirvi insieme per servire sua divina Maestà, dovrete ringraziarlo infinitamente che a voi specialmente abbia concesso un così singolare dono. Infatti quante persone importanti - come Imperatrici, Regine, Duchesse e simili - per maggiore loro felicità e maggior loro gloria desidereranno essere state anche una minima ancella vostra, considerando la vostra condizione esser stata tanto più degna e migliore della loro. luce che trasfigura la vita e la morte Beati quelli ai quali Dio avrà ispirato la luce di Verità e gli avrà dato sentimento di bramare la celeste patria. Io ho ferma fede e speranza nell’infinita divina bontà, che non solo supereremo facilmente tutti i – 33 –
pericoli e le avversità, ma li vinceremo anche con grande gloria e gaudio nostro. Anzi passeremo questa nostra brevissima vita consolatamente e ogni nostro dolore e tristezza si volgerà in gaudio e allegrezza; troveremo che le strade spinose ripide e sassose, si faranno a noi floride, piane gioconde e di finissimo tesoro coperte … lA coMpAgniA di s. orsolA coMe cAtenA d’Affetti Tutte, nella Compagnia, siano tenute come in una catena: le sorelle semplici per la premura delle loro superiore e le superiore per amore verso le loro “figlioline”. La Regola di Angela Merici non è un rigido codice di comportamento, ma si pone come via, come stimolo alla responsabilizzazione individuale, come – 34 –
cammino nel quale la sponsalità individuale si coniuga e si potenzia nella sponsalità collettiva, per cui è: solidarietà se ci fossero almeno due sorelle rimaste sole, senza padre né madre né altri superiori … allora per carità siano aiutate nei loro bisogni. Se, invece, ne fosse rimasta una sola, allora qualcuna delle altre la voglia ricevere in casa sua, e a questa gli sia data la sovvenzione che parrà più opportuna a chi governa la Compagnia. una rete sociale proto cristiana se ce ne fossero di così anziane che non potessero mantenersi da sole, allora, di grazia, siano aiutate e servite come vere spose di Gesù Cristo. che si estende fino alla fine Se alcuna delle sorelle sarà inferma che sia visitata, assistita ed – 35 –
aiutata, di giorno e di notte o secondo il bisogno e la necessità. Quando una sarà morta, allora tutte le altre vogliano accompagnarla alla sepoltura, andando a due a due, con carità, ciascuna con una candela in mano. obbedienza ‘esortativa’ aderire alla volontà del Padre significa obbedire alle sue manifestazioni, per cui l’obbedienza si deve anzitutto alla legge promanata da Dio nei Comandamenti e alle varie autorità, ma sopra tutto obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo lo Spirito Santo ci manda nel cuore, la cui voce tanto più chiaramente – 36 –
udiremo, quanto più purificata e monda avremo la coscienza, perché lo Spirito Santo … insegna a noi ogni verità. Autorità come servizio umile … tenetevi come ministre, e serve, considerando, che voi avete più bisogno di servirle, che loro d’esser servite da voi o governate … testimonianza evangelica non solo con opere di carità ma con comportamenti di vita autenticamente cristiana tenete l’antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo. E fate vita nuova. Delle altre opinioni che adesso sorgono e sorgeranno, lasciatele andare come cose che non vi appartengono.
seminare la pace nell’ascoltare, non si dilettino di udire se non cose oneste, lecite e necessarie. Nel parlare, tutte le loro parole siano sagge e misurate; non aspre, non crude, ma umane e inducenti a concordia e carità ‌ E, in qualunque luogo si trovino, cerchino di metter pace e concordia.
orazione concreta Esortiamo ciascuna a innalzare la mente a Dio e ogni giorno nel segreto del proprio cuore dire: Signore mio, illumina le tenebre del cuor mio e dammi grazia più presto di morire, piuttosto che offendere la tua divina Maestà. Assicura Signore i miei affetti e i miei sensi, che non prevarichino in nessun lato, né mi distolgano dal luminosissimo tuo volto, che fa contento ogni cuor afflitto. Degnati Signore di perdonarmi le mie tante offese e ogni mia mancanza che abbia commesso fino ad ora dal giorno del sacro battesimo. Degnati ancora Signore di perdonare i peccati di mio padre e madre, dei miei parenti, amici e di tutto il mondo. Signor mio, unica vita e speranza mia, ti prego che tu ti degni di ricevere questo mio vilissimo e immondo cuore e bruciare da quello ogni cattivo affetto e passione nell’ardente fornace del tuo divino amore. Ti prego, Signore, di ricevere il mio libero arbitrio, ogni mia propria volontà, la quale da sé, per essere infetta dal peccato, non sa discernere il bene dal male. Per questo ricevi ogni mio pensare, parlare, operare e, finalmente, ogni mia cosa così interiore come esteriore, il che tutto offro avanti i piedi della tua divina Maestà, pregandoti che tu ti degni riceverlo, benché ne sia indegna. Amen. – 39 –
lA nuovA pedAgogiA dell’AMore
rispetto per la persona umana Siate piacevoli e umane con le vostre figliole … Se vedrete una pusillanime e timida che inclina alla disperazione confortatela, fatele animo, promettetele del bene, allargatele il cuore con ogni consolazione; di contro se vedrete qualche altra presuntuosa, o poco timorata, a quella mettetele timore, ricordatele del rigore della giustizia di Dio.
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non giudicare, perché non si conoscono i disegni di dio Amate le vostre figliole ugualmente, e non vogliate parteggiare più per l’una che per l’altra, perché tutte sono creature di Dio, e non sapete che cosa lui voglia fare di loro. Infatti, come potete sapere voi se quelle che vi sembrano più da poco e di minor valore non siano per diventare le più generose e le più accette alla sua Maestà? E poi, chi può giudicare i cuori e i più intimi pensieri della creatura? Amore e carità come collanti dei rapporti sociali Quando le ammonirete e le consiglierete o le esorterete a qualche bene o le distoglierete da qualche male, sforzatevi di operare solamente mosse dal solo amor di Dio e dal solo zelo per le anime. Infatti otterrete di più con le carezze e le piacevolezze che con la durezza dei rimproveri. La carità, la qual dirige ogni cosa a onor di Dio e al bene delle anime, ben insegna tal discrezione e muove il cuore a essere, a luogo e tempo, ora piacevoli, ora aspre secondo il bisogno. – 41 –
il primo passo nella formazione spirituale e umana è l’attenzione ai bisogni degli altri Sarete sollecite e vigilanti a conoscer e intendere i bisogni spirituali e temporali delle vostre figliole, in modo da poterli soddisfare al meglio che sia possibile … secondo quanto lo Spirito Santo vi ispirerà.
seMinAtrice di sperAnzA la persona non è sola nel suo cammino Svolgete la missione che vi è stata affidata con serietà e poi lasciate fare a Dio che farà cose mirabili al tempo suo, e quando a lui piacerà … non abbiate timore Non vi perdete d’animo nel timore di non sapere né potere fare quello che necessita … abbiate speranza e ferma fede in Dio, che egli vi aiuterà in ogni cosa … perché senza dubbio, così come egli vi ha dato tal impresa, così vi darà anche le forze per poterla eseguire. Affidatevi alla vera fonte di energia In questi tempi pericolosi e pestiferi non troverete altro ricorso che rifugiarvi ai piedi di Gesù Cristo, perché … lui vi governerà e ammaestrerà. È l’atteggiamento attento di Maria ai piedi di Gesù vivo. La vera promozione umana si consegue in una relazione viva con Dio, solo così si realizza se stessi e si è lievito nella società.
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cHe significA Questo per noi, oggi?
l’uomo di oggi si trova immerso in “miserie” diverse da quelle che si vivevano al tempo di Angela, eppure oggi ci sono ancora ostacoli per lo sviluppo umano, in modo particolare per le donne. Angela Merici offre una via rivolta a tutti: in un mondo nel quale i rapporti umani sono spesso intessuti sul profitto, sull’ipocrisia o sull’indifferenza Angela contrappone la conoscenza della fede secondo la quale ogni persona vive dell’amore di dio e perciò la si deve stimare e incoraggiare. se stimato e preso sul serio l’individuo può alzare la testa. sapersi amato da dio lo rende forte. sempre più persone vivono nella solitudine in un mondo nel quale sono possibili sol-
tanto brevi e spesso eccessive esperienze interpersonali, dato che non sentono né se stessi né gli altri capaci di vivere in una relazione continua. Angela a ciò contrappone la fiducia nella misericordia di dio. se iddio ama il singolo individuo “prima di ogni comportamento e nonostante ogni debito”, questo può incoraggiare ad aver fiducia nelle relazioni umane. Ancora oggi lo status symbol ha più importanza dei valori etici. chi non ne prende parte è emarginato. Angela raccomanda vivamente alle sorelle di presentarsi modestamente, umilmente e di convincere gli altri che ciò che vale veramente è la genuinità e l’autenticità della vita.
conclusione Angela Merici fu presentata per molto tempo come maestra, però lei era molta di più: era “pastore” d’anime. Non solo ha provveduto alla formazione intellettuale della persona, ma le ha insegnato anche a diventare, a essere una persona integrale con intelletto, corpo e anima. Lei ha fatto questo con parole prudenti, come è ben evidenziato nei suoi scritti e con il suo modo di vivere. Lei ha vissuto il modello di colui che si affida tutto a Dio, diventando una persona integrale. In questo Angela era inattuale e, contemporaneamente, era una donna che cerca la sua vera dignità. Per Angela Merici allora si accese una luce, più ancora, un fuoco che arde per i secoli e che arde ancora oggi: Non ve perdeti d’animo di non sapere ne poter far quello che se ricerca degnamente … Habiate speranza et ferma fede in Dio, che egli ve aiutarà in ogni cosa ... Fate, movetive, credeti, sforzative, sperate, gridate a lui col cor vostro, che senza dubbio vedereti cose mirabile.
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AngelA Merici 1476 circa - 1540
La storia, l’attualità testi di Gianpietro Belotti Licia Baruffi Rosa Pollini Brigitte Werr
Realizzazione grafica: DGM - Brescia Stampa: M. Squassina - Brescia Gennaio 2010
Compagnia di Sant’Orsola Figlie di Sant’Angela