Due donne un carisma
ANNO XV
Due donne un carisma
Marzo-Aprile 2010
Sei l’Agnello immolato nel cui sangue è la salvezza, memoriale della Vera Pasqua, della nuova alleanza. Manna che nel deserto nutri il popolo in cammino, sei sostegno e forza nella prova per la Chiesa in mezzo al mondo. Pane della vita sangue di salvezza vero corpo, vera bevanda, cibo di grazia per il mondo. (Inno Eucaristico)
La Bibbia svolge attraverso il lungo dramma della storia quello che l’Eucaristia condensa nel gesto semplicissimo della cena. Gesù prende del pane, lo spezza , lo offre ai discepoli e dice: “Questo è il mio corpo che sarà consegnato (alla morte) per voi”. Fa lo stesso anche col calice del vino e dice: “E’ il calice del mio sangue – il sangue dell’Alleanza – che sarà versato per voi…” (dalla lettera pastorale del Vescovo Mons.Luciano Monari per l’anno 2009-2010)
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Pubblicazione sulla spiritualità delle sorelle Girelli MARZO-APRILE 2010
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Due donne un carisma SOMMARIO ELISABETTA GIRELLI:...............................pag. 2 Inizio di un cammino vocazionale MADDALENA GIRELLI:.............................pag. 3 Comunione d’amore con Cristo INDIRIZZO E PASCOLO ALLA PIETÀ:............................................................pag. 4 La comunione ben fatta e i suoi prodigiosi effetti PENSIERI DIVOTI CAVATI DALLE SACRE SCRITTURE . ......................................pag. 5 di Maddalena Girelli SANT’ANGELA MERICI PATRONA DEI BRESCIANI ..................................................pag. 6 Nella parola di due Vescovi ANGELA MERICI ..............................................pag. 7 La storia – l’attualità
Pubblicazione sulla spiritualità delle sorelle Girelli Anno XV - 2010 - numero 02 a cura di Giuseppina Zogno Via F. Crispi, 23 - 25121 Brescia Tel. 030.295675 - 030.3757965 E.mail: angelamericibs@tiscali.it c/c postale n. 12816252 Direttore responsabile: don Antonio Fappani Progettazione grafica e stampa: COM&PRINT srl - Brescia
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ELISABETTA GIRELLI: Inizio di un cammino vocazionale
Bettina aveva circa 12 anni quando cominciò ad essere “presa” da tutto ciò che riguarda Dio. Soprattutto la interessavano le vite dei santi e, durante la preghiera, provava grande trasporto verso il Signore, impulsi e desideri di donarsi a Lui con tutta se stessa e ispirazioni ad esercitare la virtù. Sono “l’incipit” della sua vocazione. Comincia per Bettina un periodo nuovo… Le sollecitazioni della grazia diventano sempre più vive ed insistenti. Gli interessi della fanciulla durante la ricreazione sono le “figurine” della vita dei santi, riportati in alcuni giornali religiosi provenienti dalla Francia. Fra tutte, quella che maggiormente l’attraeva era la biografia di S. Vincenzo de’ Paoli. Scrive:”Non so se per effetto del mio temperamento o per lume speciale di Dio, quella lettura mi produceva certa commozione interna a cui non potevo resistere. . .“ La conclusione era sempre la stessa: promettere al Signore che, fatta grande, anche lei avrebbe servito i malati, raccolti i poverelli, e via dicendo. Tuttavia, nonostante scrivesse a ricordo dei suoi propositi o le iniziali del suo nome o la data del giorno in cui aveva fatto il proposito, o qualche parola di riferimento, la distrazione del gioco dissipava le forti impressioni di quelle letture pie. Quando, però, era tranquilla, e specialmente durante la preghiera, sentiva di nuovo dentro di sé l’invito: “Se vuoi darti a me quando sei grande, perché non subito? Come potrai fare quel sacrificio, se non fai questo… che è tanto meno?” Elisabetta era spaventata davanti ai sacrifici che riteneva indispensabili per consacrarsi a Dio e pregava il Signore di toglierle quel pensiero e le desse la forza di superersi. Era tale la lotta interna che doveva sostenere a motivo di quelle ispirazioni, che talvolta usciva di Chiesa. Poi vi ritornava, chiedendo al Signore che, al suo posto, chiamasse altre e gli suggeriva le migliori. Bettina temeva che una vita donata al Signore fosse malinconica e lei non poteva rinunciare alla sua vivacità. Non confidò a nessuno il suo stato interiore,tuttavia si propose di non rifiutare nulla di quanto le venisse chiesto per amore del Signore, di non farsi servire e di compiere con grande esattezza i suoi doveri di ogni giorno. La Nostra è ormai in cammino, pur fra mille contraddizioni… La grazia farà il resto: delicatamente abbatterà ogni resistenza e la preparerà al grande “Sì” della sua vita.
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Due donne un carisma MADDALENA GIRELLI: Comunione d’amore con Cristo Nella lettera pastorale “Un solo pane un unico corpo” il nostro Vescovo Luciano sottolineava come tutte le preghiere e le varie fasi della Messa convergono in modo organico verso il centro della celebrazione eucaristica: la trasformazione degli elementi materiali: pane e vino, nel corpo e sangue di Cristo “Corpo spezzato e sangue versato” sono donati ai fedeli come nutrimento dell’anima. In questo modo la vita del cristiano è trasfigurata e diventa, per trasformazione d’amore, una cosa sola con quella del figlio di Dio incarnato, morto, risorto e vivo in mezzo a noi. Il “pane di vita” ci cristifica. Cibandoci di Cristo, noi non trasformiamo Lui in noi, ma piuttosto trasformiamo noi in Lui. Maddalena Girelli compresa della infinita grandezza del mistero eucaristico, si appresta a celebrarlo solennemente il giovedì santo, giorno che ricorda la divina istituzione del Sacramento e attualizza il memoriale della Pasqua del Signore. “Mi recai in questo giorno a fare la Santa Pasqua. Il mio cuore era compreso da vari sentimenti, ma parvemi che questo fosse il giorno di lasciar campo solo all’amore. E giacchè il mio amato sposo avea rivolto lo sguardo alla mia indegnità e m’avea chiamata a sedere con lui al Banchetto celeste, io pure secondai con confidenza gli amorosi suoi inviti, e mi posi in ispirito accanto a Lui per ricevere maggior copia di grazie ed essere spettatrice di quell’ineffabile mistero di carità ch’egli era per istituire. Considerando con quali modalità
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Maddalena si prepara alla celebrazione Eucaristica, possiamo notare la delicatezza e l’intensità d’amore con cui accosta il divino mistero perché operi una piena e totale immersione della sua anima in Dio: “Gli chiesi di riposare sul dolce suo seno per attingere un raggio di luce, per comunicare al meschino mio cuore una scintilla della sua carità, per chiudere i miei occhi ad ogni cosa creata per dare tutti i miei sensi in una beata dimenticanza d’ogni creatura e dispormi per tal modo a gustare più intensamente quel PANE sopra sostanziale che Gesù ci ha lasciato come pegno del suo amore.” Maddalena sperimenta la soavità dell’unione con Dio come pregustamento della gioia che le sarà data in Paradiso, ed esclama: “Oh, Signore,
che sarà mai l’unione eterna col Sommo Bene, se brevi istanti fanno dimenticare tutte le pene della vita!” La gioia dell’unione eucaristica, tuttavia, non può prescindere dalla realtà sacrificale del Venerdì Santo, anzi, fa tutt’uno con essa. Scrive in proposito il Vescovo Luciano nella sua lettera pastorale: “Bisogna mettere l’ultima cena di Gesù in rapporto col Venerdì Santo, quando il sangue di Gesù sarà veramente sparso sul Calvario e quando il corpo di Gesù diventerà una vita spezzata”. Maddalena Girelli, il Venerdì Santo, prega ”il Divino suo Sposo” di condurla in sua compagnia. “Ed EgliPer sua bontà mi fece la grazia di non perdere mai dalla memoria la sua presenza e d’accompagnarlo col cuore né suoi dolorosi passi. Ma ohimè! che il punto più importante del sacrificio io miserabile non so neppure adombrarlo!... Voi siete morto per puro mio amore… io per voi neppure so vivere unicamente!...” La consapevolezza sempre più profonda di ciò che il Dono eucaristico implica, si fa particolarmente acuta … Davanti al Corpo martoriato di Cristo, Maddalena implora:”Datemi, per i meriti vostri una costante volontà del vostro santo amore… per le vostre Santissime Piaghe perdonatemi i miei peccati… per le tre ore di agonia che patiste in Croce, cancellate in me le colpe commesse… per l’acerbissima passione e morte vostra salvate me e tutte i peccatori dalla morte eterna”.
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Due donne un carisma INDIRIZZO E PASCOLO ALLA PIETÀ: La comunione ben fatta e i suoi prodigiosi effetti Elisabetta Girelli, riflettendo su quanto affermava Santa Teresa d’Avila, secondo la quale basterebbe una comunione ben fatta a farci santi, sviluppa alcuni pensieri relativi all’Eucaristia. “Guardando all’eccellenza della grazia che Dio ci fa nella Santa Comunione, non mi rimase alcun dubbio sugli effetti prodigiosi e straordinari che deve produrre in chi la riceve degnamente: ma poi, pensando al poco e nessun frutto che, in pratica, ricaviamo, mi prese gran timore…” Perché mai, noi che ci accostiamo così spesso alla mensa degli Angeli, non ricaviamo i frutti che da essa derivano? Perché la nostra vita resta immutata, i nostri difetti sempre ripetuti: collera, disobbedienza, vanità, curiosità, distrazione? Bettina ne ricerca la causa, concludendo: “La colpa è nostra, tutta nostra; perché non ci prendiam cura di comunicarci bene. Molte volte facciano la Santa Comunione così per usanza, e senza quella ponderazione e quell’apparecchio, che si conviene a un atto si’ grande. Ah! se prima di fare la Comunione noi ci raccogliessimo a pensare alla grandezza e maestà di Dio che si cela sotto le umili sembianze dell’Eucaristico Pane! Se pensassimo che il nostro cuore diventerà il vero tempio o per meglio dire, il vero tabernacolo del Signore!” Sicuramente non ci lasceremmo guidare dalla superficialità, saremmo meno banali nel considerare i misteri di Cristo, anzi il Mistero dei Misteri: il suo inabissarsi e il suo nascondersi ai nostri occhi per non farci tremare, il suo invito ad
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accoglierlo con amore. Si tratta, qui, di un problema di fede. Solo guardando a Gesù con gli occhi della fede riusciamo a intravedere chi Egli veramente sia. La fede- scrive Bettina – ci dirà quello che dobbiamo fare per renderci meno indegne di tanta grazia. Ci dirà che per ricevere il Dio della purità e santità non vi è purezza e santità che basti; e quindi nascerà in noi il desiderio di purificare sempre più il nostro cuore d’ogni macchia di peccato e di adornarlo sempre meglio con opere sante.” La fede, inoltre, mostrandoci la grandezza di Dio, ci svelerà tutta la nostra pochezza e bassezza al suo confronto. “La fede ci dirà che quel Dio che noi dobbiamo ricevere è grande ed immenso e noi diverremo umili nel cospetto suo; poiché non vi è cosa che tanto ci faccia sentire la nostra bassezza e miseria quanto la presenza di Dio” La fede, poi, mostrandoci la bontà senza confini del SIGNORE, farà scaturire dal nostro cuore sentimen-
ti di fiducia filiale nei suoi confronti. “La fede ci mostrerà l’abisso smisurato della infinita bontà di quel Dio che vuol venire dentro di noi, e nascerà nel nostro cuore una gran fiducia per chiedergli grazie grandi per noi stesse e per gli altri.” Ma Elisabetta non si ferma qui: mira dritto ai frutti che una Comunione ben fatta è destinata a produrre nella vita dei cristiani, cioè, una vita santa. Perciò continua:”Se mai arriveremo ad andare alla Santa Comunione penetrate dalla vista di quell’amore portentoso che ha portato un Dio così grande a farsi così piccolo per unirsi a noi, allora raccoglieremo il frutto più prezioso della Comunione ben fatta, cioè la santità.” La santità, a sua volta, ci donerà il coraggio di compiere gli atti più eroici, per testimoniare a Cristo eucaristia il nostro amore, come fecero i primi cristiani nei periodi di feroce persecuzione. Scrive infatti Bettina: “I primi cristiani passavano intrepidi dalla Comunione al martirio.”
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Due donne un carisma PENSIERI DIVOTI CAVATI DALLE SACRE SCRITTURE di Maddalena Girelli “Io ti ho amato nell’amore eterno, sicchè a me ti trassi per misericordia” (Geremia) Maddalena commenta alle sorelle di ideale queste stupende parole che Dio mette in bocca al suo profeta. “Se pensassimo un po’ di frequente, sorelle, al grande amore che ci ha portato il nostro buon Gesù, io credo che tutte noi ci sentiremmo ardere il cuore di una viva carità verso di Lui e piangeremmo amaramente di aver si tardi corrisposto ai suoi dolci inviti.” Nene mette a confronto l’Amore di Dio con quello delle creature, per farci comprendere quale abisso li separi. “Chi è mai – prosegue –fra gli amatori terreni che possa dirci come Gesù: Io ti ho amato nell’amore eterno. Oh, quanto è instabile l’affetto delle creature! Appena si trova qualche amicizia che sia così cordiale da durare per alcuni anni, spesso i legami più sacri e le affezioni che sembrano dover essere le più forti, in un momento si troncano , si raffreddano, e fin talora si cambiano in fierissimi odii.” La storia dell’Amore di Dio verso di noi, piccole creature, non solo percorre tutti i tempi e tutti gli spazi, ma li oltrepassa, perché egli ci ama da prima che nascessimo. Nella sua mente noi esistiamo dall’Eternità, e senza che noi potessimo vantare alcun diritto, per pura gratuità, non smise di amarci quando noi “invece di conoscerlo e di amarlo ci occupavamo di offenderlo e a dissipare fra mille oggetti vani e frivoli quell’amore di cui Egli ci aveva fatti capaci per corrispondere all’eterno, all’immenso amor suo.” Maddalena passa in rassegna tutte le opere della creazione, l’ordine e la bellezza che le contraddistinguono, perchè le sue figlie vi possano leggere la presenza amorosa e premurosa di Dio per ogni creatura e per ciascuna di loro in particolare, e ribadisce: “Chi mai sarà al mondo che abbia fatto per noi tante meraviglie, che sia stato sì costante nel beneficarci, che abbia versato per salvarci tutto il suo sangue?” La Nostra non esita a definire “mostruosità inconcepibile” il fatto che molte persone, davanti a un così grande prodigio d’amore da parte di Dio, non si lascino accendere d’amore per Lui e siano in preda di “vivissimi ed ingannevoli amori”; Nene chiama “mostruosità imperdonabile la nostra, se dopo aver ricevuto prove sì grandi di singolare e specialissimo affetto, non ci gettassimo perdutamente a riamarlo con tutte le nostre forze.” La considerazione dell’Amore Eterno con il quale e nel quale siamo amate, non può fare a meno di raddoppiare l’ardore della nostra carità nel corrispondere” a quella fiamma divina che esce dal suo Cuore e che speriamo ci farà ardere in eterno.” Noi purtroppo non abbiamo a disposizione che poco tempo. Perciò Maddalena ci esorta: “Su, compensiamo almeno la brevità del tempo col raddoppiare l’ardore della nostra carità. Troppo spesso, nella nostra vita abbiamo resistito agli impulsi della grazia, alle sollecitazioni del Cuore Amante di Cristo, alle sue stesse “minacce” piene di misericordia. “Chi sa mai dove saremmo andate a finire – scrive Nene –e quanto lontano da Lui!... E invece di essere annoverate fra le sue spose in questa cara Compagnia di S. Angela, che sarebbe forse al presente di tutte noi?”Alle Figlie di S. Angela si impone l’obbligo morale “ di dimostrargli la nostra gratitudine per tanta grazia, col tirare noi pure altre anime ad amarlo; tirarle con quell’amore, con quella misericordia, che Egli usò verso di noi.” Maddalena chiude poi con una supplica: “Sorelle, preghiamo, temiamo, amiamo il Signore!”
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Due donne un carisma S.ANGELA MERICI PATRONA DEI BRESCIANI Nella parola di due Vescovi
La festa celebrativa di S.Angela del 27 gennaio 2010 è stata coronata dalla promulgazione del Decreto della Sacra Congregazione dei Riti che riconosce S.Angela Merici Patrona della città e della provincia di Brescia dopo i Santi Faustino e Giovita. La stampa ne ha parlato ampiamente, ma qui vogliamo riportare il pensiero di due Vescovi: Mons. Luciano Monari Vescovo di Brescia e Mons. Francesco Beschi, già ausiliare ed ora Vescovo di Bergamo, i più direttamente interessati all’evento. Diciamo evento, perchè trattandosi di un fatto ecclesiale va ben oltre la cronaca per assumere il valore di simbolo, anzi di fatto di salvezza. Entrambi i presuli hanno sottolineato l’importanza del “Patronato di ANGELA PER I BRESCIANI in special modo. Il Vescovo Luciano ha avuto parole di riconoscenza per il Superiore e per la”Compagnia” che incarna il carisma mericiano da 500 anni a questa parte e si è complimentato a motivo del nuovo titolo riconosciuto alla Santa Fondatrice. “La festa della Madre (perchè tale fu il carisma e il ruolo di Angela) è an-
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che la festa delle “Figlie!” ‑ ha detto Mons. Monari. S Angela è nostra patrona presso Dio ... Anche lei è opera dell’amore di Dio. E’ Lui che l’ha plasmata e l’ha resa conforme a Cristo. La stessa cosa - ribadiva il Vescovo - proponeva alle Figlie che voleva “persone umili, miti generose senza misura, come Gesù!” Mons. Francesco Beschi, che ammirava nella folla numerosissima dei pellegrini, a distanza di 500 anni dalla morte di S. Angela, la commovente devozione dei bresciani verso la Santa, sottolineava un suo aspetto peculiare nei loro confronti: la vicinanza. I patroni sono padri e madri dei fedeli. Ciò dice un bisogno umanissimo di vicinanza. Credenti e non invocano vicinanza, amicizia, condivisione! Angela, consacrata a Dio, esprime vicinanza. Ha scalato i gradini del cielo per avvicinarsi a noi. Era la sua comunione con Dio che le ha dato la percezione più profonda dei bisogni spirituali degli uomini. E l’ha sperimentata nei conflitti. Tutto può diventare opportunità di crescita per noi e per gli altri, se amiamo Dio. L’invito del Vescovo Francesco era di diventare noi stessi “vicini” di “sperimentare la prossimità”. Egli, con delicatezza, offriva a tutti, attraverso le Figlie di S Angela una pista di cammino. “La familiarità con le sorelle che ne seguono le orme dice anche l’insegnamento di Angela.” Mons. Luciano ha sviluppato l’aspetto femminile del carisma mericiano, attualizzandone l’im-
portanza e rivolgendo un accorato appello alla presenza della donna e alla femminilità consacrata in ispecie, ad illuminare le scelte politiche ed etiche del nostro tempo S. Angela ‑ diceva ‑ 400 anni fa ha scoperto una consacrazione per le donne nel mondo ciò è di straordinaria attualità.”E continuava sottolineandone il motivo:”Oggi il mondo sottolinea la mascolinità. Le donne, nella vita della Chiesa sono sempre state le colonne... Oggi mancano le vocazioni ... Nelle parrocchie mancano le donne che si trovano a portare un carico psicologico ed economico superiore alle loro forze.Il vissuto della donna oggi ha bisogno del confronto e del sostegno di Cristo. C’è un lavoro infinito da svolgere per illuminare il vissuto femminile.” Sant’Angela Merici apre una strada a tutti. Il Vescovo Luciano auspica che la proclamazione di S. Angela a Patrona della Diocesi di Brescia susciti il desiderio di assumere un modo di pensare ed esperienze tali, da aiutare i fedeli a vivere correttamente la differenza sessuale, superando il conflitto uomo‑donna. Dio ha voluto sottolineare la differenza, per farci capire che solo così, possiamo operare in comunione e collaborare, ciascuno per la sua parte, per vincere le sfide del nostro tempo.
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Due donne un carisma ANGELA MERICI La storia - l’attualità
In occasione della proclamazione di S. Angela Merici a Patrona secondaria di Brescia (24 gennaio 2010) è uscita una biografia tascabile della Santa, agile, ma documentata, ricca di illustrazioni artistiche, che riporta alcuni pensieri significativi e preghiere sgorgate dal suo cuore. E’ stata preparata dal prof. Gian Pietro Belotti, studioso dell’epoca in cui visse la Merici, con la collaborazione di tre Figlie di S. Angela. Segnaliamo volentieri la piccola biografia, perchè scritta con linguaggio semplice e piacevole , di facile lettura per tutti. La consigliamo perchè, oltre ai dati storici, puntualmente illustrati, il volumetto contiene una proposta di vita: la scelta di Angela come maestra spirituale, e il suo carisma specifico, capace anche oggi di affascinare le giovani aperte all’avventura imprevedibile della unione sponsale con Cristo. Angela, da madre vigile e amorosa, indica pure una modalità di percorso: “soprattutto obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo lo Spirito Santo ci manda nel cuore, la cui voce tanto più chiaramente udiremo, quanto più purificata e monda avremo la coscienza, perchè lo Spiri-
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to Santo ... insegna a noi ogni verità”. Ancora, Angela mostra il”luogo” entro il quale lo Spirito di Dio opera, perchè le giovani, desiderose di realizzare grandi cose, non si smarriscano per sentieri tortuosi,e senza sbocco. Questo luogo e questa via maestra ci è data dalla Chiesa, sposa di Cristo. “Tenete l’antica strada e usanza della Chiesa ordinata e confermata da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo.” Che è quella ricevuta nel battesimo e portata al suo massimo splendore, che ci permette di vivere da figli del Padre, in piena libertà di spirito, senza cedere a false suggestioni o a teorie di dubbia provenienza. “Delle altre opinioni che adesso sorgono o sorgeranno, lasciatele andare come cose che non vi appartengono.” L’unica stella polare che può guidare in porto nella lunga traversata del mare periglioso della vita è Cristo Signore. “In questi tempi pericolosi e pestiferi non troverete altro ricorso che rifugiarvi ai piedi di Gesù Cristo, perchè ... Lui vi governerà e ammaestrerà.” Non si sgomentino le giovani nell’intraprendere una vita di consacrazione a
Dio senza la protezione di un convento; siano coraggiose e fiere di rispondere ad una chiamata ardua, ma entusiasmante di testimonianza al Signore Risorto, nel mondo. “Non vi perdete d’animo nel timore di non sapere nè potere fare quello che necessita ... abbiate speranza e ferma fede in Dio, che Egli vi aiuterà in ogni cosa ... perchè senza dubbio, così come egli vi ha dato tal impresa, così vi darà anche le forze per poterla eseguire .” Lo stile che Angela propone alle giovani desiderose di far parte della sua famiglia spirituale è quello della dolcezza e della saggezza nelle relazioni, in modo da essere seminatrici di pace. “Nel parlare, tutte le loro parole siano sagge e misurate; non aspre, non crude, ma umane e inducenti a concordia e carità ... E in qualunque luogo si trovino, cerchino di metter pace e concordia.” Tutte le parole e le esortazioni di S. Angela possono essere ricondotte alla sua persona, che incarnava in sè quanto proponeva agli altri. In poche battute il Cozzano, suo segretario, fotografa la personalità affascinante di questa Santa Bresciana.
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Due donne unVenerabili carisma Preghiera alle Sorelle Girelli per ottenere grazie!
Elisabetta Girelli
Maddalena Girelli
O SS. Trinità, sorgente di ogni bene, profondamente Vi adoro e, con la massima fiducia, Vi supplico di glorificare le vostre fedeli Serve Venerabili Maddalena ed Elisabetta Girelli e di concedermi per loro intercessione la grazia... Padre nostro, Ave Maria e Gloria N.B.: 1) Chi si rivolge al Signore con la suddetta preghiera, specie in caso di novena, affidi la propria intenzione all’intercessione di entrambe le venerabili sorelle. 2) Ottenendo grazie per intercessione delle Venerabili Serve di Dio Maddalena ed Elisabetta si prega darne sollecita comunicazione a: Compagnia S. Orsola - Figlie di S. Angela - Via Crispi, 23 - 25121 Brescia. Chi desiderasse avere questo inserto da distribuire in Parrocchia, può richiederlo telefonando allo 030.295675. -aprile 2010, n2010 .2 8 Supplemento a “La Voce della Compagnia di S. Angela. Brescia”, marzo MARZO-APRILE