Voce della Compagnia n. 3-2011

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 48) art. 1, comma 2, DCB Brescia

LA VOCE DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA • BRESCIA

LUGLIO • AGOSTO • SETTEMBRE 2011

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VOCE

DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA DI BRESCIA

LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2011

3 Via F. Crispi, 23 - 25121 Brescia Tel. 030/295675-3757965 c/c postale n. 12816252 Nihil obstat quominus imprimatur Aut. del Trib. di Brescia n. 24/69 del 5 sett. 1969 Direttore responsabile: D. Antonio Fappani Tipografia: Alfa - Brescia Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 nยบ 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia


La parola del Superiore

- Il tempo tra un’assemblea e l’altra è piuttosto lungo e le occasioni di incontro si riducono: alcune Figlie si sono incontrate al ritiro di luglio, altre per le congregazioni di gruppo o per le riunioni di commissione, e infine alcune per la partecipazione a un corso di Esercizi spirituali. Per la maggior parte delle Figlie le occasioni si sono limitate a qualche visita o a una telefonata per un augurio, un saluto, un segno di amicizia. In ogni caso spero che tutte abbiano alimentato il ricordo fraterno con la preghiera e in tutte sia stato costante l’impegno di testimoniare in qualsiasi circostanza il singolare dono della consacrazione secolare, vissuta secondo il carisma proprio della Compagnia di S. Angela.

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“Conferma, o Signore, nell’amor tuo”

† Vigilio Mario Olmi

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La parola del Superiore Nei mesi estivi, anche se diminuiscono le occasioni di incontri, non deve però diminuire il desiderio di incontrarsi presto, e comunque all’inizio del nuovo anno pastorale, pronte a condividere proposte e iniziative che verranno condivise per tener viva la coscienza della propria consacrazione e della propria responsabilità per la vita e la promozione della Compagnia. - In attesa ed in preparazione dell’assemblea di settembre suggerisco qualche spunto di riflessione. Al primo posto pongo un richiamo circa la propria vita spirituale, invitando ciascuna a far propria l’invocazione di S. Angela: “Conferma nell’amor tuo i miei affetti e i miei sentimenti, affinché non prevarichino”. S. Angela infatti era ben consapevole che, se si attenua la vigilanza, si risvegliano le inclinazioni, le concupiscenze, le distrazioni, le meschinità, le mormorazioni, le gelosie, le curiosità che ostacolano il raccoglimento e la preghiera, offuscano la retta intenzione e indeboliscono il proposito di fedeltà. E difatti ammoniva che solo “mortificando gli appetiti carnali e i propri sensi, si può curare quella preghiera con cui si impetra da Dio la vera grazia della vita spirituale: onde per il gran bisogno che si ha dell’aiuto Divino conviene sempre pregare con la mente e con il cuore”. Lo sappiamo bene: chi è fedele alla preghiera si trova pronto in ogni situazione, vigilante anche di fronte agli imprevisti e sereno nel rapporto con qualsiasi persona. Nei momenti di silenzio soprattutto è più facile rientrare in se stessi, mettersi alla presenza del Signore, e vedere se i sentimenti, che guidano il pensiero e l’azione, sono conformi alla propria vocazione. E poiché viviamo in un contesto di superficialità diffusa si rende ancor più necessario entrare in se stessi. Una esigenza del genere era già avvertita nei primordi dell’antichità, come attesta il motto scritto

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La parola del Superiore sull’architrave del tempio di Delfi: “Conosci te stesso”, e i primi scrittori cristiani raccomandavano l’entrare in se stessi come una condizione necessaria per chi intendeva impostare un serio percorso spirituale e ascetico nella sequela di Cristo. Infatti chi intende fare un serio cammino alla luce del Vangelo secondo l’esempio e l’insegnamento di Cristo deve purificare pensieri, desideri e aspirazioni, correggere sentimenti, atteggiamenti e comportamenti. Poiché Cristo è insieme il modello e la guida, più si conosce Cristo e più si conosce ciò che deve essere evitato o corretto e ciò che deve essere cercato e vissuto, come diceva S. Agostino: “Signore concedimi di conoscere te per conoscere me”. Con questa premessa si è sicuri di camminare nella direzione giusta secondo il progetto di Dio. E’ anche per questo che, lungo il cammino, si rende necessario di tanto in tanto fare una sosta, rientrare in se stessi, fare l’esame di coscienza. Ne troviamo conferma anche in S. Angela, come appare dalla sua preghiera: “Entrando nel segreto del mio cuore, non ardisco per la vergogna levare gli occhi al cielo, perché mi conosco degna di essere divorata così viva nell’inferno”. E difatti l’esame di coscienza viene proposto ad ogni cristiano che intende fare un buon cammino di conversione. A maggior ragione perciò viene raccomandato a coloro che, come le Figlie di S. Angela, intendono intessere un vero rapporto di amore con Cristo, essendo state elette ad essere vere e intatte spose del Figliuol di Dio. Non si può pensare di mantener vivo il rapporto d’amore con Cristo sposo, se non si verifica di tanto in tanto lo stato di coscienza. Il secondo spunto è collegato al primo, anche se può sembrare meno importante. In realtà ne è una conferma, in quanto è conforme all’insegnamento di Gesù, che ammonisce: “Ama sinceramente Dio colui che ama il prossimo”.

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La parola del Superiore ra per una Figlia di S. Angela, che per vocazione è chiamata ad avere il cuore ben disposto con tutti, le prime persone da amare sono proprio le consorelle della stessa famiglia di elezione, qual è la Compagnia, e lo si manifesta con l’interessamento, la stima e l’affetto sia tra di loro e sia con il mettersi a disposizione per quanto concerne la vita, le opere e le iniziative della Compagnia. Al riguardo è opportuno leggere tutto il capitolo VII del Direttorio, che tratta della vita della Compagnia e dà indicazioni molto chiare e sempre attuali. Per es. al n. 60 leggiamo: “I rapporti devono essere improntati a vera fraternità fra tutte le Figlie di qualsiasi età, qualsiasi compito svolgano, in qualsiasi parte della diocesi vivano”. E un modo concreto per far crescere la comunione all’interno della Compagnia e per l’inserimento pastorale (n. 61 §2), è quello di partecipare alle congregazioni e alle iniziative per la proposta vocazionale. Al contrario, quando si vede che qualcuna prende ora una scusa ora un’altra per giustificare l’assenza, senza prima condividerla con la Responsabile o con la Superiora, c’è da pensare che nel suo animo si stia indebolendo, oltre al vincolo con la propria famiglia spirituale, anche la fedeltà al dono della consacrazione. E in più non ci si rende conto che con la propria assenza si priva la Compagnia di un apporto che ogni Figlia dovrebbe dare e si influisce negativamente su altre ugualmente tentate di fare altrettanto. Sono proprio fiducioso che all’assemblea di settembre siano presenti “tutte, colla grazia di Dio, con desiderio e prontezza di cuore” per dare inizio a un nuovo anno pastorale secondo la volontà del Signore.

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La parola del Superiore conclusione di queste mie riflessioni, non trovo altra parola adatta che ripetere quelle che la Madre rivolge alle Figlie, raccomandando loro di “far tutto il possibile per conservarvi in quello stato, in cui da Dio foste chiamate e cerchiate di abbracciare tutti quei mezzi e vie, che sono necessarie per prosperare e perseverare sino alla fine”. Lo esige il singolare dono “con cui siete state separate dalle tenebre di questo misero mondo ed unirvi insieme a servire Sua divina Maestà”. E mentre rendete infinite grazie al Signore che ve l’ha concesso, sentitevi incoraggiate e spronate a riprender con rinnovata fiducia la tensione alla santità e l’impegno a rendere la Compagnia sempre più viva e fraterna. Lo desideriamo fortemente insieme. Il Signore ci accompagni con la sua benedizione e S. Angela interceda per noi.

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La parola della Superiora

arissime, dopo la proclamazione di Sant’ Angela Merici compatrona di Brescia avvenuta il 24 gennaio 2010, il Superiore ci aveva fatto dono di una fervente preghiera da lui stesso composta per sottolineare gli aspetti più innovativi del carisma della nostra Madre e Fondatrice: dal ruolo speciale della donna nella società alla novità della consacrazione verginale, dalla trepidazione per l’educazione delle giovinette all’ansia materna per la salvezza di ciascuno. Da allora, in ogni incontro, ci è sempre stato raccomandato di recitarla dapprima noi stesse con particolare devozione e di farla poi conoscere a quanti avviciniamo nelle nostre Parrocchie. L’abbiamo fatto? L’abbiamo presentata alle nostre Comunità? L’abbiamo tenuta nel nostro libro di

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Dalla preghiera a Sant’Angela compatrona

Maria Teresa Pezzotti


La parola della Superiora preghiere, nel nostro Breviario? L’abbiamo valorizzata come merita per aiutare i nostri Concittadini ad essere cristiani migliori? Penso quindi sia necessario e gradito a tutte se, cominciando da questo numero di “Voce”, dedicheremo, volta per volta, poche righe ad un’analisi più approfondita. Solo se riusciremo a capirla appieno, la pregheremo meglio e saremo maggiormente stimolate a farla conoscere anche ad altre persone . Ci troviamo a riflettere sulle prime parole: “ O Angela santa, la Comunità Bresciana con devoto affetto Ti riconosce e venera sua Patrona insieme ai santi martiri Faustino e Giovita. Per questo con fiducia a Te ricorriamo. Innanzitutto con Te rendiamo lode al Padre, che Ti ha separata dalle tenebre di questo misero mondo e Ti ha resa luce per indicare la via della fede, della santità e della vita eterna….” La Comunità che indirizza la sua invocazione a Sant’Angela, è la nostra, quella in cui il Signore ci ha posto a vivere la nostra quotidianità. L’amiamo? Siamo pronte a dare viva testimonianza del nostro essere consacrate a Dio? Siamo capaci di pregare con Sant’Angela: “Signore, mi si spezza il cuore pensando a quelle misere creature che come cieche non conoscono Te, né si curano d’essere fatte partecipi della tua Sacratissima Passione: onde volentieri… spargerei il mio proprio sangue, se fosse bastevole ad aprire la cecità delle loro menti.”? (Regola Capo V) Sappiamo realizzare una vera unione con i nostri fratelli? Ci sentiamo di appartenere ad una sola grande famiglia incamminata verso la Patria celeste? Sant’Angela veramente si riconosceva in questa Brescia degli inizi del XVI secolo, dove l’obbedienza ai Padri Francescani di Salò l’aveva portata a vivere, per tener compagnia alla nobile Caterina Patengola

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La parola della Superiora che era rimasta da poco tempo vedova. Era proprio venuta ad abitare vicino a quella chiesa dedicata oggi a Sant’Angela Merici, allora a Sant’Afra: nel Cimitero paleocristiano di S. Latino erano stati martirizzati i SS. Patroni Faustino e Giovita. E proprio qui, dove ora si trovano i locali della sede della Compagnia e del Centro Mericiano, ha voluto abitare dal 1532 fino alla morte avvenuta nel 1540; qui a Brescia, pur essendo richiesta in tante città d’Italia, tra cui Roma, ha fondato la sua Compagnia ed ancora qui, al termine della sua vita, ha voluto essere sepolta perché era conscia che qui affondano le radici del cristianesimo bresciano. I nostri Concittadini sanno di essere depositari di tanta fede? E con noi, sono consci di doverla trasmettere alle nuove generazioni o sono rimasti soffocati dal secolarismo imperante che tutto ha avvolto in una tenebrosa caligine? Sant’Angela che era stata docile alla voce del Signore e che per prima si era lasciata togliere da queste misere tenebre, invita anche noi, fin dall’inizio della sua Regola, a seguirla in questo cammino, difficile all’inizio, ma che poi ci porta a godere della luce della Fede. “Poiché a voi, o figlie e sorelle mie dilettissime. Iddio ha concesso grazia di separarvi dalle tenebre di questo misero mondo ed unirvi insieme a servire Sua divina Maestà, doveTe rendergli infinite grazie…” (dal Proemio) Dove ci sono dense tenebre, possiamo ben dire che è il nostro compito dare speranza e trovare un filo di luce nei momenti bui, come anche ci sottolinea in un suo mattutino il cardinale Ravasi: “E’ di notte che è bello credere nella luce, dobbiamo forzare l’aurora a nascere, credendoci”. Era così grande la fede della nostra Madre che Agostino Gallo, nella

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La parola della Superiora Deposizione al Processo, ebbe a dire: “Se non ci fosse stata più fede, bastava guardare a Sant’Angela”. Mentre sto scrivendo l’articolo, è giunta questa e-mail che riporto con piacere perché confacente a quanto scritto sopra: “Buona domenica e Santa festa dell’Assunta. Mi chiamo Cristina e visitando il vostro sito cercavo una preghiera a s. Angela che non fosse troppo lunga. Ne avrei bisogno per inserirla nella scaletta dell’ incontro di preghiera settimanale, perché il nostro gruppo di Brescia si affida proprio alla Santa. Ho visto soltanto quella composta da mons. Olmi, che ritengo molto bella ma assai lunga. Se potreste gentilmente inviarmene una che potrei utilizzare ci fareste molto contente! Grazie. Cristina Griotti”.

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Alle sorelle ammalate

Carissime Sorelle, Il sole cocente di questa estate, l’arsura che affatica il respiro ci ha fatto desiderare un po’ di sollievo che forse abbiamo potuto soddisfare con una vacanza, magari tornando ai nostri monti o ai nostri laghi. Si è risvegliata la nostalgia e i ricordi di aver incontrato persone con le quali abbiamo a sua volta condiviso qualcosa di bello della nostra vita, soprattutto la gioia spirituale di avere incontrato ed esperimentato Gesù. Questa esperienza ci ha portato a rammentare il dono della consacrazione: il Signore ci è venuto incontro come un amico, come un padre, come Colui che ha voluto condividere con noi la sua vita e la sua gioia in modo tale che noi, pur piccole creature, potessimo essere dono ad ogni fratello che abbiamo incontrato e che ancora andiamo incontrando. Dare un sorriso proprio quando si è più stanchi e prontissimi a prendersela con tutti, richiede eroismo. Questo ci è possibile perché non siamo sole, il Signore ci è vicinissimo e la sua forza di amore diventa la nostra; ci fa ricordare che non siamo fatti per possedere ma per donare come ha donato Lui fino a morire in Croce. Riporto uno stralcio del diario di Maria Fida Moro: è un’ invocazione che l’ha aiutata a raggiungere quella perfezione del cuore tanto da lei desiderata: ”Signore fa’ che restiamo capaci di sentire il richiamo dell’infinito è la Tua voce che mormora nel deserto parole di speranza. Fa’ che ci amiamo sempre con fiducia, con allegria, con semplicità. Fa’ del

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Alle sorelle ammalate nostro amore qualcosa di grande, qualcosa di bello, qualcosa di duraturo. Fa’ che noi siamo rugiada risplendente, usignolo cantante, mare sonante, montagna respirante e che insieme a tutto il creato, sabbia e stelle, nuvole, ghiacciai e deserti noi gridiamo con esultanza che Tu, Signore, sei il vero amore.” Questa freschezza spirituale ci fa sentire giovani anche nella vecchiaia, sostiene i nostri acciacchi e ci fa consapevoli che il nostro compito sulla terra consiste nel cantare ancora l’Amore del Signore! Una preghiera di Maria Fida Moro termina così: ”Signore, fa che il mio “ritorno” sia coerente; fatti trovare sulla porta al mio ritorno e dammi la possibilità di imboccare bene anche l’ultimo ritorno, quello vero, il ritorno nella Tua casa”. Auguriamoci reciprocamente che la nostalgia di Dio che tanto aspiriamo sia finalmente appagata. Fraternamente. Enrica L.

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Spiritualità

2011 6 Agosto - 33° anno dalla morte di Paolo VI 27 Agosto - 45° anno dal discorso di Paolo VI alla Compagnia di S. Orsola Vogliamo far ricordo del nostro Papa Bresciano pubblicando alcuni passi del Discorso che nel 1966, a fine del Concilio Vaticano II, Lui tenne ai Superiori di tutte le Compagnie di S. Orsola d’Italia, riunite a Roma. Eccellenza, venerati Confratelli, e buone e care Figlie di Sant’Angela. La vostra presenza ci è molto cara. Innanzi tutto per i ricordi che suscita nel nostro spirito: abbiamo conosciuto la vostra Compagnia, in un ricordo romano…. Voi lo sapete meglio di me che S. Angela Merici fu canonizzata dal Papa Pio VII, non è vero? E fu, direi, la presentazione ch’io ebbi di S. Angela Merici davanti a Papa Pio X per le labbra del mio venerato e compianto papà. Dopo, poi, vennero altre occasioni per conoscere e ammirare la vostra Compagnia… Direi che abbiamo avvicinato nelle famiglie che ci erano legate per vincoli di amicizia, di parentela anime stupende, soavissime che se avessimo, direi, il coraggio e l’ardire potremmo presentare alla beatificazione della Chiesa, cioè al riconoscimento ufficiale della singolarità dei meriti e della purezza di vita di queste anime e restano davvero davanti a noi incantevoli esempi di virtù, di umiltà, di bontà, che abbiamo incontrato, senza alcun merito, fiorenti sopra il nostro cammino e non sono stati inutili, credo, neanche alla nostra formazione

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Spiritualità spirituale e sacerdotale, tanto i loro esempi sono stati luminosi e limpidi, familiari e, nello stesso tempo, impressionanti. ….… Siete state fondate 400 anni fa, educate, indirizzate soltanto per i tempi passati o anche per i tempi presenti? E’ terminata la vostra missione o invece presenta delle nuove possibilità, dei nuovi doveri, direi, delle nuove vocazioni? Noi siamo convinti che la Compagnia di S. Angela, se sa rispondere davvero a una sua nativa, insita vocazione, è modernissima e di grande attualità. Anche perché avete un titolo che le altre Formazioni che la Chiesa va generando in questo tempo, voglio dire gli Istituti secolari, non possono vantare un’esistenza «ante litteram» quale voi potete vantare. Siete più antiche di tutte e avete indovinato una formula che la Chiesa ha fatto propria qualche secolo dopo la sua invenzione e voi l’avete vissuta e collaudata questa formula con tante virtù e con tante bellissime opere che meritano davvero di vivere e di rifiorire. E non posso tacere, a questo punto, il nome di due vostre grandi Consorelle: di due Signore consacrate anch’esse nella Compagnia di S. Angela, che hanno fatto, quanti anni fa? 60-70 anni fa? lo sforzo di farla rivivere, voglio dire: Elisabetta e Maddalena Girelli. Tra parentesi, queste sì davvero meriterebbero che voi foste capaci di dire alla Chiesa: – Ma riconosca che sono veramente... (applausi). E’ lecito anche qui sostare nei ricordi. Ricordo di aver celebrato le mie prime Messe proprio nella casa di Maddalena Girelli che era malata. Mi pregò di andare per avere la gioia di assistere alla mia S. Messa. E lo feci. E, quindi, ricordo anche sotto questo aspetto, la cara e santa creatura con una memoria tanto devota e tanto cordiale. Dunque, c’è stato uno sforzo tempo fa, non so gli anni, non saprei numerarli con esattezza, ma che ringiovanì e fece rifiorire la vostra Compagnia, non solo a Brescia, ma a Milano e poi in tante altre città…. Quindi vedo con molto piacere la vostra riunione, il vostro proposito e la disponibilità delle vostre anime per un nuovo sforzo. Ricomincia

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Spiritualità una pagina nuova della vostra storia. Che cosa è da tenere presente allora in questo momento che vi fa passare dalla vita già trascorsa a quella che il Signore prepara per la vostra Istituzione? Innanzi tutto: le origini. Le origini, so che è raccomandazione superflua, perché le avete stampate nel cuore, nella mente. Le origini di S. Angela non sono dimenticate da voi. Ma il Concilio proprio nel decreto, che certamente è stato da voi meditato e conosciuto, « Perfectae caritatis » fa questa, tra le altre, prima raccomandazione: di restare fedeli, aderenti allo spirito e anche alle norme originarie del singolo Istituto religioso. … Se voi siete davvero devote di S. Angela, se voi capite che cosa quella Santa anima ha voluto fare nel suo tempo e nella società che la circondava, trovate subito i suggerimenti anche per voi. « Allora, allora dobbiamo fare così, noi! ». Lo stare aderenti alle origini conserva davvero energie spirituali e traccia la via anche per il progresso. Seconda cosa che avete certamente meditato chissà quante volte e che trovo anche bene illustrata nelle nuove disposizioni, e tracce di statuti, ecc. è lo scopo fondamentale di un’1stituzione come la vostra, cioè: la santificazione. Siete insieme per lavorare, per divertirvi, per chiacchierare? No! Siete iscritte alla Compagnia di S. Angela per essere brave, buone, sante cristiane, per santificare voi stesse. … Ma poi c’è un’altra finalità: è la santificazione degli altri. La Compagnia di S. Angela non è chiusa in se stessa, non è stata concepita, che so io, come un monastero, o se no, con un programma di vita che ciascuna svolge da sé, no; ma è stata concepita come un lancio, come oggi si dice, come una spinta, come un impegno verso il mondo circostante. E in quale forma? Le forme principali sembrano fondamentali due: la prima è questa: è l’originalità della Compagnia: ciascuna vive a casa propria e vive del proprio lavoro. Questa è stata una cosa che sembrava

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Spiritualità una anomalia al tempo che vide sorgere la Compagnia, di S. Angela. Fu S. Carlo il primo a dare il carisma di fronte a chi l’avversava: « no, no questa va bene ». Egli aveva l’intuito pastorale e il senso veramente dei bisogni della Chiesa. … Dobbiamo a S. Carlo se davvero la vostra Istituzione ha preso questa figura ed ha avuto l’attestato e la garanzia della S. Chiesa. Siete nate per un apostolato. … Fate del bene dove siete, ciascuna nel proprio campo, santificate il vostro stato, santificate la vostra famiglia, il vostro ambiente, il vostro ufficio, la vostra scuola ecc. il raggio di persone che avvicinate, questa è la vostra missione e quanto bene l’avete saputa esercitare, dico, specialmente nelle vostre famiglie. Dove c’è una Figlia di S. Angela la famiglia si può dire che è benedetta e che ha una scuola continua di bontà, di soavità, di vita cristiana, di pietà ecc…. Ma il secondo punto del vostro impegno qual è? E qui ci rivolgiamo davvero ai Superiori delle Compagnie e a quanti sacerdoti essi rappresentano. Il vostro compito è la Parrocchia. Voi siete le ausiliarie del Parroco. Voi siete le figlie che devono essere le più obbedienti, le più silenziose, le più devote, e anche le più intelligenti, non è vero? per capire che cosa bisogna fare in una Parrocchia…. Prendete la formula parrocchiale sul serio e dite: «Noi ci consacriamo al Parroco nei suoi bisogni di assistenza infantile, giovanile, femminile per dare alla Parrocchia quello di cui ha oggi bisogno, cioè il senso della comunità, la preghiera nuova, l’istruzione religiosa, la bellezza del culto, l’ordine spirituale e morale che la fa veramente comunità cristiana. E perciò voi rappresentate, ripeto, la formula di speranza. Se tutte le Parrocchie avessero il gruppo di Figlie di S. Angela consacrate a questo apostolato, direi, di famiglia, di comunità parrocchiale, si potrebbe guardare all’avvenire con grande fiducia e con la speranza che davvero le nostre comunità parrocchiali potrebbero ricompaginarsi, tornare, direi,

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Spiritualità unanimi intorno all’altare ed intorno al Padre spirituale che è il Parroco e potrebbero ancora, come hanno fatto per tanti secoli, generare anime buone, anime forti, anime cristiane, e ridare alla società di oggi quel senso di Cristo e quella fedeltà alla sua Chiesa ed alla sua legge che tanto tanto andiamo auspicando e per cui il Concilio, in fondo, è stato celebrato. Questo ci dà animo a ringraziare quelli che si occupano di questa assistenza alla Compagnia di S. Angela. Voi Superiori, voi Padri spirituali, guardate, lo sapete meglio di noi, quanto bene si può fare proprio in questo campo e diciamo, a lode di queste anime buone, quanto si può domandare, come sono disposte ad aprirsi alla devozione, al sacrificio, alla preghiera, alla santità! Se noi siamo maestri di spirito, se siamo educatori di anime, non dobbiamo trascurare questa zolla privilegiata del campo della Chiesa. Lì ci possono venir fuori i fiori migliori, lì ci possono venir fuori i frutti più belli, lì possiamo educare le anime che irradieranno a loro volta il nome di Cristo e l’esempio del Vangelo nell’ambiente in cui vivono, cioè sono veramente zelatricí e collaboratrici.... Ed è per questo … che vi faccio l’augurio che sappiate davvero rianimarvi, che sappiate davvero attrarre a voi gioventù, voglio dire, anime che si consacrano accanto a voi, che raccolgono la vostra eredità e la esprimono nelle forme che la Chiesa adesso desidera e che i bisogni del nostro tempo ci vengono indicando. E la parola che troviamo a chiusura del Decreto conciliare sulla rinnovazione della vita religiosa sembra a noi che possa veramente essere riferita alla vostra Compagnia: « Sappiate portare il buon odore di Cristo nel mondo in cui vivete».

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Spiritualità

L’Eucaristia, un banchetto da preparare, celebrare e condividere

Celebrare l’Eucaristia, è esprimere un gesto, un rito, un’azione liturgica che riveli la presenza del Risorto in mezzo a noi. L’Eucaristia è un mistero da credere, da celebrare, da vivere. Dicendo “mistero” si vuole sottolineare il fatto che l’Eucaristia ci immette direttamente nella comprensione e nell’esperienza di Gesù stesso, rivelatosi a noi per mezzo del Vangelo, e continuamente presente per mezzo dei segni sacramentali. Per questo l’Eucaristia deve diventare oggetto della nostra fede: si tratta di riconoscere in essa la presenza del Dio salvatore “è il mistero della fede! Noi lo crediamo e lo adoriamo”. Ma l’Eucaristia è pure un mistero da celebrare: essa, infatti, rinnova per noi la memoria delle “cose meravigliose” che Dio, in molte e svariate maniere, ha compiuto per l’intera umanità. Ricordare ciò che Dio ha fatto, soprattutto per mezzo di Gesù Cristo a nostro favore, è non solo doveroso ma pure bello, è grande, è fonte di gioia: per questo noi celebriamo il mistero. L’Eucaristia, infine è un mistero da vivere: in essa sta concentrato l’esempio di Cristo, il suo atteggiamento di offerta totale e incondizionata a Dio e ai fratelli e tale esempio, una volta che viene accolto e compreso, esige di essere continuato nella vita, con la grazia di Dio. I Riti introduttivi - La messa inizia con una convocazione ecclesiale che è convocazione divina. Il canto d’ingresso, il segno della croce, il saluto, l’atto penitenziale stabiliscono i contatti comunicativi tra Dio e il suo popolo e dei fedeli tra di loro; prendono ogni persona là dove si

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Spiritualità trova nella fede, nella speranza e nella carità per condurla verso Dio e la invitano a entrare nell’esperienza dell’incontro con lui, per la mediazione di Gesù Cristo, nello Spirito Santo. Liturgia della Parola - Essere “ministri della Parola” perché essa sia proclamata e la sua proclamazione dall’ambone si riveli attenta e ben curata. Una proclamazione che converte i cuori e li rende docili a un suo ulteriore ascolto al di là della celebrazione e del tempio dove essa risuona: “al di là della celebrazione”, perché aiutato da una lectio continua e approfondita, da una catechesi sacramentale e di vita in essa radicata, il cammino di fede, grazie al ministero laicale dell’annuncio (ministero dei catechisti), maturi in consapevolezza. “al di là del tempio”, perché la Parola che in esso risuona, con la sua forza, raggiunga il tempio della vita e della storia, diventando così evangelizzazione di ogni spazio, annuncio di amore (ministero coniugale), di vita (ministero della vita), di pace e di giustizia (ministero di promozione umana). Questo Dio, ascoltato e proclamato, dev’essere invocato perché continui ancora oggi a interessarsi dell’uomo: il ministero della preghiera della comunità ecclesiale, che intercede e supplica il Padre, rivela una Chiesa che vuole assumere, celebrare, trasformare le vicende umane e infondere la speranza nei cuori, orientare alla fiducia. Liturgia eucaristica - Nel momento dell’offertorio è Cristo l’unico sacerdote che si offre realmente e, con Lui, in forza del sacerdozio ministeriale ordinato, tutti i battezzati. Bisogna, inoltre, riscoprire il valore dei doni offerti e della preghiera eucaristica con cui esprimere la realtà dell’offerta, per comprendere il significato di questo momento. La preghiera eucaristica con le due epiclesi, la preghiera di domanda, il racconto dell’istituzione e i prefazi, che sviluppano il

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Spiritualità tema della celebrazione del giorno, costituiscono nella traditio ecclesiale l’espressione del binomio lex orandi lex credendi, il luogo dove attingere e far crescere la propria fede nel mistero eucaristico celebrato. L’Eucaristia, in quanto azione di un popolo, sempre richiede il coinvolgimento di tutti i suoi membri nel mistero celebrato e, in quanto azione liturgica, quale celebrazione della Chiesa e non azione privata (SC 26), comporta un servizio cultuale per il popolo e dal popolo. In Cristo, pietra viva dell’edificio spirituale da costruire, la Chiesa partecipa attivamente a ogni azione liturgica. Come dall’amore del Padre, dal suo progetto salvifico, “dal sangue dell’alleanza”’ (Es 24,8), il popolo è convocato e radunato perché viva nella comunione la vitalità dei fratelli, così la Chiesa, proprio nel suo essere unita al Cristo, nell’eucaristia celebrata, manifesta la sua ministerialità nella capacità di suscitare uno spirito di compartecipazione e di sussidiarietà per esprimere l’unica missione: edificare la comunità e servire il mondo. Rosa P.

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Attualità

L’abbandono della scuola

Don Franco Frassine

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ra i problemi che affliggono la scuola italiana, uno si pone alla nostra attenzione: la dispersione di 150.000 studenti che lasciano gli studi prima della conclusione degli stessi. Le cifre parlano chiaro: i giovani tra i 14 e i 17 anni, in Italia sono 2.350.000; di questi l’88% è iscritto a scuola, il 5,2% non frequenta alcun percorso formativo, il 4,4% è iscritto in agenzie formative, e solo l’ l% frequenta l’apprendistato. La dispersione nel nostro Paese è così suddivisa: il 3,3% al Nord-Ovest, lì 1% nel Nord-Est, il 4,1% al Centro, l’8% al Sud. Negli Istituti professionali la dispersione è del 45,6%. Il Centro 2You, approntato dalla Fondazione Ca’Edimar di Padova, è un’opera che lavora da anni nell’educazione giovanile, e in modo

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Attualità particolare della dispersione scolastica. Laura Di Domenico, psicologa scolastica, che lavora in una ventina di scuole del Padovano, parla del suo impegno e spiega quanto avviene in molti ragazzi. “Se entro dicembre lo studente si rende conto di aver sbagliato indirizzo scolastico, può cambiare scuola senza perdere l’anno. Tramite una serie di incontri con lui, cerchiamo dì capire quale tipologia di istituto può meglio corrispondere. Anche perché, a volte, la scelta fatta alla scuola media avviene in maniera un po’ improvvisata e senza le necessarie informazioni”. Certo sono molte le ragioni di fondo che portano i ragazzi a lasciare: si tratta spesso di sintomi di disagio più profondi, come problemi di famiglia, genitori separati, incomprensioni tipiche dell’adolescenza, da qui la necessità di colloqui con uno psicologo scolastico o con una persona in cui il ragazzo veda competenza e autorità, perché solo così si possono dipanare dubbi e problemi. Gli addetti dell’Istituto padovano: “Dopo 4 o 5 incontri, i ragazzi ce la fanno da soli; la chiave di volta è rimotivare quelli che vengono a dirti, non me ne frega più nulla, non mi interessa la scuola. Alla base della filosofia del nostro agire c’è una convinzione: ridare valore alla scuola, far capire ai ragazzi che è il loro lavoro, rigenerare il gusto dell’apprendimento delle materie, della conoscenza. Per tanti di loro, invece, la scuola è un club, vanno ad incontrare i loro amici. E, invece, cerchiamo di far loro riprendere il gusto dei sapere, del conoscere”. Da un po’ di tempo, si torna fortunatamente a parlare di apprendistato, come risposta educativa, prima di tutto, a chi rifiuta un percorso scolastico tradizionale e ha abbandonato la scuola prima del tempo e, anche alle aziende che non cercano in questo strumento una “scappatoia” contrattuale, ma una possibilità di crescita qualitativa, incentrata sulla valorizzazione della risorsa –lavoro. L’ASLAM (Associazione Scuola Lavoro Alto Milanese) di San Macario

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Attualità di Somarate è un’agenzia di servizi formativi accreditati dalla Regione Lombardia, che dal 1996 segue questo percorso. Ne parla il direttore, Alessandro Castagnoli: “Il percorso di apprendistato, come stabilito dalla Legge, si articola in 120 ore. Dopo un modulo di base di 48 ore, che è trasversale e comune a tutti, i ragazzi hanno la possibilità di scegliere liberamente i moduli inerenti le altre 72. E qui arrivano le sorprese, visto che l’attenzione nuova riservata agli apprendisti – seguiti passo passo e individualmente – li stimola a guardare anche i moduli teorici, che a scuola avevano rifiutato, in modo differente. La forza dell’apprendistato – sempre il direttore Castagnoli – è proprio questa: coniugare la pratica alla teoria e renderle interdipendenti agli occhi dei ragazzi in modo che una non possa sussistere senza l’altra. Così succede che davanti a un tornio, o a una macchina utensile, tornino utili le nozioni apprese in classe, davanti alla lavagna, durante le ore di matematica o geometria, tanto che l’apprendistato spesso si trasforma nello strumento capace di reincanalare i giovani nel percorso formativo tradizionale abbandonato, portandoli al conseguimento di una qualifica professionale o a un diploma”. Ben venga allora l’apprendistato, che già nel passato ha fatto tanto bene.

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Missioni ad extra

Il nostro GRAZIE

Carissime, senz’altro avrete saputo che ai primi di luglio abbiamo avuto la gioia di ospitare a Brescia Dalva e Regina, le due brasiliane, che, aiutate da Lucia e Fulvia, stanno compiendo il cammino di consacrazione come Figlie di Sant’Angela. In attesa di poter pubblicare su un prossimo numero di “Voce” il racconto della loro esperienza sulle orme della nostra Madre vi trasmettiamo il loro primo ringraziamento. 01/08/2011 Carissime sorelle, al nostro arrivo vi abbiamo subito mandato il messaggio. Il nostro viaggio è stato meraviglioso, tutto è andato bene, siamo partite da Marabà sabato mattina alle ore 7 e siamo arrivate a San Geraldo alle ore 9, ringraziamo il Signore. Non preoccupatevi più perché noi stiamo bene. Mandiamo un forte abbraccio a tutte le sorelle e GRAZIE DI TUTTO Dalva e Regina Carissime sorelle, voi siete qualche cosa di speciale, di fantastico per me, ho tanta nostalgia di tutte voi!...Grazie mie carissime e amate sorelle a voi tutta la mia gratitudine. Vi ricordo con tanta nostalgia, Maria Teresa.....quanta nostalgia! Questa compagnia è amata veramente da Dio. Carissime mai e poi mai dimenticherò le vostre gentilezze e le vostre attenzioni che ho ricevuto da voi tutte, vi terrò sempre nel mio cuore. Ancora quanta nostalgia per tutte voi!!!! adesso nella mia vita so di avere tanti Angeli.....

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Missioni ad extra Mi sono piaciute molto le foto che avete messo sul “sitioâ€? grazie Un abbraccio grande come il Brasile a tutte voi. Regina (figlia di santa Angela Merici) La Dalva è tornata dal Consiglio Diocesano e insieme ci troveremo per mandarvi una lunga lettera intanto si associa al mio piccolo scritto.

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Cronaca

Dal giornalino “La Serenetà“ curato dalle animatrici di Casa Girelli, Manuela, Tiziana e Pasqua, abbiamo il piacere di pubblicare un breve, ma significativo articolo del Sindaco del paese. Riprendo e faccio mio il titolo dell’articolo di Manuela che apre il vostro simpatico giornale del mese di giugno per mandare un caloroso saluto a tutte le persone che ogni giorno si prodigano affinché la vita all’interno della Casa Girelli scorra tranquilla, serena e carica di umanità. E, se permettete, faccio mia anche la f rase “sai che torna sempre il sole ...” perché ho sperimentato personalmente cosa significa trascorrere momenti tristi e dolorosi che purtroppo la vita prima o poi riserva a tutti, ma il conforto di tante persone amiche li rende sopportabili e accettabili. Frequentando Casa Girelli, a contatto con buona parte degli ospiti, ho maturato la convinzione che comunque un saluto, una parola simpatica, una piccola attenzione, li fa sentire considerati e al centro dell’attenzione altrui. Ed in questo il personale e le animatrici si sono rivelate sempre all’altezza della situazione svolgendo la loro “missione” con dedizione, professionalità e, a volte, tanta pazienza. Sono convinto che frequentando di più la Casa di Riposo, cambieremmo la prospettiva con cui ogni giorno ci approcciamo alla vita… Invito tutti coloro, che hanno un po’ di tempo a disposizione, di fare una visita agli ospiti della Casa Girelli anche solo per un saluto o per una “cantata” in compagnia: sicuramente ci si sentirebbe contenti di averlo fatto. Auguro quindi a tutti un’estate solidale con la promessa da parte mia di passare più spesso per un saluto. Grazie di cuore a tutti. Emilio Tosoni

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Tra noi

Donne che educano ad una vita nuova Sabato 28 maggio 2011

A Calcinato, nell’auditorium Don Bertini, si è tenuto un Convegno, molto partecipato, organizzato in collaborazione con la Compagnia di Sant’Angela di Brescia dal tema assai significativo “Donne che educano ad una vita nuova”. Si è trattato di un programma assai vario, che prendeva in considerazione il ruolo della donna nella società e in famiglia, ieri ed oggi. Dopo l’introduzione dell‘organizzatrice del Convegno Giuliana Del Basso, che ha parlato a nome dell’Associazione “Amici di Sant’Angela”, sono seguiti i saluti del Parroco, Don Ruggero Zani, e del Sindaco di Calcinato, Marika Legati. Quest’ultima ha offerto una penetrante testimonianza della sua vita, in quanto le esperienze di una donna di successo oggi si ripercuotono sul suo vissuto. Dopo un meraviglioso intermezzo d’arpa, eseguito da Federica Maestri, è proseguito il Convegno, che ha portato l’attenzione sul tema principale “I destini femminili in una prospettiva storica. La concezione femminile in Angela Merici fra libertà e responsabilità”. Gianpietro Belotti, dell’Ateneo di Brescia, ha illustrato l’importanza della vita e dell’opera di Angela Merici, grande donna, delucidando altresì alcune sue novità innovative sociali e spirituali. Così dobbiamo ringraziare Angela Merici, se a metà del XVI secolo le donne poterono operare in modo autonomo e responsabile nella società e nella Chiesa, libere dalla regola tradizionale “aut maritus aut murus”, che ostacolava chiaramente il ruolo della donna. E’ pure da segnalare il singolare dono fatto da Dio quando la sua sposa concesse alle donne una grande dignità e, ispirata dallo Spirito

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Tra noi Santo, le lasciò operare nel mondo. Nel corso del Convegno questa via, segnata da grandi donne come Angela Merici, è stata illustrata da donne dell’oggi con testimonianze di fede e di vita. E’ da segnalare particolarmente l’intervento di Mariella Mentasti, che ha estrapolato delle singole frasi dagli scritti di Angela Merici e ha confrontato delle importanti parole bibliche al tempo attuale. Così è emerso in modo molto chiaro come parole scritte da Angela Merici 476 anni fa siano avanzate, previdenti e sfidanti. Sono parole dalla cui attuazione la società e la Chiesa di oggi sono in cammino. Parole, che prima di tutto dovrebbero sollecitare noi donne e farci diventare attive. E’ stato un Convegno riuscito, che ha stimolato noi donne a lavorare “ad una vita nuova”, sull’esempio di una ricca testimonianza di donne forti, emancipate, il cui coraggio e la cui forza ci sorregge anche oggi. Rosmarie B.

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Diario di Casa S. Angela

Diario di Casa S. Angela Agosto – settembre

Ne’ altro segno vi sarà che si sia in grazia del Signore, che l’amarsi e l’essere unite insieme (Legato 10) Dal 28 maggio al 4 giugno, c’è stato il primo corso di Esercizi del 2011 per le Consorelle, dettato dal provicario generale della Diocesi di Brescia, Mons. Cesare Polvara. La nostra attività di accoglienza è proseguita con gli abitudinari ritiri mensili delle Sorelle dell’Amore Infinito e dei Carmelitani Secolari. Abbiamo ospitato realtà ecclesiali provenienti da diverse Comunità La scala di Casa S. Angela con il parrocchiali e non: S. Alessandro, Sacro Cuore di recente restaurato. S. Lorenzo, Cristo Re, Buffalora, i Padri della Pace di Brescia e S. Maria Goretti di Milano e incontri di neocatecumeni e di associazioni di laici come le vedove, i sacristi, i membri della Corale di Paitone Dal Giappone, alla fine di giugno, sopravvissuti al terribile dramma dello tsunami e della esplosione della centrale nucleare, sono arrivati sedici Docenti, accompagnati da tre Suore Missionarie Orsoline Canadesi di Maria dell’Incarnazione per celebrare ai piedi di S. Angela

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Diario di Casa S. Angela l’80° anno di Fondazione della Scuola di Sant’Orsola a Hachinohe. Ha soggiornato anche un bel Gruppo “intercongregazionale” di Suore Orsoline: erano dell’Unione Romana assieme a quelle di Tildonk d’Olanda. Come avviene ormai annualmente, l’Istituto Federato delle Compagnie di S. Orsola ha tenuto per tre giorni il Convegno di formazione per le Direttrici e le Vice - Direttrici. A luglio abbiamo accolto con gioia le sorelle del Brasile, Dalva, già professa, e Regina in cammino: sono le colonne della Compagnia diocesana nascente a San Geraldo, sostenute da Lucia. e Fulvia. Il loro entusiasmo, la loro vivacità e la profonda convinzione della loro appartenenza alla Famiglia mericiana come spose di Gesù sono di buon auspicio per nuove e sante vocazioni. La loro attività pastorale è l’animazione nella Parrocchia di S. Angela in tutti settori, soprattutto in quello della famiglia e dell’educazione della gioventù, dell’aiuto ai più poveri e ai più bisognosi. Il lavoro è stato tanto e l’abbiamo sostenuto col contributo delle Consorelle che, non dimenticandoci, hanno offerto il loro servizio in tante forme e che qui ringrazio. Noi proseguiamo fiduciose: Dio è con noi. Valentina B.

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Le ricordiamo

Guatta Maria Nata a Muscoline il 05-10-1925 Consacrata nel 1953 – Deceduta il 20 maggio 2011 Maria Carissima ci troviamo qui riuniti per porgerti l’ultimo saluto con la celebrazione Eucaristica. Penso che tanti di noi ricordino il tuo sorriso, semplice, benevolo che sapeva esprimere la tua Fede profonda, viva, genuina senza tanti fronzoli. Certamente ricordiamo il molto lavoro che hai svolto con cuore servizievole sempre verso tutti, nella fedeltà alla tua vita di speciale consacrazione a Dio per il servizio dei fratelli. E’ bello sottolineare almeno alcune delle attività che tu hai svolto con tanto amore: nell’ Azione Cattolica delegata delle Beniamine, che seguivi con amorevole attenzione, in oratorio catechista per molti anni, con il Parroco assorbita in un amorevole servizio. Alla scuola della infanzia poi eri la cuoca benvoluta da tutti. Al lanificio, dove correvi a fare i turni di lavoro, di te si diceva che eri di poche parole, ma buona, laboriosa e servizievole sempre! Senza dire quando in Parrocchia, con un lavoro faticoso producevi il buon gelato artigianale che poi, con un carretto spinto a fatica, passavi a distribuire nelle contrade deliziando la gola di varie persone che ti attendevano per un piccolo ristoro nella calura estiva. Un elogio particolare va’ai tuoi familiari specialmente a tua sorella Lina che sempre ti ha seguita con premurose attenzioni. Ora cara Maria sei nella gioia del Signore cui, con cuore umile e sincero, hai sempre cercato di essere fedele con vitale coerenza. Dalla gioiosa Luce del Paradiso prega per tutti noi perché davvero impariamo a vivere il nostro Credo profondo nel Signore Gesù che è la Via, la Verità, la Vita. Grazie cara Maria del tuo semplice sorriso, della tua autentica Fede, della tua sincera umiltà e del tuo esempio di vita. Mariuccia G.

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Le ricordiamo

Treccani Amelia Nata a Vestone il 01-07-1922 Consacrata nel 1953 – Deceduta il 17 maggio 2011 Anche la cara Amelia ci ha lasciato. Durante l’omelia il Parroco, tra l’altro, ha detto: “Questo sono i santi che camminano vicino a noi, che non fanno rumore, ma lasciano un segno”. Era discreta, umilte e disponibile a servire dove e come poteva. Ha sempre frequentato con gioia i nostri incontri fino alla fine: ci vedeva molto poco e aveva non pochi acciacchi. C’eravamo lasciate dopo il ritiro di marzo con un arrivederci a maggio, ma a maggio il suo posto era vuoto. Teresy ed io passavamo a prenderla il giorno del ritiro e la trovavamo sempre pronta sulla porta ad aspettarci con il suo sorriso e il pacchetto per un po’ di pranzo per tutte, ma prima di partire c’era il caffè anche per noi. Ci ha lasciato proprio un bel esempio di serenità, di gioia di appartenere alla Compagnia, sempre con un bel sorriso. Giulia S.

Si è spenta abbondante di età, la nostra cara sorella Amelia. Era l’ultima delle Sorelle di S. Angela Merici della nostra Parrocchia di Vestone. Già da giovane aveva voluto consacrare la sua vita al Signore come laica, mettendosi al servizio della comunità cristiana. E’ sempre stata molto discreta. Si è sempre vista nel primo banco della chiesa raccolta in preghiera prima della S. Messa, che ha sempre frequentato in qualsiasi condizione atmosferica. Era sempre disponibile ad un aiuto nel tenere in ordine gli arredi sacri: una vita vissuta per gli

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Le ricordiamo altri, soprattutto nella preghiera. Il sorriso non le è mai mancato nemmeno da quando la malattia l’aveva colpita. Si sentirà la sua mancanza nella nostra Comunità, ma non la sua intercesisone per la “sua“ Parrocchia che ha sempre amato e servito. Ora l’affidiamo al Signore perché la ricompesni per tutto il bene che ha fatto tra di noi. L’esempio che ci lascia possa avere continuità e il Signore, attraverso questi santi nostrani, possa continuare a benedire soprattutto le nuove generazioni. La Parrocchia di Vestone la ricorderà sempre con riconoscenza. Dall’omelia funebre Don Dino M.

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Le ricordiamo

Alberti Giulia Nata a Lonato il 29-02-1924 Consacrata nel 1961 – Deceduta il 24 luglio 2011 Chi era Giulia Alberti? Se lo si chiedeva agli amici, ai conoscenti, ai parenti e alle Suore della Casa di Riposo dove ha vissuto i suoi ultimi anni, tutti dicevano la stessa frase: “Era una santa!”. Parecchi anni prima di entrare in Compagnia, con il suo direttore spirituale (che doveva essere un santo sacerdote e controllava il suo diario correggendolo e approvandolo) aveva stilato un programma di vita nel 1949, rinnovato poi nel 1951. Tra l’altro si legge: “Voglio essere di Gesù perché con Lui mi trovo bene e per piacere di più a Lui mi impegnerò così”. Descrive una giornata molto impegnativa, che inizia ogni giorno con la S. Messa e la S. Comunione e prosegue poi con la distribuzione delle varie pratiche, sempre però intenta fino a mezzogiorno a ringraziare il Signore del dono dell’Eucarestia e, per l’altra parte della giornata, a preparare l’incontro del giorno dopo con atti di dolore, di amore e di desiderio. E in un altro momento scrive: “Per vincere la mia ostinata malinconia voglio con l’aiuto del Signore essere seminatrice di gioia. E’ così bella la vita quando è serena; per questo voglio donarla così a tutte le persone che incontro. Per la Tua gloria Signore e immedesimata in Te, fa’ che non Ti neghi nulla, fammi essere maternamente affettuosa e serena… voglio sorridere sempre anche quando sono pressata dal malumore, dall’accidia, dai risentimenti, dai dispiaceri… voglio essere contenta anche quando mi si tratta con indifferenza, augurandomi che tutti la vincano su di me. Cercherò di tener nascosto più che mi sarà possibile alle compagne le mie pene dicendole prima a Gesù e poi al direttore. Mi convincerò ogni giorno di essere cattiva e ignorante. Farò oggetto di predilezione

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Le ricordiamo le persone che mi offendono e mi sono antipatiche, pregherò per quelle che mi fanno soffrire… per il trionfo della misericordia di Dio devo rinunziare ai miei ripiegamenti, perché fiduciosa nel suo perdono possa elevarmi su nell’atmosfera dell’Amore Divino senza timore di essere troppo presuntuosa. Distruggerò il mio io con il rallegrarmi delle umiliazioni, insuccessi, abbandoni ecc. …” Sempre con il suo padre spirituale, emette i tre voti. Prima però descrive molto bene i voti, sottolineando la differenza tra il voto e la virtù del voto, dimostrando come veramente li aveva capiti. Nel 1952, forse a giugno, incominca con il voto di Povertà, poi, il giorno dell’Immacolata, quello di Castità e infine, sempre il giorno dell’Immacolata, ma del 1953, quello di Obbedienza al suo padre spirituale e alla presidente dell’A.C. Ogni voto è accompagnato dalla descrizione di come si impegnerà a viverlo. Quando emette l’ultimo voto, esplode nel canto del Te Deum e del Magnificat, perché, penso, ha raggiunto il suo grande desiderio di vivere i consigli evangelici. Infatti nel 1952 aveva scritto: Intendo stabilire i miei tre voti: Castità, Obbedienza e specialmente Povertà. Giacché non mi è dato di seguire Gesù nello stato religioso, lo seguirò con lo spirito religioso, qui nel mio piccolo paese. Non temo di essere troppo audace nel voler divenire con tutti gli sforzi la sposa di Gesù, perché so che il Regno di Dio esige violenza, dunque intendo che questi siano le forti catene dell’amore che mi tengono unita a Lui crocifisso. Era una persona molto umile e schiva; gli altri venivano prima di Lei, e scrive: Distruggerò il mio io con il rallegrarmi delle umiliazioni, insuccessi, abbandoni… Profonda convinizone della mia miseria e nullità, grande Amore. Quest’anno ricorreva il suo 50° di consacrazione: noi ce ne siamo dimenticate, proprio come suo desiderio: essere dimenticata da tutti, ma non da Lui. Le abbiamo ricordate tutte eccetto Lei e il suo Sposo l’ha invitata a festeggiare in Paradiso il suo anniversario che è stato il 29 luglio, qualche giorno dopo la sua dipartita. Giulia ha lasciato in chi l’ha conosciuta il profumo di Cristo: lo attestano le numerose testimonianze rese al suo funerale. Giulia S.

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Compagnia di S. Orsola - Figlie di S. Angela

Calendario degli incontri formativi 2011 - 2012


Appuntamenti vari

SABATO 17 SETTEMBRE assemblea della Vita Consacrata con il Vescovo, presso l’Istituto Artigianelli SABATO 1 OTTOBRE assemblea Centro Mericiano con rinnovo Consiglio GIOVEDI’ 26 GENNAIO veglia vocazionale di preghiera APRILE 2012 incontro delle Compagnie di Brescia - Verona - Mantova GIORNATE PER LE RESPONSABILI 17 settembre - 7 gennaio - 21 aprile GIORNATA DI STUDIO PER TUTTE 11 febbraio Esortazione pastorale di Benedetto XVI VERBUM DOMINI Relatore: S.E. Mons. Luciano Monari GIORNATA PER LE COMMISSIONI 23 giugno 2012 II


Ritiri in casa S. Angela – Iniziano puntualmente alle ore 8.45 e terminano alle ore 16, dopo la celebrazione comunitaria del Vespro. – Nei tempi di Avvento e Quaresima iniziano la sera precedente con la veglia vocazionale alle ore 20.30. – Il testo è quello preparato dalla Diocesi per la Vita consacrata. GIOVEDÌ

DOMENICA

Don Diego Facchetti

Mons. Mauro Orsatti

SABATO 10 SETTEMBRE Assemblea di inizio anno pastorale 6 OTTOBRE

2 OTTOBRE

3 NOVEMBRE

6 NOVEMBRE

1 DICEMBRE

4 DICEMBRE 8 GENNAIO

GIOVEDÌ 26 GENNAIO Ritiro plenario - Festa di Sant’Angela VENERDÌ 27 GENNAIO ore 10.30 S. Messa in onore di S. Angela compatrona 1 MARZO

4 MARZO GIOVEDÌ 29 MARZO

3 MAGGIO

6 MAGGIO SABATO 9 GIUGNO

Assemblea di fine anno pastorale 5 LUGLIO

1 LUGLIO

III


Ritiri in zona Pisogne Don Ermanno Turla Incaricata Rita Zanardini Consigliera Giulia Salodini 11 ottobre 8 novembre 13 dicembre 10 gennaio 14 febbraio 13 marzo 10 aprile 8 maggio 13 giugno Malonno Don Antonio Leoncelli Incaricata Carla Lazzarini Consigliera Giulia Salodini 5 novembre 3 dicembre 4 febbraio 3 marzo ? aprile 15 maggio

IV

Anfo Don Bruno Codenotti Incaricata Carmela Fusi Consigliera Giulia Salodini 20 ottobre 17 novembre 15 dicembre 16 febbraio 15 marzo 17 maggio

Marone Don Fausto Manenti Incaricata Maria Corbelli Consigliera M. Teresa Fenaroli 5 ottobre 2 novembre 7 dicembre 4 gennaio 1 febbraio 7 marzo 4 aprile 2 maggio 6 giugno


Ritiri in zona Pontoglio Don Angelo Mosca Incaricata Claudia Panizza Consigliera Natalina Vezzoli 19 ottobre 16 novembre 21 dicembre 15 febbraio 21 marzo 16 maggio

10 14 12 13

Chiari Don Rosario Verzeletti Incaricata Emilia Ravizza Consigliera Natalina Vezzoli 8 ottobre 12 novembre 10 dicembre 14 gennaio 10 marzo 14 aprile 12 maggio Montichiari Don Luigi Lussignoli Incaricata Gabriella Bianchetti Consigliera Letizia Nodari ottobre 12 marzo novembre 16 aprile dicembre 14 maggio febbraio

Nota: • L’Incaricata di Zona tiene i rapporti col Predicatore e per ogni Ritiro compila la “relazione” da consegnare alla Segreteria della Compagnia alla fine dell’anno. • La Consigliera è presente per portare le notizie di Famiglia per poter riportare al “centro” le osservazioni, soprattutto per le ammalate.

V


Corsi di esercizi spirituali Iniziano il sabato alle ore 18.30 con la celebrazione del Vespro e terminano il sabato successivo alle ore 9.30. Si raccomanda di: • prenotarsi, presso casa S. Angela, almeno 20 giorni prima dell’inizio corso; • partecipare al corso completo, che comprende la giornata di fraternità; • portare con sé la Regola e il breviario. n. data

sede

1

Casa S. Angela - Brescia

9-16 giugno

2

15-22 settembre

Casa S. Angela - Brescia

3

13-20 ottobre

Casa S. Angela - Brescia

VI


Incontri dei gruppi locali In quest’anno pastorale il Consiglio di Compagnia, per favorire l’unità di tutti i Gruppi sparsi in Diocesi, li invita a impegnarsi, da ottobre a dicembre, nell’aggiornamento del Direttorio, e, in seguito, a valorizzare i temi dei ritiri spirituali riportati nel libro La vita buona del Vangelo, preparato dalla Diocesi e adottato dalla Compagnia e accostati, nella traccia predisposta, alla spiritualità mericiana. A ognuna, insieme al proprio Gruppo, spetterà farne la concretizzazione e l’applicazione pratica. Buon lavoro.

VII


Indice

Indice La parola del Superiore (S. Ecc. Mons. Vigilio Mario Olmi) “Conferma, o Signore, nell’amor tuo” pag.

3

La parola della Superiora (Maria Teresa Pezzotti) Dalla preghiera a Sant’Angela compatrona

pag.

8

Alle sorelle ammalate (Enrica Lamberti)

pag.

12

Spiritualità 2011: 6 Agosto - 33° anno dalla morte di Paolo VI 27 Agosto - 45° anno dal discorso di Paolo VI alla Compagnia di S. Orsola L’Eucaristia, un banchetto da preparare, celebrare e condividere (Rosa Pollini)

pag.

14

pag.

19

Attualità L’abbandono della scuola (Don Franco Frassine)

pag.

22

Missioni ad extra

pag.

25

Cronaca

pag.

27

Tra noi Donne che educano ad una vita nuova (Rosmarie B.) pag.

28

Diario di Casa S. Angela

pag.

30

Le ricordiamo

pag.

32

37



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