In cammino per dialogare, in dialogo per scoprire tracce di santità

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Gruppo Agape - Amici di S.Angela - U.S. ACLI San Polo Parrocchia S.Angela Merici - Brescia

1° pellegrinaggio a piedi “sulle orme di S.Angela Merici” Da Brescia a Mantova dal 6 al 9 ottobre 2011

“IN CAMMINO PER DIALOGARE, IN DIALOGO PER SCOPRIRE TRACCE DI SANTITA’”

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RIEPILOGO TAPPE Data

Tappe

Percorso

Km.

pernottamento

Giovedi 06/10/11

1^

da Brescia a Desenzano

32

Mericianum

Venerdi 07/10/11

2^

da Desenzano a Cavriana

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Salone parrocchiale e Agriturismo

Sabato 08/10/11

3^

da Cavriana a Rivalta sul Mincio

27

Ostello Giovent첫

Domenica 09/10/11

4^

da Rivalta a Mantova

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INDICE

Parte prima: preghiere e meditazioni 1^ tappa 2^ tappa 3^ tappa 4^ tappa

da pag. 05 da pag. 09 da pag. 13 da pag. 17

Parte seconda: Descrizione tappe I santi che incontriamo

da pag. 24 a pag. 26 da pag. 27 a pag. 30

Parte terza:

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a pag. 08 a pag. 12 a pag. 16 a pag. 21


Canti

da pag. 31 a pag. 43

PRESENTAZIONE Nove mesi, il tempo per formare una vita umana, più o meno quanto abbiamo impiegato noi, Amici di Sant’Angela, per creare questo nuovo cammino, prima parte di un progetto che ha l’ambizione di ripetere a piedi, possibilmente, tutti i pellegrinaggi fatti da Sant’Angela, dei quali il primo che si ha notizia, fatto a Mantova nel 1522. L’avevamo deciso lo scorso 27 Gennaio al termine della bella giornata di festa dopo aver ripercorso, passo dopo passo, la stessa strada fatta da Angela nel 1516 quando partì dalla sua casa alle Grezze di Desenzano, per recarsi a Brescia ubbidendo alla richiesta dei suoi superiori, inconsapevoli strumenti di un grande disegno divino. Le dissero: “Parti per Brescia, c’è bisogno di te”. Lei si mise in cammino fiduciosa, dialogando e aiutando indistintamente, contagiando tutto e tutti con la sua forte testimonianza di santità. Anche noi riprendiamo il cammino fiduciosi, meditando sulla vita e gli insegnamenti di Sant’Angela, che non conosciamo mai abbastanza, sapendo che lungo la strada troveremo altre importanti tracce di santità lasciate da: San Luigi Gonzaga (Castiglione delle Stiviere), Beata Paola Montaldi (Volta Mantovana), Beata Osanna Andreasi (Mantova). E il senso e la speranza del nostro cammino verso Mantova sono tutti nella preghiera della nostra Mariella: “Ti preghiamo, Signore”.

Ti preghiamo, Signore, che il nostro cammino non sia un vagare errabondo senza memoria né del luogo cui si tende né di quello cui tornare. Che il nostro segnare la strada, passo dopo passo, sia lasciare impronte, tracce di incontri che anticipano la meta, come ponti tra terra e cielo. Che il nostro vedere distratto e vago diventi guardare

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dritto gli occhi e il cuore dei nostri compagni per scoprire la bellezza e la forza che li abita. Che il nostro udire diventi ascoltare i sussurri più profondi del loro animo e gioire di quei tesori donati a piene mani. Che il nostro gustare diventi condividere preziosi ritagli di vita così da tessere, dall’incrocio dei racconti, una Storia nuova. Che la stanchezza del cammino ci sveli le nostre fragilità così da accogliere e abbracciare le debolezze del mondo. Che la bellezza della natura e dell’arte ci commuova al pensiero che è solo un infimo frammento del tuo immenso splendore. Che l’incontro col Sacro ci apra alla sacralità di ogni incontro quotidiano. Che la passione d’amore di S. Angela ci contagi e ci restituisca la purezza dell’Amore più grande.

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Duomo di Desenzano – pellegrini alla Cappella di S.Angela

PARTE PRIMA Giovedì 6 ottobre 2011 1^ tappa: Brescia – Desenzano QUANDO GLI BUSSIAMO, DIO PADRE, APRE SEMPRE LA PORTA L’ora della luce Canto: Sulle tracce di Angela (pag.32.)

Vangelo (Luca 11,5-13) Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

“Obbedite ai consigli e alle ispirazioni che di continuo ci suscita nel cuore lo Spirito Santo, la cui voce sentiremo tanto più chiaramente quanto più purificata e monda avremo la coscienza”.

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(Angela Merici, Regola, capo VIII) SANT’ANGELA PELLEGRINA (1^ parte) Una tappa essenziale per la formazione umana e spirituale di Angela Merici è costituita dai pellegrinaggi verso i Luoghi santi della cristianità, che compie a partire dagli anni Venti del Cinquecento. Il cammino verso i luoghi santi implicava da sempre una profonda conversione interiore. Per questo il pellegrino divenne il simbolo dell'umanità in cammino alla ricerca di Cristo, per cui il suo era un percorso di purificazione che si sostanziava in pratiche ascetiche culminanti nel contatto fisico con i santi luoghi. Questa forma dì devozione, che aveva contraddistinto la spiritualità di altre sante medievali a partire da Sant’Orsola che attraversa l'Europa col suo corteo di vergini e di ecclesiastici, era stata ripresa nel primo Cinquecento dalle donne tanto da rappresentare la forma più tipica di partecipazione femminile alla missione di rinnovamento della Chiesa. Il primo «cammino» di Angela, per lo meno quello di cui si abbia notizia, è del 1522 quando parte per Mantova con Antonio Romano per far visita al sepolcro della beata Osanna Andreasi, morta stigmatizzata nel 1505. Nulla si sa delle tensioni ascetiche vissute da Angela in questo primo pellegrinaggio, ma al rientro le fonti biografiche ce la presentano già trasformata, portatrice di carisma socialmente riconosciuto e protagonista di un primo evento straordinario: durante il viaggio di ritorno si ferma a Solferino, ove fa visita a Luigi Alessandro Gonzaga di Castiglione e alla sua consorte per intercedere in favore di un suo parente o famigliare, che era stato bandito e i suoi beni confiscati. L'evento significativo consiste non solo nella pronta concessione del perdono da parte del Duca, ma soprattutto nell'accoglienza benevola a lei riservata. Concedendole

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udienza con tutti gli onori, il Gonzaga testimoniava pubblicamente lo «status profetico» ormai acquisito da Angela. Preghiera Credo nell'uomo. Credo in Dio e credo nell'uomo quale immagine di Dio. Credo negli uomini, nel loro pensiero, nella loro sterminata fatica Che li ha fatti essere quello che sono. Credo nella vita, come gioia e come durata: non prestito effimero dominato dalla morte ma dono definitivo. Credo nella gioia: la gioia di ogni stagione Di ogni tappa, di ogni aurora, di ogni tramonto, di ogni volto, di ogni raggio di luce che parta dal cervello, dai sensi, dal cuore. Credo nella possibilità di una grande famiglia umana Quale Cristo la volle: scambio di tutti i beni, dello spirito e delle mani nella pace. Credo in me stesso, nella capacità che Dio mi ha conferito perché possa sperimentare la più grande fra le gioie. Che è quella del donare e del donarsi. Amen (Giulio Bevilacqua) Padre nostro Canto: E’ bello andar (pag. 33)

L’ora delle stelle Canto: Amici miei (pag. 34) Esame di Coscienza: - Quando ho sperimentato, nella mia vita, di aver ricevuto aiuto dal Signore, dopo averglielo chiesto?

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Se penso alla mia vita come un pellegrinaggio, verso quale meta sto camminando?

Preghiera Grazie degli amici. Signore, grazie degli amici. Hanno vivificato i miei interessi, resa più ricca la mia visione, più aperto il mio giudizio. Signore, grazie degli amici, hanno sciolto l'intrico della mia sensibilità facendomi scoprire la funzione dell'amicizia, hanno reso più umano il mio sguardo, più concreto il mio agire. Signore, grazie degli amici, m'hanno orientato e spronato dall'incostanza alla stabilità. Fa, o Signore, che non perdano mai il sapore della tua Grazia, per la vita che hanno fatto lievitare in me. (P. Maior). Ave Maria Canto: S.Maria del Cammino (pag. 35)

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Venerdì 7 ottobre 2011 2^ tappa: Desenzano – Cavriana IL SIGNORE E’ PIU’ FORTE DEL MALE L’ora della luce Canto: Tenete l’antica strada (pag.32) Vangelo (Luca 11,15-26) Ma alcuni dissero: «É in nome di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demoni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

“Mirate dunque quanto importa questa unione e concordia: desideratela, cercatela, abbracciatela e tenetela con tutte le vostre forze”. 9


(Angela Merici, nono ricordo)

SANT’ANGELA PELLEGRINA (2^ parte) Ma è il viaggio in Terra Santa, datato nel 1524, a sancire definitivamente il suo ruolo salvifico: Angela, pellegrina sulle orme di Francesco, assume anche le valenze profetiche attribuite dal contesto religioso di fine Quattrocento al culto di Sant'Orsola. Secondo la letteratura mericiana, a partire dal Bellintani, già l'inizio del viaggio è segnato da eventi straordinari che evidenziano il percorso di trasformazione e purificazione che sta intervenendo in questa donna. Era diretta a Venezia, in compagnia del cugino Bartolomeo Biancoso di Salò, per ricongiungersi con Antonio Romano e imbarcarsi sulla nave dei pellegrini che partiva ogni anno per Gerusalemme con il beneplacito del Sultano. Durante il viaggio di andata, a Candia (Creta), accade un altro «segno» straordinario, una sorta di miracolo per così dire «capovolto», cioè la perdita della vista che le impedisce la visione della Terra Santa. AI di là della spiegazione scientifica della menomazione temporanea che ebbe a colpirla, i testimoni diretti e i suoi primi biografi leggono questo episodio in chiave soprannaturale: il Signore la rende cieca nei sensi per costringerla a guardare con gli occhi dello spirito, per affinarla nella comprensione del Suo disegno. Anzi secondo Agostino Gallo è la stessa Angela a confidargli che “nondimeno essendo condotta di luogo in luogo da quelle santissime divottioni, sempre le vide con gli occhi interiori come se l'havesse vedute con gli esteriori “.

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Preghiera Credo in te, Gesù Cristo. Credo in te, Gesù Cristo, nostro fratello Tu hai conosciuto la vita degli uomini Per dare testimonianza della vita, del perdono e della libertà, delle scelte decisive. Credo in te, Gesù Cristo, uomo di Dio, uomo Dio; tu ci hai parlato e sei vissuto con noi per far risplendere nel nostro mondo la fonte della verità. Credo in te, Gesù Cristo, che hai dato la tua vita a Dio, inchiodato sulla croce; Dio ti ha risuscitato Primogenito di una moltitudine di fratelli. Amen (Studenti di Nostra Signora di Chartres)

Preghiera “Il nostro cuore non ha pace, finché non riposa in te”. (Sant’Agostino) E con sant’Angela preghiamo: Signore Gesù. Desidero prendere una stabile determinazione di sottomettermi totalmente alla tua volontà e con viva e salda fede, ricevere da te ciò che devo operare per amor tuo... e qualunque cosa accada, perseverare costantemente fino alla fine.

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E tu, ricevi il mio cuore e brucia ogni sua passione e con ogni suo affetto nell’ardente fornace del tuo divino amore. Amen

Canto: Camminerò (pag. 35) L’ora delle stelle Canto: Vocazione (pag.37) Esame di coscienza: - Quando ho fatto l’esperienza che il Signore è più forte del male? - Il male “divide”, il bene “raccoglie”. Quali sprazzi di bene ho visto oggi in me? E nella natura? E nelle persone che ho incontrato? (a ben pensarci sono le impronte di Dio che peregrina con il gruppo “Agape” Preghiera Donaci coraggio. Donaci coraggio, o Signore. Il coraggio dell’iniziativa e il coraggio della disciplina. Più amore, Signore, più autenticità. Il coraggio di agire e di agire senza temerarietà. Più coerenza, Signore, più slancio. Il coraggio della continuità e il coraggio di un costante adattamento. Più generosità, Signore, più comprensione. Il coraggio di saper stare spesso soli e quello di sempre ricominciare. Più sincerità, Signore, più amicizia. Il coraggio di non irritarsi e rimanere sempre padroni di sé. Più delicatezza, Signore, più carità. Il coraggio di trovare sempre un po’ di tempo per pregare. Più fede, Signore, più luce: nel desiderio urgente di bontà e giustizia. Amen (P. Maior)

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Ave Maria Canto: Vogliamo vivere come Maria (pag. 31)

Sabato 8 ottobre 2011 3^ tappa: Cavriana – Rivalta sul Mincio DIO CI PARLA E, IN QUESTO MODO, CI COMUNICA PERCHE’ DICE SEMPRE LA VERITA’ L’ora della luce Canto: Te, al centro del mio cuore (pag. 38) Vangelo (Luca 11, 27-28) Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

“Beati sono coloro ai quali Dio avrà ispirato nel cuore la luce di verità e avrà dato la voglia di desiderare la loro patria celeste; che poi cercheranno di conservare dentro di sé tale voce di verità e tal buon desiderio”. (Angela Merici, Regola. Proemio) Preghiera Abbiamo bisogno di trovarti.

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Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio. Più riceviamo nel silenzio della preghiera, più daremo nella vita attiva. Abbiamo bisogno di silenzio per smuovere le anime. Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio. L'importante non è ciò che diciamo, ma ciò che tu dici attraverso di noi. Tutte le nostre parole saranno vane se non vengono da te. Resteremo certamente poveri finchè non avremo scoperto le parole Che danno la luce di Cristo. Resteremo ingenui, finchè non avremo imparato che ci sono silenzi più ricchi dello spreco di parole. Resteremo degli inetti, finchè non avremo compreso che, a mani giunte, si può agire meglio che agitando le mani. Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio! Amen (Dom Helder Càmara)

SANT’ANGELA PELLEGRINA (3^ parte) II Nazari nella sua Vita aggiunge altri particolari che ci aiutano a capire l'intensità dell'esperienza psicologica e spirituale vissuta dalla santa bresciana: “così cieca fu menata per tutti quelli santi luoghi, notificandoli ciò che erano, là dove de uno in uno vi faceva caldissime órationi. Ma quando gionse al luogo nel quale fu crucifisso il Redemptore del mondo, all'hora ella pianse e longamente prostrata in genochione, basciando più e più volte quella beatissima terra che fu fatta degna di ricevere il preziosissimo sangue di Gíesù, sparso per i miseri peccatori. E il mistero della passione a colpirla profondamente e a spingerla a meditare sulla condizione tragica, senza speranza, dell'uomo, riscattata solo dal sacrificio dell'Uomo-Dio. La Sua sconfitta, il Suo dolore, infinitamente più grande di quello dell'intera umanità, tale da oscurare l'intero universo, libera l'uomo dalla vanità del suo dolore collocandolo in un percorso provvidenziale. E la croce, strumento di sofferenza, diventa il simbolo dell'immenso amore. Poco sappiamo dell'evoluzione interiore di Angela dalle prime ansie, e dalle prime giovanili paure per l'inferno, alla dolce pacatezza

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dell'età adulta. Certamente il viaggio in Terra Santa rappresentò il cammino verso quell'«Amore» che trascende i limiti dell'individuo, che si abbandona al flusso divino e che, nella Merici, si esplicherà in quella pedagogia dell'amore che costituirà uno dei dati salienti del suo carisma, divenendo l'elemento che regolerà i rapporti fra le «figlie» della Compagnia di sant'Orsola. Dopo un ritorno fortunoso, in cui uomini ed elementi naturali sembrano congiurare contro la nave dei pellegrini, Angela è a Venezia alla fine del 1524, ospitata dalle monache del Santo Sepolcro. Il viaggio l'ha ormai mutata e la trasformazione deve essere molto evidente se ella viene ormai riconosciuta come una interlocutrice spirituale non solo dal popolo, ma dalle élites cittadine. La sua fama di santità si diffonde per Venezia e moltissimi religiosi et gentilhuomini et gentildonne, et d'altre persone devote si recano a vedere questa reduce dal pellegrinaggio gerosolimitano, alle cui preghiere gli altri viaggiatori attribuivano la loro salvezza: comincia così la parte pubblica della sua vita, avendo ormai assunto i requisiti della «santa viva». Angela viene invitata a restare a Venezia per dirigere i Luoghi Pii ma lei si sottrae e anticipa anzi la sua partenza, temendo l'intervento del Patriarcha, al quale per obedientia haveria bisognato obedire; significativamente il Nazari la fa giungere a Brescia il giorno di Santa Caterina. Padre nostro Canto: Camminiamo sulla strada (pag. 34)

L’ora delle stelle Canto: Resta qui con noi (pag. 36) Esame di coscienza: - Dio ci parla con il Creato, con la Bibbia (una specie di lettera che ci manda), con ogni Persona e soprattutto con Gesù Cristo, la Parola

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eterna di Dio fatta carne. Chiediti quanto tempo dai, nella tua vita, per riconoscere ed accogliere la Parola di Dio. Cristo crocifisso e risorto è la parola di Dio più misteriosa e più luminosa. Pensa a una persona oggi crocifissa che conosci e prega per lei Cristo crocifisso e risorto.

Preghiera Non ho parole. Amato Padre, non ho parole per dirti che ti amo. Con te non ho neanche bisogno di esprimere ciò che voglio dirti: tu sai già che cosa ho dentro di me. Non ho un'immagine precisa di te. Tu sei il mistero dell'evidenza, e ho imparato a capire che nel buio e nell'assoluto, senza immagini costrittive, deve stare la mia devozione. Aiutami a sentirti costantemente, così che la mia vita riveli la tua azione e la tua presenza. Aiutami a rappresentare in questo mondo la tua misericordia e a lavorare per il tuo regno di pace nella redenzione di Cristo, affinché il mondo ritorni nel tuo nome. Amen (Margarete Klompè) Ave Maria Canto: Giovane donna (pag. 36)

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Domenica 9 ottobre 2011 4^ tappa: Rivalta sul Mincio – Mantova IL PADRE CI INVITA ALLA FESTA DI NOZZE DEL SUO FIGLIO CON L’UMANITA’ SALVATA. IL NOSTRO ABITO NUZIALE E’ LA STRADA DI VITA CONDIVISA CON DIO E CON I FRATELLI L’ora della luce Canto: E sono solo un uomo (pag. 39) Vangelo (Matteo 22, 1-14) Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.

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Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Preghiera Questo nuovo giorno. Questo nuovo giorno sia veramente tuo, da te condotto nella mia vita, secondo la tua volontà. Che io sia guidata per mano da te. A te affido quanto ho di più caro: la famiglia, la vera amicizia, il lavoro, le mie responsabilità, i miei problemi, le mie sofferenze, la mia città, la mia patria. Affido a te la mia fede debole, il mio coraggio incerto, la mia fiducia spenta, la mia volontà stanca, il mio cammino disorientato. Dammi tu l'energia per vivere con dignità, per affrontare e superare le difficoltà con coerenza e con coraggio. Fammi, Signore, strumento di pace dovunque sarò, con chiunque mi incontrerò, e in qualunque vicenda verrò a trovarmi. Signore, sento che tu mia stai dicendo "Buon giorno!". Grazie! Signore! É questo l'unico augurio di cui ho veramente bisogno, non solo perché sincero, ma perché onnipotente. Amen (Franca Angelini).

SANT’ANGELA PELLEGRINA (4^ parte) La tradizione vuole che essa riprendesse il pellegrinaggio alcuni mesi dopo, nel 1525. Questa volta la meta è Roma, sede del Vicario di Cristo, il centro stesso della cristianità, con le sue basiliche, con le santissime reliquie, le sue catacombe. Si sa che

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viene ammessa ad un'udienza con il Papa grazie a messer Piero della Puglia, cameriere di Sua Santità, che aveva fatto con lei il viaggio in Terra Santa, il quale con molte gratissime parole la condusse a basciare il piede a Sua Sanctità, et il beatissimo Padre la pregò che volesse restare in Roma in quelli luoghi pij; et lei con humilissime parole scusandosi si partì, et l'istessa sera partendosi fuora di Roma, dubitando che Sua Santità non gli havesse imposto che per santa obedientia fusse restata, venne a Brescia. L'episodio, raccontato con la consueta stringatezza, assume un profondo significato simbolico: anche il Papa la invita a restare a Roma in quelli luoghi pii. Ora Angela ha il riconoscimento non solo dall'autorità laica, ma anche dalla gerarchia ecclesiastica nella figura dello stesso Vicario di Cristo. Il terzo invito a restare le verrà rivolto dal duca di Milano Francesco Sforza alcuni anni dopo, nel 1532, al ritorno dal secondo pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo, dove il frate francescano Bernardino Caimi si era riproposto di ricostruire i luoghi santi di Gerusalemme. Il disegno mirava a offrire una catechesi della storia della redenzione, rievocata plasticamente con scene ricostruite con statue a grandezza naturale, che comunicava ai pellegrini una viva emozione. Quando Angela torna a Brescia ha poco più di cinquant'anni e non è più la stessa «pia donna» partita per il suo primo pellegrinaggio. La geografia della sua vita spirituale l'ha plasmata, l'ha resa più intensa e profonda, sapiente, maggiormente atta a cogliere l'essenza spirituale delle cose. Torna carica di carisma: la santità della sua vita è ormai riconosciuta, dai Luoghi Santi di Gerusalemme a Venezia, centro dei traffici mercantili, a Roma, centro della cristianità, a Milano, forse il più importante centro produttivo italiano. In tutte queste città le si chiedeva di occuparsi delle nascenti strutture assistenziali verso le più gravi forme di emarginazione femminile, i Luoghi Pii, ma lei immancabilmente fugge per tornare a

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Brescia. Forse comincia a capire che il suo destino non è solo quello di recuperare la singola donna, caduta o sofferente, ma quello di riscattare l'essere femminile nella dimensione di una nuova via di perfezione spirituale. INVOCHIAMO SANT ANGELA Sant’Angela, tu che sei nella pienezza di luce presso Dio, ottienici la pace di un cuore puro e accogliente, perché insieme sappiamo stare in ascolto dei consigli e delle ispirazioni che di continuo ci suscita nel cuore lo Spirito Santo e così illuminati, disporci a compiere scelte nuove secondo le attese di Dio sulla comunità umana. Padre nostro Canto : Andate per le strade (pag. 38)

RACCONTO PER DOMENICA 9 OTTOBRE (rif. Matteo 22,1-14)

Mi mandasti a chiamare, Signore: "Sei invitata a nozze, stasera stessa, su, preparati, vestiti in fretta perché il banchetto è pronto!". Perché io, Signore? Nella mia vita non c'era nulla di straordinario da registrare, le mie mani erano vuote, il portamonete ancor di più, l'unico mantello della mia vita era logoro, consunto, rattoppato: i segni del tempo, le battaglie, i giorni e le notti di pioggia fredda e battente, i lunghi periodi all'arsura del sole lo avevano reso impresentabile. Come potevo recarmi

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così al banchetto? Sentivo già gli occhi della gente addosso: "Guardala lì! Le si legge la sua vita, su quel mantello! Strappi, macchie, intemperie, strada, polvere ... non si viene così a un banchetto!" Ma soprattutto sentivo i tuoi occhi "La mia è la festa più bella dei Regno e tu arrivi così? Dov'è il tuo abito nuziale?". Non l'avevo, io, l'abito nuziale. Era la prima volta che qualcuno mi invitava a un banchetto: il pane sì, l'ho sempre diviso con chi incontravo sulla mia strada e qualche volta si faceva festa insieme, se si aveva anche il vino, ma banchetti non ne avevo mai visti. La paura mi tratteneva: avrei potuto essere rifiutata, cacciata. Mi avrebbero fatto assaggiare la polvere e, forse, questa volta, non mi sarei più rialzata, sarei finita per sempre sotto lo sguardo indignato della gente, nelle tenebre del rifiuto. Qualcosa tuttavia mi spingeva ad andare: ben poche volte avevo ricevuto "inviti" e questo aveva un sapore speciale, sembrava un segno, un buon auspicio. Qualcosa mi diceva che Quel Signore mi conosceva, non mi aveva invitato a caso ... Partii, dunque, dubbiosa e spaventata, col mio "mantello nuziale". Avevo fatto solo pochi passi quando incontrai una ragazza: non indossava che una veste troppo leggera per quei giorni ancora freddi di fine inverno. Le chiesi dove fosse diretta. Mi guardò dritta negli occhi: "Vado al banchetto, disse, io sono la sposa". Fui immediatamente mossa a compassione: "Certo non può essere la sposa, pensai, forse il gelo di questi giorni ha danneggiato il suo intelletto, ma certo, in queste condizioni, non arriverà mai al banchetto". La presi sotto il mio mantello: era lacero ma grande e così percorremmo insieme tutta la strada. Lei mi parlava dello sposo: ne lodava la bellezza, la forza, il coraggio, la bontà. lo ascoltavo e, lungo la strada, mi convinsi che quello sposo, il suo sposo, non mi avrebbe mai cacciato. Giunte al luogo del banchetto, vidi il Signore attendere sulla soglia. La paura mi strinse ancora la gola e le viscere ma solo un attimo dopo lo vidi accorrere e abbracciarci. Strinse a sé la ragazza e, guardando il mio mantello, mi offrì il posto migliore. "II tuo abito nuziale, disse, è candido, prezioso e bello perché ha accompagnato, riparato, riscaldato ciò che di più prezioso c'è ai miei occhi. Solo se condividi la strada e dividi il mantello avrai parte di me".

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CHARTA PEREGRINI «SULLE ORME DI S.ANGELA MERICI» Credenzia le del pellegrino :

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SECONDA PARTE Descrizione percorso GIOVEDI 6 OTTOBRE 1^ tappa: Brescia – Desenzano (Km. 32) Percorso piano e quasi tutto su asfalto. Dal Santuario di S. Angela Merici alla Comunità del Mericianum a Desenzano. Quattro soste: 1^ San Polo – Parrocchia di Sant’Angela 2^ Rezzato – Santuario Madonna di Valverde 3^ Pontenove (pausa pranzo) 4^ Abbazia di Maguzzano. Pernottamento al Mericianum, in località Brodazzo.

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VENERDI 7 OTTOBRE 2^ tappa: Desenzano - Cavriana (Km. 27) Percorso ondulato lungo le bellissime colline moreniche del basso Garda, con molto sterrato. Quattro soste: 1^ casa di Sant’Angela Merici alle Grezze 2^ piccolo Eremo della Ghisiola 3^ Basilica di S.Luigi a Castiglione (pausa pranzo) 4^ Solferino. Pernottamento a Cavriana, alla periferia del paese presso l’agriturismo Breda e presso la parrocchia, che mette a disposizione due locali per i pellegrini.

SABATO 8 OTTOBRE 3^ tappa: Cavriana – Rivalta sul Mincio (Km. 27) Percorso ondulato fino a Volta Mantovana, poi piatto. Molta parte in sterrato.

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Due soste: 1^ Volta Mantovana 2^ Goito (pausa pranzo) Pernottamento a Rivalta, all’Ostello della GioventÚ (bella struttura con saloni multiletto).

DOMENICA 9 OTTOBRE 4^ tappa: Rivalta sul Mincio - Mantova (Km. 12) Percorso piano di cui 7 su piste ciclabili. Tappa conclusiva breve ma complicata. Una sosta al Santuario delle Grazie (con S.Messa), poi visita al Duomo dove riposa la salma della Beata Osanna Andreasi. Fine del pellegrinaggio e ritorno a casa con mezzi propri.

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I SANTI

CHE SI INCONTRANO

Luigi Gonzaga Il matrimonio dei suoi genitori - il marchese Ferrante Gonzaga e Marta dei conti Tana di Chieri (Torino) - si è celebrato nel palazzo reale di Madrid, perché Ferrante è al servizio di re Filippo Il di Spagna. Luigi è poi nato nel castello di famiglia: è il primo di sette figli, erede del titolo e naturalmente con un futuro di soldato. Perciò il padre lo porta in mezzo alla truppa già da bambino. Poi cominciano per lui i soggiorni in varie corti e gli studi.

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Nel 1580, dodicenne, Luigi riceve la prima Comunione dalle mani di san Carlo Borromeo. Nel 1581 va a Madrid per due anni, come paggio di corte e studente. È di questa epoca un suo ritratto. Autore è il grande El Greco, che mostra il Luigi autentico (come pochi altri suoi ritratti), e ben diverso dal fragile piagnone raffigurato più tardi da tanta pittura per sentito dire, fuorviata dal fervore maldestro di oratori e biografi: purtroppo la sua austerità di vita (da lui contrapposta alla fiacchezza morale del gran mondo) sarà, per molto tempo, presentata come una sorta di avversione ossessiva nei confronti della donna. In Spagna, Luigi è brillante alunno di lettere, scienza e filosofia e tiene la tradizionale dissertazione universitaria; insieme, legge testi spirituali e relazioni missionarie, si concentra nella preghiera, decide di farsi gesuita e - nonostante la contrarietà del padre - a 17 anni entra nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma, dove studia teologia e filosofia. Nel 1589 (a ventuno anni) lo mandano a Castiglione delle Stiviere per mettere pace tra suo fratello Rodolfo (al quale ha ceduto i propri diritti di primogenito) e il duca di Mantova. Obiettivo raggiunto: Luigi si muove bene anche in politica, anche se la sua salute è fragile (e le severe penitenze certamente non lo aiutano). Nel ritorno a Roma, un misterioso segnale gli annuncia vicina la morte. È il momento di staccarsi da tante cose. Ma non dalla sofferenza degli altri; non dalla lotta per difenderli. Nel 1590/91 un insieme di mali infettivi semina morte in tutta Roma, stende in 15 mesi tre Papi uno dopo l'altro (Sisto V, Urbano VII, Gregorio XIV) e migliaia di persone. Contro la strage si batte Camillo de Lellis con alcuni confratelli, e così fa Luigi Gonzaga. Siccome è malato anche lui da tempo, gli si ordina di dedicarsi ai casi non contagiosi. Però lui, trovato in strada un appestato in abbandono, se lo carica in spalla, lo porta in ospedale, incaricandosi di curarlo. Poi torna a casa e pochi giorni dopo muore a ventitré anni. In una commovente lettera, il 10 giugno, egli prese commiato dalla madre. Nel 1726, papa Benedetto XIII lo proclamerà santo. Il suo corpo si trova nella chiesa di Sant'Ignazio in Roma, e il capo è custodito invece nella basilica a lui dedicata, in Castiglione delle Stiviere, suo paese natale.

Paola Montaldi (una mistica innamorata del crocifisso)

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Paola nasce dalla famiglia Montaldi, nella borgata Montaldo di Volta Mantovana, nel 1443. Una famiglia «pia, onesta, benestante»: così scrivono i biografi. A 14 anni, insieme con i genitori, scende dalle colline voltesi, navigando il fiume Mincio, per recarsi al santuario della Beata Vergine delle Grazie e ai piedi della Vergine sente nel cuore la conferma: è chiamata alla vita consacrata, in clausura. A 15 anni (1458) Paola lascia Volta ed entra nel monastero delle clarisse di Santa Lucia in Mantova, professando i voti di castità, povertà, obbedienza, in clausura. Una vita nel nascondimento, nella preghiera, nella contemplazione del Cristo Crocifisso, ma una vita profondamente incarnata: nel monastero a servizio delle sorelle (per tre volte è scelta come badessa, guida spirituale della comunità, nel tessuto sociale a servizio dei poveri, degli infermi, dei deboli ... cittadini e forestieri: ne sono testimonianza gli interventi delle clarisse, presso i Gonzaga, a difesa di persone in difficoltà. Tra le lettere custodite nell'Archivio di Stato di Mantova, inviate dalle clarisse ai signori di Mantova, spicca una missiva, indirizzata a Ludovico II Gonzaga, datata 9 luglio 1472, a firma della badessa Elisabetta Ippoliti e di sor Paula da Montaldo. Una triste vicenda aveva coinvolto il giovane Ludovico da Montaldo, «cittadino delicato de anni 26», nipote di suor Paola, e un suo «lavorente», un «contadino homo simplice». La badessa e suor Paola fanno presente al marchese quanto accaduto ai due malcapitati: accusati ingiustamente, sono stati sottoposti a varie «strepade de corda» con conseguenti lacerazioni, per indurli a confessare; ma i due non hanno confessato, «signi evidenti dell'innocencia»; le suore raccomandano a Ludovico Gonzaga i due uomini ed esprimono palesi riserve circa la moralità di procedure giudiziarie che appaiono inique, poiché comportano «tanta acerbitate de tormenti che molte volte soliono far dire quello che non è vero». È amica di Osanna Andreasi, terziaria domenicana, che abita dirimpetto al monastero di santa Lucia, e insieme si intrattengono in mistici colloqui spirituali. Muore il 18 agosto 1514 all'età di 71 anni; la chiesa del monastero diventa immediatamente meta di pellegrinaggi e il suo corpo oggetto di speciale venerazione.

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Con le soppressioni dei monasteri, volute prima da Giuseppe II e poi da Napoleone, il corpo di Paola Montaldi inizia un periodico pellegrinare da un convento all'altro: da Santa Lucia al monastero delle domenicane di Santa Caterina, da Santa Caterina a quello delle domenicane di San Vincenzo. Nel 1813 la Comunità di Volta chiede di poter accogliere nella sua chiesa parrocchiale il corpo della concittadina. Nell'agosto dello stesso anno dal monastero di San Vincenzo l'urna viene portata in Cattedrale, dove un'équipe - composta anche da medici - verifica la possibilità di trasferire il corpo incorrotto in una nuova urna, offerta dai Voltesi, e acconsente al trasferimento a Volta. Il 25 settembre 1813 l'urna con il corpo di Paola parte da Mantova; sosta, tra una folla in festa, nelle chiese di Marmirolo e Goito, giunge a Volta il giorno seguente, accolta da una moltitudine di fedeli provenienti anche dai «dipartimenti del Mincio, dell'Adige e del Mella»; nella parrocchiale si innalzano solenni canti di ringraziamento e di lode, si celebra la messa in musica e dopo i vespri l'urna è collocata nella cappella della Beata Vergine del Rosario, sotto la mensa dell'altare, dove ancora oggi si trova. La santità di Paola Montaldi, già nota ancora in vita, si diffonde alla morte in città e provincia e tante persone accorrono a lei, per pregare, intercedere, ringraziare. Pubblicamente venerata dal 1603, è citata tra i beati mantovani nelle costituzioni sinodali del vescovo Francesco Gonzaga del 1610. Nel 1854 il parroco di Volta don Giuseppe Manerba rivolge, a nome della Comunità, una supplica al vescovo di Mantova Giovanni Corti, perché

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promuova il riconoscimento ufficiale del culto ab immemorabili tributato a Paola. Mons. Corti dà il suo assenso e papa Pio IX con decreto del 6 settembre 1866 riconosce Paola Montaldi beata; l'anno successivo la Congregazione dei Riti concede messa e ufficio propri da usarsi nell'annuale festa liturgica (18 agosto).

Osanna Andreasi Figlia dei nobili Nicola Andreasi e Agnese Gonzaga, nacque nel 1449. A quindici anni vestì l'abito di terziaria domenicana. Fu chiamata spesso a compiti di grande responsabilità, come la reggenza del ducato di Mantova, in assenza di Francesco II di Gonzaga, della cui gratitudine seppe servirsi per una continua opera di assistenza verso i poveri e i bisognosi della città o verso i famigliari dello stesso Francesco, come Elisabetta sposa del duca di Urbino, che confortò nel durissimo esilio. Osanna compose mirabilmente l'apparente dissidio tra la vita contemplativa e la vita attiva, travaglio di quelle grandi persone che l'interiore vocazione spingerebbe alla solitudine e la compassione per il dolore umano trattiene invece presso le persone. Ha parlato contro la decadenza e ha criticato l’aristocrazia di mancanza di moralità. Una fonte particolare di miseria per Osanna fu la degradazione della Chiesa sotto il pontificato abusivo di Alessandro VI. Fu confortata di doni soprannaturali da parte di Dio: lo sposalizio mistico, l'incoronazione di spine, le stimmate visibili, però come semplice turgore e non accompagnate da lacerazione di tessuti e infine la trafittura del cuore che divenne il suo emblema iconografico. Il corpo di Osanna è custodito e venerato nel Duomo di Mantova. Il culto fu permesso dal Papa Leone X e da Innocenzo XII nel 1694 e la festa collocata nel giorno anniversario della sua morte, il 18 giugno del 1505.

TERZA PARTE Canti Vogliamo vivere come Maria

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Vogliamo vivere, Signore, offrendo a te la nostra vita, con questo pane e questo vino accetta quello che noi siamo. Vogliamo vivere, Signore, abbandonati alla tua voce, staccati dalle cose vane, fissati nella vita vera. Rit.: Vogliamo vivere come Maria, l’irraggiungibile, la Madre amata che vince il mondo con l’Amore e offrire sempre la tua vita che viene dal cielo. Accetta dalle nostre mani, come un’offerta a te gradita, i desideri di ogni cuore, le ansie della nostra vita. Vogliamo vivere, Signore, accesi dalle tue parole, per riportare in ogni uomo la fiamma accesa del tuo amore.

Sulle tracce di Angela Sulle tracce di Angela, fino dentro il suo cuore, troveremo la strada per amare di più. Ed insieme con Angela una sola voce lode senza fine all’eterno amor.

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Donne libere di scegliere a chi donare il cuore, il più bello degli uomini sarà il loro amore. donne in mezzo alla gente come Lui è stato; una vita normale con quell’amore dentro. Sulle tracce di Angela … Donne come una famiglia di madri, figlie, sorelle, che si senton legate anche se son lontane come avessero un sol cuore ed un solo sentire una sola fiammella in cento fiammelle. Sulle tracce di Angela ...

Tenete l’antica strada e fate vita nuova. Ritornello: Tenete l’antica strada e fate vita nuova! Sempre la principal risorsa vostra sia ricorrere ai piedi di Gesù e sempre obbedite ai consigli e alle ispirazioni dello Spirito (Rit.) Desiderate sempre la concordia, custoditela con tutte le vostre forze. Vivete in modo che i vostri figli si comportino specchiandosi in voi (Rit.) Fedelmente e con allegrezza grande perseverate in quanto iniziato. Dio desidera solo il vostro bene, state consolate e beneditelo. (Rit.) Mettete sempre la vostra speranza e la vostra fiducia nel solo Dio. Gesù sarà sempre in mezzo a voi e vi guiderà come un buon pastore.

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(Rit.)


E’ bello andar E’ bello andar coi miei fratelli per le vie del mondo e poi scoprire Te nascosto in ogni cuor. E veder che ogni mattino Tu ci fai rinascere e fino a sera sei vicino nella gioia e nel dolor. Rit.: Grazie perché sei con me, grazie perché se ci amiamo rimani con noi. E’ bello udire la tua voce che ci parla delle grandi cose fatte dalla Tua bontà. Vedere l’uomo fatto a immagine della tua vita fatto per conoscere in Te il mistero della Trinità. E’ bello dare questa lode a Te portando a tutto il mondo il nome Tuo Signor che sei l’amor. Uscire e per le vie cantare che abbiamo un Padre solo e tutti quanti siamo figli veri nati dal Signor.

Camminiamo sulla strada Camminiamo sulla strada che han percorso i santi tuoi, tutti ci ritroveremo dove eterno splende il sol. E quando in ciel dei santi tuoi la grande schiera arriverà, oh, Signor come vorrei che ci fosse un posto per me. E quando il sol si spegnerà e quando il sol si spegnerà, oh, Signor come vorrei che ci fosse un posto per me.

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C'è chi dice che la vita sia tristezza, sia dolor, ma io so che verrà un giorno in cui tutto cambierà. E quando in ciel risuonerà la tromba che tutti chiamerà, oh, Signor come vorrei che ci fosse un posto per me. Il giorno che la terra e il ciel a nuova vita risorgeran, oh, Signor come vorrei che ci fosse un posto per me.

Amici miei Amici miei, venite qui, cantate insieme a me: qualcuno c'è che da lassù, dal cielo sentirà. Le stelle sopra le città le accende tutte Lui ed il sole che ci riscalderà ce l'ha donato Lui. E prati verdi e cieli blu, montagne, mari e poi le foreste, i fiumi e tutto ciò che vive intorno a noi. Per ogni notte buia che il cuore oscurerà, amici miei, poi ci sarà un'alba chiara in Lui. Amici miei, venite qui, cantate insieme a me: qualcuno c'è che da lassù non ci lascerà mai soli.

Santa Maria del Cammino Mentre trascorre la vita solo tu non sei mai Santa Maria del cammino sempre sarà con te. Rit. : Vieni o Madre, in mezzo a noi vieni, Maria, quaggiù: cammineremo insieme a te verso la libertà.

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Quando qualcuno ti dice : “Nulla mai cambierà” Lotta per un mondo nuovo, lotta per la verità!

Camminerò Camminerò, camminerò, sulla tua strada, Signor, Signore.. Dammi la mano, voglio restar per sempre insieme a te.

Lui mi chiamava, chiamava anche me, e la mia risposta si alzò:...Rit. Or non mi importa se uno ride di me, lui certamente non sa, non sa del gran regalo che ebbi quel dì, che dissi al Signore così:...Rit.

Quando ero solo, solo e stanco del mondo, quando non c'era l'Amor, l’Amore, tante persone vidi intorno a me; sentivo cantare così:...Rit.

A volte son triste, ma mi guardo intorno, scopro il mondo e l'Amor, l’Amore; son questi i doni che lui fa a me, felice ritorno a cantare:...Rit.

lo non capivo, ma rimasi a sentire quando il Signor mi parlò, parlò:

Resta qui con noi che una nuova vita da qui è partita e mai più si fermerà.

Le ombre si distendono, scende ormai la sera e s’allontanano dietro i monti i riflessi di un giorno che non finirà, di un giorno che ora correrà sempre, perché sappiamo

Rit.: Resta qui con noi, il sole scende già. Resta qui con noi, Signore è sera ormai; resta qui con noi,

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Il sole scende già, se Tu sei fra noi la notte non verrà.

tutto il mondo invaderà. Davanti a noi l’umanità lotta, soffre e spera come una terra che nell'arsura chiede acqua da un cielo senza nuvole, ma che sempre le può dare vita.

S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda che il vento spingerà fino a quando giungerà ai confini di ogni cuore, alle porte dell’amore vero, come fiamma che dove passa brucia, così il Tuo amore

Con te saremo sorgente d’acqua pura con te fra noi il deserto fiorirà.

Giovane donna Giovane donna, attesa dell’umanità; un desiderio d’amore e pura libertà. Il Dio lontano è qui vicino a Te, voce e silenzio, annuncio di novità. Rit. : Ave Maria, Ave Maria. Dio t’ha prescelta qual madre, piena di bellezza, e il suo amor ti avvolgerà nella sua ombra. Grembo per Dio venuto sulla terra, Tu sarai madre di un uomo nuovo.

Vocazione Era un giorno come tanti altri: e quel giorno Lui passò. Era un uomo come tutti gli altri, e passando mi chiamò. Come lo sapesse che il mio nome era proprio quello come mai vedesse proprio me

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nella sua vita, non lo so. Era un giorno come tanti altri e quel giorno mi chiamò. Rit.: Tu, Dio che conosci il nome mio fa che ascoltando la tua voce io ricordi dove porta la mia strada nella vita, all'incontro con te. Era un'alba triste e senza vita, e qualcuno mi chiamò era un uomo come tanti altri, ma la voce, quella no. Quante volte un uomo con il nome giusto mi ha chiamato, una volta sola l'ho sentito pronunciare con amore; era un uomo come nessun altro e quel giorno mi chiamò. Rit....

Andate per le strade Rit.: Andate per le strade in tutto il mondo, chiamate i miei amici per far festa: c'è un posto per ciascuno alla mia mensa. Nel vostro cammino annunciate il Vangelo, dicendo:«E’ vicino il Regno dei cieli». Guarite i malati, mondate i lebbrosi,

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rendete la vita a chi l'ha perduta. Vi è stato donato con amore gratuito: ugualmente donate con gioia ed amore. Con voi non prendete né oro né argento, perché l'operaio ha diritto al suo cibo.

Te, al centro del mio cuore Ho bisogno d’incontrarti nel mio cuore, di trovare Te, di stare insieme a Te: unico riferimento del mio andare, unica ragione Tu, unico sostegno Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c’è un punto fermo, è quella stella là. La stella polare è fissa ed è la sola, la stella polare Tu, la stella sicura Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Rit. : Tutto ruota intorno a Te, in funzione di Te e poi non importa il come, il dove, il se. Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore, il significato allora sarai Tu, quello che farò sarà soltanto amore. Unico sostegno Tu, la stella polare Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.

E sono solo un uomo Io lo so Signore, che vengo da lontano,

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prima nel pensiero e poi nella tua mano. Io mi rendo conto che Tu sei la mia vita e non mi sembra vero di pregarti così: «Padre di ogni uomo» - e non t'ho visto mai, «Spirito di vita» - e nacqui da una donna «Figlio mio fratello» - e sono solo un uomo. eppure io capisco che Tu sei verità! E imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino e insegnerò a chiamarti «Padre nostro» ad ogni figlio che diventa uomo. (2 volte) Io lo so, Signore, che Tu mi sei vicino; luce alla mia mente, guida al mio cammino. Mano che sorregge, sguardo che perdona e non mi sembra vero che Tu esista così. Dove nasce amore: Tu sei la sorgente, dove c'è una croce: Tu sei la speranza, dove il tempo ha fine: Tu sei la vita eterna e so che posso sempre contare su di Te. E accoglierò la vita come un dono e avrò il coraggio di morire anch’io e incontro a Te verrò col mio fratello che non si sente amato da nessuno. (2 volte)

CANTI PER LA MESSA Se m'accogli Tra le mani non ho niente, spero che mi accoglierai, chiedo solo di restare accanto a te. Sono ricco solamente dell’amore che mi dai: è per quelli che non l’hanno avuto mai.

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Rit. Se m’accogli, mio Signore, altro non ti chiederò, e per sempre la tua strada la mia strada resterà nella gioia e nel dolore, fino a quando tu vorrai, con la mano nella tua camminerò. Io ti prego con il cuore, so che tu mi ascolterai, rendi forte la mia fede più che mai. Tieni accesa la mia luce fino al giorno che tu sai, con i miei fratelli incontro a te verrò.

Benedetto sei Tu Benedetto sei Tu, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del nostro lavoro, lo presentiamo a Te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. Benedetto sei Tu, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della vite e del nostro lavoro, lo presentiamo a Te, perché diventi per noi bevanda di salvezza. Benedetto sei Tu Signor. Benedetto sei Tu Signor.

Salve Regina Salve Regina, Madre di misericordia, vita, dolcezza, speranza nostra, salve! Salve Regina. A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo, piangenti, in questa valle di lacrime. Avvocata nostra, volgi a noi gli occhi tuoi, mostraci dopo questo esilio il frutto del tuo seno, Gesù. Salve Regina, Madre di misericordia,

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o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Salve, Regina! Salve! Salve!

Laudato sii Rit.:

Laudato sii, o mi Signore, laudato sii, o mi Signore, laudato sii, o mi Signore, laudato sii, o mi Signore.

E per tutte le tue creature, per il s ole e per la luna, per le stelle e per il vento e per l'acqua e per il fuoco. Per sorella madre terra, ci alimenta e ci sostiene: per i frutti, i fiori e l'erba, per i monti e per il mare. PerchÊ il senso della vita è cantare e lodarti, e perchÊ la nostra vita sia sempre una canzone.

Dolce sentire Dolce sentire, come nel mio cuore, ora umilmente sta nascendo amore. Dolce capire che non son piĂš solo, ma che son parte di una immensa vita che generosa risplende intorno a me; dono di Lui, del suo immenso amore. Ci hai dato il cielo e le chiare stelle

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fratello sole e sorella luna; la madre terra con frutti, prati e fiori, il fuoco, il vento, l’aria e l’acqua pura fonte di vita per le sue creature. Dono di Lui, del suo immenso amore, Dono di Lui, del suo immenso amore.

Grandi cose Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ha fatto germogliare fiori fra le rocce. Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha riportati liberi alla nostra terra. Ed ora possiamo cantare, possiamo gridare l'amore che Dio ha versato su noi. Tu che sai strappare dalla morte hai sollevato il nostro viso dalla polvere Tu che hai sentito il nostro pianto, nel nostro cuore hai messo un seme di felicità.

Il Signore è il mio pastore Il Signore è il mio pastore: nulla manca ad ogni attesa; in verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque. È il ristoro dell'anima mia, in sentieri diritti mi guida per amore del santo suo nome, dietro lui mi sento sicuro.

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Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male: perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro. Bontà e grazia mi sono compagne quanto dura il mio cammino: io starò nella casa di Dio lungo tutto il migrare dei giorni.

Jiubilate...servite Jubilate Deo, omnis terra, servite Domino in laetitia. Alleluia, alleluia in laetitia, alleluia, alleluia in laetitia.

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