Portfolio

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PORTFOLIO Anna Cravero

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Curriculum

ESPERIENZE LAVORATIVE Stagista Studio Nucleo di Piergiorgio Robino -- realizzazione di pezzi unici di design -- realizzazione di opere d’arte per la mostra Nucleo. The Law of Past Experience presso FuturDome, Milano. -- stampi in legno e silicone -- uso di resina in colata

2017

2013

Receptionist Museo del Academia Albertina di Belle Arti -----

recepcionista para los turistas guía del museo en italiano y en inglés traducción folletos relaciones públicas

EDUCACIÓN Y FORMACIÓN Laurea con Lode in Design e Comunicazione visiva Politecnico di Torino, Torino (Italia) Stundente in intercambio presso ELISAVA Escola Universitària de Disseny i Enginyeria de Barcelona, Barcelona (Spagna) Certificado d’iscrizione PVEC Park View Education Centre, King Street 1485, Bridgewater, Nova Scotia (Canada) Diploma Liceo Classico con indirizzo scientifco Liceo Classico Statale Gioberti, Torino (Italia)

2017

2016/2017

2012

2009/2014

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Curriculum

COMPETENZE PERSONALI

COMPETENZE PROFESSIONALI

Lingua materna Italiano

Spirito d’iniziativa e creatività in tutti i progetti

Altre lingue

Capacità di perseguire i propri obbiettivi e di lavorare in gruppo.

Inglese Spagnolo Francese

COMPETENZE COMUNICATIVE Buone competenze comunicative acquisite nella stesaura di testi grazie ai miei studi della scuola secondaria.

Grandi capacità comunicative e buone abiilità con i principali strumenti informatici. Disegno tecnico, capacità manuali e di realizzazione di modelli. Uso di programmi e software, rendering e elaborazione 3D.

Capacità di relazionarsi e comunicare con gli altri sviluppata grazie alla costante partecipazione in progetti di gruppo durante le attività universitarie. Socievolezza e facilità nel relazionarmi con le persone, doti sviluppate in particolare nelle mie prime esperienze lavorative e nei lavori dell’università.

COMPETENZE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI Capacità organizzativa tanto nel lavoro individuale quanto in quello di gruppo. Buone competenze di gestione di iniziative. Capacità di gestire le divergenze. 2

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE Corso di bigiotteria che ha sviluppato le mie abilità manuali e la mia attenzione ai dettagli. Corso di lavorazione della ceramica. Esperienza in rilegatura di libri e creazione di carta marmorizzata. Conoscimento dei processi di lavorazione di resine e siliconi.


PROGETTI _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 5 I. Intersezioni 2014 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 7 II. Chez moi _2015 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 11 III. Dobi 2016 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 17 IV. Pianta 2016 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag.21 V. Parallel plรปs 2016 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 27 VI. Equilibrio _2016 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 31 VII. Fruit to go 2017 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 37 VIII. Idrata 2017 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 45 IX. LMV 2017 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 51 X. Ceramica 2017 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 57 XI. Memories 2017 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ pag. 63 XII. Dimensione emotivo _2017 sensoriale degli artefatti

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stalattiti di luci e forme

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I. Intersezioni

Nel contesto del concorso solidi sviluppato durante i primi mesi di università ci è stata proposta una sperimentazione riguardante le forme e l’intersezione di solidi geometrici. Il contesto di utilizzo del prodotto è quello espositivo museale e la lampada progettata ha come scopo l’illuminazione di spazio dedicati non tanto all’esposizione in se quanto piuttosto agli spazi annessi ad essa. L’idea alla base di questa luce è quella di creare un’intersezione tra figure spigolose come quelle coniche e una superfice circolare in contrasto sia per la forma che per il colore.

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fino all’ultima goccia

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II. Chez moi

L’analisi dello scarto di cibo nei ristoranti ci ha portato a riflettere anche sull’avanzo di vino o altre bevande. Analizzano le proposte già presenti sul mercato abbiamo notato che spesso esistono formule differenti per poter portare a casa gli avanzi di cibo ma non di quello che si beve. Nasce così la proposta Chez Moi, una borsa di carta Kraft riciclata con integrata una maniglia per poter facilitare il trasporto a casa della bottiglia di vino valorizzandola e senza lasciar vedere il livello del contenuto. Il punto focale della busta è la linea di gocce che creare un motivo molto semplice sul lato e rimanda al popolare modo di dire “sino all’ultima goccia”, elemento inserito anche nella proposta del naming.

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Nello studio della forma si è preso in considerazione la possibilità di inserire bottiglie di dimensioni differenti. La possibilità di staccare i packaging in verticale permette al ristoratore di mantenere il piano di lavoro libere e aver comunque a portata di mano la borsa da offrire al cliente. Nella produzione non ci sono scarti notevoli grazie alla forma semplice che occupa quasi tutta la superficie del rullo di carta di dimensioni standard. Gli sfridi per la realizzazione combinata di due buste è approssimativamente del 16%.

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Proposta grafica per l’etichetta del sacchetto. Riferimento al contenuto della borsa senza lasciar vedere la bottiglia aperta. Il nome francese richiama il mondo della viticultura di qualità e enfatizza il principio di doggy bag ovvero la possibilità di portare a casa l’avanzo.

Sticker da attaccare all’ingresso del locale per rendere noto l’utilizzo della winebag. Il nome scelto crea un ulteriore legame con l’idea della goccia che si ritrova anche nei tagli laterali della borsa.

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uno per due

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III. Dobi

Torino è stata capitale dello sport nel 2015. Quello che è rimasto dopo questo evento è una grande quantità di banners usati per la campagna pubblicitaria. Al centro di questo progetto c’è, non tanto la creazione di un prodotto, quanto piuttosto lo studio dettagliato delle esigenze, dei requisiti e delle prstazioni legate sia alla produzione che all’utenza finale. Questo progetto è il risultato dell’intenzione di riutilizzare questi banners per creare una borsa che segua i principi di un design sostenibile. Il PVC microforato rende DOBI perfetto per essere comodamente usato come zaino da mare permettendo di mettere al suo interno anche asciugamani o indumenti bagnati. Il nome scelto per questo prodotto, dobi significa doppio in piemontese, fa riferimento alla torinesicità del progetto e al suo elemento più distintivo ovvero la possibilità di avere una doppia chiusura.

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La finalità del progetto è quella di esaltare e sottolineare il valore del lavoro manuale e le diverse abilità di persone disabili grazie alla semplicità delle cuciture e delle forme. La foratura del materiale lo rende permeabile e l’elevata resistenza del PVC consente di trasportare anche pesi consistenti. La sostenibilità e valorizzata grazie al contesto di provenienza del materiale sfruttando le dimensioni del banner e limitando gli scarti.

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Il packaging è realizzato con un altro banner in PVC tramite semplici cuciture e una zip. Questa busta contiene lo zaino piegato al momento della vendita ed è pensato per essere riutilizzato come tasca interna protettiva.

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storia di cibo e architettura

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IV. Pianta

Dalla proposta del corso eines y complements personales di realizzare un souvenir per la nostra città nobilitando sia il soggetto sia la parola stessa souvenir nasce PIANTA, un sottopentola che riproduce la silhouette degli edifici più importanti. Al centro del progetto c’è l’intenzione di unire in modo originale i due aspetti più interessanti della città di Torino: architettura e cibo. Un riferimento più astratto alla città.

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Non si vuole proporre un altro ricordo senza utilità o un regalo culinario, ma piuttosto un riferimento astratto alla città e alla sua architettura tradizionale, senza dimenticare la posizione centrale della tradizione culinaria nella cultura piemontese. Portare un po’ di Torino a tavola non con bagna cauda o polenta ma con la sua architettura. L’intersezione di epoche e culture non solo si ritrova negli edifici di Torino, ma anche nella sua tradizione gastronomica. La combinazione di prodotti mediterranei in piatti che tengono le proprie radici nel clima freddo delle Alpi.

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ossimoro tra reale e virtuale

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V.

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Nel mondo attuale l’intervento della tecnologia è sempre più presente nella vita di ogni giorno: negli ultimi anni ci siamo trovati con l’apparizione di apparati che cercano di ricreare un’altra realtà, simile a quella che viviamo. Ma gli apparati che generano questa realtà ingannano i sensi facendoci credere che quello che sperimentiamo sia reale. Perciò, proponiamo un’installazione per creare un ossimoro per i sensi della vista e del tatto, considerati i principali dalla cultura occidentale. Quello che si vede non corrisponde a quello che si tocca, per consistenza, forma, materiale o temperatura. Un’immersione in un mondo parallelo tra la realtà virtuale e le esperienze reali. La realtà virtuale come mezzo per distruggere qualunque esperienza anteriore dell’individuo, per indurre un senso di confusione e generare un messaggio di critica a questo falso ed ingannevole mondo. .

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Gli occhiali sono composti da pezzi modulari di varie dimensioni per permettere il completo adattamento a diversi usuari. La fascia elastica si può regolare tramite una chiusura a velcro. Il telefono è fissato al tappo frontale grazie ad una serie di ventose che garantiscono una adeguata resistenza senza rovinare il telefono. Il corpo centrale, invece, viene proposto in tre misure differenti per adattarsi alla forma del viso dell’utente. La spugna che si trova a contatto con il volto è composta da materiale ipoallergenico e può essere rimossa e sostituita alla fine di ogni esperienza. sul web: https://issuu.com/annacravero/docs/dossier_parallel_plus

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unioni monomateriche

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VI. Equilibrio

Per comprendere meglio il comportamento di materiali e incastri ci è stata proposta la realizzazione di un appendiabiti. Lo scopo è quello di creare un elemento monomaterico e con l’incastro a parete non visibile. EQUILIBRIO è il risultato di questa ricerca. Unisce la semplicità della ferma alla naturalezza del materiale. L’unione tra parete e appendiabiti come se fossero due elementi intersecanti grazie all’incastro non visibile e all’inclinazione dell’asola. La sua semplicità lo rende adatto a ambienti differenti e se accostato ad altri appendiabiti crea un motivo decorativo sulla parete.

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equilibrio

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fresh fruit fresh design

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VII. Fruit to go

Il progetto fa parte dell’ VIII edizione del Premios Nacionales diseño y sostenibilidad envase y embalaje. La scelta di realizzare un imballaggio per la frutta con la tecnologia stand up pouch permette di presentare un formato già noto in altri ambiti in un nuovo contesto. La novità consiste nella modalità di apertura e chiusura, così come nella presentazione del prodotto stesso. La forma e la grafica offrono al mercato un prodotto semplice ma attrattivo, che permette al fabbricante San Lucar di ampliare la sua clientela rendendo la marca nota anche tra un pubblico più giovane e dinamico.

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La parte di frutto che manca nella parte frontale si ritrova nella parte posteriore dove conferisce dinamismo e colore alla parte piĂš tecnica di testo.

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roboto light ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 0123456789 roboto light italic ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 0123456789

La scelta estetica è quella di usare pochi e chiari elementi grafici e colori. La declinazione dei tre colori differenzia i tre frutti venduti; la decisione di utilizzare questi colori ricade nella similitudine con il colore della frutta e permette di distinguere i tre prodotti, anche senza leggere il testo.

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Per enfatizzare l’idea di consumo on the go e facilitare il riuso del prodotto, la parte superiore della busta ha un sistema di apertura e chiusura facile e intuitivo. Inoltre l’uso della cerniera a pressione permette l’uso del prodotto tanto in casa come fuori, cosa che favorisce un nuovo consumatore giovane e dinamico.

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la complessitĂ del quotidiano

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VIII. Idrata

In questo progetto ci è stato richiesto di disegnare il contenitore di un deodorante in crema progettando il suo interno senza modificare l’aspetto esteriore, e di raelizzare anche il packaging secondario di tale prodotto. La nostra proposta del volume interno si basa su una struttura formata da quattro pezzi: bocca, una vite cava per permettere il passaggio della crema, un pezzo che spinga la crema verso il basso e l’applicatore.

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Il packaging primario ha una forma che caratterizza il prodotto e lo colloca nell’ambito cosmetico. La scelta è quella di non sovraccaricare esteticamente il contenitore con fantasie o sovrabbondanza di colori. La superficie del packaging primario risulta essere opaca e i colori proposti sono due, bianco e blu, il primo per il corpo principale e il secondo per il tappo. Il contrasto tra i due colori inoltre facilita la distinzione delle parti e permette all’usuario di comprendere meglio la modalità d’uso corretto.

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Il color proposto è solo uno, il blu, che si ritrova in tutti i dettagli, sia del packaging primario che in quello secondario. La scelta di usare questo colore è dovuta alla sua relazione con gli ingredienti del prodotto e al suo uso spesso correlato a prodotti di benessere. Su tutta la superficie della scatola è riprodotto un fiore stilizzato che crea un pattern sottile e attrattivo. La trama fa da sfondo al quadrato blu che ospita il nome del prodotto IDRATA e gli ingredienti principali. Nella parte posteriore invece vi è una descrizione più ampia del prodotto. La parte di testi legali e il codice a barre invece sono nascosti nella parte sottostante della scatola. sul web: https://issuu.com/annacravero/docs/dossier_sem

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IDRATA DESODORANTE AGUA DE ELICRISO Y LAVANDA

IDRATA UNA A TEXTURA EXT FRESCA F AYL LIGERA G PARA P A HIDRATAR LA A PIEL EL INTENSAMENTE. TE M NTE EL AG AGUA HELICHRYSUM, U CON C ACCIÓN SUAVIZANTE S Z Y PROTECTORA, PRO O SE E ASOCIA C CO CON UNA CERA A ESPECIAL PE DE E ACEITE CEI DE OLIVA, L LO OQ QUE AYUDA D A HIDRATAR IDRAT LA A PIEL. TAMBIÉN CONTIENE ON EN ACEITE DE E GIRASOL ASO Y LA BETAÍNA, ET , DEJANDO DE A LA P PIEL C CON AROMA DE LARGO. AR INGREDIENTES EN ES ACTIVOS NATURALES T A AGUA AH HELICHRYSUM L YS (ORGÁNICA), ORGÁN EL AGUA GU D DE LAVANDA (ORGÁNICA), O Á AGUA DE MANZANILLA, A MANTECA MA DE KARITÉ, ACEITE C TE DE GIRASOL, L CERA RA DE AB ABEJAS EJAS DE OLIVA, OL PROTEÍNA OT N DE ARROZ, B BETAÍNA. A

DESODORANTE AGUA DE ELICRISO Y LAVANDA

offset solid coated 2380 C

75 ml

8 41 0 2 25 42 9 6 53 18 M

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semplice approccio al veicolo

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IX. LMV

Un last mile vehicle compatto è pratico da utilizzare. V Type si caratterizza per un peso minimo pari a 12,6 kg V Type associa il suo nome alla conformazione del telaio. Questo si compone di uno stratificato di faggio o frassino dello spessore di soli 15 mm. La lama di luce interna permette un ulteriore alleggerimento del sistema. Distanziali e raccordi sostengono adeguatamente i carichi evitando momenti flettenti del telaio. La centralina elettronica permette la comunicazione tra i vari componenti e offre la possibilitĂ , ancorando il proprio smartphone all’apposito sostegno, di visualizzare mappe, velocitĂ oraria, autonomia e altre informazioni relative allo stato del sistema.

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Raccordi

Blocco chiusura

Portadocumenti

Cavalletto-Pedalina

Batteria al litio

Parafanghi 47


Compattazione agevole ed intuitiva azionata dallo sbloccaggio della maniglia presente su un lato del telaio e garantita dall’utilizzo di una cerniera a sbalzo che consente la completa sovrapposizione dei membri. Le altezze della sella e del manubrio sono regolabili e il sistema di compattazione non vincola l’utente a reimpostarle ogni qualvolta debba passare da una configurazione all’altra.

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molding modifying

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X. Ceramica

Nel design di prodotto siamo sempre piÚ abituati all’elaborazione virtuale e spesso le lavorazioni manuali e artigianali vengono sottovalutate. Per poter comprendere a pieno come i corpi si modificano e possono essere modellati ho scelto di frequentare un corso di ceramica che mi proponesse diverse tecniche. Propongo di seguito alcuni pezzi realizzati in questo contesto.

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Le tecniche applicate per realizzare i pezzi sono varie: pizzicato, nel caso di forme organiche che assumono aspetti differenti in base alla pressione e alla dimensione della mano, lavorazione con lamine di ceramica per realizzare forme con stampo o forme regolari, elementi realizzati con cordoni cilindrici (churros) e lavorazione a partire da un blocco solido per essere svuotato in seguito.

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punti di riferimento fragili, persi, eterni

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XI. Memories

L’intento di questo progetto è quello di valorizzare l’esperienza personale e le tracce che essa lascia: speriementare con i concetti di tempo, memoria e valore. Un semplice oggetto trovato per le strade di Barcellona può racchiudere un significato molto più ampio e un valore nuovo. Memories intende bloccare il ricordo in un istante senza tempo, incastonare il passato in un blocco semplice, trasparente, monolitico di resina arrivando a negare la funzione originaria dell’oggetto. Un nuovo concetto che permette di unire una forma nuova ad un vecchio oggetto che, distorto e rovinato, assume caratteristiche più forti di quando era nuovo.

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sentire il design

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XII. Dimensione emotivo sen

soriale degli artefatti Ciò che un prodotto suscita sensorialmente ed emotivamente, riveste un’importanza fondamentale. Le emozioni e le sensazioni condizionano il comportamento d’acquisto del consumatore e lo stimolano nel momento decisionale. Alla base di questo studio vi è l’intenzione di esaminare e comprendere il rapporto che si instaura tra oggetto e utente. La motivazione iniziale, quella che ci ha spinto ad approfondire tale argomento, è maturata dall’interesse per la correlazione tra l’esperienza dei sensi e le emozioni consce e inconsce che ci guidano durante la scelta e l’acquisto di un prodotto. Tale rapporto deve essere studiato e compreso per poter realizzare un progetto non solo efficace dal punto di vista funzionale ma anche emozionale.

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Il nostro sguardo si è quindi rivolto all’analisi di linee guida e strumenti per potersi orientare durante la progettazione in un’ottica incentrata sulla user experience. Conducendo questa ricerca ci siamo chieste cosa esistesse già per supportare la fase progettuale, che strumenti venissero effettivamente utilizzati, quali fossero le caratteristiche, i loro pro e i loro contro. L’intenzione è quella di fornire un catalogo di strumenti utilizzabili dal progettista per affrontare in modo analitico il rapporto oggetto-soggetto sia dal punto di vista fisico, ovvero il rapporto coi sensi, sia dal punto di vista emotivo, ovvero la registrazione e la comprensione dei nostri sentimenti.

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È stata condotta un’indagine su strumenti già esistenti concentrandosi in particolare sull’analisi sensoriale, definendo quale/i senso/i analizzano e con quale modalità. Lo studio dei sensi permette di comprende in modo più preciso la relazione tra percezione di un artefatto e le sue caratteristiche sensoriali, come forma, colore e profumo. Procedendo con il lavoro, il legame tra sensorialità ed emozioni è emerso in maniera molto evidente, molti strumenti cercano di fornire informazioni oggettive sulle reazioni emotive, un aspetto vario e mutevole dell’esperienza umana.

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La tesi di laurea è articolata in sei capitoli: il primo fornisce una panoramica sulla percezione di artefatti e materiali sia dal punto di vista fisico-sensoriale che dal punto di vista emozionale. Il secondo capitolo fa un’analisi dei singoli sensi, in particolare sul loro ruolo nella percezione e sul loro apparato sensoriale fisico. Il terzo si concentra sul fenomeno del neuromarketing in particolare sull’applicazione delle tecniche del neuroimaging nella progettazione e nella vendita di un prodotto. Nel quarto capitolo si introduce il percorso metaprogettuale e il ruolo di strumenti e tecniche per la misurazione delle emozioni e dei pensieri di target di utenti da utilizzare durante la fase di progettazione. Il quinto capitolo è il cosiddetto catalogo dei quaranta strumenti analizzati, utili per la valutazione emotiva sensoriale dell’esperienza dell’utente. Il sesto capitolo, infine, propone una suddivisione ponderata degli strumenti in base al senso/i preso/i in considerazione e alla valutazione emotiva, una valutazione della provenienza di tali strumenti da altri contesti d’uso, come quello medico o come quello alimentare, e una proposta di assegnazione di ogni strumento ad una fase della progettazione, esplorazione, ideazione, creazione, produzione.

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Grazie a questo lavoro di mappatura è stato possibile definire a nostra volta un supporto utilizzabile nelle fasi di progettazione. La suddivisione in base alla fase di utilizzo vuole anche essere un suggerimento che si basa sulla nostra esperienza personale e sulle modalità che noi stesse applichiamo nell’affrontare la fase progettuale. L’intenzione è quella di fornire al progettista un supporto oggettivo che possa convalidare le scelte fatte o che permetta di esplorare nuovi aspetti dell’usabilità e del rapporto che si instaura tra l’oggetto e il soggetto. sul web: https://issuu.com/annacravero/docs/prova_3

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