Catalogo Arte Collezionismo Omaggio a Giovanfrancesco G onzaga

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Omaggio a

Giovan Francesco Gonzaga Il pittore che sussurrava ai Cavalli Giovan Francesco Gonzaga Giovan Francesco Gonzaga, artista popolare del 900 Italiano Un uomo di eccezionale vitalità che parlando di se stesso sostiene con metaforico piglio: “Sono un decadente, un crepuscolare. “Non guido la macchina Vado a Cavallo”. Ho trascorso l’infanzia un’infanzia dorata, fra nitriti e profumi di scuderia…nella villa di Soncino, dai nonni. Mia madre si occupava di moda, andava a Londra, a Parigi ed io ad otto anni ero già in sella”. A dieci anni il futuro Maestro esegue trecento disegni a penna raccontando il cammino del genere umano dall’età della pietra fino al termine della prima guerra mondiale. La madre non è propensa per la sua versatilità artistica: lo desidera avvocato, mentre i professori garantivano il suo destino d’arte. Sogna Brera e non avendo Giovan Francesco Gonzaga “Il temporale, olio su tela, cm. 50x60 1991 arch. n° AC 1269 ottenuto il sospirato assenso non ancora ventenne parte volontario con il Savoia Cavalleria partecipando, con lo squadrone “Fantasma”, ad azioni di pattuglia nella steppa. In questo preciso periodo storico prende forma, colore e soggetto la pittura di un artista che diverrà sempre più noto nel campo dell’arte figurativa. Il 1955 è l’anno del soggiorno di Giovan Francesco Gonzaga in Spagna, paese che darà un accentuato senso alla sua tematica ed al suo colore, che ha contribuito a contraddistinguere l’alto livello dello stile personale che accresce e divulga la fama dell’artista in ogni parte del mondo. “Gonzaga attribuisce ai cavalli un valore essenziale, viscerale, primario e culturale. Tanto da far sostenere che lo interpreta sensitivamente e lo compenetra in assunto poetico primigenio ancor prima che lo rispecchia la coscienza. Insomma lo vive: lo sente fremere, nitrire, scalpitare, galoppare e lo dipinge con audace versione ispirata che comunica la pazienza e la forza, lo slancio, la furia consone alle proporzioni in tutta armonia con il ritmo potenziale della sua tavolozza. La fonte d’animo da cui il maestro alimenta e trasfigura in tensione di poesia la manifestazione cavallina che diventa anche filosofia della compiacenza umana”. Giovan Francesco Gonzaga “Guadando il fiume” olio su tela, cm. 50x70 1999 arch.n° AC 0860

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Giovan Francesco Gonzaga “ All’abbeverrata” olio su tela, cm.50x70 1985 arch. n° AC 2511

Al mio Sire

“Quando cavalco attraverso i prati il mio cuore vagabonda nel mattino denso di brume. Sento le peste della tua andatura nel gran silenzio verde. Dalle froge fumida il tuo respiro mentre la criniera ha un fremito di vento. Allento le redini e premo leggermente i tuoi fianchi e rispondi generoso col tuo splendido galoppo verso la linea perduta dell’orizzonte. Guardo l’immenso cielo e fondendomi con te mi sento il padrone del mondo.” Giovan Francesco Gonzaga Arte Collezionismo 2014

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La sapienza di Giovan Francesco Gonzaga sta nel disegno,che è forte e deciso e che, in tutta evidenza,risale a un apprendistato giovanile,quando egli cominciò a dipingere una natura silenziosa e aliena dalla presenza umana.In tempi successivi la sua pittura si è rivolta ai cavalli e ai cavalieri, e non tanto in chiave metafisica dechirichiana, che in questo caso non è certamente anacronistico chiamare a confronto, quanto piuttosto in quella di una poetica visionaria. Qui le immagini vibrano di inquietudine, nel segno della lotta dell’uomo contro se stesso, nell’inferno di una storia che sembra ripetere sempre lo stesso dramma. Ma se il disegno preparatorio è mirabile, il colore di questo artista ha una regalità e una sensibilità che provengono da una percezione musicale della cromia, dove la tavolozza si esprime in improvvisi, in variazioni e in ritmi pulsanti. Gonzaga ha alle spalle una lunga carriera di artista, che porta il segno della fede in una tecnica pittorica e figurale, che ha esercitato con perizia fascinosa, e grazie alla Giovan Francesco Gonzaga “Parco di Monza - Giocatori di Polo” olio su tela, cm. 70x70 arch.n° AC2027 quale egli ha maturato, nel corso degli anni, una cifra stilistica autonoma e l’immediata riconoscibilità del suo lavoro. Il suo fare artistico ha sempre la qualità, ormai rara, di saper accedere alle conclusioni figurali senza smettere la tensione creativa che lo spinge a cercare intensità luminose. Il senso della sintesi narrativa che lo porta a sfrondare e a completare il lavoro esaltando il gioco delle masse volumetriche e degli equilibri cromatici. La fusione dell’uomo in guerra con il cavallo che lo porta si esalta teatralmente in momenti diversi, in un impatto visivo che riconduce a idee archetipe sul rapporto che intercorre fra natura e cultura, dove l’energia vitale porta in sé inevitabilmente la pulsione alla violenza e alla morte, ma anche alla rinascita sulle rovine della distruzione. Pittore di area tradizionale, il suo personalissimo museo si radica nella ragione rinascimentale, per ripercorrere le tappe che conducono al neoclassicismo francese, soprattutto Delacroix, per raggiungere quel modo di comporre tutto italiano, e in qualche misura visionario e barocco, che è stato di Giorgio de Chirico e di Alberto Savinio. In questo guardare ai maestri del passato Gonzaga salvaguarda la sua vena narrativa, e la sua piena individualità. La sua vocazione non concede spazio alle accentuazioni visive retoriche, ma da maestro, quale egli è, di scene di battaglie, sa fermare al momento opportuno l’esplicitazione della forza virile per soffermarsi esclusivamente sul colore e sugli effetti luminosi. Per altro, questi ultimi infondono dolcezze impressionistiche ai suoi paesaggi, che si direbbe riflettano lo sgorgare di una poetica della natura inaspettatamente diversa da quella epica della serie dei cavalieri. Ma le più importanti composizioni di questo artista sono comunque quelle che delineano le dinamiche dei corpi in movimento, dove ogni raffigurazione rappresenta lo svolgimento compiuto di un evento. Le qualità pittoriche di Gonzaga sono il frutto di una riflessione sulla matericità del colore, e sul senso della forma visibile, che resta comunque sfuggente, in quanto è manifestazione dell’intelligenza compositiva dell’artista, e quindi non un dato oggettivo che proviene dalla registrazione del reale.Per questo, infine, questi dipinti sono anche luoghi dell’impossibile, riscontri tesi e dialettici di una realtà che non si impone solo alla percezione visiva, ma che sollecita la comprensione di una cronaca in parte leggendaria, e in parte anche troppo vicina a certi oscuri presagi del nostro presente. Vittorio Sgarbi (Tratto da “Le scelte di Sgarbi” Editoriale Giorgio Mondadori)

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Giovan Francesco Gonzaga “Corazziere” olio su tela, cm. 45x55 1985 arch. AC 0240

Un grande cuore di Cavaliere si è fermato

Giovan Francesco Gonzaga, pittore di fama Internazionale, che aveva militato in "Savoia Cavalleria" nella Campagna di Russia, ha chiuso la sua brillante esistenza ricca di successi professionali, privilegiando come soggetti dei suoi quadri e delle sue sculture i cavalli e la Cavalleria. Lascia a noi, ai posteri, alla Storia, centinaia di opere che Esaltano con eloquente, realistica efficacia i sacrifici e le glorie del suo, del nostro Reggimento. Grazie, Giovanfrancesco! Giancarlo Cioffi Presidente della Sez. ANAC di Milano "Savoia Cavalleria"

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Biografia Giovan Francesco Gonzaga, nasce a a Milano nel 1921. Pittore e scultore autodidatta, ha al suo attivo una lunga e prestigiosa carriera artistica. Sin da bambino si dedicò al disegno e già alle elementari che fece in collegio, i suoi disegni venivano esposti nei corridoi dell’Istituto. Suo padre Luigi rappresentante di una casa automobilistica, non lo incoraggiò mai, anzi ne voleva fare un avvocato. Dopo le medie lo iscrisse al Ginnasio, ma frequentava anche il Castello Sforzesco ove si sbizzarriva a ricopiare studi e disegni di Leonardo e Michelangelo. Dopo aver conseguito la licenza liceale parte volontario con il Savoia Cavalleria, con lo squadrone “Fantasma” mandato prima in Francia e poi in Russia, (per azioni di pattuglia nella steppa) dove prese parte alla storica carica di Isbuscensky, un piccolo centro della immensa Russia reso noto per l’eroica battaglia. Questa esperienza accresce in lui una vera e propria passione per i cavalli che riporta sulla tela con forza e vigore. Il 1955 soggiorna in Spagna, paese che darà un accentuato senso alla sua tematica ed al suo colore. Nelle tele trasferisce il suo amore per i cavalli e gli animali in genere, per la natura, per la genuinità e per la libertà. Giovan Francesco Gonzaga scrive ivi sostenuta dalle nostre truppe. “Riceve la medaglia d’Oro dal Papa Giovanni Paolo II a Salsomaggiore Terme nel 1997. Sue opere figurano in diversi musei, in collezioni pubbliche e private in Italia, Francia, Spagna, Lussemburgo, Indonesia, Cina, Giappone, Singapore, America. Nel 2001 gli viene conferito l’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano. Numerose sono le sue presenze nel panorama artistico, nazionale ed internazionale. ... “sono un decadente, un crepuscolare. Non guido la macchina. Vado a cavallo.”

Il Maestro Giovanfrancesco Gonzaga a Cavallo, e i suoi figli

Giovan Francesco Gonzaga ha tenuto numerose mostre personali in Italia e all’estero. In particolare a Milano nelle gallerie: Molteni, Carini, Guglielmi, Gussoni, Il Vertice, Ranzini, S. Ambrogio, Centro Artistico milanese, Il Salotto (dal 1977 ad oggi); a Rimini, Parigi (1982, sul tema dell’Epopea napoleonica) e a Mantova (Palazzo della Ragione 1991). E’ stato invitato alle più importanti rassegne d’arte, ottenendo premi di rilievo, fra cui: Premio Fenarete 1949, Premio Marzotto 1963, Pavone d’Oro 1967, Le Grolle d’Oro 1972. Ha ricevuto la medaglia d’Oro dal Papa Giovanni Paolo II a Salsomaggiore Terme nel 1997. Ha collaborato all’Opera “Mose’” con Sassu, Purificato, Fiume, Annigoni; all’”Odissea” con Fiume, Sassu, De Chirico, Cascella; al libro “Cuore” con Brindisi, Treccani, Cascella, Tamburi; all’enciclopedia del Cavallo edita dalla De Agostini; all’Opera “Ettore Fieramosca” (Edizioni il Quadrato) con 9 tavole litografiche e a vari libri di testo scolastici. Hanno scritto di lui: D. Buzzati, R. Civello, F. Boni, De Grada, L. Borgese, E. Fabiani, G. Falossi. E. Ferri, M. Lepore, G. Nicodemi, M. Portalupi, C. Rizzi, D. Villani, G. De Chirico, P. Annigoni ed altri.

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Giovan Francesco Gonzaga “Il Corsiero dell’Ussaro” olio su tela, cm. 70x50 1986 arch. n° AC 0132

Giovan Francesco Gonzaga”Primavera sul lago d’Orta” olio su tela, cm. 80x80 1991

Sue Opere figurano in diversi musei, fra cui quello della Cavalleria di Pinerolo, il museo storico della Guardia di Finanza a Roma, il museo di Tel Aviv, L’Art Museum di Los Angeles, in altre collezioni pubbliche e private in Italia, Francia, Spagna, Lussemburgo, Indonesia, Cina, Giappone, Singapore, America, ecc. nel 2000 ha illustrato il primo calendario della polizia municipale di Milano con oli e disegni. Il quadro di copertina è collocato a Palazzo Marino e nel 2001 e anche nel 2002 ha illustrato lo stesso con quadri di vecchie Milano. In permanenza nella Galleria Il Salotto a Milano. Nel 2001 gli è stato conferito l’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano. Il 2 Ottobre 2007, dopo una vita dedicata all’arte, si è spento il pittore che sussurrava ai cavalli.

Giovan Francesco Gonzaga “Corsiero fra le acque” olio su tela, cm. 25x35 1990 arch.n° AC 1595 Arte Collezionismo 2014

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l’evoluzione pittorica del 900

Paul Gaugin “Vairumati” olio su tela 1892

Giuseppe De Nittis “Madame Leontine” Palazzo Marra (BT)

Il 900 pittorico, ha evidenziato una grande evoluzione nel panorama pittorico europeo. Nel corso del secolo scorso molti stili e sperimentalismi si sono alternati, dando spazio a puri linguaggi epocali, con libere interpretazioni personali di ogni singolo artista, numerosi anche i movimenti che si sono succeduti. La storia dell’arte del 900 ha evidenziato alcuni importanti movimenti con Federico Zandomenighi “Camille” 1913 riferimento all’interpretazione artistica delle avanguardie, caratterizzati dalla rottura con il passato. Questo rinnovamento ha posto in prima linea le nuove ricerche creative artistiche, determinando un clima di innovazione e sperimentazione continua. Con l’Espressionismo si apre agli inizi del 900 nella capitale francese, un folto panorama che seguirà il già noto mercato francese dell’impressionismo, seguirà a ruota il movimento “Surrealista” nel 1920 circa. Il rigenerare delle avanguardie storiche si allargherà in tutta l’Europa, e nel 1905, si costituìsce il gruppo dei pittori detti Fauves, primo movimento di ispirazione espressionista. Contemporaneamente l’Espressionismo si diffonde anche in Germania e nei paesi nordici. Nel 1907, Picasso e Braque, danno vita a Parigi il movimento del Cubismo, mentre il giovane De Chirico pone le basi della sua successiva Metafisica, a Parigi in occasione del suo soggiorno artistico. Sempre in quel fervido contesto rigenerativo, molti artisti italiani si trasferiscono a Parigi, per cercare la loro dimensione artistica, dove già risiedevano da anni nomi già noti quali, Boldini, De Nittis, De Pisis e Zandomenighi.

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Galleria D’Arte Il Salotto

Nata nella seconda metà degli anni settanta sotto l’attenta guida della titolare, Sig.ra Rosy Nadia Riccioli, la Galleria d’Arte "Il Salotto" di Milano è ben presto diventata punto d’incontro per Artisti, Critici e amatori d’Arte. Nella piccola, elegante ed accogliente Galleria, autentico “Salotto dell’Arte e della Cultura”, si sono dati appuntamento tutti i più prestigiosi nomi dell’Arte Italiana. Artisti già conosciuti dal grande pubblico come il Maestro Giovanfrancesco Gonzaga, Giorgio de Chirico, Michele Cascella, Pietro Annigoni, Salvatore Fiume e giovani Artisti che si sono poi affermati diventando famosi.

Galleria D'Arte Il Salotto

Viale Umbria 53 - 20135 Milano (Milano) · Tel. 02 55195589 Arte Collezionismo 2014 Pag.21 Arte Collezionismo 2014 Pag. 21

www.ilsalotto.it


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