Catalogo La Spirale della Vita di Pino Carcelli 2014

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“La spirale della vita” Omaggio a Marco Simoncelli - Opera collocata su Passo della Cisa 2013

“La spirale della vita”

P I N O

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 1

Francesco Chetta editore

C A R C E L L I


Ideazione editoriale a cura di EFFECI edizioni d’arte Progetto grafico effeci edizioni Layout e impaginazione Francesco Chetta editore Stampato nel mese di febbraio 2014 da Gruppo Arti Grafiche Press Up s.r.l. Nepi Contributi critici a cura di: Mariarosaria Belgiovine, Hans Gerd Tuchel, George Paly, Peter Boggia, Augusto Mori, Francesco Gallo, Malacoda, Franco Pesci, Lorenzo Piemonti Foto archivio Effeci edizioni, fornite dall’autore Pino Carcelli. La Casa editrice effeci ringrazia i relativi autori delle foto riportate in catalogo

In copertina: Opera monumentale in Omaggio al Campione Marco Simoncelli, installata sul Passo della Cisa settembre 2013

Copyright 2014 © by Pino Carcelli - Effeci edizioni d’arte

E’ severemamente vietata la riproduzione dei testi, delle foto, e di quanto riportato nel presente catalogo I trasgressori saranno denunciati alle competenti autorità a tutela del Diritto d’autore.

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 2


PINO CARCELLI “La spirale della vita” NULLA SI CREA NULLA SI DISTRUGGE TUTTO SI TRASFORMA DAL TRUCIOLO GREZZO AL GIOIELLO PURO

Francesco Chetta editore Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 3


La spirale della vita ...Arte del riciclo: Pino Carcelli padre della creazione ed evoluzione nell’arte della lavorazione dei metalli... in particolare, l’Arte del riciclo. Questa elica spirale D.N.A. che da vita e percorso esistenziale; un groviglio di sensazioni ed emozioni al femminile, creatività esistenziale. “Bruciante realtà di questa nostra società consumistica” passato e presente di un vivere al di sopra delle proprie possibilità, spreco di energie. Dare nuova vita e anima all’inerta materia, attraverso nuove forme, nuovi concetti e sperimentazioni, così il nostro Maestro Pino Carcelli instancabile Paladino dell’arte, percorre il lungo cammino nel mondo dell’arte.

Creare plasmare, essere partecipi di questo vivere, sentire e non accontentarsi delle apparenze. Il Maestro Pino Carcelli ideatore da oltre un ventennio di una personale, ed innovativa tecnica artistica condotta con singolare talento creativo e anima, fuori dai canoni impositivi di mercato. Nel corso della sua lunga ricerca artistica Carcelli ha varcato i confini contenutistici, recuperando con maestria gli sfridi e scarti della lavorazione dei metalli, materia quest’ultima destinata al solo recupero attraverso la fusione. “L’Arte di Pino Carcelli, con le sue opere afferma la conoscenza fra l’incognita e la certezza. Il suo linguaggio descrittivo abbraccia diverse forme espressive, attraverso la sua particolare tecnica di assemblaggio di trucioli di ferro verniciati. Pino Carcelli dà vita e forma alle sue emozioni, ponendo sotto i riflettori temi di grande attualità, rivisitati dalla sua formulazione scultorea che con grazia, riesce ad offrire visioni intense e poetica della sua creatività”. Mariarosaria Belgiovine Foto in alto il Maestro Carcelli e il critico d’arte Mariarosaria Belgiovine Venezia 2013

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 4


Pino Carcelli “Pendente per collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 5


I BIJOUX DI PINO CARCELLI Non vorrei qui entrare nei dettagli dello sviluppo dell' arte di Pino Carcelli, come si evince dai suoi anni di ricerca, fino agli svariati più recenti stimoli raccolti in Francia dove Carcelli ha esplorato e preso appunti per il suo percorso artistico. Non vorrei addentrarmi in questi dettagli appunto perché l' artista stesso vi ha già brillantemente provveduto. Tuttavia, nomi come quelli di Beckman, Klee, Dix, Marc, Arp, Schmitters, Wols, Hartung meritano di essere citati in questo contesto. Dall' influenza nordica sembra derivare la mescolanza, tipica per lui, del visionario e del mentale, la trasformazione razionale dei paesaggi e delle figure inconsciamente recepiti. Il figurativo e il preconscio-autonomo si intersecano. I calligrafismi che nascono dai suoi inserti di materiali poveri, sfridi di lavorazione, talvolta violenti, realizzano in modo più intenso le sensazioni, anziché “rappresentare” qualcosa nel vero senso della parola. Il lirismo astratto dei segni e dei simboli segue la dialettica di sintesi e di analisi. La presenza disponibile degli oggetti, ma anche dello spazio, da essi riempito e, attraverso essi, costruito mantiene le formali autonomie e antinomie, i possibili contenuti e le relazioni tonali di una continua dinamica. L'inclinazione alla monocromia, che si è notevolmente rafforzata negli ultimi lavori intensifica questa tendenza. I singoli colori, nella misura in cui vengono utilizzati (anche qui utilizza una selezione severamente controllata) obbediscono a determinate connotazioni simboliche: rosso = vita, blu (nero) = infinito (universo). Opere in rilievo, legno laccato, ferro smaltato, sculture in alluminio, eseguono in maggior misura questo pensiero dell' elaborazione e dello sfasciarsi nella forma allo stesso tempo, di una forma che si costituisce dinamicamente e della sua dissoluzione, contemporaneamente alla anticipazione visionaria di nuovi frammenti di mondi. Quanto più ci si occupa da vicino del mondo artistico di Pino Carcelli, tanto più fortemente si riceve l' impressione che tutti i riferimenti di primo piano a busti di donna, a Matrix e a Phallus, stanno unicamente al servizio di una fondamentale, universale, rappresentazione della figurazione in generale. Come lascia anche intendere un titolo come “Genesi”; questi riferimenti, cioè, significano interrogare la forma in senso tale, forma il cui carattere misterioso viene preservato in senso Goethiano. Hans Gerd Tuchel

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Pino Carcelli “Pendente per collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 7


INTERVISTA ALLO SCULTORE PINO CARCELLI La tematica della scultura in Carcelli, giovane esordiente nel panorama dell’arte italiana ( e a detta di un noto mercante, interprete del “nuovo corso rappresentativo post-pop art”) è diversa da una motivazione teorica tecnica, quanto invece vicinissima ad un discorso psicologico: quindi introspezione ragionata del simbolo femminile, tanto da essere dal Carcelli chiamata questa sua scultura PIANETA DONNA. Così, Carcelli, affida l’ inizioo del suo discorso ad una primeva scultura nero-bianco (nero= caos iniziale e bianco con buco nella struttura= fisicità del corpo femminile). Pone l’assioma donna e ci presenta “l’ essere” donna. La donna procrea. Nei momenti della sua scultura (attuata usando ferro) Carcelli coinvolge il suo oggi teso al futuro nella complessità di una ricerca in ragione anche dell’ enigma dell’ animo femminile. Proprio per meglio chiarire questi momenti magici, drammatici, dolci, dirompenti del rapporto e nel rapporto amore, gli ho chiesto: Lei, perchè idealizza questo concetto di donna? Durante il nostro colloquio introduttivo, Lei mi ha accennato ad un conflitto interiore. Esso è personale o generalizzato? Nella scultura, oltre il colore delle lastre, l’evidenza del “buco” possiamo ritenerla in relazione con un dualismo bene-male? Peter Boggia

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Serie BIJOUX © by Pino Carcelli Pino Carcelli “Collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 9


Serie BIJOUX © by Pino Carcelli

Pino Carcelli “Anelli - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 10


Pino Carcelli “Collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 11


Serie BIJOUX © by Pino Carcelli

Pino Carcelli “Pendente per collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 12


Pino Carcelli “Orecchino - Serie Bijoux trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 13


Serie BIJOUX © by Pino Carcelli Pino Carcelli “pendente per collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 14


Pino Carcelli “Orecchino - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 15


Serie BIJOUX © by Pino Carcelli

Pino Carcelli “Spilla ferma capelli - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 16


Pino Carcelli “spille - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 17


Pino Carcelli “Collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio e pigmenti dorati

“Grande creatività quella di Pino Carcelli, un artista che rivolge il suo particolare impulso gestuale, percorrendo una sua personale visione del mero concetto “formale “ decodificandone i valori plastici, attraverso l’utilizzo di materie primarie acciaiose. Pino Carcelli volutamente ha preferito il suo utilizzo nel ridare attenzione proprio a quegli inerti trucioli eliocoidali, sfridi di lavorazione aggrovigliati ed ammassati così come gli intrecci della nostra quotidianetà ci impongono. Pino Carcelli richiama così quei silenti e occultati problemi che la donna oggi è continuamente oggetto di emarginazione sociale a causa di continua violenza fisica. Ma oltrepassando l’oggettiva linea demarcatrice di questi degradevoli confini femminili, la presenza dell’ artista Carcelli è di conforto, e ci fà riscoprire un inedito mondo di cromatiche emozioni, filtrate appunto dalla sua recondita passione di voler essere una piccola “Oasi di serenità” nello sconfinato cosmo che ci circonda” Augusto Mori Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 18


Pino Carcelli “Collana - Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 19


Pino Carcelli “Collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 20


Serie BIJOUX © by Pino Carcelli Pino Carcelli “Collana con cerchi - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio smalti e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 21


Serie BIJOUX © by Pino Carcelli

Pino Carcelli “Collana - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio e pigmenti dorati

“…un espressione artistica quella di Pino Carcelli, capace di estrarre sogni e sentimenti dalle sue opere. I materiali inusuali utilizzati, contribuiscono a donare bellezza alle sue composizioni...” Gerard Argelier

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 22


Le sue opere nascono dalla intensità dei sentimenti, avvolte dal fascino misterioso della sua creatività che gli permette di trasformare i particolari più profondi delle sue performance scultoree. Opere che dialogano con l’infinita sensazione poetica, tradotte dalle sue manualità che affidano ad ogni palpito di luce i suoi meditati sentimenti, coinvolgendo ispirazioni e sensazioni che colpiscono la sua sensibile anima. Mariarosaria Belgiovine - (Artiste de Montmartre 2009)

Pino Carcelli “Anelli - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 23


Serie BIJOUX © by Pino Carcelli Pino Carcelli “Crocefisso - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio e pigmenti dorati

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 24


Pino Carcelli “Anelli - Serie Bijoux” trucioli d’acciaio e pigmenti dorati

“L’Arte di Pino Carcelli, con le sue opere afferma la conoscenza fra l’incognita e la certezza. Il suo linguaggio descrittivo abbraccia diverse forme espressive, attraverso la sua particolare tecnica di assemblaggio di trucioli di ferro verniciati. Pino Carcelli dà vita e forma alle sue mozioni, ponendo sotto i riflettori temi di grande attualità, rivisitati dalla sua formulazione scultorea che con grazia, riesce ad offrire visioni intense e poetica della sua creatività. Pino Carcelli ha al suo attivo la realizzazione di numerose opere di spicco, che sono state notate dalla critica internazionale ed hanno conseguito lusinghieri riconoscimenti. Recentemente premiato a Mandelieu, a Cesenatico, a Portovenere e a Sirmione. L’Artista ci offre con oggettiva semplicità, tutto il suo buon gusto nel saper creare dal recupero della materia con il suo comprensibile linguaggio creativo.” (Mariarosaria Belgiovine) Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 25


IL PELLEGRINO DEL 2000 Su riviste e quotidiani è facile da un po' di tempo trovare articoli e note che trattano ed illustrano la via Francigena e i suoi percorritori: personaggi battezzati pellegrini. Così si pensa ad essi da prima come esseri ignoti poi addirittura come eroi. Alcuni con l' aureola. Ed allora, ecco scrittori, pittori, scultori ad interpretare il pellegrino: perciò è bene chiedersi chi è, come era il pellegrino. Uomo di fede, avventuriero, ricco, povero, pazzo, già santo? Molta storiografia del Medioevo ci ha dato riferimenti simpatici e non. Una verifica storica dello scultore Pino Carcelli si è conclusa con una scultura pop che rappresenta il pellegrino fatto di trucioli di ferro. Intelligentemente il Carcelli ha voluto così esprimere un personaggio forte ( il ferro ) ma anche potenzialmente capace di assorbire senza spezzarsi i colpi della fatica, imboscate, lungo questa strada piena di insidie come appunto ci raccontano le cronache. Non deve essere stato facile partire da... per giungere dopo due o tremila chilometri a Roma anche se spinti dalla fede e dal bisogno di giungere alle grandi mete ( luoghi sacri, abbazie, monasteri ) incontrate lungo la via Francigena. Carcelli nella sua creatività, ha dato l'immagine essenziale, vera, del pellegrino povero sovente molto vicino al cielo a causa della fame. Uno zaino vuoto, forse qualche straccio per asciugare i piedi sanguinanti. Una nudità quasi sacrale come simbolo del nulla possedere se non la fede per giungere là dove il Vicario di Cristo lo attenderà per benedirlo e per unirlo definitivamente a Dio. Questa ci pare l' immagine più alta, meno rocambolesca, di colui che ha solo fede: il povero Pellegrino. Peter Boggia

“Una candida visione espressiva suggerita dalla sua innata fantasia creativa, capace di valorizzarne l’abbandono dell’inerta materia. Il maestro Pino Carcelli noto come il “Poeta della realtà contemporanea” traduce visivamente con le sue opere, i sogni... e le avversità incombenti sul profilo morale della donna. L’artista traduce con la bravura della sua gestualità, offrendoci la visione di opere ricche di infinite emozioni sensoriali, un essenzialità plastica riconducibile alle sue deduzioni istintive del mondo che lo circonda. La fantasia creativa dell’artista Carcelli, evidenzia senza alcuna esitazione le proporzioni della rappresentazione formale del concetto espresso, simbolica espressione naturale del suo inconscio. Concludo il mio giudizio critico nell’affermare il grande rigore formale e piacevolezza estetica che si riscontra nella ricerca stilistica condotta da Carcelli, spaziando da una sintesi dinamicamente ben evidenziata; tra forma, spazio e emozioni. Valida la tecnica ed i materiali che utilizza, ridando vita e splendore all’ormai smorta materia. Le tematiche che descrive sono essenzialmente prioritari, e riflettono il mutevole degrado della nostra società, e la violenza sulle donne in particolare” Lorenzo Piemonti

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Pino Carcelli “Il Pellegrino del 2000� lamiera legno e smalti 2012 Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 27


IL PIANETA DONNA La scultura rappresenta gli esseri, le cose e le idee, ( cioè tutto ciò che la mente percepisce e anche realtà diverse ) in una concretezza fisica, strutturale molto diversa dalla pittura. Alla parola scultura, l' abitudine ci porta allo scultore armato di martello e scalpello che aggredisce il marmo ( esempio classico, Leonardo, Canova ecc... ). Oggi, proprio perché quasi tutto è cambiato in ogni branca, anche lo scultore opera con mezzi differenti e su materiali differenti. Il grande Ceroli usa il legno, altri il polistirolo, altri il ferro, la creta e via dicendo. Lo scultore Pino Carcelli usa il legno e resti di lavorazione di operazioni metalliche per esprimersi costruendo cosi le sue strutture che vogliono essere la concretizzazione del suo modo d' intendere il mondo femminile. Mondo femminile, non il mondo al femminile. Non veste nessun corpo, né denuda nessun corpo. V' è solo il sesso che è, per quanto riguarda l' immagine, un buco. Un buco nero attraverso il quale va e viene in una specie di mondi paralleli la vita ( e la morte se veramente si muore ) e come Carcelli vuol farci vedere la forza della vita nella sublimazione dell' amore. Concetto che è reale e che sia al maschile che al femminile molti vivono od hanno vissuto. Poiché lo scultore come del resto il pittore si limita a rappresentare “situazioni” di vita, ci pare che la realizzazione plastica-materica del Carcelli abbia validità e valenze molteplici. Infatti è una “scultura” nuova. Essa attrae anche per la semplicità in cui si mostra. Nessuna tragicità di forma, quanto piuttosto linearità e geometrie del consueto euclideo. Questi pannelli non sono astruse forme di cose, quanto piuttosto leggibili parole di un quotidiano. Un legno che non è mai violentato. Mai rotto da scalpelli o raspe per dargli delle forme. Esso è quello che appare e cioè una asse, anzi un pannello che assume però quel valore di simbolo di una “perfezione” se non fosse per quel buco centrale che permette di andare e tornare col pensiero in una meditazione di richiesta sui perché della problematica dell' esistenza dell' amore. Chi è l' uomo? Chi è la donna? Che cosa sono oltre la nostra esistenza, l' amore, la passione? Ed ancora perché si ama? E Carcelli come poeta in più di una sua poesia si chiede: Chi sei tu uomo? Allora l' artista diviene libro con parole e pensieri. Nelle altre sue sculture ove attorno ad una testa senza occhi, bocca, lui attorciglia ricci di ferro od acciaio crea come delle croci. Impressioni di un calvario che non ha fine. E così, perché l' amore che è la cosa più bella al mondo, ci fa soffrire? Tutta la tematica della scultura del Carcelli e approfondimento di ricerca interiore per una conquista di pace. Così c'è da chiedersi se quelle sculture-chiome fredde di ferro non potrebbero essere fiori di un pianeta che lo scultore ha battezzato: il Pianeta Donna. Settembre 1996 – Peter Boggia

Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 28


Pino Carcelli “Pianeta donna” Installazione lamiera e trucioli d’acciaio colorati h. cm. 200 Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 29


PINO CARCELLI: UNO SCULTORE NUOVO Non è la prima volta che scrivo dello scultore Pino Carcelli. Lo seguo da tempo, da quasi dieci anni. Via via che il Carcelli dava vita alle sue opere si notava una seria ricerca volta a due fattori importanti. Vuoi il materiale col quale e sul quale operava e la forma-idea della scultura. Forse un giorno giungerà alla creta e poi al sasso e al marmo. Per ora è fermo e crea col ferro e con l' acciaio. Se un paragone si può fare, il Carcelli geometrico per eccellenza, è un Melotti corposo: cioè potrebbe giungere alla gabbia che usava Melotti per iscriversi i suoi “minuscoli” personaggi. Carcelli preferisce invece lasciare la struttura magari filiforme, ma libera nello spazio. Tornando ai primordi, Carcelli ha operato con acciaio a medie composizioni saldando e strutturando “emblemi”: rapporti questi con significazioni sociali: ricordo “Gli Amanti” che poi troveremo ( anni dopo ) nella soluzione melottiana. Questo per dire che la ricerca è stata sofferta, coscienziosa, dura. Mai soddisfatto di se stesso, onesto sino in fondo, sensibile ai lampi di idee, Carcelli ha trovato la “sua” strada in questo nuovo. E il nuovo è il materiale. Il primo in assoluto nel mondo della scultura che abbia pensato di utilizzare i così detti truccioli di scarto nella lavorazione del ferro e dell' acciaio. Materiale povero, ma di assoluta novità ed impatto visivo. Una ricca parentesi costruttiva si è avuta quando ha usato il legno per portare una ampia disanima nel mondo della psicologia femminile. Una grande mostra discussa al femminile. Una personale dal titolo “Pianeta Donna” dove si mescolano dolore, convincimento personale di valori, denuncia, riscatto, volontà e bisogno di dialogo oltre si intende una mirata concettualità esistenziale ben espressa attraverso strutture in legno, materiale povero e contenuto in colori. La scultura di inizio ha per titolo “Genesi” ed è sufficiente questo per vedere il Carcelli proiettato verso il futuro ricchissimo di fermenti culturali. Le stesse strutture poi portate in lastre di ferro ed acciaio hanno avuto una solidità nella massa che è scandita nelle definizioni lineari, cioè geometriche con profili ascendenti che si concludono in cariche di silenziosa suggestione. Poi il Carcelli si avventura conscio delle possibilità tutte espressive in questo felice momento, sempre sulla scia del costruttivismo a truccioli, in configurazioni che ci permettono di classificarlo tra i più significativi artisti di questo momento in cui nelle varie mostre e varie fiere d' arte non si fanno che vedere pittori e scultori che troppo da vicino guardano (se a volte non copiano addirittura) i grandi maestri. Lui è il nuovo. Ha aperto la sua strada rischiando come è già avvenuto di non essere capito. Ma altri lo hanno capito e le sue opere stanno raggiungendo Gallerie ed esposizioni anche fuori dall' Italia. Galleristi di portata internazionale quale Angiolino Calestani di Milano che ha iscritto su Internet con sito il Carcelli, ha avuto in positivo un grosso riscontro giungendo terzo in una votazione di critici appunto mondiali. Ultimamente lo storico Francesco Gallo professore a Brera ed ora all' Università di Palermo, sta portando a termine uno studio sul Maestro Carcelli. Egli racconta con le sue opere la storia del suo uomo che più che vivere nel contingente materiale tinge la sua vita di spiritualità. Infatti una opera significativa del Carcelli dal titolo “Il Pellegrino” anticipa il suo uomo nel percorso europeo verso Roma nell' Anno Santo. Ciò per intenderci è una delle facce di questo personaggio universale, come lo è il cadavere dell' uomo unto dalla nuova peste: AIDS. Così Carcelli attraverso la sua scultura intercetta la situazione di un oggi artistico ( piuttosto ripetitivo ) per proiettarsi verso un futuro di ricerca sempre più nuovo. (Malacoda 1998)

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Pino Carcelli “Ferita aperta� Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 31


Le Sculture di Pino Carcelli Lettura di una scultura; appunti, vita, poesia di una scultura; pensiero conduttore o ragione di “una scultura”, lo scultore. Penso che per capire una scultura di Carcelli, tra l’altro coscienzioso ricercatore degli elementi simbolici di strutture, bisogna rifarsi alle sue poesie. Poesie che hanno come elemento conduttore l’ uomo sia nella sua fisicità, sia nella sua spiritualità. Un giorno visiando il grande scultore Maestro Messina e chiedendo il suo parere sulla scultura moderna, questi ebbe a rispondermi che lui non aveva fantasia, che intendeva la sua scultura il frutto della necessità di proseguire quello che aveva imparato a scuola. Vorrei far riflettere oltre gli addetti ai lavori (critici, ecc...) coloro i quali si sono mai chiesti cosa vuol dire fantasia. Fantasia vuol dire: libertà. Sogno ed anche anarchia e messaggio anche dell’ inconscio. Quindi il grande Maestro Messina, ha inteso affermare, nella risposta datami ( e non penso soltanto a me ), che la fantasia è ARTE. La scultura del Carcelli parte da un punto forte. L’ immenso vuoto che ci circonda, l’ immenso vuoto della nostra anima nel dolore, l’ immenso vuoto quando ci si dimentica dei valori. Il vuoto lo esprime con elementi cavi, vuoi tubi, vuoi buchi, vuoi ancora parti nere su strutture colorate ove i contrasti giocano il presente, il passato e forse (pessimista) il futuro. Ci circonda l’ infinito (ci diceva il buon Leopardi) ed oggi come allora chi è sensibile si chiede che cosa è la vita. Carcelli nella sua scultura, che non è affatto provocazione, quanto piuttosto riflessione per chi la guarda e ne vuole interpretare il contesto oltre che strutturale, visivo. Ci si accorge che la principale creazione è data da un piano con forma geometrica poi da quel “buco” che è il passato, presente, futuro, cioè l’ inizio ed il non inizio della vita o “esotericamente” parlando è la rappresentazione di un organo che catalizza iniziando l’ intera forma della vita. Organo sessuale, allorquando si rifiuta lo spirito e di esso non rimane che il vuoto. Ma Carcelli pone sul geometrico brandelli di materia contorta, ma regolare che dal grosso passa al piccolo in un gioco di esse (S) che uguali si ritrovano in ogni scultura più specificatamente dello stesso DNA. Allora ecco giungereal titolo della mostra “PIANETA DONNA” con le implicazioni di una ragione per la scultura. E l’ uomo? L’ uomo vive questo pianeta con l’ amore e l’ amore è dolore e gioia. Allora si spiegano i colori delle strutture dai toni violenti, ai tenui, ove afflati di rime poetiche ci portano a voler sentire le sue poesie che scorrono velate di pessimismo dentro riflessioni: appunti di vita. La sua, la nostra. Conduce questa scultura ad una rivisitazione di noi stessi ed ai nostri giudizi, alle nostre domande. E principalmente ad una domanda: che cosa è l’ amore? Ognuno di noi risponde come vuole, anche alla luce delle esperienze. Per il poeta-scultore Carcelli, l’ amore è intensa vibrazione di creazione artistica nel raggiungimento di un messaggio realistico, profondo, indicibile di tormento e di estasi. La scultura di Carcelli turba. E questo è davvero un grande risultato dello spirito creativo e mi permettete, fantasioso, cioè libero di spaziare nell’ infinito che ci circonda, che si fascia con nome il DESTINO. Tratto da: Rubrica culturale su circuito televisivo SPAZIO TRE Itinerari d’arte, I maestri contemporanei visti da Peter Boggia

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*A Montecarlo il 20 ottobre 2012, il maestro Carcelli riceve l’ambito Trofeo: Premio Nobel per le arti visive - assegnato per la sua particolare e unica nel suo gerere, “tecnica scultorea, realizzata con trucioli d’acciao dipinti” La commissione critica preposta alla selezione si è così espressa: “Opere che segnano l’ottimo livello comunicativo dell’artista, nel contesto sociale, del soffocato panorama stilistico contemporaneo. Un oasi di ricerca che va oltre la mera rappresentazione coreografica, dell’oggettività plastica dell’ opera, riuscendo a trasmettere emozioni e pause di attenta meditazione riflessiva” (Montecarlo 20 ottobre 2012)

Pino Carcelli “Omaggio a Montecarlo” Trucioli d’acciaio verniciati h. cm. 200 circa Opera pubblicata in IV° di copertina su Contemporary Art Today - Magazine 2013 edizione speciale 55. Biennale di Venezia

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MOVIMENTO E COLORE Perché una persona pratica, abituata a raccontarsi, come Carcelli, sceglie questa arte difficile e inutile che è la scultura? E' vero: è un prodotto del tornio, della meccanica, della pressa; ma si fa segno, diventa simbolo. Il pannello di legno è la pagina del colore su cui vengono scritti ideogrammi sibilanti, attorno ad un centro, un buco esistenziale, che diventa scherno, scenario di tensioni intime. E' sorprendente come Pino Carcelli rifiuti a priori l' accezione naturalistica e si getti d' acchito nell' ambito della scultura moderna: non la immersione panica nella materia informale, ma un viaggio verso l' astrazione delle ombre, i “mobiles”, la concettualità dello stendardo, la policromia delle barriere, la risonanza del fondale. E l' opera scultorea ora si fa arco di Cupido, ora scapigliato residuo postindustriale, ma talora e per lo più è segno e traccia geometrizzante che si stende su colori nitidi. Si tratta di scultura attenta al discorso pittorico, al quadro: dove l' elemento mobile a spirale o a voluta s' impressiona e si proietta sullo sfondo denso di colore. Per questo scultore le opere vanno organizzate come una scrittura di immagini e il loro coordinarsi è quasi musicale. Pino Carcelli sembra alzare le cose al loro livello superiore: la poesia, per l'appunto. Oppure sembra mantenersi nello stesso stato felice della infanzia, quello della curiosità permanente, che si traduce in movimento e colore. Franco Pesci

“Le opere di Pino Carcelli, ci evidenziano alcuni aspetti velati, del pianeta donna (ciclo da lui condotto sulla violenza della donna). Le emozioni scaturite dall’osservazione delle sue opere, nascono essenzialmente nella mente dell’artista, dalla voglia di risvegliare in ognuno di noi la capacità di osservazione, non più plausibile con la perfezione umana, o la mente offuscata di un mancato genio. Sensazioni e constatazioni che catturato la percezione onirica della realtà con figure matericamente create “Screw locked” con l’ausilio di elementi ferrosi recuperati, quasi un concettualismo ideologico, fine alla normalità di recuperarne il carattere geneticamente modificato, riportando a nuova vita lo stesso, un oasi inpercettibile quale segno di pudore mascherato da influente dominanza: causa di forza, violenza e sottomissione di soggetti timidi, interponendosi con la realtà. Pino Carcelli, artista umile, che dialoga con estremo linguaggio realista, inviandoci un grido attonito di speranza quale conduttore di medianico messaggio”. George Pali

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Pino Carcelli “Fiori” Trucioli d’acciaio verniciati. Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 35


La lavorazione di materiali poveri per usi artistici è una presenza consolidata nel nostro tempo. Dal futurismo, dal dadaismo e da tutti i movimenti d' avanguardia è scaturita una teoria e una prassi di continue modifiche materiali e poetiche, che hanno trasformato una regressione povera in una miniera di innovazioni e ritrovamenti. Le avanguardie hanno avuto una funzione di di stimolazione tutte le volte che si è manifestato un acquetamento e una riduzione in forme neo accademiche. La verità è che i materiali poveri stanno allo spirito dell' avanguardia, così come quelli classici stanno alle forme della tradizione. Perchè c'è un effetto di trascinamento dei materiali sulle morfologie e sulle poetiche, che fa lega con il modificarsi stesso del concetto di cultura e dei suoi processi temporali. L' arte del novecento, inteso come scarto temporale preciso tra continuità col tempo storico e proiezione nell' universo soffice del virtuale, è vissuta in una dialettica di andate e ritorni, di formazione e trasformazione continua, sebbene non lineare e non progressiva. All' interno di questo contesto dinamico, niente e nessuno sono rimasti immutati, dalla pietra, al bronzo, al marmo, a tutti i materiali poveri e spuri che via via sono apparsi sulla scena di movimenti, scuole, tendenze. L' elenco dei materiali extra artistici è praticamente infinito, corrispondente a inclinazioni personali e culturali, a volte effimeri e a volte duraturi. Dall' inizio alla fine del secolo, si può delineare una storia dell' improvvisazione, della genialità, della sfrontatezza, come autentica storia di un linguaggio di contaminazione, di trasgressione, di stranazione, sempre ai limiti della riconoscibilità, sempre ai limiti del travolgimento del gusto e della tragedia stilistica. Eppure si può delineare una storia poetica e tecnica di tutto questo a patto di fare i conti, ripetutamente, con l' ironia, la dissacrazione, l' incredulità che costituiscono la linea parallela al formarsi di un nuovo senso della passione, della sacralità, del credere. In un contesto così mutante, friabile, instabile, ogni uomo di cultura, ogni artista, ogni creatore, deve tagliarsi un proprio territorio, una propria nicchia, che è una propria isola linguistica, perciò riconoscibile, perciò enigmatica, appartenente ad un arcipelago concettuale, separazione e unità, insieme. Pino Carcelli, artista che utilizza per i suoi lavori, scarti di lavorazione industriali, trucioli di tornitura, che poi avvolge e intreccia su strutture elementari, veri e propri totem primari, ha trovato una propria cifra linguistica minimalistica, policrona, espressione di una sensibilità elementare, ma anche di una innata capacità di manipolazione, di trasformazione in senso radicale del destino delle cose. Carcelli interviene nella fase terminale di utilizzazione industriale di un prodotto e lo converte in maniera prima di una serie di invenzioni da economia sopravvissuta, da spirito del crash, avvertibile nel caos post urbano delle periferie reali ed immaginarie del corpo e della mente. Carcelli costruisce delle figure schelettriche, colorate in maniera variopinta, cercando le somiglianze più ardite e più comuni, sempre con la stessa grazia, sempre con la stessa semplicità. Solo qualche volta eccede nel dare un corpo ingarbugliate alle sue costruzioni intrecciate, come nel caso di Mutazioni , con un effetto labirintico, caotico, che mi sembra il momento di sua maggiore fecondità. Si tratta di un modo tra gli altri di trattare la materia, ma del modo che gli permette una paradossale complessità, speculare ad una maggiore ricchezza, riscontrabile anche in Pellegrino del 2000 . Ma il detto può essere subito, e con efficacia contraddetto da altre opere come Ballerina , dove l' effetto caotico e labirintico sono tangenziali, con un esito concettualmente corposo. In sostanza, Carcelli lavorando sul margine di un materiale industriale, agisce come un primordiale assemblatore d' archeologia e reperti alluvionali, combinando e scombinando una grammatica dell' homo faber che è anche cronologia del sogno di giorno, che i fantasma e apparizione dello spirito dell' arte. E con il suo spirito, le opere, le tante incarnazioni in cui la materia inanimata si erge a forma, a vita. Francesco Gallo Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 36


Pino Carcelli “L’uomo che abbraccia il Mondo” trucioli d’acciao colorati h. cm 220 opera donata ai Musei Vaticani Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 37


Pino Carcelli “Sirena” Trucioli d’acciao verniciati cm. 40x50 Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 38


Pino Carcelli “Il pianto dell’Africa”” Trucioli d’acciao verniciati diametro, cm. 150 Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 39


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Pino Carcelli “Screw locked” Trucioli d’acciaio verniciati.

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Premio Biennale per le Arti Visive

Leone dei Dogi Venezia 2013

Pino Carcelli con l’editore Francesco Chetta Venezia 2013

Pino Carcelli con Marta Passos, ass. te Art Expò Gallery cerimonia di premiazione Hotel Amadeus Venezia 2013

Pino Carcelli e il Gallerista George Paly di New York, Venezia Premio Leone dei Dogi 2013 Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 42


Pino Carcelli “Fleur� opera premiata, al Gran Premio delle Arti Visive 2013 a Venezia Premio Leone dei Dogi 2013

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Biografia Pino Carcelli è artista, scultore, poeta. Nato a Berceto (PR), dove vive e lavora. Conduce la sua ricerca rivolgendo la sua particolare attenzione creativa al nostro mondo sociale. Opera da parecchi anni nel mondo dell’arte professionale dedicandosi con grande amore e passione per la sua ricerca artistica, pur sottraendosi volutamente a qualsiasi forma di pubblicità, la sua figura traspare prestigiosa del mondo culturale europeo. Numerosi i premi e riconoscimenti ricevuti per la sua arte, molte sue opere sono custodite in importanti collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero. L’Artista ci offre con oggettiva semplicità, tutto il suo buon gusto nel saper creare dal recupero della materia con il suo comprensibile linguaggio creativo.” Autorevoli Critici si sono interessati della sua arte: Mariarosaria Belgiovine, Giorgio Falossi, Michel Verdant, Augusto Medici, Gerard Argelier, Guglielma Pazzagli, Marie Vecchiarelli, Jean Jacques Segall, Jean Carles Spina, Francesco Gallo, Peter Boggia, Franco Pesci, Hans Gerd Tuchel, Mary West, Edoardo Murru, Francesco Chetta, Augusto Mori, Lorenzo Piemonti, George Pali, e tanti altri. Mostre e premi Fra le più importanti ricordiamo: Expò Lussemburgo, Biennale Ermitage Du Riou (Cannes), Expò Art Nice, Expò Montecarlo al Metropole Palace di Montecarlo, Premio Oscar per le Arti visive consegnato all’Hotel de Paris Montecarlo 2011, Gran Premio delle Cinque Terre 2012 - Porto Venere, Premio Mercurio d’oro per l’arte a Cesenatico 2012, Premio Oscar per le Arti Visive 2013, Montecarlo, Leone dei Dogi 2013 Premio Città d’Arte Biscione Visconteo - Teatro del Castello (Grazzano Visconti), Savioli Arte (Riccione), Artiste de Montmartre, Premio le Cinque Terre (Portovenere), Trofeo Miramare (Cesenatico), Golden Globe (Sirmione), La Vela d’Oro (Riccione), Golden Mercury (Rimini), Art Collection (Portovenere), Sirena del Mare (Cervia), 1° Premio Assoluto al Grand Prix dell’Adriatico (Riccione). L’opera “Les Dupheine” fa parte della collezione del Museo Municipale della città di Nizza, Autodromo di Varano De Melegari Parma Le sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private. Ha al suo attivo numerose presenza in qualificate esposizioni Italiane ed Estere. Pino Carcelli ha al suo attivo la realizzazione di numerose opere di spicco, che sono state notate dalla critica internazionale ed hanno conseguito lusinghieri riconoscimenti. Recentemente premiato a Mandelieu, a Cesenatico, a Portovenere e a Sirmione. Referenze Gerard Argelier Nizza - Francia, Artexpò Gallery Casalpusterlengo Lodi, Galleria Centro d’Arte Parma, Galleria Graystone San Francisco USA Studio Via Rocca Prebalza, 53 43042 Berceto (Pr) Cell. 338 2248849 www.carcellipino.com - mail carcellipino@gmail.com Quotazioni: da € 3.000/4.600 a € 10.000/ 15.000 x opere uniche e storiche Pino Carcelli - La Spirale della Vita pag. 44


Mostre personali Nascere o Morire Parma 1996 Pianeta Donna Parma 1996 Oltre il Segno New Orleans 1996 Pianeta Donna Barcellona 1997 Vicenza Arte - fiera di Vicenza 1997 Pordenone Arte Fiera di Pordenone 1997 Europa Arte Lugano Svizzera 1997 Pianeta Donna Palermo 1997 Pianeta Donna - Teatro del Castello - Grazzano Visconti (PC)1998 Arcani e Profani Parma 1998 Oltre il Segno Parma 1998 Anime Milano 1999 Galerie Le Patio Mandelieu La Napoule 2000 Savioli Arte Riccione 2002 Grand Hotel di Portovenere - Portovenere (SP) 2003 Ha inoltre esposto in varie collettive e rassegne d’arte a: Venezia, Parma, Berceto, Ancona, Verona, Pordenone, Todi, Recanati, Roma, Milano, Cesenatico, Rimini, Riccione, Cervia, Portovenere (SP), Pordenone, Vicenza, Brescia, Sirmione, Nizza (Francia) Montecarlo - Principato di Monaco, San Francisco - USA (Galleria Graystone) 2000, San Francisco USA Sue opere in collezioni pubbliche: Autodromo di Varano De Melegari - Parma Musei Vaticani - Roma Museo d’arte Moderna e Contemporanea di Nizza Francia Bibliografia essenziale Il Quadrato, New Art 2000 Guida al Collezionismo, Arte Collezionismo, Galleria Italia 2013, Contemporary Art Today 2013, I Segnalati di Arte Collezionismo 2012 - 2013, Art Market Shop 2013, Pino Carcelli “Donna” Silloghe poetiche, Nascere o morire silloghe poetiche di Pino Carcelli, Solo Parole - omaggio ad un amico dimenticato, Catalogo Ufficiale Vicenza Arte 1997, Acciaio e Amore Poesie 1999, Riviste, giornali e news: Nice Matin Nizza (Francia), Cannes Matin - Mandelieu La Napoule, Scenes d’azur, Azur Art Magazine Nice- Cannes - Monaco, Contemporary Art Today - numero Speciale in occassione della 55. Esposizione Internazionale d’Arte -La Biennale di Venezia 2013, La Gazzetta di Parma, La Libertà di Piacenza, Il Nuovo Giornale di Piacenza, Biancoscuro rivista d’arte, Contemporart - Modena, Archivio delle Arti - Mantova, Cronache del Parmense, Il Cittadino Lodi

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