Volumi oltre la superficie
Francesco Chetta editore Volumi Oltre la superfice Pag. 1
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Volumi oltre la superficie RASSEGNA D’ARTE CONTEMPORANEA 2015 Roma - 30 gennaio 7 febbraio Gardone Val Trompia - 28 febbraio 28 marzo
Con il Patrocinio
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23 Artisti in esposizione Casa della Cultura Villa De Sanctis Municipio V Roma Capitale Via Casilina, 665 Roma dal 30 gennaio al 7 febbraio 2015
Centro Arte Lupier
Gardone Val Trompia (BS) Via G. Matteotti, 127 Mostra a cura di Alessandra Cossu e Gianfranco Mascelli Testi in catalogo di Alessandra Cossu e Gianfranco Mascelli Allestimento a cura di Vega Santodonato, Ester Apollonio Elaborazione Layout progetto grafico by Kanados - Francesco Chetta editore Realizzazione editoriale effeci edizioni d’arte Francesco Chetta Editore Via Vittorio Emanuele, 32 26841 Casalpusterlengo - Lodi P. Iva 494040965 - Reg. Imprese C.C.I.A. Lodi N° 1464120 e Mail: redazioneartivisive@gmail.com www.artecollezionismo.com Stampato nel mese di gennaio 2015 da C.C.I.A. Roma Registro Imprese N° 1265559 Promozione iniziativa e distribuzione a cura di Giuliana Ceso, Presidente Associazione Culturale Arte & Benessere Via del Piano, 15 Bomarzo (VT) Tel. 0761-924644 e Mail: ascult.bomarzo@hotmail.it © Copyright 2015 testi e immagini delle opere, sono di proprietà dei relativi autori, è severamente vietata la riproduzione. Volumi Oltre la superfice Pag. 4
23 Artisti in esposizione Massimo Battaglini Teresa Bonaventura Pierluigi Cattaneo Alfredo Celli Giò Coppola Lorenzo De Angelis Massimo De Angelis Paolo De Felice Marcello Di Donato Angela Difonzo Anna Iskra Donati Francesca Gargano Alba Gonzales Carla Leonelli Gianfranco Mascelli Michele Mautone Aulo Pedicini Massimina Pesce Luigi Riccioni Elio Rizzo Elena Sevi Margherita Serra Maria Grazia Tata Volumi Oltre la superfice Pag. 5
Si ringraziano: Giammarco Palmieri Presidente del Municipio V Roma Capitale Annunziatina Castello Assessore alle Politiche educative, scolastiche, cultura, intergenerazionalità del Municipio V Roma Capitale Salvatore Salmeri Consigliere del Municipio V Roma Capitale Stefano Giulioli Dirigente Ufficio Cultura del Municipio V Roma Capitale Francesco Chetta editore e critico d’arte Casa editrice effeci edizioni d’arte Casalpusterlengo (LO) Giuliana Ceso Presidente dell’Associazione Culturale Arte e Benessere Bomarzo (VT) Pierluigi Cattaneo Direttore del Centro d’Arte Lupier Gardone Val Trompia (BS) Centro Arte Lupier Gardone Val Trompia (BS) Via G. Matteotti, 127 L’Azienda Vinicola Viticoltori Colli Cimini Vignanello (VT)
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POLIMATERIA “E’ il materiale a dettare la forma all’artista e non il contrario”. Le parole di Tarabukin sintetizzano mirabilmente quella che si designa arte o pittura materica ossia quel genere in cui la materia assume il ruolo di protagonista dell’opera stessa. E se la tecnica prescelta e l’uso di determinati materiali furono sempre ritenuti da pittori e scultori elementi importanti nella creazione di un'opera ora diventano preminenti. I primi episodi, dove gli artisti si manifestarono attraverso canali differenti da quelli tradizionali, si possono ricondurre alle avanguardie storiche, momento in cui i mezzi canonici, fino allora prediletti, non furono più considerati adeguati per esprimersi in una società ormai radicalmente cambiata dagli eventi storici. Iniziò a cedere il tradizionale diaframma tra pittura e scultura e gli stessi materiali utilizzati in scultura vennero liberamente assemblati su una tela mentre nelle opere plastiche si procedette all'accostamento di materiali e tecniche eterogenei. Già nella fase più matura del cubismo Braque e Picasso idearono i papiers collès, frammenti di carta decorata e ritagliata incollata sulla tela a cui si aggiunsero successivamente degli oggetti reali soprattutto nei cosidetti assemblages, il tedesco Kurt Schiwitters nei suoi Merz impiegò materiale di recupero. E se Umberto Boccioni non ebbe il tempo di mettere in pratica quello che asserì nel suo Manifesto tecnico della scultura futurista dove “ ..anche venti materie diverse possono concorrere in una sola opera allo scopo dell'emozione plastica” nell'ambito della negazione dadaista Marcel Duchamp giunse a creare i famosi ready-made ossia sculture nate dal congiungimento di oggetti già esistenti. Infine, per citare un altro esempio, non si può tralasciare la ricerca e il contributo di Enrico Prampolini con i suoi dipinti polimaterici. Ma è all'interno della tendenza Informale, sviluppatasi nel secondo dopoguerra, che si assistette allo sviluppo del materismo dove negli atelier si moltiplicarono i materiali extra artistici: ferro, latta, alluminio, sacchi di juta, segatura, catrame, vetro, plastica, chiodi, malte, sabbie, cemento, gommalacca e tanti altri. Si tratta di sperimentazioni che coinvolsero maestri di diversa formazione e provenienza, dall'Europa agli Stati Uniti, e se in quest'area rientrano anche quelle opere pittoriche dove sono presenti stratificazioni di colore come le tele di Jackson Pollock e di Karel Appel resta emblematica la produzione del francese Jean Fautrier e soprattutto, per l'utilizzo di materiali più disparati, quella di Alberto Burri a partire dalla celebre serie dei sacchi fino ad arrivare alle più tarde combustioni di cellotex. Attualmente, a fianco alla ricerca di autori che scelgono di esprimersi attraverso i molteplici strumenti elettronici, legati ad una tecnologia sempre più avanzata, perdura quella di altri che mirano a confrontarsi con le infinite potenzialità e possibilità che la materia offre. La rassegna “Volumi oltre la superficie” allestita in uno spazio espositivo sito in Villa de Sanctis, a pochi metri dall'antico Mausoleo di Elena, propone una veduta panoramica su ventitrè artisti che hanno avuto percorsi ed esiti artistici dissimili ma tutti accomunati da un profondo desiderio di raggiungere nuove soluzioni linguistiche. La mostra sarà successivamente dislocata presso gli ambienti dell'Associazione Culturale "Centro Arte Lupier" fondata a Gardone V. T. nel 1996 da Pierluigi Cattaneo presente nella collettiva. Alessandra Cossu Storica dell’Arte Volumi Oltre la superfice Pag. 7
VOLUMI OLTRE LA SUPERFICIE Sin dall’inizio del secolo scorso alcuni artisti hanno inteso l’esigenza di adattare alle loro opere materiali diversi da quelli che normalmente venivano usati in precedenza per la loro esecuzione. L’abbiamo visto nel Surrealismo, nel Futurismo e via via nel tempo, entrare con prepotenza in tutti i movimenti artistici che hanno caratterizzato l’arte del ‘900 e che ancora stanno caratterizzando (sempre più) quella attuale. Materiali introversi ed estroversi che entrano nella logica dell’espressività e nella ragione esistenziale dell’opera superando la natura stessa che li compone mentre ne statuiscono il rapporto di visione, quello di accettabilità fisica e chimica tale da definirsi Polimaterica, vale a dire con più materie, siano esse provenienti dall’industria che dalla natura stessa, siano esse liquide, solide o granulari o semplicemente polverose, capaci comunque di entrare a pieno titolo nel contesto dell’opera e ad interagire perfettamente nel dialogo, per giungere al significato vero e definitivo dell’opera. Nella scultura può avvenire lo stesso effetto visivo anche nella differenza di trattamento dello stesso materiale. Nel bronzo è sufficiente trattare particolari dell’opera con soluzioni chimiche diverse per dare, visivamente, effetti diversi sia di colore che di luminosità poi, ovviamente, esistono possibilità di legare elementi diversi nella stessa opera, tali da raggiungere compositivamente il pieno significato dell’opera nel suo insieme. Nondimeno si può trascurare il processo evolutivo che la scultura ha intrapreso nell’arte contemporanea con l’uso del ferro, del cemento, del vetro, dell’alluminio, dell’acciaio, della pietra, del legno e l’impiego misto che ha interessato artisti come Picasso, Turcato e altri maestri che hanno segnato l’arte del ‘900 e molti ancora, proseguono nell’identica ricerca sui materiali. Volumi oltre la Superficie, vuole raccontare con la presenza di artisti “consacrati” e giovani artisti, la lettura sul polimaterico nella maniera più consona al tema, ponendoci l’obiettivo, come curatori, di raggiungere un risultato pienamente significativo sull’argomento, nella qualità delle opere e nella scelta degli autori. Al di fuori della rappresentatività polimaterica è stata inserita nella mostra, quale documento contemporaneo significativo, l’opera di Marcello Di Donato “Lager”, come “altro” anche rispetto alla canonicità della fotografia, strumento d’arte sempre più utilizzato ed apprezzato. Gianfranco Mascelli artista e critico d’arte
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Cultura. Arte. Società. Termini assoluti, enormi, carichi di significato. Parole che impegnano fortemente non solo l’artista che se ne nutre, ma anche l’amministratore, costretto quotidianamente a far convivere interessi e tensioni contrapposte, a coltivare, difendere e diffondere l’arte e la cultura come beni comuni in una società complessa. L’arte è, prima di tutto, una forma di comunicazione, di empatia tra artista e pubblico. L’artista cerca di suscitare, attraverso le sue opere, una riflessione in chi le osserva. L’artista crea una connessione tra se, l’osservatore e la società in cui entrambi vivono, sia mostrandola, sia servendosene come fonte di ispirazione. L’amministratore, oltre a gestire la cosa pubblica, è tenuto anch’egli a comunicare con i cittadini. Non può esservi un rapporto sano tra governanti e governati se non in presenza di una condivisione delle scelte, di un’empatia che si instaura all’interno della società tra i soggetti che la compongono. Ecco allora che vi è un nesso, un legame tra artista ed amministratore. Andando oltre quello che storicamente è stato il rapporto tra arte e potere, oggi questi due soggetti continuano a rivestire grande importanza per la vitalità e, aggiungo, la sopravvivenza della cultura. E’ una sfida affascinante e dura, che si gioca in una modernità post-ideologica sballottata dalle onde di mass media in continua evoluzione. Una sfida messa a dura prova anche dalla crisi economica, che impone tagli alla cultura in nome di un rigorismo senz’anima che rischia di travolgere la vita delle persone perché, è stato detto, “con la cultura non si mangia”. Alla cultura, al contrario, non si può rinunciare. Sarebbe come rinunciare a pensare, a vivere, ad emozionarsi. Tre declinazioni del nostro “essere umani” che abbiamo invece voluto garantire ospitando questa preziosa Mostra d’Arte “Volumi Oltre la Superficie” e le cui emozioni potrete rivivere nelle pagine di questo catalogo. Le opere sono interamente state realizzate da artisti italiani. E’ quindi con ancora più orgoglio che abbiamo dato il patrocinio a questa mostra, con lo spirito sempre vivo di preservare e diffondere il patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, spesso bistrattato, ma che rimane il faro della cultura e dell’arte nel mondo. Nunzia Castello Assessore alle Politiche Culturali, Educative e Intergenerazionalità del Municipio V
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FLASH SUGLI ARTISTI Massimo Battaglini - L’opera di Massimo Battaglini si riallaccia al filone Optical Art anni ’60 da lui già sperimentato, giungendo oggi ad esiti compositivi più plastici. Da un figurativo quasi prettamente cartoon, giunge ad una rappresentazione più misurata, ad un espressionismo dal contenuto più poetico nel quale il tessuto si pone come elemento di complementarità. Teresa Bonaventura - Non figurative razionali e modulari le sculture lignee dell'artista che parte da un'interpretazione solenne per poi crearvi all'interno volumi discontinui e frammentari che rimandano ai percorsi dell'anima. I fogli di ontano rappresenta pagine di storia drammatica a futura memoria. Pierluigi Cattaneo - Nella recente opera titolata Oltre il muro del quotidiano appare evidente uno spiccato interesse per il rigore geometrico presente in tutta la sua ultima produzione e che in questo caso viene arricchito dall'espressività del colore. Alfredo Celli - Essenziali le pitture-sculture di Celli dove emerge una chiara ricerca della forma pura e dove la staticità delle rigide superfici piane viene all'improvviso interrotta da aperture che dilatano l'opera oltre lo spazio occupato. Giò Coppola - Sembrano emergere dagli abissi le irregolari e metalliche forme bianche che fluttuano leggere al di sopra di campiture omogenee bicolori intrecciandosi in un ritmo discontinuo, quasi la base di una rivolta: elementi che incarnano una scultura travestita da pittura, pienamente coerente e rappresentativa di questa rassegna Volumi Oltre la Superficie. Lorenzo De Angelis - Parzialmente rivestite, quasi a nasconderne il supporto, con una fitta tessitura difforme ottenuta plasmando sulla superficie un composto ottenuto principalmente con della carta sono le due opere proposte dall'artista dove su una si apre una lacerazione e sull'altra la trama si muove solitaria nel vuoto, il tutto correlato da mutamenti di colore. Massimo De Angelis - Con una composizione fatta di ciottoli, Massimo De Angelis costruisce una metafora tra leggerezza d’immagine e corposità esistenziale sostenuta da colorazione attenta e certosina, dalla quale emerge una spiccata volontà di allontanarsi dall’immagine figurativa verso la quale si sente ancora costretto. Paolo De Felice - Da una costruzione d’immagini in cui Ieri Paolo De Felice rappresentava volti indefiniti, carichi di pathos, come a ricercare una propria identità, nella sua evoluzione artistica, viene affermandosi, con immagini più costruttive e una valenza segnica di forte concettualità che si esprime mediante una scrittura composita di lettere e di immagini connesse fra loro. Angela Difonzo - Pienamente coerenti con il tema della rassegna sono le opere di Angela Difonzo che utilizza materiali eterogenei per creare dei volumi sia in Eplosione dove il rosso acceso scelto rende la violenza del fuoco sia in Scrutare dove lo spazio è scandito da protuberanze dislocate a ventaglio. Anna Iskra Donati - Nell’uso dei panneggi, con un linguaggio quasi gestuale, Anna Iskra Donati sembra rivelare una necessità istintuale, che poi riconduce ad un proprio ordine, alternando materiali diversi e colori anche di forte timbro cromatico, dove la luce e le ombre prodotte possano giocare come terzo elemento per le opere a parete. Francesca Gargano - Più recente rispetto alla pittura è la passione di Francesca Gargano per la scultura dove si cimenta nell’interpretazione del corpo umano creando figure bidimensionali assai geometrizzate e stilizzate realizzandole con piani e strutture filiformi in ferro ed elementi in rame.
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Alba Gonzales - Sublimata nei marmi e nei bronzi di diversa colorazione, la figurazione di Alba Gonzales si esprime in prevalenza al femminile per definirne l’idea di bellezza dell’arte classica rivisitata dalle inquietudini del contemporaneo. Tra una realtà esplicativa della forma ed un richiamo surreale al suo simbolico sentire, la sua scultura esprime con potente suggestione l’ambivalenza dell’animo umano. Carla Leonelli - Nelle sue sculture, dove la meticolosa cura dei dettagli mette in risalto le sue doti di incisore, penetra nel cuore della natura che è la sua fonte d'ispirazione primordiale per poi reinterpretarla e farla propria servendosi di materiali duttili e malleabili come le diverse leghe metalliche utilizzate. Michele Mautone - L'artista di origine campana dedito alla scultura a partire dagli anni Settanta propone due opere dove utilizza materiali diversificati come il legno il cemento e il ferro che si articolano in composizioni dalla struttura leggera e irregolare, il tutto completato da dettagli di colore. Aulo Pedicini - Un chiaro richiamo alla pop-art è presente nelle opere dell'artista che pone all'interno di due teche in plexiglass oggetti di uso quotidiano ricomponendoli in forme prettamente originali. Opere datate rispetto alla sua quarantennale produzione artistica, non a caso presenti in questa mostra, a dimostrare le possibilità d’uso in arte di materiali “poveri” ed anche considerati “poco nobili”. Massimina Pesce - Le notevoli dimensioni della scultura a tutto tondo di Massimina Pesce, insospettabilmente realizzata in ceramica e con mirabile abilità e perizia, è caratterizzata, come altri suoi lavori, da una spiccata verticalità che costituisce un richiamo non solo agli antichi Menhir ma anche alle slanciate guglie delle cattedrali gotiche a cui si aggiunge una fiammata di colore contemporaneo. Luigi Riccioni - Figure antropomorfe quelle di Luigi Riccioni, ambientate in esigui spazi, quasi ingabbiate, che emergono coi loro volumi in cerca di libertà da bassorilievi quali sono a una scultura quasi a tutto tondo, tali che il movimento diviene cardine di espressione. Elio Rizzo - Anche se da molti anni l’artista predilige la tecnica ad acquerello su carta, notevole è la sua capacità di esprimersi attraverso opere plastiche come quelle presenti nella collettiva dove con grande maestria modella la creta, per poi pigmentarla e smaltarla in maniera del tutto personale, per affrontare temi di derivazione e impostazione classica. Margherita Serra - La donna intuita, assente ma presente per il tramite di un oggetto: il “corsetto”. Così Margherita Serra, avvolge di mistero “l’occupante”, svelandone a volte la raffinatezza, a volte la solidità, a volte l’essenzialità, con volumi e segni e applicazioni di vari materiali. Il filone variegato dei corsetti prescelto dalla scultrice nel suo linguaggio espressivo da diversi anni, dapprima avvolgente, si fa bandiera nel “corpetto a parete” presente in questa mostra. Elena Sevi - “Corazza nera” in ceramica ed “Amazzone” in gesso e piombo, sono le due opere esposte in questa mostra da Elena Sevi. Così l’artista esprime testimonianza nell’arte di una sua precisa sensibilità al femminile che lotta per la sua affermazione. Parafrasando un sonetto del Foscolo, non può dirsi che dorma in Elena Sevi “quello spirto guerrier ch’entro mi rugge”. Maria Grazia Tata - La sfera celeste che costituisce il supporto della Via Lattea viene resa dall’artista con razionalità architettonica interrotta dall’intrecciarsi in superficie di fili bianchi, quelli utilizzati nelle sartorie, che modulano tutta l’opera. Marcello Di Donato - Le opere fotografiche, proposte in una mostra improntata su opere elaborate in polimaterico, non rientrano nella categoria, ma in questo caso, è il tema proposto dall’autore, quello del massacro, a renderlo coerente. Difatti “Lager”, questo è il titolo che appartiene a queste due opere, parte di una serie scattate in un mattatoio, accompagnano un’altra opera presente nello stesso contesto: “Fuori dai Lager” di Gianfranco Mascelli, che affronta la tragicità dell’argomento servendosi di una pigmentazione principalmente contenuta e cupa, determinata dalla scelta dei materiali come il catrame, il cemento, il vetro e la sabbia. Nelle immagini di Di Donato il colore urla e si impone fuori dalla superficie fotografica mentre nel quadro di Mascelli domina un senso di attesa che si interrompe nell’imprevedibile spezzarsi della catena di colore blu la cui apertura lascia intravedere una speranza.
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MASSIMO BATTAGLINI Nato nel 1944 a Roma dove frequenta l’Istituto d’Arte nella sezione di pittura, con la guida nei primi anni del maestro Ziveri e successivamente del maestro Sadun con il quale instaura un rapporto di collaborazione, lavorando spesso nel suo studio ed acquisendo molta esperienza nell’action painting. Inizia negli anni sessanta una breve esperienza di Optical Art e decora un locale notturno in Campo Marzio a Roma utilizzando questa forma d’arte. Fa sue le nuove tendenze della Pop Art. Negli anni sessanta conosce e frequenta gli artisti Renato Mambor, Tano Festa e Mario Schifano attratto dalla loro pittura. Nel 1966 realizza una grande tela dedicata allo sport del tennis e partecipa alla mostra “Arte e Sport” a Spoleto dove conosce Giosetta Fioroni. Nel 1968 partecipa alla Quadriennale di Roma con un’opera astratta e nello stesso periodo è molto interessato alla tecnica fotografica. Nel 1970 apre uno studio fotografico a Roma, in via Nizza dove realizza la copertina di un libro dedicato alla squadra della Lazio e numerose gigantografie pubblicitarie. Negli anni ’70 lavora per varie agenzie fotogiornalistiche tra cui L’ABC diretta da Bruno Oliviero del quale diventa assistente realizzando numerosi servizi fotografici per varie riviste ed inizia la sua attività di fotografo di scena a Cinecittà realizzando foto per il film “Amore amaro” di Florestano Vancini. Alla fine degli anni 70 riprende a dipingere realizzando opere in cui descrive il suo interesse per le varie religioni ascetiche (induismo e buddismo), reincontra Renato Mambor e ne rinsalda l’amicizia e la collaborazione partecipando al laboratorio da lui diretto “L’albero di diverso technicolor”. Artista eclettico vuole sperimentare diverse discipline e tecnologie artistiche. Inizia a realizzare suoni e musiche per spettacoli e organizza un primo concerto di musica elettronica nel 1980 a Monterotondo insieme al maestro Marcelli che musica gli spettacoli di Renato Mambor: “Il lupo della Steppa, “Casa Tolstoy”, ”Gli Osservatori”. Nel 1982 realizza una mostra spettacolo intitolata “Immagine Magnetica” realizzata nelle allora sale affrescate del palazzo Orsini di Monterotondo; realizza nel 1983 le musiche per la mostra tenuta al Teatro dell’Orologio: “Teatro a olio” e musiche e suoni per lo spettacolo “Teatro Magico” sempre di Renato Mambor. In questi anni è attratto dall’elettronica e soprattutto dalla ripresa televisiva e, per la seconda volta abbandona la pittura per dedicarsi alla ripresa tv ed al montaggio fino al 2001. Nel 2002 riprende a dipingere. Nel 2013 partecipa alla Mostra collettiva “La Generazione di Mezzo” al Palazzo Orsini di Bomarzo (VT) e nel 2014 alla Mostra “16 Declinazioni” tenutasi agli ex Granai della Fortezza Orsini di Pitigliano (GR).
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MASSIMO BATTAGLINI
Massimo Battaglini “Nuvole e strisce” Acrilico e tessuto, cm. 120x92 2014
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TERESA BONAVENTURA Nata nell’entroterra veneziano. Vive e lavora a Noale (VE). Ha conseguito il diploma di Maturità alle Magistrali e nel contempo coltiva la sua vera passione: la scultura. Figlia di falegname da sempre trova nel legno la naturale risposta ad una propensione per la forma che ricerca ed elabora fino all’essenza. Da sola impara ed affina la tecnica della scultura per giungere preparata a confrontarsi con altri Scultori del legno in Simposi in Italia ed all’Estero. Molteplici riconoscimenti ottenuti la motivano a proseguire la faticosa, appassionante strada della scultura come ricerca formale ed emotiva . Di lei hanno scritto diversi critici d’arte come da stralci indicativi della sua arte di seguito riportati: “Icastiche e solenni, altamente espressive, le sculture lignee di Teresa Bonaventura sono proiezioni dell’anima. L’essenzialità proto-classica le guida in una dimensione di recupero dell’alba della Civiltà.” Paolo Rizzi “La cultura dell’antico, il fascino dell’ambiente naturale, la sensibilità plastica sono i dati emergenti dalle opere di Teresa Bonaventura” e ancora “ …Libera da stereotipi e manierismi la scultrice rivela una maturità espressiva consolidata che emerge altresì dai dettagli scultorei carichi di potere allusivo e simbolico.” Gabriella Niero “Combattuta tra spirito e materia, tra figura e concetto, l’artista si lascia attraversare dalle emozioni per tradurle in forma. C’è qualcosa di estatico, magico, assoluto nelle sue figure delineate con un unico segno fluente e morbido. Prevale invece la razionalità laddove esperisce nuovi sentieri di ricerca in cui il concetto si afferma sulla forma orientando lo sguardo e l’emozione”. Lucia Majer Dal 1995 espone con mostre personali e partecipa a mostre collettive e simposi in Italia e all’estero.
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TERESA BONAVENTURA
Teresa Bonaventura “Memoria del futuro” Fogli di legno di Ontano, cm. 72x72 2003
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PIERLUIGI CATTANEO Nato nel 1952 a Brescia, impara da bambino, tramite il nonno materno, il disegno e l’acquarello; realizza i primi quadri ad olio su tela a undici anni. Nel 1969 mentre frequenta l’Istituto d’Arte Savoldo abbandona definitivamente le espressioni del periodo giovanile in cui veniva privilegiato il figurativo per una forma espressiva che si fa ‘sintesi’, e il tratto diviene ‘essenziale’ e ‘simbolico’. Nel 1976 la prima personale. Gli anni ’70 segnano l’inizio del suo essere ‘scultore’ con la realizzazione di sculture lignee levigate che entrano, verso la fine del decennio, anche nelle opere pittoriche creando tridimensionalità e profondità interessanti che ben rendono temi quali la femminilità, la genesi umana, il dolore e la sofferenza. Dal 1985 al 1996 la scultura si identifica, oltre che con il legno, con bronzi e marmo. Nel 1996 fonda l’Associazione “Centro Arte Lupier” ed apre uno spazio espositivo per l’arte contemporanea a Gardone Val Trompia. L’esperienza di gallerista lo porta ad un intenso scambio culturale, esperienza che diviene fondante anche per la sua arte, sempre più protesa ad un confronto internazionale. Dal 1997 la svolta: in scultura grandi formati con uso di nuovi materiali quali resina e ferro; in pittura un linguaggio minimalista nelle forme e nei colori e denso di simbolismi. Dal 2005 in scultura utilizza materiali quali paper, cartone, corde, nylon, acciaio e, talvolta, si arricchisce del colore della sua tavolozza rendendo “altra” la realtà raffigurata. Nel curriculum dell’artista, oltre a numerosissime collettive figurano personali a Bergamo, Bordighera, Bologna, Brescia, Cremona, Mantova, Milano, Roma, Torino, Trento, Verona, Berlino, Budapest, Delf, Graz, Kecskemet, Klagenfurt, Linz, Olomouc, Praga. Anche la collocazione delle opere abbraccia altri paesi, dall’Europa agli Stati Uniti, all’Argentina. E’ organizzatore di mostre e simposi sia in Italia che all’estero. Vive e lavora a Gardone Val Trompia (Brescia) – Italia. info@cattaneopierluigi.com www.cattaneopierluiogi.com
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PIERLUIGI CATTANEO
Pierluigi Cattaneo “Oltre il muro del quotidiano” acrilici e tecnica mista su tela, cm. 100x120 2014 Volumi Oltre la superfice Pag. 17
ALFREDO CELLI Alfredo Celli nasce nel 1958. Consegue la Maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte “F. A. Grue” di Castelli e successivamente si laurea in Architettura. Nelle opere di Alfredo Celli la costruzione della struttura lignea cerca di evadere dall’opera a volte allungandosi verso un’osservazione scrupolosa, a volte torcendosi quasi volesse rientrare nell’opera stessa. Questi distacchi, queste aperture possono essere intese come segni di rinascita. Il rigoroso processo di costruzioni, trapassate dalla luce che filtra attraverso la composizione di piani sovrapposti, genera la possibilità di unificare pittura e scultura dove i volumi d’aria danno vita a una materia che ne penetra un’altra, una specie di equilibrio plastico della realtà oggettiva e insieme un universo interiore aperto oltre i confini del pensiero. Una sorta di afflizione che riflette metaforicamente la dura condizione esistenziale dell’uomo di oggi. In questi ultimi anni ha partecipato a diverse collettive: “Contropiani Mediterranei” Fortino Sant’Antonio Abate, Bari 2012 “Il Metaformismo” Palazzo della Gran Guardia, Verona 2012 “Il segno dei cinque - anima, Luce, Colore”, Museo Barbella Chieti, 2013 “Brain Storming-Combattimento per un’immagine”, Bergamo 2013 “Icone dell’Invisibile” 21 volti dell’astrazione nell’arte italiana contemporanea, Roma 2013 “Il Metaformismo” Palazzo Isimbardi, Milano 2014 “Fuori dalla crisi” Il Ramo d’oro, Napoli 2014 “TransumArt” Abruzzo-Puglia, sedi varie, 2014 “Temporalismo” Galleria Sangallo, Tolentino 2014 “Post Spazialisti” Galleria PassepARTout, Milano 2014 e a diverse rassegne: XLIII Premio Vasto 2010 LV Premio Basilio Cascella, La ricerca dell’Unità, Ortona 2011 54. Biennale di Venezia Padiglione Italia, Viterbo 2011 XXXIX Premio Sulmona, 2012 XLVI Premio Vasto 2013 63° Rassegna Internazionale d’Arte Premio “G.B. Salvi” Sassoferrato 2013 XLI Premio Sulmona, 2014 64° Rassegna Internazionale d’Arte Premio “G.B. Salvi” Sassoferrato 2014
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ALFREDO CELLI
Alfredo Celli “Forma RK7” tecnica mista su mdf, cm. 80x105 2014
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GIO’ COPPOLA Ha studiato pittura a Napoli dove ha frequentato l’Accademia sotto la guida di Emilio Notte. Si è interessato di disegno tessile, ceramica sperimentale a Napoli e scenografia al Centro Sperimentale di Cinecittà a Roma. E’ stato allievo di Vasco Pratolini. Da molto tempo vive e lavora nel viterbese. Hanno scritto di lui diversi critici tra cui Marcello Venturoli, Enrico Anselmi, Gaetano Pampallona, Luciano Marziano. “...ho potuto assistere a due fasi di sviluppo delle originali impaginazioni di Giò Coppola sculture-pitture di notevoli dimensioni, che prendono posto autorevolmente nel quadro della ricerca post costruttivista e minimale ed assumono una fisionomia singolare per il “contributo” segnico espressivo.” da una presentazione di Marcello Venturoli “ Giò Coppola espone una fondamentale aspirazione alla razionalità. Seppure frammentate, l’immagine mantengono unità visuale che si staglia in una dimensione spaziale costruita con precisionismo ottico valorizzato da un inesausto movimento dal quale affiorano razionalità prospettiche.” da una presentazione del critico Luciano Marziano “Su monumentali campiture metalliche, quasi ciclopiche pagine, Giò Coppola appronta il suo sistema scrittorio, colloca i lessemi di un esperanto visivo il cui significato è trasmesso dal valore ritmico e quantitativo dei segni aggettanti, che si distaccano dalle superfici. All’invariabilità della grafia si oppongono la ragionata scansione, l’affastellarsi di unità metriche secondo le sequenze di una narrazione che, in apparenza frammentaria e frammentata dagli oggettivi limiti spaziali delle singole impaginazioni, in realtà è continua ……” da una presentazione del critico Enrico Anselmi. Ha partecipato a diverse importanti Mostre tra le quali si ricordano: Personale al “Mercante” di Milano 1982; Expo Arte di Bari 1982; Premio Lampedusa 1983; Personale alla Galleria “LUISS” di Roma 1984; Esposizione a Feldkirk in Austria 1989; Esposizione presso lo “Studio FBK” a Los Angeles California 2004; Esposizione agli Arconi di Palazzo dei Consoli a Gubbio con Barbara Mindel “Khiasmòs” 2000; Premiato alla Sesta Fiera internazionale d’Arte a Pechino 2010; Palazzo Zenobio di Venezia 2012; Villa Vogel di Firenze 2012; Palazzo Orsini di Bomarzo nella collettiva “La Generazione di Mezzo”; Palazzo dei Papi di Anagni 2013 e nel corrente anno 2014 nella Fortezza Orsini di Pitigliano (GR) in “16 Declinazioni”.
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GIO’ COPPOLA
Giò Coppola “Mediterraneo 2” Acrilico su tela e smalto e acrilico su metallo, cm.140x140 2014
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LORENZO DE ANGELIS Nasce a Viterbo nel 1989. Vive e lavora a Vitorchiano, in provincia di Viterbo. Studia storia dell’arte presso l’Università La Sapienza di Roma. La sua ricerca verte sulla sintesi delle possibilità espressive dell’informale (gesto e materia), in un’ottica riduzionista e di purezza della pittura non esente dal voler dare un’idea di spazio scaturito dalle qualità diverse cromatiche e di materiale. Scrive di lui il critico d’arte Luciano Marziano, riguardo al lavoro presentato alla mostra collettiva “SEDICI DECLINAZIONI” a Pitigliano nel 2014: “La primarietà del segno scandisce la superficie con multiformi modulazioni e viraggi cromatici. La tessitura segnica si sposta dai margini al centro in un grumo reticolare dal quale sgorgano come delle escrescenze plastiche che generalizzano lo spazio.” “L’opera di questo giovane artista minimalista è caratterizzata dalla sua disponibilità a cercare un nucleo dove possa abitare un volume dettagliato in colore, senza dibattersi nel trovare una correlazione geografica descrittiva, e non per facile descrizione di un movimento tellurico, ma piuttosto per un ordine di logico equilibrio, per cui ogni opera diviene un fatto in sé, con tutti i suoi significati interiori, privi di ogni genere di decorativismo. Un astrattista concettuale, in questo momento in pieno fermento creativo”. G. Mascelli
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LORENZO DE ANGELIS
Lorenzo De Angelis “Versus” tecnica mista su tela, cm. 89x100 2014 Volumi Oltre la superfice Pag. 23
MASSIMO DE ANGELIS (DEMAS) Nato a Viterbo, vive e lavora a Montefiascone. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma (pittura) e Viterbo (scenografia). Già docente in discipline pittoriche al Liceo Artistico e in materie artistiche alla Scuola Media. Inizia la sua attività di operatore nelle arti visive negli anni ’70. Nei primi anni ’80 è tra i protagonisti del movimento artistico, curato da Giuseppe Gatt e Sergio Guarino “La Nuova Pittura di Storia”. Scrive di lui, in occasione della personale di pittura a Villa Vogel a Firenze nel 2012, l’artista e critico d’arte Gianfranco Mascelli: “…Demas opera una pittura analitica, tipica dello scultore, nel cui lavoro si trova il cesello del perfezionista grafico, di una narrazione in cui il ciclo che lo interessa diviene libro affabulatorio che ciascun lettore non smette mai di leggere fintanto che trova la parola fine. Demas viene da esperienza scultorea, nel periodo dei “Mosaici” con totem di materiali di reperto, dai molteplici colori ….”. Il critico d’Arte Luciano Marziano, nel presentarlo all’esposizione d’Arte “SEDICIDECLINAZIONI” a Pitigliano, negli ex Granai della Fortezza Orsini, nel 2014, scrive “Un’evidente intenzione di saldatura con la storia dell’arte, evoca reminiscenze Klimtiane filtrate da un’inesausta voglia sperimentale in ambito linguistico...”.
Volumi Oltre la superfice Pag. 24
MASSIMO DE ANGELIS
Massimo De Angelis ““Stele” Polimaterica, cm. 100 x Ø 20 2014 Volumi Oltre la superfice Pag. 25
PAOLO DE FELICE Nato a L’Aquila il 5 aprile 1973 dove vive e lavora. Diplomato presso l’Istituto d’Arte si è poi laureato in letteratura. In un percorso inquieto e zigzagante, ha indossato i panni del musicista, del libraio, del grafico, del restauratore, del tuttofare e dell’attore. Ha deciso di mettere seriamente la pittura al centro della sua ricerca espressiva nel 2011, dopo aver abitato al trentanovesimo piano di una metropoli come Tokyo e, poco dopo, nella terza tenda di una tendopoli della Croce Rossa al centro di L’Aquila. La sua è “una pittura intimista, raccolta, metà sfogo e metà sublimazione, metà espressione immediata e metà sintesi ragionata”. Particolare il suo uso della materia, incisa e sedimentata, una “grafia multiforme e cementata in ordine sparso come una scrittura interlocutrice e insieme interplanetaria”. Ha partecipato a varie mostre e rassegne d’arte, tra le quali: XXXIX Premio Sulmona - rassegna internazionale d’arte contemporanea (Polo Museale Civico, Sulmona); Pescarart 2012 (Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna, Pescara); Orizzonti dell’arte contemporanea (Fondazione-Museo Venanzo Crocetti, Roma). Ha realizzato mostre personali a L’Aquila, Pescara, Bologna, Parigi.
Volumi Oltre la superfice Pag. 26
PAOLO DE FELICE
Paolo De Felice “Trouble with the sign” tecnica mista su tela, cm. 100x80 2013
Volumi Oltre la superfice Pag. 27
MARCELLO DI DONATO Nato a Cava de’ Tirreni (SA) nel 1962, ha studiato Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Dopo gli studi accademici inizia ad interessarsi alla fotografia e contemporaneamente a lavorare come grafico. Ma è la macchina fotografia che diventa verso la metà degli anni ’80 il suo mezzo privilegiato di espressione. Soprattutto la polaroid sx -70, con la quale all’epoca riesce a stabilire l’immediatezza anche emotiva del suo sentire e con la quale inizia a sperimentare le tecniche fotografiche e la ricerca del suo linguaggio artistico. L’artista vive a Roma dove insegna fotografia digitale all’Accademia di Belle Arti. Di lui scrive Sveva Battifoglia “…La sua macchina fotografica cattura frammenti di vita reale ponendoli al tempo stesso “dentro e fuori” dalla nostra percezione del mondo, annientando in un certo qual modo, il confine con la realtà…” ed ancora “…Sul piano dei contenuti l’obiettivo è attratto dalla vita vissuta, non c’è nessuna concessione alla società dell’immagine, intesa come generatrice di modelli iperreali…” “...Di Donato fonde la tradizione del realismo con la modernità del suo sperimentare, ed in questa prospettiva genera i codici del suo stile personale...” Nel corso degli ultimi due decenni Marcello Di Donato è stato costantemente invitato ad esporre il suo lavoro in numerose gallerie pubbliche e private in Italia e all’estero. Principali mostre personali: 1997: “Polaimages” Palais de Congres et de la Culture du Mans – Le Mans; 2000: “Un’avventura in bianco e nero” Toolonlahden Makasiinit - Helsinki e “Frammenti dal sensuale” Galleria Nazionale d’Arte Moderna - Roma; 2008: “Vision notes” MUSPAC Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea - L’Aquila; 2010: “Lager” 91 mq – Berlino. Principali mostre collettive: 1986: “Operazione collettiva” Dip. Arts Plastiques et Sciences de l’Art de la Sorbonne - Parigi; 1992: “25 anni di attività della Galleria Il Diaframma-Kodak” - Milano; 2001: “Le Mois de la Photographie” Palais des Congres et de la Culture du Mans – Le Mans; 2002: “Le Mois de la Photographie” Onix espace culturelle - Nantes; 2010: “Il Paesaggio Italiano in Fotografia 1950-2000” Sale espositive provinciali - Pordenone; 2011: “Il Paesaggio Italiano in Fotografia 1950-2000” Palazzo Stroganovsky - San Pietroburgo; 2013: “La Generazione di Mezzo” Palazzo Orsini - Bomarzo (VT).
Volumi Oltre la superfice Pag. 28
MARCELLO DI DONATO
Marcello Di Donato “Lager” Digital Photo, cm. 50x70 2010
Volumi Oltre la superfice Pag. 29
ANGELA DIFONZO Nata a Santeramo in Colle (BA), vive e lavora a Matera. Si diploma nel 1991 presso il liceo artistico Carlo Levi di Matera. Dopo la maturità partecipa a collettive di pittura e organizza mostre personali in cui espone anche tessuti dipinti. Per dieci anni si occupa di progettazione d’interni. Dal 2012 apre al pubblico un laboratorio creativo “Mani nell’Arte”, ubicato nel centro storico di Matera, per esternare e condividere l’amore per l’Arte e l’artigianato artistico. Nel laboratorio ogni materiale prende forma e si trasforma in oggetti unici, originali. Negli ultimi anni approfondisce gli studi artistici sperimentando tecniche pittoriche che contribuiscono allo sviluppo ed al perfezionamento della sua creatività artistica. Nel 2013 organizza la prima edizione della “Festa dell’Arte” a Matera. Un’estemporanea di pittura, scultura e fotografia con l’ausilio di altre discipline artistiche, quali la musica, la poesia, la danza e la recitazione, riscontrando grande successo di pubblico e di presenze artistiche cui farà seguito l’edizione del 2014. Sempre nel 2013 espone a Matera, presso il circolo culturale “L’Atrio” in una collettiva di pittura, fotografia e scultura dal titolo ”Respiro d’Arte”. Segue la partecipazione alla Rassegna Nazionale di pittura “P. Castellaneta” a Gioia del Colle (BA) recensita dal critico d’arte prof. Giovanni Amodio presente all’inaugurazione. Nel 2014 è tra i fondatori dell’Associazione culturale “Prima Idea” divenuta molto attiva sul territorio. Nello stesso anno espone a Verona alla “1° Biennale della Creatività in Italia” inaugurata da Vittorio Sgarbi.
Volumi Oltre la superfice Pag. 30
ANGELA DIFONZO
Angela Difonzo “Esplosione” tecnica mista carta, gesso, sabbia, acrilico - cm. 120x70 2014
Volumi Oltre la superfice Pag. 31
ANNA ISKRA DONATI Anna Donati si forma all’istituto d’Arte di Macerata, dove segue gli insegnamenti di Nino Ricci, Paolo Magri Tilli e dell’architetto Marone Martelletti. Prosegue gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Macerata avendo come guida Remo Brindisi. Nel contempo si inserisce nel mondo del lavoro, operando nella moda per marchi prestigiosi come Emilia Contini pret a porter d’alta moda. E’ collaboratrice presso lo studio di architettura di Aldo Tomassini Barbarossa e coltiva la sua passione per la grafica pubblicitaria, lavorando presso lo studio Publidia. Agli inizi degli anni Novanta opera una scelta radicale, abbandonando il lavoro per dedicarsi completamente all’arte. La sua ricerca artistica la conduce all’astrattismo geometrico ed i suoi maestri di riferimento sono gli artisti del movimento futurista e i maestri storici antesignani di tale corrente, Klee e Kandinskij. Assume il nome Iskra, che in lingua russa significa “Astro, scintilla”. Al suo attivo ha più di 80 mostre personali e 85 collettive, esponendo in Italia, Spagna, Germania, Stati Uniti e Montecarlo. Dal 2006 è membro attivo del Movimento Iperspazialista. Sue opere sono presenti in musei e all’interno di diversi luoghi pubblici. E’ animatrice di iniziative artistiche nella sua regione. In varie edizioni è stata membro giuria del Concorso “Biennale di Giovani Artisti” di Civitanova Marche. Dal 2006 organizza i MARTEDI’ DELL’ ARTE, appuntamento settimanale di approfondimento di personaggi e movimenti artistici. Nel 2012 ha fondato e presiede l’Associazione Arte, che oggi conta già oltre 200 soci, e il cui scopo è quello di far conoscere l’arte diffusa nel territorio e nel Paese attraverso la guida di Maestri prestigiosi. Numerosi i testi critici che la riguardano. Nel 2004 il critico Giorgio Di Genova ha pubblicato per le edizioni Bora di Bologna un’ampia monografia sull’artista. Anna Donati Iskra è presente nell’Atlante degli Artisti marchigiani pubblicato nel 2007 dall’Editore Motta di Milano. Dice di lei Di Genova: “La Donati, pur senza ricorrere alla geometria frattale, utilizza frammenti di effetti cromo-geometrici con cui crea trasparenti agglomerazioni apparentemente caotiche. In verità i suoi dipinti sono sempre studiatamente articolati nelle giustapposizioni dei lacerati geometrici, giustapposizioni e/o aggregazioni che spesso fanno convivere morfemi euclidei con strappi antieuclidei in linea con la sua irrequieta ricerca di nuove soluzioni”. Nel 2009 è stata pubblicata la sua V monografia firmata da Armando Ginesi-Marisa Vescovo-Luca Beatrice-Alvaro Valentini-Giorgio Di Genova-Stefano Papetti-Luigi Dania-Nino Ricci-Carlo Melloni-Leonardo Mancino-Leo Strozzieri e Lucio Del Gobbo. Nel 2011 vince il premio di scultura “Edgardo Mannucci”.
Volumi Oltre la superfice Pag. 32
ANNA ISKRA DONATI
Anna Iskra Donati “341” tecnica mista su tavola - diametro cm. 76 2014
Volumi Oltre la superfice Pag. 33
FRANCESCA GARGANO Artista che ha avuto un esordio folgorante come acquarellista con una serie di opere che si configuravano come “il diario di una necessità pulsionale volutamente non raffrenata” - secondo le parole di Mario De Candia - Francesca Gargano nelle fasi successive del suo lavoro, contrassegnato dal passaggio dall’acquerello all’olio e agli acrilici, ha perseguito una continua sperimentazione, una costante ricerca, nell’intento di trovare la giusta sintesi tra percezione e realtà e “volare negli spazi della mente tra logica e intuizione”(Manlio Manvati). Quello che subito colpisce nelle sue tele è un marcato senso del colore adoperato con estrema libertà e una capacità quasi naturale di imprimere ritmo alle forme, di farle lievitare in spazi siderali o marini. E proprio a proposito dei valori cromatici, Mario Lunetta ha osservato che nelle opere dell’ultimo decennio la Gargano sembra utilizzare, con una torsione tutta sua, a fasce o a coriandolo, la lontana lezione Pop. Ormai indifferente a soluzioni intermedie (chiaroscuri, velature, sfumati), l’artista opta decisamente per i colori puri, spesso spalmati sul fondo nero con maliziosa disinvoltura. C’è in queste opere – fa osservare Lunetta- “una capacità di sintesi che si fa interrogazione continua e lascia al riguardante – con sacrosanta perfidia - la responsabilità di decifrare il reiterato elemento sferoidale che a mo’ di elianto cosmico occhieggia da questo o quell’angolo di un vuoto comunque gremito. E’ qui che tutta la fisicità roteante di queste opere assume un’energia affascinante, ambigua, sfuggente, stranamente beffarda: quasi un’ipotesi-sfida di neo-pop mediterraneo non dimentica del grande esempio di Roy Lichtenstein”. Dopo aver realizzata una serie di raffinati gioielli – vere e proprie piccole sculture in argento da portare al collo, come ebbe a scrivere Giuseppe Selvaggi - la Gargano ultimamente ha iniziato a cimentarsi con la scultura. Non più dunque monili di squisita fattura ma opere di grande formato, realizzate in ferro e rame. Anche in questa sua nuova modalità espressiva, l’artista, nel piegare la materia alle esigenze del suo estro, elabora forme, strutture, composizioni di un’elegante leggerezza. Si sono occupati della sua pittura, tra gli altri, i critici: Vito Apuleo, Sissi Aslan, Renato Civello, Mario De Candia, Patrizia Ferri, Enrico Gallian, Domenico Guzzi, Mario Lunetta, Manlio Manvati, Giuseppe Neri, Vito Riviello, Maria Roccasalva, Piero Sanavio, Giuseppe Selvaggi.
Volumi Oltre la superfice Pag. 34
FRANCESCA GARGANO
Francesca Gargano “Ipotesi di donna” ferro e rame, cm. 76x158 2014
Volumi Oltre la superfice Pag. 35
ALBA GONZALES Alba Gonzales vive e lavora tra Pietrasanta e Roma, si dedica con continuità alla scultura a partire dagli anni ’70 e risale al 1975 la sua prima mostra personale. Oltre ad essere attratta dalla figurazione tradizionale subisce il fascino della materia in sé come a ricercarne l’anima. Altro elemento fondamentale della sua poetica è il richiamo alle movenze della danza, disciplina che lei stessa ha praticato professionalmente, dove passa all’interpretazione del corpo attraverso richiami alla classicità e al mito. Nel 1978 espone la sua prima opera monumentale in bronzo a Pietrasanta, in occasione della Rassegna Scultori e Artigiani in un Centro Storico. La continua collaborazione con marmisti e bronzisti di Pietrasanta di grande professionalità, le consente di entrare in contatto con le opere di altri grandi scultori provenienti da tutto il mondo e di intrecciare con loro rapporti che hanno arricchito la sua formazione di scultrice. La sua arte trova sempre più spazio in ardite fantasie oniriche dove la Storia, la Letteratura, il Mito e la Psicoanalisi offrono spunti per elaborazioni di grande suggestione. Tre diventano i grandi filoni ispirativi della sua produzione artistica: “Uomini e Totem”, “Amori e Miti”, “Sfingi e Chimere”. Sempre più si definisce la sua cifra stilistica ormai ampiamente riconoscibile. Del ciclo “Uomini e Totem”, la sua espressione è prevalentemente geometrico-atratta. Sente la necessità di articolare particolari di marmi di diverso timbro cromatico e, dal geometrico della specie cubista, affiora la necessità di arrotondare la forma, che sarà ancora astratta, come nelle opere “Narciso” in marmo bianco e quella in marmo nero del 1977. Con il tema di “Amori e Miti”, si esprime totalmente in figurativo, sia col marmo e sia col bronzo. E’ ricorrente il tema di “Paolo e Francesca” e quello della coppia di sposi che giacciono affiancati, come nel Sarcofago degli Sposi di provenienza etrusca. Gli interventi cromatici per questo tema, prevalentemente espresso in bronzo, sono di natura chimica. Nel tema delle “Sfingi e Chimere” Alba affronta la poetica del mistero, dell’enigma con interpretazioni prevalentemente dionisiache, con componenti erotiche di forte accezione surreale. Notevole e ricca è la produzione di opere in marmo e bronzo dalle più diverse dimensioni, anche monumentali, che fanno parte di collezioni pubbliche e private, presenti in pubbliche piazze. Numerose le sue mostre personali e la partecipazione a mostre collettive.
Volumi Oltre la superfice Pag. 36
ALBA GONZALES
Alba Gonzales “La sorpresa” bronzo, cm. 36x63x36 2013 Foto Emanuele Ruiz Volumi Oltre la superfice Pag. 37
CARLA LEONELLI Nasce a Monte S. Pietro (Bo) nel 1948, vive e lavora a Bologna. Diplomatasi all’Istituto Statale d’Arte della sua città, frequenta successivamente la scuola d’incisione di Mario e Carlo Leoni. Nel frattempo lavora con Giuseppe Campos Venuti all’Ufficio Urbanistico del Comune di Bologna che lascerà nel 1996. La sua scultura è stata considerata nella ” Storia dell’Arte Italiana del ‘900” di Giorgio Di Genova. Fa parte dell’Associazione Liberi Incisori e dell’Associazione per le Arti “Francesco Francia”. La sua produzione si caratterizza da un lato per i richiami al mondo vegetale e dall’altro al mondo della sessualità femminile continuamente adombrata e insistentemente riproposta. Usa prevalentemente un materiale “povero”come la terracotta e l’evoluzione dell’organico è la protagonista dei suoi lavori intendendosi per evoluzione il movimento incessante della vita che metamorfosizza i particolari aspirando al generale. Dal 1970 partecipa a mostre collettive e personali di scultura e di grafica in Italia e all’estero. E’ del 2000 la monografia ”Terramadre”, Inchiostri Associati Editori di Bologna, presentata da Giorgio Celli e Wanda Bergamini alla Personale omonima tenutasi nel 2001 al Cabaret Voltaire di Bologna. Tra le personali si ricordano: nel 2003 “L’Energia della Terra a Fold Energiàja” alla Galèria IX di Budapest, patrocinata dall’IIC in Ungheria presentata da Valerio Dehò dove le viene commissionata da Mons. Nèmeth Làszlò la scultura in bronzo “Germogli di Pace“ consegnata nel 2004 a Papa Giovanni Paolo II; nel 2006 “Pietre di Vita” a Bergamo; nel 2008 con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Barcellona (E) è invitata al CAATB di Barcellona ad esporre: ”El Jardì de Vulcano”, progetto artistico di Cristina Pallés. Tra le collettive: nel 2004: “Tutti per una ” Calcata Vecchia (TE); nel 2005: ”I sette vizi capitali” Firenze; nel 2006: Sulmona (AQ) “XXXIII Premio Sulmona 2006”, nel 2007: mostra itinerante: ”DONNEtranne4” a Napoli e Ercolano; ”Graveurs Contemporains Francais et Italiens” Comune di Chaumont (FR); nel 2012: “Imagination” Fontecchio (AQ); nel 2013: ”La Generazione di Mezzo” Bomarzo (VT); nel 2014: “Sedici Declinazioni” Pitigliano (GR); Di Lei hanno scritto tra gli altri: Wanda Bergamini, Szofia Beke, Ersébet Bogàcsi, Giuseppe Campos Venuti, Giorgio Celli, Maria Cristina Citroni, Giorgio Di Genova, Valerio Dehò, Valerio Grimaldi, Monica Miretti, Paola Naldi, Nèmeth Làszlò, Eugenio Riccòmini, Roberto Roversi, Gregorio Scalise, P. Szabò Ernò.
Volumi Oltre la superfice Pag. 38
CARLA LEONELLI
Carla Leonelli “Foglia nel tempo” bronzo, cm. 36x26x8 1999
Volumi Oltre la superfice Pag. 39
GIANFRANCO MASCELLI Frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Roma e successivamente, l’Accademia di Belle Arti. Dopo alcuni anni d’insegnamento, l’arte visiva diviene esclusiva occupazione del suo tempo, e con la pittura partecipa, su invito, ad Arte e Sport a Palazzo Collicola di Spoleto nel 1966. Temi fondamentali, la figura e le aperture alari espresse prevalentemente in masse di colore informi. In quegli anni sono frequenti le partecipazioni a mostre collettive e personali in Gallerie d’arte e Spazi istituzionali come le partecipazioni al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Gli ultimi anni ’70 sono caratterizzati dallo studio della strutturalità fisica dell’opera, fondando con Viria Donadei Lo Strutturalismo che sarà oggetto di studio e portato in esposizione in siti istituzionali come il Museo Civico di Thiene (Vi) nel 1977; il Museo del Folklore di Roma nel 1978; il Museo Nazionale Cerite di Cerveteri nel 1981; il Museo Civico di Viterbo nello stesso anno, fino all’ultima esposizione a Baltimora nel 1982, concluso con la sopravvenuta perdita di Viria Donadei, sua moglie. Dopo una sospensione di attività, durata alcuni anni, torna a lavorare prendendo in esame il collage con tessuto e una visione informale. Di questo periodo ci sono opere che si riferiscono a tematiche sociali come l’opera Welcome to Los Angeles ispirata dall’evento del brutale pestaggio ad opera della polizia di Rodney King, che causò, tra l’altro, l’inizio di una rivolta dei neri nella stessa città. Tematica ancora drammaticamente attuale; opera scelta da Giorgio Di Genova, per la Mostra Florilegio di Firenze nel 2013, spazio Anni ‘90. Alla fine degli anni ’90, la sua ricerca procede con altri materiali, inizia dunque l’avventura corrente con il vetro, il catrame, sabbie di diverso colore e in scultura: vetro e vetro con ferro. Mostre personali di grande interesse: L’Aquila: Museo Nazionale d’Abruzzo; Cosenza: Chiostro di Santa Chiara, nel 1997; Napoli: Casina Pompeiana; Bruxelles: Istituto Italiano di Cultura nel 2000. Matera: Biblioteca Provinciale e, Monaco di Baviera: Istituto Italiano di Cultura nel 2003. Presente nelle collezioni del Museo delle Generazioni Italiane del ‘900, e in diverse realtà istituzionali. Di Gianfranco Mascelli hanno scritto, tra gli altri: Enrico Gallian, Vito Apuleo, Giuseppe Selvaggi, Clotilde Paternostro, Gaetano Pampallona, Renato Civello, Fortunato Bellonzi, Sandra Giannattasio, Maria Soledad, John Hart, Joan Nickles, Helmut Rigle, Giorgio Di Genova, Manuela Annibali, Alessio Verzenassi, Manlio Manvati.
Volumi Oltre la superfice Pag. 40
GIANFRANCO MASCELLI
Gianfranco Mascelli ““Fuori dai lager” catrame, cemento, sabbia, vetro su tavola, cm. 200x100 2003
Volumi Oltre la superfice Pag. 41
MICHELE MAUTONE Nato a Marigliano (NA) nel 1947 dove vive e lavora. Dopo aver frequentato il liceo artistico, studia scultura all’Accademia delle Bella Arti di Napoli con Greco, Perez e Mastroianni. Nel 1969 inizia l’attività di docente di discipline pittoriche al liceo artistico di Salerno e, dopo qualche anno, si stabilisce ad Eboli dove coordina il centro d’arte “Centrart”. Ad Eboli, nel 1976, viene allestita la prima mostra personale con disegni e sculture in cemento e sabbia. Dal 1978 al 1982 partecipa ad iniziative di MAIL ART con lavori di grafica e nel contempo collabora alla rivista “HYRIA”. Dal 1980 sperimenta il colore nella scultura mescolandola alla sabbia e al cemento. Le sculture di questo periodo dal titolo “Sguardo obliquo” sono state esposte alla galleria San Carlo nel 1983. In seguito la sua ricerca subisce una trasformazione tecnica e creativa; nascono i lavori de “Il fuoco della terra” esposti in due personali a Napoli e a Cava dé Tirreni nel 1985. Negli anni successivi le opere si arricchiscono di altri materiali, tra cui legno e ferro, dando origine al ciclo di lavori “Ritratto di sculture in cornice” esposti a Nola e ad Angri. La ricerca continua a tutt’oggi con la serie di “Terre campane”, “Monumenti” e le “Edicole” con esposizioni personali e collettive. Dal 1997 al 2003 fa parte anche del gruppo MUTANDIS e partecipa a tutte le mostre e performance del gruppo. Sue opere figurano presso collezioni private e pubbliche (Museo Magi – Pieve di Cento (BO), Museo dei giochi - Albano di Lucania (PZ), Comune di Torrecuso (BN)).
Volumi Oltre la superfice Pag. 42
MICHELE MAUTONE
Michele Mautone “Edicola con volatile� tecnica mista: cemento, legno, sabbia, ferro, colori cm. 79x46x40 2006
Volumi Oltre la superfice Pag. 43
AULO PEDICINI Nato a Foglianise (BN) nel 1942, vive a Napoli. Nel 1960 consegue il diploma di Maestro d’Arte presso l’Istituto Statale d’Arte “F. Palizzi”. Nel 1962 consegue il diploma di Magistero corso Scultura, diretto dal prof. Lelio Gelli. Dal 1960 al 1964 segue i Corsi Liberi di Nudo, diretti dal Prof. Domenico Spinosa. Nel 1966 consegue il diploma dell’Accademia di BB.AA. di Napoli, Sezione Scultura, sotto la direzione del prof. Alfio Castelli ed inizia l’insegnamento nella sezione Scultura dell’Istituto Statale d’Arte “F. Palizzi” di Napoli fino al 1970, anno in cui assume la titolarità della Cattedra di Figura e Ornato Modellato del Liceo Artistico Statale di Napoli. L’inizio della sua attività artistica lo vede ancora studente, infatti è del 1959 la personale al “Centro” di Campegna, con la mostra dal titolo “Presenza”. Nel 1963 fa parte della rivista “Il Grido” , nel 1968 della rivista di politica culturale “Senso e non Senso”, nel 1972 della rivista “Arte e Società”. Nel periodo iniziale della sua attività artistica, nel c.d. periodo della “contestazione”, l’artista ebbe fra l’altro la possibilità di esporre alla Quadriennale di Roma del 1975 ed anche alla Sezione “Documentazione aperta” della Biennale di Venezia del 1976 che all’epoca fu curata da E. Crispolti. Nel 1970 viene insignito della nomina di Accademico benemerito dall’Accademia Universale “G. Marconi” di Roma. Fa parte della rivista “NO” diretta da Luca (Luigi Castellano) e pubblica sul numero unico “Il Poeta e la Luna” diretta dall’Arch. Geppino Cilento. Ha organizzato diversi Workshop: Istituto G. Rodinò Napoli (2005); “Il Mediterraneo di Stoffa”, Fondazione Mondragone, Napoli, (2006) e “Donne Protagoniste”, Liceo Artistico, Napoli 2007.
Volumi Oltre la superfice Pag. 44
AULO PEDICINI
Aulo Pedicini “Pacchi misteriosi” spago e plastica, cm. 50x50 1970
Volumi Oltre la superfice Pag. 45
MASSIMINA PESCE Debitrice per formazione al maestro Leoncillo, che la guidò durante gli anni di studio presso l’Istituto Statale d’Arte di Roma infondendole una conoscenza inusuale delle molteplici declinazioni nell’uso della ceramica, Massimina Pesce ben presto si è affrancata della lectio magistris per elaborare un linguaggio del tutto personale che, attraverso un informale non parco di incursioni verso l’astrattismo, è approdato a costanti concettuali espresse soprattutto nell’uso del colore e nella forgiatura della materia giungendo a felicissimi esiti di pittoscultura nell’espressività materica delle sculture in refrattario e nelle opere pittoriche. La maturità artistica di Massimina si evidenzia nelle opere a parete con colorazioni sperimentali di ottimo effetto cromatico, che si estendono alle opere a “tutto tondo” come i “Menhir”: personaggi, che scavano nei significati più profondi dell’essere del nostro tempo. I bassorilievi che si riferiscono ormai a diversi anni or sono, denominati “Fratture” e che ruotano nell’interesse dell’Aquilano, tornano in campo anche sui significati del recente terremoto con fortissime perdite, anche delle sue opere nel suo studio a L’Aquila. Massimina, come sempre, aveva saputo ricominciare non perdendo mai l’entusiasmo personale e la passione civile per la sua terra. Ha vinto concorsi pubblici e ricevuti molti premi. E’ presente nella Storia dell’Arte del ‘900 Generazione anni ‘40 del prof. Giorgio Di Genova. Le sue opere si trovano in molti Musei e collezioni private. Dagli anni sessanta al 2012, anno della sua morte, ha realizzato personali e collettive in molte parti del mondo riscuotendo molteplici consensi e apprezzamenti.
Volumi Oltre la superfice Pag. 46
MASSIMINA PESCE
Massimina Pesce “Menhir” scultura in ceramica dipinta, cm. 35x210x20 2000
Volumi Oltre la superfice Pag. 47
LUIGI RICCIONI Vive e lavora a Bagnaia (VT) con studio in via Gambara, 93. Scrive del suo lavoro, nell’ambito di un’esposizione d’arte visiva al Palazzo dei Papi ad Anagni, l’amico artista Massimo De Angelis in arte Demas: “… In Arte ciò che può essere detto con le parole non conta; questo affermava Matisse. Dunque, ciò che la parola non può esprimere non potrebbe almeno suggerirlo la figura? Esiste una pittura della Metafora? Il pittore, come lo scrittore, può utilizzare il percorso obliquo della figura? Quest’ultima domanda costituisce l’intelaiatura nel tema nel principale lavoro di Riccioni. Così, dunque, nella sua opera si evince la potenza metamorfica, la trasformazione e la trasposizione delle figure dei “Tarocchi” dove l’iniziazione di ogni successivo arcano, diventa il tutto (PAN), il compimento del mondo, cioè la totalità dell’esperienza e dell’essere, in cui si annulla ...”. Scrive, inoltre, del suo lavoro artistico il critico Luciano Marziano, nell’ambito della Mostra “SEDICI DECLINAZIONI” svoltasi nel 2014 negli ex Granai della Fortezza Orsini a Pitigliano, “...una forte intenzionalità emblematica, a volte, si evidenzia esplicitamente in complesse immagini come il busto con un complicato copricapo o le silhouettes proiettate contro espressionistici fondali...”.
Volumi Oltre la superfice Pag. 48
LUIGI RICCIONI
Luigi Riccioni “L’incinta” altorilievo in legno, resina e vetro specchiato, cm. 72x107 2014 Volumi Oltre la superfice Pag. 49
ELIO RIZZO Elio Rizzo è nato a Paola (CS) nel 1942. Di origine siciliana ma romano di adozione dal 1960, ha studiato presso l’Istituto d’Arte di Roma sotto la guida di Leoncillo e all’Accademia di Belle Arti di Roma con Pericle Fazzini. Mostre Personali Dal 1971 al 2012 ha esposto nelle città di Roma, Trieste, Assisi, Messina, Foggia, Caltagirone, Palermo. Tra le più recenti ricordiamo: Torino; Milano Malpensa Sala Club Freccia Alata; Napoli nelle gallerie “Spazio Arte” e “Il Ramo d’Oro”; Monforte D’Alba presso la Fondazione Bottari Lattes e nella galleria “Ars Mundi”. Mostre collettive Dal 1963 al 2013 ha esposto nelle seguenti gallerie: Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Palazzo delle Esposizioni di Roma, XX Biennale di Alatri, Studio S Arte Contemporanea di Roma, Galleria Gianicolo di Perugia, Accademia d’Egitto a Roma, Centro di Arti Akhnaton del Cairo, Premio Sulmona, Studio di Nisio a Pescara, Galleria La Meridiana a Recanati, Esposizioni d’Arte Internazionale di Arles- Francia, Palme d’autore all’Orto Botanico di Palermo (donazione per la costruzione del Museo della Palma), Museo Internazionale dell’Immagine Postale, L’Atelier ad Alessandria d’Egitto, donazione di acqueforti per il Museo di Grafica dal ‘600 ai nostri giorni a Naro (Ag), Pub-art (arte e pubblicità) Argam di Roma. Tra le più recenti ricordiamo: Dublin, Salon of the Istituto Italiano di Cultura; Galleria “Il Tempo Ritrovato” Roma: “Noi Robinson”; Fondazione Boldini, Mogliano Veneto; Galleria “Studio S”, Roma: “Dalla Dolce vita alla Vie en Rose”; Galleria Il Tempo Ritrovato, Roma: “La Cortesia”; Galleria Don Chisciotte, Roma: “Dodici passi sulle orme di Caravaggio”; donazione di un’opera al Parco della Scultura di Mogliano Veneto Fondazione Boldini; donazione di un’opera al Parco della Scultura di Bevagna (PG).
Volumi Oltre la superfice Pag. 50
ELIO RIZZO
Elio Rizzo “Il Falconiere” Scultura in ceramica dipinta, cm. 38x74 2012 Volumi Oltre la superfice Pag. 51
MARGHERITA SERRA Margherita Serra nasce a Brescia il 17 maggio 1943, è presente nel campo dell’arte dalla metà degli anni Sessanta. Vive e lavora a Brescia, Carrara e Matera. Pur avendo i natali a Brescia, nel suo intimo conserva origini lucane: i suoi genitori provengono da Matera, luogo a cui Margherita è legata, non solo da vincoli affettivi, ma anche dalle strade, dalle grotte, dalle rocce, dai famosi sassi, dal paesaggio campano che è ancorato alla sua memoria. Nel 1987, per le Edizioni Bora (Bologna) è uscita una sua monografia a cura di Elda Fezzi. Ancora per le Edizioni Bora, nel 1993, viene stampata una monografia curata da Luciano Caramel. Nel 2000 in occasione della mostra antologica alla Civica Galleria d’Arte Moderna a Gallarate, viene presentato il catalogo monografico curato da Luciano Caramel. Nel 2004, in occasione dell’esposizione presso Villa delle Rose a Bologna con la collaborazione della G.A.M. è stato edito un catalogo monografico dall’Editrice Compositori (Bologna) a cura di Martina Corgnati con testi critici di Luciano Caramel e Gillo Dorfles. Nel 2008 in occasione dell’esposizione presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma è stato pubblicato dalla Biblioteca Cominiana (Padova) un catalogo monografico a cura di Luciano Caramel con testi critici di Paolo Bolpagni e Caramel. Vincitrice di due concorsi nazionali indetti dal Ministero dei Lavori pubblici nel 1999 con opere d’arte posizionate nelle caserme dei carabinieri di Pavullo (MO) e Portici (NA). La città di Matera le ha concesso nel 1993 uno spazio demaniale nei Sassi affinché potesse svolgere e divulgare la propria arte in un ambito di così grande suggestione attraverso mostre e scambi culturali. Nel 2010 diviene membro dell’Associazione Sculptors Guild di New York. Nel 2012 espone presso il Museums der Marktgemeinde di Innsbruck; nel 2013, espone in una personale presso la Sculptors Guild Gallery di New York; nel 2014 partecipa a varie mostre collettive, tra le più importanti: “TranSFORMation” Governors Island a New York e “Scultura Lucana Contemporanea” ai Sassi di Matera. Il cammino dell’artista tra disegni, sculture in bronzo, legno, marmo e vetro di Murano è segnato da numerose esposizioni personali e collettive in varie città d’Italia e all’estero. Margherita Serra segna un momento significativo nel panorama artistico contemporaneo, per l’eleganza con cui sa ottenere dalla materia effetti suggestivi, pervasi da forza e carichi di quell’afflato indispensabile a trasformare la materia stessa in opere d’arte. Dal 2014 è membro della Commissione per i Beni Culturali e l’Arte Sacra della Diocesi di Verona.
Volumi Oltre la superfice Pag. 52
MARGHERITA SERRA
Margherita Serra “Corpetto a parete” ceramica, cm. 72x51x3
Volumi Oltre la superfice Pag. 53
ELENA SEVI Nata a Tecchiena di Alatri (FR) nel 1953, si è diplomata in scultura presso l’Accademia BBAA di Frosinone, città dove vive e lavora. Dal 1976 si dedica ad attività di pura ricerca facendo della scultura lo strumento privilegiato delle conoscenze e della riscoperta delle proprie radici. Dalla metà degli anni ’90 al linguaggio della scultura affianca quello del video, realizzando opere suggestive che mescolano entrambi in maniera evocativa. Nel 1993 è presente alla 1° Biennale di DonnArte a Frosinone e in Inghilterra a Manchester. Nel 1996 partecipa alla XII Quadriennale d’Arte di Roma ”Nuove Generazioni” e a tre edizioni della Biennale del libro d’Artista di Cassino. Nel 1997 è tra gli invitati al 49° Premio Michetti, successivamente al XXXIII premio Vasto dove torna nel 2010 e nel 2007 è alla 52° Biennale di Venezia con “Camera312”. Partecipa in Italia ad importanti Simposi in pietra, partecipa a mostre e ordina personali a Roma e all’Aquila. L’interesse per l’incisione di questi ultimi anni la porta a sperimentare linguaggi tecnicamente forti attraverso l’uso del piombo, materiale da lei sempre preferito e dal 2013 entra a far parte dell’Associazione Nazionale Incisori Italiani. Nel 2010 è invitata alla Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea di Campobasso dove torna nel 2012 e nel 2011 è a Torino con “Grafica Oggi. Viaggio nell’Italia dell’incisione”. Nel giugno dello stesso anno è a Riga nella Sede dell’Unione d’Europa, a Sofia e a Chisinau con la mostra a tappe nelle più grandi capitali dell’Est Europa, ”The Wall”. In seguito a San Pietroburgo inaugura uno spazio personale con 20 opere di scultura al prestigioso Museo Manege e sempre nello stesso anno è presente alla 54° Biennale di Venezia con “Padiglione Tibet”. Nel 2013 è allo SculpturArt di Matera con la mostra “Strong Women” e nello stesso anno inaugura a Frosinone la personale di scultura “Sangue Vivo”. Nel 2014 torna a Torino alla Biblioteca Nazionale con “Permanenza del segno” ed è invitata in Argentina alla Biennale del Fin del Mundo del Mar della Plata. Il suo impegno principale e costante è da anni rivolto all’indagine profonda e dolorosa del mondo femminile. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
Volumi Oltre la superfice Pag. 54
ELENA SEVI
Elena Sevi “La corazza nera” Scultura in ceramica, cm. 41x46x19 2013
Volumi Oltre la superfice Pag. 55
MARIA GRAZIA TATA Architetto, ha lavorato per anni nel suo studio di progettazione, a Roma. Sempre a Roma, ha in seguito avviato, in un loft a San Lorenzo, un atelier laboratorio di composizione tessile per la creazione di pezzi unici, dall’abito quadro all’arazzo, promuovendo nel suo spazio mostre di arte e artigianato artistico, presentazioni di libri, eventi vari. Dal 2009 vive fra Roma e Soriano nel Cimino dove lavora in un vecchio fienile di campagna ristrutturato. La sua ricerca è attualmente rivolta al mondo della natura e all’albero in particolare, da sempre legato ad archetipi, simboli e miti. Elementi naturali poveri e all’apparenza insignificanti - cortecce, legni rami, foglie, semi - si contaminano con tavole di recupero, stoffe, ‘materiali d’inciampo’ vari, si ibridano in nuove forme per cercare la sacralità e il mistero della natura, traendo spunto anche da poesia, mitologia, narrazioni e fatti quotidiani. Caratteristiche delle due opere in esposizione: SCALA D’AUTUNNODUEMILATREDICI (scala di ferro, mattoni di foglie di acero, noce, salice, tiglio) Mattoni di foglie secche dell’autunno 2013 per salire su una scala di sette gradini, un boschetto sacro composto da quattro alberi, le cui storie sono legate, nella mitologia greca : alla paura (acero - dio della paura Fobos) alla follia (noce - trasformazione di Caria e follia delle sorelle) all’accoglienza (salice - culla di Zeus in fuga da Cronos) alla diversità (tiglio - trasformazione della ninfa Filira dopo aver partorito il centauro Chirone ) Via Lattea (tela, acrilico, filo da imbastire, foglia di cachi) una foglia secca di cachi, ferita, rammendata, i punti di sutura delle cicatrici fermentano una linfa che si propaga nello spazio con trame fragili, impreviste, legate all’antica arte femminile di rammendare, riparare, annodare fili spezzati, con pochi mezzi: un ago e il filo da imbastire
Volumi Oltre la superfice Pag. 56
MARIA GRAZIA TATA
Maria Grazia Tata “La Via Lattea” acrilici, foglia di cachi, filo da imbastire, cm. 80x120 2014
Volumi Oltre la superfice Pag. 57
Sponsor
Casa editrice effeci edizioni - Casalpusterlengo Lodi
Centro Arte Lupier - Gardone Val Trompia (BS)
Ass. Culturale Arte & Benessere - Bomarzo (VT)
Azienda vinicola - Viticoltori Colli Cimini - Vignanello (VT)
ARTE
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Arte Collezionismo - EFFECI EDIZIONI
Annuario d’arte Moderna e Contemporanea Vol. XV° Volumi Oltre la superfice Pag. 58
Volumi Oltre la superfice Pag. 59
Volumi Oltre la superfice Pag. 60