2011 - 04 LUGLIO

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notiziario

PERIODICO del Comitato Provinciale Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Reggio Emilia Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in abb. post. - d.l. 353/2003/ (conv. in L. 27-02-2004 n. 46) art. 1 - comma 1- DCB - Filiale R.E. - Tassa pagata taxe perçue - Anno XLII - N. 5/6 di giugno -luglio 2011 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio P.T. di Reggio Emilia detentore del conto per restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

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IL VENTO DEL NORD

SOFFIA ANCORA


LA COPERTINA

Milano 2 giugno 2011 (foto di Angelo Bariani)

L’ITALIA CHE NON C’È Tra il 23 aprile ed il 25 aprile, ho trascorso qualche giorno sul lago di Como. Ho trovato una sublime tranquillità. Tuttavia, nonostante la situazione molto gradevole, non ho potuto non constatare l’indifferenza per la festa del 25 aprile; quasi un voler negare la liberazione dell’Italia avvenuta il 25 aprile del 1945. Parlando con un anziano di circa ottant’anni, l’unico con in mano una bandiera raffigurante il tricolore italiano, che ho incontrato lungo le “stradine pendenti” del paese di Torno, cui ho ricordato la mia provenienza, da Reggio Emilia, e di com’è festeggiato il 25 Aprile nella città in cui vivo, gli chiedevo com’era possibile questo silenzio, che mi pareva troppo

“rumoroso” per definirsi normale; un “silenzio”, per un fatto storico che dovrebbe essere festeggiato da tutti e considerato “patrimonio dell’intera collettività”, senza alcuna distinzione. L’anziano signore, mi ha risposto dicendomi, che “purtroppo in queste zone, in molti ancora non hanno consapevolezza del fatto che per avere il 25 aprile del 1945, molte persone sono morte”. Di questi giorni trascorsi sul lago di Como, uno dei ricordi che conserverò per sempre nella mia memoria, è che purtroppo esiste un’Italia che non c’è; un’Italia che, forse, ha deciso di non esserci proprio il 25 aprile. Ernesto D’Andrea

Giorgio Spaggiari, l'autore della poesia 7 luglio, è improvvisamente scomparso il 4 giugno scorso. Ai familiari il cordoglio della Redazione.

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Spedizione in abbonamento postale - Gruppo III - 70% Periodico del Comitato Provinciale Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Reggio Emilia Via Farini, 1 - Reggio Emilia - Tel. 0522 432991 e-mail: notiziario@anpireggioemilia.it; presidente@anpireggioemilia.it sito web: www.anpireggioemilia.it Proprietario: Giacomo Notari Direttore: Antonio Zambonelli Caporedattore: Glauco Bertani Comitato di redazione: Eletta Bertani, Ireo Lusuardi

Collaboratori: Paolo Attolini (fotografo), Massimo Becchi, Riccardo Bertani, Bruno Bertolaso, Sandra Campanini, Nicoletta Gemmi, Enrico Lelli, Saverio Morselli, Fabrizio Tavernelli Registrazione Tribunale di Reggio Emilia n. 276 del 2 Marzo 1970 Stampa: Centroffset - Fabbrico (RE) Questo numero è stato chiuso in tipografia il 6-06-2011 Per sostenere il “Notiziario”: UNICREDIT, piazza del Monte (già Cesare Battisti) - Reggio Emilia IBAN: IT75F0200812834000100280840 CCP N. 3482109 intestato a: Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato Provinciale ANPI


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sommario

editoriale

di Antonio Zambonelli

Editoriale - Il vento del Nord soffia ancora, di Antonio Zambonelli ................... 3 25 Aprile - Memoria contro barbarie: il 25 aprile nel reggiano . .................4-12 Politica - Se questo è un Parlamento, di Giancarlo Ruggieri . ..................... 13 Società - Io mi sento italiano, di Hicham Zaidi ........................................... 14 Estero - La nuova Palestina, Netanyahu all’angolo ................................... 15 Cultura - Andare e tornare dall’India, di Angelo Bariani . ............................ 16 - “I care”, la Costituzione italiana mi sta a cuore, di Matteo Gandini ....................................................................... 18 - “Brigata Katuscia” di Paolo Bonacini, non solo un giallo, di Giovanni Guidotti .................................................................... 19 - Scuola primaria “T. Righi” di Brescello, il nostro 25 Aprile, gli alunni e le insegnanti delle classi 2a A e B ............................. 20 Memoria - Ricordato Paolo Davoli, una memoria inedita di Paolo Attolini, a cura di a. z. ............................................................................... 26 - La pioggia e la mitraglia, una breve e sfortunata vicenda partigiana, di Dino Felisetti ............................................ 27 - Roberto Zanfi, un combattente partigiano all’estero, a cura di Gaetano Diavolio . ........................................................ 28 - Gli organi dirigenti dell’ANPI eletti al XV congresso 12-13 marzo 2011 ..................................................................... 30 Avvenimenti - Il Comune di Reggio rende omaggio a Riccardo Giovanelli, di ge. bi. ..................................................................................... 31 - Castelnovo ne’ Monti ricorda i deportati nei Lager nazisti ........... 32 Lutti ............................................................................................. 33 Anniversari ................................................................................. 35 I Sostenitori ................................................................................ 40 Turismo ....................................................................................... 42 Le rubriche - Cittadini-democrazia-potere, di Claudio Ghiretti . ........................ 22 - Primavera silenziosa, di Massimo Becchi ................................... 23 - Opinion leder, di Fabrizio “Taver” Tavernelli ................................ 24 - Conoscere gli altri, di Riccardo Bertani ....................................... 25 - Reggio che parla, di Glauco Bertani ............................................ 41 - La finestra sul cortile . ................................................................ 43 7 luglio 1960 - Non dimentichiamo volti di… Commemora i cinque lavoratori uccisi Carlo Smuraglia, presidente ANPI . ........................................................................ 48 - 7 luglio, di Giorgio Spaggiari . ..................................................... 48

ADO R G E D L I CONTRO LIA DELL’ITA

IL VENTO DEL NORD SOFFIA ANCORA

Per le elezioni amministrative di maggio il Cavaliere ci aveva messo la sua faccia plastificata: ha ricevuto un sonoro schiaffone. Ma non dobbiamo dormire sugli allori Ricordate quando chiamavamo Milano la Capitale della Resistenza e perciò stesso capitale morale d’Italia? Quando dicendo “vento del Nord” intendevamo il vento della Resistenza? Ebbene quel vento soffia ancora, da Milano a Trieste a Novara (perfino ad Arcore, tana del lupo), passando per Bologna e spingendosi fino a Cagliari e a Napoli, sfiorando cumuli di immondizie, spazzando via, si spera, i miasmi della corruzione, le nebbie della camorra. Il cavalier Berlusconi aveva con la consueta tracotanza aperto la campagna elettorale amministrativa mettendoci la faccia plastificata, in particolare in quella che riguardava la pretesa “sua” Milano. Prospettava quella votazione come un referendum pro o contro la sua figura di leader imbattibile. Scriviamo queste note a botta calda, mentre Piazza del Duomo a Milano, è colma di gente festante, anticipazione della grande festa che certamente vi si terrà il 2 giugno, convocata dal Presidente dell’ANPI nazionale Smuraglia. Al momento non sappiamo cosa il cav. B intenderà fare, ma la risposta dell’elettorato alla sua sfida è stata chiara e netta. E’ stata uno schiaffo gigantesco. Eppure ce l’aveva messa tutta. Soltanto che, invece di parlare di amministrazione locale a Milano, è partito a tutto gas con i “Giudici cancro da estirpare”, seguito a ruota da un suo fedele coi manifesti “Via le BR dalle procure”. Insomma, ha continuato a parlare di sé, in modo ossessivo. Anche all’estero, dove ha spiegato ad un Obama allibito, dopo avergli strappato l’incontro con fotografo appresso, che in Italia c’è la dittatura dei giudici. Stessa sceneggiata con l’amico Putin, che lo ha ascoltato sorridendo e dandogli infine una pacca sulla spalla. Quanto ai problemi di Napoli, dopo i ripetuti impegni a far

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editoriale continua da pag. 3 sparire le immondizie, è giunto a promettere condoni per le costruzioni abusive. Ha imperversato su vari canali TV pubblici e suoi personali con finte interviste a giornalisti compiacenti, promettendo, o facendo promettere, condoni di multe, spostamenti di ministeri, e perfino della Presidenza della Repubblica, al Nord. Ma milioni di italiani hanno respinto le ormai stanche e insopportabili trovate di Berlusconi. Hanno reagito al degrado in cui l’Italia stava precipitando. Si aprono così prospettive di rinnovamento per l’intero Paese. Tuttavia non dobbiamo dormire sugli allori. Occorre che le forze composite, di centro sinistra, che hanno conquistato o riconquistato tante amministrazioni comunali e provinciali sappiano insieme elaborare un progetto che le renda capaci non solo di sconfiggere Berlusconi ma anche di diventare forza di governo a livello nazionale con coerenza e senza la purtroppo tradizionale capacità tafazziana di farsi del male. Anche nella nostra provincia abbiamo avuto risultati assai positivi nei comuni in cui si è votato. Con l’eccezione di Collagna, dicono alcuni. Ma un’eccezione che richiede probabilmente una seria riflessione da parte dell’intero schieramento di centro sinistra, a partire dal partito che ne è numericamente l’asse portante, relativamente alla capacità di affrontare la complessità dei problemi della nostra montagna. L’ANPI, a cominciare dal suo Presidente Giacomo Notari che alla sua montagna è profondamente legato, è come sempre disponibile a fare la sua parte. Antonio Zambonelli

P.S. Ulteriore colpo alla tracotanza di Berlusconi e dei suoi “liberi servi” è arrivato con la grande partecipazione, caratterizzata da pieno successo, al referendum su acqua, nucleare e (ennesima pensata ad personam Berlusconi) legittimo impedimento. “Una grande vittoria della democrazia”, come ha dichiarato il nostro Presidente nazionale prof. Carlo Smuraglia, che sarà a Reggio il 7 luglio per commemorare i cinque martiri. “Si apre ora – ha affermato lo stesso Smuraglia – una nuova fase della vita democratica del nostro Paese alla quale confidiamo daranno il loro contributo tutti coloro che hanno a cuore le sorti della democrazia, l’attuazione dei principi della carta costituzionale”. In alto: Lo striscione e le bandiere dell’ANPI in Piazza Martiri del 7 Luglio

MEMORIA CONTRO BARBARIE:

IL 25 APRILE NEL REGGIANO

Questo 66° anniversario della Liberazione è stato celebrato, oltre che nel capoluogo, in tutti i comuni della provincia, ed anche in varie località minori. Per questo ci sembra giusto ne rimanga traccia con una rassegna fotografica che tenda a documentare l’insieme delle manifestazioni dalla città di Reggio a Castelnovo Monti, da Guastalla a Rubiera a Sant’Ilario, ai Campi Rossi di Gattatico. A Reggio il sindaco Delrio ha legato la vittoria della “battaglia giusta”, la Resistenza, al tema dell’unità d’Italia nel suo 150° anniversario, affermando che “non ci sarà Patria senza la memoria di ciò che eravamo e senza la memoria di quanti ci hanno permesso di essere e sentirci orgogliosamente italiani”. Dal canto suo il presidente della Regione Vasco Errani ha sostenuto con forza che nella Resistenza “tante bandiere di tanti colori si misero insieme per fare un futuro al nostro Paese”. Sonia Masini ha ricordato come “ancora oggi il nostro Paese ha bisogno di resistere per risorgere. Resistere al declino verso il quale una classe politica lo sta trascinando”.

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25 aprile Niccolò Menozzi, studente del Liceo “Moro” di Reggio Emilia, racconta la sua esperienza del Viaggio della Memoria 2011 (Foto Angelo Bariani) Giglio Mazzi Alì (col berrettino bianco), partigiano gappista di Villa San Maurizio: il 25 aprile ’45 entrò a Reggio con i soldati americani provenienti da Rubiera. Col giubbotto rosso, Roque Riojas, uno di quei soldati, ora quasi novantenne, tornato nella nostra città 66 anni dopo da Kansas City e Giacomo Notari durante il suo appassionato intervento, di cui pubblichiamo il testo

REGGIO EMILIA

25 APRILE: BUON COMPLEANNO ITALIA! BUON COMPLEANNO DA REGGIO EMILIA CITTA’ DEL TRICOLORE E MEDAGLIA D’ORO DELLA RESISTENZA Giacomo Notari: “I partigiani sono ancora qui al loro posto. Quelli vecchi e quelli nuovi”. L’intervento del presidente dell’ANPI alla manifestazione del 25 aprile a Reggio Porto a questa bella manifestazione il saluto dei partigiani reggiani, quelli vecchi e quelli nuovi, cioè i tanti giovani che aderiscono all’ANPI, giovani che non fecero la guerra, nati anche decenni dopo il 25 aprile 1945, ma che da NUOVI PARTIGIANI sono impegnati nella difesa dei valori e della grande eredità della Resistenza. In questa grande sagra del 25 aprile rinnoviamo il pensiero e la gratitudine ai nostri

compagni caduti, e sono tanti (620 i partigiani ricordati nel sacrario qui di fianco al Municipale). Gratitudine anche ai soldati alleati morti per liberare l’Italia, ai volontari polacchi che caddero attorno all’Abbazia di Montecassino, ai soldati dell’Armata rossa che caddero a Stalingrado, alle decine di migliaia di americani morti dallo sbarco in Normandia all’offensiva delle Ardenne. Grande fu il sacrificio dei nostri soldati

caduti a fianco degli Alleati risalendo dal Sud. Memorabile la resistenza dei 600.000 nostri soldati (oltre 8.000 quelli reggiani) che dopo l’8 settembre ’43 scelsero la dura condizione dell’internamento nei lager rifiutando l’obbedienza a Mussolini e alla Repubblica di Salò. Grazie a questi sacrifici e alla vittoria contro il nazifascismo, l’Italia ha vissuto una lunga stagione di pace e di progres-

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25 aprile

so economico e sociale: il voto alle donne, La Carta costituzionale che garantisce libertà e democrazia a tutto il Paese nella ritrovata unità nazionale. Molti di noi il 25 aprile ’45 non avevano ancora 20 anni, grande era l’entusiasmo, grande anche la speranza di vedere finalmente un Paese più giusto, più unito, dove le classi più disagiate trovassero nuova dignità, più pane, più cultura. Vedendo come vanno le cose oggi, in questo nostro caro Paese, molti si chiedono se valeva la pena morire per poi vedere riemergere proposte di legge che ridarebbero cittadinanza al PARTITO FASCISTA. Immaginate voi se a Reggio, per esempio, si dovesse avere la nuova sede del partito fascista in Via Fratelli Cervi! Cosa dobbiamo ancora aspettare per dire basta? Per molti aspetti il segno è superato! Le forze politiche sane – e ci sono nel Paese – non possono attardarsi in dispute inconcludenti, mentre vengono minacciati da forze eversive i cardini su cui si basa la vita democratica della nostra Repubblica. L’inquilino che oggi è a capo del Governo formula ogni giorno attacchi alla Magistratura, alla Scuola di Stato, ai giornalisti non al suo servizio. L’obbiettivo di fondo da lui ripetutamente dichiarato è la riscrittura della Costituzione repub-

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blicana, togliendo per intanto prerogative all’attuale Capo dello Stato, garante della salvaguardia delle libertà repubblicane. La Costituzione è la più importante conquista della Resistenza. Va difesa con tutte le nostre forze! Il Presidente della Repubblica, la Costituzione, la Corte costituzionale, la Magistratura sono gli argini maestri che vigilano sulla vita democratica . NON ABBIAMO PAURA. SE SAREMO UNITI, COME LO FU IL CLN NEL LONTANO 1943, NON POTRANNO PASSARE. Chi arriva a definire i magistrati come brigatisti rossi dimostra tutta la sua debolezza. L’Italia compie 150 anni, è una e indivisibile, fa parte di una Patria più grande che è l’Europa . BUON COMPLEANNO ITALIA ! BUON COMPLEANNO DA REGGIO EMILIA CITTA’ DEL TRICOLORE E MEDAGLIA D’ORO DELLA RESISTENZA. I partigiani sono ancora qui al loro posto. Quelli vecchi e quelli nuovi. ANDIAMO AVANTI UNITI, RIDIAMO SPERANZA AI GIOVANI, A TUTTI GLI UOMINI E LE DONNE DI BUONA VOLONTA’. VIVA LA RESISTENZA!

In alto: La testa del corteo partito da Corso Garibaldi. Da sinistra: il comandante dei carabinieri Giovanni Fichera, il questore dott. Domenico Savi, il prefetto dott.ssa De Miro, il sindaco Delrio e la presidente della Provincia Masini, il presidente della Regione Errani

ui s i c i b In della i h g o u l za n e t s i s e R o a Reggi

Il Partigiano Renato Vacondio Bergonzi, con Glauco Bertani, durante la biciclettata organizzata da Tuttinbici, in collaborazione con Istoreco e ANPI, il pomeriggio del 25 aprile (foto Angelo Bariani)


25 aprile L’architetto Pastorini, la vedova Maria Montanari, il sindaco Cavalchi davanti al busto di Dario

CADELBOSCO SOPRA

A Pieve a in Modolen dei ricordo caduti

L’ANPI di Pieve Modolena davanti al cippo che ricorda tutti i caduti partigiani della frazione reggiana (foto Angelo Bariani)

CADELBOSCO SOPRA INAUGURA IL BUSTO BRONZEO DI GIUSEPPE CARRETTI E LO COMMEMORA IL 25 APRILE Alle 11,30, nella sala del Consiglio comunale, il 66° della Liberazione è stato celebrato coi saluti del sindaco Silvana Cavalchi e del Presidente dell’ANPI comunale Ivano Manicardi. A nome dell’ANPI provinciale è intervenuto Ermanno (Vanni) Orlandini. In un’atmosfera di grande commozione Maria Montanari, moglie di Giuseppe Carretti, ha scoperto il busto bronzeo del marito che l’ANPI e il Comune di Cadelbosco Sopra gli hanno dedicato. L'opera è stata collocata nella sala del Consiglio che l’ha visto Sindaco amato e rispettato per tanti anni e ricordato come valoroso partigiano e presidente dell’ANPI provinciale. Il busto è opera dell’architetto Antonio Pastorini (non nuovo a queste opere artistiche e di notevole valore simbolico) che con Carretti collaborò in importanti realizzazioni attuate dal Comune. Vanni Orlandini, ripercorrendo le tappe della sua vita e della sua azione politica, da bracciante a Villa Seta a partigiano col nome di battaglia Dario e quindi dirigente politico e amministratore pubblico, lo ha ricordato come comunista convinto, mai settario, sempre dialogante e rispettoso delle idee altrui dalle quali sapeva trarre anche utili insegnamenti per rinnovarsi costantemente e rappresentare tutta la

popolazione e non solo la sua parte politica. Mai una parola di odio ma l’azione buona, onesta e lungimirante per il bene degli oppressi in qualsiasi parte del mondo questi subissero torti e vessazioni; dall’Africa all’Asia, all’America e nei paesi dell’Est europeo, dominati dalle gerarchie dittatoriali dei partiti comunisti che via via hanno frustrato le speranze che i lavoratori e la gente oppressa dal capitalismo riponevano in essi. E’ bene ricordare, anche, la grande attenzione di Carretti per l’infanzia. Una delle sue prime opere fu la trasformazione dell’asilo in scuola per l’infanzia su progetto di Pastorini, attenzione culminata poco prima della morte nella costruzione di una scuola materna in Palestina, con i soldi raccolti sotto la sua Presidenza dell’ANPI, e recentemente inaugurata a Seilat con la presenza dell’attuale presidente dell’ANPI Giacomo Notari e a Carretti meritatamente intitolata. (g.b.)

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25 aprile I CASA CERV 25 APRILE 2011. MUSEO CERVI Nel quadro della grande manifestazione l’ANPI firma il progetto “Radici nel Futuro”

Tre foto della festa Fiorella Ferrarini e Loris Mazzetti, giornalista Rai. Alle loro spalle in piedi Mirco Zannoni del "Cervi"

Il progetto si chiama Radici nel futuro ed è stato sottoscritto a Casa Cervi il 25 aprile scorso. Oltre che dall’Istituto Cervi e dall’associazione Libera è stato firmato anche dall’ANPI, rappresentata da Fiorella Ferrarini, dalla CGIL, da Legacoop e da Borea. Le radici messe in comune sono cinque: la libertà materia prima e ineliminabile di ogni lotta per la giustizia; la legalità terreno indispensabile per la tutela dei più deboli; il lavoro fondamento della Repubblica, senza il quale non c’è dignità dell’uomo; la memoria di chi è caduto per combattere contro le ingiustizie di ogni epoca; la responsabilità presupposto di ogni impegno e di ogni azione, che unisce i giovani di allora con i giovani di oggi.

Foto Archivio Istituto Cervi

CORREGGIO UN INTENSO 25 APRILE Un intenso 25 aprile è stato quello di Correggio. Dopo il discorso ufficiale dell’on. Castagnetti in corso Mazzini, il corteo, accompagnato dalla banda, ha deposto fiori sui monumenti presenti nel centro di Correggio. Poi, in bicicletta sono stati raggiunti gli altri cippi e luoghi della memoria presenti sul territtorio correggese. Nel pomeriggio, al Parco della Resistenza dedicato alla partigiana Vandina Saltini si è tenuto un concerto con Roberto “Freak” Antoni e il gruppo musicale Le Balluche. L’on. Castagnetti al microfono. Alle sue spalle, tra gli altri, il sindaco Marzio Iotti ed Eletta Bertani Il gruppo francese Le Balluche

Foto di Luisa Cigarini 8

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25 aprile

OLO N G A B I P N A INAUGURAZIONE DELLA SEDE Il 18 aprile 2011, è stata inaugurata la nuova sede dell’ANPI di Bagnolo in Piano, in via Gramsci 3. Alla presenza di un nutrito gruppo di tesserati e di cittadini, del sindaco Paola Casali, di Antonio Zambonelli, storico ed editorialista dell’ANPI, di Giovanni Rossini segretario ANPI di Bagnolo in Piano, si è tenuta la cerimonia ufficiale con il taglio del nastro davanti alla sede.

La mattina è iniziata presso l’Istituto comprensivo “Comparoni” di Bagnolo, dove Antonio Zambonelli ha presentato il libro Hai un cuore forte puoi correre, autobiografia di un partigiano montanaro, di Giacomo Notari, presidente dell’ANPI di Reggio Emilia, agli studenti delle classi terze medie.

BORETTO

Andrea Zanetti mentre pronuncia l’orazione. Con la fascia Tricolore il vice sindaco Mario Biacchi

A Boretto il 25 Aprile è stato celebrato in mattinata con la manifestazione in piazza nel corso della quale ha tenuto l’orazione ufficiale il giovane assessore comunale Andrea Zanetti e con omaggi floreali al Monumento ai caduti in guerra, al cippo di Felice Montanari, Nero (l’eroe del casello n. 22) e a quello di

Gli allievi della locale scuola media mentre leggono i loro elaborati. Accanto al vice sindaco alcuni assessori e consiglieri

Fulgenzio Zani, ucciso a bastonate da squadristi il 3 luglio 1922. Anche a Boretto da segnalare la partecipazione di insegnanti e studenti delle scuole medie, i quali ultimi hanno dato lettura di propri elaborati sui temi della Resistenza.

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25 aprile ri ri cuo t s o n “Nei ie per z a r g un della i o r e i gl à” libert A Montecchio, le celebrazione del 25 aprile si sono svolte nel segno della tradizione ma rinvigorite dalla voce e dai volti dei giovani studenti delle Scuole medie che il 21 aprile hanno festeggiato la Liberazione nel cortile della scuola alla presenza del sindaco Colli e di tanti compagni della sezione ANPI locale. Attraverso canti e letture i giovani hanno compiuto un percorso che ha unito, con un simbolico nastro tricolore, l’unità d’Italia e la Resistenza. In questa occasione il sindaco Colli ha ceduto la fascia tricolore al presidente dell’ANPI montecchiese Friggeri che si è commosso di fronte all’attenzione degli studenti per le sue parole. E il nostro Friggeri è rimasto sindaco per ben tre giorni! Infatti ac-

IA L I M E O I H C MONTEC

Nella foto: Friggeri con la fascia di sindaco

Le celebrazioni del 25 aprile 2011 compagnato dal Sindaco, quello ufficiale, Friggeri e tutti noi abbiamo fatto il giro dei cippi sabato 23 aprile. La carovana di auto ha visitato i cippi disseminati sul territorio comunale, ha deposto dei mazzi di fiori e “nei nostri cuori, abbiamo ringraziato quegli eroi che hanno dato la loro vita per la nostra libertà” ha detto il Sindaco Colli. Nonostante l’attento lavoro dell’ANPI qualche disguido organizzativo si è verificato. “Ma sarà nostro impegno come sezione – ha detto Friggeri – essere più attenti l’anno prossimo perché non si ‘inciampi’ più in qualche svista che può essere interpretata come eccessiva leggerezza”.

CAVRIAGO Anche a Cavriago la manifestazione si è svolta nella mattinata con omaggi floreali ai cippi di Ponte Quaresimo (sulla Via Emilia), dei Paverazzi (sul confine con Montecchio), nel Cimitero locale alle tombe dei partigiani caduti, al monumento al gene-

Omaggio al monumento della Resistenza davanti al Municipio

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rale degli Alpini Reverberi, al Monumento ai caduti nel cortile delle scuole elementari, al Monumento della Resistenza davanti al Municipio.

Omaggio al sacrario alle tombe dei partigiani caduti.In testa: il giovane Gianluca Ceci con la bandiera dell’ANPI, il gonfalone del Comune, rappresentanti dell’Associazione Alpini. In secondo piano il Sindaco Delmonte, i comandanti della stazione Carabinieri e dei Vigili urbani


GUASTALLA

Alessandro Frignoli e il Sindaco dott. Benaglia (Foto di Carlo Vasconi)

Piazza affollata, il 25 aprile, anche a Guastalla, dove si è svolta una bella manifestazione unitaria dopo gli spiacevoli disguidi dell’anno scorso. Oratori l’on. Emerenzio Barbieri e il vice presidente ANPI provinciale Alesandro Frignoli. Prima del concentramento in piazza si è svolto un percorso davanti a tutti i cippi e le lapidi dedicate alla memoria della Resistenza. Sul “Carlino Reggio” del 14.05.11, Bruno Rossi, uni-

25 aprile

Nella foto sono visibili l’ex Sindaco Dall’Asta, il segretario dell’ANPI locale Bernini, Frignoli (di spalle)

co superstite della famiglia Rossi di Santa Vittoria di Gualtieri, massacrata dai nazifascisti, ha espresso il proprio compiacimento per il fatto che a Guastalla quest’anno il 25 aprile sia stato celebrato con l’intesa tra Amministrazione comunale (di centro destra) e ANPI locale. Nell’occasione vogliamo ricordare che la casa dei Rossi fu per mesi base partigiana, dove tanti sapisti trovarono rifugio e assistenza. Il 23 aprile 1945, ormai alla vigi-

lia della Liberazione, una masnada di soldati tedeschi, in seguito ad una segnalazione, occupò Casa Rossi compiendo ogni tipo di violenza. Alla fine portarono via tutti i componenti della famiglia e fucilarono Giuseppe Rossi, la moglie Ines Garuti e la figlia Bruna, di 18 anni, contro la quale gli assassini si erano accaniti con particolare efferatezza. Bruno, all’epoca ragazzino sugli 8 anni ed il fratellino di 4, furono gli unici sopravvissuti della famiglia.

RUBIERA

Il Sindaco Lorena Baccarani, il Partigiano Dario Rodolfi Nazibin, Alessandro Fontanesi dell’ANPI provinciale e alcuni giovani durante il discorso commemorativo a fianco del monumento dedicato ai caduti di tutte le guerra

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25 aprile SAN POLO Il 25 aprile 2011, 66° dalla Liberazione del nostro paese dall’oppressione nazifascista, ho avuto l’onore di rappresentare l’ANPI provinciale nelle celebrazioni in piazza a San Polo, dopo il discorso di Mirca Carletti, Sindaco del Comune. Sono state rievocate le operazioni di liberazione della Val d’Enza, delineatasi attorno al 10 aprile 1945, grazie ad un’operazione combinata tra i partigiani reggiani ed i partigiani dell’area parmigiana, sostenuta da incisivi e successivi interventi dei sappisti della montagna. In conseguenza di ciò molti tedeschi sono stati sorpresi e costretti a fuggire lasciando il campo libero. Sono state ricordate e valorizzate le donne per il notevole contributo dato alla Resistenza e alla lotta di Liberazione entrando nelle formazioni armate, preparando sabotaggi, creando i collegamenti e le reti di staffette tra i partigiani e le case di latitanza, producendo vestiario e sostenendo organizzativamente la lotta partigiana. Quando c’era da passare per i posti di blocco o da varcare controlli nemici con le borse piene di armi o di propaganda

Un esempio di rinnovamento dell’ANPI per stimolare e incitare la sollevazione popolare, occorreva prontezza di spirito, coraggio, abilità, intelligenza e astuzia. Le donne che dal 1943 al ’45 hanno formato i Gruppi di Difesa della Donna per dare l’assistenza ai combattenti della libertà, organizzavano scioperi e manifestazioni contro il mercato nero, le contadine difendevano “i nostri figli, le nostre case, i nostri prodotti”. Tutti i morti meritano pietà, ma bisogna distinguere chi stava dalla parte giusta lottando per la libertà anche nostra e chi stava dalla parte sbagliata dei fascisti e dei nazisti che provocava morte e distruzione. Tanti erano i partecipanti e gli amici presenti, d’accordo nella difesa dei valori e dei principi sanciti dalla Costituzione. Significativo e partecipato l’omaggio reso al monumento in onore dei marinai, con una coreografia perfetta, come pure l’omaggio ai partigiani caduti nella frazione di Grassano. Ciò che merita grande significato politico è il protagonismo dei giovani e delle ragazze nell’ANPI di S. Polo, guidati sa-

pientemente dal presidente Ivo Mareggini, esempio meraviglioso di rinnovamento della nostra Associazione. Ciò che ho trovato a S. Polo è entusiasmo, operatività, capacità soprattutto delle ragazze di interrogarsi sulle loro condizioni e sulle politiche da cambiare. Insomma a S. Polo c’è unità delle varie componenti, la scuola ha insegnanti bravi e responsabili che prospettano ai bambini programmi che comprendono i valori costituzionali, il Circolo ARCI propone momenti d’insieme culturali e musicali di grande partecipazione dei cittadini. L’ANPI di S. Polo rappresenta un esempio molto importante di rinnovamento compiuto, ha dato responsabilità ed ha accompagnato bravi ragazzi nel percorso di crescita e di organizzazione di iniziative molto importanti. Ivo Mareggini ha dimostrato di essere un bravo dirigente che interviene solamente in alcuni momenti, lasciando spazio ai ragazzi che lo coprono con lo spirito e la bravura di chi crede in questi ideali e che lavora per cambiare la situazione attuale per un mondo migliore. Anna Salsi

VILLA MINOZZO

Il Sindaco Fiocchi durante il discorso commemorativo

12 giugno-luglio 2011

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La rappresentanza dell’ANPI


politica

SE QUESTO E' UN PARLAMENTO (La democrazia e la giustizia non abitano più qui)

La Camera dei deputati, in cui i fascisti prevalevano con la forza dei numeri e con il rumore delle interruzioni e delle minacce, appariva ormai quasi impraticabile. Ciò accadeva nel 1924… (Claudio Fracassi, Matteotti e Mussolini, 2004, p. 84). E in effetti, Filippo Turati giunse a definire nelle sue lettere la Camera dei deputati “aula dei malviventi”, “quella terribile aula, che dà il mal di stomaco e il mal di nervi”. Si era, appunto, nel 1924… (ibidem). Non si può certo affermare che oggi la situazione parlamentare sia dissimile da quella che allora determinò le condizioni del definitivo consolidamento del regime fascista mediante le leggi liberticide, che cancellarono ogni forma di dissenso. Oggi, come allora, una maggioranza del tutto prona e acritica, si limita a ratificare insani provvedimenti, volti non già all’interesse generale, bensì a tutela di uno solo. Oggi, come allora, l’opposizione parlamentare è sorprendentemente divisa e impotente, talvolta finanche connivente. L’attuale deprecabile e sconsolante situazione in cui versano i massimi organi di rappresentanza popolare rende manifesta una vera e propria patologia, che affligge la democrazia, trasformata in una perniciosa ed esiziale demagogia affaristica. E ciò in quanto il Parlamento non è composto da rappresentanti eletti dal Popolo sovrano, ma da nominati dai vertici di

partito, ai quali costoro tutto devono e dai quali unicamente dipendono. A ciò aggiungasi che spesso la scelta dei parlamentari designati dai singoli partiti non è improntata a criteri di competenza e di probità, privilegiandosi unicamente i “pescatori di voto” e le personalità più docili alle direttive verticistiche. E ciò nel quadro di una legge elettorale antidemocratica e fuorviante, che ha consentito ad una coalizione che ha raccolto non più del 30 percento del consenso del corpo elettorale di conseguire una schiacciante maggioranza. Per contro, l’unico intendimento che connota la produzione normativa in questa sciagurata temperie è quello di evitare al Presidente del consiglio prevedibili condanne penali: questa, in sostanza, è la riforma “epocale” della giustizia con tutto il suo contorno di leggi esiziali per il sistema giudiziario, l’anelito di giustizia dei cittadini e l’indipendenza della magistratura. Incurante di tale severa e ineluttabile lezione, la maggioranza parlamentare produce indecenti coperture normative, atte a rendere comunque non punibile il Presidente del consiglio in carica, finanche avallandone palesi e puerili menzogne (la presunta qualità personale di nipote del deposto presidente egiziano, attribuita a una minorenne marocchina, verosimilmente dedita al meretricio), tanto che, se si trattasse di una comune congregazione

di cittadini anziché di organi costituzionali, sarebbero senz’altro configurabili specifiche figure delittuose, quali l’associazione per delinquere (art. 416 c.p.) e il favoreggiamento personale (art. 378 c.p.), a tacer della grave lesione all’ordinamento costituzionale e agli ineluttabili principi dello stato di diritto, dei quali, senza alcun pudore, si fa letteralmente strame. Si deve poi rilevare che l’attività giudiziaria ha questa caratteristica: i suoi operatori devono avvalersi di strumenti forniti da altri soggetti. In particolare, i magistrati sono tenuti ad applicare le leggi, prodotte dal Parlamento, e si avvalgono di mezzi materiali, forniti dal governo, in persona del ministro della Giustizia. Orbene, se un fabbro ferraio fosse costretto a battere il metallo da lavorare sull’incudine munito non di un’appropriata mazza di ferro, ma di un inefficace martello di gomma, non potrebbe fare bene il suo lavoro. Del pari, i magistrati devono applicare leggi astruse e farraginose, che rendono lento e inutilmente faticoso l’iter dei procedimenti giudiziari, per di più avvalendosi di mezzi materiali scarsi e arcaici. Tale desolante quadro, che le ventilate riforme sono destinate ad aggravare, non può non essere il frutto di una deliberata volontà: la Giustizia non deve funzionare. Inoltre, per evitare in futuro indagini penali nei confronti dei governanti, si pretende di asservire l’ordine giudiziario al potere

giugno-luglio 2011 13 notiziario anpi


SE QUESTO E' UN PARLAMENTO

società esecutivo, in spregio al consolidato principio della divisione dei poteri e alle garanzie da ciò derivanti a tutti i cittadini. Per lo stesso fine, si vorrebbe imbavagliare la stampa libera, che non potrà più divulgare notizia delle malefatte delle persone preposte al governo del Paese. E così echeggia ancora attuale la pretesa già un tempo formulata, chiara e forte, da uno dei pochi giornali non asserviti al regime fascista: “da oggi deve cominciare davvero, e definitivamente, la restaurazione della legge in Italia… La legge deve tornare ad imperare unica e sola, senza eccezioni, senza distinzioni, senza attenuazioni.” (“La Stampa”, sabato 14 giugno 1924, editoriale, op. cit., pag. 272). Quando poi gli uomini politici affermano

con dispregio che, in fondo, i magistrati sono soltanto vincitori di concorso non suffragati dal voto popolare e che perciò devono sottostare al potere politico, enunciano un compendio di bestialità. La forza del magistrato, invero, si fonda unicamente sulla sua preparazione, sull’indipendenza e sul rigore morale. E poiché egli nulla deve ad alcuno, è condizionato soltanto dalla propria scienza e coscienza. La sua condotta professionale è veramente dispiegata nec spe nec metu, senza speranza di ricompense e senza timore di ritorsioni. Che se poi il magistrato erra o traligna, ben cinque livelli di responsabilità lo attendono al varco, a prescindere dai normali rimedi giurisdizionali insiti nel sistema

giudiziario, funzionalmente volti a correggere eventuali errori. Altrettanto non può certo affermarsi per una certa classe politica, manifestamente incolta e dedita a ogni sorta di mercimonio, a ogni degradante compromesso e pretenziosamente anelante a una liberatoria e completa, ingiustificata immunità. Ogni parlamentare, ogni elettore, ogni cittadino, in conclusione, dovrebbe scolpire nella sua mente il seguente illuminato e illuminante pensiero: “L’indipendenza del potere giudiziario è stata una delle più grandi garanzie di giustizia che l’uomo moderno sia riuscito a conquistare.” (Antonio Gramsci, Odio gli indifferenti, Chiarelettere, 2011). Giancarlo Ruggieri

IO MI SENTO

E SONO UN ITALIANO

Intervento del giovane marocchino Hicham Zaidi in Piazza dei Martiri del 7 luglio, il pomeriggio del 22 maggio, in occasione dell’iniziativa di Mondoinsieme dedicata al tema della cittadinanza come IUS SOLI E NON SANGUINIS

" Questo è il testo di quello che ho scritto e letto, spero che piaccia perché sono tutte cose vere e vissute personalmente…"

14 giugno-luglio 2011

notiziario anpi

In Italia la maggior parte delle persone non ha ben chiaro il concetto di ITALIANO, non inteso come lingua italiana (che tra l’altro anche quella per molte persone lascia a desiderare), ma inteso come l’essere italiani. La nazionalità non è una cosa che viene dedotta dal colore della pelle o dalle proprie origini, è un qualcosa che ci si sente dentro. Io posso dire di essere di doppia cultura, perché parlo sia italiano sia arabo, e conosco, anche se non dettagliatamente, usi e costumi di entrambi i paesi, tuttavia la cultura italiana prevale di gran lunga su quella marocchina per via del fatto che son nato e cresciuto qui, infatti, quando vado in Marocco mi sento solo un turista abituale (che effettivamente è cosi) e non lo sento un vero e proprio senso di appartenenza, che invece qui sento, il problema è che in entrambi i Paesi nessuno dei residenti mi considera del luogo, se non in parte. Vorrei che questo senso di non appartenenza totale tipico degli italiani di prima generazione si trasformi, con il fondamentale aiuto della società, ovvero tutti noi, presenti e non, in un sentimento di appartenenza doppia. Io pur avendo i genitori marocchini e parlando arabo sono nato qui a Reggio, al Santa Maria Nuova, e sono cresciuto come tutti i bambini “italiani” esaltando-

mi ogni volta che mi compravano il Kinder sorpresa e guardando la Melevisione, ovviamente il Marocco mi rimarrà per sempre nel cuore avendoci passato gran parte delle estati della mia infanzia e avendone conosciuto la cultura grazie ai miei genitori, però io mi son sempre reputato italiano, ma secondo lo Stato italiano non sono stato tale fino ai 18 anni, e per avere la cittadinanza ho dovuto fare file, pagare bolli, pagare timbri, eccetera… sono dovuto addirittura anche andare fino a Bologna all’ambasciata marocchina. E tutto questo l’ho fatto, nonostante mi sia sembrato ingiusto e quasi ridicolo, per uno che sa cantare tutto l’inno nazionale italiano e non una mezza riga di quello del Marocco, perché in tutti i paesi europei si da la nazionalità ai cittadini in base a DOVE NASCONO, tranne qui in Italia, che per motivi legati a quando gli italiani erano ancora un popolo di emigranti, si prende la cittadinanza italiana solamente se almeno uno dei due genitori ce l’ha già. Io mi sento in obbligo di informare più persone possibile di questa legge arretrata e inutile, sperando di poter contribuire a cambiare e migliorare il nostro paese, l’Italia. Hicham Zaidi


ALL’ANGOLO

estero

La nuova Palestina: NETANYAHU Netanyahu, Obama e Abu Mazen

Un incontenibile gaudio popolare nei Territori, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, è stato il naturale seguito del “giorno della riconciliazione”, che ha visto suggellato al Cairo l’accordo di riconciliazione tra Fatah e Hamas e le altre 11 fazioni palestinesi, con l’apposizione di una fatidica firma, che ha posto le basi per la formazione di un governo ad interim di transizione, il cui esecutivo, è stato delegato a preparare entro un anno, lo svolgimento di elezioni in tutti i Territori palestinesi. E’ stata ricucita una frattura durata quattro anni, che aveva costituito un pesante fardello politico, contro gli interessi della Palestina. Secondo il ministro degli Esteri israeliano Liberman, più che un cambiamento nella rispettiva politica, la spinta che ha portato le due organizzazioni palestinesi all’accordo, è stata generata dall’impatto, esercitato sui popoli arabi dalle rivolte contro i regimi dei rais mediorientali. Il ministro israeliano della Difesa Ehud Barak, in un incontro telefonico con il segretario dell’ONU Ban Ki-moon, ha espresso, da parte sua, la viva preoccupazione di Tel Aviv per la firma dell’accordo interpalestinese. Mustafa Barghouthi, segretario generale del movimento progressista “Mubadara”, ha scritto, in controtendenza, sul proprio blog che l’accordo, stipulato al Cairo, rappresentava il culmine degli sforzi di riconciliazione, e ha costituito una vittoria nazionale, conseguita grazie ai giovani palestinesi, che hanno richiesto, con costante insistenza, la fine delle persistenti divisioni interne. L’accordo ha visto una fredda reazione da parte di Washington, che ha dichiarato, attraverso il direttore politico del Dipartimento di Stato Jacob Sullivan, di esse-

re pronta a rivedere la propria politica di sostegno e aiuto diretta all’Autorità palestinese, nel caso in cui si vada alla costituzione di un nuovo governo in Palestina.. In contrapposizione la soddisfazione manifestata dal governo francese, che nel riconoscere il nuovo contesto politico, derivato dalla riconciliazione fra le parti, invita Israele ad attuare un cambio fondamentale nella politica seguita finora nei confronti della Striscia. L’accordo, com’era presumibile, è stato fortemente osteggiato da Israele, dal momento che Hamas non riconosce ancora la legittimità all’esistenza del governo di Tel Aviv, motivo per cui, così, come ha dichiarato da Londra Benyamin Netanyahu, l’accordo stesso costituisce un duro colpo per la pace, una grande vittoria per il terrorismo e un serio pericolo per l’assetto futuro di tutta la regione mediorientale, vista anche la decisione dell’Egitto, di riaprire in modo permanente il valico con la striscia di Gaza.. Risponde vivamente Abu Mazen, accusando il premier israeliano di usufruire della riconciliazione palestinese, quale scusante per evitare di affrontare in modo costruttivo i negoziati di pace. “Voltiamo per sempre la pagina nera della divisione” ha affermato ancora il presidente palestinese nel corso della cerimonia che ha seguito l’accordo. “La nostra unica lotta è contro Israele, le divisioni sono alle nostra spalle”. Hamas, ha ribadito Khaled Meshal, rappresentate di Hamas in esilio, vuole uno Stato sovrano palestinese a Gaza e in Cisgiordania e lavorerà duramente per raggiungere l’obiettivo, divenuto oggi, di valore nazionale. Insensibile a tali considerazioni Netanyahu, ospite a Londra, è durissimo e afferma nuovamente: “Giorni fa il terrorismo

ha subito una pesante sconfitta con l’eliminazione di Bin Laden. Oggi al Cairo il terrorismo ha ottenuto una vittoria”. “Hamas persegue la distruzione di Israele – aggiunge ancora Netanyahu – per cui l’unico modo, con il quale possiamo fare la pace, è trattare con nostri vicini che vogliono la pace. Coloro che vogliono eliminarci e che praticano il terrorismo non possono essere partner per la pace”. L’aspirazione e la “necessità” di Israele di avere un nuovo nemico sono stati trovati ancora una volta. Su tutt’altra strada è il primo ministro palestinese Salam Fayyad. Con i giornalisti presenti a Ramallah parla di un “evento felicissimo”, aggiungendo che è stato fatto un primo, importante passo, aspettato da molto tempo, poiché l’unità nazionale è da considerarsi una questione fondamentale per consentire la nascita di uno Stato sovrano. Un riconoscimento sia pure ancora formale che sta nascendo un nuovo Stato, è venuta dal presidente Obama, che in un incontro ufficiale con la stampa, ha sollecitato Israele a riprendere i contatti di pace con i palestinesi, partendo dal rientro dello Stato ebraico entro i confini del 1967. Anche il governo italiano ha fatto la sua parte attraverso il presidente Napolitano, che ha dato disposizioni affinché la nuova Palestina possa usufruire di una sede diplomatica a Roma. E’ nato così un nuovo interlocutore con il quale, volente o nolente, Netanyahu dovrà confrontarsi vista l’intenzione espressa da tutti i leader palestinesi compreso Hamas, di trasferire il testo dell’accordo in fatti concreti sul campo. Bruno Bertolaso

giugno-luglio 2011 15 notiziario anpi


cultura

INDIA New Delhi, per strada A sinistra: Jaipur, visita a una residenza patrizia

ANDARE E TORNARE DALL’INDIA: “MI VIENE DA DIRE SOLO: INCREDIBILE!”.

“Un paese dai fortissimi contrasti: gente poverissima che vive per strada, bambini che vengono usati per elemosinare (ricordo il film The millionaire che secondo me rispecchia molto la realtà indiana). Sulle stesse strade, abbiamo visitato delle residenze “patrizie” dove dilaga lo spreco. Stessa cosa quando entri negli alberghi: un altro pianeta!” Andare in India non è un viaggio semplice dal punto di vista emotivo. Quando arrivi a casa e ti chiedono: “Allora come è andata?” mi viene da dire solo: ”Incredibile!”. Abbiamo deciso di andare, io e Monica, perché l’organizzazione del viaggio prevedeva 12 persone e finalizzato molto al vedere per fotografare. Quindi, siamo 16 giugno-luglio 2011

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partiti il 10 marzo destinazione New Delhi. Il primo impatto l’abbiamo avuto con il traffico: caos totale! Ci siamo trovati in strade con un cammello e una moto di grossa cilindrata, un carro trainato da buoi e una bicicletta, un gruppo di capre e un camion con disegni fatti a mano sulla carrozzeria, una mucca che gira libera-

mente e fa rallentare una Mercedes ultimo modello, un autobus con l’aria condizionata e uno senza le portiere e persino un elefante! Il tutto, in qualche modo circola e senza tanti incidenti, nessuno si arrabbia ma tutti suonano clacson e campanelli. L’India conta più di un miliardo di abitanti, un paese molto religioso, convivono diverse religioni: l’82 percento sono


cultura

Baraccopoli di New Delhi

Davanti alla stazione ferroviaria di Agra

Indù, poi ci sono i buddisti, i giainisti, i sikh, i musulmani, i cristiani, gli ebrei e i seguaci di Zoroastro. Coesistono tutti in modo pacifico. In un piccolo villaggio si possono trovare il tempio, la moschea e la chiesa. Tutti si salutano dicendo: “Namastè” che vuol dire: saluto il dio che c’è in te. Quasi tutte le religioni si basano sulla reincarnazione. Lo spirito deve subire una serie di rinascite, con vari gradi di sofferenza e desiderio. E’ molto semplice: se sei povero è perché nella vita precedente hai peccato, quindi ora stai espiando per essere felice nella prossima vita. Se sei ricco è perchè sei stato buono nella precedente vita e ora sei di esempio per i poveri. Semplice e funzionale: un miliardo di persone tranquille e pacifiche. Un paese dai fortissimi contrasti: gente poverissima che vive per strada (ci dicono per loro scelta), bambini che vengono usati per elemosinare (ricordo il film The millionaire che secondo me rispecchia molto la realtà indiana). Sulle stesse strade abbiamo visitato delle residenze “patrizie” dove dilaga lo spreco. Stessa cosa quando entri negli alberghi: un altro pianeta! Abbiamo visto diverse baraccopoli con fogne a cielo aperto e abbiamo visto una cerimonia di matrimonio: un lusso sfre-

Varanasi, cataste di legna che vengono usate per la cremazione

Varanasi, cerimonia religisa sul Gange

nato! Abbiamo visto negozi per strada simili a piccole baracche e centri commerciali con tutto e di più non lontano gli uni dagli altri. Poi abbiamo visto le fortezze, i templi, le moschee, Khajuraho e le sue sculture erotiche, il fantastico Taj Mahal, Sarnath, il luogo dove Buddha avrebbe rivelato le sue dottrine. Tutte costruzioni di una bellezza indescrivibile che richiamano l’amore, la pace, l’armonia spirituale. L’ultima parte del viaggio è stata a Varanasi, la città sacra. La sera abbiamo assistito sulle rive del Gange alla cerimonia della preghiera. sei sacerdoti su piattaforme ricoperte di petali di fiori coloratissimi, rivolgevano ai quattro punti cardinali canti, preghiere e incensi. Un’atmosfera veramente coinvolgente. All’alba invece abbiamo percorso a bordo di barconi le rive del Gange dove gli indù si purificano immergendosi nelle acque del fiume attraverso delle scalinate chiamate “Ghat”. Alla fine della navigazione abbiamo attraccato al Ghat Jalasai, famoso per le cremazioni. Alte cataste di legna che bruciano... essere cremati a Varanasi e gettate le ceneri nel fiume sacro è una grande ambizione per gli indù.

I primi inglesi giunti qui scrivevano di... “un pervasivo esotismo, di un misterioso fascino inebriante”. E’ veramente difficile capire che tipo di sensazione ti lascia questo viaggio, cercare di capire per poterlo esprimere, ma non riesco a dire altro che “INCREDIBILE”! Il 21 marzo siamo tornati a casa, abbiamo visto New Delhi, Jaipur, Agra, poi in treno fino a Jhasi, quindi Orchha, Khajuraho e Varanasi. Ho fatto una ricerca sulla lotta per l’indipendenza dell’India. E’ durata più di trent’anni. Nel 1915, quando Mohandas Karamchand Gandhi, (detto più tardi Mahatma “Grande Anima”) tornò dal Sudafrica, si mise alla testa di una protesta morale contro gli oppressori inglesi. Questa lotta consisteva nel non seguire le leggi in maniera pacifica e accettare spontaneamente le pene previste: disobbedienza civile. Il 14 agosto 1947, davanti al Forte Rosso nella vecchia Delhi, la bandiera indiana sventolò per la prima volta. Il modello e l’insegnamento di Gandhi è stato ed è ancor di più oggi necessario per trovare un equilibrio tra le esigenze di modernizzazione, le avanzate tecnologie e le forti tradizioni del Paese, i riti religiosi, le caste e i matrimoni combinati. Angelo Bariani giugno-luglio 2011 17 notiziario anpi


cultura La Costituzione Italiana mi sta a cuore

iCare L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. I care! La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. I care! Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge. I care! L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli popoli. I care!, mi interessa.. Lo hanno detto con il loro impegno, reale e concreto, circa cinquecento studenti di 23 classi scolastiche di Istituti secondari (di primo e secondo grado) partecipanti al Progetto “I CARE – Cittadinanza e Costituzione”. Un vero e proprio percorso di cittadinanza attiva proposto, in occasione della ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, alle scuole secondarie della città e della provincia da “Il Granello di Senapa”, il Coordinamento pastorale della Diocesi di Reggio Emilia per la formazione e l’educazione alla mondialità e al servizio. Il Progetto che prevedeva anche un Concorso è stato realizzato con il contributo della Provincia di Reggio Emilia e la collaborazione dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Gli Istituti scolastici che hanno aderito sono stati: “Città del Tricolore”, “A. Zanelli”, “A. Motti”, “Filippo Re”, “Galvani-Sidoli” tutti di Reggio Emilia; Liceo “R. Corso” di Correggio (RE), CIOFS di Bibbiano (RE) e inoltre il Consiglio comunale dei Ragazzi e delle ragazze presso l’IC “Marconi” di Castelnovo Sotto (RE). Obiettivi del progetto? Accompagnare i giovani delle scuole e i loro insegnanti nell’educazione per “lo sviluppo delle competenze relative alla cittadinanza attiva”, ossia legalità, etica, responsabilità, impegno, coscienza critica, valori sanciti dalla Costituzione italiana. In altre parole, far conoscere gli articoli della Costituzione e stimolare i giovani a sperimentarsi nella cittadinanza,

18 giugno-luglio 2011

notiziario anpi

Cinquecento studenti di 23 classi scolastiche di Istituti secondari (di primo e secondo grado) hanno partecipato al progetto “I CARE – Cittadinanza e Costituzione” proposto, in occasione della ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, da “Il Granello di Senapa”, dal Coordinamento pastorale della Diocesi di Reggio Emilia per la formazione e l’educazione alla mondialità e al servizio.

a prendersi delle responsabilità nel loro contesto, con creatività e senso critico. Obiettivi raggiunti, a giudicare dagli elaborati presentati dagli studenti stessi il 31 maggio scorso, in occasione dell’evento finale del progetto, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, con cerimonia di premiazione della classe vincitrice del Concorso, alla presenza del prof. Fulvio De Giorgi, presidente del Corso di Laurea di Scienze dell’Educazione, del prof. Luciano Corradini, testimone speciale di cittadinanza attiva, di alcune rappresentanze pubbliche e degli insegnanti e formatori che hanno accompagnato le classi in questo percorso formativo, dentro e fuori scuola. Il Progetto ha previsto varie fasi: la formazione degli insegnanti, curata dal prof. De Giorgi, le attività laboratoriali in classe, proposte dai formatori del Granello, il lavoro di approfondimento di un articolo della carta costituzionale e di conoscenza da parte degli studenti dei bisogni della propria realtà territoriale, l’elaborazione scritta del progetto di cittadinanza da presentare al concorso, la valutazione dei lavori da parte di una Giuria (composta da membri della società civile e del mondo dell’associazionismo), l’evento finale di presentazione e premiazione. Il primo passo del Progetto è stato quello di far percepire ai ragazzi il loro essere parte di una “comunità”, il loro essere membri di una società, con tutto quello che ciò comporta. Il modello da seguire? Quello cooperativo, adottato dai Padri costituenti per scrivere insieme la Costituzione negli anni 1946-47, quando le differenze diventavano motivo di confronto finalizzato alla ricerca del bene comune. A loro stava a cuore una nuova Italia, un Paese che potesse rinascere sulle macerie della seconda guerra mondiale.

Così, partendo dalla situazione odierna del nostro Paese e dagli articoli della Costituzione, si è chiesto alle singole classi di fare un lavoro di squadra, definendo il bisogno prioritario della scuola e/o del territorio attraverso una scrittura collettiva, nello stile di don Milani (da cui proviene l’espressione “I care” che dà il nome al Progetto) e cercando di rispondere ai problemi proponendo un’alternativa, strategie efficaci. A ogni gruppo è stato consegnato un kit (la borsa I care) con materiali cartacei e multimediali, contenente anche un diario di bordo su cui scrivere le varie fasi del percorso. L’articolo 3, sulla diversità e uguaglianza, è stato quello più sentito dagli studenti per le caratteristiche dei bisogni delle singole classi; anche se non sono mancate le preferenze per altri articoli, tra cui l’art. 1 (sovranità del popolo), l’art. 4 (lavoro e legalità), l’art. 21 (libertà di informazione) e il 34 (diritto allo studio). Uno sforzo che ha dato alla luce diverse proposte elaborate dalle singole classi e valutate dalla Giuria per la premiazione finale, una sfida raccolta anche dallo sponsor che ha erogato una quota in denaro a disposizione della classe vincitrice del Concorso, da utilizzare per la realizzazione del progetto medesimo nel corso dell’anno scolastico 2011-12. Anche gli altri progetti presentati vedranno una fase di sviluppo il prossimo anno, con l’accompagnamento dell’èquipe del Granello di Senapa e degli insegnanti stessi, che in questi mesi si sono appassionati al progetto insieme con i ragazzi e sono stati per loro guida riferimento e custodi, oltre la prioria disciplina didattica, di un sapere unico e trasversale, quello della Costituzione Italiana. Matteo Gandini


cultura

Brigata Katiuscia di Paolo Bonacini: non solo un libro giallo

Oltre l’apparenza, e il piacevole stupore di trovare un giornalista-autore (Bonacini è stato direttore di Telereggio) che non scrive con la monotona linearità d’un professionista della cronaca prestato alla narrativa, in Brigata Katiuscia si evidenziano tratti distintivi in base ai quali l’esito finale ha qualcosa in più; non si colloca nel ristretto ambito di sottogenere (il “giallo”), ma assume una dimensione più vasta, letteraria in senso lato, dove la minuziosa esposizione dei fatti e lo sviluppo degli eventi non sono unicamente pretesti d’intreccio, bensì elemento fondante per una meta-narrazione sulla Resistenza. Il gusto del dettaglio, sia sui connotati fisici e psicologi dei personaggi, sia sui luoghi, non genera semplicemente un effetto di realtà, diviene invece struttura narrativa, componente essenziale di racconto. Sul piano formale la scrittura risulta efficace e di ampio respiro, rendendo appieno la ricchezza di contrasti nei caratteri dei protagonisti, nelle vicende da essi vissute e nei luoghi. Registri e costruzioni sintattiche sono diversi a seconda delle situazioni, con dialoghi serrati e brevi nei quali l’italiano stentato, talvolta sgrammaticato, si alterna ad espressioni dialettali, a descrizioni fedeli, ricche di particolari e di sensazioni, di ambienti e personaggi pescati nella realtà della terra emiliana: dalla frazione di Villa Curta al paesino di Luzzara, dal burbero, tuttavia sensibile partigiano-contadino Tom, alla dolce

Un delitto del dopoguerra nel famigerato “triangolo della morte” e un nuovo caso da risolvere per il giornalista-detective Corrado Grisendi: è questo, in apparenza, il mix di suspense e di sensazioni forti proiettato nello scenario storico della Resistenza dal terzo “giallo” di Paolo Bonacini, intitolato Brigata Katiuscia (Miraviglia editore).

quanto determinata staffetta Neve, immersa nel sognante e al contempo aspro paesaggio del Grande Fiume. In Brigata Katiuscia, però, c’è ancora qualcosa di più, una prospettiva umana e morale che può essere emblematicamente riassunta nella dura, polemica testimonianza di vita partigiana di Tom: “La guerra è una cosa teribile e noi eravamo ancora dei ragassi. Non eravamo capaci di soportare il dolore che c’era in giro. E alora diventavamo cativi anche noi…Perché dovevi pur scaricarla da qualche parte quella rabbia lì, che se no diventavi matto…Voi oggi non lo capite questo qua. Scrivete la guerra come racontate un incidente stradale capitato ieri”. Come si può vedere, nel libro di Bonacini esiste un ulteriore livello di lettura, attraverso il quale l’avvincente struttura narrativa conduce il lettore sino al valore storico e umano della Resistenza e oltre ancora, con le vicende di Aronne-Tom e della sua amata Domenica (la staffetta partigiana Neve) trasferite nella rappresentazione icastica di un conflitto non limitato nel tempo e nello spazio, ma proiettato nella dimensione più vasta dell’esistenza e del destino, simboleggiato alla fine del libro da un incontro tra i due vecchi partigiani-amanti capace di strappare qualche lacrima ai lettori sensibili. Ecco il “di più” di cui si parlava, che sul piano letterario suggerisce l’accostamento fra Brigata Katiuscia e Una questione privata, di Beppe Fenoglio, giudicato da

Italo Calvino il vero romanzo della Resistenza, ossia un grande teatro nel quale vengono richiamati vizi e virtù, dove il “privato” inteso come tensione sentimentale e morale diviene non solo memoria e testimonianza, ma anche tema e intreccio per far emergere i nuclei-forza della lotta di liberazione, nella tragica cornice della guerra civile, con le connessioni tra etica e politica, male e violenza, vita e morte, e pure tra passioni, dubbi, incertezze. Su questo terreno fertile, sebbene impervio, fiorisce il nuovo “romanzo resistenziale” di Bonacini, metafora della lotta per la libertà e della condizione umana, del significato civile e morale di una scelta e della violenza necessaria, dell’odio e dell’amore, della verità contro il pregiudizio e i tentativi di invertire il senso della storia per fini personali o politici. Aggiungendo all’eterna polemica del “Chi sa parli” il naturale corollario del “Chi non sa stia zitto”, con un’opera che parla alla memoria affinché giunga al cuore, l’autore offre un profondo, sentito omaggio al proprio padre, il partigiano Teranghi, e a tutti i Tom e Neve impegnati, da quei venti mesi di guerra sino ad oggi, nel salvataggio di una dignità. Non resta più nulla da dire, ora, se non con le parole di Tom, forse le stesse di papà Bonacini: “Io la Resistenza non l’ho letta. L’ho fatta. Sé ‘vdom!”. Giovanni Guidotti

giugno-luglio 2011 19 notiziario anpi


cultura

o l l e c s e r B , ” i h g i la primaria “T. R

Scuo

e l i r p a 5 2 o r t s o n l I

Nell’ambito dell’iniziativa “XXV Aprile 2011”, un interessante progetto-laboratorio di educazione alla cittadinanza è stato sviluppato dalle classi VA e VB della scuola primaria “T. Righi” di Brescello, coordinate dalle insegnanti Mara Rubizzi, Raffaella Rozzi e Francesca Borettini. I ragazzi hanno lavorato sul libro Il nazista e la bambina, scritto da Liliana Manfredi Del Monte, superstite della strage della Bettola, sulle colline di Reggio Emilia, avvenuta nella notte del 24 giugno 1944. La lettura del libro ha fatto affiorare tante domande e i ragazzi hanno avuto così modo di riflettere sulla brutalità della guerra e delle stragi nazi-fasciste avvenute nel nostro territorio. Il progetto si è concluso con un momento pubblico nella giornata di domenica 17 aprile, in occasione del 66° anniversario della liberazione. Ecco una breve cronaca della mattinata. (an.fa.) Il sindaco con Liliana Del Monte Gli alunni e le alunne delle classi V°A e V°B della scuola elementare “T. Righi” di Brescello

20 giugno-luglio 2011

notiziario anpi

Il nostro 25 aprile

Dopo la Santa Messa, il 17 aprile ci siamo riuniti in Sala Prampolini, a Brescello, per la celebrazione del 25 Aprile. Il Sindaco Giuseppe Vezzani ha intervistato la signora Liliana Del Monte Manfredi. Alcuni mesi fa, a scuola, abbiamo invitato la signora Liliana per conoscerla, avendo letto in precedenza il suo libro intitolato Il nazista e la bambina che ci aveva molto colpito. Rispondendo alle nostre domande Liliana ha raccontato la sua vicenda sintetizzandola e rimarcando che “è nata quattro volte: si è salvata nella sparatoria, poi dall’incendio, dal volo dalla finestra e, infine, quando il nazista l’ha risparmiata”. Questa triste storia ha molto emozionato tutti, emozione sottolineata anche dalla presentazione del video realizzato dal Gruppo VideoClub di Brescello. Lo scorrere delle diapositive [il DVD è visionabile nel sito www.istoreco.re.it sezione archivio video, ndr] unisce il presente: noi alunni di undici anni mentre intervistiamo la Signora su questa strage avvenuta quando Lei aveva la

nostra stessa età, e il passato con immagini della seconda guerra mondiale e foto personali della scrittrice, il tutto accompagnato da una canzone scritta e cantata dal nipote della Signora sulla stessa vicenda che ci ha fatto rabbrividire per la crudeltà degli uomini verso altri uomini. La manifestazione è continuata con la presentazione del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze da poco insediato e, con una serie di diapositive, sono state illustrate le varie fasi di preparazione dei ragazzi delle quarte e quinte della scuola primaria e di tutte le classi della scuola media che hanno partecipato della progetto per allenarsi alla “democrazia”. Infine, le classi quinte hanno suonato il flauto e cantato alcune canzoni in ricordo della II guerra mondiale, in onore del maestro di musica, Valerio Venturini che ci aveva preparato per questo saggio musicale, perito tragicamente il 3 aprile scorso. E’ stata una bella giornata, con emozioni che ricorderemo tutti. Gli alunni e le insegnanti delle classi 2ª A e B


Come le filastrocche di Gianni Rodari

cultura

La Costituzione… che soddisfazione!

Un libro di Massimo Montanari con i disegni di Antonella Battilani Il libro, rivolto ai bambini, racconta in rima 23 articoli della Costituzione (1-13; 16-17; 21; 30; 32-33; 34; 38; 48; 53). Qui di seguito un assaggio delle rime di Montanari che ci presentano la nostra Carta fondamentale: La Costituzione C’è un libro molto bello ed è la legge del Paese, / ci sono scritte cose giuste, sperando sian comprese. / La Costituzione è il libro dell’Italia dice cose vere, davvero non si sbaglia. / E’ il regolamento di tutti gli italiani nasce dal passato, ma pensa sempre al domani, / è fatta di diritti, di regole e doveri, ma è fatta soprattutto di splendidi pensieri; / è un libro che racchiude ogni uomo e il suo colore, scritto con il rimo del battito del cuore. / La Costituzione dice che il Popolo è uno / e se ognuno va da solo, sarà sempre nessuno, / perché è proprio la forza che ci dà l’unione, / questo vuol far capire la Costituzione!

Massimo Montanari, La Costituzione… che soddisfazione!, Incontri editrice, Sassuolo (MO), 2010 euro, 13.

Question time. Che cos’è l’Italia?, Il nuovo libro di Massimo Storchi Con piacere pubblichiamo le note di copertina che presentano il nuovo libro del noto storico reggiano Massimo Storchi, autore di numerose opere fra cui ricordiamo l’ultima scritta con Italo Rovali, Il primo giorno d’inverno. Cervarolo 20 marzo 1944. Una strage nazifascista dimenticata. L’Italia è stata fatta contro la Chiesa cattolica? Mazzini può essere definito un terrorista? Cosa successe a Pontelandolfo? E a Debrà Libanòs? Chi erano gli IMI (Internati militari italiani)? I partigiani comunisti volevano instaurare un regime stalinista? Cosa c’entra la Resistenza con la Costituzione? Alla fine della guerra c’è stata la mattanza dei fascisti? Cos’è stato il “boom economico”? Cos’era Gladio? E la P2? Cos’è la Padania? Cento domande (e risposte) a un interrogativo sempre più diffuso “Ma che Paese è questo?” Un Paese capace di combattere per i valori che la Costituzione ha sancito, ma troppe volte passivamente esposto a progetti autoritari o pronto a chiudersi nel proprio “particolare”: accettando compromessi etici prima ancora che politici. Un percorso attraverso centocinquant’anni di storia unitaria, un contributo a mantenere viva l’ostinata speranza che esista la possibilità di un’Italia migliore, riuscendo finalmente a recuperare, anche attraverso una seria riflessione sulla sua storia, il proprio ruolo nel panorama europeo.

giugno-luglio 2011 21 notiziario anpi


cultura www.governareggio.it

STAZIONE TAV D

una prova per Reggio

a quando Reggio Emilia ha ottenuto la stazione dei treni ad alta velocità, anziché gioire per la grande opportunità offerta alla città e alla sua provincia e unire le forze per trarne i migliori vantaggi, la comunità reggiana appare divisa e lacerata da polemiche, spesso strumentali. Ora ci si è messo anche l’Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, il quale ha dichiarato che la fermata di Reggio Emilia del treno ad alta velocità è solo una perdita di tempo e non sarà la presenza della stazione che obbligherà i treni a fermarsi. Dichiarazione improvvida, ma la questione è di tale rilevanza, per il futuro di Reggio, che merita riflessioni approfondite e pacate. Cominciamo col dire che la nostra comunità ed in particolare l’intera sua classe dirigente reggiana è chiamata a confrontarsi e a rispondere con i fatti all’Aministratore delle Ferrovie. Allora poniamoci, subito, due domande importanti. La nuova Stazione TAV sarà utile per Reggio o no? Ancora. Sarà utile per l’economia nazionale oppure no? La mia risposta è sì ad entrambe. La prima. La crisi finanziaria che si è abbattuta sull’economia reggiana è stata talmente forte che ha compromesso molte certezze del passato e reso il nostro presente instabile. Immaginare lo sviluppo degli anni futuri uguale al nostro passato, mi sembra illusorio e, comunque, insufficiente. Bisogna pensare a qualcosa di nuovo, ma cosa? Poniamo che la nuova stazione mediopadana, com’era stato a lungo ipotizzato, fosse stata assegnata, non a Reggio, ma a Parma. Per usufruire dei vantaggi del nuovo vettore, avremmo dovuto prevedere efficaci collegamenti alla stazione di Parma. Modena sarebbe stata spinta verso Bologna, mentre Reggio si sarebbe trovata ad essere terra di mezzo tra due poli d’attrazione, Bologna e Parma, destinati a diventare sempre più forti. La stazione TAV, dunque, fa di Reggio l’hub (snodo) passeggeri più impor-

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tante dell’Emilia occidentale. Che la stazione sia anche utile per l’Italia e a maggior ragione per la Regione Emilia Romagna, lo dimostra proprio il fatto che se non si fosse fatta a Reggio Emilia, le Ferrovie l’avrebbero fatta a Parma. Vale a dire in una località emiliana posta in un punto intermedio fra Milano e Bologna. La spiegazione è proprio di natura economica: servire un ampio bacino ad alto potenziale di sviluppo. Quindi la nuova stazione TAV a Reggio è pienamente giustificata sul piano economico. A questo punto vale la pena di porci anche un’altra domanda già fonte di polemiche. Il progetto di stazione affidata a Calatrava ha comportato maggiori costi. E’ stato un errore? La mia risposta è no. E’ stata una buona decisione e per due ottimi motivi. Il primo è che un’opera destinata a rimanere bella nel tempo acquista un valore, anche identitario e simbolico, molto forte che incoraggia l’eccellenza in tutti campi di attività della nostra comunità; il secondo è che Reggio, con la stazione di Calatrava, si appresta a diventare un vero e proprio parco delle opere di uno dei maggiori architetti viventi, un luogo, come già stanno dimostrando i celeberrimi ponti, in cui la modernità e l’efficenza hanno saputo fondersi con l’arte. Passiamo, ora, alla questione cruciale. Che fare? La TAV compete con l’aereo fino a 1000 km. di distanza. Fino a 600 vince sicuramente. Questo semplice fatto pone Reggio Emilia nella condizione di diventare località interessante per molte attività e per molte imprese. Perciò la nuova stazione, svolgendo il suo ruolo di punto d’accesso alla rete ad alta velocità, da un lato, avvantaggerà l’imprenditoria locale già insediata, dall’altro, renderà il nostro territorio ottimale per l’insediamento di nuova e moderna imprenditoria nazionale ed internazionale.

Ad una condizione, però. Quella di creare il terreno di coltura per la fioritura di ciò che la moderna imprenditoria richiede. Infatti, Reggio, come le vicine città di Modena e Parma, sono impegnate a definire il proprio peculiare profilo di sviluppo che dall’esterno sarà visto come un ampio carnet di opportunità tutte volte alla generazione della futura economia della conoscenza. Da questa consapevolezza nasce a Reggio l’idea di preparare il “Tecnopolo” alle ex Officine Reggiane, il Centro di Ricerca sulle Energie Rinnovabili, l’Istituto di Ricerca Scentifica dell’ospedale Santa Maria Nuova. Nasce l’idea di costruire una vera e propria “industria dei servizi educativi ” da esportare in tutto il mondo, facendo leva sulla fenomenale esperienza di Reggio Children. L’idea di far incontrare industria e università nella Meccatronica, ed altre ancora. Al centro di questa crogiolo c’è la nuova stazione medio padana. Un’occasione assolutamente straordinaria che potrà regalare a Reggio e all’Emilia-Romagna, un vantaggio rilevante, sia sul piano della competitività economica nazionale che internazionale. Non sono per nulla fantasie. Sviluppare le eccellenze reggiane di oggi, significa impiantare e coltivare i semi da cui può nascere l’economia reggiana di domani. Qualcuno ha altre proposte? Non può che essere il benvenuto, si faccia avanti e le esponga. La stazione sarà ultimata fra 18 mesi ed avrà bisogno di un periodo, non breve, di andata a regime. Da parte degli operatori, va messo in conto, perciò, una non facile fase d’avvio che richiederà maturità politica e nervi saldi. Per la comunità reggiana è giunto il tempo di mettersi alla prova, di mettere da parte le divisioni di basso profilo, ma, soprattutto, di tirar fuori tutta l’intelligenza e il buon senso di cui dispone.


di Massimo Becchi

Si chiude l’era del nucleare e si apre la nuova stagione delle rinnovabili e dei beni comuni

E'’ proprio il caso di dire “W l’Italia” che reagisce e che partecipa e che senza possibilità di equivoci dice No al nucleare e all’obbligo di privatizzare l’acqua. Si è chiusa il 13 giugno – definitivamente – l’era del nucleare e si è aperta una nuova stagione per lo sviluppo del Paese.

A

25 anni di distanza dalla prima consultazione sull’atomo, i cittadini hanno ribadito la loro contrarietà ad un modello energetico pericoloso, costoso e obsoleto, e permesso all’Italia di mantenere il primato No Nuke. Dopo aver perso due anni dietro ad una infatuazione del tutto anacronistica del governo verso un tecnologia vecchia e pericolosa, gli italiani ora chiedono la maggioranza di non fare altri danni e di legittimare il risultato elettorale dando il giusto spazio e gli strumenti adeguati allo sviluppo delle tecnologie moderne, sicure e pulite, che gli italiani hanno evidentemente scelto, consci fino in fondo dei vantaggi derivanti dall’essere un Paese privo di centrali sul proprio territorio. Questo è uno straordinario momento per il nostro Paese che deve attrezzarsi per immettersi nella scia dell’esaltante sfida tedesca sull’energia e sul clima. Va ribaltata l’attuale politica di retroguardia, che ci ha portati, ad esempio, ad allearci con la Polonia per tentare di bloccare la proposta fatta propria il mese scorso anche dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo di innalzare al 30 percento l’obbiettivo di riduzione dei gas climalteranti al 2020. Vanno invece definiti con lucidità e rapidità gli obbiettivi per il 2020, ma anche per il 2050. Partendo dal vincolo delle emissioni di anidride carbonica che fra quarant’anni dovranno essere tagliate dell’80 percento rispetto ai valori del 1990. Per farlo è indispensabile puntare a soddisfare il 100 percento della domanda elettrica con le rinnovabili. Dunque si chiede che in tempi brevi venga

delineata una strategia energetica innovativa per il paese, che si tenga una conferenza nazionale sull’energia e che si rivedano le politiche della ricerca e dell’incentivazione delle imprese dando un’assoluta priorità ai settori delle energie rinnovabili e del risparmio energetico che devono diventare un motore della ripresa economica del paese. Il risultato è tanto più clamoroso se si considera che è stato trascinato da una comunicazione passionale fatta in poco tempo e con i mezzi a portata di singolo: internet, passaparola, e. mail, sms. E poi con manifestazioni più o meno estemporanee, articoli su una piccola parte della stampa generalista e soprattutto fuori circuito, video, iniziative locali. Una partecipazione ricca di inventiva e impensabile solo qualche mese fa, fatta anche a Reggio di partecipazione spontanea, comitati, iniziative di sensibilizzazione e tanto entusiasmo. Dall’altra parte, un governo che le ha provate tutte per ostacolare queste consultazioni (no all’accorpamento con le amministrative, congelamento della legge sul nucleare, ecc.) e poi ha anche invitato esplicitamente a non recarsi alle urne. Un fatto sconcio in un paese che si dice democratico. Un’informazione televisiva che ha nascosto finché ha potuto i quesiti referendari e ha occultato le informazioni e il dibattito che comunque nel paese c’era. Una distanza enorme tra questa rappresentazione della realtà e i cittadini di un paese, nonostante tutto, vitale! Ventisette milioni di votanti, quasi tutti contro il nucleare, nonostante le informazioni scorrette che in questi

ultimi due anni sono state fatte girare ad arte sulle virtù di questa tecnologia, panacea di tutte le difficoltà energetiche. Quanta confusione generata in molti cittadini incapaci (e comprensibilmente) di maneggiare un argomento di tale complessità.Il disastro di Fukushima ha contribuito certo a risvegliare le coscienze, ma credo che anche senza questo dramma, con una corretta informazione e un ampio dibattito, nel paese il ritorno all’atomo non sarebbe comunque passato. Gli italiani hanno capito da tempo che il nucleare è una follia ma soprattutto una “trappola” per i contemporanei e per le generazioni che verranno.La questione che si pone ora è con quale faccia coloro che in questi ultimi due o tre anni hanno fatto del “rinascimento nucleare” un baluardo, una strategia nazionale non più procrastinabile, un espediente per nuovi guadagni, possano proporre e proporsi per una nuova politica energetica di transizione, centrata sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Il Governo (che ha fortemente voluto il nucleare), i grandi gruppi energetici, parte della ricerca (Enea inclusa) cosa ci diranno ora? Attori chiave di una rivoluzione energetica che non avrebbero più quell’autorevolezza necessaria per diventare parte di questo processo che è quanto mai urgente. Non ci vuole poi molto per riportare tutte le loro dichiarazioni ufficiali di questi anni. Ma qui basterà ricordare quanto disse Berlusconi ai margini della firma con Sarkozy di oltre due anni fa: chi non credeva al nucleare è un fanatico e un addormentato, diceva il nostro premier.

giugno-luglio 2011 23 notiziario anpi


MILANO MATRIX Q

uello che è successo negli ultimi giorni della campagna elettorale a Milano è un evidente dimostrazione di come in Italia vi sia in atto da tempo un sovvertimento della realtà, o meglio un mescolarsi di diverse realtà dove è sempre più labile il confine tra reale e finzione, tra vissuto vero e proprio e costruzione dell’immaginario. Quando fra decenni si studierà dal punto di vista sociale, politico e antropologico questo nostro sfortunato periodo sicuramente vi saranno diversi elementi per parlare di una moderna e nuova forma di fascismo. Una forma autoritaria che non interviene direttamente sul corpo e sulle libertà individuali, ma che tende ad occupare e colonizzare i sogni, la percezione, le coscienze. Come ormai è appurato la cultura televisiva berlusconiana ha costruito la cultura popolare italiana degli ultimi decenni, sostituendo simboli, feticci, linguaggi, prospettive. Intere generazioni sono cresciute seguendo gli stili, la fenomenologia, l’interpretazione del quotidiano filtrato da una spettacolarizzazione dell’intimo, dalla trasformazione della vita di ognuno in uno show perenne, SEGNALI DI PRONTA GUARIGIONE

osceno e confezionabile. Uno spettacolarità diffusa che presto si è rivelata una bonaria forma di controllo e plagio del senso critico. Quello che Debord, Baudrillard o i Situazionisti avevano profetizzato, analizzando la società contemporanea, si è pienamente realizzato in Italia. A questo punto si potrebbero tirare fuori molti titoli della letteratura cospirazionista, sciencefiction, apocalittica, utopista: da Ballard a Orwell, da Samuel Butler a Gibson, da Pynchon a Hakim Bey... libri che parlano di sistemi sociali fondati sulla finzione, su realtà ribaltate, su luoghi in cui ogni normale attività umana viene sostituita da bisogni e desideri indotti. Quello che poi si è mosso nella realtà milanese è stato forse il segnale di uno svelamento ormai agli occhi di tutti: le armate catodiche della potenza Fininvest stanno occupando le nostre strade, le nostre piazze, dopo che era stata facile conquista l’occupazione delle nostre case attraverso armi di distruzione di massa critica, le televisioni. Come agenti sovvertitori, uomini della Fininvest (attori, comparse, agenti segreti, figuranti) hanno cominciato ad aggirarsi nella città travestiti da finti zingari,

da finti militanti dei centri sociali, inscenando provocazioni, aggressioni, recitando copioni e parti scritte da addetti alla comunicazione, da esperti di sabotaggio mediatico, da scienziati della paura. L’occupazione della città come l’occupazione delle vite dei cittadini. La fiction televisiva che straripa, che tracima, che allaga e si diffonde come uno tsunami (ho usato volutamente questa parola come esempio di linguaggio indotto e mutuato dai proclami catastrofisti) investendo le intelligenze, gli anticorpi sociali, l’alternarsi di stato di veglia e stato onirico. Finzione, piani di realtà che si sovrappongono, allucinazioni collettive, paranoia, esperimenti di simulazione, controllo occulto, psicopolizia, minority report, ubik spray, simulacri, la FININVEST l’oscuro esoterico organo della cultura italiana, la fiction che si agita e vermicola nelle strade, nella metro, replicanti col marchio del biscione nella matrice, MILANO dove si scontrano universi alternativi. Come nei libri e nelle teorie di Philip K. Dick.

Il nostro abituale e apprezzato collaboratore Saverio Morselli ha subito un lieve infortunio alla mano destra che gli ha impedito di redigere la sua rubrica Segnali di Pace. La Redazione gli augura una pronta guarigione e lo aspetta all’appuntamento di settembre.

24 giugno-luglio 2011

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di Riccardo Bertani

I KARAIMI Continuando i suoi scavi nelle profondità della storia e delle culture, questa volta Bertani ci restituisce memoria di un popolo e di una cultura pressoché scomparsi. Si tratta dei Karaiti, in ebraico Karaim, il cui nome deriva dalla parola ebraica Mikrà, “Scrittura”, come gli ebrei chiamano il cosiddetto Antico Testamento, la Scrittura per eccellenza. Ciò in quanto, come ben spiega Bertani, il loro ebraismo religioso si basava esclusivamente sul testo biblico “ispirato da Dio”, rifiutando invece le successive interpretazioni rabbiniche (dunque puramente umane) consegnate nei Talmud di Gerusalemme e di Babilonia. In quanto popolazioni di ceppo turco “convertite” all’ebraismo, i Karaiti, non biologicamente discendenti degli ebrei “deicidi”, non erano per ciò stesso eredi della colpa. Da qui la loro emancipazione, qui ricordata da Bertani, da parte del governo zarista nel 1863. Emancipazione che invece non toccò agli ebrei. Sull’intrigante tema della identità ebraica ( religiosa?, culturale?, “razziale”?) assai stimolante il libro di SHLOMO SAND, L’invenzione del popolo ebraico, Rizzoli, 2010. L’opera ha suscitato vivaci polemiche non solo in Israele (dove Sand è ordinario di Storia contemporanea all’Università di Tel Aviv) ma anche in Francia, Gran Bretagna e Stati uniti, Paesi dove sono presenti cospicue comunità ebraiche (a.z.).

I

Karaimi, che chiamano se stessi Karaj o Karajlaj, sono un popolo che parla un idioma appartenente al ramo nordoccidentale delle lingue tataro-turche. Attualmente contano circa 2.600 individui, la maggior parte dei quali vivono in Lituania e in piccole comunità in una zona ristretta dell’Ucraìna meridionale, mentre altre comunità sono presenti in Crimea, loro terra d’origine. Il tipo antropologico dei Karaimi rispetta grosso modo quello tipico dei tatari occidentali, caratterizzato da colorito bruno, statura media e costituzione robusta, viso ovale, occhi neri e barba rada. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, piccoli gruppi di Karaimi sono emigrati in Israele e negli Stati Uniti. Le prime notizie storiche sui Karaimi risalgono al VIII-X secolo, quando ancora la loro compagine etnica viveva sotto la giurisdizione del chanato di Kazan, dove si ha notizia della loro dedizione al Karaismo, ossia al credo di quella setta ebraica che ripudiava la dottrina tradizionale del Talmud rabbinico, per attenersi solo a quello della Bibbia. Ciò fa presumere, sebbene non sia del tutto chiarita la loro origine, che i Karaimi siano i diretti discendenti di quelle popolazioni turco-tatare che nel XII secolo, per non convertirsi all’islamismo sempre più dilagante, furono costrette ad emigrare verso la Lituania, la Polonia e l’Ucraìna occidentale. L’etimo stesso di Karaimi, proviene dall’ebraico karaim, con significato di lettori di testi sacri, ossia della Bibbia, di

cui si dichiaravano fedeli seguaci da quasi un millennio. La comunanza dei Karaimi con la cultura ebraica, non si rivela solo dal lungo uso che hanno fatto della scrittura e dei numerosi lemmi giudaici che troviamo tuttora nel loro lessico, ma soprattutto dal loro costante ed immutato attaccamento al Karaismo. Anche la tradizionale usanza che hanno i Karaimi della Lituania di allevare oche, tanto da essere considerati dai popoli vicini “ pastori di oche “, ci fa presumere che pure questa sia una reminiscenza della cultura ebraica, dato che le carni di questo palmipede erano molto apprezzate nella cucina giudaica. Il governo zarista russo, sempre alquanto liberale verso le piccole comunità, nel 1863, concesse i pieni diritti civili ai Karaimi dimoranti nel suo territorio, volendo in tal modo distinguerli dagli aborriti giudaici. Questa decisone di considerare i Karaimi quali elementi non di razza ebraica, fu adottata anche dai nazisti, quando nel 1939 invasero la Polonia e la Lituania, facendo dei Karaimi dei sicuri alleati contro il giudaismo. Per tale motivo i Karaimi non subirono gravi repressioni durante l’occupazione tedesca. Semmai fu nel dopoguerra, che i Karaimi alla pari degli altri popoli minori facenti parte dell’URSS, subirono un forte processo di assimilazione da parte russa, tanto che ormai nella cittadina di Trakai in Lituania, dove oggi vive la più considerevole comunità karaima, meno del venti per cento parla la propria lingua.

Alcuni detti e proverbi Karaimi

Avere un buon compagno di viaggio, ti rende più agevole il cammino; Cerca innanzitutto di conservare l’anima, anche prima del tuo nome; Il mondo è grande, ma è difficile da percorrere se hai gli stivali stretti; Ogni cosa profuma alla sua stagione; Non è il cucchiaio che ti procura il mangiare, ma la tua mano; E’ dalla terra nera che viene il pane bianco; Non si può sfuggire ai propri tempi; L’uccello indeciso briga molto a trovare il ramo su cui costruire il nido; Anche i mitici eroi cadono sulla misera terra.

Kenessa karaitica di Trakai, in Lituania. Il nome deriva dall’ebraico Beit ha-Knesset (Casa dell’Assemblea, una delle denominazioni della Sinagoga)

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Paolo Davoli Sertorio 26 giugno-luglio 2011

notiziario anpi

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TESTIMONIANZA INEDITA DI PAOLO ATTOLINI Il 2 maggio ultimo scorso, nei locali di Rifondazione comunista, in Via Gandhi, su invito della Federazione della sinistra, ho ricordato la figura di Paolo Davoli, medaglia d’argento per la Resistenza, una delle più eroiche figure dell’antifascismo reggiano, fucilato dai fascisti il 28 febbraio 1945 dopo avere subìto atroci torture. Non avendo potuto partecipare alla commemorazione, Paolo Attolini, che fu giovanissimo partigiano prima in pianura a fianco del padre Armando, e poi sull’Appennino, nella 145a Brigata Garibaldi, ci ha consegnato questa testimonianza che volentieri pubblichiamo (a.z.). In questi giorni ho sentito parlare di una commemorazione di Paolo Davoli, martire della Resistenza e mi sono ricordato che era un compagno di lotta di mio padre e amico di famiglia. Mio padre, Armando Attolini Dario, aveva conosciuto Davoli a Parigi nel 1932, dove era riparato dopo essere sfuggito all’arresto da parte della polizia fascista. Davoli, esule dal 1924, ospitò mio padre a casa sua a Saint Denis, nella “cintura rossa”. Mio padre dovette poi tornare in Italia e purtroppo fu arrestato, processato e condannato per attività antifascista e appartenenza al Partito comunista clandestino. Tra i due non ci furono più contatti fino a quando la Francia fu invasa dalle armate di Hitler e Davoli su trasferì con la figlia Paulette a Reggio, dove mio padre era già rientrato dopo sette anni di carcere. Così i rapporti tra di loro furono riallacciati nel quadro della riorganizzazione delle fila del Pci mentre l’Italia era già entrata in guerra. Davoli veniva spesso a casa nostra e mi è rimasto nella memoria un episodio: quando arrivò stavo aiutando mia madre in cortile a fare il bucato, all’epoca avevo sui quattordici anni,. Vedendo ciò che stavo facendo mi elogiò in un modo tale che non ho più dimenticato anche se sono

passati quasi settanta anni . Poi ricordo un colloquio che Davoli ebbe durante la Resistenza con mio padre, il quale gli consigliava di darsi alla latitanza, perché i fascisti avevano già catturato un suo compagno di lotta che in caso di tortura avrebbe potuto confessare e coinvolgerlo, ciò che in effetti avvenne. Davoli in quella circostanza rispose che si sentiva sicuro, perché lavorava come sarto nella casa di suo zio, in Via Fabio Filzi, in un locale al piano rialzato dal quale si aveva una buona visione sulla via e inoltre c’era un portone di accesso sempre chiuso ed un’uscita posteriore che gli avrebbe permesso, in caso di necessità, di mettersi in salvo. Ma purtroppo, quando la brigata nera andò per arrestarlo, il portone era aperto e Davoli cadde nelle mani dei fascisti. Seguì poi la tortura, il tentativo di fuga saltando da una finestra del secondo piano della villa Cucchi, l’amputazione della gamba fratturata andata in cancrena e l’assassinio da parte di coloro che oggi qualcuno vorrebbe parificare a quanti lottarono per la libertà d’Italia. Da ultimo aggiungo che io ho sempre conosciuto Davoli come Paolo e che ho appreso il suo cognome solo dopo la Liberazione. Paolo Attolini


memoria

UNA BREVE E SFORTUNATA VICENDA PARTIGIANA Avendo letto nel “Notiziario ANPI” n. 9 del dicembre 2010, l’articolo di Francesco Bertacchini Volpe dal titolo L’Enza in piena, mi è venuta l’idea di raccontare anch’io un analoga situazione occorsa a me (ed al gruppo che stava con me) una notte dei primi di marzo 1944 quando, dopo la concentrazione e, quindi, la partenza da “casa Roma” (tra Roncolo e Quattro Castella, dove ero giunto su indicazione di Caio Grasselli di San Polo), partimmo per andare a Vetto, dove alla mezzanotte avremmo trovato una “guida”, che ci avrebbe condotto all’appuntamento con i partigiani sull’alto Appennino reggiano-parmense. Due chilometri dopo S. Polo e prima dell’allora passerella, attraversammo l’Enza per andare al Mulino di Bazzano. Infatti dovevamo evitare Ciano cioè la riva destra dell’Enza dove c’era un terribile presidio tedesco e repubblichino. Ma verso la Cerezzola ci colse un tremendo acquazzone che ci fece perdere molto tempo con la conseguenza che, marciando sulla costa parmense dell’Enza, che era gonfia d’acqua, giungemmo sotto Vetto e, più precisamente, esattamente di fronte al gruppo di case di Sole di Vetto, quando erano già le due del giorno dopo mentre il nostro appuntamento con la guida per la montagna era fissato per mezzanotte. Constatato il nostro grave ritardo decidemmo di fermarci a ridosso delle case di Sole. Il nostro gruppo era di circa una trentina fra i quali c’erano alcune donne. Fra di noi non ci conoscevamo perché il gruppo si era appena formato. Parlottammo un poco e decidemmo di mandare due di noi sulla provinciale dove, al centro di Vetto avrebbe dovuto attenderci la guida. La scelta cadde su di me (che avendo le mostrine di allievo ufficiale davo un certo affidamento) e su quello che poi conobbi essere il partigiano Giovanni Bertolini, già combattente in Spagna contro Franco. Quando fui sulla strada provinciale, in-

camminandomi sull’asfalto verso il centro di Vetto cominciai a sentire un rumore di passi cadenzati che venivano dal lato opposto; ed io, che avevo solo un misero fucile dell’Esercito, ebbi un momento di vera paura pensando potesse essere persona diversa dal Bertolini. Ma, per fortuna, era proprio lui. E appena fummo vicini, dopo aver cautamente perlustrato il posto, non ci rimase che constatare che, certo a causa del nostro eccessivo ritardo, della guida che avremmo dovuto trovare sul posto non c’era alcuna traccia perché, se era venuta a mezzanotte, alle due del mattino se ne era giustamente andata via. Raggiunto il gruppo stante anche l’approssimarsi dell’alba, decidemmo di fermarci in loco distribuendoci nei vari fienili e stalle delle case contadine che formavano la borgata di Sole di Vetto. Ci eravamo quasi tutti già installati alla bell’e meglio quando, improvviso e strepitante, sentimmo pervenire dall’alto della provinciale sovrastante, un intenso e diffuso crepitare di fucili mitragliatori e simili. Capimmo subito che erano tedeschi e fascisti. Svegliarci di botto e metterci a correre giù per la scarpata per raggiungere la costa parmense attraversando l’Enza, fu un tutt’uno. Nonostante la disposizione a ventaglio qualcuno fra i trenta di noi che correvamo verso l’Enza per attraversarla e passare sul parmense, rimase ferito, tanto che, come seppi poi, fu ricoverato in una infermeria in una casa presso la pedecollina reggiana. Mi sono sempre ricordato di lei e poi cercato di sapere che sorte avesse avuto una ragazza di Bibbiano (forse di Barco) che, quando si cominciò a sentire la sparatoria, ci disse che era molto preoccupata perché, essendosi arrotolata sotto alla gonna attorno alla vita la bandiera della sezione socialista, temeva (se fosse stata presa) di essere individuata come parti-

Dino Felisetti

giana e antifascista. La trentina che eravamo di disperdemmo credo tutti velocemente attraversando l’Enza in piena incuranti di bagnarci fino alle ginocchia pur di raggiungere l’altra sponda. Poi di lì ognuno prese la propria strada ed io essendo pratico dei luoghi perché abitavo a S. Polo, trovai subito la strada verso il mulino di Bazzano (così evitando Ciano dove c’era il presidio tedesco) e riuscii, passando per le campagne, a rientrare a S.Polo dove, da mio padre, appresi che Caio Grasselli (il capo zona che mi aveva avviato due giorni prima alla “casa Roma” da dove era partita la mia breve “avventura partigiana”) era stato arrestato. Questo sfortunato episodio è ricordato alla pag.115 del libro Storia della Resistenza reggiana del Franzini. Quanto a me, finii pochi giorni dopo per essere rastrellato in quanto “militare sbandato” e poiché non risultò a mio carico nulla di grave, fui inquadrato in un gruppo che fu inviato a Vercelli dove finivano gli ex militari italiani sbandati per essere inviati in Germania. Ma, ebbi, fortuna, perché tramite un amico di S.Polo (che si era “imboscato” nella fureria di quella caserma), mi procurai una “bassa di passaggio” per l’ospedale di Torino dove un pietoso primario cardiologo scoprì che soffrivo di “deficienza mitralica” e mi spedì all’ospedale di Correggio poi da qui a Sala Baganza dove rimasi fino alla vigilia del 25 aprile. Dino Felisetti giugno-luglio 2011 27 notiziario anpi


memoria

R A P I T N E T T A B M I CO ALL'ESTERO Con la posa della lapide avvenuta nell’aprile 2009 presso il monumento partigiano nel civico cimitero urbano, l’ANPI di Campagnola Emilia ha voluto onorare e ricordare i 610.000 combattenti italiani. Riteniamo pure doveroso onorare e ricordare il grande contributo di tanti combattenti (150.000, di cui oltre 60.000 caduti in combattimento) che aderirono agli eserciti partigiani di Francia, Albania, Grecia, Olanda, Jugoslavia: essi, infatti, non solo hanno respinto la collaborazione, ma sono diventati anche partigiani, schierandosi contro l’esercito nazifascista. Al patrimonio della Resistenza europea

ed italiana hanno dato il loro contributo anche il nostro concittadino Roberto Zanfi e il novellarese Umberto Corradini (deceduto il 25 novembre 2002), dei quali pubblichiamo una testimonianza, in quanto protagonisti nella battaglia partigiana e per questo decorati al valor militare sia dal Ministero della Difesa della Repubblica socialista federativa Jugoslava sia dal Ministero della Difesa della Repubblica democratica Italiana. Qui di seguito pubblichiamo la testimonianza di Roberto Zanfi, mentre quella di Umberto Corradini è rimandata al numero di settembre.

Roberto Zanfi, classe 1923

TESTIMONIANZA DI ROBERTO ZANFI

Roberto Zanfi è stato decorato con: Medaglia di bronzo al valor militare, consegnata dal ministero della Difesa della Repubblica socialista federativa Jugoslava; Croce al merito, consegnata dal ministero della Difesa della Repubblica italiana; “Stella rossa garibaldina” consegnata dall’ANPI di Correggio.

Sono nato il 21 giugno 1923 a Campogalliano di Modena e poi mi sono trasferito a Correggio e successivamente a Campagnola Emilia. Chiamato a militare, renitente alla leva, nel gennaio 1943, sono stato incorporato nella divisione “Arezzo” che, in collaborazione con l’esercito tedesco, fu inviata in Albania, nella città di Bilisti, per mantenere l’occupazione militare. Il giorno dopo l’armistizio i tedeschi ci fecero sapere che i combattenti dell’esercito italiano avevano il dovere di rispettare i patti stretti con Mussolini, capo del governo fascista italiano. La nostra risposta è stata unanime: “noi abbiamo giurato al Regio Esercito italiano, non a Mussolini, quindi rimaniamo fedeli al nostro giuramento”. I tedeschi allora ci accusarono di essere traditori badoglia-

28 giugno-luglio 2011

notiziario anpi

ni, ci imposero di abbandonare le armi e ci considerarono prigionieri di guerra. Fu quindi immediata la selezione tra chi era abbastanza robusto per lavorare nei campi di lavoro e chi era inviato nei lager con i prigionieri normali. Il “tutti a casa” per noi era impossibile, perché l’imbarcarsi per l’Italia significava rischiare l’arresto, in quanto nei porti c’era un rigido controllo da parte dei tedeschi o dei loro collaboratori. Era anche difficile un contatto con i partigiani locali, perché pure per loro era un momento di grande rischio. Quindi la titubanza e l’attesa ci resero prigionieri. Eseguita la selezione, fummo subito chiusi nei vagoni bestiame, senza cibo e senza acqua per cinque giorni sul treno dal Bilisti in Albania a Belgrado in Jugoslavia. E’ stata un’enorme sof-


ANPI CAMP

ferenza, indescrivibile: eravamo tutti mezzi morti, sfiniti anche per la mancanza di ossigeno, di acqua e di alimenti. Finalmente arrivammo al campo di concentramento, dove c’era poco cibo, ma almeno c’era acqua sufficiente per dissetarsi e lavarsi. Dal campo ci portarono a lavorare lungo linee ferroviarie disastrate dai partigiani oppure sui cantieri edili per ricostruire o recuperare qualche vecchio palazzo da mettere a disposizione dell’esercito tedesco. In questo modo venimmo a contatto con la popolazione jugoslava che, nonostante le malefatte perpetrate dai fascisti italiani negli anni 1941-1942, ci vedevano meglio dei tedeschi e quindi dialogavano con noi più facilmente e si creavano rapporti di confidenza ed amicizia. C’era una signora che abitava vicino al nostro luogo di lavoro, presso la quale andavamo spesso a prendere l’acqua: fu a lei che io ed un gruppo di altri italiani avanzammo la richiesta di andare a combattere nell’esercito partigiano di Tito contro i nazifascismi. Lei ci guardò bene in faccia, quasi sorpresa, e poi disse che doveva prendere tempo prima di rispondere. Abbiamo saputo dopo che il capo partigiano era suo marito. Dopo alcuni giorni ci arrivò la conferma dell’accettazione della nostra richiesta. Il mattino successivo, di buonora, ci fece vestire con indumenti da addetti a lavori agricoli, dotandoci dei relativi strumenti di lavoro, in modo da sfuggire ai posti di blocco dei militari tedeschi o dei loro collaboratori. Per tutto il giorno camminammo fra lavoratori agricoli e collaboratori dei tedeschi, rischiando in ogni momento di essere scoperti; finalmente verso sera arrivammo nella zona presidiata dall’esercito partigiano potemmo dare sfogo alla nostra gioia di essere fra chi combatteva con coraggio e abne-

gazione contro l’esercito nazifascista. Il giorno successivo fummo convocati dal commissario di Brigata partigiana che ci informò su ciò che dovevamo fare per divenire combattenti partigiani. Prima di tutto occorreva armarsi, e le armi dovevano essere prese al nemico. Bisogna ricordare le difficoltà che avevano i partigiani all’estero, ovvero la mancata conoscenza del territorio e della lingua. Infatti sarebbe stato facile per il nemico scoprire che non eravamo jugoslavi. In pochi giorni riuscimmo ad armarci, aggredendo un fortino tedesco, e quindi iniziammo a combattere a fianco dell’esercito partigiano jugoslavo. Il comandante di brigata, visto che la mia squadra sembrava la più idonea, ci chiese di prepararci all’assalto di un reparto tedesco che avrebbe dovuto sostare nei paraggi. Ne parlai con i miei compagni e l’accettazione fu immediata. Avuta conferma dell’arrivo del reparto tedesco, esaminammo la zona e le postazioni per circondarli: fissata l’ora, al segnale convenuto entrammo nel fortino con le armi in pugno e, dopo poche scariche di mitra, i tedeschi alzarono le armi per arrendersi e ci consegnarono le armi. Certo, non è sempre andata così: in tanti altri scontri lasciammo morti sul terreno molti nostri compagni, ai quali ci eravamo affezionati e la morte, così vicina, ci toglieva il morale. Una caratteristica della brigata, una delle molle più potenti ed aggreganti, era il canto, tanto che il nostro terzo battaglione si chiamava “Mameli”, in ricordo del poeta combattente del primo Risorgimento che aveva composto Fratelli d’Italia. Oltre all’inno di Mameli si cantavano anche canzoni partigiane italiane e jugoslave, come pure canti popolari d’epoca, sempre in modo corale. Si cantava quando si vinceva, come pure quando si perdeva e si seppellivano i

RACCONTI PARTIGIANI

I N A I L A T I I N A RTIGI AGNOLA EMILIA

memoria

una testimonianza

diretta

nostri compagni caduti. Altro strumento validissimo per la vita del combattente partigiano era il giornalino della Brigata, in quanto conteneva dibattiti sul comportamento di comandanti o compagni e sui fatti politici. Con la mia squadra ho camminato combattendo, sotto la neve o la pioggia, a piedi su un terreno impervio, per oltre cinque mesi, percorrendo dai 7.000 agli 8.000 chilometri di strada; abbiamo provato l’emozione dei vincitori e liberatori, festeggiati dalla popolazione, piangendo anche noi per l’emozione e per la felicità di esseri liberati dall’occupante esercito nazifascista ormai sconfitto in tutto il mondo. (a cura di Gaetano Diavolio) giugno-luglio 2011 29 notiziario anpi


gli organi dirigenti dell'ANPI

Le cariche dell'ANPI dopo il XV Congresso provinciale svoltosi il 12-13 marzo 2011 PRESIDENZA ONORARIA Battistessa Giuseppe; Beggi Luigi; Beggi Pierino; Bonini Artemio; Campioli Giuseppe; Fantesini Nino; Ferretti Edgardo; Lelli Enrico; Montanari Maria; Montanari Marino; Orlandini Brenno; Sulpizio Mario; Valcavi Bruno; Valeriani Lidia.

PRESIDENZA Bertani Eletta, Catellani Peppino (Vice Presidente); Cattini Luciano; Cavazzini Anna Loredana; Ferrari Anna; Ferrarini Fiorella (Vice Presidente); Fontanesi Alessandro; Frignoli Alessandro (Vice Presidente); Malavasi Annita; Notari Giacomo (Presidente); Romani Giorgio; Zambonelli Antonio (Segretario)

SEGRETERIA PROVINCIALE Bartoli Ione; Benassi Ugo; Benatti Primo; Bertani Eletta; Bertani Glauco; Carbognani Chiara; Carletti Elena; Carpi Giorgio; Carri Alessandro; Catellani Peppino; Cattini Luciano; Cavazzini Anna Loredana; Cenci Gianluca; Cervi Rina; Codeluppi Sidraco; D’Andrea Ernesto; Davolio Gaetano; Ferrari Anna; Ferrarini Fiorella; Fontanesi Alessandro; Franchi Silvano; Frignoli Alessandro; Lazzari Agnese; Lini Giuseppe; Lusuardi Ireo; Magri Annalisa; Malavasi Annita; Notari Giacomo; Orlandi Nello; Orlandini Ermanno; Pinotti Avio; Porta Vanna; Romani Giorgio; Salsi Anna; Storchi Massimo; Tasselli Gianni; Terzi; Giancarlo; Vergalli Orio; Vivi Bruno; Zambonelli Antonio; Zoboletti Adriana.

COMITATO PROVINCIALE Alberti Iria; Bariani Angelo; Bartoli Ione; Bellesia Corrado; Benassi Ugo; Benatti Primo; Bertacchini Francesco; Bertani Eletta; Bertani Glauco; Bigi Gemma; Bonini Gabriella; Bortolani Mauro; Bottazzi Loris; Braglia Renzo Antonio; Cantoni Rossella; Capitani Lorenzo; Carbognani Chiara; Carletti Elena; Carpi Giorgio; Carretti Eugenio;

30 giugno-luglio 2011

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avvenimenti COMITATO PROVINCIALE

L'omaggio a Riccardo Giovanelli

Carri Alessandro; Casali Marianella; Castagnetti

Giacomina;

Catellani

Peppino; Cattini Luciano; Cavazzini Anna Loredana; Cavazzini Fernando; Cenci Gianluca; Cervi Adelmo; Cervi Rina; Codeluppi Sidraco; D’Andrea Ernesto; Davolio Gaetano; Durchfeld Matthias; Ferrari Anatascia; Ferrari Anna; Ferrari Elisabetta; Ferrari Giuseppe; Ferrarini

Fiorella;

Ferretti

Assunta;

Ferretti Glauco; Fontanesi Alessandra; Fontanesi Alessandro; Fontanesi Vando; Franchi

Silvano;

Friggeri

Bruno;

Frignoli Alessandro; Galaverni Luigi; Ghiacci Gino; Gianolio Alfredo; Giaroni Loretta; Greci Lidia; Incerti Antonella; Lazzari Agnese; Lini Giuseppe; Lusuardi Annalisa; Lusuardi Ireo; Magri Annalisa; Malavasi

Annita;

Manzotti

Maria;

Mareggini Ivo; Mazzi Giglio; Meinero Mario;

Melandri

Stefano;

Menozzi

Bruno; Montanari Fabio; Montanari Otello; Mori Roberta; Musi Germano; Napolitano Giuseppe; Nicolini Germano; Notari Giacomo; Notari Marina; Orlandi Nello;

Orlandini

Ermanno;

Pagani

Giuseppe; Pinotti Avio; Pioppi Alberto; Porta Vanna; Rinaldi Nando; Rinaldini Monica; Rivi Gianluca; Romani Giorgio; Rontevroli Tommaso; Rossini Giovanni; Rubertelli Sergio; Ruggieri Giancarlo; Salmi Yousef; Salsi Anna; Salsi Laura; Soliani Albertina; Storchi Annalisa; Storchi Massimo; Sulpizio Giacomo; Tasselli Gianni; Tavernelli Fabrizio; Terzi Giancarlo; Torri Yuri; Vacondio Renato; Valcavi Giancarlo; Venturi Claudio; Vergalli Orio; Vignali Adriano; Vivi Bruno; Zambonelli Antonio; Zardetto Rina; Zoboletti Adriana.

Il Primo Tricolore a Riccardo Giovanelli, astrofisco reggiano da anni in America Il reggiano Riccardo Giovanelli, astrofisico di fama mondiale, ha ricevuto il Primo Tricolore dal sindaco Graziano Delrio durante una cerimonia ufficiale, tenutasi in Sala del Tricolore sabato 28 maggio 2011. L’omaggio al professore rientra nelle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, occasione per riscoprire e valorizzare le eccellenze umane e culturali di ogni città. Giovanelli, attualmente residente negli Stati Uniti, paese che gli ha offerto preziose opportunità di ricerca, ha accolto l’omaggio con semplicità e modestia, sottolineando la sua fortuna nell’aver trovato occasioni importanti di crescita in ambiti accademici fertili. Il professore, espatriato negli anni ’60 per sfuggire al precariato che da ricercatore subiva in Italia, ha sottolineato quanto sia deleterio per lo sviluppo di un paese non investire nelle giovani generazioni, nel loro entusiasmo e talento. Alla cerimonia, oltre a diversi familiari e amici, anche Gianni Maiola, sindaco di Gattatico, paese originario di Giovanelli, e il nostro Vanni Orlandini, amico di Giovanelli. (ge.bi.) Foto di Gemma Bigi

giugno-luglio 2011 31 notiziario anpi


avvenimenti

I T A T R O P E D I E D O D R O IC R IN

Il Sindaco di Castelnovo ne’ Monti e l’ANPI inaugurano una lapide in ricordo dei deportati A Castelnovo ne’ Monti, il 7 maggio scorso, di fronte al Teatro Bismantova sulla facciata prospiciente la centralissima via Roma, è stata “scoperta” una nuova lapide che riporta tutti i nomi dei castelnovesi deportati scomparsi nei campi di prigionia e lavoro del III Reich. All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco Gianluca Marconi, l’ANPI rappresentata da Nello Orlandi, gli assessori Paolo Ruffini, Nuccia Mola, Mirca Gabrini e Savio Bertoncini, i capigruppo di minoranza Alessandro Davoli, Federico Tamburini e Luigi Bizzarri, altri Consiglieri di maggioranza ed opposizione, il parroco don Evangelista Margini, esponenti delle forze dell’ordine di Castelnovo, ma soprattutto tanti cittadini, tra i quali numerosi familiari di coloro che sono periti nei campi di concentramento (soprattutto verso Kahla) in Germania ed i cui nomi ora saranno ricordati dalla nuova la-

pide. A seguire sono stati letti tutti i nomi riportati sulla lapide: Bezzi Inello, Carlini Roberto, Casali Armando, Coli Attilio, Comastri Pietro, Del Rio Vito, Ferrarini Ezio, Giglioli Dante, Guglielmi Ferdinando, Guidi Anselmo, Guidi Renato, Mailli Lino, Manfredi Augusto, Manfredi Giuseppe, Pedori Ennio, Peretti Dino, Peretti Pierino, Pignedoli Remo, Primavori Ugo, Reggioni Gim Aldo, Rivi Guido, Rivolvecchi Ultimio, Romei Mario, Ruffini Pierino, Santi Ferruccio, Simonazzi Ugolino, Tagliati Giuseppe, Toschi Francesco, Zuccolini Ermete. Poi Dario Schenetti ed Elena Muratori, allievi dell’Istituto Merulo, hanno suonato l’Inno d’Italia ed il Silenzio, prima che la lapide fosse scoperta ufficialmente e poi benedetta da don Evangelista. Infine alcuni parenti dei deportati hanno deposto una corona d’alloro.

Cappelletti antifascisti “Cappelletti antifascisti”, un incontro di memoria demogastronomica organizzato dalla redazione di “Pollicino Gnus” la sera del 7 maggio 2011 al Buco magico di Reggio Emilia. Foto Angelo Bariani

L’ANPI allo sciopero generale nazionale del 6 maggio scorso indetto dalla CGIL Foto Angelo Bariani

32 giugno-luglio 2011

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Mirko, il primo a destra, con gli altri partigiani Francesco Bertacchini e Fernando Cavazzini mentre rispondono alle domande dei ragazzi durante un’edizione dei “Sentieri Partigiani”, organizzati da Istoreco e ANPI

Camillo Marmiroli (Mirko) 23/01/1923-09/04/2011

Con la morte di Camillo Marmiroli, Mirko, medaglia d’argento al v.m. per la sua partecipazione alla Resistenza, scompare una delle più belle figure dell’antifascismo reggiano. Nato in una famiglia proletaria nel 1920, chiamato alle armi nella seconda guerra mondiale, raggiunse il grado di sergente di fanteria. Inviato sul fronte jugoslavo, fu testimone delle atrocità commesse dalle camicie nere contro quelle popolazioni, con la distruzione di interi villaggi ed il massacro di civili. Dopo l’8 settembre fece parte delle formazioni partigiane nella nostra provincia. Combattente nella 144a Brigata Garibaldi, fu dapprima capo squadra raggiungendo infine la funzione di vice comandante di brigata col grado di capitano. La medaglia d’argento gli venne conferita con la seguente motivazione: “Sottufficiale di fanteria sottrattosi alla cattura in territorio straniero, si univa volontariamente alle formazioni partigiane. Nei numerosi combattimenti cui prendeva parte, si distingueva per abili-

tà e perizia nell’impiego delle armi, per capacità e senso di responsabilità nelle funzioni di comando, per ardimento e sprezzo del pericolo. Durante una massiccia operazione repressiva nemica, concorreva, col tiro fermo e preciso della sua mitragliatrice, ad infliggere dure perdite a gruppi motociclisti avversari di avanguardia, continuando nella micidiale azione di fuoco nonostante fosse stato attaccato, accerchiato e colpito a un ginocchio. – Passo della Sparavalle, 10 giugno 1944” Artigiano tappezziere nel dopoguerra, fu sempre impegnato nel movimento democratico e presente nelle attività dell’ANPI e di Istoreco. Particolarmente apprezzata la sua partecipazione alle camminate sui sentieri partigiani, dove ogni volta si sottoponeva di buon grado alle domande dei tanti giovani, italiani e stranieri, con testimonianze che costituivano vere e proprie lezioni di educazione alla cittadinanza democratica ed alla cultura di pace. Un particolare ricordo di Mirko esce dalle parole di Matthias Durchfeld e Steffen Kreusler che ne sottolineano l’entusiasmo fin dai primi sentieri partigiani, iniziati nel 1993: il convinto sostegno di Camillo ha contribuito al loro successo. E da allora non ha mai

mancato un appuntamento, nemmeno quello del settembre 2010. E per avere un’idea del suo carattere e adattabilità, racconta Matthias, “nel 2006, già ultraottantenne, ha dormito senza problemi al rifugio Battisti in compagnia di tanti giovani”. E la sua contrarietà alla guerra, che non perdeva occasione di sottolineare, nasceva dalla sua tragica esperienza di soldato di occupazione nella Jugoslavia; un’esperienza che raccontava, insieme alla sua vita partigiana, alle centinaia di ragazzi tedeschi incontrati in questi anni. Sul sito www.resistenza.de a testimonianza che i suoi incontri con i giovanni hanno lasciato un profondo segno, c’è un saluto a Mirko da parte di ragazzi tedeschi. Il 23 gennaio dello scorso anno ricevette, assieme al coetaneo Paride Allegri, Sirio, un caloroso e affettuoso omaggio da un gruppo di giovani e meno giovani che festeggiarono, al canto di Bella ciao, il loro 90° compleanno . L’ANPI e Istoreco rinnovano ai familiari le più sentite condoglianze. In sua memoria gli amici del famoso “113” dell’ANPI sottoscrivono pro Notiziario.

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PIETRO MONTICELLI (FORMIGA) 06/06/1926-18/03/2011

Il 18 marzo scorso è deceduto Pietro Monticelli Formiga. Cresciuto in una famiglia antifascista (papà Gildo e mamma Esterina) ha partecipato alla lotta di Liberazione da partigiano combattente nella 26a bgt Garibaldi distaccamento “Giovani” assieme alle sorelle Clementina e Vittoria staffette partigiane. Finita la guerra emigra, come tanti altri, a Milano. Ritornato da pensionato, ha partecipato attivamente all’impegno con l’ANPI di Felina, quale vicepresidente per dare continuità ai valori e alle conquiste di democrazia della Resistenza. La moglie Lucia Binda, la figlia Mirca e i nipoti lo ricordano con dolore, assieme ai compagni di Felina e Castelnuovo Monti, che esprimono alla famiglia sincere condoglianze. I familiari sottoscrivono pro Notiziario.

34 giugno-luglio 2011

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EZZELINO TORREGGIANI

23/02/1927-24/05/2011 Il 24 maggio scorso è mancato all’affetto dei suoi cari Ezzelino Torreggiani. Giovanissimo aderisce alla Resistenza. Staffetta partigiana teneva collegamenti tra San Bartolomeo, Codemondo e la montagna. Prese parte allo scontro a fuoco tra i tedeschi in ritirata e i partigiani avvenuto a San Rigo di Rivalta. Dedito alla famiglia, onesto e gran lavoratore, nel corso della sua esistenza ha sempre mantenuto con tanta fierezza e orgoglio la propria fede negli ideali della libertà difendendo con la parola e l’esempio personale le conquiste ottenute negli anni del dopoguerra con tante lotte e sacrifici. Nel ricordarlo con profondo affetto la moglie Adelma, la figlia Mirella, il genero Emore e la nipote Simona offrono pro Notiziario. In sua memoria anche la famiglia Porta offre pro Notiziario.

AVE MORSELLI in FONTANESI

04/03/1924-06/04/2011 In memoria di Ave Morselli, sorella della medaglia d’argento al v.m. Angiolino Pippo caduto a Fosdondo il 15 aprile 1945, le famiglie Gadda, Iori, Morselli e Fontanesi, Bortolamasi, Di Donato offrono a sostegno del Notiziario.


“Sei viva dentro di me ed io ti parlo” Una "Lettera a Maria Cervi" scritta 4 anni fa, poche settimane dopo la sua morte avvenuta il 10.6.2007 Io non sono credente, ma so che le persone che abbiamo amato e rispettato vivono costantemente in noi con tutto il loro affetto ed il loro insegnamento. Maria sei viva dentro di me e io ti parlo. Riesci sempre ad incantarmi, così sincera e schietta con i tuoi discorsi accompagnati dal tono convinto della voce, dal piglio deciso del volto e del movimento delle mani. Ed io sempre ammirata ed ogni volta stupita dalla tua capacità di insegnarmi qualcosa di diverso e di nuovo quando trasmettevi con convinzione, mai con retorica, quei principi di libertà e di democrazia regalati dalla Resistenza, la cultura della memoria, l’antifascismo come modo di vivere e di sentire, di essere. Tutto ciò che è più tuo che di qualsiasi altro, tutto ciò che è il filo conduttore della tua vita, della tua intelligenza. Sempre non dimentichi di essere figlia di tale famiglia così protagonista della nostra guerra di Liberazione, così tragicamente protagonista. Eppure non cerchi mai commiserazione, non cerchi attenzione personale, non provochi tenerezze sterili. Sempre e sempre ci parli con lo scopo ben preciso di tenerci ben sveglie le coscienze per lavorare, per mantenere vivo l’insegnamento che la Resistenza ci ha trasmesso. Io sono molto orgogliosa di averti conosciuta, di avere negli ultimi tempi accolto i tuoi inviti a partecipare a tanti incontri e manifestazioni. E spero di avere raccolto il più possibile dal tuo insegnamento perché sei per me il simbolo di tutto ciò in cui credo ma anche

amica presente e profonda. Continuamente mi hai proposto nuove letture, spettacoli e incontri come anche l’appuntamento di domenica 10 [giugno 2007] al Museo con tre circoli ANPI di Codogno [Milano]. Sempre orientata a consigliarmi tutto ciò che mi serve per crescere come persona e come presidente dell’ANPI di Campegine. Donna e non partigiana. E domenica, quella che chiamo la mia ultima domenica con Maria, emerge come viva e vera nei miei ricordi e nel mio cuore con dolore ma anche con gioia. Giovanni anche tu sempre presente sul campo come solo i grandi uomini possono essere di fianco alle grandi donne. Che coppia! Cara Maria, so che Giovanni non vuole, ma a me viene da piangere quando ti penso e quando realizzo quanto mi manchi. Cara Maria che donna che sei, con il tuo sereno racconto della tua tragedia familiare, con la tua ricerca di una presentazione senza voglia di drammaticità e di crudezza oltre il necessario. Con lo spirito di dare una speranza, un futuro, un valore positivo della vita senza però dimenticare mai. Caro Giovanni in tutto ciò di così grande e importante noi (ci) divertiamo anche. Le battute e le risate con te e Maria. E le vostre domande dubbiose e scherzose sul tempo che passo con voi, con dei “vecchi”. Sul fatto che non dico mai no alle vostre richieste. Sempre quella domenica cosa mi ha fatto cambiare idea e venire con voi e i

Nel 4° anniversario della morte di Maria Cervi

milanesi a pranzo. Non so cosa di preciso mi ha detto di telefonarvi, ero già a casa, per venirvi a prendere al Museo e stare con tutti voi. Mi mancano le tue telefonate. “Maria? Sono Maria”. E sapendoti sofferente ti ho chiamato solo per farti sentire la mia vicinanza. Le chiacchiere sui figli e sui nipoti! Il matrimonio di Anna, la scuola di Enrico… Comunicarti il mio affetto, il mio appoggio, fartelo sentire. Sai che noi a casa, e soprattutto Enrico, ci preoccupavamo della tua mancanza di riposo o al contrario quando sapendoti fuori, la luce in cucina non si accendeva mai per avvisarci del vostro ritorno, luce che vediamo da casa nostra. Un’altra cosa ti devo ricordare, la tua pazienza nel rispondere con rispetto anche alle domande più pesanti ed anche sciocchi e ad atteggiamenti non sempre educati. Quella domenica, pensa il caso, è stata anche la nostra occasione dopo poco la fine del pranzo, per andare a Novellara. Finalmente ho visto quella statua di tuo nonno, con tanto di avvoltoi, svastiche e il museo per cappello. E la ricerca a Castelnuovo Sotto del Chiesolino di Sant’Abbondio davanti la casa ormai sparita degli zii che ti avevano ospitato dopo l’arresto di tuo padre e dei suoi fratelli. Ti ricordi Maria? Ti ricordi Giovanni l’intenzione di telefonare il giorno dopo in Comune a Castelnovo per averne notizie non avendone mai trovato traccia? Mi scalda il cuore anche il nostro ultimo argomento prima di lasciarvi al Museo per riprendervi la vostra auto. Abbiamo parlato di rose. Veramente della rosa “bellaciao” creata da un compagno di Ravenna. Abbiamo deciso di farcele arrivare e piantarle anche a casa mia. Sarà mia cura di farle arrivare al Museo per crearne un angolo proprio dedicato a te Maria. Poi la sera Mattia che mi chiama e mi dice che ha una notizia talmente orribile da darmi che non riesce neanche a parlarne. Io che gli chiedo se ha avuto un incidente e lui che risponde che no, è successo qualcosa di tanto peggio. Io non ci credo: no Maria no, è stata con me fino alle 5 del pomeriggio. No, poi sento Guido, tuo nipote, allora è vero e con Enrico, Giovanni vengo da te, da voi. E’ proprio così, purtroppo non ci sei più… (luglio 2007) Maria Manzotti giugno-luglio 2011 35 notiziario anpi


LIDIA BELLESIA - LINO FERRETTI

IN MEMORIA Ai Partigiani Lino Ferretti e Lidia Bellesia che hanno trasmesso valori di democrazia e libertà e che hanno combattuto per un mondo più giusto e migliore il ricordo più affettuoso di Lorena, Matteo e Tiziano.

ERIO CAMELLINI (GEK) - RINA GALASSI (BARBARA)

SANTE SPAGNI (SPADINO)

5° ANNIVERSARIO Il 22 giugno ricorre il 5°anniversario della scomparsa, all’età di 83 anni, del Partigiano Sante Spagni Spadino. Aveva militato nel 3° btg. della 76a bgt. SAP “Angelo Zanti”, comandata da Paride Allegri Sirio, che operava a sud della Via Emilia, dal Secchia alla Val d’Enza. Sante, figura semplice e generosa dedita al lavora e alla famiglia era amato e stimato da tutti. Le ore di svago le trascorreva con gli amici e soci del Centro sociale “La Rocca” di Scandiano. Nel ricordarlo con immutato affetto la moglie Lucia e i figli Silvana e Liseo offrono pro Notiziario.

ANNIVERSARI Nel ricordare i Partigiani Erio Camellini Gek, scomparso l’8 maggio 2005, e Rina Galassi Barbara, deceduta il 25 marzo 2001, la figlia Ivana e il nipote Riccardo sottoscrivono pro Notiziario.

MARIA CERVI

4° ANNIVERSARIO Nella ricorrenza del quarto anniversario della scomparsa di Maria Cervi avvenuta il 10 giugno 2007, il marito Giovanni Bigi, insieme ad Anna, Silvia, Alex, Paolo, Alice ed Elia, sottoscrive pro Notiziario. Al ricordo si uniscono Maria Manzotti e i figli Enrico e Mattia sottoscrivendo per il Notiziario.

ALDO POLI

10° ANNIVERSARIO Ricorre in questi giorni il 10° Anniversario della morte di Aldo Poli di Rio Saliceto. Contemporaneamente, diverse iniziative celebrano la ricorrenza del 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ d’ITALIA. Questi festeggiamenti noi li dedichiamo a te e a tutti i Partigiani che in questa unità…tanto avete creduto, difeso e… combattuto. GRAZIE… chi ha lasciato grandi insegnamenti non muore mai. La figlia Ombretta, il genero Danilo i nipoti Andrea e Monica e i pronipoti.

NELLO LUSOLI (GEO)

4° ANNIVERSARIO Il 22 giugno ricorre il quarto anniversario della morte del Partigiano Nello Lusoli Geo. La moglie Liduina Tincani, le figlie Zita e Valeria, i generi e i nipoti lo ricordano con immenso affetto. In sua memoria sottscrivono pro Notiziario.

36 giugno-luglio 2011

notiziario anpi

SILVIO BONACINI

8° ANNIVERSARIO

Nell’ottavo anniversario della scomparsa di Silvio Bonacini, avvenuta il 10 luglio 2003, la cognata Anna Giorgia Cocconi e parenti ricordandolo sempre sottoscrivono pro Notiziario.

GIUSEPPE BONACINI (RATA)

4° ANNIVERSARIO

Il 25 maggio scorso ricorreva il 3° anniversario della scomparsa del Partigiano Giuseppe Bonacini Rata. La moglie Anna Giorgia Cocconi, insieme ai parenti tutti, lo ricorda con tanto affetto. In sua memoria sottoscrive pro Notiziario.


WILLIAM SIGNORELLI

ESTE MONBELLO PINOTTI

IN MEMORIA

5° ANNIVERSARIO Per onorare la memoria di Este Monbello Pinotti, scomparso il 19 maggio 2006, la moglie Paolina Dallari e i figli Valentino e Viller offrono pro “Notiziario”.

In ricordo di William Signorelli, deportato in Germania, il fratello Mariano sottoscrive pro Notiziario.

NELLO AGUZZOLI

3° ANNIVERSARIO Il 4 giugno ricorre il 3° anniversario della scomparsa di Nello Aguzzoli di Correggio. Nel ricordarlo con tanto affetto la moglie, i figli e le sorelle sottoscrivono pro Notiziario.

LINO CORRADINI (COLI)

2° ANNIVERSARIO Per ricordare, nel 2° anniversario della morte, dello zio Partigiano Lino Corradini Coli, appartenente alla 145a bgt Garibaldi, i nipoti Laura, Stefania, Massimo, Corrado e Giulia e la cognata Antonietta sottoscrivono pro Notiziario.

ENNIO MONCIGOLI

5° ANNIVERSARIO A 5 anni dalla scomparsa di Ennio Moncigoli, lo ricordano con amore e affetto la moglie Maria, i figli Libero e Gina, la nuora Paola, il genero Ivan, i nipoti Lucilla, Stefano, Alessandro e Matteo. In sua memoria offrono pro Notiziario.

RENATO TIRELLI (AUTO)

1° ANNIVERSARIO L’undici maggio scorso ricorreva il 1° anniversario della scomparsa del Partigiano Renato Tirelli Auto. Lo ricordano con tanto affetto la moglie Edda e le figlie Laura e Paola sottoscrivendo pro Notiziario.

GIUSEPPE CARRETTI (DARIO)

SETTIMO BALLABENI (IVAN)

IN MEMORIA

IN MEMORIA

Per onorare la memoria del Partigiano Giuseppe Carretti Dario, le famiglie Carretti e Pioppi offrono a sostegno del Notiziario.

In memoria del Partigiano Settimo Ballabeni Ivan, scomparso il 1° novembre 2010, la moglie Teresa, la figlia Mara e famiglia offrono pro Notiziario.

MARINO BERTANI (MASSA)

ODDINO CATTINI (SBAFI)

8° ANNIVERSARIO

6° ANNIVERSARIO

Per onorare la memoria del Partigiano Marino Bertani Massa della 76a bgt SAP, nell’8° anniversario della scomparsa, avvenuta il 5 giugno 2003, la moglie Teresa e i figli Delfino e Marinella lo ricordano con immutato affetto sottoscrivendo pro

Il 14 maggio ricorreva il 6° anniversario della scomparsa del Partigiano Oddino Cattini Sbafi. Il figlio Luciano, la nuora Anna, le nipoti, lo ricordano con immutato affetto sottoscrivendo pro “Notiziario”. Notiziario.

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LINO GROSSI (PIERO)

SEVERINO MORI (CARNERA)

IN MEMORIA

10° ANNIVERSARIO

In memoria del Partigiano Lino Grossi Piero, trucidato dai nazifascisti a Legoreccio il 17 novembre 1944, la sorella Fermina sottoscrive pro Notiziario.

Nel 10° anniversario della scomparsa del Partigiano Severino Mori Carnera, lo ricordano con amore i figli Nadia e Claudio e offrono pro Notiziario.

MARIO CATELLANI (GIORGIO)

IN MEMORIA In memoria del Partigiano Mario Catellani Giorgio, scomparso il 28 gennaio 2011, la moglie Annamaria, la figlia Lorenza e la nipote Chiara sottoscrivono pro Notiziario. A ricordo del Partigiano Mario Catellani Giorgio, recentemente scomparso, anche Mimma ed Erio Paterlini offrono pro Notiziario.

GIUSEPPE TERZI (TIENNO)

IN MEMORIA Nella ricorrenza del compleanno del Partigiano Giuseppe Terzi Sergio, che cadeva il 21 giugno scorso, deceduto il 17 gennaio 2009, all’età di 90 anni, la moglie e i figli nel tuo ricordo sempre immutato nel tempo.

AMOS SPADONI (MONTECCHI) - AMNERIS ZINI (NERA)

ANNIVERSARI Al ricordo del Partigiano Amos Spadoni Montecchi, nel 5° anniversario della scomparsa si unisce quello della moglie, Staffetta partigiana Amneris Zini Nera, scomparsa l’undici giugno 2010. In loro onore la figlia Giustina e il nipote Marco sottoscrivono pro Notiziario.

CISMO TIRABASSI (ENRICO) - MERCEDE CIGARINI

IN MEMORIA In memoria del Partigiano Cismo Tirabassi Enrico della 77a bgt SAP, caduto in combattimento a Fosdondo il 23 aprile 1945, e della moglie Mercede Cigarini i figli Anno e Silvio

ANSELMO BISAGNI

2° ANNIVERSARIO Per ricordare Anselmo Bisagni, deceduto il 29 giugno 2009, la moglie, i figli, il genero e le nuore e i nipoti lo ricordano con immutato affetto sottoscrivendo pro Notiziario.

sottoscrivono pro Notiziario.

ARMENTINA FANTINI- EMIDIO FRANCHI

ANNIVERSARI CELSO GIULIANI (WILLIAM)

31° ANNIVERSARIO A trentun anni dalla morte del Partigiano Celso Giuliani William, ispettore della 2a divisione SAP, avvenuta l’undici giugno 1980, la moglie Orilla Malagoli, i figli Giuliano e Giorgio lo ricordano e offrono pro Notiziario.

38 giugno-luglio 2011

notiziario anpi

In memoria dei coniugi Partigiani Armentina Fantini ed Emidio Franchi i figli sottoscrivono pro Notiziario.


PIETRO CANEPARI (CARTOQUE)

ANDREA BIGI (VECCHIO) - ILDE BIGI

18° ANNIVERSARIO In occasione del 18° anniversario della scomparsa del Partigiano Pietro Canepari Cartoque, la moglie Angiolina Casotti, la figlia Mirna e le nipoti Giulia e Anna sottoscrivono pro Notiziario.

NANDO POLI

12° ANNIVERSARIO Il 12 giugno ricorreva il 12° anniversario della scomparsa del Partigiano Nando Poli di Ca’ de’ Caroli (Scandiano). Nando militò nella 145a Bgt. Garibaldi, e nel rammentare gli episodi della Resistenza, menzionava sempre la grande battaglia per la difesa della centrale idroelettrica di Ligonchio contro i tedeschi che volevano farla saltare. La sorella Fernanda, per onorarne la memoria, offre pro Notiziario.

GIOVANNI PEDERZOLI (GIANO)

17° ANNIVERSARIO Il 9 giugno scorso ricorreva il 17° anniversario della scomparsa di Giovanni Pederzoli. La famiglia tutta lo ricorda con tanto affetto e offre pro Notiziario.

PIETRO GOVI (PIRETTO)

6° ANNIVERSARIO Il 24 luglio ricorre il 6° anniversario della scomparsa del Partigiano Pietro Govi Piretto di Rio Saliceto. Lo ricordano, con infinito amore e rimpianto, la moglie Umberta, le figlie Adriana e Lorena che sottoscrivono in sua memoria al Notiziario.

MARIA BARBANTINI

10° ANNIVERSARIO Il 5 luglio ricorreva il 10° anniversario della scomparsa di Maria Barbantini di Ligonchio. La ricordano con immutato affetto il marito Ennio Felici, i figli Giuseppe e Maria Grazia, i nipoti Roberto e Marco, la nuora Carla e il genero Tommaso. Nell’occasione sottoscrivono pro Notiziario.

IN MEMORIA

Andrea Bigi era nato a Pratofontana, frazione di Reggio Emilia il 25 aprile 1922. Certamente la personalità sicura e decisa della madre Rosalinda, che ha sempre partecipato alla lotta contro il fascismo, ha trasmesso al figlio Andrea i valori e gli ideali di pace e di libertà. Infatti, Andrea partecipa alla lotta partigiana con il nome di battaglia Vecchio, diventando prima tenente e poi comandante distaccamento della 77a SAP operante nelle Ville di Pratofontana, Massenzatico, Gavassa, Mancasale e Sesso. Anche la moglie, mia madre Ilde, ha partecipato alla vita partigiana collaborando come staffetta. Il figlio Ivan, la nuora Luciana, la sorella Elena, il fratello Rino, le nipoti Silvia e Claudia li ricordano con tanto affetto. Per tutti siete ancora qui con noi! (Ivan Bigi)

SPARTO (DEMOS), ARMANDO (CAIO), COLORNO (D’ARTAGNAN), EMMA (KiRA) COCCONCELLI

IN MEMORIA In ricordo dei Partigiani, padre e zii, Sparto, Demos, Armando Caio, Colorno D’Artagnan e Emma Kira Cocconcelli, Armanda offre a sostegno del Notiziario. (Nella foto: Colorno Cocconcelli)

ERMINIO RAINERO FONTANA (ALI’) FILIPPA ARMARI (TOSCA)

IN MEMORIA In memoria della madre Filippa Armari Tosca deceduta nel 2007, e di Erminio Rianero Fontana Alì, scomparso nel 2002, Eulalia Lipari ha donato libri e materiale vario all’ANPI appartenuti alla madre.

giugno-luglio 2011 39 notiziario anpi


i sostenitori notiziario

Il “Notiziario ANPI” è una voce della Resistenza e della democrazia. PER VIVERE HA BISOGNO DEL TUO AIUTO

- RICCARDO TREVISAN e IVANA in ricordo di Gek e Barbara ....euro - LORENA FERRETTI con Matteo e Tiziano in memoria dei genitori ............................................................................... " - ELLA FRANCHI e fratello in memoria della madre Ermentina Fantini .................................................. " - FAM. BALLABENI-CIGARINI in ricordo di Settimo Ballabeni ........ " - PAOLA DAVOLI – a sostegno . ................................................... " - EDDA CUCCOLINI – a sostegno . ............................................... " - RINA ZARDETTO – a sostegno .................................................. " - LORENZO RABITTI – in ricordo di Elio Trolli ................................ " - MARIA ROSA FRANCHI – in memoria della madre partigiana Domenica ................................................................................ " - MAURA ROZZI – in ricordo dello zio Fiorello e della madre ........ " - ALDO BELLINI GAZZINI – a sostegno . ....................................... " - MIMMA e ERIO PATERLINI in memoria di Mario Castellani........... - LILIANA CORRADINI in onore dei Caduti per la Resistenza . ....... " - CENTRO SOCIALE RUBIERA – a sostegno ................................. " - CATIA CASOLI, Rubiera – a sostegno ........................................ " - FERDINANDO MANZINI – a sostegno ........................................ " - LINO VERONI – a sostegno ....................................................... " - AMICI del 113 – in memoria di Camillo Marmiroli “Mirco” ........ " - IRIS FONTANESI e figli – in ricordo di Olivi Dino ........................ " - ARMANDA COCCONCELLI – in memoria del padre e zii ............. " - DANILO IOTTI e OMBRETTA POLI – in ricordo di Aldo Poli .......... " - GIULIANO ROVACCHI – a sostegno . .......................................... " - SEZ.ANPI di Massenzatico – a sostegno ................................... " - ROSELLA CARBONI – in ricordo di Giuseppe Carboni ................ " - BRUNO FRIGGERI – a sostegno . ............................................... " - GIOVANNI BIGI e figlie – in memoria di Maria Cervi ................... " - MARISA BISI – a sostegno ........................................................ " - EDDA, LAURA, PAOLA TIRELLI – in memoria di Renato Tirelli ........................................................................ " - ROMEO GOTTARDI – con l’augurio che la Resistenza continui . . " - ELIDE BIGI – a sostegno ........................................................... " - TERESA GIOVANARDI – in ricordo di Marino Bertani ................... " - ANNO e SILVIO TIRABASSI – per la madre Mercede ed il padre Cismo . ................................................................... " - LIDUINA TINCANI – in memoria del marito Nello Lusoli ............. " - RENZO BONDAVALLI – a sostegno ............................................ " - FAM. GADDA-IORI-MORSELLI – in memoria di Ave Morselli ...... " - FAM.FONTANESI-BORTOLAMASI-DI DONATO – in ricordo di Ave Morselli ......................................................................... " - ZEO MARASTONI – a sostegno ................................................. " - ALFREDO CERIOLI – in ricordo degli amici scomparsi ................ " - EVA LINI – a sostegno .............................................................. " - FERMINA GRASSI – in memoria del fratello Lino ....................... " - IDA COTTAFAVI – a sostegno .................................................... " - LAURA BIZZOCCOLI – in ricordo di Lino Corradini “Coli” . .......... " - ANNA COCCONI – in memoria di Silvio e Giuseppe Bonacini “Rata” ....................................................................... " - ASS.PROV.LE COMBATTENTI e REDUCI – a sostegno ................ " - MARIANO SIGNORELLI – in ricordo del fratello William . ............ " - LIDIA GRISANTI e figlia – in memoria del partigiano Fortunato Pisi . ........................................................................ " - EDIES REVERBERI – a sostegno.................................................. " - NONDA COCCONI – a sostegno................................................... " - MARIA MANZOTTI, Enrico, Mattia – in ricordo di Maria Cervi .......................................................................... " - ANNITA “LAILA” MALAVASI – a sostegno . ................................. " - SEZ. di VILLA SESSO – a sostegno . .......................................... " - GIORGIA MUCCIARINI – a sostegno ........................................... " - GIORGIO RINALDI – a sostegno . ............................................... " - SAVERIO GANASSI – a sostegno ............................................... " - BRUNO CARLETTI – a sostegno ................................................ " - ANGELO NASI – a sostegno ...................................................... " - GIULIANA SALSI – a sostegno . ................................................. " - AGOSTINO LANZA – a sostegno ................................................ " - VANDA CARPI e MARISA BONACINI – a sostegno ....................... " - SEZ .VILLA SESSO – a sostegno ............................................... " - FAM. MONCIGOLI – in memoria di Ennio ................................... " - PAOLINA, VILLER, VALENTINO PINOTTI – per Monbello Pinotti ...................................................................................... " 40 giugno-luglio 2011

notiziario anpi

50,00 200,00 100,00 25,00 40,00 30,00 40,00 50,00 50,00 100,00 25,00 – 25,00 50,00 30,00 20,00 20,00 75,00 40,00 200,00 50,00 50,00 100,00 50,00 30,00 200,00 10,00 100,00 50,00 50,00 100,00 25,00 400,00 25,00 150,00 150,00 20,00 50,00 50,00 50,00 20,00 100,00 80,00 400,00 50,00 50,00 15,00 10,00 30,00 45,00 60,00 20,00 30,00 30,00 30,00 25,00 50,00 100,00 50,00 20,00 50,00 50,00

- JOSE’ FAUSTO TALMONTI – a sostegno .................................... " 30,00 - MARUSCA TALMONTI – a sostegno . ......................................... " 30,00 - SILVANA e LISEO SPAGNI – in memoria di Sante Spagni ........... " 50,00 - DORETTA CAITI – a sostegno . .................................................. " 30,00 - FAM.AGUZZOLI – in memoria di Nello Aguzzoli di Correggio . ..... " 50,00 - FAM. CARRETTI-PIOPPI – in memoria di Giuseppe Carretti “Dario” ...................................................... " 100,00 - LUCIANO CATTINI – in ricordo del padre “Sbafi” ....................... " 50,00 - ONELIA BERTANI – a sostegno . ................................................ " 30,00 - RINA PIVETTI – a sostegno ....................................................... " 30,00 - GIUSTINA SPADONI – a sostegno . ............................................ " 100,00 - CARLA BERTANI – a sostegno . ................................................. " 50,00 - Sig.ra TERZI – in memoria del marito Giuseppe Terzi ................ " 20,00 - EULARIA LIPARI offre materiale della madre “Tosca” e del compagno “Alì” .............................................................. – - IVAN BIGI – a sostegno ............................................................. " 50,00 - LILIANA FONTANA – a sostegno . .............................................. " 20,00 - MARIA FONTANESI – a sostegno . ............................................. " 20,00 - CARLO GRASSELLI – a sostegno .............................................. " 20,00 - MANSUETO FONTANESI – a sostegno ....................................... " 20,00 - ADOLFINA BUSSEI – a sostegno ............................................... " 30,00 - BRUNA MENOZZI – a sostegno ................................................. " 20,00 - CIRCOLO ARCI “RONDO” – a sostegno . .................................... " 35,00 - FRANCESCO FANTINI – a sostegno ........................................... " 20,00 - ARRIGO ALBARELLI – a sostegno . ............................................ " 30,00 - IVANO SASSI – a sostegno . ...................................................... " 20,00 - RACHELE BARICCA – a sostegno .............................................. " 20,00 - ELIO BARICCA – a sostegno ..................................................... " 30,00 - LANFRANCO PASQUALI – a sostegno . ...................................... " 20,00 - WILLIAM GORINI – a sostegno .................................................. " 20,00 - CIGARINI-BALLABENI – a sostegno ........................................... " 20,00 - IRIS NOTARI – per amicizia . ...................................................... " 5,00 - PAOLO FERRARI CERVI – a sostegno ........................................ " 50,00 - ANGIOLINA CASOTTI ved. CANEPARI – 18° anniversario Pietro Canepari ........................................................................ " 100,00 - ALDER MONTANARI – a sostegno ............................................. " 50,00 - GIAMPIERO SPAGGIARI – a sostegno ........................................ " 30,00 - SERSE FABBI – a sostegno ....................................................... " 100,00 - LOREDANA DAOLIO PARENTI – a sostegno ............................... " 50,00 - GIOVANNI SAGRADI – a sostegno . ............................................ " 50,00 - IAMES MANICARDI – a sostegno .............................................. " 30,00 - ALBERTINA BAGNACANI – a sostegno . ..................................... " 20,00 - VIVALDO MARGINI – a sostegno . .............................................. " 20,00 - IDEMMA BARUFFI – a sostegno ................................................ " 20,00 - NADIA MORI e CLAUDIO – in ricordo di Severino Mori ............... " 50,00 - MIRELLA TORREGGIANI e fam. – in memoria di Ezzelino ........... " 200,00 - VANNA PORTA e fam. – in ricordo di Ezzelino Torreggiani .......... " 50,00 - CARLA RINALDI – a sostegno ................................................... " 50,00 - ROSSANA PATRONCINI – a sostegno ........................................ " 35,00 - CLAUDIO FORNACIARI – a sostegno . ........................................ " 50,00 - RINA VALENTINI – a sostegno ................................................... " 20,00 - NEMESIA BRINDANI – a sostegno ............................................. " 15,00 - FAM. BRUNO GATTI – a sostegno . ............................................ " 30,00 - FAM. AUGUSTO CAMPANINI – a sostegno ................................. " 30,00 - SEZ. ANPI RUBIERA – a sostegno . ............................................ " 210,00 - FERNANDA POLI – in memoria del fratello Nando ..................... " 50,00 - FAM. PEDERZOLI – in memoria di Givanni Pederzoli . ................ " 50,00 - ENZO RABITTI, Scandiano per Notiziario e Asilo Palestina ......... " 45,00 - ANPI CAMPEGINE – offerte processo Verona (eccidio Cervarolo) ................................................................... " 1071,00 - UMBERTA, ADRIANA e LORENA GOVI – in ricordo del marito e padre Pietro “Piretto” euro .................................................... " 50,00 - FAM. BARBANTINI – in ricordo di Maria Barbantini . ................... " 50,00 A sostegno Congresso provinciale: - SEZ. di BAGNOLO IN PIANO ..................................................euro 250,00 - SEZ. CITTADINA ........................................................................ " 300,00 - Sez. di CORREGGIO .................................................................. " 300,00 A sostegno Scuola di Seilat: - CENTRO SOCIALE ROSTA NUOVA ..........................................euro 450,00 - SEZ. DI SCANDIANO ................................................................. " 1200,00 - SEZIONE ALBINEA .................................................................... " 300,00


A L R A P E H C O REGGI or Africa bel suol d’am avere grande onore pon u e m er p ’ Sono “E illustre es o si mentire. lui. portato a Reggio un d en p sa te 1 e en “M ne erlusconi. Ho n B a o etr n i sp er tt Che soddisfazion v le o tu el G o b n el i nente d i con gazzo, d età, lo san i confrontarm im(Matteo Oli“Ora questo ra d artito la m p e” o n d n o io u g m ra i d to a u h av voce e, so dell’ Moretti ranze, porta telle) de di dare numerose volt portando s i n 5 in te io tt re g p g ra e F I, R L , F ri vie e sta fantasma, il tti alla Lega e ante lavoro ch na soluzione tu rt o a p e ch to ti en li o m p ri lezioni odello di rife per trovare u l’emergenpi, PDL) m ti ip il n il a è F v a ch io er b o p a ì m (F “S un ere al PDL...” ello francese, suc- alla crisi e per risolv settimane” u q è v a T la per este e del ato. La chiav e il di- za migranti di qu z n a v a 2 e lo el on zi d fa Che soddis pi) presenza a riflesa compiuta un dare cesso è proprio la utostrada, ma (Fabio Filip v a n si a C er “P l’a er ; non certo p qual- retto contatto con n l’altra sione politica a à m llega ento co corso Kramer contro Kramer sabilit n co rsi. o il sp e re ch le n a re dis on sa rinnova n Il e . addossa n a io ri z ia a v d ) o n i o rr p F a Filip stazione fe Mussini e Cig nseguen- “La i co d a a cuno...” (Fabio n u in m o rà n sa Con la ne Macommerciale , assessore) della fondazio a lfi d o C d n a el G n di i lo n o ri a o della fatica tt eg- za”. (P a R Ecce treno o i d d n e n re p io z a ri la st temente ove- nodo “Adesso aprirà voluta il Comune to che eviden a anl fatto che tr en su m i a b v b o u n d n ri o a h m solo i partiti urare tutte le gio Emilia. L’h anche. Ma non è “Non g n u o a n in ta i d en o d ai rm o ta ntonella to no gli anni m i ranno m a (A en ss a tr e” e se l’è paga P n i . si e ti er ch en v a e li che g stazion e e le tr si e si allunes st li g perché c’è la fermarsi. Si ferma pietr ri, ?) o g n a nomi rim frutto a gia la che sono il siano obbligati eggero: per quale Spag u ic rr cu i o già n ass e un con- ga toriproduzioni. Mussini è v er S solo se c’è il p alizzare tutti per e. m si is di au Fondale grav pen motivo devo re sul “Paro raordinario” (Claudio Bas- stato vicepresidente della Cigali sa o n o li g o v e siglio st irigente tre persone ch Moretti, Ad FS) entre il plurid m e n lio io ) z L ro D u P a , si ro del Consig b em treno?” (M m ià g a rini er fronte Manodori. 
Di a il olitana è come p staziola a el ro ll d et su le m a i e tt er n re io en o z g sta iM o la politica h a erto del PD” ri a “La battuta d è stata infelice, in “La es d en el sc n to le es ra a qu na ere un a catted ne Mediopada e di esprim ri, sela dina- un Lega Nord) er , el v d ti o n -d to re to n a it P co ir a e d a re en quanto non ti nomica e del terri- (And (Roberto Ferr e” n io z ta lu a eco D) non so- v mica sociale, provinciale P di sviluppo o mo in tempi a ri tà li ev ta ia ic re z d g n lo te o i u p o i la “N TAV è una b torio, delle utenza, in cu . spetti che la stazione i d ersona, o n ci a b eva” (Nadia rita è un’ottima p a di e del ed i se n cr in ri a ci è ig o a C n n o a su d ld “I iopa e nes lsiasi cd stazione Med o amministratore fala Santa Croce) sedere in qua so quella to i a d it a m n o eg C v d i, ra h b n Borg , compre Moretti è un lsiasi azienda anodori” (san erdonato” (sa a p u q ià g ti o u m in ia b è e lo ab azione M iopadana Rio, sindaco) stazione Med orale rispetto della Fond io). l e a D “L o n a zi ra G e imm no Delr le, faraonica zazione” (Alberto Grazia io ed M e n la stazio sti di realiz “Reggio Emilia luta esattamente ai co o, consigliere provinciale vo errign padana l’ha rvire un F se er p , o v ti RC) o per questo m ue milioni di uten- del P si d bacino di qua o Del Rio) an zi ti” (san Gra

giugno-luglio 2011 41 notiziario anpi


in collaborazione con:

LAZIO

ANPI - Associazione Nazionale partigiani d’Italia di Reggio Emilia e di Modena

VIAGGIO-TOUR di GRUPPO in PULLMAN. ENOGASTRONOMIA, ARTE, STORIA e NATURA nella TUSCIA con VISITE GUIDATE di Viterbo, Civita di Bagnoregio viduale i d n i a t e NAVIGAZIONE sul LAGO di BOLSENA. ne Quo cipazio

e di part artecipanti p 5 min 4 0

Dal 23 al -25 settembre 2011 3 giorni, 2 notti Venerdi’/Domenica

0 € 315,

1° Giorno, VENERDI’: Caprarola, San Martino al Cimino 2° Giorno Sabato: Capodimonte, Marta, navigazione sul Lago di Bolsena, Civita di Bagnoregio 3° Giorno, DOMENICA: Viterbo STESSO PROGRAMMA DISPONIBILI ANCHE DATE: 16-18/09/2011, 30/0902/10/2011, 07-09/10/2011 a euro 315,00 e 14-16/10/2011 a euro 295,00 per informazioni ANPI O522 432991 Via Farini 1 RE dal lunedì a venerdì 8:30-12

m

mera ento ca

Supple

singola

0 € 60,0

La quota non comprende: *ingresso a palazzo Farnese euro 05,00 da pagare in loco, gratis oltre i 65 anni di età, * mance ed extra personali in genere.

RISERVATO AI SOCI A.N.P.I.

continua a pag. 60


di Sandra Campanini

Piazza Prampolini, Reggio Emilia

PELLICOLE RITROVATE

150 anni d’Italia raccontati dai grandi maestri Una bella iniziativa aspetta tutti quelli che questa estate non andranno in vacanza e a tutti coloro che amano il buon cinema. Dal 21 giugno Piazza Prampolini – per 7 settimane – si trasformerà in un cinema in cui sarà possibile vedere capolavori della nostra cinematografica riportati al loro naturale splendore grazie ad un sapiente lavoro di restauro delle pellicole. Nell’anno delle celebrazioni dei 150 anni d’Italia l’Ufficio Cinema del Comune, che ha da tempo consolidato un rapporto di fiducia con quelle che possono essere considerate le più importanti istituzioni nel campo della distribuzione culturale cinematografica: Cineteca di Bologna e Cineteca Nazionale, ha ideato questa rassegna che è stata inaugurata con la proiezione-evento de Il Gattopardo di L. Visconti nella versione restaurata che lo scorso anno è stato presentato in anteprima a Cannes.

Questa di Reggio Emilia è stata la quarta proiezione italiana autorizzata per gentile concessione di TITANUS SpA. Il ciclo di film in pellicola proseguirà con una serie di film di grandi autori italiani. Sette appuntamenti, tutti gratuiti, che si alterneranno nella splendida cornice di Piazza Prampolini. Sette capolavori di celluloide riproposti nella splendente versione restaurata. Sette serate per continuare a sognare ad occhi aperti. 21 giugno ore 21,45

IL GATTOPARDO

di Luchino Visconti (185’, 1963)

Il Gattopardo il progetto culturale e cinematografico di Visconti si modella perfettamente su quello storico-letterario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: un capolavoro assoluto interpretato da Claudia Cardinale, Alain Deon, Burt Lancaster e da Romolo Valli.

28 giugno ore 21,45

AMARCORD

di Federico Fellini (127’, 1973)

La vicenda, ambientata dall’inizio della primavera del 1932 all’inizio della primavera del 1933, in una Rimini onirica, come la ricordava Fellini in sogno, narra la vita nell’antico borgo e dei suoi più o meno particolari abitanti: le feste paesane, le Adunata|adunate del “Sabato fascista”, la scuola, i signori di città, i negozianti, il suonatore cieco, la donna procace ma un po’ attempata alla ricerca di un marito, il venditore ambulante, il matto, l’avvocato, quella che va con tutti, la tabaccaia dalle forme

giunoniche, i professori di liceo, i fascisti e gli antifascisti, ma soprattutto i giovani del paese; adolescenti presi da una prepotente “esplosione sessuale”.

5 luglio ore 21,30

ILSORPASSO

di Dino Risi (108’, 1962)

La pellicola costituisce uno degli affreschi cinematografici più rappresentativi dell’Italia del benessere e del miracolo economico di quegli anni. Roma, Ferragosto, la città è deserta. Bruno Cortona (Vittorio Gassman), quarantenne inconcludente e cialtrone, vaga alla ricerca di un pacchetto di sigarette e di un telefono pubblico. Lo accoglie in casa lo studente Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), rimasto in città per preparare gli esami. I due, sulla spinta dell’esuberanza e invadenza del Cortona, intraprendono un viaggio in auto…

12 luglio ore 21,30

RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A RITROVARE L’AMICO MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO IN AFRICA? di Ettore Scola (128’, 1968)

Il ricco editore Fausto Di Salvio (A. Sordi), stanco della monotonia di Roma, parte per l’Africa alla ricerca del cognato Titino (N. Manfredi), di cui da lungo tempo non si hanno più notizie; Di Salvio trascina nell’impresa anche il poco entusiasta ragioniere marchigiano Ubaldo Palmarini (B. Blier), suo dipendente. Seguendo le tracce del cognato i due incontreranno vari personaggi eccentrici…..

19 luglio ore 21,30

MIRACOLO A MILANO di Vittorio De Sica (100’, 1951)

Tratto dal romanzo Totò il buono di Cesare Zavattini, Miracolo a Milano nasce dalla lunga collaborazione tra Zavattini e De Sica. Il film si sviluppa come una favola ed ha per protagonista un ragazzo orfano che sogna un mondo dove «Buongiorno voglia davvero dire buongiorno.

26 luglio ore 21,30

IO LA CONOSCEVO BENE di Antonio Pietrangeli (109’, 1965)

La storia vede Adriana (una splendida Stefania Sandrelli), ragazza di provincia che vuole farsi strada nell’ambiente romano dello spettacolo e allo scopo non esita ad usare il proprio fascino e il proprio corpo. La sua ricerca la porterà a conoscere numerosi personaggi ….

2 agosto ore 21,30

LA GRANDE GUERRA di Mario Monicelli (140’, 1959)

In divisa da fanti il romano Oreste Jacovacci e il lombardo Giovanni Busacca vivono da opportunisti un po’ fifoni il conflitto 191418. Catturati dagli austriaci, sanno morire con dignità. Due grandi istrioni – e alcune sequenze memorabili – in un affresco di complessa, cordiale, furbesca coralità. Sagace equilibrio tra epica e macchiettismo, antiretorica e buoni sentimenti. Con Sordi e Gassman.

Ricordiamo che in caso di maltempo i film, ad ingresso gratuito, verranno proiettati al cinema Al Corso giugno-luglio 2011 43 notiziario anpi


Associazione Provinciale di Reggio Emilia via Maiella, 4 - Tel. 0522 3561 www.cnare.it





io

7 lugl

moria di me e n i g spiro. zza pa la bre sferza il re a i l g o Sf ore e il cu i dolent certi e ferit ighe. tte a r n e i i l i , s g a s r a a o P all em come elebili dell i lontani oggi, d t n i a i c ei n ord sui ric , ascolta, qu ti Ferma offocati s o t ne. subi di sire lgono, a l r o da u v o, utunn e ci av Nebbi fumano d’a ro non p o gli occhi ote, n i tetre n ora. c o n a bru a l respiro. t n i ce anc isi ca manca hi improvv a noi colpis creduli in tr cc Schio a di Caino , sbarrati e sul petto. i i h ia l’infam i negli occ he ti sbocc mano h c a c Gli oc sa scarlatta incerta la tu di sangue. o r e a r per la si aggrapp zi quel fio z a l e l r Al nu piano acca siero i. ce pen o agli amic po. e l r t o n d e n i m u m d e e d t r a d ’ ma stro od A tua imo sguard , oltre il no o sentiero lt ni su e un u t’incammi i nuovo il nte. d o l o innoce o t s n e i u t g n i Poi n a del sa Afro, ertà h La lib o indelebile lio, Lauro e ori liberi. i u ss col ro Marino, Em stelle nei c , , e a o i i r a r d o i scu r em Ov r la m monto ad o l fuoco e p e l ste ni l tra essi co cese i Mai s menti impr zo. igine a vert o z l a m e g r i a a r e i qu un acc o a sc ore di nel cu iro profond tino at sp Un re o tiepido m o. t p s o e in qu ant’anni d u q i di cin rso d Conco anno l a ta r l’ ssifica ro” pe o (1ª cla “a tema libe C, Sindacat A IP ia poes detto da F centi) r 2010 in ati Confese n io s n e p

di

Lauro Farioli

Marino Serri

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aggia

io Sp Giorg

Emilio Reverberi Ovidio Franchi

Afro Tondelli

Commemorazione dei Martiri, giovedì 7 luglio 2011 Ore 17, Cimitero suburbano, Omaggio alle tombe dei caduti. 17,45, Piazza Martiri, deposizione corone al cippo e percorso sulle “pietre d’inciampo”. Ore 18, Giardini pubblici, dopo gli interventi del Sindaco Graziano Delrio e della Presidente della Provincia Sonia Masini, Orazione ufficiale del Presidente Nazionale dell’A.N.P.I. avv. prof. Carlo Smuraglia, che fece parte del collegio di difesa dei Familiari dei Caduti al processo di Milano nel 1963.


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