TB Magazine Dicembre 2009

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Natale a Brindisi!

Musica, folklore, spettacoli, artigianato e... fantasia. Fino al 6 gennaio. A pagina 2 tutti gli appuntamenti. WWW.TBMAGAZINE.IT TB 1


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EDITORIALE

TuttoBrindisi Numero 15 Dicembre 2009 Autorizzazione Tribunale di Brindisi: n. 4 del 13/10/1995 Distribuzione gratuita nei principali luoghi di lavoro e di ritrovo dall’1 di ogni mese (la lista dei punti di distribuzione la trovate sul nostro sito internet) Direttore Responsabile: FABIO MOLLICA Grafica: SALVATORE ANTONACI Webmaster: ANTONIO TEDESCO Stampa: Tipografia MARTANO Lecce Redazione/Pubblicità Prolungamento Viale Arno, sn 72100 Brindisi Tel/Fax 0831 550246 info@fabiomollica.com

Hanno scritto su questo numero: Francesca Alparone Dario Bresolin Daniele Galiffa Guido Giampietro Emilio Graziuso Stefano La Monica Iole La Rosa Mario Lioce Anna Rita Mellone Oreste Pinto La collaborazione a TB è libera e gratuita

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Non restate a guardare! Fabio

Mollica

Flavia, Giuseppe & Co. Brindisini che commuovono. Che cambiano le cose. Perché decidono il loro destino L’EDITORIALE E L’ARTICOLO SULL’ENEL apparsi sul numero scorso di TB ci hanno portato in dote un sacco di complimenti e qualche nemico in più. Dei primi vi ringraziamo. Dei secondi ce ne freghiamoaltamente:ègentesuperata, che presto, mi auguro, sarà spazzata via. Ringrazio anche quei colleghi che hanno ripreso i nostri articoli denunciando le strane differenze di trattamento riservate dall’Enel ad altre città in cui esistono sue centrali. Ovviamente riprendiamo l’argomento nelle pagine di questo mese, ma non è di questo che voglio parlarvi in questa pagina. Siccome siamo a dicembre e l’aria di Natale induce tutti ad essere più buoni, allora preferisco dedicare l’editoriale di questo numero a gente positiva. A quanti fanno qualcosa per migliorare la propria città, seguendo le proprio passioni e professioni. Flavia Pennetta meritava la copertina, e l’appellativo di Brindisino dell’Anno (per quel che può

La Pennetta è una Brindisina Eccezionale. Latini un Brindisino Straordinario. Quelli che tutti noi dovremmo prendere come esempio. Per liberarci di chi da tempo ci prende per i fondelli. E vorrebbe farlo ancora

“ NUOVO INSERTO!

rt Spo PAGINE 8

Questo signore è un contadino. Le sue mani sono nere. Nere come il carbone, che suo malgrado coltiva. Forse respira carbone.

Due illustri medici locali hanno affermato che l’inquinamento è sicuramente un fattore che incide sull’aumento di certe gravi malattie. Di fronte a questa foto e a queste dichiarazioni che facciamo, continuiamo a preoccuparci solo del palazzetto? O iniziamo a pensare seriamente alla salute di quest’uomo e dei nostri figli?

SVEGLIA BRINDISI! WWW.TBMAGAZINE.IT TB 3

valere) perché è diventata una stella mondiale del tennis, ma anche perché non perde occasione, in ogni intervista, per parlare bene della sua terra, pur avendola dovuta abbandonare per seguire l’amore per la racchetta. A Brindisi però sono rimasti tanti Brindisini straordinari come Flavia. A pagina 22 ne trovate uno. Si chiama Giuseppe Latini e lo ha intervistato per TB Tiziana Piliego. È un uomo semplice, un medico e un ricercatore. Uno che al Perrino, non a New York o a Tokyo, ha salvato chissà quante vite di piccoli neonati. È un uomo a cui scappa una lacrima quando ricorda alcuni casi che la sua professione gli ha messo di fronte. È un grande uomo. E lo è ancor di più quando dice di se stesso: «Non sono nulla di eccezionale».

NON SO SE A VOI ACCADRÀ LA STESSA cosaleggendoquell’intervista,maiomi sono commosso a leggere le parole di Latini. Sono parole che emozionano ed allostessotempodannoforza:«Bisogna crederci sempre, fino alla fine». Bene, sarebbe bello che i brindisini prendesseroadesempioquesteparole. Una città migliore è possibile! Dipende da noi. Siamo noi a dover chiedere rispetto all’Enel. Siamo noi a decidere il destino di decine di commercianti del centro che rischiano di chiudere. Siamo noi a scegliere la classe politica che deciderà le nostre sorti. Siamo noi a decidere se farci prendere ancora per il culo oppure se dare un calcio in culo a chi pretende ancora di farlo. ECCO, LO SAPEVO, PURE QUESTO MESE mi sono lasciato prendere la mano. Ma se questo giornale non fosse così non lo leggereste e non vi piacerebbe. Perché sarebbe uguale a tante altre testate che da anni vi raccontano tanto senza dirvi nulla. Anche i manifesti di TB che vedrete affissi in città nel periodo natalizio, vogliono stimolare i nostri lettori e tutti i brindisini a pensare, a discutere, ad essere parte attiva in tutte le cose che accadono in città. Buon Natale Brindisi, non restare a guardare.

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BRINDISINO DELL’ANNO

LA NOSTRA NUMERO 1 Flavia Pennetta è il personaggio dell’anno. Anche il sondaggio online di TB l’ha vista primeggiare. Per dire qualcosa di speciale di lei, che non fosse già stato detto o scritto, ci siamo rivolti a chi la conosce meglio di chiunque altro. Sua madre. di Concita Intiglietta

F

lavia è la gioia di vivere. È la classica persona che vede sempre il lato migliore delle cose e non indietreggia mai davanti a una difficoltà. Da piccola…, ma proprio piccola, aveva come suo unico avversario il muro di cinta della nostra casa, contro cui passavaleoreapalleggiareconlaracchettadimamma e papà, prima, e poi finalmente con una racchetta adatta a lei, e sempre con una sola pallina… E così, ogni volta che trovava un muro disponibile a subire le sue ”ire”, si dimenticava di tutti e di tutto.

La decisione di andare a Roma al centro federale è stata presa con molta calma, insieme a tutta la famiglia e solo quando siamo stati sicuri che fosse stata pronta e che avrebbe avuto a che fare con persone di sani principi, prima che con dei buoni tecnici. In tutti questi anni di crescita personale e tecnica ha imparatoaconfrontarsiconilmondointero,masoprattutto ha imparato a conoscersi e ad apprezzarsi. Ora sa esattamente quanto vale e dove può arrivare solo con la costanza nel lavoro e con una attenta gestione del suo fisico.

La vittoria della Fed Cup quest’anno è stata la ciliegina sulla torta, il modo più giusto, per lei, di concludere un anno fantastico… È stato un successo che ha un sapore intenso perché sai che te lo sei meritato tutto, e che, soprattutto, ti dà l’energia per rimetterti a lavorare e organizzare un nuovo anno più intenso di quello appena concluso e che richiederà conferme importanti. Dove può arrivare non lo sappiamo, come non lo sapevamo quando è uscita da casa a quindici anni. Dire che siamo contenti, soddisfatti, orgogliosi, felici

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BRINDISINO DELL’ANNO

per lei, sarebbe semplificare troppo quello che proviamo ogni qualvolta la vediamo tornare a casa, pochissime per la verità, ma la soddisfazione più grande è sapere che mai e poi mai potrebbe fare a meno della sua famiglia, di sua sorella, dei suoi amici di infanzia con i quali è sempre pronta a condividere le sue gioie ma anche le sue ansie. Oggileihaunanuovaresponsabilità,diventandolapiù forte tennista italiana di tutti i tempi (ancora non ci crediamo!), è portata ad esempio per tanti giovani che si affacciano sui campi da tennis ed è simpatico il modo in cui sta entrando nelle case di tanti italiani che forse fino a ieri non conoscevano altro sport che il calcio. Lei sa stare al gioco, per il momento si diverte ma un domani questa sua capacità di proporsi potrebbe tramutarsi in una nuova professione, perché no?, anche se credo che non uscirà mai definitivamente dall’ambiente del tennis. Per ultimo lasciatemi dire che la parola “emigrante” non ha sempre un significato negativo. Emigrante è anche colui che non si accontenta di quello che ha a disposizione, emigrare vuol dire mettersi alla prova, vuol dire crescere, imparare, fare esperienze nuove e imprevedibili.Vuol dire rafforzare il proprio carattere, sforzarsidimetterefuorituttequellequalitàchespesso non sappiamo neanche di avere; poi sta ad ognuno di noi ottimizzare per il meglio il nostro bagaglio di esperienze, che fa di ciascuno quello che uno è.

RISULTATO SCONTATO

Flavia batte tutti

Ora spazio ai Brindisini di ogni giorno Il risultato del nostro sondaggio era scontato: come era ampiamente prevedibile, i lettori diTB hanno scelto Flavia Pennetta a grande maggioranza (circa 500 voti, con un distacco abissale da tutti gli altri personaggi che avevamo proposto come Brindisino dell’Anno) e non poteva essere altrimenti, tale è stata la portata delle sue affermazioni sportive quest’anno.Vittorie che resteranno scolpite nella storia del tennis italiano e mondiale. Giorni e gesti che mettonoinsecondopianoqualsiasicosaaccadutaincittànegli ultimi 12 mesi. Eppure il 2009 che se ne va è stato un anno ricco di eventi e personaggi, dominato dalla politica e dalle elezioniamministrative,chehannovistotrionfareilsindaco MennittieMassimoFerrarese,protagonistianchelorodivittorie “storiche” e per alcuni versi eroiche. E che dire degli eventisportividicasanostra?LapromozioneinLegaprodel Football Brindisi della famiglia Barretta, la permanenza in Legadue del basket, e le tante soddisfazioni che ci hanno

Ho sempre pensato che il mestiere del genitore non te lo insegna nessuno, è un crescendo di situazioni e di sentimenti che accompagnano genitore e figlio in un percorso abbastanza... vogliamo dire impegnativo? E spesso l’uno impara dall’altro. AncheioemiomaritoOronzoabbiamoimparatotanto

dato gli sport “minori”... Se c’è un settore dove invece facciamo fatica ad individuare degli eroi, o dei personaggi che si mettono in vista rispetto alla massa, è l’imprenditoria. Eppure sappiamo che a loro modo tutti gli imprenditori, i commercianti e gli artigiani locali sono dei piccoli eroi, perché lavorare in questa realtà è mille volte più faticoso che altrove. E far quadrare i conti a Brindisi, e tenere la propria azienda ancora in vita, è già un risultato enorme. Però vorremmo vedere di più: più spirito di iniziativa, più cultura del rischio, più spirito imprenditoriale. Tutto quello che è mancato negli ultimi 50 anni, dominati dalla cultura dell’appalto pubblico e dalla commessa della grande azienda che per 10 anni ti fa vivere e poi ti fa chiudere. È la Cultura d’impresa quello che serve a questa città. Insieme alla Cultura e all’Università. Per questo motivo continueremo a dare spazio, ogni mese, a chi il lavoro se lo inventa. A quanti, rischiando sulla propria pelle, non saranno mai Brindisini dell’Anno, ma sono a pieno titolo i Brindisini di ogni giorno. Non meno importanti dei primi.

dalle nostre figlie, Flavia in particolare ci ha dato una bella lezione di vita, e non possiamo altro che augurarle di avere un giorno una figlia come lei. (TB ringrazia la signora Concita, Oronzo e Giorgia Pennetta per la collaborazione e per le foto di Flavia)

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COMPLICI

Brundisium.net Oreste

Pinto

Brindisini di ogni giorno. Storie ordinarie che parlano di gente normale, che sembra non avere nulla di eccezionale. Sembra. MICHELEECAMILLACAMMINANOMANONELLAMANO.SI fermanosullapanchinadelcorsoecomincianoabaciarsi. Si giurano che non finiranno mai di stare: XSI3MSC. Il loro amoreètutto,loscrivonoelogridanoalmondo…Quando si ha 14 anni il futuro è il sole… Stefaniahaappenalavatolatazzinadelcaffèbevutovelocemente dal marito prima di andare al lavoro. Fra un po’si svegliano i ragazzi. C’è da preparare la colazione, vestire il più piccolo e accompagnarlo a scuola. Più tardi, fra il giro in piazza e la fila al supermercato, farà un salto a casa della madre.Iltempodiunsaluto,poitorneràacasaapreparare il pranzo e poi ancora a scuola e poi ancora a casa… Che fatica fare la madre e la moglie… MarcellofailfinanziereinBasilicata.Ognisettimanatornaa Brindisi per stare con i genitori e gli amici. Il sabato è giornatapiena:labarbadaLeonardo,l’aperitivoconlacompagnia, la scommessa al“bet”, il giro al centro, la pizzeria ed il pub. Domenica, dopo l’odore e il sapore del sugo con le braciole,c’èlostadio.AndrebbepurealPalazzettomanon c’è posto. Forse è meglio così, può anticipare il rientro di qualche ora. Spesso viene a piovere e con la strada non si

scherza… ma per Brindisi questo e altro… Alfredolavoradaquandoaveva19anni.Èmeritodelpadre dellaexchevolevasubitoconfettienipotini.Èfinitapresto. Adesso vive felice con Serena. Nel tempo libero si diletta a scrivere.Hastoffa.Amaquestaterraetuttociòchegermoglia. E lui è in grado di innaffiare… Fabiola si è diplomata due anni fa. Tutta la sua famiglia ha votato la persona giusta ma per il lavoro promesso la pregano di pazientare ancora qualche mese. Gli hanno detto che a Bologna si sta bene e che non è difficile trovare un’occupazione. E poi c’è l’aeroporto: in un’ora sei a Brindisi, in un’ora e mezzo arrivi a Londra. Cosimo è un operario della centrale. Fra un anno andrà in pensione. Respirare carbone tutta una vita è stata dura. Quasi quanto mantenere una moglie e quattro figli. Ma lui ce l’ha fatta: adesso Marcello e Alfredo hanno un buon lavoro, Fabiola ha preso il pezzo di carta per fare la maestra, Stefania ha trovato un marito che le vuole bene ed è follemente innamorata dei suoi due figli, Camilla e Mino. Deibrindisinifamosiconosciamoquasitutto.Laloropopolarità esalta una città, inorgoglisce ognuno di noi. I loro

comportamenti diventano esempi. Le loro gesta conquistanolepaginedeigiornali,sonooggettodiconversazione nei luoghi di ritrovo. I brindisini famosi danno lustro a un territorio. È giusto che vada a uno di loro il riconoscimento di “brindisino dell’anno”. Invece le storie dei brindisini ordinari non vengono mai raccontate. Al massimo stimolano il chiacchiericcio tra conoscenti.Questestorieparlanodellafidanzatamollata, della macchina nuova, del lavoro che non c’è, del cibo da mettere a tavola, della fatica di alzarsi ogni mattina e ripetere gli stessi identici percorsi, della gioia di tornare a casa ed abbandonarsi agli affetti famigliari. Per chi li conserva. Le storie ordinarie parlano di gente normale che sembra non possedere nulla di eccezionale. Ma queste persone sono il cuore pulsante della città. Le loro esperienze di vita, i loro sentimenti e le loro emozioni siintreccianogiornodopogiornoediventanolavitastessa della comunità. I sogni, le passioni e i desideri della città, sono i sogni, le passioni e i desideri della gente normale. Dei brindisini di sempre.

Le dita nel naso

Bresolin Dario

La cartolina. Fotografia del centro: la gioventù nera, le badanti straniere, i pensionati che possono permettersi un panino al giorno IL MONUMENTO O LE COLONNE? PER LUNGO TEMPO, quando gli occhi sono gli occhi di un ragazzo, è difficile vedere ciò che in realtà è a due passi da te ogni giorno. Pensi a stare con gli amici, a prendere in giro i più grandi, ad occupare tutto il tuo tempo con le cose che ti piacciono dipiù.Sceglierelacartolinacheraffigurilapropriacittàper inviarla, orgogliosi, ad amici lontani non è poi così impegnativo. Il monumento oppure le colonne. Poi si cresce, e gliocchicambiano.Osservanopiùcose,ilcamminaredelle persone, la loro maniera di muovere le braccia anche per esprimereunconcettosemplice,entrineglialtriocchiper scavare dentro. E magari vedi cose che non avresti voluto vederemaioscoprileveritàchetientusiasmano.Comincia alavorare,adincontrarepersonenuove,amettereafrutto i tuoi talenti. Poi si cresce ancora. E proprio accanto ai tuoi occhi, quelle linee che solo il tempo sa scolpire. E poi si continua a crescere. I ragazzi e le ragazze cominciano a darti del lei, ti chiamano signore, ti“squadrano”dall’alto in basso per dirti, in silenzio, che appartieni ad un’altra

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generazione. Le ragazze che più ti piacevano sono oggi signoreunpo’piùarrotondate,capellitintiesorrisorifatto. Qualcunaègiànonna.Altrenonleincontrinemmenopiù, inghiottitedallaquotidianitàcheletienelontaneancheda una passeggiata al centro. Chissà se mandano cartoline e a chi, e chissà che soggetti scelgono. Forse il monumento. O le colonne. Oggihofattoduepassiportandoconmelamiafotocamera. Per gli auguri di Natale avrei voluto inviare, via email, una foto della mia città con gli elementi più rappresentativi. Sono anni che non fotografo più né il monumento né le colonne. Io non partecipo a mostre. E sono anni che fotografo i volti delle persone. Devo essere capace, alla mia età, di capire cosa hanno dentro. Altrimenti a che serve fotografare? Nonsonoriuscitoafarenemmenounafoto.Eppurelaluce era quella giusta, pulita, invitante. Ho incrociato la gente di tutti i giorni. I pensionati che lot-

tizzano le panchine del centro, chi va alla Posta o in banca, chi si ferma al bar per un caffè, più di qualcuno col grattae-vinci perdente e gettato poi sul marciapiede, le auto al corso. La vita di tutti i giorni. Cerco di capire dove io possa incontrare chi verrà eletto “Brindisino dell’anno”. Magari una foto, in tempi non sospetti. Niente. Non trovo nessuno. Cambio strada ed arrivo all’incrocio dei corsi. È mezzogiorno. Due giovani extracomunitari, una bicicletta e due borse dell’Eurospin. Un po’ più avanti, una badante con nonnina in carrozzella. Accanto, un pensionato con in mano un sacchetto piccolo del pane. Scatto la foto ma non la darò a nessuno. A nessuno credo infatti interessi accorgersi che in questa città la gioventù è nera, che chi si prende cura degli anziani viene da lontano e che i pensionati possono comperarsi solo un panino al giorno. Capisco che per me“il brindisino dell’anno”è questafoto e questagente.Contuttalaforzadellalorosemplicità,umiltà e dignità. Ed è con questa “cartolina” che farò gli auguri.


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PER FAVORE, PENSATE ANCHE A NOI!

I brindisini di domani parlano della città che desiderano. Questo mese tocca agli alunni delle terze A e B della Calò.

BRINDISINI STRAORDINARI di Iole La Rosa

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mparare a schiudere degli spiraglisulloromododiguardare ed abitare gli spazi: i bambini riescono sempre a sorprenderci e ad incoraggiarci! Assumendo ilgiovanecomecittadino-prototipo,si può tentare di cambiare il modello di città,perprepararlaadesseremigliore per il futuro. È questo l’obiettivo della nostra iniziativa: attraverso le parole ed i disegni, i piccoli cittadini rappresentano i bisogni di tutti, a partire dai più deboli, e si dichiarano pronti, prima ancora degli adulti, a seguire le regole di primaria convivenza civile, per poi estenderle ai fenomeni più complessi. Per intraprendere un serio cammino di cambiamento i bambini ed i ragazzi possono darci una mano importante

guida delle insegnanti, gli alunni, ormai da qualche mese, seguono un percorso d’approfondimento della storia della nostra città, dell’arte, dei monumenti, dei luoghi e delle usanze di una volta, degli spazi di un tempo e dell’organizzazione urbanistica moderna. In tale contesto ci siamo inseritiedabbiamodomandato:«Qual è la vostra idea di città? Come vorreste che fosse Brindisi? Come immaginate il suo futuro?». “Una città bella e pulita” è ciò che esce dal coro. Giocosa, così com’è l’atteggiamento dei bambini verso la vita. Allegra, “colorata come un arcobaleno”, ci dicono Andrea, Matteo, Marco e Luca. La città che i nostri giovanissimicittadinidesideranovivereè il luogo dove si respira aria pulita. È la città in cui si cresce sani. “La città ideale è profumata e libera dall’inquinamento che ci fa ammalare, dalle industrie e dalle auto che riempiono le strade”, urlano Rebecca, Fabiana, Teo. È una città che ricono-

“La città che sognano i bambini è una città che riconosce a tutti il diritto al gioco” ed è per questo motivo che siamo partiti dai più piccoli. Abbiamo incontrato e discusso con i giovanissimi delle classi terze A e B, della scuola elementare“Giovanni Calò”del rione Casale. Grazie all’attenta e paziente

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sce, “a tutti”, il diritto al gioco e libera spazi per offrire “tanti luoghi per divertirsi”, giardini, prati e parchi dove i bambini possano esplorare, correre, incontrare nuovi amici, sentirsi liberi. “Valorizziamo le aree verdi abban-


VOCI DAL FUTURO

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In queste foto i piccoli “co-autori” del nostro servizio. Nella pagina di apertura Teo e Andrea. In questa pagina, sopra, da sinistra: Giulia e Chiara, Marco e Luca, Fabiana e Rebecca, Francesca. Al centro, sempre da sinistra: Rebecca, Marco e Valentina, Andrea e Benedetta, Paolo e Riccardo. Qui accanto: Mauro e Maria Rita, Mario e Giuseppe, Sharon Gianluca e Antonio. Ringraziamo la preside e le insegnanti della scuola elementare Calò del rione Casale, ed i genitori dei bambini, per aver accettato di collaborare al servizio di Iole La Rosa. Sul prossimo numero di TuttoBrindisi proporremo le richieste di altri giovani.

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VOCI DAL FUTURO

donate. Sono i polmoni della nostra città”, è lo slogan di Paolo, Riccardo, Valentina e Luca. I bambini immaginano lunghe piste ciclabili che permettono di poter girare la città sicuri e protetti, conoscere gli spazi pubblici senza avere bisogno di essere accompagnati, sempre e comunque, dagli adulti. La fortuna di vivere in un piccolo centro dovrebbe aiutare a spostare la politica urbanistica della mobilità, dall’auto ai mezzi pubblici e, soprattutto, alla bicicletta. “In città andiamo in bici, senza auto e motocicli, in tante piste ciclabili; fino a traguardiinimmaginabili”,cosìMatteo e Fabiana. “Meno automobili, più biciclette, abbiamo bisogno d’ossigeno”, ci scrivono Sharon, Gianluca, Antonio. I bambini chiedono che si faccia una politica a favore dei pedoni allargando, ad esempio, i marciapiedi,

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mantenendoli sempre alla stessa quota, tenendoli puliti e liberi, creandoattraversamentipedonalisicuri. “Rispettiamo la nostra città, vogliamo un po’di civiltà! Maggior senso civico dei proprietari dei cani e rispetto del codice stradale”, chiedono Christian e Noemi. Questi ed altri interventi sarebbero solo atti di giustizia, a favore delle categoriepiùdeboli,azionicheporterebberoall’incrementodellamobilità pedonale, ed alla salvaguardia della salute e dell’estetica della città! “La città che cresce a misura di bambino lo prepara ad essere un buon cittadino”, lo slogan di Mauro e Salvatore. I bambini dimostrano che i criteri con cui gli adulti cercano la sicurezza urbana sono sbagliati. Rivendicano un tempo libero da vivere spensieratamente, nel rispetto delle regole, ma senza oneri, senza prescrizioni e

controlli. “Fare sport quando ci va, in piena libertà”, così Mario, Giuseppe e Salvatore. I piccoli cittadini chiedono cose semplici, dettate da buon senso, apparentemente banali, se non fosse per latotalecontro-tendenzarispettoalle scelte degli adulti e agli standard di vita ormai consolidati. “Nella mia città, non colate di cemento ma colate di “buon senso”,

città che voglio amare è fatta di lidi, spiagge colorate e dell’azzurro del mare” scrivono Chiara e Giulia. Così Marco e Valentina, seguiti da Francesca, Rebecca, Anna Giulia “Cara la mia città ti chiedo, con fermezza, non trascurare i tuoi lidi, sono la tua bellezza”. Concludiamo,conilmessaggioscritto e disegnato daTeo e Fabiana:“La città è nelle nostre mani, siamo noi il suo

Meno auto e più verde. Rispetto per i lidi. E c’è perfino un invito ai proprietari di cani. .. lo slogan di Alessia. È con il buon senso che i bambini chiedonounacittàpulitache“…rende migliore la nostra vita”, da Nicholas, Alessia, Benedetta, Andrea. La sensibilità dei bambini non trascura il nostro mare ed i suoi lidi. “La

domani”. Una cosa è certa: la città del futuro ed il futuro della città, nascerà, proprio, dalle mani e dalle menti dei nostri bambini. Ai “Saggi adulti”, adesso, la parola… Iole La Rosa


I NEGOZI BENETTON DI BRINDISI E MESAGNE VI AUGURANO BUONE FESTE WWW.TBMAGAZINE.IT TB 17


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PRIMO PIANO

SVEGLIA BRINDISI!

I Medici denunciano Più tumori per tutti. E restiamo a guardare “Sononumeroseleevidenzescientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine ad impianti energetici ed in particolare a quelle che hannocomecombustibileilcarbone.Le sostanze emesse in aria, acqua e suolo nonchéneiresiduidicombustionesono numerose, particolarmente tossiche ed alcune cancerogene...

La quantità di carbone utilizzata dalle due centrali elettriche che insistono nel Comune capoluogo è cresciuta progressivamente negli ultimi anni sfiorando gli 8 milioni di tonnellate nel 2007, come riportato dall’Autorità Portuale. Si tratta di quantità che rappresentano probabilmente se non un caso unico, sicuramente una situazione rara nel panorama mondiale. Le indagini epidemiologiche disponibili da diversi anni segnalano nell’area ad alto rischio di crisi ambientale di Brindisi, e soprattutto nel capoluogo, un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in particolare. Esistono studi recenti sull’au-

mento dì mortalità e dì ricoveri per cause cardiovascolari e respiratorie nei giorni in cui si registra innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. Le caratterizzazioni dell’area industriale hanno messo in evidenza un inquinamento del suolo che attende ancora di essere bonificato e incombe sulla salute collettiva. La letteratura scientifica riporta patologie a carico dei nascituri e dei bambini che risiedono nei pressi di produzioni energetiche che utilizzano carbone”. Ordine dei medici chirughi e degli odontoiatri della Provincia di Brindisi

ENEL/2 LA CONVENZIONE CHE VORREMMO Ecco le 10 cose da chiedere all’Enel: meno carbone e meno emissioni massiche, ma anche soldi, tanti soldi, per lo sport, il palazzetto, il centro antitumori. E poi il carbonile in 12 mesi, pena il blocco della centrale.

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erché ci sia tanta fretta nel voler concludere la trattativa con l’Enel non lo capiamo. Perché nessuno parli della chiusura della centrale di BrindisiNord(Edipower),chedovevaavvenire già qualche anno fa, è un altro mistero di questacittà.Cosìcomenoncispieghiamo la morbidezza della Regione Puglia, dai

cui vertici ci saremmo aspettati richieste più incisive nei confronti dell’Enel. Nello scorso numero di TuttoBrindisi vi abbiamo raccontato cosa e quanto l’Enel ha concesso ad altre città le cui amministrazionihannosaputofarsivalere:Civitavecchia (centrale ad alto tasso tecnogico, con due carbonili coperti, più 52 milioni di euro di contropartita in opere urbane

ed elargizioni in denaro sonante) e Montalto di Castro (173 milioni di euro!). Fino al momento in cui siamo andati in stampa, non risulta che gli Enti locali brindisini abbiano chiesto all’Enel contropartiteelevateperlafirmadellanuova convenzione. Continuano ad accontentarsidellariduzionedel10%delconsumo di carbone, e di una riduzione delle emissioni massiche. Tutto qui. Niente soldi. Un carbonile tra 36 mesi (ma sappiamo come vanno queste cose...), le centraline per il controllo delle emissioni donate dall’azienda, qualche altra promessa che potrà non essere mantenuta, e infine una

stupidagginecolossale:chiedereall’Enel di pagare una campagna pubblicitaria antinquinamentoeperilrispettodell’ambiente. Come se fossero stati i cittadini a spargere il carbone sui campi che circondano la centrale di Cerano.

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hissà se la chiusura dell’inchiesta aperta dalla magistratura farà venire il sale in testa a qualcuno. Intanto suggeriamo qualche altra cosuccia che si potrebbechiedereall’Enel:laconvenzione che vorremmo: 1) Riduzione del carbone del 25% (così magari otteniamo il 15); 2) Riduzione delle emissioni massiche; 3) L’Enel costruisce e paga con i suoi fondi il nuovo pontile per l’ormeggio delle navicarbonifere,liberandoCostaMorena; 4) Enel paga la costruzione del nuovo palasport brindisino (10 milioni di euro circa. Per l’azienda sono bruscolini); 5) Enel sponsorizza le maggiori società sportive cittadine di basket, calcio, pallavolo, ginnastica, rugby. Non solo il basket; 6) Enel sponsorizza la Fondazione del teatroVerdi, con 1 milione di euro l’anno; 7) Enel paga 500 mila euro l’anno all’Università di Brindisi per dei corsi su energia e ambiente (come fa a Civitavecchia); 8) Enel dona 1 milione di euro una tantum all’ospedale Perrino per il centro antitumori; 9) Enel copre il carbonile entro 12 mesi, altrimenti scatta il blocco della centrale; 10) Enel concede gratuitamente il calore derivante dalla combustione di carbone a Cerano alle aziende che ne faranno richiesta,comeCiccolella,chealorovolta si impegnano ad assumere i dipendenti Edipower e i coltivatori (o i loro figli) dei terreni circostanti Brindisi Sud. Non ci sembra poco ma neanche tanto. Ci sembra invece alquanto strano che queste richieste le debba avanzare un giornale. In una città seria le avrebbe già avanzate, da tempo, qualcun altro.

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PRIMO PIANO

Q

ualcuno lo ha frettolosamente definito il ritorno di Carmine Dipietrangelo, come se bastasse un librointervista per motivare un rientro sulle scene politiche. In realtà lui nega ogni volontà di ritorno. E lo fa in maniera netta, come sempre. «Con la politica attiva ho chiuso. Ma questo non vuol dire che ho perso la passione politica. Anzi, mi sento libero per dare giudizi, avanzare proposte e creare suggestioni» Con Marcello Orlandini ha scritto un libro (“Intervista sulla città”, Hobos Edizioni) in cui sembra voler prendere le distanze dal fenomeno Antonino, pur non nascondendo, cosa che le fa onore, la condanna subita per finanziamento illecito dei partiti. «Il libro è nato da un’idea del mio amico Vittorio Stamerra. L’intento è quello di far capire ai brindisini che non tutto ciò che è avvenuto negli anni passati era penale. Non c’è un tentativo di distinzione, ma il voler ribadire differenze che ci sono state. Con Antonino c’è stato sempre un confronto, che a volte è divenuto scontro, sulle prospettive della città. Spero che questo libro serva a riaccreditare quanto di buono vi fu in quell’esperienza: le intuizioni e la progettualità». Nel libro lei dice: la sinistra da sola non vince. Diciamo che l’alleanza con Antonino fu il primo “laboratorio politico”, come amano chiamarlo. E Ferrarese è il secondo capitolo di questa alleanza sinistra-centro. «La sinistra in questa città non è mai divenuta maggioranza, anzi, ha avuto il vizio del minoritarismo: o essere velleitari o subalterni,senzamisurarsiconlecontraddizioni della città e rinunciando ad avere una visione ed una funzione di governo. La sinistra ha tentato sempre le scorciatoie, come fu ai tempi della giunta anomala Dc-Pci con Masiello sindaco. L’Antonino/1 fu una forzatura, l’Antonino/2, quello eletto dai brindisini, nasceva da un’alleanza. Anche la scelta di puntare su Ferrarese è dettata dalla volontà di costruire alleanze di governo. E non è una scelta quantitativa ma culturale, di radicamento nel territorio». Come giudica l’inizio di Ferrarese? «Sottotonoseparagonatoalprotagonismo da presidente di Confindustria, ma credo che questo sia un fatto positivo. Deve fare i conti con la macchina amministrativa e la complessità dei problemi da affrontare, però ce la mette tutta. Lo vedo molto interessato a restare un soggetto politico e a dare risposte alle questioni storiche come le convenzioni». Qualcuno lo vorrebbe candidato presidente alla Regione... «Non si possono costruire nuovi quadri politici smantellando qualcosa di già esi-

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“BRINDISI NORD È LA NOSTRA PUNTA PEROTTI” Carmine Dipietrangelo chiede la chiusura della vecchia centrale: «Perché nesusno ne parla?». Dà i voti a Ferrarese e Mennitti. Chiede la riduzione del 15% del carbone bruciato (e pensare che dicevano facesse parte del partito dell’Enel). Esclude un suo ritorno alla politica attiva. E spiega le ragioni del libro intervista sulla città scritto con Marcello Orlandini.

stente, e mi riferisco sia a Ferrarese che ad Emiliano.Sarebbeirresponsabileperchilo propone e per chi lo accetta». Torniamo alla convenzione con l’Enel. MI sembra che si giochi al ribasso, tutti per l’Enel. Non crede? «Credo che un buon risultato possa essere una riduzione del 15% del consumo di carbone a Cerano. Ma si deve tornareadiscuteredellachiusura di Brindisi Nord, chiedendo al governo delle contropartite per Edipower, che gestisce l’impianto. In questo modo libereremmo una ampia zona portuale, e i 640 Mhwdiminoreproduzionedi energia rappresenterebbero una ulteriore riduzione di carbone in città. Del resto la chiusura di Brindisi Nord era

giàprevistanelleprecedenticonvenzioni. Perché nessuno ne parla?». Già, perché nessuno ne parla? È uno dei tanti misteri della cronaca locale. Invece qui si pensa al porto a Cerano! «Sarebbe una follia. Penso che qualcuno abbia pensato a Cerano come sito alternativo per il rigassificatore. Ma a chi serve effettivamente? A mio parere solo ai grandi gruppidicostruzioni.Oppure è una grande invenzione per pagare qualche progettazione. Ma che senso ha progettare un nuovo porto industriale a Cerano, per cui non ci sono fondi e ci vorrebberoalmeno10anni,quando il porto esistente è vuoto? Il presidente dell’Autorità portuale Giurgola dovrebbe

spiegare certe scelte. E invece...». Eppure hanno sempre parlato di DIpietrangelo industrialista, qualcuno la indicava come l’uomo dell’Enel... «L’industria andava sostenuta quando ciò aveva un senso. Oggi che industria dovremmo sostenere? Quanto all’Enel, è dal 1996 che chiedo la chiusura di Brindisi Nord. Anche nell’83, quando ci fu l’accordo per il Petrolchimico e si parlava di Cerano, chiedemmo di liberare la città da Brindisi Nord. Oggi possiamo diventare città turistica se togli dal porto interno quella centrale obsoleta. Brindisi Nord è la nostra Punta Perotti». Abbiamo parlato di Ferrarese. Come giudica invece i cinque anni e mezzo di Mennitti? «Anni grigi. E il colore che viene dato ad unaeccessivaenfatizzazionedellacultura serve a far diventare questo grigiore più chiaro». Ma la cultura è importante! «La cultura è importante, per carità, ma non è solo teatro, è costruzione di identità, è superare il provincialismo. La cultura slegata da una idea di città è solo una foglia di fico. Attenzione, non polemizzo con lo sforzo culturale di Mennitti, perché la cultura non è di parte nè appannaggio di una sola parte». Almeno da quella parte si punta su qualcosa. Il PD ancora non si è capito cos’è e cosa propone. «Il presente del Partito Democratico è figlio di un partito non ancora nato, che si è cimentato con primarie che hanno fatto morti e feriti. Ora ci deve essere espazio per tutti coloro che intendono misurarsi, e poco spazio per chi pensa che il PD sia un autobus su cui salire nei momenti elettorali per poi scendere subito dopo. A Brindisi in particolare si dovrà puntare molto sul rinnovamento. E il fatto di aver voluto nel direttivo nazionale Annalisa PepeEsposito,unagiovanelaureataeprecaria, segretario del circolo Berlinguer del Centro, è già un segnale forte...». Mi sta dicendo che se le proponessero la candidatura a sindaco tra quattro anni, rinuncerebbe? «Quattro anni sono lunghi, ma sicuramente non è una cosa che rientra tra i miei obiettivi. La mia esperienza manageriale e la curiosità per le altre cose di cui mi sto occupando non mi fanno mettere in agenda l’ipotesi di un ritorno alla politica attiva. In città ci sono energie nuove, risorse ed intelligenze sulle quali investire per farle diventare nuova classe dirigente, liberandoci finalmente dai mestieranti della politica e dai raccoglitori di voti. Ecco, se c’è una cosa che mi piacerebbe fare, è questa: sollecitare, stimolare e sostenere queste nuove energie. Vorrei mettere su una Scuola di formazione alla politica».


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BRINDISINI STRAORDINARI «Il nostro paese è marcio, l’intero paese lo è. Comandano le lobbye»

ALTRE STORIE

C di Tiziana Piliego

i sono professioni che più di altre, si fanno per passione più che per dovere. Una su tutte è quella del medico. L’ospedale Perrino di Brindisi può annoverare tra le sue eccellenze, il reparto di Neonatologia, magistralmente diretto, possiamo dirlo senza il rischio di smentita, da Giuseppe Latini. Una figura importante, un brindisino straordinario che in questi anni ha dato lustro all’intera struttura non solo grazie alle vite salvate nel suo reparto, ma anche per le sue ricerche e la sua esperienza. Ultimo incarico importante affidato al neonatologo è quello in seno alla Commissione europea della salute e tutela dei consumatori, un pool scientifico del quale in pochi possono fregiarsi di far parte. Come inizia la carriera di Giuseppe Latini? Ho compiuto i miei studi universitari a Siena, compresaspecializzazioneinpediatriaequella successivainneonatologia.Poitanteesperienze, anche in America. Quando inizia l’avventura a Brindisi? Nel‘77 l’allora direttore dell’ospedale, Mimmo Gioia, chiese il mio parere per organizzare un reparto di neonatologia, all’epoca inesistente. In questo, Gioia è stato un grande uomo, ebbe questa intuizione che però non poté vedere realizzata perché morì improvvisamente. Poi cosa è successo? Per carattere sono sempre stato determinato. Sentivo di dover realizzare questa cosa a tutti i costi. Lo dovevo alla mia città. Ci fu un episodio che cambiò la mia vita. Un giorno ero in viaggio per raggiungere Lecce per la laurea della mia fidanzata di allora. Con l’auto andai a finiresottounrimorchio,unincidentepauroso a seguito del quale subii il distacco della retina. Fu come una molla che scattò e che mi diede la forza di andare avanti. All’inizio ero da solo. Nei primiannidellacostituzione,Neonatologiaera accorpata al reparto di Pediatria, ma era una realtàcheprendevaformagiornodopogiorno. Nel 1986 mi fu affidato l’incarico di dirigere la

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IL MEDICO CHE SI COMMUOVE GIUSEPPE LATINI. Il “suo” reparto di Neonatologia nacque per intuizione di Mimmo Gioia, ma a volerlo con tutte le forze è stato lui. «L’esperienza mi ha insegnato che bisogna crederci sempre, fino alla fine». Come quella volta che un padre chiese di staccare le macchine alla sua bimba nata di 480 grammi... divisioneche,conlariformaFitto,fuscorporata e divenne reparto autonomo. In questo reparto, più che in ogni altro, si respira la voglia di vivere a tutti i costi. C’è un episodio che l’ha segnata in maniera particolare? Tanti. Qui la voce di Latini è interrotta dalla commozione. È il momento più emozionante di tutta l’intervista, in cui si capisce di essere davanti ad un medico, ma soprattutto ad un uomo e ad un padre con tutte le debolezze di ogni essere

umano. Superata l’empasse Latini riprende. Ungiornoeroinrepartoeuscendodallastanza mi trovai davanti un padre disperato che stringeva tra le mani un fagotto. Mi disse:“Dottore, la bambina è nata a Mesagne ma mi hanno detto che è un aborto. Non voglio crederci e l’ho portata qui”. Quella bambina ora è una splendida ragazza di 30 anni. Quel giorno capì che bisogna crederci sempre fino alla fine. I corridoi del reparto sono tappezzati di foto di bimbi che ce l’hanno fatta… Ricordo in particolare una bimba nata di 480

grammi. Aveva gravi difficoltà e un giorno il padre mi chiese di staccare le macchine alle quali era collegata. Sentì che non era quello il miocompito.Oraquellabimbaècresciuta,l’ho incontrata qualche mese fa. Per stemperare la commozione, parliamo di temi attuali. La lotta all’inquinamento, i pericoli per la salute. Lelotteambientalistehannoradicilontane,dai tempideicompiantiprofessoriDiGiulioeRubino.Purtroppononsipuòcontestarequellache è l’evidenza, ovvero un aumento di patologie e di decessi legati a cause ambientali. È la realtà, ci sono dati ufficiali. Allora perché non si pone rimedio? Il nostro paese è marcio, l’intero sistema lo è. È guidato solo dagli interessi delle lobbye. Anch’io mi ci sono scontrato personalmente. Quando? Qualche anno fa, insieme ad altri ricercatori, conducemmo uno studio sul danno che gli ftalati, una sostanza contenuta nella plastica, produceva sulla salute. Nel 2000 riuscimmo ad ottenere un finanziamento di 5 miliardi di lire per trovare una soluzione alternativa. La trovammo e quando andai a proporla alla Evc, produttrice di ftalati, dopo un’iniziale disponibilità a guidare il progetto, ci fu una netta retromarcia. Eppure non ha mai pensato di abbandonare la sua città… Credo che con la volontà di fare qualcosa di buono, si superano tutti gli ostacoli. Io con il mio handicap fisico (una vista molto limitata, ndr) sono stato il primo ad accorgermi e a pubblicare i risultati sulle variazioni che subivano, nel colore e nella consistenza, i tubi endotrachealiunavoltausati.Unacosaècerta: a Brindisi occorre lavorare tre volte tanto per ottenereunterzo.Hoavutotanteoccasioniper lasciare la mia città. Una cattedra all’Università di Siena a 34 anni, un incarico importante in America, ma ho scelto di rimanere qui. Pensava di diventare quello che è? Non sono nulla di eccezionale. Da piccolo coltivavo il sogno di diventare medico. Avevo unozioalqualeeroparticolarmentelegato.Lui avrebbe voluto studiare medicina, ma per le difficoltà economiche del nonno, fu costretto ad abbandonare l’idea. Riversò così tutte le sue speranze su di me. E so di non averlo deluso.


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COMMERCIO

SOS CENTRO N ervi a fior di pelle, scontri personali, clima tesissimo. Era questa l’aria che si respirava alle 22 della sera, qualche settimana fa, durante una riunione spontanea convocata nella saletta del Bar Continental. All’interno c’erano una trentina di commercianti del Centro. Giovani e menogiovani,matuttiaccomunatidauna esigenza: fare qualcosa per evitare la chiusura, o quanto meno uscire dalle sacche di una crisi che si fa sempre più pesante. Ci sono negozi che un tempo battevano scontrini per 2000 euro al giorno. Oggi, con l’apertura dell’Ipercoop ed il rilancio delboccheggiantecentrocommercialeLe Colonne, l’incasso giornaliero a volte si ferma a poche decine di euro. In questa situazione qualche commerciante sta seriamentepensandodiabbassarelaserranda e trasferirsi proprio nell’odiato centro commerciale,dovegliaffittisonodivenuti

I negozianti che operano nel cuore della città lanciano l’ultimo disperato allarme: «O si interviene o rischiamo la chiusura!». Chiedono parcheggi, eventi. E fanno proposte. Al Comune qualcosa si muove. Basterà?

addiritturapiùconvenientirispettoaquelli imposti da molti proprietari dei locali situati lungo i corsi principali. Ma non è solo il caro affitti a non far quadrare i conti dei commerciantidelCentro.Sottoaccusa,da sempre, ci sono la mancanza di parcheggi e l’assenza di una seria pianificazione di eventi e attrattive in grado di portare la gente a passeggiare lungo le vie cittadine. Sul primo punto c’è chi preme per la riapertura di un tratto di corso Umberto, ma l’idea non trova consensi unanimi, potrebbe non piacere alla maggioranza dei cittadini, e soprattutto non è detto che funzioni. Il Comune, con l’assessore Paolo Chiantera, ha trovato una soluzione tampone con 200 stalli di parcheggio

lungo via del Mare. Mentre l’assessore alle Attività produttive, Francesco Renna, ha presentato il programma degli eventi natalizi, che mira proprio a convincere i brindisini a fare spese nei negozi cittadini. Il problema però non è tanto il mese di dicembre, quanto quello che verrà dopo. Ed è proprio al futuro che sta pensando il neocostituitoComitatodeicommercianti del Centro, presieduto da Pietro Nuzzo, che farà sentire la propria voce affinché i problemi sollevati dalla categoria restino sull’agendadell’amministrazionecomunale tutto l’anno. Michele Piccirillo in centro ha due negozi, Dorelan e Sevnth Store, ed è da sempre uno dei commercianti più attivi nella

proposta di soluzioni anti-crisi: «Basta con i palliativi! Il centro non può vivere di sole manifestazioni. Il commercio cittadino ha bisognodiinterventiimmediati,devevivere tutti i giorni dell’anno e i commercianti devono essere messi in condizioni di lavorare tranquillamente e dignitosamente. Il centro ha bisogno di misure drastiche ed immediate altrimenti non c’è scampo. La morìadelleattivitàporteràinevitabilmente alla sua desertificazione, e Brindisi, con il suo centro ormai divenuto “periferia”, perderà la sua storica identità». Piccirillo pensa ad un intervento complessivo sul problema parcheggi, al rilancio di piazza mercato, alla chiusura al traffico del borgo antico, ad incentivi per le nuove aperture commercialieamaggioritasseperchinon fitta i locali per oltre sei mesi. Nei prossimi giornituttisarannopresidalperiodonatalizio, ma dopo i saldi, la crisi del commercio cittadino avrà bisogno di risposte serie ed urgenti.

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CULTURA

LA GRECITÁ DI BRINDISI In città ci sono molte testimonianze della religione ortodossa. Ma tutte trascurate e non segnalate.

COSE NOSTRE di Guido Giampietro

L

’atteggiamento di concentrarsisull’attivitàaccettando il fatto che tutto è destinato a svanire è molto ben rappresentato dalla costruzione del“mandala tibetano”. I monaci vi lavorano per mesi, collocando, uno ad uno, dei granelli di sabbia colorata fino a quando il disegno non è completo, bellissimo. Allora lo distruggono per ricordare che tutte le cose umane sono effimere, ma soprattuttoperimparareanonsoffrirequando le perdiamo. Forse per questo a Brindisi, con molta nonchalance, si sono distrutte le cose del passato. E, in questo momento, intendo riferirmi al nostro passato di grecità che, se non è suffragato da importanti resti archeologici, è però ricco d’una millenaria storia fatta di travasi culturali e religiosi, oltre che di scambi commerciali. In particolare, se con le unghie della curiosità potessimo grattare il terreno dei ricordi, scopriremmounarealtàcostituita anche dalle numerose testimonianze lasciate dalla religione ortodossa. Come la chiesa di San Pelino (alle spalle del palazzo Granafei) eretta sul finire del VII secolo.

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Quella di San Leucio (fine IX sec.- inizio X sec.) ubicata nei pressi dell’ex ospedale Di Summa e distrutta nel 1720 per utilizzare il materiale nella costruzione del Seminario. Vicino ai giardinetti del porto, invece, c’era la chiesa di San Giacomo divenuta, dopo il 1173, San Francesco di Paola (anch’essa, tra il 1747 e il 1749, demolita e ricostruita). E, ancora, Sant’Antonio Abate, venduta a don Oronzo Catanzaro nel 1820 e inglobata nel suo palazzo di via Lata. San Giovanni dei Greci (XIV sec.), servita da sacerdoti di rito greco fino al sec. XVII. E, a pochi passi dalla ex pesa pubblica dei Cappuccini, la chiesa dell’Osanna. Apparteneva a quest’ultima la colonna in marmo pario (IX-X sec.) attualmente custodita - senza alcuna indicazione che ne spieghi le origini - presso Santa Maria del Casale. Nel passato, attorno ad essa, la domenica delle Palme, a dimostrazione della vitalità della lingua greca nella città, veniva data lettura in grecodell’EpistolaedelVangelo(oggila secolare tradizione continua nella Cattedrale).Ultimoretaggiodellapresenza della chiesa ortodossa a Brindisi è il fabbricato di San Nicola (foto sopra, collezioneValigia delle Indie) costruito in via Indipendenza sul suolo acquistato nel 1891 da Malvina Omero, sposa di Giuseppe Nervegna, e da Socrate Cocotò, vice console ellenico. Attualmente la chiesa è parte della metropolia d’Italia e

di Malta con sede a Venezia. Ma perché il San Nicola brindisino ha quelle severe linee neoclassiche (nel campanile diventano addirittura neogotiche) che lo rendono così diverso dalle chiese greche e, ancor più, dalle russe (visto che alla sua costruzione contribuì anche lo zar Alessandro III)? E perché si è permesso che la chiesa, già penalizzata dalla mancanza d’un sagrato, fosse affiancata (e soffocata)

PRECISAZIONE Sull’ultimo numero di TB, nell’articolo “Quelle botteghe che scompaiono”, a firma di Guido Giampietro, si parlava della chiusura del negozio Sion. Il riferimento era ovviamente al Sion di corso Umberto, che ovviamente nulla ha a che vedere con il negozio Sion di corso Garibaldi, che a tutt’oggi è in attività.

da altre costruzioni? Ma, soprattutto, perché metà del corpo di fabbrica è stata alienata e “convertita” a usi civili? E se queste domande possono apparire pleonastiche, almeno una esige una risposta: perché non si rende più “visibile”San Nicola? Soprattutto agli occhi del turista che giunge a Brindisi, ma anche a quelli dei tanti brindisini che tuttora l’ignorano. Perché non pensare, anche per par condicio con gli altri beni ecclesiastici e/o monumentali, a una segnaletica che nei posti di transito (stazione, aeroporto) informi sulla presenza di una chiesa che rappresenta il piùimportantepuntodiriferimentoperi greco-ortodossi di Puglia? “Il miracolo è possibile - ha detto recentemente l’arcivescovo di Mosca a proposito della riunificazione tra cattolici e ortodossi - anzi non è mai stato così vicino. In fondo siamo stati uniti per mille anni. Poi per altri mille siamo stati divisi. Il terzo millennio della Chiesapotrebbecominciareall’insegna dell’unità”. Davanti alla grandezza d’un tale evento quali ostacoli possono esserci a una maggiore visibilità della nostra chiesa ortodossa? Kαλά Χριστούγεννα, Mπrιντιζι (Buon Natale, Brindisi).


IMPRESE

AFFARI IN AUSTRALIA

Missione di PromoBrindisi a Sydney: cinque aziende agroalimentari brindisine a contatto con importatori del New South Wales interessati ai prodotti italiani

S

’ono state cinque le aziende brindisine che hanno preso parte alla missione commerciale ed istituzionale in Australia che si è svolta dal 19 al 26 novembrescorsi,periniziativadiPromoBrindisi, azienda speciale della Camera di commercio di Brindisi. A Sydney, accompagnatidalpresidentediPromoBrindisi(evicepresidentedellaCamera) Cosimo Convertino, erano presenti le aziendeGrecodiSanVito dei Normanni, (conservesott’olio),MasseriaFragnitedi Ceglie Messapica (latticini e formaggi), Lillo di Brindisi (olio), Botrugno di Brindisi(vini)eCantinaProduttoriAgricolidi San Pacrazio Salentino. Dopo un incon-

sfatti degli incontri avuti anche Cosimo Caliandro (Fragnite) e Michelangelo Greco. Un importatore è interessato ai caciocavalli prodotti dal caseificio cegliese, mentre sono due gli operatori interessati ai prodotti dell’azienda conserviera. Più difficile, ma non impossibile, il discorso nel settore dei vini: l’Australia è tra i primi produttori al mondo e tra dazi doganali e incidenza dei costi di trasporto, i nostri vini arrivano sul mercato con un 40% in più rispetto ai prezzi di listino. Il che, ovviamente, non facilita la loro penetrazione nel mercato. In ogni caso, un distributore è sembrato molto interessato al negroamaro Patrunu Rò

tro di benvenuto e di presentazione del mercato australiano, che si è svolto presso la sede della Camera di commercio italiana a Sydney, con il direttore NicholasCarè(foto)ladelegazionebrindisina ha incontrato il console italiano e i rappresentanti dell’Enit, dell’Ice e dell’Istitutoitalianodicultura.Neigiorni successivi si sono svolti gli incontri business to business, che hanno messo a contatto gli imprenditori brindisini con alcuni importatori locali di prodotti agroalimentari italiani. «Una esperienza che è servita a capire che il mercato australiano non è grandissimo, si tratta di 20 milioni di persone distribuite su un territorio enorme, ma anche qui l’interesse per il Made in Italy è alto», dice Pasquale Lillo. Soddi-

dellacantinaBotrugno.«Nellasperanza chequesticontattisipossanotramutare in contratti», afferma Convertino, «le nostreaziendepossonosemprecontare sull’impegno del Desk Puglia di Adelaide, ufficio fortemente voluto dalla CameradicommerciodiBrindisiproprio per sostenere le imprese della nostra regione nei loro affari in Australia». Dalle aziende che hanno partecipato alla missione è giunto l’invito alla Camera di commercio ad organizzare più eventi di questo tipo. Invito accolto con favore dal presidente Convertino, che proprio nei prossimi giorni dovrà predisporre il programma 2010 degli impegnichevedrannoimpegnatol’Ente a sostegno dell’internazionalizzazione delle aziende brindisine.

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IMPRESE

PROGETTANDO IN SILENZIO La Tecno Servizi di Ingegneria dell’ingegnere Cosimo Millardi è una delle aziende che operano in città lontano dai riflettori. È rinomata in tutta Italia ed ha realizzato importanti lavori in campo civile e industriale

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Brindisi ci sono tante imprese d’eccellenza che continuano ad operare lontano dai riflettori. LaTSI (Tecno Servizi di Ingegneria) dell’Ing. Cosimo Millardi, 60 anni, è sicuramente una di queste. Eppure si tratta di un’azienda che vanta importanti progettazioni e direzione dei lavori in tutta Italia. I servizi che la Società è in grado di fornire vannodaglistudidifattibilitàalladirezioneesupervisione dei lavori, alla progettazione architettonica completa ed esecutiva di strutture complesse, sia in conglomerato cementizio armato che in acciaio, oltre al calcolo, la progettazione, la verifica di recipienti a pressione ed i servizi di sicurezza in cantiere. LaTSI esegue inoltre lavori chiavi in mano in qualità di “general contractor” ed in tale settore ha anche acquisito una significativa esperienza. «In particolare – spiega Millardi, amministratore unico dell’azienda – abbiamo eseguito lavori nei maggiori sta-

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bilimenti petrolchimici: Mantova, Ferrara, Priolo, Terni e Brindisi, oltre che in quello Novamont di Houston (USA). Siamo stati noi a progettare le prime sale bunkerizzate a prova di scoppio che oggi vengono realizzate in tutti questi tipi di impianti industriali». Si tratta di particolari sale in cemento armato, al cui interno sono ubicati i controlli dell’impianto. Strutture che resistono a forze d’urto impressionanti (2000-3000 chilogrammi al metro quadrato) proprio per preservare il cuore dell’apparato produttivo e preservare vite umane. Oggi la TSI può contare sull’apporto di sette figure professionali, «ma in alcuni periodi siamo stati anche 31 in azienda», racconta con un po’ di rammarico Millardi: «Il periodo è difficile per tutti, però noi stiamo cercando di andare avanti, ampliando la gamma dei servizi offerti, anche se a Brindisi il nostro mercato non è certo il massimo a cui si possa aspirare».

La TSI si occupa anche di architettura e pianificazione urbana (di Millardi sono ad esempio il Piano di recupero del centro storico di Brindisi e l’Approdo Turistico a Bocche di Puglia); ha progettato ponti e viadotti, ma anche palazzetti, tema che a Brindisi è sempre caldo e solletica l’attenzione di cittadini ed amministratori: «ho effettuato il calcolo delle strutture del PalaEnichem di Priolo, un palasport da 4.000 posti che oggi costerebbe non meno di 10 milioni di euro, e che all’epoca, era il 1990, fu recensito sulle pagine di Costruire, importante rivista di architettura e progettazione. È nostro anche lo studio del palazzetto di Nantes in Francia, una struttura tutta in acciaio, capace di ospitare 10.000 persone. È lì che l’Italia vinse il campionato europeo di basket. E infine cisiamooccupatianchedellaprogettazionedelpalazzetto di San Benedetto del Tronto». Ma non finisce qui: nel curriculum dell’azienda figurano anche la direzione tecnica e la progettazione di parte delle strutture dell’aeroporto Caselle di Torino (in occasione dei giochi olimpici invernali del 2006) e la direzione lavori dell’impianto di rigassificazione della Brindisi LNG. Di recente la TSI ha ottenuto la certificazione di livello 2 del RINA per i controlli non distruttivi delle strutture in cls, cioè di strutture che ospitano scuole, condomini, uffici: «In pratica effettuiamo le verifiche degli immobili attraverso attenti controlli, monitoraggi sullo stato del calcestruzzo oltre che la mappatura del numero e del diametro della barre d’acciaio, e la verifica del loro grado di ossidazione ». Questi controlli vengono eseguiti con apparec-


Qui sopra l’ingegnere Cosimo Millardi, fondatore e amministratore unico della Tsi. Accanto, una fase di lavoro nello stabilimento alla zona industriale di Brindisi. La sede della TSI è in via Carlo Urbani, 3 (Z.I.) a Brindisi. Tel. 0831.548440, info@tsibrindisi.it

chiature di precisione ultra moderni come i pacometri, gli ultrasuoni, etc. L’azienda effettua i controlli e certifica lostatodell’immobile,indicandosecisonointerventida eseguire per garantirne la sicurezza e stabilità. «Inoltre ci siamo da poco gettati in un mercato di nicchia, quello delledemolizioniindustriali,chesperiamocipossadare altre soddisfazioni». Ad una cosa Millardi tiene molto: «Siamo da sempre sensibili ad utilizzare giovani preferibilmente brindisini, per campanilismo preferisco privilegiare gente del posto. Nella nostra città lavorano fin troppe aziende e figure professionali di altre province, ed è un peccato perché, specialmente in alcuni settori non siamo secondi a nessuno». In azienda da poco ci sono anche i figli di Millardi: Nicola, ingegnere civile, ricercatore nell’Istituto di scienza delle Costruzioni del Politecnico di Bari, ed Antonio, ingegnere meccanico. Saranno loro, tra qualche anno, a dover prendere in mano le redini di un’azienda che già oggi può vantare clienti del calibro di Polimeri Europa, Brindisi LNG, LyondellBasell, ExxonMobil, Enichem, Montedison, Novamont, Alenia, Tecnimont, Tecnip Italy.

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SPORT TuttoBrindisi

BASKET

SEMPRE AD UN PASSO DALLA VETTA Malgrado la sconfitta di Imola, siamo sempre lì, ad un passo dalla vetta. La squadra di Giovanni Perdichizzi può vincere ovunque e dimostra di crescere di settimana in settimana, trovando ogni domenica nuovi protagonisti, che si aggiungono alla continuità di Joe Crispin e Omar Thomas. Finalmente anche Bryan ha fattovederechepuòessereall’altezza della situazione: se solo facesse qualche fallo in meno... Ora attendiamo Reggio Emilia e Jesi. Esetuttovacomesperiamochevada, ilprimopostopotrebbenonsfuggirci. Nella foto di Dino Matera: una schiacciata di Sylvere Bryan.

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SPORT PUGILATO

PUGNI MONDIALI Il brindisino Antonio De Vitis continua la marciadiavvicinamentoaltitolomondialedei pesi Superpiuma. Dopo aver battuto ai punti,

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proprioaBrindisi,unpari-pesonicaraguense,inquesti giorni si allena duramente per prepararsi al meglio per l’incontro più importante della sua carriera, che a finefebbraiolovedràimpegnatosulringcontroilforte sudafricano Gasper Sheroka. DeVitis, figlio di genitori brindisini e anch’egli nato in città, da alcuni anni vive a Savigliano, in provincia di Grosseto: «Una scelta di vita dettata dal lavoro e dall’aver trovato qui uno sponsor», racconta il pugile. De Vitis è sposato ed ha un figlio di

5 anni (che nella foto in questa pagina festeggia col papà, trentenne, una delle sue ultime vittorie). A fine ottobre De Vitis si è esibito a Brindisi, al PalaPentassuglia, di fronte a più di 2000 persone:«Èstatodavveroentusiasmante.Respiravo un’aria particolare. Quando combatti nella tua città senti di stare in un ambiente diverso, senti molto di più il calore del pubblico. Spero che l’esperienza si possa ripetere anche in futuro».


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SPORT

CALCIO

QUALCOSA NON QUADRA Che succede al Brindisi? Sulla carta ha una squadra da primi posti, e invece non riesce a vincere. In campo spesso stenta, altre volte fa vedere che può giocare a livelli altissimi. A parte Fiore, Moscelli e Da Silva (nella foto), gli altri giocatori in campo non hanno fin qui mostrato grande continuità. Domenica c’è la capolista Catanzaro. E speriamo che la musica cambi, perché altrimenti il distacco dalla vetta inizierà ad essere troppo ampio. E la famiglia Barretta dovrà iniziare a prendere i provvedimenti necessari in queste situazioni. E sia ben chiaro, sul banco degli imputati non ci sarà solo l’allenatore.

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SPORT

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SPORT

ARTI MARZIALI

Alla scoperta della Kick-Boxing “Dietro ogni mossa di questa disciplina - dice Francesco Spagnolo - c’è un percorso di vita” La parola kickboxing è stata inventata in Giappone negli anni‘80. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto erano il full contact karate, la muay thai, il sambo russo ed il sanda cinese. I promoter giapponesi, vedendo il successo dei match di boxing thailandese, decisero di eliminare i colpi di gomito, di ginocchio e le prese. Rimase uno sport da combattimento nel quale gli atleti usano pugni e calci alle gambe, al tronco ed al viso. Si usano i calzoncini corti come nella boxe e nella boxe thailandese. Nacque la“Japanese Kick Boxing”, poi abbreviata in Kick-Boxing. Gli americani precedentemente avevano iniziato a fare gare di kung fu e di karate a contattopieno(fullcontact),celebriprecursorigliatletied attori Bruce Lee e Chuck Norris. Ed è proprio grazie a quest’ultimi che nacque la mia passione, 25 anni fa. Così come i miei atleti oggi, cominciai anche io da giovanissimo la mia carriera agonistica affacciandomi a vari sport da combattimento: dal karate alla boxe cinese, dalla boxe occidentale a quella thailandese, per poi entrare nella kick-boxing da professinista. Ed è qui che il mio viaggio nelle arti marziali si concretizza, è grazie alla kick boxing che si realizzano i miei sogni: diventare un istruttore e realizzarlo in una struttura propria con tutte le varie attrezzature utili a

TENNIS

SOGNANDO FLAVIA Sonostati120iragazzi,maschiettiefemminucce, studenti delle scuole superiori secondarie, che dal 26 al 28 novembre scorso si sono dati battaglia a colpi di racchetta sui dieci campi del Circolo Tennis di Brindisi, che ha ospitato i Giochi sportivi studenteschi di tennis, in pratica un campionato italiano per le categorie Allievi e Allieve. «È stato uno spettacolo meraviglioso, che per la prima volta è stato ospitato in Puglia», ha dichiarato il direttore sportivo del Ct, l’avvocato Giovanni Faggiano, che con la collaborazione delle Amministrazioni e delle aziende locali sta pensando di riportare in città un torneo di rilievo internazionale. I Giochi hanno portato a Brindisi circa 500 persone, generando turismo e lavoro per hotel, ristoranti e negozi del capoluogo. L’organizzazione del Circolo Tennis è stata apprezzata dai vertici nazionali della Fit, presenti in città durante l’evento.

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FrancescoSpagnolodurante un incontro di Kick-Boxing

questadisciplina.Infattiogginellamiapalestrasonoattivi vari corsi con varie fascie di età: dai ragazzi di 13 anni, agli adulti di 50 e più, perchè la kick non è solo una disciplina marzialemaèancheunosportcompletodovelapreparazione atletica è ad alti livelli. Nei miei anni di carriera agonista ho collezioni vari titoli nazionalicomequellodel2003aFasano,intercontinentali (nel 2004 sempre a Fasano), fino a raggiungere il titolo Europeonel2005nellamanifestazione“Thewarriorslong night”. Già all’epoca, come oggi, ero istruttore nonchè preparatoreatletico,legatoallaFIKB(FederazioneItaliana Kick Boxing) grazie alla quale aggiorno tuttora il mio pacchetto di esperienza, e alla Fipc (Federazione Italiana Pesistica e Cultura fisica) frequentando nuovi corsi di perfezionamento per preparatore atletico del Coni. Perchè ho scelto questa direzione di vita, perchè la kickboxing?Perchèleartimarzialidannosicurezza,equilibrio spirituale e fisico, e t’insegnano il rispetto verso il prossimoattraversol’agonismo.Hosceltolakick-boxingperchè tra le tante discipline che ho praticato l’ho riscontrata più completa, perchè si può attaccare e difendere in diverse distanze, perchè abbracci vari stili di arti marziali. Dietro ogni tecnica e gesto c’è un percorso di vita. Francesco Spagnolo Per informazioni sui corsi di Kick Boxing: palestra Olympic Fitness, via Tor Pisana 102/A, Brindisi, tel. 320.5331397


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ARIA FRESCA di Daniele Galiffa

M

oltidivoiricorderannoMinorityReport, il film del 2002 diretto da Spielberg e tratto dal romanzo di Philip K. Dick, in cui Tom Cruise riusciva, attraverso l’utilizzo di speciali guanti, a manipolare fisicamente dei materiali digitali (foto, video, etc...) proiettati su un ampio schermo. Se 7 anni fa ciò sembrava fantascienza, oggi possiamo solo constatare che negli ultimi anni la tecnologia ha fatto notevoli passi da gigante, superando addirittura i paradigmi di interazione adottati ed immaginati nel film. In particolare il fronte tecnologico di quella che è chiamata“Natural interaction”ha saputo individuare soluzioni diverse: dai dispositivi per il puro divertimento come il Wii e il suo WiiMote, a dispositivi di puntamento senza tocco e senza guanti (quello che è puro“Natural Interaction”) a sistemi multi-touch, ormai sotto l’occhio di tutti grazie all’introduzione sul mercato dell’Apple iPhone. Negli ultimi anni si è avuta, insomma, una notevole crescita della ricerca per rendere l’interazione uomomacchina sempre più “umana” e meno vincolata all’utilizzodiparadigmiormaiobsoleti(pensatecheilcaro vecchio “mouse” del computer ha oltre 40 anni...). Si ma... cosa è esattamente un grande schermo multi-touch? Per semplificare, lo si può intendere come una grande parete interattiva su cui molti utenti contemporaneamentepossonomanipolaredeglioggetti

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TECNOLOGIA MADE IN BRINDISI Nell’università del capoluogo alcuni ricercatori hanno creato uno schermo multitouch che potrebbe essere utilizzato da altri enti


IDEE

(ad esempio delle foto) ed utilizzarli attraverso il semplice tocco delle dita. Alcuni studenti della sede brindisina del CorsodiLaureainInformaticadell’Università di Bari hanno lavorato, tra il 2008 e il 2009, sul fronte del multi-touch come lavoro di ricerca e di tesi all’interno del laboratorio diretto dalla professoressa Costabile, supportata dal lavoro dei ricercatori Paolo Buono e Carmelo Ardito. Il focus del laboratorio brindisino è stato sull’adozione di nuovi strumenti e modelli di interazione relativamente al parco archeologico di Egnazia (situato tra Bari e Brindisi) in cui l’adozionedicontenutiestrumentidigitalipermettessedi arricchire l’esperienza del visitatore. I progetti di tesi sono statirivoltiprincipalmenteallacreazionediunframework comune, su cui ciascuno studente ha poi elaborato un software specifico da poter utilizzare all’interno del parco archeologico.“La difficoltà principale”, ci racconta Alessandro Lanza (nella foto a sinistra) prossimo alla discussione della sua tesi, “è stata quella di creare il framework, dato che la documentazione a disposizione eradavveropochissima.Abbiamosudatoparecchienotti davanti al computer, ma alla fine ci siamo riusciti!” Lo schermo multi-touch presente nella sede dell’Università di Brindisi è collocato in una piccolissima stanza che non rende affatto onore alla potenzialità dello strumento e al lavoro degli studenti. Antonio Minnella, altro componente del gruppo, ci dice: “In effetti le ridotte dimensioni della stanza non ci hanno aiutato molto. Ma siamo comunque contenti che l’Università ci abbia messo a disposizione la possibilità di poterlavoraresuunatecnologiainnovativa,senzadoverci

trasferire a Milano”. “Quello che vedete ora è basato sui materiali archeologici relativi al parco di Egnazia”, ci dice Lanza, “ma possiamo immaginare usi diversissimi, anche per altri settori”. In effetti, seppure le tesi siano state incentrate in ambito molto specifico, è utile sottolineare come l’adozione di tale tecnologia sia anche di notevole portata per ambiti strategici quali il turismo e la ricerca scientifica, senza dimenticare l’uso relativo al patrimonio artistico e la pubblica amministrazione. Si pensi, ad esempio, all’adozione di tale tecnologia per le vetrine dei negozi in cui lasciare agli utenti/clienti la possibilità di sfogliare un catalogo o personalizzare un oggetto da acquistare poi in negozio: un caso emblematico in merito a ciò è il mitico NikeStore a Manhattan. Oppure all’adozione di uno schermo multitouch nelle sale di controllo (protezione civile, porto, vigli del fuoco, polizia…) per rendere il lavoro e il coordinamento di gruppo davvero molto più efficace, come avviene, in parte, con i sistemi della americana VizRT. Una azienda italiana, invece, ha sperimentato l’adozione di tecnologie simili, per laboratori di ricerca, rendendo possibile il lavoro di gruppo dei ricercatori di una azienda

abruzzese su un grande schermo, riuscendo quindi ad integrare i vantaggi della Rete, del digitale e della collaborazione fisica. Se la nostra città ha, quindi, la fortuna di poter ospitare delle competenze tecnologiche e scientifiche di tale complessità, non vediamo ragioni per cui le grandi imprese e le istituzioni locali (in primis gli assessorati al turismo, alla cultura e allo sviluppo, la camera di commercio e le associazioni di categoria), non inizino ad integrare queste nuove tecnologie per portare, finalmente, innovazione ed ossigeno ai settori strategici per il nostro territorio e fare leva su di essa per un sano sviluppo.Perchénoninstallareunostrumentodelgenere nel nostro aeroporto (che ormai accoglie oltre 1 Milione di passeggeri l’anno) per abilitare una serie di operazioni collaborative e in Rete, rendendo efficace l’erogazione di servizi di marketing territoriale per invogliare cittadini e visitatori ad avvicinarsi al territorio attraverso di qualcosa che vada oltre al banale, quanto inutile, web-point? Perché non prevedere l’installazione di un grande schermo multi-touch all’interno di Palazzo Nervegna o dell’ArchiviodiStato,rendendopossibilelaconsultazione e l’adeguato utilizzo di materiali preziosissimi quali le cartografie di Benedetto Marzolla? Web-Link Laboratorio HCI UniBA: www.di.uniba.it/~ivu Video su Natural Interaction: tinyurl.com/vzj4fpq Tecnologia MultiTouch (definizione su Wikipedia): en.wikipedia.org/wiki/Multitouch. Alcuni video su MinorityReport: tinyurl.com/ylo86sk.

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COMPLICI

Buone Idee

Alparone Francesca

I Fantastici Quattro. Nasce il “Comitato Civilizziamoci”: un buon esempio. PROVATEADANDARESUDIUNDIZIONARIOESCORRETELO fino alla parola Supereroe. Questa è la definizione che troverete: «Un personaggio eroico, con una missione disinteressata ed a favore della società […]. La maggior parte dei supereroi agisce da sola, anche se esistono moltiteamdisupereroi,comeiFantasticiQuattro.Provate, adesso, a leggere un estratto dello Statuto del Comitato Civilizziamoci:“Comitato,autonomo,apartiticoeapolitico, senza fini di lucro [….] - con la missione - […] di promuovere il miglioramento della qualità della vita a Brindisi, attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dell’Amministrazionecomunaleedellaclasseimprenditoriale,sulledeficienzeoggettivedellacittà[…].IlComitatoè compostodaquattromembri,AndreaLibardofondatoree presidente,StefanoAlparone,DanieleDonativiePierfrancesco Ferrari.”Ebbene, non scorgete anche voi fra queste due definizioni delle analogie? Cerchiamole insieme, iniziando proprio da loro quattro, appunto, quattro, come i

I promotori del Comitato fotografati da Viviana Rampino

Fantastici Quattro; ancora, la parola missione, come missione; disinteressata, come senza fini di lucro; e poi, per il bene della società, come promuovere il miglioramento della qualità della vita a Brindisi. Tutto porterebbe alla costruzionediunacartad’identitàsenzaequivocidisorta: Supereroi. Ma, come è noto, tutti i supereroi sono dotati di poterisoprannaturali.QualipoteriinostriquattroFantastici hanno, e di quali, invece, dovranno dotarsi per il compito che hanno deciso di svolgere? Hanno sicuramente intraprendenza, curiosità, iniziativa e coraggio, ma dovranno dotarsidiun’inesauribilepazienza,tenacia,coerenza,ottimismo. Ma al di là di tutti questi poteri, una cosa che, su tutte,porteràadunafattivaoperativitàdelComitato,saràla nostrapartecipazioneattiva,attraversocontributiconcreti, idee, segnalazioni e quant’altro. Per onore di cronaca, il Comitato Civilizziamoci si è costi-

tuitolegalmenteil6novembrescorso,graziealcontributo professionale del notaio Roberto Braccio, il quale, non solo non ha richiesto il suo onorario, ma si è accollato le spese di registrazione dell’atto, in quanto primo sostenitore ufficiale dell’iniziativa. Chiunque potrà essere sostenitore e promotore di contributiedidee,basteràcontattarel’indirizzoinfo@savebabylandia.comoandaresulsitowww.comitatocivilizziamoci. com. PrimamissionedelComitatoCivilizziamoci,cheharappresentato,anche,ilmotivoispiratoreperlasuacostituzione, è quella del Parco di Babylandia, a seguito della vendita, a privati, dello stesso. Con www.savebabylandia.com si è dato ufficialmente inizio alla campagna di bonifica del territorio,conl’obiettivo,nellafattispecie,diridareilParco di Babylandia ai Brindisini ed anche a tutti coloro, turisti o residenti, che stanziano sulla nostra, potenzialmente splendida, Città.

Diritti & Doveri

Graziuso Emilio

Tra moglie e marito/3. Divorzio congiunto o giudiziale. CONTINUA IL FOCUS DELLA RUBRICA“DIRITTI E DOVERI” sugli aspetti giuridici della crisi di coppia. E così, dopo aver esaminato la disciplina prevista per la separazione, consensualeegiudiziale,appareopportunosoffermarsisulla fase successiva, vale a dire quella del divorzio. Preme, innanzitutto, precisare che il divorzio può essere richiesto dalle parti decorsi tre anni dalla separazione legale, a decorrere da quando sono comparsi per la prima voltadavantialPresidentedelTribunale,osiaintervenuta la separazione consensuale omologata o la sentenza di separazione giudiziale. Se la separazione è stata invece di fatto, la stessa può dare luogo a divorzio solo se è iniziata prima del dicembre 1968. Èbene,immediatamente,precisarechelafasedeldivorzio è solo eventuale. Essa infatti ricorre, quando vi siano i presupposti previsti dalla legge, solo su istanza di entrambi i coniugi o di uno solo di essi. Ma andiamo con ordine. Il divorzio, così come la separazione, può avvenire secondo due percorsi alternativi. A secondo, infatti, che vi sia o meno l’accordo tra i coniugi si potrà avere il divorzio congiunto o quello giudiziale. La primaipotesiricorrequandovièunaccordodeiconiugisu tutte le condizioni oggetto del divorzio. In questo caso il ricorso, presentato congiuntamente da entrambe le parti, deve indicare le condizioni inerenti la prole,l’assegnazionedellacasaedirapportieconomicitra le parti. ��������������������������������������������������� IlTribunale valuterà la rispondenza delle condizi-

oni pattuite congiuntamente all’interesse dei figli. Qualora il contenuto del ricorso non sia ritenuto conforme alla legge o all’interesse della prole, il Tribunale, previa emissione degli idonei provvedimenti urgenti, nomineràungiudiceistruttore,ilquale,attraversoungiudizio ordinario, dovrà accertare la conformità delle clausole pattuite alla legge. In tal caso il giudizio diventerà di tipo ordinario, con l’obbligo della difesa tecnica. Al contrario, se il Tribunale ritiene che il contenuto del ricorso è conforme alla legge, emetterà la sentenza di divorzio. Laproceduraperdivorziogiudizialericorre,invece,quando nonsussisteaccordotralepartiinmeritoallecondizioniper la cessazione degli effetti civili del matrimonio. In questo casodalricorso,presentatoanchedaunosolodeiconiugi, scaturisce una vera e propria lite giudiziale. In ogni caso, con il divorzio, sia esso congiunto o giudiziale, i coniugi pongonofine,definitivamente,alrapportomatrimoniale. Il divorzio è disciplinato dal codice civile e dalla legge. Conildivorzio,maritoemoglieperdonoilloroprecedente status di coniugi e possono contrarre nuove nozze. La donna, quindi, perde il cognome del marito. Con la sentenza di divorzio il Tribunale decide su diverse questioni,qualil‘assegnazionedell‘abitazionefamiliare,la corresponsioneeventualedell’assegnodivorzile,lequestioni patrimoniali, l‘affidamento dei figli e la frequentazione degli stessi. La normativa relativa al divorzio presenta, però, a mio

parere,unaspettoaltamenteproblematico.Comesièdetto, infatti, lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio puòesserechiestosolodecorsitreannidallaseparazione. L’esperienza però insegna che il decorso di tale termine, anziché rinsaldare la comunione di vita dei coniugi, rischia,invece,di prolungareed aggravareulteriormente i rapporti personali tra gli stessi, oltre a rappresentare un evidente trauma per i loro figli. Altri Paesi d’Europa hanno già affrontato tale problematica con l’obiettivo di facilitare le procedure burocratiche, incentivare le separazioni consensuali e ridurre i litigi in Tribunale garantendo anche, in tal modo, il benessere dei figli. In Spagna il divorzio si può ottenere in pochi mesi. In Germania se i coniugi vivono separati da un anno. In Italia, purtroppo, siamo molto in ritardo, senza contare che spesso, sopratutto a causa della lentezza della giustizia, i tempi di attesa per ottenere la sentenza di divorzio, nelle ipotesi di procedure giudiziali, superano di gran lunga i tre anni previsti. Per questi motivi, credo che sia urgente e necessaria una riforma legislativa volta ad introdurre un termine decisamente più breve, rispetto ai tre anni attuali, per poter richiedere il divorzio. Non è, infatti, giusto, a mio parere, che una norma, ormai desueta, data l’evoluzione delle strutture economico-sociali, possa negare ad una persona di determinare liberamente le proprie scelte di vita.

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SHOPPING

LUXE TB ARREDAMENTO

IL VENTAGLIO PIÚ AMPIO Il rinomato show-room ha ingrandito lo spazio espositivo, e propone nuove idee per rendere la vostra casa ancora più bella Venerdì 4 dicembre “Il Ventaglio” ha inaugurato il nuovo show-room con ingresso da via provinciale San Vito 37.Sitrattadiunosforzo importante per l’azienda, nota a Brindisi e nelle province limitrofe per la grande cura con cui da anni arreda le case dei suoi clienti. «I professionistidelmarketingsostengonocheèproprio neiperiodidicrisichevannoeffettuatigliinvestimenti. Bene, noi abbiamo seguito i loro consigli, ed oggi offriamo alla nostra clientela, e a tutti i brindisini, uno show-room molto più ampio e con nuove proposte». Ed in effetti di nuove proposte “Il Ventaglio” oggi ne offre davvero tante. Ai prestigiosi marchi che hanno reso popolare l’azienda, come B&B, Cucine Boffi, Minotti, Poliform, ora se ne sono aggiunti altri che arricchisconol’esposizionediun’alatuttadedicataalle giovani coppie che intendono arredare la propria casa all’insegnadeldesign,senzaperòdoverspenderecifre importanti. Nei nuovi locali, appena finiti di allestire, è possibile ammirare, tra le altre cose, una fantastica biblioteca Poliform ed una superba cucinaVarenna. Colpiscono l’attenzione due novità assolute: la X-Fit e la linea di caminetti senza canna fumaria della Acquaefuoco. X-fit è la novità assoluta nel mondo del fitness: la possibilità di mantenersi in forma, nel pieno comfort della vostra casa. Un prodotto che fonde design e praticità in un’unico oggetto d’arredo: un armadietto (cm. 90x60x160h) che può essere ordinato in ben 11 scelte cromaticheein3materialidiversi.Ilprodottoècomposto da: 1 armadio con specchi, 1 pratico porta oggetti, 1 tapis roulant con motore da 1,75 hp, velocità fino a 16 km/h e inclinazione elettrica fino al 10% di pendenza, 1 panca per esercizi, 1 Tv lcd da 19” con lettore Dvd, 2

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setdielasticiconmolteplici punti di ancoraggio al fine di allenare sia la parte superiore che quella inferiore del corpo, 2 manubri cromati da 2 kg. La X-Fit, ideata da Tumidei e Carpam Sport, ha un elegante design che si accompagna a tutti gli stili
di arredamento. Acquaefuoco invece è un giovane marchio di design che nasce dalla D&D inox, aziendaconunadecennale esperienzanellelavorazioni dei metalli conto terzi per il settore arredo. La sua collezione di caminetti trasportabili o da parete, in vetro o acciaio, alimentati a bioetanolo e che non producono fumi, oltre a proporreoggettifunzionali, offre intense emozioni e crea piacevoli atmosfere di benessere e relax per tutti i luoghi d’accoglienza. Alla base di questa collezione ci sono l’acqua e il fuoco, che nel significato universale dei due elementi della natura, sono per ogni cosa

l’inizio della vita. La vista dell’acqua e del fuoco di cui si percepisce anche il calore, riconduce inevitabilmente al grembo materno, infondendo benessere e serenità. IlVentaglio Architettura d’Interni, via Prov.le San Vito 41/a, Brindisi, tel. 0831.525911.


SEX & BRINDISI CITY Il piacere di vivere la città e di spendere a Brindisi

CALZATURE

ZONA FERRAGAMO Nell’elegante negozio situato a due passi dal nuovo teatro Verdi, la collezione dello stilista italiano che quest’anno festeggia l’80° anniversario Zona (in via Casimiro, a Brindisi, a due passi dal nuovo teatroVerdi) è da sempre sinonimo di alta qualità è grandi marche. È scarpe, borse, accessori, grandi firme, bellezza, stile, comodità. Michele e Fabrizio, i titolari, credono fermamente nella qualità dei prodotti che vendono e nel loro successo. Marche di grande prestigio come Cesare Paciotti, Luciano Padovan, John Richmond. Ma Zona è anche Salvatore Ferragamo, il marchio che, con la sua creatività, ha scritto la storia della moda. Inventorestoricodellazeppa,Salvatore Ferragamo ha cambiato la storia del costume, vestendo le più belle donne del mondo da Sofia Loren a Marilyn Monroe,AudreyHepburn,JaquelineKennedy,GraceKelly,

la principessa Diana. Marchio di lusso italiano, Ferragamo continua a vestire con eleganza, classe e raffinatezza i divi di oggi da Angelina Jolie a Eva Mendes, Gwyneth Paltrow (nella foto), Jennifer Aniston, Jennifer Lopez, Hugh Jackman, Matt Damon, e tanti altri ancora. Michele e Fabrizio hanno voluto festeggiare con noi l’ottantesimo anniversario della maison Ferragamo, presentandoci scarpe che diventano delle vere e proprie sculture, dei gioielli da indossare ai nostri piedi. Se anche voi desiderate scoprire in anteprima la collezione Ferragamo, fate un salto in via Casimiro. Resterete a bocca aperta.

Siamo importanti, amiche mie... Il sogno di una donna a 30 anni qual è veramente? Mi domando a volte quale sia il mio. Vogliamo davvero avere un uomo, dei figli, insomma una famiglia? Le mie amiche sono quasi tutte single, comemetral’altro.Cisarebbedadomandarsicome mai. Siamo noi davvero difficili o lì fuori non c’è proprionullad’interessante?Perquantomiriguarda credodiavertrovatosempreuominisbagliati.Oforse ero io quella sbagliata? Iniziamo le storie con la speranza che sia quella giusta, ma quasi sempre ci ritroviamo al telefono con un’amica a discutere del perchénonva.Studiamostrategie,mossedafare,io ad esempio prima di fare una mossa (e come mossa intendiamofareunatelefonataall’uomoinquestione o mandargli un sms) chiamo le mie solite amiche perconfrontarmiesentireiloropareri,dopodichési agisce ed automaticamente ci si domanda: ma l’uomochiamerebbemaiunamicoperfarsiconsigliare? Noi donne crediamo di no. Nell’era di facebook ci accontentiamo davvero di essere corteggiate via chat o amiamo comunque le vecchie maniere? Esco con un tipo che fa il farmacista e per quanto il suo lavoro richieda attenzione e precisione, il suo carattere sembra dire il contrario. Classico tipo che dimentica il cellulare; che invece di richiamarti si addormentasuldivanoinunsecondo;che,dettoda lui, non ama fare telefonate “ma ciò non significa che io non sia nei suoi pensieri”. Se proprio vogliamo credergli facciamolo pure, ma noi donne? Se pensiamo non agiamo? A noi basta una frase di una canzone per ricordare un bel momento di coppia e richiamarloall’istante,bastaunsapore,unprofumo e l’ostilità che c’eravamo prefissate di assumere cade con un misero sms sdolcinato. La verità è che le nostre nonne erano delle vere donne, almeno la mia, sempre elegante, mai un capello fuori posto e con la consapevolezza che mai il suo uomo l’avrebbe fatta sentire non importante. E si, perché quello che dovremmo ripeterci continuamente, care amiche mie, è che siamo importanti. E che se l’uomo che ora ci sta accanto non se ne è ancora accorto... vorrà dire che bisognerà guardare altrove. Lady Violet

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EVENTI

MATRIMONIO IN: TUTTI IN FIERA Dal 4 all’8 dicembre, presso il centro commerciale Le Colonne, l’esposizione dedicata alle coppie in procinto di pronunciare il fatidico sì È iniziato il conto alla rovescia. Tutto è pronto per dare inizio alla Prima Edizione di “Matrimonio In” - Expo Sposa 2009 in contemporanea con“Arredo In”, il Salone dell’arredamento e delle soluzioni abitative. Dal 4 all’8 Dicembre, presso il Centro Commerciale “Le Colonne” di Brindisi si darà vita ad un evento unico e irripetibile. La manifestazione accoglierà circa 80 espositori, 120 stand su una superficie di 3000 mq e più di 50.000 saranno i visitatori attesi. Saranno in mostra abiti da sposa, da cerimonia, accessori, bomboniere e confetti, ristoranti e catering, flower designer, fotografia, bellezza, gioielli e tanto altro ancora. Testimonial 2009 sarà la bellissima showgirl Giulia Montanarini che in veste di madrina, aprirà la Fiera il giorno 4 dicembre alla presenza delle più importanti autorità locali. Lo stesso giorno, tante saranno le novità che caratterizzeranno la giornata inaugurale: balli folkloristici,presentazioni delle migliori creazioni artistiche dei pasticcieri artigiani dell’Associazione Pasticcieri Terra di Brindisi, banqueting con sommelier e degustazione vini, il tutto festosamente condito da suggestive scenografie. Lamanifestazione inoltre è stata scelta come sede dell’unica Miss Italia. Grande risalto avrà il Concorso interno “Sposi per un Giorno”, al quale potranno partecipare 10 coppie di futuri sposi che convoleranno a nozze entro il 2011. Le iscrizioni dovranno pervenire entro le ore 13.00 del giorno 6 dicembre tramite form sul sito www.matrimonioin. it, inviando una mail a info@matrimonioin.it oppure consegnando un couponcompilatoinogni sua parte presso il desk free sito nel padiglione fieristico. 44 TB DICEMBRE 2009

Tuttelecoppieiscritteparteciperannoalcastingdel6dicembre 2009 alle ore 16.00 attraverso il quale saranno scelte le dieci coppie che parteciperanno alla serata finale del 7 dicembrealleore20.00,presentatadalconduttoretelevisivo Marco Liorni. In palio premi da sogno: una crociera MSC di

12 gg nel Mediterraneo; un abito da sposa offerto da “ Idea Sposa”; una coppia di fedi nuziali“Donna Oro”offerte da”Lo scrigno” di Pietro Nuzzo (Brindisi). Impossibile mancare. Questoilprogrammadeglieventi:Venerdi4Dicembre,orario di apertura 17.30 ÷ 21.30 PreaperturaFiera:ore17.00,Cerimonialed’aperturaconballi tradizionali e folkloristici de“Lu Scattusu”; ore 17.30 – Arrivo TestimonialGiuliaMontanarini einaugurazioneallapresenza delle Massime Autorità Locali; ore 18.00 - Brindisi inaugurale madrina; Ore 18.30 – Presentazioni tematiche con le migliori creazioni artistiche dei Pasticcieri Artigiani di Brindisi; Banqueting con Sommelier e degustazione vini; Banqueting permanenteinbellavista.Aseguiretourtraglistandtraospiti ed attrazioni varie. Sabato 5 Dicembre, orario apertura 10.00 ÷ 21.00 Per tutto il giorno, c/o Pala Sposa possibilità di assistere a Sfilate, Workshop, dimostrazioni Make up ed acconciature, backstage fotografici, musica e balli. Domenica 6 dicembre, orario apertura 10.00 ÷ 21.00 10.00 ÷ 12.30 Giornata Confartigianato: Convegno sul tema“La violenza sulle donne” promosso dall’AssociazioneProgetto per La Vita presieduta dalla Dott.ssa Livia Antonucci; 6.00 ÷ 21.00 Casting per Le Selezioni delleCoppiepartecipanti al Concorso: Sposi per Un Giorno”. Per iscrizioni e regolamento visitare il sitowww.matrimonioin.it. Lunedi7Dicembre,orario apertura 10.00 ÷ 23.00 Ore 19.30 apertura Pala Sposa con ingresso riservato ai soli spettatori con posto assegnato e/o prenotatoprevioacquisto biglietto. Ore 20.00 Inizio Serata Concorso “Sposi per Un Giorno”. Ore 22.00 Premiazione Finale. Ore 22.30 Saluti e foto finali. Serata condotta dal famoso presentatore televisivo Marco Liorni. Intermezzi e ospiti con sfilate abiti da Sposa e Balletti. Martedi 8 dicembre, orario apertura 10.00 ÷ 23.00. Ore 16.00 - Selezione Regionale per accesso alla Fase Finale dellaPrimaMissdell’Anno valevole per il 71° Concorso di Miss Italia. Intermezzo curato da Ivano Trau Rumorista vincitore del Festival Internazionale dello Spettacolo di Francoforte. Ore 20.00: Gran Gala delle Miss e Gran Finale con la sfilata Alta moda Sposa. Serata riservata ai soli spettatori muniti di biglietto e/o invito.


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SHORT STORIES

29 ottobre 0000, nei pressi di Marakanda “Melchiorre, mi passi un altro otre di birra? Questo è finito!” “Amilcare, non ti pare di aver bevuto abbastanza per stasera?” “È tutto il viaggio che bevi troppo! A Giuseppe e Maria che cosa gli portiamo, l’acqua fresca?” intervenne Baldassarre. “I doni li portiamo al Bambino non a loro! Comunquenonpreoccupatevi,labirranon finirà!” “Amilcare, il rischio non è che la birra finisca, ma che tu possa non arrivare lucido, o non arrivarci proprio, al momento della Nascita! Sarebbe imbarazzante!” “Eperché?BastacambiareleScritture!Vuol dire che passerete alla storia come i due Re Magi: Melchiorre e Baldassarre…” “Tu sei folle amico mio!”disse Melchiorre. “Va beh, mi avete rotto! Me ne vado a dormire e la birra me la bevo in tenda… da solo!” “Buonanotte.” risposero gli altri due. “Baldassarre…” “Dimmi, Melchiorre.” “Sono preoccupato…” “Per Amilcare?” “E certo! Quello si ubriaca tutte le sere. Se si sentemaleprimadell’arrivoelaspedizione fallisce?” “Vedrai che non succederà, Melchiorre!” “Lospero.TeloimmaginiilperiododiNatale senza i regali? I negozi vuoti, gli alberi di natale spogli, i bambini che non trovano nulla con cui giocare? Una tristezza…” “Sei formidabile! Come fai a leggere nel futuro cosi lontano? Io riesco a malapena a sapere quale sarà il nome di ‘sta città che abbiamo di fronte!” “È solo una questione d’età! Quando sarai un Magush anziano come me, anche tu sapraispingertiinlàpermillennienonsolo per qualche secolo!” “Non vedo l’ora.” “Senti, visto che prima l’hai accennato… come si chiamerà questa città?” “Mi stai interrogando?” “Rispondimi!” “Vediamo…sichiameràSamarcanda!Matu

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IL QUARTO RE MAGIO Quello che non vi avevano ancora raccontato di quel fantastico viaggio verso la grotta di Betlemme... Racconto di Stefano La Monica lo sapevi già, vero?” “Certo mio giovane compagno! E ti dirò di più, so anche che tra 1000 anni verrà distrutta dai mongoli!” “Nient’altro?” “Ah sì… dopo altri 1000 ancora un cantore padano ci scriverà su una canzone!” “Addirittura…” “Ehgià!Bene…cambiamoargomento:hai preparatoilprogrammaperarrivareadestinazione?”

“Certo! Lo vuoi vedere?” “No. Dimmelo a voce!” “Allora… abbiamo 5 giorni per arrivare a questo grande lago, dove possiamo abbeverare i cavalli e rifare la scorta d’acqua per noi…” “Miduolecorreggerti…macredocheabbia le acque molto salate e non potabili, nel futuro lo chiameranno mar Caspio.” “Ah, buono a sapersi! Dunque dicevo… seguiamo il fiume fino a questo monte, lo

aggiriamo e poi arriviamo sull’altopiano dove c’è la nostra meta: Betlemme!” “Comunque quella cartina è inutile… c’è sempre la nostra amata stella cometa ad indicarci la via!” “Potrebbe servire.” “E quando?” “Se domani è nuvoloso…” “Già,nonciavevopensato!Sentiamicomio fammi un favore, vai da Amilcare e vedi se dorme tranquillo.”


Poco dopo… “Melchiorre, corri. Amilcare è svenuto! Sta in un lago di vomito e respira a fatica!” “Oh Gesù mio che devi ancora nascere!” “Fallo respirare, puliscigli la bocca, prendi dell’acqua fresca!” “Tutte‘ste cose insieme? Comincio dall’acqua…” “Amilcare amico mio, se ci lasci le penne non me lo perdonerò mai!” “Melchiorre, ecco l’acqua! Penso che la cosa migliore sia portarlo in città dove troveremo certamente un medico.” “Bravo, Baldassarre, buona idea.” Più tardi… “Allora, dottore… se la caverà?” “Èprestoperdirlo.Isuoisensidormonoper illiquidobevutoingrandequantità.Hopraticato una piccola incisione nello stomaco per liberarlo ma ormai il cervello è stato già colpito dalla sua malefica influenza.” “Dottò,quantolafatetragica!Birrasichiama enonhanessunamaleficainfluenza,basta nonesagerare!Adessoditemi,lopossiamo portare via?” “Assolutamente no! Al sorgere del sole valuteremo meglio il da farsi.” “Bene, noi aspetteremo qui fuori in attesa di notizie.” “Melchiorre… mi spieghi cosa ha detto il dottore? Perché parlava di influssi malefici?” “Perché non conosce la birra e i suoi effetti. Non sa che lo stato di Amilcare si chiama coma etilico e va curato con antibiotici e altri medicinali appropriati.” “Antibiotici?” “Lascia perdere è roba del futuro!” “Ma pensi che Amilcare possa morire?” “No, vedo per lui una vecchiaia tranquilla, però…” “Però, cosa?” “Ricordatichesottoquestocieloc’èsempre il libero arbitrio…” “E allora?” “Allora Amilcare va aiutato a smettere, a nondipenderedallabirra,altrimentirischia seriamente di morire!” “Non sia mai! E’sorto il sole, rientriamo dal dottore…” “Dottore, novità?” “Vede, signor Melchiorre… le cose non sono così semplici come sembrano. Ci sono ancora tanti punti oscuri nel campo medico,tantecosechesfuggonoall’umana comprensione…” “Dottò,tagliamocorto…checiconsigliate di fare?” “Ilpazientedevesoloriposare.Poialritorno dal vostro viaggio potrà riprendere con voi il cammino verso casa, ma adesso non deve assolutamente muoversi, e va curato con delle erbe medicinali. Vi consiglierei il banco del signor Gaspare giù in piazza!” “Bene, andiamo a parlare pure con questo erbivendolo…” “Vi aspetterò vegliando il vostro amico.” “Melchiorre, non ti vedo convinto! Sei arrabbiato col dottore?” “No, non biasimo quell’uomo per la sua

ignoranza! Se non conosce la birra e nemmeno i modi per curarne gli abusi… amen!” “Amen?” “E’ un modo di dire. Tra qualche tempo andrà molto di moda.” “Credo che il dottore miri ad ospitare Amilcare a pagamento o vuole solo farci comprare le medicine da un suo amico. In entrambi i casi ci guadagna.” “Hai capito il furbacchione! E noi lo freghiamo e dal tipo in piazza non ci andiamo!” “No, qualche erba che gli farà bene ce la può avere veramente. E poi monete d’oro ne abbiamo in abbondanza. Quello è il banco di cui parlava il dottore. Lascia parlare me.” “Va bene.” “Signor Gaspare, buongiorno.” “Buongiorno a voi. Ditemi.” “Cerchiamoleerbecontrogliimpedimenti dello stomaco e per la purificazione degli intestini.” “Eccole. Nei primi cinque cesti ci sono tutte leerbeper gliorgani interni,prendetenedi tutte un po’ e mescolatele in un mortaio.” “In questo cofanetto invece cosa c’è?” “Quello è un articolo diverso che ha finalità nonmedicinali.Servepiùinprofumeriache in farmacia. Si chiama mirra.” “Mirra?”domandarono all’unisono i due re Magi. “Senti Gaspare…”disse Melchiorre“…facciamo una cosa. Noi adesso torniamo dal dottorealasciareleerbeepoitorniamoqui e parliamo un po’, ci aspetti?” “Certo.” Poco dopo di nuovo in piazza. “CaroilmioGaspare…dichetagliaportigli abiti? A me sembri proprio giusto uguale uguale ad Amilcare. Tu che ne pensi Baldassarre?” Quella sera al tramonto… “Melchiorre…” “Dimmi, Baldassarre.” “Pensidavverochenoncisarannoproblemi una volta arrivati a destinazione, quando saremo nella grotta a rendere omaggio al Bambino?LeScritturenonpossonoessere cambiate così.” “Lo so… ma una correzione va fatta. Credo la cosa più semplice sia cambiare il nome di Amilcare in Gaspare, e dire che la birra ci sembravatroppofrivolaperunavvenimento del genere e abbiamo portato la mirra!” “E se qualcuno ha letto le scritture e si aspetta la birra?” “Glidiciamocheèstatounerroredistampa, in fondo solo di una lettera si tratta!” “Però tra Amilcare e Gaspare c’è più di una lettera da cambiare…” “Diremo che ha due nomi e che li usa entrambi. Amilcare o Gaspare… si tratta sempre della stessa persona!” “Speriamo di non fare una storica figura di gerda! - sospirò Baldassarre. “ Gerda?” “Gerda, sì. Basta cambiare una lettera…”

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SYDNEY CITTÁ D’ACQUA Breve guida alla capitale commerciale dell’Australia, tutta sviluppata intorno alla sua baia

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I VIAGGI DI TB

ACQUA. Sydney è davvero una città d’acqua. Si affaccia su una baia sterminata, costellata da decine di insenature e isolotti. Pensate al porto di Brindisi, moltiplicato in estensione per almeno 500 volte. Tutta la città si protende verso il mare. I suoi simboli più popolari, l’Opera House e l’Harbour Bridge, dominano la baia e si affacciano sul mare. Anche il Tangora Zoo è sul mare, vi si arriva in battello. Il porto è una distesa di barche a vela, catamarani, taxi del mare e superyacht in perennemovimento.L’acquaèdappertutto, perfino sotto la cattedrale di Santa Maria, ai cui piedi c’è una mega piscina sotterranea. L’acqua, quella da bere, è costosissima: una bottiglia da litro costa da 1,60 a 4 dollari. Una birra costa meno. L’acqua è per gli australiani una seconda casa: vedere i bambini di 5-6 anni dominare le onde dell’oceano sui loro mini-surf mette un po’ d’apprensione, maèdavverounospettacolo.Chespiegaperfettamente il rapporto simbiotico tra questa popolazione ed il mare. ACQUARIO. Una città d’acqua non può non averlo. E Sydney non fa eccezione. Con 32 dollari (20 € circa) si entra nel magico mondo marino: squali, cernie, pesci di mille colori, tartarughe giganti, maxi-aragoste e granchi oceanici. Non si può venire qui e non vederlo. CORRERE. Amo correre nelle città estere: è il miglior modo per visitarle e viverle. Una corsa nel Royal Botanic Garden di Sydney, batte quelle ad Hyde Park a Londra e in CentralParkaNewYork.Quisipossonoammirare pappagalliepipistrelligiganti,masoprattutto degli alberi fantastici. E poi una magnifica vista sulla baia dominata dall’Opera House e dall’Harbour Bridge. Nelle giornate poco ventilate è bello correre sullo stesso Harbour Bridge, fermarsi a metà tra le due sponde della baia e godere di una panoramica tra le più mozzafiato al mondo. DONNE. Se siete a caccia, sappiate che non siete in una capitale del sesso. Di ragazze ce ne sono tantissime, ma non si tratta di bellezze eccelse: in Italia si sta molto meglio, almeno da questo punto di vista. Nei locali notturni l’acchiappo è facile. Basta sapersi accontentare. Vedere camminare le australiane sui tacchi alti, il venerdì e sabato sera, èunospettacolo:sembranotantepapereche imparano a camminare. DOPO CENA. L’Ivy, al 320 di George Street, è il locale del momento. Fila all’ingresso. Si balla e si beve in un bel giardino al primo pianodiunostabiletrasformatoindiscoteca. Gay e lesbo sono di casa ma non in numero preponderante.Buonamusicaetantadisponibilità a socializzare. L’Est@blishment, a poca distanza dall’Ivy, è un locale più elegante e con clientela più adulta. Al primo piano c’è il ristorante giapponese che nel 2006 fu eletto miglior ristorante del mondo: l’ambiente è un po’ troppo buio e silenzioso, ma se amate il sushi di qualità... ESCURSIONI. Ce ne sono per tutti i gusti. Quella nella baia (con fermate al Tangora Zoo, alla Watson Bay e all’isola degli squali) è consigliata. Quella alle Blue Montains è da non perdere: panorami fantastici, cascate

incredibili, laghetti, emozioni forti sulla funivia o sulla monorotaia che scende a picco nella foresta. I prezzi delle escursioni vanno dai 50 ai 200 dollari, ma solo facendole potrete davvero apprezzare la bellezza di questaterra.Tutteleinformazionisonoreperibili negli hotel. MARE. Di spiagge belle ce ne sono in abbondanza. Raro trovarne una attrezzata con ombrelloni e lettini. Qui, per fortuna, si usa ancora sdraiarsi a terra. La più spettacolare è sicuramente Bondi Beach: una distesa chilometrica di sabbia bianca finissima. Acqua gelida e onde mozzafiato. Il divertimento è assicurato, a patto di: 1) avere il coraggio di gettarsi; 2) evitare i surfer; 3) non pensare agli squali, che ogni tanto fanno una visita nelle acque basse, saltando le reti protettive.

pomeriggio, poi tutti a bere qualcosa al bar, e via a casa, che quasi sempre si trova fuori dal centro. Gli australiani praticano molta vita all’aperto(nelweek-endsonotuttiingiroper montagne oppure in barca, o a fare pic-nic nei parchi cittadini). La disoccupazione è al 5%. Ed anche durante i giorni feriali, molti impiegati durante l’orario di lavoro fanno lunghe pause sedute ai tavolini dei bar. Si tratta di incontri di lavoro, certo, ma che piacere lavorare così in una delle più belle città al mondo! SHOPPING. L’intero business district, cuore pulsantedellacittà,pulluladicentricommerciali. I più belli sono due, entrambi ospitati in palazzi d’epoca situati lungo George Street, la strada dello shopping che attraversa tutto il centro di Sydney. Il primo è il Queen

eccezion fatta per un negozio al secondo pianochevendestrepitosiquadrifotografici di un fotografo locale. I negozi più originali, di abbigliamento e design australiano, si trovano invece nella Strand Arcade (in Pitt Street), ospitata in un edificio altrettanto bello, risalente al 1891: le boutique che trovate qui dentro sono costose, ma in vendita ci sono abiti e pezzi d’artigianato che sono delle vere e proprie opere d’arte. Se invece amate girovagare per mercatini, dal venerdì alla domenica la città ne è piena. Il più popolare e caratteristico è il Rocks Market, che si tiene ogni venerdì, dal primo pomeriggio fino alle 22. TAMARRI. Il sabato sera conquistano il centro cittadino e scorrazzano con le loro auto taroccate lungo George Street. Luci

Nell’altra pagina, la baia di Sydney, dominata dall’Opera House e dall’Harbour Bridge. In questa pagina: una cascata nelle Blue Montains; il classico Seafood plate; la cattedrale di Santa Maria; giraffa al Tangora Zoo, con vista panoramica sulla città.

QUALITÁ DELLAVITA.Ve lo testimonieranno anche i tanti italiani (e pugliesi) emigrati da queste parti: in Australia la qualità della vita è notevolmente migliore rispetto a quella che si registra nel resto dei paesi occidentali. Stress e fretta sembrano parole sconosciute. Il 90% dei lavoratori stacca la spina alle 5 del

Victoria Building, realizzato in onore della regina e terminato nel 1898. Pierre Cardin lo ha definito“il più bel centro commerciale del mondo”. In effetti gli interni sono fantastici, e nel periodo natalizio ancor di più, grazie al fantastico albero di Natale alto tre piani, madominanoibrandinternazionalipiùnoti,

stroboscopiche,ruotepiùaltedellafiancata, musica a tutto volume e finestrini abbassati. Neanche nella Brindisi degli anni ’80 si era mai vista tanta cafonaggine. Ogni città ha i suoi problemi. Ma almeno loro ce li hanno solo una sera a settimana. TAXI. Ce ne sono in abbonanza e sono a

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SYDNEY MANGIARE E DORMIRE

Tanta scelta ma a prezzi alti. Canguro e coccodrillo a cena DORMIRE. Se volete stare nel cuore della città, i prezzi sono abbastanza alti, in generale sopra i 100 euro a camera. Sappiate che qui le doppie hanno lo stesso prezzo delle singole. Cambridge Quality Hotel: Ottimo boutique hotel dal prezzo molto interessante per Sydney: 120 € la stanza, senza colazione. Ambiente pulito e moderno. A due passi da tutte le attrazioni del centro. Piccola piscina e connessione internet in camera a buon prezzo (5 dollari l’ora o 50 la settimana). Per la colazione, appena fuori dall’hotel ci son tanti bar dove prendereunottimocappuccinoecornetticon 5-8 dollari (3-6 euro). Four Points by Sheraton: Hotel molto più grande e importante, con vista sull’Acquario e sulla piccola baia dove sono localizzati i migliori ristoranti. Stanze ampie e ben arredate. Da 190 € con una esagerata colazione internazionale a buffet.Laconnessioneinternetincamera però è abbastanza cara.

MANGIARE. Anche nei locali meno eleganti si finisce per pagare 40-50 dollari (25-35 euro) per mangiare una insalata e bere una birra, dunque è meglio puntare alto e cenare come Dio comanda. Nick’s (CockleBayWharf): sempre strapieno, posto magnifico e bella gente. I prezzi sono abbastanza alti, ma la qualità del pesce è insuperabile. Da provare il superpiatto di mare: ostriche, cozze, calamari, gamberoni, pesce fritto in pastella, aragosta, patatine fritte. Costa 145 dollari (circa 80 euro). È per due ma ci mangiano in tre. A conti fatti ne vale proprio la pena. Waterfront (Circular Quay West): di fronte all’OperaHouse,suunmolocompletamente ristrutturato e di proprietà del Dockside Group, che ha realizzato cinque ristoranti di altissimo livello uno accanto all’altro, in vecchi edifici industriali (waterfrontrestaurant.com). Qui si può provare la carne di canguro: la servono come una tagliata, accompagnata da un ottimo trancio di polenta al forno. Assomiglia alla carne di

asino. È da provare ma non entusiasma più di tanto. Meglio puntare sul solito, fantastico piatto a base di frutti di mare e pesce. Prezzi alti: 80-100 dollari. Doyles @ the Quay (Circular Quay West): proprio di fronte all’Opera House. Solo la vista che da qui si gode vale almeno 25 euro. Se poi ci capiti in una serata in cui ci sono i fuochi d’artificio, beh, allora davvero il conto è un particolare secondario. La cucina è di alta classe. Si può provare anche la carne

di coccodrillo, ma è accompagnata con della soia. Qui si mangiano le migliori ostriche locali e il salmone più buono del mondo. Ottimo anche il risotto all’aragosta e funghi. I dolci sono eccezionali, a cominciare dal tiramisù, che sembra fatto in Italia. Costo finale: 100 dollari (60 euro). Ma senza alcun rimpianto. Doyles @ Watson Bay: bel locale nella baia, distante dal centro. Tutto cotto al momento sulla griglia, prezzi ottimi, e c’è anche un bel lounge-bar con vista sulla skyline della città. Prezzi molto bassi rispetto alla media cittadina, pur trovandosinelpostodovehannocompratocasa i vip locali. Nel takeway che sta sul molo dei battelli turistici si possono gustare ottimi panini al salmone o ai gamberi, oppure piatti di gamberoni bolliti, che qui vanno molto più di quelli alla griglia. Intermezzo (Martin Place): se proprio voletemangiareitaliano,questoelegante ristorantehacaposalaecuoco-proprietario italiani. Le sue polpette vanno a ruba tra gli australiani. La fiorentina è buona. Le capesante con crema al gorgonzola sono eccezionali. Tutti i piatti sono ben cucinati. E si può cenare con 50 dollari. Per un posto così bello, ed anche romantico, è davvero nulla.

In alto: la Strand Arcade, la galleria commerciale più bella della città. Sopra, da sinistra: quattro spose in posa d’avanti alla cattedrale. Il Royal Botanic Garden. Bondi Beach. Un canguro con il cucciolo nel marsupio. Altri due scorci delle fantastiche Blue Montains.

buon mercato. Ma se li pagate con carta di credito pagate una commissione extra del 10%. UOMINI. Molto meglio delle donne: carini, ben vestiti e solitamente palestrati. Non è un posto per mandare in vacanza da sole le proprie mogli.

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VIAGGIO. È infinito, ma almeno una volta nella vita vale la pena farlo. L’Australia merita almeno 15 giorni. Le venti ore d’aereo (con scaloaBangkokoaDubai)sonomassacranti, ma con Thai o Emirates si viaggia comodi. Biglietti a partire da 1300 €. Presso le agenzie PoseidoneeGrecianTravelpacchettispeciali

a prezzi convenienti. VINI. I vini australiani hanno conquistato il mondo, ma durante il viaggio ne ho beccato solo uno buono, su quattro provati. Prima un Sauvignon blanc, poi un Semillion (sempre bianco), dopo un Syra. Nessuno all’altezza. Anzi, molto al di sotto delle aspettative,

peraltro giustificate da prezzi che andavano dai 20 ai 60 dollari per bottiglia. Alcuni vini salentini sono notevolmente superiori e costano meno. All’ultimo giorno finalmente un Syra decente, del 2005. Ma quanta fatica! Sarà per questo che le cantine australiane sono tutte piene di vino invenduto?


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PIACERI

LA DOLCE VITA COMPAGNIA TEATRALE

EVENTI

MERIDIANI PERDUTI, PER SCOPRIRE IL TEATRO

RASSEGNA AZZURRO SALENTINO

“Un teatro che sia esperienza, che lasci il segno nell’anima. Che faccia ridere, piangere, pensare insieme. Che sia divertente e mai noioso…” È questo il teatro a cui aspira il gruppo dei “Meridiani Perduti” nato come associazione culturale no profit con l’intento di realizzare progetti teatrali e musicali. Sotto la sensibile direzione artistica di Sara Bevilacqua, attrice brindisina dalla pluriennale esperienza, i Meridiani Perduti hanno come sogno e scopo portare l’autenticità dei rapporti umani, i dolori e le gioie che sono propri di ogni vita, lontani da ogni giudizioepregiudizio.Attraverso lacorporeità,intesacomemezzo di comunicazione, far scoprire l’espressività di chiunque voglia iscriversi e partecipare. “Corpi intesi come sinergia tra mente cuore e ventre” per una completa percezione del sé. Attraverso l’esplorazione,

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l’accettazioneedilsuperamento dei propri limiti e traendo da questi idee e spunti; attraverso uno studio di coordinazione, equilibrio, e respirazione si passa a quello della voce e dello spazio per giungere a prender atto della propria capacità espressiva e comunicativa di sensazioni ed emozioni. Ogni sabato pomeriggio, dalle 17 alle 19, presso l’Accademia delle Danze in via provinciale San Vito, al civico 44, è questo il training a cui si sottopongono i ragazzi dei Meridiani Perduti, che debutteranno come vera e propria compagnia teatrale, pur non essendo nuovi alle scene, prossimamente. Per chi fosse interessato a questo percorso e volesse avere maggiori informazioni: meridianiperduti@libero.it. Il presidente dell’associazione, Daniele Guarini, sarà felice di rispondere ad ogni vostra domanda. Anna Rita Mellone

Si è svolta nei giorni scorsi la cerimonia di premiazione della Rassegna Azzurro Salentino, organizzata dall’Associazione Ulisse e coordinata da Carmen DeStasioeAngeloRuggiero(foto a lato). Ecco i nomi dei premiati: CULTURA: Pierfranco Bruni (coordinatoreProgettoMinoranze Etno-Linguistiche e Archeologo Direttore del MIBAC - Scrittore, Saggista, Poeta - Carosino, Taranto); ARTE: Dionigi D’Ostuni (Tenore al Teatro la Fenice di Venezia - Copertino, Lecce); IMPRENDITORIA:AntonioMuccio (Muccio officine Meccanice) Brindisi; ARTIGIANATO: Giulio Brigante (CO.MI.BRI. - Brindisi); MARKETING TERRITORIALE: Gianmarco Violante (EAC - Brindisi); COMUNITA’ ELLENICA: PangiotisMarchos(Imprenditore Marittimo);SPORT:AngeloBasile (Presidente Cras BasketTaranto); TURISMO SALENTINO: Andrea Pappalardo - (SANLU Hotel - Serrano, Lecce); PREMIO 112: Emanuele Giuseppe Maria di Palma. A tutti loro è stata consegnata un’opera dell’artista del vetro MariaConcettaMalorzo:un’onda simbolica di luce e acqua.

Ristoranti, Vini, Eventi e Tempo libero

NATALE

COMMENDA E S. CHIARA: VINO, CASTAGNE E PETTOLE Iniziativa intrapresa dai commercianti, nelle domeniche pomeriggio di dicembre degustazioni gratuite per i clienti Tra le tante iniziative ed eventi natalizi ci piace segnalarne una, in particolare, perché nata dall’idea dei commercianti e dalla loro volontà di inventarsi qualcosa per attrarre consumatori nei loro negozi.AspettandoilNatale,infatti, LeFirmeAbbigliamento,Todisco idee regalo, il caffè Concerto, l’Ottica Quaranta, Scardicchio Fotografia, La Bottega, Risolo Lampadari, La Generale Elettrica, Sunshine centro estetico, Aloisio Autoricambi e Tessilcasa corredi, invitano la cittadinanza a festeggiare insieme nelle domeniche 6-13-20 dicembre, a partire dalle ore 17,00, con i sapori della nostra tradizione salentina come le pettole, le castagne ed il vino.


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SEGNALAZIONI

I LOCALI DI TB

Ristoranti

t Hara Un locale originale e coraggioso, che stariscuotendoottimiconsensi.Potete scegliere i piatti del giorno, oppure prediligere (e ve lo consigliamo) i menù degustazione: Hara (carne, pesce e verdure), Fresco (solo pesce), Gusto (carne), Verde (vegetariano), Leggero (per chi tiene alla forma fisica). Il Sushi e il Sashimi sono degni di un ristorante giapponese. Il locale è anche wine-bar e sala da thé. Via G. Bruno 26/28, tel. 0831520064. Chiuso la domenica sera e il lunedì. L’Araba Fenice u Da anni uno dei ristoranti brindisini più apprezzati. Ambiente elegante, cantina sontuosa che dà il giusto spazio ai vini del territorio, cucina di qualità a prezzi accessibili. Servizio puntuale e discreto. D’obbligo partire conl’antipastodellacasa.Comeprimo vi consigliamo gli gnocchetti con gamberi e melanzane. Insuperabili i gamberoni rossi di Gallipoli al sale. Pesce sempre fresco. Dolci da applauso. Corso Roma 31, tel. 0831590009. Chiuso il lunedì.

t Iaccato La storia della cucina marinara brindisina. Da decenni questo locale è la meta prediletta di quanti amano mangiare pesce fresco. Nel locale della famiglia Romanelli potrete assaggiare, tra le altre cose, degli incredibili taglioliniall’aragostella.Maseproprio voletevivereun’esperienzagastronomica indimenticabile, allora ordinate la zuppa di pesce della casa: senza paragoni. Pizze anche a pranzo. Piaz.le Lenio Flacco, tel. 0831524084. Chiuso il mercoledì. La locanda del porto u Ambienteclassicoepiacevole.Cucina tradizionale. Si apre con l’antipasto della casa (10 piatti tipici). Tra i primi, da non perdere i paccheri alla rana pescatrice con ricottina piccante (oppure gli agnolotti ai crostacei con ricciola). Per secondo carne arrosto (c’è anche la fiorentina) oppure l’ottimotonnoscottatoconsalsadibasilico e parmigiano. Dal lunedì al venerdì si serve la pizza anche a pranzo. Via Montenegro 20, tel. 0831568181. Chiuso il martedì.

t La Norcineria Cucinacompletamenterinnovataper questo locale accogliente e caldo situatoaipiedidellaColonnaRomana. All’ottimaselezionedisalumi,formaggi e carni, si aggiungono ora i piatti della tradizione marinara. Ottimi il tonno alla griglia con zucchine gratinate, la seppia alla catalana, l’insalata russa con il dentice, gli gnocchetti ai frutti di mare. Azzardate, ma squisite, le orecchiette al nero di seppia con le cozze. Via Colonne 57/59, tel. 08311720488. Chiuso il mercoledì. Penny u L’arte del buon bere, della cucina e della cordialità. Il Penny è uno dei ristoranti più belli e romantici della città, situato in un palazzotto del 1200 affacciato sul porto. La cucina è raffinata e privilegia i piatti a base di pesce fresco, come i tagliolini allo scorfano. L’antipastoproponequattroportatein un unico piatto dal design ricercato. Il Penny è anche enoteca (e che assortimento!) e cioccolateria. Via San Francesco 5, tel. 0831563013. Chiuso il lunedì. 54 TB DICEMBRE 2009

t Pantagruele Dal gennaio 1988, data di apertura, semprealtopdellaristorazionelocale e nazionale. Antipasto di 10-12 portate,tutteoriginaliesorprendenti(come il pesce spada marinato al lime). Tra i primi da provare la caramella di pasta fillo con ricotta, cicoriette, gambero rosso, e riso rosso. Tra i secondi: pescatodelgiornocottointuttiigusti. Sugli scudi la zuppa di scorfano. Via Salita di Ripalta 1/3, tel. 0831560605. Chiuso il sabato a pranzo e la domenica (tutta). Skipper/Betty u La cucina di uno dei locali storici del centro, abbinata alla location del bar più popolare. Ne esce un mix di buona cucina marinara, posti a sedere in piazzettaoppurenelromanticocortile interno. Ottimi i tagliolini ai frutti di mare, ma anche le pappardelle ai porciniconlevongole.Abbondantela grigliata di pesce, buone le pizze. Per dolce, cosa c’è di meglio del gelato del Bar Betty? Viale Regina Margherita 6, tel. 0831563465. Chiuso il mercoledì.


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PIACERI

LA DOLCE VITA

Ristoranti, Vini, Eventi e Tempo libero

A BRINDISI È NATA UNA SCUOLA PER BATTERIA

MUSICA & PASSIONE Planet Drum studio-Arci di Brindisi è il nome di una scuola per sole batteria e percussioni capitanata da Angelo Schettino, brindisino doc con alle spalle un bel po’ di esperienza musicale in materia. Classe 1976,inizia a suonare la batteria alla tenera età di 8 anni per proseguire poi la sua formazione al ConservatorioTitoSchipadiLecce, facoltà di percussioni, quindi gli studi sotto la guida del maestro NunzioDicorato;nellostessoanno il provino per “giovani batteristi” all’ex “Festa degli Sconosciuti”(in seguito Festival di Ariccia) con Rita Pavone e Teddy Reno. Al Termine del quarto anno di conservatorio, prosegue da privatista con amici,colleghi e maestri ed in se-

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guitodaautodidatta,partecipando e frequentando stage e masterclass (con G. Bissonette al DrumWorkshopdiStoccarda)econ altri nomi di grande calibro della batteria (De Piscopo, Marangolo, Lazzaretti) per approfondire gli studi ed il perfezionamento degli stili sulla batteria e sulle percussioni. Nel 1996 si classifica al 1° postodelDrummersChallengeCittà di Brindisi. In seguito, la collaborazione con diverse band locali come Effetti Collaterali jazz trio (conilpianista NicolaAndrioli)OJM quartet-OrganismiJazzisticamente Modificati (con il sassofonista Vincenzo Presta),Flamenco Tunes (con i chitarristi tarantini di musica flamenco Ivan Romanazzi e Paolo

Bonvissuto),ed altre band che spaziano dal pop al rock,dal funk al latin,dalla musica soul al blues, iniziando così una serie di esperienze di musica live anche all’estero (in teatro, per l’occasione, con una ensemble del conservatorio ad Hurtz-Olanda),oltreavariesession in studio di registrazione. Oggi Angelo dedica gran parte del suo tempo alla didattica ed all’insegnamento nel suo studio perché insegnare ai bambini, ai ragazzi ma anche agli adulti,riuscire a trasmettere loro la passione e lo spirito di sacrificio necessari per fare il musicista, rappresenta per luiun’esperienzafondamentale,un modo per sentirsi comunque, ancora oggi, un eterno allievo. Lo scorso maggio 2009 è stata un successo la“clinic”tenuta insieme al suo grande amico ed ex maestro Ezio Zaccagnini, (batterista di Gianni Morandi,Massimo Ranieri, Ron, Lucio Dalla) a cui è legato da unrapportodiamiciziaestimaprofessionale, e con il quale tutt’ora

collabora. Ma Angelo Schettino non si ferma qui, e per il futuro ha in mente di investire ancora di più in musica per se stesso e per la sua città, una Brindisi in lenta ripresa dal punto di vista artistico-musicale, dalla quale non ha voluto mai allontanarsi definitivamente. Ormai quasi al termine la stesura del suo “metodo pratico” per batteria, oltre alla registrazione di un cd in programma che si dividerà tra il suo studio e quello di Ezio a Roma,e che prevede inoltre la collaborazione di amici-colleghi strumentisti, tutti brindisini.

È la sua giusta carica, la sua grande energia, e la voglia di fare senzamaifermarsi che conquistano, novità ultima, la collaborazione con un altro grandepercussionista professionistaleccese,CarloMarzo, multipercussionista, formatore e compositore dalle diverse performance dal vivo e in studio (Concato, Cocciante, Gianna Nannini, Gigi D’Alessio, Ranieri, Antonella Ruggiero e tanti altri), docente e responsabile per la Puglia della cattedra di Batteria delle“Scuderie Capitani”e coordinatore nazionale della“Percussion Academy”.

Planet Drum studio Arci via Lauro,54, Brindisi cell:349/7557795-327/2815950 angelo.schettino@libero.it www.myspace.com/angeloskettino


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SATIRA

SPAM

“Il diritto di sembrare ridicoli è qualcosa a cui teniamo molto...”

TOP TEN

LE 5 NOTIZIE CHE VI SIETE PERSI Le Comunioni a Palazzo Nervegna. Celeste al posto di Perdichizzi. E le cozze al mercatino dell’antiquariato... 5) Dopo la presentazione del Brindisi Calcio e la cerimonia di “ringraziamento” a Flavia Pennetta,PalazzoGranafeiNervegna saràluogodeiprossimiprincipali eventi cittadini: si comincia a maggio con le comunioni e le cresime dei bambini (presente il vescovoTalucci).Agiugnoinvece sarà la volta di tutte le recite delle scuoleelementari.Obbligatorio, per tutti i presenti, un breve pellegrinaggio a piedi fino al Nuovo Teatro Verdi. 4) Grandi manovre nelle tv locali: Antonio Celeste lascia Studio 100 e va a TeleRama (anche se qualcuno lo dà come probabile successore di Perdichizzi); Mario Scotto pensa di comprare Trcb; ToninoSaponaropensadiandare

in pensione con i soldi di Mario Scotto; il dottor Antonio Gaglione si dimette da senatore e va a TeleRama, che dopo CuoreAmico farà CuoreAperto. 3) I commercianti del Centrohannofinalmente rinunciato a chiedere la riapertura al traffico di corso Umberto. Ma sperano che il Comune conceda ai loro clienti almeno la possibilità di parcheggiaresulmarciapiedi davanti ai negozi. 2) Il PD a caccia di un giovane candidato sindaco da opporre a Mauro D’Attis alle prossime amministrative.

All’ultimo comitato cittadino i nomichesonospuntatisonosta-

tiquellidiCarmineDipietrangelo, EnnioMasielloedAntonioBargo-

ne. Un consigliere comunale saggio, che ha fatto notare la non più tenera età dei tre, dopoesserestatocondannato a leggere il libro intervista di Dipietrangelo, ha accettato l’invito a non fare una seria opposizione a Mennitti. Così facendo l’opposizione avrà quattro anni per cercare un candidato spendibile. 1) Continua il successo del mercatinodell’artigianato.Gli organizzatori hanno deciso di aumentarel’offertamerceologicadellebancarelleartistiche che ogni primo del mese abbelliscono i corsi principali. Dal mese prossimo ci saranno anche venditori di cozze, frutta e verdura, caldarroste.

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SATIRA

SPAM

“Il diritto di sembrare ridicoli è qualcosa a cui teniamo molto...”

ESCLUSIVO

LE TRATTATIVE SEGRETE PER LA CONVENZIONE

Dalle intercettazioni in nostro possesso emerge ben chiaro cosa la città otterrà dal colosso energetico: una pata di fichi Intercettazione 1: un sindacalista (S) chiama un dirigente Enel (E). S: «Carissimo». E: «Ueilà, amico mio». S: «Come si sono comportati gli operai oggi: tutti ligi al dovere?» E: «Come sempre: ormai sanno che non devono rompere le palle». S: «Bene, bene. Vedi che le buone maniere servono. Basta minacciare il licenziamento, e in questa città si cacano sotto tutti». E: «Come faremo senza voi sindacalisti». S: «Ecco appunto, ricordatevelo ora che sta arrivandoNatale,cheilpanettonedell’anno scorso faceva un po’schifo. Per non parlare del cotechino. Ma perché il cestino era così nero?». E: «No, fesserie, li avevano lasciati 10 minuti

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nel piazzale e allora...». S: «Ma non è che era carbone?» E: «Ma scherzi! Non è che stai iniziando a dire le stesse puttanate degli ambientalisti!». S: «Scherzavo, scherzavo». Intercettazione 2: un consigliere (C), non sappiamo se comunale, provinciale o regionale, chiama un alto dirigente Enel (E). C: «Carissimo» E: «Amico mio, anzi, scusa, fratello caro». C: «Vedi che quando vuoi mi capisci...» E: «Hai bisogno di qualcosa?». C: «Senti, ma non è che potete sponsorizzare la squadra di cricket del rione Sant’Elia. Bastano 35 euro».

E: «Ma certo che le vostre richieste diventano sempre più esorbitanti! Vabbè, vediamo che possiamo fare. Ne parlo con il capo. Però poi nella convenzione anziché chiedere la diminuzione del carbone del 10%, facciamo il 5?». C: «Ah guarda, lo sai che se fosse per me, potreste arrivare anche a 15 milioni di tonnellate di carbone!». Intercettazione 3: un giornalista (G) chiama un influente dirigente Enel (E). G:«Oh,buongiorno,ilnostrocomuneamico politico mi ha detto di chiamarla, sa, siamo molto vicini» E: «Chi, quel coglione?» G: «Vedo che abbiamo la stessa considerazione del tizio» E: «Beh, questo è quanto vi meritate a Brindisi. Del resto, con dei giornalisti come voi...». G:«Comedarletorto.Ancheperchélevorrei

chiedere di firmarmi quel contrattino pubblicitario per la mia testata». E: «Vanno bene 1.000». G: «No, per carità, non esageri. Facciamo 100 euro. Non vorrei pesare troppo sul vostro bilancio». E: «Guardi, mi avevano detto che a Brindisi eravate tutti dei tappetini, ma prostrarsi in questa maniera mi sembra un po’ eccessivo!». G: «In effetti ha ragione, allora facciamo 120 €. Però non vi preoccupate per il pagamento, fate con calma». Intercettazione 4: un dirigente Enel (E1) chiama un dirigente Enel (E2). E1: «Scusa, ma davvero firmano la convenzione?» E2: «Avevi dei dubbi?» E1: «E non ci chiedono nulla? Un palazzetto, una biblioteca, un parco giochi? Nulla? Nemmeno l’albero di Natale sui corsi» E2: «Macché, te lo avevo detto, qui ci amano». E1: «Eppure hanno scritto di Montalto e di Civitavecchia. Possibile che nessuno abbia letto...» E2:«Letto?Masequanonleggononeanche gli intellettuali, figurati politici e cittadini!».


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COMPLICI

Turista per casa Mario

Lioce

Posso parlare di sport? La pratica del rugby può risultare un valido supporto all’educazione dei giovani brindisini. GLI INGLESI DICONO CHE LA CIVILTÀ DI UN POPOLO SI misura anche dagli sport che esso pratica. Lasciando da parte la mal celata alterigia degli inglesi, è indubbio che in quella nazione si pratichino più sport che da noi o che, perlomeno, molte discipline cosiddette minori godano di maggior seguito sia nei praticanti sia nei fan. So per certo che attirerò le ire dell’editore affrontando un argomento che teoricamente non dovrebbe competermi, ma è da molto tempo che desidero parlare di uno sport che da qualche anno ho imparato ad amare e che anche a Brindisi cerca maggiorevisibilità:ilrugby.L’infatuazioneèscoppiata grazieallasocietàingleseperlaqualelavoro:dapprima gettandounocchiodalle finestre dell’ufficio di Londra verso il vicino tempio della palla ovale, lo stadio di Twickenham, poi con la realizzazione del simbolo degli Wallabies, la famosa nazionale australiana, e infine con la campagna pubblicitaria per promuovere l’incontro tra gli Harlequins e i Leicester Tigers, due totem della Premiership inglese. L’amplesso era ormai consumato.Tuttavianonhointenzionedisommarequi la mia voce al coro di lodi sperticate che da qualche tempo si alzano per osannare le virtù - reali - di questo sport. La celebrazione degli aspetti tipici di questa disciplina sportiva quali il romanticismo, la filosofia di vita, lo stile e la correttezza, la affido volentieri ad altri cantori più competenti, certo che sapranno esaltare quell’aria nobile e un po’retró e quei valori così radicati ed antitetici rispetto al calcio.Vorrei invece proporre ai discepoli del rugby una curiosa quanto interessante e nuova prospettiva circa l’idealizzazione di numerosi elementi presenti sia nel giocatore di rugby che nell’oplita,fantegrecoarmatopesantementeperessere messoingradodisopravviverealviolentocozzotradue

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formazioni in battaglia. Occorre premettere che dai tempi dell’adolescenza soffro di un’inguaribile tendenza a compulsare testi di storia della Grecia Classica e durante una di queste letture mi sono imbattuto in uno scritto sull’Arte Occidentale della Guerra. Immediatamente mi sono trovato a ragionare su quella sorta di ossimoro, rappresentato dal provocatorio tentativo retorico di riunire due termini così contraddittori: arte e guerra. Passata l’iniziale perplessità e consultati altri testi sull’argomento, è stato stupefacente constatare quali è quante analogie sia possibile trovare tra l’azione del rugbista e dell’oplita. Con l’epica omerica ha origine il concettodelguerrieroperfetto,natodall’accostamento ideale tra la furia invasata e in un certo qual modo cieca dell’eroe solitario e il valore del combattente accorto e riflessivo, due tipi alla Diomede ed alla Ulisse tanto per intenderci. Con il sorgere della “pólis”, la città-stato, la guerra viene affidata invece non più al principe omerico,l’eroeprovvistodifacoltàeccezionali,maaun gruppocompattodiuominiuguali.Siapureattraverso un processo lento e graduale nasce così l’istituto della falange,iltipicocombattimentoinformazioneserrata caratterizzatodallatipologiadell’armamentodell’oplita: lo scudo, “l’hóplon”, e la lancia, quest’ultima non per essere scagliata ma da usare come asta da urto. Sarebbero necessari interi capitoli di libri per trattare in maniera esauriente l’argomento ma è utile provare almeno a riassumerne alcuni elementi comuni col giocodelrugby.L’oplitacombatteinunoschieramento disposto su file, fianco a fianco con i compagni di linea, occupandoglispaziscopertieproteggendocolproprio scudo il commilitone alla sinistra. L’esecuzione di ogni manovra avviene occupando un posto preciso nella

fila e mantenendolo ad ogni costo: regola che per sua natura richiede disciplina, ordine, attitudine mentale, spirito di corpo. A decidere l’esito dello scontro non è tanto l’entità delle perdite, quanto il controllo dello spazioconteso.Idealmenteilcombattimentotermina infatti con il crollo di uno dei due schieramenti. Spesso preceduti e guidati in battaglia dal suonatore di “diaulós”, il doppio flauto che ne ritmava il passo e ne manteneva compatta la formazione, gli opliti si portavano a ridosso degli avversari e spingevano in avanti, sicché essi dovevano in un certo qual modo somigliare, nel momento cruciale della battaglia, ai duepacchettidimischiacontrappostidelrugby.L’urto era sempre rigorosamente frontale. L’aggiramento sui fianchi non era previsto e quando si verificava era il frutto di un graduale spostamento verso destra, a istintiva protezione del proprio fianco scoperto, o del collassodiunapartedelfronteavversario.Chiconosce il rugby, le sue dinamiche e le sue regole, non avrà potuto fare a meno di cogliere le evidenti analogie. LUNGI DA ME ILVOLER FARE L’ELOGIO DELLA GUERRA, esecrabile in ogni tempo e in ogni sua forma, intendo bensì proporre i valori di uno sport che in ogni fase del suo svolgimento si preoccupa del bene collettivo piuttosto che della gloria personale. In un periodo sociale come quello attuale in cui maleducazione, mancanzadietica,assenzadirispettoedispregiodelle regolelafannodapadroni,sareifelicedivedereigiovani vaccinati con robuste dosi di insegnamento e pratica delrugby.Come,ugualmente,trarreiimmensopiacere nel vedere la nostra squadra di Brindisi giocare su un campodecenteenonpiùsuunterrenoprobabilmente più adatto alla coltivazione delle patate.


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