TB Magazine Ottobre 2010

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BELLE STORIE Chicco, un bambino speciale CULTURA La stagione del Verdi ECONOMIA Start-Up: 27 milioni per nuove aziende SPORT Perché non è facile amare Galigani SATIRA Perdichizzi choc: “Io e il fattore C” SATIRA/2 12 Libri e un concorso da non perdere SPECIALE MODA Cosa indosseremo?

IL VOLTO PIÙ BELLO DELLA CHIESA Don Giuseppe Satriano, vicario generale del vescovo Talucci, ha festeggiato 25 anni di sacerdozio. Un’esperienza di vita e di fede davvero speciale, per un parrocco apprezzato da tutti per la sua umanità. WWW.FABIOMOLLICA.COM TB

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TB EDITORIALE

N O N R E S TAT E A GUARDARE

Se la follia arriva in aula SEMBRA UN ARTICOLO DI SATIRA, MA È ACCADUTO DAVVERO: IN CONSIGLIO COMUNALE È STATO CHIESTO AL SINDACO SE STESSE CON LA MAGGIORANZA O CON L’OPPOSIZIONE? PER FAVORE, FERMATEVI!

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icordo alcune sedute di consiglio comunale dei primi anni ‘90. Sui banchi gente come Antonio Bargone, Franco Campanale, Franco Arina, Pino Marchionna, Carmine Dipietrangelo e Giovanni Brigante, Valentino Manzoni. Quando parlavano era un piacere ascoltarli. Quando Bargone e Campanale prendevano la parola, in aula calava il silenzio: erano al di sopra di tutti e quel silenzio significava rispetto. In consiglio c’era quasi tutta gente che aveva un lavoro, e non era finita lì solo per raccattare qualche incarico. Negli anni che sono seguiti molto, tutto, è cambiato. Maggioranza ed opposizione sono ormai concetti astratti, che valgono solo per le prime due sedute di ogni legislatura. Poi ognuno è libero di cambiare partito o fazione. Può addirittura mettersi in proprio, tanto non deve dare conto a nessuno. Sono almeno quattro legislature che ci siamo abituati a questo andazzo. I brindisini mandano in consiglio comunale tanta gente che non sa mettere in fila tre parole in italiano; e disoccupati di lungo corso a caccia di un incarico qualunque, purché retribuito, anche non bene. C’è chi si accontenta di mille euro, chi si venderebbe anche per molto meno. Fortunatamente c’è qualce mosca bianca.

Ma diventano sempre meno. Torna in mente il detto: «Abbiamo la classe politica che ci meritiamo». Però nei giorni scorsi si è toccato il fondo. In quell’aula sordo-muta e molto grigia, che incute tanta tristezza, il presidente del Consiglio comunale, Giampiero Pennetta, durante le votazioni per decidere chi mandare all’Asi, ha avuto la bizzarra idea di chiedere ad ogni consigliere se fosse schierato con la maggioranza o con l’opposizione. Sicuramente qualche consigliere non avrà dormito la notte per prepararsi bene la risposta, ma il bello è che la domanda è stata rivolta perfino al sindaco Domenico Mennitti. Ora, immaginatevi una città normale, con una classe politica normale, giornalisti normali, gente normale: vi sembra mai possibile che qualcuno possa chiedere al sindaco se fa parte della maggioranza o dell’opposizione? Sul numero di settembre, in risposta ad un lettore che ci faceva i complimenti per gli articoli di satira, scrissi che quei complimenti erano immeritati, perché a Brindisi è fin troppo facile fare satira, visto quel che accade. Bene, quanto accaduto in consiglio nei giorni scorsi, purtroppo, non è l’eccezione che conferma la regola. È la regola. info@fabiomollica.com

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COPERTINA

L’INTERVISTA di Fabio Mollica

LE MIE NOZZE D’ARGENTO CON DIO Don Giuseppe Satriano, vicario generale del vescovo Rocco Talucci, ha festeggiato i suoi primi 25 anni di sacerdozio. Così si racconta a TB

TUTTOBRINDISI NUMERO 24 - OTTOBRE 2010 TIRATURA 5000 COPIE Autorizzazione Tribunale di Brindisi n. 4 del 13/10/1995 Direttore Responsabile FABIO MOLLICA info@fabiomollica.com Grafica SALVATORE ANTONACI Stampa TIPOGRAFIA MARTANO (Lecce) Numero chiuso in redazione il 4 Ottobre Il prossimo sarà in distribuzione mercoledì 10 novembre.

www.fabiomollica.com Edizioni Effe Srl Prolungamento Viale Arno, sn 72100 Brindisi - Tel/Fax 0831550246 Le altre nostre pubblicazioni

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ra dai tempi della visita del Papa che non si assisteva a Brindisi ad una messa così solenne ed emozionante. Martedì 28 settembre, alle ore 18.30, la cattedrale era strapiena per il venticinquesimo anniversario dell’ordinazione di don Giuseppe Satriano, vicario generale della diocesi di Brindisi-Ostuni. A festeggiarlo c’erano i vescovi Rocco Talucci e Settimio Todisco, tutti i sacerdoti della provincia, ed una infinità di gente, amici, fedeli (e non) estimatori di questo parroco speciale, che oggi ha 50 anni, è stato ordinato a 25, ha trascorso 4 anni in missione in Africa (Laisamis, Kenya) ed è vicario generale dal 2003. Si arrabbierà, per la nostra copertina. Dirà che non era il caso e che non la meritava. Dio solo sa, e tutti i brindisini che lo conoscono sanno, quanto invece la meriti. Don Giuseppe, qual è il ricordo più bello di questi 25 anni? Sono stati tutti anni belli: nell’esperienza sacerdotale, quando si ama col cuore indiviso, ogni cosa è bella. Poi è ovvio che l’esperienza in Africa è stata quella più formante: il confronto con una cultura diversa, l’impotenza del non riuscire a comunicare con gente che parla lingue diverse, l’aver provato la dimensione umana della solitudine. Sono tutte cose che ti restano e ti plasmano. Durante il saluto ai fedeli che ti festeggiavano hai chiesto scusa per le debolezze e le fragilità avute. Mi riesce davvero difficile pensare che tu possa averne. Le debolezze e le fragilità del sacerdote sono quelle dell’uomo sacerdote e possono albergare nella vita di ogni uomo. Quali sono state le tue debolezze? Penso ad un sottile egoismo che spesso

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si affaccia nella vita. O alla presunzione dell’autoreferenzialità: cioé il pensare che puoi bastare a te stesso. O ancora alla poca umiltà. Nulla di grave, te la cavi con poco. Spesso si pensa che il sacredote viva sulle nuvole. Invece deve fare i conti col suo limite umano e affidarsi al Signore. Come Pietro fece nella pesca miracolosa: dopo un giorno che non pescò nulla, Gesù Cristo gli disse “getta le reti”, e lui rispose “sulla tua parola”. Ecco, in quel momento, nel momento in cui si apre al Signore, la sua debolezza diventa forza. Ti sei mai pentito di essere diventato sacerdote? Pentito mai. Di certo alcune volte ho pensato “cosa sarebbe successo se...”. Come tutti del resto... Ma Dio attraverso le debolezze innesta percorsi belli e ricchi, che trasformano i momenti di crisi in momenti di vita piena. È questo l’annuncio che ogni sacerdote deve portare per dare speranza agli altri. Credimi: ogni momento di crisi, per me si è trasformato in un momento di rilancio della mia esperienza sacerdotale. Sempre nel tuo discorso hai auspicato una chiesa più bella: cosa intendevi dire? Nel cuore di ogni prete c’è l’idea di una

BERE I 10 Rossi da non perdere

chiesa bella, fondata sulla comunione. Siamo noi a renderla più bella, cioé a fondarla ancora di più sui valori evangelici: la reciprocità dell’amore, la capacità di farsi ultimi con gli ultimi, di avere uno sguardo al di fuori di sè, verso chi ne ha bisogno. La capacità di restituire “l’autentica convivialità delle differenze”, come diceva don Tonino Bello. Dal tuo pulpito (è proprio il caso di dire) come vedi Brindisi ed i brindisini? Una città piena di risorse. Un popolo capace di riscattarsi nel momento opportuno. Al tempo stesso ci manca ancora una identità, un senso di cittadinanza. Abbiamo bisogno di riconquistare le risorse che avevamo, che a causa di una rapida industrializzazione, a volte manipolata e manipolante, abbiamo perso per strada. Ci vuole un miracolo. Io auspico che i valori della compartecipazione e della corresponsabilità crescano non solo nelle istituzioni e nelle forze politiche, ma in tutto il popolo brindisino. Ci vogliono rispetto per la città e senso di appartenenza. Tutte le forze educative sono chiamate a fare da supporto a questo sforzo. TB

«DOBBIAMO RISPETTARE LA CITTÁ E SENTIRLA NOSTRA. COMPARTECIPAZIONE E CORRESPONSABILITÁ SONO I VALORI DI CUI PIÚABBIAMO BISOGNO»

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PRIMO PIANO

LA SCUOLA CHE FUNZIONA

PER CHICCO, LA CLASSE PARLA IL LINGUAGGIO DEI GESTI Al nono Circolo un’esperienza all’avanguardia per superare le barriere comunicative.

BELLE STORIE di Iole La Rosa

“Lo sguardo di un bambino che cerca il significato di una vita è ciò che vedo o spero di vedere. I bambini sono avidi di sapere, hanno voglia di esplorare il mondo, quel piccolo mondo che li circonda, ma Chicco cosa cerca fissando quel vuoto? Gli stringo il viso tra le mani. Lo guardo negli occhi e per un attimo solo, un piccolissimo attimo mi fissa… poi guarda di nuovo nel vuoto. Ora sa che ci sono… non sente la mia voce ma il mio cuore batte… quando come un cucciolo si appoggia al mio petto, lo sente senza udire…”. Sono le parole ed i pensieri della maestra della II B, Michela Drago, dedicati a Chicco, un bimbo affetto da sordità profonda ad entrambe le orecchie. Il video che parla di lui, pubblicato su YouTube (digitate “chicco bambino speciale”), è davvero toccante. Ecco, per capire Chicco ed il suo mondo, un bambino speciale, dovremmo chiudere per qualche minuto le orecchie al mondo con le mani, per sentire “il nulla”, per percepire movimenti a noi vicini senza, però, cogliere il senso, i suoni, le emozioni che essi solitamente trasmettono. Questa è una storia speciale. Lo è Michela Drago, donna e mamma sensibile e molto testarda. La preziosa maestra di Chicco ha tentato di entrare nella sua dimensione; ha voluto esplorarla, conoscerne i difficili percorsi, cogliere ciò che provoca il “non sentire”, ciò che si cela dietro il volto inquieto di un bambino. Speciali sono Luisa Fontana, coordinatrice delle insegnanti di sostegno, l’insegnante Angela Cavaliere, Rebanna Cerbino assistente alla comunicazione, il “ponte comunicativo”, Livia Carluccio, assistente alla persona. Speciale è la dirigente scolastica Anna Maria Licchello che ha la sensibilità di andare incontro ad esigenze specifiche ed agevolare le

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collaboratrici dell’istituto: “Il mondo della scuola è la prima, grande prova per un bambino affetto da patologia come quella di Chicco. Tutto passa per la comunicazione orale, e un bambino che non sente non si accorge di quello che accade alle sue spalle”. “Scrutavo in classe Chicco, diffidente, aggressivo, irritabile e polemico con i compagni, poco disponibile a lavorare in classe con le insegnanti”, ci racconta Michela Drago, “non provava neanche a comunicare, rimaneva affacciato alla finestra come se l’ambiente in cui si trovava gli fosse totalmente estraneo e non mostrava alcun interesse a conoscerlo e ad interagire”. E ancora: “… non potevo accettare questo stato di cose, dovevo stabilire un contatto, provare a trasmettergli il desiderio di conoscere, di fare amicizia, di comunicare, dovevo inventarmi qualcosa”. L’Ens (Ente nazionale sordomuti) di Brindisi si è reso immediatamente disponibile e ha fornito tutto il supporto necessario, sia tecnico che umano per venire incontro alle esigenze di Chicco. È stato così possibile comprendere lo stato d’animo di un bambino che non sente, approfondire metodi applicati, precedenti validi, individuando modi, tempi e solu-

zioni per facilitarne l’integrazione nella classe. Si è evidenziato, pertanto, che per un bambino sordo è fondamentale poter acquisire sin da piccolo la lingua dei segni, così com’è estremamente importante apprendere l’italiano. Si è cercato l’anello di congiunzione di due dimensioni: quella di Chicco e quella del resto dei compagni, individuando nell’apprendimento della lingua dei segni, lo strumento privilegiato e indispensabile a tal fine. È da questi presupposti che ha preso avvio il progetto “Giochiamo con la lingua dei segni”. Diverse ricerche hanno dimostrato che all’età di 6-7 anni i bambini hanno maggiore flessibilità nell’apprendimento di una seconda lingua. “I bambini hanno imparato molto velocemente, sono stati bravissimi”, raccontano le insegnanti. Hanno imparato a comunicare

L’INSEGNANTE MICHELA DRAGO: «ERA DIFFIDENTE E IRRITABILE. MA VOLEVO AD OGNI COSTO STABILIRE UN CONTATTO CON LUI. DOVEVO INVENTARMI QUALCOSA»

con il corpo sentimenti e stati d’animo, utilizzando lo spazio, per conversare, giocare, addirittura recitare. Nella fase conclusiva del progetto, hanno creato una storia e l’hanno interpretata utilizzando entrambe le lingue, “una esperienza esaltante e di grande soddisfazione umana e professionale”. “Chicco ha dimostrato sempre più disponibilità a collaborare e ad apprendere, semplicemente perché viveva in un’atmosfera più serena, perché vicina alle sue esigenze comunicative. Nella classe si è creata una nuova linfa e Chicco in tutto questo è rinato”. Così il problema della sordità di un bambino si è trasformato in un’occasione di arricchimento per tutto il contesto socio-culturale scolastico, un’opportunità di crescita e di confronto fra esperienze diverse. “Ho notato un cambiamento in Chicco”, ci dice la mamma del piccolo, Sabrina (nella foto a lato col figlio): “ha cominciato a star volentieri in classe e a collaborare. Si sono impegnati tutti, insegnanti e bambini. È stato bellissimo vederlo giocare con i compagni e sorridere. Recandomi per il controllo semestrale a Reggio Emilia, gli specialisti hanno rilevato importanti cambiamenti caratteriali e maggiore apertura al mondo esterno”. Questo di Brindisi è uno tra i rari, felici casi italiani di sperimentazione dell’insegnamento, in una classe d’udenti, della lingua dei segni, un valido esempio di come si possono abbattere barriere comunicative. “È stato solo l’avvio di un percorso importante! Siamo partiti dal presupposto che riconoscere una lingua significa rispettare la diversità di ognuno e valorizzarla, creando una combinatoria importante di concetti, di percezioni e sensazioni”, conclude la maestra Drago, che c’illustra i programmi futuri: “Per l’anno scolastico in corso abbiamo progetti più ambiziosi, realizzabili solo grazie alla creazione di una fitta collaborazione tra istituzioni”. L’avvio di corsi di bilinguismo sarebbe un’iniziativa che potrebbe portare il IX circolo e tutta la città di Brindisi all’avanguardia sul territorio italiano, grazie anche all’intervento di un insegnante sordo, parlante e l’utilizzo di strumenti tecnologici quali pc e internet, che possano fornire maggiore supporto e meglio definire il percorso. Adesso forse è chiaro a tutti perché Chicco è un bambino speciale. Perché pur con i suoi sette anni, un corpicino esile, è riuscito a smuovere animi e cuori e a far parlare di sé e della patologia che interessa migliaia di bambini in tutta Italia, tanti bambini che non ricevono un sostegno, un’educazione e delle motivazioni sufficienti a valorizzare le loro capacità. Speciale perché tutti gli vogliono bene. TB


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PRIMO PIANO

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a riscosso un grande successo, superiore ad ogni aspettativa, la prima Borsa del Turismo della provincia di Brindisi, organizzata dall’Azienda di Promozione Turistica (Apt) di Brindisi, in collaborazione con la TTG gruppo Fiera di Rimini, con il sostegno della Regione Puglia - Assessorato al Turismo. Trentasette operatori turistici, rappresentanti di alcuni tra i principali Tour Operator esteri interessati al nostro prodotto turistico, sono stati ospitati nel territorio brindisino per tre giorni, per far loro conoscere ed apprezzare le bellezze di questa provincia, le strutture alberghiere, l’enogastronomia, le località collinari e le marine. In uno dei questi tre giorni, presso l’ex Convento Santa Chiara di Brindisi, si è svolto un evento “business to business” durante il quale gli operatori della nostra provincia (proprietari di alberghi, ma anche di agriturismi, bed & breakfast, tour operator, consorzi turistici e parchi naturali) hanno potuto proporre i loro prodotti e contrattare direttamente con gli operatori esteri per vendere camere, stipulare contratti, come in una classica Borsa Turistica, questa volta però tutta dedicata alla provincia di Brindisi. All’appun-

tamento con gli operatori turistici di tutta Europa si sono presentati i rappresentanti di tutte le principali strutture ricettive della provincia di Brindisi, a conferma della bontà dell’iniziativa promossa dall’Apt. “Il successo dell’iniziativa è riscontrabile nei commenti degli operatori stranieri - afferma il Commissario dell’AptT Francesco Nacci (in foto) - che in questi tre giorni hanno ammirato tutto quello che la provincia di Brindisi è in grado di proporre a livello turistico. Ottimo anche il volume di affari già conclusi durante la giornata di ‘business to business’, e questo ci spinge ad andare avanti proprio in tale direzione”.

TB SUL WEB

PRIMA BORSA DEL TURISMO: APT PROMOSSA Per la prima volta a Brindisi gli operatori del settore turistico hanno potuto incontrare decine di tour operators per promuovere le loro strutture ed il territorio.

REPLICA

E il direttore dell’Apt risponde ad un lettore di TuttoBrindisi Meca: «Ufficio decoroso e informazioni corrette per i turisti» Nel precedente numero di TB un lettore aveva criticato lo stato dei locali dell’ufficio informazioni dell’Azienda di promozione turistica di Brindisi (situato in viale Regina Margherita) ed aveva criticato l’iniziativa Città aperte perché alcune delle chiese che, come da programma, avrebbero dovuto essere aperte, in realtà erano chiuse. Il direttore dell’Apt Cosimo Meca ha voluto rispondere al nostro lettore. «Gentile direttore, mi preme replicare alle affermazioni del lettore di TB, facendo notare come ormai da tempo il nostro ufficio informaizioni sia più che accogliente e decoroso, e funziona anche molto bene. Quanto alle critiche sugli scavi del Teatro Verdi, che il lettore ed i suoi ospiti non hanno potuto visitare, faccio presente che quella struttura dipende dalla Sovrintendenza e non certo da noi. Faccio inoltre presente che il Museo Ribezzo, nel corso di Città aperte, è rimasto aperto in alcune giornate di apertura straordinarie che erano segnalate sui nostri depliant, e che le due chiese trovate chiuse dal lettore (San Benedetto e San Paolo) non erano nella lista di “Chiese aperte”».

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Ritorniamo online Per qualche settimana il nostro mensile è scomparso dal web. La ragione è presto spiegata: stiamo lavorando al restyling del nostro sito aziendale, che tra qualche giorno sarà in rete con grafica e contenuti rinnovati ed arricchiti. Per sfogliare TB, le nostre guide enogastronomiche e (tra un paio di mesi) il nostro nuovo periodico (Puglia Magazine) avrete un solo sito di riferimento: www.fabiomollica.com.


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Non vi raccontiamo Brindisi.

SIAMO BRINDISI 12

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PRIMO PIANO

AL VERDI SI RIAPRE IL SIPARIO Si parte il 21 ottobre, con Tango Feeling in esclusiva nazionale. Ma la nuova stagione prevede molti ospiti illustri (Salvatore Accardo, Nicoletta Braschi, Pamela Villoresi) e opere di gran qualità (Madama Butterfly, Lo Schiaccianoci, La Ciociara, Donka, Shadowland, Il fu Mattia Pascal).

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mpegnata in un tour intercontinentale, la compagnia argentina Estampas Porteñas è stata la grande assente al recente festival Buenos Aires Tango di Roma. Ma presto farà il suo debutto assoluto in Italia per un’unica data con lo spettacolo «Tango Feeling», atteso nello stesso periodo a Londra e Mosca. L’esclusiva italiana se l’è assicurata, il 21 ottobre, per l’inaugurazione della stagione 2010-2011, il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi. «Tango Feeling» è uno dei fiori all’occhiello del cartellone, che tra i quindici appuntamenti annovera un altro

allestimento internazionale intitolato «Donka», poetico omaggio a Cechov sul filo dell’equilibrio del regista clown (nonché autore di molti spettacoli del Cirque du soleil) Daniele Finzi Pasca. Produzione realizzata da Teatro Sunil di Lugano e Cechov Festival di Mosca in collaborazione con Théâtre Vidy-Lausanne e Inlevitas Productions, «Donka» farà il suo debutto nazionale a Brindisi (12 e 13 aprile) prima di essere presentata al Piccolo Teatro di Milano. E non finiscono qui le «prime» del Nuovo Teatro Verdi, che il 15 e 16 gennaio terrà a battesimo «La ciociara» di Annibale Ruccello diretta dalla regista Roberta Torre con Daniele Russo e Donatella Finocchiaro, la donna boss nel film «Galantuomini» di Edoardo Winspeare qui interprete nel ruolo che al cinema fu di Sofia Loren diretta da Vittorio De Sica. Cesira è solo uno dei tanti personaggi femminili intorno ai quali il direttore artistico Italo Nunziata ha costruito l’ossatura

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della stagione. «Attraverso la voce e il corpo di alcune splendide interpreti - dice - racconteremo i sentimenti di uno straordinario universo». Così, mentre Pamela Villoresi farà rivivere in «Medea» il più atroce degli assassinii, Luisa Ranieri toccherà anche lei il cinema di De Sica con «L’Oro di Napoli». Grande attesa c’è anche per Nicoletta Braschi, che arriverà a Brindisi con «Tradimenti» di Pinter. Tra i sentimenti che attraverseranno il cartellone ci saranno le passioni della Maddalena di «Jesus Christ Superstar» nella ripresa dello storico allestimento di Massimo Romeo Piparo, e quelle della geisha Cio-Cio-San in «Madama Butterfly», momento irrinunciabile per gli amanti del melodramma e di Puccini, compositore cui la Fondazione rende omaggio con un impegno

produttivo nel quale sono coinvolte la Fondazione Pergolesi/Spontini di Jesi e l’Orchestra Ico Tito Schipa di Lecce, che il pubblico del Nuovo Teatro Verdi ritroverà per il concerto del violinista Salvatore Accardo. E diventa una donna anche la dolce Clara dello «Schiaccianoci» di Caikovskj: interpretato dal Rousse State Ballet, arricchirà (dopo il tango inaugurale) la sezione danza, nella quale irromperà il regno delle ombre evocato dai Pilobolus nel magico «Shadowland». Nel cartellone, che annovera anche il Goldoni della «Bottega del Caffè» allestita dal Teatro Carcano, non mancherà il confronto a distanza tra alcuni riconosciuti leoni del teatro italiano. Così, mentre Carlo Cecchi rileggerà «Sogno di una notte di mezza estate» di Shakespeare con una compagnia

di giovanissimi, Glauco Mauri e Roberto Sturno da un lato e Tato Russo dall’altro si misureranno rispettivamente con Shaffer («L’inganno») e Pirandello («Il fu Mattia Pascal») nella parte di stagione dedicata al Novecento. Infine, la Fondazione affianca alla programmazione serale un percorso di formazione e una rassegna di teatro ragazzi in collaborazione con la Compagnia del Sole per offrire ai giovanissimi uno sguardo incantato sul mondo del teatro con storie e personaggi raccontati da compagnie specializzate nella produzione di spettacoli per le diverse fasce d’età. Per info e abbonamenti: Fondazione Nuovo Teatro Verdi, Palazzo Granafei Nervegna, via Duomo, tel. 0831.229230. Botteghino: tel. 0831.562554. www.fondazionenuovoteatroverdi.it

TEATRO 2 / PER LA STAGIONE 2009/2010 NUMERI RECORD

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stato un crescendo di successi per la stagione 2009-2010 del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, che ha chiuso con un bilancio tutto in positivo e un consistente incremento di pubblico rispetto all’anno precedente. Il risultato si attesta soprattutto in forza del valore sociale e culturale cui il teatro assolve, oltre che della presenza di giovani che si sono fatti affascinare dal teatro e hanno seguito anche gli appuntamenti collaterali trasformando il Nuovo Verdi in un luogo della città, aperto e frequentato, anche al di fuori dei singoli spettacoli. Dati alla mano, rispetto alla precedente stagione 20082009, quella che ci siamo appena lasciati alle spalle ha riscontrato un incremento di pubblico pari al 21,41% (da 12.158 a 14.761 spettatori). Il dato è comprensivo del numero di biglietti venduti, cresciuti del 51%, con 1.518 spettatori in più (da 2.977 a 4.495 emissioni) passati in biglietteria nell’arco della stagione, e delle tessere di abbonamento, proposte in diverse tipologie, capaci di garantire piena libertà di scelta e flessibilità, e anch’esse aumentate del 17,17% attraverso un incremento di 197 sottoscrizioni (da 1.147 a 1.344 emissioni). Nel numero sono stati sommati gli abbonati, il pubblico cioè “fidelizzato”, ma anche i nuovi spettatori, 2.537 in tutto tra nuovi sottoscrittori di abbonamento e utilizzatori di biglietto.

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Il Nuovo Verdi si è dunque guadagnato la ribalta fra i primi teatri di Puglia per lo spessore e il gradimento del cartellone, il numero delle rappresentazioni (17 spettacoli, quasi tutti in doppia replica) e, soprattutto, per la presenza di spettatori. I più larghi consensi assicurati dalla passata stagione si identificano nell’accresciuto interesse per le iniziative del teatro, che intende entrare nelle abitudini culturali dei brindisini attraverso un’offerta sempre più sensibile ai generi, una promozione e un’informazione più razionali e sistematiche, una programmazione diversificata e aperta a nuove attività di spettacolo, di educational e di approfondimento, capaci di stimolare la partecipazione del pubblico e il coinvolgimento dei giovani a una forma d’arte antica eppure moderna. La stagione artistica ha riaffermato ogni volta gli auspici migliori superando a pieni voti le prove più “rischiose” della programmazione. Ci si attendeva ad esempio una certa curiosità, ma non un riscontro così forte e partecipato come quello che c’è stato per la danza contemporanea. Non tanto dei Kataklo, che con la loro visione acrobatica e atletica dell’arte del corpo (quindi di più immediata presa sul pubblico) fanno discorso a parte. Il riferimento è alle proposte coreografiche di Emio Greco e del Nederlands Dans Theater, realtà che si esprime dal cuore dell’Europa con i linguaggi più innovativi e all’avan-

guardia della scena internazionale. Anche per loro il consenso è stato straordinario quanto inaspettato per i modi in cui si è manifestato. Era, invece, più facile attendersi particolare entusiasmo per il ritorno della grande lirica. Ma si è andati ben oltre. L’inaugurazione con la Traviata di Verdi nel celebre allestimento di Brockhaus e Svoboda si è rivelato un avvenimento sin dai numeri del botteghino, dove nel primo giorno di apertura sono andati esauriti i biglietti di entrambe le recite. L’articolata programmazione di prosa ha rappresentato la spina dorsale dell’intero cartellone e ha fatto registrare anche momenti di partecipazione straordinaria, in particolare con i sold out di Filumena Marturano. L’approvazione per la qualità delle scelte è stata certificata in vari contesti e diverse occasioni. Così come si è confermata la passione del pubblico del Nuovo Teatro Verdi per il musical e, più in generale, per gli spettacoli di teatro-musica. Questa è la forza del teatro. È da qui che un palcoscenico attraversa il suo pubblico con la parata dei personaggi e diventa il teatro della città con le sue mille e più scene. Un luogo magico in cui tutti, proprio tutti, possono trovare qualcosa di se stessi nel silenzio interpretato di un teatro, sulle pedane ogni volta nuove di un palcoscenico.


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ULTIME DA BARI

TORNA START-UP: 27 MILIONI DI EURO PER NUOVE AZIENDE Il bando della Regione Puglia sarà aperto il 30 ottobre. Mette a disposizione a fondo perduto somme fino a 400 mila euro.

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orna Start up, il bando che permette di cambiare vita ai giovani, alle donne, ai disoccupati, ai lavoratori in procinto di perdere il posto, ai cassaintegrati, ai ragazzi di “Bollenti Spiriti”, a tutti quegli individui confinati nel limbo dell’instabilità o dell’indecisione, che hanno la volontà di reagire mettendosi in proprio con una piccola impresa. L’avviso, che mette a disposizione 43milioni in tutto (16 per la prima fase, 27 per questa), sarà riaperto il 30 ottobre con alcune differenze rispetto al primo ciclo chiuso a luglio. Chi fa domanda per un’impresa artigiana avrà la possibilità di ricevere l’incentivo anche se succede all’azienda paterna o di un parente entro il secondo grado (padre, nonno, fratello). Una novità, questa, di notevole impatto perché permette di perpetuare la tradizione del passaggio dell’attività dai genitori ai figli, incentivando allo stesso tempo il rinnovo degli ambienti o delle attrezzature, l’incremento del personale, le spese di gestione. Così si agevola il ricambio generazionale nelle imprese artigiane favorendo l’innovazione, ma c’è una condizione: l’azienda deve acquistare l’intera impresa artigiana esistente o un suo ramo organico e funzionale. L’altra novità riguarda i “Principi attivi”. L’avviso Start up solo per questi progetti viene esteso anche alle imprese già costituite il cui piano di attività però sia stato approvato dalla Regione. Un atto di coerenza per permettere a proposte innovative e coraggiose come quelle di “Principi attivi” di essere incentivate per implementare lo sviluppo e trasformarsi in vere attività imprenditoriali. Start up è il più potente incentivo del genere in Italia perché mette a disposizione a fondo perduto fino a 400mila euro per ogni microazienda, di cui 150mila euro possono essere spesi 18

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QUI REGIONE

a cura di Giovanni Brigante Il consigliere regionale Giovanni Brigante (unico eletto del capoluogo, e presidente della Commissione Affari Generali) in questa sua rubrica informa i lettori sull’operato della giunta Vendola e su quanto accade in Consiglio Regionale.

Festa di Sviluppo e Lavoro, un gran successo per investimenti, acquisto di locali, suoli, strumenti e attrezzature e 250mila per i costi di gestione, dunque stipendi, affitti, leasing, bollette. Il tutto per tre anni di esercizio. Agevola disoccupati e precari, si lega alle politiche di imprenditorialità femminile e giovanile, permette il sostegno dei cassaintegrati

intenzionati ad uscire dall’azienda, valorizza i giovani di Bollenti Spiriti perché mettano in piedi un’attività propria e i ragazzi dei “Principi attivi” perché le proseguano. Inoltre gli aiuti previsti per il commercio sono destinati alle aree eleggibili quali Zone Franche urbane per situazioni di disagio.

AFFARI ALL’ESTERO

Confartigianato guarda alla Repubblica di Moldavia Partito il programma di sviluppo Business Gate Confartigianato Brindisi è ora partner nel programma “Business Gate”, progetto di sviluppo economico internazionale che ha il sostengo dell’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Moldova. Il progetto si propone di sviluppare e concretizzare, in modo proficuo e costante, le relazioni fra le imprese dell’Europa Occidentale e le imprese dell’Europa Orientale, con particolare riferimento attuale ad un contatto diretto con le Repubbliche della CSI. La scelta della Repubblica di Moldova come base logistica avanzata del programma è motivata da una serie di elementi favorevoli: la posizione geografica centrale della Moldova, la libera circolazione sia dei cittadini dei Paesi Europei così come quelli della CSI, senza necessità di visto; un aeroporto internazionale a Chisinau ed un aeroporto cargo a Balti, così come un porto marittimo a Giurgiulesti, oltre che l’esistenza e la progettazione di zone libere (free zone) e parchi industriali, uno dei quali ideato dai promotori della Commissione. Il programma Business Gate è stato ideato sul presupposto della persistente crisi economica che interessa le piccole e medie imprese italiane, con l’intento di svilupparne le aree di mercato e di operatività, e quindi con sviluppo della produttività generale. “Facendo parte di questo progetto - dichiara Antonio Ignone, presidente provinciale di Confartigianato - offriamo a tutti i nostri iscritti l’opportunità di essere informati sull’evolversi del progetto ed in merito alle occasioni di sviluppo economico (incontri, forum, convenzioni, opportunità di commercio, di investimento e di scambi culturali ed esperienza internazionali) che saranno create. Queste attività coinvolgeranno, ovviamente, tutte le Istituzioni ed i Paesi che hanno aderito al programma stesso allargando in modo smisurato, quindi, il mercato per le nostre imprese brindisine”.

Mi perdonerete se parlo ancora un po’ della seconda Festa della mia associazione, Sviluppo e Lavoro, che si è svolta nelle scorse settimane nel parco Maniglio, al rione Bozzano. Ma lo faccio perché l’affluenza registrata, non solo nei momenti di spettacolo ma anche e soprattutto ai dibattiti, è andata ben oltre ogni rosea previsione. Segno che se si discute di argomenti seri, con ospiti illustri e competenti, i brindisini sono molto interessati a conferenze e occasioni di dialogo sullo sviluppo del territorio e sul futuro della propria città. Visto l’enorme successo, mi sembra giusto che la Festa, l’anno prossimo, prenda il nome di Meeting. Cioè un luogo di incontro e di discussione, di critica e di proposta. Come da tempo non si vedevano più in città.

L’erosione delle coste

Nei giorni scorsi ho ritenuto doveroso riportare all’attenzione dell’assessore regionale alle opere pubbliche il problema dell’erosione delle coste. Un problema presente anche nella nostra provincia, che era stata ignorata in passato. Ho scritto in una interrogazione urgente che è a mio avviso doveroso far rientrare il territorio della provincia di Brindisi tra quelli in cui sono previsti interventi da parte degli organi regionali.


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PIERPAOLO profondo PETROSILLO dal del cuore

LA REGINA DI NOME ZENITH

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i presentò quì, “il 24 Aprile” , invitata dai giullari della corte suprema, una meravigliosa Principessa straniera di nome “Zenith”. A bordo, 1600 sudditi e 600 governanti. O viceversa. Abbigliata con abito bianco lucido, elegantissimo, che le rivestiva il corpo snello e imponente. Muso e naso all’insù. Orgogliosa, fiera, decisa. Bottoncini neri dappertutto come pulsantini di un gigantesco video-game, capace di contenere una città intera, e di darne a comando, quanto di più appariscente ed effimero essa potesse offrire. Si muoveva con eleganza e classe. Riusciva a far brillare tutti i luoghi in cui andava a far visita. Giunse, udite udite, niente meno che a Brindisi. Alla “corte della paura”. E quest’ultima, vi provò, non prima di essersi spaventata al suo affacciarvisi. Da lontano infatti, guardando il faro di Punta Riso brillare intermittente come un allarme rosso impazzito, il suo sguardo bieco non potè che fissarsi verso la sua sinistra, angosciandosi al cospetto di uno scenario sconvolgente. Stava scrutando una realtà che non avrebbe mai potuto immaginare. Quella di un regno oramai dominato dai predoni di una terra meravigliosa, che aveva ceduto anch’essa al “potere del potere”. Il dilagante capitalismo e consumismo, e l’ignoranza e la stolidaggine e il menefreghismo, avevano inquinato vergognosamente quel territorio, invadendolo e condizionandolo, con un polo industriale più grande di un centro abitato. Energia , Carbone , Gas, Petrolio, Plastiche, Medicinali, creanti macchie scure di “progresso” selvaggio e irrispettoso, lo rendevano inguardabile. Ma la vista di un Castello brillante di rosso che

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si specchiava nell’acqua, distolse lo sguardo della Principessa da quelle brutture devastanti, e lo ipnotizzò, rievocando un passato ancora presente nella memoria. Ella, rivedendo la sua storia, la sua tradizione e la sua passata bellezza, tentò invano di farsi largo tra corridoi artificiali di cubi di cemento, imposti al mare. Proseguì verso quella meta familiare, dimenticando per un attimo la precedente visione apocalittica, ed illudendosi di poter raggiungere facilmente e senza ostacolo alcuno, quel grandioso “Forte nel Mare”. Astiose, tre possenti sorelle-navi, maligne e senza scrupoli, capitanate da ammiragli e tenenti e marescialli e caporali ignobili e spietati, a turno, le si

«LOTTAVA CONTRO LE TRE SORELLE-NAVI, MA IL SUO DESTINO SEMBRAVA SEGNATO...»

scagliarono addosso inferocite. Le loro vesti avevano i colori della menzogna, dell’ombra, …e della morte. Si muovevano come le falci in un campo di grano, e l’equipaggio, era composto da trasparenti ed infelici corpi insapore a forma di uomo. Uno zenith sa dove puntare, dove andare, come si naviga per andare nella giusta direzione. Quelle “tre moderne caravelle”, non lo sapevano. O non accettavano di sapere quale nuovo mondo stavano mettendo a nudo. Con l’aggressività ed il furore di chi è in preda alla follia, difesero la loro cruenta impresa, imponendo il suo compimento e la schiacciante supremazia. Le loro prue segnavano, inequivocabili e chiari, i loro nomi: “GasieraOdyssey”, “PetrolieraBlackwatch”, “CarbonieraOriental sun”. Secondo un piano inevitabilmente definibile diabolico, avevano trovato a Brindisi, “la corte della paura”, il loro “El Dorado”. Facile capire come andò a finire l’impari scontro fatale. Quella splendida Principessa era destinata a

divenire la Regina di un altro Regno, ove governano i suoi cittadini. “Per lenire un dolore profondo, non serve un massaggino. Bisogna estirparne le cause. Oppure solo saper morire, cercando di prevenirlo a chi è destinato a vivere dopo di noi”. TB In foto: la nave da crociera Zenith entra nel porto. Nel disegno, la nave interpretata da un bambino di 5 anni, Lorenzo Petrosillo.


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SPORT TuttoBrindisi

PERCHÈ NON È FACILE AMARE GALIGANI Lettera aperta al presidente del Brindisi Calcio

Caro Presidente, le chiediamo scusa. Perché i tifosi che seguono il calcio ancora non credono in lei. E non lo faranno almeno fino all’inizio del prossimo campionato. Non è colpa sua, o forse lo è solo in parte. È arrivato qui con il suo gruppo ed ha rilevato la società dai Barretta. Forse pensava che sarebbe bastato questo per fare innamorare i brindisini... Ha messo su una gran bella squadra, che è partita sparata ed è prima in classifica, a volte giocando molto, ma molto meglio del Brindisi di Silva. Eppure neanche questo è bastato... Lei sembra un tipo simpatico: si emoziona spesso (forse anche troppo, per la sua età, ma va bene così), veste alla moda, ha un aspetto giovanile e cordiale ed ha tutta l’aria di uno che se ne intende. Ma vede, purtroppo non viene da una società chiamata Inter o Juventus, e dunque i tifosi la vogliono mettere alla prova, prima di giurarle eterno amore (per quanto possa valere, nel calcio come nella vita). Ma soprattutto, caro presidente,

saprà che prima di lei è passato da queste parti un certo Mario Salucci. Un tipo che sembrava il grande imprenditore che mancava a questa città. Promise mari e monti. Propose la cittadella dello sport. Poi si gettò nel carbone. Il bilancio finale? Diciamo che il fiorentino dalla nostra città ha avuto molto. Sicuramente molto più di quel che diceva di voler

dare. E lasciò il calcio in mutande. Poi sono arrivati i Barretta ed hanno rimesso le cose a posto, regalando ai brindisini lo sport che gli era venuto a mancare. Ma il ricordo delle gesta di Salucci, e di qualche altro suo predecessore, è difficile da smaltire. Ecco perché i brindisini, caro Galigani, l’hanno accolta freddamente e

freddi resteranno nei suoi confronti. C’è un solo modo per convincerli della sua bontà: continui ad assicurare risultati, a pagare i giocatori, a fare le cose seriamente, come ha fatto finora. Ci faccia vedere che è una persona seria, e allontani i vecchi incubi. Vedrà che tutti si scioglieranno e la osanneranno.

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TB SPORT L’INTERVISTA (VERA) A CORSO

ACHTUNG BABY!

Pronti a ben figurare in A

A SATIGR IOSA CONTA

Le fantainterviste

PERDICHIZZI CHOC: IO E IL MIO FATTORE C Perdichizzi, lei vanta otto promozioni in carriera. È davvero così bravo oppure, come sostengono alcuni tifosi, è solo questione di culo? Credo che servano entrambe le cose: bravura e culo vanno a braccetto. Come si sentirà ogni domenica, col fiato di 3500 suggeritori sul collo? Bene, devo dire che il pubblico del palazzetto mi dà una mano importante. Specie nei momenti clou delle partite… Anche quelli che fin dal secondo minuto di gioco le gridano “Cambia!”? Beh, diciamo che con la frangia più incompetente non vado molto d’accordo… Invece ha un rapporto di amore e odio con Antonio Celeste. Come va tra voi due, siete di nuovo innamorati? Sa che siamo stati preoccupati nei giorni in cui vi siete dati del lei. Abbiamo temuto il peggio… Come tutti i matrimoni, bisogna rimanere uniti, per il bene della famiglia. Quindi vi sopportate amorevolmente? Sì, ma non è l’unico che sopporto. Dicono che il suo rapporto con Ferrarese sia come quello che Ancelotti aveva con Berlusconi. È vero? No, per carità, il patròn è davvero in gamba. Ha un unico difetto… Quale? Ci rompe le palle con la sua smania di cantare, pensa di essere il quarto tenore. A volte pretende di cantare la ninna nanna ai giocatori. E un conto è convincere Cardinali o Maresca, ma quando si tratta di Diawara… Non li invidiamo proprio. Pensi che una sera, lui e Al Bano, forse dopo aver bevuto qualche Red Bull di troppo, ci hanno cantato tutto il repertorio di Paola e Chiara. Però! Tutto sommato poteva andarvi anche peggio. Già, se avessero cantato le loro canzoni... Ma questo, la prego, non lo scriva, potrebbe offendersi. Stia tranquillo, con noi è in una botte di ferro. Senta, Brindisi è famosa nel basket… Sì, lo so, per il tifo e…

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INTERVISTA MOLTO ESCLUSIVA CON L’ALLENATORE DEI RECORD. CHE PARLA DEL SUO RAPPORTO DI ODIO-AMORE CON CELESTE, DELLE SMANIE DI FERRARESE, E DEL FEELING CON CORSO... No, mi lasci finire: è famosa perché molte donne si mettono a disposizione dei giocatori. Capisce cosa intendo, vero? Ora, vista questa disponibilità, come è possibile che lei continui a farsi vedere in giro con Antonello Corso? Io sono sposato e fedele, e poi Antonello è davvero un personaggio. Quindi è solo una questione di simpatia, temevamo ci fosse del tenero. Macché scherza, io siculo sono. Cosa ha pensato il giorno dopo la promozione in Legadue? Che bravo che sono stato. E che culo che ho avuto. E dopo la promozione in A? Sono il più bravo. E quello con più culo. Ai tifosi che chiederanno il suo taglio dopo la prima sconfitta cosa vuol dire? Direi loro che non capiscono un cazzo di basket, ma forse sarei un po’ troppo offensivo. Forse sì, ma la risposta non sarebbe completamente sbagliata. Allora rispondo in maniera più diplomatica: ricordate cosa è successo nelle ultime due stagioni. E poi, diciamo la verità, dove lo trovate uno così bravo. E con questo culo! Esatto. Però mi creda, queste cose non me le faccio dire neanche da Antonio Celeste. Ma noi siamo speciali. E poi le abbiamo dedicato la prima copertina del nuovo TB, ottobre 2008, ricorda? È in debito con noi. È vero. Vi ho portato fortuna! TB Sì, chiamiamola così.

Siamo partiti con troppi infortuni e con il caso Williams. Siamo stati costretti a prendere un giocatore, Bernard, solo per allenare Lang. Speriamo di riuscire a recuperare in tempo per l’inizio del campionato. Antonello Corso è tipo abituato ai problemi ed alle emergenze, ma quest’anno spera in un campionato tranquillo, sotto ogni punto di vista. Dò per scontato che anche quest’anno ci saranno critiche e malumori per la questione abbonamenti. Ma spero che i tifosi capiscano che non è colpa nostra se abbiamo tante richieste ed una disponibilità di posti ancora ridotta. Fosse per noi saremmo felici di poter dare 50.000 abbonamenti. Intanto un dato importante: si gioca al PalaPentassuglia fin dalla prima in casa. Sì, salvo sorprese dell’ultim’ora dovrebbe essere così. E ringraziamo il sindaco, sia per aver fatto effettuare velocemente i lavori, sia per averci ascoltato quando abbiamo suggerito di continuare ad utilizzare quel palazzetto. Cosa chiede ai tifosi? Ad una tifoseria così non c’è da chiedere nulla. Magari alla frangia più critica, ecco, a loro direi, prima di accusare, di ricordare sempre dove eravamo e dove siamo adesso. Meriti indiscutibili. Merito di Massimo Ferrarese, che è riuscito dove molti altri avevamo sbagliato, ed ha sempre messo mano al portafogli quando ce n’è stato bisogno. Merito di Pino Marinò, che lavora nell’ombra ma è una figura importantissima. Merito del presidente Antonio Corlianò e di tutto il resto dello staff. Ci danno per potenziali sorprese, subito dopo Siena, Milano e Roma. Sarebbe bello, ma come dicevo il precampionato non è stato tranquillo. Anche coach Perdichizzi lo vedo abbastanza teso, ma è comprensibile. Questo è un anno ancora più importante per tutti, quindi la tensione è normale. Con Enel come sponsor almeno quest’anno Ferrarese non dovrà rimetterci... Credetemi: questo campionato costa infinitamente di più di quello dello scorso anno. E i soldi dell’Enel non bastano a coprire tutto.


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Non vi raccontiamo Brindisi.

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TB

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I POSTER DI TB

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BRINDISI CALCIO STAGIONE 2010/2011

Da sinistra in piedi: Nicola Pizzolla, Flavio Rocco Coduti, Francesco La Rosa, Massimo Marconato, Roberto Taurino, Fabio Ceccarelli. Seduti, sempre da sinistra Maximiliano Cejas, Fabio Moscelli, Alessandro AlessandrĂŹ, Daniele Piro, Daniele Fruci.

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TB SPORT Nuoto

Per la Asd Crono è stato un anno da incorniciare

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on poteva concludersi in modo migliore la stagione agonistica della Asd Crono che per il secondo anno consecutivo conferma un livello altissimo di qualità e di meriti sportivi. La società è salita sempre sul podio nelle manifestazioni regionali in tutte le categorie e nei campionati Assoluti; si è piazzata fra le prime 11 società ai campionati italiani primaverili di Lignano Sabbiadoro nella categoria Juniores; ha vinto il titolo nazionale nel trofeo di Piedimonte Matese riservato al centro-sud, fino alla eccellente partecipazione ai campionati italiani estivi di Pescara di inizio luglio, con un prestigioso bronzo. Il podio per la staffetta manichino junior maschile con Mauro Bissante, Marco Carlucci, Mattia Passante, Simone Sforza è inoltre la bellissima conclusione di altri piazzamenti sempre ai piedi del podio per le staffette torpedo e nuoto ostacoli. Cosi come per le staffette femminili junior con Chiara Balsamo, Lucia Cocciolo, Chiara Lozito, Angelica Schina, Mauro Ungaro, che hanno lottato fino all’ultimo metro con le fortissime

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società più blasonate e si sono viste sfuggire il podio per una inezia. Ma non finisce qui, gli atleti senior, Gabriele Altavilla Gabriele, Gianluca Carriere, Feliciano Epifani, Davide Marino e Stefano Scatasta, nelle staffette torpedo e manichino, si sono piazzati al 7° ed 8° posto. Un doveroso ringraziamento, da parte della società, va al Comando della Marina militare, che le permettere di svolgere una parte degli allenamenti a Brindisi, nella piscina Parodo, anche se per 4 ore settimanali per 10 mesi all’anno questi ragazzi si sono dovuti allenare fuori dalla loro città e questo avviene da 3 anni a questa parte. Un ringraziamento ancora alla Federazione italiana nuoto, al nuovo comitato regionale e al suo

presidente, che si è mostrato da subito sensibile al cambiamento, per quanto stanno facendo in termini di nuovi iscritti e di immagine per il rilancio di uno sport che sul nostro territorio fino a qualche mese fa sembrava non avere ulteriori margini di sviluppo.


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GUIDO GIAMPIETRO cose nostre

RITORNO AL PASSATO

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eth Lloyd, cinquant’anni stempiati e gli occhi da ragazzino smanettone, è un fisico con una certa fama. Uno di quelli che da anni cerca di capire cosa accade nell’invisibile, in quel mondo che solo la matematica qualche volta riesce a raccontare, che si chiama universo quantico o subatomico. La tesi più nota di questo professore è che l’universo stesso sia un gigantesco computer quantistico. È lui che gira, calcola, genera un software, sviluppa destini e tesse delle trame di cui noi siamo parte. Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. L’universo che funziona come Windows. Solo che non gira su una macchina limitata come il nostro pc, ma sul leggendario computer subatomico, quello che un manipolo di fisici, sparsi qui e lì nel mondo, sta cercando di realizzare, come sfida finale al mistero della creazione. Insomma, viaggiare indietro nel tempo sarebbe - in linea teorica e per particelle elementari - possibile! Fin qui la notizia di cronaca riportata da Vittorio Macioce sulle pagine de Il Giornale di qualche tempo fa. Una notizia destinata a far sognare quanti, nella macchina del tempo (quella, tanto per intenderci, del romanzo di H. G. Wells), ci hanno sempre un po’ creduto e sperato. Come il sottoscritto. Non certo per mettere in atto pericolose manipolazioni storiche come fanno Troisi e Benigni in Non ci resta che piangere. Ma solamente per andare a curiosare nella storia nostrana. Un voyeurismo innocente, il mio, anche se… Tanto per iniziare, ruoterei velocemente a ritroso la manopola del tempo fino a far fermare l’indice all’incirca a 4000 anni addietro, in piena Età del Bronzo. Andrei così a sbirciare in uno degli insediamenti proto-urbani più vicini a noi, quello di Punta Le Terrare, strategicamente prescelto per il controllo dell’accesso al porto. Attratto, più che dal misero villaggio di scomode capanne sovrapposte e dalle grame condizioni di vita di quei nostri lontani progenitori, dalla magnifica cornice del territorio - un vero Eden perduto! - sul quale, qualche millennio più tardi, sarebbe sorta la messapica Brunda. Un territorio ricoperto, a perdita d’occhio, da boschi di lecci e querce, come la “quercus alba” dai rami lunghi come proboscidi di elefanti e di un grigio quasi nero quando sono bagnati. Forse già quegli antichi brindisini, ancora prima dei greci, credevano che le querce avessero il potere magico di attrarre i fulmini e perciò piantavano le loro capanne nelle vicinanze perché li proteggessero, non allontanando il fulmine, ma accogliendolo, assorbendone l’impatto. Boschi oscuri come un abisso, per quanto erano fitti, nei quali s’aggiravano cinghiali, caprioli, lupi e, soprattutto, cervi maestosi

e del tutto ignari che avrebbero prestato il nome alla città destinata a nascere attorno a quella insenatura tanto simile ai loro palchi di corna. Ma le maggiori attenzioni le dedicherei al periodo che più m’intriga: quello romano. Farei così una prima puntatina nel 49 a.C., agli inizi della guerra civile tra C. Giulio Cesare e C. Pompeo Magno, per scoprire se fu proprio Cesare ad avere la “brillante” idea di tagliare al console-nemico la via di fuga per l’Oriente ostruendo con massi e grandi zattere la zona del porto corrispondente all’attuale Canale Pigonati. E constatare chi, tra i suoi fedeli legionari, pose materialmente in atto quello sciagurato proposito che nel 1446, con l’affondamento d’un bastimento carico di pietre, fu riproposto da Giovanni Antonio del Balzo Orsini, Principe di Taranto, al fine di difendere i suoi domini dagli attacchi dei Veneziani. Senza sapere che in tal maniera si sarebbero cagionati “danni irreparabili al commercio e all’igiene della città” - così come riferisce il Vacca - rendendo paludoso e maleodorante un bacino che, nel passato, era servito alle dee per specchiarsi, per quanto la sua acqua era tersa e odorosa. Riconfigurando i parametri del viaggio, con un quasi insignificante spostamento temporale mi porterei al 21 settembre del 19 a.C. per capire come - e soprattutto - dove è morto Virgilio. Insomma, solleverei il velo di mistero che grava su questa benedetta non-casa che non si è mai vista e nemmeno intravista! E tutto questo a vantaggio della verità storica e dei tanti turisti (ai brindisini, credo, interessi poco) che, giunti fin qui per vedere l’ultima dimora del sommo poeta latino, sbattono il muso contro una lapide che, posata in occasione del bimillenario della sua nascita, dà il fatto come certo. Quando, invece, certo non è! Intanto, vista l’impossibilità di vedere cosa c’è dietro l’attuale facciata e, in attesa della macchina del prof. Lloyd, si potrebbe almeno proporre ai turisti una riproduzione dell’incisione del Werner. E non fa nulla se in essa la casa appare più di tipologia medievale che romana. Meglio di niente… Poi, trovandomi già in piazzetta Virgilio, oramai da esperto “crononauta” smanetterei sulla macchina del tempo per capire - una volta per tutte - se le colonne romane sono veramente quelle terminali della via Appia o se, a detta di alcuni, tra cui la studiosa Rosanna Alaggio, “… è possibile affermare, con sufficiente margine di sicurezza, che le due colonne furono realizzate con materiale di spoglio e collocate nel sito in cui ancora oggi si trovano,

TUTTO QUELLO CHE VORREI CHIEDERE A CHI, NEL TEMPO, HA DECISO LE SORTI DI QUESTA TERRA

nel corso dell’XI secolo e, verosimilmente, a celebrare la rinascita della città ad opera del funzionario bizantino [il protospatario Lupo, ndr] ad una quota e nel punto del fronte urbano con il più favorevole asse prospettico per chi navigasse verso il porto interno”. Una … mazzata di niente questa rivelazione, che farebbe passare in secondo piano l’annosa questione della donazione ai leccesi del 1660-61 (ricusata con inaudita acrimonia dall’attuale sindaco) di una delle colonne ad opera del notaio Vavotico, a quel tempo a capo dell’Amministrazione comunale. Non avendo questo mio viaggio nel tempo un’esclusiva (e riduttiva) ricerca storica, ma volendo anche essere un’indagine sociologica e di costume, dedicherei una piccola parentesi al … gossip. Mi “sposterei” così al 9 settembre 1225 e cercherei di guadagnare un posto in prima fila (tra i cavalieri gerosolimitani da una parte e quelli teutonici dall’altra) nella Cattedrale di Brindisi gremita fino all’inverosimile per le fastose nozze tra Federico II di Svevia e l’undicenne (o quattordicenne, ma non cambia granché il concetto) Isabella di Brienne, figlia di Giovanni, re di Gerusalemme. Intanto l’occasione sarebbe più che ghiotta per ammirare i famosi mosaici che dovevano risalire alla primitiva cattedrale normanna edificata da Ruggero II e andati quasi completamente distrutti in seguito al terremoto del 1743. E quindi gustarmi gli addobbi eseguiti per l’augusta circostanza e la sontuosità dei vestiti delle dame, in uno con le lucide armature dei nobili cavalieri e dei Crociati. Ma, soprattutto, vorrei accertarmi della bellezza di questa sposa bambina a cui, sembra, Federico abbia preferito - fin dalla prima notte di nozze! - la più avvenente cugina Anais. Insomma, mi piacerebbe capire fino a che punto Federico antepose alle ragioni del cuore quelle di stato e se, in definitiva, fu davvero un grande imperatore, per giunta innamorato di Brindisi tanto da apostrofarla “filia solis” (senza immaginare che, otto secoli dopo, quell’appellativo elevato dall’attuale Presidente della Provincia a brand d’un intero territorio, avrebbe rischiato di provocare una grave crisi istituzionale!). Chiuderei questo tuffo nel passato con una ricognizione al Palazzo di Città degli inizi del secolo scorso, allo scopo d’assistere alle sedute consiliari che hanno scandalosamente sanzionato le offese più grandi fatte a Brindisi. Quelle di fronte alle quali le violenze dei dominatori succedutisi nel corso dei secoli rappresentano ben poca cosa. Per questo mi piacerebbe ascoltare le “motivazioni” addotte dai quei nostri rispettabili concittadini a giustificazione della gratuita distruzione delle testimonianze storiche cittadine. Vorrei fissarli negli occhi quei relatori e contare una per una le mani che si sono levate per decretare la sparizione delle antiche mura, delle possenti Porte, dei Bastioni, del (vecchio) teatro Verdi, del più nobile tra i quartieri, quello incolpevolmente affacciato sul seno di Ponente … Milan Kundera, a proposito del passato, diceva che “il suo abito è fatto di taffettà cangiante e, ogni volta che ci voltiamo a guardarlo, lo vediamo con colori diversi”. Forse è meglio vederlo così il passato, come dice lui, senza alcun aiuto da parte di mostruose macchine del tempo che rischierebbero di riportare alla luce realtà sempre scomode da mandare giù… TB

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CHE

Francesca

MODA

Tundo, Sa gapò

SARÁ

Alla scoperta delle novità della stagione autunno-inverno, guidati dai titolari di alcuni tra i migliori negozi della città. di Iole La Rosa

L

a stagione autunnale è ormai avviata e presto indosseremo caldi cappotti, maglioni, sciarpe, calzeremo stivali e scarpe per la pioggia. Il paesaggio pian piano si tramuterà, cambieranno colori, luci, temperatura. Ognuno di noi sceglierà capi e tinte consoni alla stagione fredda. Lo speciale moda ideato da TB, questo mese vuole presentare i “must have” dell’autunno-inverno 2010/2011. Ma cosa vuol dire essere alla moda? Rispettare i diktat dei re del fashion? O forse seguire uno stile di vita adeguato ai tempi e alla personalità di ognuno? Con l’aiuto di chi propone “la moda” a Brindisi, abbiamo provato a dare delle risposte e a ricostruire un percorso fatto di tinte, stravaganze, tessuti, tacchi, accessori. “La moda del prossimo autunno-inverno vuole una donna nuova, che come reazione al periodo di crisi diventa ancora più elegante e raffinata, curata nei particolari. Sarà molto attenta nella scelta della qualità del prodotto, possibilmente esclusivo e artigianale, senza essere condizionata da loghi e marchi”, esordisce Francesca Tundo, titolare di Sagapò, che nella sua “boutique del bello” propone abiti e accessori raffinati ed esclusivi: “è proprio l’accessorio che fa la differenza. Una borsa, un gioiello o una sciarpa, sottolineano la personalità e l’unicità di ogni donna”. È diminuita considerevolmente la dipendenza psico-

Lino De Stradis, Noha

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GLI SPECIALI DI TB

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GLI SPECIALI DI TB: MODA

logica e culturale dalle griffes. Oggi si preferisce mixare secondo il gusto personale e l’umore, combinando articoli in grado di indurre emozioni positive, magari puntando sull’allegria di un accessorio che aiuta ad alleviare il peso dello stress quotidiano. “Colori e un pizzico d’ironia migliorano la giornata”, così ci dice simpaticamente Chiara Guardamagna, titolare del negozio Kiara. “Quando scelgo i colori per una stagione li devo sentire un po’ miei. Per l’inverno propongo tanto verde e diversi toni di azzurro”. Colore, semplicità e raffinatezza i “must” di Kiara, “la donna deve rimanere fresca, comoda ed elegante nello stesso tempo, indossando jeans Roy Rogers, che propone taglie dalla 38 alla 48, oppure vestire capi di Etro, animati da fantasie inimitabili. Per dare un tocco speciale all’abbigliamento sciarpe, copri spalla e giacche di pelliccia e lana, per un mix di colori e morbidezza”, ancora Chiara. Lino De Stradis, titolare di Noha, ci fornisce una entusiasmante descrizione della collezione presente in negozio e ci permette di fare un tuffo negli anni ’80. Sempre attento alle novità della moda, ci anticipa il ritorno delle spalline e delle applicazioni per la donna. “I colori sono caldi, quelli della terra. Per la donna e per l’uomo molto grigio! L’uomo indosserà cardigan e maglieria pesante; nelle sue camicie sarà presente il tartan, mentre i pantaloni avranno il risvolto”. Negli ultimi anni uomini e donne hanno ridotto gli acquisti nel set-

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Isa Gi oia, B enet

ton-S

accaro, Marino B

isley

Zeronove

tore dell’abbigliamento, ma non la ricerca della qualità, “less but better” (meno ma meglio) è il motto più di moda. A questo fa gioco uno shop-

ping intelligente che rinuncia all’over quality, considerata barocca, e punta sulla “lower cost quality”, acquistando solo in seguito a un attento

Mimmi Stifani, Stifani Uomo/Donna

monitoraggio dell’offerta. Abbiamo chiesto a Marino Baccaro, in qualità di visual buyer del negozio Zeronove, attività selezionata da Glamour “Capi di punta”, conferma che “la gente verifica e compara qualità e prezzo, acquista con grande parsimonia e consapevolezza”. Anche per Zeronove la tendenza è al nero e grigio, si punta anche sul grande ritorno del marrone e del cammello. “Mi piace evidenziare l’utilizzo dei tessuti inglesi: spigati, scozzesi e piedipull. L’uomo indosserà cardigan caldi ma leggeri, morbidi da indossare con t-shirt e camicie. Avrà l’opportunità di indossare ancora le camicie di jeans su scarpe sportive e t-shirt. Per la donna proponiamo il doppio peso: abiti in jersey e cappottini, tanti accessori, sciarpe, guanti cappelli, borse in lana. Quanto all’intimo: rimane la tendenza al griffato per tutti”, conclude Marino con il suo splendido sorriso. Rita Fontò, titolare del negozio Le Firme, per la donna propone camicioni e abiti stile impero di Pianura Studio e She by Twin-set, “tornano i pantaloni a vita regolare, molto stretti”, spiega, “l’uomo indossa pantaloni stretti, gilet in lana. Per quanto riguarda l’abbigliamento più sportivo Geo Spirit ha prodotto piumini particolarmente eleganti, rifiniti sia nelle tinte che nelle rifiniture”. Archivio Storico veste l’uomo con jeans stretti, più corti, con doppio risvolto”, ci dice Sandro Chianura, “grande varietà di camicie a quadri abbinate a maglie serafino. Trench, cappotti sportivi, giacche e un


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GLI SPECIALI DI TB: MODA

importante ritorno delle felpe”. La donna indossa jeans molto aderenti, creati con tessuti super elasticizzati. “Sono di moda i cappottini a quadri e piedi pull, ed ancora il trench”, aggiunge Mimmi Stifani, titolare dell’omonimo negozio uomo-donna. “Gli abiti in cashmire sono tra i più belli e richiesti, i colori, sia per l’uomo che per la donna grigio e blu”. Anche Stifani veste la donna “a strati”, garantendo un abbigliamento caldo, pratico, senza trascurare forme e femminilità. Il marchio Benetton non tardisce le aspettative e come al solito si distingue per originalità: «Questo sarà l’anno del denim», dicono Cristiano Pescara e Isa Gioia: «di jeans non saranno solo i pantaloni, ma perfino il cappotto. Per la maglieria lanciamo un mix di lana e cotone. I colori che più andranno sono il blu, su tutti, seguito dai marroni, dal nero e dal grigio. Gli accessori invece priviligeranno le tinte metallizzate». Non poteva mancare l’opinione di un sarto, Argimiro Lanzillotti, proprietario di Argi: «L’uomo vestira di grigio e azzurro, e andranno molto in voga tutte le sfumature di questi due colori. C’è un grande ritorno della camicia a quadri, mentre nella maglieria si useranno molto i bottoni Montgomery e le trecce, come quelle che facevano le nostre nonne, quando realizzavano i maglioni con le loro mani». Una particolarità sulle scarpe: “Si torna all’intramontabile stile inglese!”. Sempre in tema di calzature ulteriori indicazioni le forniscono Michele Matera e Fabrizio Sarli, titolari di Zona. “I tacchi continuano ad essere i grandi protagonisti, ancora più alti, i super tacchi raggiungono i 14 centimetri”, ci dicono, “è prevista una moda pratica per il giorno, con stivali anche molto bassi, ed una per la sera con scarpe e stivali super eleganti e molto, molto alti”. Anche per le calzature i colori ancora blu, grigio e nero ma non sono esclusi colori particolarmente accesi. “La borsa con formati medio-grandi deve qualificare e caratterizzare la personalità della donna! L’eleganza associata alla comodità è una carta vincente”. TB

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ACHTUNG BABY!

A SATIR IOSA CONTAG

MODA 2 VESTITI PER BENE, AL POSTO GIUSTO

Come presentarsi al meglio nei luoghi più “in” della città

Rita Funtò, Le Firme

Al Palazzetto. Anche quest’anno, per le donne, specie quelle che siedono al “piano terra” del PalaPentassuglia, va molto l’effetto “mi guardi ma non te la dò”: quindi minigonne o pantaloni molto attillati, ma sopratutto decollete da urlo, specie se avete il seno ritoccato. Sono ormai abolite le pellicce, visto che al palazzetto quest’anno si prevedono temperature record. Per i tifosi del “secondo piano”, è d’obbligo la maglietta azzurra con ascelle pezzate. Una raccomandazione per gli uomini: non imitate i cappellini di Al Bano. In Palestra. Poiché questo resta il luogo del peccato per eccellenza, quasi al pari dei club per scambisti, anche quest’anno, per le donne, va molto di moda lo slogan “me le guardi e te la dò”, dunque tute ultraaderenti e perizoma ultrasottili. Per gli uomini, invece, le nuove tute “gonfia-muscoli e partibasse”, molto utili per nascondere imbarazzanti pancette e soprattutto gli arrapamenti dovuti alle visioni di ragazze provocanti.

Argimiro Lanzillotti, Argi


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TEMPO LIBERO

SHOPPING

Dove e cosa comprare in città

PROMOTION

Ottica Galeone anche a Brindisi Nuova apertura in via Cappuccini 152: e così la catena di Roberto Galeone arriva a 13 negozi Apre a Brindisi, in via Cappuccini n. 152, Ottica Galeone. Abbiamo intervistato Roberto Galeone, titolare della catena di negozi: “Sono un ottico come tanti altri, magari più fortunato di alcuni ma solo perché sono partito guidato e sostenuto dall’incondizionata fiducia di mio padre, che dopo aver conseguito il diploma di ottico mi diede l’opportunità di aprire una piccola fabbrica dedicata alla vendita diretta agli ottici. L’attività non mi gratificava a sufficienza, così continuai a studiare per diventare optometrista”. Dunque la sua professionalità va oltre? Lei è optometrista... «…ed anche contattologo». Può spiegarci quale beneficio ha un portatore di lenti a contatto rivolgendosi all’Ottica Galeone? «La possibilità di poter scegliere tra una vasta gamma di lenti a contatto, cioè riuscire a correggere difetti refrattivi composti come miopia e astigmatismo, con lenti toriche, o miopia e presbiopia con lenti a contatto progressive, lenti a contatto per uso annuale o biennale cosiddette permanenti, lenti a contatto per cheratocono, lenti a contatto rigide...». Grande professionalità dunque e competenza nell’assistenza e nel servizio sono alla base della vostra attività. Ci risulta che con l’apertura di Brindisi le vostre sedi diventano 13. Qual è il segreto del successo commerciale delle sue attività? «Siamo presenti ormai da tempo su Francavilla Fontana, S. Pancrazio Salentino, Manduria, Sava, S. Marzano, Pulsano, S. Giorgio, Grottaglie, Martina Franca, Massafra, Taranto e, da oggi, anche su Brindisi. Di certo la fabbrica è stata di grande aiuto, perché grazie ad essa abbiamo cominciato ad evadere montature firmate “Roberto Galeone”, completi di lenti graduate a soli 45 €. Oggi, comunque, riusciamo ad essere concorrenziali sul prezzo grazie all’attività svolta dai diversi punti vendita e, di conseguenza, agli sconti che le aziende riservano per grossi quantitativi 40

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acquistati». Torniamo a Brindisi, in via Cappuccini 152 avete appena inaugurato la vostra sede. Perché Brindisi? «La necessità è nata dalla continua richiesta della nostra clientela che, sino al mese scorso, si è vista costretta a spostarsi a Francavilla per visite e acquisti. La nostra intenzione è di fornire un servizio in più ai nostri clienti e, ovviamente, di acquisirne di nuovi». Chi troviamo presso il locale di via Cappuccini? «Personale qualificato, così come accade in tutti gli altri punti vendita. Le visite le esegue tutti i giorni il dottor Spagnolo che è un ortortista, nostro valido

collaboratore già presso la sede di Francavilla Fontana. Si possono prenotare chiamando lo 0831.431038, oppure recandosi presso il punto vendita». C’è un costo aggiuntivo per visita o eventuale terapia? «Assolutamente no, il tutto è effettuato gratuitamente». Leggiamo d’interessanti promozioni “metà prezzo su lenti e montature”, le troviamo anche a Brindisi? «Certamente! Su tutte le marche. Sono occhiali delle ultime collezioni, mentre per ciò che riguarda le montature fuori produzione, sono svendute a soli 15 €». Ponendo il caso che un cliente voglia un contatto diretto con lei? «Il mio sito è www.robertogaleone.it, mi si può rintracciare facilmente». La rivista “ Vedere International” ha promosso la sua azienda come punto di riferimento, leader della Puglia, nell’anno 2010. «Mi ha fatto molto piacere, ma il nostro obiettivo è di andare oltre tali traguardi, di continuare a imporci sul territorio nazionale, profondendo costante impegno e scrupolosa serietà». TB


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I LOCALI DI TB

Ristoranti

t Hara Un locale originale e coraggioso, che sta riscuotendo ottimi consensi. Potete scegliere i piatti del giorno, oppure prediligere (e ve lo consigliamo) i menù degustazione: Hara (carne, pesce e verdure), Fresco (solo pesce), Gusto (carne), Verde (vegetariano), Leggero (per chi tiene alla forma fisica). Il Sushi e il Sashimi sono degni di un ristorante giapponese. Il locale è anche wine-bar e sala da thé. Via G. Bruno 26/28, tel. 0831520064. Chiuso la domenica sera e il lunedì. L’Araba Fenice u Da anni uno dei ristoranti brindisini più apprezzati. Ambiente elegante, cantina sontuosa che dà il giusto spazio ai vini del territorio, cucina di qualità a prezzi accessibili. Servizio puntuale e discreto. D’obbligo partire con l’antipasto della casa. Come primo vi consigliamo gli gnocchetti con gamberi e melanzane. Insuperabili i gamberoni rossi di Gallipoli al sale. Pesce sempre fresco. Dolci da applauso. Corso Roma 31, tel. 0831590009. Chiuso il lunedì.

t Iaccato La storia della cucina marinara brindisina. Da decenni questo locale è la meta prediletta di quanti amano mangiare pesce fresco. Nel locale della famiglia Romanelli potrete assaggiare, tra le altre cose, degli incredibili tagliolini all’aragostella. Ma se proprio volete vivere un’esperienza gastronomica indimenticabile, allora ordinate la zuppa di pesce della casa: senza paragoni. Pizze anche a pranzo. Piaz.le Lenio Flacco, tel. 0831524084. Chiuso il mercoledì. La locanda del porto u Ambiente classico e piacevole. Cucina tradizionale. Si apre con l’antipasto della casa (10 piatti tipici). Tra i primi, da non perdere i paccheri alla rana pescatrice con ricottina piccante (oppure gli agnolotti ai crostacei con ricciola). Per secondo carne arrosto (c’è anche la fiorentina) oppure l’ottimo tonno scottato con salsa di basilico e parmigiano. Dal lunedì al venerdì si serve la pizza anche a pranzo. Via Montenegro 20, tel. 0831568181. Chiuso il martedì. t Locanda ti li Spilusi Il ristorante-pizzeria che soddisfa ogni “spilo”, ideato da Fabrizio e Gianfranco. Vecchie e nuove pietanze della cucina tradizionale pugliese ed italiana, in un ambiente rustico immerso nel verde. Da provare i troccoli ai granchi e la “taiedda” di riso patate e cozze, “bracioli e purpetti”, ed ovviamente la grigliata mista di carne o pesce. Antipasti numerosi e gradevolissimi. Contrada Restinco 4, tel. 0831555481, 3280898063. Chiuso a pranzo.

t Buena Vista Cucina completamente rinnovata per questo locale accogliente e caldo situato ai piedi della Colonna Romana. All’ottima selezione di salumi, formaggi e carni, si aggiungono ora i piatti della tradizione marinara. Ottimi il tonno alla griglia con zucchine gratinate, la seppia alla catalana, l’insalata russa con il dentice, gli gnocchetti ai frutti di mare. Azzardate, ma squisite, le orecchiette al nero di seppia con le cozze. Via Colonne 57/59, tel. 08311720488. Chiuso il mercoledì. Penny u L’arte del buon bere, della cucina e della cordialità. Il Penny è uno dei ristoranti più belli e romantici della città, situato in un palazzotto del 1200 affacciato sul porto. La cucina è raffinata e privilegia i piatti a base di pesce fresco, come i tagliolini allo scorfano. L’antipasto propone quattro portate in un unico piatto dal design ricercato. Il Penny è anche enoteca (e che assortimento!) e cioccolateria. Via San Francesco 5, tel. 0831563013. Chiuso il lunedì. 42

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Skipper/Betty u La cucina di uno dei locali storici del centro, abbinata alla location del bar più popolare. Ne esce un mix di buona cucina marinara, posti a sedere in piazzetta oppure nel romantico cortile interno. Ottimi i tagliolini ai frutti di mare, ma anche le pappardelle ai porcini con le vongole. Abbondante la grigliata di pesce, buone le pizze. Per dolce, cosa c’è di meglio del gelato del Bar Betty? Viale Regina Margherita 6, tel. 0831563465. Chiuso il mercoledì.


TEMPO LIBERO

LA DOLCE VITA

Ristoranti, vini, locali, sapori

RISTORANTI & RICETTE LOCANDA DEL PORTO: CINQUE ANNI AL TOP

di Fabius Crumb

E ADOLFO FESTEGGIA CON UN NUOVO PIATTO, TUTTO DA PROVARE: CICATIELLI AI FRUTTI DI MARE CON CREMA DI RAPE. Fin dal giorno della sua apertura La locanda del Porto, di Adolfo Polifemo, ha riscontrato un grande successo, sia per la qualità del menù e del servizio, che per l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Sono trascorsi cinque anni dall’inaugurazione ed il ristorante situato in via Montenegro continua ad essere molto frequentato e gradito dai clienti. «A tutti loro - dice Adolfo - rivolgo un immenso grazie, per la fiducia che ogni giorno ci confermano». Per l’occasione il proprietario del locale ed il suo chef hanno deciso di proporre qualche novità, la più interessante delle quali è rappresentata dai Cicatielli ai

frutti di mare con crema di rape. Un accostamento originale quanto azzeccato. Provatelo anche voi e non ve ne pentirete.

EVENTI

Da Todisco degustazione e accessori

Se siete appassionati di vino e di degustazione e amate utilizzare tutti gli attrezzi più adatti per la conservazione, e l’apertura delle vostre bottiglie, vi consigliamo di fare un salto da Todisco, in via Appia 53. Nel negozio infatti, oltre al meglio per liste nozze, regalistica ed illuminazione, potrete trovare un angolo interamente dedicato agli articoli della linea Vinbar: cavatappi, tappi, termometri, portabottiglie, salvagoccia, decanter, calici e perfino la sciabola da sommelier. Sabato 13 novembre, invece, siete tutti invitati ad una degustazione gratuita di vini pugliesi e piemontesi che si terrà nel punto vendita.

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STEFANO vampiri LA MONICA di mattina

LE LETTERE MAIUSCOLE SOLO A CHI LE MERITA

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essuna azione può essere considerata come una soltanto. me lo ha insegnato un vigile che mi sorprese a fare un’inversione a u e mi voleva elevare due contravvenzioni distinte: una per non aver rispettato la segnaletica orizzontale e un’altra per la verticale. credetti subito che fosse ubriaco, ma poi mi lasciò andare ed io non ci pensai più. col tempo ho capito che aveva ragione: ogni cosa è un contenitore che ne contiene altre, o quanto meno si presta a diverse interpretazioni e considerazioni, e può dare vita a differenti e molteplici stati d’animo. un uomo che ne uccide un altro non uccide solo lui: pone termine anche alla felicità dei parenti del defunto, alla loro fiducia, alla loro sicurezza, e a mille altre cose. lo sapevano bene i terroristi che demolirono le torri gemelle a new york: uccisero circa 3.000 americani e instillarono la paura, il sospetto e l’angoscia in tutti quelli che sono sopravvissuti. le azioni che riguardano una collettività sono quasi sempre delegate alla politica. e più è alta (ammesso che questo sporco gioco possa esserlo) e più danni fa lungo le pareti della piramide che dal capo dello stato o del governo scende ai ministri, ai deputati, ai consiglieri, e giù fino alla base larga che è costituita da una popolazione. il presidente francese sarkozy demolisce le baracche nella periferia di parigi e ordina l’espulsione di tutta la popolazione rom. lo fa perché alcuni di questi rubano. quante azioni compie questo piccolo uomo in un’azione soltanto? punisce adulti innocenti: i rom che non rubano. punisce tutti i Bambini rom, fondamentalmente innocenti anche se rubano. inocula la tristezza e la

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sfiducia in tutti quelli che riescono a vedere quanto aberrante sia tutto questo. fortifica il disgustoso razzismo che scorre nelle vene di quelli che sono stanchi di vedere tutti questi negri e questi zingari in giro per la loro città. condanna a destini ancora più miserabili persone già condannate ad una vita di stenti. non sa del disgusto che provoca in tutti i veri grandi uomini, filosofi, filantropi, attivisti, scienziati, ecologisti, volontari, giornalisti… chiunque deprechi un’azione rivoltante e utile solo per propaganda, e per di più rivolta contro i più deboli. madre teresa si starà rivoltando nella tomba. nelson mandela e tanti altri illuminati e grandi uomini che hanno positivamente segnato la storia del mondo sono restati sgomenti e a qualcuno di loro è anche venuta fuori una lacrima. e da noi in italia? da noi ci sono piccoli uomini che vanno in pellegrinaggio fino a parigi per portare brevi manu la loro solidarietà a sarkozy. ce ne sono altri che costruiscono una scuola pubblica con i soldi pubblici (anche se il sindaco del comune di adro ha detto che la scuola in questione è stata finanziata con fondi privati; argomento, questo, che andrebbe approfondito

CONTRO ONOREVOLI E AFFINI CHE SI CREDONO SUPERIORI E PROPONGONO GRAN CAZZATE

dalla magistratura perché potrebbe esserci qualcosa di poco chiaro) e la disseminano dei simboli di un partito. un partito fondato sul razzismo, sull’appartenenza, sulla produttività, sulla loro presunta efficienza contrapposta all’atavico vizio che, secondo loro, colpirebbe tutta la gente del sud: l’ozio. salvo poi telefonare ad un povero sindaco, del pd, del comune di alessano, provincia di lecce, per chiedere le autorizzazioni per un ripetitore di radio padania che diffonda il verbo leghista anche tra gli ulivi. e l’ometto gli ha risposto che la sua giunta si riunirà per esaminare la richiesta. la senatrice poli bortone si dice determinata a chiedere in cambio l’identica cosa, cioè che le nostre radio portino lassù la nostra cultura del sud. ma non era meglio essere razzisti coi razzisti e gridargli un bel vaffanculo? specie perché il direttore di radio padania è quello che a pontida schifava i napoletani e gli faceva i cori contro. e che per evitare generalizzazioni precisava che “i pugliesi sono diversi dai napoletani, specie i salentini che vogliono staccarsi da bari per creare una propria realtà istituzionale”. fatemi soltanto precisare che fatti del genere non hanno bisogno di commenti, né di ritornarci su col pensiero per giudicare con maggior criterio. chiunque legga di cose inquietanti come queste deve solo fare i conti con quello che sente nello stomaco, perché comunque qualcosa sente: o la pena per i Bambini rom scacciati come mosche da una tavola imbandita oppure il sollievo per la loro scomparsa; o la pena per un povero idiota leghista che non sa quello che dice (ma forse lo sa benissimo…) oppure la giustezza di un concetto che stimola a separarsi dal proprio vicino di casa; o coglie l’equità di chi accetta una radio padana al sud solo se gliene faranno mettere una terrona al nord oppure comprende l’esatta mediocrità di parecchia della gente che ci governa: tutti quei piccoli individui che si credono onorevoli e affini, e davanti al nome scrivono questi titoli con la lettera maiuscola. la mia opinione su tutto questo, seppur già facile da intuire, è affidata alle uniche lettere maiuscole inserite in questo articolo. TB


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SATIRA

SPAM

“Il diritto di sembrare ridicoli è qualcosa a cui teniamo molto...” Tutto ciò che leggete in queste pagine è falso. Anche se è difficile crederlo

PREMIO CAFEI AL GRANAFEI

Maurizio Pesari, nostro gradito ospite nelle pagine più intelligenti del giornale, veste i panni del critico letterario e ci accompagna nella presentazione dei volumi candidati alla vittoria del prestigioso premio

TOP TEN ACHTUNG BABY!

A SATIR IOSA CONTAG

BRINDISI CAPITALE DELLA CULTURA: ECCO I 12 LIBRI DA NON PERDERE

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arissimi lettori di TB, ho il piacere di invitarVi il prossimo 29 Febbraio 2011 alla presentazione del Primo Concorso letterario “Cafei al Granafei”, evento propedeutico a “Brindisi Capitale europea della cultura 2019”. Durante la serata saranno presentate le seguenti opere letterarie in concorso: 1) Quando il Carbone diventa Poesia - Edito dal Comitato “NO al Carbone, SI ad Alfieri”. 2) Il Bignami delle lettere di Pino De Luca, Vol.1, 67.000 pagine. 3) Razzisti al contrario, di Dario Bresolin. 4) Come evitare l’addebito del costo dell’elenco telefonico -

(Ovvero chiedemi l’amicizia su Facebook), di Sandro Burzone. 5) Siamo amici su Facebook - ma per strada neanche ti guardo!!!, AA.VV. 6) “Cosa ne pensi del Pubblico Brindisino ?!?” - Ovvero quello che il giornalista brindisino non ha mai osato chiedere agli intervistati VV.AA. 7) “Brutta Lega maledetta, tu ci hai tolto la diretta”, di Antonio Celeste e Francesco Guadalupi. 8) “Guida culinaria 2010” - Dal Gruppo Arroster ai seggiolini del Pentassuglia - AA.VV. 9) Mahary Seck - un uomo un contratto - Vol.1, New Basket 2004. Miha Zupan - un uomo un contratto - Vol.2, New Basket 2009. Eric Williams - un uomo un contratto - Vol.3, New Basket 2010. 8) “7 Lamette Williams” - Anonime Brindisine. ** 9) “Faggiano, Bonaccorsi, Catta-

biani, Parente, Cardinali. Capitano diventato, l’anno dopo mi han cacciato”. AA.VV. 10) “Se un portoghese ha fatto grande l’Inter, Con 1000 portoghesi il Brindisi in B”, di Fabrizio Caianiello. 11) “Brindisi un monumento, una colonna e 1600 giornalisti da accreditare“, AA.VV. 12) “Brindisi Arte contemporanea - dai Mattoni di Apricena ai Paletti di Via Carmine”, AA.VV. ** Il libro “7 Lamette Williams scritto da Anonime Brindisine, per motivi tecnici non potrà essere più presentato. Ci riserviamo però di poter presentare durante l’anno volumi della stessa collana. Per l’occasione ai partecipanti sarà donata una confezone di acqua da 6 bottiglie recante il logo “Brindisi Città d’Acqua”, la prima acqua Made in Brindisi “Acquà Simori” Maurizio Pesari

Le 10 frasi più ascoltate al Fanuzzi 10) A 5 minuti all’inizio della partita, un tifoso tenta di scaldare l’ambiente con un «Arbitro, affanculachitemuertu!». I bimbi presenti guardano straniti i loro genitori. 9) Match iniziato da 30 secondi, gli ultràs del Brindisi iniziano a gridare «No alla tessera del tifoso!». Lo faranno, imperterriti, per 90 minuti. Poi, tornati a casa, chiederanno: «Mamma, ma cos’è la tessera del tifoso?». 8) Partita iniziata da 3 minuti: i tifosi che la sanno lunga, iniziano a dare consigli al mister: «Florymbi, cambiaaaaa!». 7) Partita iniziata da 5 minuti, il solito menagramo inizia ad incitare: «Oggi la vedo male». Qualche bambino si gratta. 6) Al 15esimo, un appassionato di ornitologia rompe il silenzio: «Arbitrooooo, lu piccioni di mambataaaa», e giù applausi. I bambini presenti sorridono. 5) Al 17esimo, gli ultrà iniziano a gridare: «Noi vogliamo questa vittoria». I bambini più intelligenti chiedono ai genitori: «Papà, ma chi è che non vuole la vittoria?». 4) Intervallo: lettura dei risultati di serie A. Commenti variegati: «Izza alla Juve», «Izza allu Milan», «Izza all’Inter». 3) 15 Minuti alla fine: «Florymbi cambiaaaaa». Ma il mister si è appisolato. 2) Minuti di recupero, ad un passo dai 3 punti: il tifoso dell’affanc..., cambia tono: «Signor arbitro, è finita». 1) Partita conclusa: «Ndèsciutabonapuruosci».

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TENDENZE INIZIATIVE

Dal 15 al 21 novembre si potrà soggiornare in B&B pagando con servizi di vario genere. Ma Brindisi è assente...

IL RITORNO DEL BARATTO In un momento storico convulso, in cui si assiste alla perdita di valori, in cui l’estemporaneità dei rapporti e delle relazioni prende il sopravvento, in cui il virtuale la fa da padrone, in cui è solo uno, lui, il denaro, l’indiscusso e prepotente protagonista della scena, si registrano timidi segnali di ritorno al baratto. Gran parte del nostro denaro è ormai così astratto che la sua unica realtà fisica è, in buona parte, in forma elettronica, si pensi ai servizi bancari online, alle carte di credito, al commercio in internet, al bancomat, ai trasferimenti elettronici di fondi. Il denaro, dunque, da indicatore in grado di intervenire nelle intermediazioni di merci e servizi differenti, introducendo un equivalente simbolico che incorpori un valore patrimoniale certo, diviene

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astratto, perdendo, come tale, la sua primigenia utilità. Il baratto è la prima forma storica dello scambio commerciale di beni, ed è dunque, genitore dello scambio attraverso l’uso della moneta. Un’attività quanto mai antica, ma che sta riprendendo piede: online, con la creazione di alcuni siti, come Zerorelativo: “Un progetto sociale di consumo intelligente sul web. Il nome zerorelativo è stato scelto perché ogni oggetto ha un proprio valore, a prescindere da quello attribuito dal mercato”. Nelle piazze di Torino, invece, è in voga lo scambio di libri, vestiti. Ci piace ricordare l’iniziativa “La settimana del baratto”, che quest’anno si svolgerà dal 15 al 21 novembre (l’iniziativa è al suo secondo anno), i B&B che aderiranno, daranno la loro ospitalità in cambio di

Foto di Viviana Rampino servizi, che i singoli ospiti si offriranno di fornire o somministrare, in relazione alle loro capacità ed inclinazioni. Se si fa un piccolo tour sul sito www.settimanadelbaratto.it, si potrà facilmente vedere quali strutture aderiscono e cosa chiedono in cambio della loro ospitalità; è interessante vedere come abbiano aderito numerose città pugliesi dal basso

Salento in su; così come è stupefacente vedere che nell’elenco Mesagne, Carovigno e la solita Ostuni siano sempre più all’avanguardia rispetto a Brindisi, che ancora una volta dimostra, sicuramente, di non essere alla page (alla data in cui andiamo in stampa nessun B&b ha aderito all’iniziativa). Francesca Alparone


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CITTÁ

CORSI & VOLTI PALAZZO GUERRIERI

CINEMA

Storie: a scuola Ciak in città di editoria con Frassica A partire dal 19 ottobre, 30 ore di lezione con giornalisti, editori, scrittori. E poi uno stage retribuito in redazione Dal 19 ottobre, presso la sala conferenze di Palazzo Guerrieri a Brindisi, si terrà la terza edizione de “I mestieri della stampa e dell’editoria”, il Corso di Editoria promosso dalla rivista letteraria internazionale Storie e da Leconte Editore di Roma. In programma 30 ore di lezione e diversi incontri con professionisti del settore: lo scrittore Giuse Alemanno, Luigi Chiriatti (Kurumuny editore, MartignanoLecce), Gianluca Bassi (Leconte editore, Roma) e Augusta Epifani (libreria Liberrima, Lecce). Ogni allievo riceverà materiali didattici con interventi di Tess Gallagher, Giuliano Giubilei (Tg3), Massimo Bucchi (La Repubblica) e Andrea Pancani (La7), fra gli altri. In calendario anche la proiezione del film “Hanna e Violka” di Rossella Piccinno oltre a corti e documentari inediti sul giornalismo e la letteratura. Il Corso, patrocinato dal Comune di Brindisi, sarà condotto da Salvatore Vetrugno dell’agenzia News di Brindisi e coinvolgerà gli allievi nella realizzazione di una vera e propria rivista, “Storie di Puglia”, che avrà diffusione

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regionale e nazionale. Ai migliori corsisti sarà proposto uno stage retribuito presso le redazioni della rivista Storie e del service editoriale Versatile di Roma, e sarà rilasciato un diploma con valore di credito formativo. Per ulteriori informazioni: www.storie.it/ corsobrindisi.htm. Per iscrizioni: Storie, redazione centrale: 06.6148777 - info@storie.it

PILLOLE DI SAGGEZZA

Il regista brindisino Federico Rizoz gira Taglio Netto, film low cost che sarà nelle sale il prossimo anno. La società di produzione Margherita Film annuncia l’imminente inizio delle riprese del film “Taglio netto”, previsto per il 18 ottobre. Si tratta di un thriller psicologico dai risvolti profondi e inaspettati. Sullo sfondo Brindisi, Torchia-

di Luigi De Filippo

La scancellazione automatica Quel cliente che rovinò l’attimo di pausa di un venerdì sera Venerdì sera. Fine settimana. Atmosfera stranamente tranquilla. Sono su un piccolo terrazzo adiacente il mio ufficio intento a fumarmi quella che in modo spudoratamente falso definisco l’ultima sigaretta della giornata, la mia preferita. Il personale “minuto di serenità“ viene però bruscamente interrotto dall’irruzione in studio di un vecchio cliente, titolare di una piccola pescheria in città. Non mi dà il tempo di rientrare e farlo accomodare, che con un tono, a mio parere “esageratamente alto”, attacca e dice: «Tottò, mi devi scusare se sono venuto così senza manco telefonarti, ma ti volevo dire che siccome si sta lavorando poco, anzi propria nienti, io lunedi mattina salgo sopra alla camberaecommercio e faccio la “scancellazione automatica”. Solo questo ti volevo dire, scusami dottò, buonasera». Rimango impietrito. Non ho aperto bocca, la mia sigaretta fuma ancora nelle dita e rifletto rapidamente su quella che dovrà essere la cosa giusta da fare nei successivi istanti: 1) richiamare il cliente; 2) continuare a fumare quel che rimane della sigaretta e convincermi che nulla sia accaduto; 3) interrompere tutte le attività dello studio e andarmene a casa. Decido immediatamente. Mi siedo, prendo un foglio bianco, la mia penna e annoto: “scancellazione automatica” . Questa me la scrivo. È troppo bella per dimenticarla.

rolo e altre zone della provincia che, con la loro peculiarità e particolare bellezza suggestiva, perfettamente si prestano alle atmosfere del racconto. Il lungometraggio, sostenuto dall’Apulia Film Commission, sarà diretto da Federico Rizzo, pluripremiato regista brindisino. Il cast è formato da volti noti e familiari come Nino Frassica, e meno noti, ma di rilevante interesse come Dorotea Mercuri, un’attrice e modella famosa in Grecia, avviata ormai anche nel mondo della recitazione, Giulio Forges Davanzati, giovane attore di teatro che vanta una ricca esperienza in film per la televisione. Il resto del casting effettuato dalla Magilla Spettacoli di Brindisi è formato per lo più da attori del posto. La fotografia è del pugliese Federico Annichiarico, direttore della fotografia di numerosi progetti cinematografici e i costumi di Fiorenza Cipollone costumista di provata esperienza teatrale cinematografica e televisiva. Il film sarà nelle sale nel 2011, distribuito dalla Bolero Film.


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CITTÅ

TRADIZIONI INTERNET

“Nui Brindisini simu” spopola su Facebook Il gruppo ha quasi 15000 iscritti, ma il suo fondatore resta anonimo. «Voglio diffondere il vernacolo oltre i confini della città». E a TB promette: «Se arriviamo a 20.000, scoprirò la mia identità».

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’è un gruppo su Facebook che registra numeri da record. Si chiama “Nui Brindisini simu”, ed ha quasi 15.000 iscritti: un’enormità. Il suo fondatore finora è anonimo. Lo conosciamo solo noi di TB e sua moglie. Oggi esce (quasi) allo scoperto e spiega cosa c’è dietro la sua iniziativa. Com’è nata? Per gioco, come quasi tutti i gruppi che nascono e muoiono su Facebook, ma poi la cosa è divenuta tremendamente seria. Ho aperto il gruppo ad aprile e nel primo periodo ho registrato quasi 800 iscrizioni al giorno! Poi è ovvio che la cosa è andata scemando, ma a tutt’oggi aumentiamo di 250-300 persone a settimana. Dove vuole arrivare? Già così è un gran successo, ma siccome la cosa inizia a piacermi, faccio una promessa: se arriviamo ad essere 20.000, svelerò la mia identità. Perché finora non lo ha fatto? Volevo che l’iniziativa non fosse riferita ad una persona, in particolare la mia. Per quale motivo? Perché il mio scopo non è cercare pubblicità o popolarità, ma piuttosto quello di promuovere il dialetto brindisino oltre i confini della nostra città. Ma non è un dialetto “zambro” e cacofonico? Ma scherza? È bello e musicale: un sacco di gente che viene qui si diverte a sentirci parlare in vernacolo. Piace molto ai turisti provenienti dal Nord Italia. E pensi che si sono iscritti dalla Norvegia, dal Belgio, dalla Finlandia. Non le dico dalla Germania: un’invasione. E poi, come si fa a non sorridere con una frase del tipo: “Parigi tiene la Senna e noi il Canalicchio”. Siete diventati un luogo di ritrovo. Quello è diventato l’obiettivo secondario del gruppo: riunire tutti i brindisini sparsi per il mondo. Molti di loro si sono ritrovati proprio grazie al gruppo. In tantissimi ci scrivono e ringraziano per aver ricordato modi di dire e parole che sono andate perse, tipo “rummato”, ma di esempi ne potrei fare a bizzeffe. Cultura popolare.

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TB OTTOBRE 2010

Cultura, ironia, satira politica, promozione turistica della città, perché no? E perfino educazione civica: nei giorni scorsi abbiamo mandato un messaggio ai più giovani, sempre in maniera ironica, invitandoli a non bere prima di mettersi alla guida dell’auto. Ma la soddisfazione più grande sa qual è stata? No, ci dica pure... Che ci hanno copiato? Addirittura! Proprio così: sono nati gruppi simili registrati da romani, leccesi, mesagnesi. Almeno per una volta possiamo dire di essere stati all’avanguardia. Appuntamento a 20.000 iscritti. Manterrò la promessa, state tranquilli. TB

SEX IN BRINDISI CITY

di Lady Violet

Io voglio l’amore, quello vero. E invece in giro trovo un sacco di uomini che sminuiscono le donne... Da qualche tempo ricorre tra le varie discussioni con le mie amiche ed amici, il tema della ricerca dell’amore, quello vero! Le mie amiche impegnate, ovviamente, sicure della propria situazione sentimentale, dichiarano sfacciatamente la solita frase di routine: “Non devi cercarlo! Arriverà da solo!”. Cosa vorrà dire? Esempio, se incontrassi per caso un tipo affascinante per strada, che ti guarda e tu rispondi al suo sguardo... che fai? Non t’informi per sapere chi è? Oppure comportandoti così, rischi di fare la mossa di quella che cerca l’amore? Credo che fondamentalmente non ci siano regole da seguire. Voglio dire, i ragazzi delle mie amiche l’avranno pur cercato l’amore, caso contrario loro non sarebbero nè fidanzate nè sposate! Se attualmente sono ancora single non è per il fatto che ho cercato l’amore e quindi non è arrivato ma semplicemente perché non ho trovato nulla d’interessante! Quest’estate mi è capitato di conoscere un tipo ad una festa che stranamente mi piaceva, mi ha baciata ma non ho sentito nè brividi, nè stimoli... il mio amico Dany dice che attraverso un periodo “antimaschio”. Io dico invece che mi sono rotta della gente che ci prova e poi non sa tenermi testa in un discorso, per non parlare della corte spassionata, nell’ultimo periodo, di uomini impegnati! Qui mi diverto molto a ridicolizzarli, odio la presunzione e la sfacciataggine che hanno nel provarci, quando a casa ci sono mogli o compagne che li aspettano! Sono dell’idea che se la tua donna o uomo che sia, non ti soddisfa, cambia strada… non ti costringe nessuno! Non credete? A mio avviso questi uomini, hanno la capacità di sminuire la donna. I miei zii ad esempio, che lavorano al Nord ma con mogli e figli che li aspettano a casa, per quanto possano spassarsela con altre donne, senza che nessuno dica loro nulla. La colpa di farli sentire irresistibili e super-uomini sta nel fatto che riusciranno sempre a trovare la donna che perde la dignità per una notte di sesso o per l’illusione di aver trovato l’amore! Sveglia!! Non siamo la bella addormentata nel bosco ed il lieto fine accade una volta su trenta! Mi chiedo dove sia finito il vero amore? Quello dei miei nonni, quello di mio padre per mia madre, quell’amore che ti stringe il cuore e ti ruba il fiato... dov’è finito? Sarò pure un’antica romantica, ma io voglio l’amore. Quello vero!


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MARIO LIOCE turista per casa

CATTIVO GUSTO TRA PUBBLICITÁ E SOCIETÁ

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on di rado mi è stata espressa da amici e conoscenti una forma positiva di invidia per il fatto di poter disporre di una sorta di pulpito mediatico qual è la mia rubrica mensile su TB. Grazie anche alla piena libertà concessa dal Direttore sia nella scelta degli argomenti sia nel modo di esprimerli, è indubbiamente un bel privilegio. Tuttavia è anche un impegno non indifferente. Prima di tutto perché, proprio per l’essere un privilegio, va trattato con estrema delicatezza e attenzione. Se poi, come nel mio caso, non sei un giornalista di mestiere, i meccanismi per la ricerca dell’idea giusta spesso si inceppano o addirittura non si innescano. Un attimo prima che però sopraggiunga lo sconforto, un intreccio casuale di pensieri e ricordi si trasforma in una idea-ciambella di salvataggio alla quale avvinghiarsi disperati. Nel pieno dell’estate, entrando con mia moglie in un noto bar di Brindisi, non potetti fare a meno di notare diverse bottigliette di una bevanda che erano state esposte con cura e ostentazione. Dotate di un design moderno e accattivante, indubbiamente catturavano l’attenzione, ma ciò che mi lasciò di stucco fu leggerne il nome che, pur se trasformato in un acronimo grazie all’uso di un punto che ne divideva la parola in due sillabe, inequivocabilmente riprendeva il termine col quale si identifica volgarmente l’organo sessuale femminile. Si fa fatica ad interpretarlo come lo spunto creativo di un pubblicitario, anche perché il rozzo meccanismo promozionale non godeva nemmeno del fascino della novità, per cui, dopo un attimo di sbigottimento, mi limitai ad ascriverlo nel novero delle manifestazioni di cattivo gusto di cui oggi la comunicazione in Italia sovrabbon-

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da. Tutto sarebbe finito lì se non fosse che, anche successivamente, in tutta la penisola si è assistito al proliferare di immagini pubblicitarie nelle quali l’uso del corpo femminile è stato continuo e ossessivo. Un umorismo becero e primitivo che si trincera dietro il paravento della ricerca di una facile quanto “innocente” ilarità finalizzata a incentivare i consumi: misoginia da osteria che riduce la donna a mero oggetto di scherno. Qui l’ironia non ha diritto di cittadinanza e l’argomento è talmente serio da riguardare l’inconscio collettivo di un popolo che perde ogni giorno pezzi di decenza. La società si sta impoverendo anche culturalmente e lascia attoniti leggere gli slogan che sedicenti creativi sbattono sui muri di tutte le città: “Fatti il capo”, “Te la dò gratis”, “Provale tutte. Una tira l’altra”, “L’ho già data”, “Prendimi per le prestazioni”, “Noi ve la diamo anche a noleggio”. Solo per citarne alcuni. Incitamenti e imperativi che vengono “opportunamente” contestualizzati con l’uso trasgressivo di corpi femminili che trasmettono il messaggio che una donna si possa svendere, comprare, montare. Messaggi usati per pubblicizzare innocenti occhiali, ciliege, bevande, veicoli. Volendo limitarsi a rinchiudere questa trivialità in un recinto “tecnico”, si potrebbe dire che questo fenomeno può verificarsi quando nelle aziende l’ufficio marketing è assente o impreparato e nelle agenzie pubblicitarie non si effettua il necessario processo di analisi volto a individuare le linee strategiche della

QUANDO LA MERCIFICAZIONE DELL’IMMAGINE DELLA DONNA NASCONDE UN INTENTO DEMOLITORIO

comunicazione; ciò vuol dire per l’agenzia intascare il budget del cliente e produrre il minimo sforzo nel processo di promozione della sua immagine. Ma è pensabile che il fatto possa essere derubricato da questione sociologica a semplice malcostume pubblicitario? Ne dubito fortemente. L’uso strumentale e la mercificazione dell’immagine della donna, riducendola a mera essenza di carne, a semplice involucro, non è altro che un’unica decodifica di un comportamento diffuso nella società, nella politica, nell’economia, nella cultura. Nella stessa televisione, della cui funzione pedagogica non vi è più traccia da decenni, le donne, quelle vere, stanno scomparendo sostituite da una loro rappresentazione grottesca, volgare e umiliante senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime. Siamo tutti spettatori silenziosi. E come non citare l’atavico rapporto tra sesso e potere. Ancora oggi vige in politica l’uso invalso di emarginare le donne, e quando proprio occorre dare una parvenza di coinvolgimento, si affidano loro ruoli “ancillari” sul modello della vita domestica, di qualche valore simbolico ma di nessuna incidenza strategica. E l’attuale legge elettorale con le liste bloccate è persino riuscita a peggiorare le cose, concentrando il potere nelle poche mani di una politica maschia che ha relegato la scelta delle donne sulla base della loro bellezza o giovinezza. Essere elette in virtù del riconoscimento della loro autonomia di pensiero è una pura chimera. Il meccanismo è sempre lo stesso: per andare avanti devono avere la capacità di assimilare la cultura maschile. Ma è inutile farsi illusioni, non è solo una questione di liste bloccate, è un problema di cultura e di classi dirigenti. Persino i linguaggi appaiono diametralmente opposti: noi uomini viviamo in una sfera in cui potere ed efficienza definiscono il senso di noi stessi e dove è solo attraverso il successo che si compie la nostra realizzazione; mentre, come sosteneva un famoso psicosessuologo e terapeuta della famiglia, le donne privilegiano la comunicazione e la bellezza, definendo il proprio senso di sé attraverso i sentimenti e la qualità dei rapporti interpersonali. Spaventa constatare come la progressiva cancellazione dell’identità delle donne stia avvenendo in maniera quasi pianificata, sotto i colpi di un machismo tanto determinato da sembrare quasi impaurito. E se fosse così? Se in fondo l’uomo avesse paura delle donne? TB


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