TB Magazine Marzo 2009

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Sommario pagina 12 Fenomeno italo argentino Fernando Galetti, il bomber timido del Football Brindisi, raccontato da Fabrizio Caianiello, il telecronista di Studio 100, il giornalista più amato dai tifosi brindisini.

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EDITORIALE

Non restate a guardare!

BRINDISINI DEL MESE

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STRETTAMENTE RISERVATO

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1) Serve andare alla Bit? 2) Ici: la Gestor continua a far di testa sua. 3) D&R: Marcello Gorgoni

COMMERCIO

La periferia che sorride

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PORTO

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LE DITA NEL NASO

Parla Calogero Casilli di Dario Bresolin

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ZONA BRANCA

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BUONA VITA

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PROPOSTA N. 6

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SPAM

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Turista per casa

di Barbara Branca

Il Palazzo delle Idee

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Massimo Ferrarese, Viviana Rampino, Tony Candeloro, Bruno Mitrugno

ECONOMIA

La Cna lancia l’allarme credito.

di don Giuseppe Satriano La satira di TB di Mario Lioce

AGGIUNGI AI PREFERITI www.tbmagazine.it Sul nostro sito Sul nostro website, oltre a poter leggere e scaricare i contenuti del giornale, e oltre ai consueti sondaggi, vi

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proponiamo anche una sezione video. Ci troverete filmati di interesse internazionale e locale. Dal sito di TB potrete scrivere ai collaboratori del giornale oppure inviare direttamente in redaDirettore Resp: FABIO MOLLICA Grafica: SALVATORE ANTONACI

tuttobrindisi

n. 6 / marzo 2009 Autorizzazione Trib. Brindisi: n. 4 del 13/10/1996 Distribuzione gratuita nei principali luoghi di lavoro e di ritrovo dall’1 di ogni mese

NON È UN SEGRETO CHE LE STELLE CADONO DAL CIELO...

Webmaster: ANTONIO TEDESCO Stampa: Tipografia MARTANO Lecce Redazione/Pubblicità Prolungamento Viale Arno, sn 72100 Brindisi Tel/Fax 0831 550246 info@fabiomollica.com posta@tbmagazine.it

zione i vostri giudizi sui nostri articoli. Grazie alla collaborazione con Brundisium.net, infine, su TBMagazine.it troverete anche le ultime notizie del giorno.

Su Facebook Cercaci anche su facebook. Sono presenti: FABIO MOLLICA - DARIO BRESOLIN MARIO LIOCE - GIOVANNI ANTELMI GRUPPO AMICI DI TB GRUPPO FAN DI DARIO BRESOLIN I brani che trovate a fondo pagina questo mese sono tratti da: The Fly, U2, Achtung Baby, 1991; Il regalo più grande, Tiziano Ferro, Alla mia età, 2008.

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EDITORIALE

Non restate a guardare di Fabio Mollica

Un manifesto in quattro punti per il prossimo sindaco di Brindisi Amore per il rischio, stop alla fuga dei cervelli, idee moderne, e uno slogan per la legislatura.

C

i siamo, o quasi. Mancano tre mesi alle prossime elezioni amministrative ed entro la fine di questo mese dovremmo conoscere tutti i candidati sindaci (e presidenti della Provincia) in gara. E allora, poiché questo è un magazine che non resta a guardare, mettiamo a disposizione dei candidati, tutti, il nostro breve manifesto di cose e di comportamenti che ci piacerebbe vedere messi in atto. 1) Meglio sbagliare che essere indifferenti. «Preferisco gli sbagli di un governo che vive in spirito di carità, alle continue omissioni di un governo congelato nel ghiaccio delle propria indifferenza». Sono parole pronunciate nel 1936 da Franklin Delano Roosevelt, forse il miglior presidente degli Stati Uniti. Oggi più che mai quelle parole suonano alquanto moderne! In questi tempi di crisi servono amministratori che abbiano il coraggio di rischiare, di non essere indifferenti. 2) Fermiamo la fuga dei cervelli. È in discussione in Parlamento un disegno di legge bipartisan per uno scudo fiscale che aiuti il rientro dei talenti in Italia: tre anni di agevolazioni fiscali per convincere a tornare chi è partito. Su queste pagine e sul nostro sito, anche questo mese, il dramma dei brindisini che sono andati via è un tema sempre vivo. È ovvio che le amministrazioni locali non possono fare nulla per far tornare indietro chi si è rifatto una vita altrove, ma potrebbero iniziare a lavorare per evitare che altri giovani seguano le loro orme. Come? Lo diciamo da sei mesi: basta guardarsi intorno e prendere spunto da quanto

accade in altri paesi e in altre città del mondo. Non servono rivoluzioni o investimenti ultramilionari per rendere una città vivibile e avviare dei progetti virtuosi. Anche questo mese, nel nostro piccolo, ne presentiamo uno. Come al solito nella rubrica Idee: il Palazzo delle Idee (e ci perdonerete la ripetizione). 3) Una squadra eccezionale. L’assessore alle Politiche giovanili, allo sport e al tempo libero del Comune di Milano, l’architetto Giovanni Terzi, è stato descritto dal Magazine del Corriere della Sera come l’unico uomo della giunta Moratti che ha saputo far parlare di sè solo in positivo (a Brindisi invece ci sono assessori di cui non si riesce nemmeno a parlare, per quanto poco hanno concluso in cinque anni!). Già il fatto di istituire nella nostra città una delega ai Giovani sarebbe una cosa rivoluzionaria. Se poi l’assessore incaricato facesse soltanto alcune delle cose fatte da Terzi, saremmo davvero a cavallo. Ecco a cosa mira

l’architetto-amministratore meneghino con il suo lavoro: «Cercare di riunire i ragazzi, creare le condizioni affinché si confrontino, uscendo dal deleterio isolamento che porta frustrazione ed emarginazione, dalle quali facilmente discendono aggressività e violenza». Oltre ai concerti, al festival del Film giovane e ad altri grandi eventi, Terzi sta preparando per maggio-giugno un forum internazionale a cui vorrebbe far partecipare 30/40mila ragazzi di tutto il mondo, con un programma di tavole rotonde, laboratori e concerti. E inoltre sta pensando al varo di una junior social card milanese con la quale i 18-26enni potranno ottenere sconti nei teatri, cinema, bar, negozi e trasporti. Ecco, è di questo tipo di assessori che abbiamo bisogno. Non può bastare solo un sindaco in gamba: qui serve una squadra eccezionale per far ripartire la città. 4) Uno slogan per la legislatura Alla Borsa internazionale del turismo,

svoltasi a Milano nei giorni scorsi (e di cui parliamo in altre parti del giornale) il presidente del gruppo Studio 100Salento Channel, Gaspare Cardamone, durante la presentazione del nuovo canale satellitare Puglia Report, che andrà a sostituire Studio 100 Sat, ha detto ad una platea di circa 150 sindaci, assessori e altri rappresentanti degli enti locali pugliesi: «Il nostro obiettivo è quello di far rimanere i nostri giovani nel nostro territorio». Parole che mi hanno sorpreso, perché ci si aspetterebbe che a dirle fosse proprio un candidato sindaco, e invece le ha pronunciate un imprenditore, che dà lavoro a circa 100 persone (una ventina delle quali a Brindisi) in gran parte giovani. Ecco, sarebbe bello che i prossimi candidati sindaco del nostro comune adottassero questa frase e ne facessero uno slogan elettorale. E che la lotta alla continua emorraggia di giovani menti ed energie diventasse il primo punto del programma della prossima giunta comunale. Ed ora godetevi questo numero di TB.

L’IRRIVERENTE

NON È UN SEGRETO CHE IL NOSTRO MONDO È NELL’OSCUIRTÁ STANOTTE...

A giugno si rivota. Per la prima volta andrò a votare senza chiedermi “per chi?”

Questa volta mi chiederò: “perché?”

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PERSONE

Brindisini del Mese

MASSIMO FERRARESE «Puglia per la vita» istituisce quattro borse di studio per giovani oncologi. Grazie alle donazioni dei brindisini.

La Fondazione “Puglia per la vita”, presieduta da Massimo Ferrarese, nell’ambito del sostegno alla lotta contro il cancro e all’assistenza ai malati seguiti dalle strutture oncologiche, grazie alle ultime donazioni ricevute, offre quattro borse di studio della durata di un anno a giovani oncologi che supporteranno l’attività dell’Unità specialistica dell’ospedale Perrino di Brindisi. Tre borse di studio partono immediatamente: confermata per un altro anno quella al dottor Francesco Sponziello, già attivata dalla Fondazione pochi giorni dopo la sua istituzione. Sempre nel reparto di Oncologia avrà la possibilità di operare per un anno la dottoressa Paola Schiavone. E la struttura viene potenziata con un terzo medico, grazie a un’altra borsa di studio, destinata alla dottoressa Margherita Cinefra per la gestione degli studi clinici presso la Clinican Data Manager. Infine una quarta borsa di studio, che partirà ad aprile, consentirà di acquisire presso Oncologia il supporto di una psiconcologa, una figura sempre più importante nel quadro delle nuove terapie e per il rapporto con i pazienti. Felice di questo appoggio dato all’Unità operativa di oncologia, il primario, professor Saverio Cinieri. Accanto a Ferrarese sono scesi in campo e sono entrati a far parte attiva della Fondazione, con l’obiettivo di rendere sempre più efficaci e consistenti gli aiuti, personalità di spicco di varia estrazione ed aziende del territorio. Tra le ultime ad essere coinvolte, la Leucci Costruzioni e la Edipower. Per dare il vostro contributo: IBAN: IT19C0542415901000000155598 Corso Garibaldi, 53 (3° piano) - 72100 Brindisi informazioni: 392 97 80 912 - info@pugliaperlavita.org.

BRUNO MITRUGNO Il direttore della Caritas lancia una provocazione contro le nuove norme: «Chiudeteci!» «Riteniamo che la “cattiveria” verso i deboli, sia non solo foriera di sentimenti di odio nei confronti del diverso, oggi il clandestino, poi il barbone, la persona con handicap, il meridionale e così via, ma anche la strada verso la barbarie. Stiamo perdendo il lume della ragione! L’immigrazione non si combatte, si governa». Come al solito senza peli sulla lingua Bruno Mitrugno, direttore della Caritas Brindisi, critico nei confronti delle nuove norme approvate al Senato (per volontà del governo) in materia di immigrazione, specie quella che invita i medici a denunciare eventuali clandestini: «Quanto buon senso ci vuole per capire che se spingiamo questa gente a diffidare del sistema sanitario, a non rivolgersi più a nostri medici per paura di essere denunciati, li spingiamo alla non cura, alla non prevenzione. Perdere il controllo sanitario sulle malattie in atto è una cosa gravissima e di inimmaginabili conseguenze! Io, mi auto-denuncio sin d’ora, per l’aiuto ai fratelli stranieri con o senza ”carte”. Finché non chiuderanno le nostre sedi, un cuore, non una persona cattiva, aprirà le porte delle Caritas a chi chiede aiuto e speranza». 8 TB MARZO 2009

TONI CANDELORO Ventincinque anni di onorata carriera per il ballerino.

Un galà di danza al Nuovo Teatro Verdi è stata la degna occasione per festeggiare i 25 anni di carriera di Toni Candeloro, apprezzato ballerino, ma anche organizzatore di eventi e spettacoli. Come quello andato in scena a Brindisi, “Grandi coreografi del 900”, che ha visto volteggiare sul palcoscenico artisti famosi e anche una quarantina di giovani promesse provenienti da tutta Italia. A dispetto della grande esperienza ormai accumulata, Candeloro, ha “sentito” la serata in maniera particolare: «Ero teso ed emozionato», ha detto ad amici e giornalisti dopo lo spettacolo, chiuso con un lungo e meritato applauso da parte del pubblico presente.

VIVIANA RAMPINO

Scatti di vita, che parlano di cultura

«Ho sempre percepito il fotografare come un viaggio nella quarta dimensione: spazio/tempo», così risponde Viviana Rampino, fotografa e vincitrice del premio, sezione bianco nero, della IV edizione del concorso nazionale “Salviamo la Puglia”, organizzata da Italia Nostra, alla domanda “che significa per te la fotografia?!”, e aggiunge «in questa dimensione, magicamente, cristallizzo l’attimo nello spazio in una temporanea realtà. Come dice il grande fotografo Henri Cartier- Bresson, fotografare è porre sulla stessa linea di mira, la mente, gli occhi e il cuore. “È un modo di vivere” e di far vivere e rivivere, mi sentirei di aggiungere». Così, con la sua “Perle nere” (foto a lato), Viviana ha messo in atto tutto questo: tecnica, cuore, attenzione, amore, per comunicare il vissuto di una giornata. Una giornata scandita dal ritmo del lavoro di braccia sapienti, dalla luce del sole, in sincrona armonia, in onore dell’uva. Così, nello scintillio della luce, tutti questi preziosi chicchi ci riportano alla nostra memoria, al nostro passato, alla nostra terra in un recupero della nostra cultura. Italia Nostra è impegnata ormai da svariati anni in questa campagna “Salviamo la Puglia”. Quest’anno il tema era “La campagna pugliese i segni dell’uomo: le pietre, i muri, il lavoro, la devozione…”. La Rampino è ormai una veterana di questo concorso: «Partecipo da tre anni, perché sposo a pieno lo spirito che anima Italia Nostra. È vicino al mio modo di vedere la realtà ed in linea con il mio back-ground formativo». Abbiamo visto Viviana attiva, nel periodo luglio/agosto, con la mostra fotografica “Benedetto XVI a Brindisi fotocronaca di un evento”, mostra che ha dato i natali all’associazione fotografica “Cantierimmagine”, con il precipuo intento di dar vita ad una serie di attività per la promozione del territorio. Francesca Alparone Il catalogo della mostra è in vendita a 10 €. Il ricavato servirà a finanziare il restauro del crocifisso ligneo del ‘600 che si trova nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Per informazioni contattare l’associazione Italia Nostra.

NON È UN SEGRETO CHE UN AMICO È QUALCUNO CHE TI LASCIA AIUTARE...


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CITTÁ

Strettamente riservato

voci, rumors, dicerie PILLOLE

Ici: la Gestor continua a far di testa sua

SERVE ANDARE ALLA BIT?

Quasi 100mila euro spesi per essere presenti a FieraMilano. Ma forse, quei soldi, potrebbero essere spesi meglio...

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«Gli avvisi di accertamento notificati dalla Gestor Spa per Ici sulle aree fabbricabili, sono illegittimi, e diversi cittadini hanno ottenuto l’annullamento degli stessi per manifesta illegittimità. Ma la Gestor ha pensato, davvero con superficialità e con evidente avallo di questa Amministrazione, di notificare avvisi di accertamento Ici a piccoli proprietari di terreni, coltivatori diretti, lavoratori pensionati dal settore agricoltura proprietari di case rurali, l’imposta Ici con riferimento addirittura a diversi pregressi anni», sostiene il consigliere comunale del PD, Raffaele Iaia, che chiede l’intervento del Comune, troppo “leggero” sull’argomento. «L’amministrazione sta solo pensando ad una normale rateizzazione tributaria, per un numero di mensilità di gran lunga superiore a quelli che questa maggioranza intenderebbe consentire, con l’aggravio di una maggiorazione dell’interesse legale di un punto e con la richiesta di idonea garanzia mediante polizza fideiussoria per importi superiori a 5.000 euro. Tutto ciò è assurdo: un contribuente che non riesce a pagare il tributo deve anche sostenere le spese per una polizza assicurativa o bancaria!». «È appena il caso di evidenziare - scrive ancora Iaia - che i fabbricati rurali ad uso abitativo e non, non sono produttivi di reddito e tale beneficio è esteso oltre ai coltivatori diretti agli imprenditori agricoli ed ai pensionati agricoli».

ei giorni scorsi gli enti pubblici hanno promosso l’immagine della Terra di Brindisi alla Borsa internazionale del Turismo di MIlano. Si tratta della fiera europea più importante del settore turistico, ma quest’anno la crisi si sentiva tutta tra i padiglioni della fiera: corridoi poco frequentati, stand presi d’assalto solo quando si offriva da mangiare gratis, scarso entusiasmo da parte dei tour operator e qualche grande assenza. Viene da chiedersi se partecipare alla Bit sia ancora così importante come lo era negli anni scorsi. Soprattutto alla luce di quanto si è speso: 56mila euro solo per lo stand (ripartiti tra i vari enti territoriali), più spesucce varie di contorno, più le spese di viaggio e soggiorno a carico di sindaci, assessori, presidenti e direttori di comuni, provincia, camera di commercio, pro loco e via discorrendo. Alla fine si

saranno sfiorati tranquillamente i 100mila euro. Si possono spendere meglio questi soldi? Forse sì. Ospitando tour operator e giornalisti specializzati direttamente a Brindisi, piuttosto che in uno stand fieristico. Oppure pagando redazionali su riviste di settore (come quello sulla Puglia uscito sul numero in edicola del mensile Dove): sicuramente ,olto più efficaci del fare assaggiare qualche frisella e un bicchiere di vino. Se poi si vuol fare di più, segnaliamo una iniziativa della Faita Confcommercio di Lecce, che ha deciso di rimborsare il pedaggio autostradale a tutti i turisti che la prossima estate arriveranno in camper. Facciamo un calcolo: con un budget di 100mila euro si potrebbero dare 100 € a 1000 famiglie di turisti. Sicuramente molte di più di quelle che si possono convincere a venire a Brindisi con la presenza alla BIt di Milano!

Domande&Risposte

Marcello Gorgoni, presidente Associazione Agenti Marittimi

Quali sono i problemi del porto oggi? La scarsa disponibilità di ormeggi frena l’arrivo di nuovi traffici. L’Autorità portuale dovrebbe rendere immediatamente disponibile la nuova banchina di Costa Morena Est: 400 metri di banchine già collaudate e inutilizzate, che potrebbero ospitare tre navi. Che 2009 prevede? Un anno di crisi. Ripetere i risultati del 2008 sarà un miracolo. 10 TB MARZO 2009

Cosa pensa dell’operato dell’Autorità? Il presidente Giuseppe Giurgola sta facendo un importante lavoro di programmazione a lungo raggio, ma a noi operatori interessano non solo i progetti a 20 anni, ma anche quelli ad uno e due anni. Perché nessuno parla più dello spostamento della Marina Militare fuori dal porto? I serbatoi della Marina dovevano andare a Capo Bianco, ma

lì ora c’è il rigassificatore. Siamo l’unico porto senza un terminal passeggeri. E non ci sarà fino a quando non ci sarà un unico ingresso al porto. Farlo adesso non avrebbe senso. Prima bisogna collegare le varie aree portuali: Sant’Apollinare, via Spalato, Costa Morena. E il traffico dei container che fine ha fatto? La Msc è andata via da Brindisi perché una nave di 150 metri non può entrare in porto di

notte a causa della presenza del terminal gasiero e carbonifero. Se non si interviene su questi ostacoli non si crea sviluppo. Potremo mai tornare ad esere un grande porto? Si prevede che la crisi durerà altri due anni. Se nel giro di questi due anni saremo riusciti a far nascere un porto hub, torneremo a certi livelli, altrimenti Durazzo avrà la meglio. su di noi. È vero che il porto va meglio, ma si può fare di più.

...CHE UN BUGIARDO NON CREDERÁ A NESSUN ALTRO...


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IN COPERTINA

IL FENOMENO TIMIDO VENUTO DALL’ARGENTINA Fernando Galetti, il più introverso dei bomber, raccontato dal più estroverso (e bravo) dei telecronisti brindisini, quel Fabrizio Caianiello di Studio 100, che ha “inventato” un modo nuovo di raccontare le partite, cercando di tenere a freno (a volte con scarso successo) il suo amore per la squadra. Non a caso i tifosi biancazzurri lo adorano. Quasi quanto Galetti.

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... E CHE UN SEGRETO È QUALCOSA DA DIRE A QUALCUN ALTRO


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imido come pochi fuori dal campo. Un incontenibile toro con il pallone tra i piedi. Basterebbe questo per descrivere Fernando Galetti. I tifosi, probabilmente, non conosceranno la sua voce considerando la sua avversione ai microfoni, ma di certo conoscono bene la sua grinta, cattiveria agonistica e, soprattutto, i suoi gol. È indiscutibilmente uno dei calciatori più rappresentativi di questo Brindisi dei record. Diciannove reti in ventidue partite sono un bottino di tutto rispetto per un bomber che a 36 anni ha deciso di rimettersi in gioco ripartendo dalla serie D. “Non ho mai ricevuto così tanto affetto in nessun’altra città” aveva commentato dopo i primi 90 minuti in biancoazzurro. Bastarono quelli, ai supporters brindisini, per capire che sarebbe diventato il loro nuovo idolo. Quello che non tutti sanno è che la trattativa per portare Galetti nel Fanuzzi è stata una delle più difficili mai condotte dalla famiglia Barretta: si vocifera che tutto sia avvenuto in

una calda serata di luglio, quando lo staff dirigenziale del Brindisi, con in testa i fratelli Francesco e Giuseppe Barretta, piombò d’improvviso in casa dell’attaccante argentino. Qui sarebbero avvenute due distinte trattative: una con Fernando e l’altra (forse la più importante e delicata...) con sua moglie. Fortunatamente

si dovesse fare solo quest’anno, contemporaneamente a quelli altrettanto felici con i suoi “fratelli del gol” Nicolas Chiesa e Fabio Moscelli. Un tridente da favola che ha fatto tremare tutte le difese del girone, impacchettando qualcosa come 40 gol in tre. E non è finita. Il prossimo obiettivo

Dopo ogni gol strappa la macchina fotografica ai fotografi per immortalare la curva Stasi entrambe andarono a buon fine. Non era facile immaginare che un calciatore del Monopoli potesse ricevere questa accoglienza a Brindisi, considerando la rivalità sportiva che da sempre divide le due compagini. Ma diciamo la verità, quella maglia con la V sembra fatta apposta per lui. Basta vederlo correre al 95esimo, quando la “birra” degli altri è già finita, per capirlo. Sapete che un ex allenatore del Brindisi due anni fa vietò ai Barretta di acquistarlo? Chissà, se quel buon uomo ci avesse ragionato meglio sù, oggi dove sarebbe il Brindisi... o forse il destino ha voluto che questo matrimonio

NON È UN SEGRETO CHE UNA COSCIENZA A VOLTE PUÓ ESSERE UNA PESTE...

di Nando sarà superare le sue strane inibizioni da telecamera e magari dichiarare in pubblico il suo amore per questa città. Dopo ogni gol strappa la macchina fotografica dalle mani dei fotografi per immortalare la Curva Sud “Michele Stasi”.

Ma siamo certi che la foto più bella debba ancora farla. Ed è lo scatto della festa finale attesa da un’intera città. Brindisi può rinascere anche così. Il calcio rappresenta uno dei più grossi veicoli promozionali di un territorio, e questa città da troppo tempo è lontana dai palcoscenici calcistici che contano. Lo sa bene la famiglia Barretta, che ha raccolto la sfida tra mille difficoltà e, dopo gli errori degli anni passati, ha rilanciato le proprie ambizioni. Ed in questo senso non c’è frase più appropriata di quella esposta a caratteri cubitali dalla curva nella partitissima contro la Nocerina: quel “RIMORCHIATEC1” che rappresenta il sogno, il desiderio di tutti noi... Fabrizio Caianiello

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... E CHE L’AMBIZIONE MORDE LE UNGHIE DEL SUCCESSO


OPINIONI

Zona Branca

di Barbara Branca

Due distretti industriali per Brindisi, ma i facili entusiasmi non bastano Nautica ed Aerospazio, ora, hanno bisogno del sostegno degli Enti locali

I

l famoso decreto anticrisi licenziato recentemente dal Governo, pone importante attenzione al rilancio della competitività dei distretti industriali. La Regione Puglia e la città di Brindisi in particolare sembrano essere proiettate lungo la medesima linea di sviluppo e si aprono alle opportunità di una nuova economia all’insegna dell’innovazione e dell’aumento della competitività. Brindisi, in particolare, quale soggetto promotore della costituzione di due dei nove distretti riconosciuti ad oggi dalla Regione Puglia - quello aerospaziale e della nautica da diporto - sembra aver accettato in questa maniera con una forza nuova, con orgoglio e determinazione questa difficile sfida. Un breve cenno sulla nozione e sul significato di distretto produttivo è d’obbligo. È la legge regionale n. 23/2007 che introduce il concetto di distretto produttivo nella nostra regione, definito come una significativa concentrazione d’imprese, soprattutto di piccola e media dimensione, fra loro integrate in un sistema produttivo rilevante. Tralasciando le mere definizioni è chiaro come il distretto produttivo non sia solo questo. Esso è espressione della capacità delle imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità comune stra-

tegica, volta a creare e consolidare i fattori territoriali di competitività. La costituzione di un distretto, infatti, non dipende solo dalla possibilità di misurare su un determinato territorio determinate variabili strutturali (numero d’imprese, di addetti, livelli di specializzazione...) ma anche dalla capacità degli attori locali di realizzare strategie cooperative e di investire in progetti e istituzioni comuni. In quest’ottica appare fondamentale il ruolo giocato dagli enti locali, l’adozione da parte degli stessi di strumenti di politica economica in grado di individuare con precisione i temi specifici sui quali si chiede il sostegno regionale. È fondamentale che gli enti locali siano in grado di orientare l’iniziativa regionale a

politiche per il “supporto alla normazione”. I distretti operano in mercati caratterizzati da vincoli normativi e di certificazione della qualità sempre più pregnanti. Molto spesso le imprese si devono adeguare passivamente alle nuove regole imposte “dall’alto”, senza che esista sul territorio un soggetto in grado di svolgere il ruolo di traduttore di questi vincoli normativi, per esplicitare alle imprese il significato e la logica di queste norme. Favorire una nuova cultura della normazione è necessario per permettere alle imprese di attuare la tanto decantata internazionalizzazione. È indispensabile per la stessa sopravvivenza del distretto, avviare politiche di promozione commerciale e produttiva sui mercati internazionali. La competizione internazio-

conoscenze locali, queste ultime per caratterizzare le produzioni locali. Favorire politiche per la formazione e qualificazione significa in primo luogo incentivare la codificazione del patrimonio di conoscenze radicate nel contesto territoriale. In quest’ambito, le politiche per i distretti possono favorire il coinvolgimento del sistema educativo superiore e dell’Università nelle strategie d’innovazione del sistema produttivo locale, aiutando anche l’Università a selezionare i corsi di laurea e gli indirizzi formativi verso quelle discipline effettivamente necessarie allo sviluppo del territorio, creando figure professionali che sullo stesso territorio trovano occupazione e soddisfazione professionale. Occorre sfruttare al meglio anche le opportunità che sono

“Sono necessarie competenze, concertazione, sinergie tra i soggetti coinvolti. Chissà se questa volta si passerà dalle parole ai fatti” sostegno dei distretti, che sappiano attuare una politica economica orientata al sistema produttivo locale, per una politica economica di distretto. Realizzare queste azioni non è semplice ma necessario se si vogliono perseguire le finalità della costituzione di un distretto. Ad esempio sono necessarie

OGNI ARTISTA È UN CANNIBALE, OGNI POETA È UN LADRO...

nale, infatti, costringe la produzione italiana, anche quella di maggiore qualità, a un adeguamento costante della propria offerta a causa della pressione crescente delle forze competitive del mercato internazionale. Per rinforzare le strutture aziendali delle imprese del distretto, occorre attuare politiche per la formazione e la qualificazione delle

offerte dal Governo centrale. A questo proposito, il decreto anticrisi, ha reintrodotto la cosiddetta tassazione di distretto che consiste nella possibilità di determinare un reddito di distretto compensando perdite ed utili delle diverse imprese e riconoscendo il distretto come un autonomo soggetto passivo d’imposta, che può concordare con gli

Enti Locali, in via preventiva, i tributi, i contributi e le altre somme dovute a livello locale (concordato di distretto). Senza entrare nel merito di vantaggi o svantaggi derivanti dall’attuazione della norma si evidenzia anche il tal caso, l’importanza del ruolo giocato dagli enti locali che diventano qualcosa di più di potenziali destinatari di risorse, venendo ad assumere un ruolo fondamentale nell’indicazione dei temi di politica industriale e fiscale. Speriamo che gli enti locali possano, una volta tanto, essere protagonisti dello sviluppo e siano capaci di muovere le fila della programmazione attraverso azioni concrete . Non sono sufficienti, infatti, gli entusiasmi per dare concretezza allo sviluppo di questi due distretti. Sono necessarie competenze, tavoli di concertazione e sinergie tra i soggetti coinvolti. È tempo che le parole lascino spazio ai fatti perché, in effetti, ci sia l’inizio effettivo del processo rivoluzionario d’innovazione che ha segnato la nascita dei distretti. Gli enti locali si apprestano a giocare una partita molto importante. Non possono perdere questa importante sfida, non possono più commettere errori. In fondo quello che occorre è “solo” un po’ di competenza.

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IDEE

PROPOSTA N. 6 UN PALAZZO PER LE IDEE A Berlino un monumentale stabile in disuso è stato trasformato in un volano di sviluppo creativo: ci lavorano 288 tra designer, artisti ed operatori culturali. Un’idea che potrebbe essere buona anche per Brindisi, dopo il grande successo di Palazzo Granafei-Nervegna. Gli stabili ci sarebbero: l’ex Di Giulio, per esempio, oppure la palazzina dei servizi dell’Asi.

L

’idea è stata di Carmen Reiz, 42 anni, manager: recuperare un edificio d’epoca del quartiere Mitte di Berlino e farne un contenitore per aziende creative. Oggi Palazzo Josetti, dove negli anni Venti si producevano le sigarette Juno, ospita 288 affittuari e sul palazzo sventola uno striscione che recita: «Spazio libero alle idee». Come raccontava il magazine Ventiquattro qualche settimana fa, nel palazzo sono oggi operative piccole e piccolissime società di design, arte, spettacolo, multimedia e cultura, che qui hanno trovato, oltre agli spazi per i loro uffici, anche una incredibile forza nuova che scaturisce proprio dalla condivisione degli spazi con persone che lavorano in settori affini. Se il designer incrocia sulle scale o al bar un regista o un grafico, va a finire che si parla di lavoro, e parlando parlando magari salta fuori un consiglio, un suggerimento, una critica, o un’idea. La giornalista del Sole24Ore, Daniela Zenone, ha parlato di «tante cellule individuali che si uniscono per formare un organismo». Allo Josetti si può lavorare da soli nel proprio spazio-ufficio. Ci si può confrontare con i coinquilini, e spesso nascono

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delle collaborazioni tra gli stessi. Ed infine si possono trovare dei clienti tra gli stessi vicini d’ufficio. Cinque piani, 13mila metri quadrati e una lunga serie di porte anonime che si cointraddistinguono solo per un numero, come se fossero camere d’albergo. E invece ad ogni numero corrisponde una azienda. Spazi da 15 a 200 metri quadrati, che ognuno può personalizzare a suo modo, che ospitano giornalisti, grafici pubblicitari, pittori, artigiani, studi di produzione cinematografica, scultori, webdesigner, consulenti di marketing, giovani architetti. Basta andare nel foyer a prendere un caffè e ci si ritrova accerchiati da gruppi di menti creative. Su ogni piano ci sono bagni e cucine d’uso collettivo, in tutto il palazzo la connessione ad internet, ed infine

troupe teatrali, letture. Gli affitti sono in crescita progressiva (all’inizio la tariffa era di un euro al metroquadro, oggi è di 7 euro e mezzo). I contratti hanno termini di disdetta di un solo mese. Per favorire la coesione della comunità degli inquilini vengono organizzati incontri, feste, serate dedicate al cinema e dibattiti. Josetti vuole aprirsi all’esterno, e allora una volta al mese viene invitato un imprenditore berlinese per stimolare sinergie e collaborazioni. Un contenitore culturale che genera altra cultura, ma anche economia, visto che tutte le aziende presenti generano fatturato e redditi. Sono le cosiddette “creative industries”, dove la creatività si associa ai concetti di disciplina e produttività, generando crescita economica e, dove la concentrazione di queste “industrie creative”

“Tante cellule individuali che si uniscono per formare un organismo” spazi per conferenze ed eventi. Dal sito internet del palazzo tutti gli interessati possono in qualsiasi momento consultare quali sono gli spazi liberi. Gli spazi sono concessi in uso temporaneo, anche di una sola giornata, per esempio per casting, prove di

diventa elevata, i luoghi diventano attraenti anche dal punto di vista turistico ed immobiliare. Ecco perché a questo tipo di “contenitori” stanno sempre più interessandosi banche, manager e proprietari di immobili. Il supporto ai giovani imprenditori, il recupero di realtà edilizie in disuso ed il cambiamento della

sfera socio-economica cittadina, oggi, possono andare di pari passo. Pensando di voler importare l’esperimento berlinese a Brindisi, è ovvio che un Palazzo delle Idee situato in pieno centro sarebbe un toccasana per la città, che da anni vive la desertificazione dei corsi e una sorta di disamore per il cuore

... TUTTI UCCIDONO LA LORO ISPIRAZIONE, POI CANTANO IL LORO DOLORE.


Sopra: l’ex cinema Di Giulio e la nuova palazzina dei servizi Asi (sotto in un particolare). Sotto: il sito Josetti, la manager Carmen Reiz (ripresa dal magazine Ventiquattro)

della città. Vi immaginate cosa vorrebbe dire un Palazzo che ospita una cinquantina di nuove giovani imprese, o imprese già esistenti: più gente in giro per i corsi, più clienti per le attività commerciali. Perché oltre agli imprenditori bisognerebbe considerare i loro clienti, i forni-

tori e via dicendo. Ora, in tutte le città del mondo, negli anni scorsi, sono stati lanciati programmi per finanziare e stimolare la nascita di nuove imprese. In tutto il mondo, fuorché a Brindisi, dove il progetto Urban dell’amministrazione Antonino non ha dato i risultati sperati.

NON È UN SEGRETO CHE UNA COSCIENZA A VOLTE PUÓ ESSERE UNA PESTE...

Sarebbe bello che l’assessore Mauro D’Attis facesse rientare nella progettazione di Area Vasta anche un progetto per finanziare queste Start-Up, in maniera seria e controllata, con agevolazioni e finanziamenti che gli aspiranti imprenditori potrebbero restituire in cinque o dieci anni. Pagando il fitto

degli uffici. In pieno centro, dicevamo, ci sarebbe disponibile l’ex cinema Di Giulio: rimesso a posto potrebbe diventare il nostro Josetti. In alternativa, ma si va fuori dal centro, ci sarebbe la palazzina dei servizi realizzata dal consorzio Asi all’imbocco della zona industriale: un palazzone verde, nuovissimo ma inutilizzato da circa tre anni. È grande abbastanza per poter ospitare un bel numero di aziende e di servizi ad esse riservati. E non è poi così distante dal centro. Chissà che qualcuno non ci faccia un pensierino. Fonti consultabili: www.josettihoefe.de È il website del Palazzo delle Idee www.youtube.com (cercate Berlin, Josetti Hofe, e potrete vedere un filmato sul palazzo)

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ECONOMIA

Ivo Gnoni e Angela Basile. Nell’altra pagina Massimo Chianura.

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... NON È UN SEGRETO CHE LE STELLE STANNO CADENDO DAL CIELO.


Commercio: la periferia che sorride Ivo Gnoni, Massimo Chianura, Marcello De Gregorio e MIchele Saponaro. Ma anche Luciano Perchinenna, Lucia De Matteis, Luigi Romano, Paolo Cecere. Breve viaggio tra le attività commerciali che, anche lontano dal centro, riescono a conservare la propria clientela, o ad aumentarla, a dispetto della recessione e dello strapotere dei centri commerciali.

L

’enogastronomia alla Minnuta, l’abbigliamento sportivo di classe alla Commenda, la ludoteca a Santa Chiara: sono tanti gli esempi di isole felici del commercio disseminati in città. Noi ne abbiamo selezionati alcuni: commercianti e piccoli imprenditori che, come i loro colleghi localizzati al Centro (dei quali abbiamo parlato sul numero di febbraio) hanno saputo resistere all’agguerrita concorrenza dei centri commerciali e ai fendenti della recessione. Gente come Ivo Gnoni e Angela Basile, titolari di Cordisco, in viale Aldo Moro. Una sceltà di qualità, la loro, peraltro già seguita dai genitori di Ivo, che avviarono l’attività nei decenni scorsi. In un elegante showroom, marito e moglie propongono le marche top di biancheria, intimo e costumi. Ma da qualche tempo Gnoni e signora si propongono anche per la scelta dei tendaggi e consigliano i clienti dopo aver effettuato una visita nella loro abitazione. «I clienti apprezzano la nostra disponibilità e si lasciano consigliare sulle scelte di arredo. Ed è lo stesso quando vengono in negozio, per scegliere qualche completo da regalare oppure per acquistare il nuovo costume». A poco meno di 50 metri c’è un’altra

De Matteis, nota ai più piccoli come fatina Lucia. È stata lei a far nascere per prima a Brindisi la ludoteca per far trascorrere ore liete ai bambini (e ai loro genitori). Col passare degli anni lo staff si è sempre più ampliato ed il successo di Artisticamente ha invaso piazze e corsi con iniziative come il Natale sotto la tenda, le feste di Carnevale per conto del Comune e spettacoli dal vivo che hanno richiamato centinaia di famiglie. In tutt’altro settore è impegnato Luigi Romano, che 19 anni fa avviò in via Provinciale San Vito la sua enogastronomia. In molti la ritennero un azzardo, in un quartiere così piccolo, ed invece la norcineria è oggi apprezzata da una clientela piuttosto bella realtà del commercio brindisino, Linea Top, di Marcello De Gregorio e Michele Saponaro. I due hanno reinventato il loro negozio (lo storico Top Sport): «Per differenziarci dall’offerta di massa dei centri commerciali, ma anche perché avevamo voglia di cambiare, di offrire prodotti di un livello ancora più alto, ci siamo trasformati dal classico negozio sportivo che eravamo, in una vera e propria boutique che propone capi sportivi ma anche casual ed eleganti». E così, sono scomparsi dal negozio alcuni blasonati brand simbolo della globalizza-

L’UNIVERSO È ESPLOSO PER LA BUGIA DI UN UOMO....

“Per differenziarci dall’offerta

di massa abbiamo trasformato

il nostro negozio in una boutique” zione, e sono comparse sugli scaffali le splendide camicie Era, i pantaloni Mason’s, le scarpe New Balance e le linee Armani e EA7. «I clienti hanno apprezzato la nostra scelta». Al rione Santa Chiara invece c’è un’altra attività che sembra non conoscere crisi: Artisticamente, di Lucia

segmentata: c’è chi si ferma per farsi consigliare una bottiglia di vino, chi per scegliere alcune delle chicche che Luigi propone al banco salumi e formaggi, e chi sceglie l’enogastronomia per assaporare a pranzo i piatti preparati dalla moglie Daniela Guse che possono essere consumati a casa

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ECONOMIA

Luigi Romano e Daniela Guse

o nel locale, mentre nelle ore serali l’enogastronomia propone ottime pizze, alcune delle quali anche molto originali (con lardo di colonnata, oppure con crema di aceto balsamico, o con la porchetta). «A volte lo spazio non basta per contenere i clienti che vogliono fermarsi a pranzo da noi, ma di questi tempi è meglio continuare a pensare “in piccolo”». hi non ha avuto paura di rischiare, pure in periodi non proprio entusiasmanti per l’economia brindisina, è Massimo Chianura, titolare della Cornice, in via Numa Pompilio: da qualche settimana il suo negozio appare completamente rinnovato. Nuova l’immagine esterna, ma soprattutto quella interna. Oggi il negozio si propone come uno spazio d’arte: installazioni, specchi e oggetti di design, quadri e stampe d’autore, e

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molto presto anche qualche selezionato pezzo d’arredamento moderno. «La clientela ha apprezzato il cambiamento, e noi stessi lavoriamo meglio in questi nuovi ambienti, è come se fossimo ancora più stimolati». Tra le altre attività da segnalare, l’Ottica Nigro in piazza Japigia, sempre

Marcello De Gregorio e Michele Saponaro

nata dall’idea del compianto Gianni Galati e portata avanti oggi dalla moglie Daniela) che la storica gioielleria Cisternino, dove l’ingresso della nuova generazione (Monia e Fabrizio Cisternino) ha portato idee nuove come il concorso a premi Compra e vinci che si svolge ormai da tre anni in

“La clientela ha apprezzato il

cambiamento, e noi stessi

lavoriamo meglio nei nuovi ambienti” alla Commenda: cortesia, professionalità, giusti prezzi e disponibilità sono gli elementi che hanno decretato il successo di questa attività fin dal primo giorno d’apertura. Così come continuano a riscuotere grandi consensi in via Imperatore Costantino sia Multiservice (copisteria-serigrafia

occasione delle festività natalizie. Un’altra attività commerciale che negli anni ha saputo crescere e poi conservare la propria clientela, offrendo sempre nuovi prodotti e servizi: ci riferiamo alla Videoteca di Paolo Cecere (in via Villafranca). Dai film l’offerta di Cecere si è via via ampliata

finendo con l’inglobare i giochi per le consolle, i cd-dvd musicali, la stampa fotografica. Offrire di più, a volte, può servire per conservare il cliente. Ma in altri casi può bastare un solo prodotto, magari presentato in tante varietà diverse, per avere successo. È il caso, davvero estremo ma singolare, del market di Luciano Perchinenna, in viale Arno. È stato il primo ad avere l’idea di proporre i panini a pranzo per tutti i lavoratori della zona industriale. Oggi di panini continua a prepararne a decine, ogni giorno, e non sono mancate le imitazioni. Dalle 11.30 alle 14.00 ben quattro persone al bancone a fare panini! E nei dintorni sono spuntate altre attività che, prendendo spunto dal successo di Perchinenna, hanno saputo avviare bene la loro piccola azienda. Come al solito, le grandi idee (che a volte possono essere piccole come un panino) fanno scuola.

... CHE RIMETTEREI A POSTO SE POTESSI.


INTERVENTI Ma un commerciante di periferia critica i colleghi «Gentile redazione, sono uno dei componenti la miriade di commercianti che ogni mattina alza la serranda nella periferia. Avendo letto con attenzione quanto da voi esposto mi ha sfiorato il dubbio che le informazioni da voi raccolte siano state artatamente distorte. Mi è parso evidente che nella città di Brindisi, nella quale opero, come azienda di famiglia, da ben 50 anni, ci sia ormai una spaccatura tra le realtà commerciali del centro cittadino e quelle della periferia. Come se non bastasse ci sono alcuni colleghi che velatamente accusano gli altri commercianti di non essere maestri nel marketing e nella fidelizzazione del cliente. La realtà è un altra, questi signori che ora si definiscono più bravi degli altri, sono gli stessi che sino a poco tempo fa si opponevano lamentosi alla chiusura dei corsi, che dimostravano cali vertiginosi negli incassi, che minacciavano serrate ai politici e alle istituzioni. Sono gli stessi che snobbavano gli sforzi delle istituzioni per garantire a loro e alla cittadinanza un centro storico elegante e accogliente, sono quelli che strumentalizzarono la carenza di parcheggi e i malumori dei concittadini, per ottenere più visibilità. Sono gli stessi ai quali l’amministrazione pubblica ha riservato i migliori trattamenti sia nelle ricorrenze che negli eventi organizzati dal Comune di Brindisi. Noi, invece, siamo sempre gli stessi che ci lamentiamo del verde pubblico inesistente e delle strade dissestate. Siamo quelli che accettano supinamente le decisioni disastrose di coloro che hanno venduto la città alla grande distribuzione. Siamo quelli che vedono vanificarsi i sacrifici di una vita. È da tempo immemore che conduco una battaglia impari per far capire che la nostra economia è da sempre “drogata”, sin da quando, negli anni ‘60, ci fu imposta una vocazione industriale a scapito di quella agricola e turistica e negli anni ‘70-’80 quando il contrabbando ha fatto la fortuna di tanti, commercianti e non. I signori che, buon per loro, hanno trovato il rimedio “scacciacrisi” non hanno certo un parco clienti proletario, bensì borghese e talvolta anche alto-borghese, ceto, questo, che non ha il problema di arrivare alla fine del mese. La clientela che prima preferiva noi, che offrivamo un rapporto qualità-prezzo onesto, adesso si è riversata nei centri commerciali. Sono comunque fiducioso, la città sta cambiando e le sensibilità pure, anche se ci saranno sempre gli uomini, gli ominicchi e i quaqquaraqqua’. Fabrizio Solida

E LA CNA LANCIA L’ALLARME CREDITO Un questionario tra artigiani e Pmi fa emergere dati scioccanti: nel 2008 il 41% delle aziende ha licenziato. Il 40% si è vista ridotti i fidi bancari. Al 20% degli intercvistati è stato chiesto di “rientrare”. Risultato: sempre più imprese brindisine si rivolgono alle finanziarie. E pagano interessi più alti...

E

mergono dati inquietanti, seppur non completamente inaspettati, dal questionario sul rapporto con il sistema creditizio effettuato dalla Cna di Brindisi tra le aziende artigiane e le piccole e medie imprese della nostra provincia. Hanno risposto in 468, e le risposte non sono per nulla incoraggianti. Negli ultimi sei mesi il 41,2% degli intervistati ha effettuato licenziamenti, mentre “solo” il 30% ha assunto nuovi dipendenti. Il 41% delle aziende intervistate ha avuto una riduzione degli affidamenti bancari o una richiesta della banca che prennunciava il taglio dei fidi. Il 26% degli imprenditori è stato invitato a rientrare nei limiti degli affidamenti bancari in corso. Il 14% ha cambiato banca, cercando servizi e trattamenti migliori. Il giudizio complessivo sul rapporto con il sistema bancario è per il 64,5% degli intervistati “da migliorare”, per il 23% è “negativo”, mentre solo per il 12,4% è “positivo”. Altri dati significativi riguardano i rapporti con il sistema dei Consorzi Fidi: il 52% delle imprese intervistate ha rapporti con cooperative e consorzi di garanzia per

AMORE, SPLENDIAMO COME UNA STELLA CHE BRUCIA...

l’accesso al credito, mentre ben 88% di essi ritiene utile lo strumento dei Consorzi Fidi. In una situazione di profonda recessione, le 468 imprese che hanno risposto al questionario non potevano che nutrire scarsa fiducia nei mesi a venire. Ed infatti ben il 54% tra loro ritiene che il 2009 sarà un anno peggiore del precedente; il 20% crede

che sarà come il 2008; il 13% non si esprime ed il 12% pensa (o spera) che andrà meglio. Al questionario hanno risposto imprenditori dei settori manifatturiero, servizi, commercio, trasporti. Il 53% degli intervistati erano imprese con massimo cinque dipendenti; il 30% aveva dai 6 ai 15 addetti; il 14% dai 16 ai 50 dipendenti; il 3% oltre 50 dipendenti. «Si tratta di dati che devono far riflettere e che impongono di correre subito ai ripari», spiega il presidente provinciale della Cna. Cosimo Convertino, che Marcello De nel corso di un incontro pubblico svoltosi nei giorni scorsi con il vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, ha lanciato l’allarme credito ed ha chiesto alla massima istituzione un intervento deciso sul sistema bancario, «onde scongiurare che un numero sempre crescente di imprenditori si rivolga alle finanziarie, essendo così costretti a pagare tassi di interesse maggiori rispetto a quelli praticati dagli istituti di credito».

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AZIENDE

PREFABBRICATI LEGGERI? CI PENSA LA TECNIFOR Parla il direttore dell’azienda che noleggia strutture di lavoro per ogni tipo di esigenza.

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l gruppo Fae-Tecnifor è garanzia di sicuro prestigio ed affidabilità nel campo della prefabbricazione civile ed industriale. A rappresentarlo a Brindisi è Vincenzo Loparco (foto a lato), direttore della filiale che ha sede alla zona industriale. L’azienda si occupa di vendita e noleggio di prefabbricati leggeri (chiavi in mano), vantando tra i suoi principali clienti un medagliere di tutto rispetto: Poste Italiane, Protezione civile, Rai, Mediaset, Videotime, Asl, Ferrari, Lamborghini, Autorità portuali, Nuovo Pignone, Snam, Edison, Basell, Polimeri Europa, Eni, Enelpower, Ansaldo ed altri ancora. «Il gruppo oggi si articola in sette aree produttive dislocate sul territorio nazionale: Sangemini, Alessandria, Ferrara, Venezia, Roma, Napoli, Catania, ed infine Brindisi che io rappresento. Con l’apertura di Brindisi abbiamo coperto la Puglia e realizzato un ponte con la Grecia dove abbiamo una base logistica ad Atene». Come si posiziona Fae-Tecnifor sul mercato? Guardiamo avanti, verso nuove frontiere, perché come ama ripetere il nostro presidente Luigi Fogliani «gli affari si fanno dove e quando il mercato è difficile. Certo ci vuole coraggio». È proprio questo che mi da la forza di andare avanti! Siamo operativi con la sede di Brindisi dal gennaio 2007, e, ad oggi, vantiamo lavori prestigiosi intrapresi con molte aziende della zona, vedi per esempio la realizzazione dell’area di controllo extra-Schengen nata nel Porto di Brindisi,

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abbiamo realizzato una serie di elistazioni per conto di una società che collabora con gli aeroporti di Puglia, abbiamo stretto collaborazioni con le Asl e con molte aziende Pugliesi. La nostra forza, avendo filiali sparse su tutto il territorio nazionale, è proprio quella di dare un servizio non indifferente a tutte quelle aziende della zona che devono spostarsi fuori per eseguire lavori, infatti in base al luogo del cantiere il materiale viene consegnato dalla filiale più vicina, risparmiando così notevolmente sui costi di trasporto, abbattendo anche i tempi di una eventuale manutenzione che avvengono solitamente nel giro di 48 ore dalla chiamata.

Qual è il segreto del vostro crescente successo? In tempi brevissimi siamo in grado di realizzare uffici, mense, spogliatoi, servizi, riproducendo un normale contesto lavorativo nel completo rispetto delle normative vigenti e del benessere abitativo. La qualità del prodotto è innegabile, come la nostra disponibilità verso tutti i clienti, l’organizzazione logistica, l’assistenza tecnico-commerciale, la velocità di esecuzione e la garanzia nei tempi di consegna ci permettono di stabilire un rapporto di completa fiducia con i nostri clienti. L’azienda tratta prefabbricati dalla produzione alla vendita. Come seguite la clientela? Il nostro andamento è conforme al sistema di Gestione Aziendale per la Qualità è finalizzato sull’osservanza dei requisiti delle norme UNI EN ISO 9001. Siamo inoltre in possesso della certificazione SOA con classifiche OG11, OS18 ed OG1 illimitata. Il Gruppo FAE-TECNIFOR si occupa anche del noleggio di materiali: un settore raramente trattato dalle aziende come la vostra…. Questo è il vero successo del Gruppo. Nel caso di acquisto dei moduli prefabbricati, gli ammortamenti si protraggono per almeno 10 anni, nel migliore dei casi per 8; per il noleggio, invece, l’ammortamento avviene direttamente in corso di esercizio, liberando preziose risorse per ulteriori investimenti. Cosa intendete con il servizio “chiavi in mano”? Pensiamo noi a progettazione, assemblaggio, spedizione, messa in sicurezza e

manutenzione di prefabbricati “chiavi in mano” dotati di ogni comfort, frutto di un sistema brevettato a livello europeo. Fra le nostre attività c’è quella di fabbricazione e messa in opera del “gioiello” denominato CM1: si tratta di un modulo leggero con una struttura completamente abbattibile, particolarmente adatto all’assemblaggio di strutture prefabbricate complesse, anche di alcune migliaia di metri quadri (è il caso di strutture abitative e delle basi logistiche approntate in occasione di eventi culturali e di manifestazioni sportive, o dei campi petroliferi). In base agli utilizzi siamo in grado di noleggiare anche tutti gli accessori interni quali: scrivanie, sedie, armadietti spogliatoi, tavoli mensa, letti... Quali sono le aspettative e strategie del Gruppo per il futuro? Guardiamo al futuro con entusiasmo, alimentando il desiderio di perseguire la politica di investimenti intrapresa, nella convinzione che essa generi benefici a tutti coloro che con autentico spirito di gruppo, cooperano alla sua realizzazione. Siamo ottimisti: siamo convinti che rimarrà comunque spazio per chi opera con professionalità. Continueremo quindi ad investire in qualità e servizio, offrendo tutta la nostra esperienza e le nostre capacità senza dimenticare la flessibilità. Altra strada che percorreremo è la specializzazione: produciamo, vendiamo e noleggiamo monoblocchi e strutture prefabbricate, questo continuerà ad essere il nostro mestiere. Fae-Tecniflor, C.da Piccoli (ZI), Brindisi. Tel. 0831550212, vincenzo.loparco@faeterni.it

... STIAMO CADENDO DAL CIELO STANOTTE. CI SONO UN SACCO DI COSE CHE RIMETTEREI A POSTO SE POTESSI.


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YES WE

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CAN!


La formazione del Footbal Brindisi 1912 scesa in campo nella sfida (vittoriosa) contro la Nocerina il 22 ottobre scorso. Tra noi e le inseguitrici c’è un gran distacco, malgrado la sconfitta di Francavilla. La città riscopre finalmente il calcio. Chissà se qualche grande azienda farà altrettanto e si proporrà come sponsor. WWW.TBMAGAZINE.IT TB 25


I POSTER DI TB 26 TB MARZO 2009


MARCO KILLINGSWORTH WWW.TBMAGAZINE.IT TB 27


INTERVENTI

PORTO: ATTO D’ACCUSA Calogero Casilli attacca Autorità, Comune e Provincia: investimenti sbagliati, progetti obsoleti, scarsa conoscenza delle dinamiche dei mercati.

I

l 2009 è l’anno “terribile” dell’economia mondiale. Gli effetti della crisi finanziaria si faranno sentire con forza sul sistema industriale. Per il nostro Paese la previsione di un valore negativo del prodotto interno lordo al 3,8% avrà riscontri concreti, quali la chiusura di aziende e la perdita di molti posti di lavoro. Si tratta di un declino senza precedenti del sistema economico internazionale, una crisi profonda che sta cambiando gli equilibri economici mondiali e ci riconsegnerà, quando l’economia riprenderà, un mondo diverso da quello che conosciamo. Anche la nostra città sarà toccata da questa terribile crisi, almeno per due aspetti: si abbatterà sull’economia toccando le imprese e la toccherà anche come città portuale. Essendo ormai diventato quello di Brindisi, un porto prevalentemente energetico, con scarsi traffici commerciali, asservito principalmente agli impianti di Edipower ed Enel, sul breve termine, tutto sommato reggerà gli attuali livelli di traffico, legati alla quantità enorme di carbone richiesto dal polo energetico. Mentre la piccola quota di traffico commerciale ancora esistente sconterà riduzioni significative, legate all’andamento della crisi. Il vero problema del porto di Brindisi è l’incapacità, da parte di chi lo dirige, di non perseguire progetti di sviluppo credibili rispetto alle dinamiche del mercato e di persistere in convinzioni ormai superate, che portano a prevedere la realizzazione di impianti portuali destinati a restare inutilizzati. Di fronte ad una crisi così profonda, che cambierà radicalmente il mondo della logistica e dei trasporti, occorre capire per tempo quali scelte fare per saltare, appena possibile, sul carro della ripresa che inevitabilmente ripasserà. Chi segue questi processi con attenzione e competenza, sa di certo che questa crisi del mondo dei trasporti specialmente nel settore

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marittimo e portuale, è di grande portata. A fronte di anni di eccitazione collettiva in cui si prevedevano tassi di crescita incredibili, nei quali si è portato all’estremo il gigantismo navale e portuale, con previsioni di raddoppio dei volumi trasportati entro la prima metà di questo nuovo secolo, il mondo del trasporto marittimo si ritrova con le ossa rotta. La linea di sviluppo dello shipping internazionale di questo ultimo decennio, basata sul gigantismo navale e sulla crescita moltiplicativa delle merci, ha prodotto una politica vorticosa degli ordini delle nuovi navi, analoga al fenomeno distruttivo che ha messo in crisi il sistema del credito internazionale, manifestatosi con la corsa delle banche ai prodotti derivati. Il risultato di questa politica azzardata ed insostenibile, ha prodotto la caduta dei noli, che si sono ridotti ad oggi ad un quinto di quelli che erano all’inizio del 2008, incapaci ormai di coprire i costi industriali del trasporto marittimo. In un momento economico così compromesso, mentre una valanga di nuove navi giganti sta per uscire sul mercato determinando un aumento dell’offerta, nel segmento delle navi portacontainer si registra una caduta della domanda, con sullo sfondo un decremento del traffico dei container, che proseguirà per tutto il 2009 e per buona parte del 2010. Tutto ciò genererà un forte squilibrio a livello mondiale tra domanda e offerta di trasporto marittimo, caratterizzato da noli a picco, margini per le compagnie di navigazione negativi, restrizioni del credito, cancellazioni di ordini, fermo di navi non ammortizzate e di navi nuove appena uscite dai cantieri e subito fermate. Questa concatenazione di eventi negativi toccherà la portualità. Toccherà in particolare quei porti che non hanno sviluppato infrastrutture e sistemi logistici, in grado di ridurre l’incidenza dei costi non direttamente riferibili al trasporto

marittimo, quali i costi terrestri (servizi di intermodalità, costi della gestione dei parchi di container, gestione dei vuoti...). I costi dei servizi terrestri diventano l’elemento di criticità o il fattore competitivo dei porti nell’era della grande crisi economica globale, soprattutto quando ci sarà la ripresa, che non è certo dietro l’angolo. Il mondo dei trasporti è una specie di termometro dell’economia mondiale. Spostando merci da una parte all’altra del mondo, chi può capire meglio di chi opera in questo settore come e quando riprenderà l’economia? Secondo questi operatori, l’economia riprenderà di certo dagli Stati Uniti per poi toccare l’Europa, ma soprattutto la globalizzazione, che ha caratterizzato questi anni, lascerà il posto alla regionalizzazione. Cosa vuol dire questo in soldoni? Vuol dire che negli scambi mercantili mondiali ci sarà meno Cina, più USA ed Europa, i grandi flussi delle merci invertiranno le loro direzioni, cresceranno gli scambi fra Europa ed Usa e fra i paesi dell’Europa dell’Est e del bacino del Mediterraneo, sviluppando un notevole traffico regionale euro-mediterraneo. Con la ripresa dell’economia ritornerà a crescere il prezzo del greggio che si attesterà intorno ai 100-120 dollari, soglia minima che

permetterà ai petrolieri di finanziare nuove ricerche di giacimenti e rendere convenienti i loro investimenti. Anche se la Cina in questi anni è diventata la fabbrica del mondo per la sua forza lavoro a basso costo e per il petrolio a buon mercato, che garantiva convenienza economica alle merci, seppur prodotte in luoghi così lontani dai mercati, con i costi del lavoro che stanno diminuendo fra Cina e i paesi dell’Europa dell’Est e del Nord Africa, col petrolio che si attesterà intorno a cento dollari, non ci sarà più convenienza a trasportare le merci dalla Cina all’Europa, o per lo meno non con i volumi di traffico che si registravano fino a prima della crisi. In uno approccio globale, le grandi compagnie di trasporto tenderanno a regionalizzare le attività. Cosa vuol dire? Vuol dire che non ci sarà spazio per nuovi grandi porti container nel mediterraneo, le grandi compagnie di navigazione mondiali che “fanno il mercato dei porti”, consolideranno solo quelli che ci sono al fine di recuperare gli investimenti fatti nel passato in infrastrutture, nella filiera intermodale sarà

VOGLIO FARTI UN REGALO, QUALCOSA DI DOLCE , QUALCOSA DI RARO


in crescita la componente terrestre (stradale e ferroviaria). Nella prospettiva di una forte regionalizzazione della logistica, a seguito dell’intensificazione degli scambi all’interno dell’Europa, dove i poli produttivi si svilupperanno nei paesi dell’Europa dell’Est, Turchia e Nord Africa, la merce prodotta viaggerà lungo i corridoi intermodali e sulle autostrade del mare mediterranee. I porti che si affermeranno saranno quelli che investiranno in infrastrutture intermodali, in cui sarà possibile instradare la merce proveniente dai vicini poli produttivi regionali, che avranno la necessità di raggiungere i mercati prevalentemente su terra, tramite ferrovie e strade. Saranno i porti euro-regionali delle navi RO-RO ad assicurare il trasporto delle merci, in contrapposizione ai pochi porti HUB che sopravviveranno nel mediterraneo. Pertanto un porto che dispone di una grande retroportualità, di una potenziale intermodalità, compiendo le scelte giuste, nell’ambito di una prospettiva a medio termine, può ben investire nel proprio futuro le risorse economiche pubbliche di cui dispone (che saranno sempre più scarse in prospettiva), ponendo le basi per un posizionamento strategico

all’interno delle nuove filiere logistiche, che il “mondo nuovo” generato dalla crisi consegnerà all’umanità nei prossimi anni. Il sistema porto-retroporto è uno dei modelli vincenti che la nuova logistica richiederà. La logistica nell’epoca della crisi globale basata sulla ricerca estrema dell’ ottimizzazione dei costi e del miglioramento della qualità del servizio, rappresenta il modello per guardare alla stessa crisi come non ad una catastrofe, ma ad una formidabile

di allungamento del porto, come purtroppo erroneamente intende l’Autorità Portuale di Brindisi, che ha già esteso senza senso il proprio demanio marittimo da Brindisi a Cerano. Occorre distinguere fra retroporto improduttivo ai fini dello sviluppo dell’industria della logistica, ed interporto, cioè una struttura considerata come un “nodo della catena logistica” costituita dal terminal intermodale ferroviario e dalla piattaforma logistica, in grado di risolvere il problema del trasporto terrestre in connessione al trasporto marittimo, avviando servizi ferroviari innovativi e competitivi. Purtroppo questi concetti sono estranei ai gestori pro-tempore delle istituzioni brindisine, che hanno la responsabilità di utilizzare le risorse finanziarie pubbliche, per creare le giuste condizioni per lo sviluppo. Che dire dell’Autorità Portuale, che si ostina a proporre nel suo obsoleto Piano Operativo Triennale 2009-2011 con tante opere inutili previste in quel documento, la realizzazione di un grande terminal container di 2-3 milioni di TEUS (chi sa quale “esperto” ha fissato questi numeri), senza indicarne le fonti di finanziamento? Realizzare un’opera di questo tipo tra Capo Bianco e Punta di Torre Cavallo, vuol dire seppellire sotto milioni di metri cubi di cemento il tratto di costa prospiciente il petrolchimico, con tutto quello che ne consegue dal punto di vista ambientale e della tutela delle coste. Ma l’obiezione non è semplicemente di carattere ambientale, ma di merito, se si avessero le capacità finanziarie di fare una simile infrastruttura, vorrebbe dire realizzare un impianto portuale fuori dal mercato, che rimarrebbe una cattedrale nel deserto. Ma questo Presidente, specializzato a pensare opere inutili a lungo termine, incapace di portare un solo nuovo traffico commercialmente valido nel nostro porto, propone anche un mastodontico nuovo porto industriale a Cerano, una sorta di darsena energetica da realizzare in chi sa quanti anni, con chi sa quali soldi, in grado di garantire a lungo la presenza del carbone a Brindisi. Lo stesso Presidente del porto, così attento ad organizzare meste conferenze stampa (con giornalisti che non gli fanno mai la “domandina giusta”) in cui presenta di tanto

“Tra qualche mese i brindisini

potranno cambiare i loro

dirigenti incapaci. E speriamo bene” opportunità. Il rapporto fra territorio e porto in grado di far attecchire e sviluppare la logistica, che rappresenta un vero e proprio comparto industriale ad alto valore aggiunto, non si basa sulla “semplice considerazione di avere un “retroporto” concepito alla stregua di un semplice allargamento del demanio portuale, dove posizionare uffici sanitari, dogane, operatori. Configurandolo come una specie

in tanto gli striminziti dati di traffico del porto, consistenti in qualche auto o tir che si è imbarcato dal porto di Brindisi verso la Grecia o l’Albania, e si rammarica quando questo trascurabile traffico diminuisce (forse manca all’appello qualche albanese che non passa più da Brindisi!) dichiarando “che accade per la crisi internazionale”. Quando capita che il traffico sale (qualche camionista greco pensa che è meglio passare

NON UN COMUNE REGALO, DI QUELLI CHE HAI PERSO, O MAI APERTO, O LASCIATO IN TRENO, O MAI ACCETTATO...

da Brindisi piuttosto che da Bari) anche di qualche virgola per cento, dichiara che sale per qualche nascosta “capacità” dello stesso Presidente, e via articoli di giubilo sui giornali e televisioni locali! Ma le altre istituzioni brindisine mica sono migliori di questo Presidente dai progetti inutili e a lungo termine. La Regione Puglia qualche anno fa aveva previsto con lungimiranza per Brindisi, un piano di investimenti sulla logistica tramite il programma “PIT 7 Logistica”. L’attuatore del piano è stata la Provincia di Brindisi. Il progetto si è chiuso da tempo ma, nonostante gli ingenti capitali spesi, non ho visto nemmeno una infrastruttura intermodale rilevante nascere a Brindisi e nessuna azienda di logistica insediarsi sul nostro territorio. E allora, come è stato utilizzato il PIT 7 della logistica dall’Amministrazione provinciale, è quale sviluppo di attività economiche legate al mondo dei trasporti intermodali e della logistica è stata attirata sul territorio? Piacerebbe avere la risposta. Anche il Comune non è stato da meno in questo settore. Della vaghezza del progetto Città d’Acqua sono tutti a conoscenza, non occorre aggiungere nulla. Per il resto in questi cinque anni, per quanto riguarda lo sviluppo dell’economia brindisina, al di là dei no detti ad alta voce e con arroganza verso determinati investimenti e non verso altri, il sindaco non ha dato segni di vita. Le politiche di sviluppo delle attività portuali sono determinate anche da altre figure, infatti nell’organo di controllo delle attività del presidente del porto, il Comitato Portuale, sono presenti il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio, la Regione, sindacati, imprenditori e altri rappresentati di istituzioni nazionali, ma da questa articolata compagine non sono venuti evidentemente obiezioni sulle linee di sviluppo del porto, totalmente inadeguate alla rinascita di Brindisi. Cosa dire infine? Come si diceva all’inizio dell’articolo, il 2009 è l’anno “terribile” dell’economia mondiale, ma è anche l’anno elettorale e cosa si fa nelle imprese che vanno male? Si cambiano i dirigenti, si mandano a casa quelli incapaci. I brindisini hanno la possibilità di cambiare i loro “dirigenti incapaci”: dovranno scegliere il sindaco, il presidente della provincia. Poi nel corso dell’anno cambierà anche il Presidente della Camera di Commercio, qualcuno tra i diretti interessati ha capito e non si presenterà più. Rimane solo la speranza che una nuova “squadra di governo” si formi e si dedichi con passione allo sviluppo della città. Speriamo che la squadra che sarà, giochi una buona partita. Ma stiamo attenti ai riciclati e a chi ha determinato la penosa situazione di crisi in cui si trova la città, magari indicando a suo tempo il presidente del porto, ed è moralmente corresponsabile della politica del “non fare” registrata fino ad oggi. Ricordiamoli questi signori e se si presenteranno per essere eletti da qualche parte, lasciamoli a casa! Ne va del nostro futuro. Calogero Casilli

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CULTURA DANZA

Un brindisino sul palco

Maurizio Ciccolella porta in scena “L’Attesa”

N

Non si può parlare di teatro a Brindisi senza citare Maurizio Ciccolella. Figura emergente della scena teatrale regionale, si è imposto all’attenzione del pubblico e della critica con lavori fortemente innovativi sia in qualità di attore che di regista. Nel corso di questi anni nei suoi spettacoli ha sempre cercato di cogliere insieme l’essenziale e il particolare della situazione rappresentata; ma è soprattutto la relazione pubblico-attori, attore-attore e testoattore che lo interessa e lo stimola. Insomma il teatro deve essere vita, comunicazione ed emozione, quest’ultima intesa anche nell’accezione di emo-azione, ossia azione del sangue. Un teatro di pancia, si potrebbe dire, dove quello che viene rappresentato in scena ha lo scopo di creare la tensione dello spettacolo che incalza l’attenzione dello spettatore. Non è certo un caso che nella sua pur giovane carriera (non ha ancora compiuto 35 anni) Ciccolella abbia conosciuto e lavorato con alcuni tra i più grandi Maestri del teatro italiano, primo fra tutti quel Luca Ronconi, massimo esponente del teatro contemporaneo, con il quale ha anche studiato nella Scuola di Teatro del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa dove si è diplomato nel 2003. E poi Giuseppe Patroni Griffi, Gigi Proietti, Roman Polanski, Franco Zeffirelli e Peter Stein. A un certo punto però abbandona i grandi palcoscenici d’Italia e d’Europa e le estenuanti tournee per rincorrere un sogno. Portare la sua esperienza e la sua poetica nella propria città, quella stessa che aveva dovuto abbandonare dopo il diploma superiore. È così che nasce l’Associazione S.M.T.M., acronimo di Scuola per i Mestieri del Teatro del Mediterraneo, che si occupa principalmente di realizzazione di spettacoli teatrali e formazione. Quando Ciccolella inizia a lavorare a Brindisi, l’attività teatrale era ancora affidata a sporadiche esperienze e piccole produzioni locali. Il nuovo rifiorire del teatro in città fa di lui un precursore e un valido promotore di una cultura lentamente in crescita. A conferma delle capacità, dell’esperienza e della bravura del nostro concittadino, arriva l’ultimo spettacolo realizzato come attore, “L’Attesa” che vede alla regia un altro grande nome, in questo caso del cinema italiano: Alessandro Piva, regista de “La Capa Gira”, presentato al Festival di Berlino e vincitore del David di Donatelo nel 2000 e di “Mio Cognato” presentato al Festival di Locarno nel 2003, qui al suo debutto nella regia teatrale.

Lo spettacolo andrà in scena il 13 marzo a Locorotondo, il 14 marzo a Mesagne e il 18 marzo a Martina Franca (info: segreteria@motumus.it). “L’attesa” è una storia semplice. È la storia di due persone in attesa di notizie sui loro cari, in una corsia sperduta nel deserto asettico di un ospedale. Lei (Roberta Cartocci) ha ventinove anni ed è rumena. Per caso e per amore è finita in Italia, dove ha sposato un italiano, che fa il camionista. Con lui ha avuto due figli: il primo prende il nome per il padre che è napoletano, il secondo per il padre di lei, morto prima che potesse vedere sua figlia felice… Lui (Maurizio Ciccolella) è un importante manager di un’importante impresa immobiliare. Tutta la sua vita ha seguito un unico programma: il suo. Perfetto in tutto quello che fa, sicuro e dal piglio del professionista che prima o poi sarà in vetta, nella sua vita si apre una crepa genuinamente e sapientemente colta da un’ umile e chiassosa compagna d’attesa: lei. Si tratta di una “lei” e un “lui” non proprio tipici, due spaccati “non ortodossi” del mondo… ma lo stesso questi due mondi si incontrano, in una sala d’attesa e incassano un’attesa che sembra non finire mai… un ring tra loro e quell’attesa, tra il loro dolore e una burocrazia tanto più crudele quanto più è invisibile, implacabile, fatta di un muro di camici bianchi muti e ostinati; un ring tra sorrisi e lacrime senza vinti né vincitori. Un’altra grande prova di attore per Ciccolella che dimostra ancora una volta una capacità di interpretazione fuori dal comune, accompagnato da una straordinaria Roberta Cartocci, già nominata attrice dell’anno. Chi vuole conoscere l’attività dell’associazione SMTM e di Maurizio Ciccolella può consultare il sito www.motumus.it.

APPUNTAMENTI TEATRO Lunedì 16 e Martedì 17 Dux in Scatola Sussumaniello Autobiografia d’oltretomba di Benito Mussolini, di e con Daniele Timpano. Un attore solo in scena, in compagnia di un baule contenente le spoglie del duce Info: 0831 229230. TEATRO Giovedì 19 e Venerdì 20 Lezioni Americane Nuovo Teatro Verdi Giorgio Albertazzi porta in scena le cinque conferenze scritte nel 1985 da Italo Calvino per la Harvard University e mai tenute, 30 TB MARZO 2009

Affermazione di Arte Danza a “Talenti in Palcoscenico” Grande affermazione per il Centro Arte Danza diretto da Claudia Giubilo che nei giorni scorsi ha partecipato alla sesta edizione del concorso internazionale di danza Talenti in palcoscenico, svoltosi presso il Teatro Nuovo di Martina Franca. Le allieve si sono esibite di fronte ad una giuria composta dai grandi nomi della danza classica, contemporanea e modern Jazz, del calibro di Frederic Olivieri (direttore della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala), Gilbert Mayer (docente di fama internazionale dell’Opera di Parigi), Pompea Santoro per il Contemporaneo e Jodi GoodMan per il modern jazz. Le coreografie di Claudia Giubilo sono arrivate in finale dopo una dura selezione. Le vincitrici sono Cassandra Bianco, seconda classificata nella categoria solisti Jazz juniores; Anna Esposito, Alessandra De Solda e Valentina De Vito, seconde nella categoria gruppi Jazz seniores. Claudia Giubilo, naturalmente, è raggiante per il risultato raggiunto: «Il duro lavoro e al conseguente crescita professionale, ci permettono oggi di presentarci come una bella realtà a livelli internazionale».

in collaborazione con www.eventibrindisi.com

perché lo scrittore morì qualche mese prima di partire per gli Stati Uniti. Calvino parlava di Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità. Info: 0831 229230. TEATRO Martedì 31 Bothanica Nuovo Teatro Verdi La Momix Dance Theatre di Moses Pendleton propongono un viaggio nella natura meravigliosa e affascinante, portandoci in trepidanti mondi nascosti, fino ad esplorare la sessualità delle api o l’algida voluttuosità di creature arcane. Uno spettacolo inebriante e struggente, che si sofferma

sulla bellezza e la meraviglia di un mondo da preservare. Info: 0831 229230. MUSICA 13-14-15 Marzo Italia Wave Goldoni Più di 130 date in ogni regione d’Italia per i gruppi emergenti e due turni di selezioni dal vivo con 20 date per dj e vj. Questi i numeri dei concorsi promossi dalla fondazione Arezzo Wave Italia che entrano adesso nel vivo con la fase di selezione live. Questi i gruppi che si sfideranno nella date di eliminatorie in programma a Brindisi (13, 14, 15 marzo al Goldoni): Albanuova,

Cats’n’joe, Dna71, Emica, Hs, La Resistenza, Lenula, Meaning aura, Missiva, Senza Rancore Fran, Skalento e Stone Blind. Finale regionale a Erchie (Br) domenica 5 aprile. Info: Associazione Groopho Brindisi, tel. 3405933970, info@groopho.it ARTE 5 Marzo - 5 Aprile Oltre l’Amore Ex Convento Santa Chiara Rassegna dnazionale di arte sacra contemporanea organizzata dall’associazione “Le ali di Mirna”, aperta a tutte le arti figurative. Inugurazione alle ore 18 del 5 marzo.

...DI QUELLI CHE APRI E POI PIANGI , CHE SEI CONTENTA E NON FINGI...


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OPINIONI

Le dita nel naso

di Dario Bresolin

Sapete una cosa: siamo tutti “figli di nera” Figlia di emigrati, testimoni di realtà diverse. Ma perché spesso ce ne dimentichiamo?

M

i piage la basta gol sugo e le borbette, bbuono, però non mangio la mussarella”. “Devo gombrare i belati”. “Oggi piùbe, mannagghia!”. Molti anni fa queste frasi avrebbero certamente trovato spazio in una campagna pubblicitaria della più nota compagnia aerea tedesca, accompagnati dalla didascalia “Dichiarazione autentica di un passeggero”. Oggi, invece, fanno parte della quotidianità di questa misera, triste, sfiancata e moribonda città di provincia perché è il linguaggio dei ragazzi africani, ospiti più o meno graditi, insieme con gli altri, di questa nostra comunità sempre in bilico tra ciò che vorrebbe essere e quello che si è costretti ad essere, ormai stanca di combattere battaglie che non vinceranno mai. In quanti ci siamo accorti che da qualche anno abbiamo l’esodo dei ragazzi brindisini che vanno a lavorare fuori? Si chiama “emigrazione”. E’ il fenomeno che i sociologhi fanno appartenere a quelle realtà economicamente depresse all’interno delle quali l’economia non gira o, per meglio dire, gira solo per pochi. I brindisini ormai emigrano dappertutto, con o senza laurea. Di contro, accogliamo gli “immigrati”, ragazzi africani, arabi, afgani o di qualunque etnìa. Arrivano qui su barconi via Lampedusa, la “Malpensa dei disperati”, oppure sotto un tir via nave. E sapete che lavori fanno? Addetti alle pulizie, manovalanza agricola,camerieri e lava-

piatti. Rimangono qui qualche tempo poi “riemigrano” dove esiste l’Italia vera. E alcuni di questi diventano magazzinieri, operai, addetti del commercio, a volte titolari di impresa. Insomma, noi ci impoveriamo di quella forza lavoro giovanile che va fuori a fare quello che qui non farebbero mai e la importiamo, pari pari, dai paesi economicamente più svantaggiati. Inutile commentare. Però, il fatto che siano “neri” spesso disturba. Già, questi “neri” sono diversi da quelli che abbiamo “servito”, perché americani, quando a due passi da noi avevamo la “Base NATO”. Questi sono “neri poveri”, non ci piacciono. Danno fastidio perché sono sempre visibili, fanno bene il loro lavoro, non discutono molto, non violentano le nostre donne ma a volte ci si fidanzano. Per i benpensanti, nome che si dà spesso agli imbecilli di ogni

“Non ci impoveriamo di quella

forza lavoro giovanile che va fuori

a fare quello che qui non farebbe mai” età e ceto sociale per non chiamarli direttamente “disturbati sociali”, gli immigrati sono un problema perché… inattaccabili. Se usano la corriera o il treno pagano il biglietto, non rubano nei supermercati, non puzzano, quando incontrano qualcuno dicono “buongiorno” o “buonasera” e, pensate un po’, parlano pure inglese. Li ho visti, tutti insieme, in quella bellissima domenica di giugno,

in fila sul lungomare a seguire la Messa del Papa, quel Papa che ricordava al mondo di quanta solidarietà e calore sia capace questa città. E loro lo avvertono, lo sanno, lo dicono. Ma in città ci sono anche altri “soggetti” come i rumeni, una razza a parte anche se non rom. È curioso come i loro occhi mai si allineano al sorriso della bocca, quando raramente sorridono.

E qui la città si spacca in due perché, se è vero che ci sono quelli che ti lacerano le palle con la fisarmonica e l’elemosina, rumene sono anche le signore di ogni età, ed anche qualche ragazzo, che lasciano casa e famiglia per guadagnare qualcosa lavando il culo ai “nostri” anziani ammalati, spesso per poter curare i “loro”. E curano i nostri come se fossero davvero “loro”.

VORREI DONARE IL TUO SORRISO ALLA LUNA PERCHÉ DI NOTTE CHI LA GUARDA POSSA PENSARE A TE

La domenica pomeriggio, al corso, è un pullulare di queste donne che si raccontano e raccontano la loro semplice dignità anche nel silenzio. Non so perché, ma a me non sembrano tanto diverse dalle nostre donne del dopoguerra, quando la fame era un patrimonio comune tranne che per pochi. E le vedi quasi contente, insieme, quando condividono il tavolino di un bar per bere qualcosa di forte, come è tradizione per loro. Poi chiamano a casa. E quel “ccè faci?” con gli occhi lucidi. Quella frase è una beffa, con un suono così prepotentemente brindisino che per loro significa, però, semplicemente “come stai?”. Anche io ho un cognome che non è di qui. Siamo in tantissimi che abbiamo cognomi e storie famigliari che non erano brindisine e lo sono poi diventate. In realtà, siamo tutti “figli di nera”, figli di emigrati, testimoni di tante terre diverse che solo qui hanno potuto trovare una realtà di vita. Quello che non capisco è il perché spesso ce ne dimentichiamo. Tempo fa, una signora molto semplice e con i capelli bianchi, in fila al supermercato, osservava due ragazzi neri anche loro in fila. E disse una frase alla cassiera. “Eh, signurì, ormai sti fìgghi sontu puru fìgghi nuestri, insiemi all’atri.” Poi la signora si voltò e sorrise ai ragazzi con un “ciao”. E questi ricambiarono il saluto, sorridendo. Credo che la città vera abbia il cuore di quella signora con i capelli bianchi che, camminando a fatica, se ne andò piano piano con la sua busta della spesa.

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OPINIONI

Buona vita!

di Don Giuseppe Satriano

Sguardo verso il cielo e piedi radicati in terra Pregare è rendere sacro il tempo: non più un freddo susseguirsi di istanti, ore, mesi, anni.

C

on questa pagina concludo un percorso nel quale ho cercato di commentare alcuni passaggi di quel “magistero brindisino” che Benedetto XVI ha consegnato con la sua visita del 14/15 giugno 2008 alla nostra Città, consapevole che molto rimane da esplorare nella ricchezza dei suoi messaggi. Il tema annunciato è caro alla tradizione cristiana e molto attuale anche per la vita dell’uomo d’oggi: la preghiera. L’occasione mi è data dal discorso tenuto dal Papa ai sacerdoti e ai diaconi della Diocesi nella Cattedrale di Brindisi, il pomeriggio del 15 giugno: «Cristo, che è la Via, la Verità e la Vita (cfr Gv 14,6), sia il tema del nostro pensare, l’argomento del nostro parlare, il motivo del nostro vivere... perché la vostra sia una fede forte e vigorosa occorre, come ben sapete, alimentarla con un’assidua preghiera. Siate pertanto modelli di preghiera, diventate maestri di preghiera. Le vostre giornate siano scandite dai tempi dell’orazione. So che tante cose ci premono... ma se non siano interiormente in comunione con Dio non possiamo dare niente neppure agli altri. Perciò Dio è la prima priorità». Passaggi densi, chiari, in cui sacerdoti e diaconi sono invitati a dare priorità a Dio, sottraendo il tempo alla frenesia del fare per ritrovare nel tempo stesso “il luogo” dell’incontro con Dio,

il totalmente Altro nel quale ciascuno trova la sua più giusta definizione. Questo argomento della priorità di Dio e della preghiera dedicata a Lui ha sicuramente assorbito spesso la nostra infanzia, ed una “certa” educazione, non sempre rispondente al Vangelo, ha molte volte puntato più sul mandare a memoria e sul dire le preghiere, che sul capire cosa significasse pregare secondo la testimonianza di Gesù. Abbiamo così relegato la preghiera nel vicolo cieco delle nostre “attese disperate” dove a Dio viene chiesto di attestare la sua presenza con un “miracolo impossibile” agli uomini. La preghiera così intesa diviene fuorviante, un salvagente sgonfio gettato tra i marosi di un’esistenza soffocante, mentre la fede e Dio si attestano come invenzione, frutto di immaginazione infantile o di raggiro storico. Le parole del Papa invece riconducono a cogliere come alla base del valore della preghiera non ci sia tanto il suo potere ”taumaturgico” di operare facili soluzioni ai nostri problemi, quanto la capacità di restituire l’uomo ad una relazione significativa con la quale ricollocarsi nel giusto rapporto con la realtà che lo circonda. La vera “guarigione” operata dalla preghiera è da un lato decentrare l’uomo da un sottile delirio d’onnipotenza per restituirlo alla categoria della

relazione: con Dio, con i fratelli, con il creato; e dall’altro fargli superare quella dimensione religiosa distorta che vede nel rapporto con Dio il nesso causale necessario a giustificare l’imprevedibile e l’ignoto della

stessi, cogliendosi come mistero, realtà semplice e complessa al tempo stesso. Pregare è rendere “sacro” il tempo, non più vuoto contenitore di un susseguirsi errabondo di istanti, momenti, ore, mesi e anni, ma “spazio

ma il compagno di strada, e la fede, non più puerile ed illusoria adesione, diviene percorso di libertà nella consegna di sé per riconquistare la vita come bellezza donata.

«Guardare il cielo non è perdersi dietro le nuvole ma specchiarsi in un “oltre” dal quale trae senso e significato il mistero stesso della vita» nostra vita, o la proiezione dei propri desideri. Pregare è atteggiamento di chi si sente pellegrino, mendicante di luce. Pregare è ricerca fatta insieme, in una relazione che apre spazi sempre nuovi, freschi, ricchi di presenza, di alterità viva e vivificante. Pregare è imparare a capire se

separato (= consacrato) per”... l’incontro, per... la comunione, per...la ricerca di senso. Solo in questo modo la preghiera non esprime più fredda ritualità o atteggiamento funzionale, ma diviene esperienza esistenziale palpitante capace di trasfigurare il vivere, la quotidianità. Dio non è più l’irragiungibile

PER RICORDARTI CHE IL MIO AMORE È IMPORTANTE, CHE NON IMPORTA CIÒ CHE DICE LA GENTE PERCHÈ

A

ffermare come fa il Pontefice che ”Dio è la prima priorità”, è riassaporare il giusto ordine delle cose. Questo è vitale per ogni uomo, non solo per chi ha consacrato se stesso ad una totale logica evangelica, ma per ogni essere umano che “guardando in alto” impara a stare con i piedi per terra. Sì, la piena umanizzazione del nostro vivere non credo nasca dalla semplicistica esaltazione della razionalità, speculativa e progettuale, ma spesso povera di sguardi profondi e contemplativi capaci di andare verso l’oltre, verso l’altro. “Guardare il cielo” non è perdersi dietro le nuvole ma specchiarsi in un “oltre” dal quale trae senso e significato il mistero stesso della vita. Nella preghiera c’è dunque il respiro di Dio capace di aprirci ad un amore grande per quanto è posto nella nostra vita perché ogni cosa abbia un senso e sia “cosa buona” (Genesi 1) ogni giorno, per sempre. Buona Vita!

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INIZIATIVE

PARTE CONFISHOP Un circuito per sostenere il commercio cittadino e far guadagnare soldi ai consumatori. Previsti anche altri vantaggi. Si parte dal 2 marzo. Ecco come funzionerà

S

ono una sessantina i negozi che hanno aderito a Confishop, il circuito ideato dalla Confesercenti per dare una spinta ai consumi stagnanti e per invogliare i brindisini a spendere i propri soldi nei negozi della città, piuttosto che nei centri commerciali. Il presidente provinciale Tony D’Amore (in foto) ci spiega in cosa consiste l’iniziativa, che partirà dal 2 marzo. «ConfiShop è uno strumento di fidelizzazione che permette, attraverso la creazione di un “borsellino elettronico”, di offrire ai clienti una somma di denaro contante da spendere immediatamente all’interno dei negozi aderenti alla rete. Il cliente riceverà 50 centesimi di buoni acquisto per ogni 10 euro di spesa. Confishop è un vero e proprio centro commerciale virtuale, che offre ai clienti la possibilità di moltiplicare il loro denaro semplicemente facendo la spesa di tutti i giorni nei negozi della città aderenti al circuito». Come funziona? «È sufficiente un collegamento internet

ed un telefono cellulare. Al momento della registrazione il cliente riceverà sul suo cellulare i codici di accesso al sito internet e la password di autorizzazione all’uso del credito; i movimenti effettuati potranno essere verificati sul sito internet oppure inviando un semplice Sms al numero ConfiShop. Ad ogni operazione di acquisto effettuata all’interno della rete ConfiShop il cliente maturerà il credito di 50 centesimi ogni 10 euro di acquisto effettuato. Il credito sarà caricato direttamente nel punto vendita presso il quale viene effettuato l’acquisto ed il cliente dovrà solo comunicare il proprio nome e cognome; i buoni acquisto potranno essere spesi, senza limiti di tempo ne di importo, già dall’acquisto successivo nello stesso negozio o in uno qualun-

que di quelli aderenti alla rete ConfiShop». Quali sono i vantaggi? «Puntiamo ad incentivare le vendite e aumentare il volume di affari dei negozi della città; sviluppare rapporti durevoli con i clienti, conferendo loro più importanza e la percezione di un trattamento speciale; trasformare i clienti occasionali in clienti abituali; contrastare i centri commerciali; disporre di una banca dati clienti e di una piattaforma Web per operazioni di direct marketing verso la clientela. I clienti invece potranno avere un credito “contante” che potrà essere speso senza limiti di tempo né di importo, e decidere in autonomia dove e quanto spendere del loro borsellino elettronico. Inoltre potranno partecipare ad operazioni a premio organizzate dalla Confesercenti o dai singoli negozi aderenti al circuito ed essere immediatamente informati su sconti e promozioni all’interno del circuito ConfiShop». Come funziona il “borsellino elettronico”? «Una volta attivato, il borsellino elettronico rappresenta denaro contante. Ad ogni acquisto effettuato corrisponderà un incremento del borsellino. Per maggiore sicurezza, la password di autorizzazione all’utilizzo del credito sarà monouso e verrà immediatamente sostituita, sempre via SMS, subito dopo essere

DIRITTI & DOVERI

stata usata. Attraverso i codici di accesso al sito internet sarà in ogni momento possibile verificare le operazioni di carico e scarico del credito maturato e visualizzarne il saldo aggiornato. Il credito maturato all’interno del borsellino elettronico potrà essere utilizzato in tutto o in parte, senza limiti di tempo e senza importi minimi. Con “ConfiShop” sarà possibile partecipare a delle operazioni a premio ed i clienti del sistema potranno vincere dei premi (viaggi, abbigliamento, trattamenti di bellezza...) offerti dai negozi aderenti e comunque complementari alla ricarica del credito». Questi i negozi che avevano aderito all’iniziativa fino al 25 febbraio scorso: Chicco, Portobello’s, Penny Black, Next Stop, Sartoria Alfiero, Guru, Loft, Suite, V Strada, Cavot, Antonella Intimo, Meeting, Pietr Pal, Snorkio, Archivio storico, Le.Ro, L’altra moda sms group, Number One, Cesana Intimo, Fedele Gastronomia, Market da Eliana, Pisani Attilio, Colore e Calore, Corredi Cordisco, Arrosteria Braico, Bar Ausonia, Menhir, Osteria da Mario, I delfini, Il Cigno, Donna Più, Baby Angels, Lui e Lei, Centro Bluette, Savarese, Maquillage e capelli, De Bernardi, Tagliati per il successo, Spagnolo sport, Fazzina Viaggi, Vallarino viaggi, Linea Top Sport, Appia Store, Cts Titi, Top Gym Club, Eco store, Essedi Shop, Computer discount, Puntoinformatica, Ecoprint. Per ulteriori informazioni: www.confishop.it, 0831.523190, info@confesercentibr.it.

di Emilio Graziuso

Quegli asterischi a rischio...

I

l codice del consumo annovera tra i diritti fondamentali dei consumatori quello alla trasparenza, vale a dire ad una adeguata informazione ed a una corretta pubblicità. La trasparenza è, quindi, invocata da molti come la ricetta per un mercato economico più equo che qualora applicata, accrescerebbe le possibilità di scelta del pubblico favorendo la concorrenza e prevenendo il contenzioso. Purtroppo, però, ciò, ancora, non accade ed il consumatore

è spesso vittima di forme di pubblicità poco chiare. Basti pensare, ad esempio, ai cartelloni dei gestori telefonici o delle finanziarie, nei quali è immancabile, accanto alla parte riportata in caratteri cubitali, quella in caratteri minuscoli, richiamata da un semplice asterisco, spesso difficilmente leggibile ed alla quale molti non fanno caso, attratti dal messaggio promozionale contenuto nel manifesto. Purtroppo, però, questa tecnica di “camuffamento” delle caratteristiche dei beni e/o

servizi è adottata anche in settori più delicati, quale, ad esempio, quello degli ingredienti contenuti in alcuni generi alimentari (penso, ad esempio, al recente scandalo degli omogeneizzati al prosciutto) che non intaccano il portafoglio ma la salute dei consumatori. Spesso, anche in questi casi, assistiamo all’utilizzo di un “asterisco” per spiegare nel dettaglio le reali caratteristiche del prodotto. Questa prassi è in aperto contrasto con quanto disposto dal d.lgs. 109/92, il quale,

all’art. 8, prevede uno specifico obbligo di informazione del consumatore in merito all’ingrediente caratterizzante, che deve figurare già nella denominazione di vendita. E la pubblica amministrazione è trasparente nelle comunicazioni che riguardano i cittadini? Gli avvisi affissi con manifesti per strada, così come è avvenuto a Brindisi non molto tempo fa, relativamente alle informazioni concernenti il modello di autocertificazione da presentare presso

TU MI HAI PROTETTO CON LA TUA GELOSIA, CHE MOLTO STANCO IL TUO SORRISO NON ANDAVA VIA...

la società EnergeKo Gas Italia e le relative scadenze di pagamento, sono forme di comunicazione trasparente in grado di raggiungere tutti i cittadini? Al riguardo nutro qualche dubbio!

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PARLANO I LETTORI

Voci di popolo

lettere, email, fax, sms

Troppo buona

LA PIÚ BELLA DEL MESE

Brindisi, Treviso

di ElleKappa

Mi piace TB perchè è informazione positiva, schietta ed interessante! E poi ritrovo tra i complici un mio concittadino (di Ostuni), anche se adesso vivo a Brindisi...nello stesso condominio di una vostra collaboratrice... insomma: TB mi è caro e familiare, ed ha contribuito a migliorare l’idea che mi ero fatta un anno fa di Brindisi! Grazie ragazzi!! Giusy Santomanco

La candidatura d Brindisi a capitale della cultura in sè non sarebbe una pessima idea, se solo ci fossero le basi adatte, che non ci sono, o meglio esistono solo in parte, in quanto la cultura che Brindisi può vantare è una cultura fatta da brindisini ormai morti e sopolti. Io abito a Treviso, città che francamente non mi piace per molte ragioni, ma assolutamente apprezzabile la cura che hanno del proprio territorio, e gli eventi che ospitano in esso. Ogni anno fanno mostre di notissimi pittori, di mostre di oggetti provenienti da tutto il mondo, spettacoli, musica per tutte le vie del centro in alcune notti dell’anno, e quando parlo di cura del territorio sfiorano l’esagerazione, in quanto non è strano vedere persone che ramazzano i marciapiedi fuori dalle proprie case, in quanto reputano casa loro anche il territorio attiguo. Ho lasciato questo commento in quanto amo Brindisi e mi piacerebbe vederla crescere negli aspetti che dovrebbero essere propri di una città, che sia capitale europea della cultura o no. Paolo Lioce

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Il senso della cultura

Sono passati due lunghi anni da quando mi sono trasferito a Roma e in due anni ho avuto modo di sensibilizzarmi maggiormente sulle varie vicende che avvengono a Brindisi, soprattutto per quanto riguarda la cultura e l’ambiente, un po’ meno per la politica. Tutti si lamentano che in città non c’è cultura, reputando la remota iniziativa del 2019, di Brindisi

Capitale Europea della Cultura “una grande cazzata”. Io credo che il problema presente a Brindisi è che le Istituzioni non riescono a far recepire il senso della cultura alla città intera e ciò crea confusione nei brindisini, rendendoli pessimisti e poco fiduciosi nelle iniziative. Però devono anche essere i cittadini stessi a dare il loro supporto alle Istituzioni, indifferentemente da legami politici opposti. Ma questo non avviene!

Perciò i singoli brindisini vivono in celle frigorifere che si sono autocostruiti accumulando la sfiducia nei confronti delle persone che hanno scelto di far governare, qundi divenendo freddi, ostili a qualsiasi iniziativa, sia essa la migliore del mondo. Ma la questione in gioco è che non basta eleggere un amministratore Pinco Pallino per sistemare la città, solo perché egli ha promesso di fare meno rutti a tavola per migliorare l’ambiente ed aumentare il livello di cultura. Bisogna fiancheggiarlo (con proposte e “desideri” da condividere coi propri coabitanti) e non lasciare che sia lui ad implicare qualcosa, se si accorge che l’obiettivo che si è prefissato non sta giungendo a buon fine (per essere gratuitamente accusato di essere un fallito). Brindisi per migliorare non ha bisogno semplicemente di persone nuove in amministrazione (non per dire che ci siano incompetenti, sia chiaro), ma che i suoi abitanti si attivino. Quindi tutta la cittadinanza deve essere attiva. Non solo alcune persone, che possono essere definite “gli eletti”. Ovviamente quel che serve è la reciprocità, non le lamentele schematiche, ipocrite ed individualiste che scorrazzano tutt’oggi nell’aria. Impegnamoci, su! Marco Nocera

Ogni volta che ritorno...

Vivo a Milano ormai da 10 anni dopo aver tentato invano di trovare lavoro a Brindisi, ma sembrava che non fossi all’altezza dell’eco-

nomia brindisina (o forse il contrario?). Lavoro in Siemens come consulente aziendale occupandomi principalmente di analisi e ridefinizione di processi aziendali. Brindisi... ce l’ho sempre nel cuore come ogni persona che è stata costretta a spostarsi per vari motivi, però ogni volta che ritorno rimango sempre amareggiato nel constatare che anzichè migliorare peggiora sempre più; forse sono un pò troppo severo nel giudizio però non riesco a fare a meno di domandarmi perché certe cose qui in Lombardia funzionano e giù no. Non parlo di attività economiche ma di servizi al pubblico, uffici comunali: perchè a Sesto S.Giovanni posso chiamere ad un ufficio del comune alle 17.30 e trovare una persona disposta a darmi tutte le informazioni di cui ho bisogno e a Brindisi no? Sono entrambi impiegati comunali. Forse quelli di Sesto sono dei pirla che rimangono in ufficio fino alle 17.30? Giuseppe Ligi

Stati generali del Porto

Venerdì 6 marzo il Propeller Club Port of Brindisi, presieduto da Nicola Zizzi, raduna gli Stati generali del Porto per discutere dei problemi e delle prospettive dello scalo brindisino. A partire dalle ore 18, nella sala conferenze dell’hotel Orientale, operatori e rappresentanti istituzionali discuteranno di progetti ed ostacoli allo sviluppo. Il dibattito sarà introdotto e moderato dal giornalista del Corriere del Mezzogiorno Marcello Orlandini. Inviate le vostre lettere a: posta@tbmagazine.it info@fabiomollica.com

DEVO PARTIRE PERÒ SE HO NEL CUORE, LA TUA PRESENZA È SEMPRE ARRIVO E MAI PARTENZA


FUORI CASA

LA DOLCE VITA

vini, sapori, luoghi, eventi, persone

Brindisi in cantina

PREMIO QUALITÁ 2009

OSPITALITÁ A CINQUE STELLE

Tre variazioni di Negroamaro Patrunu Rò Botrugno Un Negroamaro in purezza, dal colore rosso rubino luminoso. Profumo di frutta e sapore piacevolmente sapido e schietto, come tutti i vini di questa cantina. Suggerito su primi piatti sapidi, carni rosse e formaggi stagionati. www.vinisalento.com

Cinque alberghi e tre ristoranti del capoluogo hanno ottenuto il riconoscimento dalla Camera di Commercio: standard elevati, professionalità, continuo miglioramento delle prestazioni

L

a Camera di Commercio di Brindisi e l’Isnart (Istituto nazionale di ricerche turistiche), in collaborazione con l’azienda speciale Isfores, hanno realizzato il Progetto ”Marchio di Qualità” 2009, iniziativa che ha come obiettivo la promozione della qualità e tipicità dei servizi erogati dalle imprese del settore dell’ospitalità e della ristorazione, finalizzati alla valorizzazione e sviluppo dell’offerta turistica integrata del territorio. Il “Marchio di Qualità” è stato assegnato a ben 59 strutture della provincia (alberghi, ristoranti, agriturismi e camping), e rappresenta un elemento distintivo della professionalità del servizio offerto, per garantire determinati

standards qualitativi nonché il miglioramento continuo del livello delle prestazioni erogate. Le strutture partecipanti hanno scelto volontariamente di adeguarsi ad un preciso disciplinare (con relativo punteggio), sottoponendosi alle valutazioni di esperti di un organismo terzo e indipendente, consentendo altresì la verifica dei principali parametri ritenuti significativi per un’offerta di qualità del servizio: facilità di accesso, parcheggio, professionalità e cordialità del personale, pulizia e funzionalità delle camere, genuinità dei prodotti, trasparenza dei menù, sensibilità ambientale. La Commissione di Valutazione, sulla base delle indicazioni contenute

..................

nelle schede tecniche, ha selezionato le imprese risultate conformi alle caratteristiche previste, alle quali è stato conferito il “Marchio di Qualità”. La cerimonia di consegna degli Attestati si è svolta a Brindisi nei giorni presso il Bastione San Giacomo. Erano presenti Giovanni Cocco, direttore generale dell’Isnart, Cosimo Convertino (presidente di PromoBrindisi, azienda speciale della

DA PROVARE

L

Camera di commercio), Alfredo Malcarne (presidente Confcommercio Brindisi), Eupremio Carrozzo (segretario generale della Camera di Commercio). Queste le aziende del capoluogo che hanno ottenuto il marchio Qualità. Hotel: Nettuno Hotel, Grande Albergo Internazionale, Hotel Orientale, Hotel Majestic, Hotel Minerva. Ristoranti: Penny (in foto), Pantagruele, Iaccato.

Il DolceNero di Calogiuri

o chef di Chicago Tony Mantuano lo ha voluto per il cenone di Capodanno del neopresidente Barak Obama. Tutti i gourmet e gli amanti delle cose buone, appena lo assaggiano ne rimangono affascinati. Il DolceNero è il cioccolato da bere “inventato” da Gianni Calogiuri, azienda che ha ridato lustro al Vincotto (che ormai in tanti sostituiscono all’aceto balsamico) e che produce uno stratosferico Aceto di Vincotto

invecchiato 12 anni. Altra novità recente dell’azienda di Lizzanello, il FicoNero, il classico cotto di fichi. Il DolceNero, invece, è ottenuto da vincotto e cioccolato di altissima qualità, può essere bevuto a fine pasto, oppure usato per affogare caffé ed espressini, o ancora per decorare gelati, dolci e torte. Lo trovate da Enoteca Anelli (Brindisi), Enoteca Coperconsumo De Laurentis (Ostuni).

E SE ARRIVASSE ORA LA FINE CHE SIA IN UN BURRONE, NON PER VOLERMI ODIARE, SOLO PER VOLER VOLARE

Negroamaro Cantine Brancasi È ottenuto dai grappoli d’uva che crescono su alberelli di oltre 40 anni. Il colore è rosso rubino carico, dal profumo di frutta fresca rossa, delicato, ampio ed intenso. Gusto morbido e pieno, di struttura robusta. www.cantinebrancasi.it

.................. Negroamaro Tenute Rubino Un altro Negroamaro in purezza, intenso e suadente, con tannini ben definiti. Caldo ed elegante, lungo e persistente. Ottimo con Chianina alla brace, orecchiette al ragù, coniglio alla contadina con olive nere, agnello con salsiccia e funghi. www.tenuterubino.it WWW.TBMAGAZINE.IT TB 39


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La satira di TB

SIAMO TUTTI SINDACI: IN ATTESA DEL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA. SE MAI ARRIVERÁ

A MIMMO DIGLIELO TU!

In esclusiva per TB: il verbale dell’ultima riunione del comitato cittadino di Forza Italia. Per rispetto della privacy non citiamo i nomi dei partecipanti. Ecco come hanno provato a dire a Mennitti di rinunciare alla candidatura

D

al verbale dell’ultimo Comitato cittadino di Forza Italia, dove è esplosa la contestazione nei confronti di Mennitti candidato sindaco. Rollo M.: «Allora, chi glielo dice che se si candida siamo fottuti? Ci pensi tu Mauro?». D’Attis M.: «Scusa, perché proprio io che sono il più giovane?». Rollo M.: «Abbiamo capito, non hai le palle. E ti vorresti candidare sindaco! Piuttosto mi candido io!». De Michele M.: «Senti, che se dobbiamo cambiare dobbiamo farlo in meglio». Rumori di sedie che volano, vetri infranti, pugni e grida. Suono di un’ambulanza. Riprende la discussione. Rizziello A.: «Dopo questo doveroso chiarimento torniamo alla politica. Ma perché non ci pensano Fitto e Vitali a chiamarlo?». Ribezzo G.: «Ma cosa vuoi che se ne fottono di Brindisi. Loro dicono: sono cazzi vostri. Giustamente». Anonimo: «Infatti, qua so cazzi. Se a sinistra si svegliano e mettono pure uno conosciuto, stavolta ci fottono». Colella: «Meno male che là, prima di svegliarsi, ce ne vuole di tempo». Gualtieri G.: «Io sostengo che bisogna dare fiducia al sindaco uscente». Rumori di sedie che volano, vetri infranti, pugni e grida. Suono di una seconda ambulanza. Poi, a fatica, riprende la discussione. 40 TB MARZO 2009

D’Autilia A.: «Scusate, facciamo così, glielo dice il primo che lo incontra domenica al palazzetto». D’Attis M.: «E no, scusa, io sono quello che gli siede più vicino. Non ci provate. Marcè, scusa, chiama Ferrarese e faglielo dire a lui no?». Rollo M.: «Mauro, non possiamo mettere in mezzo Massimo. Tocca a noi». Carella A.: «Ma a Roma che gli hanno detto?». Ignoto: «A Roma? Perché è andato a Roma, e da chi? Da Berlusconi, da Letta? Ma per favore...». Elmo C.: «Beh,ragazzi, tra un’ora inizia il Grande Fratello e c’è quella gran tettona di Cristina..., facciamo in fretta». L’intervento viene interrotto

da un fragoroso applauso. Anonimo: «Menchia m’era scordato». D’Attis M.: «Perché quell’altra mica è fiacca...». Giannace S.: «Sì, ma quedda...». Gualtieri G.: «Signori, vorrei ricordarvi che ci sono delle signore! E poi, per favore, stiamo facendo tutti questi sforzi per elevare la cultura in città, e voi guardate il Grande Fratello!». Alla parola Cultura, tutti i presenti, dopo essersi guardati per due secondi, hanno assalito Gualtieri G. Rumori di sedie che volano, vetri infranti, pugni e grida. Arriva un’altra ambulanza. Poi riprende la discussione. Elmo C.: «Ora che abbiamo

ritrovato l’unità interna, direi di fare così: andiamo tutti da Mennitti e glielo diciamo chiaramente: Mimmo, per favore, non ti candidare». Il giorno dopo tutti insieme si recarono al Comune, bussarono alla porta di Mennitti, la porta si aprì, una luce celestiale illuminò il palazzo. Rollo provò a dire qualcosa ma la voce non usciva per l’emozione. D’Attis scoppiò in lacrime. De Michele pensò: «Tutto come previsto». Elmo provò a parlare ma iniziò a balbettare. Mennitti allora disse: «Dò la mia disponibilità a candidarmi». Tutti si inginocchiarono e risposero: «Grazie Mimmo. Eravamo venuti qui proprio per chiedertelo. Grazie Mimmo!».

A Brindisi finalmente parte l’auto rottamazione Dopo aver approvato (non si capisce ancora perché) il nuovo piano della viabilità, e in attesa dei nuovi parcheggi (quello al palazzetto arriverà a campionato concluso, quelli al Centro sono in calendario per la prossima visita del Papa) l’assessore al Traffico, Claudio Bruno, ha finalmente firmato la delibera sull’autorottamazione: per ogni auto che subirà danni dovuti alle buche disseminate per le strade cittadine, il Comune darà un contributo di 10 € per la sostituzione delle gomme.

E SE TI NEGA TUTTO QUEST’ESTREMA AGONIA, E SE TI NEGA ANCHE LA VITA RESPIRA LA MIA


La satira di TB

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INCIDENTI INDUSTRIALI: «SE ESPLODE LA CENTRALE, PER FAVORE, NON ANDATECI»!

SI SALVI CHI PUÓ Avete letto il Manuale del Comune su “Ambiente e gestione del rischio industriale”? Fatelo. Perché è il più bel libro comico degli ultimi 50 anni! Con battute esilaranti del tipo: «Se c’è un incendio rischiate di bruciarvi». E notizie incredibili: «Se inalate fumo potreste lacrimare, avere la nausea, oppure accusare difficoltà respiratorie». Ora si che sopravviveremo...

D

ovreste averlo ricevuto tutti, ma in tanti non lo hanno trovato nella buca delle lettere, forse perché andava a ruba per quanto è bello. Parliamo dell’opuscolo di 14 inutili pagine che il Comune, per rispettare la legge, ha dovuto stampare ed inviare a tutte le famiglie, per informarle die rischi che si corrono in caso di incidente industriale. Per quanti non avessero ancora letto questo nuovo best seller della letteratura comica mondiale, ecco qualche stralcio di grande interesse. A pagina 8 ci informano che «in caso di incidenti con fuoco e fiamme potremmo subire ustioni e intossicazioni». Strano no? E chi l’avrebbe detto? Se poi doveste inalare o ingerire le sostanze tossiche potreste addirittura «lacrimare o avere difficoltà respiratorie». Ma non abbiate paura: a pagina 9 leggiamo che «il Comune di Brindisi sta realizzando un impianto di allertamento acustico alla popolazione. Se anche voi vi state chiedendo che cazzo sarà mai sto impianto di allertamento acustico, la risposta è: delle sirene in ogni impianto industriale. Se suonano una volta iniziate a cagarvi addosso e correte. Quando (e se) suoneranno tre volte intervallati da brevi pause, l’allarme sarà cessato. Ma se preferite, comportatevi come quando sentite suonare l’antifurto della casa del vicino: restate comodamente seduti, esclamate “che palle!» e alzate il volume della tv. A pagina 10 ci dicono cosa

non fare in caso di emergenza: «Non prendere la propria auto se c’è a disposizione il mezoz previsto per l’evacuazione». Dunque prendete la vostra auto. «Non allontanarsi dalla propria abitazione o dal luogo che si deve abbandonare senza precise istruzioni»: insomma, aspettate che vi chiami l’assessore al ramo per dirvi dove dovreste andare, poi sarete voi a dirgli dove a vostro avviso dovrebbe andare una buona volta per tutte. Terzo consiglio, forse riferito alle donne: «Non prendere suppellettili o altre cose inutili». Dunque niente braccialetti, occhiali da sole, rossetti e trucchi: mica andiamo a

cena fuori! A pagina 11 altri esilaranti consigli per la sopravvivenza in caso di emergenza con segnale di rifugio al chiuso. Il primo di questi è quello che ha richiesto più tempo per essere pensato bene: «Se si è all’aperto ripararsi in luogo chiuso». Il secondo è una conseguenza del primo ed è pensato per i più bigotti tra noi: «Chiudete porte e finiestre». Dopo altre cinque o sei stronzate simili, si arriva al top, e cioé ai consigli delle cose da non fare. Ora, cari lettori, tenetevi forte perché sarete assaliti di andare a prendere a botte chi ha scritto ste cazzate.

Primo consiglio: «Non andate a prendere i bambini a scuola». Lascimoli morire lì. Sono in ottime strutture, magari cadono a pezzi da sole, ma in caso di incidente industriale non dovrebbero crollare. Continuate a cucinare tranquille, mamme, non pensate ai vostri figli. Secondo ed ultimo consiglio: «Non recarsi sul luogo dell’incidente». Ora, possiamo immaginare che a fare una cosa del genere possano essere i familiari dei dipendenti dell’impianto sfigato, ma gli altri cittadini, perché dovrebbero andare verso un luogo esploso o in fiamme? Siamo davvero così stupidi? O

E STAVO ATTENTO A NON AMARE PRIMA DI INCONTRARTI, E CONFONDEVO LA MIA VITA CON QUELLA DEGLI ALTRI ...

è rincoglionito chi fa ste leggi e impone questi opuscoli? Leggendo la nota accompagnatoria del sindaco Mennitti, tiriamo un sospiro di sollievo: «Questo manuale è un contributo, previsto dalla legge». Come dire: ragazzi, questa volta non prendetevela con me. Io di questo opuscolo ne avrei fatto volentieri a meno. Anche noi sindaco.

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I VIAGGI DI TB

C

hi, per un motivo o per l’altro, ha a che fare con i greci, scopre tra le prime cose che la festività maggiormente sentita è la Pasqua, più di Natale, Capodanno ed Epifania messe insieme. La scoperta successiva è che tra i diversi riti della Pasqua ortodossa, quello più intenso e spettacolare si celebra - a giudizio unanime degli stessi greci - a Corfù, l’isola dello Ionio a due passi da Brindisi. Il cuore della Pasqua corfiota ha inizio il primo pomeriggio del Venerdì Santo quando da ogni chiesa della città

che, riempite d’acqua, vengono lanciate per strada dalle finestre delle abitazioni. Il “lancio” interessa tutto il centro storico, ma le “botides” più grandi e spettacolari vengono lanciate dalle abitazioni che si trovano sopra il Liston, proprio sulla Spianada, la piazza principale di Corfù. Appena terminato il fragore delle “botides” frantumate in mille pezzi, ripartono le colorate bande che, tutte insieme, abbandonano i tristi adagi per eseguire questa volta allegre marce (“Donne greche uscite alla finestra!!!” è la più suonata). La sera del Sabato Santo, alle 23,00 viene celebrata la Messa della Resurrezione. Tutti i fedeli raggiungono la piazza principale muniti di candela e, quando qualche minuto prima della mezzanotte il Pope annuncia la Resurrezione, tutte le candele nella piazza e sulle finestre delle case si accendono di colpo, illuminando a giorno la

Pasqua ortodossa fino al 2030 si può consultare il sito www.ortodossia.it. Come raggiungere Corfù. Da Brindisi le due compagnie che operano tutto l’anno per la Grecia (Agoudimos Lines ed Endeavor Lines) programmano dei traghetti speciali oppure adattano gli orari tradizionali per garantire la presenza a Corfù dal venerdì mattina o dal sabato mattina (con partenza da Brindisi il giorno precedente) ed il rientro a Brindisi il lunedì od il martedì mattina. Per informazioni più precise è opportuno contattare direttamente le due compagnie citate. Alberghi. Buona parte delle agenzie viaggio di Brindisi organizzano dei pacchetti (albergo + traghetto) che risultano essere piuttosto convenienti. Chi volesse fare da solo sappia che è praticamente impossibile trovare un albergo in città, sono tutti prenotati dall’anno prima ed a prezzi da ferragosto. Ma la situazione non è affatto

proprio nella piazza del Municipio; si spende comunque il doppio rispetto agli altri ristoranti. Se volete mangiare pesce, il ristorante che in questo periodo va per la maggiore a Corfù città è Dora, sulla via appena fuori dal porto, che i brindisini conoscono come “strada delle discoteche” : si fa la fila anche perché non si accettano prenotazioni, almeno nel periodo di Pasqua. Muoversi in auto. Dato che troverete da dormire lontano dal centro storico, il vero problema sarà spostarsi in auto o, meglio, parcheggiare. Normalmente si trova posto sulle banchine del nuovo porto adattate a parcheggio (venti minuti a piedi dal centro) o, se si è fortunati, dalle parti di San Rocco. Abbandonate l’idea di trovare posto sulla Spianada o sul lungomare verso Kanoni. Insomma, se non volete perdervi qualcosa, specie il Sabato Santo, dovete muovervi con sufficiente anti-

LA PASQUA PIÙ BELLA Un appuntamento da non perdere, a Corfù, dal 17 al 19 aprile Testo e foto di Giovanni Antelmi

escono le processioni che scortano il proprio Epitaffio (sepolcro) accompagnate da una banda. La marcia funebre di Chopin, quella di Verdi e, in particolare, l’”Adagio in sol minore” del compositore veneziano Albinoni, risuonano tra le vie del centro storico fino a circa le 22,00, creando un’atmosfera suggestiva e commovente. Nel 1574 i veneziani vietarono all’Epitaffio della Chiesa di Santo Spiridione (Santo protettore di Corfù) di uscire il Venerdì Santo per impedire che la cerimonia si trasformasse in una manifestazione “indipendentista”. Da allora la processione di Santo Spiridione parte tutte le mattine del Sabato Santo alle ore 9,00 seguita dalle autorità, dalle bande e dai cori polifonici dell’isola. Quando alle ore 11,00 la processione rientra in chiesa, viene annunciata la prima resurrezione e le campane suonano a festa. Ed è alle 11,00 che ha inizio una delle più caratteristiche tradizioni della Pasqua corfiota, quella dei “botides”, brocche di terracotta di differenti dimensioni

42 TB MARZO 2009

Spianada in un’immagine spettacolare ed emozionante. Terminata la messa, dalla vecchia fortezza (sempre sulla Spianada) partono i fuochi d’artificio, le bande riprendono a suonare arie di festa e può finalmente avere termine il digiuno con un’abbondante cena a base dei piatti tipici della tradizione pasquale, alcuni buoni (l’agnello pasquale “ovelias” ed i dolci tipo lo “tsoureki”), altri meno buoni (la milza di vitello bollita, su tutti). La domenica di Pasqua riprendono le celebrazioni in tutte le chiese e viene scambiato il saluto tradizionale della Pasqua ortodossa “Christòs Anésti!!!” (Cristo è risorto!!!) a cui si risponde “Alithòs Anèsti!!!” (È veramente risorto !!!). Ma non è ancora finita. Occorre affrontare l’interminabile pranzo pasquale per poi prepararsi, se c’è ancora la forza, alla gita fuori città del lunedì di Pasqua. Informazioni pratiche Quest’anno la Pasqua greca cade una settimana dopo la nostra, il 19 aprile. Per conoscere tutte le date della

drammatica, basta uscire qualche chilometro fuori città per trovare facilmente una camera a prezzi da bassa stagione. Ristoranti. Per cogliere pienamente l’atmosfera della Pasqua greca, l’ideale sarebbe consumare uno dei pasti principali (la cena del Sabato Santo dopo mezzanotte, oppure il pranzo domenicale) presso una famiglia corfiota. Chi non ha questa opportunità potrà comunque ripiegare (per modo di dire) sui numerosi aperti in città e dintorni. Alcuni consigli, restando nel capoluogo. Rouvas, aperta solo a pranzo, è una delle più tradizionali taverne di Corfù e si trova sulla strada del mercato centrale, non lontano dal teatro comunale. Altro buon ristorante è Mouragia, al n. 15 di Via Arseniou (la strada che costeggiando il mare dalla Spianada porta al porto), il cui unico difetto è di essere segnalato praticamente in tutte le guide. Una cucina greca “rivisitata” si può assaggiare da To Dimarcheio (“Dal Sindaco”),

cipo. Informazioni. Carte, depliant e altro materiale informativo può essere richiesto gratuitamente all’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo, Via Bissolati 78/80, 00187 Roma. Un sito ricchissimo di notizie ed informazioni è www.digitalcorfu.com. Da leggere. “La mia famiglia e altri animali” di Gerald Durrell (Adelphi, € 8,50), un libro divertentissimo che vi farà innamorare di Corfù (se non lo siete già).

AMORE DATO, AMORE PRESO, AMORE MAI RESO, AMORE GRANDE COME IL TEMPO CHE NON SI È ARRESO. SEI TU IL REGALO MIO PIÙ GRANDE.


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TUTTOBRINDISI

FOTOGRAFIA

Liste Nozze Illuminazione Idee regalo Arredamento Cucina Accessori Vino

Stella di ANGELO ZULLINO 31 Anni informatico fotografo

Questa rubrica (ideata da Massimo Guastella) è aperta al contributo di fotografi professionisti e appassionati di fotografia. Pubblichiamo volti, paesaggi, eventi, scene di vita cittadina. Alla fine dell’anno organizzeremo una mostra fotografica: gli scatti saranno venduti ed il ricavato sarà devoluto in beneficenza ad associazioni di volontariato brindisine. Se volete partecipare, inviate le vostre foto all’indirizzo e-mail: info@fabiomollica.com. 44 TB MARZO 2009


TUTTOBRINDISI

FOTOGRAFIA

Prospettive di DINO MATERA 40 Anni fotografo WWW.TBMAGAZINE.IT TB 45


OPINIONI

Turista per casa

di Mario Lioce

I mass-media e la strategia del consenso È necessario ampliare o ridefinire le priorità di sviluppo della nostra città

L

a parola cultura è stata ridefinita, cosicché ciò che una volta indicava raffinatezza morale e intellettuale, oggi ingloba genericamente i codici di condotta di un gruppo. Per la prima volta “la massa della popolazione è stata incorporata nella società”. In epoche precedenti, una parte rilevante, spesso la maggioranza della popolazione, nasceva e restava per sempre “al di fuori”. Il tema dell’uguaglianza diventa così la caratteristica determinante della società di massa. Le distinzioni fra ricchi e poveri sono state modificate, o mascherate con palliativi. Ed ecco che negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di una presunta classe media, dove l’“elevazione sociale” è rappresentata unicamente dal tentativo di uniformarsi a stili di vita superiori alle proprie possibilità economiche e da un consumo sempre crescente di comunicazione (lo stretto legame tra i due fenomeni appare chiaro anche ai più miopi). I mezzi di massa hanno cominciato a “modificare la percezione ed il gusto”, e per un nuovo pubblico assetato di “comunicazione” è subentrata la falsa democrazia di una certa cultura, che lo fa illudere di aver adottato un nuovo stile di vita adatto alla sua nuova posizione di classe media. La vicendevole assimilazione fra centro (cioè, la èlite) e periferia (cioè, la massa) è ancora

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lontana dall’essere compiuta e sembra trovare la sua nemesi proprio nell’attuale situazione della nostra città. Assistiamo da tempo ad una amministrazione comunale determinata a imporre a Brindisi una svolta culturale: proliferano iniziative artistiche quali mostre fotografiche e pittoriche, luoghi storici che vengono restituiti alla pubblica fruizione, proponimenti di ribalta culturale internazionale; tutte attività che in un contesto normale risulterebbero encomiabili. Siamo però certi che queste iniziative culturali siano rappresentative delle necessità attuali della nostra città? O perlomeno, siamo certi che l’impegno profuso in questa direzione non stia stornando l’attenzione da problemi che meritereb-

disporre di qualche libreria in più oltre le tre esistenti per una città intera. Ho l’impressione che chi ci governa intenda la cultura in senso elitario ed ho il timore che questo percorso rappresenti una sorta di tentativo, più o meno conscio, di asservirla al consenso. Il nostro sindaco, nella sua lunga carriera politica, ha navigato in mari molto più complessi dell’attuale, e conosce molto bene come usare a proprio vantaggio le tecniche di comunicazione. Sa benissimo che i mass media conferiscono uno status alle questioni pubbliche e alle persone. La conoscenza di questi meccanismi è potere, ed il potere si può adoperare per interessi particolari o per l’interesse generale. Sarà un

È come un regista che identifica “sceneggiatura” e “cast”, e sceglie persino dove operare la propria azione scenica. E a conferma di quanto la sua azione appaia elitaria ai più, ha da tempo lasciato il Palazzo di Città per un isolamento distaccato a Palazzo Nervegna. È questo il margine di imprevedibilità al quale, fortunatamente, sono soggetti molti strateghi del consenso che, pur costruendo il più delle volte stupendi labirinti di dissimulazione, si chiudono talvolta la porta alle spalle, perdono la chiave e rimangono prigionieri, essi stessi, nei meandri della incomunicabilità, giustamente vittime del loro stesso artifizio. Ma rimane comunque il problema

“Ma la svolta culturale voluta da Mennitti

è davvero ciò che serve oggi alla città? Ed è giusto

agire solo su un aspetto della vita pubblica”

bero un approccio prioritario? Cultura è anche allontanarsi dal centro senza incontrare baracche e palazzi fatiscenti; è poter utilizzare strade che non sembrino Beirut dopo un bombardamento; è poter usufruire di servizi sociali diffusi ed efficienti; è mettere a disposizione della periferia le stesse opportunità di vita sociale e civile del centro storico; è poter

caso ma, quasi in maniera scientifica, il sindaco pone periodicamente all’attenzione pubblica una serie di questioni che trovano nei mass media una cassa di risonanza, che finisce per conferire quello status cui si accennava precedentemente: l’autostrada Bari Brindisi, il ritorno della colonna romana mancante, Brindisi capitale europea della cultura.

di un sistema dei mass media che, più o meno consapevolmente, si presta a diventare strumento di amplificazione. Esiste una conseguenza sociale di questo fenomeno, per lo più inosservata, che i sociologi chiamano disfunzione narcotizzante dei mass media. Viene usato il termine disfunzionale, piuttosto che funzionale, in base all’ipotesi che non corri-

sponda all’interesse della complessa società moderna l’avere ampi settori di popolazione politicamente apatici ed inerti. La sociologia moderna sostiene che dosi eccessive di comunicazione possono suscitare - verso i problemi della società - un interesse soltanto superficiale e che questa superficialità maschera spesso l’apatia della massa. La costante esposizione ad un flusso di informazioni può servire a narcotizzare - più che a vitalizzare - il lettore o l’ascoltatore medio. Si giunge a confondere la conoscenza dei problemi con l’azione nei loro confronti. E la coscienza sociale resta immacolata e pura. Sotto questo particolare punto di vista, le comunicazioni di massa possono rientrare fra i narcotici sociali più rispettabili ed efficaci. E chissà che non sia proprio questa la ragione per cui, come non mi stanco mai di ripetere, l’intelligenza di molte personalità locali non si traduce in azione. Ognuno degli ultimi sindaci che abbiamo avuto ha fatto convergere la sua azione su un solo aspetto della vita pubblica - chi sulla riqualificazione urbana, chi sulla cultura - e quindi abbiamo ottime ragioni di ottimismo: fra sette o otto legislature, e altrettanti sindaci, vedremo risolti gran parte dei problemi che ci affliggono.


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