TB Magazine Gennaio 2010

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Quello che ci aspetta. Nel bene e nel male. WWW.TBMAGAZINE.IT TB 1


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EDITORIALE

TuttoBrindisi Numero 16 Gennaio 2010 Autorizzazione Tribunale di Brindisi: n. 4 del 13/10/1995 Distribuzione gratuita nei principali luoghi di lavoro e di ritrovo dall’1 di ogni mese (la lista dei punti di distribuzione la trovate sul nostro sito internet) Direttore Responsabile: FABIO MOLLICA Grafica: SALVATORE ANTONACI Webmaster: ANTONIO TEDESCO Stampa: Tipografia MARTANO Lecce Redazione/Pubblicità Prolungamento Viale Arno, sn 72100 Brindisi Tel/Fax 0831 550246 info@fabiomollica.com posta@tbmagazine.it

Hanno scritto su questo numero: Francesca Alparone Daniele Galiffa Emilio Graziuso Stefano La Monica Iole La Rosa Mario Lioce Pierpaolo Petrosillo Oreste Pinto

La collaborazione a TB è libera e gratuita

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Non restate a guardare! Fabio

Mollica

Quelli che amano la loro città. Dai ragazzi del “No al Carbone”, all’impiegato che scrive in vernacolo... QUELLO DI PIERPAOLO PETROSILLO È un nome sconosciuto alla stragrande maggioranza dei lettori. È un dipendente comunale, del settore Beni Monumentali, che ha avuto la tenacia di non arrendersi di fronte alla mia avversione per il dialetto, le commedie in vernacolo, le poesie in vernacolo. Pierpaolo ha chiamato in redazione quattro volte, ed alla fine ha ottenuto un appuntamento. «Vedrai, quello che ho scritto è qualcosa di diverso. Riguarda la città, i suoi problemi, e quello che potrebbe essere». Solo quando ha iniziato a leggere, molto lentamente, il suo opuscolo dal titolo “Nu giurnu a ferragostu”, ho capito cosa il lettore-molestatore amante del dialetto intendesse dire. La sua non era una poesia, e forse non è neanche un libricino, o un racconto in vernacolo. È, a tutti gli effetti, un atto d’amore verso la città. E credetemi, sentire Pierpaolo intonare i suoi versi, è davvero emozionante. Perché lui quei versi non li legge, li interpreta, li recita, come se fossero un testo teatrale. Sono state quelle profonde emozioni che mi ha dato, a convincermi che quel testo merita di essere divulgato. Anche se è scritto in dialetto. E allora da questo mese TB pubblica il breve manoscritto dell’impiegato quarantenne, con l’av-

vertenza che la lettura sul magazine non vi darà certo le stesse emozioni che si provano ascoltando la voce dell’autore. Del resto Petrosillo il suo racconto lo sta già diffondendo. Lo ha fatto durante il corteo del “No al Carbone”, con l’intento di raccogliere fondi per questo gruppo di bravi ragazzi, una delle cose più belle viste nel 2009, forse la migliore dopo Flavia Pennetta. Ed è a loro che voglio dedicare le prossime righe, perché sul loro carro stanno salendo tante di quelle persone che negli utlimi 20 anni non hanno detto una parola contro l’Enel. Chissà, magari, si sono pentiti, oppure svegliati. Ma scrivo di quei bravi ragazzi anche pèrché, come si saranno accorti, qualcuno sta tentando di fare il ruffiano, cer-

Ma quanti ruffiani e quanti sciacalli vediamo in giro. Pronti a sfruttare cortei e proteste per tornaconto elettorale, oppure per bussare alle porte dell’Enel...

cando di convincerli che il vero mostro da combattere sia il rigassificatore. Eppure stranamente chi annuncia cortei e barricate contro la Brindisi Lng non si presenta al corteo contro il carbone. E finora non ha mai profferito parola contro l’Enel. E poi, come al solito, ci sono gli sciacalli che, sfruttando la manifestazione ed il movimento “No al Carbone”, magari sperano di ottenere dalla controparte qualche mega-contratto pubblicitario o quache altra prebenda. Nulla di illegale, per carità, ma ritengo che certe prese per culo facciano più male del carbone che finisce sui campi coltivati a carciofi. Perché da un lato ci si presenta come puritani e censori, dall’altro si passa all’incasso. Sfruttando gente che crede in quello che fa. E non lo fa certo per soldi. Coraggio ragazzi, continuate così, TuttoBrindisi (e quasi tutta Brindisi) è dalla vostra parte. E di certo, almeno noi, non andremo a bussare alle porte dell’Enel. Saremo meno ricchi. Ma almeno la faccia la salviamo. Per quanto possa valere.

Dal prossimo numero TB sarà distribuito a partire dal 10 del mese, e non più da giorno 1

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CITTÁ

Fatti e Persone EVENTI

GIORNALI

COMUNE

Dopo Luttazzi, Travaglio

Partono i saldi Gran successo del mercatino di Natale

Atteso il pienone, il 30, all’Impero Dopo il pienone registrato il 18 dicembre con Daniele Luttazzi, l’agenzia Sudautoproduzioni si appresta a registrare un altro grande successo con Marco Travaglio, giornalista-scrittore ormai divenuto una star negli ambienti della sinistra e tra quanti non amano il premier Berlusconi. Travaglio porterà in scena “Promemoria, 15 anni di storia d’Italia ai confini della realtà”. L’appuntamento è per il 30 gennaio al teatro Impero. Il 22 invece la stessa agenzia organizza (sempre all’Impero) il concerto di Claudio Lolli e Paolo Capodacqua. Per informazioni e prenotazioni: 377.1324124, sudautoproduzioni@gmail. com

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Quelle strane richieste al patròn dimissionario Senzacolonne chiede di zittire Puglisi e Perdichizzi. Ed elogia il Patròn Davvero strano l’editoriale di Gianmarco Di Napoli sul suo Senzacolonne dell’11 dicembre 2009. Il direttore, molto amico del presidente della Provincia Massimo Ferrarese, si rivolgeva al patròn chiedendogli “Come fa a sopportarli?” Il riferimento principale era a Perdichizzi e Puglisi, rei (il primo) di aver accusato i giornalisti e (il secondo) di aver invitato i giornalisti a “massacrare” lo steward presunto autore della tentata aggres-

sione agli arbitri (il secondo). «E come fa, caro Ferrarese - si chiedeva ancora Di Napoli - a sopportare che la sua società una settimana sì e l’altra pure litighi con i tifosi?» Tralasciando la parte finale dell’editoriale, che si concludeva con un crescendo di elogi per il carattere, lo stile e la simpatia del patròn, vien da chiedersi due cose. 1) Ma Ferrarese non si è dimesso dalle cariche societarie della Enel Basket Brindisi?

Se la risposta è si, e dunque Ferrarese ha solo un ruolo non operativo, perché Di Napoli chiede al patròn di “zittirli tutti”? 2) Perché Senzacolonne - che da due mesi ha perso la sua collaboratrice più pungente, Stefania De Cristofaro - attacca apertamente Puglisi e Perdichizzi facendone i nomi, e invece, quando si parla di “società”, non si citano i nomi dei dirigenti colpevoli di sbagliare?

Francesco Renna, assessore comunale alle Attività produttive, ha di che essere soddisfatto: il Mercatino di Natale allestito in piazza Vittoria, ha chiuso con un bilancio più che positivo e com molti complimenti da parte dei cittadini e dei commercianti del centro, che grazie a queste inziative hanno sofferto molto meno la concorrenza dei centri commerciali. Anche le luminarie sono state apprezzate, così come l’idea delle mini-baite in piazza Vittoria, e gli altri eventi natalizi. Ora l’assessore pensa ai saldi, che iniziano dal 5 gennaio, e sta mettendo a punto qualche iniziativa per continuare a richiamare i cittadini in centro e nelle altre aree commerciali del capoluogo.


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COSA CI ASPETTA

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l 2010 della politica locale riparte da dove si è chiuso il 2009: dalla convenzione con l’Enel, ma il presente non lascia presagire nulla di buono. Si ha la sensazione che qualcuno volesse fare ingoiare alla città l’ennesima polpetta indigesta: una convenzione capestro, che all’Enel andava benissimo, ma ai brindisini andava in un brutto posto. Forse è per questo motivo che alla vigilia dell’apertura delle trattative qualcuno aveva tanta fretta di chiudere: «Dobbiamo firmare entro la fine dell’anno!», diceva. Senza mai spiegare perché tanta fretta, come se un medico avesse ordinato di chiudere la pratica Enel in tempi record, dopo anni che nessuno parlava più di carbone, emissioni e controlli. Quando però qualche timida voce si è alzata contro l’accordo pro-Enel che si stava discutendo a novembre, chi aveva tanta fretta ha capito che forse era meglio ragionare. Puglia TV aveva fatto sentire la sua voce contro, TuttoBrindisi pure, i ragazzi del No al Carbone (santi ragazzi!) e gli ambientalisti, nonché fasce sempre più consistenti di città solitamente silenziosa

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La politica riparte dall’Enel, e Ferrarese e Mennitti si possono giocare il futuro delle loro amministrazioni. Sarà l’anno di Mauro D’Attis, del procuratore Dinapoli, e di Area Vasta. E nello sport dobbiamo sperare che non ci siano promozioni. Perché altrimenti...

hanno fatto sentire la propria voce: basta con i regali, chiediamo più rispetto, meno carbone e magari anche un po’ di soldi. Studio 100 ha lanciato gli spot “No al carbone!”. Insomma, la città ha reagito, chiedendo di essere trattata come altri

capoluoghi (Civitavecchia e Montalto di Castro, per sempio) dove gli amministratori locali hanno ottenuto dall’Enel una valanga di soldi ed impianti non inquinanti e moderni. Ovvio che alla frenata di Regione-Provincia

e Comune la controparte abbia reagito male, e reagirà sempre peggio, perché ha capito che forse la pratica Brindisi questa volta non potrà essere chiusa senza problemi di sorta, se perfino Ferrarese, che ieri chiedeva e otteneva la sponsorizzazione Enel, oggi dichiara che «Non si accontenterà di uno sponsor, di un contributo per il teatro e di quattro lampadine per il Castello Alfonsino». Già, sembra di leggere TB, e invece sono le parole che il “patròn”, ha pronunciato in Consiglio provinciale. Forza allora, presidente, vediamo cosa sa fare: questo sarà il suo banco di prova. Il primo, forse il più importante. Spari alto, e non si accontenti dell’elemosina per questa città. Già, ma Comune e Provincia potranno sparare alto? Oppure faranno come gli arbitri di fronte a Juve, Inter e Milan: che non fischiano rigori contro per “sudditanza psicologica” nei confronti delle grandi? Chiederanno il massimo? O di fronte ai vertici Enel che ricorderanno loro i milioni di euro dati alla New Basket e alla Fondazione Nuovo Teatro Verdi, dovranno accontentarsi di quello che Enel deciderà


COVER STORY

di regalare alla città? Questo è il grande punto interrogativo dell’inizio del 2010. E noi ovviamente speriamo che Mennitti e Ferrarese siano duri, durissimi, perché scomettiamo che Enel tirerà la corda e minaccerà di abbandonare il tavolo delle trattative. Dalla Regione non ci attendiamo nulla: finora hanno sparato a zero contro il rigassificatore, mentre sull’Enel non abbiamo notato tanta acredine. Anzi, nessuna. E poi a Bari sono troppo impegnati con la scelta del candidato presidente. Il PD è indeciso tra Nichi Vendola e Michele Emiliano. La sfida ha già assunto i connotati di una comica. Ci manca solo il terzo candiato: Massimo del Grande Fratello. E al posto delle primarie il televoto.

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arà l’anno del rigassificatore, il 2010, ed anche qui la politica si dividerà. O farà finta di dividersi. Perché questo rigassificatore lo vogliono quasi tutti, ma qualcuno si vergogna a dirlo. Oppure non può dirlo, per non essere accusato di aver cambiato idea. O per non perdere fette inconsistenti di elettorato. Sarà ancora l’anno di Ferrarese e Mennitti. Forse più del primo, che del secondo. Perché il vulcano in eruzione non accenna a placarsi, ne mai si placherà. Lui è così, non lo frena nessuno. Piaccia o no la sua straripante personalità, sarà sempre in prima pagina, e soprattutto in televisione. Della quale non riesce proprio a fare a meno. Del resto è un fan di Berlusconi, e dunque, pur giocando in area avversaria, sa quanto contino le telecamere ai fini del suo successo politico. Mennitti ci sembra più defilato. Non scarico, che è cosa ben diversa. Anzi. Appare volersi concentrare solo sulle grandi cose, delegando al suo vice e agli assessori le problematiche cittadine. Del resto questa volta sembra avere una squadra all’altezza. Soprattutto gli assessori più giovani (Renna, Titi, De Michele) hanno già dimostrato di saperci fare. Il sindaco potrà raccogliere i risultati del loro lavoro, e lasciare spazio all’astro nascente e al suo successore. Sì, sarà l’anno della definitiva consacrazione di Mauro D’Attis, che dall’alto dei suoi mille e passa voti, e dalla poltrona di vice-sindaco, si affermerà sempre di più come leader cittadino del PDL, sempre che Marcello Rollo, grazie anche all’appoggio proprio di Mennitti e D’Attis, riesca a confermare la sua presenza in Consiglio Regionale. D’Attis avrà dalla sua un’altra arma formidabile: l’Area Vasta. Quelle due paroline ancora oscure a molti, significano soldi, tanti soldi: e dal 2010 una parte dei progetti previsti dall’Area Vasta saranno finanziati e diventeranno cantierizzabili. Il che vorrà dire ulteriore visibilità, potere

decisionale, importanza. Se il vice-sindaco resisterà ai carichi di super-lavoro che gli vengono affidati, e non farà stupidaggini (ma non sembra il tipo) già da fine 2010 la sua carriera politica sarà spianata. Anche perché dall’altra parte non emerge nulla di nuovo. Ed è difficile che emerga qualcuno nel corso dell’anno appena iniziato.

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arà, forse, l’anno in cui si risveglierà la procura. A causa della assenza del procuratore capo, la cui nomina da parte del Csm è giunta solo a fine 2009, dopo una interminabile attesa. Francamente, dopo la cosiddetta tangentopoli brindisina e i ripetuti arresti di Antonino, di inchieste amministrative e sul fronte economico-imprenditoriale ne abbiamo viste davvero pochine. Eppure casi interessanti e curiosi non sono mancati, ed alcuni episodi sconcertanti si ripercuoteranno sulla vita amministrativa della città anche nelle prossime settimane. Vedremo che posizione assumerà il nuovo procuratore capo, Marco Dinapoli, che nella sua carriera ha sempre fatto bene, sia sul fronte dell’antimafia che delle inchieste contro i reati amministrativi.

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on c’è da attendersi granché, purtroppo, nel campo imprenditoriale: continueremo a perdere investimenti milionari fino a quando non si risolverà il problema delle bonifiche dei terreni della zona industriale. Ad oggi, ogni azienda che vuole investire a Brindisi, è costretta ad autodenunciarsi per inquinamento dei terreni su cui vuole edificare. Anche se con quell’inquinamento non ha nulla a che fare. Magie della politica regionale e di un accordo di programma firmato anche dagli enti locali. Però è proprio da Comune e Provincia che può partire una spinta alla creazione di nuova impresa e posti di lavoro: se vogliono, possono sostenere lo sviluppo con una politica di incentivi, come quella dei tirocini formativi e dei bonus occupazionali che sta portando avanti l’assessorato provinciale al Lavoro, affidato ad Enzo Ecclesie. Altri progetti però si possono ideare. E TB nei prossimi numeri ne proporrà uno molto interessante.

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nfine lo sport. Pur senza entusiasmare, le due squadre cittadine maggiori navigano nelle parti alte delle rispettive classifiche, e le due società sembrano salde, malgrado i grossi investimenti effettuati. Per il basket, a causa del palazzetto, c’è da sperare che non arrivi la promozione in A1. E forse anche per il Calcio sarebbe meglio un anno di assestamento, perché un eventuale salto nella categoria superiore sarebbe sicuramente prematura.

VAMPIRI DI MATTINA

Se la sorella di Giorgia Pennetta è la Brindisina dell’Anno... È andato alla tennista italiana prima nella storia ad essere entrata nella Top Ten della classifica mondiale. Ma non dividere questo Premio in più categorie mi lascia una sensazione strana, come se io vincessi il premio di “miglior cestista del mio condominio”… Perché la nostra tennista vincerebbe con il solo sorriso, con il rossore balenatole in volto quando Le Iene la torturavano in un’intervista, vincerebbe anche se facesse un mestiere diverso, se fosse, ribaltando la realtà, semplicemente la “sorella di Giorgia Pennetta”. Pescando tra le righe scritte su di lei (e poco importa che alcune importanti le abbia scritte sua madre Concita, quindi di parte) ne esce un personaggio autentico, a portata di mano, immediato e diretto, nella vita uguale a quello che si vede nello schermo. In una sola parola: semplice. Bel tipo, la Flavia. E anch’io, ora, mi allineo agli altri, ricalcandole addosso i tratti della persona positiva. Però, per il Premio, le farei dono di una categoria tutta sua: lo sport. E avrei premiato anche tutti quelli che si sono distinti in altre categorie. Sì… ma quali? La regola alla base del premio Nobel suggerisce di premiare chi “si è distinto in modo particolare, portando un contributo eccezionale alla Società”. La prendo in prestito. Sì… ma chi, qui da noi? Proviamo a cercarli. Categorie ed eventuali vincitori, intendo. L’imprenditoria? L’economia? L’arte? La salvaguardia dell’ambiente e la Politica? Molta gente lavora con passione ed onestà in questi campi, ne sono certo; ma qualcuno ha fatto qualcosa di veramente eccezionale in uno di questi campi? C’è stato un imprenditore di tale successo da mettere su una fabbrica e assumere centinaia di ragazzi? C’è stato un esperto di economia capace di ottimizzare i conti di qualche Ente importante, come per esempio il Comune? C’è stato un artista che ha davvero sfondato nell’ultimo anno? C’è stato un politico che ha buttato l’anima per salvaguardare… lasciamo perdere. Ma sì, per la miseria, lasciamo perdere! “Io propongo un Si promettono chiusure e demolizioni di altro premio: a chi Centrali dannose alla salute, ma poi non mostra il pugno si riesce neanche a mettere sul carbone chiuso contro l’Enel. a cielo aperto un telo che ci protegga i polmoni. E faccia tirare Allora non diteci più nulla, non raccontafuori i soldi...” teci che altre Centrali hanno il carbonile chiuso in modo così ermetico che sul prato accanto ci si potrebbe fare un picnic; che a Civitavecchia l’Enel ha dato più di 50 milioni di euro finanziando opere urbane, università e ospedali; che a Montalto di Castro di milioni ne sono arrivati 173. Io non li voglio quei soldi! Non li vorrei… Perché non voglio che mi accechino fino a farmi scordare che tipo di aria respiro, che compromesso ho accettato. Sarebbe come prendere un calcio nelle parti intime e subito dopo ricevere una borsa del ghiaccio. Ma so che devo chinare il capo, perché la gente deve in qualche modo lavorare. Questo posso capirlo. Allora vado in cerca dell’uomo a cui dare il mio bel Premio: uno che mi mostri il pugno chiuso con dentro le palle di qualche alto dirigente Enel, e mi dica che è stata proprio la sua stretta a far piovere soldi su di noi. Allora voglio vederli in contanti, su una scrivania, e che quell’uomo mi dica a chi sono destinati, in che percentuale e perché. Voglio seguire il percorso che farà ogni singolo euro, e poi controllare se verrà speso così come era stato detto. Voglio un Giudice che metta in galera chi arraffa quei soldi, magari per un tempo proporzionale alla cifra. Voglio, voglio… voglio non essere preso per stupido da chi leggerà queste mie parole, voglio pensare che un giorno qualcuno tenterà di fare quello che ho chiesto. Anche solo tentare. Avrebbe già vinto il Premio. P.S. un bacio a Giorgia… Stefano La Monica WWW.TBMAGAZINE.IT TB 7


PERSONAGGI

D&R Foto di Dino Matera

DOMANDE&RISPOSTE È “l’ambasciatore del Negroamaro”. Produce 5 milioni di bottiglie. Fa incetta di “Tre Bicchieri” e di altri premi. E continua ad investire...

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a almeno tre anni Cantine Due Palme è stabilmente riconosciuta come la più grande e prestigiosa realtà vinicola pugliese. Lo testimoniano i premi speciali ottenuti al Vinitaly, la pioggia di Tre Bicchieri per il Selvarossa, l’etichetta più famosa della casa, ma anche e soprattutto le vendite, che quest’anno hanno toccato quote record. Quest’anno, l’anno della crisi più nera per il settore. L’entusiasmo di Angelo Maci e delle figlie Angela e Melissa (con lui nella foto pubblicata in questa pagina), è palpabile durante la conferenza stampa di fine anno, alla vigilia dell’approvazione del bilancio. Ed è più che giustificato. Presidente, avete numeri da record incredibili nell’anno in cui tutte le cantine accusano flessioni consistenti. È vero. Il 2009 per le Cantine Due Palme è stato eccezionale: dall’1 settembre 2008 al 31 agosto 2009 abbiamo venduto più di cinque milioni di bottiglie, con una crescita del 13% sull’anno precedente. Significa che avevamo seminato e lavorato bene nel periodo precedente. Ma la sa una cosa? Dica pure. Negli ultimi quattro mesi del 2009 la crescita è giunta addirittura al 19%. E da gennaio la nostra linea di imbottigliamento, che è in grado di sfornare 5000 bottiglie l’ora, e che attualmente lavora ininterrottamente dalle sei del mattino a mezzanotte, sarà in funzione 24 ore su 24, perché altrimenti non riusciamo ad evadere gli ordini. Ecco perché la trovo così raggiante. Fuori il segreto di tanto successo. Nessun segreto. Solo tanto lavoro. Un gioco di squadra. In cantina siamo in 35, tutti affiatati, e di recente nell’ufficio amministrativo-export abbiamo fatto 8 TB GENNAIO 2010

Angelo Maci In tempi di crisi, le Cantine Due Palme chiudono un bilancio incredibile. Vendite in crescita del 13%. E due nuovi spumanti ottenuti da uve Negroamaro. «Il mio sogno: non vendere più cisterne di vino». due assunzioni. E ogni settimana un incontro con i soci, che sono oggi 1032. La nostra forza sono loro, il loro lavoro nei campi. Diciamo che c’è un rispetto e una stima reciproca. Io amo definirla “lotta integrata”. E ci tengo a sottolineare che il nostro lavoro si svolge nel massimo rispetto dell’ambiente: nei vigneti usiamo pesticidi e fitofarmaci solo quando è proprio necessario farlo. Premi, vendite record, successo. Eppure non vi fermate mai, e continuate ad investire. Negli ultimi 11 anni abbiamo investito 11 milioni di euro per la nuova cantina e in tecniche innovative. Ma prevediamo di investirne altri quattro nei prossimi anni: abbiamo già avanzato richiesta per poter realizzare un nuovo capannone di 10.000 metri quadrati in un terreno adiacente alla cantina, per poter ospitare un nuovo impianto di “bag in box”, quello per il vino nei cartoni. E avete appena messo sul mercato due novità, gli spumanti Melarosa e

Neviera. Come mai questa scelta? Quello di fare uno spumante da uve negroamaro era un mio vecchio pallino, ma ogni anno rimandavo, a causa della

siccità o perché le uve non mi soddisfacevano. Quest’anno finalmente ho ritenuto che la qualità delle uve fosse quella ottimale. La spumantizzazione con metodo Charmat è stata effettuata presso una azienda veneta, e proprio in Veneto qualche intenditore di spumanti ha assaggiato il prodotto prima che fosse imbottigliato, e ci ha detto che è davvero di alto livello. Attendo il responso del mercato, ma credo di aver creato due grandi spumanti. Non potevate festeggiare meglio il ventenale dell’azienda, che cadeva il 24 aprile scorso. Riesce ancora ad avere dei sogni? Ne ho uno che spero di realizzare presto, e se andiamo avanti di questo passo ci riuscirò. Il mio grande sogno è quello di non dover più vendere cisterne di vino sfuso che finiscono al Nord Italia o all’estero. Purtroppo per ragioni di mercato e di bilancio lo facciamo ancora, ma spero un giorno di poter imbottigliare tutto il vino che abbiamo in cantina. Sarebbe un bel risultato per le Due Palme e per il territorio. Il presidente della Camera di Commercio di Brindisi, Alfredo Malcarne, le riconosce, tra gli altri meriti, quello di aver reso popolare il Negroamaro. E lo ringrazio. È stata una battaglia che mi ha visto protagonista con tutte le aziende del territorio. Il Negroamaro dava vita a grandissimi vini salentini, come il Patriglione, il Selvarossa e tanti altri, ma restava sconosciuto agli operatori del settore. Grazie agli sforzi che in questi anni le aziende e le amministrazioni locali hanno profuso, finalmente il Negroamaro è popolare quanto il Primitivo di Manduria, ed è finalmente annoverato tra i grandi vitigni italiani.


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PERSONAGGI

D&R Foto di Dino Matera

DOMANDE&RISPOSTE “Chi ci accusa di essere contro i lavoratori dice il falso, e usa argomenti che non stanno in piedi. Più carbone non vuol dire più lavoro. Infatti gli occupati negli anni sono diminuiti, mentre il carbone è aumentato. Fin troppo”

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vevano iniziato con delle comparsate silenziose nelle sedute del consiglio comunale e di quello provinciale. Poi i primi banchetti per la raccolta firme. Lo striscione sulla scalinata della Colonna Romana durante l’omelia del vescovo in occasione della festa dei Santi patroni. E il 23 dicembre scorso il corteo. Secondo la questura erano in 3/4000. E come sapete la polizia in questi casi non sbaglia mai in eccesso. Per essere stato un corteo non organizzato da partiti e sindacati, è stato più che un successo. Ne abbiamo discusso con cinque dei principali protagonisti del gruppo “No al Carbone”, che ormai è diventato un’onda in piena: Vincenzo Giorgino, Omar Miacola, Francesco Liuti, Ugo Mela e Daniele Pomes. Voi che ne pensate? Siamo molto soddisfatti, perché non era un sabato mattina, non c’erano personaggi istituzionali, non c’erano i sindacati e i partiti, ed era il 23 dicembre, giorno in cui solitamente si è indaffarati ad acquistare regali di Natale. Scommetto che neanche immaginavate di arrivare a 4000 persone... Francamente no. Ma quello che più ci è piaciuto, è stata la presenza di molti giovani, tante famiglie, molti cittadini non residenti nel capoluogo. E poi si trattava di gente senza colore e senza bandiere. Avevate invitato sindaco, presidente della Provincia e presidente della Regione? Avevamo invitato formalmente le tre istituzioni nel loro complesso, nel senso che l’invito non era rivolto a sindaco e presidenti, ma era esteso a consiglieri e

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NO AL CARBONE: QUEI BRAVI RAGAZZI Erano partiti in 30. Oggi non sanno più quanti sono. E sono riusciti a portare in piazza 4000 persone. Per chiedere all’Enel e alle Amministrazioni meno carbone e maggiore tutela della salute dei brindisini assessori. Chi ha partecipato lo ha fatto a titolo personale. Anche il segretario provinciale della Cgil, Leo Caroli, anche se francamente è difficile dividere ruolo pubblico e privato. Solo Sinistra e Libertà aveva aderito ufficialmente alla manifestazione. Eppure qualcuno continua ad accusarvi di essere contro i lavoratori. Chi lo fa è in malafede. Ribadiamo che non chiediamo la chiusura della centrale di Cerano. Noi i posti di lavoro li vogliamo salvaguardare. Quello che chiediamo è rispetto per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Dire “no al carbone” non vuol dire “no ai posti di lavoro”, perché i posti di lavoro non sono aumentati proporzionalmente all’aumento del carbone bruciato a Cerano. Dunque chi tenta di metterci contro i lavoratori, sbaglia strada. Siccome la nostra controparte non ha argomenti,

ci accusa di voler cancellare posti di lavoro. Troppo semplice. Ma non ci casca più nessuno. Almeno da questo punto di vista, la città fortunatamente è cambiata. Qualcuno pensava di confezionare una convenzione-farsa, e invece le voci che si sono alzate li hanno convinti a non esagerare. La città ha dato una risposta forte. Le grandi aziende devono rispettare l’ambiente e la salute dei cittadini. Finora facevano le trattative tra di loro, in qualche stanza. Ora devono dare conto a questa gente. A questi 4000 brindisini che hanno fatto sentire la loro voce. Tutto dovrà essere fatto alla luce del sole. Per esempio ci auguriamo che venga convocato un consiglio comunale monotematico sul carbone e sull’Enel, come quello sul rigassificatore. Siete partiti in 30, ora quanti siete?

Diciamo che il nucleo dei fondatori del gruppo è di circa 40 volontari. Ma per il corteo hanno collaborato un centinaio di persone. La verità è che non sappiamo più neanche noi quanti siamo. Ma sapete cosa volete. In realtà preferiremmo non fare proposte ma averle dai nostri amministratori. Tocca a loro presentare progetti di sviluppo e bozze da portare al tavolo delle convenzioni. Noi poniamo domande. Per esempio: cosa si intende fare della costa? Qual è il progetto della Città d’Acqua? Quello che diciamo è: basta con gli slogan, fuori i fatti, i progetti. Si è fatto avanti qualcuno? Siete stati contattati da Enel, sindaco, Ferrarese? Finora solo Ferrarese, ma perché voleva chiarire alcune sue critiche al nostro movimento che erano apparse su Senzacolonne. Ci ha detto che lui non era contrario alla nostra protesta, e tre giorni dopo ha confermato la cosa con un intervento. Che ne pensate della riduzione del 5% o del 10% del consumo di carbone, così come proposto finora nelle trattative per la nuova convenzione? Diciamo che il 10% in dieci anni fa davvero ridere. Ma noi vorremmo che nelle convenzioni non ci fosse solo


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PERSONAGGI

la riduzione del consumo di carbone bruciato. Vorremmo anche il registro tumori, il monitoraggio quotidiano delle emissioni inquinanti, sanzioni immediate e pesanti ogni qualvolta saranno superati i limiti che saranno decisi. Vorremmo un tetto alla produzione energetica sul territorio brindisino. E, soprattutto, la convenzione dovrà essere rivista tra cinque anni, non tra dieci, come qualcuno propone. Fra tre mesi si vota, e il vostro gruppo farà gola a qualcuno... Su questo vogliamo essere chiari fin d’ora. Siamo già stati avvicinati più volte da qualche partito, che tenta di portarci dalla sua parte. Sappiamo che accadrà ancora. Ma la nostra risposta è stata e sarà sempre picche. Per onestà nei confronti della gente che finora ha creduto in noi. Ognuno di noi ha le

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sue idee politiche e voterà come vuole. Quale sarà il vostro prossimo passo? Intanto presteremo grande attenzione alle trattative per la convenzione con l’Enel. Continueremo ad informare, ad informarci, e a sensibilizzare: 4.000 persone sono ancora poche, ce ne sono ancora 86.000 da raggiungere. Niente azioni eclatanti? Beh, ne abbiamo in mente una che sarebbe grandiosa, ma se la dicessimo a TB, si perderebbe l’effetto sorpresa.


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VOCI DAL FUTURO

BRINDISINI STRAORDINARI di Iole La Rosa

Marcello Rollo sarà ricandidato alla Regione nel 2010. E spera di rifare l’assessore al Turismo

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n mondo nel mondo, ecco come si presenta la comunità scolastica dell’Istituto “Carnaro” di Brindisi; una società organizzata con regole comportamentali, stili di vita, linguaggio e mimica inimitabili. L’Istituto Tecnico Nautico Statale “Carnaro” fornisce ai suoi allievi l’opportunità di sbocchi professionali di spessore e soddisfazione, ma anche, l’accesso a qualsiasi facoltà universitaria e, in particolare, all’Accademia mercantile e militare, contribuendo ad arricchire la marineria italiana, conosciuta e stimata in tutto il mondo per la professionalità e la dedizione. Il “Carnaro” è, senza dubbio, uno degli istituti tecnici che ben s’inserisce nel contesto portuale, economico, industriale della nostra città. I periti nautici ed aeronautici che ne escono potrebbero avere futuri sbocchi professionali anche in loco, senza vedersi costretti ad emigrare alla ricerca di un posto di lavoro. È proprio dal punto dolente della formazione ed occupazione che i ragazzi avviano la discussione e su cui si sviluppano le principali proposte. Dalla richiesta di poter frequentare “l’Università a casa nostra” da parte di Francesco Manuel, Diana Lopez, Mirco Cristofaro, si giunge alla proposta di realizzare a Brindisi una “Accademia della Marina Mercantile”, analoga all’iniziativa intrapresa da qualche anno a Genova e che vede un grande proselitismo ed una seria partecipazione. «Si è parlato spesso della volontà di intraprendere l’iniziativa per la creazione di una “Accademia Italo-Greca della Marina Mercantile”», ci dice con grande passione Mauro Zizzi, «e di realizzare la stessa con un finanziamento europeo della misura “Interreg Italia-Grecia”, da richiedere entro il 30 ottobre 2009, con l’organizzazione di corsi di durata triennale a partire da ottobre 2010. L’annuncio di tale iniziativa, da parte dell’Autorità portuale di Brindisi, ha generato in noi aspettative e speranze dal momento che appariva aprirsi una prospettiva di formazione e d’inserimento professionale in loco; illusione presto smorzata dalla constatazione della scadenza del bando senza che alcun progetto, in merito, fosse stato presentato», continua, «…ci vedremo, così, costretti a cercare formazione fuori dalla nostra città». Cristopher Ruggiero, Fabio Laquercia e

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LA CITTÁ E I SUOI PROBLEMI, VISTI DAI RAGAZZI DEL NAUTICO C’è chi chiede l’Università a Brindisi, e chi spera nello sviluppo del terminal crociere, per poter lavorare qui. Chi pensa a nuovi pub e chi asupica la pulizia della pista ciclabile ed il recupero della costa. Ecco i messaggi che hanno scritto sui manifesti che TuttoBrindisi ha chiesto di preparare. A futura memoria con loro, in coro, un po’ tutti i ragazzi presenti alla discussione, chiedono d’intraprendere iniziative per dare alla città vitalità imprenditoriale e, quindi, sbocchi professionali. «Il Terminal crociere potrebbe garantire sviluppo ed occupazione. Ci riferiamo ai servizi connessi al Terminal, al personale che è utilizzato per il funzionamento di una struttura di tale spessore. Saremmo orgogliosi e fieri di contribuire a sviluppare economia nel nostro porto che è sempre stato il cuore pulsante della città”, così Cristopher e Fabio. «Ci sono progetti come “Brindisi Città d’acqua” che potrebbero aiutarvi in tal senso… vedendovi coinvolti nella fase progettuale, nella realizzazione, nelle prospettive lavorative», abbiamo osservato… I ragazzi non hanno dato seguito a questa riflessione, il perché è nelle loro parole: credono solamente a ciò che vedono, i grandi progetti sulle carte, gli annunci, li vivono come momenti di

potenziale frustrazione e non destano in loro alcun interesse. Forse saranno ribelli, ma sono anche concreti, abituati, per primi, a dire e mettere in pratica, trasformare, realizzare ciò che si impegnano a fare! L’incontro con gli studenti dell’Istituto Nautico ha rappresentato un brusco passaggio dai piccoli e teneri pulcini delle prime classi della scuola elementare, che cominciano ad aprire i loro occhi alla luce ed alla vita, a chi avvia quasi uno scontro, sia pur costruttivo, con la società; creando, una sorta di “mondo nel mondo”, con regole comportamentali ed una propria organizzazione. I giovani studenti hanno voglia di libertà, desiderano concretezza, non accettano di non ricevere risposte alle loro domande e le giuste attenzioni. Le aspettative disattese creano, nei vivaci e pulsanti animi, un senso di ribellione, che li spinge, a volte, ad alienarsi dalla realtà, prendendo le distanze da chi detiene l’autorità e non riesce a fornire

indicazioni, guide, stimoli per aiutarli a crescere e ad affermarsi. Considerati, il più delle volte, individui da scrutare, al fine di comprendere le cause sociologiche e psicologiche del disinteresse del “giovane” al sistema sociale, alle problematiche cittadine, i ragazzi si sentono, spesso, ai margini della società perché non coinvolti nei suoi tempi e negli spazi. Perché, allora, non invertire la rotta? Perché non soffermarsi a pensare se il tessuto sociale, le priorità che la società riconosce, sono compatibili con le loro esigenze? La città che viviamo, gli standard riconosciuti, ufficialmente, come adeguati e corretti, sono da loro condivisi? Sono alla portata di tutti, a dimensione del “giovane”?… Ci siamo mai fermati a riflettere su che cosa accadrebbe se, anziché trattare i giovani come un problema, ritenendoli mai pronti ad affrontare la vita, provocando in loro malessere e frustrazione, cominciassimo a considerarli ciò che in realtà sono?!


Una grande, immensa e preziosa risorsa, un patrimonio su cui bisogna investire! I giovani desiderano sentire propria la città, conoscerla e viverla. Per far ciò devono poter raggiungere zone e quartieri con facilità, utilizzando mezzi di trasporto a loro consoni come, ad esempio, la bicicletta. “A Brindisi, la pista ciclabile è sporca, buia e trascurata, interrotta in più punti, non ha la funzione che le è propria… raggiungere tutti i punti del centro urbano in sicurezza, è solo un pezzetto di strada ammattonata”, contesta Federica. I ragazzi vogliono vivere con gioia e serenità la propria città, le piazze, i luoghi d’incontro e di scambio interpersonale: «C’incontriamo per strada, in piazza Santa Teresa, piazza Vittoria, piazza Cairoli; spesso raggiungere i luoghi d’incontro non è facile», riferiscono Diana Lopez Federica Guagliardo, Antonella Ronda, «Il sottopassaggio di via Appia, ad esempio, è poco illuminato, così come tante aree del centro e della periferia. Quando siamo da sole, abbiamo paura di percorrere alcuni tragitti, non ci sentiamo sicure». Il rilancio del turismo è un altro argomento a cui i ragazzi sono molto sensibili. Turismo visto come promozione culturale della città ma anche come riqualificazione del litorale. «Le nostre spiagge sono in stato d’abbandono», denunciano Fabio Corinzi e Stefano Caiulo, «bisognerebbe rivalutare la costa, creare delle attrazioni per noi e per i turisti, attrezzare lidi e creare alternative di svago e divertimento». Sono, quindi, le opportunità di svago che mancano ai nostri ragazzi, occasioni

che permettono di sviluppare rapporti interpersonali e collettivi. «I pub, in città, sono sempre gli stessi da anni. Non esistono locali alternativi, come bowling o discoteche, che possono darci la possibilità di trascorrere le serate in compagnia, ritrovandoci a percorrere diversi chilometri, in macchina o in pullman, per raggiungere le discoteche di Maglie o di altri paesi nella provincia di Lecce o di Bari», riferiscono Luigi Sardano e Domenico Coluccello. Lo svago è anche legato alla libertà di poter giocare, correre all’aperto. È introdotto, in tal modo, l’argomento “Babylandia”, un’altra spina nel cuore dei ragazzi, «Non abbiamo più spazi verdi… Salendo sulla cima del Monumento al Marinaio d’Italia, guardando la città

dall’alto, constatiamo che non esistono più giardini o parchi ma case, palazzi, cemento ovunque», lamentano in coro. L’ambiente è un tema caro ai nostri interlocutori al quale dedicano numerosi slogan, così Danilo Buttazzo, Stefano Martella, Giacomo Dimastrodonato, i quali, nel loro, scuro cartellone, riproducono la tetra immagine di un cimitero dove, ad essere seppelliti, sono la città di Brindisi ed i paesi limitrofi. Triste, cupo pensiero rappresentativo dei timori dei nostri giovani cittadini: «C’erano i brindisini». «Un’alternativa pulita alle centrali», chiedono ancora Marianna Siciliano, Alessandro Giglio, Marco Minò che propongono l’uso di pale eoliche off-shore per un’energia più pulita,

la riduzione del carbone e l’utilizzo di gas, per l’alimentazione delle centrali termoelettriche. L’identità di ciascun individuo è costruita grazie al confronto con le persone che gli stanno attorno, attraverso l’immagine che esse rimandano dello stesso. A noi, il compito di far riflettere un ritratto di giovani fieri e soddisfatti, guidandoli ed inculcando loro, sin da piccoli, i principi d’umiltà e d’attesa, di sacrificio e di speranza, al di là della mercificazione degli oggetti e degli affetti. La responsabilità è quella di formare i cittadini del futuro, ai quali spetterà il compito di realizzare la “Brindisi città d’acqua del domani”. È un ruolo fondamentale e non delegabile. Occorre creare le condizioni affinché i nostri comandanti, i direttori, i naviganti che, senza dubbio, si faranno valere, con senso di responsabilità ed abnegazione possano, al ritorno dalle loro dure e lunghe esperienze, con il bagaglio culturale, professionale e di vita acquisito negli anni, fermarsi a Brindisi e progettare la loro città, il suo porto, vivendo e contribuendo a realizzare il sogno di una vita. Ai giovani, questo è il messaggio che vogliamo trasmettere: “In una società che vi abitua a dare purché ci sia un ritorno, un premio, una ricompensa, voi dovete rispondere, con il senso del sacrificio e con l’orgoglio di farcela”. I protagonisti dell’articolo hanno scelto un indirizzo tecnico non facile. Nel loro futuro formativo e professionale vivranno momenti difficili, al limite della sopportazione, in cui risponderanno a se stessi e capiranno chi sono e cosa sono divenuti. Nella tempesta dilagante saranno in grado di tener dritta la rotta per non finire sugli scogli, consapevoli che vivere comporta affrontare e superare confronti e disagi, sofferenze e speranze. Chi riuscirà, riceverà grandi soddisfazioni e raggiungerà importanti traguardi. Ciò avverrà sempre e, comunque, perché la vita è un’eterna battaglia, prima di tutto con se stessi e con le proprie debolezze e, solo chi si troverà pronto ad affrontare il mare, potrà essere un vincente. Riuscire a superare le difficoltà aiuterà il cittadino di domani ad essere in grado di decidere le sorti del proprio presente e del futuro ma, anche, di sentirsi all’altezza di pensare agli altri ed al loro bene. Ai cittadini di domani spetterà l’onere delle scelte per la nostra città; saranno loro a decidere, sarà loro la responsabilità per ciò che lasceranno in eredità ai figli. Con la preghiera… di non dimenticare, mai, ciò che sono e che desiderano oggi! Iole La Rosa

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IMPRESE

L’INNOVAZIONE CHE FA SPORT WWW.FUBLES.COM Dalla passione di un brindisino trapiantato a MIlano, Vito Zongoli, è nata una start-up di successo. Che soccorre chi cerca disperatamente un campo su cui giocare a calcetto!

ARIA FRESCA di Daniele Galiffa

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a passione, si sa, è il motore che sostiene le nuove idee e offre il giusto incoraggiamento ad affrontare con dedizione e curiosità ogni nuova avventura. È proprio la passione per lo sport e per la Rete che ha mosso l’animo di un gruppo di ragazzi che, da alcuni anni, aiutano altre migliaia di persone ad organizzarsi per giocare a calcio e divertirsi. Cercheremo di raccontare l’avventura di questo gruppo eterogeneo per portare un esempio di come, anche partendo da Brindisi, si possa arrivare ad aggregare persone di tutta Italia e fornire loro nuovi servizi ed opportunità, anche professionali. Ma andiamo con ordine, iniziamo dal principio. Vito Zongoli, brindisino doc classe 1979, nel 1998 si trasferisce a Milano per studiare e porta con se la voglia di praticare sport, vedendosi da subito coinvolto nella organizzazione di centinaia di partite ogni anno. In poco tempo quello che era pura passione e voglia di praticare sport diventa (tra telefonate, sms, appuntamenti e prenotazioni) un impegno a tempo pieno, troppo oneroso da portare avanti con la necessaria attenzione. Armato di tanta pazienza e buona volontà, Vito, da buon ingegnere, inizia a ragionare sulla creazione di un servizio che possa rendere semplice e veloce l’organizzare una partita, utilizzando internet: nasce così, nel 2006, fubles.com il primo servizio online che permette, a chiunque, di organizzare una partita e far sì che altri possano aggregarsi. Si ribalta quindi il paradigma: non è più l’organizzatore a convocare, ma sono i giocatori ad aggregarsi ad una partita. Il tutto, molto prima che in Italia si avesse notizia dell’esistenza di Facebook e si diffondesse la “cultura” dei Social Network! Già dai primi mesi si intravede il potenziale di fubles.com; i primissimi “utenti-giocatori”: tutti appassionati di calcio, iniziano a confrontarsi andando, pian piano, a costituire un nucleo di persone che oggi, insieme a Zongoli, ne

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rappresenta il “cuore e motore”: Giuseppe (salentino, classe 1985), Mirko, Stefano, Fabio e Nito. Nel 2007 i ragazzi di Fubles iniziano una fase di stesura di un preciso business plan, in maniera da trasformare la passione per lo sport in una opportunità: una nuova impresa innovativa e divertente, forte delle idee e del contributo di giovani competenti. Sono quindi mesi di durissimo lavoro (spesso sacrificando svago, sonno e week-end), che portano alla realizzazione di una nuova versione di fubles.com, più ricca nelle funzionalità e molto ben definita sotto il profilo del servizio rivolto ai principali clienti: i gestori degli impianti sportivi. Il successo di fubles.com diventa nazionale: ne parlano diverse testate (gazzetta.it, il Venerdì di Repubblica,

tuttosport.it, Radio Deejay… ) e da Milano, la “fublesmania” inizia a colpire altre città grazie al bisogno che realmente soddisfa: Bologna, Firenze, Roma, Bari, Taranto... La crescita di Fubles diventa stimolo, per altri gruppi, di creare servizi concorrenti e si rende necessario, quindi, investire ancora di più sull’innovazione per riuscire a conservare il vantaggio competitivo e la leadership nel segmento di mercato acquisiti nel primo anno di vita. Il grande coinvolgimento degli utenti e il continuo lavoro di perfezionamento operato dai ragazzi di fubles.com, fa sì che il servizio continua a crescere per tutto il

2008 raggiungendo i primi 2000 utenti, tutti soddisfatti. È però con il 2009, che ci siamo appena lasciati alle spalle, che fubles. com riceve una prima vera conferma ed entra a pieno titolo nella scena nazionale delle start-up. Il numero di utenti cresce a ritmi sempre più interessanti (al momento di andare in stampa sono oltre 7000 e si giocano più di 400 partite al mese) e si moltiplicano gli eventi, capaci di attirare l’attenzione anche dei grandi protagonisti dello sport e dei grandi brand; con RedBull ed Edgar Davids (l’inidmenticabile Pitbull di bianconera memoria) si organizza a Lecce uno degli eventi che ha consacrato Fubles come una bellissima, promettente realtà. A giudicare dalla determinazione dei ragazzi (uno di loro ha addirittura lasciato il suo lavoro, pur per dedicarsi a tempo pieno al progetto), si sentirà parlare moto di Fubles nei prossimi anni. Se è vero che fubles.com nasce da un giovane brindisino, è anche vero che l’idea per maturare ha avuto bisogno di un tessuto culturale e sociale molto aperto e dinamico (quale è Milano), dove è probabilmente più agile riuscire a raccogliere tutte le competenze necessarie per trasformare le idee in imprese, anche grazie al supporto delle locali istituzioni: Camera di Commercio e Provincia in primis che, diversamente dal nostro territorio, offrono moltissime opportunità in termini di stanziamenti di contributi e di crescita professionale. Auguriamoci, a questo punto, che il 2010 ci regali l’opportunità di raccontare nuove idee che, da Brindisi, permettano di svilupparsi e diventare una occasione di crescita per i nostri giovani e per il tessuto imprenditoriale. Magari, con il supporto degli enti pubblici preposti. Nelle foto in questa pagina: l’homepage di Fubles, Vito Zongoli e una pagina del Venerdì di Repubblica in cui si parla del sito.


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SPORT TuttoBrindisi

CALCIO

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ister Silva resta saldo al suo posto, pur con una squadra in cambiamento. Malgrado i mugugni dei tifosi per il gioco fin qui espresso e i risultati ottenuti, la famiglia Barretta ha deciso di dare fiducia al tecnico della promozione e di fare qualche ritocco alla rosa dei giocatori. Del resto qualche intervento era necessario, sia per far quadrare i conti, che per far quadrare il gioco, visto che qualcuno in campo ci andava solo per onor di cronaca. Il Brindisi dunque riparte dalla trasferta di Noicattaro, e punta senza mezze misure a rientrare tra le prime cinque classificate. Siamo a soli due punti dalle quarte, il Siracusa ed il Gela, ma i biancazzurri hanno sperperato cosĂŹ tanti punti (in maniera incredibile) che potrebbero tranquillamente essere terzi. Forza allora, riprendiamo a marciare!

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SPORT

IL POSTER

Bryan e Thomas, fotografati da Dino Matera

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BASKET

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’Enel Basket Brindisi non entusiasma, ma è sempre ad un passo dalla vetta. Nell’ultima partita casalinga contro Scafati ha giocato male ed ha rischiato di perdere contro una squadra evanescente. E come al solito sono state le invenzioni dei singoli (Thomas e Crispin) e il sacrificio di Cardinali, Radulovic e Bryan, a portare a casa i due punti. Ma se si vuole restare in alto, c’è bisogno di qualche uomo in più: Maresca si vede a settimane alterne, Infante ancora non si è fatto vedere. Per fortuna Cardinali è sempre pronto alle armi, altrimenti per Perdichizzi sarebbero solo dolori. Il problema è che non si può affrontare un campionato di vertice contando solo su 7-8 giocatori. Se si dice di mirare alla promozione, allora servono 10 uomini in grado di tenere il campo. Se non ci sono, è dura. Durissima. E viene da chiedersi che senso abbia andare a prendere giovani da altre città, solo per fargli fare la panchina. Possibile che a Brindisi non c’erano ragazzi all’altezza? Si torna in campo il 3 gennaio a Latina, poi gara interna contro Pavia: due partite che sulla carta sono facili. Speriamo di non complicarcele.

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SPORT

GIOVANILI

Quei piccoli invincibili La Forum San Pancrazio, anche grazie ai brindisini Gioia, Guastella, Palazzo, Ferraro, Morleo e Bagnuli, domina il campionato Giovanissimi: 10 partite vinte, un pareggio, nessuna sconfitta.

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’è un bel po’ di Brindisi nella capolista del girone A del campionato Giovanissimi provinciali 2009-2010. Sono ben sei i ragazzi del capoluogo che militano nell’Asd “Forum football club” San Pancrazio Salentino, che sta letteralmente dominando il suo campionato, girando la boa del girone d’andata imbattuta con 31 punti, 10 partite vinte e una pareggiata, 55 reti realizzate e appena 6 subite, miglior attacco e miglior difesa del girone. Dunque qualche piccolo merito, oltre che all’ottimo allenatore Michele Vergara, va anche alla colonia di giovani provenienti da Brindisi, che il mister ha saputo assemblare in una squadra già forte e lo scorso anno vincitrice del torneo. Nella linea difensiva si annoverano tre giovanissimi brindisini provenienti dalle fila già Esordienti del Football Brindisi, il centrale Michele Guastella (96), sinora inamovibile punto fermo del pacchetto arretrato, che viaggia con circa mezzo goal subito a partita, che si completa con gli esterni Federico Palazzo (96) e Andrea Ferraro (96), valorizzati al meglio dall’attento e prezioso lavoro di Mister Vergara, che tra allenamenti e partite sta tirando fuori il meglio dai suoi ragazzi, come dicono i risultati sin qui ottenuti. Nei ruoli offensivi tre punte “tascabili”: dalla compagine brindisina Nitor giunge l’attaccante Gianmarco Gioia (97), mentre ancora dal Football Brindisi provengono il piccolo fantasista di fascia Claudio Morleo (95), che si sta mettendo in evidenza anche nella categoria Allievi provinciali, e il centravanti Salvatore Bagnuli (96), buon realizzatore, in procinto di debuttare con i giallorossi del Gallipoli. Infatti il Forum, con la bella e funzionale struttura sportiva e di eventi dello spettacolo di patron Digregorio, funge da serbatoio per i settori giovanili delle maggiori squadre salentine professioniste, Gallipoli e Lecce, grazie all’impe-

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gno del suo tecnico che ha consentito al centrocampista Piergiorgio Fina (97) di trasferirsi in settembre nella fila degli Esordienti del Lecce, come pure di passare ai pari categoria nazionali del Gallipoli al portiere sanpancraziese Antonio Sergi (95) e - nella recente riapertura della campagna trasferimenti - anche al citato attaccante Bagnuli, all’esterno mesagnese Michele Valentini (95) e al centrocampista latianese Davide Difino (95) presto seguiti da capitan Salvatore Conte (96), forte centrocampista di San Pancrazio già opzionato per il prossimo anno dagli ionici. Non è un caso perciò, che a fronte di questi risultati, verso la scuola calcio dei Pulcini del Forum si portano sempre più genitori dall’area jonico salentina e in particolare da Brindisi. Certo si sobbarcano il pendolarismo in direzione del centro salentino (e ritorno) per il miglior apprendimento calcistico dei propri figlioli, non fosse altro che per l’alta attenzione non solo alle attività sportive e insieme pedagogiche, ma in particolare ai risultati scolastici e al rispetto delle regole e al buon comportamento civile che vige: un aspetto molto apprezzato da mamme e papà. Ma il feeling tra il Forum e la città capoluogo, oramai consolidato, non si ferma al drappello dei calciatori in erba; appartiene alla nostra città l’Agenzia Brindisi City di Cosimo e Gianluca Alba, del gruppo assicurativo Sai divisione Fondiaria, che figura tra i mainsponsor delle squadre Giovanissimi e Allievi provinciali. Un fruttuoso cammino di preziose relazioni e competenze tecniche avviato nella scorsa estate con il Salento Summer Camp, ideato e diretto da Michele Vergara e dal calciatore del Brindisi Roberto Taurino, che si replicherà nell’edizione 2010 a partire dalla seconda metà di giugno, con stage tecnici, teorici ed educativosportivi. Ai ragazzi di Mister Vergara e in particolare alla sua nidiata di brindisini TB augura un ottimo 2010 e auspica di raggiungere il meritato traguardo dei campionati regionali.

Dall’alto verso il basso: Gianmarco Gioia, Michele Guastella, Claudio Morleo


SPORT

GIOVANILI

Per l’Aurora un anno da incorniciare Per la società cestistica tanti tornei vinti, ottimi piazzamenti, e convocazioni importanti per i suoi giocatori migliori. merito degli istruttori Patera, Rongone, Bevilacqua, Arrighi e Fiusco

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nche l’Aurora Brindisi ha chiuso un altro anno esaltante. La giovane società cestistica crede molto nei più piccoli ed è impegnata nei campionati U19 eccellenza, U17 Eccellenza, U15 Eccellenza, U14 Open, U13, con 2 squadre, Esordienti e Trofeo Minibasket. Partecipa a tornei internazionali e nazionali. Solo nell’ultimo mese ha disputato il Monobasket dell’Immacolata a Corato ed il torneo Natale Sottocanestro a Castellammare di Stabia. A gennaio sarà a Gallipoli, al Basket for life a Bologna, al Trofeo Papini a Rimini, al Trofeo Garbosi a Varese e poi al Torneo Internazionale di minibasket di Matera ed a quello di Fossombrone. Nel periodo estivo l’Aurora organizza il suo Camp di Basket, che quest’anno giunge alla sesta edizione. Nel 2009 la società (che vanta tra i suoi istruttori, tra gli altri, Vito Rongone, Gianfranco Patera, Patrizia Bevilacqua, Roberto Fiusco e Sandro Arrighi) ha vinto i campionati regionali u14 open, è stata vice campione regionali u15 eccellenza, campione provinciale u13 si è classificata quarta al torneo internazionale minibasket matera, ha avuto quattro atleti convocati dal settore squadre nazionali ai raduni, e 5 atleti nella selezione regionale che è stata impegnata nei giorni scorsi a Castrovillari. Nelle foto in questa pagina, tutte le leve dell’Aurora alla consueta festa di Natale.

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È

in vendita nelle edicole e nelle librerie della città il nuovo romanzo di Guido Giampietro, “Il paese dove non passava il treno”, (Schena Editore). I ritmi lenti della vita di Castelvecchio, un paesino di novecentoquarantuno anime ad un tiro di mare da Brindisi, vengono stravolti da un evento che, eccezionale per quegli abitanti d’un tempo antico, rientrerebbe invece nella normalità esistenziale del villaggio globale. In una scrittura vivace e coinvolgente si animano le microstorie di personaggi di una provincia ancora sana che avverte - pur se attenuati - i problemi delle città del Sud. Primo tra tutti quello dell’allontanamento dei giovani alla ricerca d’un lavoro che una commovente speranza spinge a cercare lontano dalla terra dei padri. Tutto ciò mentre sullo sfondo sfila un paesaggio che invia direttamente al cuore le visioni delle incomparabili bellezze naturali di Torre Guaceto e di un entroterra fascinosamente popolato da masserie e case calcinate dal sole mediterraneo. Quella stessa calce che, col suo nitore abbacinante, dà ai grandi la speranza di poter essere degni della purezza d’un cielo perennemente azzurro ed ai bambini offre l’incanto di avventurarsi in villaggi magici fatti di casette di marzapane e zucchero filato. Il romanzo, attraverso la delicata storia d’amore tra Tonino e Floriana, finisce con l’inviare un surreale sms ai giovani perché guardino al futuro senza perdere di vista le proprie radici, le sole in grado di far vincere anche la più ardita delle scommesse. Guido Giampietro, oltre alla sceneggiatura di testi teatrali in vernacolo, ha ottenuto vari riconoscimenti nazionali per i suoi racconti. Nel 2005 ha pubblicato, sempre per Schena, la raccolta di racconti Sopra il cielo. Da qualche mese la penna di Guido arricchisce i contenuti di TuttoBrindisi.

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“…Trovare l’anima gemella è come per un bambino trovare sulla giostra il giocattolo del cuore. In principio prova ciascuna delle macchinine. E anche quando la musica attacca e il piatto della giostra comincia a ruotare, egli continua a passare dall’una all’altra. Finché non trova la sua. Solo allora tutte le altre finiscono d’esistere. Così è l’amore, Floriana. È come un giro di giostra un po’ più lungo. Quando il grande piatto della vita inizia a muoversi, devi essere bravo a scorgere la tua macchinina, balzarci subito sopra e difenderla da chiunque voglia portartela via. Meno che mai devi accontentarti di salire su quella in cui t’infila il giostraio…”

UNA STORIA D’AMORE. ED UN SMS PER I GIOVANI BRINDISINI Nel suo romanzo Guido Giampietro usa il flirt tra Tonino e Floriana, per lanciare un appello: guardate al futuro senza mai dimenticare le vostre radici, le sole in grado di farvi vincere tutte le scommesse


LIBRI

Parli di tante microstorie ma tra queste ce n’è una particolarmente sentita? In altre parole, quale è il motivo vero che ti ha spinto a scrivere questo romanzo? Ho voluto richiamare l’attenzione sulla realtà dei nostri giovani che emigrano al Nord come cinquanta e passa anni fa. Con la differenza che allora c’erano motivi validi per farlo. Mentre ora ci sono falsi motivi, perché il lavoro c’è anche qui. Genuinamente precario come quello che c’è altrove. Senza contare che, ammesso che si riesca a soddisfare i bisogni del corpo, si finisce per ammalarsi nell’animo. A questo porta il rinnegare le proprie radici. Oltre a privare di energie vitali un territorio che rischia di non avere più un futuro. Ti soffermi a citare Milan Kundera, a proposito della lentezza, e di questa fai un elogio sperticato facendola diventare un pregio più che un difetto della nostra gente. È così! La tanto vituperata apatia dei meridionali - e di noi brindisini in specie - non è altro che l’otium dei Romani, cioè dei nostri progenitori. Bada bene, però: non l’ozio praticato oggi nel resto del mondo, un ozio che è sinonimo di inattività e, quindi, di frustrazione, noia, mancanza di movimento vitale. Al contrario, la nostra siesta, specie nella controra estiva, quando il sole morde la terra lasciandovi il segno, si fa beffe dei tempi dell’uomo, adattandoli a quelli, di più ampio respiro, dell’universo. Noi del Sud, perciò, siamo fortunati a conservare questi ritmi lenti perché sono proprio loro a farci apprezzare la bellezza della vita. A proposito dei giovani non credi che il linguaggio del romanzo sia un po’ diverso dal loro? Diciamo non allineato con quello del loro mondo? Calvino, nelle sue “Lezioni americane” raccomandava la precisione del linguaggio. Come lo stesso Gadda, d’altro canto. O come testimonia l’ossessione flaubertiana per il “mot juste”. Ebbene, anche se il paragone può sembrare

LIBRI/2

Il porto sotto Ferdinando IV Pubblicata la ristampa anastatica della Memoria del cavaliere Andrea Pigonati «Alle lagrime del Popolo Brindisino mossasi la paterna cura del Sovrano, per toglierlo dall’imminente perdita della vita de’ pochi rimasti, si degnò comandare a D. Vito Caravelli, ed a me, che senza il menomo ritardo ci fossimo portati a Brindisi per esaminar lo stato del tanto celebre, e poi chiuso, porto ridotto ad uno stagnante lago...». Inizia così il “racconto” di Andrea Pigonati ingegnere militare incaricato dal Re di Napoli e Sicilia, Ferdinando IV di Borbone, di progettare le opere di ripristino del canale di collegamento tra il porto interno e quello medio. Il Sovrano riconoscendo la grande importanza del porto di Brindisi dispose i lavori di riapertura ben sapendo che oltre ai benefici per la salute dei cittadini ciò avrebbe dato un forte impulso all’economia locale che versava in condizioni disperate. Il canale successivamente prese il nome appunto dallo stesso Pigonati il quale narra questa “avventura” in modo puntuale, ma non meno coinvolgente, ed oggi rileggendola ci fa rivivere una parte del nostro passato, un periodo non proprio felice, ma estremamente importante. Questo libro stampato nel 1781 a Napoli, capitale del Regno ed anche di un grande fervore culturale, costituisce una rarità bibliografica di indiscusso valore storico e documentale, ed è per questo che la sua ristampa anastatica rappresenta un fatto significativo. La facile e attraente lettura del libro accrescerà la conoscenza del nostro passato. L’accurata ristampa anastatica, in bella veste tipografica, riproduce fedelmente l’originale che è riprodotto in soli 300 esemplari di cui 99 in edizione speciale che comprende un’opera grafica di Nicola Lazzari Paulichievic. La pubblicazione è disponibile nelle librerie e può costituire l’occasione per un regalo diverso e particolare. irriverente, io la penso allo stesso modo di questi signori. Abbiamo una lingua meravigliosa che tutto il mondo c’invidia e studia; un vocabolario in grado di rendere chiari i pensieri più elaborati. E allora, perché limitarsi all’uso di qualche centinaio di vocaboli? Perché non tornare a educare i giovani all’uso corretto dell’italiano? Il che non significa dover rinunciare ai linguaggi, pur essi necessari,

degli sms o dei blog o di twitter. Perché non sforzarci di mirare verso l’alto anziché optare per la strada più facile dell’appiattimento conformistico? Senza contare che consultare un vocabolario rappresenta anche un sano esercizio fisico, oltre che intellettuale… Questo è uno dei motivi per cui mi auguro che il romanzo possa essere letto soprattutto dai giovani.

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COMPLICI

Diritti & Doveri

Graziuso Emilio

La legge Taglia Processi. Taglia anche i procedimenti per malasanità, quelli per reati finanziari... IN QUESTE ULTIME SETTIMANE IL DISEGNO DI LEGGE N. 1880 sulla riforma della giustizia è stato al centro di un acceso dibattito, soprattutto a livello mediatico. Purtroppo, però, a mio parere, se ne è discusso molto ma, quasi esclusivamente, da un punto di vista politico e non giuridico, nonostante, qualora il disegno dovesse trasformarsi in legge, verrebbe a spazzar via migliaia di processi (per questo motivo il disegno di legge è stato ribattezzato “taglia processi”). Al riguardo è opportuno immediatamente evidenziare che, sebbene il Ministro della Giustizia Angelino Alfano abbia più volte affermato che il disegno di legge “soddisfa l’aspettativa dell’imputato a che il processo si concluda entro un termine ragionevole”, nessun accenno è stato fatto alle conseguenze per le parti lese che, dopo anni di attesa, potrebbero vedere svanire le proprie aspettative di condanna degli imputati. Pare, quindi, che gli estensori del disegno di legge abbiano tenuto in maggior considerazione le “aspettative degli imputati” e non quelle delle “parti lese”. Ma andiamo con ordine e cerchiamo, senza alcuna considerazione di carattere politico, di fare un po’ di chiarezza sull’argomento. Il disegno di legge stabilisce che il processo penale per non essere ingiusto non deve durare più di due anni in primo grado, due anni in appello e due anni in Cassazione

(per un totale, quindi, di sei anni). Tutti i processi che durano più dei tempi stabiliti, e che riguardano soggetti incensurati, reati che prevedono una pena al di sotto dei dieci anni e processi al primo grado di giudizio si dovrebbero estinguere per prescrizione. Sono esclusi dalla tagliola “salva processi” i recidivi, i delinquenti abituali, gli immigrati clandestini, coloro che hanno commesso reati di mafia e terrorismo, reati di grave allarme sociale (omicidio doloso, rapine, estorsioni) e quelli considerati di primaria importanza nel pacchetto sicurezza. Con una norma transitoria, inoltre, la prescrizione si dovrebbe applicare anche ai processi in corso, ma limitatamente a quelli attualmente pendenti in primo grado. Ma quale tipo di processi verrebbero ad essere coinvolti dalla “tagliola”? Purtroppo molti che riguardano il cittadino consumatore. La prescrizione breve coinvolgerebbe, infatti, i reati di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari, il commercio di sostanze alimentari nocive, di truffe, di omicidi colposi, di lesioni personali, di corruzione del minore ed una lunghissima serie di reati societari, finanziari, fallimentari e tributari. Rischierebbero, quindi, di cadere in prescrizione i processi per i casi di malasanità, quelli, cioè, concernenti la colpa medica, che di solito sono tra i più lunghi per il numero degli imputati (spesso un intero reparto di ospedale) e per

il numero di perizie specialistiche da mettere a confronto. Tra le parti offese da reato in trepidazione a causa della possibilità che il disegno si trasformi in legge vi sono le vittime dei reati finanziari. Molti, infatti, sono i risparmiatori che avevano investito il proprio denaro in titoli Parmalat, Cirio, Argentina, Cerruti, e/o in prodotti finanziari, quali My Way e 4 You ideati e venduti dall’ex banca 121 oggi Monte dei paschi di Siena e che hanno intrapreso la strada del processo penale preferendolo al contenzioso civile. Solo per il caso Parmalat, ad esempio, sono in corso sei processi, due a Milano e quattro a Parma, nei quali migliaia di cittadini truffati si sono costituti parte civile contro l’azienda e le banche che hanno venduto i titolo “bidone”. I risparmiatori che avevano acquistato i titoli del gruppo societario di Collecchio potrebbero ritrovarsi a dover ricominciare tutto da capo, perché i reati contestati agli imputati (concorso in aggiotaggio, bancarotta e concorso in bancarotta) sono tutti inclusi nel disegno di legge “taglia processi”. Questi sono solo alcuni dei casi, ma la lista potrebbe essere notevolmente ampliata qualora il disegno dovesse trasformarsi in legge. Spero, quindi, che un disegno di legge sul diritto a un processo breve (almeno così è stato pubblicizzato da coloro che lo hanno proposto!) non si trasformi in legge sull’impunità.

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LETTERE

VOCI DI POPOLO

I nostri lettori ci scrivono posta@tbmagazine.it

PROBLEMI PRIMARI

QUELLI CHE PENSANO AL PALAZZETTO «I tumori stanno uccidendo i nostri figli, ed il bello è che alcuni più sfortunati non hanno acqua corrente potabile per poterli lavare quando sono ammalati. Ma purtroppo si vendono meno copie, denunciando certi problemi dei cittadini...» Complimenti al direttore per il coraggio di esprimere opinioni che tutti dovremmo condividere e fare nostre. Dopo i complimenti non posso però esimermi dal notare che molti giornalisti gridano allo scandalo prima per la mancanza di una copertura adeguata, poi per la mancanza di parcheggi, adesso perchè occorre un palazzetto nuovo da 5.000 posti. I tumori stanno uccidendo i nostri figli, ed il bello è che alcuni più sfortunati non hanno acqua corrente potabile per poterli lavare quando sono ammalati. Purtroppo si vendono meno copie denunciando problemi primari che i cittadini vivono tutti i giorni, quali la mancanza di acqua, fogna (con conseguente inquinamento delle falde superficiali), gas, strade, maciapiedi. Direttore vada avanti su questa linea e sappia che tanti condividono ciò che lei ha scritto. Antonio Iaia antonioiaia@libero.it

Convenzione farsa Mi chiedo perchè non sono mai state avanzate richieste economiche da parte dei nostri amministratori prima e mi chiedo se questa volta saranno avanzate tali

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Cambia poco

richieste anche in base a quanto ottenuto da Civitavecchia e Montalto. C’è timore reverenziale o cosa? Sono più “bravi” gli amministratori di questi 2 siti o sono menefreghisti i nostri? Io attualmente sento parlare solo di carbonile coperto e riduzione delle emissioni e di soldoni contanti al Comune quando parliamo? Dario darse2574@gmail.com Ciao Fabio, non credo tu debba scusarti per poca diplomazia e c’è bisogno di voci “fuori dal coro”. Anzi a mio parere dovresti mantenere questa linea viscerale e caustica. Silvano Di Campi luvettasalterina@hotmail.com

Caro Direttore, sono un brindisino che per necessità, prima,e per scelta, poi, vive distante dalla sua città natale e da lontano, forse, vede “le cose” di Brindisi (gli amici mi aggiornano) con più senso critico. Come hai ragione! A me fa “rabbia” constatare che questa città, pur avendo potenzialità enormi per progredire, è rimasta quasi come quando la lasciai nel lontano 1966 (siamo coetanei). Ti saluto cordialmente da Venezia. Antonio Selicato aselicato@alice.it

Lettera al sindaco

Egregio signor sindaco... questo sarebbe quello che avrei potuto dire se avessi avuto la possibilità di incontrarla o se qualche suo collaboratore mi avesse preso sul serio telefonicamente, invece che sentire solo risate dall’altra parte. Sono una commerciante di via Conserva (zona non pedonale) e come altri miei “vicini”, sono costretta a pulire i marciapiedi da me ogni giorno, meglio non dire di che...!!! Tutto questo è abbastanza antiestetico e anti-igienico,non avendo gli strumenti adatti e non essendo

I MANIFESTI DI TB

Ringraziamo i molti lettori e amici che ci hanno fatto i complimenti per la campagna pubblicitaria di TuttoBrindisi: 11 maximanifesti affissi in tutta la città nel periodo natalizio, con le copertine del magazine e alcune frasi che volevano emozionare e fare riflettere. Volevamo fare gli auguri alla città in maniera originale, e a giudicare dai commenti ci siamo riusciti. Alcune frasi utilizzate erano “rubate” a delle canzoni degli U2 (“come puoi stare vicino alla libertà e non vederla”, “è uno splendido giorno, non fartelo scappare”, “abbiamo bisogno di nuovi sogni stanotte”, “resta bambino, da qualche parte nel tuo cuore”), al giornalista del Sole24Ore Walter Mariotti (“non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni. Si diventa vecchi perché si è abbandonato il nostro ideale”) al poeta Jeorge Luis Borges (“T’offro il nocciolo di me che ho potuto salvare: il centro del cuore che non consiste in parole, non si baratta coi sogni e che tempo, gioia, avversità lasciano intatto”). Le altre frasi utilizzate erano nostre. Buon anno. nostro compito. Chiedo cortesemente che vangano rispettate tutte le strade di Brindisi e non solo quelle dei corsi

principali,perchè la nostra via non è da meno! Lucia Falconieri


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I LOCALI DI TB

Ristoranti

t Hara Un locale originale e coraggioso, che sta riscuotendo ottimi consensi. Potete scegliere i piatti del giorno, oppure prediligere (e ve lo consigliamo) i menù degustazione: Hara (carne, pesce e verdure), Fresco (solo pesce), Gusto (carne), Verde (vegetariano), Leggero (per chi tiene alla forma fisica). Il Sushi e il Sashimi sono degni di un ristorante giapponese. Il locale è anche wine-bar e sala da thé. Via G. Bruno 26/28, tel. 0831520064. Chiuso la domenica sera e il lunedì. L’Araba Fenice u Da anni uno dei ristoranti brindisini più apprezzati. Ambiente elegante, cantina sontuosa che dà il giusto spazio ai vini del territorio, cucina di qualità a prezzi accessibili. Servizio puntuale e discreto. D’obbligo partire con l’antipasto della casa. Come primo vi consigliamo gli gnocchetti con gamberi e melanzane. Insuperabili i gamberoni rossi di Gallipoli al sale. Pesce sempre fresco. Dolci da applauso. Corso Roma 31, tel. 0831590009. Chiuso il lunedì.

t Iaccato La storia della cucina marinara brindisina. Da decenni questo locale è la meta prediletta di quanti amano mangiare pesce fresco. Nel locale della famiglia Romanelli potrete assaggiare, tra le altre cose, degli incredibili tagliolini all’aragostella. Ma se proprio volete vivere un’esperienza gastronomica indimenticabile, allora ordinate la zuppa di pesce della casa: senza paragoni. Pizze anche a pranzo. Piaz.le Lenio Flacco, tel. 0831524084. Chiuso il mercoledì. La locanda del porto u Ambiente classico e piacevole. Cucina tradizionale. Si apre con l’antipasto della casa (10 piatti tipici). Tra i primi, da non perdere i paccheri alla rana pescatrice con ricottina piccante (oppure gli agnolotti ai crostacei con ricciola). Per secondo carne arrosto (c’è anche la fiorentina) oppure l’ottimo tonno scottato con salsa di basilico e parmigiano. Dal lunedì al venerdì si serve la pizza anche a pranzo. Via Montenegro 20, tel. 0831568181. Chiuso il martedì.

t La Norcineria Cucina completamente rinnovata per questo locale accogliente e caldo situato ai piedi della Colonna Romana. All’ottima selezione di salumi, formaggi e carni, si aggiungono ora i piatti della tradizione marinara. Ottimi il tonno alla griglia con zucchine gratinate, la seppia alla catalana, l’insalata russa con il dentice, gli gnocchetti ai frutti di mare. Azzardate, ma squisite, le orecchiette al nero di seppia con le cozze. Via Colonne 57/59, tel. 08311720488. Chiuso il mercoledì. Penny u L’arte del buon bere, della cucina e della cordialità. Il Penny è uno dei ristoranti più belli e romantici della città, situato in un palazzotto del 1200 affacciato sul porto. La cucina è raffinata e privilegia i piatti a base di pesce fresco, come i tagliolini allo scorfano. L’antipasto propone quattro portate in un unico piatto dal design ricercato. Il Penny è anche enoteca (e che assortimento!) e cioccolateria. Via San Francesco 5, tel. 0831563013. Chiuso il lunedì. 30 TB GENNAIO 2010

t Pantagruele Dal gennaio 1988, data di apertura, sempre al top della ristorazione locale e nazionale. Antipasto di 10-12 portate, tutte originali e sorprendenti (come il pesce spada marinato al lime). Tra i primi da provare la caramella di pasta fillo con ricotta, cicoriette, gambero rosso, e riso rosso. Tra i secondi: pescato del giorno cotto in tutti i gusti. Sugli scudi la zuppa di scorfano. Via Salita di Ripalta 1/3, tel. 0831560605. Chiuso il sabato a pranzo e la domenica (tutta). Skipper/Betty u La cucina di uno dei locali storici del centro, abbinata alla location del bar più popolare. Ne esce un mix di buona cucina marinara, posti a sedere in piazzetta oppure nel romantico cortile interno. Ottimi i tagliolini ai frutti di mare, ma anche le pappardelle ai porcini con le vongole. Abbondante la grigliata di pesce, buone le pizze. Per dolce, cosa c’è di meglio del gelato del Bar Betty? Viale Regina Margherita 6, tel. 0831563465. Chiuso il mercoledì.


TRADIZIONI

IL RACCONTO

E

‘rrivata ‘sta sciurnata… tantu suspirata! Ahhh!…No’ sta’ spittammu atru. Ma stavota:….quarche cosa av’a cangiari. Spicciamula cu li machini, li fili, lu parcheggiu, li multi, lu…”smog”! “Iu portu na taiedda di purpe...tti fatta di carni bona di vacci...na quattru piattuni crandi di spache...tti” Spicciamula cu lu casinu, lu fuci fuci, ...li taieddi, lu ‘rrostiri, li muluni! Ca po’ quandu ndi ‘rritiramu:…. no’ facimu atru ca iastimari. Finimula cu li borsi frigu chini fin’an canna! Cu li buttigli di tanta culuri; cu piatt’e bicchier’ e posati biancu lucidu, cu li sarvietti pi’ na stusciata sola! Finimula!... Ca quandu ndi li sciamu… lassamu nu mundizzaru! ...E ‘ddi spiaggi cu li cab”b”ini tutti ‘nfilirati a zacalonga fin’a sott’a mari! …E ‘ddu cimentu iaticatu a tutti vandi! Ci sobbr’alli spiaggi no’ si pò mancu caminari: no’ servi cu va propria osci! Sta tanta tiempu cu ti v’a difrieschi! Troviti n’atru postu!… Sulu pi’ osci! ...No nci sci’ tanta pi sciri! ...E mi l’aggiu truvatu! Ammu nvitatu a casa ...li canati nuestri! … E li mammi …nuestri. Ci sa c’armenu ndi vitimu nu picca! ...Ndi la facimu quai ...na bella sburdacchiata an grazia di Diu! Po’ sbariamu fin’a tardu! Parlandu di quiddu ca ‘ccappa: ‘na fissaria tretu l’atra. ... Piccatu ca no nci stai chiù suecruma ! Nd’erumu fattu nu bellu tressetti a perdiri. A ci perdi... venci. Cussi’ si scioca. ... Ma fin’a ca mangiamu ... dopu la babbiata di iutari mugghieri’ma a priparari, m’è vinutu lu spilu cu fazzu …”futing”. Paru paru osci! ... Lu giurnu di ferragostu. Mi l’aggiu scapata la sciurnata! Essu di lu purtoni... e cumenz’a scappari a scandagghiu! Cu la pressa di nu vecchiu ciucciarieddu dopu ch’è mbivutu alla funtana di fierru. ...”Comu stai nsirinatu lu cielu” e “nu vintizzulu placitu” No nci stava nu rumori di machina; …o di cristianu. “Mancu n’alitu di voci”

“Nu giurnu a ferragostu”

L’AUTORE

IN LIBRERIA

Pierpaolo Petrosillo si presenta Il mio nome è Pierpaolo Petrosillo, sono nato e vivo, con ritrovato affetto ed immancabili dispiacere e rancore, nella mia Città: Brindisi, ...nu capulavoru di lu padreternu. Forse sono proprio questi sentimenti ad aver generato questo scritto: il primo per me in “dialetto”: «Quant’eti cumplicatu Matonna mia. Comu scriviri cu n’atra lengua. Ma pari ca ti ‘llecca quandu ti ‘nvicini... Comu ci sta nasci tandu». Racconta i pensieri che faccio e ciò che provo il giorno di Ferragosto, correndo per il “Centro Storico” della Città. «Aggiu duvutu scavari intr’a mei... cu lu trovu; ...e cu studiu nu picca». Mi piace e mi appassiona scrivere, forse illudendomi intimamente di poter lasciare qualcosa di me, di perenne; ma anche voglioso di lasciare, almeno, qualcosa di me di provvisorio. Ho creduto opportuno inserire alcune immagini e disegni inconsueti per meglio poter comprendere “i luoghi” che il “personaggio” percorre. Mi sono divertito, per manifestare il mio apprezzamento per loro, a citare frasi,o versi, di “Autori Brindisini” (elencati in appendice del manoscritto), senza l’intenzione di escluderne alcuno, con la convinzione che tutti “i dialetti”, non debbano mai considerarsi “pani mpruscinatu”. Dedico “Nu giurno a ferragostu” a tutti i brindisini che dimostrano di amare la propria città, ed in particolare ai loro figli che stanno imparando a farlo. E lo dedico ai miei figli : Lorenzo e Manuele. Piepaolo Petrosillo Se volete contattare l’autore, scrivete a: pierpaolo.petrosillo@libero.it.

Quantu schifarieddi ‘ttaccati di sprusciu nanz’a mari: ... comu spini di Capuncieddu! Fin’alla funtana di lu fasciu …cu li marmuri vierdi.

No si sintia vulari na motu! ..............Tuttu cittu cittu. “Comu ci pi mascia lu tiempu s’era firmatu” ‘Ntra n’aria di paci… era comu ci mi truvava. E uardava li cosi… comu ci li sta vitìa la prima vota! Anveci …l’era tinuti sempri sott’alli uecchi. Li casi vecchi cu li petri di fori; viculi mazzi mazzi cu li ‘cchiancati an terra; li scaluni di li scalinati, li piazzetti scunduti, margiali di petra, ‘rrobbi e riti spanduti, ...nquarchetunu ‘ssittatu dda’ fori; ...ringhieri scuri; …lu Portu…: ”furtuna orgogliu e morti”; … comu dicunu li li”b”bri! Nu capulavoru ...è ‘mpastatu lu “Patreternu” ! Mi simbrava …ca no mi nd’era ma’ ‘ddunatu... di tutti sti cosi. ... La rumanenza di li “Sciabichi”.... Li rimurchiaturi di “Barretta” : ... ca tennu la squatra di palloni.

Stannu sicuri li navi qua intra... dissi “Benitu” quandu ndi venn’a truvari! E no’ eti ca no ndi capia di guerri ! Grazi a iddu:... lu setti Novembri di lu ‘41: pur’a Brindisi sunara sireni d’allarmi; fischara e caddira bombi;... si anchierunu rifuggi! E allu ‘llucesciri: ...straminiu, ...sgarrupamienti, ...luttu; nd’è datu to’ midagli d’oru... “li muerti sua” ...annu statu! Ndi feci tucca’ lu fundu... Mo’ no’ si veti mancu quiddu... cu lu tuecchi ! Lu mari eti na sciacquatora! ...E pinsari: …ca si putia fa’ lu bagnu na vota !

Il racconto continua sul prossimo numero di TB

“Pinzieri fatti a rrìma” Il libro di Francesco Distante Si chiama “Pinzièri fatti a rrìma” ed è il libro di Francesco ‘Franco’ Distante, 60 anni, brindisino verace, come verace e ‘doc’ è la sua ultima fatica letteraria. Un libro dedicato ai brindisini, rigorosamente scritto in dialetto, già disponibile presso la libreria “Piazzo” ed in qualche edicola amica. 230 pagine per oltre quaranta poesie - o ‘pensieri in rima’ - che uniscono l’amore per il vernacolo e, più in generale, per le tradizioni, alle questioni della società attuale, con un misto tra ironia (a tratti amara) e denuncia. Da sempre cultore del folclore (è dal 1975 che è impegnato nello studio e nella divulgazione delle tradizioni locali), per anni Distante ha fatto parte di un noto gruppo folcloristico che andava in giro per le piazze italiane ed all’estero ad intonare canzoni in dialetto brindisino. Ma Distante, sia pure da comparsa in piccole parti, ha anche recitato in commedie dialettali. Adesso, come si legge nella prefazione del suo libro a sua stessa firma, “accetto di cantare solo per i più piccoli, con la speranza che tra loro qualcuno continuerà questa tradizione. O per gli anziani, per vedere nei loro occhi la luce dei ricordi dei tempi passati”. “Scrivo da sempre - prosegue Distante - il più delle volte sotto forma di appunti, su agende, diari, foglietti di carta, che poi mettevo da parte, promettendomi che un giorno lo avrei fatto più seriamente. Dal 2007 ho ripreso a scrivere e sono venute fuori poesie ed una commedia in due atti, dove riporto alla luce, per le nuove generazioni, una pagina di storia locale, l’8 aprile 1946”. E proprio “l’8 aprile 1946 a ccasa di Filici” è il testo integrale dell’opera, anche questa compresa nel libro “Pinzieri fatti a rrima”, in cui ripercorre, col pretesto di una storia tragicomica, un episodio cruciale della storia brindisina: una rivolta popolare espressione di un popolo distrutto dalla crisi e dalla depressione.

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SATIRA

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DOCUMENTI

E MIMMO & MAX SCRISSERO A SILVIO B.

LA TOP TEN DEL MESE

Cosa leggono i brindisini Il primo cittadino ed il presidente della Provincia esprimono, a modo loro, solidarietà al Presidente del Consiglio dopo il vile attacco di piazza Duomo. Ecco le due lettere

Le testate più sfogliate nella Capitale europea della Cultura

Commoventi, strappalacrime, emozionanti: Silvio Berlusconi è rimasto così profondamente colpito dalle parole scrittegli in segno di solidarietà per l’attentato subito dal duomo di Milano in piazza duomo a Milano. Così colpito che ha deciso di farle pubblicare sugli unici giornali italiani neutrali e apolitici: Libero, Il Giornale e TuttoBrindisi. Ecco il contenuto delle due missive. Firmate dal sindaco e dal presidente della Provincia di Brindisi.

giorno (preferibilmente al bar).

«Caro Silvio, in questo momento di profondo dolore, ti giunga la mia più profonda solidarietà. Anche a me, in passato, è capitato di essere oggetto di attacchi terroristici. Pensa che qualcuno, quando ero ancora presidente di Confindustria ed iscritto al tuo partito (se così lo possiamo chiamare), pretendeva addirittura che pagassi il ticket per il parcheggio delle mie auto. Capisci?! Non solo venivo da Francavilla, capitale della Puglia, a Brindisi, per farli risollevare un po’, no!, loro mi attaccavano perché il prefetto mi aveva rilasciato l’autorizzazione a parcheggiare lungo i

corsi, non capendo che lo facevo per loro, perché così almeno la gente poteva ammirare qualcosa di bello: le mie auto. E non sto qui a raccontarti di quello che ho dovuto subire al Palazzetto... Credimi, Silvio caro, anche se mi trovo dall’altra parte, ma non so ancora per quanto tempo, ti resto sempre vicino e ti ammiro per tutto quello che fai. Chissà, forse un giorno staremo di nuovo insieme, e magari mi inviterai in Sardegna, in una delle tue ville, nella speranza di non trovarmi davanti Topolanek con l’uccello al vento. A proposito, mi hanno appena detto che a passare a Tartaglia la statuetta del Duomo con cui sei stato colpito, sia stato un parlamentare del PDL delle nostre parti. Credimi, è peggio lui di tutti i comunisti del mondo, specie quelli italiani. A volte penso che fai bene a voler evadere in paesi molto più democratici e mai toccati dal comunismo, come la Russia dell’amico Putin e la Bielorussia. Anche io vorrei scappare da Brindisi, ma purtroppo devo attendere le prossime elezioni politiche. Fino ad allora, resterò qui, al mio posto. Comunque, quando ti sarai

10° posto) La Gazzetta del Mezzo9°) Senzacolonne (anche se molti dicono di non leggerlo).

8°) Quotidiano (specie le foto delle

donne nude nell’inserto La Dolce Vita).

7°) Il volantino delle offerte mensili

Auchan (fino al mese scorso era stabilmente in prima posizione).

6°) Il volantino delle offerte Ipercoop. 5°) Le locandine dei quotidiani (in tanti

le leggono e le rileggono).

4°) Brundisium.net (il tabellone del basket e quello del calcio hanno più contatti di YouPorn, il che è davvero preoccupante).

3°) La homepage di FaceBook (per molti resta l’unica attendibile fonte di informazione quotidiana). 2°) TuttoBrindisi (ma sulla credibilità di questa classifica nutriamo qualche dubbio perfino noi). 1°) Il catalogo Ikea.

rimesso, vieni a trovarci a Brindisi. Magari ti porto a vedere una partita di quella che un tempo era la mia squadra di basket. Sono sicuro che apprezzerai l’incredibile numero di donne presenti sugli spalti. Però, se dovessi ricevere qualche cartaccia sulle spalle o sentire qualche fischio, sappi che non si tratta di nuovi attentati alla tua persona, ma di attacchi agli arbitri. Loro sì, beceri comunisti. P.S.: se hai bisogno di una mano per governare l’Italia in questi giorni di convalescenza, chiamami pure, e sarò lieto di poterti aiutare. Non a caso qualcuno mi chiama Supermax. Modestamente...». Già Tuo, Massimo Ferrarese «Caro Silvio, in questo momento delicato per il Paese e per te, vorrei esprimerti tutto il mio affetto e la mia solidarietà. Avevo pensato di farlo scrivendoti un passo dell’Amleto, oppure della Turandot, ma sono sicuro che tu non avresti capito. A dire il vero anche in questa mia città in pochi ancora riescono a starmi dietro. È il mio destino di incompreso. Però sono sicuro che la battaglia della Cultura contro il Comunismo vincerà. E questa battaglia passa attraverso l’occupazione di tutte quelle sedi un tempo dominio della sinistra. È per questo che insisto molto sul Nuovo Teatro Verdi e sulle mostre. Ma poi mi guardo intorno in consiglio comunale e capisco che tutti i miei sforzi sono vani. Avessi a portata di mano una trentina di statuette della Colonna Romana, saprei io contro chi tirarle... Caro Silvio, ti auguro di tornare presto in sella. Magari per qualche giorno evita di sparare cazzate, così gli animi si rassereneranno. Conoscendoti bene, so che non lo farai, ma ricorda: l’amore vince sempre sull’odio. A proposito, bella questa frase, chi te l’ha scritta, Apicella o Emilio Fede? Senti, ti voglio tirare su: fai fare sto cazzo di rigassificatore a Brindisi, ma sappi che lo faccio solo per te. Poi vieni qui una sera e andiamo a teatro insieme. So che tu non digerisci le cose troppo culturali, e dunque in questa città ti troverai a tuo agio». Sempre tuo, malgrado tutto, Mimmo Mennitti. O, come dici tu, Minniti.

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SATIRA

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ESCLUSIVO

2010: L’ANNO DEL TIFOSO PROTESTANTE A gennaio la social-card della curva. A febbraio lo sciopero bianco. A marzo la tessera della cultura. A maggio la cacciata degli allenatori. E a giugno l’A1 e il palazzetto... I tifosi saranno i protagonisti del 2010. Gli ultras del calcio, messa da parte la protesta contro la Tessera del tifoso, perché non erano ancora riusciti a capire cosa cazzo fosse, hanno programmato una serie di azioni pesanti. E quelli del basket non saranno da meno. Ecco il calendario delle proteste, così come già comunicato alla Digos. Gennaio: Tutti per la social card. I gruppi organizzati del Fanuzzi chiederanno al sindaco Mennitti il rilascio di una social-card domenicale che sostituirà la paghetta dei genitori, cancellata dalla crisi economica. Il primo cittadino è disposto a dare 10 euro ad ogni tifoso, a patto che nelle partite casalinghe, oltre all’inno di Mameli, si canti: «È Mennitti uno di noi». E che durante l’intervallo i Barretta facciano leggere allo speaker dello stadio almeno un atto della Divina Commedia. Febbraio: Sciopero bianco della curva. Nella partita casalinga di basket contro Veroli, una signora del parterre scorreggerà inavvertitamente, causando grave malessere tra quanti siedono vicini al patròn. Tutti gli uomini tenderanno a minimizzare, specificando di non essere stati gli autori della loffia. Ferrarese si alzerà e se ne andrà, annunciando le dimissioni non si sa bene da cosa, visto che ormai si dovrebbe essere dimesso da tutto. Senzacolonne, giornale notoriamente neutrale nei confronti di Supermax, il giorno dopo uscirà con un durissimo editoriale del direttore, dal titolo: 34 TB GENNAIO 2010

«Patròn, li perdoni, perché non sanno quel che fanno». Una signora, tentando di placare gli animi, si alzerà e dirà: «È stata quella zoccola!», e giù applausi da parte di altre donne sedute nella zona circostante, anche se il gesto sembrerà dettato più da un certo astio derivante da una storia sentimentale tra la presunta loffiatrice ed il marito dell’accusatrice, che dalla voglia di fare piena luce sull’episodio. Il presidente Corlianò, nella consueta conferenza stampa del dopo-partita, annuncerà in maniera solenne, come da par suo, che «Il basket a Brindisi questa sera non è morto, ma un arbitro ci è andato vicino, visto che è svenuto per il fetore». E questa volta nessuno potrà accusare Corlianò di aver sparato una cazzata. Ma poiché la società non prenderà provvedimenti contro l’aristocrazia del parterre, i tifosi della curva, sentendosi figli di un Patròn Minore, indiranno un mese di sciopero bianco: niente tifo, solo applausi; niente fischi contro gli avversari, al più qualche scorreggia durante le loro azioni in attacco. Uno striscione sancirà la definitiva rottura tra curva e società: «Noi non ce la facciamo addosso!». A calmare le acque ci penserà il saggio sindaco Domenico Mennitti, detto QuattroCani (perché ne sa più lui della Treccani): organizzerà al PalaPentassuglia un convegno internazionale sul Ricambio d’Aria dal Futurismo al Berlusconismo. Le spese saranno a carico di Area Vasta, che per l’occasione sarà

denominata Area Consumata, e per la prima volta tutti i brindisini capiranno a cosa si riferirà il vicesindaco D’Attis. Marzo: La Tessera della cultura. Anche i capi ultrà se ne sono accorti: in curva ci sono troppi ignoranti. Così sarà chiesta al governo la Tessera della Cultura, che darà diritto a visite gratuite al Bernabeu, al Nou Camp di Barcellona e a San Siro. Così finalmente gli analfabeti la smetteranno di parlare a vanvera di certi argomenti spinosi. Maggio: Esplode la protesta I risultati non arrivano, e i tifosi inizieranno a farsi sentire. A loro modo, ovviamente. Gli ultras del calcio si riuniranno in piazza Vittoria. I più estremisti proporranno l’affondamento dei rimorchiatori Barretta, ma saranno presi a schiaffi davanti alla cittadinanza e costretti a recitare il mea culpa: «I presidenti non si toccano! Piuttosto, facciamo venire il sale in zucca a qualche giocatore, e cambiamo l’allenatore». E così sarà: via Silva, arriva Mancini (esonerato dal Manchester). Per la gioia di Giuseppe Barretta, che sarà pure intelligente, ma continua ad avere il difetto di essere interista, problema comune a quanti da bambini hanno subito gravi traumi (furti di merendine a scuola; pesanti perdite durante le sfide con le figurine Panini...). L’ex allenatore dei nerazzurri accetterà di essere pagato in natura: visto che lo yacht ce l’ha già, si accontenterà di un rimorchiatore, ma pretenderà il modello più avveniristico, senza ormeggiatori ma pieno di gnocche a bordo. Nel basket, Perdichizzi sarà mandato via con buona pace dei tifosi irriconoscenti e smemorati. Corlianò e Corso affideranno la squadra ad Antonio Celeste, nella speranza di toglierselo di mezzo come telecronista,

ma il buon Antonio, non essendo mica fesso, fregherà tutti e continuerà a fare le dirette dalla panchina. Sarà il primo esempio vivente di coach-telecronista e raggiungerà il suo più grande desiderio: intervistare se stesso per ore e ore davanti alla telecamera. Ma il gioco non durerà a lungo, perché SuperMax inizierà a non digerire lo strapotere mediatico del giornalista, e lo sostituirà con se stesso. Diventando il primo esempio vivente di Presidente della Provincia-Patròn-coachtelecronista. Giugno: Il nuovo palazzetto. Come per miracolo, anzi, proprio a culo, l’Enel Brindisi sale in A1, malgrado Mennitti e D’Attis per tutta la durata della finalissima abbiamo tenuto le mani in tasca a grattarsi i cosiddetti, nella speranza che la squadra rimanesse in Legadue. Il patròn, non si sa a che titolo (visto che si era dimesso da tutti gli incarichi) viene portato in spalla fino a Jaddico da tifosi in lacrime e ancora increduli. La gigantografia del Presidente-Patròn-Coach-Telecronista viene messa al posto della Madonna sul Monumento al Marinaio e al posto del capitello della Colonna Romana. A reti unificate, Supermax ringrazierà il popolo, e chiederà all’amico Mimmo un nuovo palazzetto di almeno 50.000 posti, per poter far posto a tutti i dipendenti Enel d’Italia e a tutti i votanti di Ferrarese delle prossime elezioni politiche. Senzacolonne, giornale notoriamente ostile al Patròn, uscirà in edizione speciale con un editoriale del direttore dal titolo: «Santo Subito!». Studio 100, tv notoriamente astiosa nei confronti del Patròn, trasmetterà in diretta a reti unificate (Salento Channell, Studio100 e Studio 100 Sat) il discorso di Ferrarese con inquadrature da casa di Max, dalle auto di Max, dagli uffici di Max e dal dietro le quinte di Max. Per non rischiare il linciaggio, Mennitti & D’Attis decideranno di utilizzare i fondi di Area Vasta (tanto come al solito nessuno aveva ancora capito cosa cazzo fosse) per un palazzetto che sarà costruito a tempi di record. Si chiamerà PalaPatròn. E tutti i brindisini saranno contenti e felici, perché la città sarà finalmente diversa.


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SATIRA

SPAM IN VERNACOLO PREVISIONI/1

SEXY OROSCOPO 2010 Volete sapere come saranno i vostri prossimi 12 mesi dal punto di vista della vita di coppia e nei rapporti extra-coniugali? Leggete pure. E buona fortuna... Ma se siete (o pensate di essere) colti e raffinati, vi consigliamo di cambiare immediatamente pagina... ARIETE Giovi e Plutoni, ‘ddi figghi di puttana, s’hannu misu a cuntrastu cu’lla luna e quindi di piscrai, pi ‘nna simana, è inutili cu spietti la furtuna. Ci tui vuei propria propria cu ‘llu sai è inutili ca chiangi o cu stà rusci ca li stelli no ponnu sgarrà mai. Vita di ‘mmerda... è megghiu ‘tti’ndi fusci. Affari o sordi? È megghiu ci li scanzi e siccomi di stelli sinti crudu ti dicu puru ca di osci’annanzi la pizza ti la puè ‘ttaccari a nudu.

TORO Venere è bedda ma eti ‘zzucculona e faci l’omu toru normalmente tenaca, savio, di saluti ‘bbona lento, costante, pratico e paziente. La torella, o torina, ‘ntra li cosi è possessiva, amica, un pò spartana li piacunu li “maci” vigorosi e, ci si acchia, a liettu eti puttana. A ci teni stù segnu, ca è di terra, maneggia assai li sordi cu prudenza e ci quarchedunu vol’a’ffaci uerra iddu rispondi sempri cu pacienza. L’annu ca veni no eti fiaccu assai, è megghiu di quiddu ca mò sin’dè sciutu, però statti calmo e no ‘tti scurdari mai ca comunque sì sempri ‘nnu curnutu.

GEMELLI Mercuriu eti pianeta dominante pi quistu ci tu ha natu a giugnu o a maggio sinti simpaticoni e assai brillante 36 TB GENNAIO 2010

però scarseggi ‘nnu picca di coraggio. Ci ti piaci ‘nna cosa ti ‘mmalazzi la vuei costasse puru tre miliuni ‘ddivienti puru ‘nnu bellu cacacazzi e ci no ‘ll’hai ‘ndi rumpi li cugghiuni. Tu faci ‘nnammurari l’atru sesso però ti piaci sulu cu sfarfalli pi quistu accadi sempri troppo spesso ca poi di tei si rompunu li palli.

eti sicuru ca addò si menti sona e prima o poi si mangia propria tuttu. Cussì ottiene sempre e avi successu: femmini, masculi, sordi, ce sia sia, lannu ca veni puru eti lu stessu totta la vita bella e in allegria. Però ci pi lu masculu è normale cu ‘ssi’ndi faci una a settimana pi la lioncina non eti propria uguale: iddu è pleiboi ma edda eti puttana.

L’annu ca veni, fermo e datti paci! Ci no poi rischi cu rimani sulu e va spiccia ca poi puru ti piaci cu faci sessu si...ma cu lu culu.

VERGINE Ci sinti vergini eti ‘nna privazioni e ciò ca ti stà pirdi no ‘llu sai. Noni vergini di costellazioni ma nel senso ca no la

CANCRO Cancro, si sapi, eti lu cauru, ca camina cussì, di retuvia, e significa ca pi iddu lu futuru eti com’a’nna speci di mascia. Sensibile, egocentrico, arrogante, acuto osservatore come sei, qualche volta sei pure un pò pesante... rilassiti ‘nnu picca, sient’a’mmei. ?Ntra li cosi di cori e sentimento sinti tenace e sinti assai viziato, o gelosia, o fedeltà, o nnu tradimento, pi tei eti sempri tuttu complicato. Ci ‘ttacchi ‘nna pilea punt’e momento e a tutti l’ori ‘ncumienzi a ffà buttuni divienti presto ‘nna speci di tormento com’a’nnu cancru si...ma alli cugghiuni.

LEONE Siccome eti ‘nnu segnu di potenza iddu pi petra teni ‘nnu diamanti sarà pi quistu lu lioncinu penza: “Mò ‘nci la mett’a’nculu a tutti quanti” Stà scuscitatu ca li va sempri ‘bbona e siccome eti puru culuruttu

pruevi mai. A ci inveci vergini eti natu eti precisu, quietu, coscenzioso, metodico, gentile, raffinato. Mettiamola così: eti palloso. Pò essiri bancario o farmacista sempri costante puru ‘ntra’ll’affetti più raramente ha il genio dell’artista. Massima trasgressione : do baffetti. Quandi stà a liettu eti ‘nnu cimiteru, la femmina apri l’anchi e avi pacienza pircè adda ‘ssotta teni scrittu, e è veru : “Attenzione può indurre sonnolenza”.

BILANCIA La vilanza, già dal nome si capisce, si sapi servi giustu pi pisari cioè precisamente stabilisce ci eti ca av’averi e ci av’a’ddari. Cristiani giusti e di gusti nobiliari la bilancina bada assai allu rangu va scanzando gli uomini volgari pirceni eti signora...’ntra lu sangu.

Lu masculu bilancia è seduttore, scanza li fessi, li zambri e li ualani, studia per fare in genere il dottore è alto, snello, elegante e ha belle mani. Nna vota agghiu sintutu tutti doi; iddu dicia “Cara dai scopiamo” lei rispondeva “Ci lu vuè faci moi caro marito, al massimo spazziamo”.

SCORPIONE Lu viola eti culori assai nquietante lu rubinu ‘nna petra di mascia marte violento, impavido e arrogante, lu giurnu buenu eti lu martidia. Lu scorpioncinu pò essiri violento puru ‘ntra casa e puru cu’ll’amici però si scondi, rimani sempri attento, nisciunu si’ndi’ddona...e quiddu dici. Li femmini sò passionali assai, ti sciocunu e ti fannu scimuneri megghiu ‘lli scanzi ca ci no sò uai ci ti ‘cchiappunu sontu cazzi seri. Ci propria propria ti senti di mureri però no ti vuè pigghi cazz’an’culu una di quisti è megghiu ‘llassi sceri. Megghiu cu faci sessu sulu sulu.

SAGITTARIO Nisciunu sapi ce dedi sagittariu ce cazzu di palora eran’a’dderi ‘nci voli propria ‘nnu vocabolariu cu scopri ca significa ‘nn’arcieri. Unu, cioè, ca spara frecci e dardi, e infatti spara sempri puttanate, ama lo scherzo, gli amici, fare tardi e ‘ntra la vita seria fa stronzate. Eti brillante, sapi ce ava ‘dderi eti sportivo e non invecchia mai però poi no ‘ssupporta la mugghieri e poi di ‘ddai ‘ncumenzunu li uai. ‘Ncumenza cu uarda li femmini spusati propria pirceni eti rimastu sulu


“Il diritto di sembrare ridicoli è qualcosa a cui teniamo molto...” Tutto ciò che leggete in queste pagine è falso. Anche se non ci credete

insomma come sempre fa stronzate finacchè si la pigghia ‘ntra lu culu.

CAPRICORNO Ce t’aggia ‘dderi, caru amicu mia, li curnazzi ca teni st’animali mica so cosi ca teni ci sia sia sontu corni di quiddi eccezionali. Tu per indole e per temperamento sei riservato, egoista, un pò rusconi, sei sempre pensieroso, un pò scontento, rovini quasi sempre i matrimoni. Cu tei la donna si senti trascurata e ci ti ‘ncagni sì puru cacacazzi pari propria ca tu ti l’ha circata... ecco spiegato il perchè ti li curnazzi. Qua li consigli sontu sempri pronti: no è questioni ci edda è bona o fasa, ci tu no vuei di doi gioielli an’fronti o non ci issi o tuerni prestu a casa.

ACQUARIO Acquario poi significa quartara però ‘cchiù grandi e assai ‘cchiù sistimata comu la vita ca si stà pripara pi cini ‘ntra stù segnu è natu o è nata. Iddu parla di fedi e di speranza ama li viaggi, li libri e li canzoni vive di ideologie e di fratellanza, non vuole che gli rompano i coglioni. Ama la compagnia, mangiari e ‘mberi ma cangia sempri idea sobbr’ogni cosa. Eti gelosu assai ti la mugghieri ma no ‘ssupporta ci edda eti gelosa. Ci tui ‘ntra l’atri uerti vai a zappari ‘rruebbi la fica e poi ‘ndi puerti l’ua non è ca poi t’a ppuru lamintari ci quarchedunu zzappa l’uertu tua.

PESCI Nienti battute o frasi un pò screanzate sobbra li speci ittiche marine sobbra ‘lli sgombri, li cefuli sgarzati, cazzi di ‘rre o sulle vongoline.

Quisti sò pisci di ‘nna speci a parti no ‘ssontu ‘nnè di terra ‘nnè di mari sontu artieri finiti, tennuu l’arti, se giornalisti sannu spubblicari. Lui è generoso, edda credulona lei ama truccarsi, lui viaggiare, l’annu ca veni li pò sceri bona se solo non si fanno infinocchiare. Però sempre di mari amà parlari pircè sò pisci e ‘nci stà la ragioni, perciò ci l’ama propria sciudicari: edda eti vopa e iddu eti cuggioni.

PREVISIONI/2

I problemi dell’anno che inizia Ecco le emergenze da affrontare nei prossimi 12 mesi 1) Silva & Perdichizzi. Una giuria popolare dovrà decidere se tenerseli e sopportarli, oppure sostituirli e poi rimpiangerli. Mennitti sembra intenzionato a chiedere la Via, ma questa volta non si tratta della Valutazione di Impatto Ambientale, ma della Via dalle Palle! 2) Uomo dell’Anno. Già a gennaio la redazione di Senzacolonne sarà presa da un dubbio atroce. Chi nominare Uomo del 2010 e Uomo del Decennio? Di Napoli proporrà Massimo Ferrarese, Amatori invece tiferà per il Patròn. Alla fine, su suggerimento di Studio 100 e Antonio Celeste, prevarrà una linea più neutralista: il Patròn Massimo Ferrarese. 4) Sponsor o Carbone. L’Enel detta l’ultimatum: «Se volete il basket in serie A, e magari anche qualche spicciolo per il calcio, non rompete i coglioni sul carbone e con ‘ste cazzate sull’inquinamento e le presunte malattie!». Dopo 10 Consigli monotematici sull’argomento, tumulti popolari, cortei di protesta e ricerche scientifiche, prevarrà la parte di città più saggia e indipendente dall’Enel: si resta in serie A! Palazzo di Città sarà chiamato “PalaLuce”, il teatro Verdi sarà ribattezzato “PalaBolletta”, la Provincia “PalaCarbone”. Il popolino sarà tenuto a bada regalando ad ogni condominio una avveniristica lampadina a led.

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COMPLICI

Turista per casa Mario

Lioce

Il gioco dell’oca del precario. Quando aprire una partita Iva diventa il solo modo per accedere al mondo del lavoro NEI PERIODI DI FESTA DIVENTA ANCORA PIÙ LACERANTE ascoltare le ansie e le paure di chi cerca sicurezze e trova indifferenza. Ci sono lavoratori che vivono in un limbo, una sorta di terra di mezzo che lascia indefiniti e incompiuti. Sono quelli che una definizione tanto sterile quanto fuorviante chiama “il popolo delle partite Iva”. Prima era più facile scegliere. Prima era più facile “appartenere”. I livelli di scelta erano due: dovevi decidere se orientarti verso un impiego pubblico o se privilegiare un’iniziativa privata, e in quest’ultimo caso la tradizionale suddivisione ti portava ad essere un microimprenditore, un professionista o un commerciante. Oggi si è tutto rimescolato e questa immagine appare sbiadita e ingiallita come una vecchia foto. L’indifferenza di economisti, giuslavoristi e sociologi a studiare questi cambiamenti è indicativa della volontà di ignorare un’anomalia rozza e perfida. Giovani alla ricerca di un’occupazione si sentono sempre più spesso dire che occorre aprire una partita Iva, perché oggi non si usa più assumere, perché il mercato è dinamico e quindi è giusto essere legati ai risultati economici, perché il futuro è fatto

di autoimprenditorialità. Per un inevitabile momento questi concetti si agitano confusamente nella mente: ci si vede come imprenditori di se stessi, si immagina di poter appartenere al mondo ricco e ambito dei professionisti. Ci vuol poco però a destarsi dall’illusione e scoprire che invece si sta per infilare il piede in una tagliola dalla quale sarà quasi impossibile liberarsi senza aiuto. E allora si scopre che, solo per citare le limitazioni più appariscenti dei diritti, ti chiamano imprenditore di te stesso ma non partecipe-

rai mai ad alcuna suddivisione degli utili, nessuno ti verserà i contributi previdenziali, difficilmente godrai di una pensione, se rimani incinta o ti ammali sarai fatta o fatto fuori senza tante parole. L’elenco delle iniquità potrebbe essere tragicamente molto più lungo. È questo l’imbroglio della libera professione “monocommittente”, una condizione che somma gli svantaggi del lavoro dipendente con i rischi di lavorare in proprio, la formula più diffusa in molte aziende per aggirare controlli e rivendicazioni. Aprire una partita Iva è diventata ormai una opzione-rifugio, la sola modalità per poter accedere ad un rapporto di lavoro, seppure di dipendenza mascherata. E così il malcapitato si ritrova a guadagnare qualche centinaio di euro al mese, continuando ogni santo giorno a chiedersi perché escort, “tronisti” e fotografi ricattatori guadagnino in una serata quello che lui forse guadagnerà in un intero anno. La morale e le proporzioni sono decisamente saltate. È quello che un giornalista ha definito “il gioco dell’oca del precario: non si torna nemmeno alla casella di partenza, si va sempre e solo più in basso”.

Scusate il disturbo

Mellone Anna Rita

Appelli Televisivi. E per la piscina scrivo (di nuovo) a Fabio e Mingo IL 29 OTTOBRE SONO TORNATA A SCRIVERE a “Striscia la Notizia”, a distanza di circa un anno e mezzo dalla mia prima lettera e dal loro intervento su Brindisi per l’annosa questione della piscina terapeutica. Quella famosa piscina, costruita e terminata durante l’ultima Amministrazione Antonino (si risale quindi a circa 6 anni fa), giace lì, in via Nicola Brandi, tra le erbacce che tra poco saranno più alte della stessa costruzione… ancora chiusa anche dopo l’intervento di Fabio e Mingo, avvenuto nell’aprile 2008! Per di più ancora non si capisce se sia stata affidata alla Asl o meno. Da voci di corridoio son venuta a sapere che il passaggio da Comune ad Asl è avvenuto, ma non c’è niente di ufficiale. Sempre da voci di corridoio venni a conoscenza che era stata affidata al prof. Valerio ma, a quanto pare, niente di tutto ciò corrisponde a verità. Infatti è passato già un anno da quando tali voci arrivarono alle mie orecchie… La piscina chiusa era e chiusa resta, pro38 TB GENNAIO 2010

prio quella piscina che, torno a dire, significherebbe la vita per tanti disabili e non… per non parlare delle possibilità di lavoro che offrirebbe. E in una realtà con un alto tasso di disoccupazione non sarebbe niente male.

Torno a sottolineare che per noi disabili su Brindisi è difficile, quasi impossibile, praticare nuoto o comunque ginnastica in acqua, e che per farlo siamo costretti a spostarci in strutture private situate in provincia, con tutte le difficoltà che ne conse-

guono. È mai possibile che non siamo capaci di far brillare quel preziosissimo gioiello che abbiamo in città? Perché così è per la salute di tutti: potrebbe aiutare ad alleviare i dolori muscolari ed osteo-articolari anche delle persone anziane e non solo… chi non soffre oggigiorno di artrosi? Sottolineo oltretutto che questa battaglia, perché è diventata anche questa una battaglia, l’ennesima, è sposata dalla Cgil nella persona di Antonio Macchia, dal neo consigliere comunale Ermanno Angelini, dall’Associazione Co.LiH.Bri. e da tutti i disabili brindisini con genitori a seguito. Ho chiesto per cortesia che Fabio e Mingo, con la supervisione di Striscia la Notizia, vengano a ri-rompere le uova nel paniere come solo loro sanno fare, perché qui nulla si è mosso e nulla si muoverà se non si fa rumore. Per ora io le sto rompendo a loro con telefonate ed sms, non solo lettere, affinché tornino al più presto a Brindisi ad agitare le acque sulla questione.


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