ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019
AntigonArt ~ febbraio 2019 In questo numero: Storia dell’arte e arti grafiche Piccoli grandi artisti
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Nelle fauci della Chimera
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Biblioteca e consigli di lettura Arcobaleno, il pesciolino più bello…
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Cinema Perché parliamo di cinema?
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Mondi Novi e Lanterne Magiche…
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Musei, mostre e didattica museale Il Museo Archeologico di Dicomano
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L’arte di donare
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Musica Volta la carta di Fabrizio De André
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Teatro Lunga vita alla commedia!
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Interviste Intervista alle ragazze di AntigonArt
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AntigonArt è la rivista dell’omonima associazione di promozione sociale. Per saperne di più potete contattarci via email (antigonart.aps@gmail.com), telefonicamente (3383888057) o venirci a trovare sul nostro sito.
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | ARTE E ARTI GRAFICHE
Storia dell’arte e arti grafiche Antigone ci accompagna alla scoperta della storia dell’arte e delle arti grafiche
Piccoli grandi artisti Rubrica d’arte dedicata alle vostre opere
Niccolò – Incendio dei fienili (2018)
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | ARTE E ARTI GRAFICHE
OPERA N.1 Autore: Niccolò Dove: laboratorio didattico di teatro scuola di Ramini (PT) Quando: marzo-giugno 2017 Opera: Incendio dei fienili Materiale: Pennarelli colorati su carta Formato: A4
In questa opera viene rappresentato l’incendio dei fienili, una scena tratta dalla storia Il gigante con i piedi d’argilla inventata insieme alla classe. Il disegno viene inteso come momento in cui le immagini evocate dalle parole prendono forma concreta sul foglio bianco. Ci siamo divertiti a sperimentare il movimento delle emozioni con il corpo e a trasformare questo gesto in un segno grafico sul foglio. Così sono nate le linee arrabbiate, tristi, tranquille, felici e tante altre. Grazie a questa esperienza possiamo arricchire il disegno con delle tonalità in più: le emozioni! Perché parliamo di… storia dell’arte? di Sara Migaleddu Perché parlare alle bambine e ai bambini di storia dell’arte? Forse perché viviamo in un paese ricchissimo di storia e di opere d’arte che vengono apprezzate e invidiate da tutti? Sì, ma non solo. Forse perché, visto che l’uomo ha da sempre sentito il bisogno di comunicare tramite l’arte, conoscerla ci permette di riscoprire le nostre origini e la nostra storia? Mmmh, sì ovvio, ma c’è dell’altro. Perché il contatto con l’arte stimola la creatività e allena il senso critico? Sì, anche per questo! Perché l’arte nelle sue forme più varie consente di socializzare e superare le diversità? Sì, certo, anche per questo motivo! La verità è che far conoscere ai più piccoli la storia dell’arte è molto più di tutto ciò. Significa educarli alla meraviglia e all’emozione di fronte alle opere e indirizzare la loro curiosità verso nuovi orizzonti, perché i bambini, molto più degli adulti, sanno interrogare senza paura le opere d’arte e stabilirvi relazioni uniche. In questa rubrica miriamo a fare tutto ciò, ma anche qualcosa in più: vogliamo dare ai più piccoli gli strumenti per osservare e conoscere le opere d’arte e diventarne in questo modo premurosi custodi. Siamo certe che soltanto facendola entrare nella quotidianità dei bambini l’arte riuscirà a far parte anche del loro futuro.
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Nelle fauci della Chimera Storia di una delle creature più feroci della mitologia!
Vi è mai capitato di sognare delle creature mostruose? Cani a tre teste, giganti con un solo occhio, strane figure metà uomo e metà toro? Mostri da cui non si può far altro che scappare? Ricordo che quando eravamo piccoli, i miei fratelli per farmi La statua della Chimera d'Arezzo (Fonte) spaventare iniziavano a raccontarmi storie di bizzarre creature che terrorizzavano intere città e combinavano terribili guai. Ecco, giusto l’altra notte ho sognato proprio una di queste creature, ed è quella che mi spaventa di più… la Chimera! Un mostro con il corpo di leone, una testa di capra sulla schiena e la coda di serpente, che per di più sputa fuoco dalle fauci e dalle narici. Insomma, un terribile mostro sputafiamme. Ma sapete la cosa più strana? Non l’ho solo sognata, l’ho anche vista in carne e ossa… o forse sarebbe meglio dire in bronzo e ossa! Volete sapere dov’era? Al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, in una grande stanza predisposta tutta per lei. Vi racconto un po’ la sua storia, così come la raccontavano a me, ma attenzione! È per veri animi coraggiosi. Secondo la leggenda, la Chimera nacque da Tifone, un mostro spaventoso con cento teste di drago e da Echidna, altra creatura mostruosa, per metà donna bellissima e metà orribile serpente maculato – quando si dice che la “bellezza” è un tratto di famiglia.
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Il mito racconta che Bellerofonte, essendosi macchiato della colpa di aver ucciso il fratello, fu costretto a fuggire e trovò ospitalità alla corte del re Preto e di sua moglie Stenebea, la quale, fin dal primo momento, si innamorò di Bellerofonte. Ma, respinta dall’eroe, Stenebea tramò una crudele vendetta contro di lui, ordinando a suo marito il re di ucciderlo poiché, a suo dire, l’aveva trattata male.
Un primo piano della Chimera di Arezzo: spaventosa, no? (Fonte)
Così, Preto inviò Bellerofonte dal padre della donna, Iobate, che, frenato dalle leggi greche che vietavano l’uccisione di un ospite, pensò di risolvere la questione chiedendo a Bellerofonte di uccidere la Chimera, che terrorizzava da secoli le tranquille e indisturbate coste della Licia, una regione a sud della Turchia. In questo modo, il giovane sarebbe stato ucciso dal mostro e giustizia sarebbe stata fatta.
Ma Bellerofonte chiese aiuto a Minerva, la dea della saggezza, che gli apparve in sogno e lasciò all’eroe una briglia dorata per poter domare Pegaso, il mitico cavallo alato. Bellerofonte sconfisse la Chimera usando le sue temibili armi: scagliò la punta di piombo della sua lancia tra le fauci spalancate della terribile creatura. Al calore delle fiamme lanciate dalla Chimera, il piombo si sciolse uccidendola. Tornando ai nostri giorni, la statua della Chimera di Arezzo, che troviamo al Museo Archeologico di Firenze, è uno dei capolavori dell’arte etrusca. Gli Etruschi sono stati un antico popolo vissuto intorno all’VIII secolo a.C. che abitavano nel centro Italia. Fu ritrovata nella città di Arezzo, da cui appunto prende il nome, durante alcuni lavori di scavo eseguiti nel 1553. Vista l’importanza del
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ritrovamento il Granduca di Toscana, Cosimo I dei Medici, la portò subito a Firenze, dove si trova ancora oggi. Nonostante sia immobile, a me fa sempre paura. Se osservate bene, lo scultore ha deciso di scolpirla proprio mentre combatte con Bellerofonte. Osservate la posa, sembra quella di un gatto quando è pronto ad attaccare, per non parlare della tensione dei muscoli o – ancora peggio! – della bocca spalancata da cui uscivano le fiamme… chissà che verso terribile Dettaglio del retro della Chimera con i segni delle ferite inferte da Bellerofonte (Fonte) faceva! Inoltre, su un lato del corpo presenta delle ferite, segni del combattimento con Bellerofonte; la testa della capra, poi, è inclinata, segno che sta per essere sconfitta. Ecco, questo è tutto quello che mi ricordo sulla Chimera, ma le ragazze di AntigonArt dicono che ci sono ancora altre cose da sapere su questo fantastico mostro e su altre creature spaventose e che presto mi racconteranno altre storie proprio al Museo Archeologico di Firenze. Sono davvero curiosa, e voi? È vero che i mostri sono spaventosi, ma se si conosce la loro storia e, soprattutto, se restano fermi e immobili, forse fanno un po’ meno paura.
Sabato 2 febbraio, alle ore 10:30, AntigonArt sarà al Museo Archeologico Nazionale di Firenze per Fantastica Chimera, una visita didattica dedicata al temibile mostro sconfitto da Bellerofonte, ma non solo! Per saperne di più, venite a trovarci sul nostro sito!
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | BIBLIOTECA E CONSIGLI DI LETTURA
Biblioteca e consigli di lettura Storie, libri e avventure illustrate lette e recensite per voi dalla nostra Antigone
Arcobaleno, il pesciolino più bello di tutti i mari di Marcus Pfister (trad. Isabella Bossi Fedrigotti) Nord-Sud, 2017
Ciao bambine e bambini, leggendo una storia con Caterina e i piccoli partecipanti del laboratorio di sabato 12 gennaio presso la Biblioteca di Borgo San Lorenzo ho imparato una cosa e cioè che gentilezza e generosità sono virus molto contagiosi: se si spargono, diffondono gioia e allegria a non finire! Al contrario, un po’ di narcisismo, accompagnato da una certa dose di egoismo, possono portare a sentirsi molto soli e tristi… Proprio come è successo ad Arcobaleno, un bellissimo – ma che dico? – il più bel pesciolino di tutti i mari, dotato di scaglie luccicanti, che tutti, ma proprio tutti gli abitanti del mare guardano con ammirazione. Arcobaleno è molto felice di essere al centro dell’attenzione e di essere ammirato, ma è anche molto, molto geloso di questo suo prezioso dono. La sua gelosia, purtroppo, gli impedisce di condividere le sue meravigliose scaglie luccicanti con gli altri. Anzi, Arcobaleno arriva perfino a trattare
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male il piccolo pesce color del mare e da quel momento nessuno lo guarda più, anzi tutti si girano dall’altra parte quando passa. Ma nonostante Arcobaleno sia stato un po’ maleducato, una stella marina e un saggio polpo viola saranno pronti ad aiutarlo e a consigliargli un modo per tornare a essere felice e amato da tutti… Come? Attività ispirate dalla storia di Arcobaleno alla Biblioteca di Borgo San Lorenzo.
Beh, non vi resta che leggere questo meraviglioso libro, gustare con gli occhi i suoi brillanti disegni e, perché no, imparare una bella lezione! Buona lettura,
P.S. Le avventure di Arcobaleno non si fermano qui! Date un’occhiata a tutte le altre storie che lo vedono protagonista
Perché parliamo di… letteratura per bambini? di Serena Stagi La letteratura per bambini e ragazzi è il settore più vivo e florido dell’editoria, ma la passione per i libri che impariamo a coltivare da piccoli non ci accompagna fino all’età adulta e, ahimè, l’Italia resta uno dei paesi europei in cui si legge meno. Eppure leggere, e soprattutto iniziare a farlo fin dalla più tenera età, è il vizio migliore che ci sia. Perché i libri, quelli buoni, aiutano a sviluppare le facoltà mentali, a riflettere ed esercitare il proprio senso critico, ci accompagnano per mano fino a metà strada, lasciandoci la possibilità di arrivare fino in fondo contando soltanto sulle nostre forze. I libri educano all’empatia, alle emozioni, alla sensibilità: sono una vera e propria palestra per l’intelligenza emotiva dei più piccoli (e dei più grandi, se riescono a non perdere il vizio). E leggere non è soltanto una saggia decisione! Leggere significa avvicinare lo sguardo e il cuore a un caleidoscopio di storie, colori, prospettive, voci ed emozioni che ci aiutano a vedere il mondo al di là delle apparenze. Leggere può e deve essere divertente, rilassante, stimolare la fantasia, l’immaginazione, moltiplicare le possibilità del reale e portarci là dove da soli, forse, non giungeremmo mai. Là dove non dovremmo mai disimparare a tornare.
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | CINEMA
Ciak, si gira! Parliamo di cinema Tra film, attori, cinema e musei alla scoperta della Settima Arte
Perché parliamo di… cinema? di Giorgia Stornanti
Perché parlare di cinema a bambini e ragazzi? Forse non è un caso che la cosiddetta “settima arte”, la più giovane di tutte (in fondo ha “soltanto” 124 anni, spiccioli in confronto ad arti millenarie come scultura e pittura!), piaccia tanto ai più giovani. Sì, perché proprio come loro, è dinamica, in continuo movimento e non smette mai di crescere, nonché sempre al passo con i tempi. Il cinema è un’arte amata da tutti, che coinvolge, appassiona e soprattutto permette di imparare moltissime cose divertendosi. Per esempio, lo sapevate che il primo film con il sonoro in sincrono (cosa per nulla scontata nel lontano 1928) fu Steamboat Willie di Walt Disney, che ha per protagonista Mickey Mouse, il simpatico topo da noi meglio conosciuto come Topolino? O che Biancaneve e i sette nani fu il primo lungometraggio animato della storia del cinema, nel 1937? Questi, come molti altri cartoni animati, hanno segnato la storia del cinema mondiale… Altro che “roba da bambini”!
Allo stesso modo non bisogna pensare che i vecchi film siano adatti solo alle nostre nonne! Molti film muti in bianco e nero, che magari al primo sguardo potrebbero sembrare noiosi e non suscitare nessun interesse da parte dei più giovani, possono invece nascondere delle piacevolissime e divertentissime sorprese. Basta un po’ di curiosità per scoprire mondi nuovi e sconosciuti! Allora facciamo come il nostro eroe Topolino a bordo del suo battello e salpiamo verso quel mare sconfinato e meraviglioso che è il cinema!
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | CINEMA
Mondi Novi e Lanterne Magiche al Museo del Precinema di Padova Cari bambini e bambine, oggi vorrei parlarvi di un’altra mia grande passione, un’arte che ho imparato ad amare durante le mie avventure: il cinema. Non sono sicuramente la sola, insomma a chi non piace il cinema? Ma come si divertivano gli adulti e i bambini prima che il cinema fosse inventato? Ve lo siete mai chiesto? Certo, potrei raccontarvi la mia esperienza, quand’ero bambina il cinema non esisteva affatto, ma andando a Padova, in un piccolo museo chiamato Museo del Precinema, ho ottenuto una risposta molto più interessante. È Il Mondo Novo al Museo del Precinema di così che ho conosciuto il fantastico Padova (Fonte) mondo delle immagini in movimento, prima che due geniali signori francesi, i fratelli Lumière, inventassero il cinematografo nel 1895. Appena entrata nel Museo – l’unico in tutto il mondo a essere dedicato esclusivamente al precinema – si vede una grande scatola, bellissima, a forma di palazzo antico: si chiama Mondo Novo, una cassetta di legno che al suo interno fa davvero vedere il mondo! Guardando attraverso gli oculi ho Una veduta illuminata del Mondo Novo (Fonte) visto disegni bellissimi di paesaggi colorati che cambiavano continuamente: Venezia, Parigi, Londra, Vienna… Tirando una leva nella cassettina, all’improvviso calava la notte 10
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e, quasi come per magia, si accendevano i lampioni e le finestrelle delle case. Un meccanismo molto semplice ottenuto mettendo, dietro al disegno, una luce che illumina i piccolissimi fori fatti sul foglio, invisibili nella visione di giorno, ma davvero spettacolare! Il Mondo Novo è stato inventato nel Settecento: i mercanti girovaghi lo portavano per le piazze d’Europa per stupire grandi e piccini. Tantissime persone attendevano pazientemente in fila per vedere meravigliose vedute di città che non avevano mai visitato, viaggiando con la fantasia attraverso mondi nuovi e sconosciuti. Il Museo è nato da un’idea della signora Laura, la fondatrice e proprietaria della collezione, che tanti anni fa ha trovato nella soffitta della sua casa di Venezia uno strano strumento: la Lanterna Magica. Si chiama davvero così! Proprio come nelle fiabe, la sua storia risale a tanto tempo fa, in un’epoca lontana lontana, più di duecento anni prima della nascita del cinema, nel lontano Seicento. La Lanterna Magica è un po’ come la bisnonna del Una Lanterna Magica tripla! (Fonte) cinema ed è grazie a questa invenzione che ora il cinema esiste. Esattamente come le comuni lanterne, funziona grazie a una candela o una lampada a gas: con delle lenti si proiettano all’esterno delle bellissime immagini colorate disegnate su dei piccoli vetri che, se fatti scorrere velocemente o proiettando più immagini contemporaneamente, possono anche avere effetti di movimento, proprio come al cinema! Questi vetri da proiezione mostrano tantissime cose diverse: i pianeti, le stelle, città esotiche, ma anche tante storie per i bambini come la Bella e la Bestia o Cenerentola. Eh sì! Sono fiabe molto antiche pure quelle, ci credereste? Eppure sono così belle che vengono raccontate ancora oggi, è davvero incredibile! E a proposito di più piccoli, cosa facevano i bambini per divertirsi quando i film, i cartoni animati e i videogiochi non erano ancora stati 11
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inventati? Magari quando faceva buio e non potevano andare a giocare all’aria aperta? Nelle vetrine illuminate del Museo, in mezzo a tutti quegli oggetti strani, ci sono dei bellissimi giochi ottici pensati apposta per i più piccoli. Hanno dei nomi difficilissimi: taumatropio, zootropio, fenachitoscopio, praxinoscopio, solo a provare a dirli mi viene il mal di testa! Erano giochi molto usati dai bambini, tutti diversi ma che funzionano in modo simile: attraverso un rapido movimento i disegni sembrano prendere vita e si muovono! Pensate quanto dovevano stupirsi nel vedere queste immagini che tutt’un tratto prendevano vita come per magia! Poi c’era il teatro d’ombre, molto diverso dal teatro greco a cui sono abituata io. Il teatro d’ombre è stato usato fin Una scena realizzata col teatro d’ombre (Fonte) dall’antichità soprattutto nei paesi asiatici, ma a partire dall’Ottocento è diventato di moda anche in Europa, soprattutto a Parigi. Non ci sono attori con maschere e costumi, ma delle figure in carta o cuoio ritagliate che venivano fatte muovere dietro un grande telo bianco illuminato, raccontando storie di battaglie, amori e incredibili avventure. Ai bambini piaceva un sacco e anche agli adulti! Ed eccoci giunti alla fine anche di questo viaggio, nel tempo e nello spazio. Io mi sono molto divertita e ho imparato tante cose nuove e curiose. Chi l’ha detto che nei musei ci si annoia?
Curiosi degli effetti ottici di cui vi ho parlato? Cliccate qui!
Alla prossima!
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | MOSTRE, MUSEI E DIDATTICA MUSEALE
Mostre, musei e didattica museale Tantissime mostre e musei tutti da scoprire in compagnia di Antigone
Il Museo Archeologico di Dicomano Care bambine e cari bambini, vi ricordate il racconto a proposito del mio viaggio alla scoperta della “casa” di AntigonArt? Vi dissi che ero andata a Dicomano, ricordate? Dicomano è un paese al confine tra Mugello e Val di Sieve, ai piedi dell’Appennino tosco-romagnolo, poco distante dal monte Falterona. I luoghi che lo circondano hanno una lunga storia, di popoli antichi, arte e cultura. Ecco Vel, che ci Ecco perché a Dicomano si trova il Museo accompagnerà alla scoperta del Museo! (Fonte) Archeologico Comprensoriale del Mugello e della Val di Sieve! Un museo, ci pensate? Che fortuna! Un luogo dove raccogliere le testimonianze di secoli e secoli di civiltà per far conoscere a tutti le origini del territorio! Se si cammina lungo l’anello su cui è sviluppato il percorso espositivo, partendo dalla Preistoria si arriva fino al Rinascimento: un viaggio nel tempo a dir poco incredibile! E non solo nel tempo, perché si può viaggiare dal Bilancino a San Piero a Sieve, da Vicchio a Frascole, da Palazzuolo sul Senio alla villa medicea di Cafaggiolo. Chiudete gli occhi: spicchiamo il volo con la nostra immaginazione, grazie alla forza evocativa dei reperti archeologici!
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | MOSTRE, MUSEI E DIDATTICA MUSEALE
Siete pronti? Via, entriamo al Museo! Ad attenderci all’ingresso, con la sua silhouette inconfondibile, c’è Vel, il sacerdote etrusco scolpito su una delle stele custodite all’interno. Sentiamo se ha voglia di accompagnarci, vi va? «Ciao Vel, ci accompagneresti in visita al tuo museo? I miei amici e i bambini Vel è talmente famoso da essere il simbolo del Museo! di AntigonArt non vedono l’ora». Vel non se lo fa ripetere due volte e così ci mostra i nuclei, i raschiatoi e i bulini d’epoca preistorica. Poi, con orgoglio, ci racconta la storia dei tanti oggetti che ha lasciato il suo popolo, gli Etruschi. Quanti vasi di ceramica! E che belli quelli neri, i buccheri! Così ci fermiamo a osservare il modellino che ricostruisce una sorta di area “industriale”, con la sua fornace per cuocere i vasi e la necropoli, la città dei morti. Che divertimento scrivere il proprio nome in etrusco grazie all’alfabeto che abbiamo trovato nella sala didattica. Quale esperienza emozionante entrare nella sala delle stele e dei cippi: un’atmosfera quasi magica ci circonda. Con riverenza, usciamo dal cerchio sacro delle stele e dei cippi e… wow, il modellino degli scavi archeologici di San Come e quando visitarlo? Il Museo si trova Martino a Poggio! Mi in Piazza della Repubblica 3 a Dicomano. Vel vi aspetta nei seguenti orari: piacciono proprio questi Etruschi! Venerdì: 9-12
Sabato: 10-14 e 15-19 Domenica: 10-14 e 15-19
E dopo gli Etruschi, ecco i Romani: anche loro hanno vissuto in questi luoghi. Beh, in effetti, Dicomano prende il suo nome proprio da una parola romana. Ma la storia va avanti e ci ritroviamo di fronte al modellino del Castello di Vicorati, oggi ridotto a pochi ruderi, alla cui ricostruzione ha dato un importante contributo il Gruppo Archeologico Dicomanese.
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | MOSTRE, MUSEI E DIDATTICA MUSEALE
Importanti famiglie come i Guidi e gli Ubaldini avevano fatto costruire i loro castelli in molti luoghi di questo territorio e oggi è ancora possibile vederne qualche testimonianza. Eccoci arrivati alla fine del nostro viaggio: il Medioevo e il Rinascimento sono evocati qui al Museo da vari reperti che servivano per mangiare e bere, tipo frammenti di bicchieri in vetro, ma anche serrature e chiavi. Ecco le belle ceramiche smaltate dalla fornace presso la villa medicea di Cafaggiolo e da Borgo San Lorenzo. Così salutiamo e ringraziamo Vel, il quale ci invita a tornare presto. Questo non è che uno dei tanti modi per visitare il Museo: racchiude talmente tante storie che ci sarebbe da sbizzarrirsi. E allora, che l’avventura abbia inizio! Vi aspettiamo,
A partire da questo mese, AntigonArt proporrà un ciclo di tre visite didattiche per famiglie proprio al Museo Archeologico di Dicomano. Si comincia domenica 10 febbraio, alle ore 16:30, con Il mondo alla rovescia, un percorso tutto dedicato alla storia del Carnevale che si concluderà con la realizzazione di una maschera… alla rovescia! Venite a trovarci sul sito per saperne di più. E non solo AntigonArt! Date un’occhiata anche alle attività per le scuole proposte da Esplora Museo cliccando qui.
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | MOSTRE, MUSEI E DIDATTICA MUSEALE
L’Arte di Donare Egizi, Greci, Etruschi e antichi Romani… tutti in un unico grande Museo!
Come molti di voi avranno notato nelle ultime settimane, un po’ per nostalgia di casa, un po’ per curiosità, sono stata a visitare il Museo Archeologico Nazionale di Firenze… quante cose meravigliose ci sono là dentro! Papiri pieni di geroglifici, bellissimi vasi greci, statue di marmo e di bronzo, gioielli egizi, greci ed etruschi, e ancora urne e sarcofagi e poi tantissimi oggetti strani provenienti da posti lontani, lontanissimi da casa mia. Passeggiare per i corridoi del Museo è un po’ come fare un bellissimo viaggio nel tempo, basta poco per trovarsi davanti a un ricco banchetto organizzato da una famiglia etrusca e soltanto qualche scalino per sentirsi dentro una piramide, accanto a scribi e faraoni. Non mi credete? Vi sembra impossibile? Vi giuro che è proprio così e non – ancora! – non esiste alcuna macchina del tempo, PASSEGGIARE PER I CORRIDOI DEL soltanto tanti oggetti, che MUSEO È UN PO’ COME FARE UN chiamiamo reperti BELLISSIMO VIAGGIO NEL TEMPO! archeologici, e che, se li osserviamo per bene, ci possono raccontare le loro storie. Sono tutte affascinanti e incredibili, credetemi! Vi siete mai chiesti come si sedevano a tavola gli Etruschi? Cosa mangiavano e come arredavano la loro casa? In una grande sala del piano terra del museo troverete le risposte a queste domande.
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Sapevate che i vasi greci, proprio come il Re dei Vasi, sono stati trovati in Italia perché gli antichi Greci commerciavano molti prodotti con i Romani e gli Etruschi. Vedete quante storie possiamo scoprire in questo Museo? Una delle mie preferite è quella delle parrucche degli egiziani, oppure quella sui giochi dei bambini etruschi… ma queste ve le racconto un’altra volta! Scommetto che, in questo momento, anche voi vi starete domandando come siano arrivati qui a Firenze oggetti tanto diversi e provenienti da terre lontanissime. Le mie amiche di AntigonArt mi hanno spiegato che poco più di cento anni fa, in un momento molto importante per il nostro Paese, alcuni studiosi di storia e di archeologia decisero mettere dentro le stanze di questo grandissimo palazzo molti reperti archeologici e farlo diventare un museo. In questo modo tutti i cittadini di Firenze e del mondo avrebbero potuto ammirare quegli oggetti che, fino a quel giorno, erano rimasti nascosti nelle sale del tesoro delle più ricche famiglie. Dovete sapere, infatti, che tutti i fiorentini desideravano possedere statue antiche, gioielli, papiri e reperti archeologici di ogni tipo pur non conoscendone il vero significato. Come potete immaginare soltanto in pochi avevano la fortuna di possederli e se li tenevano ben stretti proprio come un tesoro… fino a quando alcuni di loro, i più intelligenti, iniziarono a donarli a questo Museo. Pensate che la famiglia Medici, i Granduchi di Firenze, erano grandi appassionati di gioielli antichi, ne possedevano a centinaia, ma che dico, a migliaia! Li donarono tutti alla città e oggi possiamo ammirarli proprio in questo Museo.
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Dalla nascita del Museo, anno dopo anno, molti archeologi andarono alla ricerca di antiche città abbandonate nelle campagne della Toscana, dell’Umbria, del Lazio e i più coraggiosi si MOLTI ARCHEOLOGI ANDARONO spinsero fino nelle terre ALLA RICERCA DI ANTICHE CITTÀ ABBANDONATE… misteriose dell’Egitto, alla ricerca dei faraoni. Fecero scoperte importantissime e portarono al Museo molti degli oggetti che trovarono sotto terra! Addirittura, pensate che riuscirono a trasportare nel giardino del Museo delle tombe etrusche piene di sculture, statuette e iscrizioni! Poi ci furono studiosi e appassionati di storia che decisero di donare al museo i reperti che avevano collezionato durante le loro ricerche per farli vedere a tutti. Certo, c’era anche chi avrebbe preferito vendere gli oggetti preziosi per ricavarne tanti soldi, ma alla fine, un po’ scontenti, anche loro li lasciarono a questo Museo. Non è forse più importante permettere a tutti noi e alle nostre famiglie di poter osservare e studiare e perché no, anche divertici tra queste sale pienissime di oggetti, piuttosto che tenerli nascosti in casa? Per capire meglio tutta questa lunga storia il direttore del museo ha organizzato una mostra proprio nella prima sala: L’arte di donare. È una mostra piccolina, ma molto interessante, infatti visitandola ho scoperto che ancora oggi il Museo non ha finito di crescere! Il Museo Archeologico di Firenze, infatti, è sempre alla ricerca di nuovi oggetti da aggiungere alla propria collezione. Gli archeologi e gli studiosi, che si occupano di scovare dove sono finiti i reperti scomparsi, sono sempre a lavoro e, quando fanno una scoperta, il Museo cerca il modo migliore per proteggere e custodire quell’oggetto e, ovviamente, farlo vedere al pubblico.
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | MOSTRE, MUSEI E DIDATTICA MUSEALE
È così che si sono riempite le vetrine che vedrete nella prima sala del Museo: grazie al lavoro di coraggiosi cercatori d’arte, intraprendenti direttori di musei, e ricchi collezionisti che preferiscono rendere visibile a tutti noi i reperti archeologici piuttosto che tenerli nascosti nei loro salotti. C’è tempo fino al 10 marzo per visitarla, affrettatevi! Buona visita,
Curiosi di visitare la mostra L’arte di donare in modo interattivo e divertente? Niente paura, AntigonArt ha in programma una visita didattica per famiglie dedicata proprio a L’arte di donare, prevista per domenica 17 febbraio alle ore 10:30. Per tutte le info, venite a trovarci sul sito!
Perché parliamo di… didattica museale? di Giovanna Grasso Girare per musei pieni di quadri, sculture, oggetti a prima vista incomprensibili può sembrare incredibilmente noioso e disorientante. Mal di testa e stanchezza sono i tipici sintomi del visitatore inconsapevole. Ma con un poco di zucchero anche la medicina più amara può diventare gradevole, persino divertente! Infatti, ci sono diversi modi per visitare un museo e non è affatto noioso entrarvi, anzi, si possono scoprire cose e vivere avventure meravigliose. Basta pronunciare una parolina “magica”, anzi due: didattica museale! Significa imparare le cose attraverso l’esperienza, mettendo in relazione le opere che sono esposte nel museo con il visitatore. In questo modo si possono educare i piccoli visitatori, e non solo, alla creatività, privilegiando il fare come momento di conoscenza. Quando vi trovate in un museo davanti ad un’opera d’arte, provate a usare anche voi questi due semplici trucchetti: 1. Osservare: significa guardare nei minimi dettagli un’opera, come con una grande lente d’ingrandimento, e provare ad indovinare la tecnica che l’artista ha utilizzato. Vi accorgerete che ci sono tantissimi modi per dipingere un quadro o realizzare una scultura (tempera, olio, inchiostro, affresco, marmo, bronzo, ecc.) e che si possono utilizzare strumenti sempre diversi (pennelli, mani, scalpelli, pezzi di stoffa, sacchi, martelli, ecc); 2. Domandarsi: scatena la tua fantasia e prova a chiederti perché l’artista ha deciso di rappresentare quel soggetto e cosa vuole comunicare. L’opera d’arte non ha un messaggio segreto nascosto che solo pochissime persone possono capire; al posto delle parole usa i colori, la luce e le forme per “parlare” con noi. Se seguirete questi stratagemmi, sarete sulla buona strada per diventare dei perfetti “osservatori” di opere d’arte. Allenate quindi le vostre pupille e buona osservazione a tutti!
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | MUSICA
A ritmo di musica con Antigone La nostra Antigone condivide con noi i suoi consigli su canzoni e artisti musicali
Volta la carta di Fabrizio De André
Rieccoci alla rubrica dei consigli musicali! Questo mese voglio proporvi l’ascolto di una canzone di un bravissimo cantautore di nome Fabrizio De André. Si tratta di una filastrocca che racconta le storia di Angiolina e di altri personaggi, le cui vite si intrecciano l’una all’altra. Se volete cantarla, imparate le parole e danzate in compagnia!
VOLTA LA CARTA DI FABRIZIO DE ANDRÉ (ASCOLTALA) C’è una donna che semina il grano volta la carta e si vede il villano il villano che zappa la terra volta la carta viene la guerra per la guerra non c’è più soldati a piedi scalzi son tutti scappati.
Angiolina cammina cammina sulle sue scarpette blu
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | MUSICA
carabiniere l’ha innamorata volta la carta e lui non c’è più carabiniere l’ha innamorata volta la carta e lui non c’è più.
C’è un bambino che sale un cancello ruba ciliegie e piume d’uccello tira sassate non ha dolori volta la carta c’è il fante di cuori il fante di cuori che è un fuoco di paglia volta la carta e il gallo ti sveglia.
Angiolina alle sei di mattina s’intreccia i capelli con foglie d’ortica ha una collana di ossi di pesca la gira tre volte intorno alle dita ha una collana di ossi di pesca la conta tre volte in mezzo alle dita.
Mia madre ha un mulino e un figlio infedele gli inzucchera il naso di torta di mele
A Volta la carta è dedicato anche un libro tutto illustrato di Fabrizio De André e Massimo Bubola, con i disegni di Mauro Evangelista.
mia madre e il mulino son nati ridendo volta la carta c’è un pilota biondo pilota biondo camice di seta cappello di Volpe sorriso d’atleta.
Angiolina seduta in cucina, che piange che mangia insalata di more ragazzo straniero ha un disco d’orchestra che gira veloce che parla d’amore ragazzo straniero ha un disco d’orchestra che gira che gira che parla d’amore.
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Madama Dorè ha perso sei figlie tra i bar del porto e le sue meraviglie Madama Dorè sa puzza di gatto volta la carta e paga il riscatto paga il riscatto con le borse degli occhi piene di foto di sogni interrotti.
Angiolina ritaglia giornali si veste da sposa canta vittoria chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria.
Buon ascolto,
Perché parliamo di… musica? di Antonella Longhitano Perché parlare alle bambine e ai bambini di musica? Semplice: tutti la amano! Sfidiamo qualcuno a dire il contrario… Bastano un battito di mani, uno schiocco di dita, e il corpo non riesce a trattenersi: non può fare altro che muoversi, scatenarsi, liberarsi al ritmo della melodia! Oppure basta un semplice accordo di note ed ecco che la nostra mente si rilassa, la rabbia si dissolve pian pianino e il cuore batte più lentamente fino a… dormire beatamente! Questa è la magia della musica, ma se poi si aggiungono le parole ascoltare non basta più: dobbiamo cantare e liberare il nostro talento vocale! E poi la musica è il linguaggio universale per eccellenza, unisce, aggrega, fa bene al cervello e al cuore. Grazie alle canzoni i bambini (e anche gli adulti) imparano storie, vivono emozioni, si sentono più felici. È proprio così! La musica ci rende più felici ed è per questo che ci piacerebbe condividere con voi lettori questa felicità. Ogni mese vi consiglieremo alcune canzoni da ascoltare, vi parleremo di grandi artisti musicali e condivideremo con voi curiosità dello straordinario mondo delle sette note.
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | TEATRO
Su il sipario! Tutti a teatro Opere, spettacoli e giochi teatrali per bambini e ragazzi di tutte le età
Lunga vita alla commedia! Bentornati bambini e bambine, L’ultima volta vi ho rivelato che Sofocle, un famoso drammaturgo del mio tempo, ha tratto ispirazione dalla mia vita tragica per scrivere una tragedia. Vi ho già detto che nell’antica Grecia il teatro era molto importante e che tutti erano ansiosi di assistere alle gare di tragedie che avvenivano in un certo periodo dell’anno! In realtà le storie interpretate non erano molto allegre e a volte, a fine spettacolo, vi confido che mi sentivo un po’ triste. Poi, un giorno, ho sentito dire da un vecchio ateniese che in un villaggio vicino si svolgevano degli spettacoli che facevano ridere a crepapelle, che Non solo tragedie! (Fonte) tutti si divertivano perché in scena c’era la COMMEDIA! Io non capivo e così, spinta dalla curiosità, sono andata a vedere. È così che ho scoperto che si può andare a teatro anche per divertirsi! Ma come è nato tutto ciò? Nella mia lingua, il greco antico, la parola commedia nasce dall’unione di altri due termini: baldoria e villaggio e ora capirete il perché. È nata più tardi rispetto alla tragedia (circa 50 anni dopo), ma trae
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ispirazione sempre dal dio Dioniso (il dio del vino) e dalle feste che si facevano in suo onore ad Atene. Queste celebrazioni si svolgevano, nel mese di dicembre, anche nei piccoli villaggi sparsi per la Grecia e si chiamavano Dionisie rurali. Gli abitanti partecipavano a una lunga processione dietro a una statua simbolica, danzavano e cantavano allegramente e pregavano il dio Dioniso affinché il raccolto invernale fosse abbondante. NELLA MIA LINGUA LA PAROLA L’atmosfera era simile COMMEDIA NASCE DALL’UNIONE all’aria festosa del DI ALTRI DUE TERMINI: BALDORIA Carnevale di oggi: tutti E VILLAGGIO. MA PERCHÉ? erano liberi di mascherarsi, di fare insoliti scherzi e di bere tanto, tanto vino! Immaginate il chiasso! Poi, a un certo punto, da questi vivaci riti, prese vita una divertente forma di teatro, la commedia. Il successo fu così grande che anche ad Atene cominciarono a farsi strada degli scrittori di commedie, i commediografi, e come per le tragedie furono istituite delle gare di commedie. Chi erano i personaggi? I protagonisti non I PROTAGONISTI DELLA COMMEDIA NON ERANO PERSONAGGI erano personaggi MITOLOGICI, MA UOMINI COMUNI. mitologici, ma uomini comuni! Parlavano una lingua semplice, piena di giochi di parole e battute scherzose. Le storie che mettevano in scena erano molto vicine alla vita quotidiana e questo rendeva il pubblico ancora più partecipe! E poi… avevano sempre un lieto fine! E gli attori? Come nelle tragedie, gli attori erano tutti maschi. Indossavano delle maschere molto buffe, indossavano dei vestiti aderenti che mettevano in risalto l’imbottitura di un pancione enorme o di un sedere sporgente! Era
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presente anche il Coro, un gruppo unico di attori che si esprimeva attraverso il canto e la danza.
ANCHE NELLE COMMEDIE GLI ATTORI COMICI ERANO TUTTI MASCHI!
Che fine ha fatto la commedia? Ho scoperto con sorpresa che ancora oggi la commedia è un genere teatrale di enorme successo! Nata nell’antichità, si è fatta strada, si è evoluta, ha cambiato i suoi modi e ha inventato nuovi personaggi, ma ha lasciato intatto il suo fascino: coinvolgere, far ridere e, perché no, anche riflettere! E allora, che dire: lunga vita alla commedia!
Perché parliamo di… teatro? di Talitha Medici Perché il teatro? E perché il teatro per bambini? Col teatro si imparano la dizione per pronunciare correttamente le parole, come rappresentare le emozioni dei personaggi di una storia, come costruire e interpretare un personaggio. Il teatro è un’attività ludico-didattica perché attraverso il gioco si può accrescere la propria autostima, si impara a relazionarsi con i compagni senza perdere la propria individualità, ci si può sentire parte di un gruppo. È tutto vero ma il teatro va oltre. Il teatro non deve sfornare macchinette automatiche belle da vedere e da ascoltare. Deve essere il luogo dove poter combinare e sperimentare le infinite possibilità della creatività e avere come collante la relazione tra esseri umani/personaggi. Esseri umani un po’ strambi poiché possono trasformarsi in oggetti, animali, personaggi noti, personaggi fantastici. Tutto questo grazie all’utilizzo della preziosa macchina che abbiamo a disposizione: il nostro corpo! Partiamo dal nostro corpo per conoscerlo meglio, studiarlo nelle sue molteplici possibilità di movimento, per costruire le scene, i personaggi, le storie, per diventare una coreografia di emozioni in movimento. Non siete curiosi di scoprire com’è possibile realizzare tutto questo? Preparatevi a un’esplosione di creatività!
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ANTIGONART | N. 2 | FEBBRAIO 2019 | INTERVISTE
Botta & Risposta con Antigone Antigone, reporter d’eccezione, a caccia dei segreti degli intervistati del mese
Intervista alle ragazze di AntigonArt Cari bambini e bambine, mi sembra giusto inaugurare la sezione delle interviste interpellando le ragazze di AntigonArt in persona. Da quando le ho conosciute, infatti, ci sono alcune curiosità che non fanno che assillarmi. Non vedo l’ora di saperne di più, quindi bando alle ciance! Antigone: La mia prima domanda riguarda l’immagine che si vede nel vostro logo. Che cosa rappresenta e perché l’avete scelta per l’Associazione? Talitha: Tantissimi anni fa le donne iniziarono a utilizzare il telaio per realizzare dei tessuti. Erano molto abili e ben presto riuscirono a utilizzare i fili per decorare i loro tappeti con delle figure per loro molto importanti. Si tratta di personaggi femminili, maschili, animali, ed elementi naturali, come i tuoni e i fulmini. Una di queste figure femminili si chiama Elibelinde ed è ispirata alle statuette della Dea Madre che venivano realizzate fin da tempi antichissimi, una specie di portafortuna per avere un raccolto rigoglioso o un aiuto divino nei momenti difficili. La parola Elibelinde in lingua turca significa letteralmente “mani sui fianchi”. La troviamo raffigurata, in diverse varianti, nei tappeti turchi denominati Kilim. 26
Alcuni esempi di Elibelinde (Fonte).
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Come ogni simbolo ha subìto delle evoluzioni e delle trasformazioni nel tempo soprattutto per quanto riguarda il suo significato, assumendo un valore diverso nella società patriarcale (società cioè in cui l’autorità spetta agli uomini e non alle donne), da “Dea madre” a “Corno d’Ariete”. Le tessitrici raccontavano delle storie attraverso le immagini e i colori utilizzati nella realizzazione del tappeto, trasmettendo così i valori della cultura dell’epoca. Per rappresentare la nostra Associazione abbiamo scelto l’Elibelinde con la testa a forma di diamante, le braccia raffigurate come due ganci rivolti verso l’interno, il corpo a forma di triangolo e cinque piedini che vanno tutti nella stessa direzione. Il logo di AntigonArt con la sua Elibelinde. Quello che ci ha affascinato è il suo antico significato di forza femminile collegato all’aspetto della creatività e dell’arte. Questo simbolo evoca un senso profondo in virtù del fatto che dal Neolitico fino all’Ottocento le donne dell’Anatolia (una regione dell’Asia occidentale) hanno continuato a tramandare la stessa struttura simbolica per raccontare storie, desideri, miti e leggende. Come dice Üzeyir Özyurt, esperto in Kilim, “filatrici e tessitrici aprono e chiudono all’infinito i cicli individuali storici e cosmici”. Ci piace pensare che anche la nostra Elibelinde possa continuare a tessere storie, coinvolgendo grandi e piccini, alla ricerca di modi sempre nuovi per esprimere la bellezza dell’Arte. Antigone: Accidenti, non credevo che un simbolo così piccolo potesse nascondere una storia tanto antica e interessante! Adesso che ci penso, mi rendo conto che dovete aver riflettuto molto prima di scegliere. E allora – scusate se pecco di presunzione, ma in fondo sono una diretta interessata – come mai avete scelto proprio il mio nome? Serena: Hai proprio ragione, ci abbiamo pensato e ripensato molto perché sapevamo che avrebbe dovuto comunicare in modo immediato l’intento della nostra missione. Avevamo bisogno d’un nome che richiamasse l’idea della giustizia sociale, il nome di qualcuno o qualcosa 27
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che rappresentasse la necessità di tener fede a ciò che è giusto in contrapposizione a ciò che è “solo” legale. Non fraintendiamoci: le leggi sono importantissime e necessarie alla convivenza comune, ma sono pur sempre scritte dagli uomini e nessun uomo è perfetto. Capita allora che in certe situazioni o epoche storiche le leggi dell’uomo rispondano a princìpi non proprio corretti, che rinneghino un superiore ideale di bene, di umanità, a favore di qualcos’altro. E in fondo è questo che racconta la tua storia, Antigone: in cuor tuo sapevi cos’era giusto fare, sapevi che la giustizia deve essere alla base di tutte le leggi e alla fine hai scelto di far vincere la compassione e la solidarietà verso chi in quel momento era considerato un nemico, ma che – quali che fossero le circostanze – rimaneva pur sempre tuo fratello. Più ci riflettevamo e più ci piaceva! Avevamo trovato una donna forte, coraggiosa, che non ha avuto paura di opporsi a un potere talmente accecato dalle proprie convinzioni da scordare la propria umanità, di andare contro una legge ingiusta e crudele che si accaniva su chi era stato già sconfitto. Siamo fermamente convinte che questo principio, se applicato in modo ragionevole, resti sempre e comunque valido. Dobbiamo e vogliamo combattere per ciò che è giusto, per il bene di chi ci sta attorno, per promuovere la compassione, la giustizia e la solidarietà nei confronti di chi è più svantaggiato. Solo che noi lo facciamo attraverso la cultura e quindi mediante l’arte, il teatro, la letteratura, la La mia storia raccontata musica e il cinema. Come affermi nella tua storia da Sofocle e tradotta da Raffaela Cantarella. raccontata da Plutarco e tradotta da Raffaela Cantarella: «Non sono nata per condividere l’odio, ma l’amore». E così anche la nostra Associazione: amore per il prossimo, per la cultura in tutte le sue forme e per l’ambiente che ci circonda. Antigone: Va bene, mi sono un po’ commossa, non sapete quanto significhi per me sentirvelo dire. Non è semplice fare la cosa giusta, ma non me ne sono mai 28
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pentita. Ma adesso basta parlare di me, parliamo di voi! Mi rivolgo in particolar modo alle fondatrici: cosa vi ha spinto a imbarcarvi in quest’avventura? Antonella: Cara Antigone, lo sai che è anche merito tuo se ho deciso di fondare un’associazione che porta il tuo nome? Quando ero un’adolescente e frequentavo il liceo classico, ho avuto l’onore di interpretare il tuo personaggio e da allora la mia vita è cambiata! Ho scoperto l’amore per il teatro e anche Antonella in azione al Museo Casa di Dante. per la persona coraggiosa che sei… Negli anni ho approfondito l’arte del teatro e, contemporaneamente, ho iniziato gli studi di Storia dell’arte, finché un giorno ho incontrato Talitha, Caterina e Giulia. Insieme abbiamo condiviso un sacco di avventure lavorative: abbiamo progettato laboratori di arte, inventato storie per bambini e insegnato teatro nelle scuole con grande passione! Un giorno abbiamo deciso di mettere su un progetto tutto nostro ed è per questo che ci siamo lanciate nella fondazione di AntigonArt! Ho proposto di chiamarla come te e le altre hanno accettato con entusiasmo! Anche se vieni dal passato, per noi rappresenti il futuro di un progetto che vuol fare del teatro il mezzo per trasmettere il valore della cultura e dell’umanità. Caterina: Nel 2016, quando, insieme ad Antonella, Giulia e Talitha, ho deciso di fondare AntigonArt, ero diventata mamma di Ginevra da appena qualche mese. Nel frattempo, stavo completando il lavoro di tesi magistrale in Storia dell’arte con uno studio su Rodolfo Siviero, un personaggio molto particolare che ha recuperato le Caterina a Palazzo opere d’arte italiane trafugate dai nazisti durante Davanzati. la Seconda guerra mondiale. Il diventare mamma e l’addentrarmi nel complesso mondo della tutela dei beni culturali mi 29
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hanno spinta a trovare un modo per far conoscere alle giovani generazioni, quindi ai nostri figli, il nostro patrimonio storico-artistico. Ma come? Mettendo insieme le mie più grandi passioni: i bambini e la loro spontaneità, l’arte e il teatro! Talitha: Ho conosciuto Antonella, Caterina e Giulia in un luogo magico: il teatro! Abbiamo condiviso esperienze di studio e di lavoro. Quando queste si sono concluse abbiamo pensato che avevamo ancora tanto da raccontare. Ci siamo incontrate e abbiamo creato uno spazio dove coltivare le nostre idee e i nostri progetti rendendoli reali e condivisibili. Quello che ci unisce è un grande amore per l’arte, per il teatro e ci appassiona sperimentare nuovi linguaggi creativi per trasmettere tutto questo. Talitha all’opera insieme ad alcuni piccoli artisti.
Devo ringraziare anche te, Antigone, perché mi hai ispirata innumerevoli volte. Ebbene sì, quando ho studiato la tua tragedia all’università, ero così affascinata dalla tua forza e dalla tua passione! Poi ho iniziato a fare teatro e anche io ho avuto l’occasione di recitare il tuo personaggio. Non dimenticherò mai la sensazione di coraggio e amorevolezza che mi hai lasciato, per questo te ne sarò sempre grata. Antigone: Se continuate così, finirò per montarmi la testa! Tenterò di ricompormi... okay, dicevamo? Siete state voi a fondare l’Associazione, ma col tempo la squadra si è allargata. E voi, ragazze, Vi va di dirmi chi siete e perché avete deciso di collaborare con AntigonArt? Vittoria: Ho cominciato a collaborare con AntigonArt qualche anno fa, avevo iniziato da poco il mio percorso di studi universitari in Storia dell’arte e portavo avanti quella che è anche una mia grande passione: il teatro. Scoprire l’Associazione e la sua capacità di unire queste due parti della mia vita mi ha subito stregato, ancora di più quando
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ho capito che alla base di tutto c’era uno scopo didattico. Credo molto nella potenza dell’arte e nell’importanza della sua trasmissione, iniziando proprio dai più piccoli. Il nostro obiettivo è proprio questo, Antigone, insegnare a rispettare e ad amare il nostro patrimonio artistico e la nostra cultura! Sara: Quando ho iniziato a studiare Storia dell’arte all’università pensavo che la mia vita sarebbe ruotata intorno a opere d’arte, musei, chiese, mostre e archivi. Splendido, Vittoria e Caterina col Vaso François al no? Eppure, esame dopo esame, ho Museo Archeologico Nazionale di Firenze. iniziato a sentire che tutto questo non mi sarebbe bastato e allora ho iniziato a cercare una “mia via” nello sconfinato mondo dell’arte e l’ho trovata nella tutela dei beni culturali. Tutelare il patrimonio storico artistico può voler dire tante cose, una di queste, mia cara Antigone, è fare quello per cui quest’Associazione si impegna: fare appassionare i più piccoli all’arte, alla storia, al cinema, all’archeologia… insomma a tutto ciò che costituisce la nostra cultura, per renderli consapevoli di quello che è il nostro – cioè di tutti – patrimonio culturale. Perché, come sai bene anche tu, ha bisogno di cure e attenzioni costanti e siamo proprio tutti noi i primi a dovercene occupare giorno dopo giorno. Giorgia: Ho conosciuto le ragazze di AntigonArt per caso, durante una visita alla casa-museo di Rodolfo Siviero a Firenze. Questo personaggio importantissimo ora mi è ancora più simpatico perché in un certo senso è grazie a lui che ho avuto la possibilità di collaborare con loro. Oltre agli studi di Storia dell’arte condividiamo anche il grande amore per il teatro, inutile dire che il loro progetto mi ha subito entusiasmata! Poter unire le mie passioni per fare qualcosa di utile e meraviglioso: trasmettere ai bambini l’amore per il nostro immenso patrimonio artistico, un grandissimo tesoro da scoprire, amare e proteggere. 31
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Giovanna: Pur essendo una delle ultime arrivate, le altre ragazze di AntigonArt mi hanno subito fatta sentire parte del gruppo. Oltre a condividere la passione per l’arte, il teatro e la cultura in generale, sono molto interessata alla parte organizzativa delle attività che propongono. Comunicare alle nuove generazioni valori che, soprattutto in questi ultimi tempi, sembrano essere persi e farlo attraverso l’arte è uno stimolo sempre crescente Giovanna. per custodire, far conoscere e proteggere il nostro patrimonio culturale e artistico. Inoltre mi è subito piaciuta l’idea di dare il tuo nome all’Associazione, cara Antigone, perché la tua storia e il tuo esempio, a tantissimi anni di distanza, sono ancora molto attuali, e ci guidano attraverso il buio delle ingiustizie e delle cattiverie. Serena: La mia grande passione, invece, è la letteratura, tanto che dopo essermi laureata in Lettere all’università ho deciso che mi sarebbe piaciuto lavorare nel mondo dell’editoria e scoprire i dietro-le-scene di come nasce un libro. Negli ultimi mesi ho anche avuto modo di conciliare questo mio amore con quello per l’inglese, dedicandomi alla traduzione letteraria. Mi sono unita ad AntigonArt relativamente tardi: avevo scoperto che a Firenze si sarebbe tenuto un festival tutto dedicato alle donne e l’ho subito fatto presente a Caterina, la mia (ex, da un bel po’ ormai!) compagna di banco al liceo. È stata proprio lei a propormi di collaborare all’Associazione e, siccome sono da sempre interessata a temi come la giustizia sociale, il femminismo e l’anti-razzismo, ho pensato che avrei finalmente potuto fare qualcosa di concreto per promuovere questi ideali, di metterli in pratica attraverso la cultura e a favore dei più piccoli e quindi del futuro di tutti noi. Antigone: Devo dire che sono sempre più contenta che abbiate scelto il mio nome per la vostra Associazione! So anche che la squadra di AntigonArt non si esaurisce con voi e non vedo l’ora di sentire cosa avranno da raccontarmi le altre la prossima volta. Grazie a tutte!
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AntigonArt ~ febbraio 2019
Credits:
Piccoli grandi artisti di Talitha Medici Nelle fauci della Chimera di Giovanna Grasso Arcobaleno, il pesciolino più bello… di Caterina Zaru Perché parliamo di cinema? di Giorgia Stornanti Mondi Novi e Lanterne Magiche… di Giorgia Stornanti Il Museo Archeologico di Dicomano di Caterina Zaru L’arte di donare di Sara Migaleddu Volta la carta di Fabrizio de André di Antonella Longhitano Lunga vita alla commedia! di Antonella Longhitano Intervista alle ragazze di AntigonArt di tutte le ragazze di AntigonArt
Disegni di Veronica Grassi Grafica e impaginazione di Serena Stagi Font: Dalek Pinpoint, Olympus Vuoi leggere i numeri precedenti? Clicca qui.
AntigonArt è la rivista dell’omonima associazione di promozione sociale. Per saperne di più potete contattarci via email (antigonart.aps@gmail.com), telefonicamente (3383888057) o venirci a trovare sul nostro sito.
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