ANTIGONART | N. 0 | DICEMBRE 2018
Ehilà! Sì, dico proprio a voi. Ci conosciamo forse? No? Allora lasciate che mi presenti: mi chiamo Antigone e sono una principessa dell’antica Grecia…
Una principessa piuttosto sfortunata a dir la verità. Oh, vorreste sapere perché? Allora mettetevi comodi e vi racconterò la mia incredibile storia.
Mio padre si chiamava Edipo ed era il vecchio re di Tebe, una delle più importanti città dei tempi antichi. Anche lui era molto sfortunato; ahimè, sembrerebbe essere un dono di famiglia! Quando morì, il regno avrebbe dovuto essere governato a turno dai miei due fratelli, Eteocle e Polinice, ma dopo il primo anno Eteocle si rifiutò di cedere il posto a Polinice che, arrabbiatissimo, riunì un’armata di sette principi per sferrare il suo attacco alla città. I miei fratelli si scontrarono e finirono per uccidersi a vicenda. Il trono passò quindi a nostro zio, Creonte. Chi era nel giusto? Eteocle aveva rotto il patto e non aveva lasciato il posto a Polinice, che però aveva guidato un esercito contro la sua stessa patria. Il nuovo re stabilì che Polinice si era macchiato di tradimento e che Eteocle, difensore della città, era invece un eroe. Per Eteocle fu quindi celebrato un funerale con tutti gli onori, mentre il corpo del povero Polinice venne abbandonato fuori dalle porte di Tebe. Seppellire i morti 1
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è molto importante nella nostra cultura: solo chi riceve degna sepoltura ha diritto a entrare nel regno dei morti. Non potevo sopportare l’idea che il corpo di Polinice venisse lasciato in balia delle bestie feroci, che la sua anima fosse condannata a vagare per sempre senza pace. Per questo mi rivolsi a mia sorella Ismene e le chiesi di aiutarmi a seppellirlo. Ismene era una fifona e non voleva disubbidire allo zio Creonte, ma a me non importava nulla dei suoi ordini. Eteocle e Polinice erano miei fratelli e non, come invece sosteneva lui, un eroe e un nemico della patria. Volevo molto bene a entrambi e secondo me tutti e due avevano diritto a una degna sepoltura. Creonte aveva ordinato a dei soldati di sorvegliare le spoglie di Polinice per far sì che nessuno si avvicinasse e disubbidisse agli ordini, ma io sono sempre stata più furba di loro e, approfittando di una pausa delle guardie, riuscii a mettere un po’ di terra sopra il corpo del mio povero fratello. Non mi nascosi e non mi preoccupai di essere scoperta: agivo nel giusto e nel rispetto delle leggi degli dèi, più importanti di quelle degli uomini e persino di quelle del re. Fui catturata dalle guardie e condotta al cospetto dal re, ma sempre a testa alta, ferma nelle mie convinzioni. Lo zio Creonte mi voleva bene, ma fu irremovibile: chiunque avesse disubbidito ai suoi ordini sarebbe stato condannato a morte, senza eccezioni. Gli spiegai le mie ragioni, gli dissi che seppellire i morti era un dovere nei confronti degli dèi e un gesto d’amore verso un fratello. Fu tutto inutile. Non voleva che una ragazzina avesse la meglio su di lui. Mi condannò a morte senza nessuna pietà e a nulla valsero le suppliche di chi mi conosceva.
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Mentre le guardie mi portavano via, sopraggiunse Tiresia, l’indovino. Tutti lo temevano, ma a me era simpatico. Era vecchissimo e si diceva che nella sua lunga vita era stato sia uomo che donna. Era cieco, ma poteva vedere nel futuro e non sbagliava mai. Aveva a suo tempo fatto una profezia anche sul mio povero babbo, ancor prima che lui nascesse… ma questa è un’altra storia. Tiresia disse a Creonte che gli dèi erano adirati per ciò che stava facendo alle spoglie di Polinice e a me. Ma il re, nonostante avesse gli occhi sani, in quel momento si rivelò essere più cieco di Tiresia: accecato dalla rabbia e dal potere non si accorse della gravità di quello che stava facendo. Ordinò ai suoi soldati di rinchiudermi in una caverna fredda e buia. Ma ve l’ho detto che le sue guardie non erano molto sveglie, no? Non avevano visto che in fondo a quella grotta c’era un piccolo cunicolo che portava fuori dalla città, ah! Ho sentito tante storie su quello che è successo dopo, ma la verità la racconto solo a voi: sono fuggita, decidendo di andare in giro per il mondo a vivere altre avventure e adesso, nonostante le sventure del passato, sono molto felice. In fondo, la vita da principessa sarebbe stata troppo noiosa per me. E così un giorno, dopo aver compiuto molte volte il giro del mondo, vagando in cerca di cose nuove da vedere e conoscere, ho scoperto che esiste un’Associazione (cioè un gruppo di persone che si sono unite per raggiungere insieme lo stesso obiettivo) il cui nome racchiude anche il 3
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mio. Questa associazione si chiama AntigonArt ed è nata con lo scopo di diffondere la cultura in ogni sua forma, soprattutto se ha a che vedere con l’arte e il teatro. Ovviamente la scoperta mi ha subito entusiasmata! Allora mi sono messa alla ricerca della casa di questa Associazione e l’ho trovata in un paesino chiamato Dicomano, nel Mugello, ai piedi delle montagne dell’Appennino. Ho bussato a una porticina vicino alla Biblioteca Comunale e, quando si è aperta, ad aspettarmi c’erano quattro ragazze con grandi sorrisi e tanto entusiasmo: Antonella, Caterina, Giulia e Talitha. Mi hanno invitata a entrare e mi hanno mostrato gli splendidi capolavori che bambini di ogni età hanno realizzato durante i giochi proposti dalle ragazze in giro per musei, scuole e biblioteche. E poi c’erano libri, tanti libri su cui le ragazze studiano per essere sempre preparate e aggiornate! Mi hanno poi chiesto se avevo voglia di unirmi a loro per vedere con i miei occhi le attività rivolte ai bambini e, perché no, giocare con loro! Non me lo sono fatto ripetere due volte e così sono andata con Caterina nel Mugello e nella Valdisieve: in biblioteca a Borgo San Lorenzo e Pontassieve, al Museo Archeologico di Dicomano, a scuola e al Cinema Teatro di Londa: posti fantastici in cui ho avuto modo di conoscere Alessandra, Chiara, Costanza Z., Elisa, Erica, Jessica, Sabrina e Vittoria, altre simpaticissime componenti della squadra AntigonArt! Poi tutte insieme siamo partite alla volta di Firenze e del Museo Casa Rodolfo Siviero, la dimora dello 007 dell’arte più famoso d’Italia! Prese dall’entusiasmo, siamo diventate esploratrici dell’arte, volando al Bargello, a Casa Martelli, a Palazzo Davanzati, al Museo Archeologico Nazionale, al Museo Horne e per finire a Casa Dante, la Casa Museo del Sommo Poeta! Un viaggio fantastico attraverso opere d’arte preziosissime, racconti, giochi di teatro, musiche, disegni e oggetti fatti 4
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di carta pesta o di cartone. E le sorprese non erano finite, anzi: ho scoperto che, dietro a tutti questi incredibili giochi e fantastici percorsi, ci sono Giorgia, Giovanna, Ilaria e Sara, tutte esperte di arte e qualcuna anche di teatro. Il teatro: la mia grande passione! E allora perché non seguire Antonella e Talitha nei loro laboratori teatrali per le scuole di Firenze e Pistoia? Vi assicuro che è un’esperienza incredibile: ogni partecipante è libero di esprimersi liberamente, la sua diversità rispetto agli altri diventa una ricchezza per tutto il gruppo e niente è giusto o sbagliato, l’importante è divertirsi! Non vedo l’ora di scoprire cos’altro inventeranno le ragazze per far divertire bambini, genitori e anche me! Ho deciso che le seguirò ovunque e… be’, sapete mantenere un segreto? Altre due componenti della squadra, Costanza P. e Serena, esperte di editoria, mi hanno detto che presto, sul sito Internet di AntigonArt, uscirà una rivista online dove si potranno leggere articoli dedicati al mondo dell’arte, del teatro, del cinema, della letteratura e dell’infanzia. E sapete chi sarà la protagonista di questi articoli? Naturalmente io: la loro mascotte ufficiale! Ma, mi raccomando, acqua in bocca. Ci vediamo a gennaio!
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