Per una riforma dei "Servizi Antincendi" [112 EMERGENCIES]

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laboratorio dI idee

Una proposta di riforma dei “Servizi Antincendi” Per restare al passo coi tempi e allinearsi al contesto europeo, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco italiano dovrebbe diventare élite (di fatto) ma non senza lasciarsi integrare dal volontariato (anche quello di Protezione civile già esistente) al fine di rendere il soccorso tecnico urgente veramente capillare e vicino alle esigenze del cittadino, così come già avviene nel resto d’Europa oltre che nelle nostre regioni e province autonome

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■ di Paolo Folco* ha collaborato Antonio Ascanio Mangano**

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l Servizio nazionale di Protezione civile è regolato dalla legge 225\92, che individua nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco la sua “componente fondamentale”. Mentre la legge 139\06 riunisce al suo interno tutti quegli articoli che regolano l’attività istituzionale di soccorso e lotta agli incendi del Corpo nazionale, ad eccezione delle

provincie Autonome di Trento e Bolzano e della Regione Autonoma Valle d’Aosta che operano con servizi propri. La situazione economica attuale si ripercuote sul CNVVF, che è da considerarsi in grande affanno rispetto ai compiti affidati. Soprattutto il raffronto con il contesto europeo ci pone in condizione di estremo svantaggio ed arretratezza rispetto ai servizi antincendi e di soccorso dei paesi appartenenti all’Unione Europea. Basti pensare ai 250mila

Vigili del Fuoco francesi (204mila di questi sono volontari) o al milione e 350mila circa della Germania (di cui un milione e 320mila volontari) che, se raffrontati ai nostri 28mila Vigili del Fuoco permanenti (e circa 5mila volontari), rendono veramente l’idea del divario che esiste con il CNVVF italiano. Ciò in un paese attraversato da catene montuose, con una presenza diffusa di centri abitati piccoli e medio-piccoli con percorribilità stradali non sempre ottimali, soggetto a una continua

emergenza idrogeologica e alluvionale, a incendi boschivi di grande violenza e vastità, e, soprattutto, a un diffusissimo rischio sismico. Spicca il fatto che il CNVVF basi la sua attività essenzialmente sulla componente professionistica, mentre lo sviluppo della componente volontaria è lasciato pressoché alle iniziative individuali di singoli appartenenti al Corpo, senza quindi che questi abbia per essa un piano programmatico, né tantomeno una politica di sviluppo. I progetti naufragati “Soccorso Italia in Venti Minuti” era il progetto con il quale nel 2005 il Dipartimento VVF-SPDC intendeva

■ Paolo Folco, Capo Squadra del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco

■ Antonio Ascanio Mangano, giornalista, Capo Squadra Volontario del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco

potenziare le sedi CNVVF sul territorio. Che prevedeva l’istituzione di 350 sedi VVF volontarie, 89 permanenti e 51 miste. Per quelle municipalità aventi caratteristiche orografiche e demografiche tali da esser escluse dalla previsione d’attivazione di un distaccamento volontario, il Dipartimento aveva pensato ad una campagna di formazione “all’autoprotezione” (Sic!). Purtroppo, “lentezze di mutamento culturale” e “resistenze di natura corporativa” hanno fatto in modo che solo il 12% del programma venisse attuato. La locuzione “Venti Minuti” traeva origine da studi effettuati tra gli anni ’70 e ’80 in base ai quali un incendio passava da una fase controllabile e facilmente estinguibile ad una fase di “flashover”, cioè entrava in una fase estremamente pericolosa, di grande reattività e di sostanziale impossibilità di controllo della sua propagazione. Nel tempo, l’evoluzione delle tecniche costruttive, con particolare riferimento alle

■ È un’anomalia tutta italiana avere un’unica struttura di Stato a occuparsi di soccorso tecnico, con personale a prevalenza di ruolo

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■ Nella pagina a fianco, Madonna di Campiglio (TN): il 31 dicembre del 2007 soltanto l’immediato intervento dei VVF volontari locali, raggiunti poi da un’ottantina di colleghi della Valle Rendena, evitò che l’Hotel Des Alpes e il Salone Hofer (quello della Principessa Sissi) andassero distrutti

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ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA ROMAGNA FRIULI VENAZIA GIULIA LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA UMBRIA VENETO

2010 2011 2012 2013 2014 2015 12,7 12,9 12,9 13,3 13,6 15,5 16,5 19,3 21,6 19,8 18,9 20,2 12,6 13,1 13,7 13,3 13,6 15,7 11,1 11,8 12,5 11,8 12,5 15,1 12,4 12,2 13,7 13,7 13,8 15,0 8,7 8,7 10,6 12,5 12,5 13,1 13,6 13,9 14,1 14,2 14,9 15,6 9,8 9,8 11,0 11,7 12,2 11,3 12,4 12,4 12,2 12,7 13,3 13,5 12,1 12,7 14,3 13,7 13,8 14,6 13,9 15,3 15,5 15,5 16,2 16,2 10,8 11,3 11,6 12,2 13,0 13,9 12,1 12,2 13,0 13,3 14,6 15,5 10,4 10,7 11,0 11,9 13,8 14,7 10,7 10,5 11,7 11,7 12,3 12,8 13,7 13,3 14,2 14,2 14,2 15,0 13,0 12,9 13,5 13,3 14,3 15,3 13,8 13,5 14,4 14,6 17,1 16,3

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Sostituire i compensi/rimborsi con sgravi fiscali e incentivi, creando un serbatoio di VVF volontari anche per far fronte alle calamità nazionali L’eliminazione del compenso per tutti i Vigili del Fuoco volontari, sostituita da un incentivo da corrispondere

contestualmente alla dichiarazione dei redditi (Germania) andrebbe comunque a costituire un riconoscimento nei confronti di meritevoli cittadini che dedicano il loro tempo al servizio della comunità, garantendo una motivazione sana e disinteressata del volontario. E da un altro punto di vista andrebbe a interrompere quel rapporto perverso tra attività di soccorso e interesse economico individuale, che per anni ha caratterizzato alcuni settori della componente volontaria, creando peraltro equivoci, incomprensioni e false aspirazioni, ma soprattutto una cospicua schiera di “precariato” che, nel tempo, ha maturato la convinzione che l’appartenenza ai quadri dei “discontinui” fosse la garanzia di una scorciatoia per l'assunzione nel Corpo. La politica d’incentivazione del volontariato (che andrebbe a costituire la vera forza periferica di primo intervento del CNVVF) riguarderebbe anche alcuni provvedimenti per

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Regione Tempo Medio di arrivo (uscita sede-arrivo sul luogo)

to VF e sulla sua riorganizzazione dovrebbero concentrarsi buona parte delle energie di cambiamento, attraverso l’eliminazione della figura del vigile “discontinuo” e dei richiami di venti giorni, peraltro in parte già modificati recentemente. Al suo posto rimarrebbe solo la figura del Vigile del Fuoco Volontario, sia presso le sedi permanenti che presso le sedi volontarie e miste. Si continuerebbe così a garantire la presenza nelle zone periferiche, aumentando invece la possibilità di impiegare personale in surplus (e non in sostituzione) in concomitanza di determinati eventi incidentali o meteorologici o sismici.

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TEMPI MEDI DI ARRIVO ESPRESSI IN MINUTI DAL 2010 AL 2015

Obiettivi dell’auspicata riforma Rendere il soccorso capillare, vicino alle esigenze del cittadino, dando anche un senso di vicinanza materiale, coinvolgere il cittadino nella “istituzione” CNVVF, farlo diventare parte di essa. Portare il CNVVF ad essere la vera “componente fondamentale” del sistema nazionale di Protezione civile, attraverso una presenza sul territorio che sia reale, formata, dotata, competente, autorevole, organizzata e costantemente addestrata; consentire la selezione del personale da assumere e la riqualificazione e la riorganizzazione del personale professionista, in modo tale da permettere a questo performance di altissimo livello e professionalità; raggiungere in un numero di anni sufficientemente accettabili gli standard dei paesi europei più avanzati in tema di soccorso pubblico, servizi antincendi e Protezione civile; armonizzare il volontariato operante nei settori del soccorso sanitario e tecnico, dell’antincendio boschivo e della Protezione civile, anche attraverso forme di assorbimento e/o coordinamento; armonizzare il settore dell’antincendio privato, industriale, portuale e aeropor-

tuale con la struttura di soccorso pubblico e, infine, consentire agli enti locali (comuni, consorzi e comunità montane) di dotarsi di strutture territoriali di risposta alle emergenze, purché in linea con gli standard CNVVF (e ad esso in ausilio) e purché rientranti nel dispositivo di soccorso dei comandi provinciali. Questa proposta vorrebbe far sì che anche la Protezione civile - nei suoi diversi livelli e settori periferici legati al soccorso, inclusi i volontari, in possesso dei requisiti per lo svolgimento dei compiti di istituto – si integri nel dispositivo di Soccorso Tecnico Urgente, al momento appannaggio dei soli VVF ministeriali. Questo permetterebbe di poter utilizzare preziose risorse umane già presenti sul territorio, convertendo o armonizzando settori di volontariato di Protezione civile e/o AIB, ovviamente in presenza di idoneità morale e psicofisica. Proprio sul volontaria-

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che almeno undici milioni di cittadini non erano raggiungibili in tempi utili, a fronte di queste ultime constatazioni la forbice si allarga considerevolmente, andando ad aumentare sensibilmente quella parte di cittadini che in caso di incendio rischiano di dovere attendere l’intervento dei Vigili del Fuoco oltre la soglia accettabile e, di fatto, entrando in una fase

di rischio potenziale per la propria incolumità e la materiale integrità dei propri beni. Nella sostanza, mancano caserme sul territorio, mancano pompieri professionisti e volontari, mancano mezzi e attrezzature e mancano fondi da investire per l’incolumità del cittadino. Questo dovrebbe comportare una totale rimodulazione del sistema nazionale di soccorso tecnico, in termini di assunzioni di personale, in termini di politiche del volontariato, in termini di gestione economica e di reperimento delle risorse e dei finanziamenti, e che questi siano tradotti in attività di formazione e nell’acquisizione di mezzi e strumenti. Il sistema va cioè ripensato.

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soluzioni di risparmio energetico e isolamento termico, la diffusione di nuovi materiali a basso costo per l’arredamento e la sostanziale diffusione di materiali plastici hanno di fatto abbassato notevolmente i “Venti Minuti”, portando la soglia ad un sostanziale dimezzamento dei tempi. La media nazionale – tra l’uscita dalla caserma e l’arrivo sul posto - nel 2015 si era assestata a 14,6 minuti, con un virtuosismo della Liguria (11,3’) e la Basilicata ultima della classe (20,2’). Occorre registrare che negli ultimi cinque anni i tempi di risposta sono saliti pressoché in tutte le regioni (si veda specchietto). Inoltre, se teniamo conto che a far media ci sarebbero anche gli interventi “interrotti” dalle sale operative prima dell’arrivo in loco, la situazione è tutt’altro che rosea. Quindi, se nel progetto “Soccorso Italia in Venti Minuti” il Dipartimento dei Vigili del Fuoco aveva accertato

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e/o impianti. Inoltre, la creazione di elenchi di volontari presso le sedi permanenti contribuirebbe ad avere una riserva fresca per sopperire ad ogni eventuale fabbisogno eccezionale di personale senza ricorrere esclusivamente all'impiego di personale proveniente talvolta da zone molto distanti (es. colonne mobili) e che - specie negli eventi calamitosi più gravi - possono veramente fare la differenza nel soccorso immediato alla popolazione. La Cassa Antincendi e le assicurazioni Di grande importanza sarebbe l’istituzione della cassa antincendi regionale, gestita dalla Direzione Regionale (VVF) in collaborazione con il Ministero delle Finanze, alimentata dall’apposita tassa antincendi e dalle polizze assicurative antincendi in essere. Tale tassa sarebbe da applicarsi per ogni cittadino e per ogni tipo di azienda secondo fasce di reddito, nucleo familiare, numero di dipendenti, tipologia di attività svolta, e alimentata dalla riscossione del 5% sulle polizze antincendio stipulate sul territorio. Dalla tassa verrebbero

esclusi quei nuclei familiari che abbiano uno o più componenti iscritti nei ruoli dei Vigili del Fuoco. La figura del Vigile del Fuoco, non più solo “ministeriale” La figura del vigile del Fuoco sul territorio nazionale è spesso accostata ad un mestiere statale, anziché ad una funzione sociale in seno alla società ed alle comunità. Questa concezione è stata creata dall’anomalia (tutta italiana) di avere nel campo dell’estinzione degli incendi una sola struttura (statale ad eccezione di Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta) spesso poco sensibile ai problemi delle piccole comunità (generalmente anche le più distanti), ai bisogni del cittadino e del territorio. Con il risultato di lasciare scoperte vastissime zone di territorio, sul quale i tempi di intervento possono dilatarsi in maniera tangibile, non sempre compatibili con le esigenze del soccorso e spesso al di fuori degli “standard” europei. Sarebbe quindi auspicabile aumentare la presenza verso le zone periferiche, stimolando il senso civico

■ In certi scenari la “prossimità” delle squadre al sito dell’evento può fare la differenza (foto: Walter Todaro)

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le del fuoco volontario comunale; I) Vigile del Fuoco Militare, professionista appartenente alle FF.AA. con medesimo inquadramento di vigile del fuoco volontario comunale quando operante all’esterno di siti o impianti militari in operazioni di soccorso pubblico.

■ Nella Provincia Autonoma di Trento, ogni municipio è dotato (per legge) di almeno un presidio di VVF volontari; esistono 237 caserme per 218 municipi (foto: A.A. Mangano)

e di responsabilità dei cittadini, dando modo alle comunità di potersi dotare di strutture di soccorso anche comunali, intercomunali o consortili, con i medesimi standard formativi, organizzativi e procedurali di quelle ministeriali. Al contempo si verrebbe a creare la possibilità anche per le aziende di contribuire alla sicurezza delle comunità, oltre a quella dei siti aziendali o industriali. Si istituirebbero quindi diverse figure di vigile del fuoco e cioè: A) Vigile del Fuoco professionista del CNVVF; B) Vigile del Fuoco professionista dei corpi permanenti delle province/regioni autonome; C) Vigile del Fuoco volontario del CNVVF; D) Vigile del Fuoco volontario delle province/regioni autonome;

E) Vigile del Fuoco Professionista Portuale e Aeroportuale dipendente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con medesimi compiti e inquadramenti del personale permanente del CNVVF ma subordinato ad esso; F) Vigile del Fuoco professionista di comune, consorzio ecc… con medesimi compiti del personale del CNVVF ma subordinato ad esso; G) Vigile del Fuoco volontario di comune consorzio ecc. con medesimi compiti del personale volontario del CNVVF ma subordinato ad esso; H) Vigile del Fuoco professionista aziendale, quando operante su richiesta del comando in operazioni di soccorso pubblico con medesimo inquadramento di vigi-

Dislocazione e organizzazione sul territorio Il territorio dei comandi provinciali verrebbe diviso in distretti, ogni distretto avrebbe almeno una sede con funzione di organizzazione e coordinamento. Ogni sede di distretto dovrebbe ospitare almeno una sede VVF volontaria, i cui costi sarebbero interamente a carico del comune o consorzio di comuni per i quali la caserma opera prioritariamente. Se nel comprensorio esistesse già un presidio VF volontario o permanente, le risorse del consorzio andrebbero a potenziarli. Ogni raggruppamento di sedi volontarie avrà per responsabile un CR o un funzionario VF permanente (Francia) e ogni sede volontaria un responsabile volontario. I residenti all’interno del distretto potranno svolgere servizio nelle sedi presenti sul territorio del distretto e, eventualmente, anche al di fuori. I poli didattici regionali e l’Accademia Nazionale VVF anche con istruttori volontari Ogni Regione disporrebbe di un polo didattico che diventerebbe anche un centro di addestramento e formazione sia per pompieri volontari, permanenti e aziendali, sia per soccorritori sanitari,volontari di protezione civile e AIB. Le assunzioni sarebbero fatte per concorso pubblico con riserva di posti per volontari, gestite a livello regionale. Il personale volontario non potrà in nessun modo essere compreso nelle piante organiche del comando, e ogni qualvolta si presenti una carenza pari al 30% l’amministrazione

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un’apposita riserva di posti nei concorsi presso le amministrazioni comunali (Francia) e gli enti locali (subordinate però all’effettiva continuità del servizio per almeno quindici anni, salvo ragioni documentate) coinvolgendo gli enti locali nella creazione di presidi di Vigili del Fuoco comunali posti sotto il controllo operativo del CNVVF ma amministrativamente afferenti alle locali municipalità o intermunicipalità. Questo per consentire di mantenere sul territorio le forze necessarie al funzionamento continuo, costante e omogeneo dei presidi volontari, sganciati dagli obblighi che talvolta le situazioni lavorative purtroppo impongono. A questo sarebbe utile accompagnare sgravi fiscali, sconti assicurativi per le aziende che impiegano Vigili del Fuoco Volontari nel proprio personale, a condizione ovviamente che questi vengano lasciati liberi al suono della “selettiva” sul cercapersone. E consentirebbe inoltre a squadre aziendali di Vigili del Fuoco di potere essere impegnate anche in interventi di soccorso pubblico al di fuori dei propri siti

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■ Anche in Regione Autonoma Valle d’Aosta esiste un distaccamento di VVF volontari per ciascun municipio (foto: Andrea Cappello)

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sarà obbligata a indire un concorso e a procedere nelle assunzioni. I Vigili del Fuoco verranno assunti in base alla carenza organica delle singole regioni. Il corso da Vigile del Fuoco permanente avrà la durata di sei mesi presso i centri regionali di addestramento e gli esami verranno sostenuti presso le SCA (Scuole Centrali Antincendi), che diventeranno a tutti gli effetti Accademia Nazionale dei Vigili del Fuoco presso la quale potranno svolgere la funzione di docenti solo istruttori permanenti e volontari che abbiano provenienza esclusivamente dall'area operativa o da precisi ambiti professionali. Il personale delle SCA dovrà necessariamente essere composto da personale proveniente dai comandi provinciali di tutta Italia in maniera proporzionale. Non sarà infatti consentito che la quota spettante al personale proveniente dal Comando di Roma vada oltre la percentuale spettante. Per lo stesso principio non sarà più possibile ricorrere esclusivamente a istruttori

stanziali, ma il corpo docente dovrà essere composto sempre e a rotazione da personale istruttore dei Poli Didattici Regionali. Alle qualifiche superiori si accederà per concorso interno. I concorsi e i corsi per dirigente si terranno interamente presso le SCA. Al termine del corso, se risultato idoneo, il neo assunto dovrà cominciare un affiancamento che lo vedrà assegnato periodicamente in alternanza a comandi metropolitani e a comandi di più piccola dimensione. I VVF aziendali, portuali e aeroportuali anche per interventi fuori dai siti I servizi antincendi portuali e aeroportuali verranno presi in carico direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalle autorità portuali e aeroportuali, con personale dipendente e ad essi esclusivamente dedicato, salvo richiesta d’intervento fuori dai sedimi da parte del CNVVF. Il personale del CNVVF che già presta servizio presso le sedi portuali e aeroportuali

potrà scegliere se rimanere in servizio presso le strutture aeroportuali senza alcun cambiamento retributivo o previdenziale peggiorativo (resterebbero comunque dipendenti di un ente pubblico) o se permanere nel CNVVF con trasferimento ad altra sede disponibile. Inoltre il controllo sugli standard e la qualità del servizio verrà mantenuto dalle Direzioni Portuali e Aeroportuali. Le sedi portuali e aeroportuali dovranno disporre di un surplus di personale da destinare a soccorso pubblico (Germania) su allertamento della Centrale Operativa 115 (112). I Vigili del Fuoco del Servizio Pubblico Aeroportuale avranno l’equiparazione giuridica e legislativa del personale del CNVVF (e dei Corpi Permanenti delle Provincie e Regioni Autonome) all’interno delle zone di competenza aeroportuali, ma saranno ad esso subordinati, ogni qualvolta vengano attivati dalla SO 115 (112) per interventi di soccorso pubblico. Inoltre, ogni comando con sedi aeroportuali sul proprio territorio manterrà

L’avanzamento in carriera non sarà automatico e a 55 anni giù dalla APS Ogni Vigile del Fuoco professionista potrà accedere alle specializzazioni dopo cinque anni di servizio operativo e potrà avere un massimo di DUE discipline di settore, oltre a quella obbligatoriamente posseduta da ogni VF. Vale a dire che un SAF 2B potrà essere anche TAS 2 e istruttore TPSS. Assumerne una terza determina una scelta su quale mantenere tra quelle già in suo possesso. Al compimento del 55° anno di età si cessa ogni attività diretta di soccorso (Gran Bretagna e Francia), per passare a compiti di coordinamento, sicurezza, direzione, formazione, progettazione, sviluppo, investigazione, controllo dell’efficienza e della qualità del servizio. I passaggi di qualifica saranno subordinati a una frequentazione di corsi di specializzazione e di aggiornamento sulle tecniche di soccorso. Ogni specializzazione dà diritto a un’indennità specifica mantenuta in essere. Il nucleo elicotteri sarà esteso a ogni regione attraverso l'acquisizione dei settori elicotteristi provenienti dall’esubero che il processo di unificazione delle

forze di polizia (unificazione FF.O.) dovrebbe provocare nello specifico campo. Gli elinuclei VVF verrebbero inoltre assoggettati a normativa civile. I concorsi per personale elicotterista potranno essere estesi a personale esterno all'amministrazione (Francia), purché con esperienza comprovata sia in ambito civile che militare, e dovranno comunque sottostare a idoneo corso svolto presso scuole AM. Gli elinuclei concorreranno alla copertura nazionale del servizio di elisoccorso in convenzione/accordo con le Regioni. Soccorritori sì, ma non più solo tecnici Verrebbe inoltre costituita una divisione sanitaria del CNVVF destinata al soccorso. Si avvarrà di personale proveniente dal servizio pubblico di soccorso sanitario, dalla Croce Rossa Italiana, ma anche dalle associazioni di volontariato presenti e operanti nel settore e lavorerà in partenariato

(convenzione) con i sistemi locali di emergenza sanitaria 118 (112). Ogni comando disporrà quindi di più squadre di emergenza sanitaria da impiegare per ogni turno di servizio sul territorio, per il soccorso ai cittadini in partenariato con il 118 (112), per servizi di prevenzione e supporto alle squadre CNVVF operanti su particolari scenari sul territorio, dotati di idonei mezzi ed attrezzature. Le squadre potranno essere composte da un numero variabile di componenti a seconda del settore in cui operano, delle qualifiche e mansioni svolte, e dislocate a seconda delle zone maggiormente strategiche. Il settore sanitario, oltre che allo sviluppo delle tecniche e alle metodologie e alla formazione, nonchè all’istruzione del personale operativo in ambito sanitario, si occuperà anche di medicina del lavoro per tutto il personale VF (Francia). Del settore sanitario faranno parte Medici e infermieri di area critica, Medici del

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intatte le proprie piante organiche, assicurandosi di mantenere formato al soccorso aeroportuale il numero di uomini ad essa corrispondente e garantendone nel tempo il continuo addestramento anche attraverso la rotazione del personale CNVVF nelle sedi aeroportuali. Tale personale potrà operare anche congiuntamente al personale dei Vigili del Fuoco del Servizio Pubblico Aeroportuale. Allo stesso modo, tutti i Vigili del Fuoco aziendali dovranno essere formati e adeguati per rispondere anche alle esigenze di soccorso pubblico “ordinario” (Germania) e potranno essere impiegati dalle sale operative 115 (112) ogni qualvolta ce ne sia la necessità con la medesima qualifica.

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■ Interventi intempestivi nei piccoli borghi, anche per via della contiguità dei tetti, possono portare a conseguenze disastrose

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lavoro, Psicologi, Veterinari e inoltre volontari pari titolati da impiegare nelle apposite sedi, oltre a personale operativo sia professionista sia volontario (Francia). Si tratta di una riforma ambiziosa, certo, ma che i vertici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la politica, l’ANCI, dovrebbero prendere seriamente in considerazione per alcuni buoni motivi: il CNVVF se intende mantenere il ruolo “centrale” (e non solo sulla carta), la politica e gli enti locali perché non possiamo più permetterci un sistema antincendi con modalità e tempi di risposta non più confacenti alle esigenze del territorio e della popolazione. Già, «Uno sforzo che il Paese deve fare» come ripete da 40 anni il Padre fondatore della Protezione civile Giuseppe Zamberletti. *Paolo Folco, genovese 52 anni, diploma di geometra, entra nel CNVVF come vigile volontario ausiliario (108° corso AVVA 1987). Dal 1993 vigile permanente (32° corso) è trasferito a Milano dove matura esperienza e consegue specializzazioni: NBCR (liv. 2) e istruttore TPSS (Tecniche Primo Soccorso

**Antonio Ascanio Mangano, palermitano di nascita e milanese d’adozione, 45 anni, è CS volontario del CNVVF, in servizio dal 1999, è stato soccorritore sanitario c/o le Misericordie dal 1987 al 2005 (certificato BLSD da AREU Lombardia). Giornalista pubblicista (iscritto all’Ordine della Lombardia), ha collaborato col “QN Il Giorno” e scritto per riviste del settore antincendio e protezione civile, è stato direttore responsabile dell’organo ufficiale dell’ANVVFV. Dal 2009 gestisce l’account Twitter@pompieri che lancia News e commenti su attività pompieristiche e di soccorso in genere, promuovendo il volontariato VVF di prossimità su modello mitteleuropeo.

■ Addestramento congiunto VVF volontari trentini e Croce Bianca (foto: A.A. Mangano)

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Sanitario). Dal 2015 veste il grado di Capo Squadra. Dal 2000 è membro operativo del FRDP (Fire Rescue Development Program). Dall’88 inizia anche la “carriera sanitaria” come volontario dapprima presso la Croce Verde di Albisola e consegue il brevetto di “Tecnico di Emergenza Medica di II livello” c/o 118 Savona Soccorso. Nel 1990 è socio fondatore e direttore dei servizi della Croce d’Oro di Albissola Marina. Una volta a Milano opera in SOS Novate e VOS Gorgonzola (Certificato AREU). E’, inoltre, istruttore DAE (IRC Comunità).

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