Vitruvio pollione

Page 1

Antonino Galati

VITRUVIO POLLIONE -Elaborato -

- Storia delle tecniche costruttive -


UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTA’ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE A.A. 2002-2003

CORSO DI STORIA DELLE TECNICHE COSTRUTTIVE DOCENTE: prof. arch. VITTORIO NOTO

VITRUVIO POLLIONE

Allievo ingegnere: Galati Antonino

1


Vitruvio Pollione : eredità ed attualità dei principali enunciati vitruviani Architetto e trattatista romano del I secolo a.C., tra il 27 ed il 23 a.C. Vitruvio Pollione era stato ufficiale del genio sotto Cesare ed addetto alla costruzione di macchine da guerra ma anche architetto in tempo di pace; egli stesso ricorda nei suoi scritti di aver progettato e costruito la basilica di Fano ( nel V libro ).Pubblicò un trattato, il De architectura , in 10 libri, dedicato ad Augusto, che gli aveva procurato una pensione che gli assicurava un tenore di vita tale da potersi dedicare interamente a mettere per iscritto la sua cultura e la sua esperienza tecnica in questa opera letterale con la quale si guadagnò la fama presso i posteri. L’ opera infatti compare negli anni in cui il nuovo imperatore proponeva un vasto programma di rinnovamento dell’ edilizia pubblica di Roma e dell’ Impero.Riassumiamo qui in breve carrellata i libri che compongono l’ opera vitruviana: Il primo libro definisce il concetto di architettura ed elenca i requisiti essenziali che deve possedere un buon architetto. Inoltre spiega le tecniche di costruzione delle mura e i criteri di suddivisione delle aree prima della costruzione dell’ opera architettonica, delineandone i primi aspetti estetici;

DENTI DI SEGA NEL TERRAPIENO

Con Vitruvio nasce il concetto dell’ architetto che possiede un alto bagaglio culturale; non che abbia una conoscenza specialistica di ogni branca del sapere, ma che conosca i fondamenti essenziali di ogni scienza attinente al suo lavoro: la conoscenza dell’ acustica per la costruzione di teatri, l’ ottica per l’ illuminazione degli edifici, la medicina per l’ igiene delle aree edificabili e così via.

“ L’ architettura è una scienza, che è completata con molte cognizioni e con la quale si regolano tutti i lavori che si fanno in ogni arte “ ( VITRUVIO, De Architectura, libro I )

Nel secondo libro affronta il concetto di proporzioni classificando i templi secondo il concetto di ordine, ma applica lo stesso concetto anche agli edifici pubblici e privati; ma parla anche dello sviluppo delle tecniche costruttive e dei materiali da costruzione, cioè dal passaggio della trabeazione lignea a quella in pietra o alla classificazione degli opus con le tecniche di costruzioni murarie ( vediamo a lato una rappresentazione grafica dello Choisy ). 2


Del resto Vitruvio fu il primo ad ammettere che i primi templi greci presentavano una trabeazione in pietra che derivava dalle primitive strutture lignee e che successivamente si modificarono in seguito all’ evoluzione tecnica e sociale dei Greci, dei loro mezzi e della loro organizzazione del lavoro; a lato vediamo una parte della trabeazione del Partenone e la sua precedente realizzazione in legno ( secondo il Caronia ). Inoltre fu tra i primi teorizzatori, in epoca romana, a descrivere l’ opus caementicium, inizialmente come legante tra i filari isodomi dell’ opus quadratum, dopo come vero e proprio materiale di riempimento in quanto aveva la capacità di assumere qualsiasi forma e per la sua particolare resistenza. Il materiale era caratterizzato da calcare bruciato ( calx ) sciolto in acqua insieme ad una terra fossile ( havena fossica o lapis puteolanus ) detta pozzolana derivante dalla zona di Pozzuoli dove era stata rivenuta, particolarmente adatta per la sua resistenza all’acqua; nell’ impasto venivano poi aggiunti frammenti di pietra o ciottoli di fiume, detti caementaria. Per ottenere un ottimo impasto, Vitruvio indicò in quali proporzioni dovevano essere mescolati questi elementi: una dose di calce su tre di pozzolana o una di calce con due di sabbia. Nacque così il calcestruzzo per le costruzioni, che veniva colato nelle apposite casseformi che potevano essere in legno o in pietra, e che poteva assumere qualsiasi forma realizzando un monolito artificiale. Grazie a questo materiale, ai Romani fu consentito di costruire innovative strutture architettoniche quali le superfici voltate e le cupole.

3


Il terzo ed il quarto libro tratta i templi greci e le tecniche costruttive legate ad esse; nella classificazione dei templi,considerati a parità di modulo e di altezza, il Vitruvio attribuisce una notevole importanza al concetto di proporzione e specialmente nel rapporto tra i pieni ed i vuoti. E così indica il picnostilo con il rapporto 2 : 3, al sistilo 1 : 2, all’ eustilo 4 : 9, al diastilo 1 : 3 ed infine all’ aerostilo il più ampio ( 2 : 7 ).

Ricostruzione ideale del tempio etrusco secondo la ricostruzione di Vitruvio.

Per l’ importanza delle proporzioni,Vitruvio definisce l’ architettura come imitazione della natura: “ La composizione del tempio è una simmetria, il cui calcolo gli architetti debbono scrupolosamente conoscere ed applicare. La simmetria nasce dalla proporzione, in greco analoghìa. E la proporzione è la commisurabilità di ogni singolo membro dell’ opera e di tutti i membri nell’ insieme dell’ opera, per mezzo di una determinata unità di misura o modulo. E’ chiaro infatti che nessun tempio potrebbe presentare un sistema di costruzione senza simmetria e senza proporzione, se non abbia cioè avuto un esatto calcolo delle sue membra, come nel caso di un corpo ben formato. Il corpo dell’ uomo infatti la natura compose in modo tale che il viso dal mento alla sommità della fronte e alla radice dei capelli, presentasse la proporzione della parte del corpo; eguale proporzione ha la mano aperta, dall’ articolazione alla punta del medio; il capo, dal mento al sommo del cranio, è l’ ottava parte … Con un criterio simile le membra dei templi debbono avere, nelle singole parti e segmenti, una stretta corrispondenza e concordanza di misure con la somma della grandezza totale…“ 4


“ Così il centro del corpo è, naturalmente, l’ ombelico; infatti se si collocasse supino un uomo, con le mani ed i piedi aperti, e si mettesse il centro del complesso nell’ ombelico, descrivendosi una circonferenza, si toccherebbero tangenzialmente le dita delle mani e dei piedi. Ma non basta: oltre lo schema del circolo, nel corpo si troverà anche la figura del quadrato. Infatti, se si misura dal piano di posa dei piedi al vertice del capo e poi si trasporta questa misura alle mani distese, si troverà una lunghezza uguale all’ altezza, come accade nel quadrato tirato a squadra. Dunque se la natura compose il corpo dell’ uomo in modo tale che le singole membra corrispondano proporzionalmente alla somma totale figurata, sembra che gli antichi abbiano giustamente stabilito che nell’ opera compiuta e perfetta vi sia, in fatto di proporzioni, una precisa corrispondenza dei singoli membri colla visione totale dell’ opera.”

( VITRUVIO, De Architectura , libro III )

L’ importanza delle proporzioni studiate e tracciate nei progetti in questo disegno che ritrae i rapporti proporzionali tra gli elementi tra loro e ogni singolo elemento e l’ intera composizione planimetrica del tempio.

Due ricostruzioni dello Choisy: a sinistra il basamento della colonna attica con un sistema di doppia scozia intervallate da modanature sottili; a destra quella della colonna ionica con la ritmica alternanza di tori e scozia.

5


Nel quarto libro Vitruvio fa un’ accurata descrizione dell’ ordine ionico, mentre nel quarto sottolinea ed approfondisce gli aspetti formali e strutturali dell’ ordine dorico con un’ accurata descrizione di ogni singolo elemento: ognuno di questi non è creato solo per una semplice questione di stile ma principalmente per far fronte a dei problemi strutturali quali la tenuta del carico della trabeazione in pietra. dopo confronta l’ ordine dorico con quello corinzio, evidenziandone le differenti proporzioni e le differenti altezze. Classificazione degli elementi architettonici dell’ ordine dorico ( Choisy )

E’ in questi due libri dell’ opera vitruviana che si approfondisce il concetto di res aedificatoria, ovvero dell’edilizia, dunque dell’ architettura propriamente detta, sottolineando il passo più conosciuto della sua opera, quello in cui riassume i concetti chiave dell’architettura nella triade:

FIRMITAS

UTILITAS

I tre concetti posti ai vertici di un triangolo equilatero simboleggiano l’ uguale importanza tra loro.

VENUSTAS

“ Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e di bellezza. Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza avarizia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica per l’ uso; bellezza, infine, quando l’ aspetto dell’ opera sarà piacevole per l’ armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’ avveduto calcolo delle simmetrie” ( VITRUVIO, De Architectura , libro III )

Al requisito di FIRMITAS Vitruvio lega i concetti di ordinatio e di dispositio. Ordinatio è l’ ordinamento delle singole parti, cioè il saper calcolare le misure degli spazi o degli elementi costruttivi che dovranno comporre l’ opera finale. Dai concetti di proporzione già più volte accennati finora, lo scopo è quello di pensare ad un elemento che sia in proporzione con gli altri elementi presenti nell’ opera ed allo stesso tempo che sia in proporzione con l’ opera intera; ma mettere in proporzione gli elementi fra loro significa porre in proporzione le misure di questi; è ciò risulta possibile solo trovando un’ unità di misura, un modulo, che sia unico ed utilizzato in tutte le 6


misurazioni; dunque l’ ordinatio si basa sulla ricerca del modulo e sulla proporzionalità degli elementi fra loro e rispetto l’ opera intera; Dispositio è la disposizione degli spazi e degli ambienti che compongono l’ opera architettonica; il fine è quello di collocare gli elementi costruttivi in modo da rendere elegante l’ intera composizione: è in questa fase che entra in gioco anche la creatività dell’ artista. E il fine si raggiunge mediante una prima rappresentazione dell’ idea progettuale, composta da una icnografia ( pianta ), una ortografia ( prospetto ), una scenografia ( prospettiva ). Dunque si riconoscono due momenti che sono quello analitico, in cui si pensa e si calcola razionalmente, e quello sintetico, in cui si rappresenta un primo schizzo dell’ idea progettuale, che il Vitruvio definisce in ordine come cogitatio ed inventio. “ In nessuna cosa deve l’ architetto porre tanto studio quanto nel fare in modo che gli edifici abbiano le giuste misure regolate col modulo. Quando dunque si sarà stabilita la regola della simmetria e con i calcoli se ne saranno trovate le misure, allora è proprio della creatività provvedere alla natura del luogo, all’ uso e alla bellezza e, togliendo e aggiungendo, trovare il rimedio con il quale, aggiunta o tolta che sarà qualcosa della già stabilita proporzione, sembri essere fatto in modo che, nell’ aspetto non manchi nulla” ( VITRUVIO, De Architectura , libro IV )

Al requisito della VENUSTAS Vitruvio colloca i concetti di eurythmia e di symmetria. Eurythmia significa armonia, e precisamente un equilibrio tra le singole parti dell’ opera; un buon bilanciamento tra le componenti non necessariamente dettato dalle misure, ma da una buona impostazione degli elementi. Il concetto di symmetria di Vitruvio non è quello usuale di equidistanza da un determinato centro o asse, ma deriva dal greco “sun metron” ( = con misura ), ovvero legato al concetto di proporzione tra le parti dell’ idea progettuale.

Infine al requisito di UTILITAS si pongono le nozioni di decor e distributio. Il decor è il decoro, cioè la capacità di porre l’ opera in correlazione con il luogo, cioè in modo tale di non alterare la fisionomia dell’ ambiente in cui l’ architettura deve porsi; ma è anche la capacità di creare un’ opera che rispecchi l’ istituzione o le richieste della committenza. Distributio è sinonimo di economia, ovvero il saper economizzare il budget finanziario anche mediante un buon uso delle risorse e dei materiali a disposizione; ma anche economizzare gli spazi e gli ambienti in relazione agli usi, ai percorsi, alle luci, agli impianti etc.

Nel quinto libro sviluppa il tema delle costruzioni pubbliche, cioè dei luoghi destinati al sociale;come nel caso del teatro romano, dei rapporti proporzionali tra l’ orchestra ed il proscenio oppure nella equa suddivisione di una cavea non perfettamente semicircolare ma pseudoellittica, ovvero una curva policentrica, in cui il carico composto dalla cavea si dirama nel sistema di gallerie e corridoi voltate a botte o a crociera come vere e proprie linee di forza che si scaricano su una superficie ampia del terreno, che 7


a differenza delle costruzioni greche, era pianeggiante. In questo libro Vitruvio descrive una basilica che lui stesso ammette di aver progettato attorno al 19 a. C. nella città di Fano; inizialmente si ipotizzò ad una traduzione errata del testo vitruviano o ad una errata interpretazione; ma in seguito a degli scavi archeologici iniziati nell ‘500 , vengono riportati sulla presunta zona dei fori imperiali resti e materiali perfettamente descritti nell’ opera vitruviana, come un’ imponente parete in opus cementicium con paramento in mattoni (vittatum), e alcune arcate a struttura radiale. Gli scavi furono ultimati nel 1840 ma l’ attribuzione dei resti pervenuti alla basilica vitruviana resta comunque ancora molto incerta, anche per le varie discordanze tra il testo vitruviano e l’ orientamento di testi di quello stesso periodo rinvenuti oggi ( a lato in basso da notare la pianta degli scavi iniziati nel XV secolo).

Comunque di questo edificio Vitruvio ci da’ una descrizione dettagliata di forme, di proporzioni e di simmetrie. La facciata principale ( in alto a destra ), sul lato lungo, si dice dava sul foro romano; descrive un’ impostazione di essa sull’ ordine gigante, cioè di una sequenza di colonne di grande diametro che da terra si elevano fino a giungere le capriate di copertura per tutta l’ altezza dei due piani della basilica. Dispone di una zona absidata sede del basileus, dove ospita il tribunale, ma prevedeva anche un ambiente per il culto di Augusto. In basso la pianta della basilica di Fano così come descritta da Vitruvio.

8


Il sesto e il settimo libro parlano degli ambienti privati sviluppando il concetto di domus prendendo a modello quelle pompeiane, sottolineando la venerazione della casa da parte della classe agiata.

1234567-

Vestibolo. Rappresenta l’ ingresso della domus Cubicula. Stanze da letto Atrio. Sistema di impluvium per la raccolta delle acque piovane Tablinium, ovvero sala ove il dominus riceve gli ospiti Cortile a peristilio Esedra. Luogo di riposo del signore

Inoltre nel settimo libro Vitruvio parla dell’ importanza formale delle rifiniture e di come farle durare in buono stato.

L’ ottavo libro è un trattato sull’idraulica, studia le qualità e le caratteristiche dell’ acqua, ed a come poterla impiegare nel modo migliore all’ interno delle costruzioni pubbliche e private, ma anche negli impianti di irrigazione e di approvvigionamento di essa da parte di città geograficamente lontane dai corsi d’ acqua. Un’ attenzione particolare è rivolta alle strutture dei ponti e degli acquedotti, e all’ importanza della pozzolana come materiale resistente all’ azione corrosiva dell’ acqua.

Ponte di Augusto a Narni del 10 sec. d.C. costruito sotto Augusto, permetteva il passaggio della Via Flaminia sul fiume Nera. Originariamente lungo 128 metri ed alto 30 era a quattro arcate, delle quali, in seguito ai successivi crolli, ne resta soltanto una. 9


Il nono ed il decimo libro sono dei trattati di meccanica, che trattano della costruzione degli orologi solari, e di macchine utensili.

AB - Gnomone; BC - Ombra equinoziale; AC - Raggio del Sole all'equinozio; El - Orizzonte; Circonferenza con centro D - Manaeus; NF - Equatore; LH - Eclittica.

Raffigurazione di una balista, antica macchina da guerra simile ad una grossa balestra, capace di scagliare pietre, dardi o materiale infuocato.

Da questo approfondimento si evince come siano ancora oggi attuali i fondamenti di Vitruvio; e si spiega come la sua opera letterale, riscoperta nel 1414 a Montecassino, esercitò un' enorme influenza sugli architetti - trattatisti rinascimentali, dall' Alberti al Palladio; o come ancora oggi questi concetti stiano alla base degli attuali studi di Architettura e di Ingegneria edile.

Bibliografia: AUGUSTE CHOISY, Histoire de l’ architecture G. CARONIA, I Sicelioti P. ADORNO, L’ Arte italiana, Casa editrice G.D’Anna VITRUVIO POLLIONE, De Architectura

10


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.