Rimini moderna. Il 1700. La verità sulla rivolta dei marinai del 26 aprile 1768 per la questione del porto canale, è presentata dal volume di Alessandro Serpieri apparso nel 2004
Il pesce indigesto dei politici La vita sociale e politica di Rimini nel 1700 è agitata anche dall'annoso problema del porto canale, le cui pessime condizioni gravano sulle vicende economiche cittadine. Già sul finire del 1500 si pensa di spostare il porto sull'Ausa, perché la corrente del Marecchia trasporta al mare ghiaia ed altro materiale, causando interramenti che ostacolano l'accesso delle barche e danneggiano il commercio. Nel 1715, su consiglio del Legato di Romagna cardinal Ulisse Giuseppe Gozzadini, sono eseguiti lavori di riparazione alle sponde. Le palizzate della riva destra sono sostituite da un'opera in muratura. Il Comune spende più di 70 mila scudi. Le gravi inondazioni In seguito all'alluvione del 1727, «caddero i nuovi moli (perché malamente costruiti) nel Porto; e questo solo danno fu calcolato in quindici mila scudi. Le acque erano a tale altezza che dall'Ausa alla Marecchia verso il mare giunsero a sorpassare l'altezza degli alberi più elevati», scrive Luigi Tonini nel 1864, riprendendo la «Cronaca» del conte Federico Sartoni. Nel 1744, prosegue Tonini, essendo stata trascurata la sponda sinistra per più anni e non essendo stata essa prolungata come la destra, ci fu «lo sconcio che la corrente, espandendosi presso alla bocca, perdesse di forza a portar oltre le ghiaie, le quali per conseguenza otturarono il canale». Nel 1762 il filosofo Giovanni A. Battarra, si legge in Carlo Tonini (1884), dimostra «come il Comune, aggirato da pratici ignorantissimi, gettava il pubblico danaro in provvedimenti inutili e male divisati». Dalla fine dello stesso 1762, si trova a Rimini, per redigere il nuovo catasto del territorio, Serafino Calindri di Perugia. Il 14 giugno 1764, nel pubblico Palazzo, Calindri legge una sua «Memoria», spiegando che il nostro non sarà mai un buon porto perché «fabbricato sopra di un fiume». Rimedi? Non prolungare i moli e non lasciare interrare il canale. «Vi è il modo di rimediare al tutto», e lui è «prontissimo a sottoporlo, in caso sia promosso, a qualunque esame». Boscovich invitato a Rimini Nello stesso 1764, i Deputati del Porto, per avere un altro parere tecnico, invitano a Rimini