Di nuovo in gamba!

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COPERTINA ITALIANO

10-10-2006

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Paziente

Appuntamenti

Cognome: ________________________

• Radiografia di controllo: _______________________________ _______________________________ _______________________________ _______________________________

Nome: ___________________________ Data di nascita: ___________________ Data ingresso: ____________________ Diagnosi: _________________________ Data intervento: ___________________

• Visite di controllo: _______________________________ _______________________________ _______________________________ _______________________________

Tipo intervento: ____________________ Data di dimissione : ________________

Indice Prefazione Cos’è una Frattura Chiodo Pertrocanterico (Gamma) Chiodo Endomidollare Bloccato Placche a Presa Angolare LCP e LISS Viti Fili di Kirschner Artroprotesi - Endoprotesi Fissatore Esterno Apparecchio Gessato Fratture Complesse di Bacino Allungamento di un Arto Ricostruzione di un Arto Informazioni in lingua Inglese Informazioni in lingua Francese Informazioni in lingua Tedesca Informazioni in lingua Araba Glossario

Pag. 1 Pag. 2 Pag. 3 Pag. 4 Pag. 6 Pag. 8 Pag. 10 Pag. 11 Pag. 13 Pag. 15 Pag. 17 Pag. 19 Pag. 20 Pag. 21 Pag. 26 Pag. 31 Pag. 37 Pag. 43

• Altre osservazioni: ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________ ______________________________________________


PREFAZIONE Gentile Paziente, è stato accolto nel nostro reparto per affrontare un problema traumatologico. Crediamo sia utile offrirLe alcune informazioni sulla tecnica chirurgica scelta e sul prevedibile decorso post operatorio, con particolare riferimento alla ripresa della deambulazione, al programma di fisioterapia, alla prevenzione delle complicanze, per concludere con i controlli post dimissione. Nella speranza di rispondere in modo chiaro ed esauriente alle Sue domande, la invitiamo a conservare questo opuscolo informativo, condividendone i contenuti con i Suoi familiari ed il Suo medico di base. Le auguriamo che i nostri consigli l’aiutino a raggiungere un soddisfacente recupero funzionale. La Caposala di reparto Alessandra Chiecchi

Questo opuscolo informativo è stato realizzato da: • Alessandra Chiecchi Afd

U.O. di Ortopedia e Traumatologia – Ospedale Civile Maggiore

• Giovanna Pirana Consulente Ufficio Comunicazione Interna – Azienda Ospedaliera di Verona

• Guido Rocca Dirigente medico

- Responsabile Struttura Funzionale di Traumatologia Ospedale Civile Maggiore

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COS’E’ UNA FRATTURA La frattura è l’interruzione della continuità di un osso che si verifica solitamente a seguito di un evento traumatico che ne supera la forza di resistenza. Esistono anche fratture spontanee causate da un cedimento delle ossa, rese più fragili da carenza di calcio, come nel caso dell’osteoporosi o di neoplasie. I segni di certezza di una frattura sono la motilità praeternaturale ed il crepitio osseo. I sintomi più comuni sono il dolore acuto e la tumefazione. Le complicazioni di una frattura possono dipendere dalla gravità della lesione stessa come dalla sua localizzazione. Le più frequenti sono: - emorragie, anche abbondanti a seguito della rottura di importanti vasi sanguigni - infezioni, causate dall’inquinamento con germi. Il rischio è elevato soprattutto in conseguenza di fratture esposte - lesioni nervose, con paralisi o paresi temporanee, formicolio ed intorpidimento dell’arto - tromboembolie, causate dalla formazione di coaguli nel lume dei vasi (arterie e vene) che possono ostruire ed arrestare la circolazione sanguigna. Alcune fratture sono particolarmente pericolose a causa della loro localizzazione: - cranio: rischio di trauma commotivo e/o lesioni cerebrali con perdita irreversibile di importanti funzioni motorie, sensitive e cognitive - colonna vertebrale: rischio di lesioni del midollo spinale con irreversibile perdita della funzione e sensibilità degli arti inferiori (paraparesi), degli sfinteri urinario ed anale e delle funzioni sessuali - torace: rischio di perforazioni polmonari e/o pneumotorace con importanti difficoltà respiratorie - bacino: rischio di emorragie imponenti per lacerazione dei vasi iliaci, del fegato e/o della milza, di paralisi degli arti inferiori per lesioni del plesso lombosacrale (nervo femorale e sciatico), di lesioni all’apparato urogenitale con perdita delle funzioni sessuali e degli sfinteri. 2


MEZZI DI SINTESI UTILIZZATI Chiodo Pertrocanterico (Gamma) Si utilizza nella sintesi delle fratture pertrocanteriche e della base del collo del femore, definite come fratture laterali del collo femorale. • MATERIALE titanio • POST INTERVENTO riposo a letto per 2 – 5 giorni, a seconda delle condizioni cliniche del paziente • CARICO SULL’ARTO OPERATO precoce, dopo 2 - 5 giorni. Il carico immediato favorisce la compressione del focolaio di frattura e quindi la sua guarigione • DEAMBULAZIONE assistita, con girello e/o 2 bastoni canadesi • FISIOTERAPIA contrazioni isometriche, mobilizzazione attiva e passiva dell’arto a partire dal giorno seguente l’intervento • MEDICAZIONE a piatto della ferita chirurgica, da effettuare a giorni alterni • RIMOZIONE PUNTI DI SUTURA dopo 15 giorni dall’intervento • PROFILASSI ANTI TVP si effettua in media per 6 settimane, in funzione dei tempi di carico, con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione. Si consiglia l’utilizzo di calze a pressione graduata ( 70 denari ) • RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE a distanza di 2 – 6 - 12 mesi dall’intervento chirurgico • RIMOZIONE DEL CHIODO solo in caso di intolleranza o dolore comunque non prima di 12 mesi dall’intervento chirurgico

RMN è possibile sottoporsi a tale esame in quanto il titanio, materiale di fabbricazione del chiodo, è amagnetico e quindi compatibile con la risonanza magnetica 3


Chiodo Endomidollare Bloccato L’inchiodamento endomidollare bloccato rappresenta la metodica chirurgica di 1° scelta nel trattamento delle fratture diafisarie femorali, tibiali e omerali, che si verificano a causa di un trauma efficiente prevalentemente in persone giovani.

•MATERIALE titanio •POST INTERVENTO riposo a letto per 2 – 5 giorni, a seconda delle condizioni cliniche del paziente •CARICO SULL’ ARTO OPERATO (arti inferiori) precoce, dopo 2 - 5 giorni. Il carico immediato favorisce la compressione del focolaio di frattura e quindi la sua guarigione •DEAMBULAZIONE (arti inferiori) assistita, con girello e/o 2 bastoni canadesi •FISIOTERAPIA contrazioni isometriche, mobilizzazione attiva e passiva dell’arto a

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partire dal giorno seguente l’intervento •MEDICAZIONE a piatto della ferita chirurgica, a giorni alterni. •RIMOZIONE PUNTI DI SUTURA dopo 15 giorni dall’intervento •PROFILASSI ANTI TVP (arti inferiori) si effettua in media per 6 settimane, in funzione dei tempi di carico, con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione. Si consiglia l’utilizzo di calze a pressione graduata ( 70 denari ). In questo intervento il rischio tromboembolico è medio-alto, soprattutto se l’intervento è stato eseguito nelle prime 24 ore dal trauma. Si raccomanda di eseguire scrupolosamente la profilassi antitromboembolica •RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE a distanza di 2 – 4 – 6 - 12 mesi dall’intervento chirurgico •RIMOZIONE DEL CHIODO è indicata nelle persone giovani (meno di 40 anni) solo dopo aver accertato la consolidazione del focolaio di frattura (12 – 18 mesi) oppure se causa di intolleranza e / o dolore

RMN è possibile sottoporsi a tale esame in quanto il titanio, materiale di fabbricazione del chiodo, è amagnetico e quindi compatibile con la risonanza magnetica

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Placche a Presa Angolare LCP e LISS LCP (Locked Compression Plates) Si utilizzano nella sintesi delle fratture diafisarie di femore, tibia, omero, avambraccio e clavicola che necessitano di una sintesi rigida. Sono indicate in particolar modo nelle revisioni chirurgiche, in associazione con innesti ossei, gel piastrinico o sostituti biologici dell’osso, nel trattamento delle perdite di sostanza ossea o dopo bonifica di focolai osteomielitici.

LISS (Less Invasive Stabilization System) Si utilizzano nella sintesi delle fratture iuxtaepifisarie, ovvero dei condili femorali e dei piatti tibiali. In questi casi è indispensabile una sintesi a cielo aperto per ottenere una riduzione anatomica del focolaio di frattura al fine di ripristinare il movimento articolare. Le cicatrici articolari spesso sono causa di parziali limitazioni funzionali residue. •MATERIALE titanio •POST INTERVENTO riposo a letto per 10 giorni •CARICO SULL’ ARTO OPERATO (arti inferiori) solitamente non si puó concedere il carico per 3 mesi. Trascorso il primo mese può essere consentito il carico sfiorante •DEAMBULAZIONE (arti inferiori) possibile dopo 10 giorni, assistita, con 2 bastoni canadesi. Il carico deve essere SOLO controlaterale, ovvero sull’arto sano 6


• FISIOTERAPIA inizialmente solo mobilizzazione articolare passiva • MEDICAZIONE a piatto della ferita chirurgica, a giorni alterni. La cute, se sottoposta a forti tensioni, come la trazione da sutura o in caso di ematoma sottocutaneo, può presentarsi sofferente • RIMOZIONE PUNTI DI SUTURA dopo 15 giorni dall’intervento • PROFILASSI ANTI TVP (arti inferiori) si effettua in media per 6 settimane, in funzione dei tempi di carico, con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione. Si raccomanda di eseguire scrupolosamente la profilassi antitromboembolica • RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE a distanza di 2 – 4 – 6 - 12 mesi dall’intervento chirurgico • RIMOZIONE PLACCA in caso di di intolleranza, dolore, complicanza infettiva e rottura

RMN è possibile sottoporsi a tale esame in quanto il titanio, materiale di fabbricazione di queste placche, è amagnetico e quindi compatibile con la risonanza magnetica

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Viti Si utilizzano nelle fratture mediali del collo femorale quando la frattura è ingranata e non ha subito spostamenti, per sintetizzare piccoli frammenti della testa del femore, nelle fratture articolari con minimo o assente affossamento, nelle fratture semplici dei malleoli, del piede e delle dita, nelle fratture complesse in associazione ad altri mezzi di sintesi. La loro funzione è sempre e solo quella di stabilizzare frammenti ossei. Non offrono garanzie di supporto biomeccanico e pertanto non possono essere sottoposte a carico o a mobilizzazione precoce. Per tale motivo il loro utilizzo si associa sempre alla confezione di apparecchi gessati o alla contenzione in tutori.

•MATERIALE titanio o acciaio •POST INTERVENTO riposo al letto per 10 giorni •CARICO SULL’ ARTO OPERATO (arti inferiori) solitamente non si puó concedere il carico per 3 mesi. Trascorso il primo mese può essere consentito il carico sfiorante 8


•DEAMBULAZIONE (arti inferiori) possibile dopo 10 giorni, assistita, con 2 bastoni canadesi. Il carico deve essere SOLO controlaterale, ovvero sull’arto sano •FISIOTERAPIA inizialmente solo mobilizzazione articolare passiva •MEDICAZIONE a piatto della ferita chirurgica, a giorni alterni. In presenza di apparecchio gessato non si effettuano medicazioni •RIMOZIONE PUNTI DI SUTURA dopo 15 giorni dall’intervento o alla rimozione dell’apparecchio gessato •PROFILASSI ANTI TVP (arti inferiori) si effettua in media per 6 settimane, in funzione dei tempi di carico, con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione •RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE a distanza di 2 – 4 – 6 - 12 mesi dall’intervento chirurgico •RIMOZIONE VITI in caso di intolleranza, dolore, infezione, mobilizzazione possibilmente dopo aver accertato la guarigione clinica della frattura (6-12 mesi)

RMN Viti in titanio: è possibile sottoporsi a tale esame in quanto il materiale di fabbricazione è amagnetico e quindi compatibile con la risonanza magnetica Viti in acciaio: l’acciaio NON consente di sottoporsi a risonanza magnetica.

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Fili di Kirschner Si utilizzano in alternativa od in associazione alle viti con le stesse indicazioni ma con carattere di maggior provvisorietá. La loro funzione è sempre e solo quella di stabilizzare frammenti ossei. Non offrono garanzie di supporto biomeccanico e pertanto non possono essere sottoposti a carico o a mobilizzazione precoce. Per tale motivo il loro utilizzo si associa sempre alla confezione di apparecchi gessati o alla contenzione in tutori. Solitamente vengono rimossi dopo circa 30 – 60 giorni. • MATERIALE acciaio • CARICO SULL’ ARTO OPERATO E DEAMBULAZIONE (arti inferiori) se impiantati in segmenti ossei non deputati direttamente al carico (ad esempio il perone) è possibile concedere entrambi a distanza di 30 – 40 giorni dall’intervento • FISIOTERAPIA inizialmente solo mobilizzazione articolare passiva • MEDICAZIONE a piatto della ferita chirurgica, a giorni alterni. In presenza di apparecchio gessato non si effettuano medicazioni • RIMOZIONE PUNTI DI SUTURA dopo 15 giorni dall’intervento o alla rimozione dell’apparecchio gessato • PROFILASSI ANTI TVP (arti inferiori) si effettua in media per 6 settimane, in funzione dei tempi di carico, con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione • RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE a distanza di 30 giorni circa dall’intervento chirurgico • RIMOZIONE FILI DI K solitamente dopo 30-40 giorni, oppure in caso di intolleranza, dolore, infezione o mobilizzazione

RMN l ’a c c i a i o N O N c o n s e n te d i s o tto p o r s i a r i s o n a n z a magnetica 10


Artroprotesi - Endoprotesi L´indicazione elettiva è la frattura mediale del collo femorale nei pazienti anziani. Questa frattura compromette l’apporto vascolare alla testa femorale che non rimarrebbe vitale diventando sede di processi necrotici. L´intera testa femorale viene pertanto rimossa e sostituita da una neoarticolazione che viene impiantata ad incastro o con cemento nella diafisi femorale e nel cotile del bacino. L´impianto protesico consente una ripresa funzionale immediata, ma ha una durata limitata nel tempo (12-15 anni).

• MATERIALE leghe di titanio, cromo-cobalto-molibdeno o acciaio associate a ceramica o polietilene • POST INTERVENTO riposo a letto per 2-5 giorni, a seconda delle condizioni cliniche del paziente • CARICO SULL’ ARTO OPERATO precoce, dopo 2 – 5 giorni • DEAMBULAZIONE assistita, con girello o 2 bastoni canadesi • FISIOTERAPIA inizialmente contrazioni isometriche, quindi mobilizzazione passiva e attiva dell’arto • MEDICAZIONE a piatto della ferita chirurgica, a giorni alterni. • RIMOZIONE DRENAGGI in 2° giornata post –operatoria

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• RIMOZIONE PUNTI DI SUTURA dopo 15 giorni dall’intervento • PROFILASSI ANTI TVP si effettua in media per 6 settimane, in funzione del carico, con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione. Si consiglia l’utilizzo di calze a pressione graduata ( 70 denari ). In questo intervento il rischio tromboembolico è medio-alto. Si raccomanda di eseguire scrupolosamente la profilassi antitromboembolica • RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE a distanza di 2 – 4 – 6 - 12 mesi dall’intervento chirurgico PER EVITARE LA LUSSAZIONE DELLA PROTESI: 1) a letto, non addurre la coscia (posizionare due cuscini tra le gambe almeno i primi 15 giorni dopo l´intervento) 2) non flettere le cosce nel passaggio da letto a poltrona 3) accompagnare correttamente la gamba nell’atto di sedersi o alzarsi

RMN AP in lega di titanio: è possibile sottoporsi a risonanza magnetica in quanto il materiale di fabbricazione è amagnetico e quindi compatibile con tale esame AP in altre leghe: NON consente di sottoporsi a risonanza magnetica

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Fissatore Esterno Il Fissatore Esterno è utilizzato per il trattamento di tutte le fratture diafisarie delle ossa lunghe con buoni risultati grazie alla particolare elasticità dell’impianto che favorisce la comparsa di callo osseo periostale. L’indicazione principe all’utilizzo del FE è rappresentata oggi dal trattamento delle fratture esposte in quanto la sua applicazione evita di inquinare il focolaio di frattura.

• MATERIALE Orthinox (lega di acciaio) • POST INTERVENTO riposo a letto per 2-5 giorni, a seconda delle condizioni cliniche del paziente • CARICO SULL’ ARTO OPERATO dopo 15 giorni circa • DEAMBULAZIONE (arti inferiori) possibile dopo 2 - 5 giorni, assistita, con 2 bastoni canadesi o girello. Inizialmente il carico deve essere SOLO controlaterale, ovvero sull’arto sano

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• FISIOTERAPIA contrazioni isometriche, mobilizzazione passiva ed attiva dell’arto • MEDICAZIONE va eseguita a domicilio ogni 3 gg, dopo aver correttamente appreso la tecnica e le indicazioni sui disinfettanti da utilizzare dagli infermieri di reparto. Attualmente la medicazione si effettua con una soluzione di sodio ipoclorito 0,05%, garze sterili, cerotto anallergico • PROFILASSI ANTI TVP (arti inferiori) si effettua in media per 6 settimane, in funzione del carico, con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione. • RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE a distanza di 2 – 4 – 6 - 12 mesi dall’intervento chirurgico • DINAMIZZAZIONE Puó rendersi necessario dopo 2 - 4 mesi dall´intervento sbloccare la vite centrale del corpo del Fissatore Esterno. Si ottiene cosí la compressione dinamica del focolaio di frattura durante la deambulazione. Ciò stimola la comparsa e consolidazione del callo osseo periostale. La dinamizzazione deve essere eseguita esclusivamente da un chirurgo traumatologo • OSTEOLISI DELLE VITI una scorretta toilette delle viti o una scarsa igiene della zona circostante ma anche un impianto difettoso, possono indurre una mobilizzazione precoce delle viti che causano dolore e vanno rimosse • RIMOZIONE DEL FISSATORE dopo aver accertato la guarigione clinica della frattura (4 - 6 mesi) oppure in caso di complicanze quali dolore, infezione o mobilizzazione

RMN il fissatore esterno NON risonanza magnetica

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consente di sottoporsi a


Apparecchio Gessato Ancora diffusamente utilizzato quale ausilio di contenzione nei traumi distorsivi articolari, distrattivi dell’apparato muscolare o nella cura di fratture in associazione ad altri mezzi di sintesi nel periodo postoperatorio. Può essere utilizzato quale unico mezzo di riduzione e contenzione come, per esempio nel trattamento delle fratture di polso. L´Apparecchio Gessato deve bloccare l’articolazione a monte e quella a valle della frattura. Ció comporta l’immobilità prolungata del segmento scheletrico fratturato con la provvisoria perdita di funzione dell’arto ed ipotonotrofia della muscolatura.

• MATERIALE solfato di calcio idrato o semi-idrato, vetroresina • POST INTERVENTO (arti inferiori) la presenza di un AG costringe di solito ad un periodo di immobilità articolare, in funzione della patologia • CARICO (arti inferiori) lo stivaletto gessato puó essere confezionato per sopportare il carico. In tal caso deve essere munito di tacco (in sughero, gomma o gesso) e dotato di un apposito rinforzo. La concessione del carico viene di solito indicata dallo specialista ( mai comunque prima di 48 ore dalla confezione ). Attenzione: deambulare con un gesso non predisposto al carico porta alla rottura dell´AG con perdita della contenzione e della riduzione della frattura!

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• DEAMBULAZIONE (arti inferiori) assistita con l’ausilio di 2 bastoni canadesi o con girello • FISIOTERAPIA è possibile solo la mobilizzazione delle articolazioni non contenute nell’ AG • MEDICAZIONE le medicazioni di eventuali ferite sono procrastinate alla rimozione dell’ AG • RIMOZIONE PUNTI DI SUTURA la rimozione dei punti di sutura delle ferite chirurgiche è procrastinata alla rimozione dell’AG • PROFILASSI ANTI TVP (arti inferiori) si effettua in media per 6 settimane, in funzione del carico, con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione. Il rischio tromboembolico è medio-alto. Si raccomanda di eseguire scrupolosamente la profilassi antitromboembolica • RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE in genere mensilmente • RIMOZIONE DELL’ AG Al primo controllo radiografico lo specialista valuta come procedere

RMN L’apparecchio gessato di per sé non impedisce di sottoporsi a risonanza magnetica ma vanno considerati gli eventuali mezzi di sintesi utilizzati

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Le Fratture Complesse di Bacino Sono fratture che si realizzano solitamente a seguito di traumi ad altissima energia, più frequentemente a seguito di incidenti stradali (motociclistici) o infortuni sul lavoro (cadute dall’alto). Sono quasi sempre associate ad altre fratture delle ossa lunghe e a lesioni degli organi addomino-pelvici e dell’apparato genitourinario Il quadro clinico generale è sempre severamente compromesso. Tali pazienti sono di frequente ricoverati nei reparti di Rianimazione in quanto spesso necessitano al loro ingresso, di essere ventilati artificialmente, stabilizzati e monitorati attentamente.

Le fratture di bacino si dividono in: - fratture del cotile (che coinvolgono la colonna anteriore e posteriore dell’articolazione dell’anca) - fratture dell’anello pelvico. Queste ultime possono causare imponenti emorragie che devono essere trattate immediatamente mediante l’utilizzo di Fissatori Esterni o Clamp per poi passare ad un secondo accesso chirurgico per una stabilizzazione interna con Placche. Gli interventi di osteosintesi interna con placche sono particolarmente lunghi (6-8 ore) e complessi e vengono eseguiti da un’equipe chirurgica dedicata. Le complicanze tromboemboliche ed infettive sono percentualmente più elevate rispetto agli altri interventi di traumatologia. • MATERIALE placche in acciaio • POST INTERVENTO riposo a letto per 40 giorni • CARICO SUL LATO OPERATO solitamente non si puó concedere il carico per 3 mesi Trascorso il primo mese può essere consentito il carico sfiorante

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• DEAMBULAZIONE possibile dopo 30 - 40 gg, assistita, con girello e/o 2 bastoni canadesi concedendo il carico SOLO sfiorante sul lato operato fino al 3° mese postoperatorio • FISIOTERAPIA dopo 3 - 4 gg dall’intervento può iniziare la mobilizzazione articolare passiva degli arti inferiori se le condizioni cliniche del paziente sono stabili • FOLLOW-UP FISIOTERAPICO Dopo 30 - 40 giorni dall’intervento viene programmato un ricovero presso la Rieducazione Funzionale con l’obiettivo di riguadagnare la stazione eretta e la deambulazione • MEDICAZIONE a piatto della ferita chirurgica, a giorni alterni. Se la via di accesso chirurgica è stata posteriore, il prolungato allettamento può causare decubiti della cute nelle zone di pressione e sofferenza attorno alla ferita chirurgica. • PREVENZIONE DEL DECUBITO SACRALE - osservazione costante ed igiene accurata della zona - evitare il contatto diretto della cute con materiali impermeabili - non utilizzare soluzioni alcoliche o sgrassanti per non disidratare la pelle - mobilizzare il paziente ruotandolo sul fianco per decomprimere la pressione sulle zone di appoggio - utilizzare sistemi di supporto quali cuscini ad acqua o gel - garantire un adeguato apporto nutrizionale nonché una buona idratazione del paziente • RIMOZIONE DRENAGGI in 2° giornata post –operatoria • RIMOZIONE PUNTI DI SUTURA dopo 15 giorni dall’intervento • PROFILASSI ANTI TVP si effettua inizialmente per 6-8 settimane con eparina a basso peso molecolare (iniezione sottocutanea), come indicato nella lettera di dimissione. Il rischio tromboembolico è alto. Si raccomanda di eseguire scrupolosamente la profilassi antitromboembolica • RX DI CONTROLLO POST DIMISSIONE a distanza di 2 – 4 – 6 - 12 mesi dall’intervento chirurgico • RIMOZIONE PLACCHE Le placche si rimuovono SOLO in caso di complicanza infettiva o dolore

RMN l’utilizzo di mezzi di sintesi in acciaio NON consente di sottoporsi a risonanza magnetica 18


L’Allungamento di un Arto I traumi più severi possono causare la perdita di segmenti ossei cui conseguono dismetrie in accorciamento anche di parecchi centimetri mal tollerate, sia per il ripristino delle capacità di deambulazione, sia da un punto di vista psicologico. Il recupero della lunghezza di un arto oggi è possibile grazie alla metodica della Callotasi, risultato della ricerca della scuola ortopedica veronese, che consiste nell’esercitare una trazione continua e progressiva sul callo osseo in formazione. La cicatrice ossea si allunga senza consolidare finchè si esercita la trazione. Il dispositivo utilizzato per l’allungamento consiste di una slitta sulla quale viti bloccate in appositi morsetti complanari possono scorrere in due direzioni. E’ il paziente stesso che istruito, esegue l’allungamento progressivo agendo su una vite senza fine a cavaliere tra i morsetti.

L’allungamento è di circa 1 mm al giorno di solito suddiviso in tappe quotidiane e comunque secondo le indicazioni del traumatologo. Al termine dell’allungamento è necessario spesso un secondo intervento chirurgico atto a favorire la saldatura definitiva dell’osso. Tale intervento si avvale frequentemente di innesti di osso morcellizzato prelevato dalla Banca dei Tessuti in associazione con gel piastrinico (ricavato dal paziente attraverso un prelievo di sangue, libera fattori di crescita dell’osso). Il rigenerato osseo così ottenuto alla fine dell’allungamento necessita di un periodo di almeno 8-12 mesi per consolidare e concludere il processo di guarigione. Trattandosi sostanzialmente di Fissatori Esterni modificati la cura di questi dispositivi non differisce da quanto già descritto (vedi FISSATORI ESTERNI). Gli interventi, di elevata complessità, devono essere eseguiti da una équipe chirurgica di provata esperienza traumatologica.

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Ricostruzione di un Arto

I più gravi traumi da schiacciamento, arrotamento e/o strappamento possono causare la comminuzione di ampi segmenti ossei e la perdita di vaste aree di cute, muscoli e tessuti molli, così come un’infezione profonda può provocare ampie necrosi di tessuto osseo, cutaneo e muscolare. La stretta collaborazione del chirurgo plastico con il traumatologo e l’immunoematologo rendono possibile l’obiettivo di ricostruire un intero arto attraverso plurimi innesti cutanei ed ossei ed utilizzando substrati biologici (ad esempio il gel piastrinico ricavato dal paziente attraverso un prelievo di sangue, libera fattori di crescita dell’osso). I mezzi di sintesi utilizzati comprendono chiodi, placche, viti, fissatori esterni anche in associazione secondo le necessità del caso. Si consiglia pertanto la lettura dei singoli argomenti. I tempi di guarigione sono però in tali casi molto più lunghi dipendendo dalle residue capacità biologiche del segmento scheletrico interessato.

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Preface Kind Patient, you have been admitted in our department to tackle a traumathological problem. We believe is useful to offer you some information on the surgical technique chosen and on the espected post operating evolution, with particular reference to the resumption of the deambulation, to the program of physiotherapy, to the prevention of the complications, to close with the controls post resignation. In the hope of answering in a clear and expected way to your questions, we invite you to preserve this informative brochure, sharing the contents with your family and your family phisycian. We wish that our advices will help you to reach a satisfaction functional recovery. The foreman of department Alessandra Chiecchi

What is a fracture? It is an interruption of the continuity of a bone that occurs from a trauma or spontaneously provided that osteoporosis or neoplasias. OSTEOSYNTHESIS DEVICES PERTROCANTERICAL NAIL (GAMMA) It is used in the side fractures of the neck of the femur • MATERIAL Titanium. Compatible with magnetic resonance • AFTER SURGERY Rest in bed for 2 – 5 days • WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) After 2 - 5 days • DEAMBULATION With 2 crutches • PHYSIOTERAPY Active and passive of the limb • MEDICATION Twice a week wound disinfection and cover with gauzes • SUTURE REMOVAL 15 days after surgery • DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation • X–RAY CONTROL (POST RESIGNATION) 2, 6, 12 months after surgery • NAIL REMOVAL Only if intolerance, not before 12 months

INTRAMEDULLARY NAIL It is used in femoral, tibial and humeral diaphyseal fractures • MATERIAL Titanium. Compatible with magnetic resonance • AFTER SURGERY Rest in bed for 2 – 5 days

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• WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) After 2 - 5 days • DEAMBULATION 10 days after surgery, with 2 crutches • PHYSIOTERAPY Active and passive of the limb • MEDICATION Twice a week wound disinfection and cover with gauzes • SUTURE REMOVAL 15 days after surgery • DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation. Does one need to perform carefully • X – RAY CONTROL (POST RESIGNATION) 2, 4, 6, 12 months after surgery • NAIL REMOVAL Only if intolerance or pain, not before 12 - 18 months

LCP PLATE (LOCKED COMPRESSION PLATES) It is used in the diaphyseal fractures of femur, tibia, humerus and forearm LISS PLATE (LESS INVASIVE STABILIZATION SYSTEM) It is used in the fractures of the femoral condyles and the tibial plateau • MATERIAL Titanium. Compatible with magnetic resonance • AFTER SURGERY Rest in bed for 10 days • WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) Inferior limbs : no weight bearing for 3 months • DEAMBULATION Inferior limbs : 10 days after surgery, with 2 crutches • PHYSIOTERAPY Passive articular mobilization • MEDICATION Twice a week wound disinfection and cover with gauzes • SUTURE REMOVAL 15 days after surgery • DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation. Does one need to perform carefully • X – RAY CONTROL (POST RESIGNATION) 2, 4, 6, 12 months after surgery • LCP AND LISS PLATE REMOVAL If intolerance, pain, infection, break - up

SCREWS Will be used in the medial fractures of the femoral neck when the fractures is impacted and has not sudden moves, in the malleoluses, foot or fingers fractures • MATERIAL Titanium or steel. Titanium is compatible with magnetic resonance, steel NO

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• AFTER SURGERY Rest in bed for 10 days • WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) Inferior limbs : no weight bearing for 3 months • DEAMBULATION Inferior limbs : 10 days after surgery, with 2 crutches. Weight bearing is allowed only on the healthy limb • PHYSIOTERAPY Passive limb mobilization • MEDICATION Twice a week wound disinfection and cover with gauzes • SUTURE REMOVAL 15 days after surgery or after the plaster cast removal • DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation. • X – RAY CONTROL (POST RESIGNATION) 2, 4, 6, 12 months after surgery • SCREWS REMOVAL If intolerance, pain or infection, not before 6 – 12 months

KIRSCHNER – WIRE They are used to stabilize bone fragments • MATERIAL Steel. NO compatible with magnetic resonance • WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) AND DEAMBULATION Inferior limbs : in ankle fractures, it is possible about 30 days after surgeri • PHYSIOTERAPY Passive limb mobilization • MEDICATION Twice a week wound disinfection and cover with gauzes • SUTURE REMOVAL 15 days after surgery or after the plaster cast removal • DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation. • X – RAY CONTROL (POST RESIGNATION) 2, 4, 6, 12 months after surgery • KIRSCHNER – WIRE REMOVAL 30 – 40 days after surgery or if intolerance, pain, infection

ARTROPROSTHESIS / ENDOPROSTESIS IIt is used in the medial fracture of femure neck. The prosthesis has a limited duration in the time (10 to 30 years) • MATERIAL Titanium, chrome – cobalt – molybdenum or steel alloys with ceramics or polyethylene. Titanium prosthesis only is compatible with magnetic resonance • AFTER SURGERY Rest in bed for 2 – 5 days • WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) After 2 - 5 days • DEAMBULATION Starting 2 days after surgery using 2 crutches

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• MEDICATION Twice a week wound disinfection and cover with gauzes • DRAINS REMOVAL 2 days after surgery • SUTURE REMOVAL 15 days after surgery • DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation. Does one need to perform carefully • X – RAY CONTROL (POST RESIGNATION) 2, 4, 6, 12 months after surgery • AVOID DISLOCATION OF THE PROSTHESIS 1) resting in bed, put 2 pillows among legs for 15 days after surgery 2) do not flex the hip in the passage from the bed to the chair 3) keep the leg by hands when sitting or standing

EXTERNAL FIXATOR (EXTERNAL FIXATION DEVICE) It is used for diaphyseal fractures of the long bones. Today it used mostly for the treatment of the compound fractures • MATERIAL Orthinox. NO compatible with magnetic resonance • AFTER SURGERY Rest in bed for 2 – 5 days • WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) 15 days after surgery • DEAMBULATION 10 days after surgery, with 2 crutches • MEDICATION At home, twice a week every 3 days, as shown by the nurses of the department • DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation. • X – RAY CONTROL (POST RESIGNATION) 2, 4, 6, 12 months after surgery • DINAMISATION 2 – 4 month after surgery, removing the central screw from the EX – FIX • EX – FIX REMOVAL 4 – 6 months after surgery, when the fracture is healed or if pain and infection

PLASTER CAST Lock the proximal and distal articulation of the fracture • MATERIAL Hydrate calcium sulphate. Magnetic resonance is possible when associated osteosinthesis devices are made in titanium • AFTER SURGERY Articolar movements are blocked for a long time • WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) It depends from the fractures and the plaster cast type. Ask to the traumatologist • DEAMBULATION Inferior limbs : with 2 crutches • MEDICATION After the plaster cast removal

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• DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation. Does one need to perform carefully • X – RAY CONTROL (POST RESIGNATION) Monthly • PLASTER CAST REMOVAL At the first x - ray control the traumathologist decide next steps COMPLEX PELVIC FRACTURES Serious situation for the patiens, with possible lesions to other apparatus ( abdomen, pelvis, born urinary). Often is necessary admission in intensive care unit. Osteosynthesis interventions are rather long ( 6 – 8 hours) and must be perfomed from a dedicated team. Thromboembolic and infection complications are higher • MATERIAL Steel plates. NO compatible with magnetic resonance • AFTER SURGERY Rest in bed for 40 days • WEIGHT BEARING (ON THE OPERATED LIMB) Weight bearing is not allowed for 3 months • DEAMBULATION 30 – 40 days after surgery, with 2 crutches • PHYSIOTERAPY 3 – 4 days after surgery , passive mobilization of the inferior limb. About 30 days after surgery the patient must be admitted in functional rehabilitation • MEDICATION Twice a week wound disinfection and cover with gauzes. Be careful for sacral decubitus • DRAIN REMOVAL 2 days after surgery • SACRAL DECUBITUS PREVENTION 1) control the skin and perform accurate cleaning 2) avoid skin contact with humfit materials 3) rotate the patient on the both sides 4) using pillows with water or gel 5) suitable nutrition supply • SUTURE REMOVAL 15 days after surgery • DEEP VENOUS THROMBOSIS PROPHILAXIS Heparin for about 6 weeks (subcutaneous injection) as we indicated in the letter of resignation. Does one need to perform carefully • X – RAY CONTROL (POST RESIGNATION) 2, 4, 6, 12 mesi after surgery • PLATES REMOVAL Plates are only removed if infection or pain

LIMB LENGHTENING A severe trauma can cause the shortening of a limb up to many centimetres, that creates problems of deambulation and at psychological level. It is used a system that effects a continuous and progressive traction on the bone callus in formation. It is a particular external fixator. For the treatment after surgery.

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LIMB RECONSTRUCTION More serious traumas can cause a fragmentation of wide pieces of bone as well as a deep infection. Complications are bone, skin and muscles necrosis. Skilled surgeons are able to reconstruct whole limb using skin and bone graft associated with internal / external osteosinthesis like NAIL, PLATES, SCREW, EXTERNAL FIXATOR. It is necessary to foresee long times of recovery.

Préface Cher Patient, Vous avez été accueilli dans notre service pour faire face à un traumatisme physique. Nous sommes convaincus qu'il serait utile de vous offrir certaines informations sur la technique chirurgicale choisie et sur les phases post-opératoires ‘prévisibles’, notamment la reprise de la déambulation, les programmes de physiothérapie, la prévention des complications et enfin les contrôles après votre sortie de l’hôpital. Tout en espérant répondre d’une façon simple et exhaustive à vos questions, nous vous invitons à garder cette brochure et à partager ces informations avec votre famille et votre généraliste. Nous espérons que ces conseils vous aideront à recouvrer une mobilité fonctionnelle satisfaisante. L’infirmière-major du service de traumatologie Alessandra Chiecchi

Qu’est-ce qu'une fracture? Il s’agit d’une interruption de la continuité d’un os qui se vérifie à cause d’un traumatisme ou même spontanément en présence d’ostéoporose ou de néoplasies.

MOYENS DE SYNTHÈSE VIS PERTROCHANTÉRIENNE (GAMMA) On l’utilise pour les fractures latérales du col du fémur • MATÉRIEL Titane compatible avec l’imagerie par résonance magnétique (IRM) • POST-INTERVENTION CHIRURGICALE On alite pendant 2-5 jours • DÉAMBULATION Avec des béquilles • PHYSIOTHÉRAPIE Active et passive du membre • PANSEMENT Désinfecter et couvrir de gazes tous les 2 jours • RETRAIT DES SUTURES On les enlève 15 jours après l’intervention chirurgicale • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale • RETRAIT DE LA VIS En présence d’intolérances, jamais avant de 12 mois

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CLOU ENDOMÉDULLAIRE FIXE On l’utilise dans les fractures diaphysaires de l’humérus, du fémur et du tibia • MATÉRIEL Titane compatible avec l’imagerie par résonance magnétique (IRM) • POST-INTERVENTION CHIRURGICALE On alite pendant 2-5 jours • APPUI SUR LE MEMBRE OPÉRÉ Possible après 2-5 jours • DÉAMBULATION Après 10 jours, avec des béquilles • PHYSIOTHÉRAPIE Active et passive du membre • PANSEMENT Désinfecter et couvrir de gazes tous les 2 jours • RETRAIT DES SUTURES On les enlève 15 jours après l’intervention chirurgicale • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie Prière d’effectuer scrupuleusement les injections • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 4, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale • RETRAIT DU CLOU En présence de jeunes patients, ne pas enlever avant de 12-18 mois et uniquement si le clou provoque de la douleur ou des intolérances.

PLAQUE LCP (LOCKED COMPRESSION PLATES) On l’utilise dans les fractures diaphysaires du fémur, du tibia, de l’humérus et de l’avant-bras PLAQUE LISS (LESS INVASIVE STABILIZATION SYSTEM) On l’utilise dans les fractures des condyles du fémur et des plateaux tibiaux • MATÉRIEL Titane compatible avec l’imagerie par résonance magnétique (IRM) • POST-INTERVENTION CHIRURGICALE On alite pendant 10 jours • APPUI SUR LE MEMBRE OPÉRÉ Membres inférieurs : il s’avère impossible d’y s’appuyer pendant 3 mois • DÉAMBULATION Membres inférieurs : après 10 jours, avec des béquilles • PHYSIOTHÉRAPIE Mobilisation articulaire passive • PANSEMENT Désinfecter et couvrir de gazes tous les 2 jours • RETRAIT DES SUTURES On les enlève 15 jours après l’intervention chirurgicale • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Membres inférieurs : Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie. Prière d’effectuer scrupuleusement les injections • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 4, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale • RETRAIT DU CLOU En présence de douleur, d’intolérances, d’infection ou de rupture

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VIS On les utilise dans les fractures médiales du col du fémur, lorsque la fracture est engrenée et n’as pas bougé, ou bien dans les fractures des malléoles, des pieds et des orteils. • MATÉRIEL Titane ou acier Le titane est compatible avec l’imagerie par résonance magnétique (IRM), pas l’acier. • POST-INTERVENTION CHIRURGICALE On alite pendant 10 jours • APPUI SUR LE MEMBRE OPÉRÉ Membres inférieurs : il s’avère impossible d’y s’appuyer pendant 3 mois • DÉAMBULATION Membres inférieurs : après 10 jours, avec des béquilles • PHYSIOTHÉRAPIE Mobilisation articulaire passive du membre CHARGÉ • PANSEMENT Désinfecter et couvrir de gazes tous les 2 jours • RETRAIT DES SUTURES On les enlève 15 jours après l’intervention chirurgicale ou lorsqu’on enlève le plâtre • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 4, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale • RETRAIT DES VIS Même en présence d’intolérances, de douleur ou d’infection, à ne pas enlever avant de 6-12 mois

FILS DE KIRSCHNER On les utilise comme les vis pour stabiliser les fragments osseux. On les enlève après environ un mois. • MATÉRIEL Acier non compatible avec l’imagerie par résonance magnétique (IRM) • APPUI SUR LE MEMBRE OPÉRÉ ET DÉAMBULATION Membres inférieurs : la déambulation est possible après un mois si les fils sont placés dans des segments osseux pas gravés par le poids du corps. • PHYSIOTHÉRAPIE Mobilisation articulaire passive du membre • PANSEMENT Désinfecter et couvrir de gazes tous les 2 jours • RETRAIT DES SUTURES On les enlève 15 jours après l’intervention chirurgicale ou lorsqu’on enlève le plâtre • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Membres inférieurs : Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 4, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale • RETRAIT DES FILS DE KIRSCHNER Après 30, 40 jours ou en présence d’intolérance, de douleur ou d’infection ENDOPROTHÈSES/PROTHÈSES EN PRÉSENCE D’ARTHROSE On l’utilise en présence d’une fracture de la face médiale du col du fémur. Cette prothèse a une durée limitée dans le temps (10-15 ans) • MATÉRIEL Alliage de titane, chrome-cobalt-molybdène ou acier assemblés avec de la céramique ou du

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polyéthylène. Seules les prothèses pour arthrose en alliage de titane permettent de passer une imagerie par résonance magnétique (IRM) • POST-INTERVENTION CHIRURGICALE On alite pendant 2-5 jours • APPUI SUR LE MEMBRE OPÉRÉ Après 2-5 jours • DÉAMBULATION Avec deux béquilles • PANSEMENT Désinfecter et couvrir de gazes tous les 2 jours • RETRAIT DES DRAINS 2 jours après l’intervention chirurgicale • RETRAIT DES SUTURES 15 jours après l’intervention chirurgicale • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie. Prière d’effectuer scrupuleusement les injections • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 4, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale • POUR ÉVITER LA LUXATION DE LA PROTHÈSE - Placer deux coussins entre les jambes pendant les 15 jours suivant l’intervention - Ne pas fléchir les cuisses lorsqu’on se déplace du lit au fauteuil - Accompagner la jambe lorsqu’on s’assit ou on se lève

FIXATEUR EXTERNE On l’utilise en cas de fractures diaphysaires des os longues Aujourd’hui, il est aussi utilisé dans le traitement des fractures exposées • MATÉRIEL Orthinox, pas compatible avec l’imagerie par résonance magnétique (IRM) • POST-INTERVENTION CHIRURGICALE On alite pendant 2-5 jours • APPUI SUR LE MEMBRE OPÉRÉ Après 15 jours • DÉAMBULATION Après 10 jours, avec des béquilles • PANSEMENT A domicile, tous les 3 jours, comme expliqué par les infirmiers du service • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 4, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale • DYNAMISATION DU FIXATEUR Après 2-4 mois de l’intervention, il peut s’avérer nécessaire le déblocage de la vis centrale du fixateur. • RETRAIT DU FIXATEUR Après 4-5 mois, à rétablissement advenu ou en cas de complications tels que la douleur ou les infections APPAREIL PLÂTRÉ Il doit bloquer l’articulation en immobilisant la fracture en toute sa longueur • MATÉRIEL Sulfate de calcium hydraté ou demi-hydraté. Dans le cas où il s’avère nécessaire une imagerie par

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résonance magnétique (IRM), il faut vérifier que l’examen soit compatible avec les moyens de synthèse utilisés en même temps du plâtre • POST-INTERVENTION CHIRURGICALE Il faut rester alité pendant une longue période, environ 3-4 semaines • APPUI SUR LE MEMBRE OPÉRÉ A voir avec le traumatologiste en fonction du traumatisme et du type de plâtre • DÉAMBULATION Membres inférieurs : avec 2 béquilles • PANSEMENT Renvoyé après le retrait du plâtre • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie. Prière d’effectuer scrupuleusement les injections • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 4, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale • RETRAIT En occasion du premier contrôle, le traumatologiste estime comment procéder

FRACTURES COMPLEXES DU BASSIN Il s’agit d’une situation très grave qui peut entraîner des lésions à d’autres appareils (abdomen, pelvis, génital, urinaire). L’hospitalisation au service de réanimation est souvent nécessaire. L’intervention de ostéosynthèse est plutôt longue (6-8 heures) et est effectuée par une équipe spécialisée. Les risques de complications de thrombose, embolie et infection sont très élevés. • MATÉRIEL Plaques en acier, aucune imagerie par résonance magnétique n'est possible. • POST-INTERVENTION CHIRURGICALE Il faut rester alité pendant 40 jours • APPUI SUR LE MEMBRE OPÉRÉ D’habitude, il n’est pas possible de charger pendant 3 mois • DÉAMBULATION Après 30-40 jours avec 2 béquilles • PHYSIOTHÉRAPIE 3-4 jours après l’intervention, mobilisation articulaire passive des membres inférieurs. 30 jours après l’intervention on programme un séjour postopératoire dans le service de réhabilitation fonctionnelle • PANSEMENT Désinfecter et couvrir de gazes tous les 2 jours. Attention au décubitus sacral. • RETRAIT DES DRAINS En deuxième journée dès l’intervention • PRÉVENTION DU DÉCUBITUS SACRAL - Examiner la peau et la nettoyer scrupuleusement - Garder la peau bien hydratée et douce - Tourner le patient sur le côté - Employer des coussins à l’eau ou au gel - Garantir l’apport nutritionnel approprié • RETRAIT DES SUTURES 15 jours après l’intervention chirurgicale • PROPHYLAXIE DE LA THROMBOSE VEINEUSE PROFONDE (TVP) Eparine pendant 6 semaines (injection sous-cutanée) comme indiqué dans la lettre de sortie. Prière d’effectuer scrupuleusement les injections • CONTRÔLE PAR RAYONS X APRÈS LA SORTIE Tous les 2, 4, 6,12 mois à partir de l’intervention chirurgicale

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• RETRAIT DES PLAQUES Les plaques doivent être retirées uniquement en cas d’infection ou de douleur ALLONGEMENT D’UN MEMBRE Un traumatisme grave peut causer le raccourcissement d’un membre même de plusieurs centimètres, ce qui provoque des problèmes de déambulation et à niveau psychologique. On emploie un appareil qui réalise une traction continue et progressive sur le cal osseux en formation. Il s’agit d’une sorte de fixateur externe modifié En ce qui concerne le traitement postopératoire. RECONSTRUCTION D’UN MEMBRE Les traumatismes les plus graves peuvent engendrer la fragmentation d’une partie importante d’os en éclats, au même titre qu’une infection peut provoquer la nécrose de l’os, de la peau et des muscles. Nombre de spécialistes sont capables de reconstruire un membre entier grâce aux greffes cutanées et osseuses, avec les moyens de synthèse comme le clou, les plaques, les vis, les fixateurs externes. Il faut prévoir un temps de guérison assez long.

Vorwort Lieber Patient, Sie sind in unserer Abteilung aufgrund eines Unfalls aufgenommen worden. Wir denken, dass es nützlich ist, Ihnen einige Informationen über die gewählte ChirurgieTechnik und den „vorhersehbaren“ postoperatorischen Verlauf zu geben, insbesondere was die Wiederaufnahme des Gehprozesses angeht, die Krankengymnastik, die Vorbeugung von Komplikationen, und schließlich die Kontrollen nach der Entlassung. Wir hoffen eine klare und komplette Antwort auf Ihre Fragen geben zu können, und laden Sie dazu ein, dieses Infoblättchen aufzubewahren und die Informationen mit ihrer Familie und ihrem Hausarzt zu besprechen. Wir hoffen, dass unsere Ratschläge Ihnen dazu helfen werden eine zufrieden stellende Funktionalität zurück zu gewinnen. Die Stationsschwester Alessandra Chiecchi

Was ist ein Bruch? Es handelt sich um die Unterbrechung der Struktur eines Knochens durch einen Unfall oder spontan, im Falle von Osteoporose oder von Neoplasmen.

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STABILISIERUNGSMETHODEN

PERTROCHANTERISCHER NAGEL (GAMMA) Wird bei äußeren Brüchen des Schenkelhalses verwendet • MATERIAL Titan, ist verträglich mit Kernspintomographie • NACH DEM EINGRIFF 2-5 Tage Bettruhe • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS Nach 2-5 Tagen • GEHEN Mit Krücken • KRANKENGYMNASTIK Aktiv und passiv für das Bein • MEDIKATION Die Wunde alle 2 Tage desinfizieren und mit einer Mullbinde umwickeln • ENTFERNUNG DER NAHT 15 Tage nach dem Eingriff • TIEFE VENENTHROMBOSEPROPHYLAXE 6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben • RÖNTGENSTRAHLEN-UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG Jeweils 2, 6 und 12 Monate nach dem Eingriff • ENTFERNUNG DES NAGELS Bei Unverträglichkeit, nie vor 12 Monaten

IM KNOCHENMARK FIXIERTER NAGEL Wird bei Schenkel-, Schienbein- und Oberarmbrüchen verwendet, die im Mittelteil des Knochens stattfinden • MATERIAL Titan, ist verträglich mit Kernspintomographie • NACH DEM EINGRIFF 2-5 Tage Bettruhe • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS Nach 2-5 Tagen • GEHEN Nach 10 Tagen, mit Krücken • KRANKENGYMNASTIK Aktiv und passiv für das Bein / den Arm • MEDIKATION Die Wunde alle 2 Tage desinfizieren und mit einer Mullbinde umwickeln • ENTFERNUNG DER NAHT 15 Tage nach dem Eingriff • TIEFE VENENTHROMBOSE PROPHYLAXE 6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben. Muss gewissenhaft durchgeführt werden • RÖNTGENSTRAHLEN-UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG Jeweils 2, 4, 6 und 12 Monate nach dem chirurgischen Eingriff • ENTFERNUNG DES NAGELS Bei jungen Patienten angebracht, nicht vor 12 – 18 Monaten, nur bei Unverträglichkeit oder

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LCP-Platte (LOCKED COPRESSION PLATES) wird bei Oberschenkel-, Schienbein-, Oberarm- und Unterarmbrüchen verwendet, die im Mittelteil des Knochens stattfinden

LISS-Platte (LESS INVASIVE STABILIZATION SYSTEM) wird bei Brüchen der Oberschenkel-Gelenkrollen und der Schienbeinmulden verwendet • MATERIAL Titan, ist verträglich mit Kernspintomographie • NACH DEM EINGRIFF 10 Tage Bettruhe • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS Beim Bein: die Belastung ist 3 Monate lang nicht möglich • GEHEN Nach 10 Tagen, mit Krücken Beim Bein : nach 10 Tagen, mit Krücken • KRANKENGYMNASTIK Passive Bewegung der Gelenke • MEDIKATION Die Wunde alle 2 Tage desinfizieren und mit einer Mullbinde umwickeln • ENTFERNUNG DER NAHT 15 Tage nach dem Eingriff • TIEFE VENENTHROMBOSE PROPHYLAXE Beim Bein: 6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben. Muss gewissenhaft durchgeführt werden • RÖNTGENSTRAHLEN-UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG Jeweils 2, 4, 6 und 12 Monate nach dem chirurgischen Eingriff • ENTFERNUNG DES NAGELS Bei Unverträglichkeit, Schmerzen, Infektion, Bruch

SCHRAUBEN Werden bei Brüchen des inneren (medialen) Schenkelhalses verwendet, wenn das Gelenk intakt ist und keine Verschiebungen stattgefunden haben , bei Brüchen der Fußknöchel, des Fußes oder der Finger. • MATERIAL Titan oder Stahl Titan, ist verträglich mit Kernspintomographie, Stahl nicht • NACH DEM EINGRIFF 10 Tage Bettruhe • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS Beim Bein: eine Belastung ist 3 Monate lang nicht möglich • GEHEN Beim Bein : Nach 10 Tagen, mit Krücken Das Gewicht auf das gesunde Bein stützen • KRANKENGYMNASTIK Passive Bewegung des BESCHWERTEN Körperglieds

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• MEDIKATON

Die Wunde alle 2 Tage desinfizieren und mit einer Mullbinde umwickeln • ENTFERNUNG DER NAHT

15 Tage nach dem Eingriff oder beim Entfernen des Gips-Apparats • TIEFE VENENTHROMBOSEPROPHYLAXE

Beim Bein : 6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben • RÖNTGENSTRAHLEN-UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG

Jeweils 2, 4, 6 und 12 Monate nach dem chirurgischen Eingriff • ENTFERNUNG DER SCHRAUBEN

Bei Unverträglichkeit, Schmerzen oder Infektion, nicht vor 6-12 Monaten

KIRSCHNER-FÄDEN Werden wie Schrauben verwendet um Knochenteile zu stabilisieren. Werden nach etwa einem Monat entfernt. • MATERIAL Stahl, ist nicht verträglich mit Kernspintomographie • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS UND GEHEN Beim Bein: wenn es sich um Knochensegmente handelt, die einer Belastung nicht ausgesetzt sind, nach einem Monat möglich • KRANKENGYMNASTIK Passive Bewegung des Beins, bzw. Arms. • MEDIKATION Die Wunde alle 2 Tage desinfizieren und mit einer Mullbinde umwickeln • ENTFERNUNG DER NAHT 15 Tage nach dem Eingriff oder beim Entfernen des Gips-Apparats • TIEFE VENENTHROMBOSE PROPHYLAXE Beim Bein : 6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben • RÖNTGENSTRAHLEN-UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG Jeweils 2, 4, 6 und 12 Monate nach dem chirurgischen Eingriff • ENTFERNUNG DER KIRSCHNER-FÄDEN Nach 30-40 Tagen oder bei Unverträglichkeit, Schmerzen, Infektion

ARTHROPROTHESE / ENDOPROTHESE Wird beim Bruch des inneren (medialen) Schenkelhalses verwendet. Die Prothese hat eine beschränkte Lebensdauer (10-15 Jahre) • MATERIAL Titan-, Chrom–Kobalt–Molybdän- oder Stahllegierungen zusammen mit Keramik oder Polyethylen. Nur die Arthroprothesen aus Titanlegierung sind verträglich mit Kernspintomographie • NACH DEM EINGRIFF 2-5 Tage Bettruhe • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS Nach 2-5 Tagen • GEHEN Mit 2 Krücken • MEDIKATION Die Wunde alle 2 Tage desinfizieren und mit einer Mullbinde umwickeln

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• ENTFERNUNG DER DRÄNAGEN

2 Tage nach dem Eingriff • ENTFERNUNG DER NAHT

15 Tage nach dem Eingriff • TIEFE VENENTHROMBOSEPROPHYLAXE

6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben Muss gewissenhaft durchgeführt werden • RÖNTGENSTRAHLEN-UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG Jeweils 2, 4, 6 und 12 Monate nach dem chirurgischen Eingriff • UM EINE VERRENKUNG DER PROTHESE ZU VERHINDERN - 2 Kissen 15 Tage lang nach dem Eingriff zwischen die Beine klemmen - Beim Wechseln vom Bett zum Sessel die Schenkel nicht beugen - Beim Setzen oder Aufstehen das Bein begleiten

EXTERNE FIXIERUNG Wird bei langen Knochen verwendet, bei Brüchen im Mittelteil des Knochens Heutzutage zur Behandlung von offenen Brüchen • MATERIAL Orthinox, ist nicht verträglich mit Kernspintomographie • NACH DEM EINGRIFF 2-5 Tage Bettruhe • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS Nach 15 Tagen • GEHEN Nach 10 Tagen, mit Krücken • MEDIKATION Zu Hause, alle 3 Tage, wie von den Stations-Krankenpflegern veranschaulicht • TIEFE VENENTHROMBOSEPROPHYLAXE 6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben • UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG Jeweils 2, 4, 6 und 12 Monate nach dem chirurgischen Eingriff • DYNAMISIERUNG 2 – 4 Monaten nach dem Eingriff kann es notwendig sein, die zentrale Schraube von der Fixierung zu lösen. Wird vom Unfallarzt durchgeführt. • ENTFERNUNG DER FIXIERUNG Nach 4-6 Monaten, nach der Heilung oder im Falle von Komplikationen wie Schmerzen oder Infektionen.

GIPS-APPARAT Muss das Gelenk vor und nach dem Bruch blockieren • MATERIAL (Halb-) hydratisiertes Kalziumsulfat. Im Falle von Kernspintomographie prüfen, dass diese mit den zusätzlich verwendeten Stabilisierungsvorrichtungen verträglich ist. • NACH DEM EINGRIFF Länger andauernde Bettruhe, 3-4 Wochen • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS Wird vom Unfallarzt angegeben je nach Situation und Gipsart

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• GEHEN

Beim Bein: mit Krücken • MEDIKATION

Erst nachdem der Gips entfernt wurde • TIEFE VENENTHROMBOSE PROPHYLAXE

6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben Muss gewissenhaft durchgeführt werden • RÖNTGENSTRAHLEN-UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG Jeweils 2, 4, 6 und 12 Monate nach dem chirurgischen Eingriff • ENTFERNUNG Bei der ersten Kontrolle erwägt der Unfallarzt wie weiter vorzugehen ist

KOMPLEXE BECKENFRAKTUREN Schwerwiegende Situation für den Patienten, mögliche Verletzung anderer Organe (Unterleib, Nierenregion, Geschlechtsorgane und Harnwege). Oft ist ein Aufenthalt in der Intensivstation notwendig. Der Eingriff zum Knochenwiederaufbau dauert länger (6-8 Stunden) und wird von einem speziellen Team durchgeführt. Hoher Anteil an Komplikationen wie Thrombose, Embolie und Infektion. • MATERIAL Stahl-Platten, Kernspintomographie darf nicht durchgeführt werden • NACH DEM EINGRIFF 40 Tage Bettruhe • BELASTUNG DES OPERIERTEN KÖPERGLIEDS Normalerweise ist eine Belastung 3 Monate lang nicht möglich • GEHEN Beginnt nach 30-40 Tagen, mit zwei Krücken • KRANKENGYMNASTIK 3-4 Tage nach dem Eingriff, passive Bewegung des Beins. 30 Tagen nach dem Eingriff wird eine Aufnahme in die Reha geplant • MEDIKATION Die Wunde alle 2 Tage desinfizieren und mit einer Mullbinde umwickeln. Aufpassen auf Wundstellen in der Nähe des Kreuzbeins • ENTFERNUNG DRÄNAGEN Am zweiten Tag nach dem Eingriff • UM WUNDSTELLEN AM KREUZBEIN VORZUBEUGEN - die Haut beobachten und sorgfältig reinigen - die Haut gut feucht und weich halten - den Patienten in Seitenlage bringen - Wasserkissen oder Gel verwenden - auf eine angemessene Ernährung achten • ENTFERNUNG DER NAHT 15 Tage nach dem Eingriff • TIEFE VENENTHROMBOSE PROPHYLAXE 6 Wochen lang Heparin (subkutane Injektion) wie im Entlassungsbrief angegeben Muss gewissenhaft durchgeführt werden • RÖNTGENSTRAHLEN-UNTERSUCHUNG NACH DER ENTLASSUNG Jeweils 2, 4, 6 und 12 Monate nach dem chirurgischen Eingriff • ENTFERNUNG Die Platten werden nur im Falle einer Infektion oder von Schmerzen entfernt

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DEHNUNG EINES KÖRPERGLIEDS Ein schwerer Unfall kann die Verkürzung eines Körperglieds um etliche Zentimeter bewirken, was Laufbeschwerden und psychologische Beschwerden hervorrufen kann. Man benutzt ein System das einen kontinuierlichen und progressiven Zug auf den sich bildenden neuen Knochen ausübt. Es handelt sich um eine Art modifizierter externer Fixierung Für die Behandlung nach dem Eingriff.

WIEDERAUFBAU EINES KÖRPERGLIEDS Schwerere Unfälle können eine feine Fragmentierung größerer Knochenteile bewirken, während eine tiefe Infektion eine Nekrose der Knochen, Haut und Muskeln bewirken kann. Verschiedene Fachärzte sind in der Lage ein ganzes Körperglied wiederaufzubauen, mittels Haut- und Knochentransplantation, Stabilisierungen wie Nägel, Platten, Schrauben, externen Fixierungen. Es ist ein langer Heilungsprozess zu erwarten.

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Glossario APPARATO GENITO URINARIO: complesso di organi adibiti alla funzione riproduttiva ed escretrice ARTROPROTESI: dispositivo costituito da un giunto articolato che viene impiantato per sostituire una articolazione BACINO: fulcro dell’intero scheletro umano, costituito dall’unione di 3 ossa: pube, ischio ed ileo BASTONE CANADESE: bastone con appoggio antibrachiale CALLO OSSEO PERIOSTALE: cicatrice ossea formata dalla membrana che avvolge le ossa lunghe CONTRAZIONE ISOMETRICA: contrazione muscolare senza variazione di lunghezza APPOGGIO SULL’ARTO OPERATO: dare peso sull’arto inferiore operato, il carico può essere sfiorante, parziale, totale COMMINUZIONE: minuta frammentazione del focolaio di frattura solitamente a causa di traumi ad alta energia COTILE: cavità a forma di coppa che nel bacino accoglie la testa femorale CREPITIO OSSEO: tipico rumore di scroscio prodotto dal movimento di ossa fratturate. E’ uno dei due segni clinici di certezza di frattura DINAMIZZAZIONE DEL FISSATORE: tecnica con la quale si consente il ripristino del carico lungo il suo asse maggiore ad un osso fratturato. Ha lo scopo di favorire/accelerare la completa guarigione. DISMETRIA: differente lunghezza tra due ossa lunghe omologhe (es. femore dx e femore sx) ENDOPROTESI: dispositivo costituito da un giunto articolato che viene impiantato per sostituire una articolazione. A differenza dell’Artroprotesi non dispone di una parte cotiloidea EVENTO TRAUMATICO: situazione in cui si verifica una lesione dell’organismo, violenta o istantanea, prodotta meccanicamente da agenti esterni e tale da provocare più o meno gravi conseguenze di carattere generale a carico dell’organismo stesso FOLLOW-UP: controllo continuato nel tempo di una determinata situazione clinica FRATTURA DIAFISARIA: è la frattura della parte cilindrica di un osso lungo FRATTURA INGRANATA: situazione in cui i 2 monconi di frattura sono impattati GEL PIASTRINICO: concentrato di piastrine che, stimolato, libera fattori di crescita dell’osso INDICAZIONE ELETTIVA (CHIRURGICA): indica la tecnica chirurgica di 1° scelta per una determinata frattura/patologia sostenuta da un largo consenso scientifico (internazionale) in base a congressi, pubblicazioni etc. IPOTONOTROFIA MUSCOLARE: muscolatura che ha perso volume e forza a seguito di un prolungato periodo di immobilità o disuso MALLEOLO: una delle tre protuberanze ossee (laterale, mediale, posteriore) della caviglia

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MEDICAZIONE A PIATTO: medicazione semplice, si disinfetta la ferita, si copre con garza sterile, si chiude con cerotto anallergico MOTILITA’ PRAETERNATURALE: quando un osso lungo si frattura l’arto che lo contiene si flette deformando il suo naturale aspetto. E’ uno dei due segni clinici di certezza di frattura MOBILIZZAZIONE ARTICOLARE PASSIVA : consiste nell’articolare un segmento scheletrico con muscolatura mantenuta completamente rilassata ORGANI ADDOMINO PELVICI: sono tutti gli organi contenuti nel bacino al di sotto del diaframma PARAPARESI: paralisi incompleta o temporanea dei due arti inferiori PERIOSTIO: membrana che avvolge esternamente l’osso. Sede della formazione di un tipo di callo osseo rapido ed abbondante OSTEOMIELITE: infezione profonda dell’osso che coinvolge completamente anche il midollo PNEUMOTORACE: presenza di aria nella cavità pleurica a seguito di una lesione di un polmone RIDUZIONE DI FRATTURA: tecnica per riportare alla sua forma anatomica un osso fratturato RMN: risonanza magnetica nucleare SINTESI A CIELO APERTO: tecnica chirurgica per ripristinare l’anatomia e la capacità biomeccanica di un osso fratturato che richiede un accesso diretto attraverso un’incisione di cute e tessuti molli TOILETTE DELLE VITI DI FISSATORE: pulizia delle viti ed in particolare del loro punto di ingresso nella cute per evitare la comparsa di infezioni. Vengono eseguite di solito 2 volte alla settimana con disinfettanti e garze sterili TRAUMA COMMOTIVO CEREBRALE: perdita o alterazione temporanea dello stato di coscienza a seguito di un evento traumatico TRAUMA DISTORSIVO: allontanamento improvviso dei capi ossei di un’articolazione (di solito a seguito di una rotazione torcente non prevista) che comporta lesioni capsulari e/o legamentose TRAUMA DISTRATTIVO: distorsione che causa stiramento oltre la massima capacità elastica di un legamento o muscolo TROMBOEMBOLIA: il fenomeno trombotico consiste nell’addensamento della parte corpuscolata del sangue all’interno del lume di un vaso. Fenomeno embolico: consiste nell’ostruzione del lume di un vaso dopo che parte di un trombo si stacca TUMEFAZIONE: gonfiore della cute segno di raccolta di liquido infiammatorio TVP:Trombosi venosa profonda

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