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S端dtirol | South Tyrol | Alto Adige


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Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 03 Programma. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 04 Relazioni base. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 10 Escursione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 18 Workshops . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 38 Intervento. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 74 Discussione finale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 80 Partecipante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 82 Partner. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 86 Organizzatore. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pagina 92

Colophon: Copyright: Materiale immagini: Grafica: Testi:

Š 2010 ap35 GmbH Daniel Grund, ap35 Anja Sawatzke, ap35 Dr. Oliver Herwig, Florian Semmler, ap35 Andreas Gottlieb Hempel

Edizione:

tedesca 1500 copie italiano 500 copie inglese 500 copie


Alps, Technologies & Architecture

Quanto più vario è l’ambiente residenziale tramite le condizioni definite, tanto più interessante questa si presenta. Le Alpi sono da tempi immemori un tropo estremo e ostile. La continua applicazione e l‘adeguamento delle procedure più recenti e delle tecnologie hanno reso possibile un insediamento continuo. I bisogni sociali e l’utilizzo degli edifici hanno influenzato le culture edilizie regionali. L’architettura è una cultura edilizia. La qualità raggiunta nell’architettura, derivata dai conflitti tra collocazione geografica, superfici, utilizzi, tradizione e conformazione rende l’attività edilizia nelle Alpi nuovamente interessante per gli architetti.

L’immagine dell’Alto Adige con i suoi soli 500.000 abitanti è mutata, nel corso degli ultimi anni, dall‘icona romantica di agricoltori montanari a quella di un cluster economico innovativo. In particolare nel settore edile si sono sviluppate imprese che con l‘elevata qualità dei loro prodotti sono riusciti a creare concorrenza in tutto il mondo. In larga parte sono attività artigianali a conduzione famigliare che hanno conservato un forte carattere personale. I vari specialisti del settore edile sono custodi del sapere e sono in grado di rispondere a domande specifiche. Spesso si dimentica che tutto è collegato, i sistemi si influenzano reciprocamente e quelle che appaiono piccolezze in un altro settore sono foriere di vantaggi se reinterpretate. Sovrapposizioni, collegamenti e parallelismi si riscontrano in molti temi e in tutti gli ambienti abitativi. Gli obiettivi potranno essere risolti in futuro se tutti gli specialisti esperti vi partecipano e sono ispirati da nuove idee. alpitecture collega gli attori dell’architettura nelle Alpi attorno alle sinergie finalizzate a generare il futuro. Durante i workshop, i partecipanti di alpitecture code 2-10 hanno offerto, grazie al loro sguardo imparziale dall’esterno e i loro stimoli orientati alle soluzioni per particolari mansioni edili nel paese, un contributo alla cultura edilizia e contribuito i relativi sviluppi del progresso.

Prefazione

Il terreno edificabile nelle periferie urbane o rurali che diminuisce sempre più e la visibilità dell’edificio: che si trovi su un declivio montano o nella valle, nel corso del tempo hanno sviluppato una sensibilità in rapporto al paesaggio configurato dagli abitanti. Si parla di architettura perché il suo valore è stato riconosciuto.

alpitecture coinvolge personalmente i partecipanti invitati nella cultura edilizia dell’Alto Adige.

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Gli edifici vengono costruiti per il futuro. La loro concezione richiede una miriade di decisioni da parte di architetti e investitori che devono essere prese in considerazione. Quanto più alti i costi collegati alla decisione e quanto più varie saranno le alternative commerciali, tanto più intensa sarà il dibattito. Proprio quando la superficie utilizzabile si trova in concorrenza alla produzione agricola, l’uso artigianale o residenziale, si richiede molto prima degli inizi dei lavori un‘osservazione critica con la filiale in questione. Gli ambienti paesaggistici alpini si trovano proprio in questo rapporto di forze. In Alto Adige ca. il 5 % dell’intera superficie regionale è utilizzabile e sfruttabile da parte dell’uomo.


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Programma


Programma

1° giorno – Giovedì 10/06/2010 » Arrivo » Benvenuto e introduzione dei I partecipanti alla Camera di Commercio di Bolzano » Visita guidata Camera di Commercio di Bolzano » Interventi fondamentali » Merano arte – “Abitare le Alpi” Mostra » Intervento Plasma Studio, London, Sexten nel Kurhaus di Merano » Cena » Trasferimento Theiner‘s Garten Bio Vitalhotel, Gargazzone

2° giorno – Venerdì 11/06/2010 » Partenza per l’escursione » Centrale di cogenerazione – Bressanone » DUKA, Bressanone » Frener & Reifer Metallbau, Bressanone » Erlacher pranzo incluso, Barbiano » Cantina Tramin, » Chiesa di Laives » Castel Firmiano, MMM – Messner Mountain Museum » Cantina Terlano » Hangar Fri-El Green Power, Bolzano Sud » Höller KG, Laives, » Cena » Ritorno Theiner‘s Garten

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» Visita guidata » Workshops Parte I – Impostazione del problema » Workshops Parte II – Elaborazione » Pranzo » Workshops Parte III – Risultati » Presentazione dei risultati dei workshop » Discussione dei risultati » Discussione con il partner » Intervento Scuola professionale regionale di Bolzano » Tavola rotonda » Cena

Programma

3° giorno – Sabato 12/06/2010


L’Alto Adige in numeri:

» La provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, la più a nord d’Italia, estesa su un territorio di 7.400 km2, di cui appena il 10 % regolarmente coltivabile. Circa un ¼ della regione si trova a 1000-1500 metri, e 2/3 più in alto. » La popolazione conta pressappoco 500.000 abitanti di cui il 70 % circa è tedesco, il 25 % italiano e il 5 % ladino, mentre il 6 % è composto da stranieri. » Il 98 % dei credenti è cattolico. » 1/3 dei lavoratori è impiegato nei servizi, ¼ nel settore industriale e circa il 12 % nell’agricoltura. Con un tasso del 2 % l’Alto Adige vanta il più basso livello di disoccupazione dell’Unione Europea. » Sotto la tutela del governo regionale sono 8 comprensori e 116 comuni. Il capoluogo è Bolzano, con circa 100.000 abitanti, seguito dai comuni di Merano (35.000), Bressanone (20.000), Laives (16.000), Brunico (14.000), Vipiteno (6.000), Chiusa (5.000). La città più piccola è Glorenza con 900 abitanti. La maggior parte della popolazione vive in campagna. » Il monte più alto è l’Ortles con 3905 metri e il Sassolungo nelle Dolomiti raggiunge i 3179 metri. » La regione si divide in 7 comprensori: Val Venosta, Val d’Adige, Valle Isarco, Alta Valle Isarco, Val Pusteria, Salto-Sciliar, Burgraviato e Oltradige- Bassa Atesina. » I fiumi più lunghi sono l’Adige (140 km), l’Isarco (96 km), il Rienza (81 km), l’Aurino (50 km), il Talvera (46 km), il Passirio (43 km). » Il lago più caldo delle Alpi è il lago di Caldaro, mentre il più grande è l’Alpe di Siusi.

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Alto Adige

» In 4,5 milioni di ospiti pernottano annualmente 27 milioni di volte nei 211000 posti letto dei circa 10000 alberghi.*


Alto Adige

L’Alto Adige a parole:

Questa statistica dice poco del fascino dell’Alto Adige e niente della sensazione eccitante che avvertì Goethe nel 1782 sul Brennero, quando giunse a Bolzano in carrozza e annotò sul diario le sue impressioni. Sessanta eserciti degli imperatori tedeschi hanno attraversato il Brennero per vedere il Papa incoronare i loro sovrani a Roma. Tale percorso era assicurato dalle numerose fortificazioni. Per ristorare i mercanti in viaggio sorsero magnifiche locande e le merci venivano scambiate sotto i portici pittoreschi delle città. Gli artigiani e gli artisti nel loro cammino da nord a sud hanno lasciato esempi della loro maestria nei chiostri, nelle chiese, nei castelli e nelle residenze.

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La pacifica coesistenza delle culture e delle lingue derivò dalla stabilità politica raggiunta dopo il 1918 con l’annessione all’Italia dell’Alto Adige. Per l’industrializzazione di Bolzano vennero assunte decine di migliaia di operai italiani che rifiutavano la lingua tedesca e spesso italianizzavano del tutto liberamente i nomi luogo dei luoghi. Dopo la fine della seconda guerra mondiale in seguito alle ferree trattative del 1972 venne sancito lo statuto autonomo, valido ancora oggi e di ampio raggio legislativo per l’Alto Adige. Da allora l’enorme crescita economica ha mitigato i contrasti linguistici e favorito la convivenza pacifica tra i due popoli. Tuttavia gli asili e le scuole sono divisi dalle differenze linguistiche, i posti di lavoro pubblici sono assegnati in base a un sistema di proporzione etnico e tra gli italiani dilagano le delusioni per il fatto di non essere preferiti come agli inizi. C’è voluto un po’ prima che si sentissero altoatesini e la regione accettasse la loro molteplicità culturale e linguistica d’origine.*

Alto Adige

Per milioni di turisti il tanto sospirato sud comincia già dal Brennero. Sul versante meridionale delle alpi le temperature sono costanti e il clima è bello, mite e asciutto. I vigneti all’estremo nord dell’Italia si trovano nella vallata di Bressanone. Qui inizia il paesaggio antropizzato dell’Alto Adige che con i suoi muri a secco, i vigneti terrazzati, i frutteti, i campi, i pascoli e le pianure alluvionali è figlio del sapiente lavoro di secoli. Una regione così piccola che però riesce contenere tanti paesaggi. Quando si inaugura la stagione balneare sul Lago di Caldero, sulla Val Senales si può ancora sciare. Chi non vuole arrampicarsi sulla roccia chiara delle Dolomiti può passeggiare tra i boschi solitari del Monte Regolo o nelle Malghe Alte. Chi vuole risparmiarsi l’afa dell’estate in Val Venosta, può seguire i freschi corsi d’acqua della Waale. Chi ne ha abbastanza del movimento caotico delle città potrà godere in autunno di giornate luminose sotto i pampini dorati della Buschenschänken. Tesori dell’ architettura carolingia, gotica, rinascimentale, barocca e liberty danno bella mostra di sé davanti ai cultori dell’arte. Un’architettura caratterizzata dalle dimore signorili, da retaggi di fattorie bellissime, da chiese riccamente adorne accanto a lussuosi locali di ristorazione. Gli influssi dell’Austria e dell’Italia antiche si incontrano qui come avviene per la cucina.


La Valle Isarco La mappa mostra che le principali vie di comunicazione tra la Germania e l’Italia- autostrada, strada statale e linea ferroviaria- costituiscono un asse continuo tra il Brennero e Bolzano. Quello che nasconde, invece, è la successione senza precedenti di valli diverse nelle Alpi centrali. L’Isarco, che sorge nei pressi del Brennero e scorre lungo la valle omonima, riceve le acque dai ghiacciai in continuo scioglimento delle Alpi dello Stubai e della Zillertal. Un tempo formava il terreno acquitrinoso della palude di Vipiteno. Poi prosegue incanalandosi nella gola della valle tra ripidi boschi e arriva ai confini con la Francia. Fino a questo punto si parla di Alta Vall’Isarco indicata come Wipptal, un’espressione che risale al nome della fortezza latina di Vipiteno, attuale Sterzing.

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Alto Adige

Quando nel 1941 si mise in funzione il bacino artificiale per l’elettrificazione della ferrovia del Brennero-Francia, questo inondò la gola di Bressanone, la porta rocciosa dietro la quale si apre l’ampia vallata della città, che con i suoi vigneti e frutteti spande già odore del sud e segna l’inizio della seconda ampia divisone della Valle Isarco. A Bressanone l’Isarco confluisce nella Rienza che nasce dalle sorgenti della Val Pusteria. Il fiume continua a scorrere lento tra paesaggi di media montagna che risplendono di un particolare fascino e riflettono tracce di una civiltà antichissima ravvisabili nella gola della valle presso Chiusa, fino a Kollmann nella parte inferiore della Valle Isarco. Da qui, nei pressi dell’antica dogana fino a Bolzano, la valle prende la forma di un pericoloso e ripido burrone, la “Viamala dell’Alto Adige”. Gli antichi romani e l’imperatore tedesco preferivano passare per un sentiero situato più in alto, sull’altopiano del Renon. Soltanto nel 1314, su iniziativa del mercante di Bolzano Heinrich Kunter, lungo il corso impetuoso dell’Isarco, venne ricavata dalla roccia la “Via Kunter”che serviva da via di commercio. Nel 1867 la ferrovia del Brennero, sempre minacciata da frane e alluvioni, fu rinforzata da una serie di gallerie e nel 1972-’74, completata con un’autostrada ricca di pilastri, divenne un capolavoro della tecnica. Tuttavia, dal punto più profondo della valle, il viaggiatore di passaggio riesce a vedere poco dei dolci altipiani di Castelrotto, Siusi e Fié e non può apprezzare nulla del soleggiato paese sui pendii del Renon. La parte inferiore dell’Isarco si dovrebbe osservare dal Monte Cavone o dal Monte Bullaccia per poterla apprezzare tutta. Il fiume si calma nella valle di Bolzano.

Qui l’Isarco scorre dai piedi di Castel Cornedo all’imbocco della Val D’Ega, poi lambisce i vigneti, gli alberi di fico, gli oleandri e i cipressi lungo i pendii di Bolzano. Infine passa per la zona industriale della città e incontra l’Adige sotto Castel Firmiano. Sin dal tempo dei romani il Passo del Brennero è un importante collegamento tra nord e sud: scenario delle invasioni barbariche, punto di passaggio di oltre sessanta eserciti degli imperatori tedeschi (in viaggio per l’incoronazione a Roma, per andare in guerra o per le crociate). Albrecht Dürer immortalò Chiusa nella sua calcografia intitolata “La Grande Fortuna”, Goethe vi giunse a bordo di una diligenza attraversando la valle avvolta nella notte, e i Generali di Napoleone vi lasciarono tracce di devastazione. Nella seconda guerra mondiale solo una ferrovia fu bombardata con maggior frequenza, il tratto tra il Brennero e Bolzano. A partire dagli anni Cinquanta, dal Brennero si scatenò un movimento in costante crescita di viaggiatori bramosi di arrivare sulle assolate spiagge dell’Adriatico. Infine, con il trattato di Schengen, il confine del Brennero, che esisteva dall’annessione dell’Alto Adige all’Italia dopo la prima guerra mondiale, fu di fatto abbattuto. I controlli alla dogana e dei passaporti come gli ingorghi snervanti nell’esodo vacanziero cessarono. Così il comune di Brennero si ridusse a un decimo dei suoi abitanti e oggi è in cerca di nuove ambizioni, tra cui un moderno Outlet-Center. La Valle Isarco non è disturbata da un eccessivo turismo di massa. Chi cerca la tranquillità e il silenzio della montagna li troverà soprattutto nell’Alta Val d’Adige e nelle ampie valli laterali amate sin dall’antichità di Ridanna, Funes e Tires. È possibile godersi la vacanza in un appartamento privato o in un agriturismo con le stesse possibilità di farlo in piccoli alberghi storici a conduzione familiare. Il villeggiatore sarà affascinato dalla sconvolgente varietà di residenze nobili, di castelli, chiese, santuari, musei che offrono capolavori, cicli di affreschi di valore inestimabile, crocifissi ai margini della strada o antiche piazze. Il buongustaio oltre alla tradizionale cucina contadina, troverà i raffinati piatti della Valle Isarco arricchiti dagli influssi dell’antica Austria e del Mediterraneo o ottimi vini. La bellezza della regione è data anche dalla gentilezza e dalla socievolezza delle persone che da secoli si dimostrano molto ospitali nei confronti dei visitatori della valle. Anch’essi e la loro origine tedesco-tirolese, ladina o italiana sono accomunati dalla stessa cosa che accomuna il paesaggio, il clima, la vegetazione, la cucina, l’architettura e la storia dell’arte di questa terra: la Valle Isarco racchiude in sé il nord e il sud ad un tempo.*


terra delle fortezze Nessun’altra regione in Europa che abbia la stessa grandezza, può vantare tante fortezze e castelli come ne conta l’Alto Adige. Complessivamente si possono individuare più di 780 roccaforti, castelli, dimore signorili, bastioni e rovine che riflettono in maniera straordinaria la storia architettonica della regione nel corso dei secoli. Per questo la loro fisionomia è eccezionalmente varia e non dipende solo alle diverse condizioni geografiche ma anche dalle frequenti ristrutturazioni.

Chiese e chiostri - luoghi del silenzio

La storia delle fortezze inizia nel dodicesimo secolo e vive il momento culminante a metà del quattordicesimo secolo. Le roccaforti del primo medioevo mostrano ancora oggi una struttura semplice: i sovrani facevano erigere sule colline o sulle alture delle torri di avvistamento quadrate o più di rado tonde, cinte da mura a forma di anelli dietro le quali la popolazione poteva cercare riparo. Accanto alla torre principale sorsero in seguito delle abitazioni che solo nel quattordicesimo secolo assunsero grandi dimensioni e nel sedicesimo divennero talvolta veri e propri palazzi a uso abitativo. A poco a poco si aggiunsero delle fortificazioni conformi alle più attuali esigenze militari, come bastioni, feritoie e cannoniere per l’artiglieria.

Quando Ottone il Grande si recò dal Papa con il suo esercito per essere incoronato imperatore e diede inizio alla tradizione del cammino/corteo dell’incoronazione, era necessario trovare un passaggio sicuro per andare a sud e ci si poteva riuscire con l’aiuto della Chiesa. Così furono istituiti i principati vescovili lungo l’Isarco e l’Adige. Nel 901 Ludovico il Fanciullo regalò al vescovo di Sabiona la corte regia Prichsna da cui nacque la città vescovile di Bressanone. Nel 1027 il vescovo di Bressanone ricevette la regione dell’Isarco da amministrare come regno feudale in cambio del vescovato di Trento, il bassopiano con Bolzano, l’Alta Val d’Adige e la Val Venosta. Così entrambi i principati vescovili potevano svilupparsi indipendentemente dalla Baviera e da Verona.

Elemento determinante del perché in Alto Adige siano state costruite così tante fortezze era la posizione strategica che occupava questa regione tra l’impero tedesco a nord e lo stato pontificio romano a sud. Gli imperatori tedeschi avevano sperimentato che la Valle Isarco e la Val d’Agige erano vie di passaggio sicure per l’Italia. Per questo motivo combinarono il potere imperiale con quello ecclesiastico: così nacquero i principati vescovili di Bressanone e Trento sotto il dominio dell’imperatore.

Per ragioni interne alla chiesa, i vescovi non esercitavano autonomamente il potere temporale, bensì distribuivano a castaldi contee che presto sarebbero entrate in competizione. Infine i conti del Tirolo avrebbero prevalso su tutti gli altri e avrebbero tenuto il potere sui vescovadi di Trento e Bressanone fino a quando l’ultima contessa del Tirolo, Margarete Maultasch, cedette il governo al duca Rodolfo IV di Asburgo. Con questo atto iniziò la dominazione della casa cattolica degli Asburgo sull‘Alto Adige. Come già nel resto dell’Occidente cristiano, fino all’Età Moderna i monasteri avevano detenuto i compiti dell‘educazione scolastica e della diffusione della cultura nella regione. Tra i punti principali vi furono l’abbazia benedettina di Monte Maria in Val Venosta e il Convento di Novacella nella Val d’Isarco fondato nel 1142 dal vescovo di Bressanone Hartmann, gestito fino ai giorni nostri dai Canonici Regolari di Sant‘Agostino. Accanto a questi centri spirituali in Alto Adige sorsero cappelle, santuari molto stimati e centinaia di belle chiese che ancora oggi i fedeli possono considerare come luoghi del silenzio e della meditazione.*

Architektur & Wein La rinomata architettura del vino in Alto Adige, Austria, Germania e Svizzera | Ediioni Callwey, Monaco di Baviera | pubblicato a dicembre 2010 Erlebnis Eggental Cultura e natura sul Rosengarten-Latemar Folio Editore Bolzano/Vienna | 2010

Südtirols schönste Hotels 88 piccoli paradisi Folio Editore Bolzano/ Vienna | 2009

Culturonda Südtirol Un viaggio alla scoperta di vita e cultura Folio Editore Bolzano/ Vienna | 2008

Vinschgau in einem Zug Viaggio in treno nell’Alto Adige occidentale Folio Editore Bolzano/ Vienna | 2006

Architektur in Südtirol Opere attuali- una guida di architettura Ediioni Callwey, Monaco di Baviera | 2008

Erlebnis Eisacktal Escursioni, soste e cultura in Valle Isarco Folio Editore Bolzano/ Vienna | 2008

Südtirols schönste Hotels, Gasthöfe und Pensionen 88 piccoli paradisi ideali per weekend e vacanze Folio Editore Bolzano/ Vienna | 2005 (fuori catalogo)

Alto Adige

* I passi estratti dai seguenti libri di Andreas Gottlieb Hempel sono segnati con l’asterisco

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Nel 1363 quando la contea di Tirolo passò nelle mani degli Asburgo e la capitale fu spostata da Merano a Innsbruck, il Trentino abbracciò la cultura italiana mentre l’Alto Adige si orientò a nord. Si tratta di uno sviluppo che ha segnato decisamente la storia successiva della regione. A metà del 14 secolo terminò la costruzione delle fortezze. Le roccaforti rimaste, infatti, persero man mano la loro funzione di difesa e si trasformarono parzialmente in sontuose dimore signorili. Le rigide strutture iniziali cedettero il posto allo stile di eleganti castelli o dei casini di caccia. All’inizio del diciannovesimo secolo il degrado di molti di questi castelli fu evidente e restò tale fino alla fine dello stesso, quando si manifestò un vero e proprio boom della restaurazione, in gran parte frutto degli entusiasmi romantici. Esempi di tale fenomeno sono Castel Fontana vicino Merano, il Castel Tina in Val Tina e Castel Guelfo di Mules. Oggi i castelli rimasti, contando anche i circa trenta che si possono visitare al momento, contribuiscono considerevolmente a rendere suggestiva l’immagine del particolare paesaggio antropizzato dell’Alto Adige.*

Dopo la conquista del regno longobardo nel 774, Carlo Magno aspirava anche al potere spirituale in Italia settentrionale, perciò riorganizzò i confini dell’episcopato e promosse la provincia ecclesiastica di Salisburgo ad arcivescovato nel 798. In futuro questo interesse per il nord avrebbe avuto conseguenze da non sottovalutare nella storia dell’Alto Adige.


10 Relazioni base

Per capire la cultura di un luogo è necessario farsene un’idea profonda. Tre conferenze tenute da famosi esperti della regione vi daranno le basi per nutrirvi del loro sapere, ricavandone poi opinioni discutibili. Per questo al centro del dibattito ci sono le problematiche dell’architettura, del piano regionale e dell’economia.


11 Relazioni base

Relazioni base


Gli sviluppi architettonici e culturali in Alto Adige »  Dott. arch. Josef March, Dipartimento ai lavori pubblici, patrimonio, scuola e cultura ladina della provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige » Nel 1973 si laurea all’Università Tecnica di Vienna » Nel 1975 architetto al servizio dell’amministrazione provinciale dell’Alto Adige » Dal 1981 funzione direttiva » Nel 1988 direttore di dipartimento ai lavori pubblici e patrimonio e della ripartizione per l’edilizia della regione » Dal 2002 direttore del dipartimento ai lavori pubblici, patrimonio, scuola e cultura ladina

12 Relazioni base

» Insediamento residenziale “Semirurali”, Darbourne & Darke, 1986

» Accademia Cusano di Bressanone, Othmar Barth, 1962


Gli anni Settanta furono segnati da un sempre crescente Regionalismo seguito dal Postmodernismo degli anni Ottanta. Al principio degli Ottanta l’amministrazione provinciale iniziò a promuovere un’architettura del moderno – “un nuovo modo di concepire l’architettura sviluppatosi però dalla tradizione dell’Alto Adige”. Con ciò sono stati creati i presupposti per un atteggiamento positivo da parte della popolazione e della politica nei confronti di questa architettura innovante. Tali premesse, infatti, sottendono leggi efficaci e un piano regolatore funzionale, tanto che oggi si parla di cultura edilizia.

» Scuola femminile Tschötsch a Bressanone, Othmar Barth, 1970

L’amministrazione provinciale ha avuto e ha un ruolo esemplare in materia di qualità dell’architettura. Un forte spirito competitivo in relazione con la concorrenza internazionale contribuisce a un incremento della qualità dell’architettura. Dal 1980 le gare di appalto nel settore edilizio sono molto frequenti. Gli anni che vanno dal 1975 al 1990 hanno visto nascere opere pubbliche di grande rilievo: istituti professionali alberghieri a Bressanone, scuola di addestramento Vigili del Fuoco a Vilpiano, il Palazzo Provinciale II, il centro giovani di Brunico ecc. Molti Comuni e costruttori privati dell’Alto Adige hanno seguito e seguono l’esempio dell’amministrazione provinciale. Così nella regione si è diffusa ovunque un’architettura moderna e innovativa. Una particolare attenzione va all’architettura di alta qualità sviluppatasi nel settore privato di imprese edilizie temerarie. Il carattere moderno di questa architettura è diventato argomento di discussione nell’opinione pubblica, fatto che pertanto rappresenta una grande opportunità. La regione non si lascia intimidire dalle sfide del futuro. Per questo la progettazione in generale deve aspirare a un legame più stretto dell’opera con la tradizione e il paesaggio. Bisogna tenere conto di queste nuove esigenze perché i progetti possano essere presentati. In tal proposito ci si riferisce, ad esempio, alla realizzazione della proposta di CaseClima ecosostenibili, all’integrazione di fonti di energia alternativa e al perfezionamento della resistenza nel tempo degli edifici. Il coraggio mostrato nell’ideazione di questi progetti segna un altro punto a favore del ruolo guida della regione in merito alla cultura edilizia.

» Accademia Europea di Bolzano, Klaus Kada, 2002

13 Relazioni base

L’architettura è la somma di tutti gli interventi che modificano l’ambiente naturale e artificiale. L’identità dell’architettura si basa sulla tradizione e sulla storia di una regione geografica. L’architettura fa parte dell’uomo, che si muove in un ambiente creato da egli stesso e di cui dovrebbe assumersi la responsabilità della qualità. Nella storia dell’Alto Adige lo sviluppo culturale è stato condizionato dalle rivendicazioni territoriali di Italia e Austria-Ungheria. Oggi l’architettura contemporanea in Alto Adige è conosciuta a livello internazionale. L’espressione architettonica della regione ha avuto uno sviluppo costante nel dopoguerra poiché durante la repressione fascista del governo Mussolini e gli eventi bellici mancavano un po’ tutti gli intellettuali e quindi anche gli architetti. Othmar Barth, Luis Plattner, Helmuth Maurer e altri istituirono un piccolo circolo degli architetti in Alto Adige, che avevano studiato principalmente a Vienna.


L’architettura dell’Alto Adige tra due culture »  Dott. Arch Lukas Abram, presidente della camera degli architetti Alto Adige f.s.

14 Relazioni base

» Socio nello studio di architetti Abram & Schnabl, Bolzano » 1995 – 2002 corso di studi in architettura presso l’Università Tecnica di Graz » 2002 esame di Stato a Venezia » dal 2003 redattore della rivista TURRISBABEL » dal 2009 perito regionale per tutela paesaggistica ed urbanistica » dal febbraio 2009, presidente della giuria Architektouren della BYAK » 2005 – 2009 presidente dell’ordine degli architetti dell’Alto Adige

» Haus Mimmi, Settari, Tre Chiese, Lois Welzenbacher, 1924

» Hotel Alpi, Armando Ronca, 1956

» Hotel Kurzras Senales, Abram & Schnabl, 1980

» Winecenter Caldaro, feld72, 2006


L’appartenenza del Sudtirolo all’impero Austro-Ungarico nel diciannovesimo secolo ha portato grazie a un incipiente turismo elevato a una trasformazione delle città. Merano, ad esempio, venne adattata a località termale e le città divennero succursali ricreative del capoluogo. Parte degli edifici, spesso alberghi di lusso, furono costruiti sempre da architetti di Vienna. Si trattava di un’architettura basata sullo storicismo di architetti di Dresda, Monaco e della Germania meridionale. I nativi mostrarono un certo scetticismo di fronte a questo sviluppo e vedevano cambiare le loro città da stranieri. Dopo la prima guerra mondiale questo impulso rivoluzionario si placò. In Alto Adige si destò il desiderio di abbandono del passato e germogliò un nuovo orientamento che seguiva le ideologie della Werkbund (Lega Artigiani) e del Movimento Moderno. Per questo gli architetti, forse anche a motivo dell’incalzante “italianizzazione” caldeggiata dal fascismo a partire dal 1922, si sentirono in obbligo di rispettare la tradizione edilizia locale. Essi volevano mettere in rilievo lo stile essenziale altoatesino condannando gli elementi di esagerazione e sovraccarico ornamentali. Gli architetti volgevano a rimpiazzare l’anonima cultura edilizia rurale con edifici moderni. Si svilupparono un regionalismo e una nuova visione della fisionomia umana (ad es. Hotel Panna) che si riallacciavano alle idee razziali del nazionalsocialismo. Architetti come Lois Welzenbacher impressero nuove tendenze nella maniera di progettare che tenevano conto del luogo e trasmettevano una semplicità senza precedenti. Dopo il 1930 divenne difficile esercitare per gli architetti austriaci professionisti. Non erano più autorizzati a firmare i progetti e gli studi si sciolsero. Le ambizioni dei fascisti su Bolzano erano l’industria siderurgica e la crescita demografica che doveva attingere agli operai siciliani per raggiungere i 10.0000 abitanti (anche se Bolzano non aveva giacimenti di metallo e carbone). L’ampliamento della città dovuto all’industrializzazione a sud ha conseguenze ancora oggi, come il caldo del centro della città per via del vento del sud.

In seguito a undici bombardamenti Bolzano era quasi completamente distrutta dopo la guerra e la popolazione era convinta di poter contare soltanto sulle proprie forze per ricominciare. Le ferite provocate dall’annessione all’Italia dovevano sanarsi. La Heimatpflegeverband rivolse l’attenzione alle idee nazionalsocialiste e riprese il catalogo delle forme degli anni Trenta. Ciò, con la spinta del turismo in ascesa, portò a una chiara banalizzazione e impedì per molto tempo ogni discussione sull’architettura moderna. Mentre i tedeschi altoatesini si dedicarono all’edilizia rurale i colleghi italiani operarono in città. Tra il 1960 e il 1980 furono costruiti 43,5 milioni di m3 di edifici. Più di quanti ne fossero stati edificati complessivamente fino al 1960 in Alto Adige. L’avvento del turismo e la richiesta di posti letto hanno giocato un ruolo fondamentale in questa vicenda. La disponibilità di strade e corrente elettrica al pari della crescente mobilità favorirono l’insediamento. Si doveva pur trovare il modo di sfruttare il circa 5 % di terreno a uso industriale e edificabile. Nel 1970 entrò in vigore una legge a tutela del paesaggio, nel 1972 venne presentato anche uno dei primi piani regolatori e nel 1974 sorsero i primi parchi naturali. Alcuni dei progetti innovativi furono realizzabili grazie alla Chiesa soprattutto, che in qualità di costruttore incoraggiò a sperimentare nuove forme strutturali. Si vedano Helmuth Maurer: la Casa degli Esercizi a Nalles, 1963; Othmar Bartth, la Scuola professionale per l’agricoltura e di economia domestica a Salern, la Scuola femminile a Tschötsch, il Complesso residenziale di Aslago; Abram & Schnabl: Chiesa di Castelbello, 1973. Alla fine degli anni Ottanta il rigore del piano regolatore venne messo da parte e ciò coincise con l’elezione del consigliere provinciale Benedikter. Il partito regalò il paesaggio conservato con tanta cura ai suoi elettori: l’industria ottenne il terreno per espandersi, gli agricoltori lo ottennero per i fienili e anche gli albergatori colsero l’occasione per ampliarsi. L’Ufficio Comune per il Servizio dell’Urbanistica ed Edilizia Privata sancì che i piani di direzione dei lavori di costruzione non fossero più stabiliti né coordinati nei Comuni. Il suolo pubblico non trovò più pace. In alcuni quartieri gli spazi sul suolo pubblico vennero messi all’appalto ai sensi dell’opinione comune. Oggi esiste un gran numero di progetti degni di nota incentrati sul rapporto intimo tra ambiente e opera. Non si possono elencare tutti ma alcuni esempi vanno citati: la Cantina Manincor a Caldaro, 2004, di Walter Angonese in collaborazione con Rainer Köberl e Silvia Boday; il Winecenter di Caldaro, 2006, Studio feld72; la Scuola professionale provinciale Bolzano, 2007, Höller & Klotzner Architetti; il Quartier Generale Salewa, nella zona industriale di Bolzano sud di Cino Zucchi Architetti-Park Associati, che sarà inaugurato nel 2011. 15 Relazioni base

Identità è una parola che viene ridefinita giornalmente se non ogni ora dai rappresentanti di tutti i gruppi linguistici altoatesini. La domanda sulla natura e i valori degli altoatesini di oggi, il loro contesto interregionale e le esigenze che trascendono il loro benessere sociale, trova difficilmente risposta. L’identità trova la sua espressione più eclatante e visibile a tutti nell’architettura. I contrasti tra italiani, tedeschi e ladini, nonostante dipendessero principalmente da ragioni politiche, ha sempre avuto ripercussioni sulla cultura edilizia in Alto Adige.


Sviluppo regionale e gestione del territorio in Alto Adige » Ing. Diplomato Lisa Kofink, Istituto di ricerca EURAC per lo sviluppo regionale e la gestione del territorio » 2001 – 2002 corso di studio in pianificazione degli spazi presso il Blekinge Institute of Technology, Karlskrona, Svezia » 2005 conclusione del corso di studio in pianificazione degli spazi e dell’ambiente presso l’Università Tecnica di Kaiserslautern, Germania » 2005 collaboratrice presso l’Accademia Europea di Bolzano (EURAC Research), Istituto per lo sviluppo regionale e la gestione del territorio » 2008 coordinatrice presso l’Accademia Europea di Bolzano, Istituto per lo sviluppo regionale e la gestione del territorio (EURAC Resarch)

Sostanza

16 Relazioni base

Nucleo

Differenziatori

Nucleo competenza come base per il marchio ombrello “Alto Adige”

cordiale diretto e caloroso ricco di contrasti “canederli & spaghetti” credibile di pregio

ricco di tradizioni avere tempo/godersi la vita

genuino affidabile

orgoglioso forte

autentico

sostegno origine: www.provinz.bz.it/dachmarke)

Marchio ombrello per • prodotti agricoli • turismo • commerciali e industriali economico • servizi


a considerare un solo fattore territoriale o un solo target di consumatori (imprese, abitanti, turisti). Non è più l’offerta di un prodotto a fare la differenza ma un sistema gestionale integrato tra più settori dell’economia.

L’economia regionale, invece, si occupa dell’efficienza economica delle strutture territoriali e tratta soprattutto l’analisi e il supporto di fattori di localizzazione che rendono uno spazio attraente e competitivo. Per l’economia e lo sviluppo regionale il turismo riveste un ruolo importante in Alto Adige. Così il settore alberghiero contribuisce con l’11,9 % (prezzi di produzione) al prestigio della regione. L’Alto Adige è rappresentato dall’intensità del turismo, dalla disponibilità di posti letto e dal numero elevato di alberghi sui pendii delle Alpi.

Un esempio di questa politica è l’impegno profferto a Caldaro da parte di leader dell’economia provenienti dai vari settori (viticoltura, turismo, agricoltura e rappresentanti della pubblica amministrazione), che con l’aiuto di un’agenzia di comunicazione hanno creato una buona immagine per la loro città. Il risultato è il marchio wein.kaltern (“Vino, Caldaro e punto”) una brillante offensiva pubblicitaria promossa dai produttori di vino per Caldaro. Dall’etichetta wein.kaltern nasce un nuovo marchio, il “wein.weg”(“Il sentiero del vino”), che deve il nome a un sentiero che porta da Caldaro-attraverso i vigneti- al lago di Caldaro e ha la forma di un 8. Punto di incontro del sentiero è la Casa del vino- Punkt nel centro del paese. Il locale nasce nel 2005 dal genio dell’architetto viennese Herman Czech. È un’invitante vinoteca che sfida a degustare tutti i vini prodotti a Caldaro. Altro punto di congiunzione con l’architettura moderna, il turismo e la viticoltura è il punto vendita Winecenter della Cantina di Caldaro. Lo studio viennese feld72 Architekten ha vinto il concorso per il progetto dell’edificio, che si costituisce come un segno importante all’ingresso di Bolzano, nella strada che porta al lago di Caldaro. Il Winecenter è sito sulla strada principale, e si distingue per la linea dinamica tipica del ventunesimo secolo pur inserendosi ugualmente nell’identità tradizionale urbana. Grazie a questi accorgimenti Caldaro è diventata un’impresa economica multisettoriale, e tutti i settori beneficiano dello sviluppo comune.

I requisiti che deve avere un paese in concorso si suddividono in fattori base (come l’accessibilità), fattori competitivi (tra cui l’architettura) e fattori di differenziazione (competenze speciali e sui generis). L’insieme di tali fattori costituisce il nucleo di competenze della regione. Sulla base di tali competenze principali, successivamente, si potranno definire e sviluppare spunti per la produzione regionale di nuovi prodotti unici e competitivi. La gestione del territorio in Alto Adige prevede l’integrazione dei principi della gestione d’impresa nello sviluppo regionale e nelle questioni territoriali. La gestione sarà nelle mani delle imprese, il cui management punta a uno sviluppo futuro ben pianificato in una direzione precisa, dunque non si limita

17 Relazioni base

Lo sviluppo regionale si basa sull’interazione di diversi elementi (popolazione, economia, trasporti ecc) ed è legato alla crescita della produttività di una regione.


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escursioni

escursioni


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escursioni


Mete delle escursioni

Centrale di Teleriscaldamento, Bressanone Duka, Bressanone Frener & Reifer Metallbau, Bressanone

Merano Arte Hotel Terme Merano

Erlacher Arredamenti Theiner‘s Garten Bio Vitalhotel, Gargazzone

Cantina di Terlano

Scuola professionale provinciale, Bolzano Castel Firmiano

Camera di Commercio, Bolzano

Hangar della FRI- EL Green Power, Bolzano

Chiesa di Laives Höller KG, Laives

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escursioni

Cantina Tramin

» Cartografia: Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige - Ufficio Informatica geografica e statistica 9.6


Camera di Commercio di Bolzano Il centro di Bolzano offre una serie emozionante di spazi non circoscritti alle sole piazze, strade, viali, parchi e i corsi dei fiumi Isarco e Talvera che incidono profondamente il tessuto urbano. Anche il contenuto di questi spazi è evidente. Al centro storico si contrappongono sull’altra parte del Talvera, i segni dell’espansione urbana italiana degli anni Venti e Trenta. Anche se le due parti mettono in relazione certe strutture, come la reinterpretazione dei portici, ci imbattiamo comunque in due ambienti molto diversi: l’”accogliente”città vecchia arricchita dal pathos storico e la “razionale”città nuova, in cui gli spazi urbani trasmettono freddezza.

Come ha fatto un moderno edificio amministrativo dalle dimensioni imponenti, nato in questo insolito contesto, a inserirsi nel linguaggio del nostro tempo? Un primo aiuto l’ha dato la posizione centrale nella città e la scelta del terreno è stata in un certo senso un colpo di fortuna. La nuova sede della Camera di Commercio ha anche rinvigorito il prestigio di imponenti costruzioni già esistenti come il palazzo del teatro con il suo rivestimento di pietra naturale chiara, il sistema di raffinati intonaci del vescovato e un albergo con facciata vivacemente decorata da parti in calcestruzzo.

Questo approccio con le sue definizioni spaziali assume, come è naturale per questo luogo ancora poco diffuso, le condizioni limite del centro storico: Piazza, viale, corte interna ed ogni tipo di traffico del centro cittadino, soprattutto pedoni provenienti dal parcheggio di fronte che per prima cosa ammirano l‘angolo di piazza Verdi non appena riaffiorano dal sottopassaggio. Sono tutti questi gli elementi che il nuovo edificio deve prendere in considerazione: Si prepara a ricevere invitante il visitatore sorpreso con il suo atrio in vetro ben aperto: un gesto che inizialmente non ci si aspetterebbe dalla facciata di aspetto gelido e piatto. Internamente si aprono spazi dalle grandi dimensioni e di accesso pubblico che fanno dimenticare di essere entrati in un edificio commerciale con tanti uffici singoli per gli addetti. Questi ambienti interni semipubblici si possono intuire anche dalle facciate: laddove la trasparente facciata in vetro attraversa l’intero edificio ritroviamo corridoi, gallerie, cortili e scale mentre dietro alle aree del parapetto si trovano ambienti per uffici. Un edificio che imprime un certo effetto, che raccoglie l’architettura del quartiere “razionalista”della città e che tuttavia grazie ai suoi intrecci spaziali si adatta perfettamente al centro storico.*

escursioni

Nel concorso di architettura un secondo aiuto è stato dato dalla proposta che si è aggiudicata il premio dell’architetto Wolfgang Simmerle, la quale prevedeva un edificio a blocco polifunzionale lungo via Alto Adige all’angolo con Piazza Verdi. Solo la parte della Camera di Commercio corrisponde al progetto originale di tre strutture: su una greca tridimensionale si aprono, si chiudono e si incontrano spazi aperti e funzionali. Si sviluppa dunque un interno che per le piazze, le strade, i ponti e i collegamenti visivi può qualificare la città come “tridimensionale”. Tra le varie sezioni del palazzo vi è una stradina che conduce a un cortile da cui si possono raggiungere facilmente Piazza Verdi, il vescovato diocesano e il teatro. In futuro si pensa anche a un piazzale interno con un caffè piacevole e silenzioso e alberi intorno.

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» Studio di architettura: Architekturbüro Wolfgang Simmerle » Committente: Camera di Commercio di Bolzano » Tempi di costruzione: 2004 – 2007

Negli anni Sessanta con l’acquisto di lotti edificabili in via Alto Adige, furono gettate le fondamenta per la nuova Camera di Commercio ma soltanto nel 1977 l’amministrazione comunale approvò il piano dei lavori di costruzione in via Alto Adige. L’Istituto per l’edilizia sociale, la città di Bolzano e la Camera di Commercio bandirono come costruttori un concorso di pianificazione congiunta .


Hotel Terme Merano e terme di Merano

Foto: Therme Meran/Tappeiner.

» Studio di architettura – Bozzetto: Rüdiger Baumann und Julia Zillich, Berlino »S tudio di architettura – Progettazione e installazione: Matteo Thun, Milano » Architetti del paesaggio: Lützow7, Berlin, Cornelia Müller e Jan Wehberg » Committente: Thermen Meran AG » Tempi di costruzione: 2005

Merano ha quasi 300 giorni di sole l’anno, con il suo clima mite e i tremila metri di altezza domina il centro della montagna. Qui le piante tropicali sono al riparo dall’inverno nella fresca aria di montagna. Cultura, shopping e alberghi a di lusso attendono gli ospiti. Capoluogo del Tirolo, Merano ha avuto il suo picco di splendore tra il 1317 e il 1420. La città antica e le numerose residenze nobiliari ne sono una prova. Quando la capitale del Tirolo fu trasferita a Innsbruck, Merano fu etichettata quasi per mezzo secolo come “paesucolo”. A metà del diciannovesimo secolo iniziò per la città un periodo di risalita come località termale della aristocrazia europea su esempio dell’imperatrice “Sissi”. Il collegamento ferroviario nel 1881 favorì la nascita di Grand Hotel e il medico della Spa, il dottor Franz Tappeiner intitolò il famoso viale a suo nome. Nel nuovo edificio centrale dello stabilimento di cura si suonava il valzer, ma la prima guerra mondiale e l’annessione del Alto Adige all’Italia pose fine a tutto. Dopo la seconda guerra mondiale Merano impiegò molto a ritrovare l’afflusso turistico di un tempo. I Grand Hotel erano superati e anche la clientela era cambiata. Negli ultimi decenni, tuttavia, Merano ha fatto molto per recuperare l’antico fulgore e si è reinventata con nuove proposte di eventi culturali. Non è stato difficile scoprire fonti di radon a Merano. Proprio quello che ci voleva per costruire un bagno termale, completato da un hotel di prima classe che offre tutti i comfort del nostro tempo. Da un concorso internazionale sono risultati vincitori gli architetti Baumann e Zillich e la bozza del loro progetto è stata utilizzata. L’esecuzione del progetto porta la firma dell’architetto Matteo Thun. Le terme, inaugurate nel 2005, hanno stabilito una connessione tra il genuino Alto Adige e il moderno Mediterraneo. L’architettura del vetro che le caratterizza offre al visitatore una chiara visione delle montagne circostanti, così che l’ospite possa comunicare intimamente con il paesaggio, l’acqua e gli elementi naturali dell’Alto Adige. È un’architettura dalle linee nette, con l’uso di pietre preziose e legno nella costruzione. Anche nella Spa e nell’Health Center è prioritaria l’offerta di prodotti regionali, indice di comprensione e rispetto della natura.

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escursioni

Accanto ai programmi delle piscine interne ed esterne che soddisfano ogni necessità, alla sauna, al centro fitness e benessere e all’hotel con 300 posti letto provvisto di un centro Spa e di una sala conferenze, gioca un ruolo cruciale soprattutto l’assetto urbanistico di Merano. Sopra un tunnel sotterraneo fregiato da installazioni artistiche sul lato sinistro c’è un ampio spiazzo tra le terme e l’hotel. Esso si contrappone centralmente al lungo viale che va ai bagni termali sito nella città vecchia, da cui è raggiungibile attraverso un ponte pedonale aggiunto di recente, una nuova attrazione per Merano. Da qui si gode una splendida vista della città, fino alle cime innevate del gruppo di Tessa: si possono vedere il centro termale, il parco adiacente di Burggräfler o si può apprezzare il servizio dell’hotel dalla terrazza. La perpendicolarità asettica dei due edifici è compensata dalla scelta di una bella pietra naturale dai colori caldi.*


Merano arte edificio Cassa di Risparmio, Merano La Merano Arte è una galleria e un forum per discutere di arte contemporanea. È gestita da un club e finanziata da molte istituzioni. Con una media di 10000 visitatori l’anno e un cospicuo numero di attività culturali e collaborazioni con altre istituzioni internazionali la Merano arte occupa un posto di spicco nella vita socio-culturale dell’Alto Adige.

I primi elementi strutturali della costruzione risalgono al Medioevo. L’edificio si caratterizza per i segni tipici delle case con portico di Merano: pianta stretta e molto allungata (40x9 m), campata centrale con bovindo e portico e una sala aperta su tutti i piani di esposizione. Lo studio di architettura Höller & Klotzner mirava a mantenere la vecchia struttura e a inserire in maniera visibile le nuove aggiunte di vetro e acciaio. La presenza dell’atrio dovrebbe riuscire a illuminare maggiormente il cortile centrale interno. Nello stesso tempo gli architetti non hanno avuto l’arduo compito di suddividere l’edificio stretto e molto profondo in base all’uso prescelto. Ecco perché la scelta architettonica finale è ricaduta sulla neutralità creativa degli spazi. Pareti bianche e pavimenti in legno di Langriemen servono da sfondo discreto per soddisfare le mutevoli esigenze delle varie esposizioni.

escursioni

Solo la ristrutturazione ben riuscita della sala antica della Cassa di Risparmio mostra una linea tutta sui generis. Le altre sale vivono, come spesso accade nelle gallerie o nei musei, della luce che dovrebbe mettere in risalto gli oggetti esposti. Gli architetti sono magistralmente riusciti a ricreare una luce naturale dall’alto (una luce laterale sarebbe stata impossibile per la posizione in cui si erge l’edificio). Tuttavia, anche l’illuminazione artificiale non ha nulla da invidiare all’altra. La limitazione all’essenziale e l’uso di pochi materiali generano un’architettura delle gallerie pacata, che con la sua naturalezza fa da buona cornice all’arte.*

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» Studio di architettura: Höller & Klotzner Architekten, Merano » Committente: Fondazione Cassa di Risparmio » Tempi di costruzione: 2000 – 2001

La galleria ha sede in un antico edificio sotto i portici del centro storico di Merano, è di proprietà della Cassa di Risparmio dell’Alto Adige ed è stato completamente rinnovato, tanto che fornisce circa 500m2 di superficie espositiva distribuita su diversi piani. Un appartamento-atelier indipendente ospita artisti provenienti da fuori e il café Kunsthaus è diventato un popolare luogo d’incontro nel centro storico. La sala storica della Cassa di Risparmio è utilizzata per i convegni e i concerti e può essere affittata per eventi esterni.


Centrale di Teleriscaldamento, Bressanone

» Studio di architettura: Modus Architects, Matteo Scagnol, Sandy Attia, Bressanone » Committente: L’ASM Bressanone SpA » Tempi di costruzione: 2007 » 1° premio del 5° concorso di architettura altoatesino

La città di Bressanone potrebbe essere considerata un modello da seguire a livello ecologico: Il centro storico è libero dal traffico, è presente una rete di citybus molto utilizzata dalla popolazione, la rete di piste ciclabili e di percorsi per il trekking in città e nei suoi dintorni è molto sviluppata e così anche l‘alimentazione idrica che costituisce un modello simile a quello della rete fognaria, di smaltimento dei rifiuti, mentre una rete di teleriscaldamento che dovrebbe ricoprire l‘intera città è vicina al completamento. L’impianto centralizzato necessita di parecchie stazioni intermedie da quelle poste sul ponte Mozart, a sud del nucleo storico della città, divenuto un edificio davvero spettacolare, nonostante le dimensioni rispetto ai vicini monasteri e alle scuole siano ridotte. Gli edifici ad uso tecnico sono quelli la cui forma è normalmente trascurata. Le stazioni dei trasformatori, le sottostazioni elettriche, gli impianti della rete fognaria e di riscaldamento, in maniera simile ai ponti, vengono considerati generalmente come semplici opere ingegneristiche, senza che gli architetti li avessero accettati semplicemente e nella loro non-forma. Diversamente dalla stazione di teleriscaldamento di Bressanone: La sapiente combinazione di una struttura architettonica tecnica necessaria con un punto di ritrovo per giovani in una posizione non protetta tra la testa di ponte e le vie di traffico è riuscita a creare integrazione nel tessuto urbano. Lungo il viale Mozart fortemente trafficato ma ben piantumato l‘impegno è stato notevole e un giovane architetto di talento è stato incaricato di trovare una soluzione particolare: il corpo funzionale dell’edificio dalle strutture tecniche – ovviamente in calcestruzzo – si è potuto permettere una grande vetrina sul passeggio lungo il fiume Isarco. In questo punto si vedono passare pedoni, jogger e ciclisti che possono osservare le “budella”tecniche dell’impianto che internamente si presentano all’osservato davvero pulite e con tubazioni in cromo lucido. La seconda pelle del blocco in calcestruzzo è costituita da una maglia di catena in rete d’acciaio rivestita che nella sua cornice ascende fino a diverse altezze e di notte è retroilluminata con colori mutanti. In alto sul tetto, incastonato dalla struttura in acciaio, è alloggiato un impianto per skate-board.*

Area esposizioni DUKA, Bressanone

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escursioni

Nel 1993 si rivelò necessario un trasferimento dell’azienda nella filiale attuale. L’edificio moderno, posizionato al centro della bella campagna alto-atesina, è espressione della visione: Aperto al nuovo, le possibilità di restare tuttavia radicati a modo proprio. Nel 2006 è stata inaugurata la nuova area espositiva con una superficie di 600 m². Con la natura come sfondo, è stato creato un ambiente di esposizione caratterizzato da un‘elevata flessibilità, trend di arredamento indipendentemente momentaneo. Gli scenari singoli costituiscono il tema delle tipologie della fila di cabine doccia e le loro peculiarità. Il concetto di illuminazione e le cortine di fili mettono in scena l’esposizione.

» Studio di architettura: ra.be interior design » Committente: duka AG » Tempi di costruzione: 2006


FRENER & REIFER Matallbau, Bressanone La concezione di nuova costruzione era palese già nell’edificio preesistente che era stato costruito nel 1995 come primo di tre lotti di lavori. Nel secondo lotto di lavori sono cominciati i notevoli lavori di costruzione di 2 livelli sopra all‘atrio (Amministrazione degli uffici & produzione).

» Studio di architettura: BRT Architekten - Bothe, Richter, Teherani, Amburgo » Committente: FRENER & REIFER Metallbau GmbH/Srl » Statica: Studio di Ingegneria Srl Bergmeister » Tempi di costruzione: 2004 – 2007

FRENER & REIFER Metallbau GmbH/Srl è considerata una delle imprese leader a livello internazionale nella costruzione di facciate per edifici, per questa ragione era ovvio che si potesse creare una facciata particolare dai materiali prevalentemente elaborati quale vetro, acciaio e alluminio. La struttura della facciata conferisce alla zona industriale un accento particolare. Gli architetti hanno progettato una facciata in vetro che rappresenta una foresta stilizzata. I “tronchi d‘albero”consistono in vetro trasparente al 90% fino al soffitto. Il materiale di riempimento tra gli “alberi”è costituito da vetro translucido lavorato. Nel foyer sono stati esposti carter in acciaio inox. La ristrutturazione interna del piano uffici & amministrazione è stata eseguita dall‘impresa HÖLLER KG.

ERLACHER ARREDAMENTI, Barbiano/Ponte Gardena ERLACHER Innenausbau si avvale di una storia ricca di tradizioni che dura ormai da anni. La ben nota “falegnameria Schenk”anche oltre i confini regionali esistente sin dal 1905 a Ponte Gardena è stata acquisita nel 1976 da Toni Erlacher, che l’ha ampliata e da allora la gestisce con successo. Nel 2009 il nuovo edificio amministrativo è stato collocato lungo l’asse stradale Bolzano-Chiusa (ex edificio postale) adattandolo al nuovo spirito dei tempi. L‘attività si vanta di essere la prima impresa in Italia ad aver adottato la certificazione ambientale ISO-14001 e nel 2009 è stata insignita del premio di miglior CasaClima con A Oro. Sono stati considerati in modo particolare le qualità nell‘acustica spaziale, nella protezione antirumore e nella tecnica dell‘illuminazione.

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I luoghi del silenzio – Monastero di Sabiona I Romani chiamavano Sebenum la ripida rupe in diorite che sovrasta la strozzatura della Val d‘Isarco, a monte dell’attuale abitato di Chiusa. Ancora oggi viene chiamato con adorazione il “Sacro Monte del Tirolo”oppure “Acropoli dell’Alto Adige“. Questa località particolarmente sublime divenne, attorno al 400 D.C. sotto la reggenza del metropolita di Aquileia, un centro propulsore della cristianizzazione del Tirolo già in epoca romana. Con Sant’Ingenuino, Sabiona è divenuta nel 590 sede vescovile. Il monastero che oggi si erge maestoso sopra a Chiusa divenne infine il simbolo della tradizione cristiana dell‘Alto Adige. *

escursioni

» Studio di architettura: Dr. Arch. Stefan Gamper » Progettazione interni: Toni Erlacher & Manfred Erlacher » Committente: Erlacher Innenausbau KG » Tempi di costruzione (diverse fasi di costruzione): 1997 – 2008


Cantina Tramin, Termeno Già nel 1898 la Cantina Tramin era stata fondata come una delle prime cantine sociali dell’Alto Adige. 290 membri gestivano una superficie di vigneti totale di 220 ettari. Vengono prodotti ogni anno 1,2 milioni di bottiglie da 0,75l. Gli attuali edifici della cantina non avevano più alcun significato architettonico. La ristrutturazione progettata si fonda pertanto su una soluzione fomale che coincide anche con la posizione chiave dal punto di vista architettonico all’entrata dell’abitato. Da questo punto lo sguardo spazia verso l’alto fino ai vigneti apparentemente infiniti fino al Lago di Carezza e al Monte di Mezzo. Il gruppo architettonico costituisce contemporaneamente l’entrata settentrionale, finora non particolarmente attraente, dell‘abitato.

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escursioni

» Studio di architettura: Architekt Werner Tscholl, Morter » Committente: Cantina Tramin » Tempi di costruzione: 2008 – 2010

In un concorso limitato è stato scelto il progetto straordinario di Werner Tscholl, la cui costruzione è iniziata nella primavera del 2008 e terminata due anni dopo. Con un gesto che ricorda le braccia allargate sono state aggiunte due ali all’edificio esistente con cui si accoglie il viandante nel villaggio di Termeno attraverso l‘enoteca più significativa del villaggio. Le ali dell‘edifico costituiscono una corte su due piani che permette due accessi sulla strada in notevole pendenza: quella inferiore per l’uscita dei visitatori coperta da una tettoia e quella superiore per l’accogliente entrata all‘aperto. La nuova componente architettonica a forma di u è anteposta alla componente architettonica in modo tale che non è più possibile percepirlo di primo acchito. Per la conformazione dei nuovi elementi architettonici, l’architetto si ispira a forme che richiamano alla vista la forma delle nervature sfogliate delle viti durante l‘inverno. Le forme bizzarre sono state tradotte in una struttura in acciaio che portano come cornice le facciate vetrate poste ad una certa distanza. I visitatori accedono allo spazio commerciale posto al piano terra oppure alla sala posta al piano immediatamente superiore e vengono ricevuti in questa posizione sopraelevata da un panorama eccellente. L’edificio ha conservato un simbolo corrispondente dei vini prodotti ed è diventato una delle mete di viaggio preferite dai cultori del vino appassionati di architettura.*

Vino Come vitigno autoctono dell’Alto Adige, il Traminer aromatico ha reso famoso in tutto il mondo il paese di Termeno e la cantina ha ricevuto, nel corso degli ultimi anni, tantissimi riconoscimenti internazionali proprio grazie a questo vino. Questa cantina, come è d’uso in Alto Adige, offre tanti parametri di qualità differenti: i classici, i vini cuvée, vini DOP e vini nobili. A questi si aggiunge anche come specialità la vendemmia tardiva del Termeno aromatico, una vendemmia di acini selezionati secchi o dolci, i cui grappoli maturano sul vitigno fino a novembre. Notevole è la molteplicità di varietà: Oltre alla Vernaccia, che corrisponde ad un terzo della produzione con il nome di Lago di Caldaro classico, i vini bianchi includono il Pinot Bianco, lo Chardonnay, il Sauvignon, il Pinot Grigio, il Moscato giallo, il Müller–Thurgau, il Termeno aromatico e il Riesling, mentre i vini rossi comprendono il Lagrein, il Merlot, il CabernetSauvignon, il Pinot Nero e il Moscato Rosa. Tre Cuvée, Stoan, Roan e Loam sono annoverati nella qualità dell’offerta di vini più qualificata, di cui la varietà più prestigiosa è sicuramente il Termeno aromatico di varietà “Nussbaumer“. Consigli per la degustazione dei vini: Termeno aromatico Nussbaumer 2009 Gli aromi affascinanti di rose con sfumature di litchi e miele sono prevalenti in questa varietà migliore nel suo genere.*


Ampliamento della chiesa parrocchiale di Laives La Chiesa di Sant’Antonio Abate e San Nicolò è stata creata attorno al 1250 con il campanile romanico e il coro. Nel 1509 sono stati effettuati degli ampliamenti in stile gotico e, nel 1650, in stile barocco. Infine nel 1856 la navata della chiesa è stata riconvertita in stile neogotico, che ora dimostra di essere troppo piccola per la popolazione cresciuta di numero. Tutte le proposte avanzate finora di ampliamento della navata esistente avevano incontrato resistenza presso la popolazione. Soltanto l‘attuale proposta di ampliamento, che conservava l’aspetto della vecchia chiesa, ha incontrato il plauso della popolazione.

Il vecchio interno della chiesa funge ora da oratorio con la sua fonte battesimale e il suo confessionale. Il Coro romanico è stato nuovamente aperto al pubblico mentre l‘altare maggiore con l‘immagine della pietà è stato collocato in profondità. Il vecchio spazio interno della chiesa appare pertanto di dimensioni maggiori di quanto non fosse prima. Attraverso il contenitore in vetro la luce penetra dall’alto, modulando così la vecchia facciata. La luce che entra attraverso la parete posteriore dell‘altare appare più intensa e la croce gigantesca illumina il retro dell‘altare.

escursioni

I toni caldi dei rivestimenti a pannello in acero canadese viziano l’osservatore, che si sente catapultato in un mondo mistico dalle pareti dolcemente inclinate e dal tetto impetuoso. Anche il pavimento presenta una leggera pendenza verso l‘altare – si percorre un pavimento oscillante e santo allo stesso tempo. Una superficie che rende insicuro il visitatore e che allo stesso tempo si rivela accogliente. Lo sguardo si concentra sulla grande croce dorata che trasmette in questo ambiente l‘unico spigolo destro e quindi sicurezza. Dietro alla rappresentazione del trascendente si trovano pareti in calcestruzzo e travi di acciaio coibentati con isolanti in vetro. La facciata e la copertura del tetto sono rivestite con metallo non ferroso a scaglie (Tombak). Tuttavia tutto ciò che è materiale ha poca importanza nei confronti dell’atmosfera insistente di questo ambiente sacro. *

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» Studio di architettura: Höller & Klotzner Architekten, Merano » Committente: Pfarrei St. Antonius Abt und St. Nikolaus » Tempi di costruzione: 2000 – 2003 » Superficie edificata: 890 m² » Cubatura: 8.400 m³ » 1° premio del 3° concorso di architettura altoatesino

Gli architetti hanno optato per un elemento architettonico quasi completamente chiuso che all‘esterno non richiama ad alcuna associazione di sacralità. Rispetta la vecchia costruzione religiosa, separata da un collegamento in vetro, attraverso il quale viene vissuta anche la facciata settentrionale della chiesa. Si entra in chiesa, come sempre, attraverso l‘entrata principale posta nella vecchia facciata occidentale oppure attraverso l‘entrata secondaria rivolta verso sud, che tuttavia offre alla nuova costruzione l’esperimento spaziale più interessante nel rapporto assiale.


Messner Mountain Museum, Castel Firmiano, Firmiano Castel Firmiano – oppure “la montagna incantata“, come l’alpinista estremo Reinhold Messner definisce il più grande castello dell’Alto Adige sulla punta più settentrionale del Monte di Mezzo situato tra il fiume Adige e il comprensorio dell’Oltradige. La montagna incantata era già fortificata in epoca preistorica, dove vi era un forte circondato da mura. Nella serie di fortezze costruite nel corso del Medioevo a guardia del principale punto di comunicazione tra Nord e Sud, Castel Firmiano fu prima sede dei Vescovi di Trento e quindi dei Conti del Tirolo. Durante le lotte con Venezia nel 1473 il Conte Sigismondo “il Danaroso”acquistò la fortezza e la trasformò, seguendo i principi allora più moderni della tecnica difensiva in un’ampia area fortificata. In questo modo la vecchia fortezza è stata ampiamente spianata. » Studio di architettura: Werner Tscholl, Morter »C ommittente: Provincia autonoma di Bolzano, Alto Adige & Reinhold Messner » Tempi di costruzione: 2005

Nella nostra epoca, Castel Firmiano ha ottenuto un elevato valore politico per l’Alto Adige quando, nel 1957, in occasione di una grande manifestazione popolare, il futuro presidente della provincia alto-atesina Silvius Magnago, reclamò l‘autonomia per l‘Alto Adige servendosi come slogan della formula “Los von Trient”(Via da Trento). Per molti anni le rovine del castello sono rimaste abbandonate, finché Reinhold Messner non ottenne che gli fossero messe a disposizione dalla provincia di Bolzano per realizzare la sede principale dei suoi cinque musei in progetto che avevano come tema la montagna, dei quali quelli di Solda, Castel Juval e Monte Rite erano già stati realizzati. Nel Messner Mountain Museum all’interno di Castel Firmiano tutto riguarda il tema della montagna: Modelli, sculture, oggetti delle spedizioni e fotografie dovrebbero trasmettere il fascino dell‘ambiente montano. Ma anche chi è meno interessato a questa tematica dovrebbe visitare Castel Firmiano per la qualità singolare delle nuove costruzioni. L’obiettivo degli architetti era di conservare le mura storiche e di poter cancellare tutti gli interventi di ogni periodo storico. La nuova architettura entra in secondo piano. I tubi, le condutture dell‘acqua e dell‘energia elettrica sono tanto poco visibili quanto i tetti vetrati sulle torri all‘esterno. L’acciaio, il vetro e il ferro sono stati utilizzati come strumenti moderni e allo stesso tempo senza tempo.

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escursioni

I resti architettonici fatiscenti della fortezza sono stati ridotti all’essenziale, le aggiunte inutili di epoche successive sono state eliminate e sono state effettuate aggiunte sensibili. La componente architettonica è stata resa in un certo senso resistente alle intemperie. Il vero fulcro della struttura: la rovina di una cappella isolata sul punto più elevato della struttura, una formazione porfirica. Non è accessibile, è un monumento spoglio. Tutte le costruzioni richieste per il museo sono state eseguite in acciaio non trattato, dalla corrosione lenta, supporti, profili, lamiere stirate. Tutte le nuove componenti sono state applicate ad una certa distanza dalla vecchia opera in muratura. La distanza e il materiale più deperibile rispetto alla pietra dà l’impressione all’osservatore che le nuove aggiunte del nostro tempo possano essere nuovamente sgomberate se la struttura fortificata dovesse essere impiegata per rivestire una nuova funzione; tuttavia questa non muterà la sua funzione, esattamente come lo è stato per secoli. Allo stesso tempo le passerelle metalliche, le scale a chiocciola, gli spazi espositivi, le ringhiere ecc. dall’effetto fragile assolvono la loro funzione di utilità per il museo e così non appaiono banali né si impongono con la forza.* Riconoscimenti: Premio di Architettura Città di Oderzo 2006; Premio internazionale alla committenza di architettura Dedalo Minosse 2008


Cantina di Terlano, Terlano Nel 1893 la Cantina di Terlano è stata fondata come una delle più antiche società vinicole: nello stesso anno in cui fu fondata la vicina Cantina Andriano nella parte occidentale della Val d’Adige. Nel 2007 le due cantine si sono unite: motivo in più per fare di Terlano una cantina comune di dimensioni sempre maggiori.

Consigli per la degustazione dei vini: Quarz Sauvignon blanc 2009 Sul Quarz-Porphyr cresce questo vino minerale intenso con una fragranza piccante e salata di ortiche, oleandro e aroma di albicocche. *

escursioni

Vino Dai tempi dei 24 viticoltori che nel 1893 la fondarono, oggi è diventata una cantina con ca. 100 membri e una superficie coltivabile di 150 ha con una produzione di 11.000 hl e 1,2 milioni di bottiglie. La vinificazione comprende vini per metà bianchi e per metà rossi che si fregiano tutti della denominazione di origine controllata DOC per i tre criteri di qualità dei vini classici dai tipi classici di uva rossa e bianca tra i quali rivestono una posizione nobile il Terlaner e il Pinot bianco, i cui vini provengono da singoli vigneti selezionati, fermentano e vengono invecchiati in una grande botte di legno, e infine le selezioni dai vigneti migliori con invecchiamento in barrique. Le selezioni come il “Quarz”del Terlaner Sauvignon e il “Porphyr”come Lagrein non sono soltanto la punta della qualità della cantina, ma appartengono ai migliori vini alto-atesini con la loro complessità impressa e la loro lunga durata, dimostrata anche dalle bottiglie conservate per decenni nella “camera del tesoro“.

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»S tudio di architettura: arch.TV – Trojer, Vonmetz Architekten, Terlano » Committente: Cantina di Terlano » Tempi di costruzione: 2007 – 2009

Il progetto degli architetti è stato scelto mediante un concorso su invito, poiché si erano già impegnati in modo particolare nella conservazione del vecchio edificio. L’edificio dei tempi della sua fondazione ha conservato il suo aspetto caratteristico ma la sua funzione è stata convertita con la costruzione di un’enoteca e degli spazi per l’amministrazione. Il vecchio accesso principale è diventato il punto di partenza di un asse viario che, nello spazio cortilivo sopra al tetto della nuova costruzione si serve di lastre di vetro tra piastre corten per l‘illuminazione delle entrate impostate su più piani tra i vecchi e i nuovi ambienti della cantina. La corte in quanto area di ingresso centrale è affiancata da un‘altra torre rivestita in acciaio corten per installazioni e ascensore, che costituisce il “landmark”al centro delle strutture architettoniche, quasi fosse un punto esclamativo. Di aspetto invitante è anche un padiglione vetrato cielo-terra con la scala che conduce nella nuova cantina. Qui si percepisce già il materiale caratteristico della nuova costruzione: porfido rossastro dalle rupi vicine. In esso consiste non soltanto il bel dettaglio di un elegante bacino d’acqua, ma esso è anche il pezzo più elegante della cantina, la grande barricaia lo riveste interamente compreso il tetto. Tutti gli impianti tecnici sono raffinati e l’illuminazione è integrata. Un ambiente molto elegante per vini eleganti! Attraversando l’asse centrale dei corridoi, l‘orientamento nel mondo sotterraneo della cantina diventa meravigliosamente visibile, uno di questi è stato addirittura condotto attraverso una delle caverne in calcestruzzo per la fermentazione: il percorso attraverso l‘interno di una botte è un‘esperienza spaziale impressionante. Il collegamento delle grandi masse architettoniche è ben riuscito grazie alla parziale piantumazione di vitigni.*


Hangar della Fri-El dell’aeroporto di Bolzano L’hangar dell’aeroporto è la base di un‘azienda che offre un servizio di trasporto su jet. 3 - 4 jet commerciali vengono conservati su una superficie coperta di 1.600 m². L’hangar è stato completato con un‘unità amministrativa su tre piani. In essa si trovano aree di servizio, uffici, una sala polivalente, un salotto per piloti. Sono previsti alloggi per i piloti e per il personale. Si prevede che verrà ultimato nell‘ottobre 2010.

» Studio di architettura: Lukas Burgauner, Bolzano » Committente: Fri-El Green Power AG » Tempi di costruzione: 2009 – 2010

Höller KG, Laives Nel 1975 l’azienda si è trasferita nel nuovo capannone (1250 m²) di Laives. Nel 1985 l‘aumento di nuovi ordini richiese un ampliamento di 750 m² e la costruzione di un silo. In seguito ad un successivo ampliamento e alla costruzione del secondo silo nel 1991, l‘azienda occupa ora la superficie di 3.600 m². Nel 2007 viene acquistato allo scopo un appezzamento di terreno confinante finalizzato all‘ampliamento del capannone produttivo. Viene condotto un concorso di architettura per la costruzione di un nuovo edificio amministrativo, vinto dagli architetti Wimmer-Armellini di Bregenz.

»S tudio di architettura: Architekten Wimmer-Armellini – Peter Wimmer, Ute Wimmer-Armellini, Bregenz (Concorso) » Committente: Firma Höller KG » Tempi di costruzione: 2007-2012

Questa è la relazione della giuria: Sorge una casa caratterizzata da un’impressionante apertura. Il centro è costituito da un imponente spazio aperto il cui chiarore attira il visitatore e lo riceve in maniera amichevole. La sequenza centrale degli ambienti, una corte centrale collegata ad una sala esposizioni su due piani, racchiude un elevato potenziale per dimostrare la competenza dell’azienda Höller “… ambienta idee“. La concezione reagisce sovrana alla mancanza di spazi interni ed esterni, un marchio per aree industriali periferiche.

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escursioni

La struttura dell’edificio è imponente, chiara ed offre un orientamento infaticabile. L’urbanizzazione non è soltanto difficile, ma anche varia. Non si ha mai l‘impressione di strozzature. Questo non significa soltanto qualità per i clienti, ma anche essenzialmente un contributo ad un clima di lavoro piacevole. Ben riuscito è anche il collegamento della componente. Si deve porre in evidenza il principio onnipresente dell‘apertura. La tettoia sporgente dà vita ad una zona di passaggio tra l’interno e l’esterno che rappresenta un impressionante arricchimento in questo quartiere commerciale è caratterizzato da facciate ermetiche. Un gesto invitante che rispecchia lo spirito aperto dell‘azienda. Lo spazio espositivo è illuminato sul retro attraverso la corte interna, grazie alla quale le elevate vetrature in realtà trasmettono un aspetto trasparente e offrono uno sguardo profondo, il più possibile migliore fino alla corte interna. Visioni di insieme e sguardi ben concepiti rafforzano ulteriormente l’impressione di apertura e stabiliscono rapporti di ampi spazi che sorgono ad esempio con una visione di insieme mirata nell’officina e un’apertura strategicamente ben posizionata rivolta verso nord lungo la via di fuga che delimita la corte interna sul retro.


Theiner’s Garten Bio Vitalhotel, Gargazzone Il Bio Vitalhotel “Theiner‘s Garten”è il primo hotel d’Europa ad aver completato l‘intero percorso di certificazione per le strutture ricettive sostenibili. La casa consuma appena 1 /15 della CO2 di un hotel convenzionale della stessa categoria. Qui la politica climatica viene attuata davvero e non solo discussa. Il bollino di qualità corrispondente è stato sviluppato dall’Agenzia CasaClima della provincia dell’Alto Adige basandosi sull’esperienza pluriennale nell’ambito della certificazione degli edifici: dovrebbe costituire uno strumento aperto e facilmente comprensibile per la pianificazione e la valutazione.

»S tudio di architettura: baukraft Architektur, Dominik Rieder e Georg Rubner, Bressanone »C ommittente: Walter Theiner » Tempi di costruzione: 2008 – 2009 » Cubatura: ca. 22.000 m³

La concezione poggia sulla convinzione e sull’atteggiamento del committente e della sua famiglia nei confronti di una vita biologica ed ecologicamente sostenibile. Gli ospiti possono vivere sani e godersi dei piaceri di una casa superiore a 4 stelle. L’hotel vorrebbe eliminare il pregiudizio che la vita salutare è automaticamente collegata alla rinuncia. L’hotel è stato costruito interamente con uno stile architettonico ecologico e con una carpenteria senza uso di colla e chiodi.

Scuola professionale provinciale, Bolzano Le riflessioni urbanistiche definiscono l’apparenza esterna della nuova scuola. Tre edifici compatti paralleli di diversa lunghezza e altezza costituiscono il modello di base del complesso scolastico. Tra il primo e il secondo edificio compatto si trova il corridoio di entrata con la palestra collocata in posizione inferiore e le due torri di collegamento. Gli isolati due e tre al contrario sono collegati da passerelle in acciaio, le cui facciate vetrate sono state elaborate dall‘artista viennese Heimo Zobernig.

escursioni

I materiali essenziali sulle facciate sono calcestruzzo a vista, acciaio e vetro. L’intera struttura interna con piastra di fibra in cartongesso permette un notevole comfort e un’acustica ottimale nelle classi.

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» Studio di architettura: Höller & Klotzner Architekten, Merano »C ommittente: Provincia autonoma di Bolzano, Alto Adige » Concorso: 2001 » Tempi di costruzione: 2001 – 2007 » Superficie edificata: 7.200 m² » Cubatura: 137.000 m³

Un portico aperto su due piani porta dalla strada all’entrata principale nella sala di ingresso su quattro piani inondata di luce con una visuale sui portici circostanti, due scalinate aperte e due ascensori in vetro. Un semplice sistema di collegamento permette ai circa 120 insegnanti e ai ca. 1.000 alunni di orientarsi facilmente nell’edificio scolastico su sette piani. Il complesso architettonico medio è strutturato come terrazza coperta al terzo piano e viene utilizzato come spazio all‘aperto per la ricreazione.


Tra cantina e calice

In Alto Adige la vite è di casa da più di due millenni. Già in epoca imperiale romana il “vino retico”era stimato. Prima che l’Alto Adige venisse annesso all’Italia in seguito alla Prima Guerra Mondiale, la superficie coltivabile ammontava ancora a 10.000 ha. Quindi però, con la perdita del mercato austriaco interno e con l‘edificazione delle superfici agricole negli ultimi decenni, la superficie coltivabile si è ridotta ad appena 5.000 ha. Meno dell‘ 1 % dei vini italiani vengono dall’Alto Adige, la più piccola zona vinicola d’Italia. Tuttavia vengono coltivati più di 20 tipi di vini che sono in grado di tenere testa ai vini più nobili d‘Italia. Per molte attività la viticoltura rappresenta un‘attività secondaria. Non vendemmiano più i vini da soli, bensì vendono i grappoli alle cooperative e alle cantine private. Tuttavia da alcuni anni molti viticoltori tentano nuovamente la fortuna come viticoltori autonomi. Mediante acquisti supplementari e affitti agricoli sono sorti vigneti più ampi, per i quali è ragionevole pensare ad una propria enologia. I viticoltori autonomi sono in questo caso, accanto alle cooperative (60 % della produzione) e alle cantine private (30 % della produzione), il terzo gruppo dei produttori di vino alto-atesini.

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alto Adige

Dagli anni ‚70 una nuova generazione di capi cantinieri altamente qualificati e ambiziosi ha contribuito ad un mutamento di quantità e qualità. Nel frattempo i vini alto-atesini ricevono, rispetto alla superficie ridotta di coltivazione la maggior parte dei riconoscimenti in tutta Italia, soprattutto per i vini bianchi e rossi dei tipi di uva autoctoni quali Termeno aromatico, Vernaccia e Lagrein. A questo contribuisce anche il clima particolare: Pongono fine alle giornate calde le notti fresche, in modo da rallentare il metabolismo dei grappoli e portarli ad una maturazione armonica. Grazie ai venti delle valli i vigneti godono di una buona ventilazione. A causa delle precipitazioni scarse dei 300 giorni di sole all‘anno sono dotati quasi interamente di irrigazione a goccia. Nella conformazione del terreno – il “territorio”– l’Alto Adige presenta notevoli differenze grazie alla presenza di porfirio nel bacino di Bolzano, di fillite di quarzo nella Val d’Isarco e di calcare, dolomia e marna sabbiosa nella Bassa Atesina: tutte caratteristiche che conferiscono al vino raffinate proprietà minerali. Il vino “autenticamente” alto-atesino si riconosce dall’aroma fruttato che spazia dal profumo delicato alla mela e alla pera del Pinot Bianco al Pinot Nero con il suo aroma alla ciliegia e retrogusto speziato, passando per l’aroma alle mandorle e al profumo di violetta delle vernacce. I vini semplici non sono complicati e vengono gustati giovani. Tuttavia sono stati vendemmiati negli ultimi anni anche i vini rossi scuri e sostanziosi, insieme ai cuvée di Pinot nero, Merlot, Cabernet e Lagrein, che maturano in botti barrique dopo la fermentazione e possono essere conservati a lungo. Tra i vini bianchi è sorta, oltre alle varietà di Pinot bianco, Müller-Thurgau, Kerner, Veltliner e Silvaner con Termeno Aromatico, Sauvignon, Chardonnay e di recente anche il Riesling, una classe di vini di specialità che è annoverata tra le migliori d‘Italia per la sua freschezza fruttata. Inoltre il vitigno più vecchio dell’Alto Adige ha circa 350 anni. Si tratta dell‘antica varietà di vino bianco Versoaln, che cresce presso Castel del Gatto a Prissiano sotto la paternità dei Giardini di Trauttmansdorff.*


terra dei sapori

Spaghetti o canederli?

Sul menu alto-atesino si uniscono le influenze di una cucina originariamente contadina con quelle dei vicini di lingua italiana e tedesca ad una molteplicità di caratteristiche particolari. Non si escludono piatti di pasta e canederli, bensì costituiscono un mélange accattivante. A questi segue, oltre alle portate “tedesche“, il menu classico italiano composto da antipasto, primo, secondo e dolce. I piatti con la pasta solitamente seguono i primi. Tra gli antipasti caldi vi sono tutti i tipi di pasta come spaghetti, tagliatelle, tortellini, ravioli o la loro variante alto-atesina, gli Schlutzkrapfen (pasta ripiena con spinaci e ricotta), accanto ai classici della cucina alto-atesina, i canederli. Tra le varietà di canederli ricorrenti vi sono quelle allo speck o al fegato in brodo di carne, in un tris, quindi canederli allo speck, al formaggio e agli spinaci con burro fuso e parmigiano grattugiato oppure canederli dolci da cuocere al forno oppure carne salmistrata con crauti.

Una particolarità del menu alto-atesino è la “Marende“, uno spuntino consumato al pomeriggio. Per l‘occasione vengono consumati speck alto-atesino e formaggio speziato d’alpeggio, tagliati a fette sottili oppure interi. Il sigillo di qualità dello speck, questo prosciutto crudo leggermente affumicato, è la denominazione d‘origine “Speck Alto Adige IGP”(indicazione geografica protetta).

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I dessert come i Kaiserschmarren e i canederli alla ricotta o alle albicocche sono un vero tuffo nella monarchia austro-ungarica. In autunno autentiche leccornie sono i piatti dolci come il riso alle castagne e, nel periodo dell’Avvento, stollen e pane alla frutta, gli “zelten”corposi con uva passa, datteri, fichi essiccati, noci e pinoli. Tra i dessert la scelta spazia tra strudel alla mela, torta di grano saracena e altre prelibatezze. In occasione delle feste di paese e dei giorni delle feste religiose l‘aria si riempie di profumi invitanti di bomboloni (krapfen) e frittelle (strauben). I locali dell’Alto Adige coprono una gamma gastronomica ampia: si spazia dai bar moderni in cui ci si incontra per un caffè veloce o per un prosecco alle eleganti enoteche con un‘ampia scelta di vini passando per caffetterie accoglienti, pizzerie, osterie contadine e le trattorie locali. Non mancano poi ristoranti di lusso in cui fino a settanta cuochi pluripremiati si impegnano con successo e creatività a raffinare la cucina alto-atesina sulla base dei prodotti e delle ricette locali (vedi guida gastronomica “GaultMillau 2010“, Edizione Alto-Adige).*

alto Adige

Lo speck si trova spesso in tavola anche in occasione del Törggelen. Il Törggelen deriva il suo nome dal vecchio torchio per l‘uva, o Torggl, ed è legato alla raccolta dell’uva in occasione del periodo di pellegrinaggio alle osterie contadine, dove oltre allo speck e al vino vengono offerte caldarroste, kaminwurzen (salamini affumicati), schlutzkrapfen, costolette di maiale (“Rippelen“), salame casereccio all’aroma di porro oppure costata di maiale affumicata, entrambe servite con crauti, e infine il “formaggio grigio”(Graukäse), condito con cipolle, aceto e olio. Nell‘offerta di cibi è notevole anche l‘abbondanza di “vinschger paarlen”(pagnotte tipiche della Val Venosta con farina di segale) che vengono cotte al forno a due a due, di Pusterer Breatln con farina di frumento o segale fino al duro e croccante Schüttelbrot o alle specialità italiane come il pane bianco toscano insipido.


Norbert Niederkofler | www.n-n.it | Moccaria in casa di riposo | Merano » 1987 – 1990 Ristorante Kurhausstüberl Waging am See (1 stella nella Guida Michelin), Chef de Partie, Entremetier, Gardemanier, Possionier » 1991 Ristorante Jörg Müller Sylt (1 stella nella Guida Michelin) » 1992 Ristorante Aubergine Eckart Witzigmann München (3 stelle nella Guida Michelin), Saucier » 1994 Hotel Rosa Alpina » Dal 1996 Ristorante St. Hubertus » Dal 2000 Realis & Chateaux » 2000 1 stella nella Guida Michelin » 2003 – 2007 3 forchette Gambero Rosso, 17 punti nella Guida Espresso, Gault Millau 3 Hauben 18 punti » 2004 – 2008 Ristorante con il numero più alto di riconoscimenti in Alto Adige » Sett. 2005 Ristorante del mese della rivista “Der Feinschmecker” » Ott. 2006 Riconoscimento con il premio conferito per la prima volta “The Rising Star”offerto da Stefanie di Monaco al gruppo “Relais & Chateaux”a Monte Carlo » Nov. 2006 Riconoscimento con la stella Michelin conferita per la prima volta in tutto il Trentino-Alto Adige. “A 18 anni avevo un grande obiettivo: ‘Voglio vedere il mondo.’ E ne avevo un altro, molto più modesto: ‘Voglio diventare cuoco.’ Con molto rigore sono riuscito a conciliare entrambi i desideri. Ho vissuto sconfitte e successi. Questi ultimi si poggiano su mie idee e su obiettivi chiari e mi costringono a mettermi continuamente in discussione per esercitare la modestia. Come ricompensa oggi posso fare ciò che mi aggrada, poiché il mio mestiere è insieme il mio hobby e la mia filosofia di vita.“ Ristorante: St. Hubertus presso l’Hotel Rosa Alpina Libri di cucina: St. Hubertus – Cucinare con Norbert Niederkofler. 2003 (ISBN: 8882662411), St. Hubertus e i sapori delle Dolomiti. 2006 (ISBN: 8879062964).

Cena al Loacker Moccaria, 10 giugno 2010 Menù » Melanzane e peperoni grigliati con mousse al formaggio caprino e crauti » Filetto di manzo cotto nel sale con verdure al forno e salsa al vino rosso » Strudel di mele ghiacciare

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Vini » Chardonnay Salt 2009, Cantina E & N » Blauburgunder 2008, Cantine di Merano


Gusto

Menù del 12 giugno 2010 - Willi Winkler, Creafood - Bolzano

Carrè di cervo arrosto alla Rosa: Ingredienti per 6 persone: » 600 gr di carrè di cervo » 10 bacche di ginepro » Rosmarino, timo » Sale, pepe macinato » Olio per rosolare

Gnocchi di formaggio del Sud Tirolo Ingredienti per 6 persone (circa 18 gnocchi): » 250 gr di mollica di pane » 50 gr di cipolla » 30 gr di burro » 150 gr di formaggio misto (piccante) » 3 uova » 100 ml di latte » 1 etto di farina » 3 etti di prezzemolo » Erba cipollina, finemente tritata » Sale e pepe

Preparazione: » Condite il carrè di cervo con sale e pepe, rosolatelo qualche minuto nell’olio su entrambi i lati, aggiungete le bacche di ginepro schiacciate, un po’ di rosmarino e timo e lasciate cuocere nel forno preriscaldato a 120° per circa 20 minuti (temperatura interna 56°) » Tirate fuori dal forno il carrè, lasciatelo riposare un po’ e prima di servirlo, ripassatelo velocemente nell’olio caldo insieme ai crauti freschi » Tagliatelo in fette spesse » Servite con salsa di cacciagione e contorni vari

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Preparazione: » Fate dorare nel burro la cipolla pelata e finemente tritata. » Mescolate la cipolla con latte e uova. » Tagliate il formaggio a dadini e mettetelo insieme alla farina e i crauti freschi per fare degli gnocchi speziati. » Versate insieme la massa uova-latte e mischiate tutto con cautela. » Formate dei grossi gnocchi di circa 7 cm. » Fateli cuocere in acqua salata per circa 15 minuti. » Cospargete di parmigiano, erba cipollina e burro fuso.


Consigli enologici della Cantina Tramin Nella culla del Traminer aromatico nascono, grazie al clima submediterraneo e alle forti escursioni climatiche tra giorno e notte, gli inconfondibili vini aromatici della Cantina Tramin. Il paesaggio poco urbanizzato e la cooperazione di 280 viticoltori garantiscono condizioni ottimali di produzione e di alta qualità.

Tramin aromatico Nussbaumer Denominazione: Sud Tirolo Doc Annata: 2009 Vitigno: Tramin aromatico Vigneto: tutte le uve per il nostro Tramin aromatico provengono dalla zona di Soell vicino Tramin. Soell si estende al di sopra del villaggio di Tramin ad un’altezza che va dai 350 metri circa ai 550, e si trova adagiato ai piedi della catena montuosa del Roen. Inoltre tutto il territorio durante il periodo di crescita dell’uva viene attraversato dalla corrente “Ora”che soffia sulle montagne provenendo dal Lago di Garda. Qualità sensoriali: il nome Nussbaumer deriva dalla regione del feudo Nussbaumer a Soell, che conta con i suoi 700 anni di storia vinicola uno dei feudi più antichi di Tramin. Il vino si presenta di colore giallo paglierino concentrato e brillante. Nel bicchiere si avvertono le fragranze di petali di rosa, cannella, frutti tropicali e chiodi di garofano. Sia gli alti valori alcolemici e di fermentazione così come la poca acidità danno al Nussbaumer la sua particolare fraganza. Consigli: consigliamo di abbinarlo a formaggi teneri stagionati e pasticci di fegato d’oca. È eccellente anche con gamberi, granchi, pietanze speziate e asiatiche. Temperatura di servizio: 12-14° Gradi Grado alcolico: 14,70 % Vol.

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Capienza della bottiglia: 0,75 Litro | 1,5 Litri Magnum


Gusto

Lagrein URBAN Denominazione: Sud Tirolo Doc Annata: 2007 Vitigno: Lagrein Vigneto: le uve per il Lagrein provengono dalla zona di Villa tra Egna e Ora. Da 200 anni in questa fattoria viene esercitata la viticoltura ed è grazie alla natura del suo terreno che si è trovata una eccellente posizione per questo vitigno. La località collinare si trova circa a 235 metri sul livello del mare. Qualità sensoriali: il Lagrein è un vitigno autoctono sud tirolese dal colore rubino violaceo. Profuma di violette e more ed ha un sapore pieno e vellutato con leggero retrogusto aspro. Consigli: consigliamo di abbinare il Lagrein a pietanze di cacciagione, carni arrosto e grigliate e formaggi a pasta dura. Temperatura di servizio: 18-20° Gradi Grado alcolico: 13,60 % Vol.

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Capienza della bottiglia: 0,75 Litro | 1,5 Litri Magnum


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Workshops

Workshops


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Workshops


Workshop 1:Architettura nello spazio alpino - zone commerciali e zone industriali Moderatori

»  Dipl.-Ing. Lisa Kofink Istituto per lo Sviluppo Regionale e il Management del Territorio

Mentore

»  Dipl. Arch. ETH Jürg Ragettli | Pubblicista, Docente, Presidente del “Bündner Heimatschutz”

»  March(BI) Dott.  Arch. DI Martin Mutschlechner www.stadtlabor.org, Innsbruck | amministrativo

» Daniel Zwangsleitner EURAC research

» Hannes Auer Auroport, Brunico | Responsabile per la pianificazione e lo sviluppo

» Ursula Faix bad architects group, Innsbruck | Partner

» Jens-Peter Frahm SCHWEGER ASSOCIATED ARCHITECTS GmbH, amburgo | Partner

» Klaus Höller Höller KG, Laives | titolare e amministrativo

»  Dipl.-Ing. Solweig Kieser | Burkhalter Sumi Architekten, Zurigo | Project management

» Christian Krapf Duka, Bressanone | Business Development Sanika

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Workshops

Partecipanti

» Heinrich Geier Erlacher ARREDAMENTI, Barbian/Ponte Gardena | Marketing e Vendita | International Sales


»  Architekt RIBA Stephen Williams | Stephen Williams Associates, Amburgo | titolare

»  Dipl.-Ing. Johannes Wohofsky | balloon_ Wohofsky ZT-KG, Graz | Associato

» Astrid Piber UN Studio, Amsterdam | Partner

» Arch. Dipl.-Ing.Thomas Pucher | Atelier Thomas Pucher, Graz | titolare

Workshops

»  Dipl.-Ing. Ernst Panse Landschaftsarchitektur Panse, Bautzen | titolare

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»  Dipl. Arch. ETH SIA Andreas Elmar Müller Müller & Truniger Architekten, Zurigo | Partner


Workshop 1:Architettura nello spazio alpino - zone commerciali e zone industriali Tema: Le zone commerciali si sviluppano e si consacrano intorno alle comunità. Da anni le comunità sudtirolesi hanno a disposizione molte aree per le attività industriali. Attualmente in alcune di queste comunità ha luogo una riscoperta del territorio.

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WORKSHOPS

La possibilità di costruire abitazioni di servizio nelle vicinanze degli stabilimenti industriali porta in Sud Tirolo alla costruzione di complessi industriali con crescenti unità abitative, ma senza infrastrutture e allacci conformi per l’originaria struttura della zona. Le strette valli sono un motivo della crescita incontrollata delle zone ai confini delle comunità. Le tante superfici vuote contribuiscono a non rendere appetibili le zone industriali. Proprio in regioni con una superficie utilizzabile limitata per le caratteristiche geografiche (nel Sud Tirolo sono il 5 % della superficie totale), è indispensabile un buon rapporto con queste risorse pregiate. Per rendere cosciente la popolazione di questo argomento, devono essere elaborate delle direttive, che derivino dall’osservazione delle condizioni di spazio esistenti.

» Vista del Castello Sigmundskron a Bolzano


Gli obiettivi del Workshop sono:

» Fotografia aerea di Bolzano orientata a nord

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WORKSHOPS

» Rivalutare potenzialmente le zone industriali e miste? » Come definire “valorizzazione”? » Con quali provvedimenti la si può raggiungere? » Definizione di volumi edilizi sostenibili nelle zone industriali?


Workshop 1:Architettura nello spazio alpino - zone commerciali e zone industriali Gruppo Daniel Zwangsleitner: L’esempio di parco industriale di Cardano sull’autostrada Bolzano Nord Partecipanti: Hannes Auer | Ursula Faix | Christian Krapf | Daniel Zwangsleitner Il Contesto Il parco industriale di Cardano fu costruito su iniziativa degli imprenditori nella Eggental e realizzato in base al miglior e alla disponibilità delle superfici all’entrata della Eggental. Momentaneamente è ben sfruttata. L’oggetto esaminato si trova nella zona del comune di Cardano a nord del capoluogo di Provincia Bolzano e si sviluppa su 21.500 m2 di superficie. Posto alla periferia nord di Bolzano e in prossimità della strada statale e dell’autostrada e visibile da lontano, l’area ha per cosi dire una grande importanza come punto d’ingresso nella città di Bolzano. Il parco industriale, lontano dalla zona popolare, potrebbe essere raggiunto solo con dispendiosi lavori di stabilizzazione del versante a nord, in passato luogo di boschi e vitigni.

Analisi SWOT Il gruppo ha discusso in primis di forza, debolezza, opportunità e minacce del parco industriale di Cardano. L’architettura intesa come buona stima o valutazione non viene discussa nell’ambito del Workshop. In base all’Analisi SWOT si ha una buona visione generale sulle qualità e sulle insufficienze del progetto. Strengths | Forza » Organizzazione compatta » Buono sviluppo della circolazione su strada » Sviluppo di piste ciclabili » Zone industriali per molte comunità » Nessuna immagine di luoghi distrutti » Dal punto di vista imprenditoriale: posizione favorevole Weaknesses | Debolezza » Grandezza limitata della zona » Poche possibilità di ampliamento » Situazione di declino/il paesaggio preso poco in considerazione » Promozione dell’edilizia selvaggia » Distruzione del paesaggio Opportunities | Possibilità » Estrazione della clientela attraverso un’offerta eterogenea

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Workshops

Threats | Minacce » Attraverso una struttura troppo rigida lo sviluppo futuro è incerto

» l parco industriale di Cardano


Consigli sulla rivalutazione dell’oggetto Nell’ambito dell’analisi SWOT è stato constatato nella discussione che la scala umana non viene presa in considerazione in questo parco industriale. Appare come se fosse stata concepita la costruzione solo in base alla posizione. Strutture rigide e possibilità di ampliamento non esistenti escludono dal principio uno sviluppo duraturo e economico della costruzione. La rivalutazione si orienta perciò in prima linea sui bisogni del destinatario del parco industriale. Per i collaboratori » Più possibilità di alloggio raggiungibili a piedi » Progettare e collegare le zone di relax e soggiorno Per i fornitori » Progettare e collegare zone di osservazione Per gli imprenditori » Progetto principale per possibilità di ampliamento

Linee direttrici generali per la costituzione del parco industriale immerso nel verde Se si analizzano i singoli parchi industriali si arriva per tutti allo stesso risultato: un progetto globale durevole non può realizzarsi a causa della difficile situazione economica corrente. Non vengono fatte riflessioni sui processi che si svolgono negli edifici durante la fase di pianificazione cosi come per il futuro e per le opportunità di una riqualificazione redditizia. Il gruppo ha pertanto redatto delle linee guida generali da seguire in un processo di pianificazione per ottenere una elevata qualità del progetto realizzato: » Includere dall’inizio architetti paesaggistici » Concorsi obbligatori e a estrazione » Elaborazione di una relazione valutativa della posizione » Non basarsi per l’accesso dei veisoli solo su quelli privati » Consentire un uso misto orizzontale e verticale » Migliorare la qualità del soggiorno

Per i passanti (turismo, ecc) » Migliorare l’allestimento esterno (vista da sopra/belvedere, ecc)

» Visione aerea del parco industriale di Cardano

» Il parco industriale di Cardano di fronte alla valle

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Workshops

Per i clienti » Migliorare l’orientamento per mezzo di un sistema di segnaletica


Workshop 1:Architettura nello spazio alpino - zone commerciali e zone industriali Gruppo Lisa Kohfink: “The New Unten” - Visioni per Bolzano Sud Partecipanti: Heinrich Geier | Klaus Höller | Lisa Kofink | Thomas Pucher | Stephen Williams | Johannes Wohofsky

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Workshops

Il Contesto Bolzano Sud è la più grande zona commerciale e industriale dell‘Alto Adige. La sua estensione copre quasi quella del resto della città di Bolzano e rappresenta, per chi arriva da sud, la porta di ingresso della città. La produzione industriale (acciaio) è uno dei tratti predominanti della città, tuttavia, vi sono anche strutture di servizio, e negozi al dettaglio prevalentemente orientati alla tecnologia. Negli anni passati Bolzano Sud è divenuta un polo di attrazione per l‘industria del tempo libero (bar, discoteche). L‘area è dominata da una superficie ad alta tenuta, mentre climaticamente si trova in una posizione sfavorevole, poiché soggetta a venti caldi meridionali che la colpiscono prima di arrivare al centro città. La zona ha un eccellente sistema di trasporto, sia per i privati che per i trasporti pubblici

» Zona artigianale Bolzano Sud

La Sfida Il compito per il gruppo è stato formulata come segue: Pianificazione e progettazione di un nuovo quartiere di Bolzano, che tenga conto del patrimonio industriale cosi come della diversità sociale e architettonica della città. La Visione Nella discussione, il gruppo di lavoro si è concentrato sulla differenziazione dei compiti suddividendo gli ambiti di economia, società e urbanistica/pianificazione territoriale . A partire dalla massima - dal post-industrialismo al “sud-tirolismo”- è stata sviluppata una mappa per il progetto, considerando gli obiettivi finali, quindi definendo il processo e l‘individuazione di comunicazione possibile. Il sud di Bolzano è ancora “la” posizione per eccellenza in un grande spazio che necessita di strutture commerciali o industriali. Pertanto, anche nella riprogettazione del sito, l‘aspetto economico è da considerarsi di primaria importanza.


Il processo di una nuova vision aziendale “the new unten” viene iniziata da modifiche urbanistiche. Questo processo urbanistico può iniziare con la trasformazione di edifici industriali in monumenti all’industria con utilità per il pubblico (Abitare un monumento storico). Determinante per i progetti sostenibili è una modalità di osservazione a lungo termine per l’utilizzo a breve e medio termine (monitoraggio, accompagnamento del progetto). Il rapporto con gli spazi pubblici e privati deve tornare di attualità. Una pianificazione dello spazio in verticale giocherà un ruolo sempre più importante nell’ambito della riduzione delle superfici. Questo può costituire il punto di partenza per lo sviluppo di una tipologia edilizia avveniristica. Senza dubbio si tratta di un punto di partenza vantaggioso per la comunicazione di un “nuovo quartiere hip”alla scoperta di nuovi spazi vitali.

Economia

Società

Urbanistica/Pianificazione Spaziale

Obiettivo

Sostenibilità Redditività diretta

Qualità della vita “Cultura mista” Vivere-lavorare-tempo libero Multiculturalità

Uso indifferenziato Sovrapposizione di usi

Componente

Sovvenzione 30 % Tempi vuoti Programma: Aeroporto, fiera, shopping, ufficio, artigianato, industria pesante, discoteche, eventi = Utilizzo misto

„Immagine industriale negativa“ (Industria pesante in mutamento) „Sottocultura positiva“ (Area di gioco) in crescita Separazione culturale de/it

Posizione centrale, Delimitazione chiara Buona infrastruttura Mancanza di spazi verdi Elevata sigillatura Influsso climatico negativo Centro

Processo “The New Unten“

Concentrazione di mercati misti con pro- Cultura mista de+it dotti di valore “Global Village“ Esperimento in corso

Arredo urbano = Processo Trasformazione di edifici industriali in monumenti industriali ad uso pubblico (Abitare in un monumento storico) Modalità di osservazione a lungo termine per l’uso a medio e breve termine (Monitoraggio, accompagnamento del progetto) Pianificazione dello spazio in verticale Rapporto con gli spazi aperti Tipologie edilizie sperimentali

Communicazione

“Impresa dell’Alto Adige” (marchio di Nuova sensazione vitale qualità)

Quartiere alla moda “Dal Post-Industrialismo all’Alto-Adigismo“ Scoperta di nuovi spazi vitali

Workshops

In definitiva, le persone, inserite in una società pluralistica, potranno contribuire con il tempo che trascorreranno in quest’area, con una valutazione qualitativa dello spazio, in modo da rilanciare le aree commerciali. L‘obiettivo dovrebbe essere: la qualità della vita attraverso una “cultura mista” con alloggio, lavoro, tempo libero e una maggiore differenziazione culturale. Attualmente l’opinione pubblica è dominata da una immagine negativa dell’area, permeata da una sottocultura positiva lentamente ma costantemente crescente. Inoltre, in Alto Adige si avverte tuttora una separazione tra cultura tedesca e italiana. La formazione di una cultura mista potrebbe costituire la base per un “villaggio globale” sia sociale che urbano.

Questo esperimento sarà dunque “in progress”, e dovrà essere tenuto sotto controllo di conseguenza, al fine di monitorare anche la nuova vita di questo quartiere. Urbanistica e pianificazione architettonica formeranno quindi la base per il riposizionamento delle aziende con l‘obiettivo di differenziazione e sovrapposizione di utilizzi differenti. La posizione centrale dell’area, chiaramente delimitata, e la mancanza di infrastrutture adeguate, di spazi verdi e il conseguente livello elevato di superfici ad uso industriale, hanno un’influenza negativa sul clima del centro di Bolzano (cfr. Workshop 3).

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L‘obiettivo dovrebbe essere: promuovere la sostenibilità economica, senza l’aggravio di costi immediati. Nel corso della discussione, non è stata impostata una gerarchia, in quanto è stato deciso che tutti e tre i livelli (economico, sociale e urbano/territoriale) sarebbero stati valutati nello stesso modo. Attualmente, questo progetto verrà sovvenzionato, per valorizzare gli spazi vuoti con il 30 % della superficie. L‘area viene utilizzata principalmente per scambi commerciali, industria, commercio, servizi commerciali e discoteche. Il processo di trasformazione si concentra sulla diversificazione del cosiddetto “mercato misto” con l‘alta qualità dei prodotti locali. La commercializzazione dell’area potrebbe dunque confluire in un marchio comune del tipo “Società Alto Adige”.


Workshop 1:Architettura nello spazio alpino - zone commerciali e zone industriali Gruppo Jürg Ragettli: L’Alto Adige è la terra delle borgate Partecipanti: Jens-Peter Frahm | Solweig Kieser | Andreas E. Müller | Martin Mutschlechner | Ernst Panse | Armin Strickner Punto di partenza Oggetto e punto di partenza dell’osservazione è il paese di Andriano tra Bolzano e Terlano, sul lato occidentale della Val Passiria. Una località con strutture urbanistiche eterogenee, più insediamenti ed edifici difussi, circondati da frutteti e vigneti nei declivi in lieve pendenza, con la cantina della cooperativa vinicola al centro, mentre nell’area inferiore del paese si trovano i capannoni delle cooperative di ortofrutta.

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Workshops

Accesso Oggetto del tema è una struttura artigianale ai piedi della località di Andriano, prevalentemente vuota e che ora dovrebbe essere utilizzata con idee scaltre quali “Abitare al passo con i tempi”. Il punto centrale delle riflessioni si apre velocemente sulle strutture dell’intera borgata. Dalla discussione tra architetti locali e stranieri e “Gewerblern” emerge una tesi e una proposta.

» Visione aerea del’area industriale di Andriano

Commento La struttura artiginale insoddisfacente all’ingresso inferiore della borgata è davvero fatale, in quanto modula l’aspetto della località con le sue dimensioni e la sua struttura mediocre non integrata nella località, anche se tuttavia non costituisce sostanzialmente sintomo di strutture sbagliate. Se plausibilmente gestito dal punto di vista strutturale ed economico nonché urbanistico e architettonico, una struttura architettonica per un uso artigianale non potrebbe assolutamente essere adatta per questa borgata. Osservazione L’insediamento diffuso è presente in una certa misura, le strutture eterogenee sono sostanzialmente giustificate a livello storico e accresciute dallo sviluppo agricolo. Molte delle strutture agricole ed architettoniche coincidono. Le componenti sono sostanzialmente adatte ed adeguate.


Tesi: L’Alto Adige è la terra delle borgate! Nel gruppo di lavoro questa tesi è stata discussa. Il gruppo ha riconosciuto il seguente stato di cose: La borgata è un punto di partenza ed è il germe della prosperità dell’Alto Adige. Un “miscuglio” di area residenziale e luogo di lavoro. Un concetto di successo. Le fitte strutture sociali ed economiche sono ancora ampiamente intatte. Nelle strutture fissate sono radicati esercizi commerciali e agricoli, dove detengono il loro luogo e il loro potenziale di sviluppo. Sono presenti le infrastrutture per il quotidiano come l’irrinunciabile settore agroalimentare. La borgata è in nuce un’unità locale con prospettive globali. Sulla base di questa tesi è stata elaborata la seguente proposta dal gruppo.

Proposta: il certificato / etichetta SÜDTIROLER DORF© Un predicato per rafforzare l’identità edile e agricola, socioculturale ed economica e rafforzarne lo sviluppo. SÜDTIROLER DORF© deve soddisfare certi criteri in vista delle sue qualità economiche, socioculturali, edili e agricole. La concezione di “cittaslow” nel 1999 in Italia, in riferimento al movimento Slow Food (www.cittaslow.info), può risultare indirizzante. Per l’insediamento è necessario definire un profilo dei requisiti. L’insediamento coscientemente diffuso e l’insediamento festeggato possono diventare in questo caso il filo conduttore della costruzione mirata in continuità con l’antico. I limiti dell’insediamento e i punti nevralgici devono essere definiti, poiché questi imprimono un’immagine alla borgata.

» L’area industriale di Andriano nell’ambiente rurale

» L’area industriale di Andriano

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Workshops

Per l’edificazione speculativa di aree industriali senza una vera necessità, la borgata è il luogo sbagliato. Se un edificio industriale/artigianale non è stato utilizzato in un arco di tempo definito di circa 5 anni, è necessario prevedere un’interruzione.


Workshop 1:Architettura nello spazio alpino - zone commerciali e zone industriali

Citazione Quale sarà l’aspetto delle zone artigianali e delle aree industriali del futuro? E come si rivelerà il mix sostenibile di crescita industriale e protezione naturale? Il primo workshop si occupava di un problema fondamentale della regione alpina. L’elevata creazione di valore aggiunto e l’alto grado di innovazione dell’economia prospera incontrano i confini naturali della crescita. Soltanto circa il cinque percento dell’Alto Adige presenta una superficie a disposizione per l’insediamento e questa superficie deve essere ripartita tra abitanti, traffico in movimento, agricoltura ed economia. Una prima analisi ha dato come risultato quanto sia divenuto fragile l’equilibrio di natura, infrastrutture, artigianato, economia e fattore umano. Tutto ciò richiede un nuovo pensiero e una nuova pianificazione che travalica i confini comunali. Le aree artigianli in futuro dovranno essere sviluppate a livello comune. La vicinanza e l’utilizzo misto degli edifici dovrebbero costituire un incentivo per una pianificazione regionale complessiva anziché alimentare politiche campanilistiche. I volumi architettonici sostenibili nelle aree industriali superano ampiamente le nude cifre e le cubature: si sviluppano solamente nel momento in cui la natura viene riconosciuta come natura e applicata nel contesto di pianificazione. Anziché permettere ad aree industriali di proliferare imperiosamente e di dissolvere conflitti tra industria e natura, uomo ed agricoltura, le possibilità di sviluppo dell’Alto Adige si mostrano unicamente in una commistione di tutte le forze.

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Workshops

L’Alto Adige è la terra delle borgate. Compatto e aperto al mondo, integrato nella natura e nella tradizione. La „borgata alto-atesina“ come marchio dovrebbe imprimere in futuro impulsi per una costruzione integrale e un nuovo modo di pensare nelle Alpi. Sarà in grado di rafforzarne l’identità edile, agricola, socioculturale ed economica.


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Workshops


Workshop 2: La proliferazione Urbana delle strutture dei villaggi e Delle aree naturali

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Teilnehmer Workshops

Moderatori

Mentore

Partecipanti

» Arch. Gerd Bergmeister bergmeisterwolf architekten, Bressanone | associato

» Dipl.-Ing. Dr. Arch. Thomas Ebner | divisione 28 - Natura e paesaggio, Provincia Autonoma di Bolzano

» Prof. Dipl.-Ing. Ruth Berktold MSc. | Yes Architecture, Monaco, Graz | associata

» Dietmar Auer auroport GmbH, Brunico | Titolare e Amministratore

» Josef Blasbichler Duka, Bressanone | amministrazione Sanika

» Prof. Dr.-Ing. Matthias Castorph | Goetz Hootz Castorph Architekten & Stadtplaner GmbH, Monaco | Associato

» Dipl.-Ing. Architekt Olaf Arne Drehsen JSWD ARCHITEKTEN GmbH & Co. KG, Colonia | Associato

» Dipl.-Ing. (FH) Manfred Ehrle | Arcass Freie Architekten BDA, Stoccarda | Partner

» Thomas Erlacher Erlacher ARREDAMENTI, Barbian/Ponte Gardena| Titolare e Amministratore

»  DI ERNST GISELBRECHT Ernst Giselbrecht + Partner Architektur ZT GmbH, Graz | Titolare

»  Dipl.-Ing. Innenarchitektur Ulrike Graefenhain | nps tchoban voss, Berlino | Project Management

»  Heiner Grewsmühl petersen pörksen partner architekten + stadtplaner Bda, Lubecca, amburgo|Project Management


» Dipl.-Ing. Nina Hambrusch Architects Collectives, Vienna | Project management

»  Dipl.-Ing. Robert Haranza | Querkraft Architekten ZT GmbH, Vienna | Project management

»  Dipl.-Ing. Raffaela Hoffmann | Architektur Hoffmann, Meschede | titolare

»  Dipl.-Ing. Innenarchitektur Veronika Kammerer | Studio Lot, Monaco, altötting | Partner

»  Dipl.-Ing. (FH) Doris Lischnewski | AĞirbas Wienstroer Architektur & Stadtplanung, Neuss | Project management

»  Dipl.-Ing. Arch. Martin Maxa | h4a Gessert + Randecker Architekten BDA, Stoccarda | Project management

» Dipl.-Ing. Architekt Jörg Müller | Auer  + Weber + Assoziierte, Stoccarda | Partner

»  Dipl.-Ing. (FH) Monika Obermüller | Büro für Architektur Monika Obermüller, Waldkirchen | associata

»  Dipl. Ing. Jörg Radloff Fink & Jocher Architekten und Stadtplaner, Monaco | Project management

»  Dipl.-Ing. (FH) Stephanie Reichl | Brückner & Brückner, Tirschenreuth | Project management

»  Gert Lanz Lanz Metall, Dobbiaco | titolare

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»  Dipl.-Ing. Thomas Groser DFA | Dietmar Feichtinger Architectes, Vienna | Project management

Workshops

Partecipanti


Workshop 2: La proliferazione Urbana delle strutture dei villaggi e Delle aree naturali Tema:

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Workshops

Spazi di insediamento di lunga durata necessitano da una parte opportunità di sviluppo, dall’altra non dovrebbero distruggere il carattere di un luogo cosi come i valori già esistenti, ma svilupparsi nel modo più positivo possibile. Nelle regioni montuose come le Alpi gli spazi di insediamenti e del paesaggio sono più difficili che altrove, intrecciate tra loro e influenzano la reciproca percezione. Lo sviluppo edilizio, qui, è nello stesso tempo sempre sviluppo locale e paesaggistico. Interventi su larga scala nel panorama locale e del paesaggio modificano in modo sostenibile quindi il carattere e il valore di interi tratti paesaggistici.


Gli obiettivi del Workshop sono: » Utilizzando l’esempio di un Viles (per le valli ladine tipico modello di insediamento compatto) devono essere elaborate possibilità di un insediamento e di uno sviluppo del territorio integrali? » Quali parametri possono definire l’originalità della struttura di un villaggio, di una zona paesaggistica? » Qual è oggi il ruolo delle strutture edilizie, quali osservanze si trovano nei centri città, nelle zone residenziali e nelle zone commerciali? » Lo sviluppo economico in molti settori richiede grandi volumi edilizi. Quali rapporti tra volume e paesaggio sono compatibili? Quali forme di collegamento sono possibili?

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Workshops

I partecipanti al workshop sono stati divisi in tre gruppi: il primo gruppo - sempre diviso in tre sottogruppi – ha affrontato il tema “Costruire ancora”, il secondo con il tema “Stalle/Box” e la terza con il tema “Hotel”.


Workshop 2: La proliferazione Urbana delle strutture dei villaggi e Delle aree naturali Argomento 1: “Costruire ancora” Gruppo 1 Partecipanti: Ruth Berktold (Mentore) | Veronika Kammerer | Gert Lanz | Jakob Meraner | Stephanie Reichl

Gruppo 2 Partecipanti: Matthias Castorph | Thomas Erlacher | Robert Haranza | Jörg Müller | Jörg Radloff

Un’analisi delle carenze e delle potenzialità è stata studiata con il titolo “Cooperazione Viles”. Come carenze sono state stimate: la redditività del settore agricolo, il turismo (di massa), la divisione reale (la divisione delle terre in parti uguali a tutti gli eredi), la distanza da altri centri e le infrastrutture connesse cosi come il traffico e la migrazione dei giovani dai villaggi.

Questo gruppo è arrivato alla conclusione che il futuro dei “Viles” risiede in una “crescita di vicinanza”.

Le potenzialità del “Viles” sono nella qualità della vita, nell’ambiente naturale intatto, nella crescente comunità locale con tradizioni antiche, nel reddito integrato dal commercio-turismo-agricoltura e nelle strutture dei villaggi tradizionali esistenti. Il gruppo ha sviluppato visioni, la cui realizzazione potrebbe essere avviata immediatamente: continuare a costruire nel “Viles”, sempre partendo dal centro, sotto forma di una post concentrazione sensibile, viene conservata la struttura di borgo. Recuperare e consolidare il luogo, promuovere la nuova sistemazione e di evitarne la diffusione. Nuovi sviluppi consentono e consapevole ricerca di un uso misto.

Indipendentemente dai reali rapporti di proprietà, ogni edificio risiede al centro di un “campo di forze”. Gli edifici vengono definiti dai loro compiti da soddisfare che definiscono il volume, la distanza tra di loro e la topografia. Le sovrapposizioni dei campi possono essere considerate come sedi di nuovi edifici. L’orientamento dei portoni è definito dagli edifici adiacenti. Grazie ad una cosciente compressione finale ed una distanza minima ad un edificio esistente, la qualità del luogo viene nuovamente interpretata. Gli edifici esistenti sono i punti di riferimento. Vengono interpretati e trasformati in chiave moderna. Le tipologie delle vecchie forme strutturali si riscontrano nei nuovi edifici. Il materiale, i corpi edili e gli elementi sono orientati all’elemento del „Viles“.

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Workshops

Come strategie per raggiungere le visioni sono stati proposti i seguenti metodi: Sostenere l’agricoltura tradizionale (sovvenzioni); una commissione individua la strategia di base individuale per ogni borgata (concetto/master plan); la popolazione deve essere sensibilizzata in merito alle misure e deve essere responsabilizzata attraverso le partecipazioni civiche alla cosa pubblica, i cui risultati vengono documentati sotto forma di master plan.

» compressione selettiva di un “Viles“

» Force Field Analisi di un cerchio “Viles”


Argomento 1: “Costruire ancora” Gruppo 3 Partecipanti: Dietmar Auer | Josef Blasbichler | Olaf Arne Drehsen | Doris Lischnewski | Monika Obermüller

» Adattamento di architettura rurale

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Workshops

Sei sono le tesi che formulano il risultato di questo gruppo: » Non concedere l’insediamento diffuso; ignorare gli scempi architettonici esistenti. » Intraprendere aggiunte strutturali mirate; a fondovalle non è possibile eseguire un’antropizzazione. » Due tipologie: Centro della località con edificio in comune e periferia del paese con una riconfigurazione architettonica. » Conservare l’utilizzo agricolo: Integrare nella topografia la cubatura e i margini del villaggio. » Ravvivare i luoghi: Valorizzare le forme e riconvertire gli edifici commerciali vicini esistenti. » Rapporto con gli hotel: Raggruppare l’integrazione di piccole strutture alberghiere di grandi hotel in un centro abitato rurale.


Workshop 2: La proliferazione Urbana delle strutture dei villaggi e Delle aree naturali Argomento 2: “stalla/Box” Partecipanti: Manfred Ehrle | Heiner Grewsmühl | Thomas Groser | Nina Hambrusch In passato si lavorava e si viveva in armonia sotto a un solo tetto, cioè la stalla si trovava all’interno della casa oppure direttamente nei paraggi. Un maggior numero di bestiame richiede maggiori superfici da coltivare. La stalla nella casa si riduce eccessivamente. Di conseguenza si avrà una divisione tra area abitativa e area di lavoro.

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Workshops

Le strutture agricole vengono scorporate. I luoghi presenti vengono valorizzati, tramite questi si raggiunge una compattazione dello sfruttamento abitativo nel nucleo abitativo. Parallelamente si sviluppa l’ampliamento degli insiemi edilizi. Gli impianti agricoli come ad esempio le stalle libere vengono integrate nel paesaggio e integrate nella topografia.


Argomento 3: „Hotel“ Partecipanti: Ernst Giselbrecht | Ulrike Graefenhain | Raffaela Hoffmann | Martin Maxa | Werner Volgger Il gruppo si chiede se gli hotel costituiscano una possibilità oppure un pericolo per il paesaggio, l’economia e l’identità. Si è arrivati al seguente risultato: Per il paesaggio, è stato constatato che gli edifici alberghieri dovrebbero essere costruiti laddove non è possibile nessun altro tipo di funzione. Nonostante ciò l’edificio dovrebbe essere costruito tenendo conto del contesto e nel rispetto della cubatura. Gli edifici in situazioni estreme attirano una possibilità di essere visitati. Per l’economia ciò significa: Moderna ricettività in una società innovativa con un modello economico orientato al futuro. La microurbanità esistente del borgo rurale resta immutata. La convenienza economica per la costruzione e l’esercizio di un hotel viene sostenuta attraverso la forma edile compatta.

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Workshops

Per l’identità ciò comporta che il borgo rurale resta immutato in quanto unità culturale. La ricettività e le tradizioni locali sono la base per il modello che dovrebbe essere coscienziosamente all’ospite.


Workshop 2: La proliferazione Urbana delle strutture dei villaggi e Delle aree naturali

Citazione

Le Alpi e l’Alto Adige in particolare mostrano le possibilità e i problemi della nostra società, come in una lente focale. La continua crescita porta inevitabilmente alla distruzione delle strutture tradizionali oppure è possibile una compattezza sostenibile? Sciogliere questo conflitto è stato l’oggetto del secondo workshop. Lo scopo era quello di reclamizzare le strutture vive delle borgate e gli ambienti paesaggistici che potessero equilibrare sapientemente le persone, l’agricoltura e la natura. Un “Viles” (paese/borgata), un insediamento tipico delle valli ladine dalla struttura compatta, è stato preso come spunto per la nostra analisi. Gli edifici esistenti e le strutture identificavano gli architetti e gli urbanisti nel loro fulcro. Attorno a loro hanno sistemato le sfere di possibili ampliamenti per stalle libere (stallaggi) e abitazioni. Non si è trattato soltanto di una crescita disordinata, bensì di un ampliamento intelligente. Già dal progetto era chiaro: Il tessuto che ne derivava mostrava la forma di insediamento compatta tradizionale. Il workshop ha pertanto mostrato i modi in cui la crescita economica può avvenire mano nella mano con una qualità della vita e un paesaggio intatto, grazie ad una pianificazione sensibile e al filo conduttore di un ambiente naturale che stabilisce continuamente i confini dello sviluppo edile.

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Workshops

Con questa valutazione il secondo gruppo di lavoro ha proposto un ponte per la richiesta del primo workshop che aveva già riconosciuto il “borgo alto-atesino” e il concetto di “cittaslow” come opportunità.


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Workshops


Workshop 3: Architettura integrativa e sistemi energetici Moderatori

»  Prof. Volkmar Bleicher politecnico Stoccarda | Transsolar Energietechnik, Stoccarda | amministratore

Mentore

»  Carlo Calderan direttore responsabile della rivista “turrisbabel”, Bolzano

»  Dipl.-Ing. Eckehart Loidolt | Schneider & Schumacher, Vienna | Amministratore

» Claudia Bradlwarter Keyobject, Bolzano | Pubbliche relazioni e di marketing

» Toni Erlacher Erlacher ARREDAMENTI, Barbiano, Ponte Gardena | Titolare e Amministratore

» Sebastian Finckh J. MAYER H. Architekten, Berlino | project management

» Volker Halbach blauraum architekten bda, amburgo | Amministratore

»  Dipl.-Ing. (FH) Elmar Hasler | Baumschlager Eberle St. Gallen AG | Amministratore

» Dipl.-Ing. Cornelia Herrmann | ch.architektur, Francoforte sul Meno | Titolare

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Workshops

Partecipanti

»  Dipl.-Ing. (FH) Marco Franzmann | Baumschlager Eberle St. Gallen AG | project management


» Thomas Pohl Lanz Metall, Dobbiaco | Amministratore

» Michael Purzer Frener & Reifer Metallbau, Bressanone | HEad of Marketing and sales

»  Dipl. Des. AKS Daniela Sachs Rollmann | Prof. R o l l m a n n  &  P A RTNER , Homburg | Partner

»  Cornelius Schlotthauer Zaha Hadid Ltd. Architecture, Londra, amburgo | Associate

» Dipl.-Ing. Arch. BDA Prof. Hans Struhk s truhkarchitekten, Brunswick | Titolare

» Dipl.-Ing. Thomas Wortmann | NOX/Lars Spuybroek, Rotterdam | project management

Workshops

»  Dipl.-Ing. (FH) Monika Marasz | via Movo Bau+ Kunst, Detmold | Partner

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» Norbert Mair Keyobject, Bolzano | Amministratore


Workshop 3: Architettura integrativa e sistemi energetici Tema:

Gli obiettivi del Workshop sono:

Gli edifici industriali hanno molte potenzialità per l’impiego di sistemi energetici intelligenti.

» Rivelazione delle strutture esistenti? » Sviluppo di modelli futuristici in considerazione delle possibilità architettoniche, urbanistiche ed energetiche? » Consiglio per l’implementazione di misure.

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Workshops

Nelle zone industriali in continua crescita con una grande percentuale di una sostanza storica e superfici limitatamente estendibili si possono trovare nuovi modelli per un utilizzo che può rivelarsi interessante per le aziende. I nuclei di questi modelli sono da un lato i volumi degli edifici, la loro struttura, la conformazione e i materiali. Dall’altro lato vi sono le misure per risparmiare e produrre energie e risorse.


Conferenza introduttiva del Prof. Volkmar Bleicher, Transsolar Energietechnik GmbH; Stoccarda, Monaco, New York

Emissioni di CO2 Il valore medio globale attuale corrisponde a circa 4t CO2/pers/a; questo corrisponde ad una prestazione continua di 1.800 W/pers. L’obiettivo della Svizzera è di avere una società da 2.000 W: “emissione sostenibile”: < 1t CO2/pers/a, questo equivale ad una prestazione fossile di 500 W/pers. Tuttavia: Il benessere e la crescita economica necessitano di una prestazione di 2.000 W/pers. Il comfort nel senso di uno stile di costruzione ecologico viene percepito dalla gente come comfort. I parametri per il comfort sono: » Irradiamento solare (calore/luce), qualità della luce diurna, alimentazione dell’aria fresca. La temperatura percepita è la temperatura operativa, corrisponde alla somma della temperatura dell’aria (umidità dell’aria) e della temperatura di superficie. Nel processo edile questi parametri sono definiti da valori limite dell’ordine di valore U, valore g, trasmissione della luce, irradiamento diretto, trasparenza e protezione antirumore. I valori percepiti dall’uomo vengono influenzati dai valori percepiti tramite il colore (riflesso della luce), la qualità della superficie (spatolato, metallo, calcestruzzo, legno, tappeto), acustica ambientale.

Metodo di lavoro seguendo l’esempio di Masdar City – Città ad emissioni di anidride carbonica parti a zero, Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti Architetto: Foster & Partners, Londra Committente: Abu Dhabi Future Energy Company Definizione di una città sostenibile secondo il World Wildlife Fund – One Planet Living » Nessuna emissione di CO2 » Nessuna scoria » Sistemi di trasporto e di traffico sostenibili » Materiali sostenibili » Catena alimentare sostenibile » Cicli dell’acqua sostenibili » Conservazione degli ambienti vitali e della biodiversità » Eredità culturale » Commercio equo e solidale » Salute Luogo e condizioni climatiche – temperatura, umidità, irradiamento L’ubicazione di Masdar City è caratterizzata da mesi estivi molto caldi e umidi da maggio fino ad agosto e da quattro mesi invernali molto piacevoli da novembre fino a febbraio per quanto riguarda la temperatura e l’umidità. La temperatura media annua è di 27°C che corrisponde alla temperatura terreste a 10 m di profondità. L’irradiamento solare annuo raggiunge un valore di 2205 kWh/m²a. Unità funzionali Le diverse unità per scopi diversi quali abitazione, artigianato, istruzione, comunità, parco tecnologico ecc. sono distribuite ordinatamente sulla superficie della città. Con questa commistione si contrappone una monotona costruzione di zone. Le fasi costruttive possono avvenire successivamente sulla base delle necessità e garantire nelle singole sezioni già l’utilizzo misto desiderato.

Workshops

Energia e comfort all’insegna della tecnica di costruzione ecologica » Questione centrale: Come si svilupperà il nostro ambiente vitale nei prossimi anni – come si deve sviluppare? » Il 40 % del consumo energetico mondiale ricade su quegli edifici nei quali viviamo e lavoriamo; in questo modo si sprigiona il 36 % di tutti i gas serra globali. » Più della metà della popolazione mondiale vive oggi in ambienti urbani; Tendenza: Nel 2050 saliranno a ben il 70 %. » Ogni tedesco trascorre ogni anno un totale di 14 giorni in auto. » Gli abitanti di tutte le città del mondo provocano l‘80 % di tutte le emissioni di gas serra. » Citazione – Urbanista Jane Jacobs “Nuove idee necessitano di vecchi edifici; la tensione tra tradizione e moderno; non è la perfezione a rendere un luogo degno di essere vissuto, bensì l’autenticità.”

Metodo di lavoro L’analisi in loco con gli influssi sull’edificio come: Temperatura, Irradiamento di calore e freddo da zone limitrofe vento, pioggia/ neve, microclima.

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Contenuto » Energia e comfort all’insegna della tecnica di costruzione ecologica » Metodo di lavoro » Esempio: Masdar City, Abu Dhabi » Citazione


Workshop 3: Architettura integrativa e sistemi energetici Approcci concettuali Come fondamento concettuale di una città sostenibile nel deserto sono stati esaminati i modelli storici di Bagh e Shahzadeh (Iran) e Shibam (Jemen). Queste città sono contraddistinte da edifici cubici multipiano e compatti. Gli edifici adombrano i vicoli stretti e gli spazi aperti. Gli edifici sono collegati da cortili interni. Sono i luoghi dove si tengono i mercati alimentari degli abitanti. Un sistema di forma edile sviluppato attraverso i secoli serve ad un’illuminazione e aerazione percepita come piacevole per le necessità umane. Il metodo costruttivo compatto e finalizzato ha un effetto positivo su un consumo più ridotto di petrolio come carburante. Quanto più alta la densità urbanistica delle persone su un ettaro, tanto minore sarà il consumo di petrolio in MJ all’anno per persona. Se si confrontano tra di loro le densità abitative, nelle periferie europee 18 persone vivono su un ettaro di terreno. In una città compatta vivono circa 140 persone su un ettaro. Con questa densità circa 40.000 abitanti si spostano ogni giorno nel traffico cittadino su un tragitto di 700.000 km al giorno: sono circa il 70 % in meno di quanto farebbero gli abitanti di una periferia con 2.000.000 km al giorno. Di conseguenza si comporta l’emissione di CO2 all’anno. Il traffico consuma superficie, che si tratti di parcheggio auto o di corsia di marcia. Sul calcolo di una persona utente, è possibile effettuare i seguenti calcoli: I pedoni si spostano ad una velocità di 5 km/h e consumano una superficie di 0,8 m² a persona, i ciclisti raggiungono velocità di 10 km/h e necessitano di 3 m² a persona, un’auto percorre i 40 km/h nei tragitti interni alla città. Trasporta una persona a 20 km/h che richiede una superficie di 1,5 m² a persona.

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Workshops

Senza motori termici è possibile ridurre l’aerazione urbana; in questo modo è possibile ridurre i venti caldi-umidi negli spazi ricreativi della città. I venti durante il giorno vengono dirottati su aree verdi e quindi raffreddati. Il raffreddamento notturno della città avviene in direzione opposta con venti freschi provenienti dalla campagna.

Una città convenzionale produce 1.750.000 tonnellate di CO2 all’anno derivanti per l’80 % dall’architettura convenzionale e dalla produzione energetica, per il 13 % dai rifiuti delle discariche e per il 7 % dal traffico (vettori fossili energetici). Uno stimolo per favorire la sostenibilità dei cicli dell’acqua e dell’energia. Le linee guida relative al design per gli edifici consideravano tutti gli aspetti di una città neutrale alla C02 e sono strutturati come segue: » Condizioni climatiche globali » Valutazione a livello urbano » Linee guida relative al design per lo sviluppo urbano » Modelli viari ed architettonici generici » Valutazione dei carichi di base e del microclima » Consigli di sistema » Limiti della produzione rigenerativa di energia a livello urbano » Profili di carico e condizioni limite conclusive per uno sviluppo tipologico Citazione » Condizionati dalla limitata densità energetica delle fonti energetiche rigenerative quali sole, vento e fonti geotermiche, è necessario effettuare un primo passo verso la minimizzazione dei pesi e dei consumi. 3 volte energia: Consumo energetico, efficienza di sistema, sistemi energetici rigenerativi. » Una concezione neutrale sostenibile dal punto di vista della CO2 non può essere sciolta soltanto attraverso concezioni tecniche. » Questo implica anche modifiche nel nostro comportamento quotidiano in merito a requisiti di comfort, mobilità, consumo idrico, energetico e materiale e iniziativa presa. » Tutte le energie devono provenire da fonti rigenerative e scorrere come tutti i materiali in un sistema circolare.


Descrizione dell’area industriale di Bolzano Sud.

Area industriale di Bolzano Sud

Dopo il colpo di stato del 1922, Mussolini si impegnò ad italianizzare anche ideologicamente le allora ex provincie austriache di Bolzano e Trento. Il suo obiettivo era quello di fare di Bolzano e Gries, allora ancora due comuni autonomi di circa 25.000 abitanti, un’unica città industriale italiana di 100.000 abitanti. Nella parte meridionale di Bolzano furono costruite acciaierie e attività industriali, nonostante nella zona circostante non vi fossero attività estrattive di carbone o minerali ferrosi. Il luogo venne scelto anche per ridurre l’economia prevalentemente agricola della popolazione di lingua tedesca locale tramite l’esproprio dei terreni coltivabili. Un’infrastruttura dispendiosa con stazioni per il trasporto merci e binari ferroviari di raccordo completava il progetto. Gli edifici industriali in stile razionalista e i nuovi quartieri residenziali tra Bolzano e Gries in uno stile ora storicizzante, ora monumentale in commistione con la potenza fascista, contribuirono a screditare sostenibilmente le idee del moderno presso la popolazione di lingua tedesca.

attraverso la Val d’Adige valicando le strozzature a sud di Bolzano porta a temperature fino a 40° C in città.*

L’obiettivo dei 100.000 abitanti venne raggiunto soltanto molto tempo dopo la seconda guerra mondiale, tuttavia l’urbanistica di Bolzano soffre fino ai giorni nostri delle decisioni maturate dai calcoli della politica dittatoriale del tempo: Le migliori superfici di sviluppo della città con il numero più elevato di giorni di sole di tutto l’Alto Adige ancora oggi sono dedicate alle attività industriali. Inoltre il vento pomeridiano che in estate soffia dal lago di Garda

La punta settentrionale del triangolo punta in direzione di Bolzano e della sua stazione ferroviaria: questo costituisce attualmente l’accesso principale al centro storico della città. Non esiste alcun collegamento visibile tra il centro storico e l’area industriale. *Testo di Lukas Abram

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Workshops

L’area industriale dell’Oltrisarco a sud di Bolzano è delimitata a est dai declivi ripidi della parete di roccia rossa al di sopra di Aslago. L’Isarco scorre da nord a est formano un arco a ovest nell‘area industriale che piega in direzione sud. Lungo l’Isarco l’autostrada collocata su ponti posti sopra alle rive conferisce una struttura urbanistica di tipo residenziale a Bolzano e alla zona industriale. Al di sotto dell’autostrada la strada principale porta direttamente lungo il fiume. Nella parte sud la zona industriale si interrompe bruscamente in aree agricole. La zona industriale è disposta in una rete stradale ortogonale. Da Nord a Sud scorrono le strade principali da cui si diramano le strade di raccordo verso Est e Ovest. Nell’ambito della zona industriale sono presenti aree interstiziali e palazzi inoccupati.


Workshop 3: Architettura integrativa e sistemi energetici

Gruppo Volkmar Bleicher: Concezione energetica Condizioni limite e strutture Le condizioni limite climatiche (temperatura, vento [temperatura, direzione], sole, microclima) hanno un’influenza notevole sulla qualità della vita e sul consumo energetico del quartiere. Come peculiarità della sede, è stato possibile constatare i venti caldi che soffiano in direzione nordest, i quali riscaldano in aggiunta le ampie strade nella stessa direzione. Inoltre è stato possibile localizzare i potenziali energetici notevoli mediante i rapporti geologici (acque ipogee in superficie, terreno umido). Nel caso dell’infrastruttura presente (alimentazione, traffico, smaltimento rifiuti), la rete stradale dominante spicca notevolmente. Importante per uno sviluppo sostenibile è inoltre il rapporto tra vita e lavoro. Questo porta ad una riduzione del traffico e quindi al ripristino delle strade, dall’altro lato viene aumentata la qualità della vita. La vita non è attualmente presente sul luogo.

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Workshops

Altri fattori importanti in sede: » Smog in parte » legno a disposizione

Sviluppo/raccomandazione Sulla base di questi parametri è stato sviluppato un concetto energetico urbanistico che contiene le seguenti raccomandazioni: » Le strade in direzione NO-SO dovrebbero essere minori e non praticabili affinché il vento caldo non colpisca la strada. » quindi ripristino delle strade presenti secondo il modello a zig-zag con nuove superfici verdi, acqua e compattezza derivata dalle abitazioni e quindi la creazione di qualità della vita e abitazioni. » Ampie strade e un nuovo raccordo in direzione E-O, da cui proviene vento fresco. » Centrali geotermiche decentrate e centrali termiche a legna (ubicazione dipendente dalla situazione del vento). » Utilizzo di energia solare per la produzione di calore ed energia elettrica. » parziali centrali eolisolari addossate alle montagne per la produzione energetica e la riduzione dello smog. Riassunto: Volkmar Bleicher, 16/07/2010


Gruppo Sebastian Finckh: Aspetti della struttura del traffico

Area del triangolo nord-occidentale sull’Isarco: Lo storico quartiere operaio sulla sponda destra dell’Isarco è più diviso che unito dall’area industriale, sia dal fiume, sulle cui sponde scorre parallelo anche il tratto autostradale sopraelevato, sia dai pochi ponti. I raccordi stradali dalle superfici intensamente utilizzate dei raccordi autostradali si trovano a su dell’area industriale. Di conseguenza, il traffico automobilistico verso il centro storico di Bolzano non è collegato al traffico merci attraverso le strade inizialmente non previste della zona artigianale. Area del triangolo nord-occidentale verso la parte del triangolo: Ai piedi dei monti, grazie alla pendenza dei declivi si profila un limite ancora più chiaro che viene accentuato dal tratto autostradale che l’attraversa. Lato triangolo sud: In questo punto l’area è delimitata dalla piccola pista di atterraggio di Bolzano. In questa direzione è possibile escogitare le singole possibilità di sviluppo per il futuro. Sono stati elaborati tre obiettivi per le proposte di miglioramento dell’attuale situazione in considerazione di un possibile sviluppo sostenibile futuro. » Favorire la commistione degli utilizzi nell‘area. » Migliorare i collegamenti delle tecniche di trasporto. » Migliorare la situazione di traffico diffusa. Con questi obiettivi incrementare l’attrattività dell’area industriale per ulteriori utilizzi e quindi migliorare in generale la densità e l’efficienza delle superfici.

Il trasporto dei pendolari dovrebbe quindi diminuire sensibilmente. I parcheggi esistenti e le superfici di raccordo sui tetti piani possono essere condotti ad utilizzi interessanti (piantumazione, gastronomia, piscine, area residenziale, giardini, ecc.). La presenza di un numero maggiore di aree verdi per es. sui tetti riduce il riscaldamento dell’area industriale in estate e contribuisce ad un miglioramento del microclima nel centro storico. Con la stratificazione in altitudine delle correnti di traffico, lo spazio stradale necessario per il traffico merci (ora privo di code) resta destinato ad un utilizzo più efficiente. Queste misure contribuiscono ad un innalzamento della qualità locale della vita. Il mezzo di trasporto pubblico, ad esempio di un’azienda locale con esperienza nella costruzione di funivie, è in grado di collegare in un anello il centro storico con l’area industriale attraverso un terminal (Park & Ride) del raccordo autostradale di Bolzano Sud. Lungo questo tratto anulare è possibile ridurre notevolmente la quantità di traffico. Il nuovo mezzo di trasporto, dopo essere stato testato come prototipo sperimentale, potrebbe rivelarsi il mezzo di trasporto urbano ecologico ed economico per le città con problemi simili e quindi estendere sensibilmente lo standard tecnologico mirato al futuro della regione. Anche un collegamento con la rete ferroviaria regionale recentemente ammodernata sembra essere ragionevole e possibile. Infine un tale mezzo di trasporto innovativo costituirebbe un’attrazione aggiuntiva in un settore di Bolzano finora percepito come non turistico. L’interessante commistione di utilizzi derivata in seguito (vita e lavoro) nell’area esaminata può catalizzare la pressione residenziale sulla fondovalle. Un nuovo tipo di edificio simile si è già stabilito in quest’area. Riassunto: Sebastian Finckh, 27/06/2010 Workshops

La problematica della quantità di traffico è stata analizzata al centro e ai margini dell’area industriale. In questo modo è divenuto chiaro che le parti dell’influsso differente della forma triangolare dell’area mostrano caratteri diversi.

I seguenti approcci alle soluzioni sono stati elaborati nel gruppo Si prevede lo sviluppo di un nuovo mezzo di trasporto pubblico per combinare la funivia, il tram e la ferrovia sopraelevata, in maniera simile ai sistemi già utilizzati in passato nelle esposizioni mondiali di Hannover e Barcellona. Attraverso stazioni presso gli attuali edifici e la presenza di un tracciato sopra all’area stradale, le superfici vengono utilizzate più volte e vengono generate zone con sovrapposizioni di utilizzo. Le celle di trasporto viaggiatori possono circolare ad una velocità relativamente alta e possono essere deviate per entrare e uscire dal flusso di traffico.

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L’obiettivo del gruppo era quello di elaborare strategie concepibili per migliorare la situazione dell’area industriale a sud di Bolzano dal punto di vista della struttura del traffico.


Workshop 3: Architettura integrativa e sistemi energetici

Gruppo Eckehart Loidolt: Aspetti delle strutture urbane L’attuale piano di costruzione sull’area industriale a sud di Bolzano viene interpretato in modo molto variabile a seconda delle richieste delle imprese costruttrici. Costituisce le condizioni generali con le linee edili, le altezze, lo spessore/sigillo per essere utilizzata come area produttiva oppure come area destinata ai servizi. Vision Dalla superficie agli spazi. L’obiettivo deve essere quello di incrementare la qualità della vita nell’attuale zona industriale per dare un aspetto attraente e ravvivare l’area attorno a Bolzano con un utilizzo misto di aree abitative e commerciali. L’attuale modello di pensiero „Superfici per un uso artigianale“ deve essere ampliato nella dimensione spaziale e oltre l’orizzonte della funzione.

Il possibile contributo delle seguenti misure La rete stradale e viaria presente dovrebbe essere adeguata alla dimensione umana e non interpretata esclusivamente per il traffico commerciale. » Il collegamento al centro cittadino di Bolzano attraverso aree piantumate per piste ciclo-pedonali (eventualmente lungo l’Isarco) e la risistemazione degli assi stradali anche per costruire barriere contro il caldo vento di mezzogiorno dell’Ora. » Organizzazione dei flussi di persone. » Riduzione del traffico automobilistico mediante un trasporto pubblico innovativo. » Riconfigurazione dei profili stradali, ad esempio con alberi che offrono la loro ombra e diverse superfici.

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Workshops

Le dimensioni dei lotti devono essere dimensionate in ragione di un uso commerciale e di un allargamento innovativo oppure sostenibile della modifica della destinazione d’uso. Inoltre si dovrebbe far incontrare l’aspetto compatto oppure denso della struttura edile mediante misure adeguate, ad es. utilizzando le superfici dei tetti come zone verdi per gli impianti fotovoltaici oppure per la produzione energetica.Il nuovo quartiere dell’ex zona artigianale deve essere arricchita con le funzioni delle necessità quotidiane per un utilizzo moderato. A questo si annoverano in primo luogo i negozi di alimentari, i caffè, i ristoranti, gli asili nido ma anche un’offerta culturale che funge da generatore per incrementare la qualità della vita e raggiungere una buona “miscela”


Workshops 71

Âť Grafico: Prof. Hans Struhk


Workshop 3: Architettura integrativa e sistemi energetici

Citazione: Via dal singolo edificio fino ad una pianificazione integrativa: questa è la citazione del terzo workshop. Sulla base di un’analisi in entrata dell’area industriale di Bolzano Sud, i partecipanti hanno sviluppato proposte su come da una monostruttura possa crescere una commistione di destinazioni d’uso di lavoro, abitazione e tempo libero. Per prima cosa sono state indagate le potenzialità dell’area. La struttura compatta dell’area dovrebbe assolutamente essere conservata verso l‘esterno e differenziata verso l’interno: tetti piantumati e riserve d’acqua migliorano il microclima, l’apporto calorico del sole e le cellule solari sostengono la riconversione ecologica nei capannoni produttivi. Non appena l’industria pesante avrà lasciato Bolzano, si accelererà la trasformazione. I tratti stradali possono seguire la topografia. Nuovi collegamenti in direzione Est-Ovest rompono il vento caldo pomeridiano del lago di Garda e riducono le temperature medie fino a due gradi. Inoltre il workshop ha tentato uno sguardo intelligente verso il futuro. Una funivia sopraelevata potrebbe collegare il centro storico e le aree industriali al secondo livello. La ferrovia anulare riduce il traffico dei lavoratori e offre ai pendolari e ai nuovi abitanti un sistema di trasporto affidabile ed ecocompatibile.

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Workshops

La richiesta era chiara: Gli investimenti mirati nell’infrastruttura permettono di risparmiare energia e fungono da catalizzatori di una conversione sostenibile delle monostrutture attuali fino ad una commistione multiforme di industria e area residenziale, uomo e natura.


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Workshops


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Discussione

Intervento & discussione finale


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intervento


Intervento di Astrid Piber: Modello UN Studio Design: Funzioni chiave nell‘architettura »  Astrid Piber »  Partnerin UN Studio, Amsterdam »  www.unstudio.com

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intervento

Astrid Piber è partner di UNStudio ed ha un’esperienza più che decennale come architetto di progetti urbanistici e concorsi internazionali, come il Ponte Parodi di Genova e il masterplan del porto di Las Palmas, Gran Canaria. I progetti realizzati della Galleria Luxury Hall West (Seoul, 2003 – 2004) e dello Star Place Luxury Shopping Plaza, Kaohsiung (2006 – 2008) hanno risvegliato il suo interesse per altri progetti attualmente in progetto relativi alle destinazioni d’uso miste e il commercio al dettaglio, quali la Galleria Cheonan (2008 – 2010) e la Raffles City Hangzhou (2008 – 2012). Dal 2006 fa parte dello UNStudio Management Team e dal 2008 è partner di UNStudio..


UN Studio

UNStudio evita le decisioni stilistiche preconfezionate e sviluppa i propri progetti architettonici sulla base delle ricerche di base, nelle quali le questioni della suddivisione edilizia occupano una posizione di rilievo. Una volta sviluppata una concezione chiara per uno specifico compito edilizio, testeremo i parametri del programma spaziale sulla base di modelli tridimensionali. Questi ci permettono di valutare e considerare gli aspetti e la scelta delle politiche aziendali, l’infrastruttura e lo spessore del programma. Dai risultati di queste analisi verranno sviluppate suddivisioni spaziali logiche e coerenti unite ad elementi portanti (e quindi alla forma esterna dell’edificio corrispondente). UNStudio sa che i compiti dell’architetto attualmente non sono soggetti ad una modifica essenziale. Le nuove tecniche edilizie sviluppate dall’industria, le condizioni generali transnazionali attuali per le attività edilizie, le nuove tecniche di sviluppo e la natura complessa modificata dal punto di vista funzionale del progetto architettonico di per sé ci hanno permesso di sviluppare nuove strategie di lavoro. appartengono ai parametri più importanti della progettazione architettonica e dell’esecuzione. Tutti coesistono in ogni singolo progetto. La nuova visualizzazione integrale di uno sviluppo è una richiesta alla nostra fantasia di osare anche da parte nostra il salto dalla costruzione alla configurazione spaziale e dalla configurazione spaziale alla strutturazione spaziale.

intervento

Per noi l’ambiente, le richieste del mercato e l’espletamento dei desideri dei committenti si condizionano vicendevolmente. Tutti ci permettono di effettuare il nostro lavoro e noi lavoriamo sui risultati che soddisfano sia i nostri obiettivi sia quelli dei nostri committenti. I nostri collaboratori sono originari di diversi paesi. Ognuno di essei può godere di un’istruzione e di un’esperienza di lavoro in diverse aree di specialità tecnica. In quanto operatori di rete, nel nostro studio abbiamo sviluppato un metodo di lavoro altamente flessibile a cui appartengono la progettazione dei parametri e la collaborazione con specialisti di punta di altre discipline. L’utilizzo delle competenze di altri settori rilevanti ci solleva dal rilevare diverse strategie di strutturazione nelle quali noi elaboriamo programmi ambientali, tecniche edilizie, analisi dei movimenti e del movimento del traffico in progetti integrati. Dalla sua fondazione nella sede di Amsterdam, UNStudio ha dato vita ad un’ampia gamma di progetti edili e di altro tipo nei Paesi Bassi e all’estero: dagli edifici pubblici, gli edifici per il trasporto, le strutture abitative e commerciali fino ai mobili, i prodotti e i piani generali per l’urbanistica.

Tra i progetti più significativi di UNStudio vi sono il nuovo museo della Mercedes-Benz a Stoccarda (2001 – 2006), il centro commerciale Galleria a Seoul, Korea (2005), la casa unifamiliare ViLLA NM nello stato di New York (2002 – 2007), il teatro Agora a Lelystad, Paesi Bassi (2004 – 2007) e il ponte Erasmus a Rotterdam (1990 – 1996).

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UNStudio, fondato nel 1988 da Ben van Berkel e Caroline Bos, è uno studio di architetti olandese, specializzato in urbanistica, infrastrutture e architettura. Le lettere UN sono un sinonimo di United Network e si riferiscono al carattere collegiale dell’aziendale. Una serie di obiettivi a lungo termine che costituiscono le fondamenta per il lavoro generale dello studio e che influenzano e definiscono la qualità delle prestazioni a livello di edilizia. Miriamo ad offrire un contributo essenziale all’architettura del nostro tempo, ad incrementare le nostre prestazioni nei settori dello sviluppo, della tecnica edilizia, delle competenze tecniche e dello sviluppo e a dimostrarci specialisti per i progetti pubblici sulle reti.


L’intervento: Modello UN Studio Design – Funzioni chiave nell‘architettura

Da tre giorni le temperature in Alto-Adige sono alte come non lo sono mai state in tutto l’anno. Nell’aula della Scuola professionale di Bolzano fa già molto caldo. Circa 100 architetti e appassionati di architettura hanno tuttavia approfittato dell’occasione per ascoltare Astrid Piber. Grazie alla sua attività in tutto il mondo in lingua inglese, attualmente principalmente in Cina, le è sembrato difficile trovare le parole giuste in tedesco per spiegare il modello generale.

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intervento

Chi ha visitato Rotterdam, ha presente il ponte Erasmus e come collega con un grande gesto il porto e la città. La nota opera dello studio di architetti di Amsterdam UNStudio è servita ad Astrid Piber come esempio per entrare nella nuova pianificazione di Neuland. I modelli di calcolo adeguati aiutano a padroneggiare mansioni edili complesse.

Da anni gli architetti di UNStudio esaminano come le correnti di movimento, i flussi di merci e i profili dei requisiti si possano descrivere con l’aiuto di un metodo di sviluppo analitico e come si possano implementare nell’architettura. I modelli di design come Deep Planning, modello a V, modello matematico, modello blob to box e il principio di inclusività offrono griglie razionali, la topografia e i profili d’uso che si collegano con il contesto culturale. Distillare questa cultura mista e renderla produttiva per la progettazione sarebbe a dire il vero un’autentica sfida per l’Alto Adige, molto più che il progetto della stazione di Rotterdam. Piber ha infine tirato un arco dal progetto portuale del Ponte Parodi di Genua sul museo Mercedes Benz fino alla sala concerti di Graz e i grattacieli di Raffles City nella Hangzhou cinese. Citazione: Architettura e urbanistica vogliono dire “comprendere le qualità interne dei progetti”. Proprio di ritorno dalla Cina si è fermata un attimo e ha detto: “i giorni di alpitecture sono stati di grande ispirazione per tornare nuovamente nel succo delle questioni.”


intervento 79

Âť Mercedes-Benz Museum, Stoccarda, 2006


Discussione conclusiva di Alpitecture: Alpi – Tecnologia – Architettura Partecipanti:

» Dipl.-Ing. Astrid Piber   UN Studio, Amsterdam | Partner

» Dr. Markus Walder, EOS. - oRGANIZZAZIONE EXPORT ALTO ADIGE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI BOLZANO | Vicedirettore

»  Dipl.-Ing. Ernst Giselbrecht | Ernst Giselbrecht + Partner, Graz | Titolare

»  Dipl.-Ing. Eckehart Loidolt Schneider & Schumacher, Vienna | amministratore

» Prof. Volkmar Bleicher politecnico Stoccarda | Transsolar Energietechnik, Stoccarda | amministratore

» Dipl.-Ing. Carlo Calderan direttore responsabile della rivista “turrisbabel”, Bolzano

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Discussione

moderatore:

» Dipl.-Ing. Georg Klotzner Höller & Klotzner Architekten, Merano | Partner

» Dr. Oliver Herwig giornalista, Autore, Moderatore, Monaco


Discussione conclusiva di Alpitecture: Alpi – Tecnologia – Architettura

“È troppo caldo e presto cominceranno a cadere massi. Tuttavia è necessario lamentare il deturpamento dei monti, per quanto noi contemporanei stiamo contribuendo allo scioglimento dei ghiacci. Infine mi sono già impegnato in passato per la conservazione dei monti, anche se ho sempre viaggiato in auto.” Reinhold Messner, Parete occidentale, 2009. Lo sguardo si volge verso i monti in alto per ripiombare a valle. Come è possibile conservare bei paesaggi mediante la cooperazione di uomo e natura, architettura e infrastruttura? Su questa domanda si è accesa una controversia nell‘ambito della discussione sollevata dal pubblico nell’aula della Scuola professionale di Bolzano. Antropizzare le valli sarebbe la soluzione più semplice, risparmiare le nostre montagne al contrario sarebbe il da farsi. La concentrazione non è un’opzione. La considerazione dei tradizionali insediamenti e delle strutture, invece, sarebbe un arricchimento, un modo per portare guadagno nel futuro. Ma qual è il ruolo degli architetti e degli urbanisti? Qui il consenso è ampio: L’architettura ha la forza di rappresentare le modifiche e di implementarle, tuttavia li realizzerebbe senza una base sociale e senza una risonanza presso la popolazione. La cultura architettonica non sarebbe solo una parola grossa, la cultura architettonica sarebbe un rapporto vivo con la tradizione, il paesaggio e gli uomini, i cui desideri e necessità a loro volta potrebbero essere armonizzati con le richieste del futuro. Il paesaggio, la natura perduta: non sarebbe solo irreversibile, si doveva sentire dire. Di rimando gli sforzi si sono concentrari sulla commistione di politica, economia e architetti, come per la rivitalizzazione di aree industriali che devono essere trasmesse dai luoghi puri della produzione in comuni abitati con città e quartieri collegati ai comuni. Il presupposto per una tale riconversione qualitativa è tipica dell’Alto Adige, grazie alla mentalità dei suoi cittadini e agli strumenti di pianificazione degli esperti regionali in materia. Costruire sarebbe un processo che porterebbe qualità attraverso generazioni. Allo scopo non vi sarebbe bisogno né di insediamenti giganteschi né di grattacieli che facciano concorrenza alle Dolomiti. La volontà sarebbe una parte importante dell’identità che si esprime anche nella qualità degli elementi costruiti. La loro conservazione richiede a dire il vero un nuovo impegno comune da parte di tutti. Soprattutto però si dovrebbero riunire politici, cittadini e pianificatori e lavorare con passione tutti insieme intorno all’obiettivo di conservare le Alpi anche in futuro come un luogo degno di essere vissuto, in armonia con l’economia e la natura.

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Discussione

La discussione stimolante è stata portata avanti dagli ospiti nella calda notte estiva in occasione di un tipico buffet alto-atesino.



Partecipanti


“Con grande gioia ed interesse ho viaggiato in Alto Adige, che conoscevo dalle villeggiature degli anni precedenti. Sono rimasto sorpreso dello sviluppo culturale ed economico degli ultimi decenni e del grande e molteplice scenario architettonico alto-atesino. L’incontro con l’artigianato, l’industria, la pianificazione spaziale e del traffico ecc. hanno permesso di scrutare la cultura edile, economica e lo sviluppo regionale nonché l’interconnessione che si è rivelata una possibilità per il futuro.

“Alpitecture è un’iniziativa straordinaria, non fatta solo per riflettere insieme sull’architettura nelle Alpi, ma va vissuta anche personalmente. Vista così, è una delle iniziative più importanti per l’architettura. Chi ha potuto vivere quest’esperienza si è chiesto come mai iniziative del genere e tanta ospitalità non si trovano dappertutto in Europa”.

La nuova cultura edilizia e tecnologica è evidente e viene seguita con attenzione a livello internazionale. Soggiogata all’estetica moderna e alla tradizione alto-atesina, è riconoscibile a titolo esemplificativo nell’espressione architettonica e tecnica dell’edilizia in legno più volte praticata. Gli interventi, le escursioni, i workshop e le discussioni sui temi dell’architettura e della tecnologia nella regione alpina dell’Alto Adige e il relativo rapporto con la topografia, il clima, la cultura e il paesaggio sono stati per me molto significativi e mi hanno permesso di instaurare tanti contatti. In sostanza, un successo strepitoso!” Prof. Hans Struhk, titolare della struhkarchitekten Planungsgesellschaft mbH, Braunschweig

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impressioni

Ernst Giselbrecht, titolare Ernst Giselbrecht+ Partner Architektur, Graz

“Mi congratulo per la buona organizzazione. Non siete solo una ‘torma’ di gestori individualisti, eleganti, cordiali e decisi. Ci sapete proprio fare invece! Il soggiorno è stato ricco di esperienze e divertente. Interessante insomma, tanto che già ne ho parlato a conoscenti… è sempre un buon segno quando si ha qualcosa di bello da raccontare.” Manfred Ehrle, partner Arcass Architekten, Stoccarda


“Grazie per le fantastiche giornate e le preziose esperienze che avete reso possibile con la vostra splendida iniziativa alpitecture. Sono stata molto fortunata ad aver potuto partecipare e mi ricorderò sempre di tutti i vostri capolavori”. Monika Marasz , architetto libero professionista, Detmold

Cornelius Schlotthauer, associato Zaha Hadid Architetects di Amburgo “Grazie ancora per la piacevolissima esperienza. Ho visto e ascoltato cose molto interessanti, soprattutto ho conosciuto persone gentili. In autunno mi rincontrerò con alcune di queste in Sudtirolo”. Jens-Peter Frahm, Partner Schweger Associated Architects, Berlino

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“Mi ha divertito moltissimo viaggiare in Alto Adige. Le escursioni, le conferenze e i workshop sono stati davvero stimolanti e ho imparato qualcosa sull’Alto Adigee sulle Alpi”.

impressioni Prolog

“Un interessante scambio di conoscenze con le colleghe e con le aziende. Un ampliamento degli orizzonti per quanto riguarda il sistema aziendale al di là del Brennero. Un Tour de Force decisamente intenso alla scoperta dei vigneti e dei settori industriali sudtirolesi. Se ci ripenso, ricordo un caleidoscopio di sensazioni impressionanti ma anche ore rilassanti trascorse in un hotel molto piacevole. Personalmente avrei desiderato che il workshop fosse durato un po’ di più, non molto, ma forse mezza giornata in più sì. Non dimenticherò le persone interessanti incontrate e i giorni sempre diversi vissuti”. Ursula Faix, partner Bad Architects Group, Innsbruck


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pARTNER

Partner


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pARTNER


Auroport - COMPETENCE IN DOOR SOLUTIONS Auroport è sinonimo, da più di 30 anni, di strutture principali per porte e cancelli. La competenza dell’azienda risiede nella realizzazione dei progetti architettonici in materia di conclusioni di edifici mobili. Nello stabilimento di Brunico, dove lavorano 28 dipendenti, si producono impianti per cancelli speciali, porte di casa, impianti per cancelli di cortili e porte funzionali (blindate, a tenuta stagna, insonorizzanti) nel rispetto dei requisiti principali tecnici e architettonici. www.auroport.it

» Dietmar Auer Titolare e amministratore

» Hannes Auer R esponsabile per la pianificazione e lo sviluppo

Duka – La cabina doccia | Sanika – Il bagno prefabbricato duka è uno specialista dei divisori doccia. L’obiettivo principale dello sviluppo del prodotto è la creazione di molteplici possibilità di configurazione spaziale individuale. I prodotti eseguiti su misura, la perfezione nella tecnica e nella qualità e i brevi tempi di consegna contraddistinguono l’azienda dalla sua fondazione nel 1979. I dettagli tecnici quali la tecnica adesiva innovativa, gli eleganti elementi scorrevoli oppure il sistema basculante e a soffietto vengono prodotti in azienda e progettati fin nei minimi dettagli. L’impresa partner Sanika sviluppa e vende bagni prefabbricati con una struttura leggera per l’edilizia e copre con 2 linee di produzione i requisiti del mercato. Con una produzione di ca. 3.000 bagni prefabbricati all’anno, Sanika è un leader nel mercato in questo settore in Europa.

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pARTNER

www.duka.it

» Christian Krapf | Business Development Sanika

» Martin Kusstatscher | Duka Brandmanagement

» Pepi Blasbichler | amministrator Sanika


Erlacher ARREDAMENTI – legati alla tradizione, orientati al futuro La ristrutturazione di interni Erlacher è specializzata nell‘acustica ambientale e nelle soluzioni insonorizzanti come pure nelle concezioni per l’illuminazione e realizza un’architettura contemporanea su misura. Forte nella costruzione di strutture alberghiere di alto livello, di gastronomia, di appartamenti e di case vacanza, edifici pubblici, strutture per l’amministrazione, banche e uffici, biblioteca, convitti scolastici, case di cura, ville e abitazioni private. Dal 1976 l’impresa realizza la ristrutturazione di interni di valore unitamente agli interni e alla soluzione completa fino alla consegna chiavi in mano. www.erlacher.it

» Toni Erlacher Titolare e amministratore

» Thomas Erlacher | Titolare e amministratore

» Heinrich Geier Marketing e Vendita| International Sales

Frener & Reifer Metallbau – Involucri di edifici, strutture in metallo e vetro “Troviamo soluzioni dove altri non le cercano. Troviamo i confini di ciò che è tecnologicamente fattibile. Per i progetti eccezionali di architetti prominenti.” L’impresa è stata fondata nel 1974 da Georg Frener e Franz Reifer a Bressanone/Alto Adige. Il punto principale risiede nella consulenza, nello sviluppo, nella pianificazione, nella gestione del progetto, nella produzione e nel montaggio di soluzioni sostenibili per i clienti. Gli sviluppi speciali per gli involucri di edifici, le costruzioni esclusive in vetro, metallo e altri materiali – per tutti i tipi di edifici. La sede principale è Bressanone, altre filiali si trovano in Italia, Germania, Svizzera, Francia, Russia e USA.

» Michael Purzer Head of Marketing and Sales

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pARTNER

www.frener-reifer.com


Höller KG – ambienta idee Dalla sua fondazione nel 1949, l’impresa è gestita autonomamente e fornisce prefabbricati su misura per edifici pubblici, hotel di lusso, banche ed esigenti zone residenziali private. In qualità di azienda specializzata nelle costruzioni, HÖLLER riunisce le capacità di pianificazione con l’elaborazione di dettagli tecnici fino alla creazione e all’integrazione di materiali non comuni. I collaboratori sono specialisti e pianificano e preparano, su una superficie di esercizio di 5.000 m², tutti i prodotti prefabbricati ad una qualità controllata. www.hoeller.com

» Klaus Höller Titolare e amministratore Höller KG

» Gabriel Troger direzione commerciale | Progetti internazionali

» Jakob Meraner Fa l e g n a m e  | Vendite/Project Manager

KeyObject – il vostro desiderio. il nostro obiettivo. L’impresa è specializzata nelle ristrutturazioni interne pronta consegna. KeyObject ha sede a Bolzano e dispone di una filiale a Monaco di Baviera. La squadra si completa con i partner di una rete perfettamente funzionante: in questo modo essa è in grado realizzare progetti senza particolari attriti. La combinazione di un design innovativo, di una funzionalità perfetta e di una produzione di tipo artigianale conferiscono alla struttura interna pronta consegna il suo carattere individuale e quindi inconfondibile.ll risultato della pianificazione è un design innovativo e senza tempo, perfetto per funzionalità e durata.

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Partner

www.keyobject.it

» Claudia B r a d l w a r t e r Pubbliche relazioni e di marketing

» Norbert Mair amministratore e associato


Lanz Metall – solutions in glass & metal LANZ Metall è sinonimo dal 1963 di un’ampia offerta di rendimenti di valore che spaziano dai classici prodotti per fabbri alle strutture speciali realizzate su misura per i clienti passando per soluzioni di progetto innovative. La combinazione professionale di esperienza in campo artigianale e di attuale knowhow tecnologico rende LANZ Metall un partner competente nella costruzione di elementi in vetro e metallo. www.lanz.bz.it

Partner

» Thomas Pohl amministratore

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» Gert Lanz Titolare


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Organizzatore


ALPITECTURE – L‘ECCEZIONALE PIATTAFORMA PER LA COMUNICAZIONE DI NUOVE IDEE DAI TEMI ALPI, ARCHITETTURA E TECNOLOGIA È STATA ISPIRATA DA AP35 E PROMOSSA DA EOS. – ORGANIZZAZIONE EXPORT ALTO ADIGE DELLA CAMERA DI COMMERCIO di BOLZANO “Spianiamo la via per nuovi clienti e mercati” EOS. sostiene le imprese altoadesine nella costruzione e nel consolidamento dei mercati. EOS. crea reti, utilizza sinergie e contribuisce con ciò all‘incremento dalla competitività e al mantenimento a lunga scadenza del benessere in Alto Adige. EOS. – Organizzazione Export Alto Adige della Camera di Commercio di Bolzano | Via Alto Aldige 60 | I – 39100 Bolzano | T. +39 04 71.94 57 50 | www.eos-export.org

ap35 GmbH Architecture Management & Relationship Marketing è l‘agenzia per le strategie di mercato, presentazione del marchio e comunicazione nel settore architettura. Siamo focalizzati su architetti e imprese del settore architettonico. I contenuti della nostra agenzia comprendono: Marketing, consulenza, strategia, corporate design, design della comunicazione, publik relation, new media, grafikdesign e management di eventi. La nostra agenzia è partner di architetti e aziende di successo internazionali.

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ap35 GmbH | Magirus-Deutz Str. 12 | D – 89077 Ulm | T. +49 731.140 225 0 | www.ap35.de


Partner e partner mediatico di Alpitecture:

solutions in glass & metal

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