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AGENDA LAVORI. NORD-EST
from Apitalia 6/2021
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VARROA
La lotta alla varroa è diventata un’inevitabile attività che ci impegna due volte all’anno: estate - autunno, una lotta che oltre a provocare stress alle api crea preoccupazioni agli apicoltori. Quali sono i presupposti per un’efficacia lotta alla varroa? Ormai abbiamo capito come fare questa lotta, utilizzando le conoscenze e i mezzi messi a disposizione riusciamo a contenerla. Qualche anno fa mancava la consapevolezza di quanto fosse importante la collaborazione degli apicoltori nel fare questa lotta, la quale aumenta la sua efficacia se viene fatta contemporaneamente per zone più ampie possibili. Oggi conosciamo l’importanza di questa tecnica, anche se ritengo difficile applicazione nell’impossibilità, spesso, di raccordare le necessità di tutti gli apicoltori che dovrebbero essere coinvolti, ma considero importante la sua applicazione, per questo è necessario il contributo delle associazioni, le quali, hanno una visione più ampia con riferimenti precisi per le zone di intervento, sebbene ci si possa avvalere del contributo delle associazioni, ricordo che l’impegno e la responsabilità è sempre del singolo apicoltore la cui professionalità determineranno i risultati. Mettersi d’accordo per zone è difficile, ma questo è necessario perché le distrazioni del singolo possono vanificare gli sforzi di molti.
RIFLESSIONE
Qualche anno fa tutti acquistavamo i prodotti come “principio attivo di base” da chi li vendeva: un negozio generico, il consorzio di zona, il farmacista e forse altri, tolta la farmacia di cui non abbiamo dubbi nell’affermare la competenza sanitaria, per gli altri non potevamo essere sicuri che questo prodotto non fosse stato a contatto con prodotti che avrebbero potuto creare problemi alla salute delle api e non solo, che la sua conservazione e preparazione rispondesse a giuste regole fatte con le dovute professionalità e precauzioni, che le dosi fossero precise e distribuite correttamente. Ecco un altro motivo per il quale non è più possibile sentire e accettare l’espressione “abbiamo sempre fatto così”, non possiamo più permetterci di astenerci dal seguire le attuali indicazioni scientifiche e tecniche. Una piccola riflessione però ci sta, le registrazioni dei farmaci, in questo caso veterinari, hanno costi alti e quindi di conseguenza anche il farmaco finale avrà un costo alto, così come lamentano molti apicoltori. Onestamente non conosco i meccanismi che regolano le procedure di controllo e registrazione dei farmaci e la loro distribuzione, però lo spunto me lo dà il Covid. Perché se per l’uomo ci può essere una dichiarazione di pandemia, questa non può esserci anche per gli animali e in particolare per le api, riconosciuta come indispensabile e fondamentale per l’ambiente? Perché il costo di questa “pandemia apistica”, è tutto a carico dell’apicoltore? La varroa, con la presenza nel mondo intero, ha tutte le caratteristiche per essere dichiarata pandemica. Domande che forse rimarranno senza risposta ma questo non deve distoglierci dal nostro compito di salvare e salvaguardare le api con tutti i mezzi che la scienza ci mette a disposizione, ovviamente questa breve riflessione non può essere presa in considerazione, in termini economici dai piccoli apicoltori, per i quali i costi si possono considerare irrisori, sia in termini assoluti ma anche e soprattutto se li rapportiamo alla garanzia che ci da’ la registrazione sanitaria, la quale ci assicura sul prodotto che somministriamo alle nostre api salvandole e facendoci stare più tranquilli.
LOTTA ALLA VARROA
Non è importante il metodo o il prodotto che utilizzate, l’importante è eliminare più varroa possibile e l’intervento estivo è quello più importante, sebbene molti continuano a pensare che l’intervento più importante sia quello autunnale, purtroppo questa è una vecchia ed errata interpretazione del “blocco di covata estivo” tanto è vero che era o è ancora, chiamato “intervento tampone”, probabilmente in riferimento al fatto che il blocco della covata estiva è generato, mentre quello autunnale è del tipo naturale ma non trovo una razionale motivazione e rimango dell’avviso che quello estivo sia più importante di quello invernale. “Elementary, my dear Watson!”, diceva Sherlock Holmes. Elementare, miei cari apicoltori! Le api estive che nasceranno a
settembre e ottobre, cioè dopo quest’intervento, saranno quelle che dovranno accudire la covata invernale e arrivare fino alla primavera preparando il supporto che accoglie le api del nuovo anno. Se il trattamento antivarroa estivo è stato ben fatto, nel trattamento invernale avremo in proporzione meno varroe presenti, quindi se la media dell’efficacia dei prodotti antivarroa arriva al 95% significa che su cento varroe se ne salveranno solo 5, per cui più varroe rimarranno dall’intervento estivo e maggiore sarà il numero di varroe che colpiranno le api invernali, quindi le api che nasceranno saranno più o meno colpite da infezioni in proporzione alle ferite apportate dalle punture della varroa. Come preparare il trattamento antivarroa e la sua somministrazione evito di descriverlo, perché questo appartiene alle prerogative del prodotto usato, sulle confezioni le descrizioni sono precise e puntuali quindi non c’è nulla da aggiungere, l’unica differenza sta che nei trattamenti estivi possono essere utilizzati prodotti che hanno necessità di temperature specifiche come gli aromatici, mentre in autunno questi non possono ovviamente essere utilizzati. Valgono sempre i consigli che rinnoviamo: • il rapporto con le associazioni; • il controllo del territorio e degli apiari; • la verifica della disponibilità di ciascun apicoltore, concordando i tempi per evitare la reinfestazione. Non ho voluto di proposito descrivere quale prodotto utilizzare o quale tecnica, perché se utilizzati correttamente e tecnicamente ben eseguiti i prodotti ormai si equivalgono. Anche in questo caso la differenza la fa l’apicoltore, inoltre, con quest’articolo ho voluto aprire le porte agli argomenti che dovrebbero colmare le motivazioni delle scelte che si fanno. Buone Vacanze.