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ANNO 1 N. 1 GENNAIO 2009 ● Supplemento mensile di Appunti Alessandrini ● appunti.alessandrini@alice.it
EDITORIALE
Vizi privati e pubbliche virtù del mito “mercatista”
La situazione mediorientale FOTOGRAFIA DI UN CONFLITTO
I regali della collettività a faccendieri e speculatori
Roberto Massaro ●
Sandro Strozzi ●
Le notizie che quotidianamente ci giungono dalla striscia di Gaza ci sgomentano. Mentre scriviamo, nonostante la dichiarazione unilaterale di Israele per un cessate il fuoco, sono ancora in corso combattimenti e scontri e l’esercito rimane posizionato in questo lembo di terra di 360 Kmq dove vivono più di 1,5 milioni di palestinesi. I morti tra i palestinesi sono ormai più di novecento, in gran parte tra la popolazione civile, mentre i feriti alcune migliaia. Mi limito, anche per esigenze di spazio, ad una fotografia istantanea dei leader politico-religiosi che sono l’origine di questo conflitto. A Febbraio si svolgeranno in Israele le elezioni politiche. L’attuale premier Olmert uscirà di scena con l’immagine offuscata dalle pesanti accuse di corruzione e quindi con la necessità di una “brillante” operazione che in parte lo riabiliti. Il ministro della difesa Barak e quello degli esteri Livni hanno bisogno di una vittoria a Gaza per portare i loro due partiti politici, il Labor e Kadima, a formare il nuovo governo dopo le elezioni, scongiurando così il ritorno della destra di Netanyahu. La dirigenza israeliana, con questa azione, si è posta anche l’obiettivo di dimostrare agli altri attori presenti in quello scenario, Hezbollah
Ritengo che nelle attuali condizioni del nostro paese (e non solo) il mito delle privatizzazioni, e le infauste realizzazione che ne sono conseguite, stiano provocando alla collettività incalcolabili danni. Eppure oggi è andata consolidandosi la convinzione – altrettanto errata come quella che, negli anni '60, aveva portato alla statalizzazione delle aziende produttrici dell'energia elettrica (decisione peraltro rispettosa dell'art. 43 della Costituzione) – che solo cio che è "privato" sia in grado di produrre ricchezza. In realtà bisognerebbe operare molte distinzioni, ma le ideologie che vanno per la maggiore nei vari periodi storici impediscono una riflessione critica sulle "mode". Non voglio certo dire che il convincimento oggi diffuso sia radicalmente sbagliato anche se nei decenni del secondo dopoguerra abbiamo avuto esempi molto positivi di enti pubblici guidati con grande spirito innovativo. Ma quand'anche nel "pubblico" fossero mancate delle capacità imprenditoriali non è detto che la soluzione adottata non presentasse altri profili positivi. Era vero ad esempio che l'ente pubblico, spesso, non lesinasse sulle assunzioni, ma questo non era un fatto necessariamente negativo in un paese in cui la disoccupazione era endemica.
(continua a pag.2)
Era vero ad esempio che il prezzo dei prodotti e dei servizi resi dallo Stato o dai Comuni (mi riferisco, per fare solo qualche esempio, ai costi dei biglietti ferroviari, dell' acqua potabile o del gas) era forse inferiore al costo, ma questo costituiva un' importante boccata d'ossigeno per tutta quella parte della popolazione che faticava a giungere alla fine del mese. Del resto anche nella "imprenditoria privata" tradizionale ci siamo trovati di fronte a grandi successi così come a grandi decadimenti. Basti osservare come, nel nostro territorio, mentre negli anni '60 si andava dissolvendo una delle più grandi aziende di livello nazionale, la Borsalino – si pensi al tragico riflesso sull'occupazione della città - ne fosse sorta un'altra, la Guala, che, dal nulla, ha saputo raggiungere altissimi livelli. Ma le privatizzazioni avvenute negli ultimi anni sono state perniciose per la nostra economia a causa dei protagonisti, cioè dei soggetti che ne hanno tratto beneficio. La storia o la cronaca recenti hanno dimostrato che a trarre enormi profitti dalla svendita dei beni (o delle partecipazioni) pubblici non sono stati i soggetti attivi dello sviluppo economico, cioè i piccoli o i sani investitori o quegli industriali che, a proprio rischio, hanno saputo investire e specialmente innovare e creare occupazione... (continua a pag.2)
FOTOGRAFIA DI UN CONFLITTO (Editoriale - continua ntinua da pagina 1)
(continua da pagina pagina 1)
in Libano,la Libano Siria e l’ Iran di Ahmadinejad, dinejad, di essere ancora oggi tet mibile come in passato, ccapace pace di rappresaglie devastanti se necesnece sarie. Il quotidiano lancio di razzi Qassam Qa dalla striscia di Gaza verso il territerr torio israeliano israeliano e la scelta unilateunilat rale di Hamas di porre fine alla tretr gua che durava da sei mesi hanno fornito l’occasione e il pr pretesto testo ad Israele per iniziare l’offensiva ded nominata “Piombo Piombo fuso fuso”. Il governo israeliano sapeva di pop ter contare, almeno fino al 20 2 gennaio, sull’appoggio incondizionato incondizi dell’amministrazione amer americana Bush.. Un calcolo corretto, se si analizzaanalizz no le prime dichiarazioni del presipres dente eletto Obama che ha espresespre so profonda preoccupazione per le vittime civili a Gaza e in Israele assicurando ando un serrato iimpegno pegno della sua amministrazione sulla questioquesti ne mediorientale. Dall’altra parte c’è Hamas,, una organizzazione fondamentalista islaisla mica palestinese, di recente formaform zione, che nel gennaio 2006 ha vinvi to le elezioni legislative sovvertensovverte do o le previsioni della vigilia che ini vece davano favorita Al Fatah, Fatah la colonna portante dell’ OLP e dell’ANP ANP.
Questa vittoria ha, forse, la sua ggeenesi nella responsabilità del governo israeliano per non aver mai voluto restituire ai palestinesi quel che la giustizia imponeva poneva fosse restituito. Ciò ha fatto crescere un forte senso di frustrazione tra i palestinesi ed una crescente insoddisfazione verso Al Faatah,, che ha il demerito di non aver saputo gestire i rapporti con Israele nei tanti decenni di egem egemonia onia del mondo palestinese, passando da una opposizione radicale ad un atteggi atteggiaamento di contrattazione che nei fatti si è dimostrato inco inconcludente. cludente. Hamas ha nei suoi programmi, al primo punto, la distruzione dello Stato israeliano, che considera o occcupante abusivo di una terra che spetta unicamente nicamente ai palestinesi. Di conseguenza nei suoi programmi operativi contempla ogni forma di lotta, compresa quella armata. Queste sono le leardership sulla scena con le loro contraddizioni e le loro gravi vi responsabilità responsabilità. L’auspicio, espresso recentemente da Benedetto XVI XVI,, affinché, in occaoccasione delle scadenze elettorali che interesseranno le regioni mediorie mediorienntali, nei prossimi mesi, emergano d dirigenti capaci di guidare i loro popoli verso la difficile ma indispensabile riconciliazione, merita pertanto aattenzione e condiv condivisione. sione.
Con le privatizzazioni è stata favorifavor ta l'affermazione di una nuova clascla se di soggetti economici, avventuavvent rieri della speculazione, che non ha nulla a che vedere con il mondo della produzione e del lavoro. lav ro. Si tratta di soggetti che, con la comco plicità ità degli istituti bancari e di molti politici bramosi di tenersi al passo con i tempi, hanno fatto pure spesp culazioni lazioni finanziarie traendone enormi rendite, azzerando l'occupal'occup zione,liquidando spesso l'attività migliore, produttiva ed innovativa i novativa dell'azienda e facendo poi ricadere sulla collettività tutti i costi sia in termini di lavoro che di prezzo. Non per nulla da questo tipo di operazioni i veri imprenditori si sono tenuti a grande distanza. Paradossalmente, io che non ho mai amato le nazionalizzazioni, mi trovo a concludere che sia preferiprefer bile che lo stato gestisca un'azienun'azie da che, pur producendo in condicond zioni non del tutto concorrenziali, elargisce lavoro e stipendi a mim gliaia di dipendenti e, in ogni caso, produce ricchezze per la collettivicollettiv tà, piuttosto che procuri sovvensovve zioni e rendite ai pochi – soliti e ben noti - faccendieri cendieri privati.
LIBRO L BRO CONSIGLIATO
Sense of humor
Ap ● Supplemento ANNO 1 N.1 Gennaio 2009 Coordinatore: Agostino Pietrasanta Staff: Marco Ciani ● Walter Fiocchi Dario Fornaro F ● Roberto Massaro Carlo Piccini
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